T1 émile zola
L’Assommoir L’Assommoir (in francese “l’ammazzatoio”) è il settimo volume del ciclo dei Rougon-Macquart, pubblicato su una rivista e poi in volume tra il 1876 e il 1877. Zola narra qui la triste storia della giovane lavandaia Gervaise Macquart, che vive a Parigi insieme all’uomo che ama, Auguste Lantier, e ai due figli Étienne e Claude. Appena i soldi finiscono, Lantier scappa con un’altra donna. Gervaise è costretta ad arrangiarsi e trova un uomo, di nome Coupeau, disposto a sposarla; con lui ha un’altra figlia, Nana. Le cose sembrano andare meglio: Gervaise riesce persino ad aprire una lavanderia e a migliorare la sua condizione sociale. Ma Coupeau subisce un incidente sul lavoro e, in attesa di riprendere l’attività, comincia a bere, sprecando i suoi risparmi in una distilleria chiamata “L’Assommoir”. La situazione si complica per il ritorno di Lantier, che approfitta della generosità dell’ex-compagna vivendo presso di lei senza pagare l’affitto e incoraggiando Coupeau a bere ancora di più. Il finale è tragico: Gervaise perde prima il marito, che finisce in manicomio per il suo grave alcolismo e muore, poi la sua lavanderia. Abbandonata da tutti, vive sola in un monolocale cominciando a bere a sua volta, cosa che la porterà alla morte. Il vile Lantier troverà il modo di vivere alle spalle di un’altra donna, che acquista il locale della lavanderia.
T1 Parigi si sveglia Il passo seguente è tratto dal primo capitolo del romanzo. Gervaise Macquart (Gervasia, in questa traduzione italiana) ha atteso inutilmente per tutta la notte il ritorno del suo amante Lantier. Di prima mattina si sporge dalla finestra della misera camera d’albergo in cui abita con i due piccoli figli, alla ricerca dell’uomo che non è ancora rientrato. Assiste così al risveglio di Parigi: l’arrivo in città di una marea di operai e artigiani che, nel loro aspetto e nel loro modo di comportarsi, sono la prova evidente delle misere condizioni in cui vive la classe dei lavoratori.
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1 percalle: tessuto di cotone leggero. 2 sbocconcellata: il cui orlo è rovinato.
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Quando, verso le cinque, Gervasia si svegliò con le membra irrigidite e le reni spezzate scoppiò in singhiozzi. Lantier non era ancora rientrato. Era la prima volta che passava la notte fuori! Ella rimase là, seduta sull’orlo del letto, sotto il lembo di percalle1 stinto che pendeva da un’asta attaccata al soffitto con una cordicella. Il suo sguardo, velato dal pianto, andava pian piano compiendo il giro della misera camera mobiliata, il cui arredo era un cassettone di noce al quale mancava un cassetto, tre seggiole impagliate e un tavolino unto e bisunto, su cui era una brocca sbocconcellata2. Per i ragazzi era stato sistemato, proprio a ridosso del cassettone, in modo che diventava quanto mai arduo servirsene, un letto di ferro che occupava i due terzi della stanza. 10
il realismo 231
Testo Guida
La vita e le opere Émile Zola nacque a Parigi nel 1840; si dedicò molto giovane a diversi lavori, tra cui la collaborazione con giornali e riviste. Nel 1867 pubblicò Teresa Raquin, romanzo di un delitto compiuto da due amanti che il senso di colpa rende nemici. Consapevole delle sue capacità di scrittore, Zola progettò di creare un grande ciclo di romanzi che descrivesse globalmente la società francese seguendo le vicende di un’unica famiglia. Il titolo complessivo dell’opera è I Rougon-Macquart, storia naturale e sociale di una famiglia sotto il Secondo Impero. Il riferimento al “Secondo Impero” è all’epoca del regno di Napoleone III (1852-1870), cioè un’età quasi contemporanea allo scrittore e ai suoi lettori. In questo modo Zola voleva realizzare i principi del romanzo naturalista, di cui divenne uno dei principali teorici e maestri. Del ciclo progettato riuscì a pubblicare venti romanzi. All’attività di scrittore egli unì un forte impegno sociale, come quando, nel 1898, si schierò in difesa del capitano Dreyfus, ufficiale francese di origine ebrea ingiustamente accusato di tradimento. Fino al termine della sua vita, avvenuta nel 1903, Zola si dedicò a progetti di scrittura sempre nuovi.