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1. UGO FOSCOLO CAMILLE CLAUDEL

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PREMESSA

PREMESSA

CAPITOLO 1

UGO FOSCOLO E CAMILLE CLAUDEL Le passioni dell’anima

Ugo Foscolo

(1778 - 1827)

Un poeta irrequieto

E mentre io guardo la tua pace,

dorme quello spirto guerrier che entro

mi rugge.

Scrittore a cavallo di due secoli e di diverse correnti letterarie, Ugo Foscolo, abbraccia valori del Neoclassicismo, come l’ammirazione per i classici e i miti greci e romani (Le Odi sono il maggior riferimento) e allo stesso tempo diversi elementi del Romanticismo, come l’inquietudine, la passione politica e la tempesta interiore (temi che si ritrovano tutti ne Le ultime lettere di Jacopo Ortis). Infine la sua fiducia nelle scienze e nelle nuove tecnologie lo avvicinano all’Illuminismo. Precursore dei tempi moderni, entra in scena nella storia della politica e della letteratura italiana pre-risorgimentale seguendo le orme del suo amatissimo maestro Vittorio Alfieri. Nato a Zante nel 1778 da padre veneziano, medico di vascello, morto prematuramente e da madre greca, è uno scrittore versatile e poliedrico, anticipatore della nostra contemporaneità; strenuo difensore dell’autonomia dell’artista e dell’individualismo, ha fatto della propria vita un’opera d’arte: tutti i suoi scritti hanno connotati fortemente autobiografici, riproducono l’autore nelle sue infinite varianti. Ugo Foscolo rappresenta il giovane ribelle che si lancia in battaglia seguendo il suo ideale. La letteratura, i suoi scritti, non sono un rifugio ma un’arma, spesso affilatissima, con la quale colpisce i suoi nemici. La sua vita è ricca di colpi di scena, esperienze forti che hanno come fine ultimo la libertà come bene assoluto. Proverà dapprima la carriera militare, poi

deluso, sceglierà di viaggiare. La sua vita sarà contrassegnata infatti da un continuo vagare, dallo spostarsi da un paese all’altro, figlio di una terra prigioniera. Avrà sempre una dedizione verso Napoleone di cui rimarrà un grande ammiratore, fino alla delusione dopo il trattato di Campoformio. Attaccherà spesso gli ambienti aristocratici e riserverà invettive contro i suoi contemporanei dimostrando una curiosità e una competenza politica inusitate. La libertà individuale e la libertà di una patria sempre tradita è la chimera che Foscolo perseguirà inutilmente per tutta la vita. Il senso di non appartenenza a un luogo e le turbolenze dell’anima sono solo alcuni dei temi che si trovano nelle sue opere. La sua nazionalità greco-veneziana lo porterà a sentirsi senza patria. La scelta dell’esilio sarà un punto cardine delle sue opere e della sua vita.

Un’esistenza fatta di dissolutezze e sperperi porterà Ugo Foscolo al

fallimento economico. Nella sua breve vita ha avuto numerosi amori, testimoniati dai tanti sonetti dedicati a svariate donne e dal suo epistolario. Ma la donna da lui più amata sarà l’inglese Fanny Emerytt, sposata, dalla quale avrà la sua unica figlia Floriana, riconosciuta in tarda età; sarà lei che gli starà vicino e lo accudirà fino alla morte. La sua opera e la sua scrittura non guardano solo al passato, ai classici, ma sono frutto di sperimentazioni, tentativi, ricerche, interpretazioni riviste in chiave “europea”. Quando si stabilì a Venezia, la città lagunare era una delle grandi capitali europee dell’arte e della cultura; frequentando salotti come quello della contessa Isabella Teotochi Albrizzi, ebbe a conoscere opere e scrittori di altri paesi, come Cervantes, Voltaire, Shakespeare o il poeta sepolcrale tedesco Zachariae, che lo ispirò per la stesura de I Sepolcri. La sua formazione risentirà positivamente di tutti gli studi e di questi proficui incontri letterari, la cui eco emergerà nelle sue opere. La sua passione e la curiosità verso i suoi contemporanei lo porteranno a un confronto con sé stesso che sarà di conforto, una volta esule in Inghilterra, quando l’immersione nel quotidiano e nella solitudine diventerà a tratti insopportabile.

Tomba monumentale di Ugo Foscolo di Antonio Berti, 1937. Basilica di Santa Croce, Firenze.

Ossessionato dall’idea di essere dimenticato dopo la sua morte, farà della scrittura il mezzo per diventare eterno; è stato uno scrittore prolifico, particolarmente produttivo, perché ciò significava lasciare tracce di sé. La poesia era l’unico strumento che poteva rendere immortali. Tuttavia, dietro quell’irrequietezza si nascondeva solo il grande desiderio di trovare l’armonia, la pace e l’equilibrio che solo la poesia è stata in grado di dargli. Muore a Londra, nel villaggio di Turnham Green, il 10 settembre 1827, quando ha solo 49 anni. Le sue ceneri sono state riportate in Italia, dopo l’unità nazionale, e riposano nella basilica di Santa Croce a Firenze.

FOCUS

Neoclassicismo: corrente artistica legata soprattutto all’ammirazione per la letteratura e l’arte classica che diventano esempi di perfezione; si predilige la bellezza formale e l’eleganza della poesia. Romanticismo: movimento letterario, artistico e culturale che esalta caratteri quali il sentimento, la fantasia, la spontaneità, la soggettività, ma anche l’inquietudine, il fascino del male e del mistero. Illuminismo: movimento filosofico e culturale che crede nell’inarrestabile progresso dell’umanità, affermando l’uso della ragione come solo criterio di conoscenza e di verità. Trattato di Campoformio: nel 1797 il trattato segnò la fine della Repubblica di Venezia. Previde infatti la cessione da parte dei francesi di Venezia all’Austria. Il trattato rappresentò la vittoria della prima campagna d’Italia di Napoleone Bonaparte e fu firmato a Campoformido, comune del Friuli alle porte di Udine.

LE OPERE

PROSE: Le ultime lettere di Jacopo Ortis (1802), romanzo epistolare che comprende temi politici, amorosi, esistenziali.

POESIE: A Luigia Pallavicini caduta da cavallo (1800) All’amica risanata (1803) Dei Sepolcri (1807), carme composto da 295 endecasillabi sciolti, scritto da Foscolo in risposta al poemetto I cimiteri dell’amico Ippolito Pindemonte. La poesia si ispira all’editto napoleonico di SaintCloud, esteso in Italia nel 1806, che aveva generato diverse polemiche. L’editto imponeva la dislocazione dei cimiteri al di fuori dei centri urbani e sollecitava l’anonimato delle tombe. Le Grazie (1827), poemetto didascalico, rimasto incompiuto, dedicato allo scultore Antonio Canova, che stava lavorando in quegli anni alla scultura Le tre Grazie. Diviso in tre inni, narra il mito di Venere, dea dell’amore, Vesta, dea del focolare domestico e Pallade, dea dell’ingegno, condotte sulla terra per donare all’umanità bellezza e armonia. All’apparire delle dee, gli uomini, che vivano allo stato selvaggio, impararono i valori della compassione, dell’ospitalità, della gentilezza.

TRAGEDIE: Tieste (1797, prima rappresentazione), di argomento mitologico. Ajace (1811, prima rappresentazione), di argomento mitologico. Ricciarda (1813, prima rappresentazione), di argomento medievale.

TRADUZIONI: L’Iliade, rimasta incompiuta.

Alla sera

Alla sera è il primo di dodici sonetti pubblicati nel 1803 da Foscolo. Composta da quattordici versi endecasillabi, la poesia parla della sera, che è per il poeta il momento più bello della giornata, in cui ci si riposa dalle fatiche quotidiane. Foscolo riflette quindi sulla morte, che, come la sera, è una promessa di pace: tutti gli affanni di una vita tribolata si annullano dolcemente e per sempre.

Forse perché della fatal quïete Tu sei l’immago a me sì cara, vieni, O Sera! E quando ti corteggian liete Le nubi estive e i zeffiri sereni,

5 E quando dal nevoso aere inquiete

Tenebre, e lunghe, all’universo meni,

Sempre scendi invocata, e le secrete

Vie del mio cor soavemente tieni.

Vagar mi fai co’ miei pensier su l’orme 10 Che vanno al nulla eterno; e intanto fugge

Questo reo tempo, e van con lui le torme

Delle cure, onde meco egli si strugge;

E mentre io guardo la tua pace, dorme

Quello spirto guerrier ch’entro mi rugge.

Parafrasi Forse perché tu sei l’immagine della quiete voluta dal fato, a me giungi così gradita, Sera! Sia quando le nubi estive e gli zefiri sereni ti accarezzano dolcemente,

sia quando dal cielo nevoso porti sulla terra tenebre lunghe e inquiete, sempre scendi invocata, e le vie nascoste del mio cuore governi soavemente.

Mi fai vagare con il pensiero sulle orme che conducono al nulla eterno [la morte]; e intanto fugge questo tempo malvagio, e con lui se ne vanno le schiere

delle ansie, nelle quali esso si distrugge con me; e mentre contemplo la tua pace, si placa quello spirito guerriero che in me ruggisce.

Le ultime lettere di Jacopo Ortis

Il brano riproduce l’inizio e la conclusione della lettera in cui Jacopo Ortis, protagonista del romanzo, scrive all’amico Lorenzo dei sentimenti provati dopo che Teresa, la giovane amante del protagonista, l’ha baciato. Jacopo, estasiato, vede la realtà trasformarsi davanti ai suoi occhi: tutto diventa più bello, più colorato. Nonostante la ragione, personificata nella lettera da un filosofo, ritiene che i sentimenti d’amore siano illusioni, Jacopo afferma la loro necessità: senza l’amore non può vivere.

15 maggio Dopo quel bacio io son fatto divino. Le mie idee sono più alte e ridenti, il mio aspetto più gajo, il mio cuore più compassionevole. Mi pare che tutto s’abbellisca a’ miei sguardi; il lamentar degli augelli, e il bisbiglio de’ zefiri fra le frondi son oggi più soavi che mai; le piante si fecondano, e i fiori si colorano sotto a’ miei piedi; non fuggo più gli uomini, e tutta la Natura mi sembra mia. Il mio ingegno è tutto bellezza e armonia. Se dovessi scolpire o dipingere la Beltà, io, sdegnando ogni modello terreno, la troverei nella mia immaginazione. O Amore! Le arti belle sono tue figlie; tu primo hai guidato su la terra la sacra poesia, solo alimento degli animali generosi che tramandano dalla solitudine i loro canti sovrumani sino alle più tarde generazioni, spronandole con le voci e co’ pensieri spirati dal cielo ad altissime imprese: tu raccendi ne’ nostri petti la sola vera virtù utile a’ mortali, la Pietà, per cui sorride talvolta il labbro dell’infelice condannato ai sospiri: e per te rivive sempre il piacere fecondatore degli esseri, senza del quale tutto sarebbe caos e morte. Se tu fuggissi, la Terra diverrebbe ingrata; gli animali, nemici fra loro; il sole, foco malefico; e il Mondo, pianto, terrore e distruzione universale. [...] “Illusioni!” grida il filosofo. “Or non è tutto illusione? Tutto! Beati gli antichi che si credeano degni de’ baci delle immortali dive del cielo; che sacrificavano alla Bellezza e alle Grazie; che diffondevano lo splendore della divinità sulle imperfezioni dell’uomo, e che trovavano il bello e il vero accarezzando gli idoli della loro fantasia! Illusioni! Ma intanto senza di esse io non sentirei la vita che nel dolore, o (che mi spaventa ancora di più) nella rigida e nojosa indolenza: e se questo cuore non vorrà più sentire, io me lo strapperò dal petto con le mie mani, e lo caccerò come un servo infedele.

Camille Claudel

(1864 - 1943) Tra amore, arte e follia

Sono caduta nell’abisso. Vivo in un mondo così strano, così estraneo. Del sogno che fu la mia vita, questo è l’incubo.

Camille credeva nell’impossibile, ovvero diventare scultrice affermata in un momento storico in cui le donne non erano nemmeno ammesse ai corsi di arte. Ma per gli strani casi della vita, riuscì a iscriversi a una scuola d’arte poco conosciuta che le darà l’opportunità di conoscere Auguste Rodin. Prima di sancire il suo legame con Rodin, al tempo della loro conoscenza già scultore affermato, Camille era un’artista formata e, a partire dal 1888 con l’apertura dello studio in comune, divenne definitivamente sua collega, collaboratrice e amante. Camille era abile e Rodin si fidava di lei: preparava l’argilla, il gesso e le armature, scolpiva e modellava le mani e i piedi dei soggetti scultorei. Da quel momento le opere che realizzarono insieme sembravano la rappresentazione del loro tormentato amore. Dalle varie fasi della sua avventura artistica emerge una sensibilità acutissima e l’assoluta modernità del linguaggio espressivo delle sue sculture. Due i suoi grandi capolavori: L’età matura, dove traspare il dolore per la separazione da Rodin e L’implorante, opera dall’estrema forza espressiva e drammatica. Dentro di lei albergavano sia un’indomita guerriera, sia una fragile bambina; i suoi lineamenti erano delicati, ma tradivano la sua personalità grintosa e appassionata. Una parte di lei fu sempre afflitta dal rapporto freddo e distaccato con la madre, la quale non aveva mai approvato la scelta di essere una scultrice e men che meno quella di diventare a vent’anni l’amante di un uomo sposato, che di anni ne aveva quarantacinque. La scultura per lei aveva rappresentato il rifugio che la teneva lontana dalle ansie e dalla rabbia che sfogava sulla pietra: lì il suo furore giovanile e le paure represse smettevano di essere così minacciose.

Dopo la fine di questo amore travolgente, per decisione di Rodin, la giovane artista reagì con grande impeto, chiudendosi nel suo studio e creando, grazie al suo enorme talento, opere di grande impatto che ne fecero una delle più grandi scultrici del proprio secolo.

Attaccata spesso dai critici che cercavano di sminuire il suo lavoro apo-

strofandola come “la imitatrice di Rodin”, lei reagì irata e ferita con dei disegni grotteschi che riguardavano proprio Rodin. In seguito a manifestazioni di disagio e disperazione, chiese aiuto alla sua famiglia, ma trovò la freddezza velenosa della madre e del fratello; solo il padre cercò di starle vicino ma morì prematuramente. Su richiesta della madre, fu internata in manicomio per trent’anni, durante i quali non realizzò nessuna opera scultorea né grafica. A segnare la sua lucida disperazione è un lungo e intenso epistolario con suo fratello Paul, nel quale ripercorre e rivive tutte le ore passate nell’atelier e racconta come in un sogno le opere che aveva realizzato. Morì il 19 ottobre del 1943 nel manicomio di Montfavet. Dei suoi resti non vi è più traccia.

L’eta matura di Camille Claudel, 1902 circa. Museé d’Orsay.

Domande Guida

1 Che cosa hanno in comune Foscolo e la Claudel? 2 Perché Foscolo è ritenuto un poeta “europeo”? 3 Quali elementi del Romanticismo sono presenti nelle opere di Foscolo? 4 Che valore attribuisce Camille Claudel alla scultura? 5 Come definiresti la personalità della scultrice? 6 Come è nata la sua attività di scultrice?

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