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Il compianto per la morte di Maometto in una miniatura araba del XIV secolo.
ressata al commercio. L’impero arabo si trova peraltro in posizione geografica molto favorevole: tra Mediterraneo, Golfo Persico e Oceano Indiano. La religione coranica, inoltre, dà grande valore alle attività commerciali (lo stesso Maometto era un mercante) pur condannando l’usura, come quella cristiana. Per diversi secoli (dall’Alto Medioevo all’età moderna) gli arabi svolgono l’importantissima funzione di intermediari commerciali tra Occidente e Oriente.
Gli arabi e i loro rapporti commerciali con l’Oriente L’Oriente e la civiltà cinese in particolare rappresentano uno degli interlocutori privilegiati del mondo islamico. Il rapporto è caratterizzato dall’incontro, ma anche dallo scontro. Nel 751, nella zona del Turkestan, i due popoli entrano in contrasto e nella battaglia del fiume Talas gli arabi risultano vincitori, grazie anche all’alleanza con i turchi selgiuchidi. Nonostante il conflitto, i contatti commerciali con i cinesi non vengono meno. La fondazione nel 762 di Baghdad, dove si stabilisce la fastosa corte abbaside, incrementa il movimento delle merci, specie di lusso, da e per la Cina. Le navi arabe partono dal Golfo Persico, si inoltrano nell’Oceano Indiano, raggiungono le isole Maccadive e Maldive fino a Ceylon, poi le Andamane dove il ferro può essere scambiato con ambra e noci di cocco; oltrepassato lo stretto di Malacca, arrivano a Canton. Il viaggio, attraverso quella che diverrà famosa come la «via delle spezie» dura circa otto mesi ed è favorito dal monsone; l’attesa di quello inverso, per ritornare in patria con le merci acquistate (seta e porcellana in Cina, spezie in Indonesia e India), determina la residenza prolungata dei mercanti arabi in Cina, specie a Canton, ove alcuni di essi fondano una vera e propria colonia.
La città i Baghdad rappresentata in un’antica miniatura.