INTRODUZIONE Lo stupore dei bambini di fronte al mondo, le loro domande e la voglia di scoprire sollevano questioni di natura filosofica. La loro inesauribile fantasia, poi, li appassiona al racconto, aprendo a nuovi orizzonti e accrescendo il desiderio di conoscere. Dall’accostamento di questi due dati di realtà nasce l’idea di creare un testo a tenore filosofico rivolto agli alunni della scuola primaria. Un libro in cui domande filosofiche fondamentali come “Chi sono io? Che cos’è il bene?” prendono gradualmente forma attraverso la narrazione di quattro celebri miti di Platone, padre del pensiero occidentale1 opportunamente trasposti in un linguaggio adatto ai giovani lettori, ma mantenuti intatti nel loro significato profondo e universale. La proposta di una “Philosophy for children” non è recentissima; risale all’inizio degli anni Settanta ad opera di Matthew Lipman, docente di Filosofia e Logica presso la Columbia University di New York, ed è costituita da un curricolo articolato in testi differenziati per livelli di difficoltà, che prende avvio dalla scuola materna e si conclude nel ciclo della scuola secondaria superiore. In questo caso si è tentata una strada un po’ diversa, in quanto alle figure-guida create da Lipman (Elfie, Kio e Gus, Pixie2) 1 The safest general characterization of the European philosophical tradition is that it consists of a series of footnotes to Plato. A.N. Whitehead, Process and Reality. An Essay in Cosmology (1929), Pt. II, ch. 1, sec. 1. 2 M. Lipman, Elfie, Napoli, 1999, Liguori. M. Lipman, Kio e Gus, Napoli, 1999, Liguori. M. Lipman, Pixie, Napoli, 1999, Liguori.
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