Incanto A - Capire la musica - Selezione di pagine

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Carlo Delfrati Maria Luisa Merlo Domenico Bellissimo

Incanto

Incanto

Carlo Delfrati Maria Luisa Merlo Domenico Bellissimo

Incanto Capire e fare musica

Capire e fare musica

Il tuo viaggio nella musica comincia da qui! Inquadra e ascolta!

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per l’insegnante INCANTO A+B+C ISBN 987-88-416-5126-1 € 34,90

Il piacere di apprendere

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Carlo Delfrati Maria Luisa Merlo

Incanto Domenico Bellissimo

A

Capire la musica

AGENDA 2030

Il piacere di apprendere

Gruppo Editoriale ELi


Incanto

libro di musica v o o u n o u t il

Carlo Delfrati o Merl Maria Luisa ssimo

Incanto

Domenic

Carlo DelfratiMerlo Maria Luisa o Bellissimo

Incanto è il tuo nuovo corso di musica, in tre volumi:

Domenico Belli

Incanto

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A per capire la musica, B per fare musica, C in schede, per ripassare e sviluppare le tue competenze musicali.

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Capire la mus

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App per lo studio imento e l’approfond della musica

Capire la music

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La musica - quella che fai e quella che ascolti – ti accompagna nella tua maturazione affettiva, nella tua crescita, è una fonte di emozioni di cui far tesoro per la vita.

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AGENDA 2030

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ORIZZONTI DELLA MUSICA

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GENDA 2030

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Il piacere di + B + C + Raccoglitore 126-1 INCANTO A ISBN 978-88-416-5INSIEME VOLUME 1

GLI ORIZZONTI DELLA MUSICA

apprendere

DI 3 VENDUTI

Gruppo Editoriale ELi

PER CAPIRE IL MONDO La prima parte del volume A, oltre a farti conoscere gli strumenti musicali, ti avvicina all’universo dei suoni, per capire la musica in tutte le sue forme e i suoi significati. Nel capitolo intitolato La musica per un mondo migliore troverai molti riferimenti ai grandi temi dell’Agenda 2030, un’importante iniziativa dell’ONU per migliorare la vita del pianeta e dei suoi abitanti.

La musica per un mondo migliore

6. La parità di genere e la lotta alle disuguaglianze

Claudio Monteverdi, Lamento di Arianna

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Tracce

La scena che ascolti appartiene al melodramma Arianna, che è andato perduto. Si è salvato soltanto questo canto della protagonista che, abbandonata dal suo Teseo, vorrebbe addirittura morire. Trovi C. Monteverdi nel capitolo Il Seicento a p. 177

Lasciatemi morire, lasciatemi morire. E chi volete voi che mi conforte in così dura sorte, in così gran martire? Lasciatemi morire, lasciatemi morire.

Cosa ci rende umani Trovi le canzoni relative a questo tema nel VOLUME B

Osserva la melodia che vedi scritta qui.

Quello che distingue l’essere umano dagli animali non è solo la parola, perché oggi si conoscono altre forme di comunicazione tra gli individui di una stessa specie, bensì la capacità di entrare in relazione empatica con altri individui e la capacità di provare pensieri ricchi e profondi. Più che semplicemente del pensiero, potremmo parlare di ricchezza del pensiero umano. Ricchezza vuol dire diversità. Ognuno di noi pensa e si esprime a suo modo, ha le sue idee, le sue convinzioni, le sue preferenze. Nella sua lunga storia, l‘umanità è progredita quando ha saputo incoraggiare queste diversità, si è fermata invece quando ha ostacolato il fiorire di idee nuove.

La - scia

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Il rispetto della diversità Ancora oggi nel mondo ci sono paesi dove più alta è la tolleranza, migliori sono le condizioni di vita, il benessere, la creatività delle persone. Dove invece si impedisce a una determinata parte della società di esprimersi e di portare il proprio contributo di pensieri e di affetti, essa si rivela più povera e sterile. Tolleranza vuol dire permettere che ciascuno, senza danneggiare gli altri, possa partecipare attivamente alla vita comunitaria secondo il suo pensiero, senza soffrire divieti o discriminazioni. Per secoli la donna è stata oggetto di discriminazione e disuguaglianza. Disuguaglianza nel suo ruolo sociale, che era solo quello di madre e moglie, disuguaglianza nei diritti come il diritto di voto o il diritto al lavoro. Con il progresso del pensiero e quindi dell’umanità, la condizione della donna è migliorata perchè si è cominciato a capire che proprio le differenze di genere sono il motore del progresso e dell’evoluzione del genere umano.

la - scia - te

COSA esprime

Nelle due righe esprime due emozioni diverse. La seconda: La prima: □ energica □ sofferente □ rassegnata □ disperata □ irritata □ impassibile

mo

-

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COME

La melodia si svolge in poche note, dal Si bemolle3 al Mi3; la seconda volta sale fino al Re4 e poi scende al Re3.

L’AGENDA 2030 per superare le disuguaglianze

La storia di Arianna appartiene al mito greco. Quello che invece è attuale, e che si ripete tragicamente ogni giorno nei paesi ricchi e in quelli poveri, in Oriente come in Occidente, fra le persone di cultura o gli ignoranti, è la violenza spinta all’omicidio: il femminicidio.

Non è sempre così. L’obiettivo n. 5 dell’AGENDA 2030, Parità di genere, e il n. 10, Ridurre le disuguaglianze, ci ricordano che la condizione della donna e le violenze che subisce, spesso nell’ambito familiare, e che a volte sfociano addirittura nel femminicidio, sono un’antica piaga che deve essere risolta al più presto. La denuncia di questa situazione ha visto i musicisti in prima linea, soprattutto nella composizione di opere liriche: opere serie che vedono la donna vittima della prepotenza del maschio. Le scarpe rosse sono il simbolo della lotta alla violenza sulle donne.

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LA STORIA DELLA MUSICA

L’IMPORTANZA DEI CONFRONTI La seconda parte del volume A è dedicata alla Storia della musica, alla sua evoluzione, ai grandi musicisti, all’ascolto delle loro opere più importanti. Ogni grande periodo storico si apre con due immagini di grande dimensioni: confrontando due opere d’arte, tra loro, e con due frammenti musicali, appartenenti al periodo che hai appena studiato e a quello che stai per affrontare, comprenderai meglio i cambiamenti nella storia e quindi nella musica.

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STORIA DELLA MUSICA

Il Novecento

Nella musica troviamo cambiamenti di stile altrettanto grandi, rivoluzionari. Pensa ora come si sarebbe sentito un ascoltatore dell’Ottocento se in un immaginario viaggio nel nostro secolo avesse ascoltato la seconda musica. Non avrebbe trovato più una melodia, i ritmi gli sarebbero sembrati imprevedibili, casuali, gli strumenti usati a caso.

L’età delle avanguardie DA UNO STILE ALL’ALTRO

Ascolta le musiche qui proposte.

Osserva questi due monumenti simbolo del “vecchio” e del “nuovissimo” mondo. Le due architetture che vedi in queste pagine raffigurano idealmente il cambio radicale che avviene tra la Belle Époque e la nuova epoca. La prima è la Tour Eiffel a Parigi 1 , la seconda è il Teatro dell’Opera di Sydney in Australia 2 . La Tour Eiffel si presenta come simbolo del progresso economico, sociale, culturale di un’epoca bella che s’immaginava un futuro di grandi conquiste. Progettata da Gustave Eiffel, doveva servire da entrata per l’Esposizione Universale del 1889, organizzata in occasione del centenario della Rivoluzione francese. L’altra struttura è situata nella baia di Sydney e venne inaugurata nell’ottobre del 1973. Anche il linguaggio architettonico va incontro, come vedi, a una vera e propria rivoluzione. Entrambi i manufatti seguono una spinta verticale, ma alla regolarità geometrica della torre si oppone la asimmetria e la straordinaria varietà del secondo edificio.

1

La Tour Eiffel è diventata il simbolo stesso di Parigi

Tracce

A325

Tracce

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Pëtr Il’ič Čajkovskij, La bella addormentata, Valzer È la pagina musicale di uno spettacolo di balletto, un genere musicale in cui il russo Čajkovskij era maestro. Ricorda com’era fatta la musica di fine Ottocento: belle melodie cantabili, ritmi di danza, colori strumentali vivaci, e così via. Li ritroviamo in questa composizione.

Franco Donatoni, Puppenspiel L’autore è uno dei più importanti compositori italiani del Novecento. Se hai sentito cantare i merli in estate una musica come questa non dovrebbe stupirti. Il canto loro salta di nota in nota in modo del tutto libero, senza regole. E così fa il flauto in questo pezzo, mentre l’orchestra produce sotto voce un sottofondo di suoni. Come abbineresti edifici e musica? In quale musica senti un ritmo classico? □ La bella addormentata In quale musica senti un ritmo più libero, decisamente innovativo? □ La bella addormentata □ Puppenspiel

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L’insieme degli elementi richiama il profilo di un veliero a vele spiegate

Il teatro dell’opera di Sydney è l’edificio simbolo dell’Australia

Il profilo curvilineo slancia la torre

□ Puppenspiel

Le terrazze che aiutano a marcare la verticalità dell’insieme I gusci a sezione sferica ricordano delle conchiglie 340

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STORIA DELLA MUSICA Il Romanticismo

La campanella

I virtuosi dello strumento e del canto

L’ASCOLTO “IN DUE MOSSE” Nel tuo testo troverai spesso lo schema che ti inviterà a collegare il senso che dai a una musica (COSA esprime) con i suoi aspetti tecnici (COME).

Videobiografia

Una carriera virtuosa Niccolò comincia a quindici anni la sua carriera di virtuoso del

violino e ben presto diventa una vera star in tutta Europa. Oltre al violino, padroneggia abilmente la chitarra. Un giornale tedesco dell’Ottocento commenta così un suo concerto: «Sulla ribalta abbagliante del Teatro di Vienna comparve l’uomo dal pallore spettrale, dai lineamenti devastati e con gli occhi fiammeggianti. Il suono del suo violino fu una scintilla elettrica che, all’improvviso, lo illuminò come un’apparizione miracolosa nel campo dell’arte. È una stregoneria: si rimane immobilizzati, incatenati alle sue corde».

Paganini compositore Paganini non è solo un esecutore, è anche compositore: ci ha lasciato una quantità di pezzi per violino, solo o accompagnato dalla chitarra o dal pianoforte, e sei concerti con l’orchestra. Il violino è nelle sue mani un’intera orchestra. In ogni sua musica ritrovi gli effetti speciali che entusiasmavano i suoi ascoltatori e l’invenzione di melodie facili e cantabili. Questo gusto veniva a Paganini dal melodramma. Aveva studiato con due autori di melodrammi e non sarebbe stato facile per un musicista italiano del tempo come lui, resistere alle suggestioni del canto. Il pubblico preferisce ascoltare variazioni sulle arie celebri o motivi tratti dalle opere liriche, più che musiche originali. Si chiamavano parafrasi, oggi diremmo medley o variazioni sulle arie celebri.

Il recital

Joseph Danhauser, Franz Liszt al pianoforte (1840).

l diavolo che ride dal violino” “Sono i

Niccolò Paganini Genova, 1782 - Nizza, Francia 1840

Da un artista che vuole esprimere le emozioni più intense, il pubblico si aspetta prestazioni eccezionali. È così che si afferma nell’Ottocento la figura del virtuoso: l’esecutore capace di autentiche acrobazie sul suo strumento. A dare il via a questa moda è un violinista italiano, Niccolò Paganini. Le folle accorrono a sentire le sue acrobazie con l’archetto: addirittura si diffonde la leggenda popolare che avesse stretto un patto col diavolo! Il virtuoso non è solo colui che suona abilmente il violino; il virtuoso può esserlo anche al pianoforte. Il primo e più famoso virtuoso di questo strumento è l’ungherese Franz Liszt. Il suo modo spettacolare di suonare fu definito “sinfonico” perché riusciva a ottenere effetti che prima di lui erano possibili solo a un’orchestra sinfonica. Tutto nasceva da una tecnica esecutiva al limite delle possibilità umane: celebri in questo senso sono i suoi Studi trascendentali.

I concerti in cui i virtuosi si esibivano erano detti recital, che vuol dire recitazione. Un pianista del tempo ci racconta il suo significato originario, il giorno che si recò ad ascoltare Liszt. «Ho potuto ascoltare di nuovo Liszt a Londra nel 1840, quando suscitò la perplessità del pubblico annunciando un Recital di pianoforte. Questo termine che ora si accetta normalmente non era mai stato usato prima, e la gente si chiedeva: “Cosa vuol dire? Come si può recitare sul pianoforte?” Lo spiego subito. Ai suoi recital Liszt, dopo aver suonato un brano in programma, aveva l’abitudine di lasciare il palco e, scendendo nella platea, dove le sedie erano disposte in modo da permettere di muoversi liberamente, camminava tra i suoi ascoltatori e conversava con loro, con la garbata condiscendenza di un principe, finché si sentiva pronto per tornare al pianoforte».

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La sua eredità Il modo di suonare di Paganini influì sulla tecnica di tutti i violinisti venuti dopo ma sono soprattutto i pianisti a raccoglierne la sfida virtuosistica a partire da Franz Liszt, che trasferisce sul suo strumento i giochi acrobatici del violinista, e trascrive per il pianoforte le più brillanti composizioni dello stesso Paganini. Tracce

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Niccolò Paganini, Le streghe per violino e orchestra Paganini mette qui in mostra le acrobazie più spericolate che uno strumento all’apparenza così Paganini. Le streghe. Tema semplice sapeva produrre. Il brano è in forma di tema e variazioni. Il tema è semplice e cantabile.

Andantino

# 2 œ≈œœ≈œ œ ‰ & # Q J >œ Dolce solo

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Paganini l’aveva ascoltato in un balletto al Teatro della Scala, che metteva in scena la vecchia leggenda di un convegno di streghe. Con quel tema il balletto faceva assistere al loro ingresso, con le sue variazioni Paganini dà al pubblico un’immagine ben diversa.

COSA esprime Che genere di streghe ti suggerisce il tema? □ Orrende megere □ Spiritate saltellanti □ Nonnette simpatiche

E nelle variazioni, cosa ci senti? □ Fattucchiere pronte a praticare magie diaboliche □ Maschere di carnevale

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@ Casa Editrice G. Principato

COME Le variazioni che inserisce, fra un ritorno e l’altro del tema, sfruttano tutte le tecniche più difficili possibili sul violino: melodie accompagnate, salti dai suoni più gravi ai più acuti, l’alternanza di suoni creati con l’archetto e altri pizzicati dalle dita. Sentirai più volte suoni che sembrano venire da un mondo irreale: un mondo di streghe, appunto! 261

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Carlo Delfrati o Merl Maria Luisa ssimo

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Carlo DelfratiMerlo Maria Luisa o Bellissimo

Incanto

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Il Sol

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Le prime note che impariamo – Si3, La3, Sol3 – ci permettono di cominciare subito a suonare e a cantare leggendo. Lo schema che vedi qui ti mostra come produrle su tastiera, flauto dolce e chitarra.

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Fare musica

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Smeraldo.Concerto ex p. 47

Una, due, tre note sul pentagramma

AGENDA 2030

B

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PARTE QUARTA

Domenico Belli

Si 3

La 3

Il Sol3

Sol3

Bandiera

App per lo studio imento e l’approfond della musica

FACILE

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Do

centrale

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AGENDA 2030

+ B + C + Raccoglitore 126-1 INCANTO A ISBN 978-88-416-5INSIEME VOLUME 2

DI 3 VENDUTI

DALLA TEORIA ALLA PRATICA

Gruppo Editoriale ELi

apprendere

ANTOLOGIA

LA TEORIA La prima parte del volume B ti avvicinerà agli aspetti più “tecnici” della musica: conoscere le note, come si scrivono e come si leggono, imparare le regole che permettono alla varietà dei suoni di comporsi in infiniti modi vari e piacevoli. LA PRATICA La seconda parte del volume B ti offre la possibilità di cantare e suonare attraverso una ricca antologia di brani. Potrai affrontare tanti temi, del passato e di oggi, con riferimenti a tutto il mondo. Vedrai anche molti collegamenti tra il volume A e il volume B, soprattutto nella sezione dell’antologia intitolata La musica per un mondo migliore (come il capitolo della prima parte del volume A).

p. 40. Allena l'udito 5 4

p. 40. Allena l'udito

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A66

Tracce

Tocca a te

Esegui i seguenti ritmi e melodie.

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Cavallina

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REPERTORIO 3.

2.

Stati Uniti

II love love A A -- mo%i mo%i

2

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II love love Tut Tut -- to%il to%il

love love the the moun moun -- tains tains aa -- mo%il mo%il mon mon -- do, do,

Traccia

per suonare FaM mp3 � B 000

Traccia

per cantare FaM mp3 � B 000

estensione

origine

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per suonare FaM mp3 � B 000

Traccia

per cantare FaM mp3 � B 000

le - va%u - na vo - ce%a - mi - ca: è%il so - le - fil - tra%i suoi rag - gi: un

Ri - ve - do%i miei vec - chi%a -

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cor - di di%un

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tan - to%a - ma - ti, ca - set - ta del - la mia%in -

La Belle Époque

Verifica le tue conoscenze

fan - zia, o

Temi di vita quotidiana

me.

4. Nell’opera lirica quali sono due caratteri del verismo? a. I soggetti sono attinti prevalentemente dalla vita quotidiana. b. Si mettono in scena drammi anche brutali. c. Lo stile vocale è vicino all’intonazione delle parole parlate. 5. Quali, tra questi autori, appartengono a una Scuola nazionale? a. Georges Bizet e. Johann Strauss b. Gustav Mahler f. Nikolaj Rimskij-Korsakov c. Bedrich Smetana g. Antonin Dvorák d. Modest Musorgskij 6. Completa il testo con le parole suggerite. francese – italiani – leggende – patrimonio – lirico – nazionali – rinnovamento – russa – tedesca in cui i musicisti Nel tardo Ottocento si affermano scuole musicali musicale del proprio paese. Tra le scuole più fiorenti si attingono al . Autori come Mussorgskij e annoverano quella slava e quella capolavori ispirati a Rimskij-Korsakov hanno scritto per il teatro nazionali. Nei paesi di lingua continua la si dedicano quasi grande tradizione sinfonica. I compositori Claude Debussy scrive esclusivamente all’opera lirica, mentre il del linguaggio musicale che avrà luogo musiche che annunciano il nel XX secolo.

Opera lirica dell’Ottocento

Forme e motivi del folklore locale

tut - to per

3. Quali sono le caratteristiche del genere musicale operetta? a. L’operetta è una forma di melodramma molto breve che comprende anche musiche di scena. b. L’operetta è una forma del melodramma verista che mette in scena i temi della vita quotidiana. c. L’operetta è la sintesi tra opera lirica e teatro di prosa, e comprende danza, canto e recitazione in prosa.

La borghesia vuole distrarsi con musiche meno impegnative rispetto a quelle dell’Ottocento romantico: si diverte nelle le sale da ballo e nei cafè chantant, sale da caffè in cui si esibiscono artisti che intrattengono il pubblico con musica e canzoni di qualità. I temi delle opere liriche non traggono più ispirazione dalla storia antica ma si passa a scene che danno spazio alla vita quotidiana e alle emozioni vere provate dai personaggi; George Bizet in Francia e Giacomo Puccini in Italia sono espenenti di questo nuovo orientamento, che prende il nome di verismo. Si afferma l’operetta, un genere musicale che è la sintesi tra l’opera lirica e il teatro di prosa e comprende momenti di danza, di canto e di recitazione. Una famosa operetta è la Vedova allegra di Franz Lehar.

Linguaggio musicale “classico”

di be - tul - le, sei

2. Qual è la caratteristica dei compositori che fanno parte delle Scuole nazionali? a. Appartengono a Paesi dell’area mediterranea. b. Utilizzano nelle loro musiche motivi e danze tradizionali del loro Paese. c. Si dedicano quasi esclusivamente a musica da camera.

B. Smetana A. Dvorák

Temi di storia antica

bo - sco

1. Perché quest’età è chiamata Belle Époque? a. Perché l’Europa vive in pace. b. Perché si apprezzano in modo speciale le arti. c. Perché si dà importanza alla bellezza della donna.

Boema

7. Collega ogni compositore al suo paese di origine. a. b. c. d. e. f.

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Antonín Dvořřák Edvard Grieg Giacomo Puccini Modest Mussorgskij Johann Strauss Georges Bizet

1. 2. 3. 4. 5. 6.

Francia Italia Boemia Norvegia Russia Austria

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COMPETENZE

VERIFICHE

Il Novecento

Domenico Belli

Incanto

Nella nostra corsa attraverso i secoli, che ti ha fatto conoscere i capolavori trasmessi dai grandi compositori del passato, abbiamo imparato che in ogni epoca i musicisti praticano un linguaggio, uno stile, proprio del tempo in cui vivono e diverso da quello delle altre epoche. Ad esempio la musica del Rinascimento è molto diversa

petenze Ripasso, com classe di e orchestra

C

Traccia

mi - ci, ri - sen - to le mie com - pa - gne: ri - na - sco - no, cam - mi - nan - do%i ri -

Un nuovo linguaggio musicale

Incanto

di be - tul - le si di ra - mi il

Il periodo tra la conclusione della guerra franco-prussiana (1871), e l’inizio della prima guerra mondiale (1914), è chiamato Belle-Époque cioè “epoca bella”. È un periodo di pace, di forte sviluppo tecnologico e scientifico, e di grande entusiasmo per il futuro che vede soprattuto la crescita della classe borghese. Anche la musica rompe con il passato: pur non abbandonando il linguaggio musicale “classico”, i copositori lo rinnovano con le melodie delle canzoni popolari e i ritmi delle danze locali. Nei paesi europei si affermano le scuole nazionali in cui i musicisti utilizzano forme e motivi tipici del proprio paese di origine. Le scuole musicali più forenti sono: la scuola russa e la scuola boema.

Carlo Delfrati o Merl Maria Luisa ssimo

Un periodo di pace e sviluppo

Opera lirica del Settecento

bo - sco tet - to

ven - to che tra le fron - de sus - sur - ra per me. co - ro di vi - si ca - ri sor - ri - de per me.

A. Borodin M. Musorgskij N. Rimskij-Korsakov

Dal Dal

are are low. low. -to to

Scuole nazionali

Stai attento! non sprecare!

Ostinato:

La natura è da salvare!

Amo la Terra, io la proteggerò.

fo fo -- dils; dils; blu. blu.

3.

Do3 – Re4

Ripassa a tempo

Russa

Chi è nato e ha trascorso l’infanzia in piccoli paesi lontani dalla città, ne conserva un ricordo intenso: come dimenticare le corse nei campi, i pomeriggi passati a inventare giochi con gli amici? Il protagonista di questa canzone passeggia in un bosco di betulle in campagna, e ricorda con nostalgia il tempo passato.

STORIA DELLA MUSICA

STRUMENTI PER LA DIDATTICA

Il bosco di betulle

Boom -- dee dee--ah ah -- da, da, Boom Boom -- dee dee--ah ah -- da. da. Boom Boom -- dee dee--ah ah -- da, da, Boom Boom -- dee dee--ah ah -- da da Boom La na na -- tu tu -- ra%è ra%è da da sal sal --va va -- re. re. Stai Stai at at -- ten ten -- to! to! Non Non spre spre--ca ca -- re! re! La

IL RIPASSO E LA VERIFICA Nei volumi A e B, alla fine di ogni capitolo, una pagina per ripassare (Ripassa a tempo) con testi brevi e semplici schemi ti aiuterà a ricordare i contenuti appena affrontati. Nella pagina a fronte potrai verificare le tue conoscenze svolgendo gli esercizi proposti.

are low. to

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-

tutti fratelli, insieme vincerem.

the the roll roll -- ing ing hills, hills, di di -- fen fen -- de de -- rò. rò.

all all the the lights lights pre pre -- ser ser -- va va

the lights ser - va

-

9

fo - dils; blu.

Il nostro canto uniti ci terrà

the the daf daf ma ma -- re re

where where va va

love love lo lo

II love love fiu fiu -- mi%e%il mi%e%il

the the fire fire -- side side cre cre -- aa -- to to

II io io

the the flow flow -- ers, ers, miei miei mon mon -- ti,%i ti,%i

all pre

-

La natura è da salvare!

where va

Stai attento! non sprecare!

Io amo il mondo: proclamiamolo come una convinzione profonda, da sentire dentro ognuno di noi. Possiamo farlo con questa canzone, che è l’adattamento di un canto degli Scout, tradizionalmente cantato nei campeggi, davanti al falò.

Neve o calura, la vita che verrà. Ostinato:

Do3 – Re4

Io amo il mondo – I Love the Mountains

the daf ma - re

Estate o inverno, sempre ringrazierò.

livello

-

love mi%e%il

the fire - side cre - a - to

Dobbiamo essere consapevoli del fatto che l’ambiente che ci circonda è indispensabile al nostro benessere e alla vita stessa. Impariamo ad amarla la natura, a difenderla, a proteggerla. La musica ci può servire a conoscerla meglio, e a esprimere le nostre sensazioni di fronte alle meraviglie che ci offre.

estensione

I fiu

Amo il pianeta, io lo difenderò.

L’aria si fa sempre meno respirabile. Lo sfruttamento delle risorse naturali impoverisce sempre più il nostro pianeta. E tutti questi elementi sono all’origine del cambiamento climatico in corso. L’AGENDA 2030 ha tra i suoi obiettivi la lotta al cambiamento climatico, e la protezione della vita sott’acqua e sulla Terra.

origine

Boom - dee - ah - da, Boom - dee - ah - da Boom - dee - ah - da, Boom - dee - ah - da. na - tu - ra%è da sal - va - re. Stai at - ten - to! Non spre - ca - re! La

L’eccessiva industrializzazione sta portando la nostra Terra in condizioni sempre peggiori. Si inquinano le falde acquifere, i fiumi, i laghi, gli oceani. Le montagne, i boschi, i campi, le spiagge si riempiono di spazzatura e di rifiuti pericolosi.

livello

the flow - ers, miei mon - ti,%i

I love Tut - to%il

AGENDA 2030

I love A - mo%i

Difendere la nostra casa, la Terra

Guardie e ladri ex Scivolando

Mosca cieca

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Cavallina ex L'arrotino

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D: è la numero

8

Questo tema è trattato nel VOLUME A a pag. xxx

Battimuro ex Il fabbro

Guardie e ladri

Ora le sentirai eseguire in un ordine diverso: a te riconoscere in che ordine saranno eseguite

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4 &Q œ œ œ Œ

Battimuro

Osserva queste quattro melodie. Prima le ascolterai nell’ordine in cui le vedi scritte. Ognuna è A eseguita due volte. A A: è la numero B A B: è la numero B C: è la numero B

REPERTORIO_02_b.indd 2

Domenic

da quella del Medioevo o da quella del Settecento. L’orecchio allenato, cioè l’orecchio competente, è anche quello che ascoltando una musica è in grado di riconoscere l’epoca in cui è stata composta, proprio come una persona amante dell’arte sa distinguere un Voci e strumenti affresco di Giotto da un dipinto di Masaccio Allegro o di Caravaggio. Allegro 12. Flauto dolce 1 Allegro Flauto dolce 1

Vivaldi. Primavera Vivaldi. Primavera CORO E Vivaldi. Primavera

ORCHESTRA DI CLASSE

Vivaldi. Primavera 4 j Vivaldi, & b Primavera 4Q œ œ œ œ œ œ œœ .. œœ œœ œ œ œ œ œ œœ .. œœ œœ œ œœ œœ œœ œ œ œ œ œ œ œ œ œœ œ œ œ œp œ œ œ œœ œ & b 4Q œfjj tutti œ pochi œ. œ œ œ. œ œ œ œ œ Allegro b

œ œ œ œœ œ œ œ œppochi œ œ œ œœ œ Q œf tutti & Allegro œ p 44 f tutti j & b Q4Q œjj œœ œœ œœ œ œ œœ .. œœ œœ œœ œœ œœ œ œ œœ .. œœ œœ œœ œœ œœ œœ œœ œœ œ ‰‰ œpochi j & b 4Q œfj tutti œ œ œ œ œ . œ œ œ œ œ œ œ . œ œ œ œ œ œ œ œ œ pœœppochi j œ . œ œ œ œ œ œ œ . œ œ œ œ œ œ œ œ ‰ ppochi & b Q œffj tutti œ œ œ œ tutti œj pochi 4 œj œ œ œ œ œ œœ œ œœ œ œ ‰ ppochi œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ . . Tastiera Flauto dolce 21 & bb Q4 œfj tutti œ œ œ œ œ œ œœ . œ œ œ œ œ œ œœ . œ œ œ œ œ œœ ‰ pœœj Tastiera 1 & 4Q œfj tutti j . . p œ œ pochi tutti œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ PER IL RIPASSO pochi DELLA Tastiera 1 tutti & b Q œf GRAMMATICA œ ‰ ppochi œ . œMUSICA œ. œ œ p f j j 4 tutti Negli STRUMENTI AD ARCO il suono si produce mettendo in vibrazione Metallofono & bb 4Q ‰œ‰ œœ œ œœ œ œ . œ œ œ œœ œ œœ œ œ . œ œ œ œœ œ œœ nn œœ œœ ŒŒ‰ pochi œ Tastiera 1 le CORDE per mezzo di un ARCHETTO. GiottoL’archetto ha una base in legno Masaccio Caravaggio Metallofono & 4Q f tutti p œ œ œ œ œ fœ œ œ œ su cui è teso un fascio di crini di cavallo e viene utilizzato con la œ pochi b n œ ‰ œ Œ Metallofono f & œ œ œ œ œ œ œ œ œ Verifica la tua competenza sugli stili musicali nelle seguenti prove.Q mano destra per strofinare le corde con i crini e farle vibrare. f 4 In ognuna ascolterai un frammento musicale. 1œ 1œ 1œ 1œ 1œ 1œ n 1œ 1œ Œ Triangolo Metallofono ã& b Q4 ‰ 11œ 11œ 11œ 11œ Riconosci tu a quale dei tre autori corrisponde. 1 1 1 DI ALTEZZA, 1 1 1 o1distanza, Œ tra un suono e un altro del Triangolo ã 4Q ‰ Gli Tutti gli archi hanno caratteristiche costruttive identiche, ma dimensioni f INTERVALLI 11La DIFFERENZA 1 1 1 1 1 1 del 1 pianoforte Œ Triangolo ã Q ‰ 1Fa 1 1 1 pentagramma e della tastiera si chiama INTERVALLO. molto differenti: hanno un suono più acuto o più grave a seconda delle Si b Sol7 Do Frammenti Autore 4 j loro dimensioni. Il suono più acuto è quello del VIOLINO, seguono poi la j che vanno dal primo all’ultimo. Chitarra e Tastiera con Si 1œ 1œ 1œ 1œOgni1œintervallo 1œ 1œ si misura 1œ œ contando 1 b Sol7 1 1Do i ‰Œsuoni Triangolo V ã bb 4Q ‰œj 1œFa œj VIOLA, il VIOLONCELLO e il CONTRABBASSO, che ha il suono Chitarra e Tastiera con effetto Cembalo bn Sol7 Fa œ Si Do ‰ œ œ V Q œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ effetto Cembalo f 4 L’intervallo che si ascolta più grave e profondo. Chitarra e Tastiera con œ ‰ inppœjun pianoforte œ n œquando V b Q fœj œFa œ œ œ œsi suonano œ œ uno œ dopoœ œl’altro œ C41 due tasti successivi, della serie effetto Cembalo Tracce b A Anonimo medievale • Vivaldi • Ravel • Si Sol7 Do œ nœ œ 4 f dei bianchi e dei neri, si chiama INTERVALLO DI SEMITONO. Chitarra e Tastiera con ‰ pœj V b Q œj œ œ œ œ œœ œL’intervallo œ œ che œ percepisce effetto Cembalo suonando due tasti bianchi œper‰ esempio j La cassa armonica amplifica œ œ œ œ œ œ inframmezzati œ œ œ dasiœ uno œ œ œœ n œœ(oppure Fl. d. 1 & bb œ œ œ œ œ fœœ .. œ œœ .. œptra j due neri inframezzati da un œ œ œ œ œ œ bianco) œ œ œ œINTERVALLO œ œ nero il suono che fuoriesce da ‰ TONO. œ• œ œ œ œ œ œ DI C42 Tracce Fl. d. Stravinskij 1 & B Machaut • Rossini • si chiama œ œ tutti f j due fori, chiamati “effe” œ œ œ œ œ œ œ œ. œ œ œ œ œ œ œ œ ‰ fœ tutti Fl. d. 1 & b œ œ œ œ œ œ. La mentoniera per la loro forma. j è una piastra di ‰ fœjjtutti toni œœ œœ œœ œœ œœ œ œ œœ .. œœ œœ œœ œœ œœ œœ œœ œœ semitoni Fl.d. d. 2 Fl. 1 & bb œœ œœ œœ œ œ œœ .. legno su cui chi C43 Tracce œ œ œ œ œ œ œ. œ œ œ œ œ œ œ œ ‰ fœœfjtutti Fl. d. Penderecki 2 C Palestrina • Gluck • & œ •œ œ œ œ . tutti suona appoggia œ œ œ œ œ œ œ. œ œ œ œ œ œ œ œ ‰ œf tutti Fl. d. 2 & b œ œ œ œ œ. il mento e serve fjtutti Do Re Mi Fa Sol La Si Do Re œMi œFa Il cavigliere, alla fine per reggere œ œœ œœ di:œœ œœ œœ œœ .. œ œœ œœ œœœ œ œ œ œœ ‰ œj Tast. Fl. d. 12 & bb œœ œœ œœ œœ œœ .. Intervalli del manico, contiene œ œ ‰ C44 Tracce œfjtutti œ œ D Frescobaldi • Haydn • Tast. Verdi 1 lo strumento. &• œ tutti œ. i piroli per mettere œ œ œ œ œœ . œ œseconda œ œ œ œ œ œ œ ‰ œf tutti Tast. 1 & b œ œ œ œ œ. . in tensione al punto terza fjtutti giusto le corde. œ œ œ œ ∑ œ Met. œ œ quarta œ œ œ œ œ œ∑∑ œ ‰ œ Tast. 1 & bb œ œ œ œ ∑∑ œ . ∑ . C45 quinta Tracce Met. E Mozart • Beethoven • Mahler &• f tutti sesta ∑ ∑ ∑ Met. &b settima tono tono semitono tono semitono 87 ottava ∑∑ Trgl. Met. ã b ∑∑ ∑∑ & Il ponticello tiene sollevate Trgl. ã ∑ ∑ ∑ le corde e comunica le Trgl. ã ∑ ∑ ∑ vibrazioni alla cassa armonica. Fa Fa Si b Sol7 Do Chit. e j Fa Si b Sol7 Do ‰ b œFa œ ∑ œ œ Chit. Tast.e Trgl. V ã ∑ ∑ œ œ œ œ œ œ œ j Osserva la tastiera Alla cordiera sono œDo ‰ fœ Se la scorriamo premendo uno Tast.e (eff. Cemb.) œSi nb Sol7 œpianoforte. V b œFa œ œ Leœ SCALEœ œ dopo œ l’altro œ œFa œ del Chit. œ bianchi la serieœdei tasti fissate le corde. (eff. Cemb.) ‰ fœj vicini, otteniamo una scala Tast. V b œFa œ œ œ œ œ© che œ chiamiamo œ œFadiatonica. œ œSi nnb œSol7 DIATONICA è formata da œDo SCALA (eff. Cemb.) œ La Chit. e © ‰ fœj e semitoni. Tast. Vb œ œ œ œ œ œ© questa œ œ successione œ œ diœ toni (eff. Cemb.) nœ œ f 161 In alcuni brani capita che le corde vengano suonate Flauto dolce 1

C AGENDA 2030

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4 & Q œ 4 & Q œ & 4Q œ 4 & Q œ 4 & Q œ C & 44Q œœ B C & Q œ 4 C & Q œ D & 4Q œ C 4 D & Q œ 4 Smeraldo.Concerto ex D & p.Q 47œ 4 D & Q œ Il Si 3 A61 • A65

Tracce

1 2 3 4 5 6

6

4

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di rano il libro i relativi codici

la ad implicano su a, accessibili

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Flauto dolce 2 1 Flauto dolce 2 Flauto dolce 2

Gli strumenti ad arco

Scrivere i suoni 2

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VIOLINO

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©

con le dita e senza l’archetto: questo modo di suonare si chiama pizzicato.

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ARCHETTO

Do

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Re

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ORIZZONTI DELLA MUSICA Udire o ascoltare? La tua esperienza C’è musica e musica

12 14 14 15

La musica nei libri La musica al cinema

Videopillola d’autore

Tracce A1 • A4

Ascolta 1 14

A5 • A6 Ascolta 2 16 A7 • A10 Ascolta 3 16 A11 • A12 Ascolta 4 17

Capire la musica

La tua esperienza 18 Cosa ci fa capire la musica? 18 Soggettivo e oggettivo 21

I “giudizi” musicali Le regole della grammatica musicale

21 21

Analizzare la musica “in due mosse”

22 22

Volume o intensità

22 22 23

Cosa esprime e come

Dal forte al piano e viceversa Gli effetti particolari Velocità o andamento

La musica segue la vita I giochi di velocità o agògica Timbro o colore

La tavolozza del musicista Il motivo e le idee musicali Sensazioni per gli occhi e non solo Il ritmo

24 24 24 25 25 25 27 28 28

La musica “scorre” La poliritmia L’importanza del metro

30

La melodia

32 32 32 33 34

L’arte dello spazio Gli elementi della melodia Congiunti e disgiunti La direzione dei suoni

30

Il modo

36 36

L’armonia

38 38

L’architettura musicale

39 39

Un elemento base Consonanze e dissonanze La composizione del quadro sonoro Ripassa a tempo

4

40

A13 A16 A19 A22

• • • •

A15 Ascolta 1 20 A18 A21 Ascolta 2 20 A24 Ascolta 3 20

A25 Franz Joseph Haydn, Sinfonia La sorpresa 23 A26 Bela Bartok, Musica per archi, percussione e celesta. Primo episodio 23 A27 Gioachino Rossini, Sinfonia, Guglielmo Tell, Finale 23

A28 • A29 Gustav Mahler, Sinfonia n° 5, Adagietto 24

A30 • A34 Modest Musorgskij, Quadri di un’esposizione, Passeggiata 26

A35 Dan Rouse, The Avatar 29 A36 Krzysztof Penderecki, Fluorescenze 29 A37 Anonimo, Jalikunda 30 A38 • A39 Richard Wagner, Tannhauser, Ouverture. Parti 1 e 2 31

A40 Heinrich Von Biber, La battaglia 33 A41 • A46 Ascolta 4 34 A47 Giuseppe Verdi, Rigoletto 34 A48 Pëtr Il’ič Čajkovskij, Sinfonia n° 6 35 A49 Richard Wagner, Parsifal 35 A50 • A55 Ascolta 5 35 A56 Georges Bizet, La marcia dei Re 36 A57 Francisco Tárrega, Ricordo dell’Alhambra 37 A58 • A60 Ascolta 6 38

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La musica per un mondo migliore

AGENDA 2030

La tua esperienza I grandi temi della vita

Tracce

42

Pace e benessere non in tutto il mondo I problemi ambientali e le loro conseguenze Un progetto lungo 15 anni Che cos’è l’AGENDA 2030? La musica e l’AGENDA 2030

44 44 44 45 45 45

1. Ricordi d’infanzia

46

2. Sconfiggere la povertà e la fame

49 49 49 49

Un problema ancora attuale Gli obiettivi n.1 e n.2 dell’AGENDA 2030 L’obiettivo n.4 3. Difendere la nostra casa, la Terra

Gli obiettivi n.12 e n.13 La natura è una tavolozza di suoni Dalla denuncia alla protezione

4. L’incanto della notte

Che cos’è la notte? La notte degli artisti

5. Proteggere il mondo animale

Un semplice richiamo e non solo

52 52 52 53

58 58 58

62 62

6. La parità di genere e la lotta alle diseguaglianze 66

Cosa ci rende umani Il rispetto della diversità L’AGENDA 2030 per superare le diseguaglianze

66 66 66

7. Divertirsi ballando

69 69 70 70 70

Le forme del ballo: i balli individuali I balli di gruppo Balli acrobatici Flash Mob 8. Il bene supremo: la pace

Che cos’è la pace? La “particolare” cooperazione umana Come ottenere la pace

9. Il viaggio musicale nell’aldilà

L’Inferno Il Purgatorio Il Paradiso

Ripassa a tempo

71 71 71 71

74 74 76 77 78

A61 • A65 Pëtr Il’ič Cˇajkovskij, Album della gioventù 46 A66 • A71 Robert Schumann, Scene infantili 46 A72 • A75 G eorges Bizet, Giochi di bambini 48

A76 Gustav Mahler, Sinfonia n° 4, Banchetto in Paradiso 50

A77 Heitor Villa-Lobos, Erosão. Erosione 52 A78 • A80 Antonio Vivaldi, Concerti delle stagioni, Primavera 53 A81 Ludwig van Beethoven, Sinfonia n° 6, Pastorale, primo movimento 56

A82 Fryderik Chopin, Notturno op. 27 n° 2, per pianoforte 59 A83 Claude Debussy, Notturni, Nuvole 59 A84 Felix Mendelssohn-Bartholdy, Sogno di una notte di mezza estate, Notturno 60 A85 • A87 Modest Musorgskij, Notte sul Monte Calvo 60 A88 Louis Daquin, Il cucù 62 A89 Jean-Philippe Rameau, La gallina 63 A90 François Couperin, Le farfalle 63 A91 Aaron Copland, Il gatto e il topo per pianoforte 63 A92 Georg Friedrich Handel, L’Allegro 64 A93 Olivier Messiaen, Turangalila 64 A94 Ralph Vaughan Williams, Le vespe, Introduzione 65 A95 Nikolaj Rimskij-Korsakov, Il volo del calabrone, La fiaba dello Zar Saltan 65

A96 Claudio Monteverdi, Lamento di Arianna 67 A97 • A98 Georges Bizet, Carmen, Finale 68 A99 Bee Gees, Staying alive, da La febbre del sabato sera 69 A100 Anonimo, Tarantella napoletana 70 A101 Ollie and Jerry, There’s no stopping us 70

A102 Aaron Copland, Fanfara per l’uomo comune 72 A103 Leonardo Balada, Guernica 72 A104 Benjamin Britten, Il Requiem della guerra 72 A105 Ludwig van Beethoven, Nona sinfonia, Quarto movimento 73 A106 Franz Liszt, Sinfonia Dante, Inferno 75 A107 Franz Liszt, Sinfonia Dante, Purgatorio 76 A108 Franz Liszt, Sinfonia Dante, Magnificat, Paradiso 77

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Il meraviglioso mondo degli strumenti musicali Aerofoni A imboccatura semplice Il flauto dolce Il flauto traverso L’ottavino Ad ancia semplice Il clarinetto Il clarinetto basso Il sassofono contralto Ad ancia doppia L’oboe Il corno inglese Il fagotto Il controfagotto Ad ancia libera L’armonica a bocca La melodica La fisarmonica A bocchino La tromba Il trombone Il corno La tuba Il basso tuba A serbatoio d’aria L’organo L’armonium La fisarmonica La zampogna La cornamusa Cordofoni A corde pizzicate

La chitarra acustica Il liuto Il mandolino Il banjo L’arpa Il clavicembalo

A corde strofinate: gli strumenti ad arco Il violino La viola Il violoncello Il contrabbasso A corde percosse Il pianoforte Idiofoni e membranofoni Le campane tubolari La celesta Il glockenspiel Lo xilofono La marimba Il vibrafono

La batteria e i suoi componenti I bongos e le congas Le claves La maraca La zucca I timpani

Elettrofoni

La chitarra elettrica Il sintetizzatore Il campionatore

Le formazioni strumentali L’orchestra sinfonica La musica da camera La banda

Ripassa a tempo

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Tracce

82 82 82 83 83 84 84 84 85 86 86 86 86 86 88 88 88 88 89 89 90 90 90 90 92 92 94 94 95 95 96 96 96 98 98 98 99 99 100 100 100 100 100 102 102

A109 G eorg Philip Telemann, Sonata in Do maggiore per flauto dolce contralto 83 A110 Georges Bizet, Carmen Entr’acte 83

A111 Aaron Copland, Concerto per clarinetto 85 A112 Johann Sebastian Bach, Preludio n.1 85 A113 Gene Ammons, My romance 85 A114 A115 A116 A117 A118 A119

lessandro Marcello, Concerto per oboe e archi, Adagio 87 A Amilcare Ponchielli, Concertino per corno inglese e arpa 87 Hector Berlioz, Sinfonia fantastica, Adagio 87 Gioachino Rossini, Duetto per fagotto e controfagotto 87 Stevie Wonder, Isn’t she lovely per armonia a bocca 88 Alfred Schnittke, La favola del piccolo Zizikov 88

A120 • A121 J eremiah Clarke, Voluntary e Gaetano Donizetti, Don Pasquale, Preludio Atto secondo 91 A122 Dmitrij Šostakóvič, Valzer 91 A123 Felix Mendelssohn-Bartholdy, Sogno di una notte di mezza estate, Notturno 91 A124 Vittorio Monti, Czarda 91

A125 Johann Sebastian Bach, Passacaglia 95 A126 Anonimo, Scotland the brave 95

A127 Isaac Albéniz, Asturias 98 A128 Paco de Lucia, Entre dos aguas 98 A129 Leopold Weiss, Bourrée 98 A130 Eduardo Di Capua, O sole mio 98 A131 Anonimo, Cripple Creek 98 A132 Jacques Ibert, Scherzetto 99 A133 Domenico Scarlatti, Fandango 99 A134 Pablo de Sarasate, Zapateado 101 A135 Gabriel Fauré, Elegia per viola e pianoforte 101 A136 Gioachino Rossini, Duetto 101 A137 Fanny Mendelssohn-Bartholdy, Sonata per pianoforte 103 A138 Scott Joplin, Pine Apple Rag 103 A139 John Cage, Sonata X per pianoforte preparato 103

104 104 104 104 104 104 105 106 107 107 107 107 108

A145 Christopher Walker, The Tragedy of the young Soldier 108 A146 John Cage, Le percussioni infinite 108

109 109 109 109

A147 Karlheinz Stockhausen, Telemusik 110

111 111 113 113

A148 Benjamin Britten, Guida all’orchestra 112 A149 Felix Mendelsohnn-Bartholdy, Quintetto op.18 Scherzo 113 A150 John Philip Sousa, The Washington Post March 113

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A140 A141 A142 A143 A144

Pëtr Il’ič Čajkovskij Čajkovskij, Danza della fata confetto 105 Dmitrij Kabalevskij, I commendianti. Galop 105 Lionel Hampton, Flying Home 105 Johann Sebastian Bach, Fuga 105 Johann Sebastian Bach, Preludio 105

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STORIA DELLA MUSICA Le età mute

L‘età della scoperta dei suoni

116 118 119 120 121

La nascita della musica Giocare con i suoni Da un mondo di suoni a un altro La musica nelle civiltà antiche

Il Medioevo

L’età della cultura cristiana Dalla caduta dell’Impero Romano Le città della musica: Siviglia alla rinascita delle città La vita nelle piazze dei villaggi

I menestrelli Il canto gregoriano Il canto sillabico e il canto melismatico Il modo di cantare La sequenza L’anima del canto gregoriano Il canto gregoriano oggi Come trasmettere i canti Il sistema dei neumi Guido d’Arezzo Ildegarda di Bingen La trasformazione del canto gregoriano La polifonia dell’Ars antiqua Perotino La cultura rifiorisce

Il mondo dei trovatori e dei goliardi

La musica profana I canti dei trovatori La forma strofica I goliardi La polifonia dell’Ars Nova La melodia conta più delle parole I maestri dell’Ars Nova Guillaume de Machaut Gherardello ll dramma liturgico La Chiesa si trasforma I canti in volgare Ripassa a tempo

Videopillola d’autore La musica accompagna i diversi momenti della vita Il silenzio dei mondi lontani

Verifica le tue conoscenze

122 122 123

Tracce 124 126 128 128 129 129 130 130 131 131 131 132 133 134 135 135 136 137

139 139 139 139 139 141 141 141 142 143 144 144 144

A151 Anonimo, Introito 125 A152 Anonimo, O Maria maris stella 125

A153 Anonimo, Trotto 128

A154 • A156 Anonimo, Victimae paschalis laudes. Lodi alla vittima pasquale 130 A157 Ottorino Respighi, Concerto gregoriano, II 131

A158 G uido d’Arezzo, Ut queant laxis 133 A159 I ldegarda von Bingen, Ordo virtutum 134

A160 A161 A162 A163 A164

erotino, Sederunt principes. I principi si sedettero 136 P Anonimo del Duecento, Non c’è rosa 137 Anonimo, Saltarello 138 Anonimo, Estampida 138 Anonimo, Sumer is icumen in 138

A165 Anonimo, Carmina burana, Istum vinum 140

A166 G uillaume Machaut, Douce dame jolie 142 A167 Gherardello da Firenze, Tosto che l’alba 143 A168 Anonimo, Il dramma di Daniele 144

146

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148

A169 Perotino, Frammento 149 A170 Guillaume Dufay, Kyrie 149

147

Il Rinascimento

L’età della rinascita artistica L’età delle guerre di religione Danze e ambienti

Lo svago degli aristocratici La bassa danza Pavana e gagliarda Il mecenatismo musicale La musica nelle corti italiane Le melodie scherzose e orecchiabili Josquin Desprès Alessandro Striggio La stampa musicale Guillaume Dufay

Le città della musica: Venezia 150

152 152 152 152 153 153 153 154 155 157 158

A171 Lauro 152

A172 J osquin Desprès, Scaramella va alla guerra 154 A173 Alessandro Striggio, Il gioco di primiera 156 A174 Guillaume Dufay, Donnés l’assault (Date l’assalto) 158

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Il Cinquecento: il secolo del madrigale

159

La ricerca dei musicisti 159 Il madrigale 159 Il madrigale in Italia 159 Luca Marenzio 160 Travestimenti e madrigalismi 162 Contrafactum e parodia 162 La tecnica del madrigalismo 162 Gesualdo Da Venosa 163 La musica sacra 164 La polifonia nella musica sacra 164 La leggenda del canto polifonico 164 Il corale 164 La nascita dell’oratorio 165 Giovanni Pierluigi da Palestrina 166 Gli strumenti nel Rinascimento 168 I primi albori della musica strumentale 168 La stereofonia 168 Giovanni Gabrieli 169 Ripassa a tempo 170

Tracce

A175 Luca Marenzio, O tu che fra le selve 160

A176 Gesualdo Da Venosa, Luci serene e chiare 163

A177 Giovanni Pierluigi da Palestrina, Messa di Papa Marcello, Gloria, a sei voci 167

A178 Giovanni Gabrieli, Canzone septimi toni 169

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171

Il Seicento

L’età del Barocco L’età della rivoluzione scientifica

172 174

A179 P ierre Phalèse, Gagliarda 173 A180 G irolamo Frescobaldi, Toccata per organo 173

Recitar cantando

176 176 177

A181 C laudio Monteverdi, Incoronazione di Poppea, Pur ti miro 178

Un nuovo linguaggio Claudio Monteverdi Il successo del melodramma Dai palazzi ai teatri pubblici Henry Purcell Jean-Baptiste Lully Le città della musica: Roma La musica strumentale Nasce un nuovo repertorio L’importanza del violino e dell’organo I nuovi generi strumentali Girolamo Frescobaldi Arcangelo Corelli

179 179 180 181 182 184 184 184 185 186 187

L’oratorio nel Seicento

Ripassa a tempo

A182 H enry Purcell, Abdelazer, Intermezzo 180 A183 Lully, Armida, Ouverture 181

A184 Girolamo Frescobaldi, Toccata Quarta per organo 186

A185 • A186 Arcangelo Corelli, Concerto opera 6, n° 8. Per la notte di Natale 187

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L’età della raffinatezza e dell’eleganza L’età delle guerre tra le potenze europee

192 194

A187 A ndrea Gabrieli, Aria della battaglia 193 A188 Georg Friedrich Händel, Musica sull’acqua 193

Il melodramma

196 196 196 196 197

A189 Alessandro Scarlatti, Euridice dall’Inferno, Non mi tormentar più 197

198 198

A190 Riccardo Broschi, Artaserse: Come scoglio 198

199 199 200

A191 Giovanni Pergolesi, La serva padrona, Stizzoso mio stizzoso 201

202 202 202 203

A192 Jean-Philippe Rameau, Castore e Polluce, Ouverture 203

191

La prima metà del Settecento Lo svago delle famiglie benestanti Il mestiere del librettista Il recitativo e l’aria col da capo Alessandro Scarlatti I virtuosi del canto Le voci acute La nascita dell’opera buffa Gli intermezzi comici Giovanni Battista Pergolesi Alla corte dei Luigi di Francia Arte versus natura Italia versus Francia Jean Philippe Rameau

8

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La riforma del melodramma

204 204 205

I principi della riforma Christoph Willibald Gluck Le novità della musica strumentale François Couperin Domenico Scarlatti Antonio Vivaldi Johann Sebastian Bach La Teoria degli affetti Le passioni dell’anima A ogni musica la sua emozione La fuga Georg Friedrich Händel

207 208 210 211 212 215 215 215 216 222

Le città della musica: Londra Ripassa a tempo

Il Classicismo

I generi Le forme Franz Joseph Haydn Wolfgang Amadeus Mozart Ludwig van Beethoven

Ripassa a tempo

Il Romanticismo

A194 • A198 François Couperin, I fasti della grande e antica Mxnxstrxndxsx 209 A199 Domenico Scarlatti, Sonata K 380 210 A200 Antonio Vivaldi, La tempesta di mare, per flauto e archi. Allegro 211 A201 Johann Sebastian Bach, Invenzione a due voci 213 A202 • A203 Johann Sebastian Bach, Concerto italiano, I, Allegro 214

226

A204 • A205 Johann Sebastian Bach, Concerto per clavicembalo e orchestra 216 A206 • A210 Johann Sebastian Bach, Suite per orchestra n. 3 218 A211 Johann Sebastian Bach, Cantata Wachet auf (Svegliatevi). Corale 220 A212 Johann Sebastian Bach, La cantata del caffè. Finale 221 A213 Georg Friedrich Händel, Suite n° 5 per clavicembalo. Il fabbro armonioso 223 A214 Georg Friedrich Händel, Serse, Ombra mai fu 223 A215 Georg Friedrich Händel, Serse Largo per orchestra d’archi 223 A216 Georg Friedrich Händel, Messia, Ev’ry valley 224 A217 Georg Friedrich Händel, Messia, He shall feed 225

228

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230 232

A218 Johann Sebastian Bach, Arte della fuga 231 A219 Wolfgang Amadeus Mozart, Sonata per pianoforte K 545 231

234 235

A220 Carl Philipp Emanuel Bach, Sinfonia amburghese 234 A221 Johann Christian Bach, Sinfonia op. 9 n. 2. Andante 235

236 236 236 240 244 248

A222 • A225 Wolfgang Amadeus Mozart, Piccola musica notturna 238 A226 • A236 Antonio Salieri, Variazioni sulla follia 239 A237 • A238 F ranz Joseph Haydn, Quartetto, op. 64, n. 5, minuetto e finale 241 A239 Franz Joseph Haydn, La creazione, Esordio 241 A240 • A241 Franz Joseph Haydn, Sinfonia n. 101 242 A242 • A247 Wolfgang Amadeus Mozart, Il flauto magico 245 A248 • A250 Ludwig van Beethoven, Sonata per pianoforte n° 14, op 27 n. 2 “Al chiaro di luna” 249 A251 Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 3. Marcia funebre Adagio assai 250 A252 Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 3. Finale, Allegro molto 251 A253 Ludwig van Beethoven, Sinfonia n. 5. op. 67 252

254

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256 258

A254 W olfgang Amadeus Mozart, Quartetto, K387 257 A255 Fryderyk Chopin, Preludio, op. 28 n° 13 257

I virtuosi dello strumento e del canto

260 260 261 262

A256 N iccolò Paganini, Le streghe per violino e orchestra 261 A257 F ranz Liszt, Sonetto 104 del Petrarca 262

263 265 267

275

A258 Franz Liszt, Totentanz per pianoforte e orchestra 263 A259 • A260 Franz Schubert, Du bist die Ruh. Tu sei la mia pace 265 A261 Franz Schubert, Improvviso op. 90, n° 3 266 A262 Hector Berlioz, Romeo e Giulietta, Ouverture 267 A263 • A267 Fryderyk Chopin, Preludi op. 28: n. 3, 4, 10, 11, 16 268 A268 • A269 Fryderyk Chopin, Due studi, op. 25 n. 9 e op. 10 n. 3 269 Felix Mendelssohn-Bartholdy, Sogno di una notte di mezza A270 estate, Ouverture 270 A271 • A275 Robert Schumann, Carnaval 272 Robert Schumann, Concerto per pianoforte e orchestra, op. 54. A276 Allegro affettuoso. Esposizione 273 A277 Clara Wieck Schumann, Scherzo in Do minore op. 14 275

276 277

A278 Johannes Brahms, Concerto per violino e orchestra, Adagio 278

268

Felix Mendelssohn-Bartholdy

270

Robert Schumann

272

Clara Wieck Schumann Caratteri del linguaggio musicale romantico Johannes Brahms L’opera lirica

255

256

L’età dei sentimenti e delle emozioni L’età napoleonica Il recital Niccoló Paganini Franz Liszt Il poema sinfonico Franz Schubert Hector Berlioz Fryderyk Chopin

229

230

L’età della riscoperta dell’antichità classica L’età della ragione Le città della musica: Salisburgo Carl Philipp Emanuel Bach Johann Christian Bach I generi e le forme dell’età classica

A193 Christoph Willibald Gluck, Orfeo ed Euridice, Chi mai dell’Erebo 205

279 @ Casa Editrice G. Principato

9


Le forme del teatro musicale Le parti dell’opera Emozini e melodie Gioachino Rossini Giuseppe Verdi Richard Wagner Le città della musica: Vienna Ripassa a tempo

279 280 280 281 284 288 290

La Belle Époque

292

294

Una nuova età dell’oro L’età dell’intraprendenza e del progresso L’età del valzer Johann Strauss Le scuole nazionali

Dalla musica nazionale al folklore La scuola russa Aleksandr Borodin Modest Musorgskij Nikolaj Rimskij-Korsakov Il balletto Pëtr Il’ič Čajkovskij Bedrich Smetana Antonin Dvorák Edvard Grieg Un nuovo linguaggio musicale Nasce il verismo musicale I fermenti artistici della Belle Époque Giacomo Puccini Georges Bizet L’operetta Franz Lehar Due fari proiettati sul Novecento Claude Debussy Gustav Mahler Le città della musica: Parigi Ripassa a tempo

Il Novecento

L’età delle avanguardie Il secolo breve Le città della musica: Milano Musica, gioco e sperimentazione

Una premessa generale Nuove fonti di ispirazione Nuovi modi di promuovere la musica Arthur Honegger Maurice Ravel Ottorino Respighi L’incontro fra classico e popolare Un linguaggio musicale ricco di contrasti Igor Stravinskij Sergej Prokof’ev Manuel de Falla Il nuovo spettacolo musicale Un nuovo tipo di balletto Un nuovo genere: il musical George Gershwin Leonard Bernstein Musica e impegno civile Un caso particolare: Šostakóvič Kurt Weill

10

294 296 298 299 300 300 300 301 303 305 307 308 311 313 315 319 319 319 320 324 327 328 329 330 333 336 337

Tracce A279 • A282 Gioachino Rossini, La Cenerentola 281 A283 • A288 Giuseppe Verdi, Rigoletto 284 A289 Richard Wagner, Il crepuscolo degli dei, Scena finale 288

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293

A290 Franz Schubert, Sinfonia n. 5, I, Esposizione 295 A291 Gustav Mahler, Sinfonia n° 6, Allegro energico 295 A292 Johann Strauss, Valzer dell’Imperatore 299

A293 • A294 Aleksandr Borodin, Nelle steppe dell’Asia Centrale 301 A295 • A296 Modest Musorgskij, Boris Godunov, Scena dell’Incoronazione 303 A297 Nikolaj Rimskij-Korsakov, La grande Pasqua russa 305 A298 A303 A304 A305

• A302 Pëtr Il’ič Čajkovskij Il lago dei cigni 308 Bedrich Smetana, La Moldava 311 Antonin Dvorák, Quartetto americano 313 • A311 Edvard Grieg, Peer Gynt 315

A312 • A315 Giacomo Puccini, La Tosca 320 A316 • A318 Georges Bizet, Carmen 324 A319 • A320 Franz Lehar, La vedova allegra 328 A321 Claude Debussy, Prélude à l’après-midi d’un faune 330 A322 • A324 Gustav Mahler, Sinfonia n° 1, Terzo movimento 333

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338

340 340 342 344 344 344 344 345 347 349 351 351 352 355 358 360 360 360 361 363 365 365 366

A325 Pëtr Il’ič Čajkovskij, La bella addormentata, Valzer 341 A326 Franco Donatoni, Puppenspiel 341

A327 Arthur Honegger, Pacific 231 345 A328 Maurice Ravel, Bolero 347 A329 • A332 Ottorino Respighi, Fontane di Roma 349

A333 • A338 Igor Stravinskij, Petruška 352 A339 • A341 Sergej Prokof’ev, Aleksandr Nevskij 355 A342 • A345 Manuel de Falla, Il cappello a tre punte 358

A346 • A350 George Gershwin, Porgy and Bess, Suite 361 A351 • A354 Leonard Bernstein, West Side Story 363

A355 Kurt Weill, L’opera da tre soldi 366

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Benjamin Britten Krzysztof Penderecki

367 369

Una rivoluzione fra i suoni

370 370 370 371 374

A359 Arnold Schönberg, Un sopravvissuto di Varsavia 371 A360 Luigi Dallapiccola, Canti di prigionia. Preghiera di Maria Stuarda 374

375 375 375 375 376 377

A361 Bruno Maderna, Continuo 376 A362 György Ligeti, Continuum 377

378 378 378 378 379

A363 Luciano Berio, Sequenza 4 per pianoforte 379

380

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La musica tonale in discussione La dodecafonia Arnold Schönberg Luigi Dallapiccola Gli sperimentatori La musica aleatoria La musica seriale Il timbro al centro Bruno Maderna György Ligeti I miracoli dell’elettronica I primi esperimenti La musica concreta La musica elettronica Luciano Berio Ripassa a tempo

Il jazz

L’arte di improvvisare 382 Le città della musica: New Orleans Le voci del riscatto 384 Work song, spiritual e la nascita del jazz

I work song Gli spiritual I gospel L’anima del blues Dalle campagne alle città Un nuovo colore Dalla voce allo strumento Il ragtime Un nuovo strumento per il jazz Un nuovo genere Scott Joplin Alla scuola degli afroamericani Il Dixieland La libertà di improvvisare Louis Armstrong Le big band e lo swing Le big band Lo swing Leon “Bix” Beiderbecke Benny Goodman Duke Ellington Il charleston Glenn Miller Il bebop Contro un jazz commerciale Piccole formazioni Charlie Parker Il cool jazz La reazione al bebop Il free jazz e le ultime tendenze Un jazz più libero Nuove contaminazioni Miles Davis Ornette Coleman John Coltrane Grandi voci femminili Ripassa a tempo

386 386 386 386

A356 Benjamin Britten, War requiem, Dies irae 367 A357 • A358 Krzysztof Penderecki, Trenodia per le vittime di Hiroshima, Introduzione e Finale 369

381

A364 Sidney Bechet, Old school 383 A365 John Coltrane, After the rain 383

A366 Anonimo, Roll Jordan roll 386

387 387 387 387 388 388 388 389

A367 John Hurt, Since I’ve laid my burdens down Mississippi 388

A368 Scott Joplin, Maple leaf rag 389

390 390 390 391

A369 Anonimo, Livery stable blues. Il blues della stalla 390 A370 Louis Armstrong, S.O.L. Blues 391

392 392 392 393 394 395

A371 Leon “Bix” Beiderbecke, Davenport Blues 393 A372 Benny Goodman, Sing sing sing 394 A373 Duke Ellington, Take the A train 395

396 397

A374 James P. Johnsons, The Charleston 396 A375 Glenn Miller, Chattanooga Choo Choo 397

398 398 398 399

A376 Dizzy Gillespie, 52ND Street Theme 398 A377 Charlie Parker, Now’s the time 399

400 400

A378 Gerry Mulligan, Jeru 400

401 401 401 402 403 404

A379 Miles Davis, So what 402 A380 Ornette Coleman, W.R.U. 403 A381 John Coltrane, Blue Train 404

405

A382 • A387 George Gershwin, Summertime 405

406

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Videopillola d’autore

ORIZZONTI DELLA MUSICA

Udire o ascoltare? La tua esperienza Ogni giorno arrivano al tuo orecchio suoni e rumori d’ogni genere: • in casa: gli elettrodomestici, l’acqua del rubinetto, l’aspirapolvere… • in strada: il traffico, le saracinesche, i lavori stradali… • a scuola: le voci, le porte che si chiudono, i suoni dall’esterno… • nei luoghi naturali: la pioggia, il vento, i tuoni, i corsi d’acqua… Sono suoni e rumori ai quali normalmente non presti attenzione, anzi nemmeno te ne accorgi. Invece quando parli con gli amici, o quando il tuo insegnante spiega la lezione, la tua attenzione va alle loro parole. Nella prima situazione si usa il verbo udire, nella seconda il verbo ascoltare. L’ascolto è d’obbligo quando attraversi una strada, per fare attenzione che non stia arrivando una macchina; oppure quando squilla il cellulare o quando il professore interroga. E naturalmente, si ascolta nelle situazioni dove si fa musica: per ballare, per cantare e suonare con gli altri, o nei concerti, o al seguito di una banda.

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Ascolti la voce al telefono

Odi il rumore del traffico

Ascolti la voce degli amici

Odi la pioggerellina

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ORIZZONTI DELLA MUSICA

C’è musica e musica Ogni musica è legata a un ambiente e a una situazione.

Tracce

A1 • A4

Ascolta 1 Ascolta gli esempi proposti, e abbina ogni musica alla situazione che ti suggerisce.

La musica nei libri I suoni, anche quando non possono essere ascoltati, contribuiscono a creare l’atmosfera per lo svolgimento di una vicenda. Gli scrittori, infatti, nei loro racconti descrivono spesso i suoni dell’ambiente dove si svolge l’azione. Leggi questi due estratti.

Le voci della città Dormo con la finestra aperta. Tram elettrici attraversano a precipizio la mia camera, scampanellando. Automobili ruggiscono su di me. Una porta si chiude di colpo. Da qualche parte un vetro cade tintinnando, sento il riso sonante dei grossi frammenti, quello piccolo e sommesso delle schegge. Poi d’improvviso un rumore sordo, soffocato, dall’altra parte, dentro la casa. Qualcuno sale le scale. S’avvicina, s’avvicina sempre più. È qui, resta qui a lungo, e passa. Un cane abbaia; che sollievo! Verso il mattino canta anche un gallo, e reca un immenso benessere. (Rainer Maria Rilke, I quaderni di Malte Laurids Brigge)

La pioggia Le gocce di pioggia cadono e colpiscono il tetto con piccoli e chioccanti suoni metallici, irregolari e taglienti. Il suono della pioggia sulle foglie che ci arriva attraverso le finestre aperte è diverso, molto più simile a un continuo sospiro, a un respirare che si consuma ininterrotto, senza mai riprendere fiato. La pioggia tintinna sul tetto, sopra il vuoto della nostra stanza, batte ed è finita. (Edward Carr e Flora Certaldi, Centinaia e migliaia).

Tocca a te

a. Sottolinea tutte le parole che si riferiscono ai suoni. b. Scegli anche tu un ambiente che conosci, e descrivilo come ha fatto lo scrittore.

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Udire o ascoltare?

La musica al cinema Le musiche che ascolti più spesso sono quelle che ci arrivano tutti i giorni dalla radio e dalla TV, dalle feste, dalle discoteche: canzoni, pop, rock, hip hop e così via. Ma ti sei mai chiesto, quando guardi un film, a cosa va la tua attenzione? Dai un punteggio da 5 (molta attenzione) a 1 (non presto per niente attenzione): Il mio punteggio A quello che dicono i personaggi

1

2

3

4

5

A quello che fanno

1

2

3

4

5

All’ambiente della scena

1

2

3

4

5

Alla musica

1

2

3

4

5

Ai rumori

1

2

3

4

5

Alle espressioni del volto

1

2

3

4

5

Confronta i tuoi punteggi con quelli dei tuoi compagni. Dove va l’attenzione maggiore di tutti? E la minore?

Un film è uno spettacolo composto da diversi ingredienti: immagini, dialoghi, rumori, musiche. Parole, musiche e rumori formano la colonna sonora. Mentre le scene e le parole catturano subito l’attenzione, raramente presti attenzione alla musica. Il più delle volte ti basta udirla, ma non l’ascolti. Eppure senza la musica un film sarebbe vuoto, perchè anche la musica comunica molte informazioni allo spettatore. In un film la musica può servire a scopi diversi: • c rea atmosfera; •d à forza all’azione; •a nticipa una scena; •e sprime il senso profondo di una scena; • f a capire i sentimenti del personaggio; • evoca persone o fatti che non appaiono in scena; Ti viene in mente un’altra funzione della musica?

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ORIZZONTI DELLA MUSICA

Tracce

A5 • A6

Ascolta 2 Pensa che questa sia la scena di un film di fantascienza. Gli astronauti hanno intercettato un pianeta che sembra mostrare segni di vita. Chi o cosa ci vivrà? Sarà amichevole oppure ostile? Gli astronauti sono coraggiosi e decidono di scendere sul pianeta. Oltre a mostrarti la scena ascolta la musica che il regista ha scelto come accompagnamento. Cosa t’immagini che possa succedere agli astronauti, una volta scesi sul pianeta?

Ora immagina che il regista abbia scelto quest’altra musica. Che situazione pensi che avrà in mente: la stessa di prima, o una diversa?

Tu e i tuoi compagni avete probabilmente cambiato la vicenda degli astronauti, col secondo commento musicale? Perché?

Non è difficile capire cosa dimostra questa esperienza. Ti dice una cosa importante: che la musica in un film non è un sottofondo generico, è un modo di far muovere la nostra immaginazione. È un mezzo di comunicazione, è un linguaggio. È per questa ragione che impariamo a conoscere la musica a scuola. Tracce

A7 • A10

Ascolta 3 Guarda attentamente le seguenti immagini, a una a una. Che cosa ti mostrano? Che senso hanno? Spiegalo con la musica. Ascolta una serie di frammenti musicali e abbina ad ogni immagine il frammento che ti sembra più adatto ad esprimerne il senso. Se per un’immagine ti sembra che nessun frammento vada bene, fai una crocetta nel quadratino. Discuti gli abbinamenti fatti con i tuoi compagni e le tue compagne.

A

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B

C

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D


Udire o ascoltare?

Tracce

A11 • A12

Ascolta 4 Un compito per la tua creatività Immagina che queste immagini siano le scene di un unico film, ambientato in una preistoria di fantasia. Disponi le immagini da 1 a 6 nella successione che preferisci, a seconda del senso che vuoi dargli. Puoi usarle tutte sei, o trascurarne qualcuna se non si accorda con la tua storia. Prima di iniziare, ascolta due possibili colonne sonore. Scegli quella che meglio si accorda al tuo film.

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ORIZZONTI DELLA MUSICA AGENDA 2030

EDUCAZIONE CIVICA

La musica per un mondo migliore La tua esperienza

Se chiedi alle persone che conosci, a cominciare dai tuoi compagni: “Che cos’è per te la musica? A cosa serve?” la prima risposta che facilmente ricevi è che serve a rilassarsi, divertirsi e a provare emozioni. Ma la musica è molto più che un divertimento: è una presenza costante nella nostra vita. Cantare, suonare uno strumento, inventare musica, ascoltarla con attenzione, sono momenti che ti fanno capire tante cose del mondo in cui viviamo. L’importanza della musica è stata riconosciutia fin dall’antichità, infatti i più grandi pensatori dell’Occidente e del lontano Oriente hanno scritto numerosi trattati sul valore morale della musica. Essendo una componente importante della vita, la musica può aiutarti a comprendere alcune tematiche sociali e ambientali che le istituzioni mondiali stanno affrontando con un’iniziativa globale chiamata AGENDA 2030. Questa iniziativa proposta dall’ONU invita i governanti del mondo a cambiare il modello di sviluppo economico globale entro il 2030, tenendo in considerazione tre componenti: la società, l’economia e l’ecologia. Grazie alle proprie risorse anche la musica può dare un contributo a sensibilizzare gli individui nelle loro azioni quotidiane. In questo capitolo affronteremo, attraverso la musica, temi importanti come la forte disparità economica nelle diverse zone del mondo, la parità di genere, la lotta al cambiamento climatico, il rispetto dei bambini e il loro diritto al gioco, all’istruzione, al divertimento, per creare un mondo migliore per tutti.

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Pitagora, il famoso matematico e scienziato, riusciva a calmare le risse tra i giovani con il solo intervento di suonatori di aulos, lo strumento musicale greco. @ Casa Editrice G. Principato


La musica è una presenza costante nella tua vita

Con la musica puoi affrontare i grandi temi della vita

La musica ti aiuta a capire il mondo

Coro Manos Blancas del progetto “Song senza barriere” @ Casa Editrice G. Principato

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ORIZZONTI DELLA MUSICA

I grandi temi della vita Pace e benessere non in tutto il mondo Dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, nel 1945, l’Europa vive una situazione di pace e di benessere, condizione invece sconosciuta in molti altri Paesi del mondo, le cui popolazioni soffrono la miseria e la fame. Basta guardare un qualsiasi telegiornale per capire le profonde differenze economiche che ci sono tra i paesi europei, dove c’è benessere, e i paesi dell’Africa o del Medio Oriente dove la povertà arriva persino a far morire ogni giorno gli esseri umani che più di ogni altro devono essere protetti e assistiti: i bambini.

I problemi ambientali e le loro conseguenze La ricchezza dei nostri Paesi si porta dietro però fenomeni ambientali pericolosi, che rischiano di compromettere la qualità della vita di ogni essere vivente. Li conosciamo bene: sono lo sfruttamento delle risorse della Terra, che non sono infinite, e insieme ad esso il peggioramento della qualità dei suoli, delle acque, dell’aria. In gran parte del mondo si creano deserti dove prima crescevano imponenti foreste; senza foreste e con il consumo crescente di combustibili l’aria si fa sempre meno respirabile. I fiumi e i mari sono compromessi dalle sostanze inquinanti che quotidianamente vi vengono riversate. Gli animali non trovano più i loro habitat naturali e rischiano l’estinzione. Tutto questo ha una conseguenza terribile che si chiama guerra! Continue guerre infiammano l’Africa, il Sudamerica e il Medio Oriente. Il risultato di tutto ciò è la migrazione di interi popoli sofferenti alla ricerca di luoghi dove poter avere una vita migliore. A chi resta in quei Paesi è negato ogni diritto. I bambini non possono giocare, ma, quel che è peggio, non possono studiare, non possono conoscere il mondo. Queste situazioni peggiorano per le donne.

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In molti Paesi poveri esistono forti disuguaglianze tra donne e uomini. Le donne sono soggette agli obblighi imposti dai maschi che impediscono loro di uscire da sole, di studiare e di lavorare. Anche nei paesi ricchi la donna vede limitati i suoi diritti, tanto più quanto più in alto si sale nella scala delle grandi responsabilità. Sappiamo invece il grande contributo che ogni mente può recare al mondo, sia femminile sia maschile. Le disuguaglianze di genere e il poco rispetto per le donne possono sfociare nel femminicidio,un fenomeno ancora troppo diffuso in tutto il mondo. @ Casa Editrice G. Principato


La musica per un mondo migliore

Un progetto lungo 15 anni Davanti a questi disastri è forte la necessità di frenare il peggioramento delle condizioni ambientali e aiutare le popolazioni sofferenti a ritrovare la pace, le giuste condizioni per una vita serena, l’uguaglianza. Si diffondono allora iniziative per rendere consapevole dei problemi ogni individuo, e per sollecitare i governanti a trovare soluzioni efficaci in tutto il mondo. Nel 2015 per la prima volta l’ONU, l’Organizzazione delle Nazioni Unite, ha trattato i temi ambientali insieme ai temi sociali ed economici e si è fatta promotrice di una grande iniziativa mondiale, l’AGENDA 2030.

Che cos’è l’AGENDA 2030? L’AGENDA 2030 si propone come un programma d’azione internazionale articolato in 17 punti con lo scopo di cambiare l’attuale modello di sviluppo che è ormai insostenibile. Sottoscrivendola, i governanti delle nazioni del mondo si sono impegnati a promuovere ogni sorta di progetto per rendere il mondo migliore entro il 2030, risolvendo o mitigando la gran parte dei problemi sia ambientali sia sociali. Ognuno di noi è chiamato a contribuire nelle sue azioni quotidiane perché tutti siano consapevoli dei rischi a cui andiamo sempre più incontro se non reagiamo a questa realtà. Tutti siamo chiamati a collaborare, anche a scuola e in ogni disciplina. Anche in musica.

La musica e l’AGENDA 2030 L’ora di musica è una grande occasione per comprendere i grandi temi della vita e per portare un contributo agli obiettivi espressi dall’AGENDA 2030. La musica ti consente di fare tante scoperte sulla nostra storia, sulla realtà in cui sei immerso, sulle situazioni, le gioie e le difficoltà di ogni giorno. L’importante è imparare ad ascoltarla e a praticarla, ognuno secondo le sue capacità. Facendo e ascoltando musica la tua attenzione viene concentra sui problemi quali: • il valore delle esperienze e dei ricordi; • il dovere di combattere la povertà e la fame; • l’importanza di amare il pianeta in cui vivi e di proteggerlo; • i l diritto di ogni essere vivente, umano o animale, a essere compreso e rispettato; • il significato delle manifestazioni musicali, feste, balli, celebrazioni; • la necessità che ogni popolo, ogni società, ogni essere umano viva in un mondo di pace; • il senso che diamo alla nostra stessa vita. Tutte le volte che parleremo di un tema che coincide con un obiettivo dell’AGENDA 2030 vedrai comparire il simbolo dell’obiettivo corrispondente, così come illustratato nel manifesto dell’ONU. @ Casa Editrice G. Principato

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ORIZZONTI DELLA MUSICA

6. La parità di genere e la lotta alle disuguaglianze Cosa ci rende umani Trovi le canzoni relative a questo tema nel VOLUME B

Quello che distingue l’essere umano dagli animali non è solo la parola, perché oggi si conoscono altre forme di comunicazione tra gli individui di una stessa specie, bensì la capacità di entrare in relazione empatica con altri individui e la capacità di provare pensieri ricchi e profondi. Più che semplicemente del pensiero, potremmo parlare di ricchezza del pensiero umano. Ricchezza vuol dire diversità. Ognuno di noi pensa e si esprime a suo modo, ha le sue idee, le sue convinzioni, le sue preferenze. Nella sua lunga storia, l‘umanità è progredita quando ha saputo incoraggiare queste diversità, si è fermata invece quando ha ostacolato il fiorire di idee nuove.

Il rispetto della diversità Ancora oggi nel mondo ci sono paesi dove più alta è la tolleranza, migliori sono le condizioni di vita, il benessere, la creatività delle persone. Dove invece si impedisce a una determinata parte della società di esprimersi e di portare il proprio contributo di pensieri e di affetti, essa si rivela più povera e sterile. Tolleranza vuol dire permettere che ciascuno, senza danneggiare gli altri, possa partecipare attivamente alla vita comunitaria secondo il suo pensiero, senza soffrire divieti o discriminazioni. Per secoli la donna è stata oggetto di discriminazione e disuguaglianza. Disuguaglianza nel suo ruolo sociale, che era solo quello di madre e moglie, disuguaglianza nei diritti come il diritto di voto o il diritto al lavoro. Con il progresso del pensiero e quindi dell’umanità, la condizione della donna è migliorata perchè si è cominciato a capire che proprio le differenze di genere sono il motore del progresso e dell’evoluzione del genere umano.

L’AGENDA 2030 per superare le disuguaglianze Non è sempre così. L’obiettivo n. 5 dell’AGENDA 2030, Parità di genere, e il n. 10, Ridurre le disuguaglianze, ci ricordano che la condizione della donna e le violenze che subisce, spesso nell’ambito familiare, e che a volte sfociano addirittura nel femminicidio, sono un’antica piaga che deve essere risolta al più presto. La denuncia di questa situazione ha visto i musicisti in prima linea, soprattutto nella composizione di opere liriche: opere serie che vedono la donna vittima della prepotenza del maschio. Le scarpe rosse sono il simbolo della lotta alla violenza sulle donne.

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La musica per un mondo migliore

Tracce

A96

Claudio Monteverdi, Lamento di Arianna La scena che ascolti appartiene al melodramma Arianna, che è andato perduto. Si è salvato soltanto questo canto della protagonista che, abbandonata dal suo Teseo, vorrebbe addirittura morire.

Trovi C. Monteverdi nel capitolo Il Seicento a p. 177

Lasciatemi morire, lasciatemi morire. E chi volete voi che mi conforte in così dura sorte, in così gran martire? Lasciatemi morire, lasciatemi morire. Osserva la melodia che vedi scritta qui.

La - scia

-

la - scia - te

COSA esprime

Nelle due righe esprime due emozioni diverse. La seconda: La prima: □ energica □ sofferente □ rassegnata □ disperata □ irritata □ impassibile

-

-

-

mi

te

-

mi

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-

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COME

La melodia si svolge in poche note, dal Si bemolle3 al Mi3; la seconda volta sale fino al Re4 e poi scende al Re3.

La storia di Arianna appartiene al mito greco. Quello che invece è attuale, e che si ripete tragicamente ogni giorno nei paesi ricchi e in quelli poveri, in Oriente come in Occidente, fra le persone di cultura o gli ignoranti, è la violenza spinta all’omicidio: il femminicidio.

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ORIZZONTI DELLA MUSICA Tracce

A97 • A98

Georges Bizet, Carmen, Finale È l’opera lirica più rappresentata nel mondo intero ed è anche il caso più famoso di femminicidio nella storia dell’opera. Ecco la trama: Carmen ama il soldato Don José, fino che lui non si rende insopportabile. Carmen gli spiega che ormai tra loro l’amore è finito e che si è innamorata del torero Escamillo. Il soldato si sente abbandonato e tenta in tutti i modi di tenerla legata a sé ma inutilmente. Leggi cosa si dicono i due. CARMEN: No, non T’amo più. JOSÈ: Ma io, Carmen, io t’amo ancora... Carmen, Carmen, io t’adoro. CARMEN: Che senso ha? Sono parole inutili! JOSÈ: Ebbene, se serve per piacerti, resterò bandito, tutto quello che vorrai, tutto, mi capisci, ma non lasciarmi, ricordati del passato: noi ci amavamo... CARMEN: Carmen non cederà mai: libera è nata e libera morrà. LA FOLLA: Evviva, la corrida è bella, sulla sabbia insanguinata il toro tormentato si lancia balzando... Evviva! Bravo! Vittoria! Colpito al cuore il toro cade! Gloria al torero vincitore! Vittoria, vittoria! JOSÈ: Dove vai? CARMEN: Lasciami. JOSÈ: Per l’anima mia, Carmen, tu non passerai! Carmen, è me che devi seguire!

CARMEN: Lasciami, don Josè, io non ti seguirò! JOSÈ: Vai ancora da lui? Lo ami dunque? CARMEN: L’amo, l’amo e fosse anche davanti alla morte, ripeterò che l’amo. JOSÈ: Così, il bene della mia anima, io l’avrei perduto, perché tu, perché tu te ne vada, infame, fra le sue braccia, a ridere di me. No, per il sangue, tu non ci andrai, Carmen, è me che seguirai! CARMEN: No, no mai! JOSÈ: Sono stanco di minacciarti. CARMEN: Ebbene, colpiscimi dunque, o lasciami passare! JOSÈ: Per l’ultima volta, demonio, vuoi seguirmi? CARMEN: No, no. Questo anello, tu me l’hai regalato un giorno. Tièntelo! (Glielo butta per terra) JOSÈ: Allora, maledetta...

Don José nel finale, accecato dalla rabbia, mentre nello stadio si sente la folla acclamare il torero Escamillo, si lancia col pugnale su Carmen e la colpisce. Si sente ancora la folla, mentre don José grida disperato ai gendarmi accorsi: JOSÈ: Mi potete arrestare. Sono io che l’ho uccisa. Si getta sul corpo di Carmen:

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JOSÈ: O mia Carmen! Mia Carmen adorata! @ Casa Editrice G. Principato


La musica per un mondo migliore

7. Divertirsi ballando Trovi le canzoni relative a questo tema nel VOLUME B

Il ballo è una delle più stimolanti manifestazioni della vita sociale: è quasi impossibile pensare a una festa senza balli! Ballare è un modo per stare attivamente insieme agli altri ed entrare in “sintona fisica”, ma è anche un modo per espimere la propria energia e i propri “ritmi interiori”. Alla base della danza c’è un bisogno fisico primordiale conosciuto fin dalle prime comunità umane. Leggi questo documento: «Davanti a uno spettacolo straordinario, l’uomo primitivo danza e canta. Tanto più grande la meraviglia, tanto più vivace la sua effusione. Guardate invece l’uomo civilizzato. La bellezza più sublime o la rarità più sorprendente riesce solo a strappargli dalla bocca degli aggettivi.» Queste sono parole del poeta Paul Valéry. Un poeta sa quante cose si possono esprimere con il linguaggio verbale, ma sa anche quanto più spontaneo e sincero è l’esprimersi con il movimento del corpo. Le danze, anche le più sofisticate, assolvono a questo compito: esprimere le emozioni come la gioia o il dolore, esorcizzare paure o liberarsi dalle tensioni. L’uomo parte da questo per fare della danza un’arte. La musica è strettamente connessa alla danza. Non c’è danza senza musica: il suono stimola e suggerisce gli elementi della danza come il movimento dei piedi, quello delle braccia e del bacino, la posizione della testa o delle mani, la velocità dei movimenti e la direzione nello spazio.

Le forme del ballo: i balli individuali Ci sono molti modi di ballare. Il più semplice è il ballo individuale, in cui ciascuno esegue movimenti liberi senza necessariamente coordinarsi con altre persone che occupano la pista. Sono i balli da discoteca in generale, dal twist, ballo icona degli anni Sessanta, allo shake della decade successiva, alla disco dance, nata negli anni Ottanta e ancora la più praticata ai giorni nostri. Questi balli lasciano molta libertà ai ballerini che possono inventare qualsiasi tipo di movimento si adatti alla musica. Non esistono sequenze di passi codificate, essi si modificano continuamente sulla base della creatività del ballerino. Tracce

A99

Bee Gees, Staying alive, da La febbre del sabato sera I balli presenti nei film hanno sempre dato il loro contributo nella creazione di mode del ballo. Sono molto famosi i balli dei film La febbre del sabato sera, Dirty dancing, Footloose, Flashdance. Da La febbre del sabato sera ascolti la canzone proposta dai Bee Gees, con le caratteristiche voci in falsetto. È la tipica musica da discoteca.

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ORIZZONTI DELLA MUSICA

I balli di gruppo I balli di gruppo sono scenograficamente molto belli perché ci sono più ballerini che eseguono contemporaneamente gli stessi movimenti, oppure si alternano due o più gruppi che eseguono passi diversi ma un’unica coreografia. I balli di gruppo hanno un’origine popolare: alcuni di questi sono la tarantella, la quadriglia, la sardana catalana o il sirtaki greco. Solo in Europa ne esistono centinaia di tipi e si tramandano, nel tempo, nei diversi luoghi dove sono nati. Durante un viaggio ti sarà capitato di trovarti a una sagra dove chi balla invita i turisti a partecipare. Spesso le sequenze di passi e movimenti si ripetono, quindi è possibile anche per un principiante partecipare.

Tracce

A100

Anonimo, Tarantella napoletana Dividete la classe in gruppi di cinque o sei studenti: ogni gruppo decide un modo di ballare su questa che è una delle musiche da ballo più popolari. È formata da sezioni che si susseguono diverse una dall’altra. Ogni gruppo balla liberamente seguendo il ritmo della musica. Ora riflettete: quanti modi diversi di ballo avete inventato?

Balli acrobatici I balli acrobatici mescolano movimenti di danza con vere e proprie acrobazie ginniche a ritmo di musica. Tra questi c’è l’hip hop, la break dance, il rock’n roll e la street dance. È un modo di ballare decisamente atletico, che ha fatto il suo esordio nelle strade di New York negli anni Settanta ad opera di musicisti di origine giamaicana e da allora si è diffuso in tutto il mondo, passando dalla strada prima alle scuole di danza e poi ai palcoscenici.

Tracce

A101

Ollie and Jerry, There’s no stopping us Per un ballo acrobatico non c’è bisogno di un’ampia melodia. Conta di più il ritmo calzante, fin quasi ossessivo, della percussione. E su questa le voci invitano il corpo intero a scatenare le sue energie. Quando si è entrati in pista non ci si ferma mai, come dice il titolo della canzone.

Flash Mob In certe occasioni alcune sequenze di movimenti vengono imparate ed eseguite simultaneamente da gruppi molto numerosi di persone, che decidono di riunirsi, in un luogo pubblico, per ballare tutte insieme allo stesso modo, e poi tornare rapidamente alle loro attività. Questo tipo di performance spontanea si chiama Flash Mob che in italiano potremmo tradurre come evento di massa improvvisato. Questi eventi si verificano in ogni parte del mondo e per lo più non hanno scopi precisi se non quello di “dare spettacolo” in modo gratuito, coinvolgendo tutti coloro che hanno voglia di cimentarsi in una esperienza di danza collettiva con il solo intento di divertirsi ballando. Altre volte le finalità possono essere di protesta oppure pubblicitarie, come il Flash Mob organizzato da una scuola di ballo di Anversa in Olanda e realizzato alla stazione ferroviaria sulle note del famoso musical Grease.

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La musica per un mondo migliore

8. Il bene supremo: la pace Trovi le canzoni relative a questo tema nel VOLUME B

Che cos’è la pace? La pace è la condizione sociale e relazionale migliore per chiunque abbia a cuore il benessere morale e fisico di ogni individuo, eppure troppo spesso sembra che gli esseri umani preferiscano il suo contrario: la guerra. Quando hanno incominciato a farsi la guerra? Da subito, appena i primi ominidi hanno preso coscienza della propria specificità che li distingue dagli altri viventi.

La “particolare” cooperazione umana Gli esseri umani fanno ciò che nessun animale, nella propria comunità, farebbe mai. Se gli animali spesso cooperano per trovare il cibo o per difendersi, gli uomini si organizzano in gruppi e si armano per aggredire altre comunità ma non per difendersi, bensì per impossessarsi di cose che loro non hanno. La motivazione delle guerre che gli esseri umani conducono fra loro è sempre una sola: il possesso di quello che ha l’altro come il cibo, i beni, i territori. Quando l’essere umano scopre un bene materiale che a lui manca, fa di tutto per impadronirsene. È quello che si verifica ancora ai nostri giorni nelle guerre grandi o piccole per il petrolio, per i giacimenti di metalli preziosi, per la terra da coltivare o per l’accesso all’acqua, persino per il possesso degli spazi dell’atmosfera e dei mari.

Come ottenere la pace La pace è il bene supremo che permette a ognuno di noi di trascorrere un’esistenza felice. Nasce e si coltiva quando si abbandonano cupidigie e rancori, quando si considerano la natura e la vita un bene a cui chiunque ha diritto, quando si rispetta e si sa apprezzare ogni essere vivente, ogni sua manifestazione purchè benevola. Ecco perché l’obiettivo n.16 dell’AGENDA 2030 si pone come traguardo la realizzazione di società pacifiche e inclusive, che garantiscano l’accesso universale alla giustizia. Certo non sempre la pace è possibile e non tutte le guerre sono uguali. Poeti e scrittori hanno celebrato la pace fin dai tempi più remoti, e hanno denunciato le guerre, che costringono la gente a uccidere e a farsi uccidere. Come i filosofi, i poeti, gli artisti anche i musicisti hanno portato il loro contributo a favore della pace. @ Casa Editrice G. Principato

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ORIZZONTI DELLA MUSICA Tracce

A102

Aaron Copland, Fanfara per l’uomo comune Ai tanti morti nelle guerre, chi è sopravvissuto dedica un monumento, una cerimonia pubblica, civile o religiosa, o il nome di una strada. Il musicista americano Aaron Copland ha contribuito con questa sua Fanfara, dedicata al soldato semplice americano morto per difendere la nostra civiltà dalle infamie del nazismo o del ten’nosei fashizumu, il fascismo giapponese:

COSA esprime

Non intende esprimere il cordoglio per le vittime. Che impressione suscita in te questa composizione?

Tracce

A103

COME

Timpani e grancassa danno il segnale drammatico alle trombe. Poco per volta si aggiungono corni, tromboni, tuba.

Leonardo Balada, Guernica Nel 1936 scoppia in Spagna una crudele guerra civile. Le truppe al comando del generale Francisco Franco vincono con l’aiuto da terra di truppe fasciste italiane e con i bombardamenti ad opera di aerei nazisti. I bombardamenti riducono intere città spagnole in mucchi di macerie. Il pittore Pablo Picasso immortala lo spaventoso episodio dei bombardamenti sulla città di Guernica in una grande tela in bianco e nero dal titolo Guernica. Il compositore catalano Leonardo Balada compone nel 1966, con i mezzi di una grande orchestra una musica che richiama, l’orrore disegnato da Picasso. L’episodio che ascolti coglie proprio uno dei momenti più devastanti.

COSA esprime

La disintegrazione fisica degli edifici è il filo conduttore di questa pagina dove si sente persino la raffica di un mitra.

COME

Anche il discorso musicale sembra sgretolarsi, per far subentrare il passo cadenzato del nemico, fino alla chiusa catastrofica.

Tracce

A104

Trovi B. Britten nel capitolo Il Novecento a pag. 367

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Benjamin Britten, Il Requiem della guerra Durante la Seconda Guerra Mondiale, nel 1940, una bomba sganciata dagli aerei tedeschi, distrugge quasi interamente la cattedrale di S. Michele nella città Coventry in Inghiterra e una raffica successiva di bombardamenti riduce in macerie quasi tutta la città, tanto che anche nel nostro vocabolario è entrata la parola coventrizzare per dire “distruzione totale”. Benjamin Britten nel 1962 è invitato a comporre una musica per la cerimonia della ricostruzione della cattedrale. Della lunga composizione, per coro e orchestra, ascolti l’inizio del secondo episodio, nel quale le voci cantano sulle parole della preghiera Dies irae. Non cantano sull’antica melodia medievale, ma sulle note che vedi qui: @ Casa Editrice G. Principato


La musica per un mondo migliore

Britten. War Requiem

Vivace

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COSA esprime

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A105

Trovi lo spartito nella sezione Classici del VOLUME B

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Te - ste

Quale emozione domina sia il canto sia il sostegno orchestrale? □ La speranza □ Un’ansia profonda □ L’aspirazione alla vittoria

Tracce

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COME

Cantano prima gli uomini poi le donne. L’effetto espressivo è creato dal modo in cui Britten usa le note e le pause. Le dispone a note uguali, staccate fra di loro dalle pause.

Ludwig van Beethoven, Nona sinfonia, Quarto movimento È la più grandiosa celebrazione della pace e della gioia che si prova quando si vive in pace, che sia mai stata scritta da uno dei più grandi poeti del Settecento, il tedesco Friedrich Schiller, e successivamente messa in musica da Beethoven. Per questo è stata assunta come inno nazionale europeo, a simbolo di una pace ritrovata dopo le guerre che avevano scatenato i Paesi europei gli uni contro gli altri. Qui è il baritono a farti sentire la celebre melodia:

Freu - de, schö - ner

feu - er - trun - ken,

was die Mo - de

Göt - ter - fun - ken,

Himm - li - sche, dein

streng get heilt, al

-

To - cher aus

Hei - ligt hum!

E - ly - si - um,

Dei - ne

Zau - ber

wir be - tre - ten

bin - den wie - der,

le Men - schen wer - den Brü - der, wo dein san - fer

Flü - gel wilt.

Subentra il coro, portando a conclusione la melodia presentata dal baritono. Da questo punto Beethoven applicherà al tema una serie di variazioni fino alla conclusione dell’intera sinfonia. @ Casa Editrice G. Principato

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ORIZZONTI DELLA MUSICA

Il mondo meraviglioso degli strumenti musicali

Nel capitolo Suonare i nostri strumenti del VOLUME B trovi gli strumenti dell’orchestra di classe

Se un giorno sei entrato in una sala da concerto, dove si sta eseguendo una musica orchestrale, sarai rimasto stupito vedendo quanti strumenti diversi vengono suonati, a volte tutti insieme a volte in alternanza. È il compositore a decidere la scelta degli strumenti. Ogni strumento presenta caratteristiche tutte sue, che lo distinguono da ogni altro. Ma ognuno ha proprietà espressive proprie, di cui il compositore tiene conto. Uno strumento può essere più adatto di altri per un particolare scopo. Le scelte di un artista sono naturalmente soggettive: un compositore può scegliere ad esempio la tromba per esprimere una situazione malinconica mentre un altro può affidare all’arpa l’accompagnamento a una marcia militare. E così via. Starà a te capire ogni volta quali effetti espressivi vuole ottenere il compositore scegliendo quei particolari strumenti.

Uno strumento può...

... suggerire

emozioni: ad esempio il trillo di un clarinetto può descrivere una festa.

... imitare fatti

della realtà: ad esempio il flauto è usato spesso per imitare il canto degli uccelli.

... rievocare immagini,

ricordi, pensieri, sogni ecc.: ad esempio una tromba può far pensare a una situazione militare; un’arpa a una danza di fate e così via. 80

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... evocare sensazioni: ad esempio per dare idea di luce il violino è più adatto del contrabbasso.


Esiste però anche un modo oggettivo di considerare gli strumenti musicali. Questo si può fare in base all’uno o l’altro di questi fattori: • il materiale di cui è fatto:

legno, metallo, membrana ecc.

• il modo in cui il suono è prodotto: battendo, sfregando, soffiando ecc. • la qualità del suono prodotto:

determinato o indeterminato.

• l’estensione possibile dei suoni:

dal più grave al più acuto.

A seconda della caratteristica che si prende in considerazione, gli strumenti vengono raccolti in famiglie, in un modo di classificarli oppure in un altro, in una o altra classificazione. Ecco il criterio più usato, con i suoi nomi scientifici: AERÒFONI A imboccatura semplice Flauto dolce Flauto traverso Ottavino

Ad ancia semplice Clarinetto Clarinetto basso Sassofono

Ad ancia doppia

A bocchino

Oboe Corno inglese Fagotto Controfagotto

Tromba Trombone Corno Tuba Basso tuba

A serbatoio d’aria Organo Armonium Fisarmonica Zampogna Cornamusa

Ad ancia libera Armonica a bocca Melodica Fisarmonica

CORDÒFONI A corde pizzicate Chitarra Liuto Mandolino Banjo Arpa Clavicembalo

IDIÒFONI E MEMBRANÒFONI

A corde strofinate (ad arco) Violino Viola Violoncello Contrabbasso

A corde percosse Pianoforte

A percussione Nacchere Triangolo Piatti Campane tubolari Celesta Glockenspiel Xilofono Marimba Vibrafono Tamburi Tamburello Grancassa

A scotimento Sonagli Maracas

A raschiamento Zucca o guiro

ELETTRÒFONI Elettrici Chitarra elettrica

Elettronici Sintetizzatore Campionatore

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ORIZZONTI DELLA MUSICA

Flauto dolce Flauto traverso Ottavino

Aerofoni A imboccatura semplice

Flauto traverso 1. La parte superiore dello strumento si chiama testata. Nella sporgenza, che si chiama boccola, si trova il foro in cui il flautista soffia. Così si produce il suono.

Appoggia al labbro inferiore un tubicino (una chiave a tubo, il cappuccio di una biro, una bottiglietta), e soffia. L’aria s’infrange contro il bordo, fa vibrare l’aria nel tubo, e la vibrazione diventa suono. Osserva: di due tubi di lunghezza diversa, quale produce il suono più acuto? Quello più corto o quello più lungo? Se disponi alcune bottigliette di diversa dimensione una accanto all’altra, puoi arrivare a produrre tutti i suoni della scala. Ma anche una bottiglietta sola è sufficiente: basta variare la lunghezza della colonna d’aria al suo interno. Come? Con l’acqua: aggiungendo acqua, la colonna d’aria si accorcia. Se il tubo invece è fatto di legno, il modo più semplice di variare la lunghezza della colonna d’aria è aprire dei fori nel tubo stesso. Gli strumenti che sfruttano questi principi fisici sono i flauti. Originariamente lo strumento era suonato diritto, ossia perpendicolare alla bocca. Oggi è ritornato in auge: è detto appunto flauto diritto, o dolce , per il suo suono, o a becco, per la forma dell’imboccatura. Costruito in legno, il flauto dolce ha dimensioni varie: dal più piccolo, il flauto sopranino, al più grande, il flauto contrabbasso, c’è tutta una serie di dimensioni intermedie: il soprano, il contralto, il tenore, il basso. Con questi strumenti si fanno complessini autonomi. Nell’orchestra moderna invece i flauti dolci sono sostituiti da flauti più sonori, fatti non di legno, ma di metallo: il metallo ideale per costruire questi flauti è l’argento, e ciò fa capire perché essi siano tanto costosi. Per di più il flauto dell’orchestra si suona tenendolo non diritto ma di traverso: l’imboccatura infatti è aperta su un lato.

 Flauto dolce

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3. La parte finale del flauto si chiama trombino. Contiene alcune chiavi che vengono chiuse o aperte dal mignolo del musicista.

2. Nel corpo centrale dello strumento sono collocati 14 fori che vengono chiusi o aperti da chiavi mosse dalle dita del musicista.

Il flauto traverso  è uno strumento vivacissimo: può eseguire passaggi rapidissimi, scale, trilli. I compositori non mancano di servirsene quando vogliono imitare il gorgheggio degli uccelli. Ma sa essere anche quieto e gentile e cantare melodie serene e cullanti. Fratello minore del flauto traverso, l’ottavino  è il birichino dell’orchestra: strilla e squittisce in mezzo a tutti gli altri strumenti. E infatti lo si sente in mezzo al più clamoroso fortissimo suonato dall’orchestra. Un solo ottavino basta perciò in una grande orchestra, mente normalmente occorre più di un flauto.

 Ottavino

Ascolta 1 Tracce

A109

Tracce

A110

Il flauto dolce Georg Philip Telemann, Sonata in Do maggiore per flauto dolce contralto Accompagnato dal violoncello, il flauto dolce contralto ti fa sentire la vitalità di cui è capace. Il flauto traverso Georges Bizet, Carmen, Entr’acte Il flauto traverso è il protagonista di una scena dell’opera Carmen di Georges Bizet. La trama dell’opera è drammatica, ma il compositore qui intende creare una situazione ancora serena, prima che scoppi il dramma e affida il compito al flauto diritto. Ad accompagnarlo, dal principio alla fine, è un’arpa. @ Casa Editrice G. Principato

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Il mondo meraviglioso degli strumenti musicali

A bocchino Gli strumenti a bocchino sono tutti costruiti in ottone: tromba, trombone, corno, tuba, basso tuba. Per questo nel loro insieme vengono chiamati ottoni. Tromba Trombone Corno Tuba Basso tuba

Nell’orchestra gli ottoni sono fra gli strumenti che spiccano di più per il loro suono acceso e brillante. Mentre ai legni si addicono meglio le espressioni tenui, sfumate, gli ottoni sono usati tutte le volte che occorre dare un’impressione di grandezza, di solennità, di epicità, sia nella gioia sia nel dolore: dalle parate trionfali alle marce funebri. Guerresca ed eccitante, la tromba 1 è lo strumento dei campi di battaglia, degli antichi tornei cavallereschi, delle parate reali.

Tromba 1. Il musicista appoggia le labbra sull’imboccatura della tromba – che si chiama bocchino – e facendole vibrare produce il suono.

3. I tre pistoni, azionati dalle dita del trombettista, modificano la lunghezza del canneggio producendo così i diversi suoni.

1 La tromba Come è fatta e come si suona

2. Il lungo tubo arrotolato caratteristico della tromba e degli altri ottoni si chiama canneggio. @ Casa Editrice G. Principato

Tromba

4. La campana è la parte finale dello strumento e favorisce la diffusione del suono nell’ambiente.

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ORIZZONTI DELLA MUSICA

2

Trombone

Il trombone 2, dai suoni più profondi e seri della tromba, è anche più eroico e maestoso. Nei momenti culminanti della musica, quando la sonorità si fa sempre più forte, sono i tromboni a prendere il comando dell’orchestra moderna e a scandire la melodia più importante. Terzo della famiglia, il corno 3 ha una sonorità opaca, che sembra provenire da luoghi lontani: quando lo sentiamo è per evocare, il più delle volte, momenti di pace e tranquillità, spesso anche di malinconia. Per questa sua dote è fra gli ottoni quello che va meglio d’accordo con i legni.

3

Corno

Tuba 4 e basso tuba 5 sono i giganti dell’orchestra. Dal loro tubo, lunghissimo, arrotolato su se stesso tante e tante volte, escono suoni cavernosi, terribili, da incutere rispetto se non spavento. Quasi mai questi due strumenti suonano soli; la loro funzione infatti è quella di dare le fondamenta sonore alla costruzione musicale (gli “um-pa-pa” delle bande sono scanditi dalla tuba).

5 4

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Tuba

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Basso tuba


Il mondo meraviglioso degli strumenti musicali Gli ottoni sono diversi dai legni non solo per il materiale di costruzione, ma anche per due altri elementi, molto importanti. Prima, sostanziale differenza: il suono è prodotto non da una finestrella né da un’ancia, ma dalle labbra stesse dell’esecutore, fatte vibrare fortemente contro il bocchino. L’altra differenza sta nel modo di variare l’altezza dei suoni: non più aprendo e chiudendo fori posti sul tubo, come avviene in tutti i legni, ma occludendo il tubo mediante pistoni. Il trombone invece è l’unico strumento nel quale il tubo è letteralmente accorciato o allungato – a mo’ di telescopio – mediante il tiro, o coulisse.

Ascolta 5 Confronta il suono di questi strumenti. Tracce A120 • A121

Tracce

A122

Tracce

A123

Tracce

A124

La tromba Jeremiah Clarke, Voluntary e Gaetano Donizetti, Don Pasquale, Preludio, Atto secondo Quello che ci aspettiamo da una tromba è un’espressione marziale: infatti è lo strumento scelto per i segnali militari. È così che la senti nel primo pezzo: dove ogni frase musicale è replicata dall’organo. Ma che succede quando l’eroe della vicenda raccontata a teatro è triste, perché si sente abbandonato, e medita di andarsene a vivere in una terra lontana? È ancora la tromba a farti capire cosa sta sentendo. Verificalo ascoltando. Il trombone Dmitrij Šostakóvič, Valzer Šostakóvič è un compositore russo famoso soprattutto per le sue 15 sinfonie: musiche molto impegnate, che volevano esprimere importanti valori politici e storici. Ma sapeva anche avvicinarsi ai desideri più immediati del gran pubblico, offrendogli musiche per il divertimento. In questo caso il divertimento è dato proprio dalla scelta del trombone. Il trombone è uno strumento per le situazioni “importanti”. Adoperato invece per un valzer dal carattere paesano ha un tono spiritoso, che non poteva che divertire i suoi ascoltatori. Il corno Felix Mendelssohn-Bartholdy, Sogno di una notte di mezza estate, Notturno Strumento tipico delle scene di caccia fin dall’antichità, il corno è entrato presto nelle orchestre. Il suo timbro si lega con quello dei legni che abbiamo conosciuto nelle pagine precedenti. Anche da solo è capace di esprimere situazioni delicate. L’autore di questo brano evoca una scena notturna popolata da creature fantastiche di un paesaggio incantato. La tuba Vittorio Monti, Czarda Lo strumentista abituato ad accompagnare nelle note gravi gli altri strumenti, qui si prende la rivincita, facendoti capire come un compositore può creare effetti inaspettati da qualunque fonte sonora. @ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA

Il Romanticismo L’età dei sentimenti e delle emozioni

DA UNO STILE ALL’ALTRO

Osserva i dipinti 1 e 2. Il confronto fra due opere d’arte può farci capire le trasformazioni che sono intervenute nella società del tempo.

Il loro atteggiamento è sereno, privo di emozioni

1

Le tre donne portano parrucca e abiti lussuosi

Ricamano in uno spazio riservato solo alle donne Joshua Reynolds, Ritratto delle Ladies Waldegrave (1780-1781)

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Le diverse situazioni espresse dai due quadri le puoi trovare anche nelle musiche. Ascolta una musica del periodo storico in cui fu dipinto il primo quadro, e una del periodo storico del secondo.

2

La sua espressione rivela uno stato d’animo inquieto

Come abbineresti dipinto e musica? Sapresti spiegare cosa ti spinge a decidere il tuo abbinamento?

Tracce

A254

Wolfgang Amadeus Mozart, Quartetto, K 387

La posa è naturale, con i capelli lunghi sciolti sulle spalle

Tracce

A255

Fryderik Chopin, Preludio, op. 28 n° 13

Spiega. Abbino la musica di Mozart al quadro □ 1 □ 2 perché

. Abbino la musica di Chopin al quadro □ 1 □ 2

Si presenta come una donna libera e indipendente

perché

.

Francesco Hayez, Accusa segreta (1847-1848) @ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA

Il Romanticismo L’età napoleonica CORNICE STORICA

La parola d’ordine del nuovo secolo è LIBERTÀ

La fine della monarchia francese

Il periodo che consideriamo in questo capitolo va dagli ultimi anni del Settecento alla metà dell’Ottocento. Al suo cuore si trova un evento che sconvolse l’Europa: la Rivoluzione Francese, scoppiata nel 1789. Fino all’avvio della Rivoluzione, il potere era nelle mani del re e dei suoi funzionari, appartenenti quasi tutti all’aristocrazia. La rivoluzione scoppia quando il popolo, guidato da intellettuali che conoscono bene l’arretratezza politica dei governanti, decide di rovesciarli con le armi in una sanguinosa guerra civile, che arriva a ghigliottinare il re Luigi XVI e la regina Maria Antonietta. I regnanti degli altri Stati europei temendo che la rivoluzione in Francia possa indurre anche i loro sudditi alla rivolta, dichiarano guerra ai francesi, ma sono più volte sconfitti, perché i propri eserciti sono formati da mercenari che militano solo per denaro, mentre i combattenti francesi lo fanno per difendere gli ideali che hanno imparato dalla Rivoluzione. Ma non è solo questo il motivo: l’esercito francese è guidato da un generale di eccezionale valore, Napoleone Bonaparte, adorato dai suoi soldati e dai suoi concittadini, tanto che gli è molto facile conquistare il potere e promuovere leggi e iniziative profondamente innovative. Solo quando si spingerà a farsi riconoscere Imperatore dei Francesi, nel 1804, quanti avevano creduto negli ideali repubblicani rimangono delusi. È sconfitto a Waterloo nel 1815 dalle armate europee e mandato a vivere in esilio nell’isola di Sant’Elena, nell’oceano Atlantico. Gli ideali che aveva incarnato però sopravvivono e danno luogo a una serie di rivoluzioni in Europa e in America: le leggi moderne che Napoleone aveva promulgato nei suoi anni di consolato divennero pilastri della vita sociale dei popoli.

Andare a tempo

1789

Scoppia la Rivoluzione Francese

1799

Napoleone diventa console

Eugène Delacroix, La libertà che guida il popolo

258

Antoine Jean Gros, Napoleone Primo console (1802) @ Casa Editrice G. Principato


Il Romanticismo

Le star Robert Schumann

Clara Wieck Schumann

Niccolò Paganini

Franz Liszt

Felix MendelssohnBartholdy

Johannes Brahms

Franz Schubert

Fryderyk Chopin

Hector Berlioz

Gioachino Rossini

Giuseppe Verdi

Richard Wagner

Il valore dei sentimenti e delle passioni La Rivoluzione non avvia solo uno sconvolgimento politico in Europa; scuote gli animi. La parola d’ordine del nuovo secolo è libertà. Libertà dei popoli dagli oppressori stranieri; libertà degli individui dalle regole imposte in modo ingiusto; libertà dei musicisti dalle regole musicali rigide del secolo precedente. Ai movimenti artistici del pieno Ottocento che coinvolsero la musica, l’arte, la letteratura, si dà il nome di Romanticismo. Si usa indicare gli anni della Rivoluzione francese come linea di confine fra la mentalità classica, quella del tempo di Mozart, che cerca ordine e disciplina, e la mentalità romantica che preferisce esprimere i sentimenti. A sentire questi ideali era già Beethoven. Prima di lui il musicista era interessato a rappresentare questo o quel sentimento definito: la collera, l’amore, la gioia, la sofferenza e così via. Da Beethoven in poi il musicista esprime quello che il cuore gli suggerisce.

1804

1848

Napoleone è incoronato imperatore dei Francesi

Moti risorgimentali italiani

Jacques Luis David, L’incoronazione di Napoleone (1805-1807) @ Casa Editrice G. Principato

Denis Dighton, Waterloo

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STORIA DELLA MUSICA Il Romanticismo

I virtuosi dello strumento e del canto Da un artista che vuole esprimere le emozioni più intense, il pubblico si aspetta prestazioni eccezionali. È così che si afferma nell’Ottocento la figura del virtuoso: l’esecutore capace di autentiche acrobazie sul suo strumento. A dare il via a questa moda è un violinista italiano, Niccolò Paganini. Le folle accorrono a sentire le sue acrobazie con l’archetto: addirittura si diffonde la leggenda popolare che avesse stretto un patto col diavolo! Il virtuoso non è solo colui che suona abilmente il violino; il virtuoso può esserlo anche al pianoforte. Il primo e più famoso virtuoso di questo strumento è l’ungherese Franz Liszt. Il suo modo spettacolare di suonare fu definito “sinfonico” perché riusciva a ottenere effetti che prima di lui erano possibili solo a un’orchestra sinfonica. Tutto nasceva da una tecnica esecutiva al limite delle possibilità umane: celebri in questo senso sono i suoi Studi trascendentali.

Il recital I concerti in cui i virtuosi si esibivano erano detti recital, che vuol dire recitazione. Un pianista del tempo ci racconta il suo significato originario, il giorno che si recò ad ascoltare Liszt. «Ho potuto ascoltare di nuovo Liszt a Londra nel 1840, quando suscitò la perplessità del pubblico annunciando un Recital di pianoforte. Questo termine che ora si accetta normalmente non era mai stato usato prima, e la gente si chiedeva: “Cosa vuol dire? Come si può recitare sul pianoforte?” Lo spiego subito. Ai suoi recital Liszt, dopo aver suonato un brano in programma, aveva l’abitudine di lasciare il palco e, scendendo nella platea, dove le sedie erano disposte in modo da permettere di muoversi liberamente, camminava tra i suoi ascoltatori e conversava con loro, con la garbata condiscendenza di un principe, finché si sentiva pronto per tornare al pianoforte». Joseph Danhauser, Franz Liszt al pianoforte (1840).

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@ Casa Editrice G. Principato


La campanella Videobiografia

l diavolo che ride dal violino” “Sono i

Niccolò Paganini Genova, 1782 - Nizza, Francia 1840

Una carriera virtuosa Niccolò comincia a quindici anni la sua carriera di virtuoso del

violino e ben presto diventa una vera star in tutta Europa. Oltre al violino, padroneggia abilmente la chitarra. Un giornale tedesco dell’Ottocento commenta così un suo concerto: «Sulla ribalta abbagliante del Teatro di Vienna comparve l’uomo dal pallore spettrale, dai lineamenti devastati e con gli occhi fiammeggianti. Il suono del suo violino fu una scintilla elettrica che, all’improvviso, lo illuminò come un’apparizione miracolosa nel campo dell’arte. È una stregoneria: si rimane immobilizzati, incatenati alle sue corde».

Paganini compositore Paganini non è solo un esecutore, è anche compositore: ci ha lasciato una quantità di pezzi per violino, solo o accompagnato dalla chitarra o dal pianoforte, e sei concerti con l’orchestra. Il violino è nelle sue mani un’intera orchestra. In ogni sua musica ritrovi gli effetti speciali che entusiasmavano i suoi ascoltatori e l’invenzione di melodie facili e cantabili. Questo gusto veniva a Paganini dal melodramma. Aveva studiato con due autori di melodrammi e non sarebbe stato facile per un musicista italiano del tempo come lui, resistere alle suggestioni del canto. Il pubblico preferisce ascoltare variazioni sulle arie celebri o motivi tratti dalle opere liriche, più che musiche originali. Si chiamavano parafrasi, oggi diremmo medley o variazioni sulle arie celebri.

La sua eredità Il modo di suonare di Paganini influì sulla tecnica di tutti i violinisti venuti dopo ma sono soprattutto i pianisti a raccoglierne la sfida virtuosistica a partire da Franz Liszt, che trasferisce sul suo strumento i giochi acrobatici del violinista, e trascrive per il pianoforte le più brillanti composizioni dello stesso Paganini. Tracce

A256

Niccolò Paganini, Le streghe per violino e orchestra Paganini mette qui in mostra le acrobazie più spericolate che uno strumento all’apparenza così Paganini. Le streghe. Tema semplice sapeva produrre. Il brano è in forma di tema e variazioni. Il tema è semplice e cantabile.

Andantino

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Paganini l’aveva ascoltato in un balletto al Teatro della Scala, che metteva in scena la vecchia leggenda di un convegno di streghe. Con quel tema il balletto faceva assistere al loro ingresso, con le sue variazioni Paganini dà al pubblico un’immagine ben diversa.

COSA esprime Che genere di streghe ti suggerisce il tema? □ Orrende megere □ Spiritate saltellanti □ Nonnette simpatiche

E nelle variazioni, cosa ci senti? □ Fattucchiere pronte a praticare magie diaboliche □ Maschere di carnevale

COME

Le variazioni che inserisce, fra un ritorno e l’altro del tema, sfruttano tutte le tecniche più difficili possibili sul violino: melodie accompagnate, salti dai suoni più gravi ai più acuti, l’alternanza di suoni creati con l’archetto e altri pizzicati dalle dita. Sentirai più volte suoni che sembrano venire da un mondo irreale: un mondo di streghe, appunto!

@ Casa Editrice G. Principato

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Sogno d’amore

poemi musicali “Scrivo per orchestra e per pianoforte””

Franz Liszt

Raiding, Ungheria 1811 - Bayreuth, Germania 1886

Il concertista più amato d’Europa

Avviato allo studio della musica dal padre, che lavora come amministratore presso quegli stessi principi Esterházy alle cui dipendenze lavorò Haydn, Franz inizia la sua carriera di concertista a soli nove anni. Ottenuta da alcuni nobili ungheresi una borsa di studio, si reca prima a Vienna e poi a Parigi dove perfeziona le sue competenze musicali con i migliori maestri dell’epoca. Osannato dal pubblico per la sua abilità di concertista, viaggia in tutta Europa. Si stabilisce per un po’ in Svizzera con la donna amata, da cui avrà tre figli, tra i quali Cosima che diventerà moglie di Wagner. Diventa presto il concertista più ammirato e più pagato d’Europa, adorato dai suoi come era accaduto per Paganini.

Il cambio di vita Anche le riviste mondane dell’epoca si occupano di lui sia per la sua bravura sia per le sue relazioni amorose, vere o presunte, con donne famose. Dopo la definitiva rottura con la madre dei suoi figli, interrompe la carriera concertistica per diventare direttore della cappella di corte di Weimar e dedicarsi alla composizione, alla direzione d’orchestra e all’insegnamento. Nel 1864 ha una profonda crisi religiosa e l’anno seguente diventa frate.

Le composizioni Dotato di una straordinaria abilità esecutiva al pianoforte, Liszt compone brani per il suo strumento ancora oggi impegnativi per ogni pianista: gli Anni di pellegrinaggio, i due Concerti per pianoforte e orchestra, gli Studi trascendentali, oltre a trascrizioni per pianoforte di brani di Paganini. Nelle sue composizioni Liszt si ispira spesso a un testo letterario, seguendo da vicino la vicenda narrata e le emozioni espresse dal testo: lo fa nei suoi poemi sinfonici, come I preludi, Prometeo, Mazeppa. Tracce

A257

Franz Liszt, Sonetto 104 del Petrarca Francesco Petrarca è stato un grande poeta italiano del Trecento. Il suo sonetto messo in musica da Liszt comincia con questi versi: Pace non trovo, e non ho da far guerra; e temo, e spero, ed ardo, e son un ghiaccio; e volo sopra ’l cielo, e giaccio in terra; e nulla stringo, e tutto ’l mondo abbraccio. E finisce così: Ed ho in odio me stesso, ed amo altrui*: pàscomi* di dolor; piangendo rido; egualmente mi spiace morte e vita. In questo stato son, Donna, per vui.

* altrui: un’altra persona. * pàscomi: mi nutro.

È la confessione di un innamorato in balìa di continue contraddizioni. Non sa essere sereno o agitato, brucia ma al tempo stesso si sente di ghiaccio, piange e ride; e così via. È ridotto in questo stato, dice, per lei.

COSA esprime

Come può rendere Liszt questi sentimenti contradditori?

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COME Cancella la risposta sbagliata. □ Rapide volate verso l’acuto □ Rimo zoppicante @ Casa Editrice G. Principato

□ Trilli □ Sonorità sempre aspra e pesante


STORIA DELLA MUSICA Il Romanticismo

Il poema sinfonico Il musicista sa che con i suoni non si possono raccontare i fatti come si può fare con le parole. Ma sa anche che vale pure il contrario: con la musica si possono esprimere sensazioni, impressioni, emozioni come nessuna parola potrebbe fare. Nell’Ottocento i musicisti a volte prendono una vicenda letteraria conosciuta, e ne offrono una loro “traduzione” in suoni. È così che fiorisce nell’Ottocento un genere particolare: il poema sinfonico. Anche nei secoli passati i compositori si ispiravano a storie raccontate, a situazioni, a imprese d’ogni genere, ma il poema sinfonico dell’Ottocento si avvale di tutte le tecniche, le forme, i colori strumentali conosciuti. Alla creazione di poemi sinfonici si è dedicato in particolar modo Franz Liszt.

A258

Tracce

Franz Liszt, Totentanz per pianoforte e orchestra Passando un giorno per Pisa, Franz Liszt rimase profondamente colpito dal grande affresco che decorava il Camposanto: Il trionfo della Morte. Esso raffigura da un lato scene di vita spensierata: uomini e donne in festa, animali, angioletti, strumenti musicali; dall’altro il tragico destino che attende ogni essere vivente: tombe scoperchiate, cavalieri spaventati, frati severi che rimproverano. È la vigilia del Giudizio Universale, secondo la dottrina cristiana. Queste immagini si agitano nella mente di Liszt per vent’anni e finalmente nasce la Danza macabra. Il tema che sta alla base della lunga composizione Liszt se lo trova già pronto: è il canto Liszt. Totentanz. Tema medievale Dies irae, Il giorno dell’ira, l’ira del Creatore per i peccati delle sue creature:

Andante

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Che cosa diventerà quel tema nelle mani di uno spirito passionale e tormentato com’è Liszt? Te ne accorgi fin dalle prime battute. Preceduto dalle note martellanti del pianoforte, senti il motivo negli strumenti bassi dell’orchestra, soprattutto i tromboni. Sembra proprio la fanfara del “giorno dell’ira”!

@ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA Il Romanticismo Liszt. Totentanz. Parte del fagotto La narrazione incomincia. Senti del pianoforte Liszt.scorribande Totentanz. Parte del fagotto su e giù per la tastiera, finché l’orchestra lo ferma: prima ripetendo per intero il tema, poi modificandolo così, per tre volte: Allegro moderato stacc.

Fagotto Fagotto

Fg. Fg.

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COSA esprime Ma non c’è solo furia in questa musica. L’ira divina sembra placarsi. Il pianoforte ripresenta il tema ma in modo meno agitato.

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COME Quale nuovo strumento entra qui? □ Tromba

□ Flauto

□ Fagotto

La seconda parte che ascoltiamo ci spalanca davanti un quadro nuovo.

COSA esprime

COME L’andamento ora è lento. Il pianoforte solo pas-

Come puoi spiegarti questo

netto cambiamento?

sa a eseguire il tema all’acuto, in una nuova tonalità. Pianissimo e dolce scrive Liszt sotto il pentagramma.

Quando il tema è riproposto al clarinetto senti che ha perso quel carattere drammatico che aveva fin dall’inizio.

COSA esprime Liszt scrive ancora dolce e poi dolcissimo: è questa l’emozione che intende trasmetterti.

COME Con che intensità?

□ Mezzo forte □ Mezzo piano □ Pianissimo

Ma il giorno del giudizio si riaffaccia presto, nella corsa sempre più indiavolata del pianoforte, fin quasi ad accennare a un ritmo di danza. Interruzione brusca. Le immagini sonore di un musicista possono modificarsi di poco. Sono sufficienti piccoli cambiamenti, e tanto basta per creare impressioni anche molto diverse.

COSA esprime Che situazione si crea qui? Che immagine

COME Osserva sotto come Liszt varia di poco

vedresti nel momento del giudizio universale evocato da Liszt? il Dies irae. Poco dopo il corno ci manda un seLa chiamata delle anime? O cos’altro ti viene da pensare? gnale a terzine. Liszt. Totentanz. Corni

Sempre Allegro (ma non troppo)

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Corni

264

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3

Il tema così rinnovato è così importante per Liszt che arriva a costruirci ben cinque corte variazioni al pianoforte, in un crescendo sempre più brillante. Fino all’ultima, la sesta, a piena orchestra. Mentre il Dies irae si fa sentire pesantemente al grave, all’acuto senti potenti raffiche: il giorno del giudizio sta arrivando per tutti! @ Casa Editrice G. Principato


Sinfonia n° 8, I movimento

oesia che leggo diventa “Ogni p spunto per un Lied”

Franz Schubert Lichtenthal, Austria, 1797 - Vienna, Austria 1828

Un compositore instancabile Franz é figlio di un maestro elementare e canta nel coro di voci bianche della cappella imperiale austriaca. Conclusi gli studi musicali, si guadagna da vivere come insegnante ma questa professione non gli piace, e appena può si dedica all’attività preferita: la composizione. La lettura del Faust, l’opera principale del grande scrittore tedesco Goethe, gli fa intravedere la strada da seguire: mettere in musica le poesie sue e degli altri poeti contemporanei. Aveva già scritto canzoni per voce e pianoforte (Lieder in tedesco) da ragazzo, ma il primo capolavoro è Margherita all’arcolaio, dal Faust. Alla fine della sua carriera ne avrà composte mille! Nel 1814 si apre il Congresso di Vienna, per definire il riassetto dell’Europa dopo le guerre napoleoniche: in quell’occasione viene eseguita la prima delle sue sei Messe. Il ritmo con cui scrive musica è febbrile. Per un pubblico ristretto Piuttosto che al grande pubblico dei teatri e delle sale da concerto, che a Vienna come altrove si entusiasma per Rossini, Schubert si rivolge a un pubblico ristretto, quasi una cerchia di amici, per i quali compone, oltre ai Lieder, tanta musica pianistica. Nel 1822 si ammala gravemente di una malattia che lo porterà a spegnersi a 31 anni. Nell’ultima fase della sua vita si dedica particolarmente alla musica da camera, in cui aspira a uguagliare l’esempio di Beethoven: compone una serie di meravigliosi Trii e Quartetti, tra cui La Morte e la fanciulla e La trota, e numerose Sonate e Fantasie per pianoforte. La tradizione classica Nel comporre le sue musiche Schubert si sente un continuatore della grande tradizione classica, in particolare quella di Mozart. Di questa tradizione rispetta le forme. Ad esempio, il primo movimento delle sue sinfonie segue lo schema della forma sonata, ma in questo schema inserisce un’emozione prima sconosciuta: in questo Schubert si rivela autore squisitamente romantico. Tracce A259 • A260

Franz Schubert, Du bist die Ruh. Tu sei la mia pace Ascolta Tu sei la mia pace. È una delle canzoni d’amore più belle dell’età romantica. La trovi con il testo originale tedesco (di Friedrich Rückert) con a lato la corrispondente traduzione in italiano, così puoi seguire le parole cantate, riga per riga. Ascoltala da due grandi cantanti: prima una voce femminile, il contralto Kathleen Ferrier; poi una maschile, il tenore Peter Schreier. Esprimi il tuo giudizio su quale preferisci. La melodia è tenerissima. Puoi impararla e cantarla anche tu: PRIMA STROFA Du bist die Ruh, Der Friede mild, Die Sehnsucht du, Und was sie stillt. Ich weihe dir Voll Lust und Schmerz Zur Wohnung hier Mein Aug und Herz.

Tu sei la pace, la dolce tranquillità, sei la nostalgia, e ciò che l’appaga. A te io consacro piena di gioia e dolore, quale dimora, gli occhi e il cuore. @ Casa Editrice G. Principato

265


STORIA DELLA MUSICA Il Romanticismo SECONDA STROFA Kehr ein bei mir Und schliesse du Still hinter dir Die Pforte zu.

Entra da me e richiudi in silenzio dietro a te la porta.

Treib andern Schmerz Aus dieser Brust! Voll sei dies Herz Von deiner Lust.

Allontana il dolore da questo petto! Pieno sia questo cuore della tua letizia.

TERZA STROFA Dies Augenzelt, Von deinem Glanz Allein erhellt, O füll es ganz!

Questo sguardo dal tuo solo splendore illuminato, riempilo tutto! (testo tradotto da Pietro Soresina)

La musica della seconda strofa è la stessa della prima. Cambia invece completamente sulla terza strofa. Anche questa viene ripetuta senza modificare le parole.

COSA esprime

L’immagine della luce, dello splendore negli occhi di lui/lei viene resa particolarmente emozionante nella terza strofa.

Tracce

A261

Trovi lo spartito nella sezione Classici del VOLUME B

COME Cosa cambia rispetto alla precedente? Segna le due risposte corrette: □ l’intensita □ la melodia □ la durata

Franz Schubert, Improvviso op. 90, n° 3 Anche quando scrive una musica per il pianoforte, Schubert affida alla tastiera melodie indimenticabili. In questo Improvviso non ce n’è una sola, ce ne sono quattro, una dopo l’altra. Dopo la terza melodia, ripetuta con varianti, ecco l’ultima:

Ascolta un’altra volta questi quattro motivi.

COSA esprime Uno dei quattro motivi inizia patetico e va a concludere in un clima affettuoso e rassicurante.

COME Lo riconosci, perché non è più in modo maggiore, ma minore; e poi ritorna al maggiore. Qual è? □ il 1° □ il 2° □ il 3° □ il 4°

Un passaggio burrascoso ti conduce di nuovo alla ripresa del quarto motivo, finché riprende la prima parte e si conclude. Un altro importante elemento caratterizza questo Improvviso: non più nella lunga melodia, ma nell’accompagnamento:

COSA esprime Schubert crea attorno alla melodia un effetto come di onde.

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COME Come lo ottiene?

□ Con un ritmo continuo di terzine □ Con valori ritmici sempre diversi @ Casa Editrice G. Principato

□ Con note ribattute


Sinfonia Fantastica

ie che mi appassionano “Le stor sono quelle dei grandi eroi e delle grand i eroine”

Hector Berlioz Isère, Francia, 1803-1869

Un autore poco apprezzato “Beethoven reincarnato”: così lo definì un suo grande ammiratore, Niccolò Paganini. Le composizioni di Berlioz nascono dal bisogno di raccontare realtà o avvenimenti, spesso stravaganti, sempre drammatici. È tra i primi a comporre poemi sinfonici, narrazioni espresse mediante i suoni: storie, leggende, ambienti reali, personaggi, spesso in conflitto fra loro. Anche la più famosa delle sue sinfonie, la Sinfonia fantastica, è tutta una storia di sogni e di incubi. Il pubblico però non ama i suoi eccessi e ciò gli provoca molte delusioni. Alle incomprensioni del pubblico reagisce scrivendo articoli brillanti e ironici, che sono un ritratto acuto della vita musicale del suo tempo. Passa gran parte della sua vita a dirigere orchestre in Europa finché una serie di sventure lo sconforta profondamente. Solo dopo la sua morte cominciano a essere apprezzate le sue opere teatrali come La dannazione di Faust, Benvenuto Cellini, I Troiani, la Sinfonia fantastica e le musiche di soggetto sacro. Tracce

A262

Hector Berlioz, Romeo e Giulietta. Ouverture È la famosa storia dei due innamorati appartenenti a famiglie che si odiano mortalmente. Nel tentativo di sfuggire al destino che si oppone alla loro unione, finiscono tragicamente per darsi la morte. La tragedia fu scritta da Shakespeare alla fine del Cinquecento, e da allora ha stimolato la fantasia di numerosi musicisti, che ne hanno tratto opere liriche oppure vi si sono ispirati con musiche strumentali. Fin dalle prime note, Berlioz fissa il clima dell’intera composizione: un clima drammatico, agitato. E quale forma musicale si presta meglio per dare l’idea dell’accavallarsi tempestoso degli eventi, se non quell’antica forma musicale che è la fuga, con l’entrata continua e ravvicinata delle sue diverse voci? Questo è il soggetto dellaBerlioz: fuga, ideato Berlioz: Soggetto Romeodae Giulietta.

Allegro fugato

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Lo espongono le viole, seguite dai violoncelli, dai primi violini e infine dai secondi violini. Ma Berlioz non segue rigidamente le regole della fuga, e man mano che procede, la successione dei motivi si fa più libera e incalzante. Non è più una fuga questa, è piuttosto un fugato. Il soggetto è esposto più volte, finché vi si sovrappone un motivo solenne.

COSA esprime L’episodio finisce in modo inaspettato. Si lega alla tragica fine dei due amanti.

COME Quali strumenti chiudono il motivo? □ Violini Come suonano? □ Più lenti

@ Casa Editrice G. Principato

□ Tromboni

□ Flauti

□ Più agitati

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Preludio n° 12, op. 28 Videobiografia

musica è come una poesia “La mia d’amore per p ianoforte”

Fryderyk Chopin Żelazowa Wola, Polonia, 1810 – Parigi, Francia 1849

La passione per il pianoforte Nelle buone famiglie dell’Ottocento era normale che in casa si suonasse il pianoforte. Così Fryderyk, figlio di una governante che presta servizio presso una famiglia nobile, è affascinato dalla musica che sente in casa. Trasferitosi a Varsavia, studia pianoforte con un maestro fino all’età di dodici anni per poi proseguire da autodidatta. Già a otto anni vengono pubblicate le sue prime composizioni e Fryderyk inizia a esibirsi come pianista riscuotendo un enorme successo. Nel 1829 varca per la prima volta i confini della Polonia. Dà concerti a Vienna e a Parigi con l’intenzione di recarsi poi in Inghilterra, ma l’ottima accoglienza che gli riserva la capitale francese lo convince a stabilirsi lì. Diventa amico di Liszt, Mendelssohn, Rossini, ma anche di pittori come Delacroix e scrittori come Balzac. Schumann, che recensiva concerti sulla sua rivista musicale scrive il suo primo articolo dedicato a Chopin con questa frase: «Giù il cappello, signori: un genio!»

L’attività di insegnante e compositore Da quel momento non è difficile per Chopin trovare editori disposti a stampare la sua musica, così decide di dedicarsi all’attività di insegnante e compositore trascurando la carriera di concertista. Dopo un fidanzamento segreto, che non sfocia nel matrimonio, inizia una lunga relazione con la scrittrice George Sand, donna di grande intelligenza, con la quale vive fino a due anni prima della sua morte, avvenuta a 39 anni, per tubercolosi. Durante il funerale celebrato a Parigi, viene eseguito il Requiem di Mozart. Le sue spoglie giacciono al cimitero del Père Lachaise, mentre il suo cuore è posto in un’urna per essere conservato nella chiesa di Santa Croce a Varsavia. Tracce A263 • A267

Fryderyk Chopin, Preludi op. 28: n. 3, 4, 10, 11, 16 I Preludi sono 24 brevi composizioni che Chopin scrive prendendo a modello la raccolta di 24 preludi di Bach. Ma lo spirito è completamente diverso. Chopin fa del pianoforte un mezzo per aprire agli altri il proprio mondo interiore, di sentimenti e di emozioni. L’intensità della sua musica colpisce a tal punto i primi ascoltatori da aver generato, nei critici musicali tradizionali, l’idea che la sua musica contenesse qualcosa di “malato”. Ma non era certo malattia: era passione! Ognuno dei cinque Preludi che ascolti mostra una passione diversa. Valuta tu quale passione è espressa in ciascun Preludio, scrivendola nelle caselle sottostanti.

Preludi

268

COSA esprime

COME lo esprime

1

Un motivo lento, sostenuto da semplici accordi; cresce a metà, poi si richiude come era iniziato. Il modo è minore.

2

La melodia, ora in modo maggiore, è avvolta in un pulviscolo di suoni come una linea che si disegna dentro un ricamo.

3

Quattro volte la mano destra esegue una veloce cascata di suoni; ogni volta la sinistra risponde con un breve cenno.

4

È il più semplice: ha il carattere di una canzonetta. Possiamo cantarla anche noi insieme al pianoforte.

5

Le due mani percorrono in su e in giù la tastiera in una corsa sfrenata, vertiginosa. La melodia è nascosta fra le battute rapidissime della mano destra. @ Casa Editrice G. Principato


STORIA DELLA MUSICA Il Romanticismo

Tracce A268 • A269

Trovi staccato e legato nel capitolo Suonare ritmi e melodie del VOLUME B

Fryderyk Chopin, Due studi, op. 25 n. 9 e op. 10 n. 3 Chopin divide il suo tempo tra l’attività di compositore e di pianista con quella d’insegnante. Proprio per i suoi allievi scrive due raccolte di Studi: ogni studio permette all’allievo di esercitarsi su un particolare aspetto tecnico. Ad esempio uno studio spinge le mani ad allargarsi per toccare insieme tasti lontani fra loro, un altro studio allena la scioltezza delle dita sui tasti neri del pianoforte, e così via. Ma se questi sono aspetti fondamentali per l’esecutore, quello che l’ascoltatore ammira negli Studi è l’intensa ispirazione che li sorregge. Il primo dei nostri due Studi allena la leggerezza del tocco, per ottenere suoni staccati l’uno dall’altro. Il secondo all’opposto chiede suoni ben legati, dove ogni piccolo spunto sembra far nascere da sé lo spunto successivo. Il risultato è una lunga, indimenticabile melodia. A molte musiche di Chopin gli ascoltatori presero l’abitudine di assegnare un titolo particolare. Anche i nostri due Studi ne hanno ricevuto uno ciascuno. Quale sarà, fra quelli scritti qui? Fai la tua scelta, confrontala con quella dei compagni e poi con quella della tradizione: Titoli

Fryderyk Chopin al pianoforte durante un concerto nel salotto di una famiglia aristocratica polacca.

Studio op. 25 n. 9

Studio op. 10 n. 3

La corsa del gatto

□ □

Le ali della farfalla

□ □

La caduta di Varsavia

□ □

Il vento d’inverno

□ □

Le gocce di pioggia

□ □

Tristezza □ □

@ Casa Editrice G. Principato

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Sinfonia italiana

in me i grandi “Sento ideali di Beethoven”

Felix MendelssohnBartholdy Amburgo, Germania 1809 – Lipsia, Germania 1847

Il legame con Bach

Nasce in una famiglia colta e ricca e riceve un’educazione di alto livello. La sua intelligenza fuori del comune gli permette di intrattenere rapporti di amicizia con i grandi pensatori del suo tempo tra cui il poeta Goethe. Durante gli anni degli studi universitari a Berlino, si esibisce dirigendo la Passione secondo Matteo di Johann Sebastian Bach, autore allora quasi totalmente dimenticato, che proprio grazie a Mendelssohn ritorna a essere conosciuto dal grande pubblico. Pochi anni dopo diventa direttore di uno dei maggiori enti concertistici del suo paese, a Lipsia, dove fonda il Conservatorio.

La morte della sorella

Stimato in tutta Europa, e specialmente in Inghilterra, divide i suoi impegni tra la composizione e la carriera di direttore d’orchestra. La morte improvvisa della sorella Fanny lo getta in una condizione di sconforto dalla quale non riesce più a sollevarsi. Muore di lì a poco, a soli 38 anni, ed è sepolto nel cimitero londinese accanto alla sorella: l’ultimo dei suoi numerosi Quartetti per archi è concepito come un Requiem alla sua memoria. Il suo catalogo comprende una nutrita serie di altre composizioni da camera; pagine per pianoforte, fra cui le Romanze senza parole; composizioni sacre, come gli oratori Paulus e Christus; cinque Sinfonie, oltre a quelle composte da ragazzo. La quarta sinfonia s’intitola L’italiana, per la presenza di spunti ispirati alla musica popolare del nostro paese. Mendelssohn, e come vedremo in seguito anche Schumann, nutre una grande passione per la letteratura. Per questo troviamo fra le sue opere diverse musiche di scena, musiche destinate a commentare spettacoli teatrali. Le più rinomate sono quelle scritte per la commedia di Shakespeare Sogno di una notte di mezza estate. Tracce

A270

Felix Mendelssohn-Bartholdy, Sogno di una notte di mezza estate, Ouverture Mendelssohn scrive queste musiche per la celebre commedia di William Shakespeare. Ha solo diciassette anni ed è rimasto affascinato dalla lettura di questa storia di fate e gnomi. L’intreccio è fitto e ricco di equivoci.

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La vicenda si svolge ad Atene dove Ermia ama Lisandro, ma il padre le vuol fare sposare Demetrio, il quale è amato da Elena. Ai giovani innamorati Ermia e Lisandro non resta quindi che un’unica possibilità per coronare felicemente il loro sogno: abbandonare segretamente la città per sposarsi dove la legge di Atene non possa raggiungerli. Si danno appuntamento in un bosco, dove vengono presto raggiunti da Demetrio e da Elena. Nell’atmosfera fatata del bosco, le peripezie dei quattro giovani si fondono con le vicende di Oberon e Titania, re e regina delle fate e dei folletti, e con quelle di una buffa compagnia di commedianti ateniesi. I folletti creano solo pasticci a non finire. Poi tutto si conclude felicemente: @ Casa Editrice G. Principato


STORIA DELLA MUSICA Il Romanticismo gli incantesimi si sciolgono e le coppie finalmente si sposano. La marcia che chiude la commedia è ancora oggi eseguita nelle nostre cerimonie nuziali. Ascolta l’Ouverture. Viene eseguita quando il sipario è ancora abbassato: Mendelssohn richiama qui alcuni momenti tipici della storia. Dopo i primi accordi, i violini presentano il primo tema.

COSA esprime A quale dei personaggi si riferisce? □ Gli spiritelli □ I commedianti □ Il re e la regina delle fate

COME Un ritmo vertiginoso, leggerissimo.

Mendelssohn. Sogno di una notte di mezza estate. Tema

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Al termine ecco un nuovo tema, quello delle due coppie:

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Mendelssohn. Sogno di una notte di mezza estate. Tema II Il terzo tema richiama il loro amore.

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COSA esprime Come te lo immagini? □ Patetico

□ Gioioso

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COME Nell’orchestra emerge uno strumento degli ot-

□ Aspro

toni, l’oficleide, dal suono cupo, come di una tuba.

L’episodio più divertente si riferisce al momento della commedia in cui Titania, per l’imbroglio dei filtri magici, s’innamora della creatura dalla testa d’asino. Introdotto dagli ottoni, il salto melodico del tema imita il raglio dell’animale:

COSA esprime Mendelssohn dà ora l’idea dello svolgersi vertiginoso della storia.

COME Quale tema usa? □ Tema degli spiritelli □ Tema dell’asino □ Tema dell’amore

Alla fine Mendelssohn per esprimere il ritrovato accordo tra le fantastiche creature del bosco usa uno dei temi precedenti, ma molto rallentato e sottovoce. Riconosci qual è? @ Casa Editrice G. Principato

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Sogno da Scene infantili

pittore “Sono ildei chiaro scuri sentimentali”

Robert Schumann Zwickau, Germania 1810 - Endenich, Germania 1856

Paganini come modello

Nato in una famiglia amante della letteratura e della musica, Robert, da ragazzo, non sa decidersi a quale delle due arti dedicarsi. Legge con grande passione le maggiori opere dei poeti tedeschi, e abbozza un romanzo e una tragedia ma quando, a Francoforte, sente suonare Paganini, rompe ogni incertezza e si dedica definitivamente alla musica: anche lui aspira a diventare un grande virtuoso del pianoforte. Nella casa del suo maestro, Wieck, conosce la figlia Clara, pianista e compositrice anche lei; fra i due si accende un amore intenso. Ma il padre non vuole saperne di dare Clara in moglie a Robert e questo gli procura grandi sofferenze.

L’incidente alla mano

Solo dopo l’affermarsi di Schumann come pianista e come compositore può essere celebrato il matrimonio. La sua ambizione di ottenere sul pianoforte risultati acrobatici, gli procura un grave danno alla mano tale da costringerlo a interrompere la carriera di interprete. Da allora si dedica alla composizione. Nascono una quantità di opere per il pianoforte, composizioni da camera, quattro sinfonie, un Concerto per pianoforte, e diverse appassionate raccolte di Lieder. Il suo amore per la letteratura fa sì che spesso cerchi ispirazione nelle poesie e nei racconti dei suoi scrittori prediletti: primo fra tutti Jean-Paul, come amava firmarsi lo scrittore Johann Paul Richter.

Le nuove strade della musica Nelle sue musiche senti uno spirito acceso e visionario, che non sempre il pubblico del tempo apprezza. Schumann sostiene la causa della propria musica e quella degli altri compositori che, come lui, aprono alla musica strade nuove, scrivendo articoli di critica musicale e fondando una rivista, la “Nuova Rivista Musicale”. La sua dedizione alla musica è così intensa che finisce per condurlo alle soglie della pazzia: nel 1854 tenta il suicidio, e da quel momento è internato in una casa di cura, dove si spegne a 46 anni. Tracce A271 • A275

Robert Schumann, Carnaval Schumann presenta gli invitati speciali a una festa di carnevale. Sono le antiche maschere, come Pierrot e Arlecchino, insieme a personaggi di fantasia, Eusebio, Florestano, Coquette e altri ancora. Ascolta i principali. Schumann li ritrae nel loro carattere e nei loro gesti. Confrontiamo Pierrot e Arlecchino:

COSA esprime Come si muove Pierrot? □ Salta □ Corre □ Cammina □ Altro COME L’andamento è moderato. La dinamica è piano, ma a tratti si fa forte. Il ritmo procede per valori uguali (semiminime).

COSA esprime Come si muove Arlecchino?

□ Salta

□ Corre

□ Cammina

□ Altro

COME L’andamento è mosso. La dinamica tocca il pianissimo e il fortissimo. Osserva com’è il ritmo dall’inizio:

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@ Casa Editrice G. Principato


STORIA DELLA MUSICA Il Romanticismo Dopo il valzer, è la volta di due personaggi di fantasia, inventati da Schumann: Eusebio e Florestano. Sono le due anime con cui Schumann ama immaginare se stesso, i due lati del proprio carattere: in uno dei due, l’eterno sognatore, l’anima desiderosa di tenerezze, di abbandoni. Nell’altro lo spirito ardente, combattivo, perennemente inquieto.

COSA esprime In quale personaggio

Schumann raffigura la sua anima di sognatore? □ Eusebio □ Florestano

Eusebio Schumann.RitmiSchumann.Ritmi Eusebio COME Il ritmo è ondeggiante, con cellule ritmiche come questa:

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COSA esprime In quale personaggio troviamo il suo lato combattivo? □ Eusebio □ Florestano

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COME Il ritmo è più regolare, ma è un continuo alternare di passaggi veloci e lenti.

Entra subito in scena una simpatica maschera francese, Coquette. Balla saltellando e a ogni giro del suo percorso si ferma a battere le mani, fortissimo. Naturalmente è il pianoforte che lo produce: due accordi in fortissimo interrompono i saltelli espressi pianissimo.

A276

Tracce

Robert Schumann, Concerto per pianoforte e orchestra, op. 54. Allegro affettuoso. Esposizione Per un giovane musicista tedesco di quegli anni sarebbe stato impensabile sottrarsi all’influenza della grande tradizione classica, quella di Haydn, Mozart e Beethoven. Era una tradizione molto attenta alla forma della composizione musicale: parti somiglianti e parti contrastanti dovevano alternarsi. Nella sua struttura d’insieme, il Concerto di Schumann rispetta accuratamente quel criterio: due Allegri con in mezzo un Andantino. Ognuno dei due Allegri è nella rigorosa tripartizione della “forma sonata”: Esposizione – Sviluppo – Ripresa fedele dell’esposizione, il tutto coronato da un’ampia coda. Ascolta come Schumann tratta in modo personale questo modello. Poche battute energiche del pianoforte introducono il primo tema: prima eseguito dagli struSchumann. Concerto in La memoria. min. per pf.Puoi e orch. Tema menti a fiato, poi dal pianoforte. Fissalo bene nella anche suonarlo:

Allegro affettuoso

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COSA esprime Affettuoso, lo chiama Schumann.

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COME Cosa lo rende affettuoso? @ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA Il Romanticismo Schumann. Concerto in La min. per pf. e orch. bb 23-38 In questo concerto i sentimenti mutano in continuazione. Ecco i violini introdurre un tema in crescendo, sugli arpeggi del pianoforte:

Violini

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Ora il pianoforte prima, poi l’orchestra intera, ti portano in un clima lontano da quello iniziale:

COSA esprime Ora com’è il clima? □ Energico □ Altro

□ Delicato

□ Doloroso

COME Il movimento si fa più agitato; tutti suonano forte.

Il pianoforte riprende la parte principale, finché Schumann compie un gesto insolito, quando introduce il secondo tema principale. Secondo le regole, quando una musica è impostata in modo minore, come questa, il suo secondo tema dev’essere in modo maggiore, e molto diverso dal primo. Schumann è così legato al clima affettuoso della sua composizione che non Schumann. in variare La min. in permodo pf. e orch. Tema inloDo magg.primo tema. Il sentimenscrive un tema nuovo; Concerto non fa che maggiore stesso to ora si fa ancora più tenero!

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COSA esprime Il seguito sembra presentarci un personaggio inquieto, che si ripresenta sulla scena ogni volta diverso da se stesso.

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COME Il tema principale è proposto continuamente trasformato.

A questa sezione fa seguito lo sviluppo, poi la ripresa secondo le regole classiche.

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Paul Cezanne, Pierrot e Arlecchino (1895). @ Casa Editrice G. Principato


Romance variée

tata una grande concertista “Sono s e virtuosa”

Clara Wieck Schumann

Lipsia, Germania 1819 – Francoforte, Germania 1896

La “virtuosa della tastiera”

È la figlia di una cantante e di un industriale amante della musica ed è avviata agli studi musicali fin dalla più tenera infanzia. Il padre intuisce le doti non comuni della figlia e la costringe a esercitarsi al pianoforte ogni giorno per molte ore: vuole fare di lei una virtuosa della tastiera e le impartisce lezioni personalmente. Clara dà il suo primo concerto a dieci anni e da quel momento inizia la sua carriera di concertista costantemente seguita dal padre.

La vita con Robert Schumann A sedici anni si innamora di Robert Schumann, e a ventuno anni lo sposa contro la volontà del padre. Durante gli anni del matrimonio, Clara segue il marito nei suoi spostamenti e quando Robert comincia a dare i primi segni di problemi mentali si dedica interamente alla sua assistenza. Dopo la sua morte, riprende la carriera di concertista e continua quella di compositrice iniziata quando era poco più che una bambina, con le sue Quatre Polonaises op. 1. Compone molte altre musiche come i Lieder per voce e pianoforte. Tracce

A277

Clara Wieck Schumann, Scherzo in do minore op. 14 Al di là dell’amore che unisce Clara a Robert, è proprio la musica a mostrare l’affinità affettiva e musicale tra i due coniugi Schumann, tanto che potresti pensare che questa pagina sia di Robert, proprio come le maschere di Carnaval siano di Clara. Come molte loro composizioni, anche questa è dominata da un’emozione inconfondibile:

COSA esprime Come chiameresti l’emozione prodotta COME Il quadro musicale d’insieme è fornito dai dagli arpeggi? continui veloci arpeggi lungo la tastiera e in mezzo □ Allegra □ Sognante □ Febbrile a loro il tipico tema della passionalità romantica. □ Altro . Lo vedi riprodotto qui sotto. Clara Schumann. Scherzo n. 2 op. 14 E quella del tema cantabile? Con fuoco

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Quando l’accordo conclusivo sembra dirti che il brano è finito, appare improvvisamente l’altra anima di Clara: le due anime con cui Schumann aveva immaginato se stesso appartengono anche a lei. Anche Clara condivide con il marito la pienezza delle emozioni.

COSA esprime Cosa vedi: l’anima di Florestano o quella di Eusebio? Cos’altro ancora senti qui?

COME Il tema di questa parte è formato da un in-

ciso che si ripete più volte. Il modo, che prima era in minore, ora passa a maggiore. L’andamento è più calmo.

@ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA Il Romanticismo

Caratteri del linguaggio musicale romantico In questa epoca storica ognuno dei mezzi espressivi del linguaggio musicale è trattato in modo originale. Ecco come tende a presentarsi rispetto alla musica del Settecento: Mezzi espressivi

Settecento

Ottocento

Dinamica

Alterna parti eseguite mezzoforte ad altre eseguite piano; si chiama dinamica a terrazze

Si estende dal fortissimo al pianissimo; a volte con passaggi improvvisi

Timbro

Si predilige la piccola orchestra

Si prediligono il pianoforte e la grande orchestra

Melodia

Corta, ridotta, controllata; lontana dal canto popolare

Ampia, cantabile, scorrevole, “calda”, con frequenti intervalli cromatici; spesso vicina alle forme popolari

Armonia

Si predilige la polifonia

Ricca di modulazioni, ossia di passaggi da una tonalità all’altra; raramente polifonica

Ritmo

Uniforme per l’intero svolgimento

276

Regolare, a volte con leggeri ritardi della pulsazione

Modo

Prevale decisamente il modo maggiore rispetto al minore

I due modi (maggiore e minore) si usano con uguale frequenza: per espressioni in genere chiare e gioiose si preferisce il maggiore, per quelle ombrose e malinconiche il minore

Forma

Si rispettano forme preordinate

Si continuano le forme classiche (ABA, rondò ecc.) ma in modo più libero

@ Casa Editrice G. Principato


Danza ungherese n. 5

di essere il musicista “Credo del mio tempo più vicino ai modelli della musica” classici

Johannes Brahms Amburgo, Germania 1833 – Vienna, Austria 1897

La tradizione della forma-sonata

In Germania l’astro che domina le scene è Richard Wagner. Il suo linguaggio passionale e grandioso ispira i musicisti più giovani, in particolare Anton Bruckner (1824-1896), che lo adopera nelle sue sinfonie e nelle numerose composizioni sacre. Ma non tutti sono favorevoli a uno stile musicale così carico di emozioni. Nei paesi tedeschi ci sono musicisti che preferiscono uno stile più severo e per realizzare il loro ideale riutilizzano le forme della tradizione classica, basate sulla forma-sonata. Il più importante compositore di questa tendenza è Johannes Brahms. Come molti prima di lui, anche Brahms comincia a dare concerti da bambino, ma i familiari e gli amici intuiscono il suo talento di compositore. Studia seriamente, tanto che già le sue prime sonate per pianoforte vengono salutate come l’opera di un caposcuola della nuova generazione. Brahms trascorre la maggior parte della sua vita a Vienna, dove è riconosciuto come la personalità più importante della scena musicale. Pianista virtuoso, ama suonare lui stesso le proprie composizioni, spesso insieme ad altri concertisti di fama, come Clara Schumann, con la quale stringe una vera amicizia dopo la morte del marito Robert.

Il sogno Brahms ha un ambizioso obiettivo in mente: arrivare a comporre sinfonie contiBrahms con la sua famiglia.

nuando in modo personale la tradizione di Beethoven. Per poter coronare il suo sogno deve prima esercitarsi nella costruzione di lavori più semplici, come le Danze ungheresi e molta musica da camera: sonate, intermezzi e altre pagine per pianoforte, trii e quartetti per archi. La prima delle sinfonie arriva quando ha più di quarant’anni; la quarta, che è anche l’ultima, a più di cinquant’anni. A queste vanno aggiunti due concerti per pianoforte e orchestra e uno per violino. Nella sua musica sacra spicca il Requiem tedesco. Diversamente dalla maggioranza dei compositori del XIX secolo, non ci lascia invece opere liriche.

La ricerca della perfezione Nelle sue musiche domina un profondo senso della costruzione musicale, dove un nuovo motivo nasce sullo spunto di uno precedente. Per tale ragione il principio base del modo di comporre di Brahms viene chiamato sviluppo-variazione. Un’altra tecnica che Brahms eredita dai classici, e addirittura dai barocchi, è un sapiente impiego del contrappunto, la sovrapposizione di materiali musicali diversi. Perfezionista intransigente, arriva a distruggere opere già quasi terminate, se non trova quella perfezione a cui tanto aspira. Brahms può essere considerato l’ultimo erede della grande tradizione classica. @ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA

Tracce

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Johannes Brahms, Concerto per violino e orchestra, Adagio Una lunga melodia apre il Concerto. Incomincia così:

Brahms. Concerto per violino e orch. Adagio. Tema

Adagio

2 &b Q Trovi lo spartito nella sezione Classici del Volume B

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Non è il violino a eseguirla ma l’oboe, tanto che potremmo anche dire che in questo Concerto ci sono due solisti. Brahms dimostra un’inventiva straordinaria nel suo mescolare e alternare i colori strumentali.

COSA esprime Non c’è qui qualcosa di concre-

to a cui pensare. È solo un’unica intensa emozione, che intuisci facilmente; come la chiameresti?

COME A esprimerla, oltre al timbro tenero dell’oboe,

è l’andamento, Adagio molto; e le intense armonie create da flauti, clarinetti, fagotti e corni. Tacciono gli archi.

Quando il tema è finito, è la volta del violino a cantare il bel tema, però non come lo hai sentito fin qui.

COSA esprime Il suo modo di ripetere il tema,

circondato dagli altri archi, è come un’antica colonna di marmo intorno a cui cresce un delicato intreccio floreale.

COME Le note del tema sono come nascoste dentro lo scorrere a saliscendi per il pentagramma. Osserva qui sotto l’inizio: le note reali del tema sono evidenziate. Quello che fa il violino non è dunque altro che una variazione del tema.

Brahms. Concerto per violino e orch. Adagio. Tema variato

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Nella seconda parte dell’Adagio l’oboe tace. L’atmosfera si fa sempre più carica di emozione, nel girovagare appassionato del violino che si fa affannoso. Il violino raggiunge spesso la regione sovracuta che esaspera la tensione espressiva.

COSA esprime Alla fine l’emozione precedente si placa. Violino e oboe qui non si oppongono più: si avviano dolcemente verso la conclusione. 278

COME L’oboe e il violino si dividono i frammenti del

tema.

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Il Romanticismo

L’opera lirica Gli autori romantici che hai conosciuto fin qui erano poco interessati al genere di spettacolo che invece trionfava in Italia: l’opera lirica, o melodramma. Tanta era la passione del nostro pubblico nei suoi confronti, viceversa era molto scarso l’interesse per la musica puramente strumentale, sinfonie, sonate, quartetti e così via. Nel melodramma la musica diventa una potente alleata della parola per trasmettere allo spettatore il significato profondo della scena, i pensieri e i sentimenti dei protagonisti, per evocare eventi lontani, per anticipare le vicende, per esprimere un’impressione personale su ciò che sta avvenendo: insomma per mettere in luce tutti quegli aspetti che la musica ha la capacità di far immaginare.

Le forme del teatro musicale Nell’Ottocento si praticano varie forme di teatro musicale, a seconda dell’argomento che trattano e del modo in cui la musica interagisce con le parole. Le trovi qui elencate: • opera seria:

dramma musicale di argomento serio, anche tragico;

• opera comica:

commedia in musica di argomento leggero e spassoso;

• opera semiseria: opera che inserisce momenti leggeri in una vicenda seria, o viceversa; • opera buffa:

corrisponde alla farsa del teatro di prosa;

• Singspiel:

opera che alterna episodi parlati e altri cantati, tipica dei paesi di lingua tedesca;

• operetta:

commedia musicale di argomento leggero, in cui si alternano pagine cantate facilmente orecchiabili e altre parlate;

• musical: adattamento americano dell’operetta, di carattere brillante, ricco di balli e scenografie. Opera lirica, oppure melodramma sono termini generici, e intercambiabili, per indicare le opere in musica. I nostri melodrammi sono entrati nel repertorio dei massimi teatri di tutto il mondo, dalle Americhe al Giappone, dal Sudafrica alla Russia. Tanto da fare dell’italiano una delle lingue più conosciute nel mondo.

@ Casa Editrice G. Principato


STORIA DELLA MUSICA Il Romanticismo

Le parti dell’opera Nel Settecento il melodramma era formato da una serie di numeri chiusi: ossia di brani completi e separati fra loro. A seconda della loro forma ricevono un nome particolare: • aria: è il brano cantato da un solista. Quando è vivace, e generalmente posta alla fine di una scena, prende il nome di cabaletta. L’aria è a volte l’espressione a voce alta di un pensiero senza che ci sia nessun altro in scena: corrisponde a quello che nel teatro di prosa è il monòlogo; • duetto: è il dialogo cantato tra due personaggi; • concertato: è un brano a più esecutori solisti. A seconda del loro numero prende il nome di terzetto, quartetto, quintetto, sestetto; • recitativo: è un canto che si avvicina al parlato. Si chiama secco se si svolge su formule fisse ripetute; accompagnato se si svolge più libero, sostenuto dagli strumenti dell’orchestra; • coro: un ampio complesso vocale, che rappresenta una folla; • ouverture: è il brano strumentale che introduce l’opera. Si chiama anche preludio se è breve, sinfonia se è più esteso; • interludio (o intermezzo): è un brano strumentale posto all’interno di un atto, per separare due scene. I dialoghi delle opere liriche sono raccolti in un testo che prende il nome di libretto. Poco per volta nel corso dell’Ottocento i compositori sono sempre più insofferenti a questo modo di costruire una vicenda teatrale a pezzi separati, e preferiscono legarle fra loro in modo continuato, senza interrompere il flusso delle azioni.

Emozioni e melodie Una regola elementare per capire il melodramma è la seguente: quanto più accesa è l’emozione del personaggio, tanto più grandi sono i balzi della voce, dal grave all’acuto o viceversa. L’emozione del personaggio è alle stelle? La voce scatterà allora verso i suoni più alti. Il personaggio è depresso, desolato? Il tono della sua voce scenderà, a poco a poco; diverrà lamentoso. Quando l’emozione è spenta, annullata, la voce resta ferma su pochi suoni o addirittura su un suono solo. Il canto su un suono solo si chiama monocorde.

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Rappresentazione teatrale dell’opera Turandot di Puccini. @ Casa Editrice G. Principato

Libretto dell’opera Falstaff di Giuseppe Verdi.


Largo al factotum Videobiografia

n maestro senza uguali “Sono u del sorriso e della risata”

Gioachino Rossini Pesaro, 1792 – Parigi, Francia 1868

Gli studi

Sua madre era cantante, suo padre un suonatore di banda: Gioachino comincia quindi presto a studiare musica. Fino a gran parte dell’Ottocento studiare musica voleva dire non solo cantare e suonare più strumenti, ma anche inventare musica. Così si spiega come sia facile leggere che un musicista abbia cominciato a comporre da ragazzo o addirittura da bambino. Rossini scrive a dodici anni le sue prime sonate, e a quattordici la sua prima opera, Demetrio e Polibio. Entra nel Liceo musicale di Bologna per approfondire gli studi.

Le composizioni

Il suo idolo è Mozart. Scriverà infatti più tardi: «Mozart è l’ammirazione della mia giovinezza, la disperazione degli anni miei maturi, la consolazione della mia vecchiaia». Nell’opera lirica si afferma prestissimo come autore di grande successo: gli anni dal 1810 al 1823 vedono nascere, in rapidissima successione, una quantità di lavori sia comici sia seri. Tra le opere comiche: La cambiale di matrimonio, Il signor Bruschino, L’italiana in Algeri, Il turco in Italia, Cenerentola e, più famoso di tutti, Il barbiere di Siviglia. Tra le opere serie: Tancredi, Otello, Mosè in Egitto, Semiramide. In queste opere Rossini rivela la sua nostalgia per il melodramma settecentesco, specialmente nelle ricche fioriture del canto; ma sa anche imprimere un dinamismo nuovo nelle scene.

Il grand-opéra Nel 1823 lascia l’Italia per Vienna, Londra, infine Parigi, dove si ferma per il resto dei suoi giorni. Qui compone opere che si avvicinano al gusto spettacolare del genere prediletto dai francesi, il grand-opéra; un tipo di spettacolo teatrale in genere in cinque atti, ricco di scenografie e di coreografie. Grand-opéra è il Guglielmo Tell, del 1829, che segna improvvisamente l’addio di Rossini dalle scene teatrali: d’ora in poi comporrà solo musica sacra tra cui lo Stabat mater e la Piccola messa solenne, e una quantità di ariette e di pezzi per pianoforte, tra cui Serate musicali e Peccati di vecchiaia. Tracce A279 • A282

Gioachino Rossini, La Cenerentola L’opera tratta liberamente il famoso racconto di Perrault. Il librettista abbandona il contenuto fiabesco e rende realistica la vicenda. Qui non ci sono magie né fate buone, scarpette di cristallo o rintocchi della mezzanotte. Ci sono solo persone vere e situazioni reali.

Rappresentazione della Cenerentola.

La trama. Nella casa di don Magnifico vive come serva, Cenerentola, sorellastra di Clorinda e Tisbe. Giungono messaggeri ad annunciare che il principe don Ramiro darà un ricevimento allo scopo di scegliere tra le giovani invitate la sua sposa. Ma il principe non vuol essere ingannato, e scambia la sua identità con quella del servo Dandini: Dandini si fingerà principe, e il principe si travestirà da servo. Nel dare l’annuncio, il principe, nei panni del servitore, vede Cenerentola e se ne innamora in un attimo. @ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA Don Magnifico e le sue due figlie vanno alla festa. Vorrebbe andarci anche Cenerentola, che invece viene segregata in casa. Al palazzo, mentre la festa è al culmine, appare una bellissima sconosciuta. È Cenerentola, naturalmente, che è stata soccorsa dall’anziano maestro del principe, Alidoro. Cenerentola rifiuta la proposta di matrimonio di Dandini, il finto principe, dichiarandogli di essere innamorata del suo cameriere, in realtà il vero principe. È il momento di rivelare l’imbroglio a don Magnifico, che vede così svanire le speranze di avere sposa del principe una delle due figlie predilette. Finalmente il principe si fa riconoscere, e chiede in sposa la fanciulla. Anche il patrigno e le sorellastre si inchinano ai suoi piedi. Cenerentola dimostra ancora una volta la sua nobiltà d’animo, e perdona i torti subiti con un tenero abbraccio. Analizza i ritratti che Rossini offre dei diversi personaggi, cominciando dalla protagonista e dalle sue sorellastre.

Primo episodio Appena si apre il sipario, Clorinda sta provando un passo di danza, lo chassé. Tisbe sistema un fiore alla fronte e al petto. Cenerentola è, come sempre, al camino, costretta a fare da serva alle due. Comincia l’orchestra e il motivo è ripetuto poi da Clorinda e Tisbe. Su questi versi: CLORINDA No, no, no: non v’è, non v’è chi trinciar sappia così leggerissimo sciassé*. * Ossia: non c’è nessuno che TISBE

Sì, sì, sì: va bene lì. Meglio lì; no, meglio qui; risaltar di più mi fa.

CLORINDA

A quest’arte, a tal beltà sdrucciolare ognun dovrà*.

COSA esprime Che quadro ti sottopone la

musica? □ Delicato □ Vivace □ Rabbioso

sappia compiere un passo di danza come il mio.

* Tutti devono essere abili come me a danzare.

COME I violini eseguono un motivo a note staccate; prima in ascesa poi in discesa.

Accanto al fuoco, Cenerentola canta la sua canzone preferita: CENERENTOLA Una volta c’era un re, che a star solo s’annoiò. Cerca, cerca, ritrovò! Ma il volean sposare in tre. Cosa fa? Sprezza il fasto e la beltà, e alla fin sceglie per sé l’innocenza e la bontà. LE SORELLASTRE Cenerentola, finiscila, con la solita canzone. * cantone: angolo CENERENTOLA Presso al fuoco in un cantone*, via, lasciatemi cantar. Una volta c’era un re: Una volta... CLORINDA E due, e tre. La finisci sì o no? Se non taci, ti darò...

Secondo episodio

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Ecco papà don Magnifico nella scena in cui Cenerentola lo supplica di portare anche lei alla festa. È presente anche il principe Ramiro con il suo servo Dandini, che osserva stupefatto i modi bruschi di don Magnifico. CENERENTOLA Signore, una parola: in casa di quel Principe, un’ora, un’ora sola portatemi a ballar. MAGNIFICO Ih! ih! la bella Venere! Vezzosa, pomposetta!... Sguaiata, cova-cenere! Lasciami, deggio andar. DANDINI (osservando Ramiro immobile) Cos’è, qui fa la statua? RAMIRO Silenzio, ed osserviamo. @ Casa Editrice G. Principato


Il Romanticismo DANDINI RAMIRO CENERENTOLA MAGNIFICO RAMIRO E DANDINI MAGNIFICO

Ma andiamo o non andiamo? Mi sento lacerar. Ma una mezz’ora, un quarto... (alzando minaccioso il bastone) Ma lasciami, o ti stritolo. (accorrendo a trattenerlo) Fermate. Serenissima! Altezzissima! (a Cenerentola) Ma vattene. Servaccia ignorantissima!

Nel canto di Cenerentola riconosci le due caratteristiche della voce nella lirica:

COSA esprime La supplica di Cenerentola opposta

alla durezza di don Magnifico ritrae il carattere dei due personaggi. Quale carattere? Cenerentola: Don Magnifico:

COME Vocalizzi di Cenerentola.

Ripetizione delle parole.

In questo modo Rossini costruisce lunghe melodie, continuamente rinnovate.

Terzo episodio Condotta dal Maestro del Principe, anche Cenerentola, truccata da gran dama, arriva alla festa. Il Principe è colpito: è lei che vorrà come sposa, è deciso! Ma non sa che la dama della festa è Cenerentola. Lo scoprirà quando si recherà a casa di don Magnifico a riferirgli quale tra le sue due figlie ha scelto. Per farci dire dalla musica che tipo di persona è il principe, basta ascoltare come si esprime dopo che Cenerentola gli ha donato un braccialetto. Così canta: RAMIRO

Sì, ritrovarla io giuro. Amore, amor mi muove: se fosse in grembo a Giove, io la ritroverò!

Uno squillo di tromba

COSA esprime Nella testa del principe Ramiro sta per scatenarsi una voglia ardente di conquistare Cenerentola.

COME Quale strumento introduce la scena? □ Flauto

□ Chitarra

□ Tromba

Una ben diversa emozione segue subito: Ramiro guarda il braccialetto e così lo commenta: RAMIRO

Pegno adorato e caro che mi lusinghi almeno. Ah come al labbro e al seno, come ti stringerò.

COSA esprime A che carattere ti fa pensare la musica?

COME È uno dei rari momenti dell’opera in cui l’andamento non è più convulso ma quieto; il ritmo dondolante; pochi vocalizzi arricchiscono la melodia.

Quarto episodio È una delle scene più spassose dell’opera. I sei protagonisti sono tutti stupefatti per quanto sta succedendo. Quasi che le parole non contino più niente; non solo, è la loro melodia a chiarire la situazione paradossale. Al ridicolo contribuisce il modo di rinforzare la consonante erre: TUTTI Questo è un nodo avviluppato, questo è un gruppo rintrecciato. Chi sviluppa più inviluppa, chi più sgruppa più raggruppa; ed intanto la mia testa vola, vola, e poi s’arresta. Vo tenton per l’aria oscura, e comincio a delirar. @ Casa Editrice G. Principato

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Marcia trionfale dell’Aida Videobiografia

to le passioni della nostra vita “Raccon nei miei melodrammi”

Giuseppe Verdi Roncole di Busseto, Parma, 1813 – Milano, 1901

Il Risorgimento italiano

Nato da una povera famiglia contadina, non può compiere studi regolari di musica. Riesce ad avere lezioni da modesti maestri del paese dove vive, ma gli viene negato l’accesso al Conservatorio di Milano. Le sue doti e la grande forza di volontà hanno il sopravvento: nel 1839 ha già scritto un’opera lirica e riesce a farla rappresentare alla Scala di Milano: Oberto conte di San Bonifacio. Sta per comporre un’opera comica, quando gli muoiono a breve distanza l’uno dall’altro i due figlioletti e la moglie. L’opera viene rappresentata ma il pubblico la fischia. Verdi decide di rinunciare alla carriera musicale ma, in seguito, si ricrede, e stavolta l’opera che nasce ha un successo straordinario: è il Nabucco, che infiamma gli animi con il coro Va’ pensiero. L’Italia sta vivendo il suo Risorgimento, e i cori di Verdi sono usati come inni di battaglia; le iniziali del suo stesso nome sono adoperate per indicare il motto patriottico “Vittorio Emanuele Re d’Italia”.

La “febbre creativa” Per Verdi sono anni d’intensa attività, che poi definirà “anni di galera”; le opere di questo periodo sono semplici, sanguigne, popolaresche. Il suo gusto si raffina specialmente dopo il 1850, quando scrive Rigoletto, Il trovatore, La traviata. Si apre alle esperienze musicali internazionali: assimila i modi del grand-opéra francese e li piega al suo gusto per il canto appassionato nelle opere I vespri siciliani, Un ballo in maschera, La forza del destino, Don Carlos, Aida, commissionata per celebrare l’apertura del Canale di Suez. Per un’altra manifestazione, l’Esposizione londinese del 1862, scrive l’Inno delle nazioni. La carriera poetica Raggiunta l’unità d’Italia con la seconda guerra risorgimentale, Verdi è eletto deputato: carica a cui rinuncia presto, preso com’è dai suoi progetti creativi. Dopo Aida si ritira nella sua tenuta di Sant’Agata, dove compone la Messa di Requiem in memoria di Alessandro Manzoni. Con l’avanzare dell’età, il gusto musicale di Verdi si fa sempre più esigente: nel 1887 termina Otello e nel 1893, all’età di 80 anni, il suo capolavoro comico: Falstaff, un sorridente addio alla vita. Tracce A283 • A288

Giuseppe Verdi, Rigoletto È una storia tragica, ambientata nel secolo XVI a Mantova.

Atto primo Durante una festa, il Duca padrone di casa, si vanta dei suoi successi con le donne. Al suo fianco Rigoletto, il deforme buffone di corte, provoca il nobile Monterone, un ospite a cui il Duca ha sedotto la figlia, e Monterone lo maledice. Alla festa corre una voce: Rigoletto ha un’amante! I cortigiani decidono di rapirgliela quella notte stessa. La ragazza, che Rigoletto tiene rinchiusa in una villa, non è un’amante, è sua figlia Gilda. Invece è un altro quello che si è innamorato della ragazza, e da lei è ricambiato: il Duca. È notte e i rumori della strada fanno accorrere Rigoletto. Sono i cortigiani, che per rendere più atroce la beffa, in quella notte tenebrosa, fanno reggere proprio a Rigoletto la scala che li fa penetrare nel rifugio di Gilda.

Atto secondo

284

La mattina dopo Rigoletto ha capito tutto: sa che la sua Gilda è rinchiusa nel palazzo del Duca, e ai cortigiani che lo deridono rivela la verità: quella ragazza non è la sua amante, è sua figlia! Pretende che gliela riconsegnino. Intanto trama una vendetta sanguinosa. In città c’è un killer, Sparafucile, che si offre di uccidere per lui il Duca. @ Casa Editrice G. Principato


STORIA DELLA MUSICA Il Romanticismo Atto terzo Maddalena, la sorella di Sparafucile, attira il Duca nella sua locanda. Ma anche lei se ne innamora e chiede al fratello di chiudere nel sacco da consegnare a Rigoletto il primo viandante che venga a bussare. Sparafucile non accetta, poi arriva a un compromesso. Ucciderà la prima persona che entrerà in osteria entro mezzanotte altrimenti a morire sarà il Duca. Gilda da fuori ha sentito tutto. Per salvare il Duca è lei a presentarsi e a venire accoltellata. Secondo i patti, Rigoletto viene a ritirare il macabro sacco per condurlo alla vicina riva del fiume. Sta per scaraventarlo nella corrente quando gli giunge da lontano un canto inconfondibile: è La donna è mobile, la canzone prediletta dal Duca. Ed è proprio il Duca a cantarla. Disperato, Rigoletto apre il sacco. Scopre la figlia morente che lo implora di perdonare lei e lo stesso Duca. A Rigoletto si para davanti agli occhi il ricordo della maledizione ricevuta alla festa dal nobile Monterone. Prima che il sipario si alzi, Verdi ci fa ascoltare un breve preludio, che anticipa la sostanza espressiva dell’opera.

COSA esprime A quale situazione dell’opera può riferirsi il preludio? □ I sentimenti amorosi dei personaggi □ Le provocazioni del buffone □ La maledizione

COME È fatto di lunghi accordi ripetuti, affidati a trom-

be, tromboni e timpani; con un crescendo fino a fortissimo a cui partecipano anche gli archi. Un altro crescendo da pianissimo a fortissimo chiude il breve preludio. Il modo è minore.

Quali sono i personaggi principali dell’opera? Che “tipi” saranno? Il libretto ci dice cosa combinano, ma per capire la loro personalità e i loro sentimenti dobbiamo interrogare la musica. Cominciamo dalla coppia che in un melodramma non manca mai: i due innamorati, il Duca e Gilda, la figlia di Rigoletto. Primo personaggio: il Duca di Mantova. Alla festa nel suo palazzo fa conoscere bene che idee ha dell’amore. Le parole che dice non lasciano dubbi: DUCA

Questa o quella per me pari sono a quant’altre d’intorno mi vedo. Del mio core l’impero non cedo meglio ad una che ad altra beltà. La costoro avvenenza è qual dono di che il fato ne infiora la vita. S’oggi questa mi torna gradita forse un’altra doman lo sarà. La costanza, tiranna del core, detestiamo qual morbo crudele. sol chi vuole si serbi fedele, non v’ha amor se non v’è libertà. Dei mariti il geloso furore, degli amanti le smanie derido; anco d’Argo i cent’occhi disfido se mi punge una qualche beltà

Con queste parole il Duca dice che vuole essere libero di innamorarsi di qualsiasi donna possa incontrare, anche se sposata. Si dice pronto a sfidare i mostri infernali (gli occhi del mitico cane Argo) per conquistare la donna che desidera. Inoltre non gli importa neanche di essere un amante fedele. @ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA Ecco il Duca fingere dolore perché una delle dame che ha sedotto deve partire: DUCA Partite? Crudele! DAMA Seguire lo sposo m’è forza a Ceprano. A fare capire la situazione è l’andamento musicale, inaspettato: è un minuetto! Questa danza rimanda alle galanterie del Settecento: Verdi lo sceglie apposta per dirci quanto è falso il Duca. Secondo personaggio: Gilda, la figlia di Rigoletto. Ascolta Gilda dopo che il Duca è tornato a vederla, grazie alla complicità della custode. Le parole del Duca sono infuocate: si è presentato come un povero studente di nome Gualtier Maldé, perché sa che in città, e Rigoletto prima di tutti, lo conoscono come un dongiovanni senza scrupoli. Gilda invece è rimasta estasiata. E Verdi è molto esplicito. Così scrive nel libretto: GILDA

Gualtier Maldé... nome di lui sì amato, scolpisciti nel core innamorato. Caro nome che il mio cor festi primo palpitar, le delizie dell’amor mi dèi sempre rammentar! Col pensiero il mio desir a te ognora volerà, e pur l’ultimo sospir, caro nome, tuo sarà.

COSA esprime Dolce, serena, incan-

tata, ma nel suo cuore i sentimenti sembrano volare, leggeri e gioiosi

COME Il ritmo è dondolante. Verdi stesso spiegava: «il tempo deve essere un allegretto molto lento, e l’esecuzione tutta sottovoce». Ma non ci facciamo sfuggire il virtuosismo dei vocalizzi e degli ampi intervalli della melodia.

Terzo Personaggio: Rigoletto Andiamo al momento centrale della vicenda. Rigoletto sa che i cortigiani gli hanno rapito la figlia, all’insaputa del Duca. A corte Rigoletto vede che lo deridono sogghignando. Ma quando rivela quello che loro non sapevano, che Gilda è la figlia, l’atmosfera si fa esplosiva: RIGOLETTO Io vo’ mia figlia!! CORTIGIANI La sua figlia?! RIGOLETTO Sì, la mia figlia... d’una tal vittoria, che!... adesso non ridete?... Ella è là... la vogl’io... la renderete. Corre verso la porta, ma i Cortigiani lo bloccano. E lui ora tira fuori tutta la sua rabbia feroce: RIGOLETTO Cortigiani, vil razza dannata, per qual prezzo vendeste il mio bene? A voi nulla per l’oro sconviene, ma mia figlia è impagabil tesor. La rendete... o, seppur disarmata, questa man per voi fora cruenta. Nulla in terra più l’uomo paventa, se dei figli difende l’onor. Quella porta, assassìni, m’aprite. (Si getta ancora verso la porta; lotta ma poi cade esausto) Ah ! voi tutti a me contro venite! @ Casa Editrice G. Principato


Il Romanticismo Ora non gli resta che supplicare: RIGOLETTO

Ebben. piango... Marullo... signore, tu ch’hai l’alma gentil come il core, dimmi or tu dove l’hanno nascosta? È là... È vero... tu taci!... perché?... Miei signori... perdono, pietate... Al vegliardo la figlia ridate... Ridonarla a voi nulla ora costa, tutto il mondo è tal figlia per me.

In una sola aria Verdi è magistrale nel raccontarci il netto cambiamento di stato d’animo del povero vecchio:

COSA esprime Furibondo e aggressivo nella prima parte; lamentoso e disperato nella seconda.

COME Nella prima parte mosso, con gli archi che rinforzano da cima a fondo la furia di Rigoletto con i loro incisi galoppanti. Nella seconda un diverso inciso orchestrale sottolinea e amplifica la pena del povero Rigoletto.

Il concertato Verdi nella sua opera non ti fa ascoltare le parti separatamente una dall’altra: le sovrappone via via, una dopo l’altra, realizzando un concertato. Perché è proprio così che i personaggi si esprimono nella storia: uno non aspetta a parlare dopo che l’altro abbia finito, ma ognuno intreccia i suoi discorsi con quelli degli altri. Il contrappunto che risulta è una delle grandi possibilità di cui il linguaggio musicale dispone. Verdi non lascia inespressivi i personaggi minori. Un esempio è Maddalena, la sorella del killer, che adesca i condannati per affidarli alla spada di Sparafucile. DUCA

Bella figlia dell’amore, schiavo son de’ vezzi tuoi;

MADDALENA

Ah! ah! rido ben di core, ché tai baie costan poco, quanto valga il vostro giuoco, me ’l credete so apprezzar.

GILDA

Ah così parlar d’amore a me pur l’infame ho udito! Infelice cor tradito, per angoscia non scoppiar.

RIGOLETTO (a Gilda) Taci, il piangere non vale; ch’ei mentiva or sei secura... Taci, e mia sarà la cura la vendetta d’affrettar.

COSA esprime Stato d’animo, temperamento:

COME A ognuno Verdi assegna una melodia diversa.

Duca: Maddalena:

La melodia che prevale negli strumenti è quella di uno dei personaggi: quale?

Gilda: Rigoletto: La melodia prevalente fa sì che il significato della pagina sia di grande dolore.

@ Casa Editrice G. Principato

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Cavalcata delle valchirie Videobiografia

storie con protagonisti “Canto eroi superumani”

Richard Wagner Lipsia, Germania, 1813 – Venezia, 1883

Gli inizi

Impulsivo e anticonformista, Richard segue gli studi senza un particolare interesse fino a quando, all’età di sedici anni assiste alla rappresentazione del Fidelio di Beethoven. Da quel momento decide di dedicarsi alla musica. Rienzi è la sua prima opera importante. Costretto a partire perché assediato dai creditori, raggiunge Londra in nave e lo spettacolo del mare in tempesta gli ispira la composizione de L’olandese volante (o Vascello fantasma).

La vita a Dresda e le idee rivoluzionarie

Trasferitosi a Parigi trascorre alcuni anni in assoluta povertà, dandosi da fare con ogni mezzo per sopravvivere e continuare a comporre. Il successo della rappresentazione del Rienzi all’Opéra di Parigi gli vale finalmente il posto di direttore del teatro di Dresda, dove si trasferisce. In quel periodo inizia la stesura del Lohengrin, diventa amico di Liszt e si lega a un movimento rivoluzionario. Quando nel 1848 scoppiano le rivoluzioni europee, si trova sulle barricate, ma falliti i moti deve rifugiarsi in Svizzera in esilio. Qui chiarisce meglio le sue idee in fatto di spettacolo musicale: sogna un’opera in cui parola, musica e scena siano frutto di un solo pensiero, di un solo autore. La chiama Wort-Ton-Drama, dramma di parole e di suoni. Nasce un progetto ambizioso: riscrivere poeticamente, e mettere in musica, l’antica saga dei Nibelunghi. Scrive la prima opera di questa saga, L’oro del Reno ma si interrompe per dedicare all’amata poetessa Mathilde Wesendonck, un’opera carica di passione amorosa, Tristano e Isotta.

La critica I critici non mancano di attaccare aspramente le straordinarie novità della sua musica e Wagner replica scrivendo una quantità di testi teorici, ma anche un’opera in cui mette in ridicolo gli avversari: I Maestri Cantori di Norimberga. Il sogno di un teatro dove poter rappresentare le sue opere a proprio modo, può realizzarsi dal 1864, quando il re di Baviera, Luigi II, gli offre il suo pieno appoggio economico. Completa qui, a Bayreuth, la tetralogia dell’Anello dei Nibelunghi con Walkiria, Sigfrido, Crepuscolo degli dei e, sempre a Bayreuth, vede la luce la sua ultima opera, basata su un intenso misticismo: Parsifal. Nelle sue opere Wagner mette in pratica sistematicamente quello che già Berlioz aveva fatto con la sua Sinfonia fantastica: ogni personaggio dei suoi drammi è raffigurato da un tema musicale più o meno modificato secondo la situazione. Tracce

288

A289

Richard Wagner, Il crepuscolo degli dei, Scena finale L’eroe di questa grandiosa epopea è Sigfrido. Sua madre Siglinda l’aveva avuto sposandosi col proprio fratello Sigmundo, e questa violazione delle sacre leggi umane suscita la collera degli dei. Il dio supremo Wotan manda una delle sue valchirie, ossia messaggere, Brunilde a provocare la sconfitta di Sigmundo in un duello. Ma Brunilde, commossa per la sorte dei fratelli-sposi, disobbedisce, e fugge portando con sé Siglinda e rifugiandola nella foresta dove Siglinda morirà dopo aver dato alla luce Sigfrido. Brunilde invece è punita dal dio: non sarà più una valchiria ma una semplice donna, e cadrà in un sonno magico, da cui potrà svegliarla solo un eroe che non conosce la paura. L’eroe sarà naturalmente Sigfrido, cresciuto in forza e in coraggio. Sua diventerà la spada che rende invincibili. Suo diventerà l’anello d’oro strappato anticamente al fiume Reno, che dà il possesso del mondo, ma con il possesso anche un destino di maledizioni. La tragica fine di Sigfrido sarà provocata da un perfido tranello teso dai nemici, avidi dell’anello. Brunilde si immolerà sul rogo funebre e le fiamme si alzeranno fino alla dimora degli dei facendola crollare. @ Casa Editrice G. Principato


STORIA DELLA MUSICA Il Romanticismo

Per costruire le sue opere Wagner inventa una serie di temi che lega poi fra loro, affidandoli alle voci dei cantanti o agli strumenti dell’orchestra. Ogni tema si collega a una particolare realtà: personaggi, oggetti, sentimenti, simboli e così via. Ecco i temi principali nel finale.

COSA esprime Cavalcata delle valchirie

COME

Wagner. Cavalcata delle Walkirie

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Salvezza nell’amore

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Le Ondine che custodiscono l’oro del Reno

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La voce con cui il brano incomincia è quella della valchiria Brunilde. Monta sul suo cavallo e si butta nel rogo che distruggerà il Walhalla. La voce stessa di Brunilde, con le note sovracute a cui si spinge, ci dice tutta la drammaticità della scena. Così canta: BRUNILDE

Guardate, io scaravento la torcia sulla gloriosa fortezza del Walhalla! Cavallo mio, ti ringrazio. Amico, sai dove ti conduco? Dentro il fuoco del rogo! Qui giace il tuo padrone, Sigfrido, il benedetto mio eroe. Sei orgoglioso di seguire il tuo amico? Nitrisci? Non sei attratto dalle vampe che ridono? Guarda come brucia anche il mio petto; fiamme vivaci mi consumano il cuore. Tenerlo, esser tenuta da lui; unita a lui dal potere dell’amore! Hai-a-ya-ho. Saluta il tuo maestro! Sigfrido, Sigfrido, guarda! Tua moglie ti saluta festante! Le fiamme raggiungono il castello, dove le divinità siedono, finché tutto s’incenerisce. S’innalzano le acque del Reno; e le Ondine, le ninfe acquatiche, ridiventano custodi di quell’anello d’oro che aveva scatenato l’avidità di dei e umani. @ Casa Editrice G. Principato

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LE CITTÀParte Quarta DELLA MUSICA

CIVIC MUSIC

Vienna Vienna

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L’Imperatore Francesco Giuseppe I al ballo per celebrare l’arrivo del nuovo secolo.

Fin dal Medioevo, Vienna è il centro di un’intensa vita musicale. Numerosi sono i monasteri in cui fin dal Medioevo si produce musica sacra, mentre nelle sedi cittadine ha sede una fiorente scuola di Maestri Cantori. Capitale del Sacro Romano Impero ha un suo eccezionale momento di splendore musicale sotto l’imperatore Massimiliano Primo (1508-1519). Un secolo dopo sono attive in città officine per la produzione di liuti, cembali e organi, ricercati da tutta Europa. Musicisti importanti come Pachelbel creano un repertorio speciale per questi strumenti. L’Italia ha un ruolo chiave nel fare di Vienna il centro della musica europea. Ma presto dall’Italia arriva una moda che conquisterà i gusti e i favori del pubblico aristocratico prima, poi di tutta la cittadinanza: il melodramma. Architetti famosi come il Bibiena vengono chiamati a progettare appositi teatri. Proprio qui verranno rappresentate le opere di Gluck e Mozart. Nei decenni successivi sulle scene viennesi trionfano le opere di Bellini, Donizetti e specialmente Rossini. Diventata una delle principali capitali della musica, Vienna richiama anche i grandi autori dell’età classica e dell’età romantica, a cominciare da Beethoven, poi Schubert, Schumann, Brahms. Nel XIX secolo la guerra provocherà la rovina del grande Impero Asburgico ma sarà ancora la musica a tenere alto il prestigio della sua capitale. Proprio qui infatti prenderà piede la Scuola Viennese, l’arte maestra di Arnold Schönberg, Alban Berg, Anton Webern. @ Casa Editrice G. Principato


Sala dorata del Musikverein.

Castello di Schönbrunn.

@ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA

Ripassa a tempo Un evento che cambia gli equilibri Nel 1789 scoppia la Rivoluzione Francese. È un evento che sconvolge l’Europa e ne cambia gli equilibri. Fino allora il potere era nelle mani del re e degli aristocratici. Nel corso dell’Ottocento altre rivoluzioni scoppiarono in Europa. I popoli vogliono la libertà dagli oppressori stranieri e dalle regole imposte in modo ingiusto. Questo sentimento è condiviso da artisti e musicisti che vogliono sentirsi liberi dalle regole musicali rigide imposte nel secolo precedente. Ai movimenti artistici di questo periodo si dà il nome di Romanticismo.

La musica romantica I musicisti vogliono comunicare sentimenti e emozioni che si agitano nel loro animo. Lo stile delle composizioni richiede esecutori molto abili, definiti virtuosi dello strumento e del canto. I primi a farsi ammirare come virtuosi sono Niccolò Paganini al violino, e Franz Liszt al pianoforte. I concerti dove i virtuosi esibiscono le loro abilità sono detti recital. Liszt e il francese Hector Berlioz, danno il via a un genere musicale nuovo, il poema sinfonico, cioè una “traduzione” in suoni di vicende letterarie.

L’opera lirica In Italia continua la passione del melodramma grazie ad autori come Gioachino Rossini, e Giuseppe Verdi. I dialoghi delle opere sono raccolti in un testo che prende il nome di libretto. In un melodramma più è accesa l’emozione tanto più grandi sono i balzi della voce: dall’acuto al grave o viceversa. Questa è la regola base del melodramma.

ARIA

UN’OPERA LIRICA È COMPOSTA DA:

Brano cantato da un solista

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OUVERTURE Brano strumentale che introduce l’opera

DUETTO

CORO

Dialogo cantato tra due personaggi

Ampio complesso musicale

RECITATIVO

CONCERTATO

Canto che si avvicina al parlato

Brano a più esecutori solisti

@ Casa Editrice G. Principato


Il Romanticismo

Verifica le tue conoscenze 1. Quale genere musicale trionfa nella musica italiana durante il Romanticismo? a. Il melodramma. b. La ballata. c. Il poema sinfonico. d. La sonata. 2. Che cosa si intende per virtuosismo? a. Un musicista che si comporta onestamente. b. Un musicista che ha una grande abilità esecutiva. c. Un musicista che compone pezzi difficili da suonare. 3. Come sono usati gli strumenti dai compositori di questa epoca? (tre risposte corrette). a. In modo spesso virtuosistico. b. Vengono valorizzati anche gli strumenti che un tempo erano usati solo per fare da accompagnamento. c. Lo strumento normalmente usato per accompagnare il canto è il flauto. d. S’introduce la chitarra elettrica. e. Il pianoforte è lo strumento ideale dei musicisti romantici perché permette di esprimere i diversi stati d’animo. 4. Di ciascuna delle seguenti affermazioni, indica se è vera o falsa. a. Romanticismo è il nome che si dà ai canti che hanno un lieto fine. b. Il Lied è un canto accompagnato per lo più dal pianoforte, su testi poetici. c. Il poema sinfonico è un’ampia composizione sinfonica che traduce un poema letterario. d. La forma complessiva della musica segue le regole stabilite nell’età classica ma in modo più libero. e. Paganini è un musicista virtuoso. f. Nel Romanticismo si predilige la piccola orchestra. 5. Collega ogni termine alla sua definizione. a. Recital b. Melodramma c. Opera comica d. Ouverture

6. Collega ogni opera al suo compositore. a. Romeo e Giulietta b. Cenerentola c. Carnaval d. Crepuscolo degli dei e. Rigoletto

@ Casa Editrice G. Principato

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1. Commedia in musica di argomento leggero. 2. Brano strumentale che introduce l’opera. 3. Concerto con un solo artista che si esibisce suonando e parlando. 4. Vicenda teatrale cantata e suonata.

1. Richard Wagner 2. Giuseppe Verdi 3. Hector Berlioz 4. Gioachino Rossini 5. Robert Schumann

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STORIA DELLA MUSICA

La Belle Époque Una nuova età dell’oro

DA UNO STILE ALL’ALTRO

Osserva le due immagini. L’edificio della città di Bayreuth in Germania 1 , unisce elementi antichi e nuovi. Le colonne e la cuspide sono un riferimento all’architettura classica mentre il disegno geometrico ai fianchi dell’edificio e il balcone rappresentano un tocco di modernità. Vivacità e rigore si mescolano per esprimere severità e fantasia. L’edificio è un teatro fatto costruire nel 1872 dal compositore Richard Wagner perché vi fossero rappresentate le sue opere. La Casa Batllò dell’architetto Gaudì a Barcellona 2 , accompagna l’osservatore in un mondo di fantasia. Le forme, i materiali, le decorazioni, i colori esprimono il desiderio di abbandonare tutto ciò che è tradizionale per esprimere la più libera fantasia.

La cuspide e il terrazzo sono arricchiti da tre finestroni

La vivacità delle forme è esaltata dal rosso mattone nelle parti superiori e dal giallo e bianco nelle parti inferiori

Le colonne classiche mettono in risalto l’ingresso e il balcone

1 Teatro dell’opera di Bayreuth

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@ Casa Editrice G. Principato


Anche nella musica troviamo cambiamenti di stile altrettanto grandi. Ascolta i due brani qui proposti.

Tracce

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Tracce

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Schubert, Sinfonia n. 5, I, Esposizione

Gustav Mahler, Sinfonia n° 6, Allegro energico

In questo frammento puoi riconoscere l’eredità dello stile classico nei suoi due temi principali e poi un’espressione ricca di sentimento: quel sentimento che caratterizza tutto il Romanticismo.

La seconda musica è stata scritta da un compositore vissuto a cavallo dei secoli XIX e XX. Il mondo classico e il mondo romantico sembrano ai nuovi compositori un po’ troppo semplici. Proprio come gli architetti ora anche i musicisti amano costruire le loro musiche in modo originale e sorprendente.

1. A quale situazione fa pensare la seconda musica? □ A una preghiera □ A una danza □ A una marcia 2. Come si distingue la musica di Mahler da quella di Schubert? Quella di Schubert è formata di frasi: □ regolari □ irregolari Quella di Mahler di frasi: □ prevedibili □ libere □ confuse Le diverse frasi: □ sono spezzate in frammenti distinti □ formano un’unica lunga frase I diversi momenti sono affidati: □ all’orchestra compatta □ a strumenti diversi

Il tetto è ricoperto da squame che simulano il dorso di un animale

La facciata è animata da un ritmo ondulatorio

La presenza di piccole ceramiche e vetro irridescente crea giochi di luce

2 Casa Batlló, Barcellona @ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA

La Belle Époque L’età dell’intraprendenza e del progresso CORNICE STORICA

La pace in Europa

Il progresso

Fra il 1871, quando si conclude la guerra tra Francia e Prussia, tecnico-scientifico e il 1914, quando scoppia la Prima Guerra Mondiale, i principali genera una paesi europei vivono in pace. Proprio nel 1871 gli Stati germanici mentalità si uniscono in un grande impero, mentre il nostro Paese porta a nuova compimento la sua unità conquistando Roma, che diventa la capitale. Da questo momento si sviluppano come mai in passato la matematica, la ricerca scientifica e l’invenzione tecnica. Si scoprono le cause di antiche malattie come la malaria, la tubercolosi e la rabbia, e si trovano i relativi rimedi. È in questo periodo che s’inventano il telefono, il fonografo, la fotografia su lastra, la lampadina elettrica, i raggi X, il cinema, la radio, l’automobile, la motocicletta e l’aeroplano.

Si afferma la ricca borghesia

Litografia di un cafè-chantant

L’invenzione del cemento armato porta a cambiare la costruzione degli edifici. Con la realizzazione dei primi impianti idroelettrici, l’elettricità entra nelle case e nelle strade cittadine. Si moltiplicano le strade e le linee ferroviarie, che favoriscono gli scambi commerciali. Con il progresso delle tecniche, la ricca borghesia diventa padrona delle grandi industrie e accumula capitali finanziari e potere. L’ottimismo sulle sorti dell’umanità, l’entusiasmo nel progresso e il clima di festa in cui vive la classe borghese fa definire questi anni Belle Époque (dal francese: epoca bella). Quando la ricca borghesia vuole distrarsi, non desidera più le musiche impegnative di grandi maestri come Bach o Beethoven. L’ideale è l’operetta, uno spettacolo teatrale recitato, cantato e ballato, con musiche facili e storie d’amore divertenti. A fine secolo si moltiplicano in Europa le sale da ballo e i cafè chantant del cabaret: sale da caffè in cui si esibiscono artisti che intrattengono il pubblico con musica e canzoni di qualità.

Andare a tempo

1871

Fine della guerra francoprussiana

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1885

Pasteaur crea il vaccino contro la rabbia

Albert Edelfelt, Pasteaur nel suo laboratorio (1885). @ Casa Editrice G. Principato


La Belle Époque

Le star Antonin Dvorák

Edvard Grieg

Johann Strauss

Bedrich Smetana

Giacomo Puccini

Aleksandr Borodin

Pëtr Il’ič Čajkovskij

Georges Bizet

Modest Musorgskij

Nikolaj RimskijKorsakov

Franz Lehar

Claude Debussy

Gustav Mahler

Nel pensiero e nelle arti, gli ideali dell’Ottocento romantico, cedono il posto a un bisogno di aderenza alla realtà concreta. Lo spirito pratico del tempo fa sviluppare un movimento di pensiero opposto a quello dei filosofi d’inizio secolo: questa filosofia è detta positivismo.

Il fuoco sotto le ceneri Ma nel benessere si nascondono forze meno positive. All’ombra della pace cova la corsa di ogni nazione a competere con le altre. Si producono armamenti sempre più letali. La politica e l’economia servono a costruire imperi negli altri continenti, soprattutto in Africa. Anche il nostro Paese nel 1912 occupa la Libia. Per questo il periodo viene chiamato anche l’età dell’imperialismo. Le classi meno abbienti si organizzano per rivendicare i propri diritti e reagire al dominio dei potenti. In questo sono appoggiate dai movimenti politici che s’ispirano al socialismo, ma anche da personalità della cultura. Scrittori, artisti e musicisti creano opere in cui denunciano le ingiustizie sociali.

1895

Prima proiezione cinematografica

1912

L’Italia conquista la Libia

1914

Scoppia la Prima Guerra Mondiale

@ Casa Editrice G. Principato

297


STORIA DELLA MUSICA La Belle Époque

L’età del valzer La ricca borghesia che decide le sorti dei diversi Paesi ama divertirsi con spettacoli per distrarsi dai problemi sociali che agitano il suo quieto vivere. È in questo periodo che nasce il cinema: proprio come uno svago che aveva come prima funzione quella di divertire. Anche le musiche di questa società devono essere più leggere e piacevoli di quelle dei compositori classici. Il valzer continua a dominare nelle sale. I nomi più Illustri dei suoi autori sono la famiglia Strauss, Franz Lehar, Jacques Offenbach e Franz Suppé. È il classico ballo di coppia, a tre tempi. Nasce in Austria e Germania negli anni delle guerre napoleoniche e si diffonde rapidamente in tutta Europa. All’inizio è recepito dai benpensanti come un ballo scandaloso: non si era mai vista una coppia danzare abbracciata. Nell’Inghilterra conservatrice e moralista di quell’epoca, il valzer incontra molte ostilità. Un giornale, dopo una festa a Londra nel 1800, scrive «Abbiamo rilevato con dolore che il ballo indecente straniero denominato waltz è stato introdotto alla corte inglese». L’andamento tradizionale era un gioco di passi sfavillante, dove la coppia roteava su se stessa. Presto si comincia a praticarlo in una forma che avrebbe permesso anche alle coppie mature di partecipare: nasce così il valzer lento.

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Danubio blu

onsiderato il lato brillante “Sono c e leggero della Belle Époque”

Johann Strauss Vienna, Austria, 1825-1899

L’imperatore Guglielmo II insieme a Francesco Giuseppe.

L’orchestrina del valzer europeo Nello stesso anno in cui nasce, suo padre Johann senior, fonda la prima orchestrina che lancerà la moda del valzer in tutta Europa, tanto che sarà chiamato “il padre del valzer”. Non vuole che il figlio segua le sue orme: preferisce che diventi un banchiere. Johann junior, invece, è talmente affascinato da quello che ascolta in famiglia che decide di studiare il violino e di fondare un’orchestrina tutta sua, proprio come quella di suo padre. Così avviene, e i due complessi entrano direttamente in concorrenza fra loro.

Una sola orchestra Solo quando papà Johann muore, il figlio riunisce i suonatori in un’unica orchestra che ha grande successo in tutta Europa, eseguendo le sue stesse composizioni: centinaia di valzer, polche, quadriglie e marce. Strauss junior lascia anche numerose operette per il teatro come Lo zingaro barone e Sangue viennese. Johann passerà alla storia come “il re del valzer”. Di lui si dirà: “parla solo tedesco, ma sorride in tutte le lingue”.

Tracce

A292

Trovi il metro nel capitolo Suonare ritmi e melodie del VOLUME B

Johann Strauss, Valzer dell’Imperatore Nel 1889 l’imperatore tedesco Guglielmo II fa visita al suo alleato austriaco Francesco Giuseppe: Strauss compone questa musica per i festeggiamenti che seguirono. Il valzer è la più celebre danza dell’Ottocento e diventa la danza tipica della classe sociale dominante in quel secolo: la borghesia. È composto nel tipico metro ternario (um-pa-pa, um-papa…), però la composizione di Strauss non comincia con un valzer, bensì con un andamento dal metro binario (um-pa, um-pa…): una marcia dunque, leggera e sorridente.

COSA esprime Un violoncello solista prepara l’avvio del ballo, l’introduzione. L’andamento deve servire a preparare i danzatori a lanciarsi nel ballo.

COME Come va eseguito il valzer la prima volta per poter aiutare la preparazione? □ Adagio e piano □ Allegro e forte □ Forte e adagio

Lo senti ripetere ancora una volta prima di passare a una nuova sezione. Come continua la composizione?

COSA esprime Il pubblico del valzer si sarebbe annoiato a sentir ripetere in continuazione il motivo iniziale.

COME Così ogni composizione di Strauss è come una collana di motivi diversi. E in mezzo ad essi il primo valzer ritorna come una piacevole conferma per l’orecchio.

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STORIA DELLA MUSICA La Belle Époque

Le scuole nazionali Dalla musica nazionale al folklore Nell’età romantica, il tipo di linguaggio musicale praticato è abbastanza simile in tutti i paesi europei: in Italia come in Germania, in Francia come in Boemia, i musicisti parlano per così dire una medesima lingua. Lo stile musicale è universale. Ad esempio la forma sonata è un modello praticato dappertutto. Ciò è vero per i musicisti “classici”, quelli che promuovono le proprie opere da una corte all’altra, da una sala da concerto all’altra. Nelle classi più umili delle città e soprattutto delle campagne, non è così: ogni popolo ha le sue usanze particolari, le sue canzoni, le sue danze, il suo folklore, diversi da quelli di ogni altro popolo. I compositori del secondo Ottocento non accettano più di parlare tutti la medesima lingua musicale: eccoli allora inserire, nel linguaggio musicale ereditato dalla comune matrice europea, certe forme tipiche del folklore, ossia le musiche e le danze del popolo. Addirittura alcuni strumenti musicali popolari vengono impiegati largamente nelle composizioni. In questo modo sentono di valorizzare le tradizioni del proprio paese.

Al mondo del folkore sono dedicate le musiche della sezione Musiche dal mondo del VOLUME B

Così scrive uno storico russo: «I canti popolari riempiono l’aria in ogni luogo. Ogni contadino, ogni carpentiere, ogni muratore, custode, cocchiere, ogni lavandaia, ogni cuoca, ogni balia: tutti portano i loro canti nativi nelle città. Quasi tutti i più significativi compositori russi, nati nelle campagne, hanno subito la profonda influenza di questi canti, e ora possono creare la musica a loro più congeniale e cara, cioè nello stile popolare russo. Per essere nazionale infatti, per esprimere l’anima e lo spirito di una nazione, la musica deve assorbire linfa dalle radici della vita di un popolo».

La scuola russa

Carta delle principali scuole nazionali europee.

La Russia si era aperta nel Settecento alla cultura occidentale: il genere musicale che più poteva conquistare i gusti del pubblico aristocratico era il melodramma, specialmente italiano. Numerosi musicisti italiani erano invitati alla corte imperiale dalla zarina Caterina II. È solo verso la metà dell’Ottocento che anche in Russia si creano scuole superiori di musica, con l’intenzione di promuovere una produzione musicale nazionale. Si scrivono i primi melodrammi in lingua russa e su argomenti tratti dalla storia russa. Intorno al 1860 un gruppo di musicisti, che si autoproclama l’invincibile banda, chiamato anche Gruppo dei Cinque, si propone di valorizzare l’originalità espressiva della gente russa. Le loro opere, scritte per il teatro ma anche per l’orchestra e per i complessi da camera, non solo si ispirano alla storia del loro paese, ma utilizzano motivi popolari russi.

Norvegia: Niels Gade, Edvard Grieg, Christian Sinding

Finlandia: Jan Sibelius

Polonia: Stanislaw Moniuszko, Henrik Wieniawski

Russia: Modest Musorgskij, Milii Balakirev, Cezar Cui, Nikolai Rimskij-Korsakov, Aleksandr Borodin

Spagna: Francisco Barbieri, Isaac Albeniz, Felip Pedrell, Enrique Granados, Manuel de Falla

300

Cecoslovacchia: Antonin Dvorák, Bedrich Smetana @ Casa Editrice G. Principato


Danze polovesiane

no scienziato e considero “Sono u la musica un grande passatempo pazioni più serie” da occu

Aleksandr Borodin San Pietroburgo, Russia, 1833-1887

Un bambino molto intelligente Aleksandr è figlio naturale del principe georgiano Luka Gedianov e della sua giovane amante Evdokija Antonova, ma è iscritto all’anagrafe come figlio di un servo del principe, Porfirij Borodin. Cresce così con la madre in un villaggio vicino a San Pietroburgo in un ambiente sereno e agiato; può dedicarsi agli studi fino al raggiungimento della laurea in chimica e nel contempo pratica la musica da autodidatta. È molto intelligente, infatti a nove anni oltre al russo, parla inglese, francese, tedesco e italiano, e da adulto si distingue come scienziato e come medico militare, cercando di trovare il tempo per potersi dedicare anche agli studi musicali. La musica come hobby Proprio perché la musica non è la sua occupazione principale, non scrive molte composizioni. Da ricordare la sua opera Il principe Igor (completata da Rimskij-Korsakov e Glazunov), tre sinfonie, di cui l’ultima incompiuta, il pezzo sinfonico Nelle steppe dell’Asia Centrale e numerosi pezzi di musica da camera.

Aleksandr Borodin, Nelle steppe dell’Asia Centrale

Tracce A293 • A294

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Nel 1880 si celebrano in Russia i venticinque anni del regno dello zar Alessandro II. Borodin è incaricato di scrivere le musiche per i festeggiamenti. Compone un pezzo che ritrae il cammino di una carovana. Immagina cammellieri asiatici scortati da soldati russi. L’idea delle due compagnie di viaggiatori, i soldati e i cammellieri, gli suggerisce di inventare Borodin. Nenia asiatica un motivo musicale per ciascuno. Eccoli: li puoi cantare e/o suonare: s’imparano facilmente a Borodin. Nenia asiatica memoria. Li chiamiamo Canzone russa e Nenia asiatica. La Nenia è più lunga: è in forma a b a. Qui vedi la frase a. 3

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COSA esprime Prima che la carovana s’incammini, Borodin ti suggerisce per pochi secondi l’ambiente in cui si compie il viaggio: l’immensità del cielo e della steppa.

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COME Riconosci come ottiene questo risultato?

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STORIA DELLA MUSICA La Belle Époque Senti tre volte la canzone russa, al clarinetto,Borodin. al corno Tuppe e infine con tutta l’orchestra. Poi queste tuppe note, come un tuppe tuppe, ottenute così:

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COSA esprime Cosa imitano?

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COME

Con le corde pizzicate di violoncelli e contrabbassi.

Ora è la volta della Nenia asiatica, eseguita dal corno inglese. Ancora il tuppe tuppe, poi quattro volte la Canzone russa. La quinta volta succede una cosa nuova:

COSA esprime La carovana sta passando in primo piano, qui davanti a te.

COME Cancella la risposta sbagliata: □ con un motivo nuovo □ con la Canzone russa, ma fortissimo □ con tutta l’orchestra

Nuovo tuppe tuppe, poi la Nenia, con l’ultima frase ripetuta e finalmente arrivi a un passaggio ricco di significati. La Russia è reduce da una guerra vittoriosa contro i Paesi del Sud-Est Asiatico. Borodin, che è un pacifista, intende mandare a tutti un messaggio speciale:

COSA esprime Il popolo russo e quello della Step-

pa asiatica, pur diversi l’uno dall’altro, ora possono vivere come fratelli; possono bene integrarsi fra loro.

COME

Ascolta con molta attenzione i quattro successivi ritorni dei due motivi. Troverai di sicuro la risposta.

La musica non finisce qui. C’è un ultimo episodio.

COSA esprime La carovana si sta perdendo all’o-

COME Per due volte ritorna il motivo della Can-

Borodin chiude la sua composizione così come aveva cominciato.

Con la Canzone russa e con la nota sovracuta dei violini.

rizzonte.

302

zone russa molto rallentato.

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etc.


La grande porta di Kiev Videobiografia

usicista sento una responsabilità: “Come m far parlare a una voce sola il popolo oi bisogni e le sue sofferenze” con i su

Modest Musorgskij Karevo, Russia, 1839-San Pietroburgo, Russia, 1881

L’attenzione al mondo degli umili «Scoprire i tratti delicati della natura umana, sondare con ostinazione questo terreno vergine e conquistarlo: ecco la missione di un vero artista». Così Musorgskij il più originale e geniale del Gruppo dei Cinque, scrive a un amico. Alta è in lui l’attenzione alle manifestazioni più sottili dell’animo umano, ricercate soprattutto nel mondo degli umili, e cresce la critica verso le ingiustizie e le ipocrisie sociali. Quando il governo abolisce finalmente la servitù della gleba, Musorgskij cede tutti i suoi beni ai diseredati. Non solo, ma rifiuta il posto di insegnante in Conservatorio per non dover sottostare alle regole e alle consuetudini di un mondo da cui si sente sempre più lontano.

I Cinque e le tradizioni popolari Nel Gruppo dei Cinque è il più sincero rappresentante del bisogno di prendere le distanze dai modi accademici derivati dall’Occidente e di dare voce alla tradizione popolare del suo paese. Nascono capolavori che anche nel linguaggio musicale mostrano scelte audaci, tali da non essere capite e tanto meno condivise dai suoi stessi compagni del Gruppo: accordi stridenti, melodie che s’interrompono, contrasti violenti di sonorità strumentali. Nel 1870 termina il suo grande capolavoro teatrale Boris Godunov, seguito da Kovancina e La fiera di Sorocinski. In questi lavori, protagonista è il popolo russo con i suoi drammi e le sue antiche sofferenze. Il disprezzo verso un mondo che vede sempre più lontano dai suoi ideali lo precipita nella miseria e lo spinge verso l’alcolismo. «Ormai vivo solo per morire» scrive. Muore in un ospedale militare dove è stato ricoverato sotto un falso nome. Da giorni era stato lasciato solo. Tracce A295 • A296

Modest Musorgskij, Boris Godunov, Scena dell’Incoronazione È considerato il suo massimo capolavoro musicale, il cui stile influenzerà le successive generazioni di compositori, contribuendo a rinnovare profondamente il linguaggio musicale del Novecento. La storia è ambientata alla fine del Cinquecento, quando in Russia il regno passa alla dinastia dei Romanov. Boris Godunov è un potente boiardo, ossia un feudatario, che sale al potere dopo aver fatto uccidere il legittimo aspirante, lo zarevič Dmitri di soli 7 anni. Lo ascolti nella scena più famosa dell’opera, alla fine del secondo atto, quando il popolo di Mosca partecipa alla sua incoronazione. Gong e tuba aprono solennemente la scena, seguiti dai lunghi accordi degli ottoni. In accelerando entrano legni e archi. Un araldo e la folla inneggiano allo zar. Qui parte l’inno di gloria: Come il sole illumina i cieli, così regni il nostro grande zar Boris! Viva Boris, signore della Russia. Lunga vita al nostro zar. Zar nostro padre, gloria! Zar benevolo, gloria! Grande e glorioso sarà il tuo regno, o padre della Russia. Gloria! Gloria! Gloria! @ Casa Editrice G. Principato

303


STORIA DELLA MUSICA La Belle Époque Ed ecco finalmente comparire lo zar, con la voce di basso.

COSA esprime Con quale stato d’animo Boris si presenta alla folla che lo acclama?

COME Inaspettatamente l’andamento ora è lento. Musorgskij non affida più a Boris un motivo cantabile ma una recitazione a metà tra parlato e canto.

Queste le sue parole: Cosa prova il mio cuore? Strane impressioni, demoniache premonizioni. Santo defunto! Antenato mio regale, tu vedi dal cielo. Manda la tua santa benedizione su me, sul regno. Oh rendimi buono e giusto come te. Che sia felice il mio regno! Ora salutiamo i defunti sovrani della Russia.

COSA esprime Abbia festa il mio popolo. Tutti! Dal boiardo al mendicante, tutti vengano alla festa dello zar.

COME Come si modifica la voce di Boris su queste

parole?

Il trionfo di Boris si chiude con le acclamazioni di tutto il popolo.

304

Rappresentazione di Boris Godunov. @ Casa Editrice G. Principato


Sheherazade

mano il maestro dei colori orchestrali” “Mi chia

Nikolaj Rimskij-Korsakov Novgorod, Russia, 1844-1908

La passione per il mare e per l’opera lirica Figlio di un ufficiale di marina, anche il giovane Nikolaj frequenta la Scuola Navale e, anche lui, entra come ufficiale nella Marina Imperiale. Ma c’è un’altra cosa che lo affascina tanto quanto il mare: l’opera lirica. Ne è così affascinato che sente il bisogno di partecipare di persona alla creazione di nuove opere. La sfida di Rimskij-Korsakov A trent’anni prende la grande decisione: si sarebbe dedicato solo alla musica. Ormai è così maturato come musicista che ottiene un posto di insegnante nel Conservatorio di San Pietroburgo. Le melodie dell’opera italiana sono arrivate fino in Russia ma le vicende che Rimskij-Korsakov vuole mettere sulle scene: sono le storie fantastiche e fiabesche della tradizione popolare del suo paese. E così, nella sua mente, si affaccia una sfida: scrivere musiche che uniscano la cantabilità del melodramma con i canti tramandati da generazione in generazione dai contadini dell’immenso territorio russo. Nascono così i suoi capolavori teatrali: Sadko, Zar Saltan, Il gallo d’oro e altre ancora.

L’impegno politico

La sua attenzione alla vita della sua patria è dimostrata anche dall’appoggio che a più di sessant’anni si sentì di dare agli studenti che parteciparono ai moti del 1905: moti stroncati nel sangue, e che a Rimskij-Korsakov costarono l’allontanamento dal lavoro. Era però un maestro insostituibile, e le autorità non poterono che riammetterlo; a San Pietroburgo conclude la sua carriera, venerato dai numerosi allievi che creeranno la giovane scuola musicale russa. Rimskij-Korsakov è celebrato anche per un’abilità che farà scuola non solo nel suo paese: l’abilità di orchestratore. Conosce i segreti e le possibilità espressive di ogni singolo strumento dell’orchestra, e applica questa abilità nelle opere teatrali e in quelle sinfoniche, come il Capriccio spagnolo e il poema Sheherazade.

Tracce

A297

Nikolaj Rimskij-Korsakov, La grande Pasqua russa Pasqua è il giorno, raccontato dagli Evangelisti, in cui Gesù risorge dalla tomba e lancia all’umanità il suo messaggio d’amore. Rimskij-Korsakov racconta in questa composizione sinfonica il momento della morte e quello della risurrezione. È lui stesso a raccontare che gli vennero subito in mente due canti della Chiesa Russa, e decise di incominciare la sua Ouverture proprio da grande Pasqua russa. 1 quelli: il primoRimsky-Korsakow. sulle parole SorgiLa Signore; il secondo su Tema Un angelo gemeva. Eccoli qui. Li senti tornare più volte, interi o a frammenti, agli archi o ai tromboni.

5 Œ œ œ œ ˙ œ œ ˙ œ œ œ œ & b H œ œ œ œ ˙ Rimsky-Korsakow. La grande Pasqua russa. Tema 2 w p √ ? b 2H œ . œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ . œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ œ . œ œ œ œ œ w J J J dolce F Lento mistico

@ Casa Editrice G. Principato

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dim. e smorz.

w 305


STORIA DELLA MUSICA

COSA esprime Il pensiero corre ai

COME

Tutta la scena si svolge con quale andamento? □ Mosso □ Moderato □ Tutto pianissimo □ Piano e forte alternati

momenti che precedono la morte di Gesù.

Più volte guizzaRimsky-Korsakow. il violino solista lungo la scala. Si avvicina il grande evento: la resurrezione! La grande Pasqua russa. Tema 3 La scena si agita sempre più, fino a questo terzo tema, eseguito Allegro:

n œ œ >˙ 2 J‰ &b H S F Allegro agitato

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Il trombone squilla l’antica profezia della resurrezione. E i violini gli fanno eco. Si continua:

COSA esprime

COME

Andante lugubre, scrive a questo punto Rimskij-Korsakov

□ Con accordi dissonanti?

□ Con rullo di tamburi?

Rimskij-Korsakov ha un talento straordinario per i colori orchestrali. Lo senti qui in sole poche battute: dopo il fremito degli archi l’energia degli strumenti a fiato al completo introduce i leggeri glissandi dell’arpa.

COSA esprime Che i nemici del Cristo si

disperdano, scrive il Vangelo. È il momento pensato dal musicista.

COME

Cancella la risposta sbagliata: □ con un tempo agitato □ con lo squillo dei fiati □ con l’assolo del flauto

Rimsky-Korsakow. La grande Pasqua russa. Tema 4

E le tre Marie invitano tutti a vedere ora vuoto il sepolcro, con questo nuovo tema:

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Poco più sostenuto e tranquillo

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È il momento di fare festa! Pausa. La preghiera del sacerdote è affidata al trombone.

COSA esprime COME

Rimsky-Korsakow. La grande Pasqua russa. Tema 5

Lo dice questo squillo galoppante dei tromboni:

Il popolo esulta

La commozione dei fedeli

306

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Rimsky-Korsakow. La grande Pasqua russa. Tema 6

È espressaPoco dalla un poco più lenta: piùmelodia sostenuto tenera, e tranquillo

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La parte finale è come un caleidoscopio di spunti musicali affidati in modo magistrale alla combinazione di strumenti diversi per chiudere tutto trionfalmente @ Casa Editrice G. Principato


La Belle Époque

Il balletto Con il movimento degli occhi, delle mani, delle braccia, del corpo intero, ogni giorno comunichi con gli altri. Si parla così di linguaggio del corpo. Attraverso il movimento e l’atteggiamento mostri agli altri le tue intenzioni e i tuoi sentimenti. Fino al punto che è possibile raccontare una storia, in un’azione scenica, creando uno spettacolo muto, fatto solo di azioni corporee. Questi spettacoli si chiamano pantomime e i loro attori sono i mimi.

Se in una pantomima aggiungiamo la musica, ecco che nasce uno spettacolo diverso, conosciuto fin dall’antichità: il balletto. Alla creazione di un balletto partecipano diversi esperti: • il coreografo ossia l’ideatore dell’azione scenica: decide i movimenti e i passi dei singoli ballerini, e il loro vario interagire sulla scena; • i ballerini con le loro danze raccontano l’azione scenica; • lo scenografo disegna le scene e i costumi; stabilisce le luci; • il musicista compone la musica per l’azione scenica. Spesso però è il coreografo a inventare l’azione scenica, partendo da una musica che esiste già. Nel corso dei secoli il balletto ha arricchito le sue possibilità espressive. I movimenti sono passati da atteggiamenti spontanei del corpo ad azioni molto diversificate e sofisticate, che richiedono un lungo studio agli aspiranti ballerini.

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concerto per pianoforte e orchestra n. 1

anima irrequieta trova sfogo “La mia usica” nella m

Pëtr Il’ič č Čajkovskij Votkinsk, Russia, 1840-San Pietroburgo, Russia, 1893

La ripresa della tradizione classica Il Gruppo dei Cinque, si era dato il compito di dare vita a una scuola musicale tipicamente russa, impiegando nelle proprie composizioni motivi presi dal folklore popolare. Altri compositori invece preferirono collegarsi alla tradizione classica dell’Occidente tedesco. Čajkovskij è il più illustre esponente di questa tendenza. Sua madre, una pianista di origine francese, gli dà le prime lezioni musicali. Ma quando essa muore di colera, il quindicenne Pëtr sprofonda in una crisi psicologica che avrà ripercussioni gravi su tutta la sua vita.

L’incarico al Conservatorio Da poco era stato fondato a Mosca il Conservatorio e il direttore gli offre nel 1866 un posto d’insegnante. Ma la depressione psicologica che lo accompagna fin da ragazzino non lo abbandona. Gli viene in soccorso una sua allieva e Pëtr decide di sposarla. Tragico errore, perché sa di essere intimamente omosessuale. Di conseguenza la vita matrimoniale può solo esasperare la sua instabilità psicologica. Fugge a San Pietroburgo, dove arriva a meditare il suicidio.

Le sue opere più importanti La seconda donna che questa volta giunge in suo aiuto è una ricca vedova innamorata della sua musica. Tanto innamorata da garantirgli uno stipendio fisso purché continui a comporre: senza mai volerlo incontrare di persona. Čajkovskij la accontenta componendo alcuni dei suoi lavori più importanti, come l’opera lirica La dama di picche e gli straordinari balletti Il lago dei cigni, La bella addormentata, Lo schiaccianoci, che ancora oggi scatenano l’entusiasmo degli appassionati. Scrive anche molta musica da camera, e sei sinfonie: nell’ultima delle quali, chiamata Patetica, lascia fluire tutto il suo senso tragico della vita. Muore durante un’epidemia di colera, pare per aver bevuto acqua del fiume Neva. Tracce A298 • A302

Pëtr Il’ič Čajkovskij, Il lago dei cigni È uno dei più celebri balletti classici. Ascolta le musiche che formano la suite, ossia l’antologia preparata dallo stesso Čajkovskij.

1. Il valzer Gran festa alla reggia. Domani sera il principe dovrà sceglie la sposa tra le belle invitate da tutto il reame. Un valzer come Tchailovsky. questo dice Iltutto spirito della festa, della gente che vi partecipa, lago dello dei cigni. Valzer della gioia ma anche dell’eleganza, della serietà, dell’autocontrollo. Questo è il tema del valzer:

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Valzer

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STORIA DELLA MUSICA La Belle Époque 2. La visione II principe e i suoi amici sono andati a cacciare i cigni selvatici in riva al lago. Lì giunti, una straordinaria visione li trattiene. Credendosi non vista, una meravigliosa fanciulla, tutta rivestita di piume di cigno, entra nella radura: ha sul capo la corona di Regina dei Cigni.

COSA esprime È una creatura felice? Soffre? Come ce la presenta Čajkovskij?

Ecco il motivo:

Moderato

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COME Il motivo che Čajkovskij le assegna è eseguito dall’oboe e accompagnato dall’arpa.

Tschaikowsky. Lago dei cigni Tema

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espressivo

COSA esprime Il tono si fa drammatico

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COME

Ce lo dicono due di queste caratteristiche: □ sono inseriti lunghi silenzi □ il motivo è ripreso fortissimo □ col timbro possente dei corni □ con la melodia lenta del violino

Il brano precedente è tanto più misterioso se lo confrontiamo con la scena che segue.

3. Il maleficio Il mistero si svela presto. Sorpresa dal principe, la fanciulla-cigno racconta la propria storia: si chiama Odette, fu mutata in cigno da un malefico mago, e solo fra la mezzanotte e l’una le è concesso di apparire come donna. Rimarrà cigno finché un cavaliere l’amerà e la sposerà. Il principe è subito folgorato e giura di salvarla. Un dialogo tra una ragazza-cigno e un principe non è cosa di tutti i giorni. Nel cuore del principe c’è ormai solo lei.

COSA esprime Come si esprime la ragazza?

È disperata? È fiduciosa? Avrà preso più confidenza. Che ne pensi?

COME Solo un lungo volteggio dell’arpa può preparare

adeguatamente la scena, poi il violino, a cui Čajkovskij ha affidato il motivo principale: anzi due motivi, uno dopo l’altro; il secondo più mosso. Che cosa esegue il violoncello, strumento che raffigura il principe? E come lo accompagna lo strumento della ragazza, il violino?

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STORIA DELLA MUSICA La Belle Époque 4. La scelta della sposa É la sera del ballo. Il mago che ha trasformato Odette si presenta a corte con una ragazza che le assomiglia in tutto e per tutto, una sosia. Così il principe, che la crede Odette, la sceglie in sposa. Il mago esulta: con questo inganno può tenersi la vera Odette. La ragazza, invece, è disperata perché si sente tradita. La musica con cui Čajkovskij commenta la scena è in due parti:

COSA esprime Nella prima, dopo poche battute d’introduzione, senti il dolore della vera Odette. Nella seconda, il ballo sfrenato della finta Odette. Czarda

COME Il tema del dolore, piano:

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Allegretto moderato j œ

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È una czarda, vivace danza ungherese.

5. Il trionfo La scena ultima è ancora la riva del lago. I cigni consolano l’affranta Odette (Scena A). Sopraggiunge preoccupato il principe che implora perdono, ma Odette sa che solo la morte potrà liberarla dalla prigionia del mago. Corre allora a gettarsi nelle acque. Il principe la segue nel suo destino (Scena B). Appare il mago per affermare il proprio trionfo, ma quando vede che l’amore dei due giovani ha sfidato la morte, è travolto dalla sua stessa magia e cade a terra senza vita (Scena C). Dal lago Odette e il principe sorgono abbracciati, mentre i cigni inneggiano alla loro eterna felicità (Scena D).

COSA esprime La varietà dei motivi in

questo ultimo brano ti dice che la scena è ricca di colpi di scena. Rileggi qui sopra la descrizione dell’episodio; ascolta bene e scopri a quale momento della musica si collegano i quattro episodi.

COME La partitura ci mostra diversi episodi: A. un Allegro agitato che finisce fortissimo a piena orchestra. B. Un motivo molto meno mosso introdotto dal clarinetto. C. Un allegro vivace proiettato verso l’acuto, con i corni in primo piano. D. E infine un Andante che finisce con gli arpeggi delicati dell’arpa. 310

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Vysherad

una grande gioia nel cantare “Provo le bellezze della mia terra”

Bedrich Smetana Litomysl, Repubblica Ceca, 1824 - Praga, Repubblica Ceca, 1884

La scuola boema Come in Russia, anche nei paesi europei dell’Est e del Nord, i musicisti tendono a fondere la tradizione operistica e sinfonica occidentale con gli elementi delle proprie tradizioni. Tra le scuole più stimate c’è quella boema, attuale Repubblica Ceca. Esponente di rilievo della scuola boema è Bedrich Smetana che sceglie di dedicarsi alla musica fin dalla prima giovinezza. Particolarmente dotato, si distingue sia come direttore d’orchestra sia come compositore di opere liriche tra le quali viene spesso eseguita La sposa venduta. Il senso della patria È il fondatore del teatro nazionale ceco a Praga ed è stato un

fervente patriota, sentimento che emerge nel suo poema sinfonico più famoso, Ma Vlast (Mia Patria), le cui pagine dedicate al fiume Moldava, lo hanno reso celebre in tutto il mondo: ammirazione che continua fino ai giorni nostri.

Bedrich Smetana, La Moldava

A303

Tracce

In questo poema sinfonico l’autore descrive il corso del fiume nazionale boemo, la Moldava, e i luoghi che il fiume attraversa.

Trovi lo spartito de La Moldava nella sezione Classici del VOLUME B

1. Le sorgenti Due flauti scorrono rapidamente lungo la scala per darci l’idea dell’acqua che sgorga dalla fonte. Si aggiungono due clarinetti: è una seconda fonte che si unisce alla prima.

Smetana. 2. Il fiume raggiunge la valleLa Moldava. Tema Smetana lo esprime con questo bel tema in modo minore. Forma un arco: sale e scende lungo la scala.

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3. La caccia

COSA esprime Nella brughiera vicina al fiume un branco di cani dà la caccia alla preda; fino a perdersi all’orizzonte.

COME Quale strumento ci segnala l’arrivo dei caccia-

tori?

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STORIA DELLA MUSICA La Belle Époque 4. Festa nuziale

COSA esprime Poco

più avanti le acque lambiscono un prato dove i contadini celebrano una festa di nozze. Tutti ballano. Come?

COME

□ Con balzi scatenati □ Con passi leggeri e saltellanti

5. Le ninfe

COSA esprime Si fa notte, e sulle sponde del fiume appaiono leggere leggere le ninfe. È una scena magica.

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COME Torna il tremolare pianissimo di flauti e clarinetti; mentre i violini cantano un tema molto lento:

Smetana. 2 batt.

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dolcissimo

6. Il grande fiume

COSA esprime Senza interruzione si passa dal clima sognante a un’espressione eroica. Il fiume scorre ora placido sulla pianura.

COME Ritorna il tema iniziale, introdotto dai due flauti e dai due clarinetti.

7. La cascata

COSA esprime All’improvviso una cosa

inattesa: le acque precipitano in una imponente cascata. Che carattere ha? □ Gioioso □ Sentimentale □ Drammatico

COME Grancassa, corni, trombe e tromboni si aggiun-

gono a completare l’orchestra.

8. Il castello

COSA esprime Appare finalmente il castello di Vysherad, e il fiume attraversa la città di Praga.

COME Tutta l’orchestra partecipa fortissimo al clima eroico. Ma una cosa speciale fa Smetana qui: ci presenta il tema del fiume non più in modo minore ma in modo maggiore.

9. Il fiume della patria La conclusione non può che essere trionfale: è un tema eroico che Smetana ha usato anche negli altri suoi poemi sinfonici.

312

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Sinfonia dal Nuovo mondo

musica del mio Paese ma resto “Amo la affascinato anche dalle musiche lto nel mondo” che asco

Antonin Dvorák Nelahozeves, Repubblica Ceca, 1841-Praga, Repubblica Ceca 1904

Un artista polistrumentale Suo padre suonava la cetra nelle feste del paese, ma avrebbe preferito che il figlio continuasse l’attività più redditizia: la macelleria. Antonin però ha un animo troppo gentile per poter dar retta al padre: la sua grande passione è la musica. Impara presto a suonare diversi strumenti, e, com’era usanza, per ciascuno comincia a scrivere musiche. A Praga suona con amici in locali di musica da ballo. Le danze slave Suona il violino in orchestra, poi l’organo nella cattedrale. Praga faceva parte dell’Impero austro-ungarico e sarà proprio il governo austriaco a garantirgli una borsa di studio che gli permette di dedicarsi interamente alla composizione. Da questo momento la sua fama cresce non solo in patria, ma anche nel resto del mondo occidentale. I suoi concittadini apprezzano soprattutto la genialità con cui riesce a inserire nelle composizioni sinfoniche motivi ispirati alla musica popolare ceca. Una generazione dopo Smetana è Antonin Dvorák a portarne avanti l’insegnamento. Alla sua patria dedica una brillante raccolta di pezzi sinfonici, le Danze slave. Le influenze americane Dvorák sa però trasferire questa sua passione per la musica popolare anche a repertori extra-europei. Nei tre anni che trascorre negli Stati Uniti rimane colpito dagli spiritual della popolazione afroamericana, da poco uscita dallo stato di schiavitù, e se ne serve nelle sue composizioni; nel quartetto d’archi detto appunto L’Americano e nella sua sinfonia più famosa, delle nove che ha composto, intitolata Sinfonia dal Nuovo Mondo. Tra i suoi capolavori più famosi va ricordato l’oratorio sacro Stabat Mater che aprì le porte all’apprezzamento entusiastico di Dvorak in Inghilterra. Il suo Concerto per violoncello è ancora oggi nel repertorio di ogni violoncellista.

Tracce

A304

Antonin Dvorák, Quartetto americano L’amore che Dvorák prova per le canzoni popolari è dimostrato anche da questa musica, scritta per un complesso da camera raffinato, il quartetto d’archi: due violini, viola e violoncello. Il suo quartetto è chiamato L’Americano non perché contenga motivi dei neri d’America, come nella Sinfonia del Nuovo Mondo, ma solo perché fu composto quando l’autore dimorava negli Stati Uniti. Qui senti motivi e ritmi propri invece del suo Paese, la Boemia: un omaggio di casa sua agli ascoltatori d’oltreoceano. In un quartetto dell’Ottocento i quattro strumenti dialogano fra loro alla pari, sono cioè tutti allo stesso modo importanti. A volte uno ripete quello che ha appena eseguito il precedente, a volte dice qualcosa di diverso. @ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA La Belle Époque Quartetto americano. Tema Primo movimento.Dvorak. Allegro. Esposizione Ecco la viola eseguire il primo tema; e subito lo ripete il violino:

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Immediatamente, violoncello, primo violino e secondo violino si rimpallano le ultime note, a canone. Ora ci aspettiamo il secondo tema. Eccolo, anch’esso proposto dal violino:

COSA esprime Questo tema suggerisce

COME Te lo fa capire con l’intensità.

un’atmosfera più rilassata e affettuosa.

Ascolta bene: i 4 strumenti hanno: □ tutti la stessa importanza □ uno canta il tema, gli altri accompagnano

Qui finisce l’esposizione, che viene ripetuta per intero. Riascoltarla ti servirà per verificare la risposta alla domanda precedente.

Secondo movimento. Lento Anche qui uno strumento esegue il tema, un secondo lo ripete. È il primo violino a incominciaDvorak. Quartetto americano. Tema Lento re, e il violoncello a ripetere:

Lento

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COSA esprime

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molto espressivo

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Dvorak. Quartetto. Ritmi Dvorak. Dvorak. Quartetto. Quartetto. RitmiRitmi

Dal principio alla fine il canto è accompagnato da uno spunto dal carattere ondeggiante, cullante. A A

COME Quale di questi tre ritmi usa Dvorák, per darti tale impres-

sione?

œ œ œAœ œ œ œœ œœ Bœ œ œ Bœ œB œ œœ œœ œœ œœ œ œC œ Cœ Cœ œ œœ œœ œ œ œ □ Ritmo A

COSA esprime Questo tema ci suggerisce un’atmo-

sfera molto diversa da quella del primo movimento. Quale? Scegli anche più risposte: □ incantamento □ malinconia □ eroismo □ festa □ dolore □ un’altra tua:

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□ Ritmo B

□ Ritmo C

COME Quali elementi concorrono a suggerire le tue risposte? Il secondo movimento: □ tiene sempre la stessa intensità □ è in modo minore □ è in tempo composto

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Concerto per pianoforte

tto delle regole classiche, proprie di “Il rispe tori nordici, non ’impediscono noi composi m s e n i t r e e i m m e nti più vivi” di espri

Edvard Grieg Bergen, Norvegia 1843-1907

L’istruzione musicale Nato in una famiglia benestante, riceve, come tutti i suoi fratelli, un’eccellente istruzione musicale. Mentre il primogenito diventa violoncellista e famoso critico musicale, Edvard manifesta sin dall’infanzia una particolare predisposizione per lo studio del pianoforte. Fu così che dalla Norvegia, nel 1858, è mandato a studiare al Conservatorio di Lipsia dove rimane fino al 1862.

Dalla carriera concertistica a quella di com­posi­ tore Inizia la carriera di concertista ma nel contempo si rende conto di essere decisamente più interessato all’attività di compositore. A Copenaghen, dove risiede per tre anni, conosce compositori nord- europei che risvegliano in lui l’interesse per la musica della sua terra, e così nel 1867 fonda l’Accademia Norvegese di Musica per promuovere le composizioni dei suoi connazionali che fino ad allora non avevano trovato posto nei programmi dei concerti classici.

Tomba di E. Grieg scavata nella roccia.

Tracce A305 • A311

Il teatro Nei paesi nordici la sintesi fra tradizione e spirito locale è opera di compositori come Edvard Grieg, che Henrik raggiunge la sua più alta fama quando il massimo scrittore norvegese, Ibsen, lo invita a scrivere le musiche di scena per la commedia Peer Gynt, basata su una leggenda popolare scandinava. Tra le sue composizioni più famose ci sono i 22 pezzi musicali scritti per questa commedia, il Concerto per pianoforte e orchestra in La minore, numerosi pezzi per pianoforte solo e le raccolte di Lieder. Grieg è di carattere riservato: alterna le sue tournée di concertista con lunghi periodi nella casa di campagna vicino alla città natale. Proprio là, nella roccia che scende verso il mare si trova la tomba dove riposa insieme alla moglie.

Edvard Grieg, Peer Gynt Per il dramma Peer Gynt di Henrik Ibsen, Grieg prepara le musiche di scena. Più tardi scelse otto di queste musiche e ne fece due collane, o, come si dice propriamente, due suites. Che cosa vuol dire “commentare” una scena con la musica? La musica di Grieg ti mostra aspetti della commedia che le parole e i gesti non ti fanno immaginare. Peer Gynt è uno dei personaggi più sconcertanti della letteratura di ogni tempo e paese. Dalla madre, Aase, ha imparato l’arte che lo fa grande, ma che lo farà fantasticare a occhi aperti, inseguendo impossibili miraggi di straordinari successi. Per tutta la vita Peer aspira a diventare imperatore. E ci riesce, a suo modo: prima imperatore dei diavoli, poi degli arabi, infine dei matti. Finché non scopre, alle soglie della tomba, di aver sciupato a vuoto un’intera esistenza senza aver capito che il suo “impero” era il cuore di Solvejg, la ragazza che non l’ha mai dimenticato e che lo salva dalla rovina. @ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA II pianto di Ingrid Nel primo atto Peer rapisce la giovane Ingrid, che sta andando sposa al suo rivale. La rapisce, la trascina sulla montagna per farle violenza e lì l’abbandona. Grieg introduce la scena con un breve spunto, a piena orchestra, e subito dopo un nuovo motivo:

COSA esprime Due situazioni:

• una lamentosa • l’altra drammatica.

COME Si susseguono tre elementi musicali:

• il primo, • il secondo ai violini • il terzo a piena orchestra

Con le frecce collega tu le due situazioni agli elementi musicali.

Nell’antro del re della montagna Per questa sua prodezza Peer è messo al bando, pena la morte. Nella foresta in cui si è nascosto incontra la figlia di Drove, il re dei troll, che lo conduce nella buia reggia paterna. Qui è accolto volentieri dal vecchio, che pensa subito di combinare il matrimonio della figlia, per vedere assicurata la propria discendenza. Peer inizialmente acconsente, ma le condizioni per il matrimonio sono inaccettabili: graffio all’occhio sinistro e sostituzione del destro con un occhio di vetro grande come quello di un animale bovino. Il rifiuto di Peer scatena il pandemonio: i troll lo assalgono pungendolo, mordendolo e calpestandolo, finché l’eco lontana delle campane del paese disperde la brutta compagnia. Grieg commenta questa scena con questa melodia dei violini:

COSA esprime Peer scappa.

COME Come lo capisci?

Morte della mamma

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Muore la vecchia mamma di Peer. Muore nella casa da cui, per il bando del figlio, tutto è stato portato via; restano solo il suo letto e pochi abiti logori che Aase ha gelosamente nascosto per lui. Peer le parla affettuosamente, guidandola quasi per mano, quasi giocando, fino all’aldilà. Le ricorda le antiche ninne nanne. Finge che il letto sia una slitta, pronta a partire per un viaggio meraviglioso al castello, dove tutti i vecchi amici della mamma stanno facendo festa. “Arriva Peer Gynt con sua madre!” grida Peer. Il castello è bello come il Paradiso. @ Casa Editrice G. Principato


La Belle Époque Lo stesso Padreterno interviene a rimproverare San Pietro, che non vuol far entrare Peer. Ma quando Peer finge d’esserci finalmente entrato, si accorge che la madre ha chiuso gli occhi, per sempre. Nella commedia di Ibsen anche in un momento così grave, la vitalità di Peer gli fa trasformare il lutto in una festa. Ma la musica ne fa trasparire il senso profondo, dietro l’apparenza scherzosa.

COSA esprime Quale senso?

COME L’andamento è andante.

Suonano solo gli archi con sordina. È come un unico arco melodico. Nella prima parte il motivo si sposta sempre più verso l’alto; nella seconda parte sempre più verso il grave.

II mattino Continuamente in fuga, Peer approda sulle coste del Marocco. Questo il tema:

COSA esprime È un delizioso mattino in

COME Ha un andamento dondolante in tempo compo-

cui si sente rinascere. È come incantato davanti sto. Ai flauti rispondono gli oboi, finché si giunge alla pieal meraviglioso spettacolo della natura. na orchestra. Poi intervengono i corni. Grieg. Il mattino. Tema

√ #### 2 œ Q. & œ œ œ œ œ œœœœ œ œ œ œ œ œ p Allegretto pastorale

@ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA Danza di Anìtra Per una strana coincidenza, Peer è scambiato per un profeta e gli vengono accordati tutti gli onori. La schiava Anìtra esibisce per lui le sue danze migliori. Due danze, con qualche tocco di sapore esotico. Le due danze sono molto diverse fra loro perché a ballare sono personaggi diversi: nella prima scena è l’intera compagnia dei cortigiani, nell’altra è la schiava Anìtra da sola. Diverse le melodie, e diversi gli strumenti impiegati. Nella prima Grieg introduce l’intera batteria: un fragore selvaggio, per la congrega festosa della reggia. Quando sulla scena resta solo Anìtra, Grieg fa tacere la batteria, fa tacere gli strumenti a fiato, e lascia solo gli archi più un triangolo. Per rendere ancora più delicata la sonorità, fa mettere la sordina ai violini.

Canzone di Solvejg Ma qualcuno da lontano pensa ben diversamente a Peer: è Solvejg, che ancora lo aspetta e le cui preghiere impediranno all’amato di perdersi per sempre. Grieg compone questa musica per canto e orchestra. La voce che canta impersona Solvejg. Nella suite affida la parte del canto ai violini. Violini con sordina, come nella Danza di Anìtra.

COSA esprime La canzone è formata di due

COME Dalla prima alla seconda parte cambiano spe-

parti ben distinte, ripetute. Ascolta bene la musica: quali sentimenti passano nell’animo di Solvejg? 1.

cialmente la melodia, la velocità, la misura e il modo: minore nella prima parte, maggiore nella seconda.

2.

Il ritorno di Peer Passano altri anni e altre avventure. Peer è ormai vecchio quando decide di ritornare in patria. Un naufragio gli toglie le ultime cose che possedeva e al suo arrivo nessuno riconosce nel lacero viandante lo scapestrato Peer Gynt, eccetto un vecchio fonditore di bottoni che lo vuole condurre con sé. È il demonio, deciso a fondere la sua anima con quelle di tutti gli esseri che come lui hanno vissuto inutilmente. La fuga è vana: Peer sta per cedere, quando arriva di fronte all’antica capanna, dove sempre Solvejg lo aspetta. In lei Peer ritrova finalmente se stesso, quello che avrebbe dovuto essere: col volto nascosto nel suo petto aspetta la morte.

COSA esprime A qua-

li momenti del ritorno di Peer avrà pensato Grieg? L’emozione del viaggio, il naufragio, il dialogo col fonditore di bottoni, la vista di Solvejg?

318

Grieg. Il ritorno di Peer.. Tema

COME La velocità è Allegro agitato. E tutto il pezzo è scandito dalla continua

ripresa di un motivo che ha tutti i caratteri di un richiamo, un segnale:

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Allegro agitato

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@ Casa Editrice G. Principato


La Belle Époque

Un nuovo linguaggio musicale Nasce il verismo musicale Nelle epoche passate i compositori sceglievano per i propri melodrammi argomenti presi dalla storia antica o dalla mitologia. Nella prima età romantica si preferiscono invece, soggetti presi dalla storia medievale o moderna. Verdi è uno dei primi che con la sua Traviata, sceglie temi della vita contemporanea. Protagonista dell’opera è una giovane donna che ama il lusso degli ambienti borghesi, costretta a rinunciare al suo grande amore per l’opposizione di un padre ottuso e bacchettone, fino a morire. Da allora saranno sempre più numerosi i musicisti che scelgono temi della vita del loro tempo. In Francia compositori come Jules Massenet e Georges Bizet. Soprattutto in Italia prenderà piede questo orientamento, con autori come Amilcare Ponchielli, Francesco Cilea, Piero Mascagni, Ruggero Leoncavallo e Giacomo Puccini. Non è solo la vicenda narrata nel libretto a presentare soggetti più vivi, più veri. È anche il linguaggio musicale che cambia: alle arie classiche, controllate nel sentimento e chiuse nella loro forma, si passa ora a scene che si legano senza soluzione di continuità e che danno spazio alle emozioni vere provate dai personaggi. Molte delle opere di questo periodo sono etichettate come melodrammi veristi. Verismo viene chiamato sinteticamente questo orientamento.

I fermenti artistici della Belle Époque Il fenomeno riguarda anche gli scrittori di romanzi di questo periodo, come Victor Hugo, con il suo I miserabili, ma in letteratura si preferisce usare il termine realismo. Anche nella pittura gli artisti sentono il bisogno di rappresentare soggetti più veri. Esponenti di questo nuovo orientamento sono il francese Camille Corot e l’italiano Giovanni Fattori. Contemporaneamente si sviluppa soprattutto in Francia una corrente di artisti che al disegno chiaro e marcato della tradizione, preferiscono le immagini sfumate, così da fornire una impressione delle figure. Questo stile è chiamato impressionismo. Nei paesi del centro Europa dominerà invece un movimento ben diverso, ispirato a una critica anche feroce della società del tempo: espressionismo sarà il temine usato per questi artisti, ma anche per poeti e musicisti. Quadro impressionista di Claude Monet, Campo di papaveri (1873).

Quadro espressionista di Edvard Munch, L’urlo (1893-1910). @ Casa Editrice G. Principato

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Nessun dorma

ostacolato dal destino avverso, “L’amore stato dalla malvagità umana è il tema o contra ’ogni altro amo cantare nelle mie opere” che più d

Giacomo Puccini Lucca, 1858 - Bruxelles, Belgio, 1924

Una tradizione di famiglia Giacomo è il sesto di nove figli di una famiglia di musicisti, da molte generazioni organisti del Duomo di Lucca. Rimasto orfano all’età di 5 anni, è affidato allo zio materno perché si occupi della sua formazione. Il suo primo maestro lo considera dotato ma poco diligente. Dopo aver cambiato insegnante, raggiunge buoni risultati tanto che a 14 anni comincia a contribuire all’economia familiare diventando organista del Duomo. L’opera lirica: una folgorazione Ben presto si accorge che non è la musica sacra ad accendere il suo entusiasmo: dopo aver assistito alla rappresentazione di Aida a Pisa, dove si era recato a piedi con alcuni amici, decide di dedicarsi alla composizione operistica. Sostenuto da una borsa di studio inizia a Milano gli studi al Conservatorio. Qui conduce una vita misera ma spensierata, condividendo l’alloggio con altri giovani artisti. Compone Le Villi, opera presentata a un concorso che non vince ma viene rappresentata a Milano sotto il patrocinio dell’editore Ricordi che diverrà suo editore e sostenitore. La produzione lirica in Toscana Nel 1891 si trasferisce in una casa in affitto a Torre del Lago, vicino a Viareggio, la sua terra, dove si sente in pace e ispirato. Il successo della Manon Lescaut gli porta fama e ricchezza, così può permettersi di costruire la villa sulle rive del lago di Massaciuccoli, che rappresenterà per tutta la vita il suo rifugio e nella cui cappella sono custodite le spoglie mortali. Qui nascono i suoi capolavori: La bohème, Madama Butterfly, Tosca, La fanciulla del West, Il trittico (di cui fa parte Gianni Schicchi, il suo capolavoro comico). L’ultima opera, Turandot, rimane incompiuta per l’improvvisa morte: verrà poi ultimata da Franco Alfano, suo grande estimatore. Si ricorda però che quando il grande direttore Arturo Toscanini la diresse per la prima volta alla Scala nel 1926, giunto al punto in cui Puccini lasciava interrotta l’opera, fermò gli orchestrali e, rivolto al pubblico, disse: «Qui finisce l’opera, perché a questo punto il Maestro è morto: la morte in questo caso è stata più forte dell’arte». Il mondo femminile Protagonista vero delle sue opere è l’animo

femminile: è la donna vista sempre come l’intrepida eroina, capace di sfidare le più tremende avversità della vita, fino ad affrontare la morte pur di rimanere fedele ai suoi ideali e ai suoi affetti.

Tracce A312 • A315

Giacomo Puccini, La Tosca La vicenda è ambientata nell’anno 1800, al tempo delle guerre napoleoniche e della prima Repubblica romana. Il pittore Mario Cavaradossi simpatizza per la Repubblica e protegge il repubblicano Angelotti dalla persecuzione spietata del capo della polizia Scarpia. Scarpia incarna il personaggio cattivo della storia mentre il pittore Mario è quello buono. Ancora più buona è Tosca, una affermata cantante, innamorata di Mario. È molto gelosa, e cade ingenuamente nella trappola che fa scoprire a Scarpia il legame politico tra il patriota Angelotti e il suo Mario. Mario è torturato perché riveli il nascondiglio di Angelotti ma non se lo lascia sfuggire. È Tosca a svelarlo perché non regge alle torture inflitte al suo innamorato. Angelotti nel frattempo si è suicidato, e Scarpia condanna a morte Mario.

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@ Casa Editrice G. Principato


STORIA DELLA MUSICA La Belle Époque Tosca in un disperato tentativo di salvare la vita a Mario finge di acconsentire alla bruciante passione di Scarpia e appena lui le si avvicina lo pugnala a morte. Un momento prima aveva strappato al turpe funzionario un lasciapassare per se stessa e per il suo Mario per andarsene via da Roma. Ucciso Scarpia, Tosca si renderà conto solo all’ultimo momento dell’inganno che Scarpia aveva allestito. Per poter lasciare libero Mario, Scarpia aveva raccontato a Tosca che avrebbe messo in piedi una finta fucilazione. È l’ultima scena: il plotone è schierato. Parte la scarica. Mario cade ma non è una finzione come aveva promesso Scarpia. La fucilazione è vera e Mario muore; muore anche Tosca, che si lancia dall’alto di Castel Sant’Angelo, dove ha luogo il tragico epilogo dell’opera. Quando si ascolta un’opera lirica, sono due le cose a cui prestare attenzione: le battute dei personaggi e la musica che le accompagna, le precede o le segue. Proprio la musica ti fa capire, lo stato d’animo, le intenzioni, il carattere, i pensieri nascosti di un personaggio. Scoprili in alcune delle scene più emozionanti dell’opera Tosca.

Primo episodio: La gelosia È una delle prime scene. Mario interrompe il lavoro, perché arriva la fidanzata Tosca, che subito alza gli occhi al quadro: TOSCA

Chi è quella donna bionda lassù? MARIO La Maddalena. Ti piace? TOSCA È troppo bella! MARIO (ridendo ed inchinandosi) Prezioso elogio. TOSCA Ridi? Quegli occhi cilestrini io già li vidi... MARIO Ce n’è tanti pel mondo! TOSCA Aspetta... Aspetta... È l’Attavanti!! La vedi? Ti ama? Tu l’ami? Quei passi. Quel bisbiglio... Qui stava pur ora! Ah, la civetta! A me! MARIO La vidi ieri, ma fu puro caso. A pregar qui venne, e la ritrassi non visto. TOSCA Giura! MARIO Giuro! TOSCA (sempre con gli occhi rivolti al quadro) Come mi guarda fiso! MARIO Vien via... TOSCA Di me, beffarda, ride. MARIO Follia! TOSCA Ah, quegli occhi... quegli occhi!... MARIO Quale occhio al mondo può star di paro all’ardente occhio tuo nero? Occhio all’amor soave, all’ira fiero, quale altro al mondo ti può star di paro? TOSCA Oh, come la sai bene l’arte di farti amare!... Ma... falle gli occhi neri! MARIO Mia gelosa! TOSCA Sì, lo sento... ti tormento senza posa. MARIO Mia gelosa! TOSCA Certa sono del perdono se tu guardi al mio dolor! MARIO Ogni cosa in te mi piace; l’ira audace e lo spasimo d’amor! TOSCA Dilla ancora la parola - che consola... Dilla ancora! MARIO Sì, mia vita, amante inquieta, dirò sempre : « Floria, t’amo ! » Se la dolce anima acquieta « T’amo ! » sempre ti dirò! TOSCA Dio, Dio ! quante peccata ! M’hai tutta spettinata. MARIO Or va’. Lasciami. @ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA

COSA esprime Chi è quella donna? Grida Tosca. E Mario, come reagisce? □ Infastidito □ Furioso

□ Paziente

COME Riconosci lo scoppio della gelosia dai violi-

ni che scattano veloci e forti verso l’alto. Il canto di Tosca è un continuo alternarsi di melodie affettuose e di scatti ansiosi.

Secondo episodio: Scarpia Siamo alla fine del primo atto. Scarpia ha fatto trovare a Tosca il ventaglio della donna del quadro, proprio nel luogo dove lavora Mario. La gelosia di Tosca si fa bruciante. Corre alla villa dove sta Mario con Angelotti. I gendarmi di Scarpia la seguono non visti, e così Scarpia viene finalmente a scoprire dove Mario nasconde l’amico. La scena si svolge in chiesa, e Scarpia si esalta al pensiero di soddisfare i suoi due sogni: sedurre Tosca e arrestare il patriota suo amante Mario. Va’ Tosca! Nel tuo cuor s’annida Scarpia. Egli ti segue e ti sospinge.

Sono io Scarpia a decidere quello che provi e che stai per fare

È Scarpia che scioglie a volo il falco della tua gelosia.

Sono io a scatenare la tua gelosia

Quanta promessa nel tuo pronto sospetto!

Come mi verrà utile il tuo sospetto!

A doppia mira tendo il voler, né il capo del ribelle è la più preziosa.

Io ho due scopi; quello poliziesco è il meno importante

Ah, di quegli occhi vittoriosi vedere la fiamma illanguidir nello spasmo d’amore!

Sogno di vedere i tuoi occhi ridenti diventare languidi per me

La doppia preda avrò. L’uno al capestro, l’altra fra le mie braccia...

Lui lo farò giustiziare, lei la costringerò alle mie voglie.

e ne affida l’invincibil desìo...

Non resisterò al desiderio.

COSA esprime

L’emozione di questo episodio si fa sempre più aspra e violenta dalla prima all’ultima nota.

Tosca

COME La scena è introdotta dall’organo e da due grosse campane che alternano queste due note che vengono ripetute fino alla fine:

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Com’è la dinamica? □ Sempre fortissimo □ Procede da fortissimo a pianissimo □ Procede da piano a fortissimo

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La Belle Époque Terzo episodio: Lo strazio Tosca si è recata nello studio di Scarpia per implorare la liberazione di Mario. La condizione che Scarpia esige in cambio è turpe: la donna deve concedersi a lui. Tosca si butta in ginocchio a supplicarlo, e supplica anche la Madonna, ricordando i propri meriti. È una delle pagine più memorabili dell’opera: Vissi d’arte, vissi d’amore, non feci mai male ad anima viva! Con man furtiva quante miserie conobbi, aiutai. Sempre con fe’ sincera, la mia preghiera ai santi tabernacoli salì. Sempre con fe’ sincera diedi fiori agli altar.

Nell’ora del dolore perché, perché Signore, perché me ne rimuneri così? Diedi gioielli della Madonna al manto, e diedi il canto agli astri, al ciel, che ne ridean più belli. Nell’ora del dolore, perché, perché Signore, perché me ne rimuneri così?

Quarto episodio: il carcerato In carcere, Mario è in attesa di essere condotto alla fucilazione. Ma a dominare il suo pensiero non è il tragico destino che lo aspetta, è il ricordo dell’amore che non può più condividere con Tosca.

COSA esprime Puccini ha tenuto da conto la melodia proprio per il finale del dramma, per farci capire la morale della tragedia: solo l’amore può sfidare anche la morte.

COME Ai primi tre versi, fino a fra le braccia, la voce

resta ferma su pochi suoni. Sono i violini ad anticipare l’emozione che Mario prova. Ma dopo i violini non può essere altro che la voce a dominare la scena.

E lucevan le stelle, e olezzava la terra, stridea l’uscio dell’orto e un passo sfiorava la rena. Entrava ella, fragrante, mi cadea fra le braccia. Oh! Dolci baci, o languide carezze, mentr’io fremente le belle forme disciogliea dai veli! Svanì per sempre il sogno mio d’amore... L’ora è fuggita, e muoio disperato, e muoio disperato! E non ho amato mai tanto la vita! tanto la vita.

Rappresentazone della Tosca nel 2008 al Florida Grand Opera.

Da questo punto il dramma corre verso la catastrofe. Riconoscerai proprio la melodia che accompagna l’abbassarsi del sipario.

@ Casa Editrice G. Principato

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Carmen

to l’eterna tragedia “Raccon della violenza sulla donna”

Georges Bizet Parigi, Francia, 1838-Bougival, Francia, 1875

Un allievo “meritevole” I suoi genitori sono musicisti dilettanti e lo avviano presto allo studio della musica. A dieci anni viene ammesso in Conservatorio, e da adolescente vince il Prix de Rome, il “Premio di Roma”, riservato agli allievi meritevoli. Nei due anni passati nella città, che era ancora sotto il dominio papale, ha modo di conoscere da vicino l’opera lirica italiana, che fa su di lui una grande impressione. Tornato in patria comincia a dubitare del proprio talento così inizia diversi lavori che non porta a termine. Dagli esordi alla consacrazione Quando finalmente arriva a far rappresentare le sue prime importanti opere liriche, come I pescatori di perle e La fanciulla di Perth, i critici tuonano severamente contro il suo stile: alcuni lo sentono troppo legato ai modelli italiani, altri al modello tedesco di Wagner. Scrive deliziosi pezzi per pianoforte, i Jeux d’enfants (Giochi di bambini), poi altre due opere: Arlesiana, da cui ricaverà una suite per orchestra, e il capolavoro che da solo basta a rendere immortale il nome di questo grande musicista: Carmen. L’autore non ebbe nemmeno il tempo di vederla rappresentata perché morì pochi mesi prima della messa in scena. L’opera racconta un dramma che la cronaca nera ripete tristemente anche ai nostri giorni: la violenza su di una donna da parte di un maschio ottuso, incapace di capirla e di accettarla. Tracce A316 • A318

Georges Bizet, Carmen Primo atto Scoppia un litigio nella fabbrica di sigari. La bella sigaraia Carmen produce una ferita a una compagna. L’ufficiale Zuniga l’arresta e l’affida al suo sottoposto don José, perché la conduca in prigione. Ma José è un ingenuo; Carmen lo provoca e lui finisce col farsi stregare dalle arti seduttive della ragazza. La fa fuggire, e per questo viene a sua volta messo in prigione.

Trovi il tema La parità di genere e la lotta alle disuguaglianze a pag. 66

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Secondo atto Carmen si è rifugiata presso un clan di contrabbandieri. Prima che tutti fuggano da lì, arriva al loro campo Escamillo, il famoso torero in cerca di amori facili. Si stupisce che Carmen non crolli ai suoi piedi, come è abituato a veder fare dalle sue fan. Ma Carmen si è invaghita del bel soldato don José e respinge le avance del torero. Don José esce di prigione dopo un mese, e arriva al campo. Carmen è felice, e canta e danza proprio per lui. Ma lui la interrompe bruscamente: arriva il segnale della ritirata, e non può permettersi di stare ad ascoltare Carmen che canta e balla per lui. Carmen naturalmente si sente offesa, ferita. Terzo atto Anche il torero Escamillo si ripresenta. Don José lo conosce solo per fama, ma i due non si sono mai incontrati prima. Quando don José si sente raccontare dal torero, che è venuto a mettere a segno il suo flirt con Carmen, esplode per la gelosia e aggredisce il torero. S’intromette Carmen. Ormai ne ha abbastanza di José. È ben consapevole del rischio che incombe su di sé, vista la furia omicida del soldato. Al campo dei contrabbandieri arriva Micaela, la fidanzata che don José aveva lasciato al paesello. Era comparsa già nel primo atto per portargli un messaggio della madre. Ora Micaela lo supplica di tornare: la mamma sta morendo. Situazione drammatica: sono tutti in scena. Beffardo il torero, disperata Micaela, alterato don Josè, che alla fine decide di seguire Micaela, tra gli sberleffi di Carmen. @ Casa Editrice G. Principato


STORIA DELLA MUSICA La Belle Époque Quarto atto L’ultimo atto si svolge all’esterno della corrida. Dentro, la folla inneggia al torero. Fuori, Carmen incontra don José, che confessa di non poter vivere senza di lei. Ma lei non esita a fargli sapere di non amarlo più. Il suo cuore ora è tutto per Escamillo. Don José la supplica ancora e ancora. Disperato, al deciso rifiuto di Carmen, la pugnala. Ma chi è Carmen? Qual è la sua personalità vera? Basta ascoltare la musica con cui si presenta nel primo atto per spiegare le sue idee sull’amore. Balla e canta una danza spagnola la habanera: L’amour est un oiseau rebelle Que nul ne peut apprivoiser, Et c’est bien en vain qu’on ‘‘appelle, S’il lui convient de refuser. Rien n’y fait, menace ou prière, L’un parle bien, l’autre se tait; Et c’est l’autre que je préfère Il n’a rien dit; mais il me plaît. L’amour! L’amour! L’amour! L’amour! L’amour est enfant de Bohême, Il n’a jamais, jamais connu de loi, Si tu ne m’aime pas, je t’aime, Si je t‘aime, prend garde à toi!

L’amore è un uccello ribelle che nessuno può addomesticare ed è davvero inutile chiamarlo se gli conviene rifiutarsi. Niente lo smuove, minaccia o preghiera: uno parla bene, l’altro tace; ed è ‘‘altro che preferisco. Non dice niente, ma mi piace. Refrain: ‘‘amore è un uccello ribelle ecc. L’amore è figlio di zingari, non ha mai, mai conosciuto legge, se tu non mi ami, io ti amo. Se io ti amo, attento a te!

COSA esprime In quest’aria vien fuori una personalità sensuale, vibrante, ma per niente volgare, plebea, piut-

tosto ricca, esuberante, e soprattutto viva e indipendente.

COME La vitalità è espressa anche dalla successione di tre momenti diversi:

1. Il tratto forte di questo canto è il cromatismo: i suoni che scendono di semitono in semitono. Poi quel ritmo sfuggente, a terzine:

L'a - mour

est un oi - seau re - bel - le que nuì nul

2. Poche battute su grandi intervalli. 3. Ritmo puntato :

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Bizet. Carmen. Ritmo puntato

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Ma Carmen non è solo questo. Carmen ha un profondo senso del tragico, del buio pronto a inghiottirci in ogni momento della vita. È un altro aspetto della sua personalità. Siamo nel terzo atto. Le sue amiche Frasquita e Mercedes stanno interrogando le carte. Il risultato è più che soddisfacente, per loro: a una le carte dicono che incontrerà un innamorato ideale; all’altra che ne scoverà uno ricchissimo e vecchio abbastanza da essere vicino a morire. Bizet ci fa capire cosa provano le donne:

COSA esprime Il responso piace

COME Nel canto, ma anche nei piccoli frammenti dei flauti. @ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA E qui parte la pagina più tragica dell’intera opera. Anche Carmen legge le carte. La musica è eloquente: Voyons, que j’essaie à mon tour (A sua volta si mette a girare le carte) Carreau! Pique! la mort! J’ai ben lu... Moi, d’abord, (indicando Don José addormentato) Ensuite lui... Pour tous les deux la mort. (Continua a mischiare le carte) En vain, pour éviter les réponses amères, En vain tu mêleras, Cela ne sert à rien, les cartes sont sincères Et ne mentiront pas! Dans le livre d’en haut si ta page est heureuse, Mêle et coupe sans peur, La carte sous tes doigts se tournera joyeuse, T’annonçant le bonheur! Mais, si tu dois mourir, si le mot redoutable Est écrit par le sort, Recommence vingt fois, la carte impitoyable répétera: la mort!... Encor! encor! Toujours la mort! Le amiche Frasquita e Mercedes si rivolgono alle carte: Parlez encor, parlez, mes belles De l’avenir donnez-nous des nouvelles... Dites-nous qui nous trahira! Dites-nous qui nous aimera! Fortune! Amour!. CARMEN Encor! Encor! Le désespoir! La mort! La mort!... Encor! La mort!... Toujours la mort!... MERCEDES Fortune! FRASQUITA Amour! CARMEN Toujours la mort! TUTTE E TRE Encor! Encor! Encor! Encor!

COSA esprime Carmen sente per sé un futuro tragico.

Quadri! Picche!... La morte! Ho letto bene... io, innanzi tutto. Poi lui, per tutti e due la morte. Invano, per evitar risposte amare, Invano tu mischierai, A nulla serve, le carte son sincere E non mentiranno! Se nel libro di lassù la tua pagina è fortunata, Mischia e taglia senza paura, La carta sotto le tue dita lieta si girerà, Annunciandoti felicità! Ma, se devi morire, se la parola tremenda è scritta dalla sorte, Ricomincia venti volte, la carta impietosa Ripeterà: la morte!... Ancora! Ancora! Sempre la morte! Parlate ancora, parlate, mie belle, Dateci notizie dell’avvenire... Diteci chi ci tradirà! Diteci chi ci amerà! Fortuna! Amore! Ancora! Ancora! La disperazione! La morte! La morte! Ancora la morte Sempre la morte!... Fortuna! Amore! Sempre la morte! Ancora! Ancora! Ancora! Ancora!

COMEIl modo: L’andamento: La melodia:

Sentiamo nella sua espressione un respiro affannoso.

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Vediamo, provo a mia volta

@ Casa Editrice G. Principato

□ maggiore □ minore □ lento □ veloce □ a gradi congiunti □ a gradi disgiunti


La Belle Époque

L’operetta Dopo la guerra del 1870, quando la Francia è sconfitta dai Prussiani, inizia in Europa un felice periodo di pace. I popoli sono stanchi di guerre nazionali e vogliono dedicarsi a spettacoli più leggeri e divertenti. Già da anni fioriva un genere di teatro musicale che metteva in burla i costumi e le abitudini del tempo: l’operetta. Ora questo genere raggiunge uno strepitoso successo. Qui i dialoghi sono per metà parlati e per metà cantati su musiche facili e orecchiabili. L’operetta si presenta come una sintesi fra opera e teatro di prosa. Jacques Offenbach (1819-1880), il più famoso autore di operette, ne compone più di cento. A volte si diverte a prendere in giro i miti greci, come in Orfeo all’Inferno: Orfeo scende nell’Oltretomba a supplicare che gli restituiscano Euridice, la moglie morta da poco, ma le divinità infernali se ne guardano bene, e organizzano una grande festa nella quale Euridice ballerà insieme a tutti gli altri una danza scatenata, il celebre can can. L’operetta fiorisce anche in Austria, soprattutto per merito di Johann Strauss figlio, già famoso per i suoi innumerevoli valzer. Le sue operette, come Il pipistrello e Sangue viennese, sono rappresentate ancora oggi con successo. L’operetta continuerà a godere di una grande fortuna anche nei primi decenni del Novecento, Ritratto di J. Offenbach. in cui si afferma l’ungherese Franz Lehar, con la sua Vedova allegra. Rappresentazione de La Vedova allegra al Metropolitan Opera di New York.

@ Casa Editrice G. Principato

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Suite des dances

o vedo spesso storie in cui la donna è “A teatr della società patriarcale. Nelle mie operette vittima o riscattare l’immagine femminile” preferisc

Franz Lehar Komarom, Ungheria, 1870-Bad Ischl, Austria, 1948

A cavallo del Novecento La sua vita si spinge avanti nel Novecento, ma le opere per cui è famoso sono soprattutto quelle che scrive da giovane, in piena Belle-Époque. Passa gran parte della sua esistenza prima come suonatore, e poi come direttore di bande militari, sia in tempo di pace, sia al fronte austro-ungarico, durante la Prima Guerra Mondiale. Dal 1902 si dedica solo alla composizione. Il suo maggior successo è La vedova allegra. Tracce A319 • A320

Franz Lehar, La vedova allegra La prima scena si svolge a Parigi, presso l’ambasciata di un paese inventato, il Pontevedro. La protagonista, Hanna, è una donna bellissima, intorno alla quale ronza una schiera di pretendenti: fra loro, Danilo, il suo antico fidanzato. Hanna aveva dovuto lasciarlo perché i familiari la costrinsero a sposare un ricco banchiere, che muore subito, e Hanna si trova vedova e ricca. La scena che ascolti è quella in cui Hanna compare per la prima volta. I pretendenti le si stringono intorno, con parole dolci: ma lei si difende, cantando su un ritmo di mazurca: Io di Parigi ancor non ho le usanze ben apprese. E le malizie ancor non so di questo bel paese. Rimasta son pontevedrina, che ci volete far? Per esser parigina so che molto ho da imparar. Hanna non nasconde il sospetto che tutte quelle moìne siano per via dei suoi soldi più che per la sua persona. E lo dice con ironia: Le vedove, si sa, hanno quel fascino sottil, ma se son ricche, certamente questo fascino è ancora maggior! Gli uomini si fingono scandalizzati, ma Hanna insiste.

COSA esprime Lehar prima ci fa capire il contrasto

affidando agli uomini un loro motivo musicale. Ma poi si stringono di nuovo attorno a Carmen: come?

COME

□ con un ritmo di marcia □ ripetendo il motivo Le vedove si sa

Entra in scena Danilo: è ancora innamorato di Hanna, ma vuol far credere di essere un donnaiolo: 1. Io vado da Maxim a farmi un bicchierin. 2. Si stura lo champagne, si gioca alla roulette, Serate in compagnia con donne in allegria: e poi carezze e baci e tanta gioia in cuor: Lolo, Dodo, Jou-Jou, Clo-Clo, Margot, Frou-Frou Lolo, Dodo, Jou-Jou… la cara patria mia mi fan dimenticar.

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La vicenda si chiude con l’immancabile lieto fine: Hanna sposerà Danilo. Lehar ce lo dice con due dei suoi valzer più famosi: quello romantico ballato da Hanna e Danilo, e poi quello festaiolo dell’intera compagnia. @ Casa Editrice G. Principato


STORIA DELLA MUSICA La Belle Époque

Due fari proiettati sul Novecento Due principali orientamenti ideali aprono alla storia della musica le strade per un radicale rinnovamento del suo linguaggio. Sono le due correnti che a pag. 321 abbiamo chiamato Impressionismo e Espressionismo, molto diverse fra loro. Protagonisti di questo rinnovamento sono il francese Claude Debussy per l’impressionismo, e l’austriaco Gustav Mahler per l’espressionismo. Sono esattamente contemporanei, eppure la lontananza tra il mondo espressivo dell’uno e dell’altro, è profonda. La musica di Mahler è sorretta da un appassionato impegno morale, che critica le usanze mondane, denuncia i falsi valori, aspira a un’ideale condizione di purezza. Debussy è più portato ad esprimere le sottili impressioni che la natura esercita sul suo animo, tanto che arriva a scrivere che «Credo che fino ad ora la musica si sia basata su un principio sbagliato. Cerchiamo le idee in noi, mentre dovremmo cercarle attorno a noi... La musica è una misteriosa matematica che partecipa dell’infinito... Nulla è più musicale di un tramonto: per chi lo sa guardare attentamente è la più bella lezione di sviluppo, scritta in questo libro non abbastanza consultato dai musicisti, intendo il libro della natura... S’impara la musica più guardando un tramonto che studiando le regole del contrappunto». DEBUSSY

MAHLER

Ideali

Amore per la natura

Ricerca di un senso per la vita

Interessi

Chiusura verso la politica

Contestazione della società

Visione della realtà

Positiva. Idilliaca

Pessimista. Tragica

Affinità

Impressionismo

Espressionismo

Temperamento

Sognatore

Passionale

Opere

Poemi sinfonici. Piano. Opera

Sinfonie. Lieder

Temi condivisi

L’infanzia

L’infanzia

Influssi nello stile

Cesar Frank

Anton Bruckner

Melodia

Ampia. Lineare

Frammentata

Armonia

Esatonale

Tonale

Ritmo

Controllato

Variabile

Forma

Evolve su se stessa

Spezzata

Apprezzamento pubblico

Sempre alto

Ingigantito nel tempo

@ Casa Editrice G. Principato

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Clair de lune

ambizione? Riuscire a dar vita “La mia alle visioni interiori con il candore di un bambino”

Claude Debussy Saint-Germain-en-Laye, Francia, 1862-Parigi, Francia, 1918

Tra Roma e Parigi A ventun anni vince, come Bizet prima di lui, il premio di composizioLocandina di Léon Bakst per la rappresentazione del balletto di Vaslav Nijinskij del 1912 con i Balletti russi.

ne Prix de Rome, che lo porta a soggiornare a Roma. Ma all’ambiente italiano, nel quale si sta affermando il melodramma verista, preferisce il clima della capitale francese, che allora è un centro straordinario di vita culturale e artistica. Qui frequenta pittori e poeti, che si ritrovano nel salotto del poeta Stéphane Mallarmé, uno dei grandi maestri della nuova corrente letteraria che va sotto il nome di simbolismo.

L’adesione al simbolismo Debussy rimane affascinato da questa poesia, che nomina le cose non per descriverle nella loro concretezza, ma per esprimere le sensazioni, le impressioni profonde che le cose materiali possono evocare in noi. Questo è l’obiettivo che anche Debussy pone alle sue creazioni musicali. Nel suo primo successo, Preludio al pomeriggio di un fauno, sceglie proprio un poema di Mallarmé per descrivere con i suoni dell’orchestra la sognante atmosfera di un pomeriggio estivo. Degli altri poeti simbolisti, come Baudelaire e Verlaine, Debussy mette in musica, per canto e pianoforte, alcune delle liriche più suggestive.

La rottura con la tradizione

Questo spirito contemplativo si ritrova nelle sue numerose composizioni per pianoforte, come i due cicli di Preludi, o nella Suite bergamasque. Ogni preludio si ispira a un oggetto o a un evento della realtà, però l’autore mette il titolo che vi fa riferimento non all’inizio, ma alla fine del brano. Il suo ideale è una musica raffinata, che dia voce alle emozioni più delicate e sottili del nostro animo. Uno scrittore simbolista, Maurice Maeterlinck, aveva espresso questo stesso mondo nel suo dramma Pelléas et Melisande: Debussy prende tale e quale il testo e lo riveste di musica. Nasce così la prima opera lirica che rompe audacemente con la tradizione del passato. Nelle sue creazioni Debussy usa un linguaggio musicale libero dai vincoli della musica classica tradizionale.

Tracce

330

A321

Claude Debussy, Prélude à l’après-midi d’un faune Debussy si è ispirato al poema del suo connazionale Stephane Mallarmé: un poema ricco di immagini suggestive e misteriose. Parla di personaggi mitologici: un fauno, antica divinità protettrice della natura, perennemente all’inseguimento delle bellissime ninfe, divinità anch’esse che popolano i boschi e le acque. La sonorità che domina per tutto il Preludio al pomeriggio di un fauno richiama la natura: prevale la famiglia strumentale di legni e corno e mancano trombe, tromboni, percussioni. Protagonista è il flauto solista, che dà voce al sogno del fauno immaginato dal poeta. @ Casa Editrice G. Principato


STORIA DELLA MUSICA La Belle Époque

COSA esprime A cosa può farti pensare il tema che introduce questo poema sinfonico: fantasie, passione, natura o cos’altro ancora?

COME Il solo flauto dà inizio alla composizione, con questa melodia ondeggiante a saliscendi lungo i tasti vicini della scala, ossia a intervalli cromatici. Il ritmo non è squadrato ma sfuggente.

Très modéré

Debussy. Prélude à l'après-midi d'un faune

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3

Come in un sogno, il pensiero si ferma su se stesso, nel breve passaggio con cui i corni accarezzano l’ultimo inciso del tema.

COSA esprime

COME

Il pensiero si ripresenta ogni volta carico di sensazioni nuove.

Il tema ritorna più e più volte. Ogni volta presenta qualche cambiamento

Scorrono le acque dei ruscelli.

Quale strumento usato da Debussy può darti questa impressione, con i suoi glissandi? □ il flauto □ il corno □ l’arpa

Rappresentazione di Prêlude à l’aprèsmidi d’un faune. @ Casa Editrice G. Principato

331


STORIA DELLA MUSICA La Belle Époque La natura si sveglia a poco a poco, man mano che dall’inizio si procede verso il cuore del Preludio. Sentirai il timbro caldo dell’oboe sostituirsi al flauto, in crescendo e insieme accelerando. Ora qualcosa di nuovo sembra succedere. Debussy ci presenta questo nuovo motivo:

COSA esprime La passione del fauno è ora più intensa.

COME Il ritmo nuovo com’è? □ Privo di pulsazione

□ Pulsante

Da questo punto, i colori si smorzano via via. Ritorna il tema dell’inizio, al flauto, sui volteggi dell’arpa. Poi un breve gioco brillante, chiuso dal tema principale ora affidato all’oboe.

COSA esprime A quale delle due strofe seguenti del poeta Mallarmé può fare riferimento la conclusione di Debussy?

1. I l mio corpo appesantito dal sonno, la mia anima dalla voce afona, soccombono al silenzioso orgoglio del mezzogiorno. 2. Afferro due ninfe, insieme, e veloce mi affretto al tappeto di rose; il profumo levato fino al cielo.

La Parigi di Debussy in un acquarello di Paul Signac.

332

@ Casa Editrice G. Principato

COME Senti ancora il tema intero?

L’andamento è: □ vivace □ lento L’intensità è: □ forte □ piano


Adagietto della Quinta sinfonia

re volte senza patria: un boemo tra “Sono t riaci, un austriaco tra i tedeschi gli aust eo tra i popoli di tutto il mondo” e un ebr

Gustav Mahler Kaliste, Boemia, 1860-Vienna, Austria, 1911

I travagli interiori Gustav nasce in un piccolo paese boemo, al tempo parte dell’impero austro-ungarico, da una famiglia di commercianti ebrei di origine tedesca. È il secondo di dodici figli. Fin da giovane Mahler avverte le difficoltà che un ebreo incontra nell’impero e la morte di tre suoi fratelli lasciano nel suo carattere impressioni dolorose che lo accompagneranno tutta la vita.

Le prime sinfonie

Si trasferisce a Vienna dove si afferma come direttore d’orchestra apprezzato da tutti, e comincia a scrivere le sue prime sinfonie, che invece lasciano perplesso il pubblico per le sue audaci novità: come quando inserisce, nella prima sinfonia, la canzoncina Fra Martino, modificata in modo minore. Diventa direttore dell’Opera di Vienna e si mostra così esigente verso gli orchestrali da sentirsi costretto a lasciare Vienna per recarsi a dirigere al Metropolitan di New York. Mentre la sua carriera procede, sposa Alma Schindler, anch’essa musicista e figlia di artisti, da cui ha due figlie, ma la prima muore in tenera età. Ancora una volta il pensiero della morte agita di oscuri presentimenti tutta la sua esistenza, e percorre tutta la sua opera musicale. L’ultima delle sue nove Sinfonie, la Decima è rimasta incompiuta, si apre con un ritmo che sembra imitare il battito del suo cuore malato. Muore proprio di malattia cardiaca fra le braccia di Alma.

I travagli della civiltà europea in musica Con la sua opera Mahler dà voce al travaglio della civiltà europea a cavallo dei due secoli. La sua musica è tutto un alternarsi di sentimenti di pace e amore, e di grida di dolore e di protesta contro le falsità che vede nel mondo intorno a sé. Lo sentiamo in certe situazioni ricorrenti nelle sue sinfonie, dove Mahler intreccia due diversi piani sonori: da una parte belle melodie cantabili, delicate, dall’altra l’irruzione improvvisa di marce di carattere militare, che vanno a disturbare la melodia e finiscono col far precipitare l’intera orchestra in aspri accordi cupi e laceranti. L’orchestra classica non gli basta più per esprimere l’incredibile varietà di emozioni e di pensieri che gli attraversano la mente. Per questo arriva a moltiplicare nelle sue sinfonie gli strumenti, e ad aggiungere in certi casi anche le voci di solisti e di un coro. Tracce A322 • A324

Gustav Mahler, Sinfonia n° 1, Terzo movimento Vienna, 19 novembre 1900. Il pubblico seduto in sala ha ascoltato con un certo fastidio i primi due movimenti di questa sinfonia. Una sinfonia, per il pubblico, deve avere qualcosa di severo, quasi di sacro.Il pubblico pensa a Mozart, a Beethoven, a Schubert. Questo giovane compositore, invece, ne ha scritta una piena di stranezze. Quando poi incomincia il terzo movimento, Andante, il pubblico non sa più trattenersi. Partono fischi, risate, schiamazzi. Qualcuno si alza e se ne va scandalizzato. Centovent’anni dopo, questa stessa sinfonia, come le altre otto di Mahler, è considerata una vetta straordinaria della musica classica. Mahler stesso l’aveva previsto: «Solo dopo morto la mia musica verrà apprezzata». Mahler era consapevole di aver introdotto nella storia della musica una situazione fin allora sconosciuta e mai immaginata: l’ironia. Ironia è dire il contrario di quel che si vuol propriamente esprimere. Lo fa spesso chiunque, con le parole. @ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA Mahler inserisce e usa l’ironia anche con la musica. Prende ispirazione da un’incisione su legno dell’artista von Schwind che mostrava il funerale di un cacciatore. A portare e a seguire il feretro sono proprio gli animali che il cacciatore aveva intenzione di uccidere: lepri, volpi, cervi, quaglie.

Moritz von Schwind, Il funerale del cacciatore (1850)

Ascolta Mahler. Sul battito dei timpani riconoscerai facilmente il motivo suonato dal contrabbasso: Mahler. Tema 1

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Solenne e misurato, senza trascinare

Contrabbassi

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È proprio la canzoncina Fra Martino. Presta attenzione a come la modifica:

COSA esprime Un funerale

334

COME

Cambia il modo, rispetto all’originale: □ da minore a maggiore □ da maggiore a minore

Mahler stesso racconta le sue intenzioni ironiche. Di norma un funerale è accompagnato da una musica severa. Lui invece sceglie questo motivetto infantile e lo fa sentire, come spesso si usa, a canone. «Nel mio eroe scorgevo tutta la miseria del mondo, con i suoi taglienti contrasti»: quello che Mahler vedeva intorno a sé era l’ipocrisia della società della Belle Époque e il modo migliore di denunciarla, per lui, era proprio quello: l’ironia. @ Casa Editrice G. Principato


La Belle Époque MotivoPoche 2 Ma non c’è solo questo, nellaMahler. sua musica. battute più avanti sovrappone alla marcia, prima il seguente motivetto affidato all’oboe e al clarinetto:

Oboe

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Mahler. Motivo 3

poi quest’altro, dal carattere volutamente volgare:

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Oboe

a tempo piuttosto lento

Ora l’atmosfera cambia completamente. Mahler rispetta una regola, applicata dai compositori tradizionali nella parte centrale delle marce. Introduce la musica di una sua precedente romanza: è il canto di un viandante che, abbandonato dalla sua donna, vaga fino a fermarsi sotto un tiglio.

COSA esprime

COME

□ ripete Fra martino in modo maggiore □ ci fa sentire una melodia nuova in modo minore □ ci fa sentire una melodia nuova in modo maggiore

Tutto, tutto era tornato bello: tutto, l’amore e la pena; il mondo ed il sogno! Alla fine ritorna il motivo iniziale:

COSA esprime

Che carattere ti sembra che presenti?

COME

È più mosso che all’inizio; con intervento delle trombe e un addensamento aspro delle altre voci strumentali

Così finisce l’Andante. Ma non finisce la sinfonia. Per farsi capire anche dal suo pubblico più distratto o impreparato al suo messaggio, Mahler fa seguire nella sinfonia un ultimo movimento, di cui ascoltiamo solo l’inizio. Basta questo inizio per dirci qual è per lui la realtà del mondo, se si solleva il velo dalle falsità: un’immane tragedia. Ascolta bene: sai sicuramente completare tu stesso entrambe le colonne.

COSA esprime

COME

@ Casa Editrice G. Principato

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LE CITTÀ DELLA MUSICA

CIVIC MUSIC

Parte Quarta

Pierre-Auguste Renoir, Ballo a Moulin de la galette (1876)

Parigi Parigi

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Verso la fine del XIX secolo Parigi è una metropoli protesa verso la modernità. Architetti come Haussman ne stanno ridisegnando i contorni, eliminando i reticoli di viuzze della città medioevale in favore di grandi boulevard ai lati dei quali sorgono imponenti palazzi, simbolo della ricca borghesia. Parigi diventa famosa per le innovazioni tecnologiche e scientifiche: la rete fognaria, i lampioni a gas che illuminano le strade e che le valsero la denominazione di “Ville Lumière”, il cinema, ma anche la scoperta di una cura contro la tubercolosi e la scoperta dei raggi X. Per l’Esposizione Universale del 1899 viene eretta la Torre Eiffel e mai come in quegli anni la capitale francese diventa il luogo prescelto da artisti di ogni genere. Pittori, poeti e musicisti di ogni nazionalità fanno di Parigi la loro “patria spirituale” e la vita senza regole dell’artista, dettata solo dalla sua ispirazione, viene addirittura consacrata da un’opera lirica, La Bohème scritta da Giacomo Puccini nel 1896. Da qui deriva il termine bohémien con cui, ancora oggi, si definisce la vita di quegli artisti che scelgono di sopportare un’esistenza contrassegnata dalla povertà, in cambio della libertà di vivere senza costrizioni. I caffè e i bistrot sono gli “uffici” di questi giovani artisti visionari raccontati dai dipinti di Toulouse-Lautrec dove la colonna sonora è soprattutto il Can Can, la danza sfrenata e vitale che fece la sua comparsa anche sul palcoscenico di un importante teatro per opera di Charles Offenbach. Infatti, in contrasto con le forme del melodramma tradizionale italiano, domina a Parigi il genere nuovo di opera lirica, l’opéra-comique, che avrà fortuna fino ai nostri giorni. @ Casa Editrice G. Principato


Théatre national de l’Opera-Comique a Parigi

La Tour Eiffel.

@ Casa Editrice G. Principato

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STORIA DELLA MUSICA

Ripassa a tempo Un periodo di pace e sviluppo Il periodo tra la conclusione della guerra franco-prussiana (1871), e l’inizio della prima guerra mondiale (1914), è chiamato Belle-Époque cioè “epoca bella”. È un periodo di pace, di forte sviluppo tecnologico e scientifico, e di grande entusiasmo per il futuro che vede soprattuto la crescita della classe borghese. Anche la musica rompe con il passato: pur non abbandonando il linguaggio musicale “classico”, i copositori lo rinnovano con le melodie delle canzoni popolari e i ritmi delle danze locali. Nei paesi europei si affermano le scuole nazionali in cui i musicisti utilizzano forme e motivi tipici del proprio paese di origine. Le scuole musicali più forenti sono: la scuola russa e la scuola boema.

Scuole nazionali

Russa

A. Borodin M. Musorgskij N. Rimskij-Korsakov

Boema

B. Smetana A. Dvorák

Un nuovo linguaggio musicale La borghesia vuole distrarsi con musiche meno impegnative rispetto a quelle dell’Ottocento romantico: si diverte nelle le sale da ballo e nei cafè chantant, sale da caffè in cui si esibiscono artisti che intrattengono il pubblico con musica e canzoni di qualità. I temi delle opere liriche non traggono più ispirazione dalla storia antica ma si passa a scene che danno spazio alla vita quotidiana e alle emozioni vere provate dai personaggi; George Bizet in Francia e Giacomo Puccini in Italia sono espenenti di questo nuovo orientamento, che prende il nome di verismo. Si afferma l’operetta, un genere musicale che è la sintesi tra l’opera lirica e il teatro di prosa e comprende momenti di danza, di canto e di recitazione. Una famosa operetta è la Vedova allegra di Franz Lehar.

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Opera lirica del Settecento

Opera lirica dell’Ottocento

Temi di storia antica

Temi di vita quotidiana

Linguaggio musicale “classico”

Forme e motivi del folklore locale

@ Casa Editrice G. Principato


La Belle Époque

Verifica le tue conoscenze 1. Perché quest’età è chiamata Belle Époque? a. Perché l’Europa vive in pace. b. Perché si apprezzano in modo speciale le arti. c. Perché si dà importanza alla bellezza della donna. 2. Qual è la caratteristica dei compositori che fanno parte delle Scuole nazionali? a. Appartengono a Paesi dell’area mediterranea. b. Utilizzano nelle loro musiche motivi e danze tradizionali del loro Paese. c. Si dedicano quasi esclusivamente a musica da camera. 3. Quali sono le caratteristiche del genere musicale operetta? a. L’operetta è una forma di melodramma molto breve che comprende anche musiche di scena. b. L’operetta è una forma del melodramma verista che mette in scena i temi della vita quotidiana. c. L’operetta è la sintesi tra opera lirica e teatro di prosa, e comprende danza, canto e recitazione in prosa. 4. Nell’opera lirica quali sono due caratteri del verismo? a. I soggetti sono attinti prevalentemente dalla vita quotidiana. b. Si mettono in scena drammi anche brutali. c. Lo stile vocale è vicino all’intonazione delle parole parlate. 5. Quali, tra questi autori, appartengono a una Scuola nazionale? a. Georges Bizet e. Johann Strauss b. Gustav Mahler f. Nikolaj Rimskij-Korsakov c. Bedrich Smetana g. Antonin Dvorák d. Modest Musorgskij 6. Completa il testo con le parole suggerite. francese – italiani – leggende – patrimonio – lirico – nazionali – rinnovamento – russa – tedesca in cui i musicisti Nel tardo Ottocento si affermano scuole musicali musicale del proprio paese. Tra le scuole più fiorenti si attingono al . Autori come Mussorgskij e annoverano quella slava e quella capolavori ispirati a Rimskij-Korsakov hanno scritto per il teatro nazionali. Nei paesi di lingua continua la si dedicano quasi grande tradizione sinfonica. I compositori Claude Debussy scrive esclusivamente all’opera lirica, mentre il del linguaggio musicale che avrà luogo musiche che annunciano il nel XX secolo. 7. Collega ogni compositore al suo paese di origine. a. b. c. d. e. f.

Antonín Dvořřák Edvard Grieg Giacomo Puccini Modest Mussorgskij Johann Strauss Georges Bizet

1. 2. 3. 4. 5. 6.

Francia Italia Boemia Norvegia Russia Austria

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