ciao_amici_scrittura3

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Lulu Lulu era piccola come una gatta, aveva grandi occhi viola e le zampe così fragili che nel piegarsi e nel distendersi, quando si accucciava o si rialzava, pareva si dovessero spezzare. Aveva le orecchie lisce come seta e il naso nero come un tartufo. Le prime settimane dovette risolvere il problema dei pavimenti a cera: appena si avventurava fuori dai tappeti le gambe le scivolavano nelle quattro direzioni ma in poco tempo imparò a camminare anche là. Con la sua grazia e la sua bellezza, Lulu riuscì a farsi trattare con rispetto da tutti. Anche i miei cani l’accettarono. Li spodestò dalla ciotola del latte e dal loro posto preferito davanti al camino. Quando crebbe Lulu divenne un’antilope di una bellezza incredibile. Una sera Lulu non tornò a casa. Fu un brutto colpo per noi: non potevo fare a meno di pensare ai leopardi e un giorno lo dissi a Kamante. – Tu credi che sia morta, Msabu, – disse – ma non è morta. Si è sposata! K. Blixen, La mia Africa, Adelphi

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