Architecture Graduation Portfolio

E L E N A F E R R A I O L I 2

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9

8

7

3

PORTFOLIO architettura 2 0 1 3 | 2 0 1 6

Università IUAV di Venezia Dipartimento di Tecniche e Culture del Progetto (B03) Anno Accademico 2015 | 2016

Portfolio di Laurea Elena Ferraioli Matricola | 279873 Venezia, 27/07/2016 Tutte le immagini, salvo diversa indicazione, sono di esclusiva proprietà dell’autore.

I n t r o d u z i o n e

U

n’architettura, per essere tale, necessita di un percorso progettuale che inizi da un momento dedicato allo studio e alla conoscenza, che gli permetta poi di concretizzarsi nella fase del progetto. In questo senso questo portfolio cerca di raccogliere i primi tentativi di approccio all’architettura in quattro aree concettuali: Studiare, Riconoscere, Applicare, Esplorare.

La prima sezione, Studiare, rappresenta l’investigazione, la conoscenza, e quindi il primo incontro tra idee e teoria; la seconda, Riconoscere, dimostra quanto operazioni quali l’osservazione, l’analisi e la ricerca siano fondamentali, insieme alla teoria, alla base di un progetto di architettura; la terza, Applicare, raccoglie gli esiti dei laboratori progettuali e ne mette in luce le diverse influenze, i differenti approcci e le molteplici tematiche affrontate; l’ulti-

ma sezione, Esplorare, vuole dare spazio ai più svariati campi dell’architettura, che contribuiscono anch’essi alla formazione dell’architetto, come il viaggio o l’esperienza testimone di altre realtà. Un ordine questo, che credo sia alla base di ogni percorso progettuale, di ogni nascita e del successivo sviluppo delle idee, degli esiti dei processi creativi relativi ad ogni campo.

Ciascuno di tali procedimenti viene infatti chiaramente influenzato da una moltitudine di fattori che sono anzitutto conoscitivi, ma anche legati all’esperienza. La sensibilità architettonica viene infatti condizionata dal contesto, dalla storia, dallo studio, dalle esperienze passate; l’atto creativo non è che la sommatoria di molteplici fattori, tra cui la consapevolezza e la conseguente capacità di in- e re- interpretare un’idea diventano fondamentali.

ABO U T

M E

Elena Ferraioli 11/05/1994 Venezia Via Francesco Cavalli, 15 Lido di Venezia (VE), ITALIA 30126 +39 348 2919966 elena_ferra@hotmail.it e.ferraioli@stud.iuav.it

EDUCAZIONE 2008 | 2013 Venezia

Liceo Linguistico | Niccolò Tommaseo Diploma di maturità linguistica 100/100

2013 | 2016 Venezia

I.U.A.V. Istituto Universitario di Architettura di Venezia Laurea triennale in architettura

ESPERIENZE 14 | 09 | 15

14 | 10 | 15 Venezia

Absolut Studio | Giulio Lattuada Tirocinio

S K I L L S & S O F T WA R E Competenze linguistiche

Lingua italiana Lingua inglese Lingua francese Lingua spagnola

Cad 3D Modeling Graphic design

Autocad 3DS Max Adobe Photoshop Adobe Illustrator Adobe Indesign

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PE R CO R S O

2013 | 2014

I Analisi matematica e geometria | R. Manfrin Disegno digitale | M. Borgherini Rappresentazione e rilievo dell’architettura | E. Garbin Laboratorio d’anno I | D. Bolla Geografie del territorio contemporaneo | M. Rossi Fondamenti di urbanistica | E. Fontanari Fondamenti di restauro | R. Codello Storia dell’architettura moderna | M. Bulgarelli W.A.Ve. 2014 | E. Giani & J. Chun

2014 | 2015

II Meccanina e tipologia delle strutture | A. Vanin Progettazione ambientale | F. Peron Laboratorio d’anno II | M. Galantino Architettura del paesaggio | L. Cipriani Progettazione tecnologica | M.A. Barucco Storia dell’architettura contemporanea | M. Bonaiti Viaggio studio | Svizzera_Francia W.A.Ve. 2015 | M. Moreira

2015 | 2016

III Estimo | R. Lioce Progetto di restauro | M. Piana Laboratorio d’anno III | A. Ferlenga Trasporti | A. Cappelli Progettazione urbanistica | P. Viganò W.A.Ve. 2016 | E. Fernandez

5

CO NTE NU TI

STUDIARE

RICONOSCERE

I .I

II.I DISEGNO DIGITALE Il giardino delle sculture | Carlo Scarpa

PROGETTO DI RESTAURO

Museo di Castelvecchio | Carlo Scarpa

Chiesa di San Lorenzo

pp 10-15

pp 24-35

I.II

II.I I RAPPRESENTAZIONE E RILIEVO DELL’ARCHITETTURA

ARCHITETTURA DEL PAESAGGIO

Tomba Brion | Carlo Scarpa

Moles aquae

pp 16-21

pp 36-43

II.I I I PROGETTAZIONE URBANISTICA Metropolitan task force | Venezia città metropolitana

pp 44-53

6

APPLICARE

I I I.I

ESPLORARE

IV.I VIAGGIO STUDIO Abitare il ghetto

Une petite maison Notre-Dame du Haut Sainte-Marie de la Tourette

pp 56-61

pp 118-125

LABORATORIO D’ANNO 1

II I.I I

LC

IV.I I LABORATORIO D’ANNO 2

W.A.Ve. 2014

Spazio di incontro | Convitato di pietra Nuova fondazione Pistoletto

INsideOUT: exercises in style | Jinyoung Chun & Esther Giani

pp 62-81

pp 126-133

I I I.I II

IV.I I I LABORATORIO D’ANNO 3

W.A.Ve. 2015

Teatri di guerra | Layers Teatri di guerra | Movimenti di suolo

The lagoon of Venice: the theory of assemblies | Marta Moreira

pp 82-103

pp 134-141

I I I.IV

IV.I V

PROGETTAZIONE TECNOLOGICA

W.A.Ve. 2016

Torre residenziale | Details

New Harmony | Enrique Fernandez

pp 104-115

pp 142-149

7

I S

T

U

D

I

A

R

E

Osservare attentamente, esaminare, indagare, assorbire nuove nozioni, accrescere la propria conoscenza, applicarsi, dedicarsi all’approfondimento di un’arte o di una disciplina. Lo studio come strumento per elaborare idee coerenti, educazione dell’ingegno e della creatività, occasione privilegiata per produrre la propria conoscenza.

8

2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016

9

I

10

STUDIARE

I.I

I. I

D I S E G N O D I G I TA L E

D I S E G N O D I G I TA L E Museo di Castelvecchio Castelvecchio

Carlo Scarpa 1958 | 1974

Il giardino delle sculture Biennale di Venezia

Carlo Scarpa 1952

Docente

Maria Malvina Borgherini

Esame

Corso opzionale

Studente

Elena Ferraioli

I

l corso si orienta verso l’analisi della genesi e della trasformazione dell’architettura prescelta ed è finalizzato alla restituzione grafica di quanto appreso e sperimentato in modo da poterne trasmettere i concetti primari. Le esercitazioni hanno l’obiettivo di formare le capacità di reinterpretazione e immaginazione spaziale, questo utilizzando come unico tramite il disegno.

2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016 11

I

STUDIARE

Museo di Castelvecchio, Carlo Scarpa : esercitazioni

12

I.I

D I S E G N O D I G I TA L E

13

I

14

STUDIARE

I.I

D I S E G N O D I G I TA L E

L’essenza del segno Il giardino delle sculture, Carlo Scarpa : ridefinizione di assonometria e pianta, prospetto, vista interna

15

I

16

STUDIARE

I.II

I.I I

R A P P R E S E N TA Z I O N E E R I L I E V O D E L L’ A R C H I T E T T U R A

R A P P R E S E N TA Z I O N E E RILIEVO D E L L’ A R C H I T E T T U R A Tomba Brion San Vito di Altivole

Carlo Scarpa 1969

Docente

Emanuele Garbin

Esame

Corso annuale

Studente

Elena Ferraioli

I

l corso si basa sulla necessità di affermare che la rappresentazione e il disegno dell’architettura non possano ridursi semplicemente a mere operazioni pratiche, ma che sia di fondamentale importanza una riflessione teorica più profonda che indaghi ciò che realmente sta alla base del disegno. In un continuo riferimento ad attività sia teoriche che pratiche ci si abitua a intendere l’architettura come atto prima di tutto interpretativo. In questo senso il disegno viene messo in relazione non più solo con le tecniche e le scienze ma anche con il pensiero artistico e filosofico che aiuta a interrogarsi sulle cose, sull’essere e sulla verità.

2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016 17

I

STUDIARE

L

’architettura di Scarpa è cura del dettaglio, studio della luce, profonda conoscenza delle superfici e delle trame. L’architettura non è solo un manufatto, ma una macchina attraverso cui guardare il tempo e l’architettura stesso nel suo farsi.

#1

#2

#3

18

I.II

R A P P R E S E N TA Z I O N E E R I L I E V O D E L L’ A R C H I T E T T U R A

Tomba Brion : esploso assonometrico

19

STUDIARE

I

Tempietto sull’acqua Tomba Brion, Carlo Scarpa

S

omiglianza

Somiglianza tra le parti di una figura.

Ripetizione di figure variate.

Relazioni proporzionali e misure modulari.

Simmetrie speculari rispetto all’orizzontalità e alla verticalità.

Riflessi nell’acqua.

A

Differenz

Variazione di figure ripetute.

Asimmetrie dentro una cornice speculare.

Ripetizioni interrotte, ripetizioni ininterrotte.

Contrapposizione senza sintesi.

Negazioni, e negazioni di negazioni. Deviazioni, ritorni e ancora deviazioni.

I.II

R A P P R E S E N TA Z I O N E E R I L I E V O D E L L’ A R C H I T E T T U R A

A

Asimmetri

Assenza di proporzioni armoniche.

Immagine identificata nell’elemento “causa” e “disturbo”.

Nel tempo questo elemento muta, divenendo strumento di movimento.

Indispensabile affinché lo scopo artistico e comunicativo venga raggiunto.

A questo punto la (a)simmetria è davvero equilibrio, staticità, mezzo attraverso cui esprimere l’infinito.

S

immetria

Corrispondenza ordinata tra le parti di una configurazione.

Rispondenza di proporzioni tra le singole parti e l’intera figura.

Rapporto di uguaglianza tra parti contrapposte.

La specularità delle parti dona un senso di armonia ed equilibrio all’osservatore.

Tuttavia essa appare nella sua totalità solo nel momento in cui si confronta con il suo opposto.

I I R I C O N O S C E R E Perlustrare, individuare, identificare, analizzare, distinguere, cogliere le caratteristiche, prestare attenzione ai dettagli. Gli esiti della ricerca sono spesso limitati o provvisori, insoddisfacenti. Le domande sono il vero motore dell’attività mentale.

Diventa perciò necessario alimentare il dubbio poichÊ questo risulta un atteggiamento di ricerca ed esplorazione.

22

2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016

23

II

24

RICONOSCERE

II.I

II. I

P R O G E T T O D I R E S TA U R O

P R O G E T T O DI RESTAURO Chiesa di San Lorenzo Venezia Docente

Mario Piana

Esame

Corso semestrale

Gruppo

Nicolò Fattori Elena Ferraioli Elena Melchiori Elena Orsanelli Margherita Paggi Sofia Sacchini Alice Santinon Giorgia Soini Giorgio Trivellin Carmen Valenti

853

I

l laboratorio di restauro mette in luce gli aspetti e le problematiche che accompagnano un progetto di restauro di un’architettura esistente. Esso si svolge attraverso la lettura, l’interpretazione e l’analisi attenta degli intrecci della dimensione storica con quella materica della fabbrica. Inoltre nella seconda parte del corso, caratterizzata dal progetto di restauro della Chiesa di San Lorenzo, si vede affermata la problematica legata alla memoria dei luoghi e alla necessità di conservarne oltre al valore materiale, anche quello storico e ideologico. L’intero corso intende dunque mediare e ricercare un equilibrio tra istanze conservative e di rinnovamento per un reinserimento del manufatto nel contesto fisico e culturale odierno.

2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016 25

II

RICONOSCERE

Controfacciata Chiesa di San Lorenzo : analisi stratigrafica

26

II.I

P R O G E T T O D I R E S TA U R O

MARMORINO

SU

COCCIOPESTO

Unità stratigrafiche 1025, 1026, 1040, 1057, 1065, 1067, 1072, 1088, 1090, 1096, 1098, 1102, 1103, 1107, 1109, 1117, 1139, 1141, 1183 Descrizione Intonaco caratterizzato da più strati che per la colorazione rosata si ipotizza marmorino. Si tratta di uno strato di malta di calce e mattone pesto e uno strato in calce e polvere di pietra d’Istria (tipica della tradizione veneziana).

L A T E R I Z I O

E

M A L T A

Unità stratigrafiche 1007, 1031, 1041, 1054, 1058, 1059, 1064 Descrizione Muratura di elementi in laterizio di dimensioni variabili, disposti in maniera irregolare secondo i corsi orizzontali. I mattoni presentano un colore arancio, rosso e grigio chiaro. Inoltre, è rilevabile in alcuni punti uno strato di finitura di colore biancastro. I giunti sono regolari in malta di calce e a filo con il paramento murario.

L A T E R I Z I O E M A L T A MARMORIN O | IN TON AC H I N O Unità stratigrafiche 104, 105, 106, 124, 125, 126, 145, 146, 147, 164, 183, 184

Descrizione Piedistallo in laterizio e malta visibile nei punti più degradati. La finitura è a marmorino sopra al quale è presente uno strato di intonachino di più recente fattura.

L A T E R I Z I O E M A L T A INTONACO | PIETRA D’ISTRIA Unità stratigrafiche 137, 190, 191 Descrizione Architrave, fregio e cornice della trabeazione risultano interamente in laterizio, fatta eccezione della parte terminale realizzata in pietra d’Istria. La presenza di giunti rende evidente la composizione in più blocchi dell’elemento architettonico. Di difficile deduzione i modiglioni di cui si suppone la realizzazione in cotto.

27

II

RICONOSCERE

Controfacciata Chiesa di San Lorenzo : analisi del degrado

28

II.I

P R O G E T T O D I R E S TA U R O

COLATURA Categoria Alterazione fisico-meccanica senza peggioramento delle condizioni.

Descrizione Tracce ad andamento prevalentemente vericale dall’alto al basso che si distinguono dall’elemento interessato per una gradazione cromatica differente. Frequentemente se ne riscontrano numerose ad andamento parallelo.

EFFLORESCENZA Categoria Formazione di prodotti secondari con perdita di materiale.

Descrizione Formazione superficiale di aspetto cristallino, polverulento o filamentoso, generalmente di colore biancastro.

La patologia non è manifesta sulla superficie ma viene desunta dal diffuso degrado superficiale degli elementi laterizi posti a diretto contatto con il suolo.

DISTACCO Categoria Perdita di materiale.

Descrizione Soluzione di continuità tra strati di un intonaco, sia tra loro che rispetto al substrato, che prelude, in genere, alla caduta degli strati stessi.

MACCHIA Categoria Senza peggioramento delle condizioni.

Descrizione Variazione cromatica localizzata della superficie, correlata sia alla presenza di determinati componenti naturali del materiale sia alla presenza di materiali estranei.

Si concentrano in corrispondenza degli elementi architettonici e si configurano in zone che presentano una pigmentazione con colorazioni dal grigio al nero.

29

II

RICONOSCERE

Controfacciata Chiesa di San Lorenzo : valutazione delle superfici

A. PULITURA

A2

C. CONSOLIDAMENTO

C2

D. INTEGRAZIONE

30

A5

A2

D2

II.I

P R O G E T T O D I R E S TA U R O

PULITURA MEDIANTE ACQUA A B A S S A P R E S S I O N E Patologie Colatura, deposito superficiale, distacco, elemento antropico, elemento improprio, fratturazione, graffito vandalico, macchia, mancanza.

Obiettivi Questa tecnica risulta particolarmente adatta quando si tratta di rimuovere polveri o depositi incoerenti non troppo coesi al substrato in particolare quelli che possono proseguire il deterioramento del materiale.

PULITURA MEDIANTE I M PA C C H I A S S O R B E N T I D I C E L L U L O S A Patologie Efflorescenza, esfoliazione.

Obiettivi L’intervento è finalizzato all’esportazione di efflorescenze saline e all’estrazione dei sali solubili dalle superfici e dagli strati immediatamente sottostanti. Tale tecnica consente inoltre di evitare l’azione abrasiva di sostanze pulenti che potrebbero risultare troppo aggressive nei confronti del substrato.

RIADESION E M E D I A N T E

DI DI STAC C H I I N I E Z I O N I

Patologie Distacco.

Obiettivi La procedura viene eseguita al fine di consolidare strati di intonaco distaccato dal supporto, così da risarcire le eventuali lesioni presenti tra il substrato e l’apparecchio retrostante.

RIPRISTINO VERNICE PITTORICA S U E L E M E N T I L A P I D E I Patologie Erosione, intervento antropico, macchia.

Obiettivi L’intervento mira a ripristinare la colorazione grigiastra originaria presente sugli elementi lapidei così da uniformarne la superficie e garantire un’adeguata resistenza agli agenti di degrado.

A2

A5

A2

A2 C2

D2

D2

31

II

RICONOSCERE

Progetto di restauro Chiesa di San Lorenzo : planimetria generale e porzione, assonometria di dettaglio e sistema tecnologico del solaio

32

II.I

P R O G E T T O D I R E S TA U R O

Elemento di finitura, piastrelle in cotto, 40 x 40 mm

Sottofondo per pavimentazione, sabbia e cemento, 40 mm

Sistema portante, cls, 40 mm Sistema portante, lamiera grecata collaborante, 50 mm Travetto IPE, acciaio inox, 100 mm

Profilo a L di appoggio, acciaio inox, 50 mm Trave di bordo a L, acciaio inox, 260 mm

33

II

RICONOSCERE

Progetto di restauro Chiesa di San Lorenzo : sistema di orditura delle travi, sezione A-A’, sistema di travi e pilastri in acciaio e parapetto

A

A’

34

II.I

P R O G E T T O D I R E S TA U R O

Piastra di ancoraggio sagomata, acciaio inox, spessore minimo 15 mm Elemento di connessione a cerniera, fazzoletto di nodo, acciaio inox, 10 mm Sistema portante, trave IPE, acciaio inox, 200 mm Trave di bordo con profilo L, acciaio inox, 260 mm Corrimano, acciaio inox, Ă˜ 40 mm

Parapetto, profilo in acciaio inox, 13 mm

35

II

36

RICONOSCERE

II.II

II.I I

A R C H I T E T T U R A D E L PA E S A G G I O

A R C H I T E T T U R A DEL PAESAGGIO Moles aquae Laguna di Venezia Docente

Laura Cipriani

Esame

Corso semestrale

Gruppo

Elena Ferraioli Eleonora Licciardello Elena Orsanelli Alice Santinon Carmen Valenti Alice Violato

I

l corso si sviluppa attraverso una serie di ricerche sul territorio e sul fragile ecosistema della Laguna di Venezia, ricoprendone molteplici campi. Le tematiche trattate mirano a ricostruire un’immagine generale dell’ambiente lagunare cercando di far comprendere le complessità e le peculiarità di un territorio in termini paesaggistici. Le questioni da affrontare fanno riferimento a innumerevoli campi: dall’analisi storica, agli aspetti estetico-percettivi, agli effetti dovuti ai cambiamenti climatici, alla topografia e all’elemento specifico di questo ambiente ovvero l’acqua nelle sue componenti qualitative e quantitative.

2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016 37

II

RICONOSCERE

XX secolo

+36 cm +34 cm +32 cm +30 cm +28 cm +26 cm +24 cm +22 cm +20 cm

Altezza della marea astronomica all’interno della laguna di Venezia : variazioni della marea tra il XX e il XXI secolo

38

+18 cm +16 cm

II.II

A R C H I T E T T U R A D E L PA E S A G G I O

XXI secolo

N

el XX secolo si evidenzia la capacità del bacino lagunare di smorzare l’altezza della marea man mano che si propaga al suo interno, capacità persa all’inizio del XXI secolo, con la sola eccezione dell’estrema laguna settentrionale.

Tale resistenza all’onda di marea può variare nel tempo, a seguito di

Variazione totale

modifiche morfologiche indotte sia da cause naturali, come l’erosione dei bassifondi, che di origine antropica come il moto ondoso.

alta variazione media variazione bassa variazione

39

II

RICONOSCERE

3,0 m e oltre 2,6 / 2,9 m 2,2 / 2,5 m 1,8 / 2,1 m 1,4 / 1,7 m

Le percentuali di allagamento dell’isola di Venezia : andamento plano-altimetrico della pavimentazione

40

1,0 / 1,3 m 0,6 / 0,9 m

+160

77 %

N

el contesto lagunare è di fondamentale importanza conoscere adeguatamente il territorio per garantire la gestione e la fruibilità della città e delle sue infrastrutture. Risulta per questo indispensabile conoscere l’andamento plano-altimetrico della pavimentazione, necessario in occasione di alta marea, sia per garantire

59 %

+200

28 %

+180

5%

A R C H I T E T T U R A D E L PA E S A G G I O

+140

+120

+100

II.II

85 %

91 %

la transitabilità pedonale, sia per prevedere i danni derivanti dagli allagamenti.

41

II

RICONOSCERE

1930

-50 / -40 m -40 / -20 m -20 / -10 m -10 / -5 m -5 / -2 m -2 / -1,5 m -1,5 / -1 m -1 / -0,8 m -0,8 / -0,5 m

La batimetria : variazioni batimetriche tra il 1930 e il 2002

42

-0,5 / -0,2 m -0,2 / 0 m

II.II

1970

L

o studio della batimetria dei fondali, ovvero della profondità degli stessi rispetto al livello medio marino, e della loro variazione nel tempo, è uno dei principali temi da affrontare per ampliare la propria conoscenza riguardo la morfologia lagunare. Sulla base dei rilievi del 1970 si è verificato un notevole incremento della pro-

A R C H I T E T T U R A D E L PA E S A G G I O

2002

fondità media e più in generale si può affermare che nel corso degli anni la velocità di approfondimento della laguna è aumentata: il fondale ha aumentato la sua profondità media di circa 20 cm.

43

II

44

RICONOSCERE

II.III

II.II I

P R O G E T TA Z I O N E U R B A N I S T I C A

P R O G E T TA Z I O N E URBANISTICA Metropolitan task force Venezia città metropolitana Gronda lagunare Laguna di Venezia Docente

Paola Viganò

Esame

Corso semestrale

Gruppo

Alba Cerantola Elena Ferraioli Monica Marchesan Erica Meneghetti Leonardo Michielon Alice Santinon Carmen Valenti

I

l laboratorio di progettazione urbanistica nasce dall’obiettivo comune di realizzare un progetto che riguardi l’intera area metropolitana di Venezia tenendo conto di alcuni degli aspetti fondamentali. Per questo tratterà diverse temi tra cui quello legato alle isole della laguna di Venezia, alla loro raggiungibilità e alla loro capacità di integrarsi in un progetto di tali dimensioni; quello legato agli spazi marginali, abbandonati e ai vuoti urbani che richiedono degli scenari radicali; al tema della produzione incentrato in particolar modo nella zona tra Padova e Venezia; o a quello dell’accessibilità e della mobilità; e ancora a quello legato al fragile territorio della gronda lagunare strettamente connesso al tema del turismo. Tutto questo cercando di mantenere l’acqua come elemento strutturante dei progetti e delle immagini per Venezia Città metropolitana.

2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016 45

II

RICONOSCERE

Parco riconosciuto

Percorso esistente

Strutture esistenti

901 Km2

490 Km

18.433 m2

Parco di progetto

Percorsi di progetto

Strutture di progetto

5.099 Km2

74 Km

13.400 m2

Parco territoriale

Itinerario ciclopedonale

Strutture ricettive

6.000 Km2

564 Km

31.700 m2

Presentazione dello scenario : inquadramento a scala metropolitana Gronda lagunare

46

II.III

P R O G E T TA Z I O N E U R B A N I S T I C A

Distribuzione ricettività

Accessibilità trasporto privato

Accessibilità trasporto pubblico via mare

Accessibilità trasporto pubblico via terra

Strategie applicate : sezioni di studio del territorio

47

II

RICONOSCERE

Piantate nuove

Percorso esistente

Strutture esistenti

281 Km2

116 Km

3.800 m2

Verde pubblico

Percorsi di progetto

Strutture di progetto

150 Km2

31 Km

6.400 m2

Sistema verde

Itinerario ciclopedonale

Strutture ricettive

431 Km2

147 Km

10.200 m2

Inquadramento della gronda lagunare nord : planimetria generale

48

II.III

P R O G E T TA Z I O N E U R B A N I S T I C A

Strada asfaltata

Strada bianca esistente

Strada bianca ricucita

Strategie applicate : sezioni di studio del territorio, plastico di studio

49

II

RICONOSCERE

Aumento biodiversitĂ Ripiantumazione agricola

50

Itinerario ciclo-pedonale Intensificazione di trasporto pubblico via mare

II.III

P R O G E T TA Z I O N E U R B A N I S T I C A

N

ell’area progettuale del campo dismesso è stata attuata una politica di tutela e conservazione dell’esistente con particolare attenzione alle zone permeabili.

Le aree naturali rappresentano una potenzialità per attuare la riqualifica della zona e per fare ciò è necessario favorirne l’aumento della biodiversità. Al tempo stesso la presenza di habitat particolari come le barene, proprie del paesaggio lagunare, incrementa l’interesse pubblico per la zona e dunque favorisce le diverse tutele e gli interventi svolti finora e in programma per il futuro.

Strategie campo dismesso : viste di dettaglio

Riutilizzo strutture dismesse Distribuzione strutture ricettive

Ricucitura itinerario ciclopedonale Intensificazione attività sportive

51

II

RICONOSCERE

Itineriaio ciclo-pedonale Intensificazione di trasporto pubblico via terra

52

Bike sharing Distribuzione strutture ricettive

II.III

P R O G E T TA Z I O N E U R B A N I S T I C A

P

er i centri urbani l’attenzione si rivolge al campo dei servizi in maniera da assicurare all’utenza qualsiasi tipo di confort nonostante si tratti di realtà urbane molto piccole e poco frequentate. Le strategie riguardano dunque l’accessibilità facilitata ai mezzi di trasporto pubblico, che vede l’intensificazione delle frequenze dei trasporti, il diretto collegamento in sicurezza con la pista ciclabile più prossima e la trasformazione o ampliamento di edifici esistenti in strutture dotate di attrezzature ricettive.

Strategie centro urbano : viste di dettaglio

Riutilizzo edifici abbandonati Intensificazione strutture ricettive

Intensificazione aree verdi Progettazione parchi urbani

53

I I I A P P L I C A R E Dedicarsi, impegnarsi, mettere in pratica, inventare, cercare la soluzione, concretizzare, attuare, realizzare, accettare nuove sfide, superarsi. La conoscenza è confutabile fino a quando non risulta applicabile in maniera pratica. L’atteggiamento sperimentale è necessario a rendere se stessi e gli altri maggiormente consapevoli.

54

2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016

55

II I

56

APPLICARE

III.I

III. I

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 1

L A B O R A T O R I O D’ANNO 1 Abitare il ghetto Ghetto ebraico

Venezia

Docente

Domenico Bolla

Esame

Corso annuale

Gruppo

Alexa Amati Alba Cerantola Silvia De Marco Elena Ferraioli Nicolò Genovese Elia Lo Porto Monica Marchesan Silvia Pretato Alice Santinon

I

l programma del primo laboratorio prevede la realizzazione di nove edifici di altezza variabile tra i 6 e i 12 metri da posizionare all’interno del Ghetto Novo. Lo scopo primario è quello di concepire lo spazio in continuità con gli aspetti fondanti della cultura e della storia ebraica che è insita nelle radici del luogo in questione. In questo senso la progettazione tiene conto di alcune componenti che per la popolazione ebraica sono sempre stati cardine della società: la meditazione e lo studio, la cultura. Questo implica una scelta progettuale che vede la realizzazione di ambienti comuni in cui si possa diffondere la conoscenza. I luoghi progettati sono dedicati a studiosi che per un breve tempo si ritroveranno nel ghetto per un approfondimento della storia ebraica.

2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016 57

II I

APPLICARE

3

4

2 1 5 10

6 8

9

7

Abitare il ghetto : planimetria generale e attacco a terra, schizzi di studio, assonometrie d’insieme

58

Ristorante tipico

1

Spazio espositivo temporaneo

2

Ostello

3

Foresteria

4

Caffè, info point, foresteria

5

Foresteria, sala lettura

6

Foresteria

7

Luoghi di insegnamento, auditorium

8 9 10

III.I

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 1

L

a disposizione delle torri richiama il disegno della lampada a olio tipica della tradizione ebraica, la Menorah, presentando però un slittamento e una curvatura inusuale che consentano di dare continuità all’asse di accesso al Ghetto Novo e di costituire una zona centrale di piazza.

59

II I

APPLICARE

Abitare il ghetto - Torre foresteria | Sala lettura: assonometria, esploso assonometrico, assonometrie arredi interni

60

III.I

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 1

Piano copertura

Piano terzo

Piano secondo

Piano primo

Piano terra

61

II I

62

APPLICARE

III.II

III.I I

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 2

L A B O R A T O R I O D’ANNO 2 Spazio di incontro Collocazione ideale

Convitato di pietra

Nuova fondazione Pistoletto San Pietro di Castello

Venezia

Docente

Mauro Galantino

Esame

Corso annuale

Gruppo

Elena Ferraioli Margherita Paggi Elena Rigato Alice Santinon

I

l laboratorio, nella sua prima fase progettuale, mira a costruire uno spazio che sia esito, sia di una realtà costruttiva inerente alla funzione interna, che stilistica, ovvero in grado di riflettersi nella struttura esterna. Progettare uno spazio significa dunque creare e dar vita a ciò che ancora non esiste imparando a comunicarlo e a renderlo tangibile in maniera efficace. L’obiettivo è dunque, una volta definita l’opera o convitato di pietra, e riconosciute le esigenze di spazio, luce e atmosfera, ricreare un ambiente autentico di incontro tra la scultura e un ipotetico ospite singolo. Per ricreare dunque l’aura dell’opera è necessario conoscere la volontà dell’autore, permettere un dialogo con l’ambiente circostante e studiare in maniera accurata il momento dell’incontro.

2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016 63

II I

APPLICARE

P E R C O R S O I N S A L I TA

Scomposizione elementi inclinati : esplosi, plastico

64

L

a salita diventa simbolo dell’ascesi verso la riscoperta della scultura. Nel percorso inclinato si sommano progressivamente, attraverso lo sguardo, le parti del movimento e dell’equilibrio della statua. Il percorso cresce sino alla fine, con la comprensione totale ed unitaria dell’opera, situata su un piano parallelo al suolo.

III.II

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 2

65

II I

APPLICARE

FILTRO DELLO SGUARDO

Filtro dello sguardo : sezioni di studio, plastico

66

L

a disposizione dei pannelli riflette la struttura degli assi della statua. Nel loro attraversamento, il visitatore potrà vedere, a seconda del percorso, singoli movimenti della struttura mentre solo alla fine riuscirà a coglierla nella sua totalità. Il fine è la comprensione unitaria dell’opera che deve essere compiuta per gradi.

III.II

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 2

67

II I

APPLICARE

ILLUMINAZIONE GRADUALE

Controllo della luce : abaco aperture, plastico

68

A

nche le aperture accompagnano il percorso: la parte iniziale è caratterizzato da una situazione di oscurità. Successivamente, le aperture si amplieranno sino alla completa illuminazione, nel punto in cui è situata la scultura. Il collocamento delle finestre è posto nell’intersezione tra assi fondamentali e pareti esterne.

III.II

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 2

69

II I

APPLICARE

S PA Z I O D E L L’ I N C O N T R O

Contemplazione dell’opera: pianta di studio, plastico

70

A

l termine del percorso inclinato, la statua può essere colta da ogni punto in cui il visitatore preferisce scoprirla. Non viene scelta nessuna “faccia” preferenziale da cui osservare l’opera, in modo tale che essa possa essere vista nella sue integrità. Il movimento viene colto nella tridimensionalità dalla quale nasce.

III.II

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 2

S PA Z I O D E L L’ I N C O N T R O Equilibrio finale Punto di fuga verso l’alto verso il punto cui si rivolge la statua

S PA Z I O D I E D U C A Z I O N E D E L L O S G U A R D O Il percorso non pone limiti all’esperienza del visitatore

71

II I

72

APPLICARE

III.II

III.I I

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 2

L A B O R A T O R I O D’ANNO 2 Spazio di incontro Collocazione ideale

Convitato di pietra

Nuova fondazione Pistoletto San Pietro di Castello

Venezia

Docente

Mauro Galantino

Esame

Corso annuale

Gruppo

Elena Ferraioli Margherita Paggi Elena Rigato Alice Santinon

L

a seconda fase progettuale del laboratorio mette in luce le tecniche della progettazione architettonica e urbana come modalità specifica di trasformazione della città o di una sua parte, come in questo caso l’Isola di San Pietro di Castello, considerando unitariamente le relazioni tra edifici, spazi pubblici e privati. Tutto questo per ricreare una nuova realtà per l’isola che miri a ridefinire un’unità tra nuovi interventi e preesistenza, tra turismo e abitanti. Parallelamente, lo studio sull’architettura e sulla relazione continua tra interno ed esterno: di fondamentale importanza lo studio precedente sull’illuminazione e sulle esigenze insite in un’opera artistica, pittorica o scultorea.

2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016 73

II I

APPLICARE

C

O

N

F

I

N

I

E

C

Nuova conformazione

S p a z i

I

I

l confine dell’isola venne deturpato nel corso degli anni per esigenze esclusivamente umane finendo così per assumere una conformazione spezzata e discontinua. Il nuovo confine richiama la forma originaria dell’isola del 1800 ritornando ad un aspetto più naturale e meno contaminato.

Isola di San Pietro di Castello : abaco interventi

74

R

I

Z

I

O

N

I

p r i v a t i

punti critici dell’isola in cui gli ambienti “privati” non si presentavano quanto tali soprattutto per la ristrettezza degli spazi sono stati rivalutati tramite nuove recinzioni che permettono la nascita di nuovi isolati.

P

I

N u o v i

I

E

N

I

e d i f i c i

nuovi pieni sono concepiti in maniera da creare continuità tra gli edifici esistenti ma anche per dare la possibilità ai nuovi spazi privati di ingrandirsi.

III.II

V

U

O

T

I

V

E

R

D

E

P

E

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 2

R

C

O

R

S

Campi e luoghi di ritrovo

Riqualificazione e filtro

C o n n e s s i o n i

I

I

I

vuoti si creano automaticamente nel nuovo reticolo di pieni e recinzioni. Questi saranno i luoghi di ritrovo principali sia per i residenti che per gli ospiti dell’isola.

Inoltre essendo definiti tra gli edifici viene riproposta l’idea del “campo”, ambiente tipico veneziano.

verdi seguono le esigenze dell’isola: quello situato nella parte alta corrisponde ad un verde di riqualifica che verrà attrezzato, mentre quello nella parte centrale corrisponde ad un verde che funge da filtro tra i vuoti e i pieni adiacenti.

I

percorsi mettono chiaramente in comunicazione gli accessi principali, sia via terra che via mare, ai punti di ritrovo individuati tra l’edificato, per concentrarsi al centro ma anche nella parte alta dell’isola.

75

II I

APPLICARE

2

1

5

3

4

Isola di San Pietro di Castello : planimetria generale e attacco a terra, esplosi assonometrici edifici di progetto

76

III.II

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 2

Fondazione Michelangelo Pistoletto

1

Fondazione Michelangelo Pistoletto

Sale workshop, biblioteca, auditorium

2

Sale workshop

Dormitorio

3

Biblioteca

Caffetteria, supermarket, residenze

4

Auditorium

Oratorio

5

Caffetteria

Area verde Aree comuni attrezzate

Piano copertura

Piano primo

1

Piano terra

2

77

II I

APPLICARE

1

2

3

4

I livello II livello

1

PIENI E VUOTI

Fondazione Michelangelo Pistoletto : abaco sale espositive, opere di Michelangelo Pistoletto

78

2

P E R C O R S O E I D E N T I TĂ€

III.II

3

SIMBOLISMO

4

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 2

PUNTI DI FUGA

79

II I

APPLICARE

8

6 7 8 5

5

S PA Z I A L I TÀ

Fondazione Michelangelo Pistoletto : abaco sale espositive, opere di Michelangelo Pistoletto

80

6

AMBIENTE DOMESTICO

III.II

7

M AT E R I C I TÀ

8

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 2

S C O M P O S I Z I O N E SOVRAPPOSIZIONE

81

II I

82

APPLICARE

III.III

III.II I

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 3

L A B O R A T O R I O D’ANNO 3 Teatri di guerra Monte Zebio

Layers Asiago (VI)

Teatri di guerra Sacrario militare

Movimenti di suolo Asiago (VI)

Docente

Alberto Ferlenga

Esame

Corso annuale

Gruppo

Elena Ferraioli Alice Santinon Carmen Valenti

I

l laboratorio di progettazione architettonica e urbana si propone di sviluppare la capacità di affrontare, con gli strumenti dell’architettura, i fenomeni di trasformazione richiesti da un territorio complesso, ricco di storia e di tradizione come quello italiano. Il laboratorio, seppur suddiviso in due progetti, entrambi di carattere commemorativo-espositivo, uno sull’Altipiano di Asiago, e uno nel centro della città, si occupa delle implicazioni urbane, paesaggistiche e territoriali della Grande Guerra.

La prima parte interessa i percorsi legati alle battaglie del Monte Zebio e si propone di rivedere e trasformare territori deformati tramite interventi puntuali a piccola scala mirati alla definizione di una rete di luoghi di conoscenza e di accoglienza che devono rilanciare una frequentazione dell’Altipiano che sia attenta alla sua storia.

2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016 83

II I

84

APPLICARE

III.III

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 3

C

B

D C A

B G

A B

E

B A

F

C

A C

D E

C

D

A B

B

F G

F

Complesso generale Monte Zebio : planimetria generale, abaco tipologie

85

II I

APPLICARE

E

86

G

III.III

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 3

E G

Complesso generale Monte Zebio : sezioni prospettiche, abaco tipologie, plastico

87

II I

APPLICARE

Spazio espositivo : sezione A-A’, pianta

88

III.III

A

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 3

A’

89

II I

APPLICARE

Bivacco : sezione A-A’, plastico, pianta

90

III.III

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 3

A

A’

91

II I

92

APPLICARE

III.III

III.II I

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 3

L A B O R A T O R I O D’ANNO 3 Teatri di guerra Monte Zebio

Layers Asiago (VI)

Teatri di guerra Sacrario militare

Movimenti di suolo Asiago (VI)

Docente

Alberto Ferlenga

Esame

Corso annuale

Gruppo

Elena Ferraioli Alice Santinon Carmen Valenti

L

e sperimentazioni progettuali della seconda parte del laboratorio si pongono il compito di riattivare quelle relazioni tra storia, paesaggio e architettura in maniera da trasformare in modo attento il territorio. Nello specifico si prevede la realizzazione di uno spazio museale nell’area antistante il Sacrario militare della città di Asiago che sia in grado di narrare la storia della guerra e del luogo e che per tali motivi si integri armoniosamente nel territorio. Di fondamentale importanza è infatti la relazione con l’esterno ed in particolar modo con il Sacrario, e il Viale degli Eroi, percorso di risalita ad esso. L’obiettivo è dunque quello di ricreare una relazione tra i visitatori e la storia del luogo servendosi di uno spazio fortemente ancorato alle radici che non vada a modificare il paesaggio sacro e che allo stesso tempo si distacchi dalla realtà urbana con un fronte, un limite, un elemento che racchiude attività più vicine alla città.

2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016 93

II I

94

APPLICARE

III.III

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 3

Complesso generale Sacrario militare di Asiago : assonometria generale

95

II I

96

APPLICARE

III.III

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 3

Complesso generale Sacrario militare di Asiago : plastici

97

II I

APPLICARE

A

A’

98

III.III

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 3

Museo della Grande Guerra, Viale degli Eroi : pianta bar e auditorium, sezione A-A’, prospetto nord, viste esterne

99

II I

APPLICARE

A

1

A’

1

100

2

III.III

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 3

B

3

2

B’

3

Museo della Grande Guerra, Viale degli Eroi : pianta, sezioni A-A’, B-B’, viste interne sale espositive

101

II I

APPLICARE

CHIUSURA INFERIORE 1 rivestimento esterno, listelli di pietra, 70 mm massetto livellante, cemento autolivellante, 25 mm struttura portante, cemento armato, 500 mm materiale da riempimento, argilla espansa struttura di tamponamento, cemento alleggerito, 300-500 mm CHIUSURA SUPERIORE 2 rivestimento interno, listelli di pietra, 15 impianti, riscaldamento a pavimento, 80 isolamento, EPS60, 60 sistema di areazione, igloo, 240 struttura portante, cemento armato, 360 magrone, inerti, 130

102

mm mm mm mm mm mm

III.III

L A B O R AT O R I O D ’ A N N O 3

CHIUSURA SUPERIORE 1 rivestimento esterno, listelli di pietra, 70 mm massetto livellante, cemento autolivellante, 25 mm struttura portante, cemento armato, 500 mm magrone, inerti, 300 mm CHIUSURA INFERIORE 2 rivestimento interno, listelli di legno, 20 mm impianti, riscaldamento a pavimento, 80 mm intercapedine, aria, 90 mm struttura di tamponamento, cemento alleggerito, 300-500 mm magrone, inerti, 300 mm

Museo della Grande Guerra, Viale degli Eroi : sezione prospettica tecnologica

103

II I

104

APPLICARE

III.IV

III.IV

P R O G E T TA Z I O N E T E C N O L O G I C A

P R O G E T TA Z I O N E TECNOLOGICA Torre residenziale Fagnano Olona

Details Varese

Docente

Maria Antonia Barucco

Esame

Corso annuale

Gruppo

Elena Ferraioli Alice Santinon

I

l corso di progettazione tecnologica fornisce gli strumenti critici necessari a comprendere le connessioni che legano il progetto architettonico alla sua realizzabilità costruttiva, approfondendo la conoscenza dei sistemi tecnologici innovativi. In questo modo si preoccupa di fornire la consapevolezza necessaria in termini di esigenze di confort, fruibilità e sicurezza, con la richiesta sempre più diffusa di sostenibilità ambientale. L’obiettivo è acquisire le conoscenze necessarie per arrivare all’identificazione dei rapporti esistenti tra l’uso dei materiali e le loro prestazioni, controllando il ruolo che i procedimenti costruttivi svolgono nel progetto di architettura, nelle fasi della costruzione e, più in generale, nel processo di progettazione-costruzione-uso di un edificio.

2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016 105

APPLICARE

3

4

1,9

3

0,8 1,4

0,3

0,8 2,1

1,9

0,9

0,3

0,8 1,4

II I

1

106

0,9

1,1

0,9

0,9

0,8 ,4

0,3

3

0,8 2,1

0,8 1,41

0,8 1,4

1,4

4,1 5

1,7

0,8 1,4

III.IV

P R O G E T TA Z I O N E T E C N O L O G I C A

I M P A T T O Z E R O R E P E R I B I L I T À ECO-SOSTENIBILITÀ R I S PA R M I O E N E R G E T I C O R I C I C L A B I L I T À

Torre residenziale di progetto : prospetti (est e nord), piante (PT, 1P-2P, 3P, copertura)

107

II I

APPLICARE

Details | progettazione a secco : abaco materiali, pianta con pacchetto tecnologico, sezione tecnologica A-A’

Inerte leggero ricavato dalla cottura a 1200°C dell’argilla. Si presenta sotto forma di sferette di diversa dimensione, con struttura interna cellulare ed elevata resistenza alla compressione. L’argilla espansa è incombustibile e inattaccabile da parassiti; inalterabile nel tempo e può essere riciclata. Nel campo della bioedilizia può essere impiegata come materiale termoisolante da riempimento.

argilla espansa

argilla cruda

A

calcestruzzo cellulare

0,3

0,9

cemento armato

cemento biodinamico

legno

1,4

cartongesso

0,8

cartone alveolare

Generalmente utilizzato per la realizzazione di infissi e più in generale come riempitivo nella lavorazione del legno, rivestito con due copertine in cartone. Materiale innovativo, connubio di caratteristiche quali l’elevata resistenza, la disponibilità ad alti spessori 4 e la leggerezza.

La struttura a nido d’ape è inoltre riconosciuta come una delle 3 più resistenti alla compressione.

Per renderlo permeabile all’acqua è possibile applicare una finitura esterna impermeabilizzante.

0,8 2,1

legno lamellare

5

pannelli di legno osb

4,1

fibra di legno

0,8

tufo

La paglia da riso è una materia prima diffusa in tutto il globo. È un materiale biodegradabile, rinnovabile, maneggiabile con facilità ed il cui costo è di gran lunga più basso di qualsiasi altro materiale utilizzato in edilizia. La paglia è ottima per il conseguimento dell’efficienza energetica in quanto presenta una forte capacità isolante oltre ad essere anche un elemento costruttivo capace di portare carichi. Essa garantisce inoltre la perfetta traspirabilità delle pareti in cui viene utilizzata ed evita pertanto fenomeni di condensa superficiale assicurando un ottimo comfort negli spazi abitativi.

vetro laminato

3 1 108

1,4

paglia da riso

A’

III.IV

P R O G E T TA Z I O N E T E C N O L O G I C A

CHIUSURA SUPERIORE: - Esterno rivestimento da esterni per pavimento in legno ad incastro, 10 mm guaina impermeabilizzante bituminosa, 3 mm pannello OSB, 20x2400x1200 mm coibentazione del solaio in fibra di legno, 10x1000x1200 mm elemento isolante riempitivo paglia da riso, 240 mm coibentazione del solaio in fibra di legno, 10x1000x1200 mm isolante termoacustico in cartongesso, 10x1200x600 mm rivestimento protettivo per soffitto in argilla, 5 mm - Interno PA RT I Z I O N E I N T E R N A O R I Z Z O N TA L E : - Esterno rivestimento per pavimento in legno, 10 mm elemento di livellamento polisterene espanso, 10x1000x500 mm riempimento termoisolante di argilla espansa, 50 mm condotto di riscaldamento a pavimento, Ă˜ 15 mm pannelli conduttori di argilla, 20 mm guaina impermeabilizzante bituminosa, 3 mm coibentazione del solaio in fibra di legno, 10x1000x1200 mm elemento isolante riempitivo paglia da riso, 240 mm sistema di travi in legno lamellare coibentazione del solaio in fibra di legno, 10x1000x1200 mm isolante termoacustico in cartongesso, 10x1200x600 mm rivestimento protettivo per soffitto in argilla, 5 mm - Interno -

CHIUSURA VERTICALE: - Interno rivestimento interno per muratura in argilla, 5 mm elemento di tamponamento in cartongesso, 15x1200x600 mm pannello isolante in lana di legno, celenit N, 15x2400x600 mm elemento isolante riempitivo paglia da riso, 45 mm elemento di tamponamento in cartongesso, 15x1200x600 mm rivestimento esterno protettivo per muratura in argilla, 10 mm - Esterno -

CHIUSURA INFERIORE: - Interno rivestimento per pavimento in legno, 10 mm coibentazione del solaio in fibra di legno, 10 mm riempimento termoisolante di argilla espansa, 50 mm condotto di riscaldamento a pavimento, Ă˜ 15 mm pannelli conduttori di argilla, 20 mm guaina impermeabilizzante bituminosa, 3 mm massetto livellante in argilla, 50 mm sistema di ventilazione igloo, 240 mm guaina impermeabilizzante bituminosa, 3 mm platea di fondazione in calcestruzzo, 400 mm elemento livellante magrone, 100 mm terreno di appoggio - Esterno -

109

II I

APPLICARE

10

11

12

19

Details | progettazione a secco : dettaglio tecnologico

110

13

III.IV

9 2 8

P R O G E T TA Z I O N E T E C N O L O G I C A

C H I U S U R E O R I Z Z O N TA L I :

10.

11.

12.

13.

14.

trave secondaria in legno lamellare, 240x100 mm vite da legno HBS, 6x30 mm vite da cartongesso, 6x50 mm trave primaria portante in legno lamellare, 380x280 mm isolante acustico in acciaio con sigillatura in silicone, 25x25 mm

14 7

15 16

16 17

18

SISTEMI DI APERTURA VERTICALE:

15.

16.

17.

18.

19.

travetto in acciaio di rinforzo, 40 mm gancio di tipo ragno in acciaio per apertura verticale camera d’aria con sigillatura in silicone per serramento, 20x20 mm perno di rotazione in acciaio inox cerniera superiore con stop in acciaio inox

18

20 21

CHIUSURE VERTICALI:

20. rivestimento protettivo a davanzale ad incastro 21. silicone di chiusura, 6 mm 22. guaina bituminosa impermeabilizzante, 2 mm

22

111

II I

APPLICARE

Details | progettazione a umido : abaco materiali, pianta con pacchetto tecnologico, sezione tecnologica A-A’

A

argilla espansa

argilla cruda

calcestruzzo cellulare

cartone alveolare

cartongesso

Materiale da costruzione che unisce le ottime capacità di isolamento termico, di portata, di durata nel tempo e di resistenza al fuoco. È costituito da materie prime come cemento, silice, calce e acqua che possono essere reperite in quantità pressoché illimitate su tutto il pianeta, senza intaccare preziose riserve di materie prime esauribili. Ha eccezionali caratteristiche: isolamento termico alle basse ed alte temperature, impiego semplice e razionale, ampio ventaglio di utilizzo e minimo impatto ambientale.

A’

cemento armato

cemento biodinamico

legno

legno lamellare

Brevettato dal gruppo Italcementi è noto con il nome di i.active biodynamic contiene il principio attivo tx active, è fotocatalitico e contribuisce cioè ad abbattere gli inquinamenti presenti nell’aria. A contatto con la luce del sole, il principio attivo presente nel materiale consente di “catturare” alcuni inquinanti presenti nell’aria, trasformandoli in sali inerti e contribuendo così a liberare l’atmosfera dallo smog. La malta, prevede l’utilizzo per l’80% di aggregati riciclati, soluzione che permette un notevole risparmio di risorse naturali. Presenta una notevole fluidità tale da consentire la realizzazione di forme complesse.

pannelli di legno osb

fibra di legno

paglia da riso

tufo

vetro laminato

112

Materiale solido, trasparente che può essere riciclato. Si ottiene inserendo un’anima di materiale plastico (PVB) che conferisce al materiale un maggiore potere di isolamento acustico e riduce del 99% la trasparenza all’ultravioletto.

III.IV

P R O G E T TA Z I O N E T E C N O L O G I C A

CHIUSURA SUPERIORE: - Esterno vegetazione - miscela di sedum, 90 mm stato di coltura, daku roof soil 2, 220 mm elemento drenante - geotessuto TNT, 5 mm elemento di accumulo idrico, 100 mm manto impermeabile antiradice, 3 mm massetto in argilla, 60 mm isolante XPS, 60 mm guaina impermeabilizzante bituminosa, 4 mm solaio in calcestruzzo, 30 mm tondini di armatura, Ø 6/16 mm tralicci in ferro, Ø 8 mm alleggerimento con pignatte di mattone forato, 400x180 mm rivestimento protettivo per soffitto in argilla, 10 mm - Interno -

PA RT I Z I O N E I N T E R N A O R I Z Z O N TA L E : - Esterno rivestimento per pavimento in legno a colla, 10 mm autolivellante minerale, Keratech Eco, 1 mm sottofondo in battuto di cemento, 50 mm barriera al vapore in polietilene, 5 mm caldana addittivata per pannelli radianti - 30 mm condotto di riscaldamento a pavimento, Ø 15 mm barriera al vapore in polietilene, 5 mm solaio in calcestruzzo, 30 mm tondini di armatura, Ø 6/16 mm tralicci in ferro, Ø 8 mm alleggerimento con pignatte di mattone forato, 400x180 mm rivestimento protettivo per soffitto in argilla, 10 mm - Interno -

CHIUSURA VERTICALE: - Interno rivestimento interno per muratura in argilla, 10 mm elemento collante in malta cementizia blocchi isolanti di tamponamento, YTONG, 100 mm rivestimento esterno protettivo per muratura in argilla, 10 mm - Esterno -

CHIUSURA INFERIORE: - Interno rivestimento per pavimento in legno a colla, 10 mm autolivellante minerale, Keratech Eco, 1 mm sottofondo in battuto di cemento, 50 mm barriera al vapore in polietilene, 5 mm caldana addittivata per pannelli radianti, 30 mm condotto di riscaldamento a pavimento, Ø 15 mm guaina impermeabilizzante bituminosa, 4 mm isolante XPS, 60 mm massetto livellante in calcestruzzo, 200 mm sistema di ventilazione igloo, 240 mm guaina impermeabilizzante bituminosa, 5 mm platea di fondazione in calcestruzzo, 400 mm elemento livellante magrone, 100 mm terreno di appoggio - Esterno -

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II I

APPLICARE

5

2

Details | progettazione a umido : dettaglio tecnologico

114

14

11

10

III.IV

1 2 3 4

P R O G E T TA Z I O N E T E C N O L O G I C A

C H I U S U R A V E T R ATA :

1.

2.

3.

4.

5.

6.

7.

8.

9.

corrimano in acciaio, 20 mm gancio di tipo ragno in acciaio parapetto in vetro, 1000 mm doppia lastra di vetro strutturale con anima in PVB, 20 mm pilastro portante “pinna� in vetro strutturale, 3000x150x30 mm camera d’aria con sigillatura in silicone, 20x20 mm rivestimento esterno in cemento biodinamico, 100 mm aggancio pilastro-rivestimento esterno in acciaio isolante acustico in acciaio con sigillatura in silicone, 25x25 mm

5

12 13

TETTO VERDE:

10.

11.

12.

13.

14.

15.

sistema di incanalamento delle acque piovane vite autofilettante, 60 mm elemento riempitivo in ghiaia sistema di contenimento del terreno in tufo, 22x20 mm filtro di incanalazione delle acque piovane canale di gronda in metallo

6 7 9 15

115

I V E S P L O R A R E Indagare, riscoprire, allontanarsi dalla realtà, evadere, immaginare, interpretare.

L’atto esplorativo nasce dalla passione per la scoperta ma a volte può dipendere da interessi più concreti quali la ricerca e la volontà di arricchimento personale. L’esperienza diretta risulta essere una fase indispensabile per la ricerca e per alimentare il desiderio di conoscenza.

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2013 | 2014

2014 | 2015

2015 | 2016

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IV

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ESPLORARE

I V. I

IV. I

VIAGGIO STUDIO

VIAGGIOS T U D I O Une petite maison Corseaux (Svizzera)

Le Corbusier 1923 | 1924

Notre-Dame du Haut Le Corbusier Ronchamp (Francia) 1954 | 1955 Sainte-Marie de la Tourette Le Corbusier Ăˆveux (Francia) 1956 | 1960 Docente

Maria Bonaiti

Studente

Elena Ferraioli

I

viaggi studio sono esperienze utili per approfondire la propria conoscenza di opere architettoniche e degli autori stessi, poichÊ permettono di vivere lo spazio in prima persona e di confrontarsi direttamente con le architetture in questione. Il viaggio intrapreso tra Francia e Svizzera era finalizzato alla comprensione delle opere di Le Corbusier, architetture totalmente diverse tra loro in grado di enfatizzare tre diversi momenti dell’opera architettonica del maestro.

2013 | 2014

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IV

ESPLORARE

Une petite maison

LE CORBUSIER C

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S V I Z Z E R A 1 9 2 3

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VIAGGIO STUDIO

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Notre-Dame du Haut

LE CORBUSIER R

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VIAGGIO STUDIO

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IV

ESPLORARE

Sainte-Marie de la Tourette

LE CORBUSIER È

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1 9 6 0

I V. I

VIAGGIO STUDIO

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IV

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ESPLORARE

I V. I I

IV.I I

W. A . V E . 2 0 1 4

W . A . V e . 2 0 1 4

INsideOUT Porto Marghera

Exercises in style Venezia

Docenti

Jinyoung Chun & Esther Giani

Esame

Workshop 30/06/14 | 19/07/14

Gruppo

Elena Ferraioli Inhong Min Alice Santinon

I

l workshop si propone di collezionare scenari che esplorino le potenzialità degli elementi tipo-morfologici della prima zona industriale di Porto Marghera, per la definizione di un diverso paesaggio (ex)industriale. Una scelta di base impone l’utilizzo di un unico materiale quale generatore delle proposte: il vetro stratificato inteso come struttura (verticale e orizzontale) e superficie. Il materiale suggerisce il pretesto funzionale ovvero la volontà di porsi come testimone e manifesto di se stesso e delle sue potenzialità.

Da questo si definiscono le modalità di approccio che intendono proporre una lettura delle pre-esistenze concepite come presenze, soggetti con cui dialogare, da valorizzare o trascurare secondo proprie sensibilità e riferimenti culturali.

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IV

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ESPLORARE

I V. I I

W. A . V E . 2 0 1 4

I

l compito di connettere i diversi silos è affidato a superfici totalmente in vetro generate dall’intersezione di ipotetiche forme geometriche circolari strettamente connesse agli edifici. Lo scheletro strutturale di queste si basa su travi anch’esse in vetro e pilastri che poggiano scaricando il peso della struttura sul terreno. Le tre superfici risultanti si presentano come terrazzamenti in grado di connettere i silos e ricreare una sorta di percorso di natura industrializzata tra gli edifici.

Progetto “Industrial Nature” : key-maps

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IV

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ESPLORARE

I V. I I

XS | r = 2,5 m

M|r=5m

W. A . V E . 2 0 1 4

S|r=4m

L|r=6m

Progetto “Industrial Nature” : vista a volo d’uccello, esploso assonometrico, abaco di studio taglio verticale

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IV

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ESPLORARE

I V. I I

W. A . V E . 2 0 1 4

Progetto “Industrial Nature� : set desing, dettagli tecologici

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IV

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ESPLORARE

I V. I I I

IV.II I

W. A . V E . 2 0 1 5

W . A . V e . 2 0 1 5

The lagoon of Venice Laguna di Venezia

Theory of assemblies

Docente

Marta Moreira

Esame

Workshop 29/06/15 | 17/07/15

Gruppo

Elena Ferraioli Monica Marchesan Alice Santinon Carmen Valenti

I

l workshop propone di ripensare al bacino lagunare più prossimo alla città di Venezia nella sua conformazione originaria ovvero come microcosmo di territori isolati, isole dipendenti tra loro in cui ciascuna svolge la propria funzione, che paradossalmente si trovano a convivere e a comunicare proprio attraverso l’elemento che più li separa: l’acqua. Lo sviluppo e le trasformazioni che nel tempo interessano Venezia portano un radicale cambiamento nelle gerarchie e nel ruolo delle isole, e spesso le priorità vengono orientate a discapito di una condizione urbana unitaria e della valorizzazione del patrimonio.

La proposta è quella di far convivere le necessità di sviluppo di una metropoli contemporanea senza perdere di vista le relazioni storiche proprie del territorio, operando con possibili interventi localizzati, materiali o immateriali per ricostruire uno scenario d’insieme.

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IV

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ESPLORARE

I V. I I I

W. A . V E . 2 0 1 5

I

l progetto dell’infrastruttura galleggiante del parco-giardino-orto nasce dalla volontà di far riacquistare a Venezia il suo valore e la sua essenza originaria, questo attraverso l’impiego dei mezzi che essa stessa è in grado di offrire.

Oltre a questa esigenza base si aggiunge il desiderio di creare nuovi spazi comuni. Da ciò la necessità di predisporre allo spostamento le infrastrutture galleggianti.

L’architettura nasce dalle diverse conformazioni che il modulo base di 2,5x5 m può assumere: esso infatti è in grado di scomporsi e ricomporsi in base alle esigenze richieste dall’utenza. In questo senso può essere impiegato nella sua conformazione minore nei canali più stretti, ma è in grado allo stesso tempo, di raggiungere una dimensione e una forma più complessa, adatta alla scala lagunare.

L’infrastruttura galleggiante : assonometria

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IV

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ESPLORARE

I V. I I I

W. A . V E . 2 0 1 5

A

ll’interno, l’infrastruttura viene scandita da un percorso che unifica le sue diverse parti; queste ultime ospitano molteplici funzioni quali aree gioco, picnic e relax.

Una parte di esse è anche scandita da una serie di giardini galleggianti che ospitano diverse essenze di fiori, frutta e ortaggi.

L’infrastruttura galleggiante : planimetria, sezione tipo

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IV

140

ESPLORARE

I V. I I I

La seduta da un lato si adatta a una postura più composta, dal’altro l’angolo di inclinazione dello schienale è superiore per potersi rilassare maggiormente.

W. A . V E . 2 0 1 5

Il tavolo e la seduta da pic-nic si costituiscono in maniera ergonomica per garantire massima funzionalità integrandosi al circostante facilmente.

L’infrastruttura galleggiante : sezioni tipo, design di arredi

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IV

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ESPLORARE

I V. I V

IV.IV

W. A . V E . 2 0 1 6

W . A . V e . 2 0 1 6

New Harmony Porto Marghera

Venezia

Docente

Enrique Fernandez

Esame

Workshop 27/06/15 | 15/07/15

Gruppo

Elena Ferraioli Serena Giusto Alice Santinon Chiara Simionato Carmen Valenti

L

’area di Venezia è stata trasformata fino a livelli estremi di insostenibilità ambientale, nei suoi territori e nella sua vita sociale. In un ambiente fragile, quello della laguna che la circonda, sotto forze avverse provenienti dalla zona industriale di Porto Marghera e dal traffico marittimo, il workshop propone di definire nuove modalità che permettano la transizione graduale verso un nuovo equilibrio tra società e natura. La ricerca di una nuova armonia riflette sulle conoscenze della realtà, seguendo una strategia che va dalla scala territoriale, a quella urbana, a quella architettonica.

2013 | 2014

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IV

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ESPLORARE

I V. I V

W. A . V E . 2 0 1 6

P

artendo dall’analisi delle relazioni tra Venezia e suoi centri maggiori all’interno dell’area metropolitana, dei legami spaziali, delle modalità di trasporto e delle barriere che si oppongono alla fluidità d’insieme, si arriva alla definizione di una proposta a breve e a lungo termine per l’area industriale di Porto Marghera. Del terreno industriale e delle aree contigue vengono dunque identificate le aree libere, quelle in attesa di una destinazione d’uso, le costruzioni esistenti riqualificabili. Le proposte di intervento prevedono dunque specifiche proposte per la decontaminazione, usi compatibili, spazi pubblici e di partecipazione sociale e infrastrutture.

Proposta di progetto a breve termine : vista generale di Porto Marghera

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IV

ESPLORARE

A

1 3

6

B’

A’

5

5

4 8 7 1

B

9

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I V. I V

5

1

Collegamenti e corridoi di accesso

1

Area industriale

2

Parco San Giuliano

3

Area di ristoro

4

Strutture industriali riutilizzate

5

Pista di pattinaggio

6

Pista ciclabile per bambini

7

Area attrezzata

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Skate park

9

W. A . V E . 2 0 1 6

Green connection : masterplan, sezioni A-A’, B-B’

2

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IV

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ESPLORARE

I V. I V

W. A . V E . 2 0 1 6

Green connection : pianta area ristoro, prospetto sud-est

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R i n g r a z i a m e n t i Ai miei genitori, per il sostegno e l’incoraggiamento.

Alle mie compagne, con le quali ho condiviso il mio percorso.

Al mio ragazzo, che mi ha accompagnato e supportato.

Al tuo ricordo, sempre vivo nella mia mente.

Portfolio di Laurea Elena Ferraioli Matricola | 279873 Venezia, 27/07/2016