Tre antichi classici, tre giovani traduzioni

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TRE GRANDI CLASSICI DELL’ANTICHITA’

TRE GIOVANI TRADUZIONI


I TRADUTTORI Guido Paduano è nato a Venezia nel 1944. Insegna Filologia classica all'Università di Pisa. Per Einaudi ha pubblicato Lunga storia di Edipo re. Freud, Sofocle e il teatro occidentale (1994) e le traduzioni dell'Iliade(1997), di Catullo (1997), delle Metamorfosi di Ovidio (2000)e dell'Odissea (2010). Tra i suoi libri più recenti: Il teatro antico. Guida alle opere (Laterza, 2005), Edipo. Storia di un mito (Carocci, 2008), La nascita dell'eroe. Achille, Odisseo, Enea: le origini della cultura occidentale (Rizzoli, 2008).

Alessandro Fo è nato a Legnano nel 1955. Insegna Letteratura latina all'Università di Siena. Ha pubblicato edizioni tradotte e annotate di Rutilio Namaziano (Il ritorno, Einaudi, Torino 1992) e di Apuleio (Le metamorfosi, Frassinelli, Milano 2002; Einaudi, Torino 2010). Le sue principali raccolte di poesie sono Otto febbraio(Scheiwiller, Milano 1995), Giorni di scuola (Edimond, Città di Castello 2000), Piccole poesie per banconote, (Pagliai Polistampa, Firenze 1° gennaio 2002). Per Einaudi ha curato, con Antonio Pane e Claudio Vela, l'antologia di Angelo Maria Ripellino Poesie. Dalle raccolte e dagli inediti (1990).


L’Iliade e l’ Odissea di Guido Paduano La traduzione dell'Iliade di Guido Paduano è uscita nel 1997 nella Biblioteca della Pléiade. Da allora i «versi ben ritmati e calibrati» (Giovanni Giudici) di questa versione hanno conseguito numerosi apprezzamenti. I grecisti hanno potuto lodare la fedele riproduzione dello stile epico omerico, comprensivo delle espressioni stereotipate, le formule fisse ripetute in situazioni analoghe che danno un senso cosí fortemente unitario al poema. Gli attori hanno potuto sperimentare la pronunciabilità di un linguaggio dalle sonorità mai troppo facili e dal ritmo incalzante. Non è un caso che la versione di Paduano sia stata scelta per la lettura integrale che è stata fatta nel 2007 a Roma in dieci serate nella Basilica Ulpia al Foro di Traiano, con alcuni fra i migliori attori italiani fra i quali Massimo Popolizio e Umberto Orsini. Dunque una versione relativamente «giovane», ma già consacrata come classica e attuale nello stesso tempo. Viene qui riproposta in questo Millennio insieme al ricchissimo commento di Maria Serena Mirto («una grande impresa », sempre Giudici), che già l'accompagnava nella Pléiade. E con le sculture realizzate per l'occasione da Luigi Mainolfi, artista che proprio in questa collana aveva illustrato la versione di Paduano dell'Odissea, a costituire un dittico editoriale di consolidata affinità.

Una nuova traduzione di Omero non è mai un evento neutrale nella cultura di un'epoca. Le traduzioni dell'Iliade e dell'Odissea sono sempre state cartine di tornasole riguardo a tendenze e atmosfere letterarie. E in effetti questa edizione a cura di Guido Paduano è figlia degli studi di un grande grecista, ma non potrebbe essere pensata fuori dal nostro tempo, dominato dalle narrazioni, dalla sempre più profonda attenzione ai loro meccanismi e alle dinamiche autoriali (filologia d'autore, intertestualità, ecc.). La traduzione di Paduano, ma anche la sua densa introduzione e l'apparato di note, mettono in rilievo come mai prima la figura di Omero autore, lo stretto rapporto fra i suoi due poemi al di là di tutte le questioni omeriche discusse in passato, lo straordinario e organico controllo narrativo che si manifesta in tutti gli episodi dell'Odissea, anche nei minimi atteggiamenti psicologici e comportamentali dei vari personaggi. Dunque, si riparte da Omero. Che non può essere un semplice collettore di tradizioni orali e che neppure potrà essere il prestanome di un lavoro collettivo. È l'autore alla base della letteratura occidentale, il grande archetipo di tutte le nostre narrazioni. Rileggere l'Odissea in questa nuova edizione significa cogliere l'omogeneità narrativa del grande poema, verificarne la complementarità con l'Iliade, rituffarsi nelle radici letterarie e antropologiche della nostra cultura con una visione contemporanea, conforme agli studi e ai sentimenti del nostro tempo.


L’Eneide di Alessandro Fo Questa nuova traduzione dell'Eneide, corredata da un ricco apparato di note, si configura come particolarmente tecnica e come intimamente poetica: due connotazioni complementari del lavoro di un traduttore che è affermato studioso di letteratura latina e poeta in proprio. Tecnica per la scelta metrica di un esametro barbaro molto duttile, ma anche molto preciso, con i suoi sei accenti e con giochi di pause, e di alternanze fra misure dattiliche e spondaiche, che realizzano una analogia assai stretta rispetto all'archetipo latino. Tecnica per la scelta di mantenere le ripetizioni virgiliane in tutte le tessere formulari: locuzioni fisse dove Virgilio usa locuzioni fisse. Sembrerebbe un orientamento obbligato: eppure nessuna delle precedenti traduzioni italiane aveva mai adottato sistematicamente questo criterio, con la conseguente perdita di un fondamentale elemento ritmico-strutturale coesivo, e di non trascurabili aspetti storico-letterari e semantici, del poema. La rielaborazione poetica parte da premesse di questo tipo, ma si snoda in un paziente rispetto delle singole parole, fino a una spiccata attenzione alle trame foniche, e specialmente alle allitterazioni, omaggio al poeta piú musicale e fonosimbolico del mondo antico. Si snoda poi nella ricerca di imprimere, come già fece Virgilio, un passo sublime a una lingua d'arte non troppo lontana da quella usuale. E ancora nella capacità di calibrare un tono malinconico anche nelle pagine piú epiche. Il piú affascinante esito della letteratura latina trova una nuova voce, fedele e attualissima, per i lettori di oggi e di domani.


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Robin Lane Fox Il mondo classico Saggi pp. XVI - 708 € 34,00 Personaggi storici, autori classici, testi letterari, versi poetici, guerre e avventure rivivono una volta di piú sotto ai nostri occhi grazie alle passioni, gli odi e gli amori che li hanno resi grandi, cioè «classici», come vuole l'etimologia del termine, di «prima classe». Per raccontarli Robin Lane Fox, professore di Storia antica a Oxford e studioso di fama, non si accontenta di un'analisi tematica che, sebbene accattivante, rischierebbe di appiattire e forse banalizzare il ragionamento, ma sceglie la via piú ricca dello studio di nuovi documenti, dell'indagine delle prove, dei frammenti del passato e delle mutevoli relazioni di potere, racchiudendo il tutto in un'avvincente cornice narrativa che pagina dopo pagina non lascia il lettore. Il mondo classico è cosí un saggio serio e brillante ed insieme un bel racconto che la critica ha definito »immensamente piacevole» e «piú epico di qualsiasi kolossal in costume».


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