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musica

ELITA FESTIVAL

il salone della musica di GIULIA MARINI

I

l pubblico è raccolto allo Spazio 211 di Torino. È il 25 settembre e i Fine Before You Came stanno suonando. In scaletta prima loro e poi i Crash of Rhinos, la band emocore nata e cresciuta ai piedi dei monti Pennines nel Regno Unito. È uscito a luglio il loro secondo album, Knots. Undici le tracce che sembrano seguire il corso delle onde nel mare. Un flusso musicale dall’andamento altalenante che non ti molla un attimo e rende il fiato corto. La parola “emocore” lascia sempre tutti un po’ interdetti. Il nome del genere è ormai considerato obsoleto. L’emocore nasce dalle ceneri del punk dal quale però si differenzia fin da subito; il genere si colloca infatti nella grande famiglia del rock alternativo. Nel piccolo circolo alla periferia della città piemontese l’atmosfera è ormai calda. Sono le 23:30. La voce si abbassa e i battiti incalzano. Siamo pronti per farci rintronare a dovere. Salgono sul palco Paul, Richard, Jim, Oliver e Ian. In un italiano zoppicante dicono: <<Buonasera ragazzi>>. Accor-

dano chitarre e bassi -ben due- e si da il via al concerto. Chiudi gli occhi e riesci davvero a vederli. Il deserto, la polvere che si alza, una poderosa e potente cavalcata che viene da lontano. Si fanno sempre più vicini, una nuvola grigia ti avvolge. Eccoli che arrivano. Dritti al petto. Sono un branco di rinoceronti imbestialiti. Quattro frontman e quattro voci, tutte tranne quella del batterista. Si scuotono, si alternano, si accavallano instancabilmente per poi “zittirsi”. È il tempo delle corde. Lunghe sono le parti strumentali che arrivano cariche e intense. Non c’è tregua. Si respira solo per un attimo, circa a metà concerto. Ringraziano tutti, in particolare chi li ha accompagnati in questo mini-tour italiano. Ad averlo organizzato è l’etichetta To Lose La Track, uno dei punti di riferimento della musica indie peninsulare. I cinque english men indicano le loro t-shirt. Sono quelle dei Gazebo Penguins e dei Fine Before You Came. Le hanno indossate in loro onore. Un’esperienza fantastica, dicono. Non un tour ma un viaggio tra amici. I FBYC, ormai scesi dal palco, sono infatti li a supportarli. Dietro le quinte spuntano le loro facce divertite e sorridenti, come se fossero tutti una grande famiglia. Saltano e cantano a squarciagola. L’orologio segna l’una del nuovo giorno. I rinoceronti si sono ormai dileguati. La botta però si fa sentire, troppo tempo che non si ascoltava qualcosa del genere.


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