Un natale da ricordare

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Curriculum Vitae di un cattivo ragazzo

Nome: Ryker Cognome: Barrett Occhi: freddi come il ghiaccio Bocca: carnosa Arma preferita: le mani, perfette per accarezzare la donna che ama Cosa ama: allenarsi con il punching ball, le mete esotiche e... la principessa O'Shea Cosa detesta: i nemici degli O'Shea Obiettivo dichiarato: proteggere con ogni mezzo Laney O'Shea, ed essere fedele per sempre alla famiglia di lei, che lo ha accolto quando aveva dodici anni Obiettivo non dichiarato: conquistare Laney, amarla per tutta la vita Distrazioni: purtroppo, proprio Laney!


JULES BENNETT

Un Natale da ricordare


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Holiday Baby Scandal Harlequin Desire © 2016 Jules Bennett Traduzione di Giuseppe Biemmi Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Destiny dicembre 2017 Questo volume è stato stampato nel novembre 2017 da CPI, Barcelona HARMONY DESTINY ISSN 1122 - 5470 Periodico settimanale n. 2267 del 14/12/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 413 del 31/08/1983 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


1 Con una mano stretta attorno ai gemelli che lui aveva dimenticato e l'altra premuta sullo stomaco piatto, Laney trasse un profondo respiro e chiamò a raccolta tutto il coraggio che aveva. Accidenti, era una O'Shea. Non si faceva prendere dalla paura. La paura non era altro che una menzogna. Una spudorata menzogna capace di condizionare la maggior parte delle persone. Lei, però, non era come tutti gli altri. Era arrivata fin lì. Ora non le restava che bussare e fare una confessione sconvolgente a un uomo di cui era innamorata da quando aveva cominciato a notare i ragazzi. Non importava che lui avesse dieci anni più di lei. Dal suo punto di vista, l'età contava tanto quanto la paura. Le lacrime le chiusero la gola mentre le emozioni minacciavano di avere il sopravvento. Qualunque fosse la reazione che le avrebbe riservato, gli doveva la verità. Tuttavia, se l'avesse respinta, il dolore avrebbe aperto in lei una ferita profonda. Laney mise da parte paura e nausea, e batté un paio di colpi alla porta d'ingresso di Ryker Barrett. Adesso non poteva più tornare indietro. Ryker faceva parte della sua vita fin da quando era bambina. Aveva lavorato per suo padre ed era un grande amico dei suoi fratelli, Braden e Mac. La famiglia di Laney lo aveva accolto sotto la sua ala protettrice quando quella di lui lo aveva respinto. 5


Era misterioso, intrigante e, in un certo qual modo, frustrante. E nelle ultime cinque settimane aveva fatto finta che non fosse accaduto nulla. Sembrava che neppure ricordasse di averle strappato l'abito firmato Chanel prima di sbatterla contro la parete della sua camera d'albergo, scatenando in lei il più sfrenato desiderio. Nossignori. Era tornato professionale come sempre. Quando gli aveva fornito informazioni via mail o SMS per le aste degli O'Shea, non aveva mai lasciato trapelare che la loro unica notte di passione avesse avuto un qualsivoglia impatto sulla sua esistenza. Che fosse davvero così emotivamente distaccato? Be', voleva proprio vedere se avrebbe continuato con quel distacco di lì a un attimo. Avrebbe potuto cercare di ignorare lei, ma non avrebbe potuto ignorare le conseguenze della loro notte insieme. La porta si spalancò e il discorsetto che si stava preparando da tutta la mattina svanì come neve al sole. Ryker se ne stava in piedi davanti a lei con addosso solo un paio di pantaloncini da running e sfoderando una stratosferica massa muscolare. Non lo aveva mai visto così. L'uomo che girava il mondo in completi firmati, l'uomo che all'occorrenza indossava giubbotti di pelle e jeans sdruciti per passare inosservato, non le si era mai presentato in tutto il suo magnifico splendore. Forse avrebbe dovuto farlo più spesso. Con nonchalance, Ryker appoggiò il gomito al telaio della porta e inarcò un sopracciglio come se lo avesse disturbato. Be', che si sentisse pure infastidito, considerato che lei lottava con i sentimenti che nutriva nei suoi confronti da anni, pensò mentre gli premeva con rabbia i gemelli contro il torso nudo e lo spingeva da parte per passargli davanti. Pur conoscendolo da tanto, Laney non era mai stata nella sua casa di Boston. Quando si incontravano, lo facevano sempre in campo 6


neutro, solitamente nella dimora della famiglia O'Shea, abitata adesso da Braden. Per quanto indisponente potesse essere Ryker, Laney era la prima ad ammettere che la sua famiglia si sarebbe sgretolata senza di lui. Era l'uomo che li proteggeva ed era fedele al punto da essere pronto ad addossarsi tutte le colpe per loro, ma era anche in grado di far perdere le sue tracce in un istante. I soldi non gli mancavano e, a differenza della maggior parte degli uomini che le era capitato di conoscere, non li gettava dalla finestra. Ragione di più per esserne attratta. Quando la porta le si richiuse alle spalle, Laney serrò gli occhi e cercò di dimenticare l'intensità del loro complicato rapporto e di ignorare il modo in cui il suo corpo reagiva a quell'uomo. Era lì per un motivo ben preciso. E il fatto che lui lavorasse per la sua famiglia, anzi, che facesse praticamente parte della famiglia, non facilitava certo la confessione che doveva fare. «Se sei qui per il quadro a Los Angeles di cui mi hai parlato nella mail della settimana scorsa, ho già...» Laney girò su se stessa. «Non sono qui per lavoro.» Incrociando le braccia sul formidabile petto, Ryker si fece ancora più imponente di quanto già non fosse e abbozzò un cenno di assenso. «Non posso credere che ti ci sia voluto tanto per venire da me.» Laney si sentì balzare il cuore in gola. Dunque sapeva che avrebbe voluto affrontare il discorso relativo a quella notte, e... e l'aveva aspettata? Che razza di bastardo. Che razza di odioso, stupido e sensualissimo bastardo. A proposito, perché diamine non si metteva una camicia? Laney stava cercando di tenere accesa la rabbia, tuttavia l'eccitazione stava inesorabilmente montando di fronte allo spettacolo che le si presentava davanti agli occhi. «Potevi venire tu da me» rimbeccò. «Oppure, che ne so, potevi entrare in argomento fra uno scambio di informazioni di lavoro e l'altro.» Gli O'Shea erano una forza della natura, noti in tutto il 7


mondo grazie alle sedi internazionali della loro prestigiosa casa d'aste. Laney ignorava da sempre le voci che li tacciavano di essere in odore di mafia. Sapeva perfettamente cos'era la sua famiglia, ed era orgogliosa di farne parte. E, comunque, avendo il loro padre messo a libro paga più di un tutore della legge nel corso del tempo, la loro fedina penale era ancora immacolata. Adesso a capo della famiglia c'era Braden che, con l'altro fratello Mac, si adoperava per indirizzare l'attività sulla via della legalità. In quanto a Ryker Barrett, a parte aver popolato ogni suo sogno da anni, era il braccio destro della famiglia, pronto a badare alla loro sicurezza e a mantenere un basso profilo, restando dietro le quinte. Laney aspettò che le dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, invece lui rimase in piedi a fissarla, cosa che non fece che innervosirla ulteriormente. Come diamine poteva avere tanto potere su di lei? Perdinci, era una O'Shea, e lui se ne stava lì impalato a sfidarla. A sfidarla mezzo nudo, sexy come non mai e assolutamente perfetto con quel fisico che pareva scolpito nel marmo. Concentrati, Laney. Ryker agitò nell'aria il pugno in cui stringeva i gemelli. «Hai finito qui?» Laney socchiuse gli occhi. «Perché? Interrompo per caso qualcosa?» «Sì, la mia seduta mattutina con il punching bag.» Il che spiegava quei pettorali da urlo, anche se Laney immaginava che Ryker usasse il punching bag più per sfogare le emozioni che per mantenersi in forma. Ryker era abituato a chiudersi nel suo guscio e a non permettere a nessuno di insinuarvisi. Dunque, come interpretare la notte che avevano condiviso? Era chiaro che lui aveva gettato al vento tutte le regole, perché due persone non avrebbero potuto ritrovarsi più vicine di com'erano stati loro. La nausea la assalì prepotentemente, anteponendosi a 8


preoccupazione e paura. Laney chiuse gli occhi, in attesa di capire se doveva individuare il bagno o se invece poteva provare a sedersi e lasciare che, così come si era manifestato, l'attacco passasse. Ti prego, passa. Se c'era un momento in cui apparire vulnerabile, quello era il meno opportuno. «Senti, mi pare di capire che vuoi discutere quanto è successo» esordì lui, ignaro del suo stato attuale. «Okay. Me ne assumo la colpa. Non avrei dovuto seguirti in camera tua e...» «Strapparmi di dosso i vestiti?» terminò lei, premendosi una mano sullo stomaco e lanciandogli un'occhiataccia da una certa distanza. «Be', sappi che non mi dispiace che sia accaduto. Aspettavo da un pezzo che ti accorgessi che non sono solo la sorellina di Mac e Braden. Ho fantasticato spesso che mi togliessi i vestiti, e non mi importa nemmeno che tu abbia rovinato il mio abito preferito. Dunque, non sono minimamente pentita. Se mai, mi secca il modo in cui mi hai trattata dopo.» A parte il muscolo che gli si contrasse nella mascella, Ryker non tradì alcuna emozione. «La nostra non è stata la semplice avventura di una notte e via» obiettò lei. «E invece è stata proprio quello.» Okay. Questo le faceva male. La verità faceva spesso quell'effetto, ma doveva pur essere stato qualcosa più di semplice per quanto sbalorditivo sesso, no? «Come osi trattarmi come se fossi una sciacquetta qualsiasi?» strillò lei, spalancando le braccia. «Ti conosco praticamente da tutta la vita. Pensavi che fosse normale fare sesso con me per poi...» Lui si spostò in un lampo, la afferrò per le spalle e, sollevandola quasi da terra, la attirò contro il suo torace nudo. «No, non ho pensato che fosse normale ma, diamine, Laney, non ho saputo trattenermi.» Ryker indietreggiò da lei, lasciandola andare come se ne fosse rimasto scottato. «Non ho saputo trattenermi» ripeté tra sé in un sussurro. Laney doveva uscire da lì. L'ultima volta che erano stati 9


soli, Ryker aveva perso il controllo, controllo che anche adesso pareva nuovamente appeso a un filo. Dopo la loro appagante performance notturna, l'aveva evitata, limitandosi a trasmetterle dei messaggi stringati riguardanti gli affari degli O'Shea. Lavoravano insieme da diversi anni. Ryker doveva ammettere che da quando era salita a bordo lei, il lavoro si era di gran lunga semplificato. Con la sua capacità di scavare a fondo e di infiltrarsi nei sistemi informatici come mai sarebbe riuscito a fare lui, Laney era impagabile. Le sue doti erano tali da renderla un'abilissima hacker. Se mai si fosse messa a disposizione della gente sbagliata, sarebbe potuta diventare molto pericolosa. D'accordo, c'era chi considerava gente sbagliata gli O'Shea... In ogni caso, Ryker non poteva svolgere il suo lavoro senza di lei, quindi evitarla non rientrava nelle opzioni possibili. Certo, lavorare a così stretto contatto con lei era una dolce tortura. Il solo comunicare con Laney lo faceva sentire vivo. Non sarebbe dovuto piacergli il dolore di starle vicino senza poter soddisfare il proprio desiderio, ma attribuiva quelle tendenze masochiste alla sua infelice infanzia. Quando non era in missione, solitamente si rintanava nella sua casa di Londra oppure viaggiava senza una meta precisa perché non aveva e non voleva legami. A Boston, infatti, era troppo tentato di cedere al desiderio che provava nei confronti della sorellina dei suoi migliori amici, che per altro erano anche i suoi datori di lavoro. Nel momento in cui Laney accennò ad allungare il braccio verso di lui, Ryker alzò una mano. «No.» Se lo avesse toccato, tutta quella pantomima tesa a mantenere le distanze sarebbe crollata. Aveva scherzato con il fuoco quando l'aveva afferrata pochi istanti prima. Non avrebbe mai ammesso, però, neanche sotto tortura che quello era il suo posto: stretta a lui. Tutto ciò doveva cessare. Lo doveva alla famiglia che lo aveva salvato dall'inferno. Per anni l'aveva agognata, guardandola mentre cresceva fino a trasformarsi nella donna 10


mozzafiato che era oggi e che riusciva a insinuarsi nelle sue difese. Quando era uscita con altri uomini, la cosa lo aveva dilaniato, d'altra parte che diritti aveva su di lei? Era la principessa, e lui era il... risolutore dei problemi della famiglia. Aveva fatto cose orribili prima che il padre di Laney venisse a mancare e lasciasse l'attività nelle mani di Braden. Il fatto che adesso gli O'Shea stessero cercando di trattare gli affari nella legalità, non cancellava ciò che lui aveva commesso in passato. E, anche se il suo conto in banca aveva molti più zeri di quanti una persona normale potesse desiderare, neppure questo cambiava il fatto che non fosse degno di Laney. Non solo Laney era la figlia di uno degli uomini più potenti di Boston, ma non aveva mai nascosto di volere una grande famiglia, con tanti bambini e un sacco di animali. Ryker invece si accontentava di amanti temporanee in paesi esotici. Niente legami, niente emozioni, solo del buon sesso. In poche parole, erano agli antipodi. Dalla morte di Patrick, avvenuta qualche mese prima, Braden e Mac la proteggevano dalla dura realtà che la loro famiglia si trovava ad affrontare ogni giorno. Per la verità, la protezione di Laney rientrava anche nelle sue mansioni. E non lo faceva per denaro o per lavoro. Si sentiva semplicemente in debito con gli O'Shea e qualsiasi cosa gli avessero chiesto, si sarebbe sforzato di accontentarli o sarebbe morto cercando di farlo. Era stata proprio la continua sorveglianza di Laney che alla fine lo aveva fatto cadere in tentazione. Esalando il fiato trattenuto nei polmoni, Ryker scosse il capo e le si avvicinò, per poi impietrirsi. Laney era indietreggiata e adesso si era appoggiata con la schiena contro la parete. I suoi occhi chiusi, i respiri lunghi e regolari lo avevano indotto a cancellare la distanza che li separava. «Laney?» Poteva quasi toccarla, ma tenne a freno l'impulso. Visto? Poteva farcela. Era avanzato solo per esserle 11


accanto, nel caso avesse avuto bisogno di qualcosa... tipo le sue mani su di lei. Con dita tremanti, le scostò i capelli, sfiorandole il viso. Le palpebre le si dischiusero, mentre un velo di sudore le aveva imperlato la fronte. Era nervosa? «So che non mi vuoi qui, ma devo dirti una cosa.» Laney si staccò dalla parete, ondeggiando leggermente. Stavolta Ryker non resistette. Le cinse la vita e la strinse contro di sé. «Ti senti bene?» «Lasciami andare.» Quei vividi occhi verdi si alzarono per incontrare i suoi e il fremito che avvertì lo rispedì a quella notte, a lei inchiodata fra il suo corpo e il muro. Aveva mormorato il suo nome ansimando mentre lo stringeva. Mai gli era capitato di vivere in prima persona qualcosa di così...perfetto. E al contempo di così sbagliato. Se Braden e Mac avessero saputo, lo avrebbero preso a calci o, quantomeno, ci avrebbero provato. Anche perché, pur riconoscendo di meritarsi una lezione per aver sedotto Laney, sapeva difendersi. Laney non aveva nulla a che spartire con le altre donne che aveva frequentato e avrebbe fatto bene a tenerlo presente. Ryker lasciò cadere le mani lungo i fianchi ma non indietreggiò. Non poteva farlo, non quando lei sembrava così scossa e lui si sentiva così attratto. Era come una droga, la sua droga. Non erano fatti l'uno per l'altra, eppure la desiderava più della sua stessa vita. «Sono incinta.» Ryker si paralizzò. Sbagliava, o aveva detto che... Oh, che diamine. Doveva aver capito male. Non poteva essere altrimenti. Quando erano stati a Miami, non aveva programmato di fare sesso con lei dopo il party per l'inaugurazione della nuova sede della casa d'aste degli O'Shea, però lei gli aveva assicurato che prendeva la pillola. Quindi, era evidente che non aveva capito bene. Tuttavia Laney continuava a fissarlo e Ryker aspettò 12


che aggiungesse qualcosa, qualsiasi cosa, perché non era possibile che... «Mi spiace.» Laney appoggiò la nuca contro la parete e chiuse nuovamente gli occhi. «Non sapevo in che altro modo dirtelo. Voglio dire, non c'è un buon modo per confessare una cosa del genere.» Incinta. Incinta come quando si aspetta un bambino. Il loro bambino. Ryker si voltò, sentendosi assalire dal terrore. Come diamine aveva potuto permettere che si arrivasse a questo? Un figlio non era contemplato nella sua vita. Né allora né mai. Non poteva assolutamente portare una creatura innocente nel suo mondo. Un mondo fatto di tenebre. «Avevi detto che prendevi la pillola.» Non aveva voluto che quelle parole gli uscissero di bocca come una sorta di accusa ma, accidenti, era confuso. E arrabbiato. Arrabbiato con se stesso, perché se avesse saputo controllarsi, adesso Laney non avrebbe sganciato questa bomba. «La prendevo.» Lei inspirò a fondo. «Ho sospeso quelle che assumevo per passare a delle nuove la settimana prima di Miami. Non so se sia per questo che è successo. Non lo so proprio.» Lui ricordava perfettamente come gli aveva sfilato la camicia da sopra la testa, dicendogli che prendeva la pillola, che aveva appena fatto una visita medica e che era a posto. Ryker sapeva benissimo di non essere stato con una donna da un po', e che praticava solo sesso sicuro. Perciò, presi entrambi dalla foga di arrivare al dunque, avevano pensato bene di non dedicare più di un paio di secondi all'argomento della contraccezione. E così, eccoli lì. Laney aspettava un bambino da lui. Era rovinato. Appoggiando le mani sul tavolo d'epoca dietro al divano, Ryker lasciò cadere in avanti il capo. Aveva saputo controllarsi per tutto quel tempo. Per rispetto nei confronti della famiglia che lo aveva accolto e che gli aveva salvato 13


la vita, non aveva ceduto all'unico, vero desiderio che lo tormentava da anni. Fino a Miami. Come avrebbe potuto sistemare le cose con gli O'Shea? Patrick aveva accolto Ryker quando aveva dodici anni, allorché aveva preso le difese di Braden e Mac al parco giochi, e da allora i ragazzi erano grandi amici. Ryker era diventato uno di famiglia, ma non aveva mai pensato a Laney come a una sorella. All'epoca, l'aveva ignorata perché era molto più giovane di lui. E, ai tempi del liceo, era ormai coinvolto a tempo pieno nei traffici della famiglia e si era reso conto che le sue mani non avrebbero mai dovuto sfiorare la raffinata e sofisticata Laney O'Shea. Quando le doti informatiche di lei erano risultate evidenti, Ryker aveva capito che Laney sarebbe potuta diventare un valore aggiunto. Semplicemente non immaginava quanto potesse essere difficile lavorarle accanto. Il fatto era che si fidava solo di lei. Braden e Mac lo avrebbero ucciso. Lo avrebbero ucciso e avrebbero sepolto il suo corpo dove nessuno l'avrebbe più trovato. Dannazione. Ryker esalò un lungo respiro. Era così che ripagava la famiglia che si era fidata di lui e che gli aveva dato il suo amore quando nessuno glielo offriva? «Non è colpa tua.» La voce di lei lo avvolse, strappandogli un mezzo sorriso. «Perché? Non sono stato io quello che si è fatto strada nella tua stanza, ti ha strappato il vestito di dosso e ti ha chiesto di passargli le gambe attorno alla vita? Era forse un altro?» Le lanciò un'occhiata giusto in tempo per vederla sussultare. Era proprio uno stupido. A che scopo prendersela con lei che, in fondo, era una creatura innocente? Lo sguardo gli cadde sul ventre piatto di Laney, e la paura lo attanagliò. Immagini di suo padre gli inondarono la mente, e Ryker giurò in quell'istante che non sarebbe mai stato come quell'uomo. Non avrebbe mai alzato un dito su suo figlio. Non avrebbe mai scelto di destinare i pochi sol14


di che aveva all'acquisto di una dose, anziché a sfamare la famiglia. L'infanzia di Ryker poteva essere stata triste, tuttavia la vita era così e fin troppo spesso i bambini venivano maltrattati dai genitori mentre la società si voltava dall'altra parte per fingere di non vedere. Ryker abbassò lo sguardo. Numerose cicatrici gli coprivano le nocche delle mani e gli avambracci. La sua vita era fatta di tanti episodi raccapriccianti, eppure mentre quella donna bella e piena di vita gli aveva appena annunciato che gli avrebbe regalato qualcosa di incredibilmente prezioso, lui non voleva altro che... Accidenti. Che cosa voleva? Tanto per cominciare, non voleva che Braden e Mac scoprissero della notte che aveva passato con la sorella. Non che avesse paura. Il fatto era che loro si fidavano ciecamente di lui. Non era forse questo il motivo per cui gli era stato ordinato di seguirla fino in albergo quella notte? Perché era stata minacciata? Per anni aveva tenuto a bada i balordi che le ronzavano attorno. Alcuni mesi prima era dovuto ricorrere a un mix di forza fisica e mirata pressione psicologica per toglierle dai piedi il suo ex. L'uomo era diventato una minaccia per Laney e aveva cominciato a molestarla. Ryker non le aveva detto cosa fosse successo, né mai l'avrebbe fatto, però sapeva che lei si interrogava al riguardo. In particolare, si chiedeva se Ryker non avesse fatto qualcosa di... definitivo. E forse era meglio così. Forse, vedendolo sotto quella luce, gli occhi non le sarebbero più luccicati come avevano fatto a Miami quando fra loro c'era stata la profonda intimità che aveva portato a tutto questo. Staccandosi dal tavolo, Ryker si passò una mano sul volto. La barba di un giorno gli risultò evidente sotto il palmo. Non sapeva cosa fare. Non aveva mai affrontato qualcosa di così sconvolgente. «Non mi aspetto niente da te.» Laney si raddrizzò, dando l'impressione di star meglio. Le era perfino tornato un minimo di colore sulle guance. «Comunque non terrò se15


greta la cosa. So che non vuoi avere nulla a che fare con me...» «Piantala di ripetere questo ritornello» tuonò lui. «Tu non hai la benché minima idea di quello che voglio io.» Lei sollevò la testa e inarcò un sopracciglio, come a voler lanciare una tacita sfida. «Allora, illuminami in proposito.» Ah, se solo le cose fossero state così facili. Se solo la loro relazione avesse riguardato il sesso e nient'altro. Se solo era il ritornello di tutta l'incasinatissima vita di Ryker. «Ci sarò per il bambino» le disse, ponendolesi di fronte. «E ti proteggerò.» «Lo fai da anni.» Lui avanzò di un passo. «Non in questo modo. Se mi ritenevi protettivo prima, ancora non hai visto niente.» Laney sollevò gli occhi al cielo. «Non fare così. Non essere eccessivo. Se non fossi rimasta incinta, so bene che avresti continuato a ignorarmi a livello personale. La sera che abbiamo passato insieme non era affatto prevista, ma vi eravamo destinati da talmente tanto tempo, che è stata inevitabile.» Odiava doverle dare ragione. E odiava ancora di più essersi ritrovato ogni singola notte da allora a rivivere mentalmente quell'incontro ravvicinato, convinto che la cosa non si sarebbe ripetuta mai più. E sentendosi avvilito, perché sapeva che non avrebbe mai trovato una donna come lei. «Posso badare a me e al bambino senza problemi.» Laney lo trapassò con un'occhiata. «E voglio che per ora i miei fratelli non sappiano niente. Non sono pronta.» Non poteva essere più d'accordo. Braden e Mac lo avrebbero scoperto presto, ma per ora era meglio tenerli all'oscuro. Prima di tutto, lui e Laney dovevano abituarsi all'idea. Ryker fece un altro passo avanti, annullando completamente la distanza che li separava. «Mettiamo bene in chiaro una cosa fin da subito. Mi 16


prenderò cura di te e del nostro bambino. Di qualunque cosa avrai bisogno, provvederò io. Non mi escluderai da tutto questo. Se dovesse essere necessario per tenerti d'occhio di persona, ti porterò di peso fino a casa mia a Londra.» «Davvero? Adesso sei disposto ad accettarmi?» «Non ho altra scelta» borbottò lui. E forse non l'aveva mai avuta... non dove c'era di mezzo Laney. Sì, ma come avrebbe potuto continuare a guardare negli occhi i suoi fratelli, sapendo di averli traditi? E, soprattutto, come sarebbe potuto stare più vicino che mai a Laney tenendo le mani a posto? Ryker Barrett ne aveva passate parecchie, eppure aveva la sensazione di essere sul punto di entrare in un livello di inferno completamente nuovo.

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2265 - Un tenebroso milionario di Olivia Gates Come gli altri membri della Black Castle Enterprises, anche il milionario Ivan Konstantinov deve fare i conti con un oscuro passato, soprattutto quando si trova a decidere se mettere a rischio la propria vita per salvare quella di Anastasia, la donna amata da sempre, persa anni prima.

2266 - Love game di Kat Cantrell Partecipare a uno show è un'ottima opportunità di rilancio per le attività del milionario Logan McLaughlin e della manager Trinity Forrester. I due hanno un accordo: offrire al pubblico la storia d'amore che desidera... l'unico problema è che è totalmente finta. LOVE & LIPSTICK

2267 - Un Natale da ricordare

di Jules Bennett Ryker Barrett è stato cresciuto dalla potente famiglia O'Shea, verso la quale ha profonda riconoscenza. Per questo non ha mai assecondato l'attrazione che da sempre prova nei confronti dell'affascinante Laney, la più giovane dei fratelli O'Shea. Tuttavia...

2268 - Un amore da capo di Catherine Mann A causa di un incidente, la moglie Alaina non ricorda niente degli ultimi cinque anni, Porter si rende conto di trovarsi davanti a una seconda opportunità. Il costruttore milionario e la moglie, infatti, erano sull'orlo del divorzio. Adesso Porter può provare a ripartire da capo.


dal 24 gennaio 2269 - Innocente seduzione di J. Maynard Liam Kavanagh ha preso in mano l'immenso impero della famiglia. È un uomo responsabile, che detesta i segreti, ma quando l'indecifrabile Zoe piomba nel suo albergo con un bagaglio di sofferenza e mistero non può restare indifferente. LA SAGA DEI KAVANAGH

2270 - San Valentino di passione di J. Bennett Jack Carson è preoccupato per aver messo la sua assistente Vivianna in pericolo, decidendo di usarla per smascherare gli intrighi degli O'Shea. Fino ad allora Jack ha portato avanti con profitti milionari la sua società, ma le sue priorità sono improvvisamente cambiate.

2271 - Il prezzo del segreto

di Y. Lindsay Quando Tamsyn Masters scopre che Ellen - la madre ritenuta morta - è invece viva, decide che è arrivato il momento di pretendere qualche chiarimento. Durante la ricerca della donna incontra Finn Gallagher, affascinante milionario, disposto a tutto per...

2272 - Il rifugio del milionario di M. Child Sam Henry, pittore di fama, abbandona la sua arte per il dolore, isolandosi nel silenzio delle montagne. Joy è una giovane madre single che ha bisogno di lavoro e di casa per sé e la figlia. Sbrigare le faccende domestiche per quell'uomo solitario potrebbe essere la soluzione ideale...


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