SE88_SCOMODE VERITA

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«Cardiologia? Vuol dire che Charlene ha avuto un attacco? Non era mica malata di cuore!» «Ha avuto un evento cardiaco piuttosto serio, ma per fortuna l'équipe cardiologica è arrivata in tempo.» «Che vuol dire un evento cardiaco?» «Senta, la cardiologia non è la mia specializzazione. Di sopra le spiegheranno tutto. Ma è in condizioni critiche, perciò sarebbe meglio che nelle prossime ore lei non si allontanasse dall'ospedale...» «Oddio, l'ha ammazzata!» «Non ancora, signora McNeal. Non ancora.» «Dottoressa Madison, codice uno. Dottoressa Madison, codice uno...» «Mi dispiace» disse Kate, «ma adesso devo andare.» E si avviò in fretta lungo il corridoio, ancora scossa da quello strano attacco di panico. Avrebbe voluto avere un momento per riprendersi, ma le bastò un'occhiata al nuovo paziente, un ragazzino sui dodici anni, per capire che non c'era tempo da perdere. «Questo è in condizioni disperate, dottoressa» disse Peter Wilkins, un altro infermiere esperto che sbagliava raramente le sue diagnosi. Kate sollevò la benda intrisa di sangue e un fiotto di adrenalina saettò nelle sue vene. Sul magro torace del ragazzo spiccava il foro di un proiettile, da cui il sangue usciva pulsando a ogni battito del cuore. «Maschio, dodici anni» annunciò Peter. «Ha trovato la pistola del padre e stava mostrando il funzionamento a un amico. Pressione trentacinque su venti, polso inerte, shock, intubato in ambulanza. Adesso vado a parlare con il padre, poveraccio. Se non riesco a calmarlo, avrà un collasso e sarà il suo prossimo paziente.» «Se lo meriterebbe» borbottò Kelly misurando la pressione al ragazzino. Intanto Celie Franks aveva collegato il paziente ai monitor. Non appena lo schermo si accese, la linea verde si appiattì e il monotono, continuo bip suonò come una condanna. «Defibrillatore!» ordinò Kate, frenetica, tastando la schiena del ragazzino alla ricerca del foro di uscita. E lo trovò, enorme, con gli orli lacerati, spaventoso. Le sue dita incontrarono carne maciullata, vene spappolate, frammenti di osso. «Dov'è il proiettile?» domandò Kelly. I suoi occhi, visibili sopra la mascherina, erano colmi di preoccupazione. «Deve averlo trapassato» disse Celie con gli occhi lucidi di lacrime. Due mesi prima, suo nipote era morto nello stesso modo, colpito da un proiettile durante una sparatoria tra bande rivali. 14


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