Madame rouge

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Lavinia Kent

Madame Rouge


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: Ravishing Ruby Loveswept This translation is published by arrangement with Ballantine Books, an imprint of Random House, a division of Penguin Random House LLC © 2016 Lavinia Kent Traduzione di Alessandra De Angelis Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. Harmony è un marchio registrato di proprietà HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved. © 2017 HarperCollins Italia S.p.A., Milano Prima edizione Harmony Passion maggio 2017 HARMONY PASSION ISSN 1970 - 9951 Periodico mensile n. 127 del 25/05/2017 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 122 del 12/02/2017 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Mondadori, 1 - 20090 Segrate (MI) Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 045.8884400 HarperCollins Italia S.p.A. Viale Monte Nero 84 - 20135 Milano


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Ruby sperava che il sorriso affabile continuasse a restarle stampato sul volto e che gli angoli delle labbra non s'incurvassero mai verso il basso per non tradire il suo reale stato d'animo. Le doleva la testa ed era invasa dalla spossatezza. Era stata una giornata interminabile, e la serata si preannunciava ancora più lunga. Il giorno seguente, poi, avrebbe dovuto recarsi in chiesa e mangiare con i nonni. Essendo domenica, avrebbe dovuto riprendere la propria identità e le sembianze della timida, tenera Emma. Dimenò leggermente i fianchi, sistemandosi meglio sul divanetto, e si protese in avanti con fare seducente a beneficio di Lord Milson, che però non vi fece caso e continuò a fissarla con impazienza, mentre la luce delle candele si rifletteva sul suo cranio lucido, mettendo ancora più in evidenza la sua calvizie incipiente. «Cosa cercate in una moglie?» gli chiese dopo qualche istante. Dio, da quando era diventata una sensale di matrimoni? Be', il suo ruolo non era esattamente quello di combinare unioni. Più che altro elargiva saggi consigli... Quel pensiero fu quasi sufficiente per suscitarle il primo sorriso sincero della serata. Madame Rouge, fonte di saggezza. Questo sì che era divertente! Ruby era una delle più famose maîtresse di Londra, non una dama della buona società. Gli uomini, e anche le donne, 5


normalmente si recavano da lei per farsi aiutare a soddisfare le loro esigenze tra le lenzuola, non per avere consigli matrimoniali. Tuttavia di recente le cose erano cambiate. «Un figlio maschio» dichiarò Lord Milson. «Voglio un erede.» Ovvio, pensò Ruby. Avrebbe anche potuto evitare di porgli quella domanda. In quel momento il suo unico desiderio era di rifugiarsi di sopra in camera a riposare, o almeno solo a togliersi la pesante parrucca di riccioli rossi. Quella sera era faticoso mantenere la finzione. Di solito non le dava fastidio presentarsi al mondo così come tutti si aspettavano di vederla e recitare il personaggio che aveva scelto d'impersonare, ma quella sera lo sforzo le sembrava particolarmente gravoso. «Comprendo perfettamente, Lord Milson. E considerato con quali ospiti v'intrattenete abitualmente, immagino il motivo per cui abbiate delle riserve all'idea di sposarvi.» «Non ho alcuna riserva» protestò il nobiluomo. Ruby non poteva fare altro che assecondarlo e accettare la sua spiegazione, fingendo che fosse stato semplicemente troppo impegnato per trovare moglie prima dei quarant'anni. La sua riluttanza non aveva niente a che fare con la sua predilezione per i giovanotti snelli e aitanti. «Sono certa che siate ansioso di convolare a nozze. Cercherò di porvi domande più precise per restringere il campo. Quale dote deve avere una moglie, oltre a essere fertile? Un titolo nobiliare? Un discreto patrimonio? Un aspetto gradevole? Deve avere delle particolari abilità, come per esempio il talento musicale? Vi disturberebbe se fosse una donna forte e indipendente, o addirittura una suffragetta?» «Io...» «Lasciate che vi ponga qualche altra domanda, poi le potrete prendere in considerazione tutte insieme per tracciare un quadro più preciso delle vostre esigenze» lo interruppe. «Come immaginate che sia il vostro matrimonio due anni dopo le nozze? So che volete un figlio, ma intendete vivere con vostra moglie? E dove risiederà, a Londra o in campagna? 6


Inoltre, perdonatemi per l'eccessiva schiettezza, ma pretendete che vi sia fedele dopo avervi procurato l'erede desiderato e magari anche un secondogenito, per ogni evenienza?» «Non vedo come...» «Credo che vi siate rivolto a me proprio perché non vedete come risolvere il problema» tagliò corto Ruby. «Continuerò a essere franca e diretta. Ovviamente so che talvolta siete venuto a trovare le mie ragazze, soprattutto giovani ma non troppo acerbe, brune e con il fisico snello, non prorompente. Sbaglio?» Il visconte serrò le labbra in una smorfia contrariata. Ruby intuì che si era pentito di avere intavolato quel discorso. Era tentata di fornirgli un pretesto per andarsene, ma il pensiero della sua futura moglie la trattenne. «Vi faccio portare del brandy mentre riflettete, che ne dite?» gli propose. «E, vi prego, consideratemi come un sacerdote. La mia riservatezza è ben nota e vi assicuro che mi astengo sempre dal giudicare.» Ruby si alzò con un movimento fluido e si diresse verso la porta, chiedendosi se fosse il caso di farsi portare un bicchiere di brandy anche per sé. Esitò, ma finì per desistere, temendo che il lieve stordimento provocato dall'alcol avrebbe finito per farle chiudere gli occhi mentre parlava con Lord Milson. Erano settimane, anzi, mesi, che non dormiva serenamente per una notte intera, sin da quando... No, non avrebbe pensato a quel momento, né a lui. Dischiuse la porta e fece un cenno a Simms, il suo maggiordomo. «Puoi portare del brandy per il mio ospite e del tè per me?» Dopo avere richiuso la porta, tornò al divanetto e si sedette accomodando con cura le pieghe della gonna di seta color vinaccia che allargò con gesti aggraziati e armoniosi. Ogni sua movenza era frutto di una lunga pratica, perché era sempre attenta a offrire un'immagine impeccabile. Quando fu soddisfatta del risultato, sollevò lo sguardo a cercare quello di Milson e riprese l'interrogatorio. 7


«E volete un matrimonio felice?» Milson raddrizzò la schiena sulla poltroncina di fronte a lei. «Di certo non ambisco a un'unione infelice.» «Bene, significa che ci tenete almeno un po'. È già un bel passo avanti. Desiderate che anche vostra moglie sia felice?» Gonfiò leggermente il seno, sentendo la seta dell'abito che si tendeva sul busto e il pizzo nero del bordo del corpetto che aderiva alla pelle, facendone risaltare il candore. Notò che Milson non aveva spostato lo sguardo verso il basso neanche per un istante. «Suppongo di sì, anche se devo ammettere che non mi sono soffermato a riflettere a lungo sui dettagli» rispose il nobiluomo. Certo che no, pensò Ruby. «Vi siete fatto un'idea di come debba essere fisicamente la vostra futura moglie?» «Sto prendendo in considerazione tre possibili candidate. Miss Julie Timms, Miss Henrietta Wilson e Lady Isabelle Blake.» «Conosco Miss Timms e Lady Isabelle, ma non ho presente Miss Wilson. È figlia di Henry Wilson?» «No, è una nipote del Barone Meister.» «Ah, sì, ho capito! Giovane, carina, bruna... e ricca.» «Sì, avete già sottolineato le mie preferenze» annuì Milson. I tre nomi che Milson le aveva fatto non andavano affatto bene, ma come spiegarglielo? Ruby si appoggiò meglio allo schienale del divanetto. «Però quando v'intrattenete in compagnia maschile, di solito non scegliete giovanetti dell'età delle fanciulle che frequentate» osservò. «Non capisco cosa c'entri» borbottò Milson. «Comunque no, preferisco parlare con un uomo abbastanza maturo. È vero che prediligo la compagnia di giovanotti di età inferiore alla mia, ma non nutro alcun interesse per i ragazzotti imberbi.» «Immaginavo» annuì Ruby. «Gradite che vostra moglie 8


possa parlare con voi di qualcosa di più profondo del menù della cena, delle sue esigenze in fatto di guardaroba e degli inviti ai balli?» Il visconte aggrottò le sopracciglia e Ruby capì che non ci aveva pensato affatto. Trattenne a stento un sospiro rassegnato. Gli uomini erano in grado di analizzare in dettaglio i meriti di sei generazioni di giumente quando si trattava di far accoppiare i loro purosangue, ma se cercavano moglie non riuscivano a interessarsi ad altro che alle dimensioni del loro davanzale o, nel caso di Lord Milson, alla scarsa presenza dello stesso. «Mi aggrada conversare con una donna. Ho una zia con cui parlo piacevolmente, e ho anche diverse amiche. Inoltre sono sempre lieto di discorrere con mia sorella, ma ritengo che sia l'età a rendere più interessante la conversazione di una donna. Le fanciulle con cui ballo durante le serate danzanti sembrano incapaci di parlare di altro che di moda e del tempo.» Ruby si morse il labbro, pensosa. «Comprese le vostre tre candidate?» «Be', sì.» «Allora perché ne avete individuate tre tanto giovani e frivole?» Milson ebbe la decenza di arrossire. «Ma, veramente...» «Perché soddisfano di più i vostri desideri carnali e le vostre esigenze?» Ruby non poteva non essere schietta, altrimenti non sarebbero approdati ad alcun risultato. Milson distolse lo sguardo. «Sì.» Erano giunti al nocciolo della questione. «Avete pensato a come sarà vostra moglie alla fine di quei due anni, dopo avervi dato l'erede che desiderate?» «Eh, no...» mormorò lui. «Mi perdonerete se vi parlerò nuovamente con la massima schiettezza, senza peli sulla lingua. Il corpo femminile cambia con l'età e il parto. Anche se non avete riflettuto su questo particolare, sono certa che ne siate consapevole. Se desidera9


te una moglie che possiate trovare ancora gradevole fra due anni, non potete cercarla di età troppo giovane, sotto la ventina. La moglie che fa al caso vostro è una venticinquenne piacente, preferibilmente una vedova che abbia già dei figli.» «Non ci ho mai pensato...» «Lo so, perciò lasciate che vi spieghi. Una vedova che ha già dei figli non è ingenua, sa come va il mondo e capirà ciò che le offrite, senza nutrire illusioni né coltivare sogni di una vita idilliaca. Se poi ne troverete una che non nuota nell'oro, vi sarà anche grata. Ma, cosa più importante, non cambierà in alcun modo. Fra cinque anni sarà quasi sicuramente uguale a ora, almeno in generale. Mi rendo conto che potrebbe non essere di vostro gusto quanto una donna meno matura e... meno fisicamente sviluppata, ma se ne troverete una che vi piaccia a venticinque anni, probabilmente la troverete ancora attraente a trentacinque. «Rifletterò sulle vostre considerazioni.» «Ve ne prego.» Improvvisamente nella mente di Ruby comparve l'immagine del viso pallido e stanco di una donna che le aveva chiesto un impiego di qualunque genere perché aveva bisogno di sostentarsi. «Dev'essere ricca?» chiese a Milson. «Le tre fanciulle che avete citato hanno tutte una buona dote.» «No, non serve. Ho mezzi più che sufficienti per mantenere la famiglia. Tuttavia è importante che sia di buoni natali. Tengo molto al pedigree di mio figlio.» Ruby si morse la lingua per non fargli notare che non stava considerando l'acquisto di un cagnolino o di un cavallo. «Allora pensateci. Se, dopo aver riflettuto, riterrete che i miei consigli siano validi, vi sarei grata se me lo faceste sapere.» Gli porse la mano. «Ho sempre sentito dire ottime cose sul vostro conto, milord, e vi assicuro che sono sempre bene informata. È per questo che sono disposta ad aiutarvi.» Di nuovo le venne in mente il viso della vedova. Era presto per contattarla, ma forse... 10


Lord Milson si alzò, si avvicinò e le prese la mano tra le sue con un abbozzo d'inchino. «Rifletterò...» Fu interrotto da un bussare discreto alla porta, che poi si aprì. Ruby girò la testa aspettandosi di vedere Simms che portava da bere. Invece vide subito due gambe muscolose, inguainate in un paio di calzoni attillati, e subito le si seccò la bocca. Mentre umettava le labbra riarse, notò l'addome piatto sotto la camicia candida, e d'istinto serrò le cosce per placare un fremito al bassoventre. Poi spostò lo sguardo verso le spalle ampie e i bicipiti che tendevano la giacca di lana scura, ed ebbe difficoltà a respirare. Scrutò il collo forte e la mascella volitiva. Fu percorsa da un brivido in tutto il corpo. Ancora prima di sollevare lo sguardo verso il volto, sapeva già chi avrebbe visto. Non poteva essere lui! Non avrebbe dovuto trovarsi lì. Il nuovo arrivato strinse le labbra in una smorfia contrariata e puntò lo sguardo sulle dita di Ruby, strette tra le manone di Lord Milson. «Ditemi, mia cara Madame Rouge, avete cambiato la vostra ferrea regola di non offrire mai il vostro corpo ai clienti?» l'apostrofò, con sarcastica formalità. Il Capitano Derek Price era tornato. E non sembrava affatto contento. Come si permetteva? Cosa credeva di fare Ruby, permettendo a un altro uomo di accarezzarle la mano con fare possessivo? Derek entrò nella stanza con piglio bellicoso, sbattendo la porta alle sue spalle, senza neanche notare che doveva averla chiusa in faccia a Simms, perché era stato lui a bussare prima che Derek facesse irruzione. Ruby lo fissò con i suoi penetranti occhi blu. «Siete tornato, vedo» disse, sostenuta, adottando lo stesso modo formale 11


di rivolgersi a lui, dandogli del voi. «E a quanto pare avete dimenticato le buone maniere.» «Sì» replicò lui, secco, continuando a tenere lo sguardo puntato sulle mani unite. Non era sua intenzione rispondere con quel tono tagliente, ma non se ne pentì. Ruby abbassò gli occhi verso la propria mano, a seguire la direzione del suo sguardo, ma non la ritirò. «Non ero sicura del vostro ritorno. Avreste dovuto mandare un biglietto per avvisarmi.» «Ora sono qui, come vedete.» Era impossibile non notare la tensione che faceva vibrare l'aria tra loro, e il visconte cercò d'interrompere il contatto con la mano di Ruby. «Sarà meglio che vada» farfugliò, imbarazzato. Arricciando le labbra, Ruby si voltò verso di lui. «Non vi congederei, Lord Milson, ma credo che per il momento non abbiamo altro da dirci. Pensate a quello che vi ho consigliato, poi fatemi sapere cosa avete deciso. Sicuramente troverete qui fuori Simms con il brandy che vi avevo promesso, se volete fermarvi a berne un bicchiere prima di andare. Se c'è altro che desiderate, provvederà lui a soddisfare qualsiasi vostra richiesta.» Gli diede dei colpetti rassicuranti sulla mano, poi ritrasse la sua e, senza guardare Derek, si alzò stirandosi languidamente come un gatto, con movenze lente che mettevano in evidenza le sue curve sinuose. Dio, i suoi seni sodi e colmi erano voluttuosi come li ricordava, svettanti e tesi come se non aspettassero altro che le sue mani... e la sua bocca, la sua lingua, i suoi denti. Avrebbe voluto divorarla tutta. Non aveva pensato ad altro per tutto il tragitto fin lì, ed era stato molto scomodo sedere in sella al cavallo con un'erezione. Gli occhi di Derek si mossero di loro spontanea volontà per seguire l'ondeggiare sensuale del suo fondoschiena sotto la seta frusciante dell'abito mentre Ruby accompagnava alla porta Lord Milson. Anche lì avrebbe voluto affondare i denti, 12


e non solo quelli. Quell'ancheggiare provocante era a beneficio di Milson, o per stuzzicare lui? Come faceva a fargli perdere la testa fino a quel punto, inducendolo a comportarsi in maniera poco consona al suo carattere? Non gli piaceva essere preda del desiderio incontrollabile che gli si agitava nel ventre. S'infiammava facilmente, ma non per una gonnella. Le donne gli servivano per sfogare gli impulsi sessuali, e nulla più. Era interessato solo a un corpo morbido, ma di certo non si agitava per nessuna. Però Ruby era diversa. Sin dall'inizio, con lei c'era sempre stato qualcosa di differente, qualcosa di più che con le altre. Ruby lo faceva fremere sin dalla prima volta in cui l'aveva vista, tre mesi addietro, e la lontananza non aveva raffreddato i suoi bollenti spiriti. Erano stati insieme una sola notte, e altre mille nelle sue fantasie. Non avrebbe dovuto avere una reazione tanto intensa a lei. Ripensò al loro unico incontro intimo. L'aveva sorpresa nel salottino mentre era in compagnia di un gentiluomo, Lord Thorton, e ne era stato infastidito, proprio come adesso. Poi lei l'aveva mandato al piano di sopra e l'aveva raggiunto nel suo letto, anzi, nella sua vasca, infrangendo la regola di non abbandonarsi mai a contatti intimi con i clienti. Ma Derek non era convinto che, avendo violato la sua norma categorica una volta, l'avrebbe fatto di nuovo. Era insicuro riguardo alla propria posizione. Quel'unica notte era stata piena di passione e segreti, confidenze che non aveva mai rivelato ad anima viva. E ora come avrebbe dovuto reagire? Sapeva che la desiderava ancora, ma oltre a quello? Si girò e si diresse alla finestra per guardare fuori. Non era arrivato lì al galoppo per litigare con lei. Aveva ben altri programmi per come trascorrere quegli ultimi giorni prima che arrivasse da Manchester il suo destino, a cui avrebbe dovuto dedicare tutta la sua vita. Non si sarebbe mai aspettato di trovarla mano nella mano con un altro uomo. 13


«Ora intendi salutarmi in maniera più civile?» gli disse, tornando a dargli del tu, visto che erano soli, e accarezzandolo con la sua voce calda e femminile che lo avvolgeva provocandogli brividi di desiderio. «Non ne sono certo. Mi piacerebbe sapere perché stavi toccando quell'uomo.» Ruby fece una risata sensuale. «Davvero sei stato tanto sgarbato solo perché ho osato dare un buffetto alla mano del visconte?» «Non mi ha fatto piacere, e comunque ti chiedo scusa.» «Dovresti scusarti con Lord Milson, veramente, però apprezzo la tua sincerità. Ma credi che sia stata contenta di ricevere un solo breve messaggio in mesi di assenza? Non avevi mai detto quando saresti tornato, è vero, ma mi hai dato a intendere che saresti stato qui molto prima di ora. Avrei gradito essere avvertita. Non avresti potuto mandarmi un altro biglietto?» «Non ti ho fatto alcuna promessa.» Era vero, dannazione. Non la stava corteggiando, in effetti, né lei se lo sarebbe mai aspettato. Fece un respiro profondo, cercando di controllare l'agitazione e di riprendere la piena padronanza di sé. «Non sapevo cosa dirti. Non avevo idea di quanto tempo sarebbe passato prima di poter tornare.» «Eppure ti sei sentito in diritto di essere maleducato perché mi hai visto toccare la mano di un cliente. Hai messo a disagio il povero Milson. Non avrebbe mai immaginato di dover temere di essere sfidato a duello solo perché ha stretto la mano di una sgualdrina.» Ora era alle sue spalle, vicinissima a lui, tanto che Derek si sentiva sfiorare il collo dal suo respiro. «Non sei una sgualdrina. Mi era parso che in passato avessi espresso il tuo fastidio per quella definizione.» «Ah, allora te lo ricordi! Però in questo caso stavo solo riferendo quello che può avere pensato Milson. Sono certa che, anche se mi chiede consiglio, è così che mi considera.» Sospirò, solleticandogli la nuca con la carezza del suo fiato. 14


«Tuttavia forse è proprio per quello che mi darà ascolto.» «Non mi piace che gli uomini ti ritengano tale.» Un'altra risata calda e bassa, di gola, che gli fece provare un fremito profondo. «Ah, mio caro capitano, mi sembri confuso! T'infastidisci se tocco la mano di un uomo e mi accusi di concedermi ai clienti, ma se un altro pensa che io sia una poco di buono...» «Vuoi che mi scusi di nuovo?» Non si girò a guardarla. Non sapeva cosa gli fosse preso. Forse era solo colpa della stanchezza per il lungo viaggio. «Non so... Non è così che mi ero raffigurata il nostro incontro.» Stavolta fu lui a sospirare e ad ammettere la sua incertezza. «No, neanch'io, ed è questo il problema. Mi aspettavo di vederti corrermi incontro e abbracciarmi felice, non di trovarti ad accarezzare un altro.» «A sentire te, sembra che tu ci abbia sorpresi nudi e avvinghiati!» «Non farmici neanche pensare... Non mi piace vederti toccare un altro anche in maniera innocente.» «Ti rendi conto che tra noi non c'è praticamente nulla, vero? Abbiamo avuto solo una notte di passione, e forse la speranza di ripetere l'esperienza perché era stata piacevole. Sarebbe assurdo pensare che ci fosse qualcosa di più.» Aveva reagito male, se ne rendeva conto. «Non penso affatto...» «Invece sì» lo interruppe lei. «Mi avresti scritto qualcosa di più di un breve messaggio per scusarti per il ritardo, se avessi pensato che il nostro rapporto fosse stato più importante, indipendentemente dalle circostanze.» «Quindi pretendi altre scuse?» «No, vorrei solo che fossimo chiari riguardo a quello che c'è tra noi. E come puoi anche solo sognare che ci sia qualcosa di più, se non hai neanche il coraggio di girarti a guardarmi?» Derek si voltò immediatamente e fissò la sua parrucca vi15


vida. Dio, quanto detestava quel travestimento... Ma al tempo stesso lo trovava eccitante. Vederla così truccata e vestita in maniera seducente, e sapere quale fosse la vera donna che si nascondeva sotto, gli provocava già un principio di erezione. Ruby inclinò il capo per guardarlo e lo fissò intensamente, catturandolo con le sue scintillanti iridi color zaffiro e cobalto, che gli dicevano tanto pur nascondendo segreti profondi. Socchiuse le labbra e Derek spostò lo sguardo sulla sua bocca carnosa, tinta di scarlatto, invitante. Lei sapeva di provocarlo, indurlo a fantasticare sulle sue labbra, immaginarle sul suo corpo. Gli occhi penetranti e perspicaci di Ruby gli facevano capire che era in grado d'intuire tutti i suoi pensieri. Ruby fece un passettino verso di lui e lo sguardo di Derek si abbassò ancora di più, a fissare la scollatura profonda del corpetto e la pelle lattea, incorniciata dalla seta rosso cupo e dal pizzo nero. Quando Ruby fece un respiro profondo e i seni si sollevarono come se volessero spuntare fuori dal bordo di pizzo, Derek dominò a stento l'impulso che lo spingeva a chinarsi e ad affondare il volto tra quei globi di carne morbida, aspirare il suo profumo, abbassare il corpetto per scoprire i capezzoli rosei e... «Adesso però mi sembri più contento di vedermi o, almeno, di vedere una parte del mio corpo» bisbigliò Ruby con la sua voce roca. «Che tu sia dannata, sai perfettamente quello che stai facendo.» «Ma certo. Non è la prima cosa che hai notato conoscendomi?» «Veramente la prima cosa che ho notato sono i tuoi seni, e la seconda il tuo sedere. O è questo che intendevi?» Lei gli sorrise incurvando le sue allettanti labbra rosse. «Intendevo entrambe le cose, il mio corpo e la mia personalità. So benissimo dove hai posato subito lo sguardo durante il nostro primo incontro.» Si umettò le labbra, facendo scintillare il rossetto. Derek seguì affascinato il movimento della sua lingua e pensò a co16


sa avrebbe voluto farle fare con la bocca, e a cosa le aveva già fatto fare. Spostò il peso da un piede all'altro, resistendo all'impulso di sistemare più comodamente il pene nei calzoni. Si costrinse a sollevare di nuovo lo sguardo sui suoi occhi e notò lo scintillio malizioso delle sue iridi. Lo stava provocando di proposito. Le guardò ancora la bocca e lei leccò il labbro inferiore, carnoso, poi lo morse leggermente con i denti candidi. Derek si sentiva scoppiare. La fissò negli occhi. Ruby sapeva a cosa stesse pensando, e si beava del suo desiderio e del potere che le concedeva. Ora basta, pensò. Non ne poteva più. L'agguantò e la strinse a sé, passandole un braccio intorno alla vita e tuffando l'altra mano tra i suoi capelli. Era giunto il momento di avere la notte che aveva sognato e di realizzare tutte le sue fantasie.

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Alle sue condizioni di Anna Del Mar Una donna farebbe di tutto per la realizzazione del proprio matrimonio. Per la dolce Lily almeno è sempre stato così, ma quando Martin, il suo spregiudicato marito, per risanare i conti della propria azienda, la promette al miglior offerente, sembra perdere ogni speranza. Josh Lane, "il vincitore", però non è solo un potente uomo d'affari, ma un affascinante veterano di guerra che si rivela ben presto un dominatore con la fama di non aver mai lasciato una donna insoddisfatta. Sin dal primo incontro, Josh getta tutte le premesse per riportare un po' di pepe nella vita di Lily. Per quanto indignata dalla proposta del marito, lei cede in fretta al fascino del misterioso sconosciuto e a una passione mai provata, che la porterà a sottomettersi ai comandi di Josh e a superare i propri limiti. Un amore travolgente, intenso...

Madame Rouge di Lavinia Kent Emma Scanton, figlia illegittima del Duca di Scarlett, ha una doppia vita: di giorno è una giovane, timida fanciulla, ma quando cala la sera si trasforma in Madame Rouge, Ruby, la famosa maîtresse nota per il grande talento non solo nel soddisfare le esigenze dei propri clienti. Decisa ad assecondare il desiderio del nonno, che la vorrebbe vedere sposata, è pronta però a lasciarsi tutto alle spalle. Tutto, ma non le attenzioni del suo più grande e focoso ammiratore: il Capitano Derek Price, con il quale ha vissuto esperienze travolgenti. Anche Derek sta per sposarsi con un'altra però e Ruby dovrà aguzzare l'ingegno e sfoderare tutto il suo savoir faire per ottenere ciò che vuole. Avrà due settimane e un ballo in maschera per riconquistare Derek.


ritorna a LUGLIO con 4 romanzi intensi e passionali delle autrici più amate e apprezzate. PREPARATI A UNA LETTURA... INCANDESCENTE! IN USCITA DAL 27 LUGLIO



Questo volume è stato stampato nell'aprile 2017 da CPI, Moravia


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