Grs200s il bacio di un dissoluto

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ANNA CAMPBELL

Il bacio di un dissoluto


Titolo originale dell'edizione in lingua inglese: A Rake's Midnight Kiss Mills & Boon © 2014 Anna Campbell Traduzione di Graziella Reggio Tutti i diritti sono riservati incluso il diritto di riproduzione integrale o parziale in qualsiasi forma. Questa edizione è pubblicata per accordo con Harlequin Books S.A. Questa è un'opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o persone della vita reale è puramente casuale. © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano Prima edizione I Grandi Romanzi Storici Special gennaio 2015 Questo volume è stato stampato nel dicembre 2014 da Grafica Veneta S.p.A. - Trebaseleghe (Pd) I GRANDI ROMANZI STORICI SPECIAL ISSN 1124 - 5379 Periodico mensile n. 200 dello 07/01/2015 Direttore responsabile: Chiara Scaglioni Registrazione Tribunale di Milano n. 368 del 25/06/1994 Spedizione in abbonamento postale a tariffa editoriale Aut. n. 21470/2LL del 30/10/1981 DIRPOSTEL VERONA Distributore per l'Italia e per l'Estero: Press-Di Distribuzione Stampa & Multimedia S.r.l. - Via Trentacoste, 7 - 20134 Milano Gli arretrati possono essere richiesti contattando il Servizio Arretrati al numero: 199 162171 Harlequin Mondadori S.p.A. Via Marco D'Aviano 2 - 20131 Milano


Prologo Packham House, Londra, marzo 1827 «La vostra fama di sgualdrina è nota nel mondo intero, madam.» L'impietosa dichiarazione cadde in uno di quei silenzi che calavano a volte negli ambienti affollati. Come tutti coloro che riempivano la sala da ballo di Lord Packham in quella calda serata primaverile, Sir Richard Harmsworth allungò il collo per vedere chi avesse parlato. E, ancora più interessante, con chi. Favorito dall'alta statura, individuò ben presto gli attori del conflitto. E se ne dispiacque all'istante. Maledizione all'inferno, i panni sporchi di famiglia venivano ancora una volta lavati in pubblico. Vicino all'ingresso del salone, un giovanotto dai capelli sbiaditi squadrava dall'alto in basso una bella signora di mezza età, dalla chioma scura. Un sorrisino condiscendente incurvava le labbra della dama, che non si mostrava affatto offesa. Richard non riconobbe il ragazzo furente, ma non ebbe alcuna difficoltà a identificare colei che era stata etichettata come donnaccia. Augusta – Lady Harmsworth – era infatti sua madre. Cosa che non lo aveva mai aiutato. Per abitudine inveterata, Richard assunse un'espressione affabile, come se non gli fosse importato nulla di quella affermazione, anche se, in realtà, mentre si dirigeva verso il punto 5


in cui si era scatenato il trambusto, sentiva contrarsi le viscere a causa dell'antica e inutile collera. Era un vero peccato che fosse in ritardo di trentadue anni per evitare lo scandalo. La folla elegante si dischiuse dinnanzi a lui, quasi fosse stato Mosè in procinto di fare una passeggiata sul lungomare. Richard sentiva sulla schiena centinaia di occhi. In quanto riconosciuto arbitro dell'eleganza, era abituato a ricevere attenzione. Tuttavia quella sera non c'era un briciolo di ammirazione negli sguardi. Al contrario, l'avido interesse rivelava che la buona società fiutava sangue. Lui e la madre non avevano nessuna intenzione di spargerne, però non poteva giurarlo riguardo al giovanotto fuori di sé. Con la coda dell'occhio, Richard scorse il suo migliore amico, Camden Rothermere, Duca di Sedgemoor, avviarsi a passi decisi nella stessa direzione. Poi mise a fuoco lo sguardo sulla madre. Non la vedeva da circa cinque anni, eppure non gli sembrava invecchiata di un solo giorno. A quanto pareva, il peccato faceva bene alla carnagione, pensò con amarezza. «Non è il caso, Colby.» Lord Benchley, uno dei cavalieri abituali di Lady Agusta, sollevò il monocolo per sottoporre il giovane tremante a un ironico esame. «Prendete il rifiuto con filosofia e non rendetevi ridicolo.» A quel punto Richard identificò l'accusatore. Lord Colby era fresco di Cambridge e nuovo nella capitale. Augusta radunava sempre attorno a sé una congrega di giovanotti avvenenti, anche se, tanto per riconoscere uno dei suoi pochi meriti, li accoglieva di rado nel suo letto. Riservava il privilegio a uomini più maturi ed esperti, come, a quanto si diceva, Benchley. Benché provasse risentimento per lei, Richard non poteva evitare di tenersi aggiornato sui suoi ammiratori, spinto da una penosa compulsione. Agli occhi del mondo fingeva di non curarsi della madre e del suo comportamento, ma sotto la scorza d'indifferenza modaiola ammetteva di soffrire. «Ed ecco il bastardo» ringhiò il giovanotto vedendolo arri6


vare. «O almeno quello che conosciamo.» I membri della scintillante accolita restarono senza fiato per l'orrore misto a delizia. I musicisti si zittirono dopo un'ultima nota gracchiante. Un tizio allampanato alle spalle di Colby gli afferrò un braccio. «Basta, Colby. Harmsworth ha un'ottima mira. Vuoi una pallottola in corpo?» Il giovane lord si liberò con uno strattone. Ormai che gli era vicino, Richard si accorse che rischiava di scoppiare a piangere. Che sua madre andasse all'inferno! Ancora una volta creava lo scompiglio, come aveva fatto durante l'intera esistenza del figlio. «Buonasera, madre. A quanto vedo, eccellete ancora negli ingressi teatrali» commentò secco, ignorando apposta il chiassoso giovincello. Dopo esserselo sentito ripetere per tutta la vita, il termine bastardo non avrebbe più dovuto ferirlo tanto. Invece, purtroppo, il rancore che gli attanagliava lo stomaco rivelava la profonda offesa. Consapevole dell'attenzione ricevuta, Richard si chinò sulla sua mano per dimostrarle rispetto. Dall'annosa esperienza aveva appreso che anche un minimo tradimento delle vere emozioni avrebbe consentito al bel mondo di sbranarlo come un branco di lupi. Augusta era ancora più disinvolta nel mascherare le proprie reazioni, ammesso che ne avesse, agli insulti. O nel rivedere il figlio disamorato dopo un lungo intervallo di tempo. Lo fissò in volto con calma e incurvò le labbra nel sorriso che aveva procurato innumerevoli guai alla metà maschile della popolazione. Tanto per cominciare al padre di Richard, chiunque diavolo fosse. Da tempo circolavano pettegolezzi malevoli su uno stalliere che si sarebbe trastullato con Lady Harmsworth mentre Sir Lester era in missione diplomatica in Russia. E quando il legittimo consorte era rientrato dopo sedici mesi di assenza e aveva trovato un bel marmocchio, era stato impossibile na7


scondere l'adulterio. Tuttavia lo scandalo non aveva compromesso la successione. Sir Lester, infatti, non aveva mai messo apertamente in dubbio la fedeltà della moglie e Richard era stato accettato come prossimo baronetto, per quanto discutibile fosse il suo lignaggio. «È detestabile passare inosservati» gli rispose Augusta con freddezza. Richard la scrutò inarcando un sopracciglio, mentre la collera, dentro di lui, si avvolgeva in spire come un cobra. Sin dai tempi della scuola era stato oggetto di scherno, disprezzo e violenza a causa dei costumi licenziosi della madre. Benché, per orgoglio, avesse imparato a celare il risentimento, lo covava quanto prima. «Già.» «Lady Harmsworth, è un piacere vedervi.» Cam era riuscito a farsi largo nella calca. «Vostra Grazia.» Nella perfetta riverenza c'era un che di provocatorio. A Richard sarebbe piaciuto odiare la madre, però non poteva impedirsi di ammirare il suo coraggio. Sapeva quanto costasse rimanere a testa alta, ignorando il dispregio del mondo. «Siete venuto a calmare le acque?» Cam le sorrise. «Solo per offrirmi come cavaliere per un ballo.» Augusta si rivolse a Richard. «E tu, figlio mio, cosa fai qui? Non dirmi che intendi batterti a duello per difendere il mio onore.» Un risolino sciocco tra i presenti accolse la scandalosa affermazione. Richard scorse un diavoletto negli occhi della madre mentre lo sfidava a mettere in dubbio la sua virtù. Parte del problema era che non erano poi tanto diversi, persino nel modo in cui davano prova di imperturbabile eleganza per scoraggiare l'insolenza. In genere funzionava. Lui mantenne un'espressione neutra. «Non sparo ai ragazzini ubriachi, per quanto molesti.» Colby fu preso di nuovo per un braccio dall'amico. «Vieni via. E sii contento perché ti salvi la pelle.» 8


«D'accordo, me ne vado.» Ma il giovane rimase con ostinazione dov'era, guardando in cagnesco Richard. La sua voce era arrochita dalla collera. «Rinuncerò al fascino stagionato della signora e non terrò conto della presunzione di un furfante che non sa nemmeno chi lo abbia generato. Neppure il gioiello degli Harmsworth vi renderebbe degno della società rispettabile. Il vostro nome è macchiato.» Questa volta le risatine divennero più udibili e la folla balzò in avanti come un mare in tempesta, minacciando di travolgere Richard. Che Colby marcisse all'inferno! Perché mai doveva esibire il proprio cuore infranto davanti a tutti? L'istinto di abbattere con un pugno quel moccioso maleducato emerse con prepotenza, ma Richard si costrinse a rispondere in tono leggero: «Il gioiello degli Harmsworth? Santo cielo, nessuno ha più visto quel gingillo sin dalla Guerra delle Due Rose!». Lo sorprendeva scoprire che Colby fosse a conoscenza del manufatto e della leggenda secondo cui possederlo confermava la legittimità dell'erede Harmsworth. Aveva esagerato nell'affermare che era scomparso dal quindicesimo secolo, ma di sicuro mancava al ramo principale della famiglia da più di cinquant'anni. «Fascino stagionato?» Accanto a lui echeggiò la risata argentina di Augusta. «Mio caro Colby, mi offendete.» «Avete un aspetto magnifico, Lady Harmsworth. Ignorate quel moccioso.» Cam, che non era estraneo agli scandali familiari, le andò di fronte e, con la sua autorevolezza, zittì persino il giovanotto infuriato. «Balliamo?» Diresse un cenno all'orchestra, come se il padrone di casa fosse stato lui e non Lord Packham. Appena il valzer iniziò, si diresse con Augusta verso il centro del salone, con una sicurezza regale, che sfidava chiunque a pronunciare una parola impertinente. Come in molte altre occasioni, Richard fu grato all'amico per l'ammirevole aplomb anche nelle situazioni più penose. Deluso, l'avido pubblico cominciò a disperdersi. Tuttavia, una volta ancora, gli Harmsworth avevano rischiato di cadere 9


in disgrazia. In compenso lo sfogo di Colby avrebbe fornito gustosi commenti per insaporire i ricordi del ballo. «Accompagnate a casa Sua Signoria» indicò Richard all'amico del giovane lord, incapace di celare la noia. Era stanco morto dell'intera faccenda. Stanco del disprezzo, stanco di fingere che nessun insulto potesse intaccare la sua elegante facciata. Stanco di subire le conseguenze dei peccati della madre e soprattutto di essere il bastardo degli Harmsworth. La collera che gli serrava il ventre si placò, mutandosi in ferrea determinazione. Avrebbe rintracciato il maledetto cimelio di famiglia per trasformarlo in spillone per il fazzoletto da collo. Lo avrebbe sbattuto sotto il naso del ton come un vessillo di guerra, finché tutti avessero ammesso che, pur non essendo un Harmsworth autentico, lui era l'unico esistente. E poi che si azzardassero pure a definirlo bastardo.

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Il bacio di un dissoluto ANNA CAMPBELL Inghilterra, 1827 - Sir Richard Harmsworth, il più affascinante dei libertini, croce e delizia della buona società inglese, sembra incurante della propria nascita illegittima che fa di lui un bastardo, per quanto di rango. Le sue origini dubbie, invece, rappresentano una ferita aperta che Richard ha forse trovato il modo di guarire. La chiave della sua identità potrebbe celarsi in un prezioso artefatto, attualmente in possesso di un colto vicario di campagna e di sua figlia, Genevieve Barrett. Quando il piano di introdursi in casa degli ignari proprietari per sottrarlo va storto, a Richard resta un'unica opzione: farsi accettare dal vicario come studente, sotto mentite spoglie. Ma come mantenere il proprio sangue freddo accanto a Genevieve, creatura tanto intelligente quanto seducente? E come essere sicuro che lei non l'abbia riconosciuto nel maldestro ladro che ha tentato di derubarla?

L'ultima debuttante JULIA LONDON Inghilterra - Scozia, 1811 - Miss Daria Babcock ha deciso di allontanarsi per qualche tempo da Hadley Green e di cercare un pizzico di avventura altrove. E nel momento in cui raggiunge il cottage dell'amata nonna, in Scozia, pare proprio che il destino l'abbia accontentata. C'è un uomo ospite dell'anziana parente, un uomo aitante, attraente... e nudo! È davvero stato trovato ferito nel bosco, come le viene raccontato, oppure nasconde qualche altra verità? Ed è sincero Jamie Campbell nel sostenere di non ricordare nulla dell'aggressione subita? Quello che è certo è che l'affascinante laird colpisce l'immaginazione di Daria come nessuno ha mai fatto prima d'ora. E quando stabilisce di prenderla in ostaggio e portarla nel suo castello, lei non sa se disperarsi o compiacersi per l'inaspettata fortuna.


L'amante del libertino VICKY DREILING Inghilterra, 1819 - Andrew Carrington, Conte di Bellingham, sta cercando una nuova amante, impresa non facile visto che lui è piuttosto esigente in proposito, e quella sera al ricevimento di Lady Atherton sembra che siano presenti solo sciocche debuttanti in cerca di un buon partito o gentildonne felicemente sposate, che non fanno al caso suo. Annoiato, sta per andarsene quando rimane abbagliato dalla provocante sensualità di una dama bionda che risveglia all'istante il suo istinto di conquistatore. È Laura Davenport, una giovane vedova virtuosa e dai modi irreprensibili che non esita a voltargli le spalle, indignata e imbarazzata da tanta spudorata arroganza. Una reazione che per Andrew è un ulteriore stimolo: quando mai, infatti, ha perso l'occasione di convincere una donna a rinnegare i propri principi morali?

Il tempo della passione ANNE BARTON Inghilterra, 1817 - In quanto sorella del ricco Duca di Huntford e fanciulla di notevole bellezza, Olivia Sherbourne è abituata a ottenere tutto ciò che desidera. Tutto, tranne l'uomo dei suoi sogni, che dieci anni prima l'ha stregata con un sorriso e ancora adesso sa colpirla dritto al cuore con una semplice occhiata. James, però, coltiva sogni ben diversi da quelli matrimoniali, ed è in partenza per un viaggio alla ricerca di manufatti antichi, che lo terrà lontano per mesi. A Olivia, dunque, non resta che smetterla di perdersi in fantasticherie e sfruttare i pochi giorni a disposizione per far innamorare di sé il gentiluomo. Ma l'amore rende ciechi, e così quello che doveva essere il tempo della passione si rivela il tempo degli equivoci, e quella che doveva essere una proposta di matrimonio si tramuta in un frettoloso saluto...

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