Richino Castiglioni (1914-2000), architetto bustese, illustre esponente del brutalismo italiano, è stato conoscitore del teatro.
Nel lontano 1982, dopo aver assistito al “Questa sera si recita a soggetto” degli Atecnici di Delia Cajelli (1946-2015), si avvicina al palcoscenico del Teatro Sociale, dove sto assistendo allo smontaggio dell’impianto scenico, e mi propone di partecipare insieme al Concorso di idee per una “FLEXIHALL, sala-spettacolo del futuro”, bandito dalla Fiera di Milano.
Desidero oggi riproporre, quarant’anni dopo, la sua intensa relazione per il Concorso, facendola precedere da due pezzi della sua bella prosa, da “Urbanistica e Drammaturgia”:
il primo, in cui esalta come pochi l’essenza (a me particolarmente cara) di non-edificio del teatro greco;
la seconda, in cui colloca poeticamente il teatro tra i due “limiti” opposti del rito e del giuoco.
Daniele Geltrudi