N 9 2016 inter sampdoriaweb

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sabato 20 febbraio 2016 anno 6 numero 9

Sport & Spettacolo

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info@stadio5.it COPIAOMAGGIO

ormai è sopravvivenza Inter

Sampdoria

e se fosse la tua personale vendetta?


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Parola al Baffo

I

nter che non riesce più a vincere, che ormai perde anche in rimonta che, anche quando va male, finisce peggio. Senza soluzione di continuità, ormai. Dall’altra parte il Milan al settimo cielo, che da -11 ora si trova a -2 dai cugini, anche se la zona Champions è distante 6 punti. Proprio su questo giornale l’avevamo scritto: la Roma, soprattutto ora che è virtualmente eliminata dalla Champions, è la vera favorita per entrare nell’Europa che conta, Fiorentina e Milan sono nettamente favorite rispetto l’Inter che in un mese e mezzo ha visto mangiarsi tutto il vantaggio dalla seconda, dalla terza e pure dalla quarta. In una picchiata inesorabile, cominciata con la sconfitta in casa con la Lazio e proseguita con i ko anche con Sassuolo, Milan e Fiorentina. Una corsa a ostacoli, divenuti altissimi, che sembrano insuperabili. Questa sera, l’Inter ha l’occasione per rifarsi, anche se nulla è scontato. La Sampdoria di questi tempi non fa più paura, vero è, però, che la squadra di Mancini in difesa è tornata “la banda del buco”, per via di quella serenità andata via cammino facendo, oscurata da eventi che rimangono ancora misteriosi. Situazione della quale hanno beneficiato le concorrenti, anche se, a dire il vero, Napoli e Juventus sono sembrate superiori sin da subito. Non scomodiamo i piani alti, dove azzurri e bianconeri se le daranno di santa ragione fino alla fine, con gli uomini di Allegri leggermente favoriti se non altro per l’abitudine che hanno di lottare a certi livelli, ormai da cinque anni. Il Milan se la vedrà lunedì sera proprio con i partenopei, in un match che dirà la salute dei rossoneri e quella del Napoli che, anche se ha perso allo Juventus Stadium, ha dimostrato che per lo scudetto tutto può succedere. Un campionato che si gioca a tre piani, nel primo c’è in palio lo scudetto, nel secondo l’ultimo posto in Champions e nell’ultimo la salvezza, dove se il Verona appare spacciato, Carpi e Frosinone promettono battaglia su ogni campo. Nulla è perduto, insomma, l’importante è cambiare la tendenza delle ultime partite. Un pensiero dedicato, soprattutto, all’Inter che sta gettando letteralmente alle ortiche un campionato di un certo spessore, fino a un mese fa. Ripartire da zero è difficile, ma lo deve fare, se vuole salvare la stagione.

Sandro Mazzola

U

ltima chiamata per l’Inter stasera a San Siro contro la Sampdoria. Se non si vince andiamo a casa tutti perchè l’Europa si allontana ancora di più. Stento a credere che una squadra prima in classifica alla vigilia di Natale sprofondi come è capitato a noi nel giro di un mese e mezzo. Si incassano troppi gol e la difesa puntualmente traballa, dal momento che Handanovic non può fare sempre miracoli. L’altra sera a Firenze il gol che ci è costata la sconfitta è un po’ colpa sua, ma non per questo bisogna condannare un portiere che ci ha tolto tremila volte da situazioni create, senza il senno

Stavolta è crisi profonda del poi, dalla difesa. Troppe volte prendiamo gol su palle inattive ed i risultati sono questi: tre reti incassati dalla Juventus in Coppa Italia, tre gol incassati al Bentegodi dal Verona, due reti quelle della Fiorentina, sei giorni fa. Non bastasse, abbiamo, ormai, il fiato sul collo del Milan, mentre Roma e Fiorentina stanno scappando, togliendoci la possibilità di giocarci il posto in Champions. Juventus e Napoli, personalmente, non le prendo, ormai, più in considerazione perchè lo scudetto mi sembra un affare loro, soprattutto per la Juventus, anche se per dispiacere, le faccio i complimenti per la vittoria sul Napoli e la quindicesima vittoria consecutiva. I bianconeri di Allegri sono l’esempio e la conferma che nel calcio, fino all’ultima giornata, non c’è nulla di sicuro. Lunedì sera, il Napoli con il

Inter Allenatore

Roberto Mancini

STADIO

anche se con il Genoa, in pieno recupero, hanno rischiato il patatrac. Per quanto riguarda Fiorentina e Roma, le due squadre che ci precedono in classifica, le maggiori difficoltà dovrebbe trovarle la Viola, impegnata a Bergamo con l’Atalanta, mentre la Roma, all’Olimpico, riceverà il Palermo in crisi profonda. Nei bassifondi della classifica, dopo la vittoria del Frosinone ad Empoli, corrono grossi rischi Genoa e Sampdoria. I primi impegnati a Marassi con l’Udinese e i blucerchiati, come si sa, a san Siro contro di noi. Ultima chance per il Verona nel derby con il Chievo che precederà, alle 18, la sfida del Meazza.

Milan al San Paolo proverà a rialzarsi dopo la botta incassata dalla Juventus e per con-

MEAZZA

Arbitro: Paolo

INTER (4-3-3)

to mio la squadra campana troverà mille difficoltà con i cugini che ho visto in ripresa,

Sampdoria ORE 20.45

Allenatore

Vincenzo Montella

Mazzoleni di Bergamo Sampdoria (4-3-1-2)


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club in cerca d’autore

Partita

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uesta sera il Meazza presenterà il festival degli ex ed al tempo stesso lo spettacolo che avrà la pretesa di dimostrare come due squadre, sulla carta date in salute ad inizio campionato, possono sprofondare nel baratro. Inter-Sampdoria, Mancini contro Montella, crisi conclamata per i doriani, crisi, se non conclamata, in via d’accertamento per i nerazzurri. L’aeroplanino è, per certi versi, giustificato dall’aver coraggiosamente preso in mano le redini di una squadra già alla deriva, se poi ti privano anche dell’unico uomo che osava an-

dare in gol, la fine è praticamente annunciata. Diversa la situazione, invece, per il Mancio arrivato all’Inter quale salvatore della patria. Anche il tecnico nerazzurri ha ereditato una squadra non proprio in grande forma, ma ha ottenuto dalla società carta bianca per riorganizzare le fila concedendo gli acquisti richiesti e mandando via coloro che non rientravano nel progetto manciniano. Questo è il risultato. Fino a Natale primi in classifica, assistiti dalla fortuna, con poco sforzo e massima resa, mostrando agli avversari che si possono conquistare i tre punti segnando anche un solo gol a partita. Un percorso che le ha reso la qualifica di squadra cinica e concreta. Quando il gioco si fa duro, i duri iniziano a giocare. Ecco la resa.

La fortuna abbandona i colori nerazzurri, gli uomini preposti al gol latitano e gli avversari realizzano, onestamente e senza grandi sforzi, tre gol come fosse legge dettata dalla matematica

più elementare. Bastano 40/50 giorni per perdere il primato in classifica e ritrovarsi affannosamente a rincorrere un posto utile all’Europa, anche se quella che conta meno. Questa sera Rober-

to Mancini, sempre più depresso, manderà in campo lo stesso modulo utilizzato contro la Fiorentina con la speranza di ribaltarne, però, il risultato finale. Un 4-3-3 che punta sul tridente d’attacco, Icardi, Eder e Palacio, che potrebbe dare, finalmente, i risultati auspicati. Sarà dura con Kondogbia fuori per due giornate, Medel squalificato per una e, tanto per cambiare, fuori per squalifica anche Telles. Il Milan è lì, pronto a soffiargli il posto seppur impegnato in una delicata trasferta come quella del San Paolo. Al centrocampo confermato il trio Brozovic, Felipe Melo, che proverà a giocare tre partite consecutive che vorrebbe dire non rimediare l’ennesima squalifica, ed il giovane Gnoukouri. In alternativa Brozovic con Biabiany

3 e Perisic sulle fasce. Montella proverà, senza grande sforzo o timore, a contenere i nerazzurri puntando su Correa trequartista e Cassano e Quagliarella in attacco, a centrocampo la “prima donna” Soriano. Per quanti sono portati a credere che la gara contro la Sampdoria sia alla porta di questa Inter, l’invito è alla prudenza. Non sarà affatto facile per Mancini bloccare al Meazza i tre punti contro la Sampdoria di Vincenzo Montella, seppur in crisi di risultato. E’ evidente che neppure lo stato di salute dei liguri si può definire ottimale, ma dalla loro hanno la fame di riscatto. Montella deve rinunciare agli indisponibili Modibo Diakitè, Jacopo Sala, Mesbah e Carbonero. La Sampdoria deve vincere per allontanare i fumi della Serie B e l’Inter deve assolutamente incamerare i tre punti per allontanare la crisi e restare in scia nella corsa al terzo posto.

Inter, ennesimo test di Champions

C

LA CLASSIFICA

classifica marcatori

i risiamo. L’Inter e il Mancio, stasera contro la Samp a S. Siro, sono chiamati all’ennesimo test di ammissione per la conquista del terzo posto, unica posizione di classifica ancora disponibile che consentirebbe alla squadra di partecipare il prossimo anno alla Champions League. La sconfitta di Firenze contro la “Viola” di Sousa, diciamo la verità, ha lasciato non solo tanta tristezza tra i tifosi per la sconfitta, arrivata ancora una volta nei minuti di

recupero, ma anche tanta collera soprattutto per l’atteggiamento in campo palesato da una squadra, incapace di gestire una gara che con un po’ di fortuna stava filando per il verso giusto (gol di Brozovic), ma che poi la si è addirittura persa al triplice fischio finale di Mazzoleni; un arbitro che, certamente, ha danneggiato entrambe le squadre dall’inizio alla fine e che meriterebbe di andare in pensione con un certo anticipo. Probabile che l’espulsione ingiusta di Telles, arrivata

sul risultato di parità (1-1) abbia condizionato la gara, ma nei momenti cruciali, con i gigliati a spingere più che posso, i nerazzurri sono andati in confusione. Spinti dalla carica emotiva, la “Viola” ha così realizzato con Babacar oltre il novantesimo il gol fortunoso della vittoria che ha fatto precipitare l’Inter in una crisi di nervi che, viste le squalifiche di Medel e Kondgobia a centrocampo e Telles in difesa, costringe ancora una volta Mancini a cambiare formazione que-

sta sera contro la “Doria” che, sul palcoscenico del Meazza, si presenterà imbottita di ex nerazzurri, come Ranocchia e Dodò arrivati a gennaio proprio dall’Inter e il talentuoso centrocampista Ricky Alvarez, proveniente dal Sunderland. Contro la Samp l’Inter deve assolutamente vincere. Il Mancio non può fallire, perché servono assolutamente i punti per la Champions. C’è bisogna quindi della massima concentrazione, ma anche di ragazzi caricati a mille che sappiano dare

quantità e soprattutto qualità nella zona centrale del campo. Per non sconvolgere l’assetto tattico, (4-3–3) contro i blucerchiati al tecnico jesino non resta che una sola soluzione a metà campo cioè l’impiego del giovane Gnoukouri, accanto a Brozovic e Melo. Una scelta questa che sarebbe ottimale anche perché il ragazzo ivoriano, in quelle poche volte che è stato impiegato in prima squadra, ha dimostrato grandi qualità tecniche e tattiche che potrebbero essere utili

Inter... Parliamone

dal momento che nell’undici di Mancini giostrano soprattutto giocatori più di quantità che di qualità. Sarà d’accordo Mancini?

Gonzalo Higuain

Paulo Dybala

Éder Citadin Martins

Carlos Bacca

Mauro Icardi

Josip Ilicic

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13

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12

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1 partita in più

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A

ntonio Cassano ne ha fatte vedere delle belle, soli, in grave crisi economica,, prattutto a bordocampo. Non torna ancora alla Sampdoria. facile per lui questa gara, in forIl 9 agosto 2015 viene ufficiaza alla Sampdoria ma col cuore lizzato il ritorno di Cassano a strisce nerazzurre. La strada nella squadra doriana. Ad percorsa dalla sua città natale oggi è sceso in campo con è lunga, passando anche dalla la maglia blucerchiata in 18 Spagna. Ma fermiamoci in Italia. gare e realizzando una rete. Dal Real Madrid torna in patria accasandosi alla Sampdoria di Riccardo Garrone, tra loro un rapporto burrascoso ma con passione. E’ il 13 agosto 2007 e Fantantonio di anni ne ha 25. Arriva in blucerchiato con la formula del prestito gratuito con diritto di riscatto fissato a 5,5 milioni di euro di cui 1,2 milioni al calciatore. Il debutto è a Marassi nel derby finito a rete inviolate contro il Genoa. Con la Sampdoria resterà fino al 2011 segnando 35 reti in 96 presenze. La fine dell’amore in terra ligure è atta chiacchieratissima. A fine ottobre 2010 Cassano vien messo fuori rosa per comportamento gravemente offensivo ed irrispettoso nei confronti del presidente Garrone che si appellò al collegio arbitrale affinché sanzionasse il giocatore. Nonostante i presupposti ci fossero tutti, il tribunale, circa due mesi dopo, decide di non disporre la risoluzione contrattuale tra la Sampdoria e Cassano, ma ha imposto nei confronti del barese la sospensione degli allenamenti e dello stipendio per i successivi tre mesi e una decurtazione del 50% dell’ingaggio dal 1° febbraio al 30 giugno 2013, data della naturale scadenza del contratto. Ormai a Genova non tirava più aria per Cassano che si trasferisce, il 27 dicembre 2010 e con il permesso della Sampdoria, a Milano, sponda rossonera. Al Milan si fermerà 1 anno collezionando 37 presenze e 7 gol. Il 22 agosto 2012 arriva per Antonio Cassano la grande occasione, giocare per la sua squadra del cuore, l’Inter. Con la società nerazzurra firma un contratto biennale da tre milioni a stagione. Con l’Inter debutta da titolare in Pescara-Inter 0-3, il primo gol arriva alla seconda giornata di campionato contro la Roma, sua ex squadra, a San Siro il 2 settembre 2012, gara persa 1-3. Con l’Inter si fermerà 1 anno totalizzando 28 presenze e 10 reti. Passando dal Parma l’anno successivo, e dopo un autolicenziamento per problemi con la società dei Duca-

Il passato vede grandi nomi del calcio italia

Zenga allo stesso Roberto Mancini e spesso dedichiamo ai trasferimenti più recenti.

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odò arriva all’

M

atìas Agustin Silvestre arriva all’Inter il 6 luglio 2012 con la formula del prestito oneroso biennale di 2 milioni con diritto di riscatto fissato a 6 milioni di euro e con un contratto quadriennale da 1,5 milioni a stagione. L’esordio è nel terzo turno preliminare di Europa League vinta per 3-0 contro i croati dell’Hajduk Spalato. Nella prima stagione in nerazzurro, chiusa anzitempo a causa di una lesione di secondo grado dell’adduttore lungo della coscia destra, collezionerà solo 20 presenze. L’anno successivo, Walter Mazzarri in panchina, non rientra più nei progetti nerazzurri e il 1° agosto si trasferisce al Milan. Due anni dopo, rimasto svincolato, decide di firmare con la Sampdoria un contratto biennale. L’esordio in blucerchiato è in Europa League nei preliminari persi dalla Samp e in campionato, sulla panchina Walter Zenga, contro il Carpi, sfida vinta 5-2. Con i doriani ha collezionato, ad oggi, 44 presenze senza mai andare in gol.

dalla Roma, nel l 2014 in prestito bien Esordisce il 20 agosto co lo Stjarnan, segnando a la prima rete in nerazz nell’andata dei play-o Europa League. Il dife brasiliano, però, in n zurro non raccoglie m fortuna. Il 21 gennaio s si trasferisce in prestito Sampdoria. L’esordio in cerchiato, in sostituzio Antonio Cassano, è seg dalla sconfitta a Marass bita contro il Napoli (2-


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auro Icardi arriva alla Sampdoria nella stagione 2011-2012 in Serie B. I suoi gol contribuiranno al ritorno dei dominai nella massima serie. L’esordio in Serie A è contro la Roma (1-1) e la prima rete nel derby vinto per 3-1 contro il Genoa il 18 novembre. Nel gennaio del 2013, ai danni del Pescara, segnerà una quaterna. Nell’estate 2013 passa all’Inter per 6 milioni di euro. Il primo gol in nerazzurro è contro la Juventus (1-1), e la prima doppietta è contro la sua ex squadra a Marassi tra insulti e cori contro dalla tifoseria doriana. In nerazzurro, dal 2013, ha realizzato 41 reti in 79 presenze.

ano indossare entrabe le maglie. Da Walter

o in veste di calciatore e allenatore. Oggi ci

’Inter, luglio nnale. ontro anche zurro, off di ensore nerazmolta scorso o alla n bluone di gnato si su-4).

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der Citadin Martins

arriva a Genova, sponda doriana che gioca la Serie B, il 24 gennaio 2012. Esordisce quattro giorni dopo, il primo gol arriva il 21 aprile nella gara pareggiata per 1-1 contro il Vicenza. una settimana dopo arriva anche la doppietta contro il Bari. Fino al 2016 con la Sampdoria realizzerà 44 reti in 127 presenze. Il 20 gennaio scorso passa ufficialmente all’Inter con un contratto che lo lega ai nerazzurri fino al 2020. L’esordio, con la maglia appartenuta a Ranocchia, è nel derby perso malamente contro il Milan per 3-0.

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riste partita anche per Andrea Ranocchia, anche capitano nerazzurri

senza però mai diventare una bandiera. Il centrocampista, ex nerazzurro, in prestito alla Sampdoria fino a fine stagione, arriva giovanissimo all’Inter, il 27 dicembre 2010, che riscatta dal Genoa l’altra metà del cartellino per 5,5 milioni. Fa il suo esordio in nerazzurri il 12 gennaio 2011 negli ottavi di finale di Coppa Italia contro il Genoa, partita vinta dall’Inter per 3-2. Il 19 febbraio successivo arriva anche la prima rete, decisiva, contro il Cagliari (1-0). Il 29 maggio 2011 vince il primo titolo in nerazzurro. Con l’Inter realizzerà sette reti in 129 presenze e vincerà anche una Coppa Italia nella stagione 2010-2011. Nell’ultima sezione di calciomercato la decisione, non tanto volontaria, di trasferìrsi sotto la lanterna.

R

icardo Gabriel Álvarez, per tutti Ricky Alvarez, arriva all’Inter il 6 luglio 2011 per 10,5 milioni di euro. L’esordio in nerazzurro è in Supercoppa italiana, sfida persa 2-1 contro il Milan. Il debutto in Serie A è contro il Palermo e la prima rete arriva il 22 novembre contro il Trabzonspor in Champions League. Resterà in nerazzurri fino al 2014 con 73 presenze e 11 reti realizzate. Passando da Sunderland arriva alla Sampdoria il 4 gennaio scorso con un contratto di sei mesi, ma, per problemi burocratici, riesce ad entrare nel gruppo dei convocabili solo il 19 successivo. L’esordio doriano è contro il Napoli, 24 gennaio, in sostituzione di Barreto, 2-4 per i partenopei sarà il risultato finale.


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Ultimo treno Rieccoci

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uesta sera a San Siro passa l’ultimo treno per restare agganciati ad un sogno. Dopo le dolorose fermate nelle stazioni di Firenze, Milano (binario Milan), Sassuolo e Lazio è tempo di rimettere la freccia neroazzurra in carreggiata e sfilare velocemente le stazioni intermedie per arrivare puntuali all’appuntamento con la Champions League. Centrare l’obietti-

meglio del suo successore Vincenzo Montella, ma che proprio per questo sarà molto motivata a recuperare punti e staccarsi dal precipizio della zona salvezza. Una partita non facile ma neanche impossibile e ritornare a vincere sarebbe un segnale di ripresa importante per rimanere in scia di Roma e Fiorentina. In tribuna sono attesi Mourinho e Ronaldo personaggi recenti ma che sembrano ormai lontani: nel loro dna è impresso in modo indelebile il concetto di vittoria e tutti noi tifosi speriamo che la loro presenza inverta la terrificante rotta di questo inizio 2016.

vo è fondamentale sia dal punto di vista sportivo che finanziario. Il terzo posto infatti sarebbe un risultato di grande impatto dopo i recenti piazzamenti in classifica e i soldi garantiti dall’Uefa sarebbero importanti per porre le basi a nuovi e importanti investimenti. Sul cammino si presenta la Sampdoria, l’ex squadra allenata dall’amato Walter Zenga che statistiche alla mano ha fatto

Il Milan prepara la trappola a Higuain e compagni

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on sarà facile per il Milan uscire imbattuti lunedì sera dalla sfida del S. Paolo contro il Napoli. Gli azzurri sono reduci da due sconfitte consecutive, in trasferta contro Juve in campionato e Villarreal in Europa League. Il momento è delicato per la squadra di Sarri che, se con il gioco diverte molto i suoi tifosi, quando non schiera Higuain fatica a vincere. La gente di Napoli comunque ha fiducia. Allo stadio di Fuorigrotta, ci sarà infatti il tutto esaurito. Nulla però spaventa il bomber rossonero Bacca, che con il capocannoniere Higuain dovrebbe dare sicuramente vita ad un duello scintillante, tutto sudamericano. Fiducioso è anche il tecnico Mihajlovic che, questa volta, a differenza della gara d’andata, quando i rossoneri furono umiliati dagli azzurri con un pesante 4 a 0, non teme nessuno. Al S. Paolo, ci saranno sicuramente molti ostacoli da superare, ma il tecnico serbo vuole giocarsela alla grande que-

sta sfida anche per non infrangere le ultime speranze per conquistare il terzo posto che, avversari permettendo, garantirebbe un posto Champions nella prossima stagione. Una partita spesso vive di episodi e il Milan spinto dagli ultimi risultati positivi non sembra temere nessuno. Forse, occorre solo un po’ di fortuna. I rossoneri non perdono in trasferta da novembre, precisamente dalla gara con la Juve ( 1- 0) e nei return match di campionato contro le grandi come Fiorentina, Roma ed Inter sono riusciti ad inanellare ben 7 punti. In poche parole, il diavolo è tornato ad essere quasi un vero diavolo, tanto che nelle ultime sei giornate, è riuscito a conquistare 4 vittorie e 2 pareggi,( totale 14 punti), meno solo di Juve ( 18 punti) e Napoli ( 15). Da rilevare che negli ultimi anni le sfide giocate all’ombra del Vesuvio sono state amare per i rossoneri. Il Napoli ha vinto tre delle ultime quattro gare interne di campionato, segnando almeno due gol nelle

ultime cinque sfide che si sono disputate al S. Paolo. Sul proprio campo, i partenopei sono quasi imbattibili. Su 25 partite gioca-

te davanti al proprio pubblico in campionato, gli azzurri sono infatti ancora imbattuti e hanno perso punti soltanto con Samp

(2) e Roma (2). Unica sconfitta del Napoli nel girone di ritorno è quella recente del 13 febbraio contro la Juve ( 1- 0), che è

I Cugini

costata alla squadra la perdita del primo posto, proprio a vantaggio dei bianconeri. L’ultima vittoria del Milan a Napoli, ( 2 a 1) risale alla stagione 2010/2011, quando la squadra imbottita di riserve riuscì ad imporsi al S. Paolo grazie alle reti di Robinho e Ibrahimovic. Il gol partenopeo fu poi realizzato da Lavezzi. In quella occasione in campo c’era anche il portiere Abbiati, uno dei giocatori che fa parte ancora del gruppo rossonero e che, insieme a Boateng, siederà in panchina nella importante sfida di dopodomani contro il Napoli. Per il resto, tra le fila rossonere è in dubbio la presenza in campo di Kucka, mentre c’è ottimismo per il recupero di Romagnoli e Abate.


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nerazzurra e diffidati R

ender Gary Medel squalificato per un turno, salta la partita di questa sera con i blucerchiati.

Gary Medel

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Alex Telles

nche Alex Telles, squalificato un turno, salta la partita di oggi contro i dorianii.

Diffidati anche Brozovic e Palacio.

Geoffrey Kondogbia

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eoffrey Kondogbia squalificato per due turni. SalterĂ il match con la Sampdoria e quello con la Juventus.


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San Baciccia pensaci tu

H

anno fatto venire calendari da ogni parte del mondo e si son messi a pregare tutti i santi possibili, il presidente Massimo Ferrero e Vincenzino Montella, l’ex aviatore del nostro campionato. Perfino un bastimento alla fonda nel porto di Genova ha svuotato le sue stive dalle migliaia di candele e ceri di varie misure, fatti poi accendere in tutte le chiese del Ponente e anche del Levante, come voti propiziatori per gli Dei del pallone. Tutto ciò, purtroppo, non è stato sufficiente per far mutare il destino della Sampdoria. Destino decisamente amaro, se si sperava che il calcione affibbiato nel sederone di Walter Zenga potesse cambiare le cose in meglio, con il conseguente arrivo del disoccupato ex allenatore della Viola. Niente da fare, la navicella della Doria, non si muove di un miglio

dalle secche liguri e continua a viaggiare a pochi nodi, per colpa del motore che non ne vuole sapere di girare, non diciamo al massimo, ma almeno per quel tanto che servirebbe a prendere il largo fino ad intercettare i venti favorevoli che Eolo ha messo da quelle parti. Niente da fare ed il pentimento per la repentina soluzione dell’uomo in panchina è diventato un grave peso sulla coscienza della dirigenza blucerchiata. Stasera c’è da affrontare l’Inter, l’altra naufraga delle delusioni, che si presenta abbordabile solo se ritorna il coraggio e la smarrita voglia di tornare ad essere la squadra corsara di una volta. Ci confessa la sua delusione Massimo Ferrero, magari fosse quello della Nutella. “Non mi capacito della situazione in cui siamo e faccio anche fatica ad accettare una situazione di classi-

Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro Raimondi

IL DERBY DELLA MADONNINA

pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00 isbn 978-88-6218-242-3 ell’ottobre del 1908, curioN samente a Chiasso, si disputava il primo Inter-Milan,

la sfida che sarebbe diventata il derby italiano per eccellenza, il più giocato, il più prestigioso. Il derby della Madonnina ne celebra la storia ripercorrendo in sessantuno storie la sua gloriosa epopea attraverso partite famose e incontri che pochi conoscono. Un lungo, intenso e vivace racconto, ricchissimo di aneddoti, interviste, personaggi: dai fratelli Cevenini all’immenso Meazza che segnò con entrambe le maglie, dai fuoriclasse come Nyers e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola, Matthaeus e van Basten, Ibra e Kaká, a giocatori magari meno celebri ma che un’impronta, nella stracittadina, l’hanno lasciata: Smerzi, Bonizzoni, Cappellini, Belli, De Vecchi, Minaudo e tanti altri. Calcio, dunque, ma non solo. Poesia, musica, fatti di cronaca si inseriscono spesso e volentieri nei racconti, al pari delle vicende di una città fortunata a possedere il derby. Perché la stracittadina, oltre a essere emozione allo stato puro, è anche de-

mocrazia: una sorta di bipolarismo calcistico, l’esaltazione della dialettica, della libertà. Questo libro rappresenta un sincero, appassionato atto d’amore nei suoi confronti. Alberto Figliolia è giornalista pubblicista. Collabora con il «Gazetin», periodico indipendente di cronaca civile, e «tellusfolio», rivista telematica “glocal”. Allenatore di basket, ha provato a coniugare la passione dell’insegnamento con i concetti di agonismo, democrazia e solidarietà. Collabora con Silvana Ceruti alla conduzione del Laboratorio di Scrittura creativa nella Casa di Reclusione di MilanoOpera. Ha scritto numerosi libri navigando fra poesia e sport. Condivide con Çlirim Muça la vocazione alla divulgazione dello haiku e crede con fermezza nel martello libertario e gandhiano della poesia. Davide Grassi, giornalista pubblicista, ha collaborato con diversi quotidiani nazionali – tra cui il «Corriere della Sera» – prima di approdare agli uffici stampa. Ha pubblicato Inter? No, grazie! (Limina, 2002), Rossoneri comunque (Limina, 2003) – antologia curata con Andrea Scanzi –, La palla è rotonda? (Limina, 2003),

Christopher Nasso

Rossoneri. Il manuale del perfetto casciavit (Fratelli Frilli Editori, 2008). Nel 2013, ha curato il Diario della mia guerra (Segni e Parole), scritto da suo padre Paolo, e nel 2014 ha partecipato all’antologia 33 Racconti rock (QuiEdit). Il suo sito è www.davideg.it, il blog www.fuorigiocoblog.com. Mauro Raimondi, milanese, ha esordito nel 2003 con Invasione di campo. Una vita in rossonero (Limina), partecipando all’antologia Rossoneri comunque (Limina, 2003). Insegnante di Storia di Milano, ha curato la biografia del poeta Franco Loi in Da bambino il cielo (Garzanti, 2010). Della sua città ha raccontato il cinema in Milano Films 1896/2009 (Frilli, 2009, coautore M. Palazzini), le testimonianze dei viaggiatori stranieri in Dal tetto del Duomo (Touring Club, 2007) e i libri in CentoMilano (Frilli, 2006). I tre autori hanno pubblicato insieme Centonovantesimi (Sep, 2005), Eravamo in centomila (Frilli, 2008) e Portieri d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010, Figliolia e Grassi hanno inoltre scritto La sua Africa. Storia di Samuel Eto’o (Limina), e nel 2012 Grassi e Raimondi hanno pubblicato Milano è rossonera (Bradipolibri).

fica che ci imbarazza e mortifica tutto il nostro ambiente. Abbiamo ceduto Eder per fare cassa, nella speranza che i restanti suoi colleghi sfoderassero i così detti attributi. Niente di tutto questo e non me la sento di addossare tutte le colpe a Montella, che stimavo e continuo a stimare, come ottimo allenatore. Soffriamo di uno strano male di cui non riusciamo a capire le origini. La partita con l’Inter può essere decisiva per noi, ma lo è altrettanto per i padroni di casa che cercano riscatto dopo le delusioni pesanti”. Vincenzino, da parte sua, non accampa scusa, ma nemmeno si scoraggia. “Il campionato è ancora lungo e può succedere che, una volta vinta la prima partita, si riesca a camminare veloci verso un posto più onorevole in classifica. Quest’anno gira così e dobbiamo solo cercare la concentrazione smarrita, la forza di volontà,

Ospiti

Giovanni Labanca anche psicologica, che in questo momento non abbiamo. Confido nei miei uomini, ma anche nella fortuna. A parte gli scherzi, non guasterebbe una preghiera nel Duomo della città”. Da quanto ci risulta, l’ultimo santo che ci resta da supplicare è San Baciccia, sempre che, nel frattempo, non abbia acceso la sua spenta pipa e non si sia messo a goderne le sbuffate, stanco di stare su quella maglietta dai bei colori, ma che non gli fa onore. Per il momento.


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Vita di CLUB

INTER CAMPUS accolti da Olek Kawiorski, il referente per la Polonia, hanno visitato il centro parrocchiale Jadwiga e gli orfanotrofi Sieboworitze, Pavlikowitze e Kaziminz, portando ai ragazzi tanta

Giovanni Labanca

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’Inter non è solo la prima squadra, anche una serie di attività che interessano il mondo intero. Una delle più apprezzate è sicuramente Inter Campus, voluto dal presidente Massimo Moratti nel 1996, con presidente Carlotta Moratti, direttore Angelomario Moratti e membro responsabile, Luis Figo. Una delle ultime missione di Inter Campus è stata la visita in Polonia, in particolare a Cracovia. Qui, nella città di Papa Wojtyla, l’attenzione degli emissari della società, gli allenatori Lorenzo Forneris e Roberto Redaelli,

solidarietà e comunanza, oltre ad esibirsi in consuete lezioni di calcio, sotto l’egida dei colori nerazzurri, tanto amati anche dalle ragazzine. Una di esse, affascinata dal gio-

co del calcio e preparata dall’allenatrice Kasia, si è iscritta in una squadra femminile della città, con grandissima soddisfazione di tutti.


Vita di CLUB

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Giovanni Labanca

Inter Club Premiati

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el prepartita di InterChievo Verona, David Garth, direttore commerciale della società, ha premiato, direttamente sul terreno del “Meazza”, l’Inter Club Mogliano Veneto, che ha festeggiato

il 50°anniversario, l’Inter Club Colle Brianza per il 35°anniversario e l’Inter Club Locate Triulzi per il 20°anniversario. Per l’Inter Club Mogliano Veneto è stato riservato anche un premio speciale per essere il club con mag-

gior numero di soci in Veneto nel 2014/15, con 520 iscritti, In campo sono stati premiati anche i soci junior in rappresentanza dei giovani cuori nerazzurri degli stessi Inter Club.

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Saranno tutte battaglie campali. Quando il gioco si fa duro i duri entrano in gioco Giù al Nord

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iamo ancora amareggiati, come tifosi del Napoli, per la sconfitta ma, a bocce ferme, analizzando bene la partita di Torino di sabato 13 febbraio allo Juventus Stadium, si scorge un dato che ci ha lasciato ancora più dolenti: si è giocato contro una squadra che tatticamente ha fatto il verso al Carpi e al Genoa, infatti anche in quelle gare gli avversari erano posizionati in 11 dietro la linea del pallone e poteva scapparci il gol in contropiede, come è accaduto in Piemonte; se allora non accadde fu per fortuna o per puro caso. La differenza sostanziale tra le partite in questione non è stato solo il risultato ma l’approccio alla gara, i nostri calciatori, invece di affrontare gli avversari con il piglio che li ha contraddistinti in tutto l’arco del campionato in corso, sono entrati in campo con eccessiva deferenza , un rispetto esagerato che, però, si giustifica con il fatto che si trattava di giocare con la squadra, che in assoluto risulta la più forte compagine degli ultimi anni e soprattutto con la nota da non trascurare che, in quel campo, sia il Napoli di Benitez che quello di Mazzar-

ri sono usciti sempre, non solo sconfitti ma anche un tantino umiliati e queste sono situazioni che rimangono nel dna di un calciatore. Perdere è stato un delitto perché si è trattato di una sconfitta immeritata, perdere è stato un danno anche perché sarà difficile ora riprendere la testa della classifica. Le squadre che affrontano la Juve lo fanno in una maniera a dir poco sottomessa, come è capitato di fare anche agli azzurri, mentre diverso approccio capita quando si affrontano gli uomini di Maurizio Sarri, sarà che per gli avversari sia doveroso fare una gara da finale mondiale contro i napoletani, sono sicuro che si assisterà a battaglie campali, a scontri del tipo o la vita o la morte, saranno tutte finali non tanto per il Napoli ma per chi lo affronterà. Questo inciderà e non poco da qui alla fine. Ultima postilla, quel sacchetto dell’immondizia spinto contro Pepe Reina, l’ennesima schifezza, c’è poco da dire, lo squallore di taluni individui non ha certo posizione geografica definita, solo che ci ricorda un vecchio detto : la madre dei cretini è sempre incinta. “Bentornato Reina!”, intanto è stato il saluto che si è letto sul profilo ufficiale Twitter del Villarreal, un omaggio al portiere spagnolo con una foto di tanti anni fa del numero 25 azzurro. Reina ha giocato al Madrigal dal 2002 al 2005 ed ha lasciato uno splendido ricordo a città e tifosi. Con gli spagnoli del Villareal, con cui siamo in ottimi rapporti, De Laurentis ha pran-

zato gustando la famosa paella velenciana che, poi, si è rivelata una peperonata indigesta sul campo, con una partita insolita, senza spunti degni di nota, tranne un rigore negato al Napoli e le solite scemenze che hanno consentito anche agli iberici di trovarsi in condizioni facili per tirare in porta e vincere la partita di andata, di questi sedicesimi di coppa Uefa. Giocavano le seconde linee e va bene, ma la squadra punge poco e fa troppa accademia e poco costrutto. D’altronde si sa benissimo che febbraio è il mese peggiore per le squadre di Sarri e come da prassi si sta mantenendo anche questa tradizione negativa. Il ritorno sarà una impresa non impossibile, ma che comunque deve far un poco riflettere sullo stato dei calciatori, non proprio brillantissimi. Il ciclo terribile cominciato con la Juventus non sta dando grandi frutti. Ora sotto con il Milan! La gara con il Milan di Siniša Mihajlović sarà una delle finali che vedranno il Napoli impegnato da qui alla fine della stagione, per noi sarà un un leit motiv, come una sorta di refrain sanremese , per noi ogni partita sarà una battaglia. La squadra rossonera arriva con una buona dose di risultati utili consecutivi e con la consapevolezza che, se non fa risultato al San Paolo, può sprofondare nell’abisso dell’anonimato, quindi a differenza di tante altre squadre, dovrebbe venirsela a giocare senza tante alchimie rinunciatarie. Speriamo. Tra i calciatori da tenere d’occhio

oltre al cannoniere Carlos Bacca già 13 reti realizzate in stagione, non bisogna dimenticarsi lo stato di forma eccellente dei vari i Keisuke Honda e del giovane M’Baye Niang, rigenerato dalla cura Gasperini a Genova e assoluta rivelazione del Milan di quest’anno. Gli azzurri sono

consapevoli che ogni punto perso da qui alla fine sarà micidiale per la classifica finale. In questi momenti ciò che serve è avere lucidità e pragmatismo, quindi anche se si dovesse giocare tipo l’Inter di questo inizio stagione, nessun vero tifoso storcerà il muso, quel che serve adesso

L’Inter con la Samp prova a risalire la china Campionato

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rove tecniche di risalita per l’Inter questa sera a San Siro contro la Sampdoria, pure lei a caccia di punti per allontanarsi dalla zona retrocessione. Spaventano per i nerazzurri, cifre alla mano, i numeri del girone di ritorno, una media da retrocessione, se non fosse sostenuta dai successi rimediati nel girone di andata. Con la Sampdoria, è chiaro che Mancini non può fallire, perchè un altro passo falso potrebbe far traballare la sua panchina, dal momento che è in agguato ci sono tre o quattro nomi importanti per rilevare il suo posto. Un Weekend caratterizzato dagli impegni di Champions con la Roma battuta all’Olimpico dal Real Madrid e dalla Juventus che martedì affronterà il Bayern Monaco. Un braccio di ferro, invece, in campionato con il Napoli adesso ad inseguire la Vecchia Signora dopo la gara vinta con i

partenopei che ha regalato a Buffon e compagni il sorpasso e la quindicesima vittoria consecutiva in campionato. La squadra di Allegri, ieri sera ha giocato con il Bologna rimediando un mesto 0-0, mentre il Napoli, fra due giorni, cioè lunedì, sarà chiamato al San Paolo, con la grande occasione del contro-sorpasso e riprendersi la testa della classifica, a respingere l’attacco di un Milan che sembra essere uscito dal tunnel dell’anonimato dopo il successo casalingo con il Genoa. Il Grifone, insieme ai cugini della Samp è piuttosto inguaiato in classifica, dal momento che il Frosinone è risalito in graduatoria di qualche gradino con il successo del Castellani con l’Empoli. Il Genoa ospiterà, domani

pomeriggio, l’Udinese, mentre il Frosinone al Matusa riceverà la Lazio, reduce dalla faticaccia di Europa League contro il Galatasaray. Aperitivo della sfida odierna di San Siro tra Inter e Samp il derby di Verona tra l’Hellas e Chievo, con la squadra di Delneri chiamata a compiere il miracolo della salvezza. Non facile neanche l’impegno di domani della Fiorentina a Bergamo con l’Atalanta e quello del Carpi a Torino contro i granata di Ventura, rigenerati dal successo in trasferta con il Palermo. Palermo che affidato nuovamente a Beppe Iachini, ritornato sulla panchina rosanero dopo il valzer di allenatori impiegato dal presidente Zamparini.

è mantenere le distanze con la Juventus e basta, al di là del bel calcio. Naturalmente tutti noi innamorati del Ciuccio non aspettiamo altro che cantare di gioia, una peana che aspettiamo da troppo, tanto tempo. Il Milan sarà la nostra prossima vittima o il nostro definitivo carnefice.

In Germania, il capolista Bayern Monaco che non ha chiesto anticipo in prospettiva dell’impegno con la Juve, ospiterà all’Allianz Arena il modesto Darmstadt, mentre il Borussia Dortmund , secondo in classifica, dovrà vedersela con il Bayern Leverkusen, in trasferta. L’Herta Berlino ospiterà all’Olimpion Stadium il Wolfsburg, reduce dal successo esterno in Champion con il Gent In Premier League il sorprendente Leicestern di Claudio Ranieri è stato bloccato dall’Arsenal con un rocambolesco 2 a 1, ma resta egualmente al comando della classifica, a fianco del Tottenham, corsaro a Manchester con il City.

Francia, PSG bloccato dal Lille

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rova di fuga per il Barcellona in Liga dopo l’1-3 inflitto al Gijon, nel recupero dell’altro giorno. Messi e compagni saranno impegnati oggi a Las Palmas, una trasferta facile sulla carta, dal momento che quest’ultima divide il penultimo posto in classifica con il Granada. Meno facile , invece, il compito del Real Madrid, reduce dalla bella vittoria dell’Olimpico della Roma, sull’ostico campo del Malaga. Stesso discorso vale per l’Atletico Madrid, seconda forza del campionato, chiamato alla

sfida del Calderon, contro il Villarreal, squadra che ha affrontato , giovedì scorso, in Europa League il Napoli. In Francia, il PSG , frenato dal Lille al Parco dei Principi, riceverà la squadra dello Champagne, cioè il Reims che naviga in acque tempestose dopo un bello avvio di campionato. Facile per il Monaco il match contro il fanalino di coda Troyes, con il St.Etienne, di scena al Velodrome con il Marsiglia, reduce dal pareggio con il Nizza nel derby della Costa Azzurra.

Campionati Esteri

Il Campionato questa settimana è fermo per gli incontri di FA Cup. Si riprende sabato 27.


sabato 20 febbraio 2016 www.stadio5.it

Ciclismo

Luigi Sada

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ndrea Fedi vince il Trofeo Laigueglia. Successo del giovane Andrea Fedi nel Trofeo di Laigueglia, giunto alla 59esima edizione, disputato in una giornata fredda e ricca di colpi di scena, prima con Cunego ,poi con Ulissi. IL corridore toscano, al primo successo tra i professionisti è pronto a recitare la parte del protagonista nella prossima Milano - San Remo. Ha attaccato il gruppetto di testa formato da undici corridori a metà della salita di Capo Mele, staccando il compagno di fuga, il francese Vicho. Fedi è sfrecciato solitario sotto lo striscione di Laiguelia, mentre al secondo posto si è piazzato Colbrelli, che ha preceduto il plotoncino dei fuggitivi e si era reso protagonista negli ultimi due passaggi del Capo Mele.

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Conto alla rovescia per la Milano-Sanremo


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non

solo

calcio

antichi mestieri

Suoni e Sapori

Taralli “nzogna e pepe”

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ffigliole, pe sottaviento, mo se fanno na zuppetella cu ‘e taralle ‘int’a ll’acqua ‘e mare. L’acqua smòppeta, fragne e pare ca ‘e mmanelle so’ tutte argiento… Così recita la strofa di un’antica canzone del 1920, “Napule ca se ne va” di Murolo e Tagliaferri, in cui viene citata, con parole soavi e poetiche, una delizia indiscussa ed inimitabile del patrimonio culinario partenopeo: i taralli nzogna e pepe. Rotondeggianti, scuri, tempestati di mandorle, sono tipici dell’entroterra napoletano ed nalogamente a tante altre ricette tipiche napoletane, anch’essi sono nati per riciclare e non buttare via avanzi di determinati ingredienti. In “Il ventre di Napoli“, di Matilde Serao, compare una dettagliata descrizione dei cosiddetti

“fondaci”, ovvero le zone adiacenti al porto, dove vivevano i poveri perennemente affamati, fino a quando nel Settecento furono introdotti i taralli: i fornai non buttavano via nulla di nulla, utilizzavano fino alla fine anche lo sfriddo, cioè gli stralci di pasta lievitata in avanzo, a cui aggiungevano la “nzogna” ed il pepe in quantità ingenti. E le mandorle? Beh, furono aggiunte solo nell’ Ottocento. I taralli venivano serviti per lo più nelle panetterie, nei chioschi per strada (tuttora ci sono a Mergellina sul lungomare) ed non da meno nelle osterie con un bicchiere di vino non troppo pregiato per accompagnarli. Si inzuppavano nell’acqua di mare anticamente, “tradizione” giustamente perduta per ovvi motivi. Oggi viene degustato per lo più con la bir-

ra… è proprio il caso di dire che ‘a birra è ‘a morte d”o tarallo ! Ogni “tarallaro” doc portava con sé la sua cesta in spalla per vendere i taralli in strada ai passanti e non solo, gridando a gran voce “Taralle, taralle cavere!”. Attualmente non esiste più questa figura ma il sostantivo viene utilizzato per designare una persona che non ha molta voce in capitolo e deve sempre sottostare a mille cose e situazioni, senza tregua. Non a caso, si usa l’espressione “me pare ‘a sporta d”o tarallaro!”. Taralli Per quanto riguarda l’etimologia ed origine del nome, ci sono varie e diverse ipotesi: alcuni dicono che derivi dal francese “toral” essiccatoio ed altri dal latino “torrere”, che significa abbrustolire. Un’altra tesi fa riferimento alla particolare forma

circolare: deriverebbe dunque dall’italico “tar” che signfica avvolgere o ancora dal francese antico “danal”m che vuol dire pane rotondo. L’ultima, considerata la più attendibile, è di deravzione greca, da “daratos”, che vuol dire sorta di pane. Ecco la ricetta: Ingredienti 500 gr di farina 150 gr di nzogna (sugna) 1 cubetto di lievito di birra da 30 gr 200 gr di mandorle con buccia

2 cucchiaini di pepe nero 2 cucchiaini di sale Procedimento Sciogli il lievito con un dito d’acqua tiepida e aggiungilo a 100 gr. di farina, impasta, forma un piccolo panetto, incidilo a croce sulla superficie e mettilo a lievitare in una ciotola. Quando avrà raddoppiato il volume, aggiungi il sale, il pepe, la sugna (così com’è senza scioglierla) il resto della farina e tanta acqua tiepida quanto basta per ottenere un bel panetto da lavorare sopra il piano di

lavoro. Lavoralo almeno per 10 minuti e poi stacca tanti pezzetti da formare dei bastoncini grossi come una matita, e lunghi circa 15 cm. Unisci i bastoncini, attorcigliali su se stessi e uniscili a ciambella. Decorali con le mandorle e mettili a lievitare, quando avranno raddoppiato il volume infornali a 180° fino a cottura completata cioè quando saranno belli dorati. Questi taralli si conservano per molti giorni se chiusi ermeticamente.

finestra sul mondo e dintorni Sanità: Tu quoque Lombardia!? Giovanni Labanca

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adesso chi andrà a farglielo capire al contadino della Val Brembana, orgoglioso leghista che ce l’aveva sempre duro, che anche nel suo partito, come in tutti gli altri, c’è gente che ruba? Sicuramente non lo farà Bossi, già KO per le sue vicende familiari, come non lo potranno fare Salvini e lo stesso presidente Maroni. Lo capirà da solo, il sciur Ambroeus Brambilla che i ladri, purtroppo per la sua fede calpestata, sono di

casa in Lombardia, come nelle altre regioni. Oggi, al di là di ogni battuta, non sempre è tale, l’affare Sanità si complica maledettamente, con grave danno di immagine ed economico per la Regione ed in modo particolare proprio per il presidente Maroni che si è “incazzato” non poco, perché si è visto tradito proprio dal suo fedele amico, dall’esponente di punta che sta riscrivendo il sistema sanitario lombardo, avendo avuto cura, però, di vergarne in anticipo i capitoli che più lo interessavano. E’ una tegolata di cui non c’era assolutamente bisogno, visto che è ancora in piedi l’affare Formigoni, da tempo aperto nel palazzone di Porta Vittoria. Questa nuova bu-

fera, che vede Fabio Rizzi a capo di una squadraccia di malfattori, sconquasserà le nuove vetrate di Palazzo Lombardia, sulle quali lascerà per sempre fosche tinte di vergogna, assai difficile da ripulire negli anni a venire. La giustizia, come si dice anche in questo caso, farà il suo corso e tutti si dicono fiduciosi nel suo operato, anche se fino a ieri, proprio Salvini, sparava bordate inopportune contro la classe togata, senza pensare minimamente, come uno sprovveduto qualsiasi, che bisogna avere sempre rispetto delle istituzioni. Gli arresti di questi giorni potrebbero sembrare anche una risposta a queste gratuite offese, ma sono pura coincidenza, visto che le in-

dagini erano in corso da tempo e che, alla loro conclusione, si è arrivati proprio in un momento politico molto importante e delicato, visto che sta partendo la campagna elettore per le amministrative di giugno, alle quali tutti vorrebbero presentarsi più immacolati possibile. Vedremo

assoluta eccellenza, se continua ad essere elogiata a livello mondiale e preferita dagli ammalati non solo delle altre regioni italiane, ma anche da pazienti provenienti dagli altri paesi europei. Non staremo qui a riepilogare tutti gli istituti di ricovero e cura di Milano, dove ogni giorno si

feriamo guardare, anche se è innegabile la tristezza e l’imbarazzo nella regione ritenuta, non a torto, guida e locomotiva del Paese. In Lombardia, visto l’accaduto, che non è un caso isolato, non sono da meno i reati simili di quelli compiuti altrove e di cui si faceva, da queste parti, un gran brutto parlare, sventolando, con orgoglio celtico, la bandiera della verginità. Questa è ormai definitivamente persa, prima ancora che si potesse indossare

Ladroni senza frontiere se basterà aver cacciato Rizzi dal partito a far tornare un po’ di sereno laddove le turbolenze cominciano ad essere troppe. La Sanità lombarda, quella non amministrativa, ma operativa e scientifica, rimane pur sempre di

svolge un ottimo ed apprezzato lavoro, grazie a medici scrupolosi e preparati, assai lontani dagli intrallazzi contabili ed alle consorterie malavitose. Per fortuna, esiste sempre l’altra faccia della medaglia alla quale noi tutti pre-

una robusta cintura di castità. Se ne sarà fatta una ragione anche il frastornato ed incredulo contadino operoso della Val Brembana? Lo capiremo fra qualche mese dal verdetto che uscirà dalle urne di primavera.


sabato 20 febbraio 2016 www.stadio5.it

utto è ciclico nella vita, ma il ciclo del femminicidio non sembra voler mettere la parola fine. Settimanalmente, sovente quotidianamente, salta alla cronaca la scomparsa, solo come doverosa ipotesi iniziale, di una donna in qualche regione d’Italia. Per quanto diabolico possa essere il piano, bisogna poi fare i conti con la realtà e con il reato commesso, perlomeno contestato. Oggi la cronaca è attenta soprattutto alla scomparsa di Isabella Noventa, senza perdere di vista l’omicidio di Marco Vannini, Elena Ceste e altri. La scomparsa della cinquantacinquenne, fissata nel centro di Padova come raccontato dal suo pseudo fidanzato Freddy Sorgato, è apparsa agli investigatori subito anomala, faceva acqua da tutte le parti. In questi giorni la svolta. Il camionista Sorgato, accusato in concorso con la sorella Debora e l’amica, segretamente innamorata dell’uomo, del femminicidio, avrebbe confessato,

non prima di aver recitato per settimane la parte dell’ex risentito dai repentini cambi d’umore della donna, la morte di Isabella. “Un gioco erotico finito male” questa sarebbe la confessione di Freddy. “Sorgato è un uomo travolto da questa situazione e sotto shock, io non l’ho mai visto freddo come riportato dalla stampa, ma sotto shock” questo è quanto dichiarato dall’avvocato difensore di Sorgato, Massimo Malpiero. Il cerchio è chiuso, dunque. I conti tornano, almeno secondo la difesa dei tre imputati. Trattandosi di delitto meno grave, secondo quanto ammesso dal geniale trio, si va verso la modifica del reato contestato e quindi, giustamente, la difesa ha chiesto l’applicazione di una misura diversa dalla custodia cautelare in carcere. Follia pura, gravi problemi psicologici, malattia mentale? Cosa può spingere tre persone adulte, ancor peggio se al trio appartengono due donne, a macchiarsi, se colpevoli, di un

reato così grave? Una matassa non semplice da dipanare per il Gip Cristina Cavaggion che mercoledì scorso ha disposto l’arresto dei tre sospettati e si è già visto recapitare una richiesta agli arresti domiciliari per i fratelli Freddy e Debora Sorgato. L’amante, forse segreta, del principale sospettato, Manuela Cacco, dal passato ingombrante, ricopre un ruolo, forse marginale, ma sicuramente interessante dal punto di vista psichiatrico. Manuela Cacco, secondo quanto dichiarato dal suo legale Alessandro Menegazzo, avrebbe raccontato la sua verità. Quella sera, segue la dichiarazione del legale, è andata da Freddy ignara della morte di Isabella. Freddy le avrebbe chiesto di indossare il giubbotto bianco della vittima e alla richiesta di spiegazioni l’autotrasportatore avrebbe liquidato la faccenda con un semplice “Perché ho fatto qualcosa”. Se non è pazzesco tutto questo! La donna immortalata dalle teleca-

Chiara Scirpoli

Esiste?

Cronaca Severa Bisceglia

Fattacci di casa nostra T

mere della piazza principale di Padova è Manuela Cacco, come da sua stessa ammissione, che recitava la sua parte in questo intrigato cumulo di sentimenti malati. La Cacco vorrebbe farsi passare per una donna succube dell’amore per Freddy, incapace di presentarsi agli inquirenti, stando alle dichiarazioni del suo difensore non era a conoscenza del “fattaccio”, quando per settimane impazzava su tutte le reti televisive il video della donna in giacca bianca, ovvero lei, e raccontare la sua verità. Questo avrebbe fatto una persona all’o-

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ra i tanti delitti di donne, le cui ricostruzioni e cronache sono su tutte le pagine di giornali, vi sono quelli di cui, forse prematuro, nessuno, o quasi, si occupa. Chiara Scirpoli, maceratese di origini pugliesi, nel dicembre scorso decide di dare una svolta alla sua giovane vita partendo per la Spagna dove l’aspetta un amico. La disavventura della ventitreenne maceratese presenta numerosi lati oscuri. Il 12 dicembre, la sera prima della sua morte, si mette in contatto telefonicamente con la madre, parlano per pochi minuti e la ragazza dice di essere raffreddata. A questo punto cade il buono assoluto. Per giorni non si hanno notizie e il 15 dicembre la notizia che nessuna madre vorrebbe mai ricevere. L’amico concittadino della ragazza, convinto che le autorità spagnole a cui aveva dato i riferimenti della famiglia di Chiara li avesse-

15 scuro della scomparsa di Isabella. Ma Manuela Cacco no, lei voleva tenere nascosta la relazione che aveva con Freddy, lei è innamorata di Freddy e quando si è innamorati, si sa, si fanno cose inspiegabili razionalmente. Una persona sana di mente no, ma Manuela è innamorata e nulla ha potuto contro l’uomo che ama. Incuriosisce, e non poco, la figura della sorella, Debora Sorgato. Quale meccanismo può indurre una sorella a soprassedere anche ad un delitto così grave? Dalle prime ricostruzioni, se accertata la sua telegrafica dichiarazione spontanea, il ruolo di Debora Sorgato, che si è avvalsa della facoltà di non rispondere, potrebbe essere alleggerito. La sua figura entra in scena solo dopo settimane di indagini che la collegano al fratello la notte del 15 gennaio quando la sfortuna Isabella scompare. Nella notte tra mercoledì e giovedì scorso, gli investigatori della Squadra mobile la “sbrandano” per portarla in Questura, subito dopo raggiunta dal suo compagno, un maresciallo dei carabinieri ritenuto, però, estraneo ai fatti. L’accusa sembra non avere dub-

bi: la notte del fattaccio, i due fratelli erano assieme. Il Gip non desiste. Si tratta di omicidio premeditato e i fatti sembrerebbero supportare la tesi dell’accusa. Il trio sperava nel delitto perfetto, ma due errori fatali hanno mandato in frantumi il il piano studiato nei minimi dettagli. Dettagli, appunto. Sono piccoli dettagli che spesso fanno franare interi castelli. I fratelli, Freddy e Debora Sorgato, e l’amica innamorata Manuela Cacco, il delitto sarebbe avvenuto tra le ore 22 e le 23.30 nella casa di Freddy, hanno studiato il piano in modo minuzioso. Freddy avrebbe strangolato l’ex fidanzata aiutato dalle due donne. ma l’alibi perfetto ha incastrato la mini banda. E’ proprio Manuela Cacco a commettere i due errori fatali. La messa in scena in piazza Insurrezione di Padova, per farsi volutamente riprendere dalle telecamere con il giubbotto bianco di Isabella, mette in evidenza subito il dettaglio della borsa, Isabella era uscita quella sera senza borsa, e una volta finita la passeggiata e non potendo più tornare in piazza, ha telefonato a Debora che l’attendeva per riportarla a casa.

ro già avvertiti, telefona alla mamma di Chiara per darle l’infausta notizia. Chiara è morta, questa è l’unica certezza. E’ ancora avvolto nel mistero quanto accaduto la notte in cui Chiara ha perso la sua giovane vita nella casa di calle Rojas Zorrilla. Era ospite dell’amico da poco più di dieci giorni. L’amico maceratese e l’altro coinquilino di nazionalità spagnola hanno dichiarato alle autorità che i giorni precedenti al decesso, Chiara era deperita, non mangiava e presentava delle vistose macchie sul volto. Il ragazzo spagnolo riferisce anche di aver sentito dei rumori provenire dalla stanza in cui dormiva la ragazza e di essere andato a controllare, ma il ragazzo italiano non l’avrebbe lasciato entrare nella stanza dicendo che si trattava solo di un brutto sogno. Prima incongruenza degna di nota: secondo il ragazzo spagnolo Chiara dormiva nella stessa stanza con l’amico di Macerata, secondo

l’italiano, invece, avrebbe raggiunto la ragazza solo al mattino e di averla trovata già morta. L’amico della giovane vittima sdrammatizza anche il polverone alzatosi sul ritardo con cui è stata avvertita la famiglia: “Ho fatto tutto quello che dovevo, ho avvisato le autorità e non ho avvertito la famiglia perché così mi era stato detto di fare. E comunque non sono passate 48 ore dalla morte all’avviso alla famiglia, ma semmai un giorno scarso. Mi dispiace, moltissimo, per quanto accaduto”. Tutto è ancora avvolto nell’ombra, le autorità spagnole procedo, forse (non dimentichiamo il caso aperto in terra spagnola relativa alla morte del nostro connazionale Mario Biondo), nell’inchiesta e quelle italiane, per vederci chiaro e per dovere, hanno aperto le indagini dietro l’espostodenuncia presentato dalla famiglia della giovane.

Obama e Putin, telefonata per l’ISIS

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ilo diretto in settimana tra Obama e Putin per trovare un accordo per distruggere l’Isis. Il Califfato, sotto l’incalzare della coalizione, Russia compresa, sta perdendo terreno ed è quasi circondato in ogni settore dalle truppe alleate, sia in Iraq che in Siria. In giro per l’Europa, comunque, c’è troppa gente intenzionata a compiere attentati terroristici quale ultima spiaggia per questo gruppo di tagliagole.

Belles ed Alfano hanno già messo in guardia la popolazione su possibili assalti terroristici nelle città, come Londra e Parigi, Obama e Putin hanno confermato il loro timore su quanto potrebbe accadere nelle prossime settimane in occidente. Occorre far presto e USA e Russia sono grandi potenze mondiali che possono offrire il loro supporto per sconfiggere il cancro dei terroristi, usando mezzi sofisticati per

porre fine a questa guerra scatenata dal Califfato. Un allontanamento, per il momento, tra Washington e Mosca, dopo i venti di guerra fredda dovuta alla crisi in Ucraina. Sulla Siria c’è una necessità di dialogo e distensione nella lotta contro l’Isis. Tuttavia gli USA insistono nell’accusare la Russia e chiedono uno stop ai bombardamenti su Aleppo e sugli oppositori di Assad. Obama e Putin hanno concordato lo

sviluppo di una cooperazione fra diplomatici ed altre agenzie governative per il cessate il fuoco internazionale verso la Siria di Assad. Lunedì, però, secondo Al Jasira, i russi hanno colpito due ospedali ed una scuola con i loro aerei ad Aleppo, provocando 23 morti, tra i quali alcuni bambini. La Russia smentisce tutto, anche se l’accordo sul già citato cessate il fuoco in Siria, riguarderà coloro che sono davvero interes-

sati al dialogo e non i terroristi. Intanto, i turchi sostengono di non essere entrati con i loro militari in territorio siriano, come ha denunciato Damasco. Questi soldati, però, sembra siano stati utilizzati per attaccare i curdi del PKK. L’accusa di Damasco è quella con cui: “dodici Pickup armati e circa cento militari nei pressi del valico di Bab al- Salameh”. Nel frattempo, buone notizie provenienti dalla Libia con

buco NERO

Luigi Sada l’annuncio della creazione di un governo di unità nazionale per poter combattere l’Isis.


sabato 20 febbraio 2016 www.stadio5.it

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HAYEZ, LA POESIA DEL ROMANTICISMO L

a città meneghina celebra ancora per pochi giorni in una grande mostra, Francesco Hayez uno dei più importanti pittori del romanticismo italiano. La mostra è allestita nei meravigliosi padiglioni della Gallerie d’Italia in Piazza della Scala a Milano. L’esposizione a cura di Fernando Mazzocca in collaborazione con le prestigiose istituzioni milanesi e veneziane, rappresenta la più completa e aggiornata esposizione monografica sull’artista, a più di

zio antiquario che, avendone intuito la predisposizione per la pittura, avrebbe voluto farlo diventare un restauratore di quadri antichi. Le doti di Hayez, però, si affinano nell’arte pittorica frequentando prima l’Accademia di Venezia, poi recandosi a Roma dove incontra Antonio Canova che lo introdurrà nell’ambiente romano e gli procurerà alcune committenze. Affresca, infatti, su incarico dello scultore alcune lunette nella galleria Chiaromonti nei Musei Vaticani. Dopo

rappresenta papa “Urbano II che predica la prima Crociata” per cimentarsi poi nel ritratto e nel nudo femminile come nel quadro “La Venere che scherza con due colombe”. Nel percorso espositivo un’intera sezione è dedicata ai numerosi ritratti che Hayez eseguì anche per gli amici, quello più emblematico di Alessandro Manzoni, e autoritratti di cui uno molto suggestivo dove lo stesso artista si ritrae vicino alla gabbia dei leoni quasi a significare la sua partecipazione alla

Francesco Hayez, Laooconte, 1812. Milano Accademia di Brera

ha avuto una fortuna popolare intramontabile rappresenta in maniera seducente un tema universale. “Diversi motivi facevano del Bacio qualcosa in più di quello che rappresentava, dandogli anche un significato politico”, afferma il curatore, Francesco Mazzocca. L’affermazione di un certo ottimismo alla giovane Italia che, appena uscita dalle Guerra di indipendenza, doveva rigenerarsi. Il messaggio politico era affidato agli abiti dei due amanti che compongono volutamente i

Gallerie d’Italia all’insegna della pittura del grande artista manifesto del Romanticismo Italiano. Per questo quadro e altri di genere storico, Hayez sarà definito da Giuseppe Mazzini uno dei migliori interpreti della narrazione mitologica e storica e un grande artista vicino al popolo e agli ideali Risorgimentali. “Hayez è morto a 91 anni, ha attraversato praticamente un secolo di pittura - spiega il curatore Francesco Mazzocca -, ha assistito a molti cambiamenti del gusto, senza mai cedere nel

suo impareggiabile stile ma affinando ispirazione e tecnica per potersi cimentare nei più diversi generi”. Le diverse sezioni della mostra riflettono i mutamenti del clima culturale, storico e sociale in cui Hayez visse. Dal periodo Neoclassico fino a quello Romantico, interprete sempre acuto e sensibile dei diversi generi: dalla pittura del mito come nel quadro del “Laooconte”, a quella storica come nel dipinto di “Pietro Rossi” e in quello che

La morte di Abradate, 1813 Collezione Fondazione Cariplo. Milano, Gallerie della Scala trent’anni dall’importante rassegna milanese del 1983. Raccoglie inoltre in un’unica sede, oltre 100 tra dipinti e affreschi del pittore. Nel percorso espositivo, possiamo ammirare, nello spazio circolare antecedente la mostra, le meravigliose sculture di Antonio Canova, il massimo esponente della cultura Neoclassica, per ricordare il legame che lo scultore ebbe con il giovane pittore, apprezzandone subito le doti.

le fatiche romane, preferisce tornare a Milano. Nel 1820 ottiene un travolgente successo all’esposizione di Brera con il dipinto storico dedicato a Pietro Rossi, signore di Parma. La storia racconta che Rossi era stato scelto come comandante dell’esercito veneto per combattere contro gli Scaligeri (eventi che risalgono al quarto decennio del XIV secolo). Hayez lo rappresenta nel momento più drammatico:

Venere che scherza con due colombe (ritratto della balleria Carlotta Chabert), 1830. Milano Accademia di Brera ribellione degli ideali risorgimentali. Per finire, è nel “Bacio” che Hayez è riconosciuto l’artista di eccezione anche in ambito internazionale. Nella mostra si possono ammirarne tre versioni: una del 1859, poi quella del 1861 e del 1867. Questo quadro che

due tricolori, italiano e francese, facendo diventare il quadro una sorta di allegoria che celebrasse la collaborazione, l’abbraccio tra le due nazioni, che aveva reso possibile la nostra unificazione pur con tutte le incertezze per le nuove sorti del nostro paese.

Il bacio. Episodio della giovinezza, 1859 Milano Pinacoteca di Brera

INFO Pietro Rossi, 1818, Milano Pinacoteca di Brera La vita dell’artista è costellata da incontri straordinari. Di umili origini, Hayez nasce a Venezia il 10 febbraio del 1791 da madre veneziana e padre originario di Valenciennes, nel nord della Francia. La famiglia, poverissima, lo affida in adozione a uno

Rossi pronto a partire, circondato dai familiari che lo implorano a rimanere e dal messaggero che lo incita a partire, per dare inizio alla battaglia e salvare la patria. Questo dipinto è considerato al pari del romanzo “manzoniano”, Il Conte di Carmagnola, il primo

Gallerie d’Italia- Piazza della Scala 6, Milano Fino al 21 febbraio Orario: dalle 9.30 alle 19.30 tutti i giorni Giovedì dalle 9.30 alle 22.30

Papa Urbano II sulla piazza di Clermont predica la prima Crociata, 1835 Coolezione Cariplo. Milano, Gallerie della Scala


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on siamo riusciti a resistere al richiamo di chiudere il cerchio col terzo volume dedicato alla dance, all’elettronica e la dj culture degli anni Novanta”, di-

cono Giosué Impellizzeri e Luca Giampetruzzi. Che aggiungono: “Non è stato facile scovare nuove tematiche affrontabili: sembrava che con ‘Decadance’ (del 2008) e ‘Decadance Appendix’ (del 2012) fosse già stato detto tutto, e invece rieccoci”. Altro giro, altra decade. Gli anni Novanta sono stati anni memorabili sotto molti punti di vista, e per la musica dance (intesa in tutte le sue forme ed espressioni stilistiche) probabilmente i

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quadre da incubo è il format inedito in onda su MTV8, canale 8 del digitale terrestre e 121 del telecomando Sky, in onda tutti i giovedì alle 21.15. Un programma che vede

Il libro “Decadance” in versione Extra Giosué Impellizzeri e Luca Giampetruzzi tornano con un nuovo libro sulla musica dance

migliori e i più ricchi, animati da nuovi strumenti, da un mercato ricettivo, da numeri che generavano entusiasmo. Erano gli anni in cui si campionava di tutto e da tutto, gli anni in cui si allestivano studi di registrazione di fortuna nelle camerette, nelle cantine e nei garage, gli anni in cui si inventavano nuove traiettorie sonore, gli anni in cui la figura del DJ iniziava ad essere osannata da folle sempre più consistenti. Da

semplice “mettidischi” chiuso in

sono questi alcuni dei principali problemi che le due leggende del calcio nostrano dovranno affrontare cercando di invertire la rotta in una sola settimana.Una vera e propria terapia nella quale

il sergente di ferro in tuta e fischietto, pronto a ristabilire l’ordine in campo con allenamenti ferrei dove la fatica e l’abnegazione sono imprescindibili. Insieme formano un dynamic duo ben

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Libri Riccardo Sada

cabina, il disc jockey diventava una sorta di santone, di messia, di sciamano, e cominciava a creare un binomio col ruolo di produttore. In “Decadance Extra” Impellizzeri e Giampetruzzi hanno riacceso i riflettori su molti personaggi di quel decennio. La musica in quegli anni era incisa su supporto fisico, vinile in primis, e con le copertine creava un combo indissolubile. “In ambito radiofonico, personalità di spicco resta quella di Albertino”.

Un nuovo capitolo di una lunga serie Info HYPERLINK “mailto:decadancebook@libero.it” HYPERLINK “https://decadancebook.wordpress.com/ HYPERLINK “https://www.facebook.com/decadancebook” HYPERLINK “https://www.youtube.com/user/Decadancebook”

le intemperie. Incontrato persone piene di umanità ed entusiasmo. L’obiettivo, quello di condividere conoscenze ed esperienze maturate durante una vita dedicata allo sport più bello del mondo e

SQUADRE DA INCUBO SU MTV8 CON GIANLUCA VIALLI E LORENZO AMOROSO protagonisti Gianluca Vialli e Lorenzo Amoroso e che ha un’unica missione: salvare dal baratro della retrocessione squadre di dilettanti relegate ai margini delle classifiche. Problemi di spogliatoio, disorganizzazione e strutture fatiscenti

Vialli è la mente: il boss in giacca e cravatta con il compito di intervenire sul management delle squadre e ripristinare l’ordine elaborando strategie di intervento (team building, dinamiche comportamentali e manageriali); Amoruso il braccio “armato”:

assortito, autorevole e divertente allo stesso tempo. “Partecipare a Squadre da Incubo è stata un’avventura molto divertente. – dichiara Gianluca Vialli – Abbiamo visitato luoghi incantevoli di un paese che non ricordavo essere così bello e vario. Abbiamo sfidato

metterle a disposizione di sportivi super appassionati ma anche un po’ confusi” Ogni episodio è la storia di una settimana passata con una Squadra da incubo. Il racconto di un percorso di cambiamento di persone autentiche tra momen-

ti comici e drammatici. Una missione impossibile dall’esito tutt’altro che scontato. In ciascuna puntata l’esito è differente: si potrà perdere con orgoglio, pareggiare lottando su ogni pallone o addirittura vincere. Il risultato è certamente impor-

tante ma la vittoria fondamentale sarà quella di aver appreso che il rispetto per l’avversario e la disciplina sono due valori imprescindibili senza i quali anche il gioco più bello del mondo può trasformarsi in un mero e rozzo esercizio fisico.


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Cinema

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Fuocoammare Gli immigrati di Rosi

Anastasia Mazzia

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opo aver conquistato la critica ed il pubblico della Berlinale, “Fuocammare” di Gianfranco Rosi, Leone d’Oro per “Sacro Gra”, arriverà nelle sale dal 18 febbraio. Struggente e profondo, il film di Rosi è una feroce condanna verso le politiche europee nei riguardi degli sbarchi clandestini sulle nostre coste, in particolare a Lampedusa, confine simbolico dell’Europa. La pellicola, infatti, si ambienta proprio su quel lembo di terra, brulla ed isolata, circondata solo da un bellissimo mare impetuoso, confine tra il Nord ed il Sud del mondo. Lo sviluppo narrativo si articola su due livelli diversi ed all’apparenza senza alcun punto in comune. Samuele è un ragazzino di dodici anni molto vivace che vive con l’anziana nonna ed il padre pescatore. Il piccolo gioca con la fionda, si arrampica sugli alberi, insegue di notte gli uccellini. Destino di tutti gli isolani è diventare pescatori, ma Samuele soffre il mal di mare e dovrà cercarvi

presto un rimedio. La vita degli isolani è scandita dai ritmi domestici: la nonna cucina, il dee jay dell’isola allieta le case con canzoni tradizionali, il pescatore fatica ogni giorno per portare qualche guadagno a casa, il sub s’immerge alla ricerca di ricci. Samuele stesso incarna l’isola in cui vive: vivace e genuina, ma soprattutto estremamente solitaria. Dall’altro lato c’è la tragedia in mare, il silenzio, la notte. La marina militare che, ad ogni ora del giorno e della notte, deve affrontare gli sbarchi: migliaia di uomini, donne e bambini stipati

come carne da macello sulle zattere gridano aiuto. Il regista Rosi per raccontare gli sbarchi non sceglie le solite scene di repertorio, ma fotogrammi veri, intimi, strazianti. Il titolo sicuramente riunisce i due percorsi narrativi: “Fuocammare” è l’espressione che gli anziani di Lampedusa usavano per descrivere il divieto di pesca nelle ore notturne durante la seconda Guerra mondiale perché le navi militari erano solite sparare i razzi che incendiavano il colore del mare. Come allora, cosi’ oggi il Mediterraneo sembra tingersi di rosso: è il san-

gue degli immigrati che non riescono a sopravvivere, è il colore di una guerra non ufficiale, di una tragedia umanitaria in corso da molti anni. Infatti il vero protagonista del film è il mare, bellissimo ma sempre impetuoso, forte e violento: fonte di vita per i lampedusani, speranza per gli immigrati, simbolo di morte per molti. A differenza di “Sacro Gra” che poteva contare su un grande affresco comunitario, questo film è molto più intimo: tanti sono i volti, poche le parole, unico il lutto. La sceneggiatura risulta frammentata, poco coesa. Coloriti sono i dialoghi in dialetto, bellissima la fotografia. La narrazione di Rosi non scivola mai nella condanna sterile, ma offre molti spunti di riflessione: l’accoglienza non dovrebbe limitarsi ad offrire una coperta ed una bottiglietta d’acqua! Le scene quotidiane vengono catturate con uno stile da camera di servizio, con l’inquadratura fissa. Sono i personaggi nella loro routine e nella loro spontaneità a muoversi. Il deejay è fermo dinanzi al suo microfono, l’anziana si appresta a cucinare il pranzo, l’altra rifa’ il letto. Dall’altro lato ci sono volti senza identità, senza casa, che sono sopravvissuti alla fame ed alla violenze più atroci. Come ha dichiarato lo stesso Rosi: “La sfida nel realizzare Fuocoammare è stata sradicare il bombardamento di immagini quotidiane che ci portiamo dietro dai telegiornali, dai documentari. Era fondamentale cercare di raccontare da un altro punto di vista una realtà che viene sempre narrata in termini di cifre, numeri: quanti sbarchi, quante vittime, quanti profughi.

C’è una scena in cui la zia Maria, la zia di Samuele, prepara il pranzo in cucina e ascolta in notiziario dei duecentocinquanta sul barcone, pochi sopravvissuti. E dice “poveri cristiani” che è il commento che facciamo noi tutti i giorni. Ma poi non facciamo nulla. L’importanza del film è la testimonianza di una tragedia in corso, qualcosa che accade davanti a noi. E l’Europa non fa

nulla se non ergere muri. Quarantamila persone sono morte in mare e nessuno fa nulla. In sette chilometri di mare sono morti migliaia di bambini”. Con questo film, Rosi pone l’attenzione su un problema che riguarda tutta l’Europa e non solo l’Italia. “Fuocammare” è un film molto interessante e profondo che apre molti spunti di riflessione.

Zoolander 2

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Se la moda conquista il cinema

all’11 febbraio arriva nelle sale italiane l’attesissimo “Zoolander 2”, sequel del film cult-demenziale “Zoolander” del 2001. Dopo 15 anni Ben Stiller ed Owen Wilson ritornano così sul grande schermo per una nuova avventura nel film scritto e diretto dallo stesso Stiller. Protagonista è ancora Derek Zoolander, il modello più famoso del mondo le cui espressioni facciali, come la rinomata “Blue Steel” o la “Magnum”, ed i suoi look stravaganti hanno influenzato tutto il mondo della moda. In seguito alla morte della moglie ed all’allontanamento forzato del figlio, Derek si è ritirato dalle passerelle. Per poter rilanciare la propria carriera e così riottenere la custodia del figlio, Derek, insieme al suo collega ed amico Hansel, decidono di partecipare ad un grande evento

che si svolgerà nella Città Eterna, Roma. Dietro la sfilata però c’è un mistero da scoprire: l’Interpol chiederà il loro aiuto per risolvere dei misteriosi omicidi che hanno visto coinvolte molte pop star. La spy story si ambienta nella bellissima Roma, rievocando il famoso Dan Brown, con tanto di segreto biblico e di cenacolo massonico dell’alta moda! Come il primo capitolo, il film assicura tante risate e puro divertimento. La pellicola si caratterizza per una sceneggiatura che troppo spesso rasenta il ridicolo, personaggi portati all’eccesso, dialoghi disarmanti. Grottesco ed assurdo in molte sue gag, il film risulta essere demenziale come il primo capitolo. In realtà “Zoolander 1”, nel lontano 2001, registrò un vero flop al botteghino. Solo dopo il suo passaggio sul pic-

colo schermo il film fu rivalutato perché conquistò molti follower. Divenne presto un film cult e così lo stesso Stiller si affrettò a dirigerne un secondo capitolo. Rispetto al primo episodio, questo film offre un tocco di brio in più per la spy story e per la bellissima ambientazione. Molte poi sono le pop star ed i volti famosi dello star system che si sono offerti per impersonare e deridere loro stessi: da Penelope Cruz, Will Ferrell, Kristen Wiig, Benedict Cumberbatch, Lenny Kravitz, Mika, Justin Theroux, Billy Zane, il cantante Sting, Justin Bieber, Kanye West, agli stilisti Valentino, Marc Jacobs e Tommy Hilfigher. “Zoolander 2” è sicuramente un film senza alcuna velleità artistica, demenziale e superficiale, che vuole semplicemente divertire.


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U

Gossip

ltimamente la questione delle unioni civili è all’ordine del giorno e numerosi personaggi di rilievo esprimono le loro opinioni a riguardo. Ultimo, solo in ordine di tempo, è il presentatore Paolo Bonolis che, ospite a Tagadà, programma in onda su la7, ha espresso il suo parere a favore. Si è detto favorevole al decreto legge in atto nell’ultimo periodo, affermando che i diritti civili devono valere ugualmente per tutti, dichiarandosi inoltre a favore delle adozioni da parte di coppie omosessuali. Avrebbe, infatti, affermato che per i bimbi è meglio avere due genitori gay che stare con sette suore. “Cosa ne penso delle unioni civili? Credo che i diritti civili debbano essere per tutti i medesimi. Non mi sono mai posto il tema dell’omosessualità nella mia vita. È una cosa naturale, appartiene all’arcobaleno della vita”. Il presentatore si è quindi pubblicamente unito al coro dei tantissimi personaggi famosi che si sono schierati a favore del decreto legge Cirinnà. Speriamo il sostegno aiuti il progresso del bel Paese.

Marjlja Bisceglia

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ichelle Hunziker è proprio una donna fortunata, è appena trascorsa la festa degli innamorati e l’innamorato Tomaso Trussardi sa come viziare la sua dolce metà. La showgirl è stata infatti sommersa da un mare di rose rosse, bellissime quasi quanto lei. Attualmente la Hunziker oltre ad essere innamorata è anche molto impegnata nella nuova campagna di gioielli Morellato, della quale è testimonial con la sua barboncina Lilly, cagnolina che per la bellissima bionda sarebbe come una figlia. Avrebbe infatti dichiarato che Lilly è parte della famiglia “come se fosse la mia quarta figlia, non potrei immaginare di vivere senza di lei”. La cagnolina è stata adottata in un allevamento americano e da quel momento è stata coccolata e amata. Periodo d’oro per Michelle, in amore, lavoro e soprattutto in famiglia.

S

ono ormai note le foto di Flavio Briatore “ringiovanito” grazie all’aiutino del bisturi. Elisabetta Gregoraci difende il compagno dalle critiche ricevute, sui media e sui social, dove era stata lei stessa a pubblicare le foto del nuovo volto. Intervistata da “chi”, la modella e attrice esprime il suo disappunto nei

confronti di coloro che criticano, “Non credo siano questi i problemi della vita, perché bisogna dare spiegazioni? Se Flavio è contento lo sono anche io. Noi e Nathan siamo felici”. La showgirl calabrese ammette di aver sottovalutato la potenza dei social quando ha pubblicato le foto del marito, e aggiunge “Eravamo a cena, l’ho

messa e ha fatto il giro del mondo perché lui appariva. Ho letto tanti commenti, in molti non lo hanno riconosciuto perchè ha perso 15 chili”, lei infatti continua a sostenere che il cambiamento sia dovuto alla dieta. Briatore ne ha comunque passate di peggio, speriamo solo la faccenda si sgonfi.

I

l festival di Sanremo è appena terminato e una delle scoperte è sicuramente Madalina Ghenea, che ha incantato tutti con la sua bellezza ed eleganza. Per essere co-conduttrice ha accettato un compenso irrisorio perché il prestigio di partecipare al festival è sicuramente superiore, la sua popolarità è infatti cresciuta. Il lavoro va a gonfie vele, ma ciò di cui ha bisogno attualmente la bellissima showgirl è l’amore, di un uomo e di una figlia, che vorrebbe adottare anche se, in quanto single, non è semplice. “Ho avuto due storie importanti e quando io e Michael Fassbender ci siamo lasciati ho sofferto molto. Ho voglia di innamorami ma per ora la mia priorità è il lavoro. Quello che desidero di più è però un bambino: c’è una bambina nell’orfanotrofio che vorrei portare a casa, ma è impossibile per una persona single,

spero che le cose cambino presto”. La modella si da anche al sociale, aiutando nell’associazione APJ ad Haiti, insomma que-

sta ragazza è impegnatissima nel sociale e non solo. Le facciamo i migliori auguri.


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