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domenica 19 novembre 2017 anno 8 numero 37

Sport & Spettacolo

Inter

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info@stadio5.it COPIAOMAGGIO

Atalanta

Continua il sogno... c’è la Dea LA ROMA C’È Risolve la pratica derby in 8 minuti La Lazio reagisce troppo tardi

ZIELINSKI raddoppia Il DIAVOLO sprofonda


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M

ediolanum “caput mundi”! Una volta si diceva di Roma ma Milano, lunedì 13 novembre 2017, almeno nei cuori degli amanti del calcio l’ha soppiantata almeno per un giorno. Attenzione ai numeri 13 e 17 per gli amanti della cabala, e l’11 che è la rappresentazione della corona e della realizzazione. La Svezia se ne intende di corona, poiché è una monarchia costituzionale. Per dirla in stile fantozziano, quella serata per la nostra nazionale si è rivelata una “cagata pazzesca”. Amiamo sdrammatizzare anche nel momento più nero del nostro calcio, dopo sessant’anni, anche se a dire il vero neanche questo paragone regge. L’assurda eliminazione dai Mondiali 2018, a conti fatti, costa alla Federazione di Tavecchio e compagni circa cento milioni di euro, senza contare l’indotto e le ripercussioni sociali. Se

il calcio delle cose meno importanti è la più importante, è vero che nulla è più necessario del superfluo, quindi questa esclusione fa male a tutti coloro i quali vedevano il Mondiale come l’appuntamento più importante per gli amanti di questo sport. Le lacrime di Buffon e Barzagli le giudico sincere. A nessuno piace perdere, figuriamoci a chi solo cinque mesi prima fu costretto a dire addio alla Champions League. Buffon, non più di un mese fa, è stato eletto ancora il miglio portiere del mondo, nonostante tutto si è dovuto

ancora una volta inchinare alla sconfitta più bruciante della sua carriera. Non serve a molto rincorrere i responsabili di questa’ Caporetto’ calcistica. In tempi non sospetti sollevai dubbi su Ventura, nonostante riconoscessi i suoi meriti. Come disse a pochi giorni dalla disfatta Pirlo: “I tifosi non vanno in campo”, credo che il resto lo abbia fatto l’ambiente. Troppa aspettativa dietro questa partita, le pressioni mediatiche di un Paese, già allo stremo di suo, hanno contribuito alla più grande debacle della storia del calcio italiano. L’ultima chicca. Ricordo circa un anno fa il nostro primo ministro Renzi, in visita al Cremlino, dire a Putin: “Il Mondiale lo vinciamo noi”. Rappresentare l’Italia e fare il menagramo da uno che vedeva gufi da tutte le pari, fa sorridere. O piangere…

Inter STADIO

Parola al Baffo

Sandro Mazzola

U

na giornata particolare, quella di oggi, per il campionato, dopo il flop dell’Italia con la Svezia ed il licenziamento di Ventura, autore del fallimento azzurro. L’allarme eliminazione dei nostri Moschettieri, per la verità, era già scattato qualche mese fa,

MEAZZA

quando l’Italia è stata affossata dalla Spagna , con un secco 3-0, 3-0 al quale ha fatto seguito il pareggio con la Macedonia ed i due risicati successi con Israele e Albania. Ma il botto finale è arrivato con lo spareggio qualificazione con la Svezia, squadra solida, ben messa in campo, ma sicuramente inferiore sul piano tecnico agli azzurri, i quali sono giunti al doppio appuntamento con gli scandinavi privi di quello slancio, impostazione tecnica e determinazione che avrebbero dovuto fare la differenza fra le due aspiranti per Russia 2018. Ventura è andato via lasciando le macerie e l’interrogativo, per larga parte dei tifosi italiani, del mancato impegno, solo per dieci minuti nelle due gare di un giocatore dal calibro di Insigne. Dicevo di una giornata particolare, quello di questo weekend che si è aperto con i due anticipi

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ORE 20.45

Gian Piero Gasperini

Allenatore

(4-2-3-1)

di lusso, con il derby Roma-Lazio e con il mach Napoli-Milan, oggi gara difficile a San Siro, con i nerazzurri piuttosto preoccupati non tanto per il pareggio casalingo ottenuto quindici giorni fa con il Torino, quanto per la spumeggiante Atalanta, che sta ripetendo, in parte, le belle prestazioni dello scorso campionato. Oggi i bergamaschi sono reduci dal pareggio interno con la Spal, però sarà bene non sottovalutarli, perchè, in più di una occasione, sia con noi che con i nostri cugini, hanno dimostrato di pungere con il veleno in ogni occasione, tanto vero che hanno portato a casa i tre punti. Un turno, quello odierno che

Atalanta

Allenatore

Luciano Spalletti

Italia Addio, consoliamoci con il campionato

Handanovic D’Ambrosio, Skriniar, Miranda, Nagatomo; Gagliardini, Vecino; Candreva, Borja Valero, Perisic; Icardi

Berisha Toloi, Caldara, Masiello; Hateboer, Cristante, De Roon, Gosens; Ilicic, Gomez; Petagna

(3-4-2-1)


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potrebbe regalare i primi punti al Benevento, visto l’impegno casalingo con il Sassuolo, che non è sicuramente quello di Di Francesco. Molto interessante anche la sfida di Ferrara, mentre non sarà sicuramente un pomeriggio tranquillo per la Juventus a Marassi con la Sampdoria, dove tutti noi faremo il tifo per i blucerchiati.

LA CARICA È QUELLA GIUSTA

la partita

VIETATO ABBASSARE LA GUARDIA

Severa Bisceglia Chiusa la parentesi Azzurra in un bagno di sangue, quello economico sia bene inteso, non da meno anche la magra figura, ancora 800.000 euro all’esonerato Gian PieroVentura, ancora lo

Parliamone

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stipendio al presidente federale Carlo Tavecchio che di dimettersi non è ha proprio l’intenzione, chiuso tutto questo pasticcio ci rituffiamo nel calcio che si gioca in casa nostra, di quello giocato in Russia proviamo a privarcene anche noi, da tifosi e non certo da sportivi. Ma terremo comunque d’occhio la bufera all’interno del consiglio federale: Tavecchio non vuole dimettersi, Tommasi ha abbandonato la riunione in Figc in segno di protesta, il presidente della Lega di Seri C Gravina, passato con Tavecchio, è sui carboni ardenti, il presi-

Si ricomincia dall’Atalanta

dente della Lnd Cosimo Sibilia attende cauto, esporsi comporterebbe inevitabilmente dei rischi, il prossimo consiglio federale, Il presidente dell’Assocalciatori e vicepresidente federale Renzo Ulivieri si espone di più: se avrà l fiducia del Consiglio federale potrà andare avanti, riferito a Tavecchio, altrimenti no. Il presidente del Coni Giovanni Malagò, invece, chiosa serafico: Ho visto quanto deciso, ne prendo atto, è la vita. Ma chi ha più da combattere, e forse da perdere, è proprio Tommasi che si espone in modo deciso e vorrebbe, giu-

Parliamone

Dario Trione

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opo la debacle dell’Italia contro la Svezia, un pareggio che dopo sessant’anni non permette agli azzurri di partecipare al prossimo campionato del mondo, il tifo italiano si rituffa a pieno ritmo nel campionato. L’Inter affronterà l’Atalanta dell’ex tecnico Gian Piero Gasperini. I milanesi si presentano alla sfida in buone condizioni psicofisiche. Icardi recuperato, Perisic e Brozovic rientrano dopo una

vittoria sonante dei nerazzurri in casa con un clamoroso 7-1, ottenuta grazie alle triplette di Icardi e Banega e con la firma messa a segno dall’ ex Gagliardini. L’attuale rosa non è di certo la squadra che l’anno scorso ha stupito tutti. Le cessioni di Conti, Kessiè e la vicenda Caldara, che ha cercato in tutti i modi di approdare alla corte di Allegri con un anno di anticipo, con l’aggiunta della partecipazione all’Europa League, oltretutto giocata a Reggio Emilia, hanno tolto lucidità e brillantezza agli uomini di Gasperini. Dopo il pareggio interno contro il Torino, c’è un solo risultato per la banda nerazzurra: la vittoria. Servono 3 punti per non perdere terreno nella corsa Champions che, quest’anno, sembra... Incrociamo le dita.

EVOLUTION INTER! La squadra va, ma attenti alla Dea

Contro i bergamaschi vietato perdere punti per rimanere in alto buona prestazione con la Croazia e con il morale alle stelle per aver conquistato la qualificazione al Mondiale di Russia, superando la Grecia. Sono da verificare le condizioni di Candreva, dopo la mancata qualificazione dell’Italia. Mentalmente potrebbe avere bisogno di “staccare” la spina. Spalletti potrebbe concedergli un turno di riposo, inserendo Joao Mario esterno, oppure, lanciando dal primo minuto Cancelo oppure il giovane Karamoh. La sfida di domenica prossima sarà la partita numero 126 tra Inter ed Atalanta, numeri tutti a favore dei padroni di casa che possono vantarsi di ben 69 vittorie, 30 pareggi e soltanto 26 sconfitte. Nella scorsa stagione di Serie A le due squadre si sono divise equamente i punti. Vittoria per 2-1 della Dea a Bergamo e

stamente, nuove elezioni, non parlare sempre e solo di soldi ma puntare finalmente su nuovi programmi tecnico-sportivi con volti nuovi e più motivati, insomma il classico giro di vite. Torniamo alla sfida del Meazza

Luigi Rubino

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orna il campionato. L’imprevisto e primo pareggio casalingo acciuffato dall’Inter prima della sosta per la Nazionale, contro l’indomito Torino, grazie a Eder, non ha ridimensionato gli obiettivi prefissati dal club meneghino per quest’anno, nè tantomeno il buonumore dei tifosi interisti che anche questa sera saranno presenti numerosi sugli spalti del Meazza, per assistere alla sfida “lumbard” della squadra del

cuore contro l’Atalanta. I segnali sono confortanti. Spalletti lo ha detto in più di un’occasione. Il popolo nerazzurro è un grande popolo. “La loro vicinanza ci rende più forti”. Ed è vero. Anche perché rispetto allo scorso anno, l’Inter, toccando ferro, è ancora imbattuta in campionato, insieme al Napoli capolista, dopo 12 giornate di campionato. Un cammino, questo, che, se confrontato con quello dello scorso anno, evidenzia chiaramente l’evolution dei nerazzurri sia nei risultati che nel gioco, con 13 punti in più conquistati rispetto alla stagione 2016/2017, nella quale la squadra aveva subito di questi tempi già quattro sconfitte. I tifosi attendono soprattutto il ritorno al gol di Mauro Icardi, ormai ristabilitosi dall’infortunio e dell’ex Gagliardini, che proprio contro i nerazzurri di Bergamo, lo scorso anno ha realizzato il suo secondo gol in serie A con la maglia dell’Inter, dopo

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LA CLASSIFICA

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quello realizzato contro il Cagliari. L’Atalanta, reduce dall’ultimo pareggio casalingo imposto dalla Spal, certamente proverà a fare lo sgambetto alla “beneamata,” cercando di non perdere contatti dalle posizioni Europa League; competizione questa che la squadra bergamasca sta già disputando quest’anno con ottimi risultati. Nelle partite in trasferta di campionato finora disputate, i bergamaschi non hanno mai vinto. Tre le sconfitte contro Napoli, Samp ed Udinese. Due i pareggi, rispettivamente contro Chievo e Fiorentina. Brucia ancora tra gli atalantini la sconfitta dello scorso anno, quando una super Inter, proprio al Meazza, superò la squadra di Gasperini per 7-1. L’ultima vittoria degli orobici a Milano risale invece al 23 marzo 2014. A decidere quella sfida fu l’attuale giocatore del Milan, Bonaventura, autore di una doppietta e del gol decisivo al 90esimo.

* 1 partita in più

* 1 partita in meno

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di questa sera. L’Atalta arriva a Milano ancora con zero vittorie raccolte in trasferta e, pur mettendocela tutta, non dovrebbe essere questa la gara che porta oltre l’impasse, almeno sulla carta. A questo posticipo serale l’Inter arriva imbattuta in casa con cinque vittorie ed un pareggio. Fin qui l’undici di Spalletti ha subito pochi gol in casa e l’Atalanta ne segna pochi fuori, l’equazione è servita, ma la palla resta rotonda e quindi la prudenza è d’obbligo per i nerazzurri di casa.

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Leader si nasce?

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giocatori sentono l’entusiasmo del tifo e vogliono ricambiare cercando di divertirli. Siamo felicissimi dell’affetto che ci dimostra San Siro, è una sensazione bellissima che dalla panchina si avverte ancora di più. I numeri li vediamo tutti, bisogna fare più attenzione e migliorare a fronte degli ultimi gol subiti. Se gli avversari fanno giocate di valore assoluto le si accetta, se i gol si subiscono per errori propri bisogna capire dove intervenire. Avevamo bisogno all’inizio di un po’ di certezze. Quando sono arrivato c’era da capire su cosa basare la propria solidità, ora l’abbiamo trovata e possiamo allargarla non soltanto agli undici che di solito scendono in campo. Avremo bisogno anche del contributo dei panchinari nel prosieguo del campionato. Bisogna fare risultato, non si può concedere niente: le avversarie corrono. Conoscere i risultati altrui di oggi non ci darà nessun vantaggio, le nostre concorrenti hanno un livello straordinario. Guarderemo le partite senza preoccuparci più di tanto, ovviamente dal punto di vista affettivo mi farà piacere per la Roma se farà risultato nel derby. L’ Atalanta ha una struttura di squadra imponente, non subiscono gol su calci da fermo e ne fanno moltissimi. Serve fisicità altrimenti andremo in grossa difficoltà. Non è una partita trappola, sappiamo benissimo che hanno molti punti di forza, non c’è il rischio di calare l’attenzione. Saranno importantissimi i duelli individuali, Gasperini da sempre insiste molto su quell’aspetto. Bisognerà cercare di aprire degli spazi”.

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Bomber 15 reti ciro immobile

on i 15 giocatori che sono rimasti qui abbiamo lavorato bene e anche gli altri sono rientrati piuttosto in fretta. Spinazzola si è infortunato e starà fermo perché il suo è un infortunio muscolare e ci vorrà qualche settimana ancora. Gomez ha giocato poco, Ilicic si è allenato regolarmente e Freuler è squalificato ma comunque è tornato bene così come Cornelius. Il 7-1 della scorsa stagione è stato uno schiaffo, una sconfitta dura che ha prodotto una reazione fantastica e una risalita incredibile. Quella giornata ha prodotto un risultato pazzesco e quella era stata la partita della svolta. Non l’ho ricordato ai ragazzi perché ci stiamo preparando per un tour de force importante. Oggi la partita sarà importante ma quella di giovedì sarà decisiva e potrà rappresentare un momento importante della stagione, se riusciremo a superare il girone. L’Inter sta andando molto forte noi cercheremo di sicuro di fare meglio dell’anno scorso. Anche Freuler non ci sarà e Caldara ha qualche problema, per cui dobbiamo fare bene e proporci come sempre con le nostre caratteristiche. Sulla sinistra ho qualche problema di scelta, Cristante è un altro che sta giocando sempre. Caldara proverà ma ha un fastidio muscolare anche se tutti gli esami sono negativi. I nerazzurri di Spalletti in attacco sanno essere determinanti e fino ad ora ha fatto risultati grandi; l’Inter mi stupiva lo scorso anno quando non riusciva a fare altrettanto bene. Quest’anno ha avuto una svolta sicuramente determinante proprio grazie all’allenatore”.

11 reti


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gli Ospiti

Giovanni Labanca

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hissà perchè continuano a chiamarla Dea Bendata, questa Atalanta. Ci vede sempre benissimo in ogni occasione, talmente bene che le avversarie di turno, salvo rara eccezione, le prendono sempre, come si è abituati a vedere negli ultimi tempi. C’era una volta la squadra di Bergamo, alta e bassa, fate come volete, che era la cenerentola della serie A, che tutti

Gli Orobici ci vedono sempre aspettavano per fare i tre punti. I meccanismi sono cambiati o è arrivata veramente quella fortuna che ne ha trasformata la genia, fino a farne la bestia nera, quella che incute paura a tutti, comprese la grandi. E tra le cosiddette grandi, almeno fino a qualche anno fa, c’è pure l’Inter che l’aspetta oggi, a piè fermo, nel catino sempre più pieno di San Siro. Questi nerazzurri hanno da farsi perdonare il brutto e rabbioso pareggio fatto con il Torino e, se non vogliono rischiare il linciaggio sportivo, devono battere i pari colori di Bergamo. Non c’è alternativa, nessuna che possa essere gradita al popolo del Biscione: solo una bella vittoria e nulla più. A Spalletti fischiano ancora le orecchie e teme la squadra di Gasperini che, consapevole anche della situazione dell’Inter, non trova difficoltà ad annunciare al suo popolo: “A Milano, si

LACRIME AZZURRE Parliamone

Luigi Rubino

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n gol probabilmente avrebbe riaperto la qualificazione. Non è arrivato. Ed ora l’Italia piange. Gli azzurri sono fuori dai Mondiali. Non accadeva dal lontano ’58. Vano è stato il sostegno degli oltre 70 mila cuori azzurri presenti al Meazza e di molti altri tifosi italiani che incollati dinanzi alla Tv hanno sperato fino all’ultimo che qualche “azzurro” potesse bucare la porta dello svedese Olsen. Nel match di S. Siro, ben 27 sono stati i tiri degli azzurri verso la porta svedese, tantissimi i cross di fronte ad un avversario che per quasi tutta la gara è rimasto rintanato nel suo fortino a difendere il risultato di parità (0-0), dopo la fortunata e striminzita vittoria dell’andata (1-0). Doveva e poteva essere una festa. Invece al fischio finale è calato il silenzio e tanta delusione, sconforto, rabbia, lacrime che solo il tempo forse potrà

cancellare. Enorme lo smacco per tutti, un po’ meno per alcuni gufi della nostra Terra, ai quali la Nazionale degli ultimi tempi non è stata mai simpatica. Penalizzata l’intera economia e soprattutto il grande indotto che gira intorno al pianeta calcio. Per molti italiani, quelli veri, sarà difficile dimenticare questa disfatta degli azzurri soprattutto quando il prossimo anno inizieranno i mondiali in Russia e l’Italia non ci sarà. Nel frattempo proverà a leccarsi le tante ferite. Le colpe sono tantissime e sono di tutti. Senza programmazione non si vince. Lo dovrebbero sapere i massimi vertici del nostro calcio, che negli ultimi anni continuano a sfigurare, ad incassare solo sconfitte di fronte a nazioni come per esempio Francia, Germania, Spagna ed Inghilterra che, in poco tempo e con coraggio sono riuscite a riparare i grandi disastri della loro storia calcistica, volgendo particolare attenzione ai vivai, ai giovani talenti, plasmandoli a dovere dentro e fuori il campo per poi aprire loro le porte delle Nazionali. Se il calcio francese ha attraversato tanti momenti grigi ci ha messo poco per tornare a vincere. Basti pensare alla catastrofe ultima del ’94 quando la Francia rimase fuori dai Mondiali e alla sua ripresa che si è concretizzata con il titolo mondiale vinto quattro anni dopo, grazie ad un lavoro meticoloso, investendo rilevanti cifre per la costruzione di centri federali per i tantissimi giovani calciatori che una volta aggregati in club prestigiosi, sono poi stati convocati dalla Nazionale maggiore. Lo stesso dicasi del calcio in Germania, dove, anche se molti giocatori

deve venire sempre per vincere e basta. Noi non facciamo calcoli per guadagnarci qualcosa, li facciamo solo per portare a casa tre punti. Se poi le cose si dovessero mettere male, pazienza. Vorrà dire che abbiamo trovato una squadra più forte di noi. Non parlatemi di vendetta, ogni volta che vengo a Milano. Con l’Inter ho ottimi e cordiali rapporti e c’è poco da vendicarsi. A fare una bella figura, ci penseranno i miei giocatori. Onoreremo il buon calcio, perchè noi sappiamo fare solo quello”. Più chiaro di così ci può essere una luna piena, tanto simile a quella delle notti estive del cielo stellato delle montagne della Val Seriana o di quelle del Pollino, all’altro capo della Penisola. Il mister ha detto e ora ascoltiamoci quello che ci dice il bomber Andrea Petagna, portavoce di colleghi famosi: “Noi siamo sempre sulla corda e non abbiamo tanto bisogno per

dimostrare quello che valiamo. Incontrare l’Inter è stata sempre una bella gara e anche una bella soddisfazione batterla. Lo abbiamo già fatto una volta in casa loro e nulla ci impedisce di ripetere l’impresa. Noi tagliamo dritti, come fulmini nella loro area e sappiamo che i difensori dell’Inter marcano, quando lo fanno, a caso, come capita capita, se poi ti fanno tirare che è una bellezza. E noi questa aspettiamo. Vedrete una bella gara, con la quale vogliamo salutare il mostro amico Gagliardini, che sappiamo essere in un momento di difficoltà. Detto questo, tutti a marciare uniti e compatti, per vincere, si capisce”. La Dea, rimessa la benda che le ridà giusta identità, sa a memoria quello che deve fare e come lo deve fare. Non sarebbe venuta da terre greche, se non ne fosse capace. La Beneamata deve temerne ogni passo.

provengono dai due maggiori club come Bayern Monaco e Borussia, si producono talenti a volontà in spazi idonei per il gioco del calcio. In Italia, invece, ha sempre prevalso la politica dei grandi club. La Nazionale ha sempre avuto poco tempo per prepararsi. In tempi brevi è costretta a fare risultato e questo il più delle volte incide nei risultati e nelle prestazioni di una squadra. Ecco perché a partire dagli anni 60 per risolvere in parte il problema, i vari commissari tecnici per costruire la Nazionale partivano dai cosiddetti blocchi, convocando cioè cinque o sei ad-

dirittura giocatori della migliore squadra di A. La strategia spesso funzionava, anche perché la presenza limitata di giocatori stranieri in ogni club, dava la possibilità a molti calciatori “made in Italy” di poter emergere. Occorre una svolta. Lo chiedono in tanti, partendo dai vertici della FIGC. E’ ora di ridisegnare, programmare progetti, organigrammi precisi per rifondare una Nazionale che deve tornare ad essere amata da tutti e non avere, ogni volta che le cose dovessero andare male, un capro espiatorio di una disfatta che invece ha diversi colpevoli.

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Se le strisce sono bianconere da Torino

Pier Carlo Forneris

TORINO E JUVENTUS AL BIVIO

GIOCATORI STANCHI E POCO MOTIVATI DOPO L’IMPEGNO CON LA NAZIONALE METTONO IN DIFFICOLTÀ ALLEGRI E MIHAJLOVIC

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ifficile pensare con tranquillità alla prossima giornata di campionato, senza fare un ragionamento egoistico. I giocatori di Milan, Juventus, Roma e Lazio ritornano alle loro rispettive squadre con l’amaro in bocca, e forse una stanchezza mentale che li rende più fragili e meno combattivi. Oggi l’impegno a Genova contro la Sampdoria, squadra forte, allenata da Marco Giampaolo è una di quelle partite da non perdere. La Juventus ormai da diversi campionati ha alternato prove convincenti con altre sbiadite. La Sampdoria ha una squadra giovane e ricca di talenti, uno su tutti Schick ha lasciato Genova per andare a Roma alla

corte di Re De Francesco dove per altro non ha ancora giocato per problemi fisici. Il presidente dei blucerchiati Massimo Ferrero ha tra le mani tanti giocatori giovani e di talento, desiderati da molti club di serie A. L’urugaiano Gaston Ramirez, classe 90, centrocampista e ala della Sampdoria e della nazionale del suo Paese è uno di questi. La Sampdoria al Ferraris avrà l’uomo in più, contando nell’appoggio dei suoi tifosi, sempre pronti a seguirla e a gremire lo stadio all’inverosimile. A Torino i granata affrontano il Chievo in un incontro delicatissimo che potrebbe cambiare il percorso in campionato a tutte e due le squadre.


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PANINI FIFA 365: IN EDICOLA LA NUOVA COLLEZIONE SUL TOP DEL CALCIO MONDIALE UNA RACCOLTA DI 602 FIGURINE. E PER L’ITALIA: JUVENTUS, MILAN, INTER, ROMA E NAPOLI


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NANCHINO INTER CLUB SENISE Inter Forever

C

i hanno preso proprio

non si danno mai per vinti.

gusto, gli Inter Club

Intanto, proseguono le iniziative

del Meridione a venire

anche in loco.

a San Siro, quasi ogni domenica.

A Villa d’Agri, per esempio, si

Con il Torino addirittura due

è svolta una riunione regionale

pallman da più paesi della Ba-

indetta dal coordinatore regio-

silicata, a visitare lo stadio e le

nale Ludovic Iannotti, durante

altre stutture, accompagnati dai

la quale sono sati affrontati veri

dirigenti del Centro e dal Coor-

temi e si è proveduto anche alla

dinatore Ludovico Iannotti.

distribuzione del Member Kit, ai

Entusiasti,monostante il viaggio

soci iscritti.

di andata e ritorno assai pesante,

L’

Inter Forever ha la meglio sulle leggende della Cina all’Olympic Sport Centre di Nanchino. Al gol del capitano Weifeng, che ribadisce in rete un rigore respinto da Toldo, rispondono due giocatori all’esordio: Kharja, di testa sugli sviluppi di un corner, e Recoba con un gol ‘alla Recoba’. Dopo il pareggio, Toldo respinge un secondo calcio di rigore confermando la fama di pararigori. Il gol vittoria nasce da un’azione di Zanetti che ‘ara’ la fascia, serve Karagounis che appoggia al limite per Recoba: controllo del

Chino che si sistema il pallone e lo telecomanda all’incrocio. A fine partita giro d’onore per salutare i - come al solito - tantissimi tifosi che con tamburi, megafoni, mani e voce hanno accolto fin dall’arrivo in aeroporto la squadra, fino all’hotel, fuori dal quartier generale di Suning e allo stadio. Festa che è continuata anche allo Store di Suning e Inter presente allo stadio con Zanetti e Crespo che hanno incontrato i tifosi nel post match, e per i soci Inter Club e rappresentanti delle Academy presenti in Cina con tutti gli altri membri di Inter Fo-

Vita di Club

Giovanni Labanca

rever in sala stampa. Una doppia vittoria visto che l’incasso è stato devoluto da Suning in beneficenza a Amity Fundation. Abbiamo riportato uno spezzone di cronaca per farvi capire come le cose si facciano sul serio, perchè all’Inter le cose si fanno solo così. Ormai la Cina è dietro l’angolo e ogni occasione è buona per andarci. L’Inter sta allargando la sua operatività industriale, non tralasciando l’aspetto culturale e sociale, con rapporti sempre più frequenti.

LA ROMA FA SUO IL DERBY IN CAPITALE

STRADA IN SALITA PER IL MILAN

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orna in campo, all’ora di pranzo, il Crotone di Nicola che, reduce dal successo esterno con il Bologna, affronta allo Scila un Genoa in piena crisi, bastonato dalla Sampdoria nel derby di due settimane fa. Il vecchio GRifone è un animale ferito e per Davide Ballardini, subentrato a Julic, non sarà facile strappare un risultato positivo. I Calabresi son in grande spolvero e puntano al successo pieno per allontanarsi dalla palude della bassa classifica. Il Genoa è in partenza impiegherà Pandev, reduce dal successo con la Macedonia contro la Norvegia. Cinque gare nel pomeriggio, tra le quali spicca la sfida di Marassi tra Sampdoria e Juventus. I liguri hanno il morale altissimo per aver battuto il Genova nel derby, mentre i campioni d’Italia, partendo dagli azzurri Buffon, Barzagli e Chiellini, potrebbero pagare il pedaggio per la delusione mondiale. Da seguire con attenzione la sfi-

da di Ferrara, con la Fiorentina chiamata al riscatto con la Spal, dopo il poker incassato al Franchi con la Roma. Gli Estensi, dopo il pareggio di Bergamo con l’Atalanta, sembrano aver ripreso l’entusiasmo delle prime gare. Per la Fiorentina al Paolo Mazza non sarà un pomeriggio tranquillo. Il Benevento, alla ricerca dei primi punti del campionato, ospiterà il Sassuolo, trafitto dal Milan , quindici giorni fa,mentre il Torino, ricaricati il morale per il pareggio imposto all’Inter, dovrà vedersela all’Olimpico con il Chievo, che ha imposto lo 0-0 al Napoli al Bentegodi. In serata, riflettori puntati su San Siro, per la sfida tra Inter ed Ata-

Campionato

Laura Tangari lanta, con entrambe le squadre preoccupate per i due pareggi interni, rispettivamente con Torino e Spal. Chiudono i giochi, nel posticipo di domani sera Verona e Bologna che si affronteranno al Bentegodi con il morale sotto i tacchetti, dopo le sconfitte con il Cagliari e con il Crotone.


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Accadeva IERI I

si sono viste buone cose in entrambe le formazioni e dopo il gol in fuorigioco, giustamente annullato, del solito Ciro Immobile sembrava tutto chiaro, Di Francesco e Inzaghi avrebbero portato a casa l’indolore pareggio. Invece, come diceva Boscov, la partita finisce quando arbitro fischia e la Roma ci ha saputo fare. Nella ripresa i giallorossi confezionano il cappotto dei cugini in otto minuti: Perotti, su rigore, e Nainggolan accendono le luci all’Olimpico, ovvia-

mente solo giallorosse. La Lazio ha pagato la troppa ingenuità e nervosismo. Mister Inzaghi ci ha provato effettuando due cambi mirati e la reazione si è vista, Nani e Lukaku hanno risvegliato l’undici laziale dal torpore prodotto delle due reti incassate ed il rigore a favore conferma che le scelte del mister sono state azzeccate. Immobile accorcia le distanze trasformando il penalty e portandosi a quota 15 nella classifica marcatori, ma il nuovo gas nega alla Lazio il pareggio tutto sommato meritato. Per la Lazio si tratta del secondo ko in campionato, dopo quello con il Napoli, ed interrompe la striscia positiva a sei vittorie consecutive in campionato. La Roma, invece, aggancia l’Inter al terzo posto, a un punto dalla Juve e cinque dalla capolista Napoli. Occhio, la Roma ha ancora una gara da recuperare.

Napoli, con dieci punti di vantaggio sulla quarta classificata e col secondo miglior attacco del campionato. Viene riconfermato alla guida del Grifone per la Serie A 2007-2008. Il 4 febbraio 2008 è stato premiato con la Panchina d’argento, premio nazionale in cui gli allenatori votano un collega che ha saputo distinguersi nella stagione precedente in Serie B. Nel 2007-2008 il Genoa di Gasperini chiude il campionato di Serie A al nono posto a pari pun-

ti con l’Atalanta, dopo aver lottato per un posto in Europa fino a poche domeniche dalla fine. Nella seguente stagione 20082009 resta alla guida del Genoa. L’8 novembre 2010 (dopo dieci giornate e 11 punti in classifica del 2010-2011) è esonerato dalla panchina del Genoa, sostituito da Davide Ballardini. Il 24 giugno 2011 l’Inter comunica che il tecnico piemontese firmerà contratto biennale, specificando che l’annuncio ufficiale sarebbe arrivato una volta sistemate le ultime formalità burocratiche. L’ingaggio di Gasperini da parte della società nerazzurra diviene ufficiale il 1º luglio. L’esordio ufficiale sulla panchina dell’Inter avviene il 6 agosto 2011 nella sconfitta 2-1 in Supercoppa italiana col Milan. Il 21 settembre 2011 viene esonerato da allenatore dell’Inter, dopo la sconfitta 3-1 subita sul campo del Novara, nella gara valida per la quarta giornata del campionato di Serie A. L’esonero arriva dopo quattro sconfitte ed un pareggio tra campionato, Champions League e Supercoppa Italiana (unico allenatore della storia dell’Inter – se si esclude il “traghettatore” Corrado Verdelli – a non aver vinto alcuna partita ufficiale); in seguito all’allontanamento rescinde il contratto con la società nerazzurra.

Passando dal Palermo fa il suo ritorno al Genoa il 29 settembre 2013 torna al Genoa dopo aver ricoperto il ruolo di tecnico per quattro anni e dopo esser stato esonerato tre anni prima; il tecnico firma un contratto triennale sostituendo l’esonerato Fabio Liverani.[30] Tullio Gritti è il suo vice, Alessandro Pilati preparatore atletico, Gianluca Spinelli quello dei portieri, Paolo Barberofisioterapista, Ivan Jurić assistente tecnico. Arriva dopo la 6ª giornata con la squadra al quart’ultimo posto e dopo otto partite la porta al settimo posto solitario in classifica. Il 6 gennaio 2014, grazie al successo di 2-0 col Sassuolo, porta il Genoa a raggiungiungere 500 vittorie in Serie A con la formula del girone unico. Chiude il campionato 2013-2014 al 13º posto a pari punti con l’Udinese. Confermato alla guida della squadra per la successiva stagione, alla 14ª giornata batte l’Milan per 1-0 il 7 dicembre 2014, ottenendo il terzo posto solitario in classifica e raggiungendo le 100 vittorie sulla panchina del Genoa. Chiude la stagione con il Genoa raggiungendo il 6º posto nella Serie A ma non partecipa all’Europa League poiche alla società non viene concessa la licenza UEFA. L’8 giugno 2015 Gasperini pro-

LA ROMA DECIDE IN 8 MINUTI

L

a Roma con Di Francesco ha assunto le sembianze delle grandi. Lucida e fredda, cinica e determinata a fare bene oltre che capace di soffrire e colpire alla prima occasione senza perdere la testa. Il derby è sempre il derby, una gara secca che vale, sul piano morale e non solo, una stagione. La Lazio sbanda e la Roma colpisce. Sono queste le regole del gioco. Ieri nel primo anticipo di questa 13° giornata, primo tempo tutto sommato giocato alla pari,

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ian Piero Gasperini ha iniziato la carriera di allenatore nel 1994, nel settore giovanile della Juventus, guidando negli anni le formazioni Giovanissimi, Allievi e Primavera, trionfando alla guida di quest’ultima al Torneo di Viareggio 2003. È poi passato in serie C1 per poi tornare in A, non senza passare dalla Serie B alla guida del Geoa che ha portato alla promozione diretta in Serie A a fine stagione 2006-2007, classificandosi al terzo posto dietro Juventus e

l Napoli torna alla vittoria con il suo talento Lorenzo Insigne, autore della prima marcatura, assist vincente nella seconda rete ad opera di Zielinski ed un palo, tutto ai danni un Milan che non riesce proprio a ripartire nonostante l’eurogol di Romagnoli realizzato, però, in pieno recupero. Zielinski mette a segno la rete del successo partenopeo mentre Montella mette a segno l’ennesima sconfitta nelle sfide contro una big. L’ex Ct della nazionale Ventura non ha creduto in lui lasciandolo in panchina per 90’, si lui, Lorenzo Insigne. Quel peperino che, nel secondo anticipo di ieri, ha deliziato il San Paolo con uno show tutto suo: un gol, un palo e tante giocate spettacolari che deliziano i tifosi del Napoli lasciando, invece, l’amaro in bocca in quelli della nazionale Azzurra. L’esterno sinistro dell’undici di Sarri trascina i suoi

Spettacolo INSIGNE ROMAGNOLI ci prova deliziando tutti i palati. Questa volta la vittima sacrificale, in tanti hanno sperato in un colpo di cosa del Diavolo, è stato il Milan di un Vincenzo Montella messo sempre più in discussione dalla dirigenza. Ma l’aeroplano qualche scusante ce l’ha: partito da Milano senza terzini di ruolo e, come se non bastasse, ha perso Suso per infortunio. Il gol bellissimo di Romagnoli, arrivato solo nei minuti di recupero, non serve che alla classifica dei

gol più belli, sicuramente non al morale rossonero, ormai sempre più nero. Il Napoli riparte mentre il Milan spera negli impegni più agevoli delle prossime settimane per rimuovere la classifica e risollevare il morale e, forse, salvare la panchina al suo allenatore coraggioso. La sfida tra i due tecnici napoletani, cresciuti però in Toscana, ha visto emergere il più saggio e talentuoso Sarri che conferma il suo Napoli solitario in testa alla classifica.

lunga il proprio contratto con il Genoa fino al 2017 con allungamento automatico al 2018. L’anno seguente conquista l’11º posto dopo aver raggiunto la salvezza matematica con largo anticipo. Il 14 giugno 2016 viene ufficializzato come nuovo tecnico dell’Atalanta. La sua nuova avventura inizia il 13 agosto nel terzo turno di Coppa Italia battendo per 3-0 la formazione della Cremonese. Il 21 agosto fa il suo debutto in campionato perdendo 4-3 in casa contro la Lazio. Ottiene la prima vittoria l’11 settembre battendo in rimonta il Torino per 2-1. Il suo inizio stagione è negativo e

dopo una sconfitta casalinga con il Palermo (0-1), con la squadra al penultimo posto, viene messo in discussione dalla società. Da quella partita la stagione svolta e per l’Atalanta comincia un periodo positivo che la porterà a battere Napoli, Roma e Inter, eguagliare la striscia di vittorie consecutive in Serie A (6) che porteranno la squadra a chiudere il girone d’andata a 35 punti al 6º posto. Il 13 maggio 2017, nella partita pareggiata in casa con il Milan per 1-1, riuscì ad ottenere il 4º posto, che è valso la qualificazione diretta ai gironi della UEFA Europa League 2017-2018.


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oberto Gagliardini è un prodotto del vivaio dell’Atalanta, dove arriva a 7 anni per giocare nei Pulcini, esordisce tra i professionisti il 4 dicembre 2013 contro il Sassuolo (2-0 per i nerazzurri), partita valida per i sedicesimi di finale di Coppa Italia. Il 17 gennaio 2014 passa a titolo temporaneo al Cesena, in Serie B. Esordisce con i romagnoli cinque giorni dopo contro il Varese (1-3 il finale), subentrando al 73’ al posto di Guido Marilungo. Sua è la terza rete siglata dai bianconeri. Il 1º settembre 2014 passa in prestito con diritto di riscatto allo Spezia in Serie B. Nel corso della stagione ottiene 14 presenze in campionato, essendo più volte bloccato da problemi fisici. Il 30 luglio 2015 passa al Vicenza in Serie B, in prestito con diritto di riscatto e controriscatto a favore della società bergamasca. Il 28 gennaio 2016 le due società si accordano per la risoluzione del prestito e Gagliardini torna all’Atalanta. Dopo cinque mesi senza presenze in partite ufficiali, fa il suo esordio in Serie A il 15 maggio 2016, a 22 anni, giocando da titolare nell’ultima giornata di campionato, sul

campo del Genoa. Nella stagione successiva gioca frequentemente da titolare, totalizzando 13 presenze. Dopo aver collezionato 16 presenze (14 in Serie A e 2 in Coppa Italia) con la squadra bergamasca, l’11 gennaio 2017 viene ceduto all’Inter in prestito fino al 30 giugno 2018, a un costo di 2 milioni di euro con obbligo di riscatto fissato a 20 milioni più eventuali bonus, per arrivare ad una cifra massima di 25-27 milioni circa. Il giocatore firma un contratto da 1,5 milioni l’anno fino al 2021 e sceglie la maglia numero 5. Fa il suo esordio in maglia nerazzurra tre giorni dopo, nella gara vinta in casa per 3-1 contro il Chievo. Segna la sua prima rete in Serie A il 5 marzo nella gara vinta fuori casa per 1-5 contro il Cagliari con un tiro dalla distanza. Tra il 2014 e il 2015 ha ottenuto 5 presenze con la maglia della Nazionale Under-20, con la quale ha realizzato 2 gol. Il 12 agosto 2015 esordisce con la Nazionale Under-21 guidata da Di Biagio, subentrando al posto di Verre al 60’ della partita amichevole contro l’Ungheria disputata a Telki. Riceve la prima convocazione

9 in Nazionale il 7 novembre 2016 da parte del CT Ventura, in sostituzione dell’infortunato Marchisio, per la partita di qualificazione al Mondiale 2018 contro il Liechtenstein e l’amichevole contro la Germania. Debutta in Nazionale il 28 marzo 2017, a 22 anni, sostituendo De Rossi nel

primo tempo della partita amichevole vinta 2-1 contro l’Olanda all’Amsterdam ArenA. Viene convocato per l’Europeo Under-21 2017 in Polonia, dove l’Italia viene eliminata in semifinale dalla Spagna, partita nella quale viene espulso per somma di ammonizioni.


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finestra sul mondo e dintorni attualità

Giovanni Labanca

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oi meridionali abbiamo considerato, in modo unilaterale, la questione meridionale, sempre dal nostro punto di vista.

Vittorio Feltri, con la sua chiarezza disarmante, scendendo dalla sua Bergamo verso Milano ha assaporato il profumo del lavoro delle sue genti ed ha concluso che il lavoro, in massima parte lo fa l’ambiente o, almeno, lo stimola. Con questa affermazione si sofferma sulla differenza tra il Nord ed il Sud, sempre la solita storia, precisando che non è sulla capacità ma su tessuto in cui il lavoro stesso viene svolto e questo è rivolto anche alla mentalità che la differenza la fa nel lavorare. I meridionali, piangina o piè sospinto, cioè portati sempre a lamentarsi per qualsiasi cosa, non riescono a trovare quella forza interiore per cercare qualcosa, dove, purtroppo, è anche difficile trovare se attorno a sè trova il vuoto organizzativo, l’ostilità stessa dell’ambiente, sia burocra-

Feltri: la bocca della verità tico che organizzativo. Ha sottolineato, a ragione, la rapina che Cavour ha fatto delle ricchezze del Meridione,prima con la famigerata legge Pica, con la quale si è istituita la leva obbligatoria per ben sette anni e quindi è equivalso a privare l’agricoltura fiorente ed altre attività, di una forza lavoro indispensabile, costringendo i rimanenti a cercare fortuna altrove e soprattutto nelle lontane Americhe. Il Piemonte, al contrario di quanto dicano i lerci libri di storia, ha ammazzato il fiorente mercato esistente, sottraendo anche tutti i soldi del ricco Banco di

Zimbabwe: nessun colpo di stato, il presidente veterano Robert Mugabe agli arresti domiciliari in giro per il Mondo

Marjlja Bisceglia

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militari hanno preso il controllo in Zimbabwe, mettendo il presidente veterano Robert Mugabe sotto arresti domiciliari, la decisione deriva dal licenziamento, avvenuto la scorsa settimana, del Vice presidente Emmerson Mnangagwa, fatto che ha reso la First Lady Grace Mugabe la prima candidata a succedere al marito, ormai di 93 anni. I militari hanno però negato il possibile colpo di stato, un rappresentante dell’esercito ha infatti dichiarato via televisione che il presidente e sua moglie sono al sicuro, aggiungendo inoltre che il target

sono i criminali che circondano il presidente, e che starebbero causando sofferenza sociale ed economica al paese, l’obiettivo sarebbe quindi portarli alla giustizia, non appena terminata la missione la promessa è infatti il ritorno alla normalità. Il presidente del Sud Africa ha confermato di aver parlato al telefono con Mugabe che starebbe quindi bene. Molti ministri, inclusi quello delle finanze, Ignatius Chombo e il ministro del governo locale Kasukuwere, sono stati arrestati, è inoltre possibile ci sia stata una sparatoria davanti alla residenza di Chombo. Nonostante numerosi veicoli militari siano di pattuglia negli edifici chiave come la trasmittente ZBC, la situazione è considerata attualmente stabile. Particolare è sicuramente la situazione creatasi, non vi è stata infatti alcuna reazione da parte del governo ai recenti eventi. Come non sono stati riportati tentativi da parte delle forze di sicurezza di difendere il presidente. La questione sembrerebbe comunque riguardare la successione al presidente Mugabe, coloro che combatterono negli anni 70 la guerriglia contro la minoranza bianca, continuano a controllare il governi dello Zimbabwe e le sue forze di sicurezza, sono quindi preoccupati di perdere

potere. Constantino Chiwenga, a capo dell’esercito aveva recentemente avvisato un possibile intervento militare. I sostenitori di Mugabe, leader politico della guerriglia, sono conosciuti come Generazione 40, un nome che sta ad indicare il cambiamento avvenuto in Zimbabwe, questo intervento militare è quindi la “vecchia guardia” che riprende il controllo, l’esercito infatti sempre dichiaratosi fedele al presidente, ha cambiato fazione dopo che Mugabe si è apertamente dichiarato a favore della moglie per la sua successione. Alcuni considerano questa mossa un colpo di stato, altri come il corrispondente in Sud Africa della BBC vedono questa situazione come una lotta di potere interna allo Zanu-PF. Il popolo è stato attivo sui social, Facebook e twitter sono state inondate da post in cui viene dichiarata l’assenza di un drammatico cambiamento della vita quotidiana. La reazione generale in Africa è però diversa, Alpha Conde, presidente della Guinea e a capo del blocco regionale dell’unione africana, ha dichiarato la necessità di ricostituzione dell’ordine costituzionale immediato, il presidente del sud africa invece ha inviato una delegazione in Zimbawe per incontrare Mugabe a le forze di difesa nazionali.

Napoli,per riempire il forzieri vuoti del suo regno. Nacque da questo il Brigantaggio, che poi briganti non erano, ma eroi che hanno combattuto gli invasori, come nella storia recente, si fa in medio oriente. La partita è stata impari , con gravi conseguenze, culminate, se vogliamo farla breve, nella famosa valigia di cartone con cui , poi, i meridionali hanno raggiunto il Nord, arricchitosi con i suoi stessi soldi, dove erano sorte industrie fiorenti. E qui, nel nuovo contesto, hanno lavorato con massima lena,hanno imparato tanto. Qui, negli anni successivi, hanno

lasciato anche le fabbriche per mettersi in proprio, a fare da sè, proprio come i milanesi facevano già da tempo. In un ambiente nuovo e stimolante, hanno dato fondo alla loro intelligenza, fino a fare fortuna. Sono titolari di piccole e produttive aziende che danno lavoro. L’ambiente, meglio organizzato, li ha lasciati liberi di fare, non li ha ostacolato. E’ il meridione in sè che ostacola la crescita, dunque? Non solo quello, visto di miliardi di euro e lire ne sono passati sotto i ponti e ne passano ancora, senza che una buona rete riesca a tratte-

nerli, se non per una ridistribuzione a pioggia e a ruscelletti di sfacciato clientelismo, con il quale si ottengono consensi,ma non in opere tradotte in benefici collettivi. Ogni piccola attività è legato alla decisone di altri e nessuno vede attorno a sè il fervore delle valli bergamasche di Feltri, che vorrebbe stimolare tutti ad avere e trovare più coraggio,ma dimentica il direttore che il mestiere dei meridionali era fare l’agricoltore, che ora, dopo averlo capito, lo fanno ancora, ma non sempre con tanta fortuna, visto che, per fare una cooperativa, non si trovano nemmeno due fratelli disposti a mettersi insieme. E’ forse questo l’ambiente di cui parla l’amico Feltri? A noi, meridionali sempre e milanesi pure, sembra proprio di sì.

Trump strizza l’occhio a Putin buco nero

Luigi Sada

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l viaggio in medio Oriente è servito sicuramente a qualcosa, dal momento che Donald Trump nel suo incontro con Putin ha riaperto il gioco delle simpatie. Una bella e calorosa stretta di mano e una pacca sulle spalle del presidente americano al leader del Cremlino Putin, sembra abbia messo fine al braccio di ferro tra le due potenze mondiali, dopo il ping pong , nato dalle accuse reciproche sulla Siria di Assad e l’Isis. L’abbraccio tra i due grandi capi di Stato non è andato giù, però, agli ex responsabili dell’intelligence Usa, quelli scelti a suo tempo dall’amministrazione Obama, accusati

di aver alimentato il sospetto di una influenza di Mosca sulle elezioni presidenziali americane, che hanno visto la sconfitta di Ilary Clinton. Donald Trump, dopo la stretta di mano a Putin è passato al contrattacco, respingendo le accuse dell’Intelligence. Il presidente Trump replica che gli 007 USA vogliono ostacolare una collaborazione con la Russia, necessaria per la Casa Bianca sia sul fronte della crisi siriana e su quello della Corea del Nord, dove il dittatore Kim Jong, tanto per cambiare, ha tirato fuori la battuta su Trump, dicendo che è vecchio. Pronta è stata la risposta del presidente a stelle e strisce :” lui è basso e grasso. Peggio di così non potrebbe essere”. Tornando all’attacco di Trump, gli ex 007 e un forte imbarazzo fra gli attuali vertici della Cia, la pattuglia di Obama replica:” Fidandosi di Mosca e minimizzando la minaccia rappresentata dalla Russia, il presidente Trump rappresenta un pericolo per la sicurezza nazionale”. Parole dure dell’ex numero uno degli 007 americani James Clapper e l’ex capo della Cia John Brennan, per i quali le interferenze russe sul voto sono state provate e motivate. L’incontro in Vietnam tra Trump e Putin, sia pur breve, ha promosso l’importante apertura verso il Cremlino, gettando le

basi per una futura e solida collaborazione fra Russia e USA, da troppo tempo attesa ed auspicata. Trump a muso duro, durante la sua lunga missione in Asia, ha definito Trapper e Brennan , politicanti e manipolatori, accusando i democratici di essere dietro alla vicenda. “Sembra intimidito da Putin- ha replicato Brennan e dovrebbe vergognarsi per il suo atteggiamento verso il presidente russo. La verità è che i democratici statunitensi, insieme a quelli italiani, sono ormai alla frutta, tant’è che l’ultima scusa per attaccare Trump si aggancia al fatto che l’attuale presidente americano non dovrebbe fidarsi di Putin, perchè è un ex agente russo del KGB, addestrato a mentire e a manipolare. Trump, invece, ha fatto bene, secondo l’opinione pubblica perchè l’abbraccio con Putin è stata la mossa vincente per avvicinare la pace nel mondo e nel medio oriente. Due potenze come gli USA e la Russia debbono camminare sotto braccio, insieme, per essere sempre più forti nella gara contro il male assoluto, in questo caso la Corea del Nord di Kim Jung e dell’Isis che sulla strada della sua disfatta ha fatto scoprire altre atrocità con le fosse crimini ai confini dell’Irak.


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Cinema

Trailer e curiosità

Anastasia Mazzia

È

stato pubblicato il trailer dell’attesissimo “Cinquanta sfumature di rosso”, il terzo capitolo della saga eroticoromantica di “Cinquanta sfumature “. Il film che arriverà nelle nostre sale nel febbraio 2018, è l’adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo della trilogia di successo di E.L. James. Diretto da James Foley, la pellicola vede il ritorno dei protagonisti Jamie Dornan nei panni dell’affascinante Christian Grey e Dakota Johnson nei panni di Anastasia Steele. La sinossi ufficiale recita: “Anastasia Steele e Christian Grey sono in luna di miele tra Stati Uniti e Europa. La ricopre di regali sempre più costosi e spinge la sua promozione al ruolo di editor della casa editrice dove stava svolgendo uno stage, azienda acquistata dallo stesso Grey

Cinquanta Sfumature di Rosso

proprio per controllare e favorire la dolce metà. La coppia è perseguitata dall’ex capo di Ana, Jack Hyde, che terrorizza la neonata famiglia con una serie di attac-

chi intimidatori, mettendo in pericolo la vita di Grey. A poco a poco, la vicenda si fa densa di mistero. C’è una connessione tra Hyde e Grey, ma Christian non riesce a capire quale sia. Inoltre

Anastasia si scopre essere incinta ma Christian non la prenderà molto bene.” La saga, inaugurata nel 2015 con “Cinquanta sfumature di grigio”,

ha ottenuto un ottimo incasso di botteghino a livello internazionale. Se la saga letteraria ha riscosso un altissimo consenso, quella cinematografica ha incontrato diversi problemi nel dietro

le quinte. Infatti dopo il primo capitolo sono sorti dei dubbi sia sul regista che sul protagonista maschile. Secondo alcuni rumors, Jamie Dornan era rimasto titubante riguardo il suo ritorno per la gelosia della moglie scaturita dalle troppe scene hot della prima pellicola. Inoltre, ci sarebbero stati anche dei diverbi tra la scrittrice E.L. James ed il regista Sam Taylor Johnson e la sceneggiatrice Kelly Marcel, in quanto la prima non sarebbe stata soddisfatta della versione cinemato-

grafica troppo edulcorata del suo romanzo! Se la crisi sulla conferma di Dornan è stata ampiamente superata con i capitoli successivi, la Universal ha dovuto affrontare un cambio di regia. Così il secondo capitolo ed il terzo sono stati diretti da James Foley, già regista di «House of Cards», ed hanno visto alla sceneggiatura Niall Leonard, il marito della scrittrice. Un’ultima curiosità riguarda il set. Tutti e tre i capitoli sono stati girati a

Vancouver. Per il secondo e terzo capitolo, la produzione ha registrato la pellicola con un titolo diverso, «Further Adventures of Max & Banks 2 & 3», per evitare indiscrezioni o fughe di notizie. Il «2 & 3» si riferisce proprio alla scelta di girare insieme entrambi i sequel. Non resta che preparare frustini e manette di cuoio per assaporare il capitolo finale della nota saga erotico-romantica di “Cinquanta Sfumature”.

Malarazza La denuncia della periferia del Sud

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I regista Giovanni Virgilio racconta la periferia siciliana con il film drammatico “Malarazza”, dal 9 novembre nelle nostre sale. Periferia di Catania. Una giovane madre (Stella Egitto), suo figlio Antonino (Antonino Frasca Spada) ed il fratello della donna (Paolo Briguglia) devono affrontare ogni giorno un sistema di potere malavitoso rappresentato dal boss in declino Tommasino Malarazza (David Coco) e dallo spietato e losco boss Pietro (Cosimo Coltraro). Crimini, ricatti, violenze domestiche, corruzione ed omertà sono gli ingredienti che regolano la vita del quartiere, a cui i protagonisti cercano di ribellarsi in vano, poiché vengono schiacciati da aberranti dinamiche sociali e culturali arcaiche. Il regista fotografa così una realtà quale quella della periferia catanese, emblema dei sobborghi italiani, dove non vi è alcuna possibilità di riscatto. Infatti la stessa gioventù può solo ripercorrere i passi e le carriere criminali dei propri genitori, come un circolo vizioso senza via di scampo. Il regista Virgilio con sottile intelligenza ed acutezza mostra anche come tutto il sistema Ma-

fia sia comunque cambiato: il padre del boss in disgrazia Malarazza era un uomo d’onore a cui tutti portavano rispetto; mentre il nuovo boss Pietro detto U’porcu è una persona viziata e corrotta nell’animo che conosce solo il suono dell’arma da fuoco. La denuncia sociale e politica di Virgilio è puntuale e lucida: non c’è lo Stato, non c’è la Chiesa o la famiglia, ma solo le logiche mafiose che regolano la vita del quartiere, con le sue poche luci e molte ombre. “Malarazza” è un film crudo e crudele, ma allo stesso tempo necessario per dare voce a tutte quelle persone che vorrebbero gridare il loro malessere e che vorrebbero aspirare ad una vita migliore. Sullo sfondo la bellissima e trasognante Catania: regale e luminosa nei viottoli del centro, degradata e oscura nei suoi meandri periferici.

Il regista Virgilio, con questa pellicola, non vuole giudicare o condannare i personaggi della sua storia, semplicemente fotografa una realtà di dolorosa autenticità e di drammatica attualità. Ad una buona regia si affianca una buon ritmo ed una fotografia curata. Buone anche le interpretazioni dei protagonisti, dal giovane Antonino Frasca Spada a David Coco. Nonostante sia una produzione indipendente, molta cura è stata data alla scelta delle musiche, che comprendono un brano cantato da Arisa in portoghese ed una una canzone del cantante neomelodico napoletano Matteo. “Malarazza” è un buon prodotto cinematografico, un’importante denuncia sociale sempre duramente attuale.


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Cinema

Anastasia Mazzia

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l noto regista Zac Snyder ritorna, dal 16 novembre, sul grande schermo con “Justice League”, il nuovo ed attesissimo cinecomic sui super eroi della DC Comic. Dopo la morte di Superman, l’umanità è caduta nello sconforto e nel terrore. Una minaccia antica capeggiata dal malefico Steppenwolf ha ritrovato la sua linfa vitale e vuole conquistare il Pianeta. Batman, allora, cercherà di formare una squadra di super eroi, cioè individui dotati di superpoteri. Della squadra faranno parte l’amazzone Wonder Woman, l’atlantideo Aquaman, il velocissimo Flash ed il mutante Cyborg. “Justice League” è un blockbuster dal ritmo molto frenetico, visivamente molto colorato che vanta la sempre impeccabile regia di Zac Snyder. La pellicola, in realtà, si avvale di una trama molto fragile e dialoghi banali. Molte sono le gag divertenti, poche le scene action. I protagonisti stessi sono appena tratteggiati: Ben Affleck nel solito ruolo di Batman sembra essere un anziano sconsolato, Ezra Miller nel ruolo di Flash un bamboccione che si prende poco sul serio, Jason Momoa nel ruolo di Aquaman è un vero adone acquatico, ma sempre rabbioso e accigliato. Super man, poi, ha un’arroganza e strafottenza al limite del sopportabile. Unica figura femminile del gruppo è l’affascinante Gal Godot nei panni di Wonder Woman. Nonostante la sua presenza scenica sia quasi totalitaria, per il piacere del pubblico maschile visto il suo abbigliamento discinto e super attillato, la Gadot risulta essere totalmente inespressiva e poco convincente.

Il villain della pellicola è Steppenwolf, poco curato e con una CGI al limite della sufficienza. “Justice League” è un film spassoso e divertente che vanta un’ottima scelta musicale. I giustizieri della DC Comic avrebbero

dovuto confrontarsi con “The Avengers” della Marvel: in realtà entrambi hanno puntato sulla comicità dei personaggi piuttosto che sulla storia fumettistica da cui traggono origine. Infatti il senso della giustizia, l’essere dei super eroi, la drammaticità della scelta

Agadah D

al 16 novembre arriva nelle nostre sale “Agadah”, film fantasy-gotico, diretto da Alberto Rondalli. La pellicola è tratta liberamente dal celebre “Manoscritto trovato

a Saragozza” di Jan Potocki alla fine del 1800, una sorta di “decamerone nero”, di “Mille e una notte” gotica, di scatole cinesi, da cui nascono e s’intrecciano storie di fantasmi, di zingari e banditi, di desideri mai sopiti ed amori scandalosi. Maggio 1734, all’indomani della Battaglia di Bitonto con cui il Regno di Napoli cadde definitivamente sotto il dominio dei Borbone. La guardia Vallone al servizio di Re Carlo, Alfonso di Van Worden (Nahuel Perez Biscayart), riceve l’ordine di raggiungere Napoli nel più breve tempo possibile. Nonostante il suo fido servitore cerchi di dissuaderlo dall’attraversare l’altopiano murgese, perché infestato da spettri e demoni, Alfonso sceglierà ugualmente quel percorso. Così inizierà il suo viaggio iniziatico tra sogno e realtà, tra

allucinazioni e magie, tra spettri ed uomini, attraverso storie vissute e raccontate, ma tutte concatenate fra loro. Il regista Rondalli con questo film sceglie di raccontare una storia molto complessa e difficile come il romanzo da cui è tratta. “Agadah” infatti è un termine cabalista che significa “far conoscere raccontando”. La sceneggiatura si dipana tra più livelli di narrazione, ognuno dei quali rimanda ad altre storie come nelle scatole cinesi, per poi infine ricongiungersi ed incentrarsi sul protagonista. L’operazione mastodontica e complessa, se letterariamente funziona, a livello cinematografico costringe il regista a fare delle scelte narrative e stilistiche che sicuramente limitano ed indeboliscono l’opera.

Justice League

I Super eroi della DC Comic si sono riuniti

umana sono tutte tematiche che vengono svuotate e ridicolizzate. Un film di super eroi dove i protagonisti hanno poco di eroico, sia dal punto di vista etico che etimologico del termine, che senso ha? La pellicola preferisce

far ridere e deridersi. “Justice League” è un film sicuramente spassoso e divertente, irriverente e visivamente accattivante.

L’arte del raccontare in versione gotica

Il film, però, anche se risulta solo una parziale lettura dell’opera letteraria, riesce a ricrearne le atmosfere mistiche e gotiche in tutte le sue complesse articolazioni. Bellissime sono le scenografie, sempre curate e dettagliate, così come la musica, puntuale e ricca, di Alessandro Sironi.

Buoni gli effetti speciali, semplici e funzionali, ed ottime le interpretazioni di un cast multilingue, dall’argentino Nahuel Pérez Biscayart agli spagnoli Jordi Mollà e Pilar López de Ayala, dal ceco Ivan Franek agli italiani Alessio Boni, Valentina Cervi, Caterina Murino, Flavio Bucci, Alessandro Haber ed Umberto

Orsini. Ad una buona regia corrisponde un ritmo sempre vivace e sostenuto. “Agadah” è un bellissimo film sull’arte del racconto, su quell’universo di parole capaci di creare illusioni ed incubi, di dare voce alle paure e desideri più intimi dell’essere umano.


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Tutti cantano Cristina D’Avena Gli album di duetti non sono certo una novità, ma è la prima volta che si vedono i big del pop cimentarsi nelle sigle dei cartoni animati

Musica

Riccardo Sada

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ristina D’Avena ha svelato con un video i nomi dei 16 big della musica italiana che hanno duettato con lei e i titoli dei brani dei cartoni animati che sono contenuti nel progetto speciale “Duets - Tutti cantano Cristina”, uscito lo scorso 10 novembre. La D’Avena ha messo insieme 16 delle sue sigle più celebri interpretandole con altrettanti artisti, da Loredana Bertè a Emma, passando per Elio, Annalisa, Francesca Michielin e J-Ax. “Oggi non sono più considerata quella che canta le canzoncine’ per bambini”, ha detto. Forse la cantante per tanto tempo è stata etichettata come quella che canta le “canzoncine” per bambini. Si è sempre chiesta perché non è stata definita una cantante che canta canzoni vere. “Per me hanno scritto autori importanti. Le sigle sono canzoni come altre, è musica. Una volta ci soffrivo per come ero trattata, ora l’approccio è diverso. Sono persino stata a Sanremo a cantare le mie canzoni, con il pubblico che cantava le sigle”. E così ecco “Duets”, dove tanti hanno messo da parte le proprie personalità per stare al servizio di pezzi come “Una spada per Lady Oscar”, “E’ quasi magia Johnny”, “Pollon” o “L’incantevole Creamy”.

Questa la track list in cui tutti i brani assumono in questa forma una veste nuova adattandosi a tutte le generazioni e ai diversi generi musicali, dal pop, al rap al cantautorato: 1. Pollon, Pollon combinaguai (feat. J-Ax) 2. Nanà Supergirl (feat. Giusy Ferreri) 3. L’incantevole Creamy (feat. Francesca Michielin) 4. Occhi di gatto (feat. Loredana Bertè) 5. Kiss me Licia (feat. Baby K) 6. Magica, magica Emi (feat. Arisa) 7. Mila e Shiro due cuori nella pallavolo (feat. Annalisa) 8. Jem (feat. Emma) 9. I Puffi sanno (feat. Michele Bravi) 10. Siamo fatti così (feat. Elio) 11. E’ quasi magia, Johnny! (feat. La Rua) 12. Una spada per Lady Oscar (feat. Noemi) 13. Che campioni Holly e Benji (feat. Benji & Fede) 14. Sailor Moon (feat. Chiara) 15. Piccoli problemi di cuore (feat. Ermal Meta) 16. All’arrembaggio! (feat. Alessio Bernabei) “Duets – Tutti cantano Cristina” nasce da una collaborazione tra Crioma e Warner Music. Guarda il video: https://youtu.be/PMTPopT9NhE Facebook: www.facebook.com/cristinadavenaofficial Instagram: @cristinadavenaofficial Twitter: https://twitter.com/CristinaDAvena

Alex Pizzuti colpisce con “L’Amour Toujours” Il dj Alex Pizzuti ha reinterpretato la famosa traccia, rivista recentemente da Dzeko & Torres. Ora le voci del remake sono disponibili per un Remix Contest

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Allo Shed Club Claptone e il Dom Pérignon

Luminous Label Party

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abato 25 novembre 2017 autentica serata di gala allo Shed Club di Busto Arsizio, in provincia di Varese (ubicato a pochi chilometri dall’aeroporto di Milano Malpensa) e non potrebbe essere altrimenti. Sabato 25 novembre il locale festeggia infatti il suo decimo compleanno con uno dei suoi party più acclamati, il Dom Pérignon Luminous Label Party, sempre abile nell’esaltare lo stile audace e senza tempo della maisòn francese e che ben si adatta ad una location elegante come lo Shed. Come sempre i party Dom Pérignon vedono in consolle allo Shed ospiti speciali:

sabato 25 novembre è il turno di Claptone (nella foto di Henning Schulze Moodmacher) dj e produttore tedesco autore nel 2015 di ‘Charmer’, uno dei migliori album house del terzo millennio, nel 2016 firma della compilation ‘The Masquerade’ per l’etichetta discografica anglosassone Defected, quest’anno new entry al numero 69 nella Top 100 Djs della rivista Dj Mag, la classifica di categoria più popolare al mondo. Personaggio assolutamente enigmatico, Claptone suona sempre e soltanto indossando una maschera dorata tipica del Carnevale Veneziano, guanti bianchi, cappello a cilindro e cuffie dora-

te. La sua tecnica e il suo know how musicale sono inattaccabili: lo scorso anno è stato capace di concentrare ben sessantotto tracce in un minimix di cinque minuti trasmesso dall’emittente radiofonica inglese Bbc Radio One. Con Claptone il Shed impreziosisce la sua gallery di ospiti speciali: in questi anni la sua consolle ha ospitato personaggi del calibro di David Morales, Louie Vega, Tony Humphries, Roger Sanchez, Hector Romero, Martin Solveig e Michael Calfan. Dieci anni di grandi successi si spiegano anche con la qualità dei suoi guest.

lex Pizzuti è dj e produttore calabrese, e ha pubblicato il remake de “L’Amour Toujours” con uno stile prettamente mediterraneo e tropical. Lo abbiamo intervistato. Come è nata l’idea del remake di “L’Amour Toujours”? “L’idea era quella di rilanciare un capolavoro mondiale, sorta di colonna sonora nella mia infanzia”. Raccontaci dei tuoi ultimi lavori. “Sto attualmente lavorando con un mio amico, Adalwolf: abbiamo pubblicato una canzone con Ensis e stiamo facendo altre produzioni vicine alla musica house”. Come definiresti il tuo stile musicale? “Sto ancora cercandolo, il mio stile, mi piace tutto: la deep house la house più classica”. Come pensi si potrà evolvere il suono, in studio e dal vivo? “Negli anni a venire saranno tutti eventi in diretta: musicisti, produttori e dj si uniranno a creare nuovi generi durante live performance, ci sarà più spazio per l’improvvisazione, voglio essere parte di questo cambiamento e lasciare qualcosa nuovo”. C’è un artista che ti ispira o che ti piace particolarmente? “Amo Kryder e Oliver Heldens”. Come giudichi la tua collaborazione con Media Records? “I brani Media hanno segnato la mia infanzia: ho ereditato da mio zio, un ex dj, diversi dischi Media Records”. E ora arriva il Remix Contest del tuo brano? Basta cliccare

sul link www.firstplanet.dance/ contest” “Ho l’occasione di liberare la mia traccia tra tanti altri produttori. Media Records è come una famiglia, e, ora che ne faccio parte, cambierà la mia vita come produttore di dj”. Biografia di Alex Pizzuti. Dj e produttore, Alex Pizzuti nasce nel 1995 in una piccola città della Calabria. Era solo 14enne quando si accorse del suo talento. Alex ha iniziato a suonare in diversi club vincendo diverse

competizioni musicali come dj e produttore tra giovani ed emergenti. Sfruttando il suo naturale istinto musicale, ha iniziato a scrivere e comporre le sue prime tracce insieme a artisti locali che hanno condiviso la sua stessa passione. Nel 2016 collabora con Smilax e con lo studio Supersonic. Nel 2017 ha partecipato a un’audizione presso l’Istituto Nazionale del Cinema, con sede a Bologna, dove sta studiando ingegneria del suono, mentre sta progettando di iscriversi alla UCLA di Los Angeles.


domenica 19 novembre 2017 www.stadio5.it

Riccardo Sada

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E “L’Amour Toujours” diventa un Remix Contest

all’interessante versione tropical del remake di un grande successo della Media Records anni ‘90, e soprattutto grazie alla cover di

l famoso inno, riproposto mesi fa da Dzeko & Torres, viene interpretato nuovamente dal dj Alex Pizzuti. Che mette a disposizione le voci del remake per chi si vuole dilettare nell’arte del remixing

Dzeko & Torres, che ha riportato alla cronaca un nome dimenticato come Gigi D’Agostino, nasce l’idea di un “Remix Contest”. A

re il talento e offrire a tutti i dj remixer un futuro con la e-label Firstplanet. www.firstplanet.dance/contest” Una serie di nomi verranno selezionati; in una fase successiva vedranno pubblicati i loro remix e accompagnati da professionali tutor a finalizzare una produzione originale da pubblicare sulle main label di Media Records. Come partecipare? 1) Basta inserire nell’apposito forma la propria email e scaricare il remix pack 2) Realizzare il proprio remix 3) Sottoporlo attraverso il caricamento su www.firstplanet. dance/e-label 4) Attendere una risposta via email Limite massimo: 15 gennaio 2018

Clare Dover

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orocco’s Oasis Festival sets dates for 2018

Tickets go on sale 12pm CET on Thursday 9th November

Watch the highlights from 2017 in the new aftermovie Morocco’s Oasis Festival announces its return to Marrakech next year, taking place from 14th - 16th September 2018. There are few festivals in the world where you can explore the desert by day and dance beneath the stars by night, surrounded by nature and soundtracked by the biggest stars of the electronic music scene. Now in its fourth year, Oasis Festival brings a truly unique cultural experience to the ancient city of Marrakech, showcasing the finest internatio-

conferma delle doti del dj Alex Pizzuti, che si sta confermando grazie alla propria interpretazione de “L’Amour Toujours”,

Media Records EVO estende a tutti la possibilità di remixare, reinterpretare, reinventare “L’Amour Toujours” per individua-

OASIS FESTIVAL 2018 Morocco’s Oasis Festival sets dates for 2018 nal talent, as well as shining the spotlight on the flourishing Moroccan electronic music scene.

at some of the many highlights from the biggest edition to date in the Oasis 2017 Aftermovie.

The sold-out third edition of Oasis took place from 14th -17th September 2017, bringing together adventurous revellers from all corners of the globe to celebrate and dance together. Welcoming 3500 guests a day, the festival featured a worldclass line-up, with acts including Nicolas Jaar, Richie Hawtin, KiNK, Anja Schneider, Solomun, Charlotte de Witte, Dr. Rubinstein, Marcel Dettmann and Willow performing alongside homegrown heroes Amine K, Driss Skali, Fassi, Jaza, Mar1, Polyswitch and Unes. Take a look

Oasis 2018 will take place from 14th - 16th September 2018. Tickets go on sale at 12pm CET

on Thursday 9th November, with a limited number of super earlybird passes available for just €100. Book your place and keep up to date with all of the latest news at theoasisfest.com.

OASIS FESTIVAL 2018 14-16 September Marrakech, Morocco Theoasisfest.com TICKETS 3-day festival tickets from 100€ on sale now at theoasisfest.com CONNECT Website

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