N 8 2016 milan genoaweb

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domenica 14 febbraio 2016 anno 6 numero 8

Sport

& Spettacolo

www.stadio5.it info@stadio5.it COPIA OMAGGIO

Milan Genoa

30 anni e non sentirli

ORA

TOCCA

A TE

CONTINUITà

BASTA BATTUTE D’ARRESTO


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Parola al

I

MILAN

Sandro Mazzola

S

iamo alle solite. Dopo il rocambolesco 3-3 con il Verona, non so più cosa dire. Se guardiamo la tabella di marcia degli ultimi due mesi, l’Inter ha una media da retrocessione. Non ha vinto una sola partita ed ha incassato una valanga di gol, ultimi della serie quelli del Bentegodi di domenica scorsa. Juventus e Napoli sono scappate e adesso alla squadra di Mancini non resta che giocare per il terzo posto, che sarebbe il massimo se non avessimo a nostro fianco Fiorentina e Roma, senza contare il Milan, che oggi a san Siro con il Genoa dovrebbe portarsi a casa

i tre punti. I cugini, momentaneamente, si porterebbero a soli due punti dall’Inter. Conseguenza stasera a Firenze con la squadra viola, l’Inter non dovrà sicuramente uscire a mani vuote dallo scontro, che potrebbe determinare il futuro di Icardi e compagni. Una situazione, quella attua-

Milan Allenatore

STADIO

le dei nerazzurri, che prima di Natale nessuno avrebbe immaginato, guardando la classifica in quel momento. La sfida con la Fiorentina è molto importante e potrebbe segnare una svolta. Abbiamo bisogno dei gol di Eder e di Icardi, ma soprattutto, di verificare gli svarioni difensivi vi-

MEAZZA

sti con il Verona, facendo un piccolo esame di coscienza, cominciando da Handanovic. Il portiere sloveno parecchie volte ha salvato la situazione, però sette giorni fa è stato un disastro. Per quanto riguarda il campionato, la lotta è ormai ristretta a Juventus e Napoli,

indipendentemente dal risultato di ieri sera. Sarà interessante, questo pomeriggio, vedere la reazione della Sampdoria, reduce dalla sconfitta all’Olimpico con la Roma, contro l’Atalanta a Marassi, mentre sarà sicuramente una partita spettacolare quella del Friuli, tra Udinese e Bologna. Stesso discorso vale per il Palermo che riceverà alla Favorita un Torino arrabbiato, con Ventura contestato, per la sconfitta casalinga con il Chievo. Facciamo le corna, questa volta, e speriamo in un risultato positivo per i tifosi con il cuore granata.

Genoa ORE 12.30 Allenatore

l campionato ha stabilito che anche quest’anno le milanesi dovranno lottare, eccome, per un posto al sole. Un posto in prima fila l’Inter l’ha anche avuto, ma è stato un momento di eventi ben circostanziati, come la grande prima parte giocata da Handanovic, che ha dato una sicurezza in difesa che non capitava dal 2010, e il cinismo che sembrava la vera peculiarità di questa squadra. Il Milan, invece, sta facendo il contrario. Mihajlovic ci ha messo un po’ di tempo per dare un cliché ben preciso alla sua squadra, e pare ci sia riuscito, seppur la continuità non sembra ancora sorridere. Sarà questione di tempo. Il matinèe di domenica vede i rossoneri confrontarsi contro il Genoa, che solo un paio di partite fa mise paura alla Juventus. E’ una partita interessante, che il Milan deve vincere, per poter proseguire il sogno chiamato “Champions”. A dire la verità, la Roma sembra la vera favorita nella corsa a quattro ma, intanto, la vittoria aiuterà a mettere pressione agli avversari. L’Inter nel posticipo serale incontrerà la Fiorentina, un match che potrebbe rimettere in gioco le gerarchie. I nerazzurri, in caduta libera, non possono commettere più passi falsi. Pareggiare con l’ultima in classifica (in rimonta, per giunta) sono punti persi che potrebbero risultare decisivi nel rush finale. Un pareggio, quello del Bentegodi, che non è passato inosservato: Mancini e i suoi uomini hanno raggiunto un punto di saturazione nervosa pericolosa, che solo un risultato positivo potrebbe aiutarla a ridursi. Il livello psicologico dei nerazzurri è ai minimi storici; passare dal primo posto al quarto in un mese, non è facile da digerire. Se il Milan vincerà e l’Inter perderà, i punti tra le due compagini si ridurrebbero a un paio, con i rossoneri, però, che avrebbero l’inerzia maggiore, per il ciclo di risultati positivi e, soprattutto, perché chi è in rimonta di solito è avvantaggiato. Milan-Genoa e Fiorentina-Inter, dunque, rappresentano la prima tappa che deciderà le sorti europee delle due squadre milanesi. Che, comunque sia, torneranno entrambe ad abbracciare l’Europa dopo un anno sabbatico. Outsider permettendo.

Inter, basta scherzi

Sinisa Mihajlovic

(4-4-2)

Gian Piero Gasperini

Arbitro:

Donnarumma Abate , Alex, Romagnoli, Antonelli; Honda, Montolivo, Bertolacci, Bonaventura; Bacca, Luiz Adriano (Balotelli)

Gianpaolo Calvarese di Teramo

(3-4-1-2)

Perin Munoz, Burdisso, Izzo; Lexalt, Rigoni, Dzemaili, Gabriel Silva; Tachtsidis; Suso, Matavz (Cerci)

GENOA


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s. valentino si festeggia solo con i 3 punti

la partita

Severa Bisceglia

T

rent’anni di gestione Berlusconi, compiuti mercoledì scorso, 715 milioni spesi che hanno ripagato il presidente rossonero con tante soddisfazioni, per la precisione 28, come i il numero di trofei vinti dal Milan nella sua gestione. Oggi il Diavolo non è sul tetto del mondo come negli anni d’oro, ma ce la sta mettendo tutta, almeno con Sinisa Mihajlovi, per seminare bene in vista di un buon raccolto nei prossimi 2-3 anni. In attesa dei tanti arrivi ipotizzati per fine stagione,uno su tutti il gioiellino dell’Ajax Anwa El Ghazi, cerchiamo di accontentarci di quanto a disposizione del tecnico serbo oggi. Alle 12.30 al Meazza sarà di scena Milan-Genoa, non una partitissima, ma molto importante per entrambe le formazioni intenzionate a non rallentare e

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classifica marcatori

iprendere la marcia, pigiando veloce il piede sull’acceleratore per avvicinarsi al terzo posto che vale la Champions o quantomeno garantirsi un posto in Europa League, è l’obiettivo primario del Milan che nel lunch match

LA CLASSIFICA

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migliorare la striscia di risultati positi. Attenzione, prima di tutto, ai due ex freschi di mercato uscente, Alessio Cerci e Suso. I due ex rossoneri hanno lasciato la piazza milanese con non poco amaro in bocca. La voglia di riscatto sarà tanta. Il Milan, peccato per il pareggio casalingo di domenica scorsa contro l’Udinese, ha bisogno di riprendere la corsa alla zona calda della classifica e dimostrare di non essere un gambero. Il mercato rossonero ha messo sul piatto di Sinisa ben poco, unico arrivo Kevin Prince Boateng, che non sembra in forma smagliante, e continua, così, a dimostrarsi sempre più debole sulle fasce, soprattutto dopo la partenza di Cerci, Suso. Quando perni ina-

Occhio agli ex movibili come Bonaventura e Kucka sono out, e quando Niang non pare in gran forma, il Milan piange per carenza di giocatori. Quest’oggi l’unica certezza sulla corsia esterna è Keisuke Honda, tornato a cavalcare come ai bei tempi. Giacomo Bonaventura sembra aver recuperato ma Mihajlovic potrebbe non voler rischiare buttando nella mischia troppo presto l’unico giocatore che muove la palla, non a caso il Milan, in assenza dell’ex atalantino, non ha mai vinto una partita. Palcoscenico importante, quello di oggi, per Mario Balotelli che dovrà dimostrare di meritare la maglia da titolare e non far rim-

piangere Luiz Adriano, in forse per problemi fisici, e soprattutto Niang, alle prese con problemi muscolari rimediati domenica scorsa contro l’Udinese. Fuori ancora Diego Lopez e e Rodrigo Ely, in forse anche Philippe

porto di Jack Bonaventura che, praticamente guarito dall’infortunio all’anca, dovrebbe essere schierato dall’inizio dal tecnico rossonero, anche per aiutare gli attaccanti in fase di realizzazione. Non è un caso che quando l’ex atalantino non è sceso in campo, il Milan non ha mai vinto. Il Genoa arriva a Milano con la chiara intenzione di non prendere. Il suo attacco segna con il contagocce, ma la sua difesa fa ben sperare. Nelle ultime cinque gare disputate, i grifoni hanno subito soltanto due gol da Verona e Ju-

sarà affidata a Riccardo Montolivo e Andrea Bertolacci. In attacco, invece, l’unica presenza certa è quella di Carlos Bacca, al suo fianco è ancora aperto il ballottaggio tra Balotelli e Adriano. Gasperini, da canto suo, schiererà il classico 3-4-12 con altrettante difficoltà. Out Rincon, per squalifica, Cristian

Cerci e Suso hanno il dente avvelenato Mexes. Se M’Baye Niang non recupera, per Super Mario, in coppia con Carlos Bacca, contro il Genoa si presenta una grande opportunità e dimostrare, finalmente, a Sinisa Mihajlovic che può contare anche su di lui.

Milan, come prima più di prima domenicale affronta il Genoa. Contro i grifoni, la troupe di Mihajlovic deve quindi assolutamente vincere. Determinante sarà, a questo punto, non tanto l’apporto degli attaccanti Niang o Bacca, i quali con i loro gol hanno finora garantito punti importanti alla squadra, ma quello dei centrocampisti. Honda ha ripreso a sfrecciare sulla fascia e questo è un buon segnale, ma soprattutto sarà fondamentale trovare equilibrio ed incisività a centrocampo. Ecco quindi che può diventare determinante l’ap-

Particolare curioso, Balotelli ha giocato la sua ultima partita da titolare in questa stagione proprio contro il Genoa a Marassi. Con il Genoa ha chiuso e sempre con il Grifone potrebbe riaprire i giochi. Momento delicato per il tecnico serbo che dovrà studiare chirurgicamente la formazione da mandare in campo. Sembra

ventus. Gasperini comunque sa benissimo che non sempre le difese possono reggere. Pavoletti a San Siro non ci sarà per problemi muscolari. L’assenza, 40 giorni di stop, è di quelle pesanti perché il

confermato il 4-4-2 con Ignazio Abate, Alex, Alessio Romagnoli e Luca Antonelli a protezione di Gianluigi Donnarumma. A centrocampo sulle fasce correrà Keisuke Honda a destra e Giacomo Bonaventura a sinistra. La regia

Ansaldi e Leonardo Pavoletti per infortunio. In ballottaggio Tachtsidis e Ntcham per un posto da trequartista, e Suso, Alessio Cerci e Tim Matavz per due maglie nel reparto offensivo.

la partita parliamone

24 punti in sedici partite. Gasperini, inoltre, dovrà trovare un soluzione nuova a centrocampo. Rincon, giocatore di sostanza, è squalificato. Sull’out destro non ci sarà Ansaldi, anche lui infortunato. Per fortuna dei genoani c’è Laxalt, quando gioca contro i rossoneri sembra che si trasformi. Dei quattro gol realiz-

Contro il Genoa conta solo la vittoria ragazzo livornese, con i suoi 10 gol, ha dimostrato tutte le grandi qualità, scardinando, quasi a ripetizione, i bunker avversari. Con lui in campo il Genoa ha infatti conquistato la bellezza di

zate in serie A, due li ha segnati proprio al Milan. Non è escluso, che Gasp contro il Milan presenti in attacco gli ex Cerci e Suso, quest’ultimo autore già di due gol con i grifoni in questo cam-

Luigi Rubino pionato, desiderosi come non mai di fare uno sgambetto alla loro ex squadra e soprattutto a Mihajlovic. Tra i grifoni probabile anche l’impiego di Matavz come trequartista.

Gonzalo Higuain

Paulo Dybala

Éder Citadin Martins

Carlos Bacca

Mauro Icardi

Josip Ilicic

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13

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12

10

10

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56

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1 partita in più

40

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36

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T

ra i tanti calciatori che hanno indossato entrambe le maglie, come Antonio Nocerino (al Genoa 2004-2005 e al Milan 2011-2014 e ancora in forza al Diavolo dal 2015) e Antonio Donnarumma, fratello maggiore del portiere rossonero Gianluigi, preferiamo dare risalto agli ultimi trasferimenti, o quasi.

J

esús Joaquín Fernández Sáez de la Torre, per fortuna conosciuto semplicemente come Suso, è al Genoa grazie all’ultima finestra di mercato dello scorso mese. Al Milan dal 17 gennaio 2015 con cui firma un contratto fino al 30 giugno 2019. Esordisce con una sconfitta nella partita di Coppa Italia, 27 gennaio, persa contro la Lazio. L’esordio in Serie A, invece, arriva il 4 aprile, entrato in sostituzione di Alessio Cerci, nella partita contro il Palermo vinta per 2-1. Il 4 gennaio scorso passa in prestito secco al Genoa ed il giorno dopo è già in campo con la sua nuova squadra nell’importantissima sfida contro la Sampdoria. Il derby della Lanterna è andato ai dominai, ma il Grifone ce l’ha messa tutta per rimontare lo svantaggio, 3-2 il risultato finale. Il 17 gennaio successivo trova il primo gol nella vittoria per 4-0 contro il Palermo.

A

ndrea Bertolacci, classe ’91, proviene dalle giovanili giallorosse e, dopo una parentesi di due anni al Lecce, rinnova il suo contratto con la Roma nel 2012 da professionista. Il 19 luglio dello stesso anno passa in compartecipazione al Genoa dove si mette in luce. Il debutto con i rossoblu è alla terza giornata di campionato contro la Juventus, il primo gol con i Grifoni arriva ’11 novembre contro il Napoli, gara persa 4-2 per i partenopei. Nel 2013 viene rinnovata la comproprietà tra Genoa e Roma. Con il Genoa, 2012-2015, segnerà 12 reti in 88 gare disputate. Il 23 giugno

Suso

Alessio Cerci A

lessio Cerci, fresco fresco di mercato. Al Milan in prestito dal 5 gennaio 2015, arrivato d’inverno ed è ripartito col freddo, doveva restare fino al 1° luglio 2016. Ma il matrimonio con la grande famiglia rossonero non è mai stato felice. Incompreso o poco incline agli adattamenti dell’ultima ora, resta il dato di fatto che l’attaccante di Velletri a Milanello non si è mai sentito a casa. Ora il prestito, semestrale, è passato, sempre con il consenso dell’Atletico Madrid, al Genoa dove troverà sicuramente maggiore fortuna. L’ultimo anno calcistico dell’ex rossonero è stato particolarmente movimentato. Dopo solo sei mesi in Spagna, dove lui stesso ha ammesso l’errore di

Bertolacci

dello scorso anno la Roma riscatta la seconda metà del suo cartellino per 8,5 milioni per poi passare, solo sei giorni dopo, a titolo definitivo al Milan per 20 milioni di euro firmando un contratto fino al 30 giugno 2019. Con la squadra rossonera esordisce il 17 agosto nella partita di Coppa Italia vinta per 2-0 al

Meazza contro il Perugia. La settimana successiva esordisce anche in Serie A nella sconfitta esterna contro la Fiorentina (2-0). Il primo gol in rossonero, ad oggi è anche l’unico, arriva il 1° novembre 2015 nella gara in trasferta vinta contro la Lazio per 1-3.

una simile scelta, ha fatto ritorno in Italia convinto di trovare posto al Milan (1 rete in 29 presenze), ma dopo solo 1 anno, il 21 gennaio scorso, ha rifatto le valige per accasarsi a Genova. Con il Grifone sembra avere trovato una sua dimensione e fa il suo esordio due giorni dopo la firma del contratto nella trasferta contro il Verona (1-1 risultato finale) subentrando a Suso al 59° minuto di gioco.


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Luca Antonelli

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l difensore rossonero Luca Antonelli, Monza 11 febbraio 1987, è figlio d’arte, anche il padre Roberto ha indossato la maglia del Milan. Cresciuto nelle giovanili del Monza e del Milan, dove ha indossato anche la fascia di capitano della squadra Primavera. Ha debuttato con il Milan l’8 novembre 2006 nella partita di Coppa Italia vinta per 4-2 contro il Brescia, l’esordio in Serie A sarà contro l’Udinese in trasferta (0-3). Nel gennaio del 2011 è stato ceduto in prestito al Genoa dove resterà fino al 2015 disputando 104 partite e segnando 8 reti. Il 2 febbraio 2015 fa ritorno al Milan con la formula del prestito con obbligo di riscatto fissato a 4,5 milito di euro con un contratto che lo legherà al Diavolo fino al 2018. Cinque giorni dopo fa il secondo esordio in rossonero contro la Juventus e firmerà anche il momentaneo pareggio, la gara finirà 3-1 per i bianconeri. Ad oggi ha disputato 28 gare in rossonero e segnato 2 reti.

Juraj Kucka I

l centrocampista slovacco Juraj Kucka approda in Italia accasandosi al Genoa, correva l’anno 2011. La società rossoblu lo acquistò dallo Sparta Praga per circa tre milioni di euro con un contratto di quattro anni e mezzo. Esordisce con il Grifone, già da titolare, il giorno dopo la firma del contratto nella partita persa contro l’Inter in Coppa Italia per 3-2. Sette giorni dopo arriva anche l’esordio in Serie A nella sconfitta casalinga contro l’Udinese (2-4). Resterà in rossoblu fino al 2015 segnando 9 reti in 122 gare disputate. Il 28 agosto 2015 viene comprato dal Milan per 3 milioni di euro firmando un contratto quadriennale fino al 30 giugno 2019. Anche con i rossoneri debutta il giorno successivo, gara vinta in casa contro l’Empoli per 2-1. Il primo gol lo realizza all’Olimpico contro la Roma (1-1). In rossonero ha segnato, ad oggi, solo la rete dell’Olimpico ed ha disputato 20 gare.

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I Cugini

Severa Bisceglia

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una vittoria quale prova d’orgoglio, almeno questo di domani sera che verrà i cugini impegnati al Franchi. Roberto Mancini scherza sul suo futuro in nerazzurro, ma c’è poco da stare allegri. Se l’inter perde anche la sfida di Firenze, si apre un baratro che rischia di buttarla fuori anche dall’Europa League, altro che Champions. La sfida scudetto è ormai cosa privata tra Napoli e Juventus che ieri sera ha segnato il sorpasso bianconero, ma quella Champions vede an-

cora in corsa anche l’Inter che deve, però, smetterla di fare capricci. La nota positiva sta nell’evidenza, anche la Fiorentina, esattamente come la formazione meneghina, è partita alla grande in questo campionato, tutti ricorderete l’alternanza fra le due al primo posto in classifica. Se la viola è inciampata una volta di troppo, l’Inter, da canto suo, non ha ancora trovato la via giusta e segnare il passo sulle squadre

che la precedono. Basterà l’assenza tra i viola di Badelj, fuori dal 9 gennaio, a galvanizzare la squadra milanese? Paulo Sousa sta provando a scuotere i suoi modificando lo schieramento. I nuovi arrivati, Benalouane, Tino Costa, Kone, Zarate e Tello, portano una boccata d’ossigeno. Il tecnico viola proverà a sorprendere l’Inter sulle fasce schierando, nel 4-2-3-1, Bernardeschi più avanzato a destra e il nuovo

n poco più di un mese, passare dal primo posto in classifica alla quarta posizione, metterebbe seriamente in crisi qualsiasi squadra, ma non la pazza Inter. Oggi la situazione è alquanto incerta, in lotta per un posto in Champions con la Roma e con la Fiorentina appunto. La viola in campo sembra più sicura e cinica dei Mancini boys. Nerazzurri ancora una volta alle prese con l’ansia nella lotta a restare in alto, si, domani sera, a chiusura di questa giornata di campionato che ha aperto i battenti già giovedì, ci sarà proprio la sfida, ancora una volta decisiva, Fiorentina-Inter. La posta in palio è alta. La viola vuole mantenere la terza posizione e l’Inter ha l’opportunità del sorpasso, entrambe le formazioni incalzate da una Roma che con l’arrivo di Spalletti, El Shaarawy e Perotti, ha decisamente cambiato marcia. Torniamo alla sfida

Mancini rischia un nuovo mal di testa arrivato Tello a sinistra, con l’arretramento di Borja Valero che dovrebbe dare maggior qualità alla manovra. L’Inter si presenta a Firenze con le quattro pappine prese a San Siro (1-4) , con le idee sempre più confuse e con 15 punti in meno, bruciati in circa due mesi, rispetto a Juventus e Napoli. La squadra nerazzurra continua a non avere né capo né coda, senza punti di riferimento e con tante incertezze. Roberto Mancini, nella delicata sfida contro la Fiorentina, ha convocato ben 23 giocatori: tre portieri (Handanovic, Carrizo, Berni), sette difensori (Miranda, Murillo, Jesus, Nagatomo, Tel-

Manaj, più genio che sregolatezza Il giovane attaccante albanese protagonista nella Coppa Italia Primavera avanti servirà molto a spronarlo ancora di più tra i professionisti. Quando è arrivato in maglia nerazzurra, il ragazzo non credeva ai suoi occhi. Fare un grande salto di categoria, dalla Lega Pro in serie A, passando dalla maglia della Cremonese per indossare addirittura e di colpo quella

dell’Inter non è stato facile. Manaj però subito lo ha capito. Da quando è arrivato a Milano lo scorso anno alla corte di Mancini non solo si diverte molto, ma soprattutto ha triplicato il suo impegno in ogni partita, integrandosi perfettamente con il gruppo del Mancio e partecipan-

do subito a diverse amichevoli di precampionato. Il 23 agosto 2015 Rey debutta in serie A, disputando alcuni minuti finali di Inter-Atalanta. Dotato di mezzi tecnici notevoli, Manaj non si perde mai di coraggio. Ribelle in alcune occasioni e la sfrontatezza che lo caratterizza, lo ha por-

Rey Manaj, protagonista contro la Lazio

E

’ tornato ad indossare la maglia della Primavera non perché ha deluso in prima squadra, ma solo ed esclusivamente per tornare a giocare, mettere minuti nelle gambe e mostrare il suo effettivo valore. Rey Manaj, giovane attaccante di scorta dell’Inter di Mancini, è felice. L’obiettivo è stato centrato alla grande. Nella gara di ritorno delle semifinali di coppa Italia Primavera, il bomber albanese, contro la Lazio, è stato il protagonista della gara,

realizzando due reti che hanno fatto felice non solo mister Vecchi, che ha guadagnato la doppia finale in programma il 18 marzo e l’8 aprile contro la Juventus, ma anche la sua famiglia, gli amici e Roberto Mancini che crede nelle qualità di questo ragazzo, che sembra avere il gol nel sangue. Anche se si sente giocatore di prima squadra, una gara eccezionale come quella disputata contro i biancocelesti, Manaj non la dimenticherà tanto facilmente e sicuramente da ora in

les, Santon, D’Ambrosio), cinque centrocampisti (Kondogbia, Medel, Gnoukouri, Zonta, Brozovic) e otto attaccanti (Palacio, Icardi, Eder, Jovetic, Biabiany, Ljajic, Perisic, Manaj), basteranno? Al 4-2-3-1 di Sousa: Tatarusanu; Roncaglia, G. Rodriguez, Astori, Alonso; Vecino, Borja Valero; Bernardeschi, Ilicic, Tello; Kalinic, il tecnico nerazzurro risponderà con un 4-4-2: Handanovic; Nagatomo, Miranda, Murillo, Telles; Biabiany, Medel, Kondogbia, Perisic; Eder, Icardi. A disp.: Carrizo, D’Ambrosio, Juan Jesus, Santon, Brozovic, Popa, Gnoukouri, Ljajic, Palacio, Jovetic, Manaj, Correia

Personaggio

Luigi Rubino tato a creare piccoli diverbi con alcuni allenatori, come quello capitato ai tempi in cui il ragazzo, con gli Allievi della Sampdoria, fu protagonista di un rimprovero da parte dell’allenatore blucerchiato Pedone, dopo che il giovane aveva per forza voluto provare un tiro da meta campo che in un primo tentativo andò fuori e in un secondo centrò la porta. Manaj, prima di approdare in maglia nerazzurra, non solo è stato corteggiato da numerosi club di serie A, ma anche di squadre straniere tra cui Atletico Madrid e Manchester United. Ora è all’Inter. C’è da augurarsi che questi due primi gol realizzati in Coppa Italia, seppur con la Primavera, siano per lui solo l’inizio di una grande avventura in neroazzurro.


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Ignazio Abate

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odrigo Ely, a cau-

sa della frattura del quinto metatarso, è atteso in squadra per fine marzo.

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gnazio Abate, alle pre-

se con un problema alla caviglia, e sotto osservazione per valutarne la serietà

Rodrigo Ely Diego Lopez Juraj Kucka

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uraj

Kucka dovrebbe

rientrare per fine mese. Sta recuperando, la lesione al retto femorale è in via di guarigione.

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iego Lopez resta il malato rosso-

nero per eccellenza. La tendinopatia rotule che lo affligge da “sempre” non lascia ben sperare. Mihajlovic non conta di averlo a disposizione fino alla fine del campionato.

Philippe Mexes

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nche Philippe Mexes è sotto osservazione. Un problema fisico che costringe il tecnico rossonero a metterlo tra i sorvegliati speciali.


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C

i sono delle giornate che non si possono scordare e che ti rimangono scolpite nel cuore per tutta la vita. Questa deve

essere stata la sensazione provata dal Milan Club “Franco Baresi” di Sassari in occasione della trasferta organizzata a Milano per assistere al

derby con i cugini dell’Inter. Muoversi dall’isola dei nuraghi non è semplice e diventa anche dispendioso, sacrifici che non tutti si possono

permettere il lusso di affrontare e che scoraggerebbero chiunque. Certo, ce ne vuole di coraggio, ma quando alla base di tutto c’è la passione,

di essere sugli spalti di San Siro, per la partitissima d’Italia, anche se ora leggermente decaduta, ma sempre derby rimane. “Il popolo rossonero della Sardegna, - ci dice il presidente Marco Canu -, ha il carattere forte come tutti i sardi, in genere. Prefissato l’obiettivo, fanno di tutto per raggiungerlo, come si trattasse di un normale impegno di vita giornaliera da onorare. Ancora più valore ha avuto il nostro viaggio a Milano, se si pensa alle difficoltà che sta vivendo la squadra, dalla quale non ci saremmo mai aspettato un campionato così insicuro e da metà classifica. Noi tifosi dobbiamo dimostrare sempre nei momenti peg-

pari ad uno scrigno con tutti i tesori che la squadra è stata capace di conquistare in tutto il mondo. Qui, con grande soddisfazione, sono stati accolti da Barbara Berlusconi, che ha ringraziato di cuore i tifosi isolani, promettendo anche una politica societaria che porti fuori dalle acque limacciose il Milan di oggi. La giornata è proseguita con l’immancabile visita al centro della città, con una preghiera alla Madonnina benedicente, fino all’arrivo a San Siro, meta finale di una bella avventura. Qui, prima dell’incontro, hanno incontrato lo staff dell’AIMC, Arabella Pozzato, Nuccia Malvestiti e Vincenzo, che li hanno accolti con

presidente Dario Scotto -, che ripeteremo il prossimo anno, con la speranza di ritrovare un grande Milan, che sia in lotta per vincere lo scudetto”.

giori l’attaccamento ai colori sociali, memori anche delle belle vittorie di cui abbiamo gioito nel passato” La visita a Milano è stata intensa e spesa nel migliore dei modi. Prima tappa per i ragazzi è stata la visita a Casa Milan, un vero Tempio del tifo rossonero,

affetto, come si fa con i fratelli lontani. Una bella soddisfazione, che è stata gradita, anche se la parte più bella della gita a Milano è stata la partita e la vittoria sonora contro la “nemica” di sempre. “E’ stata una giornata favolosa, - dichiara prima di partire il vice

Stadio5 si complimenta con tutta la dirigenza del Milan Club per la magnifica conduzione del sodalizio e si impegna a registrare qualsiasi attività che esso intraprenderà in futuro. Auguri, coraggiosi ragazzi dell’isola più bella che c’è.

Vita di CLUB

Giovanni Labanca

l’amore per i propri colori, le difficoltà svaniscono in un soffio, perchè in certe occasioni, bisogna esserci, bisogna partecipare all’evento specia-

le. E’ proprio quello che è successo ai tifosi rossoneri che, sospinti dal ferreo presidente Marco Canu, hanno dato fondo alle loro risorse, pur


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Ospiti in Tribuna

OSPITI IN TRIBUNA D’ONORE

Giovanni Labanca

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n occasione della partita giocata contro l’Udinese, il Milan ha ospitato, in tribuna d’onore, i seguenti Milan Club, come avviene da sempre e che costituisce un grande segnale di stima verso la tifoseria organizzata: Milan Club Belvedere Latisana Bosovizza. Per il Derby, sono stati a Milano i Milan Club Rionero in Vulture, dalla provincia di Potenza, e Alife.

Bianconeri in testa, Fiorentina, Inter e Roma per un posto Champion L

a Lazio, intanto, torna alla vittoria seppellendo il Verona all’Olimpico con cinque gol, mentre la Roma,in trasferta a Modena con il Carpi chiude la sfida vincendo per 3-1 una gara graziata ai giallorossi sullo 0-0 che ha visto negare un

rigore sacrosanto a favore della squadra emiliana. Oggi a mezzogiorno a riprende le ostilità saranno Milan e Genoa a San Siro, con il Grifone pronto a graffiare i rossoneri, dopo il pareggio casalingo con la Lazio. Dopo l’1-1 di domenica scorsa con l’Udinese, post derby con l’Inter finito 3-0, Mjhailovic è nuovamente sul-

la graticola, avendo pareggiato con i Friulani. Il tecnico serbo dovrebbe impiegare, fin dall’inizio, Balotelli, mentre Gasperini giocherà la carta Pavoletti, vera spina nel fianco delle difese con i suoi gol decisivi. Nel pomeriggio, a seguire, il match di San Siro, scenderanno in campo altre sei squadre: il Palermo ospiterà un

Torino dal dente avvelenato per la sconfitta interna con il Chievo, mentre la Sampdoria, a Marassi, contro l’Atalanta proverà a cancellare la delusione della sconfitta con la Roma di sette giorni fa. Reja non è affatto soddisfatto della sua squadra, reduce dal pareggio interno con l’Empoli e ha chiesto ai suoi giocatori la mas-

sima concentrazione in questo impegno in Terra ligure. Al Friuli, invece, va in onda UdineseBologna, due squadre in ottima salute confortate dai pareggi con il Milan e la Fiorentina. Proprio i Viola saranno chiamati a respingere l’assalto dell’Inter al Franchi, un’Inter in piena crisi di risultati e con la difesa colabrodo,

visti i sei gol incassati con il Milan e con il Verona, negli ultimi due turni. Per i nerazzurri è forse l’ultima spiaggia per non perdere il treno dei preliminari di Champions League. La partitissima di questa giornata ha segnato il sorpasso bianconero allo Juventus Stadium contro il Napoli di Sarri all’88’.


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ntonio e Gianluigi Donnarumma, due fratelli a confronto. Antonio, nato a Castellammare di Stabia il 7 luglio del 1990, è il maggiore. Cresciuto calcisticamente nella scuola calcio del Club Napoli Castellammare, inizia a fare sul serio nelle giovanili della Juve Stabia e nel 2005 fa capolino anche al Milan dove vince il campionato allievi nel 2007 e la Coppa Italia Primavera nel 2010. Nel 2008 viene anche aggregato alla prima squadra senza però mai scendere in campo. Dal 2010 Antonio gira approdando prima al Piacenza, breve ritorno al Milan e subito riparte per Gubbio in prestito con diritto di riscatto. Con la formazione umbra colleziona 37 presenze in campionato senza, però, evitarne la retrocessione in Lega Pro Prima Divisione. Nell’agosto 2012 passa a titolo definitivo al Genoa nello scambio che ha portato Johad Ferretti al Milan. L’esordio col Genoa è nella trasferta contro il Bologna (0-0) nell’ultima gior-

Antonio Donnarumma, in forza al Genoa

nata di campionato mettendo in mostra le sue doti salvando il risultato con le sue numerose parate. Gianluigi nasce nove anni dopo Antonio, il 25 febbraio 1999. 196 centimetri di altezza e agilità che mettono in campo, partita dopo partita, tutto il talento di uno dei portieri considerato tra i più talentassi della sua generazione con ampi margini di miglioramento. Sicuro e deciso nelle uscite, non teme le palle alte né quelle basse. E’ conside-

rato il degno successore di Gianluigi Buffon. Anche Gigio cresce calcisticamente nel Club della sua città natia, ma solo quattordicenne, nel 2013, viene già ingaggiato dal Milan, sua squadra del cuore, per 250.000 euro. Le tappe rossonere le vive tutte iniziando dai Giovanissimi, poi negli Allievi ed infine con la Primavera. La stagione 2014-2015 segna il suo salto di qualità, grazie ad una deroga della Federcalcio, non ancora sedicenne, viene aggregato alla prima squadra di

Il rossonero Gianluigi Donnarumma

Filippo Inzaghi andando in panchina. Appena compiuti i sedici anni firma il suo primo contratto da professionista con la società rossonera. La stagione in corso gli riserva inizialmente il ruolo di terzo portiere dietro al titolare Diego Lopez ed al secondo Christian Abbiati. Ma le gerarchie per il giovanissimo Gigio non sono mai state un problema, scalarle,

poi, è un gioco da ragazzi per lui, aiutato anche dalla cattiva sorte dei suoi colleghi più illustri. All’età di sedici anni debutta in Serie A, e non certo con una squadretta ma con il Milan, nella sfida casalinga vinta 2-1 contro il Sassuolo. Sinisa Mihajlovic crede molto nelle sue qualità e, salvo scherzi del destino, nessuno lo sfratterà dai pali rossoneri. Un record Gianluigi Donnarumma l’ha già conquistato, è il più giovane portiere di sempre nei derby della Madonnina.


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Juventus-Napoli la Madre di tutte le partite I

l Napoli è una fede non una semplice squadra di calcio, non per nulla Maurizio Sarri durante le interviste di rito dopo la gara con il Carpi ha dichiarato: “A Torino porteremo l’orgoglio di tutta la nostra gente”. Il Napoli rispecchia un quadro che va oltre lo spaccato del tifo pallonaro, è uno stato d’animo, una voce antica, Napoli è un modo di essere oltre che una città che da sola è stata un Regno. Napoli è la speranza di un mondo più colorato e meno bianconero. Napul’è mille culure. Il 13 febbraio 1861 perdemmo il regno di Napoli a opera dei piemontesi, 155 anni dopo gli stessi piemontesi disarcionano il primato dei par-

E

ra nell’aria e non poteva essere altrimenti. La cavalcata bianconera è conclusa. Complimenti ai campioni d’Italia in carica, un recupero degno di grandi squadre, un alchimia fatta di feeling, buon gioco e ottime strategie tattiche. Il Napoli, non irresistibile in questa gara, ha provato a resistere, e per poco non ci riusciva, ma ha dovuto arrendersi all’88 a mister ZAZA, il centrocampista, complice la deviazione di Albiol, ha “arrestato” il grande cuore partenopeo firmando, così, la quindicesima vittoria consecutiva. Così si vincono gli scudetti. Allegri batte Sarri, dunque, 1-0 tra toscani e buon

tenopei quasi come una maledizione, una nemesi nefasta. Ma non è finita. Juventini e partenopei sono da anni le squadre che conducono il nostro calcio, visto che il sodalizio di De Laurentiis è stato l’unico a sottrarre qualche titolo alla Vecchia Signora nelle ultime stagioni. Come dice Ivan Zazzaroni, riferendosi a questa

epico tra l’uomo comune e il potere economico, quindi al di là dell’amore che porto da sempre verso i colori azzurri, non si può non tifare per il Napoli. Fare il tifo per la squadra del padrone e nascere nelle contrade delle Due Sicilie, quindi poveri e messi in ginocchio proprio dagli antenati di questa gente, credo sia un caso

sfida: E’ il nostro “Clasico”. Ma è stata la lotta tra Davide e Golia, tra i poveri contro i ricchi, tra il desolato sud e l’opulento nord, tra Borbonici e savojardi, tra il colore e il bianconero, ma pure uno scontro tra Qui,Quo Qua e la Banda Bassotti, lo scontro

da trattato psicoanalitico serio, una rinnovata Sindrome di Stoccolma. L’incontro si dice da più parti non è stato decisivo per le sorti finali del campionato, il risultato però ci dice che abbiamo perso il primato del campionato e per il vincitore di sicuro que-

Gaeta è stata di nuovo espugnata

SORPASSO BIANCONERO conoscitori di calcio. Ma nulla è perduto, i numeri sono ancora tutti sul campo. La Juventus, però, non sembra voler fermare la sua cavalcata e prova a mettere fieno in cascina per i momenti duri che li vedrà impegnati in gare europee e nazionali. Intanto la classifica fa segnare +1 in classifica sui partenopei. Tutto sommato, l’attesa partita scudetto è risultata equilibrata, da segnare comunque la supremazia bianconera facilitata psicologicamente dal fattore campo, e sembrava destinata a lasciare i conti alla pari, una degna occasione per parte non sfruttata dalle due formazioni. Ma la palla è rotonda, come si sa, e dal momento

che la partita, come amava dire il grande Boskov, finisce quando arbitro fischia, conviene tentare fino all’ultimo secondo di gioco, se poi una deviazione ti dice a favore, ancora meglio. Non ha demeritato il Napoli, ma il risultato diche ha meritato la Juventus. Nulla ha potuto ieri sera Reina sul tiro dell’ex Sassuolo, come detto sporcato da Albiol, e poco ha da rimproverare Sarri ai suoi uomini se non la poca convinzione di riuscire ad espugnare lo Juventus Stadium. Tanto merito, invece, va dato ad Allegri che ha avuto la capacità di ribaltare le sorti di un campionato che sembrava nato sotto il segno, poco convincente, della Madonnina

sto risultato sarà molto importante per il resto della stagione, perché sarà la spada di Damocle sulla testa di chi la gara di To-

Le Altre

Severa Bisceglia e quello del Giglio, arenatosi troppo presto. La grande impresa è compiuta e, per la prima volta in questo campionato, la testa della classifica conquistata. Ora saranno bocconi amari per tutti, quando la Zebra prende il comando, difficilmente molla il colpo. Grande Juventus, onore al popolo bianconero.

rino l’ha persa, inseguire chi è davanti non è sempre salutare, il potere, come diceva Andreotti “logora chi non ce l’ha”. Io sono del parere che non servono tanti discorsi, perché il calcio è questo, poche alchimie tanta normalità, una sconfitta è tale come lo è una vittoria, tutto ciò incide sulla psiche di un atleta che vive di risultati. Qualche problema la partita contro il Carpi il Napoli lo ha evidenziato , la corsia di sinistra, la famosa “catena” Ghoulam, Hamisk e Insigne è stata disastrosa, personalmente ho contato la bellezza di 10 passaggi errati, consecutivi, da parte dello slovacco, che è apparso davvero fuori forma, così come Insigne che ha preso l’abitudine oramai di tirare in porta anche dal balcone di casa sua, troppo elitari e a tratti indolenti, speravamo fosse stato solo un caso, ma con la Juve credo Insigne sia stato il peggiore degli azzurri, il Napoli è mancato sotto porta, Gonzalo Higuain, che se è vero come è vero che ha segnato in maniera torrenziale va pure sottolineato che da un bel poco sta fallendo un numero esagerato di reti,

non di certo contro i bianconeri, cui se non ricordo male, non ha prodotto nemmeno un tiro in porta degno di questo nome. Allegri ha tra l’altro studiato bene la squadra azzurra, dando spazio di manovra nella corsia di destra, dove il Napoli dispone di ottimi cursori ma non di certo di uomini dediti alla costruzione del gioco. Bisogna dire, però, che hanno giocato tutti è tre bene e le prestazioni di Hysaj, Allan, di Callejon e quelle di Peppe Reina, Raúl Albiol e soprattutto di Kalidou Koulibaly, a tratti sontuoso, un muro nero invalicabile. Insomma la classe operaia ha meritato in assoluto un voto oltre la sufficienza. E’ stata una battaglia tra toscanacci, e tra due tecnici che di calcio se ne intendono e come, ha vinto la Juve e onore a loro, ma il campionato ancora non è finito, abbiamo sperato di dipingere il cielo di Torino di Azzurro Napoli, sarà per un’altra volta. Il campionato è ancora lungo e come ripeto spesso, non eravamo noi i candidati alla vittoria finale, ci stiamo solo provando.


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Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro Raimondi

IL DERBY DELLA MADONNINA

pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00

smo calcistico, l’esaltazione della

to casciavit (Fratelli Frilli Editori,

isbn 978-88-6218-242-3

dialettica, della libertà. Questo

2008). Nel 2013, ha curato il Dia-

libro rappresenta un sincero, ap-

rio della mia guerra (Segni e Pa-

ell’ottobre del 1908, cu-

passionato atto d’amore nei suoi

role), scritto da suo padre Paolo,

riosamente a Chiasso, si

confronti.

e nel 2014 ha partecipato all’an-

disputava il primo Inter-Milan,

Alberto Figliolia è giornali-

tologia 33 Racconti rock (QuiE-

la sfida che sarebbe diventata il

sta pubblicista. Collabora con

dit). Il suo sito è www.davideg.it,

derby italiano per eccellenza, il

il «Gazetin», periodico indi-

il blog www.fuorigiocoblog.com.

più giocato, il più prestigioso. Il

pendente di cronaca civile, e

Mauro Raimondi, milanese, ha

derby della Madonnina ne ce-

«tellusfolio», rivista telematica

esordito nel 2003 con Invasione

lebra la storia ripercorrendo in

“glocal”. Allenatore di basket, ha

di campo. Una vita in rossonero

sessantuno storie la sua gloriosa

provato a coniugare la passione

(Limina), partecipando all’an-

epopea attraverso partite famose

dell’insegnamento con i concetti

tologia

e incontri che pochi conoscono.

di agonismo, democrazia e soli-

(Limina, 2003). Insegnante di

Un lungo, intenso e vivace rac-

darietà. Collabora con Silvana

Storia di Milano, ha curato la

conto, ricchissimo di aneddoti,

Ceruti alla conduzione del Labo-

biografia del poeta Franco Loi in

interviste, personaggi: dai fratelli

ratorio di Scrittura creativa nella

Da bambino il cielo (Garzanti,

Cevenini all’immenso Meazza

Casa di Reclusione di Milano-

2010). Della sua città ha raccon-

che segnò con entrambe le ma-

Opera. Ha scritto numerosi libri

tato il cinema in Milano Films

glie, dai fuoriclasse come Nyers

navigando fra poesia e sport.

1896/2009 (Frilli, 2009, coautore

e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola,

Condivide con Çlirim Muça la

M. Palazzini), le testimonianze

Matthaeus e van Basten, Ibra e

vocazione alla divulgazione del-

dei viaggiatori stranieri in Dal

Kaká, a giocatori magari meno

lo haiku e crede con fermezza nel

tetto del Duomo (Touring Club,

celebri ma che un’impronta, nel-

martello libertario e gandhiano

2007) e i libri in CentoMilano

la stracittadina, l’hanno lasciata:

della poesia.

(Frilli, 2006). I tre autori hanno

Smerzi, Bonizzoni, Cappellini,

Davide Grassi, giornalista pub-

pubblicato insieme Centonovan-

Belli, De Vecchi, Minaudo e tan-

blicista, ha collaborato con diver-

tesimi (Sep, 2005), Eravamo in

ti altri. Calcio, dunque, ma non

si quotidiani nazionali – tra cui il

centomila (Frilli, 2008) e Portieri

solo. Poesia, musica, fatti di cro-

«Corriere della Sera» – prima di

d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010,

naca si inseriscono spesso e vo-

approdare agli uffici stampa. Ha

Figliolia e Grassi hanno inol-

lentieri nei racconti, al pari delle

pubblicato Inter? No, grazie! (Li-

tre scritto La sua Africa. Storia

vicende di una città fortunata

mina, 2002), Rossoneri comun-

di Samuel Eto’o (Limina), e nel

a possedere il derby. Perché la

que (Limina, 2003) – antologia

2012 Grassi e Raimondi hanno

stracittadina, oltre a essere emo-

curata con Andrea Scanzi –, La

pubblicato Milano è rossonera

zione allo stato puro, è anche de-

palla è rotonda? (Limina, 2003),

(Bradipolibri).

mocrazia: una sorta di bipolari-

Rossoneri. Il manuale del perfet-

N

Rossoneri

comunque


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Un Grifone allo scoglio Sembrava, ad un certo punto, che il Genoa Cricket and Football Club, datato 1893, fosse diventato, senza mistero, una delle protagoniste del campionato, dopo quello che aveva mostrato l’anno scorso e che aveva fatto andare in giuggiole Preziosi e compagnia bella. Filava che era una meraviglia e le sue rotte sempre ben tracciate davano l’impressione che la ciurma della Lanterna mirasse decisa ad un approdo prestigioso, sotto la guida di capitan Gian Piero Gasperini, che aveva dato ampia prova di saperci fare con il timone. Le navigazioni, si sa, anche quelle più tranquille, possono nascondere insidie, possono incappare in qualche secca o battere la prua in qualche nascosto scoglio a fior d’acqua, non segnalato dalla mappa di bordo. E’ proprio quello che è successo alla prima squadra d’Italia, che di gloria ne ha guadagnata tanta agli albori del calcio, fino a rientrare, poi, nella normalità della truppa delle provinciali, rassegnate solo a salvarsi in tempo dalla caduta in B. “E’ assolutamente inspiegabile un calo così vistoso rispetto alla scorsa stagione, ci dice il

mite Mister ligure. Sapevamo che sarebbe stato impossibile mantenere la stessa forma anche per quest’anno, ma mai avremmo creduto ad un calo così preoccupante, che non fa felice nessuno, figuriamoci il nostro presidente , che ne ha ben donde di arrabbiarsi. La B sembra lontana,ma i pronostici possono andare sottosopra, anche se i punti di distacco dalla terzultima ci possono garantire una relativa tranquillità. La gara con il Milan , fermato dall’Udinese, può presentarsi più facile del previsto, ma il Diavolo non è mai andato all’inferno del tutto”. Ha ragione. E così la pensano anche i marinai stanchi di affrontare morosi che portano alla sfracello se i remi non riprendono a girare come si deve. I giocatori ci mettono poco a rassicurare i tifosi di via Prè e della Foce che credono ancora in un bel finale di campionato, tanto da vivere tranquilli. Il Grifone ha le ali ammalate e stanche e assomiglia , sempre più, a quei profughi che, annaspando, hanno raggiunto uno scoglio provvidenziale al quale si sono aggrappati,ma che di tanto in tanto, per man-

Ospiti

Giovanni Labanca canza di forze, ne perdono la presa, con grave pericolo, ma che,per miracolo, ne riprendono un lembo che li fa rimanere sulla linea di galleggiamento. Fino a quando potrà durare questo fenomeno? I tifosi della curva Nord, pur professando ogni domenica, immutata fede, cominciano a perdere la pazienza e lo hanno fatto capire e per questo, a mezzogiorno che potrebbe essere anche di fuoco, vogliono mangiare tranquilli e predicano, al tempo stesso, il signore del mare Dio Nettuno, di allontanare le procelle da San Siro, luogo santo dove hanno fatto già un grande miracolo contro l’altra milanese, quell’Inter che un tempo fu di Gasperini e di cui si è persa traccia nella memoria. Meglio così e buon appetito, magari con un Grifone allo scoglio.

Le speranze del deltaplano azzurro volano a Losanna Si avvicina il 21 febbraio, quando a Losanna in Svizzera la FAI (Federazione Aeronautica Internazionale) deciderà a quale nazione assegnare il 22° Campionato Mondiale di volo in deltaplano che si disputerà nel 2019. Tra le candidature quella italiana fa volare le speranze del Friuli Venezia Giulia che si propone con un progetto articolato in un’area di gara che includerebbe territori estremamente variegati, estesa anche a Slovenia ed Austria. Ad avanzare la proposta l’Aero Club Lega Piloti insieme all’associazione Volo Libero Carnia, delegati dall’Aero Club d’Italia. Nel caso in cui la proposta italiana risultasse vincente, i piloti si sfideranno in una zona conosciuta ed apprezzata a livello internazionale dagli appassionati di questa disciplina, favorita da zone climatiche con condizioni di volo diversificate, che spazia dai monti alla pianura, dall’Adriatico alle Dolomiti. Il centro operativo sarebbe dislocato a Tolmezzo (Udine) ed il comitato organizzatore sta lavorando per offrire un progetto unico e spettacolare. L’intento è di coinvolgere gli appassionati di volo libero, cioè senza motore, e per far conoscere il patrimonio naturale e

turistico della regione. Scenderebbe in campo una squadra di oltre 100 volontari per caricarsi in spalla la complessa organizzazione. Alla scorsa edizione dei mondiali di deltaplano, marzo 2015 in Messico, parteciparono 95 piloti rappresentanti 20 nazioni oltre ad accompagnatori e dirigenti. La gara fu seguita da qualsiasi computer grazie alla tecnologia Live Tracking, divenuta ormai indispensabile. L’Italia può vantare ottimi precedenti organizzativi e sportivi. Per tre volte, 1999, 2008 e 2011, i campionati del mondo furono ospitati a Sigillo (Perugia) con ottimo successo di partecipazione. Incredibile il palmare sportivo del team azzurro: otto volte campione del mondo, le ultime quattro consecutive; individualmente Alessandro Ploner ha vinto 4 medaglie d’oro e 3 d’argento; Christian Ciech 3 d’oro e tre d’argento. Si aggiungono la medaglia d’oro di Andrea Iemma ai mondiali d’acrobazia e quelle di Elio Cataldi e Gaetano Matrella agli Europei più numerosi piazzamenti. L’Italia ha già ottenuto l’assegnazione di campionati del mondo di volo in parapendio, l’altra disciplina di volo libero. Si terranno nel 2017 a Feltre (Beluno) nella cornice del Monte Avena.


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finestra sul mondo e dintorni Attualità

Giovanni Labanca

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rmiamoci di pinze e guanti per affrontare uno dei temi scottanti che, come un uragano, sta attraversando l’Italia, in questi giorni. Si parala di gay, dei diritti negati, di unioni e di altre diavolerie, come se il destino della nostra ormai logora Repubblica dipendesse solo dall’approvazione o meno di queste leggi, con tutto il rispetto verso la problematica. Sono temi assai delicati, di cui ha preso possesso assoluto la sinistra italiana, quella che ci governa. Questa, non avendo altro a cui pensare in questo momento di crisi economica internazionale, ha pensato bene, scusate le necessarie ripetizioni, di fare delle sue idee una bandiera e dietro la quale si son messi a correre tutti. Da gente comune fino ai soliti sottili intellettuali, con un buon codazzo di artisti o supposti tali che, cosa assai vergognosa e

gay-Match tra politica e ragione subita con estremo piacere dalla dirigenza, stanno usando la RAI, quella pubblica e di tutti, come un palchetto di comizi elettorali a costo zero. Il pensiero di questa gente, sbagliato o giusto che sia, non interessa al Festival della canzone, almeno non dovrebbe, ma si sa come vanno le cose in questo postribolo mediatico in cui siamo immersi: devi dire qualcosa in favore del potere, mostrarsi allineati, farsi credere progressisti per necessità e convenienza. Lasciamo stare, comunque, questo aspetto folcloristico che interessa gente strapagata che ha sempre cavalcato l’onda del tornaconto. E va bene, accettiamo tutto, ma non possiamo accettare, a senso unico, che un partito o parte di esso, fatto di cervelloni pensanti, si impossessi di convinzioni altrui e ne pretenda l’accoglimento supino da parte di tutti gli altri, anche di coloro i quali hanno idee diverse e contrarie. I temi in discussione li conosciamo tutti. Sappiamo anche che “dobbiamo” imitare le altre Nazioni per essere considerati progressisti, moderni. E’ vero, le altre nazioni hanno assunto posizioni nette e chiare senza, però, mai chiederci se siamo d’accordo. Quello che conta oggi in Italia

è copiare la Francia, la Germania ecc. per poi, in altre sedi, criticarli pesantemente. Non importa, anche perchè ci sentiamo dire “anche l’Europa ce lo chiede, ce lo impone”. Di quale Europa si parla, di quella che ingrassa i suoi parlamentari con stipendi da favola, di quella che non ci dà una mano a supporto delle fatiche che facciamo contro l’ondata degli immigranti irregolari, di quella che ha messo in ginocchio l’economia italiana tagliando con una falce nostre specialità esclusive agro alimentari, quell’Europa matrigna che ha impoverito i nostri coltivatori? Tra l’assordante silenzio, anche questo ha una voce, come dice bene

Caso Regeni, morte misteriosa

I

l presidente Sisi, da quando si è insediato a capo della giunta militare egiziana, non è mai riuscito ad abbassare la guardia con chi vuole creare disordine e instabilità nel paese dei Faraoni. Non è un mistero che Sisi abbia usato il pugno di ferro per togliere di mezzo l’opposizione, in particolare modo i Fratelli Musulmani, gruppo andato al potere con regolari elezioni. I Fratelli Musulmani, però, erano troppo estremisti e volevano

imporre la sharia e Sisi, che non è uno sprovveduto, intuendo i pericoli che il Paese correva, è corso prontamente ai ripari, con un colpo di Stato, sostenuto dalla popolazione, che ha messo fuori legge i Fratelli musulmani ed altri piccoli partiti islamici. Un risultato, questi ultimi, ereditato con la primavera araba, defenestrato Mubarak. Cosa c’entra in tutto questo Giulio Regeni? molti se lo chiedono. Con quale gruppo il giovane italiano avevo

preso contatto nella sua ricerca politica sull’Egitto? La polizia de Il Cairo smentisce le proprie

la canzone del laureato. E la nostra politica? Non è mia intenzione mettere in discussione la bontà o meno dell’annosa discussione parlamentare. Sono contrario all’obbedienza a prescindere. Dobbiamo per forza ubbidire riducendoci a schiavi e gregari non pensanti? Bene! Il Parlamento, o meglio quell’accozzaglia di partiti che lo compongono e lo governano, deve fare di tutto per approvare la legge Cirinnà, se no va tutto a rotoli, questo è il problema e al di là dell’argomento in questione. Con tutti i problemi che oggi attanagliano il nostro Paese, dobbiamo assistere a contrapposizioni sterili, ripeto la mia non intenzione ad entrare

nel merito dell’argomento in discussione, a prese di coscienza di tanti PD o cristiani di altri partiti, per non chiamarli proprio ex democristiani che, in un sussulto di dignità a loro dire, si mostrano contrari ed esprimono il loro dissenso, minacciando di non votare parte del disegno di legge, ma guardandosi bene dal lasciare il governo stesso di cui fanno parte e del quale non vogliono cedere la comoda poltrona, come insegna il più squallido opportunismo italiota. Perché rischiare di essere tacciati di ignoranza ed essere linciati se non concordi? Guai a palesare un pensiero contrario. Quando c’era da decidere per il diritto all’a-

iuto dei russi, ha ripreso il controllo di Aleppo, seconda città siriana. In settimana, incontro a Roma tra Renzi ed il presidente Iracheno Al-Abadi. I due statisti hanno discusso sulla situazio-

che settecento militari italiani avranno il compito di difendere la diga di Mosul, fonte importante per la sopravvivenza dell’intero paese. L’Irak, intanto, grazie alla reazione del proprio esercito,

borto o per quello al divorzio, chi non era d’accordo non rischiava il linciaggio. Perchè l’omosessualità deve dividere in modo così aspro? C’è chi pensa all’unione gay come ad un sacrilegio, chi non condivide l’adozione da parte di coppie dello stesso sesso o bambini nati da madre surrogata, vogliamo condannarli? Il loro pensiero non è meritevole di altrettanto rispetto? Non ci permettiamo di scrivere della Chiesa, se no succede il finimondo, quelle leggi che nessun politico ha potuto mai scrivere, quelle leggi che hanno da sempre regolato il lento cammino dell’umanità, dettato dal tempo, dalla ragione e dalla ineluttabilità. Oggi, purtroppo, il Kaos regna e sembra intenzionato a prendere, a furor di decreti, il primo posto nel lungo elenco delle priorità di un Paese, determinando anche uno scontro tra le velleità politiche e la forza della Ragione. Staremo a vedere come andrà a finire. Crediamo che alla fine, come stanno le cose, vincerà il “nuovo” o quello che si crede possa esserlo. A noi, gelosi delle nostre convinzioni, non resta che rispettare quelle degli altri, pur sapendo che non saranno gli altri a rispettare le nostre.

buco NERO

L’Egitto è una polveriera responsabilità e potrebbe essere vero, perchè nella galassia politica estremistica del paese delle Piramidi, tutto può succedere, dal momento che la vita non vale neanche un euro. Assad, con l’a-

ne in Irak, per debellare l’Isis. Al-Abadi ha ribadito l’appoggio totale alla coalizione, assicurando Renzi che entro fine anno il Califfato verrà distrutto. Nel frattempo, è arrivata la conferma

ha riconquistato terreno, cacciando i taglia gole da Ramadi. Un’operazione promossa grazie all’appoggio dei militari italiani, che ormai da mesi stanno istruendo sul campo i vertici dell’esercito di Bagdad.

Luigi Sada


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Teatro

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al 17 febbraio al teatro Carcano di Milano torna in Italia, dopo il successo al Teatro Nazionale di Pechino e al tea-

tro Helikon - Opera di Mosca e in attesa di partire nei prossimi mesi per la Francia (paese in cui è ormai di casa), Bogotà, Montevideo e Santiago del Cile, la compagnia NOGRAVITY con COMIX. L’autore dello spettacolo è Emiliano Pellisari, che ha introdotto l’atletismo circense sul palco, mescolando la poesia del teatro con l’armonia della danza e dei giochi di luce. Ad ispirare Pellisari le suggestioni dei fumetti, dei cartoni animati dove i sogni eterni dell’uomo volare nel cielo come gli uccelli,

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nuotare nel mare come i pesci, scomporre il corpo umano e farlo scomparire come un fantasma – diventano magicamente realtà. Comix sta per fumetto, ma anche per comicità: nel doppio valore semantico della parola sta la chiave del gioco dello spettacolo, definibile come pura gioia in movimento, gesto atletico e allegria a suon di jazz. A comporre lo spettacolo tante piccole storie fantastiche in cui fisicità e comicità concorrono alla pari al divertimento degli spettatori grandi e piccoli.

Comix al Carcano

n o n

s o l o

c a l c i o

I Lazzari

L

e crociate, secondo un valente scrittore patrio, portarono a noi il morbo della lebbra dall’Egitto e dalla Palestina. Coloro i quali ne vennero afflitti invocarono a protettore il lazzaro del Vangelo e fu creato un Ospedale col titolo di S. Lazzaro, nonchè l’ordine cavalleresco ed ospedaliero sotto il medesimo titolo conosciuto. Or come quelli che componevano l’infimo ordine de’ nostri popolani, specie di proletari, vestivano una semplice camicia e calzoni di tela grossolana, rendendo così una tal quale simiglianza de’ lebbrosi dell’Ospedale di S. Lazzaro i quali indossavano una veste di tela bianca, con buon fondamento può rintracciarsi in ciò l’etimologia della voce lazzaro onde poi nacque lazzarone. Gli storici si accordano nell’opinare essere il nome di lazzaro sorto al tempo de’Vicerè spagnuoli e dato per delusione a quelli del basso popolo perchè andavano quasi nudi come Lazzaro. Difatti tra un gran numero di abbiette genti (seguo le espressioni di uno di essi storici) molti vivevano a modo di belve, mal coperti, senza tetto, dormendo il verno in certe cave e l’ estate al ciel sereno. Comunque sia, oggi il lazzaro non somiglia più a quello de’ primitivi tempi, sensibilmente nel numero diminuito, e mutato nelle forme. Imperocchè dapprima se ne contavano presso di noi circa quarantamila, gente pigra, oziosa, noncurante di sè, dedita al ventre ed al sonno, cenciosa, scalza. Oggi una tale cifra è divenuta favolosa; i lazzari odierni, partecipi anche eglino al benefico ascendente dell’incivilimento,

non più si coprono con cenci; di scalzi (salvo qualche rarissima eccezione) non più si veggono per la capitale, anzi taluno veste in modo abbastanza proprio e decente, di tal che oggi lo straniero inutilmente ricercherebbe il tipo. Anche oggi quando il nostro popolo vede taluno impiagato o malconcio ha per suo detto — Me pure un Santo Lazzaro. Primieramente acciocché fossero distinti ed ognuno quindi potesse cansarli, ed in secondo luogo acciocché la camicia potesse facilmente lavarsi. Il commercio indicibilmente facilitato e promosso, grazie alle stupende invenzioni delle ferrovie e de’ bastimenti a vapore ha renduto indispensabile il soccorso di braccia, epperò il lazzaro, anziché starsene meschinamente a poltrire, trova sempre in che spendere con profitto la giornata, ed in conseguenza a provvedere, meglio che per lo innanzi, ai suoi bisogni. Oltre a ciò il destro che di continuo gli si offre di avvicinare persone illustri per nascita e per dignità. Ingentilendo i suoi costumi, migliorando ed ampliando le sue idee, ha giovato non poco a solleticarne la piccola ambizione ( chè anche egli come tutti ne ha un tantino a questo mondo) a persuaderlo come sconcia e sconvenevol cosa sia la sudicezza e la improprietà ancora all’infimo e più vile degli uomini, anzi la nettezza non sapere iscompagnarsi da qualunque, avvegnachè abbiettissimo uffizio; ed infine come ogni gentile e bennata persona tanto più volentieri si senta inclinata ad avvalersi dell’opera altrui per quanto più mondo e castigato

sopra sè stesso lo veggia. Quanto all’indole talun autore ha voluto dare una tinta di ferocia al nostro lazzaro; qualche bell’umore straniero, tramutandolo in una specie di brigante, sul fare di Titta Grieco o Peppe Mastrillo, io ha descritto armato di stile e di coltello, accattabrighe, insolente, corrivo alle risse ed all’offendere. Senza dividere alcuna di queste opinioni, o piuttosto

sogni, diremo come il nostro lazzaro nulla ha di feroce; in quella vece è gaio e di rado si spinge ad eccessi se non provocato, nel quale caso soltanto è a temersene molto, imperocchè la parte fisica è in lui possentemente sviluppata. Nè manca, per la intellettuale, di quell’acume e prontezza di spirito per avventura sì propri del nostro popolo; singolar privilegio dalla natura largitogli. In effetti a chi non è noto quanto sia esso concettoso ed epigrammatico? Che se tal fiata eccede gli è ad attribuire a quella sua soverchia franchezza abituale, da veruna buona disciplina ovvero edu cazione raddolcita e moderata. L’idea del lazzarone si accorda naturalmente a quella del facchino, imperocchè ne sia una delle tante diramazioni, come diramazioni del lazzarone sono anche il vastaso ed il mascalzone. Potremo in conseguenza distinguere cosi queste specie: Lazzarone – nome generico dell’infimo ordine del nostro popolo. Mascalzone – peggiorativo di lazzarone;

nome che gli si da per ischerno o vituperio, e tolto per avventura da quello onde nell’età del feudalismo addimandavansi i pedoni o soldati di masnada male in arnese. Facchino – lazzarone che ha deposto in gran parte la rozzezza originaria, utilissimo anzi necessario alla società , industrioso, intelligente, onesto, sempre occupato attivo solerte, e d’ordinario, come vedremo, assai onorato e stimato. Vastaso – suona quasi facchino ma è voce più volgare, nascente dal greco che significa portare, e che ha fornito bastah agli Illiri, vastaso ai Napolitani e bastagio ai Toscani. Vengono infine i lazzaroni talune volte chiamati anche banchieri e ciò dalla vecchia costumanza di riposare sotto le panche ovvero banchi. Riepiloghiamo. II lazzarone è di un’indole soverchiamente franca ed aperta, ciò che in lui deriva da mancanza di coltura e da quella rustichezza primitiva non moderata in lui da circospezione e prudenza e da que’ modi gentili,

Suoni e Sapori

i quali formano l’appannaggio dell’alta società. Provocato, è terribile nell’ira,capace di tutto intraprendere, pronto e risoluto nella presa determinazione, ma trattato con garbo è umile, sottomesso, rispettoso e sempre leale. II suo umore è sempre allegro e gioviale, il suo cuore, a dispetto d’un’apparenza di spavalderia, è ben formato e la sua anima (come ne han dato prova in varie congiunture) aborrente da tutto ciò che non sia giusto ed onesto. È

dotato per natura di molto acume e di molta penetrazione, di una mente pronta e svegliataci che con grande facilità̀ intraprende qualsivoglia arte o mestiere e, quando pur lo voglia, non è a dubitare della sua riuscita. Tratto dal testo: Usi e costumi di Napoli e contorni, di Francesco de Bourcard.


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Cinema

domenica 14 febbraio 2016 www.stadio5.it

L’Ultima parola La vera storia di Dalton Trumbo

Anastasia Mazzia

A

pplaudito ed osannato dalla critica internazionale arriva anche in Italia l’attesissimo “L’Ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo” diretto da Jay Roach (“Austin Powers”, “Mi presenti i tuoi?”). Adattamento cinematografico della biografia

“Trumbo” di Bruce Alexander Cook, il film racconta la vita del noto sceneggiatore americano Dalton Trumbo. Tra la fine della seconda guerra mondiale e l’inizio della Guerra Fredda, Trumbo è un famoso sceneggiatore, molto ricercato e ben pagato, della platinata Hollywood. Il “Maccartismo” però inizia a mietere le sue vittime: i “filorussi” sono considerati nemici e devono essere allontanati. Così, ben presto, Trumbo venne inserito per le sue simpatie politiche nella Black list. Sotto interroga-

torio, Trumbo però si rifiutò di rispondere alle domande perchè le considerava una violazione dei diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. Per la sua reticenza, venne condannato e mandato in un carcere federale. Gli anni che seguirono furono molto difficili: abbandonato dagli amici ed allontanato dalle Majors, Trumbo fu costretto a realizzare sotto falso nome sceneggiature per film di scarso valore. Nonostante le enormi difficoltà e la clandestinità, riuscì comunque ad aggiudicarsi due Oscar: uno per “Vacanze Romane”, il celebre film con Gregory Peck e Audrey Hepburn, e l’altro per “La più grande corrida”, diretto da Irving Rapper. Tra storia e fiction, “L’Ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo” è la storia di un uomo, che nonostante le sue apprezzate e riconosciute doti artistiche, venne schiacciato e condannato dal sistema senza aver la possibilità di difendersi. Ad una sceneggiatura molto lineare si affianca un ricercato taglio classicheggiante sia nella foto-

grafia che nel montaggio. I dialoghi sono ricchi e ben articolati, i personaggi approfonditi e ben caratterizzati. Ottime poi son le interpretazioni: prima fra tutte, il candidato all’Oscar Bryan Cranston, già apprezzato interprete nella serie TV drammatica “Breaking Bad”. Importante risulta anche l’interpretazione di Diane Lane nel ruolo della fedele ed instancabile moglie; e di Elle Fanning, la vivace e turbolenta figlia. Il cast poi si compone anche di altri importanti interpreti come Helen Mirren, Michael Stuhlbarg, Louis C.K., John Goodman e David James Elliott. La regia di Roach sicuramente non eccelle in originalità, ma la sceneggiatura incentrata sull’uomo-artista, con le sue debolezze e le sue fragilità, il suo genio artistico ed i suoi saldi valori, risulta brillante e spumeggiante. Le tematiche affrontate, in realtà, risultano essere drammaticamente attuali. La condanna della pellicola contro la patinata Hollywood, che santifica e condanna i suoi discepoli seguendo le mode del momento,

riecheggia la polemica di questi giorni che sta dividendo lo star system americano riguardo l’esclusione delle minoranze etniche, le cosiddette “quote nere”, dalle nomination agli Oscar. Il film, infatti arriverà nelle sale dall’11 febbraio, a poche set-

timane dalla grande serata di premiazione degli Oscar 2016. “L’Ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo” è un buon prodotto cinematografico che offre molti spunti di riflessione su tematiche sempre e drammaticamente attuali.

mistero. La sceneggiatura è farcita da dialoghi briosi e sketch divertentissimi, battute ironiche e ritmo incalzante. Inoltre come ha dichiarato recentemente il produttore Clark Spencer (“Ralph Spacatutto”, “Lilo & Stitch”): “Zootropolis è il film di cui vado più orgoglioso, perché possiede tutte le caratteristiche dei migliori film Disney: cuore, risate ed emozione”. Il film in realtà affronta molte tematiche attuali. Il titolo originario “Zootopia” già suggerisce un mondo utopico dove prede e predatori sono co-protagonisti della vita economica e sociale della città. Dall’architettura al clima: tutto

è a misura dei suoi abitanti, dei loro bisogni e delle loro taglie. La società perfetta però non esiste ed i difetti tipici degli umani si riflettono tra le strade di Zootropolis mietendo tra le proprie vittime proprio l’adorabile coniglietta Judy. Così tanti sono i messaggi sottesi rivolti in modo semplice e divertente al pubblico dei più piccoli: il superamento dei pregiudizi e dei soliti cliché, secondo cui le volpi sono per forza imbroglione e le conigliette poco astute; la necessità di ribellarsi al bullismo, l’accettare ed apprezzare la diversità ed infine credere che ognuno di noi può diventare ciò che vuole. Bellissi-

ma è anche la musica di Shakira e sia l’impatto visivo che la maniacale cura dei dettagli grafici sono sicuramente lodevoli. “Zootropolis” è il terzo Classico Disney ad avere come protagonista una volpe, dopo “Robin Hood” e “Red e Toby - Nemici amici”, e rappresenta forse uno dei migliori film Disney degli ultimi anni non solo per la ricercatezza stilistica e grafica ma anche per la sceneggiatura ironica e briosa.

Zootropolis D

al 18 febbraio arriva sul grande schermo “Zootropolis” (Zootopia), il nuovo film d’animazione in computer grafica della Walt Disney. Diretto da Byron Howard (“Rapunzel - L’intreccio della torre”) e Rich Moore (“Ralph Spaccatutto”, “I Simpson” e “Futurama”), il film vanta un ottimo cast di doppiatori italiani, tra cui Frank Matano, Teresa Mannino, Paolo Ruffini, Diego Abatantuono, Massimo Lopez e molti altri. L’ottimista e ingenua Judy è una coniglietta di campagna che sogna di diventare da grande una poliziotta. Grazie al duro lavoro ed alla sua tenacia raggiunge il suo obiettivo ed il suo primo in-

carico sarà proprio a Zootropolis, la grande città. Zootropolis è composta da quartieri diversi per i cittadini mammiferi che li abitano: Piazza Sahara dove vivono gli animali del deserto, la glaciale Tundratown dove vivono alci e orsi polari, l’umidissimo Distretto di Foresta Pluviale. Ogni mammifero di taglia diversa coabita tranquillamente: il sindaco è un leone, il vice una simpatica pecorella. Il fragile equilibrio però viene minacciato dalla misteriosa scomparsa di alcuni animali. La piccola Judy, insieme alla volpe truffaldina Nick Wilde, scopriranno presto la verità. La pellicola Disney è ricca di emozioni, avventura e

“Zootropolis” è un ottimo prodotto cinematografico che sicuramente conquisterà il pubblico dei più piccoli ma che divertirà ridere molto anche i più grandi.


domenica 14 febbraio 2016 www.stadio5.it

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Pyre: il nuovo Ep di Geo From Hell, in esclusiva su iTunes Musica

Riccardo Sada

S

i intitola “Pyre” il nuovo Ep di Geo From Hell, in uscita su Molto Recordings. Cinque tracce che rappresentano un deciso rinnovamento nella continuità per l’artista ravennate, che con questo Ep ha voluto rivolgersi

essenzialmente al pubblico dei club e dei festival, che lo segue sempre con crescente entusiasmo. Ogni brano di “Pyre” rappresenta precisi momenti della vita di Geo From Hell: “We Are From Hell” è il suo marchio di fabbrica, le parole con le quali apre sempre ogni suo set; “Highway” si richiama alle migliaia e migliaia di chilometri percorsi in questi anni da una discoteca e all’altra; “Bones” costituisce un omaggio alla sua mai accantonata passione per lo skateboard, “Central Station” significa il punto di ritrovo prima di partire per una serata; “Tears” infine ne rivela la parte più introspettiva e romantica. “Pyre” è destinato ad avere un forte impatto sulle dancefloor. Musica elettronica con la

giusta dose di cattiveria, in grado di far esplodere la pista e dare le giuste sensazioni a chi lo ascolta e soprattutto a chi lo balla. Non vengono meno i riferimenti storici di Geo From Hell, ovvero le sue fonti di ispirazione quali Daft Punk, Justice e Deadmau5,

richiami esaltati da un sistematico utilizzo di strumentazioni analogiche. Da venerdì 5 febbraio “Pyre” è disponibile in esclusiva su iTunes; da venerdì 19 su tutti gli altri store digitali. https://soundcloud.com/moltorecordings/sets/geo-from-hell-

pyre http s : / / w w w. youtub e. c om / watch?v=xd4uiF17kFo

http://www.moltorecordings. com/promomail/MOL202.html https://itun.es/it/pMtzab

Heathens, sbarco sulla base “Alpha” È uscito lo scorso 5 febbraio per Irma Records il nuovo album degli Heathens dal titolo “Alpha” Un lavoro oscuro, intimo e maturo che sintetizza due emozioni apparentemente ben distinte come rabbia e malinconia Composto nell’arco di due anni, “Alpha” costituisce una riflessione attenta ed uno sguardo critico verso alcuni comportamenti sociali propri dei giorni nostri. Affronta e approfondisce tematiche come l’elogio del pensiero critico, razionale e libero da dogmi, tabù e condizionamenti e la critica verso lo sconsiderato utilizzo di strumenti come internet e mass media, in grado di generare informazione pilotata e distorta. Registrato e prodotto da Tommaso Mantelli (Captain Mantell) nel suo GrooveStudio, “Alpha” è un viaggio sonoro e immaginifico verso atmosfere che uniscono

Radiohead e Massive Attack, Knife e certa IDM mitteleuropea, visioni alla Lynch e Von Trier, letture di LouisFerdinand Céline e Bertrand Russel. Oltre l’importante e decisivo apporto di Mantelli, il disco vede la partecipazione di altri artisti e amici della band: Nicola Manzan (Bologna Violenta), Anna Carazzai (Lume, Love in Elevator) e George Koulermos (Technogod, y:dk). L’idea della copertina, opera di Luca Camilotto (aka Eeviac), nasce da una attentissima ricerca riguardo le tematiche chiamate in causa nell’album ed è sintesi esatta delle stesse: alcuni individui girano in

cerchio, uno dietro all’altro, collegati come in un telefono senza fili; tutti hanno in mano uno schermo che rappresenta un’ Alpha falsa e storpiata, determinata dal pensiero di chi gli sta davanti. Non si rendono conto che se alzassero gli occhi vedrebbero quella reale, nella schiena di chi è loro davanti non riescono ad alzare il naso e guardare il mondo, sono troppo impegnati a guardare gli schermi e continuano a credere solo a ciò che vedono lì, passivamente, e passano senza pensarci più di tanto la loro versione dell’Alpha al prossimo, il quale la riceverà ancora più modificata.


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