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domenica 20 dicembre 2015 anno 5 numero 4 6

Inter Lazio

Sport & Spettacolo

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vola basso la caccia è aperta


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Parola al Baffo

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ino a febbraio niente Europa e il campionato prova a trovare un assetto più lineare. La Juventus, a -6 dalla testa, riuscirà a completare la rincorsa sull’Inter che è in testa con quattro punti su Fiorentina e Napoli? La corsa dei nerazzurri, però, sembra importante. La squadra di Mancini, intanto, ha battuto il record di Mourinho, che dopo sette trasferte aveva conseguito 16 punti, mentre il tecnico di Jesi è arrivato a 17, vincendo ben cinque gare (con Carpi, Chievo, Bologna, Torino e Udinese) e pareggiandone due (Sampdoria e Palermo). Il posticipo della 17ª giornata vede i nerazzurri contro la Lazio che non vince da sette partite. Non gira bene a Pioli in questo momento: anche lunedì scorso è stato raggiunto al 93’ contro la Sampdoria che perdeva da tre match consecutivi, da quando Montella si è seduto sulla panchina blucerchiata. Una sconfitta contro la capoclassifica potrebbe costare il posto a Pioli che è sulla graticola da qualche settimana. Gli attaccanti fanno fatica, a parte Matri che sembra quello più in condizione, Candreva sembra il lontano parente della scorsa stagione e in difesa si vedono cose discutibili da quando non c’è più De Vrij. L’undici di Mancini ha la grande possibilità di continuare la mini-fuga, anche se dietro difficilmente molleranno. Il Napoli è ospite dell’Atalanta, la Fiorentina riceve il Chievo, la Juventus va nella tana del Carpi, mentre la Roma fa gli onori di casa al Genoa. Un turno abbastanza semplice per tutti quanti, ma questo campionato ci ha abituato a risultanti sorprendenti e quindi è difficile fare pronostici insindacabili. L’Inter rimarrà in testa anche alla fine di questa giornata, è solo da verificare se con gli stessi punti. Il Milan, invece, è in una situazione diametralmente opposta a quella dei cugini. I due pareggi consecutivi con Carpi e Verona (penultimo e ultimo della classifica) hanno imbruttito i caratteri di Berlusconi e Galliani che contro il Frosinone pretenderanno la vittoria. Qualsiasi altro risultato getterebbe Mihajlovic alle ortiche ed è facile immaginare un epilogo alla sua avventura. Così è, se vi pare…

Sandro Mazzola

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agazzi, questa volta l’Inter comincia a piacermi. I quattro gol che abbiamo rifila-

PRONTI ALLA FUGA gol. La Juventus, tra l’altro, ci ha fatto un grande piacere, battendo la Fiorentina, in modo da innescare la nostra fuga solitaria in classifica. Ottimo anche il pareggio strappato dalla Roma al San Paolo, pareggio che ha tarpato un pò le ali al Napoli, dopo la

a mezzogiorno, a Modena con il Carpi. La Roma, eliminata dallo Spezia in Coppa TIM, non sembra più in grado di ripetere le prestazioni degli anni passati e, quindi, non dovrebbe preoccuparci più di tanto, anche se è sempre da tenere d’occhio. Non

conferma del nostro momento magico attraversato. Fino a qualche settimana fa, chiudevamo con fatica le partite segnando un solo gol, mentre in questi ultimi quindici giorni siamo esplosi, segnando, con facilità quasi disarmante, una raffica di gol. Oltre tutto

possiamo contare su una difesa fortissima che se non fosse stato per quei famosi quattro gol incassati con la Fiorentina in quella disgraziata serata, ora saremmo con cinque reti al passivo, la migliore retroguardia d’Europa.

SEPPUR IMPERCETTIBILE O QUASI to all’Udinese e i tre messi a segno con il Cagliari in Coppa Italia, mi hanno convinto, anche perchè sono stati accompagnati da due ottime prestazioni. A Udine, d’accordo sul fatto che i Friulani hanno commesso molti errori in difesa, noi siamo stati bravi ad approfittarne, facendo

sconfitta incassata con il Bologna. Per i partenopei oggi sarà una gara decisiva a Bergamo con l’Atalanta, mentre la Fiorentina, sulla carta, dovrebbe avere vita meno difficile contro il Chievo. Fa paura, invece, la Juventus con le sue sei vittorie consecutive, impegnata

stanno sicuramente bene i nostri cugini del Milan, specialmente dopo il pareggio di San Siro contro il Verona. Andranno stasera a Frosinone, dove li aspetta un impegno diabolico con i padroni di casa. per quanto riguarda noi interisti, la sfida del posticipo serale con la Lazio dovrebbe essere la

Inter Allenatore

STADIO

Roberto Mancini

MEAZZA

Arbitro: Paolo

INTER (4-3-3)

Handanovic D’ambrosio, Miranda, Murillo, Telles; Brozovic, Medel, Kondogbia; Jovetic, Ljajc, Icardi

Lazio ORE 20.45

Allenatore

Stefano Pioli

Mazzoleni di Bergamo LAZIO (4-3-3

Berisha Konko, Mauricio, Hoedt, Radu; Parolo, Biglia, Cataldi; Candreva, Djordjevic, Anderson


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Fuga di Natale

Partita

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erto, è prematuro parlare di fuga, ma questa Inter è comunque da inseguire e contro la Lazio potrebbe allungare il passo. Pur non giocando un calcio d’autore, inizia a convincere. Cinica, spietata e concreta, bastano queste prerogative per giocarsela fino all’ultima giornata. L’obiettivo stagionale è un piazzamento in Champions League e, visti i risultati, non dovrebbe essere difficile raggiungerlo. Mancini sta plasmando una squadra squadra che ci crede, lasciando poco o nulla al fato,

capace di soffrire e al tempo stesso capace di ignorare quanto accade sugli altri campi mostrando poco calcolo e tanta freddezza. Quello che conta è vincere, prima regola per non farsi acciuffare dal gruppo che insegue. Mettere fieno in cascina, per i momenti no che prima o poi arrivano, è

ultima partita del 2015, chiude la 17° giornata di campionato, per festeggiare i campioni d’inverno, invece, mancano ancora un paio di partite. Nella formazione nerazzurra mancherà il solito Vidic, non più solo perché raggiunto da Andrea Ranocchia. Assenze di poco conto vista l’ar-

LA CLASSIFICA

classifica marcatori

ancini chiama. Brozo risponde presente. Sbarcato in Italia quasi un anno fa, nella sessione invernale del calcio mercato, Marcelo Brosovic, dopo un arrivo in sordina, sembra ora aver conquistato tutti. Negli ultime gare di campionato, la crescita del calciatore croato è proseguita insieme a tutta la squadra, scacciando d’incanto dubbi ed incertezze sul suo valore, che sembra destinato ad aumentare anche sul mercato. Arsenal, Siviglia, Tottenham, Chelsea e perfino Barcellona da tempo stanno facendo la corte al giovane 23enne centrocampista nerazzurro, simbolo di una Inter battagliera, tosta, cinica che, a differenza delle preceden-

Kishna, Lulic, Marchetti, Gentiletti, De Vrij e Klose. Entrambe le formazioni scenderanno in campo molto motivate, l’Inter vorrà proseguire la striscia positiva e la Lazio non vuole perdere altri punti preziosi ed uscire, finalmente, da questo momento difficile. Un risultato positivo a San Siro caricherebbe non poco i laziali. Proviamo, ancora una volta, ad ipotizzare la formazione nerazzurra che scenderà in

Contro la Lazio, prima i tre punti e poi Biglia e Candreva saggio e alla lunga ripaga. Sabato scorso al Friuli, con ancora qualche sorpresa utile a destabilizzare l’avversario, Mancini manda in campo per la prima volta il fiorellino Montoya nella 16° diversa formazione su sedici gare disputate. Il terzino non ha deluso giocando una partita discreta. Il posticipo del Meazza,

monia del gruppo che fin qui ha comunque fatto a meno dei due assenti forzati. Discorso sicuramente diverso in casa Lazio. Il tecnico Pioli, ormai sui carboni ardenti, rischia grosso in caso di sconfitta contro la Beneamata e l’infermeria non lo aiuta di certo. Nella formazione dei capitolini peseranno non poco le assenze

Mancini chiama e Brozovic risponde

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ti stagioni, non ha più paura di nessuno e che ora, a sorpresa, si trova in testa alla classifica. Prelevato in prestito dalla Dinamo Zagabria per 8 milioni di euro che saranno pagati dalla società nerazzurra solo la prossima estate, Brozovic sembra aver trovato la collocazione giusta negli schemi di Mancini, abile, come pochi a stravolgere le formazioni, passando in poco tempo da un modulo all’altro. I tifosi nerazzurri si stropicciano ancora gli occhi dopo gli ultimi bagliori o meglio le parabole a giro disegnate alla perfezione contro Udinese in campionato e Cagliari in Coppa Italia. Due gol questi preparati e realizzati con lo stesso stile e la stessa tecnica, grazie soprattutto

Gonzalo Higuain

ad un piede magico e preciso che confermano la grande duttilità di un giocatore che in campo non si ferma mai. Contro i cagliaritani, Marcelo è stato pimpante per tutta la gara, deliziando il pubblico anche con ottimi suggerimenti per Montoya e Medel, colpendo il palo interno, prima del gol del connazionale Perisic, andando vicino alla sua prima doppietta in nerazzurro. Il suo campionato quest’anno non era iniziato splendidamente. Brozovic però ha saputo aspettare, per poi integrarsi con i compagni, migliorare il suo italiano, con l’aiuto di un professore messo a disposizione dalla società, diventando non solo personaggio symbol del web, ma una pedina

Éder Citadin Martins

Nikola Kalinic

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campo alle 20.45 consapevoli di non azzeccarla, ormai Mancini si diverte a cambiare gli schieramenti per sorprendere gli avversari e per non dare a noi la soddisfazione di averne indovinata almeno una. Ci proviamo comunque e ci sentiamo di dare per certa, non potrebbe essere altrimenti, la presenza di

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Inter... Parliamone

sempre offerto a Mancini soluzioni tattiche interessanti in una squadra che, vista la giovane età e la forza muscolare dei singoli, può solo migliorare. Contro la Lazio, pertanto, Mancini questa sera al Meazza, non intende rinunciare assolutamente al gioiellino croato a centrocampo per battere un avversario che in questo momento della stagione viaggia in piena crisi, nonostante la buona prestazione in Coppa Italia, e che proprio per questo è bene non fidarsi.

Paulo Dybala

Carlos Bacca

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1 partita in meno

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Mancini potrebbe optare per il 4-2-3-1 con Medel in mediana e l’inarrestabile Brozovic a dare man forte a Jovetic trequartista, Perisic a sinistra e Ljajic a foraggiare la punta centrale Mauro Icardi. In alternativa ci potrebbe essere l’uomo in più a centrocampo, ballottaggio tra Guarin e Kondogbia, che sacriferebbe Jovetic per passare al modulo 4-3-3. Pioli potrebbe rispondere con il 4-4-2, Sicuri il rientrante Mauricio con Basta, in forse Konko a destra e Radu a sinistra. Al centrocampo certa la presenza del regista Biglia sostenuto da Parolo e dagli esterni offensivi Candreva e Felipe Anderson. Ribaltata la formazione nell’ipotesi del 4-2-4 con Matri e Milinkovic, quest’ultimo in ballottaggio con Savic, che proveranno a bucare il muro nerazzurro. Roberto Mancini vuole vincere per non perdere il sorriso, punti d’oro che tengono a debita distanza i diretti pretendenti al tricolore e per il sicuro traguardo di campioni d’inverno. Si sa, nove volte su 10 i campioni d’inverno a primavera riescono a cucire sulle proprie divise il tricolore. Stefano Pioli, invece, non può perdere questa gara pena l’esonero nonostante il buon risultato in Coppa Italia.

Lorenzo Insigne

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Handanovic, Miranda e Murillo in difesa. La ruota della fortuna apre i battenti già sui terzini che vedremo in campo questa sera, probabilmente a destra vedremo Nagatomo e a sinistra Telles, preferiti a D’Ambrosio e Juan Jesus. Probabile il rimpiego di Montoya mentre per Santon, appena rientrato in rosa, è presto per rischiare ancora. Proviamo anche ad ipozzare la formazione più alta dello schieramento nerazzurro.

importante nello scacchiere nerazzurro. Impiegato prima come esterno alto, poi trequartista e a seguire come interno destro in un centrocampo a tre, Brozo ha

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nerazzurra

la meteora

Nemanja Vidic

Andrea Ranocchia

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empi ancora lunghi, invece, per Nemanja Vidic. Il difensore serbo si è sottoposto ad un intervento chirurgico alla schiena e il rientro in campo non è previsto prima di gennaio. L’argomento Vidic è impegnativo e dolente per la società nerazzurra. Premesso che anche senza infortunio Mancini l’avrebbe impegnato poche volte, il problema vero è che il calciatore è “in malattia” strapagato e come se non bastasse, all’età di 34 anni, è già ampiamente fuori dal mercato. I soldi spesi per il serbo l’Inter non li recupererà più.


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gli Ospiti

Giovanni Labanca

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e lo ricordate quel maestoso volo dell’aquila reale che fendeva l’aria dell’Olimpico fino a posarsi sul trespolo biancoceleste, come per dire, tanto per passare per dotti, “in hoc signo vinces”? Ebbene, quel volo è stato cancellato, non per la crisi petrolifera, ma per quella che attanaglia una squadra che non sa più parlare di calcio, come soleva fare una volta non proprio tanto lontana. E’ la Lazio che vola verso un futuro incerto, verso mete che portano

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Vola basso il piccione calciatore al sud della classifica, non certo un bel traguardo per i ragazzi di Pioli e del presidente Lotito. Questi parla poco, anche per evitare guai e scocciature. Non parla, ma fa capire lo stesso il suo pensiero di uomo incavolato, per non dire di peggio, che non si aspettava un regalo di Natale così misero, così lontano dai suoi desideri che coincidevano con sogni europei, almeno quelli di seconda battuta, che pur qualcosa, oltre all’onore, avrebbero portato in cassa soldi, quella sempre affamata. Lo spera ancora, il brav’uomo del Tevere, perchè pieno di risorse umane che gli permettono di portare avanti la barcarola per l’onore e l’amore che i tifosi hanno ancora, ma fino a quando no è dato sapere, se proprio lunedì hanno salutato i cosiddetti beniamini con bordate di fischi, dopo la mancata vittoria contro la Sampdoria di Donadoni.

fica. Ce la metteremo tutta, come è nostra abitudine e non sarebbe male uscire indenni dalla sfida”. Pioli dà la netta sensazione, identica a quella dei suoi ragazzi, di avere ancora tanta fiducia in una immediata riscossa, galvanizzato dal passaggio del turno in Coppa Italia e alla fase successiva in Coppa Europa.

Stasera, in questa fredda di San Siro dove i soloni del nostro calcio si ostinano a relegare in pieno inverno lombardo, buona parte delle partite dell’Inter, stasera, dicevamo, c’è di fronte un’altra Inter, non proprio simile a quella che annaspava lo scorso anno e che si poteva mettere in difficoltà. “Non pensavamo di venire a Milano in queste condizioni”. Si confessa un disarmato Pioli. “Sem-

bra che una strana maledizione sia in atto contro di noi. Non riusciamo più ad essere quella bella squadra di una volta e non certo per mancanza di buona volontà. Partiamo con la convinzione di fare bene, ma poi, via via, il meccanismo si inceppa per cause che non riusciamo a ben capire. L’Inter di Mancini non fa regali a nessuno e giocherà solo per tenersi i tre punti, proprio ora che è meritatamente in testa alla classi-

E proprio contro i nerazzurri, al di là delle scontate parole di circostanza, vorrà ricominciare la rimonta, anche se il Biscione visconteo è raggiante, anche per il passaggio del turno in Coppa Italia, e ben determinato a spennare l’amico aquilotto di quelle poche piume che gli sono rimaste appiccicate. Sempre che, è l’unica speranza della Lazio, qualche penna gli vada di traverso. Ed allora, sarebbe tutta un’altra storia.


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l grande ex per eccellenza resta lui, Roberto Mancini. Dopo la consacrazione alla Sampdoria in coppia con Gianluca Vialli, nell’estate del 1997 si accasa a Roma, sponda laziale. Il suo esordio romano è bagnato dalla rete del vantaggio in Lazio-Napoli (2-2) il 31 agosto successivo. Anche il primo derby è suo aprendo le marcature contro la Roma, partita finita 1-3 per i biancocelesti. Alla Lazio resterà fino al 2000 collezionando 87 presenze e 15 reti oltre a due Coppa Italia, uno scudetto, una Supercoppa italiana, una Coppa delle Coppe e una Coppa Uefa. Una volta appese le scarpette al più classico dei chiodi, resta nell’area laziale anche come allenatore (vice di Eriksson). Salvo

una parentesi alla Fiorentina, tornerà alla Lazio, questa volta come primo allenatore, con un contratto biennale. Anche questa esperienza risulterà ricca di soddisfazioni, compresa una Coppa Italia. Il 7 luglio 2004 approda all’Inter per la prima esperienza. Fino al 2008 in nerazzurro gli scudetti saranno 3 e consecutivi, le Coppa Italia 2 e una Super Coppa. Dopo la parentesi

inglese e turca torna all’Inter il 14 novembre dello scorso anno in sostituzione dell’esonerato Walter Mazzarri. La storia di oggi è ancora tutta da scrivere, ma le premesse ci sono tutte per fare bene anche questa volta.

Ablo Carrizo

ltro portiere di rango, Juan Pa. Arriva alla Lazio nel luglio del 2007, pagato 7,5 milioni di euro, con un contratto da 650 mila euro a stagione per cinque anni. Il portiere argentino, per problemi burocratici legati alla naturalizzazione, giocherà nella squadra di Lotito solo nel 2011 ricoprendo il ruolo di terzo portiere dietro Federico Marchetti e Albano Bizzarri.

L’anno successivo andrà in prestito al Catania per poi approdare a Milano nel 2013 con un indennizzo di 250.000. L’esordio in nerazzurri porta la data del 10 marzo contro il Bologna, subirà la rete di Gilardino.

tre anni collezionando 82 presenze e parando 4 rigori. Nel luglio del 2006, finalmente, la grande occasione. La Lazio lo acquista con la formula del prestito oneroso con diritto di riscatto per 1,5 milioni di euro. Con i biancocelesti (2006-2009) scenderà in campo solo in due occasioni

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ommaso Berni, classe ’83, è oggi il terzo

portiere dell’Inter. Torna in casa nerazzurra dopo tredici anni. I suoi inizi sono proprio ad Appiano Gentile, correva l’anno 2001, dopo aver fatto parte delle giovanili della Beneamata, quando si trasferisce in Inghilterra al Wimbledon FC senza mai giocarvi. Nella stagione 2003-2004 fa ritorno in Italia per giocare in Serie B con la Ternana per

e subendo due reti. A fine stagione passerà alla Salernitana (16 presenze e 21 reti subite) per fare ritorno a Roma il 2009. Dopo le esperienze con il Braga, la Sampdoria ed il Torino, nel 2014 fa ritorno a casa, quella nerazzurra.


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Siamo in corsa per tutti i traguardi, Napoli da guinness

Giù al Nord

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l 2015 terminerà a Bergamo, la città dell’Atalanta, compagine che non ci ha certo dato mai grosse soddisfazioni , tranne quella di avere allevato e fatto diventare calciatore uno dei migliori centravanti della storia del Napoli, l’indimenticato mister” Due Miliardi”, al secolo Giuseppe Savoldi I, detto anche Beppegol. Si prevede una trasferta ostica ma non impossibile. Abbiamo passato il turno di Coppa Italia, giocando contro le riserve del Verona, ultimo in classifica, dimostrando anche una certa sofferenza fisica, siamo andati in gol grazie a uno uno strepitoso Mertens, a aprire le marcature Omar El Kaddouri su assist di Higuain, ha chiuso la goleada Josè Callejon”: risultato ottimo, partita e tempi di gioco un poco meno, mai come in questo momento, la sosta è benedetta. Il prossimo avversario di Coppa Italia ? L’Inter e non vedo l’ora di rincontrarla. Tutto sommato lo sapevamo già dall’inizio che non eravamo una squadra attrezzata per la vittoria finale. Maurizio Sarri tra l’altro aveva chiesto tempo, già a inizio stagione, per raggiungere certi traguardi. Attualmente ancora non siamo perfetti e abbiamo ancora tante

cose da affinare oltre che rimpinguare il parco giocatori, come ,ad esempio, è evidente la difficoltà a segnare quando le squadre avversarie si chiudono, abbiamo una enorme intralcio a mettere dentro la palla, non per niente in ben tre partite, il risultato è stato a reti bianche; troppo per una formazione che tenta la strada della presa del torneo di serie A. La Roma per esempio al San Paolo è venuta per non prenderle e c’è riuscita benissimo. Quello ottenuto a Fuorigrotta da parte dei giallorossi capitolini sarebbe anche un buon risultato se, magari, a stare tre punti sopra ci fossero

stati loro e non il Napoli, sarebbe stato un grande risultato se la Roma fosse stata una equipe alla stregua del Carpi e del Genoa, ma la Roma ha speso 200 milioni di euro e a inizio stagione dichiarava di puntare allo scudetto, ora se una squadra con queste prospettive viene a giocare con una diretta concorrente non dovrebbe gareggiare in quel modo: non penso davvero che siano in grado di lottare per la vittoria del campionato, al massimo possono salvarsi con molte giornate d’anticipo! Le misure sugli schemi di Sarri pare siano stati ben studiate dagli avversari, dunque,

a questo punto, credo che andrebbe rivista qualcosa, a partita in corso o già dal primo minuto, ad esempio quando gli avversari si chiudono in quel modo così osceno (come ha fatto la Roma) servirebbe verticalizzare di più a centrocampo e quindi dentro Vadlfiori e fuori Jorginho, arretrare Callejon al posto di Hysaj e inserire Mertens, inutile e dannoso a mio sommesso avviso insistere con quattro difensori di ruolo là dove gli avversari tolgono i loro attaccanti. Quello che si prospetta tra l’altro in maniera prepotente è il ritorno della Juventus, che ha inanellato

sei vittorie di fila ed è arrivata a due soli punti dagli azzurri e a sei dalla capolista Inter. Diventa sempre più intrigante questo torneo senza padroni. Il prossimo turno vedrà il Napoli impegnato contro l’Atalanta di Edy Reja, uno degli allenatori che hanno scritto la storia recente del Napoli; partita difficile perché sul campo degli orobici spesso gli azzurri sono usciti a mani vuote. Naturalmente i tabù sono nati per essere tra l’altro sfatati e credo che sia giunto il momento da parte di Sarri di sfatare anche questa cattiva abitudine napoletana, perché tra l’altro si rischia di allontanarsi troppo dalla vetta. Anche se la prova più difficile sarà affrontata a febbraio. Tra l’altro in questo inizio settimana c’è stato il sorteggio delle coppe

europee e per la verità a nessuna delle squadre italiane è andata molto bene, ad esempio al Napoli è toccato il Villareal, reduce da una vittoria importante contro il Real Madrid nell’ultima giornata della Liga Spagnola. Il Napoli, dunque, andrà incontro a una serie di scontri da far saltare le coronarie, i partenopei affronteranno queste gare : Juventus – Napoli domenica 14 febbraio; Villareal-Napoli giovedì 18 febbraio; Napoli Milan domenica 21 febbraio; Napoli – Villareal giovedì 25 febbraio; Fiorentina – Napoli domenica 28 febbraio . Davvero una bruttissima gatta da pelare, con la postilla che le squadre di Sarri proprio a febbraio subiscono un calo di forma. Incrociamo le dita.

La super Inter vuole abbattere anche la Lazio

Campionato

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’ un’Inter che piace e diverte quella che affronterà questa sera, nel posticipo di campionato a San Siro, la Lazio. La capolista ha messo la quinta ed ha rifilato un poker all’Udinese e battuto il Cagliari in Coppa Italia con una tripletta. Quella di oggi potrebbe essere una giornata a pro della squadra di Mancini, dal momento che le avversarie immediate, cioè Napoli e Fiorentina dovranno vedersela con due formazioni ostiche, come l’Atalanta ed il Chievo. Il compito più difficile è sicuramente quello dei partenopei, visto l’ottimo momento attraversato dai bergamaschi, anche se quest’ultimi hanno dovuto segnare il passo proprio con il Chievo, la scorsa settimana. I veronesi, che vantano una tradizione abbastanza positiva con la Viola (ricordate l’esordio del Chievo a Firenze con la vittoria nella prima di campionato?), sicuramente daranno filo da torcere ai tosca-

ni. Ma il pericolo, se non immediato, per l’Inter probabilmente sarà la Juventus alla ricerca con il Carpi della settima vittoria consecutiva. I bianconeri di Allegri, attualmente, sono quarti e dopo aver sorpassato la Roma, mirano a superare anche il tandem formato da Fiorentina e Napoli. Tra le squadre che inseguono la capolista, c’è sempre la Roma, seppure distanziata di sette punti dai nerazzurri. I giallorossi di Garcia, dopo l’inaspettata eliminazione dalla Coppa Italia da parte dello Spezia, affronteranno, all’Olimpico, un’altra ligure, un Genoa frastornato dalla sconfitta interna di Coppa Italia, con l’Alessandria, mentre il Sassuolo, sesta forza del campionato, con una partita da recuperare con il Torino, tasterà il polso al Verona di Delneri, nella sfida disperata del Bentegodi. Non facile la trasferta del Milan con il Frosinone, contro un avversario a caccia di punti per la sopravvivenza. I rossoneri, con il pareggio di San Siro con il Verona, hanno nuovamente segnato il passo, facendo imbufalire Berlusconi, che già aveva dovuto digerire il pareggio a reti inviolate con il Carpi. Il Torino ospiterà un’ Udinese con il dente avvelenato per i quattro gol presi dall’Inter.


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Vita di CLUB

INTER CLUB SENISE

Giovanni Labanca

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omincia nel lontano 1973 la lunga storia dell’Inter Club “Beppe Bergomi” di Senise, grosso centro in provincia di Potenza, denominato, per la sua bella posizione geografica, la Firenze del Sud. Nel suo comune troviamo la diga in terra battuta più grande d’Europa, un vanto per la regione Basilicata ed il migliore peperoncino “zafarn” d’Italia, un’altra perla della fiorente agricoltura, che caratterizza la circostante campagna. E vanto è pure questo glorioso

Inter Club che ha attraversato buona parte della storia stessa dell’Inter.

Venerdì scorso, nel magnifico Hotel Villa del Lago, si è svolta la consueta cena socia-

le, che ha radunato soci e famiglie, alla presenza del coordinatore regionale Ludovico Iannotti, anche per lo scambio degli auguri per Natale e l’anno nuovo. Il neo eletto presidente Vincenzo Uccelli ha dato, come di consueto, il benvenuto agli ospiti e, come continuatore di una lunga tradizione interista, ha ricordato chi lo ha preceduto, a cominciare da Stefano Tuzio, Mario Marino, segretario storico e poi presidente, a Egidio De Marco a Vincenzo Vergallito. La commozione ha preso un pò tutti e gli applausi non sono mancati, come non sono mancati gli incitamenti per la squadra che, finalmente, veleggia solitaria in classifica.

Il presidente Uccelli ha voluto ringraziare anche Giovanni Labanca, presidente del vicino Inter Club Terranova di Pollino, primo in Basilicata, che si è prodigato non poco per la costituzione del sodalizio anche a Senise, con l’allora segretario generale del Centro, Amos Zaccara e l’ispettore per l’Italia meridionale, Tommaso Luvarà. Il coordinatore Iannotti, da parte sua, ha lodato il grande attaccamento dei senisesi ai colori nerazzurri e la grande passione che li spinge, ogni domenica, a salire fino a Milano per sostenere la squadra,

accompagnati dallo storico striscione, che non manca mai al primo anello blu. E’ una grande dimostrazione di organizzazione e di volontà, quella che i ragazzi di Senise pretendono sempre più dai calciatori nerazzurri, che vorranno vedere sempre primi, fino alla conquista dello scudetto. A mille chilometri di distanza, sono certi, che quelli della Beneamata abbiano sentito. Stadio5 si congratula con i dirigenti ed i soci tutti per come hanno portato avanti, in un lungo percorso, il bel nome della loro glorioso Inter.


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Vita di CLUB

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INTER CLUB templari tutto rispetto, quella dell’Inter, in un momento particolare del suo cammino, non troppo felice e che vedeva allontanarsi i tifosi dalla squadra per la scarsezza dei risultati. Alla base della loro encomiabile decisione c’è stata forte la pas-

sione per i colori nerazzurri, che di gloria ne hanno vista tanta dal 1908 in poi, costruendo un patrimonio che non poteva e non si doveva far appannare. “Ci ha spinto, ci dice Pietro Gallenzi, una forza d’animo fuori dal comune e la necessità di pre-

farci raggiungere, ben presto, oltre 600 soci. Oggi siamo a quota 487, ma contiamo di varcare la soglia dell’anno scorso, aiutati anche dai buoni risultati della squadra di Mancini e dalla buona conduzione societaria di mister Thohir che, dopo gli iniziali comprensi-

Giovanni Labanca

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a storia parla chiaro. Fu nel 1119 che Ugo de’ Pagani fondò l’ordine benedetto dei Templari, presso la cittadina di Forenza, in Basilicata. Il successivo tentativo, in parte riuscito, dei francesi di appropriarsi di questo grande avvenimento storico, francesizzando i nomi, è stato via via sventato, anche se la storiografia moderna si è adattata, colpevolmente, alla versione transalpina. Sono nati, allora, come “difensori della fede”, quella cristiana e le loro gesta hanno attraversato la Storia, fino ad ispirare, tra l’altro, la costituzione di uno degli Inter Club più famosi di Milano: I Templari, appunto. E’ successo nel 2008, per opera di Angelo De Candiziis e Pietro Gallenzi, oggi presidente e vice del Club, perché di fede da difendere c’era, con servare e ravvivare lo scintillio dei trofei vinti in tutto il mondo calcistico. Con Angelo, abbiamo chiamato a raccolta tutti gli amici tifosi che, recependo il nostro messaggio, hanno aderito all’iniziativa con determinazione tale da

Giovanni Labanca

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erra di meravigliose ed incontaminate bellezze e ricca di sterminati pozzi petroliferi, il Dubai può contare anche su una folta rappresentativa di tifosi interisti. I soci dell’Inter Club Dubai, sempre più appassionati, si ritrovano spesso per vivere assieme momenti di amicizia e gioia. L’occasione migliore la offre, senza dubbio, la visione della partita dell’Inter, che costituisce anche un gustoso momento conviviale, oltre che di tifo.

INTER CLUB DUBAI

bili smarrimenti, ha ben salde in mano le redini di questa meravigliosa cavalla di razza, lanciata, di nuovo, verso traguardi ambiziosi che competono ad una blasonata compagine, dopo l’epoca di Moratti, a cui vanno tutti i nostri

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resce ancora la già grande famiglia degli Inter Club grazie alla inesauribile passione per i colori nerazzurri. E’ stato costituito, da poco tempo, l’Inter Club Jordan, formato da un appassionato gruppo di tifosi residenti in più parti della Giordania che, nonostante i noti problemi politici che interessano la zona medio-orientale, hanno deciso di dar vita ad un comune sodalizio, sospinti dall’amore per la Beneamata, a dimostrazione che il tifo non conosce confini e travalica mare, monti e deserti, oltre ogni logico confine. Il Centro Coordinamento e la Società prendono atto con piacere di questa nuova realtà associativa, cui augurano tanta fortuna. Stadio5 si unisce ai complimenti.

ringraziamenti per quello che ci ha saputo donare”. Non meno calorose sono le dichiarazioni del presidente De Candiziis. “Siamo orgogliosi del nostro gruppo, che ha ravvivato buona parte del primo anello arancio, che sembrava un vero e proprio letargo. Con le nostre bandiere e coreografie e, soprattutto, con il nostro entusiasmo, lo abbiamo trasformato radicalmente in uno dei settori più vivaci dello stadio. Siamo soddisfatti per questo impegno domenicale, molto apprezzato dalla Società, come siamo orgogliosi di annoverare tra i nostri iscritti anche perso-

naggi famosi, tra cui spicca come ultimo arrivato, Mario Corso, il Mandrake dell’Inter mondiale. Ne abbiamo tanti altri ed a tutti, indistintamente, va il nostro ringraziamento più vivo”. Ecco i moderni Templari che, benedetti da Ugo de’ Pagani, difenderanno, non con la spada, ma con la passione ed il cuore i colori nerazzurri della magnifica Beneamata. Direttivo: Presidente, Angelo De Candiziis; vice, Pietro Gallenzi; Consiglieri, Carlo Conte, Diego Ligorio, Pierluigi Fornara, Alberto Cicognani, Stefano Ferrè, Susanna Crisanti, Eugenio Marlacchi.

INTER CLUB giordania


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Vita di CLUB in Campania

N

on si vive di solo calcio. Cosi la pensano i numerosi Inter club della Campania, che oltre a seguire con assiduità la “Beneamata” a San Siro e in altri stadi d’Italia, hanno anche avviato da anni una

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In Campania sono tanti gli Inter club, ma non si vive di solo tifo nica e storica presidente Adriana De Leva. Sei sono i collaboratori provinciali (Avellino, Benevento, Caserta, Salerno e 2 per Napoli). Le difficoltà più grandi per un Inter Club che opera al Sud sono diverse e vanno dal fattore economico (tenere aperta una sede, pagare l’affitto, acqua e luce costa molto) a quello della sicurezza. Anni fa, precisamente nel lontano 1975, le sedi di Napoli, Castellammare ed Ottaviano furono assalite da pseudi tifosi del Napoli con bombe molotov, Day”(Celebrazione Eucaristica in ricordo dell’avvocato Giuseppe alla presenza del figlio), il “Beccalossi Day”a Sarno (Salerno), “Giacinto per sempre”, giornata speciale dedicata al compianto Facchetti alla presenza del figlio Gianfelice, “Inter Summer

serie di iniziative sociali, culturali e gastromiche. Attualmente gli Inter club campani affiliati sono 49. Quattromila gli iscritti. Il club con più anni di attività è quello di Napoli “Dal Vesuvio con amore”, seguito da Torre del Greco e Castellammare di Stabia. Il centro Coordinamento campano è guidato dalla vulca-

mentre allo stadio San Paolo, in occasione di Napoli Inter non sono mancati episodi spiacevoli come l’assalto e l’incendio a striscioni di club nerazzurri e raid punitivi fuori dallo stadio a tifosi dell’Inter residenti nel capoluogo campano. Significative le manifestazioni organizzate in terra partenopea, come il “Prisco

appiano day

In questa occasione, a vivere il club da protagonisti, sono state le rappresentative degli Inter Club del Co-

di Giovanni Labanca

nerazzurri è l’APPIANO

ordinamento Estero, giunti

DAY, una giornata intera

dalla Germania e Svizzera,

na delle iniziative più

vissuta, a rotazione, dagli

oltre ai soci del Coordi-

interessanti e piace-

iscritti ai Club a diretto

namento dell’Emilia e del

contatti con i calciatori.

Friuli Venezia Giulia.

U

volmente accolte dai tifosi

Tour” con giochi sulla spiaggia a Salerno e nella penisola sorrentina, la presentazione dei libri “Se no che gente saremo…” scritto dal figlio di Facchetti, Gianfelice e “Peppino Prisco, due penne e due colori a Pompei”. La visita alla Champions League a Sa-

lerno con contributo di 15 mila euro a telefono azzurro e la simpatica iniziativa il tifoso dell’anno, concorso organizzato nel lontano 2000 e vinto da Emilio Vittozzi, portavoce allora dell’ Inter club Salerno “Marcello

Parisi.” L’augurio più sincero che tutto questo possa continuare all’infinito perché, come sostengono i tifosi nerazzurri, l’Inter è una fede. Non si discute, ma si ama per tutta la vita.


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L’Inter vince ancora a Perugia Campionato Primavera Luigi Rubino

L

a Primavera di Vecchi si conferma squadra di rango. I nerazzurri chiudono benissimo il 2015, superano largamente il Perugia e agguantano il secondo posto, scavalcando il Cagliari fermato dal Milan e portandosi ad un solo punto dalla nuova capolista Chievo, vittoriosa sulla Salernitana. I nerazzurri, nell’anticipo giocato

venerdi, contro i grifoni hanno raggiunto il successo grazie soprattutto all’eccellente prestazione fornita nel secondo tempo. La squadra di Vecchi, in svantaggio nei minuti iniziale del match, si trasforma nel secondo tempo. Vecchi opera alcuni campi. Entrano Bakayoko e Correia. Escono Delgado e De La Fuente e il risultato cambia immediatamente. Il pareggio lo sigla Rapaic, su servizio di Bakayoko. Dopo tre minuti, i nerazzurri passano in vantaggio con una deviazione di Gyamfi. I nerazzurri dominano. Rapaic va vicino alla doppietta, colpendo il palo, poi arriva il terzo gol di Bakayoko, a termine di un’azione personale. L’ultima rete dell’Inter è invece di Correia che di sinistro non perdona. Nel

finale è poi Varfaj ad accorciare le distanze per i perugini. Perugia-Inter 2-4 Perugia: Santopadre, Pettinelli, Bonfini, ( 77’ Rondoni), Gualtieri, Trwquattrini, Bianchi, Castillo (85’ Pellegrini) Varfaj, Jakovlevs ( 73’ Salvucci), Buzzi, Vicaroni. All: Recchi Inter: Radu, Gyamfi, Gravillon, sobacchi, Miangue, Zonta, Bonetto, De La Fuente ( 46’ Bakayoko) Delgado, ( 46’ Correia), Baldini, Rapaic( 81’ Emmers). All: Vecchi Marcatori: 7’ Jakovlevs ( P ), 48’ Rapaic ( I ), 51’ Gyamfi,( I ), 69’ Bakayoko ( I ), 80’ Correia, 85’ Varfaj. Arbitro: Paolini di Ascoli. Ammoniti: Gualtieri ( P) Delgado ( I ), Bianchi ( P)

Continua la collaborazione tra CUS Milano e Inter! Tempo di campionato, un’atmosfera natalizia illuminata dalle luci del “Meazza”: prosegue l’iniziativa speciale Inter & Students, perché essere universitari è bello e vantaggioso. In occasione di Inter-Lazio, ultimo match casalingo del 2015, c’è un’offerta imperdibile per chi, come te, è iscritto al CUS Milano. A soli 10€ potrai assistere alla partita dal Secondo Anello Blu, in un’area dedicata agli studenti. In più, se lo vorrai, prima del calcio d’inizio potrai visitare il San Siro Museum al prezzo esclusivo di 5€. Infine, non perderti i racconti di chi ha fatto la storia del Club: potrai incontrare due giocatori di Inter Forever. Cosa aspetti? Vieni a San Siro per Inter-Lazio e festeggia il Natale con i tuoi amici! *L’iniziativa è rivolta a tutti gli studenti TESSERATI CUS MILANO, fino al compimento del 28° anno di età. Per Inter-Lazio è valida nei CUS Point Città Studi (Via Golgi, angolo Via Pascal), Università degli Studi (Via Festa del Perdono 7), Bicocca (Piazza dell’Ateneo Nuovo), Cattolica (Largo Gemelli, c/o sportello n°7 Polo Studenti), IULM (Via Carlo Bo 1).

Il Milan torna alla vittoria con il Cagliari

I

l Milan torna a vincere in campionato. La squadra di Brocchi non ha mai mollato per tutto il match. Costretti a giocare in dieci per l’espulsione di Llamas ( somma ammonizioni) al 55’ del secondo tempo, i

rossoneri ha giocato con grande determinazione per tutta la gara, portandosi sul doppio vantaggio, grazie a d un incontenibile Cutrone. Nella ripresa, subito il pari da un ottimo e pericoloso Cagliari, la squadra è poi riuscita

a vincere nel finale grazie ad un gol sottoporta di Bianchimano. Milan-Cagliari 3-2 Marcatori: 2’ e 45’ Cutrone ( M), 56’ Serra su rig ( C), 62’ Serra ( C ), 90’ Bianchimano ( M)


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domenica 20 dicembre 2015 www.stadio5.it Riccardo Maggese Web design Stadio5

M

i torna in mente quel 26 giugno 1975 a San Siro dove la Reggiana vinse 2-1 lo spareggio per rimanere in serie B e in cui, tra i pochi spettatori, mi sono voluto con orgoglio annoverare, acquistando un biglietto degli allora distinti di ben 500 lire. Sono da sempre stato affascinato da questa meravigliosa squadra. Non fosse altro per i colori grigioneri così anomali e che la rendono ancora di più unica tra le uniche nel mondo del pallone, in quella partita sportivamente nefasta per la compagine alessandrina, rimasi inoltre molto affascinato. Che dagli spalti si gridava “I grigi” come urlo d’ incitamento, e anche quello mi aveva elettrizzato ulteriormente, considerando che in maniera rozza e superficiale il grigio viene etichettato come un colore malinconico o peggio di cupa mestizia. In contrapposizione ai piu’ solari colori all’ arcobaleno piu’ convenzionali e celebrati. Ebbene da sempre questa squadra alloggia nelle mie più profonde simpatie calcistiche e non, ed ora piu’ che mai voglio suggellare la spettacolare e storica qualificazione agli otta-

Suoni e Sapori

Quando i ricordi riaffiorano vi di coppa ITALIA, ottenuta peraltro con un’altra grandissima nobile del nostro calcio il Genoa CFC. Forza Alessandria quindi. La squadra di STORICO blasone e artefice dei primi epici avvenimenti calcistici. Di inizio ‘900 dove la grande macchina dell’ ttuale SHOW BUSINESS stava avviandosi, in maniera implacabile fino ai giorni nostri sicuramente piu’ tecnologici e meno romantici, Una squadra con un velo di magica poesia, che viene da i primi campionati le prime

squadre, volute piu’ che altro da “emigranti” inglesi di passaggio nel Bel Paese per motivi di lavoro o motivi passionali, era il tempo dell’ EXPO universale della tour Eiffel e della Milano dell’ EXPO del Sempione (1906) ed ecco fare il suo ingresso nel campionato italiano di calcio dalle ceneri della polisportiva forza e coraggio nel 1912 la Unione Sportiva Alessandria, dalle storiche firme di Amilcare Savojardo (cognome piemontese doc) e di Alfredo Ratti nominato

non solo calcio Suoni e sapori del Mediterraneo

Quanno nascette Ninno a Betlemme, era notte e pareva miezojuorno. Maje le stelle, lustre e belle, se vedèttero accussì. E ‘a cchiù lucente, jette a chiammà li Magge a ll’Uriente. A no paese che, a no paese che se chiamma Ngadde, sciurettero le vvigne e ascette ll’uva. Ninno mio sapuretiello, rappusciello d’uva si’ tu ca, tutt’ammore, faje doce ‘a vocca e po’ ‘mbriache ‘e core. Non c’erano nemice non c’erano nemice pe’ la terra. La pecora pasceva co’ ‘o lione. Co’ ‘o capretto, se vedette ‘o liupardo pazzeà. Ll’urzo e ‘o vetiello e, co’ lo lupo, ‘mpace ‘o pecoriello. S’arrevotaje ‘nsomma, s’arrevotaje ‘nsomma

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primo direttore sportivo succesivamente la grande fusione nel 1916. Tra Foot Bal Club e Unione Sportiva Alessandria che nel 1916 diventando Alessandria Unione Sportiva e mantenendo la meravigliosa maglia grigia eredità della “Forza e Coraggio” eccola quindi la mitica Alessandria che è arrivata con un tragitto straordinario, ai giorni nostri passando per 13 stagioni in Serie A tra il 1929 e il 1960 e 20 in Serie B (l’ultima nel 1974-1975); raggiunse inoltre una finale di Coppa Italia, nel 1936. Oltre alle vittorie di un campionato di Serie B, uno di Serie C e uno di Serie C2, conta nel suo palmarès una Coppa Italia di Serie C, vinta nel 1973, e una Coppa CONI, conquistata nel 1927. Tra i più celebri giocatori che hanno indossato la maglia grigia sono da ricordare il Pallone d’oro 1969 Gianni Rivera e i Campioni del Mondo Bertolini, Borel, Ferrari e Rava, oltre a Carlo Carcano e Adolfo Baloncieri. RIOCRDIAMO i mitici anni del primo dopoguerra, con la “scuola alessandrina” che, diede continuità ai dettami importati nei primi

anni dieci dell’allenatore inglese George Arthur Smith, prevedeva metodi di allenamento e tattiche di gioco inediti per il calcio italiano, l’Alessandria del 73/74 con la storica promozione in serie B successivamente persa con lo spareggio che ho ricordato allo stadio di San Siro contro la Reggiano nell’ anno successivo. Mi rammarico molto di non avere mai varcato i cancelli del Mocagatta impianto calcistico STORICO. Costruito per fare fronte alle richieste dei numerosi tifosi, ma anche su richiesta del regime fascista che voleva anche ad Alessandria un impianto adatto alla “piazza”, all’epoca tra le più importanti d’Italia. Il campo venne

inaugurato il 28 ottobre del 1929 e chiamato “Campo del Littorio”. Nel 1946, con la caduta del regime, lo stadio venne intitolato al presidente della squadra, nonché sindaco della città piemontese. Alle spalle della porta alla destra della tribuna centrale vi era un cancello che lo delineava e lo rendeva unico assoluto, spero non venga mai sostituito o apportate troppe modifiche strutturali o peggio sostituito con uno di quegli enormi catini stereotipi di questi anni 2000 che rendono gli stadi tutti uguali e privati di appartenenza e personalità.

BUON NATALE A TUTTI NOI DELLA REDAZIONE E AI NOSTRI LETTORI

Quanno Nascette Ninno

”-(S. Alfonso Maria De Liguori -1600 ca)

tutt’ ‘o munno, lo cielo, ‘a terra, ‘o mare e tutt’ ‘e ggente. Chi dormeva, se senteva ‘mpiett’ ‘o core pazzeà pe’ la prejezza. E se sonnava pace e contentezza. Guardavano le ppecore, guardavano le ppecore ‘e Pasture. E n’Angelo, sbrennente cchiù d’ ‘o sole, comparette e lle decette: “Non ve spaventate, no. Contento e riso, la terra è addeventata Paraviso”. “Quando nacque Gesù Bambino” Quando nacque Gesù Bambino a Betlemme, era notte e sembrava mezzogiorno. Mai le stelle, lustre e belle, si videro così. E la più splendente andò a chiamare i Magi dall’Oriente. In un paese, in un paese che si chiama Engaddi, fiorirono le vigne e uscì l’uva. Bambino mio

saporito, ramoscello d’uva sei tu che, tutto amore, rendi dolce la bocca e poi ubriachi i cuori. Non c’erano nemici, non c’erano nemici per la terra. La pecora nasceva con il leone. Col capretto, si vide il leopardo giocare. L’orso e il vitello e, con il lupo, in pace il vitello. Si sconvolse insomma, si sconvolse insomma tutto il mondo, il cielo, la terra, il mare e tutte le genti. Chi dormiva si sentiva in petto il cuore giocare per l’allegria. E sognava pace e contentezza. Guardavano le pecore, guardavano le pecore i pastori. E un Angelo, splendente più del sole, comparve e disse loro: “Non vi spaventate, no. Felicità e riso, la terra è diventata un paradiso”.


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Attualità

Giovanni Labanca

T

anti lo hanno giudicato inopportuno ed affrettato, tanti lo hanno salutato come un evento giunto al momento giusto, secondo i rispettivi punti di vista. Il “guaio”, se così possiamo chiamarlo, è che lo Stato del Vaticano è situato nel centro di Roma e, quindi, ne determina, in modo massiccio, la vita stessa della capitale. Ogni avvenimento previsto in Vaticano ricade, inevitabilmente, sulla città eterna, nel senso che, dal punto di vista logistico, è quella che deve subirne le conseguenze, positive e negative allo stesso tempo. Il Papa comanda e Roma si deve adeguare e non è così semplice, se pensiamo alle disastrose condizioni in cui la città

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finestra sul mondo e dintorni

Il Giubileo della misericordia e degli stolti dei Cesari è stata ridotta in questi ultimi anni. Offre di sé la peggiore immagine politica e strutturale, come una qualsiasi città del terzo mondo in via di sottosviluppo. Un concetto questo che stride con la Roma turistica, monumentale, paesaggistica, culturale e sociale che la pongono in bella evidenza agli occhi dei milioni di visitatori, che ne affollano alberghi, ristoranti, gallerie d’arte, castelli, con conseguente e ben accetto apporto economico continuo e lucroso, che va ad impinguare le casse del Campidoglio, dello Stato e dello stesso già ricco ed opulento Vaticano. “Pecunia non olet”, come si diceva da queste parti, quando la lingua ufficiale era quella dei Cicerone, degli Imperatori e dei dittatori, la qual cosa è sempre stata vista di buon occhio, tanto da far sopportare gli inevitabili disagi creati per il traffico ed il sovraffollamento. Papa Francesco queste cose le sa bene, come lo sapevano altrettanto bene tutti i suoi predecessori, ma per quello che la sua carica gli impone non può fermarsi davanti alle intricate contingenze terrene, avendo ben presente che anche lo Spirito pretende la sua parte

e “suggerisce” il tempo di agire per il bene della Chiesa. Ora, coincide con quello della grande massa dei credenti che premono sulle mura vaticane , alla pari degli eserciti antichi: la religione ha i suoi tempi ed il compito di un buon Pastore è quello di coglierne l’attimo nel momento del bisogno. Il Giubileo straordinario è stato ritenuto necessario proprio ora, in un epoca in cui i conflitti religiosi sono all’ordine del giorno ed un forte smarrimento aleggia periglioso tra l’esercito di Cristo. Ecco, quindi, la grande manifestazione cui nome migliore non si poteva dare: Giubileo della misericordia. A Papa Francesco, alla Chiesa, è la Misericordia quella che interessa fortemente, mentre nel mondo il cuore degli uomini sembra chiudersi sempre più in egoismi e disinteressi verso il prossimo più bisognoso, verso l’umanità sempre più sofferente e lacerata da mille guerre. Interessa ora che si vanno smarrendo, sempre più, i principi cristiani o comunque religiosi, che vorrebbero tutti più uguali, tutti maggiormente fruitori della tanta ricchezza terrena, attualmente sparse a piene mani per molti e assolutamente

negata per tanti altri. La Chiesa, per suo mandato divino, non può non predicare l’accoglienza di poveri , dei diseredati, di coloro che soffrono ed hanno bisogno del prossimo, che deve amare gli altri come se stesso. E’ il suo compito principale quello di spronare tutti i potenti della Terra a fare di più, molto di più, soprattutto per i bambini di ogni razza e paese, anche se sa di suscitare le “obiezioni” popolari di chi ha un occhio diverso con cui guarda il mondo che lo circonda. Lo sanno bene in Vaticano e

L’ingiustizia della Giustizia gradi di giudizio per poi vedersi mischiare le carte che non provano né movente né di essere l’assassino al di sopra di ogni ragionevole dubbio. La Cassazione ha condannato a sedici anni un presunto colpevole, si dovrebbe partire dalla presunzione di innocenza, che ha già scontato otto anni non in carcere ma all’inferno. Il delitto di Garlasco, come sempre accade in questi casi, non ha vincitori né vinti. La famiglia della povera Chiara Poggi vivrà, da innocente, il suo ergastolo a vita ed il presunto colpevole,

perché sulla base dei fatti resta ancora tale, vive imprigionato all’inferno da otto anni e resterà il mostro per il resto dei suoi giorni. Se deve bastare un solo ragionevole dubbio per mettere in libertà un colpevole a danno dell’imprigionare un innocente, Alberto Stasi dalla sua ne ha avuti a centinaia di ragionevoli dubbi. Lo stesso Pubblico Ministero, con onestà intellettuale e professionale, ammette la debolezza dell’impianto accusatorio che non da alcuna certezza circa la colpevolezza di Stasi, ma non

L’ISIS E’ IN LIBIA. OCCHIO A SIRTE

infatti, l’Arabia Esaurita è riuscita a prendere accordi con diciotto stati islamici, che si sono detti favorevoli ad una azione militare per chiudere in una sacca l’ISIS.

S

e Alberto Stasi, anche secondo la verità processuale, sia colpevole o innocente non è dato saperlo, ma quello che fa accapponare la pelle, e temere di finirci dentro prima o poi, è la consapevolezza che la giustizia, quella processuale, deve trovare un colpevole a tutti i costi e costi quel che costi. Scandaloso, neppure io so se Alberto Stasi ha commesso l’omicidio, prendere atto che in galera ci finisce un ragazzo assolto nei primi due

I

l Califfato, come un mostro colpito a morte, ha un sussulto e prova a scatenare tutta la sua rabbia e forza che gli è rimasta contro gli obbiettivi più facili da abbattere. L’esempio è Parigi e, a seguire, Sirte, dove i due governi libici fino all’altro giorno giocavano a ping pong, accusandosi a vicenda di non voler firmare un armistizio di pace. Con l’ISIS in casa, però,Tripoli e Tobruk si sono finalmente messe d’accordo, sotto l’egida dell’ONU per formare un governo nazionale unito, per potere estirpare

Attualità

Severa Bisceglia

il cancro del terrorismo. Intanto, Francia e Russia continuano a martellare con bombardamenti a tappeto e missili da crociera le aree ancora sotto controllo dell’ISIS. In primo luogo, in Irak, le forze della coalizione provano a riconquistare sul terreno Mosul, città dove è nato Saddam Hussein. Proprio a Mosul c’è una diga che in questi giorni è difesa da 450 soldati italiani, mandati in settimana da Renzi. La diga è a pochi chilometri dalla città e per il momento è sotto controllo dei Curdi. Non si ferma l’iniziativa

internazionale per mettere fine al Califfato. A inizio settimana,

proprio per incoraggiare a trovare soluzioni che accontentino tutti, il Papa venuto dalla umiltà ha aperto la Porta Santa, quella della Misericordia, che il mondo cristiano si appresterà, nell’anno del giubileo, a varcare per chiedere perdono a Dio e ritemprarsi nello Spirito Santo. Quanti saranno i pellegrini, milioni o migliaia, che riempiranno piazza San Pietro o la lasceranno a metà , come è successo il giorno dell’apertura del Giubileo? Ecco, per questi conteggi entrare in campo la solita stampa specializ-

zata più in beghe da comare che in analisi serie. Verdetto: il flop del Giubileo, la gente abbandona Francesco, gli scandali scoperti e i tanti già noti hanno lasciato il segno, ha vinto il terrore. E della Misericordia chi se ne occupa? Ma cosa interessa alla gente. Questa, piuttosto, vuole sapere se il grande colonnato del Bernini avesse abbracciato fedeli fino alla capienza o fosse rimasto in buona parte inoperoso, per giù titoloni sul fallimento di un sacro evento che dura un anno e che si prefigge di portare a Roma anche un solo pellegrino penitente. Da quando in qua , queste cose delicate si giudicano come se si trattasse di un film o di una partita di calcio? Lo vorremmo sapere anche noi da certi professori dell’informazione. Sta accadendo quello che era già successo per l’EXPO di Milano. Per questo il fallimento era stato dato per certo, sin dai primi giorni, quando ancora le folli oceaniche erano ben rintanate in casa in attesa del momento giusto, che poi è arrivato ed hanno travolto,vincendo, la stessa stampa, che oggi “prega” per il fallimento del Giubileo. Per i rappresentanti di questa non ci potrà mai essere porta santa che tenga, perché stolti erano e stolti rimarranno. Nei secoli dei secoli. Amen.

basta neppure questo. Alberto Stasi va condannato perché perché ha uno sguardo di ghiaccio, non mostra alcuna emozione né pentimento, quest’ultimo deve presumere la colpevolezza del soggetto, e quindi bisogna dare un messaggio forte e chiaro: alla gogna colui che è stato già condannato dall’opinione pubblica per dare, forse, pace alla famiglia della vittima di turno. Ma se gli occhi azzurri ed inespressivi di Stasi sono la miglior prova della sua colpevolezza, perché Sabrina Misseri è stata condannata all’ergastolo se con i suoi occhi castani si è resa protagonista per mesi mostrando pietà per il destino che la sorte ha riservato alla sua

cuginetta? Gli occhi azzurri non vanno bene, non vanno bene neppure quelli castani. Non va bene mostrare freddezza davanti alle telecamere e non paga neppure piangere fiumi di lacrime. La nostra giustizia non premia né cerca la verità, seppur processuale, ma condanna qualcuno perché va messa a tacere la coscienza, soprattutto quella pubblica. Se il giovane commercialista di Garlasco fosse veramente innocente, quale somma potrà ripagarlo di tanta sofferenza? Se è stata commessa un’ingiustizia legata alla verità non lo sapremo mai, ma quella processuale si. Un’ingiustizia grande come una casa.

A Sud, Assad sta sferrando, grazie agli aiuti russi, una potente offensiva contro quello che resta del Califfato. Da qui la fuga verso la Libia di parecchi militanti dell’ISIS. Nel frattempo, proseguono i negoziati di pace per la Siria, sponsorizzati dalla Russia, in accordo con gli Stati Uniti. Venerdì, i negoziati da Mosca a New York son proseguiti per la continuazione delle trattative multilaterali. Il ministro degli esteri russo Lavrov , dopo il colloquio al Cremlino tra il segretario di stato USA Kerry ed il presidente Putin, è stato definito sostanzialmente positivo. Con Kerry sono stati concordati alcuni passi per rendere la lotta all’ISIS sempre più coordinata.

Russia e Stati Uniti, in pratica, hanno trovato terreno comune sui gruppi di opposizione da invitare ai negoziati di pace per la Siria.

buco NERO

Luigi Sada


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Augura a tutti voi, proprio tutti, tanta pace e rispetto


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Musica

Il Geometra

Riccardo Sada

Ramberto Ciammarughi tra i più grandi pianisti italiani

è ospite con il suo pianforte e la sua maestria nel brano “Ultimi”

Ultimi”, album d’esordio de Il Geometra, racconta molte storie differenti accomunate da un trait d’union rappresentato dal tema della sconfitta. Alcuni brani di “Ultimi” con un taglio autobiografico vogliono raccontare, in forma lirica, di piccole sconfitte quotidiane quanto di eventi capaci di spezzare la quotidianità provinciale della band. Altri sono invece calibrati su eventi storici riguardanti l’Italia. Diversi brani raccontano alcuni complessi di Jacopo (autore de Il Geometra) come quello di essere stato da piccolo un calciatore mediocre e in “Ultimi”, title track dell’album, canta del terzo

portiere di una squadra giovanile di provincia e di quanto il suo essere totalmente fuori luogo tra i pali della porta si rifletta anche nella sua quotidianità e di quanto si debba essere folli per accettare un ruolo così scevro da glorificazioni. Gli arrangiamenti sono caratterizzati dalla scelta di suonare la chitarra acustica in fingerpicking in onore aMark Knopfler (decisione dettata dalla stima per il musicista inglese) portando l’accostamento di arpeggi molto serrati, dal sapore country/folk ai campioni di batteria elettronica e ai sintetizzatori. Stefano Riccò, produttore artistico dell’album, è stato il contributo fondamentale nel

dare una giusta declinazione a “Ultimi”: registrare al meglio le chitarre acustiche per poi abbinarle alle voci più aggressive e definite ed infine amalgamare il tutto con sonorità più elettroniche, quasi a voler stemperare e ”sdrammatizzare” la parte analogica. Il Geometra, band Umbra (Foligno), esordisce nel luglio 2014 pubblicando un Ep totalmente autoprodotto intitolato “La vita è un tutto sommato” (aiutati dalla direzione artistica, di Francesco D’Oronzo) contenente 5 canzoni. Booking: Panico Concerti. “http://www.panicoconcerti.it/”

Mai Personal Mood, “HABITAT”

H

abitat è il

improvvise che si snodano

enormi, di strade dissesta-

racconto di

in maniera decisamente

te, delle antenne sui tetti, di

situ azioni

più narrativa attorno ad

un tramonto sul mare vi-

di vita quo-

un paesaggio urbano com-

sto da un grattacielo, delle

tidiana lontano da casa, co-

plesso che definisce in tutte

stazioni affollate, delle file

stantemente nella dimen-

le sue sfumature l’Habitat

ai gate dei voli economici

sione alla quale i membri

della band. Un Habitat me-

e dei riflessi sul finestrino

della band sentono di ap-

tropolitano non sempre ac-

dell’asfalto in corsa. L’uscita

partenere maggiormente,

cogliente ma non per que-

di Habitat è prevista per il

quella del viaggio. Senti-

sto meno affascinante, fatto

mese di ottobre 2015 ed è

menti si, emozioni anche

di geometrie strabilianti, di

stata anticipata dalla pub-

ma quelle perdute e quelle

palazzi decadenti, di viali

blicazione (il 30 luglio) del

primo singolo in anteprima: Ego.

Info www.snowypeach.com

Capodanni e dintorni per tutti i gusti

U

ltimo numero di Stadio 5 di questo 2015, la circostanza migliore per riassumere in questo articolo i prossimi appuntamenti serali, da prendere seriamente in considerazione. A Milano i party non si fermano mai, nemmeno la notte di Natale. Venerdì 25 infatti

l’Amnesia ospita l’orma tradizionale maratona musicale con il dj Ilario Alicante (nella foto di Fiamma Tedaldi), in versione allnightlong. Alicante deve essere sempre più considerato uno dei dj techno italiani più amati al mondo. Lo dimostrano le sue recenti performance all’edizione

Ilario Alicante @ Amnesia Milano

sudamericana del festival Creamfields e il suo ep “No End”, uscito lo scorso 17 novembre e che ha rappresentato il suo esordio sulla label Soma Records, festeggiato con un mixato realizzato in esclusiva per Slam Radio e diventato subito virale. Esploso nel 2008 con il brano “Vacaciones in Chile”, in tutti questi anni Alicante ha dimostrato di essere tutt’altro che una meteora, bensì una stella polare della musica elettronica. Sempre venerdì 25, il Juice di Treviolo, in provincia di Bergamo e pochi chilometri dal capoluogo lombardo, propone Giorgia Angiuli (nella foto). Compositrice e polistrumentista, Giorgia Angiuli si divide tra Firenze e Berlino. Con il suo progetto audio-video We Love, ha firmato un contratto esclusivo con la label Bpitch Control di Ellen Allien, con conseguenti serate nei migliori club del mondo. Il suo radio-show si intitola

Live Is More e ospita artisti di ogni dove. Tra stile pop, techno e house, Giorgia Angiuli si produce in una dimensione particolare attraverso la voce, l’uso di giocattoli per bambini e sintetizzatori analogici. Per quanto concerne i Veglioni, l’appuntamento clou è senza dubbio al Fabrique di Milano, con l’evento organizzato dall’Amnesia Milano in collaborazione con Sincronie e Daze. In consolle Fritz Kalkbrenner, Luca Agnelli, Baikal, B. Converso e Stefano di Miceli. Giovedì 31 è comunque festa grande un po’ ovunque: Old Fashion, Byblos, The Club e Le Banque propongono i rispettivi party a tema. I Magazzini Generali, infine, spiazzano decisamente tutti, con l’ospitata di Kelly Lang, la Brooke della soap opera Beautiful, che ha superato da tempo le 7200 puntate. Giorgia Angiuli


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Cinema

Anastasia Mazzia

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l tanto atteso nuovo capitolo della famosa saga di Guerre Stellari, “Star Wars - Il Risveglio della Forza”, diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle nostre sale dal 16 dicembre. La pellicola è stata avvolta, sia durante la sua lavorazione che in fase di post produzione, da un velo di mistero riguardo la trama. La sinossi ufficiale recita: “C’era l’Impero, e c’erano i Ribelli che lo combattevano. Quelle battaglie ora sono parte del passato, la Storia ha assunto i contorni della Leggenda e i suoi protagonisti sono ora in gran parte dispersi. I nostalgici dell’Impero hanno ricompattato le loro fila e sono ora fedeli al Nuovo Ordine, deciso a portare a termine quanto cominciato dai Sith tanti anni prima, cercando di estendere il loro dominio sulla Galassia e rovesciando la pacifica Repubblica; a contrastarli,

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Star Wars - Il risveglio della Forza tuttavia, vecchi e nuovi Ribelli si riuniscono sotto la guida del Generale Leia Organa, veterana del conflitto e una delle ultime depositarie del potere della Forza. Luke Skywalker, il grande eroe della Galassia, è scomparso tempo prima e sarà l’ago della bilancia della nuova, imminente guerra... chi lo troverà per primo? L’oscuro Kylo Ren o gli eroi per caso Rey e Finn?” Molte sono le aspettative: i fan della saga, dopo la delusione della nuova trilogia - prequel, avevano espresso molti dubbi sull’imminente opera di J.J. Abrams. In realtà, le attese e le speranze dei fan troveranno finalmente una risposta positiva ai loro desideri: perché il mito di Guerre Stellari, quello della trilogia originale del 1977 è tornato! Il regista Abrahams omaggia, infatti, la trilogia originale riproponendo le antiche atmosfere e lo stesso registro narrativo. Ci sono i mitici protagonisti di allora, da Harrison Ford - Han Solo alla Carrie Fisher -Principessa Leia, oltre a Wookiee Chewbecca ed i simpatici droidi R2-D2 e C-3PO. Con magnifici effetti speciali ed un buon uso del 3D si ritrovano l’antico spirito d’avventura e tutta l’umanitàprofonda della lotta tra il Bene ed il Male del creatore originario della saga, George Lucas. J.J. Abrams però guarda anche al futuro: ci sono nuovi personaggi, nuovi eroi

e dinamiche tutte da scoprire. Così si assiste ad un vero e proprio passaggio di consegna: c’è la coraggiosa Rey (Daisy Ridley), la nuova depositaria del potere della Forza, l’impavido Finn e l’affascinate pilota Bo. Sono loro

adesso il nuovo volto della Resistenza che dovrà combattere contro le Forze del Male. “Star Wars - Il Risveglio della Forza” è il primo capitolo della nuova trilogia, e, nonostante i molti elementi positivi, denota alcuni li-

miti e lacune giustificate dal fatto che si caratterizza per essere un traghettatore tra ciò che è stato e ciò che sarà. La pellicola di J.J. Abrams così vuole far breccia nei cuori dei vecchi fan della saga ed allo stesso tempo, però, aspira a

conquistare nuovi adepti. “Star Wars - Il Risveglio della Forza” è il degno sequel della trilogia originale: visivamente spettacolare, ottimi effetti speciali e tanto pathos.

Star Wars Il Risveglio della Forza tutte le curiosità

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l film più atteso dell’anno, “Star Wars - Il Risveglio della Forza”, arriverà nelle nostre sale dal 16 dicembre diretto da J.J. Abrams, noto regista di “Mission Impossible III” e “Star Trek”. Settimo capitolo della famosa saga di Guerre Stellari, il film è il sequel della trilogia originaria creata da George Lucas. Molte sono le curiosità riguardo questo film, che lo rendono già campione di molti risultati. Ancor prima di arrivare al cinema la pellicola ha già conquistato i botteghini internazionali con prevendite stellari. Infatti, “Il risveglio della Forza” ha incassato ben 50 milioni di dollari dalle sole prevendite in Nordamerica. Secondo i principali analisti del settore, la pellicola potrebbe eguagliare e perfino

superare gli incassi di “Avatar”, che nel 2009 sbancò il botteghino superando i 2.8 miliardi di dollari. Un’altra curiosità riguarda la splendida musica che accompagna la pellicola: Gustavo Dudamel, il noto direttore d’orchestra della Los Angeles Philarmonic, ha contribuito a dirigere la colonna sonora del film scritta da John Williams. Riguardo invece le prime reazioni: sono state tutte molto positive. Il Los Angeles Times lo ha definito: “Molto semplicemente: è il film di STAR WARS che stavate aspettando”. Per Rainn Wilson, famoso attore delle serie tv “Six Feet Under”, il film è “epico, meraviglioso e perfetto”, mentre Rob Lowe ha twittato: “C’è un nuovo eroe in città, in un film che mantiene le promesse. Ho pianto come un bam-

bino e gridato come un adolescente”. A differenza degli entusiasmi di critici e personaggi famosi, il regista George Lucas, creatore e regista del primo film del 1977 e della trilogia prequel, ha espresso le sue perplessità in merito. Lucas, infatti, ha dichiarato che il nuovo film piacerà sicuramente ai fan della saga, ma che rovinerà completamente la sua visione! Infine, “Star Wars 7” è solo il primo capitolo di una nuova trilogia: l’ottavo ed il nono capitolo della saga saranno diretti rispettivamente da Rian Johnson (“Looper”, “Brick-Dose Mortale”), e Colin Trevorrow, noto regista di “Jurassic World”. La release dell’ottavo capitolo è prevista per il 2017, mentre il nono uscirà solo nel 2019.


domenica 20 dicembre 2015 www.stadio5.it

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Teatro e...

Bianca Ara

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esto di Edward Bond e regia di Lisa Ferlazzo Natoli in scena al Teatro India. “King Lear” è una delle opere di Shakespeare più note e rappresentate, i sentimenti e le situazioni sono facilmente riconducibili all’attualità. Il rapporto tra padri e figli, la violenza come strumento per raggiungere il potere e mantenerlo con tutti i mezzi, si mescolano ed intrecciano con i sentimenti più forti. L’angoscia

BOLLETTINO TEATRALE DALLA CAPITALE

“IL MURO” di Bond… Edward Bond per il tradimento subito, la fragilità del nostro essere, la follia come unico rifugio sicuro, l’illusione che segue il gesto d’amore calpestato, la scoperta che per raggiungere la pace interiore si deve prima attraversare il dolore. “King Lear” di Shakespeare è una tragedia cosmologica. Quello che crolla nel “Lear” di Bond è l’idea di un mondo che non c’è. C’è come una spaccatura seguita da una caduta senza fondo. La sua identità di Lear è un paranoico e tutti coloro che gli succedono, si prodigano a costruire un muro per tenere fuori i nemici. L’intera struttura e il senso intorno a cui si scrive la storia affrontano la questione occidentale: quella dei confini geografici e culturali e delle ferite su cui si sono edificate le controverse democrazie degli Stati-Nazione. Non a caso nella vicenda tutto gira intorno a un muro, ad una

compressione, a uno stato di pericolo diffuso che ci costringe a rintracciare altre mura che, sempre più sottili, ci chiudono in un centro ridotto a una silenziosa periferia dell’anima. Si parla di violenza a largo spettro, si parla di società, che manipolano e ridefiniscono il concetto di violenza, rendendolo via via più minuzioso, accettabile nella sua quasi trasparenza. Violenza peculiare, inquietante che, come un incubo misterioso, si spande sulla vita di ogni azione in scena. Per far si che nella compressione senza scampo della storia si produca una crepa nei personaggi prima e dello spettatore, poi. Questo Lear, inedito in Italia, racconta di un mondo ancora dominato dal mito originario dello Stato e del suo scontro con il reale. Indubbiamente una bella messa in scena, con un certo spessore e intensità, bella regia, bravi gli attori, scene semplici e forti al tempo stesso, ma ci viene da chiederci: per quanto sarà ancora necessario portare in scena la violenza… è una storia che si ripete lunga tutta una vita e di più.

THEATRICAL BULLETIN FROM THE CAPITAL

“THE WALL” by Bond... Edward Bond

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ritten by Edward Bond and directed by Lisa Natoli Ferlazzo on stage at the Teatro India. “King Lear” is one of Shakespeare’s most famous and represented works, the feelings and

situations are easily traceable to current events. The relationship between fathers and sons, violence as a tool to achieve and maintain power, the struggle sparing no means to maintain it, mingle and intertwine with the

strongest feelings. The anxiety about betrayal, the fragility of our being, the madness as the only safe haven, the illusion that follows the gesture of trampled love, the discovery that to achieve inner peace you must first experience pain. “King Lear” by Shakespeare is a cosmological tragedy. What collapses in Bond’s “Lear” is the idea of​​ a world that is not there. There is as a rupture followed by a fall that doesn’t end. Lear is identified as being paranoid and all those who succeed him, do their utmost to build a wall to keep out the enemies. The whole structure and meaning around which history is written addresses the Western issue: that of geographi-

cal and cultural boundaries and wounds on which democracies are built. It’s no coincidence that in the story everything revolves around a wall, a compression, a state of widespread danger that forces us to track down other walls that close us in a small centre in a quiet suburb of the soul. There is talk of violence on a broad-spectrum, there is talk of society that manipulates and re-

defines the concept of violence, making it more and more meticulous, almost acceptable in its transparency. A peculiar and eerie violence, like a mysterious nightmare, spreads on the life of every action on stage. It’s a compression with no escape from history that produces a crack in the characters and then the viewer too. This Lear, performed for the first time in Italy, tells of a world

that is still dominated by the original myth of the State and its clash with reality. Undoubtedly a beautiful staging, with a deep intensity, remarkeable direction, good actors, simple but powerful setting… but then we ask ourselves: for how long more will it be necessary to speak about violence... it’s a story that repeats itself throughout a lifetime and much more than that.


domenica 20 dicembre 2015 www.stadio5.it

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urora Ramazzoti non riesce a non far parlare di sé, la novità è un tatuaggio sulla schiena, un cuore pulsante, simbolo di “fratellanza”. La foto del tatuaggio è stata postata sui social dalla stessa Aurora, che tiene in alto i capelli mostrando il disegno. La ragazza ha ormai diciannove anni e ha scelto uno degli studi più conosciuti di Milano per farsi tatuare, tatuaggio che la figlia di Michelle ed Eros ha sempre sognato di avere. Dopo aver condiviso la foto ha infatti scritto “nel-

la mia vita sulla mia pelle dentro al mio cuore. Sempre #brotherhood. Come sempre i fan hanno opinioni contrastanti, chi dice “so che per te avrà un significato speciale ma ti prego non ti riempire, non ne vale la pena, sei bella bella come sei”, e chi invece è entusiasta del disegno. È un periodo d’oro per la ormai grande Aurora, soprattutto dopo il successo riscontrato con XF9, nel quale spera di essere anche nella stagione seguente. Un grande in bocca al lupo.

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anremo 2016 si avvicina e sono già iniziate le discussioni su chi potrebbe affiancare il presentatore Carlo Conti nella conduzione di questa edizione. Il ruolo prestigioso sarebbe conteso dall’attrice Laura Chiatti, che già aveva condotto l’edizione 2013 al fianco di Al Bano e dalla showgirl e presentatrice Vanessa Incontrada. La Chiatti, impegnata con l’uscita del film di Leonardo Pieraccioni, “Il professor Cenerentolo”, non rilascia dichiarazioni, la Incontrada, invece, sembrerebbe molto entusiasta. Per ora risulterebbero in trattativa anche Virginia Raffaele e Eros Ramazzotti, nonché Laura Pausini, tutti possibili ospiti. Chissà quale sarà il volto femminile che affiancherà Carlo Conti, che vorrebbe il meglio per la conduzione del festival.

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otizie poco rassicuranti in ambito amoroso per la coppia formata da Federica Panicucci e Mario Fargetta, che sembrerebbe ormai al termine, con l’annuncio da parte dell’avvocato di lei, della separazione dei due. Tra i tanti pettegolezzi e le tante storie che circondano la coppia sembra ormai arrivato l’addio, che arriva con un immenso dispiacere, ma che arriva come una decisione ponderata congiuntamente, come dichiarato dal legale della presentatrice, che sottolinea inoltre il grande rispetto che lega Federica e Mario. Una storia che è nata del 1996, il matrimonio però era arrivato solo nel 2006, come in tutti i matrimoni le discussioni erano presenti, ma fino alla scorsa estate la separazione sembrava improbabile. I due dimostrano comunque tanta maturità e saggezza, chissà magari possano trascorrere le vacanze insieme.

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l clima natalizio ha colpito anche i vip, Aida Yespica si è infatti preparata a festeggiare il natale in grande stile, nella elegantissima residenza californiana, nella quale, con l’aiuto del piccolo Aaron Ferrari, di ormai sette anni, ha addobbato un grandissimo abete. La showgirl ha infatti pubblicato una foto natalizia con suo figlio e tanto di cappellino di babbo natale, scrivendo “home sweet home”. Aida ovviamente è in gran forma, e

ltre che di festività natalizie è tempo di compleanni in casa Bonolis, dove Sonia Bruganelli, compagna del famoso conduttore, ha postato una foto con la bellissima e piccola Adele Bonolis, per festeggiare gli otto anni appena compiuti. Lo scatto è davvero dolcissimo, scatto dedicato alla piccolina, ritratta in un abbraccio con la mamma, che scrive

“auguri piccolo avvocato di 40 anni, intrappolato in un corpo di 8 anni”. Adele è la più piccola dei figli avuti da Sonia con Paolo Bonolis, la più grande è infatti Silvia, seguita da Davide, questa famiglia sembrerebbe proprio simile a quella della mulino bianco, se ne parla sempre bene e non si può che sperare nell’arrivo di un altro pargolo.

19 non manca di far notare che il figlioletto è identico al padre, il calciatore Matteo Ferrari, con il quale la relazione è terminata da tempo, lei vive infatti con il compagno Roger Jenkins, con il quale sembra aver trovato amore e tranquillità. Aaron però non manca di andare a trovare il papà che gioca in una squadra canadese, a Montreal. Sembra che il natale oltre ai regali porti serenità a tutti.


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