N 43 2015 milan sampdoriaweb

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sabato 28 novembre 2015 anno 5 numero 43

Sport

Milan

& Spettacolo

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Sampdoria

ti...

Pesto alla genovese


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Vedo Napoli e poi muoio…. I

Sandro Mazzola

R

agazzi è bellissimo guardare dall’alto della classifica il gruppo di concorrenti per lo scudetto che ci sta sotto. Lunedì sera il compito che aspetta l’Inter al San Paolo con il Napoli non è sicuramente facile, però io sono abbastanza ottimista in un risultato positivo. Non dico che mi accontenterei d un pareggio, ma se arriva lo chiuderei in cassaforte, con grande soddisfazione. Il Napoli è un autentica macchina da gol, anche se l’altra sera , in Europa League col Brugge, con le seconde linee, è andato a segno una sola vol-

ta. Un ringraziamento particolare va, comunque, all’Empoli che la scorsa settimana è riuscito a fermare la Fiorentina al Franchi, con un meritatissimo pareggio, che ha permesso all’Inter di balzare da sola al comando della classifica. Mi auguro, per noi che lunedì sera pure il Sassuolo faccia

Milan Allenatore

STADIO

bene la sua parte contro la Fiorentina che ci fa sentire il fiato addosso. Interessante sarà la sfida di Palermo, dove arriverà una Juventus carica ed in ripresa per la vittoria conto il Manchester City. Sono curioso di vedere all’opera la Roma, dopo il 6-1 incassato dal Barcellona, contro l’Atalanta. Sta-

MEAZZA

di gioia sera scenderanno in campo i cugini contro la Sampdoria ed ho paura che l’aeroplanino faccia qualche scherzo a Donnarumma e compagni. La

Sampdoria ha il dente avvelenato per la sconfitta di Udine e vorrà uscire sicuramente da San Siro con un risultato positivo. Oggi, infine, alle diciotto, vedremo il rigenerato Bologna di Donadoni impegnato a Torino contro l’ostico undici di Ventura. Se il Bologna riuscirà a strappare almeno un punto potrà ritenersi più che soddisfatto, per ilo rilancio che gli ha dato Donadoni, un tecnico molto preparato che vedrei bene al Milan in un prossimo futuro.

Sampdoria ORE 20.45 Allenatore

l Milan vuole resuscitare, Natale è vicino i punti sono pochi e Mihajlovic incontra la sua ex squadra. L’anticipo serale del 14° turno dice che una vittoria serve per allontanare la minaccia di una scelta radicale del club rossonero, sempre più distante dal tecnico serbo. Così sembra, così si vocifera. Corridoi freddi quelli di via Aldo Rossi, quartier generale del Diavolo. La Sampdoria ha iniziato malissimo il post-Zenga, con una sconfitta molto amara, che potrebbe avere delle ripercussioni qualora Montella non dovesse portare punti dalla trasferta milanese. Entrambe le squadre stanno attraversando un brutto momento, ma se nel Milan il problema è strutturale, i blucerchiati nulla hanno fatto per evitare questa situazione. L’ex Uomo ragno non piaceva ai tifosi, è stato preso e poi esonerato, nonostante una classifica dignitosa. Ferrero non si è dimostrato uno scienziato nelle scelte, magari migliorerà col tempo. Alla luce di tutto questo al Meazza si affrontano due belve ferite, che potrebbero dare vita a una sfida molto interessante. Il tecnico rossonero sta ancora litigando col modulo: vorrebbe il 4-3-1-2, ma gioca col 4-3-3, probabilmente per far contento qualcuno. Un trequartista puro non ce l’ha. Montolivo non si trova a suo agio a giocare spalle alla porta, Honda è inconsistente e Suso sembra un alieno. C’era Saponara, per il quale la pazienza è stata messa da parte. A gennaio arriverà un architetto, sperando non coincida con la dipartita di Mihajlovic che odora sempre di tempo passato. Bisogna scegliere di rimanere come si è partiti per non correre il rischio di fare peggio. I dirimpettai insegnano. A proposito, loro se la devono vedere col Napoli che non perde dalla prima giornata e che ha in Higuain-Insigne, la coppia che ha realizzato già 17 gol in campionato. Non si scherza. Di fronte, la squadra con il tandem del gol più forte d’Italia contro una difesa pressoché imbattibile. Uno scontro tra Maurizio Sarri e Roberto Mancini. Due stili di gioco diversi. Il primo piace e diverte, il secondo è pragmatico e non convince. Giocano entrambi per il primo posto in classifica. Nessuno può più nascondersi.

Sinisa Mihajlovic

MILAN

Vincenzo Montella

(4-4-2)

Donnarumma Abate, Alex, Romagnoli, Antonelli; Kucka, Poli, Montolivo, Bonaventura; Bacca, Niang

Arbitro: Daniele

Doveridi Roma

(4-3-1-2) SAMPDORIA

Viviano De Silvestri, Silvestre, Moisander, Regini Carbonero, Fernando, Barreto; Soriano; Eder, Muriel


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Forse è la volta buona

la partita

Partita difficile per Sinisa Mihajlovic, una sconfitta rimescolerebbe le carte anzitempo

classifica marcatori

LA CLASSIFICA

sulla panchina dei blucerchiati, sembra più in salute. Il Milan arriva dalla sconfitta di misura rimediata, in una bruttissima partita, allo Juventus Stadium e la Sampdoria dalla sconfitta,

Gonzalo Higuain

sempre per 1-0, in trasferta con l’Udinese. Due situazioni precarie a confronto. Il tecnico serbo risulta precario già da qualche partita, e per certi aspetti il suo stato è meritato grazie soprattutto alle scelte sbagliate in campo, mentre l’Areoplanino risulta precario, suo malgrado, perché precario, a mio avviso, è l’umore del presidente Ferrero. Proviamo ad interpretale la gara del Meazza in questo anticipo della quattordicesima giornata. Il tecnico rossonero ha il dovere di vincerla questa partita, deve dimostrare alla squadra che lo ha annoverato tra gli allenatori di razza che al Milan non ci è arrivato per caso. Vincenzo Montella, invece, deve assolutamente vincere dopo la

sconfitta rimediata al suo esordio e dimostrare al presidente che sa ancora vincere. La sconfitta dei rossoneri costringerebbe la società a guardarsi intorno, ammesso che non lo stia già facendo da tempo, e la sconfitta dei blucerchiati metterebbe già Montella nella condizione dell’ex Walter Zenga: vincere o perire. Il Milan proverà ancora con il 4-3-3, nonostante il 4-4-2 risulti più alla sua portata, e provare a schierare Bertolacci. Ancora problemi in difesa, invece, per la squadra ligure che deve rinunciare a Zukanovic squalificato. A difendere la porta del Diavolo l’ormai insostituibile Donnarumma mentre Abate, Alex, Romagnoli e Antonelli prove-

Éder Citadin Martins

Nikola Kalinic

Lorenzo Insigne

9

9

7

10

*

30

16

28

15

28

15

ranno a non distrarsi. In cabina di regia il solito Montolivo che in questa stagione gioca a corrente alternata e la speranza del gol è affidata ancora a Giacomo Bonaventura, Alessio Cerci e Bacca. La Sampdoria risponderà con un probabile 4-3-1-2 con l’inserimento di Regini, vista la squalifica di Zukanovic, come terzino sinistro e in avanti il dubbio è tra il colombiano Muriel ed il barese Cassano. Il Milan gode dei favori del pronostico, almeno sulla carta, ma la partita sarà accesissima fino al triplice fischio, la Sampdoria non può permet-

la Serie A, ventinove i pareggi mentre i liguri hanno avuto la meglio in ventisette gare. Nelle gare giocate al Meazza il Milan risulta ancora più in vantaggio con trentasette vittorie rispetto alle dieci sconfitte. I pareggi tra le due compagini a San Siro sono dieci, l’ultimo nella noiosa gara della passata stagione dove il Milan recupera il gol di Soriano con la rete di de Jong aiutato dalla deviazione di Ducan. Il destino rossonero sembra segnato anche in questa stagione e la crisi di risultati sembra una maledizione non intenzionata ad abbandona-

tersi di sbagliare e lotterà con le unghie e con i denti fino alla fine. Anche le statistiche sono a favore del Diavolo, cinquantotto vittorie nelle centoquattordici sfide dirette nella storia del-

re i colori rossoneri dall’esonero di Massimiliano Allegri seguito da quello di Clarence Seedorf e Filippo Inzaghi. Il Tulipano e SuperPippo ricevono ancora il bonifico da via Aldo Rossi.

o ic o n ov on jl dic iha eri di M um o i n gioc al

re ancora uno spiraglio di luce per iniziare il cammino verso l’uscita. Siamo alle porte del Natale, prossimi al classico giro di boa e la tanto agognata rinascita è ancora una chimera. Sinisa

al somila rr n id no ep n iù si

D

ifficile fare peggio di così. La società rossonera, dalla partenza di Massimiliano Allegri, ha inanellato una serie di errori evitabili, dovuti soprattutto a scelte sbagliate, e quel che è peggio, sembra non vede-

Mihajlovic sta facendo molta fatica, oltre le sue stesse aspettative, non riesce a trovare il giusto modulo e la squadra inizia a subire con sofferenza le sue scelte. Il tecnico serbo, apparentemente sereno del suo “mandato, sa di rischiare grosso e probabilmente il panettone lo mangerà lontano da Milanello. Questa sera a San Siro incontrerà la Sampdoria, sua ex squadra che, nonostante i due punti di differenza e l’esordio col botto di Vincenzo Montella

Carlos Bacca

Gervinho

6

6

1 partita in più

27

22

21

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16

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13

11

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Antonio Cassano

Vincenzo Montella

Alessio Romagnoli

Andrea Poli


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Djamel Mesbah

Sinisa Mihajlovic

Matias Silvestre


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I Cugini

Severa Bisceglia

C

hiude questa quattordicesima giornata il posticipo del San Paolo che vede contro la miglior difesa del campionato contro il miglior attacco, quello più accattivante e divertente. Napoli-Inter

tenopea, spumeggiante, sicura delle proprie capacità e del terreno di gioco. Sarri ha ridato al gruppo consapevolezza e bel gioco, quel gioco che Benitez aveva vergognosamente spento. Dall’altra parte del campo si posizionerà una squadra con il probabile 4-33 che ha al suo attivo almeno 4 variabili e quindi pronta a confondere le certezze di mister Sarri, l’operaio del calcio che molto sta insegnando ai suoi “ricchi” colleghi. Sarà una sfida scudetto? Presto per assegnare il tricolore, ma è sicuramente giunta l’ora di dimostrare che in cima alla classifica non si è per caso o per demerito degli avversari. Sarà, questa, la sfida della svolta: l’Inter per confermare il “non gioco” che l’ha pro-

l’esclusione di Mauro Icardi, così come accaduto contro la Roma, ed in questo caso la responsabilità del tecnico sarà altissima. Nonostante tutto, l’argentino resta il capocannoniere nerazzurro. In panchina Icardi, dunque, per fare posto al tridente rapido con Jovetic prima punta ed il sorprendente Ljajic con Perisic esterni. Quello di Mancini è puro studio, come arginare i limiti della propria squadra per avere la meglio contro avversarie che almeno in attacco hanno più ‘cartucce da sparare’, anche questo è calcio. L’Inter deve andare a giocarsi questa partita con una prestazione da grande squadra, solida e compatta, capace di ottimizzare gli sforzi e segnare quanto basta per poi chiu-

sfida d’altri tempi

per confermare la prima posizione o per segnare il sorpasso e far capire chi ha più numeri per arrivare fino in fondo da protagonista. L’Inter non può più nascondere le sue ambizioni di scudetto e tornare finalmente a giocarsi il prossimo anno la Champions League, di contro il Napoli, come la squadra nerazzurra ha subito una sola sconfitta in questa stagione ma con un pareggio in più, ha effettuato un percorso pulito e sicuro che è sotto gli occhi di tutti. Squadra, quella par-

iettata in cima ed il Napoli per confermare di essere la squadra che ha i numeri maggiori. Una cosa è certa: se la squadra partenopea che corre spedita come un treno effettua il sorpasso, difficilmente qualcuno potrà raggiungerla. Una gara all’insegna dell’ingegneria calcistica. Roberto Mancini, consapevole di non disporre di calciatori della caratura di Higuain e Insigne lì davanti, deve spiazzare il collega mandando in campo la quattordicesima diversa formazione. Potrebbe ripetersi

dere i cancelli con la coppia centrale, ormai collaudata, Murillo-Miranda a difendere la porta di Handanovic che, se in buona, è praticamente imbattibile. Davanti, come anzidetto, vi sono variabili che possono fare la differenza in queito big-match. Il serbo Adem Ljajic ha dimostrato di poter partire titolare per dare ai compagni maggior gioco e assist mentre a Medel sarà affidato il compito, Kondogbia e Brozovic in posizione più avanzata, di foraggiare il tridente d’attacco.

Sfida dal sapor di scudetto

Al S. Paolo per tentare l’impresa Q uanto vale Napoli-Inter, big match della 14esima giornata di campionato? Molto, poco o niente? Al di là dei valori dei singoli calciatori, difficile dare una risposta precisa. Il calcio, si sa, non è scienza esatta, nè matematica con la quale è possibile trovare subito la soluzione giusta all’incognita scudetto che, a differenza degli altri anni, molto probabilmente sarà assegnato solo a metà maggio, sul filo del traguardo, anche perchè siamo solamente a 1/3 del campionato ed il cammino è ancora lungo. Unica certezza che la sfida, anzi la supersfida del S. Paolo, lunedì sera si annuncia bollente. Si aspettano conferme ed indicazioni sulla forza delle due contendenti, inseritesi presto e a sorpresa (il discorso riguarda più l’Inter n.d.r) nella lotta al vertice, scalzando addirittura madama Juventus, costretta ora a recuperare non solo su nerazzurri e partenopei, ma anche sulla Roma, che nonostante qualche scivolone è nel gruppo di testa, pronta a lottare per il fatidico e prezioso triangolino tricolore, insieme alla sorprendente Fiorentina di Paulo Sousa; tecnico inizialmente mal digerito dai tifosi viola, e che, in pochi mesi, è passato dalle contestazioni agli applausi. L’Inter arriva a Napoli da capolista. Non accadeva dal 15 maggio 2011 , quando la formazione nerazzurra, guidata in panchina da

Josè Mourinho impattò 0-0 con i partenopei, allora settimi in classifica con Mazzarri in panchina. La situazione ora è ben diversa. Rispetto ad allora il Napoli presenta una rosa di giocatori di alto livello, si trova al secondo posto e dispone una delle migliori coppie d’attacco, la più prolifica del campionato, formata da Insigne, autore finora di 7 centri e Higuain, capocannoniere del campionato con 10 reti di cui, ben 8 di queste sono state realizzate nel catino del S. Paolo a squadre come Sampdoria, Lazio, Juventus, Fiorentina, Palermo ed Udinese. I nerazzurri però quest’anno, pur con una formazione in gran parte rinnovata, si trovano lassù e sembrano già pronti a dare battaglia per centrare l’obiettivo prefissato della Champions e addirittura contendere lo scudetto a squadre più collaudate. Attualmente quella dell’Inter è la migliore difesa del campionato, è imbattuta da 4 partite e ha subito soltanto 7 gol in 13 partite finora disputate, uno in meno del Napoli che, grazie al lavoro di Sarri, ha finalmente assestato il reparto difensivo che può contare anche sulle buone prestazioni del suo portiere Reina, il quale non subisce reti da cinque gare. Il confronto tra le due squadre però non può esaurirsi qui. Al di là dei tanti giocatori stranieri presenti nelle due formazioni, interessante sarà seguire

Luigi Rubino

le strategie di gioco dalle due panchine, dove siedono due tecnici preparati come Sarri e Mancini i quali sono riusciti a trasformare, in poco tempo, le loro squadre ottenendo risultati inaspettati in una campionato mediocre, ma che, in fin dei conti, diverte sempre. Facile è stato il compito del tecnico napoletano che, con una intelaiatura di squadra già collaudata, con giocatori pronti e di qualità, non ha impiegato molto a trovare la giusta inquadratura sia a centrocampo che in difesa. Difficile invece il lavoro che sta facendo Mancini che tra esperimenti e cambiamenti tattici, a seconda dell’avversario, sta plasmando la squadra a dovere. Ora l’Inter è prima. Riuscire indenne dal S. Paolo per i nerazzurri sarà però difficile. Importante è provarci. L’Inter non vince a Napoli da ben 18 anni, precisamente dal campionato 1997/1998 (2-0 con reti di Galante e autogol di Turrini).

Napoli-Inter Sarà un sfida tra il gioco del Calcio e l’industria del Pallone T

utto sommato devo ringraziare i tifosi del Verona che hanno ridato un senso vero alla retorica artificiosa, manifestatasi ultimamene nei campi di calcio, di un pacifismo manierista espresso dall’esposizione di bandiere francesi, sventolate negli stadi al suono dell’inno francofono. Preferisco, infatti, la realtà verista dei cori che inneggiano al Vesuvio, cantati a squarciagola al Bentegodi, alla falsa enfasi con cui viene cantata, in questi giorni, la Marsigliese. Tra l’altro per uno come me, di provata fede borbonica, sarebbe stato oltremodo ipocrita cantare l’inno dei giacobini, che infestarono le mie contrade uccidendo e massacrando, senza remora, centinaia

di lazzari ed insorgenti, proprio mentre cantavano quest’inno, tra i più sanguinolenti esistenti al mondo (un versetto, fra i tanti, come esempio: “... marchons! marchons! Qu’un sang impur, abreuve nos sillons!” “...marciamo! marciamo! Che un sangue impuro abbeveri i nostri campi). Per quel che riguarda il razzismo becero che si consuma, oramai da sempre, in tutti i campi del nord, nei nostri confronti, non ci si fa più caso; l’abitudine è diventata regola e comunque, per chi come me, si batte per un ritorno al passato, è tutto grasso che cola, linfa per le battaglie identitarie che mi vedono da anni in prima linea. Un grande Bravo a Lorenzo Insigne che ha deflorato la porta di Giulietta, proprio mentre gli scaligeri imploravano il Vesuvio di lavarlo con il fuoco. La gara di Verona ha ribadito, tra l’altro, che le avversarie del Napoli hanno deciso di rinunciare al confronto. Infatti tutti, ormai senza vergogna alcuna, affrontano la squadra di Maurizio Sarri

prendendo spunto dalla partita di Carpi: in 11 dietro la linea del pallone. Alla fine, però, pure Mandorlini le ha prese. Non c’è storia: calcio 2-anticalcio 0. A proposito di anticalcio, lunedì prossimo affronteremo la regina di questo progetto, che è, ironia della sorte, prima in classifica, dopo tredici turni, cioè la Beneamata Inter di Roberto Mancini, squadra capace di inanellare ben sette risultati con lo stesso score: quello dell’uno a zero, palla

lunga e pedalare. La gara contro l’Inter sarà per il Napoli l’ennesima prova del nove, anche se personalmente credo non dovrebbe esserci storia, visto la differenza del tetto ingaggi dei nerazzurri, superiore anni luce a quello dei nostri, vista la potenza mediatica della squadra milanese e vista pure la forza politica delle equipe del nord che da sempre dominano il calcio italiota; basti pensare, a conferma di ciò, che lo scudetto è sceso al sud, tra

Napoli, Cagliari, Roma e Lazio, soltanto nove volte dal 1898 ad oggi. Certo, per quanto riguarda la sola partita di lunedì prossimo, potremmo anche sperare in una vittoria, ma alla lunga sono scettico. I lombardi sono primi in classifica e hanno dalla loro il fatto di non dover giocare le coppe europee; questa situazione credo li abbia molto favoriti in questo scorcio di stagione, in quanto impegnarsi per un solo obiettivo è un fattore molto propizio per la corsa allo scudetto. Finora i nerazzurri hanno perduto una sola volta, anche male, in casa, a San Siro, contro la Fiorentina di Paulo Sousa, con un quattro ad uno che avrebbe schiantato la psiche di una squadra debole mentalmente, ma i meneghini si sono subito ripresi dalla Waterloo contro i viola, al punto che oggi sono primi, da soli, ad essere in testa al campionato italiano. Certo, un Gonzalo Higuian non ce l’hanno tutti e manco l’Inter ce l’ha. Certo, il gioco e la compattezza tra

i reparti e la bellezza degli schemi del club azzurro non tutti ce l’hanno e manco l’Inter ce l’ha. Certo, un tifo come quello partenopeo non tutti ce l’hanno e manco l’Inter ce l’ha. Certo, una coppia da diciassette gol in tredici partite non tutti ce l’hanno e manco l’Inter ce l’ha. Il calcio in Italia, tuttavia, non si basa su questi ma su altri requisiti; tali requisiti il Napoli non li possiede, mentre l’Inter si: qui finisce il gioco del calcio ed inizia l’opera dell’industria del pallone. Sarà una bella partita tra Napoli e Inter, non decisiva per le sorti del campionato, ma che darà vita ad uno scontro tra due compagini, dove una squadra proverà a giocare a pallone e l’altra proverà a fare punti, senza proporsi e per poi magari “ingarrare”, giocando un calcio da fermo, ma risolvendo così, in maniera “tattica”, da squadra pratica, la partita a proprio favore. Come diceva il caro Marcello D’Orta: Io? Io speriamo che me la cavo.


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Jeremy Menez

Andrea Bertolacci

C

ontinuano i problemi per Jeremy Menez legati alla schiena. Non è bastato un periodo di riposo e recupero di due mesi dopo l’ultimo intervento. L’incontro in Coppa Italia disputato dai rossoneri contro il Perugia ha risvegliato i vecchi dolori costringendo ancora una volta il francese al riposo forzato. La speranza di Sinisa Mihajlovic è di riaverlo a Milanello almeno fra una decina di giorni. L’attaccante è ancora impegnato nella riabilitazione. Difficile ipotizzare il suo ritorno in campo ad allenarsi con i compagni. Le speranze sono per fine Febbraio.

B

ertolacci è sulla via del recupero dalla lesione al bicipite femorale. Non lavora ancora sui campi di Milanello con i compagni, ma potrebbe farvi ritorno già la prossima settimana. L’auspicio del tecnico rossonero è di averlo in rosa almeno per la fine di novembre.

D

e Jong è quasi pronto. Il suo ritorno in campo, dopo la lesione del flessore, è atteso per la prima parte di dicembre

Nigel De Jong Mario Balotelli

M

ario Balotelli è venuto a riposarsi a Milano. La pubalgia che l’affligge, praticamente dal suo arrivo al Milan, non tranquillizza i tifosi rossoneri. Non si riesce a programmare il suo ritorno sui campi di gioco, lo staff medico ipotizza fine novembre. Resta ancora tutta da valutare la sua condizione fisica.

Diego Lopez

R

ientro, invece, per Diego Lopez previsto per metà dicembre. Colpito da tendinopatia rotulea.


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Vita di CLUB

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Milan Club chieti alta tensione

Giovanni Labanca

S

i chiama “Alta Tensione”, solo perché è intitolato a Pippo Inzaghi, il centravanti sempre al massimo, ma è Milan Club formato da tifosi sereni, sempre ben disposti a qualsiasi opera che possa assicurare un vita sociale e sportiva nel rispetto più assoluto delle regole dettate dall’AIMC. Una dei fiori all’occhiello dell’attività del sodalizio è il Memorial “Claudio Lippi”, il giornalista di Milan Channel prematuramente scomparso, giunto alla terza edizione. Al torneo di calcio a 5, organizzato dal Milan Club “Alta Tensione”, hanno partecipato i Milan Club abruzzesi ed un club “extra-regione”, quello di Monopoli ben accolto dagli amici chietini. La manifestazione ha riscosso, anche quest’anno, un grande successo, riuscendo a far convergere a Chieti oltre 200 persone, provenienti da ogni parte della regione, che hanno vissuti momenti di gioia e di

I

intensa emozione, soprattutto quando è stata esposta la Champions League, vinta dai rossoneri ad Atene nel 2007 e arrivata in città con la Vestale Nuccia Malvestiti. Accanto allo sport non è mancata, come è giusto che sia stato fatto,la beneficenza, perché l’intero incasso è stato devoluto alla ONLUS “Fondazione Milan”.

n occasione delle partite che si svolgono a San Siro, la Società ospita in tribuna d’onore tutti i club , a rotazione. Per il Trofeo Berlusconi è toccato al Milan Club Saluzzo. Di cui

Il Memorial è stato vinto, ai calci di rigore, dal Milan Club Teramo, che si è presa una bella rivincita sul Milan Club Monopoli, trionfatore nella precedente edizione. Hanno partecipato al torneo i Milan Club di Ortona, Capistrello, Teramo, Vasto, Penne, Chieti, Casalbordino, Nocciano, Pescina, San Valentino, Palmoli, Monopoli, ed in serata

si sono aggiunti i club di Tollo, L’Aquila, Pescara, Silvi e Pineto. Il presidente Matteo Lanza ha salutato calorosamente tutti i partecipanti ed in modo particolare i graditi ospiti della serata, Miriam Crosta, delegata nazionale dell’Associazione Italiana Milan Clubs e la delegata regionale Nella Grossi.

La serata si è conclusa, come è sempre buona abitudine, con una cena che si è protratta fino a tarda serata, alla quale hanno partecipato i tesserati del club, i tifosi accorsi a vedere il torneo e tutte le squadre partecipanti. Il Milan Club Chieti si presenta, il presidente Lanza Presidente “La passione è la nostra forza” Questo il direttivo: Presidente, Matteo Lanza; Vice presi-

OSPITI IN TRIBUNA di Giovanni Labanca

dente, Marco Cosanni; Segretario, Stefano Primiterra. Soci fondatori: Riccardo Quibrino; Matteo Di Cristofaro; Matteo Ricciuti; Matteo Mantini; Matteo Gialloreto; Francesco Verzulli; Daniele Peca. Stadio5 si congratula con questo attivissimo Club che fa onore, per la sua passione, allo sport e, di conseguenza, anche alla simpatica città di Chieti.

vediamo nella foto i rappresentanti. Per Milan Chievo, erano in tribuna i Milan Club Landriano, Caldero e Dueville, i cui presidenti sono nella foto.


Samp, paura di volare sabato 28 novembre 2015 www.stadio5.it

Ospiti di Giovanni Labanca

F

errero, quel pirotec-

dovrebbe disegnare cerchi

nico presidente che

di gloria ogni domenica,

salta come un frin-

perché, diciamocelo chiaro

guello quando gli va bene,

e forte, la Samp, dopo l’ec-

ha cambiato il timoniere

cellente campionato della

della sua barcarola, proprio

scorsa stagione,

quando sembrava ne avesse

giustamente grandi ambi-

trovato uno adatto alle sue

zioni che, purtroppo per

desiderata nell’uomo ragno

i tifosi, sono rimaste tali,

di nome Walter Zenga. E le

dopo l’addio di Mihajlovic,

cose, come invece sperava-

che, illuso, credeva di fare

no tutti, non sono andate

fortuna a Milanello, dove

per il verso giusto tanto da

, invece, lo hanno messo a

richiedere

l’atterraggio a

dormire su una graticola

Bogliasco

dell’aeroplani-

arroventata.

9

nutriva

no ex viola Montella, che ,

E’ un periodo di riflessioni

avendo dimenticato le ali

che potrebbe anche portare

in qualche magazzino di

a San Siro una squadra rin-

Firenze, non riesce ancora

novata nelle forze e nello

a volare, come vorrebbe,

spirito, per il semplice mo-

nel blu dipinto di blu..cer-

tivo che avranno difronte

chiato di Genova.

un Diavolo spelacchiato,

Non si potrebbe pretende-

remissivo e quindi non

spettato. Avessimo osato

sacrosante ambizioni , ma

re subito di più e questo

capace più di tanto da far

un po’ di più, avremmo po-

chiedo un po’ di tempo per

Sentito Diavolo, capito

per noi. Lo dobbiamo far

lo sa anche il buon Bacic-

paura.

tuto portare a casa almeno

capire la squadra e cercare

Sinisa? Questi marinai di

saltare dì gioia come sa fare

cia, il Giovanni Battista

Montella non vuol sentir

un punticino. Capisco le

i giusti correttivi. Il Milan

Sampierdarena hanno vo-

solo lui, perché merita una

con la pipa in bocca, sem-

parlare di crisi. “ Il passo

preoccupazione del pre-

è come noi e questo ci av-

glia di risalire la corrente

bella ricompensa. Da gio-

pre spenta, quando, invece

falso di Udine è stato ina-

sidente e condivido le sue

vantaggia. Ce la giochere-

e battere i marosi da navi-

catore esperto sento che

gati genti di mare e proprio

qualcosa di buono faremo

un marinaio nato in terra

a San Siro, il mio ex stadio,

di Bari, l’anziano girovago

che non può non vedermi

Antonio Cassano lancia la

protagonista, come piace a

sfida la Milan e sprona i

me, con una squadra non

compagni alla battaglia su

arrendevole.”

un terreno non impossibi-

Il Milan è avvisato: arriva

le.

la Samp alla ricerca dei bei

“ Guagliò, per tornare a

tempi di Vialli e Mancini,

vincere ci vuole la testa

per la verità lontanissimi e

a posto, innanzi tutto. Le

quasi dimenticati, ma sem-

gambe dure verranno di

pre comodi per il cronista

conseguenza e la sfida di

che scrive di calcio, per far

Milano cade proprio a pen-

dimenticare Fantozzi e dare

nello per dimostrare che

gioia a Baciccia che, peren-

non stiamo proprio messi

nemente con il fiammifero

malissimo. Io ,per amore

in mano, questa sera vor-

dei bei colori sociali, ho

rebbe dar fuoco , topo tan-

dato sempre il massimo ed

te attese, al suo tabacco e

è quello che vi chiedo, cari

inviare confortevoli segnali

compagni di avventura. Il

di fumo verso la Lanterna.

mo alla pari”

presidente merita ben altro

a fronte dei sacrifici che fa


10

R

iflettori puntati sul San Paolo , lunedì sera nella super sfida tra Napoli ed Inter. La squadra di Mancini pare finalmente si sia sbloccata sotto rete, con i quattro gol rifilati al Frosinone la scorsa settimana e di conseguenza è un ottimo segnale, in prospettiva del macth con i partenopei. Il Napoli, però, non scherza. Arriva pure lui da una serie di prestazioni eccellenti ottenute sotta la guida di Sarri, non visto di buon occhio nelle prime gare di campionato, dove gli azzurri avevano un po’ segnato il passo, vedi la sconfitta con il Sassuolo. Sassuolo , che due ore prima della sfida del San Paolo, ospiterà la Fiorentina, reduce da due pareggi consecutivi per 2 a 2, rispettivamente contro Empoli e Basilea. Da seguire con attenzione la sfida di rilancio del Barbera, dove si affronteranno, domani sera, Palermo e Juventus, con i bianconeri

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Scontro al vertice al San Paolo tra Napoli ed Inter in gran spolvero, dopo la conquista del primo posto nel girone di Champions League con il Manchester City. La squadra di Zamparini ha promesso battaglia e per la vecchia signora non sarà sicuramente una passeggiata la gara contro i rosanero di Ballardini. Non sarà da meno anche la gara di San Siro che vede contrapposte due squadre reduci da due sconfitte nel turno precedente. La Samp del nuovo tecnico Montella proverà a graffiare il Diavolo che non ha ancora digerito lo stop di Torino con la Juventus, neanche con l’Amaro Lucano. A proposito di Torino, nuovo test di Donadoni con il suo lanciatissimo Bologna che ha fatto spaventare non poco la Roma di Garcia, al di là dei due rigori quasi regalati sotto il diluvio. Per i granata di Ventura è una svolta importante per la classifica. Tutta Roma è con gli occhi puntati sui giallorossi impegnati all’Olimpico

Se i nerazzurri vincono c’è odore di fuga

contro l’Atalanta, dopo il clamoroso rovescio con il Barcellona. In casa Roma c’è aria di licenziamento per il mister francese e l’Atalanta costituirà un buon banco di prova per il suo

futuro. Per la Lazio difficile trasferta al Castellani contro l’Empoli di Giampaolo che ha fatto venire i brividi ai tifosi viola sette giorni fa, mentre il Genoa, ricaricato

dalla vittoria in zona Cesarini contro il Sassuolo, dovrà vedersela con il Carpi, a Marassi. Infine, partita della disperazione per il Verona, impegnato al Matusa contro il

Frosinone , che deve cancellare il pesante 0 a 4 con l’Inter. Chiude il programma Chievo-Udinese, con i friulani pronti al colpaccio per ripetere la bella prova con la Sampdoria.


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arri ne cambia otto. Spazio a Chalobah, tridente inedito con Maggio adattato come attaccante, nella ripresa. I partenopei avevano già in tasca il primo posto nel girone ma stasera si sono superati, ancora una vittoria e senza subire reti, anche se giocare a porte chiuse ha agevolato la trasferta in Belgio. Il Napoli di scena al Jan Breydel di Bruges, in un clima surreale per la decisione delle autorità di giocare a porte chiuse durante la penultima gara del raggruppamento d’Europa League, ha vinto per 1 a 0, contro una squadra che in Italia giocherebbe in serie B di sicuro. Gli azzurri avevano già in tasca la classificazione al turno successivo, essendo già primi nel girone ed il match è stato poco più di una formalità a pochi giorni dalla sfida con l’Inter. Infatti, avendo raggiunto in precedenza l’obiettivo del primato in clas-

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Quinta vittoria di seguito in Uefa

napoli, una esaltante favola azzurra sifica, gli azzurri, in questa ultima sfida, hanno accumulato altri punti per il ranking e allungato la striscia di risultati positivi. Dopo questo 0-1, le statistiche dicono: in 18 partite stagionali, per gli azzurri 13 vittorie, 4 pareggi, 1 sconfitta. 41 gol fatti, 8 subiti. Di fronte ai partenopei, in questo scontro, abbiamo osservato una squadra che, nel competere per il secondo posto, ha saputo esprimere una performance di gioco migliore di quella vista all’andata, quando subì un netto 5-0 al San Paolo. Il Brugge, infatti, reduce dal 3-0 al Zulte Waregem (quinta vittoria di fila senza subire reti), è risalito al secondo posto, a due punti dal Gent capolista. La squadra di Preud’homme ha confermato gran parte della formazione schierata contro lo Zulte Waregem: davanti al portiere Bruzzese, che ha tolto il posto a Bolat, c’erano Mechele e Denswil al centro, Meunier a destra e De Fauw a sinistra (al posto di De Bock che non è stato manco convocato); a centrocampo, poi, Simons, Claudemir e Vazquez, con l’inserimento di Vanaken ed in attacco tridente composto da Diaby, Vossen e Leandro Pereira che poi è stato sostituito da Bolingoli-Mbombo. Ma non c’è stata storia, il gol di Vlad Chiriches è stata la ciliegina sulla torta, di una squadra che appare davvero perfetta al di là dei calciatori che scendono in campo. Ottima la prova del giovane Chalobah e del ritrovato Strinic. Il Napoli ha lasciato a casa Reina, Albiol,

Estero

I

l Barca, reduce del 6 a 1 inflitto alla Roma nel turno di Champions League, ospita oggi al Camp Nou la Real Sociedad provando a chiudere in cassaforte tre punti preziosi che terrebbero lontane Atletico Madrid e

Real Madrid dal vertice della classifica. Compito più difficile, sulla carta, è quello della squadra di Benitez , impegnata sul difficile terreno dell’Eibar, una delle matricole più informa della Liga. Più abbordabile la gara dell’Atletico Madrid al Calderon, contro l’Espanyol, mentre il Valencia dovrà vedersela domani con il Siviglia. In Francia, il P S G ospita al Parco dei principi il Troyes, puntando al record di vittorie consecutive, in questo avvio travolgente di campionato. La matricola Angers sarà chiamata contro il disperato Lille in fondo alla

classifica col Tolosa e Troyes. Difficile trasferta della terza forza del torneo Caen, messo difronte al Bordeaux, mentre

Jorginho e Higuain e ricorrerà, per il futuro, ad un ampio turnover , non potendo anche contare su Gabbiadini e Mertens. Davanti a Gabriel si è dato spazio a Chiriches e Koulibaly che sono stati impeccabili e che, insieme con Maggio a destra e Strinic a sinistra, hanno dato bella mostra di se stessi: finalmente il vero Strinic. A centrocampo ha esordito Chalobah con Lopez e Valdifiori ed in attacco ha giocato da centravanti Callejon affiancato da Hamsik a destra e con El Kaddouri a sinistra: per la settima partita consecutiva gli azzurri non subiscono gol e raccolgono la quarta vittoria consecutiva. Unica squadra a

punteggio pieno nei gironi della Uefa. Napoli mai è stato così. Le parole di Sarri “Ora possiamo pensare a #NapoliInter: una partita importante. Cercheremo di dare una bella gioia ai nostri tifosi”. Il Napoli in campo (4-3-3): Gabriel; Maggio, Koulibaly, Chiriches, Strinic; Lopez, Valdifiori, Chalobah ( 80° Allan); Hamsik ( 69° Hysaj), Callejon ( 76° Ghoulam), El Kaddouri. All. Sarri.Il Brugge si è presentato con una formazione a specchio (4-3-3): Bruzzese; Meunier, Mechele, Denswil, De Fauw; Simons, Claudemir; Vazquez; Diaby, Vossen, Leandro Pereira. All. Preud’homme. Arbitro: Marius Avram (Romania).

Paris SG superstar

Il Barcellona in Liga prova l’allungo Il sempre più pimpante Nizza darà l’assalto al terzo posto, affrontando il Tolosa. Domani derby della Costa Azzurra al Velodrome tra Marsiglia e Monaco. In Germania continua il dominio del Bayern Monaco, impegnato questo

pomeriggio all’Allianz Arena, contro uno spumeggiante Hertha Berlino. L’immediato inseguitore dei bavaresi, il Borussia Dortmund, riceverà lo Stoccarda, mentre il Wolfsburg sarà ad Augusta per difendere il terzo posto.

In Inghilterra, infine, scontro al vertice tra la sorprendente capolista, guidata da Ranieri, e il Leicester ed il Manchester United, in ritardo di un solo punto. Il City, per cancellare l’amarezza della sconfitta in Champions contro la Juve,

proverà a battere la squadra di Pellè, il Southampton. Derby di Londra domani tra Tottenham e il Chelsea, dove Mourinho proverà a ridurre i 14 punti che lo distaccano dal vertice della classifica.


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Suoni e Sapori

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Fiore Marro

uando si parla del canto dei sanfedisti, ritornano alla mente le vicende della Repubblica Partenopea e del breve periodo in cui Napoli fu nelle mani dei francesi rivoluzionari. Ma dove e perchè nacque questo canto? Come divenne “dei Sanfedisti”? E infine, a quali eventi di quel particolare periodo storico fa riferimento? Partiamo dalla storia. Carma-

gnola era un luogo in provincia di Torino, noto per la produzione di canapa; dopo l’arrivo dei Savoia, molti canapai emigrarono nella vicina Francia portando con sé le loro tradizioni, i loro abiti e i loro canti. I francesi per parte loro chiamarono “la Carmagnole” la giubba, i canti e i balli dei canapai emigrati. Poi accadde che in piena rivoluzione francese, nel 1792, i sans-coulottes francesi adottassero la giub-

Il testo

mo abballa mmiez”o mercato: ‘nzieme cu mastu Dunato! Sona…………viva ‘o Rre cu la famiglia! A lu ponte a Maddalena ‘onna Luisa è asciuta prena, ‘e tra miedece che vanno nun la ponno fà sgravà! Addò è gghiuta ‘onna Eleonora ch’abballava ‘ncopp’o triato? Mo abballa cu ‘e surdate, nun ha pututo abballà cchiù! Sona ………viva ‘o Rre cu la famiglia! Pronte sò li bastimente, jate ‘e corza pè avvià, priparateve esultanti pecchè avite fà partì; pè lu mare ‘nc’è l’inferno li cancielle songo ardente: traditure andate in giù, nun putite arrubbà cchiù! Sona………viva sempe ‘o Rre Burbone A lu muolo senza guerra se tirajene l’albero ‘nterra, afferrajeno ‘e giacubine ‘e ffacettero ‘na mappina! E’ fernuta l’eguaglianza, è fernuta la libertà. Pè vuie so’ dulure ‘e panza: signò jateve a cuccà! Sona …… Viva ‘o Rre cu la famiglia! Passaje lu mese chiuvuso, lu ventuso e l’addiruso; a lu mese ca se mete hanno avuto l’aglio arrete! Viva Tata Maccarone ca rispetta la Religgione. Giacubine jate a mare mò v’abbrucia lu panaro! Sona …….Viva ‘o Rre cu la famiglia!

A lu suono de grancasciaviva viva lu popolo bascio; a lu suono d”o tammurriello sò risurte li puverielli; a lu suono de campana viva viva li pupulane; a lu suono da viuline morte alli giacubine! Sona sona – Sona Carmagnola sona li consiglia – viva ‘o Rre cu la famiglia! A Sant’Eremo tanta forte l’hanno fatto comm’a ricotta, a stu curnuto sbrevugnato l’hanno miso ‘a mitria ‘n capa. Maistà chi t’ha traduto? Chistu stommaco chi ha avuto? ‘E signure, ‘e cavaliere te vulevano priggiuniere! Sona sona -sona Carmagnola sona lu cannone, viva sempe ‘o Rre Burbone! Alli tridece de giugno Sant’Antonio gluriuso ‘e signure, ‘sti birbante, ‘e ffacettero ‘o mazzo tanto! So’venute li Francise auti tasse ‘nce hanno mise. “Libertè, ègalitè”: tu arruobbe a mme, ie arrobbe a tte! Sona…… viva sempe ‘o Rre Burbone! Li Francise so’ arrivate, ‘nce hanno bbuono carusate “et voilà, et voilà”, cavece ‘nculo a la libertà! Addò è gghiuta ‘onna Eleonora che abballava ‘n copp’o triato?

ba, il berretto frigio e una ballata con il testo adattato agli avvenimenti del momento cui dettero nome di “la Carmagnole” che diffusero nell’intera Francia. La Carmagnole divenne così la canzone delle rivoluzioni e ve ne furono diverse versioni. Noi parleremo in questo testo della sua versione napoletana, che giunse nell’allora capitale del Regno nel 1799 assieme ai francesi accorsi a sostenere la neonata Repubblica Partenopea proclamata dai giacobini napoletani. Tale canto fu l’unica cosa francese accettata dal popolo, solo perchè durante i mesi dell’occupazione ne modificò il testo esprimendo attraverso di esso tutta la sua fedeltà al Re Borbone.

non solo calcio

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Suoni e sapori del Mediterraneo

Sona Carmagnola il canto dei Sanfedisti


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finestra sul mondo e dintorni Attualità

Giovanni Labanca

L

e ultime parole famose del premier Renzi sono state per il SUD, con una serie di provvedimenti urgenti a sostegno della sua economia che dovrebbe finalmente decollare ed accorciare la famosa forbice con il Nord del Paese. Allegria, salti di gioia delle Regioni meridionali già pronte a braccia aperte o meglio a sacchi aperti a ricevere la solita manna dal cielo. I tanto declamati provvedimenti avrebbero dovuto trovare collocazione nel maxi emendamento dell’ultima finanziaria ed essere operativi per decreto. Tutto ciò doveva essere troppo bello per essere vero e, difatti, della pioggia di milioni non c’è traccia, nemmeno una sola goccia nel documento licenziato da Palazzo Chigi ha bagnato il quaderno delle buone intenzioni. Non ci sono i soldi o meglio ci sono ma non per il Mezzogiorno. Se ne parla, piacente a Dio o a qualche altra divinità,

U

Miliardi in cerca di autori Il SUD ? Può attendere! in un prossimo futuro, solo se il gettito derivato dal rientro dei capitali dall’estero sarà sufficiente, altrimenti non se ne parla. E allora, ministro Padoan, siamo alle solite promesse di marinai, al solito inganno, al solito e consumato gioco delle tre carte? Ce lo chiediamo in tanti ed in tanti aspettiamo risposta esauriente. Noi che del Sud siamo figli affezionati, sembrerà strano, siamo quasi contenti che ciò sia avvenuto e ci spieghiamo meglio, prima di essere linciati. Il guaio del nostro Meridione, e non solo, si annida in una sola e chiara parola: programmazione. Vi rendete conto di quanti ingrossati fiumi di denaro sono transitati per le nostre basse terre negli anni trascorsi? Vi ricordate pure che essi miliardi non sono mai stati sufficienti per dare lo strattone decisivo per la rincorsa, sempre ben annunciata, verso il rinascimento

delle nostre povere terre? Vi ricordate pure delle migliaia di opere incompiute che trapuntano il nostro bel territorio, ma per le quali si continua a reclamare fantasiosi stati di avanzamento che, come vecchia e mai cassata abitudine, servivano, una volta concessi, ad ingrassare imprenditori e politi, parimenti “complici”? Vi diciamo tutto questo per farvi capire che nel nostro bel Paese o ex bel Paese, si spende e si spande a casaccio: un milioncino qua, un altro milioncino lo mettiamo là, a pioggia e a chi capita capita. Così facendo, abbiamo avuto opere pubbliche incomplete, acquedotti fatiscenti che non portano l’acqua che non c’è, strade chiuse e ponti cadenti ed industrie che, intascato il contributo, hanno preso il volo per lidi più propizi. Un brutto andazzo ed un pessimo affare per lo Stato, prima che per le malcapitate popolazioni locali. Ora è tempo di piantare “nu

zippar”, cioè un paletto, fermare le bocce e, da parte del Governo, chiamare tutti attorno ad un tavolo e fare più o meno questo discorso : signori miei governatori delle regioni che formano l’Italia, entro un tot tempo mi dove-

te presentare dei progetti utili e necessari al vostro feudo che, dopo attenta valutazione, saranno finanziati fino all’ultimo centesimo, con il categorico impegno di portarli a termine nelle date stabilite, pena la decadenza dell’impegno economico, il ritiro delle somme erogate, senza speranze di ottenere altri soldi per i prossimi mille anni. Insomma, è necessaria una pro-

Pier Carlo Padoan, ministro dell’Economia

grammazione credibile e fattibile e, soprattutto, l’impegno e la serietà di governanti veri. Chiarissimo? Abbiamo scritto tutto questo bel papiretto per far intendere a chi deve intendere che il tempo delle vacche grasse è finito e che l’Europa, matrigna quanto si voglia, ritirerà i fondi erogati, se non spesi entro fine anno e spesi bene, non in corsi e corsetti inutili, che fanno la gioia solo dei professori comandati o raccomandati, con lauti compensi. Il Sud, contraddicendo il nostro titolo, non può attendere! Deve dimostrare, però, di essersi scrollato di dosso le vecchie regole del populismo, del clientelismo e di saper intraprendere vie nuove, per dimostrare all’altra Italia di meritare ancora fiducia e, soprattutto, di saperci fare sul serio a riportare la nave verso lidi più proficui, non solo per il suo stesso bene, ma anche per quello del Paese tutto. Avverrà tutto questo? Staremo a vedere, con la calda speranza che i tanti miliardi possano trovare, come quei personaggi pirandelliani, i loro autori.

I Turchi abbattono un caccia russo

na vigliaccata turca. Ankara ha infatti abbattuto un caccia russo, colpevole di aver violato il suo spazio aereo di qualche chilometro. Ma non basta, uno dei due piloti del Mig è poi stato ucciso a fucilate dai ribelli turcomanni anti Assad, mentre stavano scendendo con il loro paracadute. Un infamia, se si pensa che i militari di Putin stanno combattendo l’Isis insieme

ai francesi ed agli americani. La reazione della Russia non si è fatta attendere e Putin ha mandato alcune navi armate di missili nella vicina Siria. Come sempre, Obama ha fatto la figura dell’ottuso, avallando la tesi che la Turchia ha “giustamente difeso il proprio spazio aereo”. A questo punto, considerando la drammatica situazione con l’Isis, c’è da chiedersi se gli USA vivano su un altro pianeta.

Il governo americano, difendendo la Turchia, sta solo facendo il gioco del Califfato e si frega le mani soddisfatto per il ping pong fra Ankara e Washington. Intanto, Hollande si è prima incontrato con la Merkel e poi è volato a Mosca. Berlino si è dimostrata solidale con la Francia. “Senza un confronto militare con l’Isis -ha sottolineato il ministro degli esteri tedesco Steinmaier- non usciremo dalla situa-

zione in Siria”. Ha replicato la Merckel: “Non possiamo stare a guardare mentre l’Isis si rafforza” e di conseguenza l’intervento militare tedesco contro il Califfato si è concretizzato. Anche la Germania ha inviato, in questi giorni, i tornado ed alcune navi militari in Siria. Dall’incontro di Mosca tra Putin ed Hollande, i russi hanno confermato di voler cooperare pienamente con la Francia nella lotta all’I-

sis. Un accordo forte e solidale che rafforza la guerra ai tagliagole. Putin ha confermato, comunque, la piena solidarietà ad Assad, che sta conducendo anche lui la lotta contro l’Isis. E l’Italia cosa fa? Niente. Dà solidarietà a parole alla Francia, mentre gli inglesi, dal canto loro, hanno già cominciato a bombardare il Califfato, insieme a Francia e Russia.

buco NERO

Luigi Sada


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Teatro e...

Bianca Ara

P

ensate ad una scacchiera, ogni pedina si trova al proprio posto e aspetta in agguato la mossa dell’altra, il Re a sua volta si muove con passo felpato cercando di pianificare lo “scacco matto” senza per nulla ferire… beh quel Re è Claudio Bisio, un Re appunto padrone del palco, nelle vesti di un padre, Father and Son in scena al Teatro Argentina dal 17 al 22 novembre, testo di Michele Serra e regia di Giorgio Gallione e già approdato al Piccolo Teatro Strehler di

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Bisio nelle vesti di un padre

Milano. Bisio calca attesissimo le scene confrontandosi con un testo di grande forza emotiva e teatrale, comica ed etica al tempo stesso. La storia racconta il rapporto tra padre e figlio nell’era contemporanea con l’uso di un linguaggio ironico e allo stesso tempo doloroso, comico e tragico in una società caratterizzata dal consumismo che si regge da un filo sottilissimo che oscilla tra libertà e autorità e dove le nevrosi dell’uno e le insoddisfazioni dell’altro non fanno che alienare vertiginosamente una qualsiasi forma di comunicazione generazionale, rendendo i padri degli educatori inconcludenti ed i figli degli zombi apatici e in continua fuga. Il testo di Serra è ben scritto, a volte satirico, a volte cinico, tenero e spudoratamente sincero; lo stile appare quasi indossare la tecnica del flusso di coscienza o voce pensiero quasi fosse un monologo interiore, dove la musica è in continuo dialogo con le parole. Una scena minimalista tappezza-

ta da un fondale che rappresenta le mura interne di un appartamento che si colora di emozioni a seconda della trama e delle locations del momento scenico, dei tavoli di legno sparsi, che Bisio sposta ad arte per dare verità al suo racconto, come delle pedine appunto su una scacchiera, qualche sedia, un armadio appeso per aria, un mobile sdraiato che contiene dei grandi sassi quasi dovessero rievocare la morte o l’invecchiamento precoce. Infine, due strumenti abilmente suonati, chitarra e violino che fanno da tappeto musicale e da sottotesto raccontando la didascalia. A chiudere la pièce, sulle ultime parole di Bisio, “finalmente posso diventare vecchio”, che strappano una lacrima al pubblico nel silenzio commovente, ri-echeggiano le note singolari del famoso brano di Cat Stevens Father and Son… Buio... Cala il sipario. Che bello andare a teatro ed emozionarsi con l’Arte.

BOLLETTINO TEATRALE DALLA CAPITALE

Bisio impersonating a father T hink of a chess board, each piece is in its place and awaiting, in ambush, the move of the other, the King in turn moves stealthily trying to unharmingly plan the “checkmate”... Well, that King is Claudio Bisio, a King indeed master of the stage, in the role of a father, Father and Son at the Teatro Argentina from November 17th to the 22nd, written by Michele Serra and directed by Giorgio Gallione and already been staged at the Piccolo Teatro Strehler in

Milan. Bisio confronts himself with a text of great emotional and theatrical entity, comical and ethical at the same time. The story tells of the relationship between a father and a son in the contemporary era, with the use of an ironical and at times a painful language, comical and tragic, in a society characterized by consumerism that is held together by a thin thread between freedom and authority and where neuroses and dissatisfactions merely alienate dramatically any

form of generational communication, making fathers inconclusive educators and children apathetic zombies forever on the run. Serra’s script is well-written, sometimes satirical, sometimes cynical, tender and unabashedly sincere; the style is almost that of stream of consciousness or inner voice as if it were an interior monologue, where music is in constant dialogue with the words. A minimalist setting characterized by the inner wall of an apartment that is coloured by emotions, depending on the plot and the locations of the scenic moment, there are wooden tables scattered about, that Bisio moves in order to give truth to his story,

as the pawns on a chessboard, a few chairs, a hanging wardrobe, a piece of lying furniture that contains large stones almost as if to commemorate death or premature aging. Finally, two skillfully played instruments, a guitar and a violin that underline the musical background and subtext telling the caption. The closure of the play, on Bisio’s final words, “I can finally grow old”, that rip a tear from the audience in a touching silence, the notes of the famous song by Cat Stevens Father and Son are played... Blackout... Curtain Drops. How overwhelmimg to go to the theatre and be moved by Art.


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Musica

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“The Third Stone” il nuovo singolo di Alvino dinamismo, che mostra appieno l’essenza e la filosofia musicale di Alvino, sempre proteso alla ricerca e alla sperimentazione: trae

Riccardo Sada

S

infatti costante ispirazione da artisti quali Deadmau5,

i intitola “The Third

Wolfgang Gartner, Daft

Stone” ed è il nuovo

Punk e Attlas. Eclettico,

singolo di Andrea Alvino,

assai tecnico e perfezioni-

in arte Alvino, disponibile

sta maniacale, ha remixato

da venerdì 20 novembre in

artisti quali Jovanotti, così

free download sulla sua pa-

come le sue produzioni

gina Soundcloud al seguen-

sono uscite su Dim Mak,

te link: https://soundcloud.

l’etichetta di Steve Aoki e

c om / a lv i nomu s i c / t he -

Ultra Records. Nel 2014

third-stone-free-download

ha partecipato alla prima

Un brano all’insegna del

edizione del talent Top Dj;

sempre nel 2014 è uscito il

Alvino è un artista di Ce-

suo primo album “All Be-

lebrities MGMT, agenzia

gan With A Castle”

strutturata

“A distanza di anni ho ri-

attività in ambito musica-

scoperto me stesso – spiega

le; dal 2014 Celebrities ha

Alvino - The Third Stone

dato vita ad una sua divi-

mi rappresenta perché ho

sione interna organizzata

scelto sonorità a me più

per portare avanti attività

congeniali e le ho mesco-

nell’ambito della musica

late con l’esperienza accu-

elettronica mettendo a di-

mulata negli ultimi anni. Il

sposizione dell’artista un

risultato è un pezzo esplo-

servizio

sivo, unico, fuori dagli

prensivo di pianificazione

schemi. Una copia di me

strategica, team manage-

stesso in digitale: questa è

ment, attività di partner-

proprio la mia musica”.

ship con brand, major label

“The Third Stone” oscilla

ed operazioni di gestione

tra l’electro e la prog, nel

del booking. Attualmente

caso si renda necessario un

l’agenzia è attiva nello svi-

inquadramento di genere;

luppo delle sue attività di

la traccia sarà presto di-

scouting finalizzate ad am-

sponibile divisa in quattro

pliare il suo roster artisti-

stems, tramite un portale

co integrandolo con nomi

ed una procedura che sa-

rappresentativi di nuovi

ranno svelati nei prossimi

talenti.

per

svolgere

integrato

giorni.

http://www.cbbooking.com/portfolio/alvino/ https://soundcloud.com/alvinomusic

com-


Registrazione del Tribunale di Milano: n° 446 del 3 agosto 2011 Editore Edizioni SBM Via Domodossola, 21 Milano Tel/fax 02.36563906 Sito internet www.stadio5.it

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