N 42 2015 inter frosinoneweb

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domenica 22 novembre 2015 anno 5 numero 4 2

Parola al Baffo

Confermare la prima posizione Sandro Mazzola

Inter

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Sport & Spettacolo

La Partita

Ingabbiare

www.stadio5.it

Attualità

Riprendiamoci

il Leone ciociaro

la nostra dignità

Severa Bisceglia pag 2

Giovanni Labanca pag 13

info@stadio5.it COPIAOMAGGIO

Arte Malevič

il pioniere russo del suprematismo

Marby pag 17

Frosinone

guai a chi molla


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Parola al Baffo

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crivere di sport in generale, in questo momento così terribile e diverso sembra così inutile che viene voglia di lasciar perdere. Nel mezzo due partite della Nazionale e tanti rumori che non c’entrano nulla con il calcio. Contro il Belgio, tanti schiaffi poi, contro la Romania, un pareggio che pare un brodino di carne, poiché un 2-2 contro chi non ha mai perso una partita nel girone di qualificazione a Euro 2016 non è proprio da buttare. In campionato, invece, spiccano i numeri dell’Inter, che stanno incuriosendo tutti gli appassionati di statistiche. Mai una squadra in testa alla classifica aveva realizzato solo 12 reti in dodici turni di campionato. Di questi gol, solo 8 sono stati segnati dalle punte (15 punti conseguiti), mentre gli altri 4 sono stati realizzati da centrocampisti (Guarin, Felipe Melo, Medel e Kondogbia) per un totale di ben 12 punti. Una difesa quasi impenetrabile, con Handanovic praticamente imbattibile, se guardiamo le ultime tre giornate. Miracolo su Destro a tempo scaduto col Bologna, clamorosa sequenza di quattro parate in altrettanti secondi con la Roma e, infine, la parata in due tempi con il Torino sulla linea di porta. La coppia centrale Miranda-Murillo ha chiuso a chiave il reparto arretrato, nonostante non abbiano giocato sempre insieme. Entrambi hanno subito un’espulsione ed entrambi hanno avuto noie fisiche. Juan Jesus e Ranocchia sono poco più che comparse, mentre i laterali Telles, Santon, D’Ambrosio e Nagatomo hanno girato sulle fasce senza destare troppa differenza. Contro il Torino, Mancini ha rispolverato la difesa a 3, usata un’unica volta, nella sciagurata partita con la Fiorentina. E stavolta le cose sono andate diversamente. Sempre con i granata, il tecnico di Jesi ha lasciato in panchina Brozovic (sicuramente il migliore centrocampista nelle ultime uscite), Ljajc, Peresic e Jovetic, dando spazio a Kondogbia, Medel e Felipe Melo, dando sostanza e fisico davanti alla difesa. Ora, c’è il Frosinone. Non un avversario insormontabile ma pericoloso, perché potrebbe avere licenza di calare la tensione. La cosa più pericolosa.

BENE A TORINO, STASERA RIPETIAMOCI COL FROSINONE Niente colpaccio per i cugini

Sandro Mazzola

A

ll’Olimpico col Torino è andata bene. Ci siamo intascati i tre punti con grande fatica, però l’importante era chiudere in cassaforte un’altra preziosa vittoria in maniera da mantenere il comando della classifica in compagnia della Fiorentina. Stasera con il Frosinone i tre punti sono d’obbligo, anche se ovviamente in queste partite non c’è nulla di scontato, soprattutto in considerazione della qualità dell’avversario che mi sembra abbastanza in palla malgrado il pareggio conquistato prima della sosta azzurra col Genoa. La squadra di Stellone sta vivendo un momento magico in questa sua splendida avventura in Serie A e si-

curamente vorrà ben figurare a San Siro, uno stadio dove i tifosi frusinati fino a due anni fa lo avevano solo sognato. La classifica del Frosinone è un po’ bugiarda e sicuramente meriterebbe qualche posizione più

su rispetto all’attuale. Non dimentichiamo che il Frosinone ha strappato un punto prezioso alla Juventus e quindi anche contro di noi tenterà di ripetere l’impresa di Torino. Per quanto riguarda la classifica i nostri

Inter Allenatore

STADIO

Roberto Mancini

MEAZZA

Arbitro: Marco

concorrenti della Fiorentina ospiteranno l’Empoli che ho visto molto bene contro la Juventus nella partita del Castellani di quindici giorni fa. E’ un derby e la squadra di Giampaolo potrebbe farci un mezzo re-

galo pareggiando, dando così a noi interisti la possibilità di un allungo solitario in classifica. Per quanto concerne il Napoli, quest’ultimo potrebbe dare una mazzata tremenda al Verona amenochè al Bentegodi la squadra di casa non riesca a compiere quel miracolo che le stesse Juventus e Milan sperano che accada. Sarà molto interessante la sfida di Marassi tra Genoa e Sassuolo, con gli emiliani, in caso di successo, pronti a fare un altro balzo in avanti in classifica alle spalle di Fiorentina, Inter e Roma. Infine, auguri a Montella contro l’Udinese, anche se mi dispiaciuto moltissimo l’esonero di Zenga alla guida dei blucerchiati.

Frosinone ORE 20.45

Allenatore

Roberto Stellone

Guida di Torre Annunziata

INTER (4-3-1-2)

FROSINONE (4-4-1-1)

Handanovic D’ambrosio, Miranda, Murillo, Nagatomo; Guarin, Medel, Kondogbia; Perisic; Jovetic, Icardi

Leali Rosi, Diakitè, Blanchard, Crivello; Paganini, Gucher, Gori, Soddimo; Tonev; Ciofani


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Dopo la Lupa e il Toro

Partita

tocca ingabbiare il Leone

Q

uest’Inter non piace, non ha gioco, non ha fantasia né classe, ma vince. Ha fatto il patto col diavolo e dove non arriva Handanovic ci pensa la fortuna a salvare il risultato risicato dei nerazzurri, una traversa ogni tanto non guasta. Anche a Torino, nell’ultima gara prima della sosta per la Nazionale, come a San Siro col Verona, la fortuna ha aiutato Mancini. Quello che conta è non prendere gol, al re-

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LA CLASSIFICA

classifica marcatori

’Inter è una squadra tutta muscoli. Lo dicono in molti e in campo si vede. In questo momento, comunque, la mancanza di un “homo pensantis” a centrocampo non sembra preoccupare Mancini, che in squadra può contare su elementi nuovi, di sicuro valore ed affidamento come Perisic, Medel, Kondgobia, ai quali però va dato tempo per inserirsi in un complesso composto da molti giocatori provenienti da altri club. Il gruppo, come si può dedurre dai risultati e dalla classifica, sembra compatto. In campo difficilmente soccombe. Oltre ad una difesa quasi di ferro, al lottatore Medel, Mancini può contare sull’apporto di Felipe Melo, giocatore voluto fortemente dal tecnico jesino,

sto ci pensa la fortuna in attesa del colpo vincente, tanto un gol prima o poi ci scappa e i tre punti si portano a casa. Nerazzurri sempre lenti, parecchio confusi, al settimo 1-0 su dodici partite giocate, terzo consecutivo, ma il primo posto in classifica in compagnia della Fiorentina è salvo e si possono riprendere i giochi. In casa interista il morale è alto, in gol anche Geoffrey Kondogbia, grande colpo del mercato estivo che ha, però, fin qui deluso. Sem-

ma che in campo più volte ha dimostrato di non saper frenare la sua irruenza all’occorrenza o persino addormentare la partita nelle giocate no o nascondere il pallone agli avversari in quelle si. Mancini però reputa fondamentale l’apporto del brasiliano in squadra e pur di schierarlo nella prossima importante sfida quella del 30 novembre, al S. Paolo contro il Napoli, sembra intenzionato a concedergli un turno di stop, anche perché Felipe è diffidato e un’altra ammonizione farebbe scattare la squalifica proprio contro i partenopei. Non si esclude quindi che il Mancio, questa sera nella sfida contro la matricola terribile Frosinone, capace di fermare sul pari la Juve, ripresenti in campo Gnoukouri,

bra tornato in squadra anche Palacio, suo il colpo di testa che ha permesso il gol sul Torino. Dopo la disfatta del Meazza contro la Fiorentina, anche Handanovic sembra aver ritrovato la forma dei tempi migliori aiutato anche da una difesa impenetrabile e ben messa in campo che non lascia entrare nessuna squadra, neppure quel carro armato della Roma. Lo stesso Roberto Mancini prova a spiazzare il collega avversario mandando in cam-

po formazioni sempre diverse. Mentalità da formica quella del tecnico nerazzurro, briciola dopo briciola fa la giusta riserva che torna sempre utile nei periodi di magra quando la dea fortuna si distrae. Contro il Frosinone ancora una buona occasione per mettere fieno in cascina, il 30 novembre al San Paolo si rigioca sul serio contro la squadra, con la Roma, più penetrante del campionato. Una trasferta insidiosa che metterà alla prova

assente dai campi della A dalla prima giornata di campionato, quando il giovane ivoriano giocò i suoi unici 45 minuti contro l’Atalanta. Si parla molto che a gennaio i nerazzurri potrebbero tornare sul mercato per acquistare un calciatore dai piedi buoni che possa far girare a dovere una squadra che ha tanta solidità e poca qualità a centrocampo. Il nome di Pirlo, come quello del giovane e promettente centro-

campista del Cesena Sensi, già in orbita Nazionale Under 20, non suonano a caso. Andrea, è vero, ha tanta classe e i suoi piedi vellutati farebbero comodo a qualsiasi squadra, ma il suo ingaggio per pochi mesi, credo che non possa far bene al team nerazzurro, che sta programmando a tappe il suo futuro, partendo dalla conquista di un posto in Champions. Per Sensi, il discorso è diverso. Il ragazzo, che da poco ha

Nikola Kalinic

Lorenzo Insigne

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Inter... Parliamone

Potrebbe essere Gnoukouri?

Gonzalo Higuain

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tic titolari. Roberto Stellone, costretto a fare a meno di Dionisi, affiderà l’attacco alla coppia Ciofani-Castillo. Fuori dall’undici ciociaro anche Pavlovic e Russo che ha rimediato la frattura ad una mano. Pagani e Soddimo li vedremo ancora come esterni di centroampo. Occhio ad abbassare la concentrazione, il Frosino non è comunque una squadra qualunque, il suo leone ruggisce fino all’ultimo secondo.

Inter, “homo pensantis” cercasi

Éder Citadin Martins

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ancora una volta l’impenetrabile difesa nerazzurra. Oggi a San Siro l’Inter proverà a vincere, si spera non di misura, sul Frosinone che non si lascia intimorire neppure dalle grandi, sarebbe un grave errore sottovalutare la sua prestazione contro il Genoa (22) di quindici giorni fa. Dunque alle 20.45 al Meazza scenderà in campo una formazione ancora rimaneggiata, Telles preferito a Nagatomo, Brozovic a spese di Kondogbia. Gnoukouri e Jove-

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compiuto 20 anni, è considerato uno dei maggiori talenti del calcio italiano e alla lunga potrebbe far comodo a Mancini che è fortemente interessato al giocatore, il cui costo, visti i numerosi pretendenti, comincia però a lievitare. Conclusioni? Tutto quello che dovesse arrivare di più, naturalmente sarebbe ben accetto da una tifoseria che continua puntualmente a seguire numerosa la “beneamata” in casa, ma

anche in trasferta. Intanto per Gnoukouri, giovane prodotto del vivaio interista, arriva la prova d’appello. Contro il Frosinone, potrebbe essere proprio lui il nuovo Pirlo, capace di dettare ritmi di gioco e verticalizzazioni in una squadra che, nonostante i notevoli progressi, sta cercando ancora una sua vera identità.

Carlos Bacca

Gervinho

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1 partita in più

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nerazzurra

l a m ete o r a

Nemanja Vidic T

empi ancora lunghi, invece, per Nemanja Vidic. Il difensore serbo si è sottoposto ad un intervento chirurgico alla schiena e il rientro in campo non è previsto prima di gennaio. L’argomento Vidic è impegnativo e dolente per la società nerazzurra. Premesso che anche senza infortunio Mancini l’avrebbe impegnato poche volte, il problema vero è che il calciatore è “in malattia” strapagato e come se non bastasse, all’età di 34 anni, è già ampiamente fuori dal mercato. I soldi spesi per il serbo l’Inter non li recupererà più.


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Cugini

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MIHAJLOVIC SI LASCIA SORPASSARE DA ALLEGRI Il Milan rischia anche il sorpasso di Atalanta e Lazio

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l Milan è partito alla volta di Torino pieno di buoni propositi, ma sono rimasti tali, e pronto al colpaccio. Fino al 65’ avrebbe potuto vedere perlomeno il bicchiere mezzo pieno ma questo Milan non gira. Non riesce a portare a casa un punto neppure contro una Juventus non al meglio e non ancora ristabilitasi. Che dire, Dybala interrompe la striscia positiva dei rossoneri fermi, così, al quinto risultato utile consecutivo. Tutto da rifare. In questo campionato, visti gli inizi, nessuno avrebbe scommesso un centesimo per il Milan scudettato, la palla è rotonda, è vero, e i tre punti a vittoria hanno la facoltà di rilanciarti là in alto, ma dopo la gara di ieri sera nell’anticipo allo Juventus Stadium anche i rossoneri più ottimisti hanno dovuto ridimensionare le proprie speranze. Tutto questo non tanto per i punti in classifica ma per il tasso tecnico fin qui messo in campo, veramente poca cosa. Per la Juventus, invece, al terzo risultato utile consecutivo, si riaprono le speranze di arrivare in cima alla classifica anche perché il cam-

pionato è ancora lontano dal calare il sipario. Anche i bianconeri hanno poco da stare allegri. Gara molto al disotto delle aspettative che si sbocca grazie al guizzo dell’argentino che mette a segno la sua sesta rete dopo oltre un’ora di gioco che ha prevalentemente annoiato. Massimiliano Allegri con la sua banda non può certo riposare o godere di questa vittoria, non è concesso loro abbassare la concentrazione, è giunta l’ora della delicata e fondamentale sfida col City. Torniamo ai cugini, lontanissimi parenti di quelli che abbiamo visto dominare per un ventennio circa. Sinisa Mihajlovic non è riuscito ad avere la meglio neppure contro una Zebra che sembra non ancora ricordare come si corre per sfuggire al leone. Un Milan che non riesce proprio a trovare la quadratura del cerchio e neppure la porta avversaria lasciando il “povero” Buffon praticamente disoccupato. La squadra rossonera continua non sapere esattamente cosa fare e basta una timida azione avversaria per diffondere il panico. E’ doveroso premettere che il giovane Donnarumma è da assolvere in occasione del gol subito, ma è altrettanto doveroso

Terzo risultato utile per i bianconeri

La disperazione di Juraj Kucka sull’occasione sprecata parla anche per i compagni

sottolineare quanto il resto degli sgambettatori rossoneri sia da rinviare a giudizio. Cerci e Niang investi anche dell’onere difensivo che li deconcentra, invece, nell’avanzamento del gioco e anche l’unica palla buona viene vanifica dal clamoroso errore di Alessio Cerci che invece di provarci di testa passa la palla a nessuno. Brutto Milan, brutta prestazione di Montolivo e Kucka che non azzeccano un passaggio neppure con il cordino. Il tecnico rossonero è riuscito a mettere in campo un squadra che non crea un minimo di gioco, che non riesce a tenere palla oltre il secondo passaggio ed incapace di reagire quando va sotto. Ci provano con azioni personali prima Kucka, meglio non commentare il suo tiro alto sopra la traversa dopo il gol subito, e poi ci prova invano Giacomo Bonaventura. Tutte qui le azioni rossonere che ieri sera, nell’anticipo di questa 13° giornata, hanno portato a casa solo la maledizione del cinque: si ferma a cinque la striscia positiva e cinque sono le sconfitte allo Juventus Stadium su cinque partite giocate. La strada della ripresa rossonera è lunga e tortuosa ma non disperiamo, ci crediamo.

parliamo di Primavera

Dopo il successo in Coppa Italia, l’Inter Primavera fa cinquina in campionato

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a Primavera va. I ragazzi di Vecchi, dopo un inizio incerto stanno sempre acquisendo più sicurezza. La squadra, in campionato, ha recuperato posizioni su posizioni ed ora, seconda, farà di tutto per agganciare la capolista Cagliari, unica squadra che finora ha sconfitto i nerazzurri. Soddisfacente anche l’andamento in Coppa Italia, dove mercoledì scorso, i boys dell’Inter hanno superato alla grande il Cesena per 3-0. Nei quarti, l’Inter ora affronterà il 9 gennaio la Roma in trasferta, in una partita unica che si annuncia incandescente, dopo la vittoria dei giallorossi per 3-1 nei quarti lo scorso anno proprio in questa competizione. La squadra rispetto ad allora è cambiata molto. Al posto dei vari Bonazzoli, Puscas, Palazzi, Vecchi sono stati inseriti altri ragazzi di qualità. Di Marco ha già assaporato l’esperienza della prima squadra. Poi ci sono i vari Della Giovanna, Popa, De Micheli; ragazzi molto validi che provengono dalla categoria allievi e altri elementi acquistati da club stranieri che, certamente, daranno grandi soddisfazioni

al tecnico Vecchi, come Correia, Delgado, Rapaic e De La Fuente: quest’ultimo autore, nell’ultima sfida di coppa Italia, di uno stupendo gol in semirovesciata. Sotto i colpi dei ragazzi nerazzurri ricordiamo che fin’ora sono

crollate in campionato: Cesena (3-1), Brescia (2-4), Como (20) e Bologna (1-2). Interessanti e significative si preannunciano quindi le prossime sfide con l’Udinese del 5 dicembre e il derby casalingo con il Milan, una setti-

mana dopo. Nel frattempo, ieri i nerazzurri hanno sconfitto in campionato con il punteggio di 1-0 il Vicenza in trasferta. La rete decisiva, realizzata al 28’ del primo tempo, porta ancora la firma del giova-

ne e talentuoso De La Fuente. (classe ’97), proveniente dalla squadra spagnola del Bansander e strappato due anni fa addirittura al Real Madrid. Con questa vittoria, l’Inter conquista così la quinta vittoria consecutiva in

campionato ed incamera altri tre punti in classifica, molto utili dopo la vittoria della capolista Cagliari sul campo dell’Udinese grazie ad un rigore trasformato da Arras. La gara con i vicentini non è stata agevole. L’Inter ha a lungo comandato il gioco e prima del gol, realizzato da De La Fuente con uno stupendo pallonetto di sinistro dal limite, ha sfiorato il gol con Correia e Bakayoko. Nella ripresa, i nerazzurri soffrono ma riescono a resistere alla reazione del Vicenza che centra due pali con Bonaccorso e Massaro. Vicenza-Inter 0-1 Marcatore: 28’ De La Fuente Vicenza: Rizzotto, Bianchi, Sgarbi, Demoleon, Gambain. Facioni, Coulibaly, Paganin, (52’ Donadello), Gora,( 85’ Pecoraro), Massaro, Bonaccorso. All:Fortunato Inter: Pissardo, Gyamfi, Popa, Miangue, Dimarco, Zonta,Bonetto, De La Fuente ( 90’ Della Giovanna), Delgado ( 67’ Gravillon) Correia,( 87’ Rapaic) Bakayoko. All: Vecchi Arbitro: Mantelli di Brescia Ammoniti: Delgado ( I),Bakayoko ( I ) e Correia ( I)


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gli Ospiti

Giovanni Labanca

C

anarini, leonini, ciociari. Chiamateli pure come volete, sono sempre il Frosinone, la terza squadra del Lazio in serie A, proprio come la Lombardia. Viene a Milano, questa novella squadra della massima serie, quasi sconosciuta, se non fosse di una carina città di cinquanta mila abitanti, la più parte dedita alla fiorente agricoltura, che ne connota la prevalente attività. Vanta, tanto per cominciare, due fondazioni, la prima nel 1912

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Frosinone, Fusse che fusse la vota bona e la seconda nel 1990, seguite da tanti campionati di C vinti a più riprese, fino al botto finale dell’anno scorso che l’ha catapultata in serie A, nel firmamento che conta e nel quale i frusinati sperano di rimanere almeno un paio di anni. Anche per noi cronisti è difficile parlarne, se non per menzionarne la bella maglia gialla con tanto di blasone con l’effige del leone, che è anche nello stemma dello stesso Comune e la simpatica mascotte di nome Lillo, che va a fare buona compagnia al Biscione, al Diavolo e alla Zebra, tanto per citarne alcune tra le meglio note. E sia, ma non per questo, come si possa immaginare facilmente, è una squadra materasso, il sacrificale agnello di turno, al pascolo di San Siro, buono per mille bocconi. “Non è detto, ci dice il presidente Mau-

rizio Stirpe, che si debba soccombere ad ogni partita, grazie anche ad arbitraggi da serie B. Siamo terzultimi in classifica, con i nostri 11 punticini, ma più attaccati alla quartultima che alla penultima, in scivolata verso la B. Noi abbiamo il carattere della

nostra terra di origine storiche di assoluto rispetto e della gente che suda sui campi dalla mattina alla sera. Sono caratteristiche che i nostri ragazzi sanno e sapranno ben sfruttare anche qui. Il Biscione, come voi chiamate l’Inter capolista, non deve starse-

a caccia di ribaltoni Campionato

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ggi a mezzogiorno il Napoli va all’assalto del Bentegodi dove l’attende un Verona disperato

alla ricerca di punti per risalire la classifica. I partenopei cercano di recuperare il terreno perduto nei confronti della Roma e del tandem di testa Fiorentina e Inter. La squadra di Sarri gioca a memoria, Higuain ha dimostrato di essere in gran spolvero nelle qualificazioni mondiali giocate dall’Argentina contro il Brasile, dove con un assist perfetto ha mandato in gol La-

vezzi. I tifosi partenopei sono scatenati e sui social hanno mandato un invito a De Laurentiis a comporre la coppia Pocho-Pipita in maniera da creare un grande Napoli. Ma oggi le protagoniste del campionato saranno Fiorentina e Inter, chiamate ad intascarsi i

tre punti rispettivamente con l’Empoli e il Frosinone. Due partite abbordabili, almeno sulla carta, per un allungo in classifica soprattutto nei confronti del Napoli, soprattutto se quest’ultimo non uscirà con un risultato pieno dalla sfida del Bentegodi col Vero-

ne tranquillo tranquillo, ma deve temere, non solo sulla carta, anche il leone che, come si sa, è il re della foresta”. Roberto Stellone, il capace mister , deve aver pensato al suo cognome, se dimostra serenità e fiducia nei suoi ragazzi, tanta da fargli dire, con assoluta

convinzione, di non fidarsi delle provinciali di vecchia maniera, capaci di sovvertire ogni prevedibile risultato. Ha preparato la squadra a puntino, come fa seriamente ogni domenica e non nasconde, addirittura, di mettere in serie crisi l’Inter di Mancini che, sebbene in testa, non è ancora lo squadrone che tremare il mondo fa (quella veramente era il Bologna, ma ci prendiamo una licenza poetica). Fossimo in Mancini, studieremmo bene il gioco dei ciociari, per prendere le giuste contro misure, perché, come diceva convinto il caro Nino Manfredi in cerca di vita nuova, “fusse che fusse la vota bona”. A Frosinone ci sperano, a Milano si fregano le mani. A San Siro l’ardua sentenza pedatoria, che non sarà affatto semplice da scrivere.

na. A Marassi sarà di scena il Sassuolo con la squadra di Di Francesco decisa a stupire ancora è proiettata verso i piani alti della classifica. La Lazio, bastonata nel derby con la Roma di due settimane fa, ospiterà il Palermo messo a nuovo da Ballardini dopo il licenziamento di Iachini. Stesso discorso per la Sampdoria, dove il nuovo tecnico Montella rilevata la panchina

di Zenga proverà a fare punti con l’Udinese al Friuli mentre il Chievo, in leggera crisi, sarà a Modena contro un Carpi alla disperata ricerca di punti. Infine a Bergamo arriverà il Torino, bastonato e razziato dall’Inter, due settimane fa. Una trasferta difficile per la squadra granata perché a Bergamo, fin’ora, tutte le avversarie dell’Atalanta hanno trovato disco rosso.


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Giù al Nord

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ell’ultimo match contro l’Udinese, che sembra già preistoria, abbiamo avuto modo di apprezzare l’ennesimo “infortunio” a Totò Di Natale. Caro bomber, Napoli ti ama anche per questo! La partita con i friulani ha però dato una nuova versione tattica, quella della difesa a oltranza da parte degli avversari del Napoli: nessun tentativo di affrontare la gara per vincere ma soltanto miseri tentativi

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Che non sia piu’ la fatal Verona, storia di balconi e gol di racimolare qualche punticino, come ha fatto pure il Genoa. Siamo davvero diventati un Top Club: gioia! Non so se si vincerà il campionato, d’altronde non è che in questi anni ne abbiamo vinti chissà quanti; nemmeno, in verità ci penso molto, come tifoso del Napoli o come editorialista tifoso, sono principalmente felice di vedere un buon calcio. La squadra di Maurizio Sarri davvero sta esprimendo un gioco molto bello, frizzante, innovativo che, oltre a dare bella mostra in fatto di schemi, ha tra le sue peculiarità,

Il Cavaliere Azzurro Gonzalo Higuaín

anche e soprattutto, quella importante degli score, per esempio in solo quattro partite di Europa League i partenopei hanno già realizzato la bellezza di sedici reti , per un totale di dodici punti su dodici. In campionato, dopo uno stentatissimo inizio, considerando anche la sconfitta di Sassuolo, non abbiamo più perso, inanellando undici risultati utili consecutivi che sommati alle quattro vittorie in Uefa, diventano addirittura quindici: penso sia anche questo un record assoluto del club campano. Tutto questo ben di Dio è comunque la conseguenza della forza d’animo di Aurelio De Lauren-

tis che ha saputo, con grande merito, resistere alla tentazione di non cedere nessuno dei nostri big. Il presidente partenopeo, infatti, anche dopo una stagione, come quella passata, ricca di chiaroscuri che potevano indurre in errore, è riuscito ad avere uno sguardo lungimirante, tenendo saldo il polso della situazione, senza cedere nello sconforto di una stagione balorda e non lasciando partire nessuno, Gonzalo Higuain su tutti. Gonzalo Higuian è, in questa sorta di storia romantica, l’assoluto Principe Azzurro, il Cid Campeador, il cavaliere senza macchia e senza paura che sta facendo sognare un popolo intero. In questo inizio di stagione ci ha fatto esultare già undici volte . Undici perle che Gonzalo Higuain ha regalato alla torcida partenopea, la quale sa perfettamente come rendere i dovuti tributi ai più grandi. Negli ottantantanove anni di storia azzurra, a Napoli sono transitati tanti grandi calciatori, qualche campione, un cospicuo numero di fuoriclasse ed un solo dio. “Non avrai altro dio” recita il primo dei dieci (numero magico) comandamenti impressi sulle Tavole della Legge, date a Mosè sul Sinai. Dunque dio

non si può cambiare, non si cambia per alcuna ragione al mondo: Maradona è stato e sarà, sempre, il nostro dio! Ma Il Pipita comincia a meritare di poter sedere alla sua destra. Va dato merito a Maurizio Sarri, di avere trasformato questa squadra e di avere ridato felicità ai tifosi, nobilitando le cattive sensazioni che la squadra dava di se la passata stagione. La prossima gara ci vedrà impegnati contro il Verona di Riccardo Bigon, che non sta vivendo un grande momento ma che rimane un avversario ostico, basti ricordare la partita della passata stagione, quando i scaligeri giocarono contro il Napoli con il sangue agli occhi. Mai è stata una partita normale, quella tra noi e i gialloblù di Andrea Mandorlini. E’ incomprensibile come due etnie, che hanno subito la stessa onta, quella di essere stati spazzati via dallo stesso nemico savoiardo, siano tanto assurdamente nemiche. Illogico. La gara al Bentegodi sarà l’antipasto per la partita successiva al San Paolo, quella che ci vedrà in “ singolar tenzone” contro l’Inter di Roberto Mancini, vera contendente, assieme alla Roma e alla Fiorentina, per la vittoria finale del campionato italiano.


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Vita di CLUB

Giovanni Labanca

INTER CLUB COLOGNO MONZESE delle iniziative da intraprendere per l’anno in corso. E’ stato, tutto sommato, un piacevole punto di incontro, che ha richiamato molti cittadini con in testa lo stesso sindaco Angelo Rocchi ed il noto giornalista sportivo Gianluca Rossi. La seconda giornata è stata anch’essa vissuta in modo

molto intenso ed è culminata con un magnifico evento presso il teatro San Marco, dove è stata magnificamente allestita una suggestiva mostra del fotografo sportivo Thomas Salme, molto apprezzata per i contenuti che hanno riproposto a tutti i tifosi i momenti salienti del nostro cal-

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’Inter Club “Stile Nerazzurro”, come fa ormai da tempo, ha preso parte alla Festa cittadina che vede Cologno Monzese impegnata in una due giorni all’insegna del divertimento e della solidarietà. Il gazebo approntato dai soci è stato un punto di riferimento soprattutto per i tifosi nerazzurri che hanno avuto modo di rinnovare l’iscrizione per la nuova stagione e discutere

cio. A fare da conduttore si è prestato, con tutto il suo carisma di grande tifoso dell’Inter, l’attore Enrico Bertolino, che si è assunto il piacevole compito di illustrare il meritorio progetto sociale della sua “Onlus Vida a Pititinga”, a cui l’Inter Club ha donato una cospicua somma raccolta tra i tifosi nerazzurri, a sostegno dell’azione sociale che svolge la sua associazione. Bertolino, vero beniamino del pubblico, ha ringraziato tutti del buon cuore dimostrato dai soci di Cologno, con la promessa, altre volte sempre mantenuta, di mettere a frutto nel migliore dei modi i soldi ricevuti. A coronamento della bella serata, è stata molto gradita la visita di Rei Manaj, giovane giocatore di buone speranze che, con estrema disponibilità, si è concesso ai ragazzi presenti

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INTER CLUB NOVARA

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’è chi apre all’estero filiali di attività commercial e chi, caso assolutamente singolare e degno di nota, preferisce aprire una succursale del proprio Inter Club. Stiamo parlando dell’Inter Club Novara Nerazzurra, che si è spinto molto lontano dalla sua città nel portare, sull’esempio dei missionari, i colori nerazzurri, giungendo fino in Africa, più precisamente a Watamu

in Kenya, dove è stata aperta una sede distaccata del Club. L’operazione tifo è stata resa possibile grazie all’opera di Padre Giulio Manera, attraverso la Missione e Carità Misheni na Ukarimu Onlus e del consigliere del Club Roberto Sardi, che non si sono risparmiati per la realizzazione di un caro progetto, accarezzato da lungo tempo. Lo spirito nerazzurro, in questo modo e grazie all’Inter Club

Novara Nerazzurra, sempre più si espande nel mondo, portando quei valori che contraddistinguono la grande famiglia Inter Club, meritando il grande plauso della Società e del Centro Coordinamento. Stadio5 apprezza con vivo compiacimento la presente iniziativa e si mette a completa disposizione dell’Inter Club Novara per la pubblicazione di notizie relative alle sue attività.

per foto ed autografi di rito. Lo stesso calciatore ha premiato i piccoli giocatori della squadra dell’Inter Club, che hanno preso parte all’incontro di calcio “Piccoli Amici Nerazzurri” svoltosi nel pomeriggio. In conclusione, ancora una volta quelli di Colo-

gno hanno dimostrato di saper fare le cose con Stile, sorretti dalla sempre crescente passione per la Beneamata Inter. Stadio5, felice di rendere conto della bella manifestazione, si congratula con gli organizzatori tutti, cui augura sempre tanti successi.

INTER CLUB LAZIO

rande successo è stata l’annuale riunione regionale del Coordinamento Inter Club Lazio, che ha visto ritrovarsi i rappresentanti di 20 Inter Club laziali, impegnati nel rinnovo delle iscrizioni e la messa a punto di iniziative sociali e sportive che permettano di guardare al futuro con maggiore fiducia, sempre all’insegna dei colori nerazzurri. A fare da padrone di casa è stato il presidente dell’Inter Club Ceccano Mastrogiacomo che ha accolto con estrema cortesia il coordinatore regionale, Mauro Basilico e Nicola Ranieri, Responsabile del Centro Coordinamento Inter Club. La giornata oltre ai consueti convenevoli, ha assunto particolare importanza per i festeggiamenti del 35° anniversario dell’Inter Club “Sandro Mazzola” di Ceccano, che ha vissuto il suo meritato momento di gloria, sottolineato dall’entusiasmo dei soci, che hanno rivolto al grande Sandro applausi da stadio, nonostante la sua lontananza dalla cittadina ciociara. Grande festa, dunque, da parte dei club presenti, pronti a rinnovare, per altri mille anni ancora, l’infinita loro passione nerazzurra per la squadra del cuore. Stadio5 non può non partecipare con piacere a tale importante avvenimento, formulando al presidente Mastrogiacomo ed ai suoi collaboratori i più calorosi auguri. Ad maiora semper.


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INTER CLUB TOSCANA di Giovanni Labanca

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port, tifo e solidarietà sono da sempre i pilastri su cui si reggono ed operano gli Inter Club della Toscana, come è anche gli altri dell’Italia nerazzurra. Questa volta, a dar man forte per la riuscita di una bella iniziativa promossa dal Coordinamento Toscana Inter Club è arrivato a Pisa, al Cinema Lux, addirittura Gian Felice Fac-

chetti, figlio del mai dimenticato grande Giacinto, che ha messo in scena “Mi voleva la Juve”, spettacolo teatrale da lui stesso scritto e diretto, interpretato dall’applauditissimo Giuseppe Scordio. L’evento è stato organizzato dall’Essemble Musicale “Voices in the Wind” e dal Coordinamento etico “caregives” , con la collaborazione del Coordinamento Toscano Inter Club. La rappresentazione, tratta da una storia vera, narra di un bambino di nome Giuseppe,

cresciuto allo Stadera, quartiere della periferia di Milano, negli anni settanta, che aspira ad una onorevole carriera calcistica. Da vedere assolutamente, se vi si presenta l’occasione. L’intero ricavato dello spettacolo, proposto per tre serate consecutive, è stato devoluto alle due Associazioni promotori dell’iniziativa, che si occupano di attività dedicate a ragazzi disabili. Grandi emozioni si sono vissute anche prima della rappresentazione, per l’esibizione dei ragazzi, che hanno coinvolto il pubblico con un repertorio di canzoni di Jovanotti molto apprezzato ed applaudito. Questo primo appuntamento riservato ai club della Toscana, ha visto la numerosa partecipazione dei soci, che a fine spettacolo, hanno proseguito la serata con una bella cena, culminata con l’estrazione del pallone firmato da Gian Felice Facchetti e la consegna da parte del Coordinamento Toscana della maglia numero 3, firmata da tutti i rappresentanti degli Inter Club presenti. Ancora , dunque, una grande prova di passione per i colori nerazzurri, segnata da un gesto di solidarietà che ha reso senz’altro … Felice, lassù, anche il buon capitano nerazzurro, sempre nei cuori di tutti i tifosi interisti. Complimenti anche da parte di Stadio5.

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Milano, 30 novembre 2015: torna anche quest’anno “Il Volo dei Talenti”, la consueta serata di premiazione degli studenti medagliati ai Campionati Nazionali Universitari. In Via Monte Rosa 91, Sede del Gruppo 24 Ore, interverranno personalità illustri, del mondo del lavoro e

del mondo dello sport. Il CUS Milano, in collaborazione con PwC Italia e ASSEPRIM – Associazione Nazionale Servizi Professionali per le Imprese – sarà il padrone di casa della serata, in cui saranno presenti gli atleti che hanno partecipato ai CNU di Salsomaggiore 2015.

La splendida cornice della sala del Gruppo 24 Ore ospiterà la serata-evento, che vedrà protagonisti, inoltre, i migliori elementi delle sezioni agonistiche del CUS Milano. In più, saranno premia-

ti i vincitori del Virtual Talent 2015 Asseprim, il Business Game rivolto ai laureandi in discipline economiche delle Università milanesi, giunto quest’anno all’ottava edizione.

A fare gli onori di casa, il presidente del CUS Milano Alessandro Castelli, insieme a Leonardo Cadeddu, responsabile rapporti istituzionali del Network PwC.

Al termine della festa, un ricco rinfresco accoglierà tutti i partecipanti. L’appuntamento è per lunedì 30 novembre, dalle ore 18.30 in poi. Vi ricordiamo che l’evento è GRATUITO previa registrazione.


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Nuovo record del mondo femminile di distanza libera

Con 401 chilometri Nicole Fedele ha consolidato il record del mondo femminile di distanza libera già suo dal 2013 quello dei 381 km

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a pilota di Gemona del Friuli Nicole Fedele ha consolidato il record del mondo femminile di distanza libera percorrendo ben 401 chilometri. Il precedente record, 381 km, le apparteneva dal 2013. Teatro dell’impresa, oggi come due anni or sono, il nord est del Brasile, assunto a paradiso del volo libero, visto che lo scorso mese tre piloti brasiliani, Frank Thoma

Brown, Marcelo Prieto e Donizete Baldessar Lemos hanno volato per 514 km, nuovo record mondiale maschile. La trentenne originaria di Ovaro, paesino vicino al monte Zoncolan, professione traduttrice, si è librata in cielo per nove ore e 21 minuti. Il decollo è avvenuto verso le ore 10 da un pendio su una collina di circa 450 metri nei pressi di Quixadà, cittadina dello stato Cearà a circa 170 chi-

lometri da Fortaleza. Durante il volo gli strumenti in dotazione alla pilota, il GPS principalmente, hanno registrato una quota massima di 3054 metri ed una velocità media poco sotto i 45 km/h. Dapprima Nicole Fedele ha sorvolato una vasta zona pianeggiante dalla quale si ergono bassi rilievi, sfiorando piccoli centri, quali Custodio e Madalena. Poi lungo la rotta alture più consistenti si sono alter-

nate a nuove pianure ed agglomerati quali Pedroli, Caldeirao e Piripiri, fino al punto nel quale ha infine toccato terra oltre Barras, nel bel mezzo dell’ennesima pianura tra una ciurma di bimbi festanti. Nicole Fedele si innamorò del volo in parapendio nel 2002, per poi coltivare la nuova e folgorante passione fino a vincere la Coppa del Mondo ed il titolo europeo nel 2012 e detenere otto record

mondiali. Nel frattempo un’altra squadra di sette piloti italiani è impegnata a Tacima, paesino dell’entroterra dello stato di Paraìba, nell’intento di battere il record mondiale maschile, stabilito lo scorso mese nella medesima zona. La spedizione si è assegnata il nome benaugurale “Project +500” ed è composta dai trentini Moreno Parmesan e Eric Galas, da Luigi Grandi, Giulio Michelin,

Paolo Grigoletto di Vicenza, da Lorenzo Zamprogno e Claudio Mancino di Treviso. Fino ad oggi non si sono registrate performances di rilievo. I voli sono avvenuti in condizioni non favorevoli tra coperture nuvolose negli alti strati e forti venti, fino a 45 km/h, con decolli rocamboleschi puntualmente documentati dai filmati sulla pagina facebook di “Project + 500”.


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Attualità

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ontana da ogni forma di demagogia o retorica, e libera di farlo, intono l’inno alla pace ed al rispetto di ogni forma di pensiero, politico o religioso che sia. Il rispetto di quella civiltà che dovrebbe essere comune a tutti, libertà ad avere salva almeno la vita. La rabbia, il dolore, l’amarezza, la disperazione di sapersi vulnerabili, senza alcuna difesa nei confronti di chi, un concetto, questo, riferito ad ogni forma estrema e non necessariamente solo all’estremismo islamico, non ha alcun rispetto

finestra sul mondo e dintorni

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Noi civili intoniamo la Marsigliese condannando l’ i nsanguinata bandiera della tirannia dei propri simili (volutamente non farò alcun riferimento alla razza perché non v’è razza, esiste solo l’essere umano e quindi mio simile). L’inaccettabilità e l’inerzia nei confronti di simili soprusi ci rende umani. Al kalashnikov preferisco la penna, rivolta contro il genere civile può fare una strage. Abbiamo poche possibilità di contrattaccare una simile violenza, ma non sfruttare neppure quelle poche a nostra disposizione rende la situazione ancora più umiliante e deprimente. Quanto accaduto martedì scorso al Basaksehir Stadium di Istanbul, prima dell’incontro amichevole Turchia-Grecia, dimostra la deficienza di alcuni, per fortuna, miei simili che con

il loro gesto hanno, almeno in questo modo la interpreto io, controfirmato le stragi di Parigi. Il loro grido “Allah è il più grande” e, ancora peggio, “…i martiri non muoiono, il paese non si divide” terrorizza almeno quanto un kamikaze che si fa saltare in aria convinto che non morirà. Come già detto, subire in silenzio senza neppure provare a rispondere in modo civile, potrebbe dare allo stolto “nemico” l’errata convinzione di poter procedere senza temere alcuna reazione da parte di coloro che dovrebbero appartenere al mondo civile. Allo stadio turco erano presenti anche i primi ministri dei due Paesi, Ahmet Davutoglu e Alexis Tsipras. Perché il signor

Davutoglu non si è alzato chiedendo all’arbitro di non fischiare l’inizio dei giochi?! Se avesse assunto un simile atteggiamento, avrebbe dato un messaggio forte e chiaro al suo popolo e non solo. Avrebbe urlato a tutti “Noi non ci stiamo, siamo civili e non imbracciamo le armi”. Stesso messaggio sarebbe arrivato se i calciatori della nazionale turca avessero preso diritto la strada degli spogliatoi. Se fin qui nulla di male, anzi quasi scontato, perché non lo ha fatto neppure il primo ministro Tsipras? Questo è ancora più disarmante. Dal momento che neppure i calciatori della nazionale greca hanno assunto atteggiamenti di dissenso, mi aspettavo, e ci ho

tanto sperato, che una simile decisione la prendesse almeno l’arbitro imbracciando l’arma a sua disposizione e dando fiato ai tre fischi finali mandando anzitempo tutti negli spogliatoi. No, non voglio accettare passivamente tutto questo. E non voglio neppure sentirmi dire che una simile decisione avrebbe potuto creare problemi di ordine pubblico. Se questa decisione l’avesse presa il primo ministro turco, sarebbe semplicemente arrivato un messaggio di pace forte e chiaro. Visto che l’oggi ci vede subire la violenza dell’estremismo islamico, quale aiuto migliore posso chiedere al primo ministro islamico turco se non di farsi portavoce del suo popolo e gridare

a quei quattro cialtroni “NO, siamo di fede islamica ma non terroristi”. Non siamo riusciti neppure a sfruttare una delle poche occasioni a nostra disposizione. La sottoscritta, senza imbracciare fucili e bombe a mano, si affida alla solita povera penna, oggi tastiera, che rende leggibile ogni pensiero per urlare al mondo intero: “No. Noi “civili” non condividiamo e non ci stiamo a subire la violenza di alcuni, per fortuna, nostri simili estremisti. Io mi aggrego ai novanta mila civili del Wembley di Londra e canto a squarciagola la Marsigliese perché possono togliermi la vita, ma l’orgoglio, la dignità, la libertà nessun estremista me la può negare, neppure l’intero Isis.

Integrazione forzata e politica equivoca L’ISIS a Parigi, sette gli obiettivi e oltre 130 le vittime Riprendiamoci la nostra civiltà

Giovanni Labanca

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’ultima l’ha emessa il mujezin del califfato di Bologna, dalla più alta delle Torri degli Asinelli. Il sindaco, con accenti perentori che si addicono più ad un dittatore che ad un uomo “democratico”, ha invitato a togliere subito il povero crocifisso da tutte le scuole, dalle quali va anche definitivamente rasato l’incolpevole presepe. In questo modo, sostiene il primo cittadino della Bologna ex dotta, eviteremo di creare problemi ai bambini non italiani e non di religione cristiana, con il risultato finale di assicurarci pace e stabilità per il resto dei nostri giorni, per aver “obbedito”, in modo particolare, al volere dei musulmani che così possono tranquillamente portare i loro pargoli nelle scuole dello Stato Italiano, senza subire violenza da quei due legnetti con il povero Cristo. La guerra dei terroristi finirà e l’Isis non avrà mai più motivi per consideraci miscredenti o infedeli da cucinare allo spiedo come comanda, secondo loro, il profeta della Mecca. Eh, per diamine! Putin, Obama, Renzi,

Hollande, Merkel, come abbiate fatto a non capire che tutta l’intrecciata situazione siriana si poteva risolvere con un semplice zac e la pace sarebbe tornata a rifiorire e a sgorgare a fiumi, come il petrolio? Incapaci, sono proprio degli incapaci questi grandi capi di potenti Stati. Non ci meraviglia più di tanto che questo invito venga proprio dalla città che, pur di non vedere un suo cittadino non “democratico” a Piazza Maggiore, si sono fatti calare dall’alto del Partito, come nella vecchia comunista Russia, un certo Cofferati, forestiero che conosceva Bologna, come conosceva la Pirelli, cioè malissimo, per non averci mai messo piede, come il sindacato gli ha permesso tutta la vita. Ma lasciamo stare le beghe di campanile e pensiamo, piuttosto, con mente scevra da ogni ideologia, al da farsi, come Nazione italiana, per difendere quel lembo di sovranità che ancora ci è rimasta e che sventola sempre più come uno straccetto appeso ad un filo di ferro. Da qui bisogna partire se vogliamo contare qualcosa, dalla nostra storia millenaria, dalle nostre tradizioni, dalla stessa religione che ha seguaci nella maggioranza dei paesi del mondo e che, grazie a Dio, non ha mai arrecato offesa a quelle degli altri. Dobbiamo ritrovare il coraggio di brandire i nostri codici di vita ed attuarli quotidianamente, per perpetuare i nostri valori, i nostri ideali, con la forza di far capire agli altri, a quelli che vengono nel nostro paese ed hanno la fortuna di rimanerci, che que-

sta è casa nostra, che la abitiamo come vogliamo, dove ci mettiamo i mobili che ci piacciano di più e che non accettiamo critiche di nessun genere, salvo guadagnare, il più in fretta possibile, la porta per cercare altrove più idonea sistemazione collimante con i suoi principi. In Italia, grazie alla democratica spinta buonista di una ben identificata parte politica che detta legge senza averne la legittimità a farlo, è accaduto che il padrone di casa abbia dovuto sapere in anticipo i desiderata dei forestieri, giunti a barcate nel nostro Paese attratti da falsi miraggi, sparsi qua e là da governanti qualunquisti e dal buonismo che invoca, per noi, una nuova concezione di vita atta a cancellare le cose più care. E così, passo dopo passo, noi italiani, non tutti per fortuna, ci siamo subito messi proni nei confronti di gente che, approdati sulle nostre sacre sponde, per lo più in modo clandestino, stanno cercando in modo silente, di imporre il loro sistema di vita, di agire secondo le proprie leggi, trovando fertile terreno nel buonismo locale che propende per l’integrazione coatta per non essere tacciati di razzismo o di fascismo, addirittura. Gli esempi di arroganza sono tanti e diventano ancora più gravi laddove trovano la fertile sponda di chi sta facendo una strana e sporca politica di accoglienza che ci sta impoverendo moralmente ed economicamente, senza che stia dando buoni risultati, se non quelli di assicurare vita tranquilla e ben pagata a tanti falsi

rmai è guerra. Prima l’abbattimento dell’aereo di linea russo sul Sinai dove sono morte 224 persone, poi l’attacco di Parigi di venerdì scorso. L’Isis non scherza. L’azione di otto terroristi ha seminato il terrore non solo a Parigi ma in tutta la Francia e Europa compresa. Sette sono state le zone colpite nel capoluogo transalpino. Si è cominciato allo stare de France dove era in corso la partita amichevole fra Francia e Germania, poi si è proseguito con l’assalto al teatro Bataclan dove 1.500 persone erano accorse per assistere al concerto di un famoso gruppo folk californiano. Qui i terroristi hanno cominciato ad ammazzare sistematicamente tutte le persone sotto tiro, quindi prima dell’intervento delle teste di cuoio si sono fatti esplodere provocando altre vittime. Ma andiamo con ordine: alle 21.40 Kamikaze

con il giubbotto esplosivo dello stesso tipo di quello usato allo stadio de France si è fatto saltare in aria. Alle ore 21.25 gli assalitori sparano all’impazzata sui malcapitati ospiti del ristorante Petit Cambogia e le carino provocando 15 morti. Alle 21.32 gli spari mirano gli ospite della pizzeria Casa Nostra facendo altre cinque vittime. 21.36 sparatoria nell’undicesimo distretto davanti al ristorante Belle Equipe, dieci morti. Alle 21.40 entrati in sala i terroristi urlano Alla è grande sparando a casaccio sui giovani che assistono al concerto e prendono in ostaggio circa 100 spettatori. Ore 21.50 panico allo stadio con tre botti tremendi all’esterno di quest’ultimo. Due Kamikaze si fanno saltare in aria, mentre a partita finita gli spettatori si riversano sul campo da gioco terrorizzati dove verranno evacuati più tardi. Alle 0.25, dopo quasi tre ore, le forze speciali rompono l’assedio al teatro Bataclan liberando un centinaio di persone mentre altre riescono a fuggire da uscite secondarie. La carneficina provoca 89 morti. Ore 1.00 sempre l’Isis sul web rivendica gli attacchi a Parigi e minaccia Roma e Londra di altri attentati. Una settimana di fuoco

per l’Europa che dovrà reagire a questo attacco contro la civiltà. USA e Russia hanno promesso un alleanza per combattere l’Isis. Il giorno dopo la Francia ha subito reagito. Il Presidente Holande ha dichiarato che il suo paese è in guerra ed ha fatto scattare immediatamente una serie di raid ererei contro le postazioni dell’Isis. E’ stata bombardata Raqqa a nord della Siria dove i Mirage 2000 hanno colpito una serie di obiettivi di importanza vitale controllati dallo stato islamico. Il giorno successivo anche gli aerei di Putin hanno partecipato ai bombardamenti su Raqqa devastando una vasta area. I caccia francesi hanno ricevuto le direttive dai servizi segreti statunitensi mentre le truppe di terra, iraniane, irakene e siriane di Assad, hanno riconquistato una dozzina di città sotto controllo del califfato. In questi giorni la flotta russa è arrivata nel Mediterraneo ed ha cominciato un lungo lancio di missili per piegare la resistenza dell’Isis. Nella regione intanto è arrivata la porta aerei Charles De Gaulle con a bordo 26 caccia Rafae che rafforzeranno la flotta aerea francese impegnata contro il califfato.

“rifugiati politici” che, finora se la spassano in lussuosi alberghi a spese della comunità italiota. Il nostro pensiero corre misericordioso alle vittime di Parigi, sperando che non lo si debba fare, presto, anche per quelle di altre città, mentre non possiamo non giudicare sempre più sbiadita la “grandeur” di una Nazione che, dall’alto della sua Torre più

bella del mondo, ha predicato fraternitè, legalitè, egalitè, senza accorgersi che allevava nel suo stesso seno le vipere, che poi l’avrebbero morsa mortalmente, con un mare di sangue. Noi italiani dobbiamo riscoprire l’unità di intenti che ci ha fatto crescere come Patria di noi stessi e poi, destino permettendo, anche possibile suolo per legittime

speranze altrui. Questi, in base ai più elementari principi internazionali, dovranno accettare le condizioni e le leggi che hanno governato migliaia di generazioni di assoluta civiltà ed identità, le cose più sacre che nemmeno la fatwa del califfo delle due Torri e dei suoi numerosi emuli può spazzare via.

Luigi Sada

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non solo calcio

Suoni e Sapori

Suoni e sapori del Mediterraneo

LA STRONCATURA La storia “La stroncatura” è un tipo particolare di pasta, di fattura antica, che oggi si trova solo nella Piana di Gioia Tauro, essa contribuì moltissimo ad arricchire la storia dell’alimentazione presso i ceti più bassi di questo territorio. Questa pasta veniva prodotta in casa utilizzando le “scopature” di magazzino, cioè raccogliendo da terra i residui misti di farina e crusca durante le operazioni di molitura del grano. Il colore era ovviamente scuro e la stroncatura veniva messa in vendita a prezzi molto bassi. Talvolta risultava di sapore fortemente acido e veniva data in pasto a maiali e galline. Le classi sociali meno

abbienti ne facevano grande uso per l’economicità e per correggere il sapore o per attenuare il grado di acidità, usavano condirla con salse molto piccanti o con acciughe salate ed aglio. Oggi l’uso della stroncatura è ancora vivo, naturalmente essa è stata migliorata: il colore scuro viene determinato dall’utilizzazione di farine integrali (frumento), mentre la “callosità” è dovuta non più a difetti di pastificazione, bensì all’uso di grano duro ed alla grossolana crivellazione della farina. Conservata ancora alla maniera antica in pacchi di carta da 1 kg, per mantenere intatto tutto il suo Sapore Antico.

Ingredienti per 4 persone 350g di Stroncatura Calabrese (o uno spaghetto molto ruvido e grosso integrale) 2 spicchi d’aglio 4-5 alici sott olio 1 peperoncino 2-3 pugni di pan grattato 2 pomodoro a dadini 10 olive nere olio evo abbondante un abbondante ciuffo di prezzemolo sale marino iodato fine pepe nero macinato Soffriggere l’aglio a pezzetti (o intero se preferite) in una grande padella con abbondante olio evo, spostare la padella dal fuoco e aggiungere le alici scio-

facciamo un salto in Puglia

Cucina Regionale -Calabriagliendole nell’ olio con l aiuto di un cucchiaio di legno, riposizionare sul fuoco e aggiungere: il peperoncino tritato, il prezzemolo tritato, le olive a pezzi e il pomodoro a dadini, cuocere per

una decina di minuti fino a che il pomodoro non si sarà completamente sfatto, cospargere di pan grattato (l olio si deve quasi del tutto assorbire) e insaporire ancora qualche minuto sul

fuoco vivo, regolare di sale se necessario, e saltare la pasta al dente lasciandola leggermente umida per far meglio aderire il condimento alla superficie!

orecchiette con cime di rapa Ingredienti per 4 persone Orecchiette fresche 250gr Cime di rapa 500 gr Aglio 2 spicchi Olio extravergine d’oliva peperoncino, sale e pepe q.b. Procedimento le cime sono la parte più tenera della rapa e sono davvero squisite. La prima cosa da fare è lavarle accuratamente. Mettete quindi l’acqua in una pentola, accendete il fuoco, salate e appena arriverà a bollore aggiungete le cime di rapa. Una volta che

saranno cotte, tenete da parte l’acqua di cottura che rimetterete sul fuoco aggiungendoci le orecchiette e facendole lessare per qualche minuto. Tagliate infine gli spicchi d’aglio e metteteli a soffriggere in padella con un po’ d’olio ed il peperoncino. A cottura ultimata, togliete l’aglio . Scolate le orecchiette al dente e unitele al condimento, facendole saltare in padella per qualche secondo e servite.

eccoci in Basilicata

minestra di scarole, verze e cardi Un piatto tipico della tradizione lucana è la minestra di scarole, verze e cardi cotte in brodo, a cui si può aggiungere formaggio grattugiato o a pezzettini. La preparazione è piuttosto

semplice: dopo aver lavato la verza e la scarola, tagliarle a listarelle. I cardi vanno puliti eliminando i filamenti interni e in seguito messi a mollo in acqua e limone. Si fa rosolare in un po’ olio il sedano a cubetti e si

aggiunge il resto delle verdure e un litro di acqua, poi si lascia cuocere a fuoco basso per circa un’ora. Una volta pronta, la minestra può essere condita con un filo d’olio e formaggio a piacere.

di Emilia Merenda Finuccheddu di muntagna crisciutu ‘n’natura e poi ci coci la pasta ni’ l’acqua di cuttura e pi’ li balatara cchiù fini hannu a essiri sulu maccarruncini. Passulina e pignoli e ‘na cipudda ‘ngranciata anticchia ‘i zafaranu e ‘na sarda salata, l’ogghiu sempri ginirusu arriminari spissu senza essiri lagnusu. Poi ‘na manata di sardi frischi e argintati e dintra la conza vannu ‘mmiscati, senza spini e allinguati

pasta con le sarde chiudiamo in Sicilia vasinnò si pò moriri affucati. La pasta avi ‘a ristari ‘ngridda, ca’ mentri la manci sata comu n’ancidda ca’ sulu a talialla è un veru priu e poi a mancialla iu m’arricriu. Tu, nun po’ capiri si nun l’ha’ tastatu mai, ma si la manci, ti fa scurdari i guai.

LA PASTA CON LE SARDE Finocchietto di montagna cresciuto in natura e poi ci cuoci la pasta nell’acqua di cottura e per i palati più delicati devono essere solo maccheroncini.Uva passa e pinoli e una cipolla rosolata, un po’ di zafferano e un’acciuga salata,

l’olio sempre generoso mescolare spesso senza essere inoperoso. Poi un manciata di sarde fresche e argentate e dentro il condimento vanno unite, senza spine e diliscate altrimenti si può morire affogati.


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Musica Riccardo Sada

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VENERDI’ 27 NOVEMBRE MOON HARBOUR SHOWCASE AL JUICE DI BERGAMO IN CONSOLLE MATHIAS TANZMANN, DAN DRASTIC

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pochi chilometri da Milano, esiste uno dei venerdì House più apprezzati e rinomati d’Italia. Si chiama Juice e propone ospiti quali Seth Troxler, The Martinez Brothers e wAFF; artisti legati a serate quali Circo Loco ad Ibiza e a label quali Hot Creations, giusto per fare due esempi, protagonisti assoluti nei migliori festival e nelle più importanti dancefloor del mondo. Il prossimo appuntamento da segnarsi in calendario è fissato per venerdì 27 novembre e prevede lo showcase dell’etichetta discografica Moon Harbour con i djs Matthias Tanzmann e Dan Drastic. Moon Harbour sta celebrando i suoi 15 anni di vita con una compilation discografica e un tour mondiale iniziato con il Sonar di Barcello-

na e che approda al Juice dopo le tappe all’Amsterdam Dance Event e al Watergate di Berlino. La compilation, uscita in vinile in digitale, contiene tredici brani, un autentico best of con brani della prima ora e uscite più recenti. In assoluto, il sound Moon Harbour oscilla tra la tech house e la minimal, ma soprattutto è in costante evoluzione, garantendosi così il rarissimo pregio della contemporaneità. “Ero molto giovane nel 2000 quando siamo partiti con la nostra etichetta – spiega Matthias Tanzmann, – La considero come una mia bambina e sono contento per i risultati raggiunti con artisti quali Luna City Express, Sable Sheep, Marco Faraone, Sven Tasnadi e Dan Drastic”. In questi quindici anni Moon

Harbour ha sfornato quasi 100 ep, cinque album e dieci compilation. Tra le sue hit più importanti, ricordiamo in particolare “Upon Burning Skies” di Sable Sheep, “Hold Home” di Santos e “Bulldozer” di Mathias Tanzmann stesso. Il suo radioshow, realizzato da Dan Drastic, viene trasmesso in tutto il mondo attraverso piattaforme quali iTunes, Soundcloud e Play.fm, per tacere delle diverse emittenti radiofoniche quali Ibiza Sonica.

Juice Club, tutti i venerdì sera via Gandhi 34, Treviolo Bergamo infoline 348/5524298 http://www.juiceclub.it/

Coldplay, X Factor e album nuovo

MatthiasTanzmann

“A Head Full Of Dreams”, il nuovo album dal 4 dicembre Il primo singolo, disponibile da subito, è “Adventure Of A Lifetime”

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Coldplay hanno annunciato oggi che l’uscita mondiale del loro settimo album, A Head Full Of Dreams, sarà il prossimo 4 dicembre, su etichetta Parlophone Records. Sarà preceduto dal singolo Adventure Of A Lifetime, immediatamente disponibile per il download e lo streaming. L’album, registrato tra Malibu, Los Angeles e Londra, è stato prodotto dal duo norvegese Stargate insieme al collaboratore di lunga data della band Rik Simpson. In nessun altro album dei

Snowbombing adds another avalanche of acts to the already jam-packed bill, including Fatboy Slim, Sven Väth, Skepta, Slaves, Black Coffee, Sam Feldt, Mind Against and more! The new acts will join headliners including The Prodigy, Bastille, Jungle, Netsky, Andy C and Jamie Jones at the world’s No.1 music festival on snow, which takes place from 4th – 9th April 2016, in the picturesque alpine town of Mayrhofen in Austria. Fatboy Slim will return to the mountains for a headline set at Snowbombing 2016! Brighton’s favourite beatmaster took control of The Racket Club at SB15 to serve

Coldplay ci sono così tante collaborazioni: Beyoncé, Noel Gallagher, Tove Lo, Merry Clayton sono tra i nomi che compaiono nelle 11 canzoni dell’album (12, se si conta anche la ghost track X Marks The Spot). L’ampio respiro di A Head Full Of Dreams rende l’album il logico successore del più intimo e tormentato Ghost Stories del 2014, il sesto consecutivo album dei Coldplay a dominare le vette delle classifiche in tutto il mondo, nonché vincitore di svariati

out one of the best sets of the festival. Brimming with hits like Right Here Right Now and Praise You, it also demonstrated the superstar DJ’s return to form with 2014’s charttopping Eat Sleep Rave Repeat and his killer remix of Mark Ronson’s Uptown Funk. With his new project Smile High Club, headline festival sets around the world and even a surprise DJ set at Banksy’s Dismaland, it’s been a phenomenal year for the big beat pioneer and his performance at Snowbombing 2016 is guaranteed to be another show-stopper. Next up, and swapping the White Isle of Ibiza for the white peaks of

foto di Julia Kennedy

award e che ha venduto milioni di copie. In Italia è stato certificato doppio platino ed è tra ai 3 album internazionali più venduti del 2014. Proprio per completare le registrazioni di A Head Full Of Dreams, la band ha deciso di non andare in tour con Ghost Stories l’anno scorso. Pieno di vita e di energia, A Head Full Of Dreams è un’esplosione multicolore carico di gioia e di passione, come il primo festoso singolo Adventure Of A Lifetime o Hymn For The Weekend, che parte come un razzo. I Coldplay non si sono mai divertiti tanto a registrare un album, nè sono mai stati più contenti del risultato finale. E questa volta stanno progettando di portarlo in tour in tutto il mondo. La band, che manca dall’Italia da oltre 3 anni, sarà superospite della finale di X Factor, in onda dal Mediolanum Forum di Assago giovedì 10 dicembre su Sky Uno HD.

the ‘Hof for his debut Snowbombing performance, it’s Sven Väth! Few artists have built a legacy as farreaching and influential as techno luminary Väth. One of dance music’s most colourful characters, his legendary Cocoon parties at Amnesia continue to be a mecca for partygoers all around the world. With his outlandish on-stage antics and boundless enthusiasm, Papa Sven’s snowbombing debut is sure to be unmissable. Snowbombing 2016 also welcomes Skepta! Since his 2007 debut album, Greatest Hits, MC and producer Joseph Junior Adenuga, AKA

Skepta, has continued to lead the charge for the London grime scene. Throw-back anthem “That’s Not Me” propelled him back into the limelight last year, closely followed by Shutdown, which won best song at the 2015 MOBO Awards. And when it comes to live shows, there’s noone more commanding on the mic. From the moment he steps on stage at SB16, Skeppy’s uncompromising sound and lyrical energy are guaranteed to get the entire crowd jumping. Another act making their fist appearance on the Mayrhofen mountains are BBC’s Sound Of 2015 nominees Slaves. The punk duo from Kent

never fail to attract a swarming moshpit, with their pop-rock choruses, memorable guitar riffs and rapidfire vocals, on knockout tracks like White Knuckle Ride, The Hunter and Live Like an Animal. When it comes to house music, South African DJ Black Coffee’s soul-drenched house vibes will be the perfect pick me up after a day on the slopes, along with sets from Citizenn, Dirtybird’s Justin Martin, Spinnin Records’ Sam Feldt and Dutch duo Chocolate Puma. Also announced today are acts including Chris Lorenzo, Doorly, Droog, Mele, Mind Against, Shy FX’s Party on the

Moon and everybody’s favourite mischief makers The Cuban Brothers. With more names added and lots still to be announced Snowbombing 2016 is shaping up to be the most incredible year yet. Nestled in a breath-taking alpine setting with snow-capped vistas, Snowbombing boasts the most awe-inspiring festival venues in the world; from a mountaintop igloo 6,000 feet above sea level, to enchanted forest clearings, cosy alpine lodges, atmospheric medieval barns, and an impressive selection of après ski bars and clubs. So if dancing against an unparalleled panoramic backdrop that other festivals could only dream of, partying with the world’s most groundbreaking live acts and DJs, relaxing in a luxury spa or just riding the fresh white powder appeals, then join us in Mayrhofen for SB16! Packages start from just £299 (+bf) for 5 nights’ accommodation and festival wristband. Book your place by visiting www.snowbombing.com.


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Malevič, il pioniere russo del suprematismo

Marby

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L’arte che odiava Stalin

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’elegante città di Bergamo presenta alla GAMeC (Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea) la retrospettiva dedicata a Kazimir Malevič, personaggio centrale e insostituibile dell’arte moderna, che ha attraversato uno dei periodi storico-artistici più intensi del Novecento. La mostra, curata da Evgenija Petrova, vicedirettore del Museo Russo di Stato di San Pietroburgo, e Giacinto Di Pietrantonio, direttore della GAMeC, è unica nel suo genere per completezza e per l’accurata indagine storicocritica. Accoglie cinquanta opere di Malevič accanto a un nutrito corpus di lavori d’importanti esponenti russi, appartenenti ai movimenti artistici d’inizio Novecento, oltre a documenti e filmati,

Quadrato nero, 1923 ca.

relativi al periodo storico di riferimento. Il percorso espositivo si apre con un grande video che rappresenta l’opera teatrale “La vittoria sul sole” e mostra in sede espositiva le sculture vestite e interpretate dallo stesso Malevič che le aveva create per la rappresentazione. Con quest’opera teatrale di grande impatto emotivo, Malevič voleva probabilmente rappresentare attraverso attori che si contorcono e si liberano da corde e orpelli inutili lo sguardo

Composizione con la Gioconda, 1914 Schizzo per affresco (autoritratto), 1907

verso il futuro, liberato dalle convenzioni sociali, estetiche accademiche che opprimevano la libera rappresentazione espressiva. Siamo negli anni caldi delle avanguardie russe. E’ in questi anni, intorno al 1913, che Malevič scrive in collaborazione con il poeta Majakovskij, il manifesto del movimento denominato Suprematismo corredato poi dal suo saggio intitolato “Il Suprematismo, ovvero il mondo della non rappresentazione”. Nel clima formale e accademico dell’avanguardia russa del primo Novecento, Malevič sosteneva che l’artista moderno doveva guardare a un’arte libera dalla rappresentazione realistica e naturalistica per il raggiungimento della “supremazia della sensibilità pura nelle arti figurative”. Nel percorso espositivo, che è suddiviso in ben 9 sale, possiamo comprendere attraverso le opere, il pensiero e l’estetica di questo maestro. Il suo percorso inizia con un tratto da pittore simbolista, come nel quadro “Schizzo per autoritratto” del 1907,

dai tratti disegnati e pittura piatta come le immagini di Klimt, per continuare con la lezione cubista, di cui possiamo vedere in mostra

di me le icone, in esse sentii qualcosa d’intimo e di straordinario. In esse mi apparve tutto il popolo russo, con tutta la sua opera emozionale”. Malevič, che nel 1878 nasce

Sportsmen, 1930-31

vicino a Kiev in Ucraina e studia a Mosca e vive la rivoluzione russa, sente la necessità di trovare una nuova poetica che raccolga tutta l’esperienza emozionale del suo paese. Negli anni successivi alla rivoluzione bolscevica è sostenuto dal governo russo e nel 1919 inizia l’attività di docente all’istituto d’arte di Vitebsk, per diventarne successivamente il direttore. Nel 1927 si reca a Berlino, conosce la scuola del Bauhaus e i suoi componenti già architetti e artisti affermati. Dopo l’ascesa al potere del nazismo e il periodo stalinista, Malevič ripercorrerà la strada figurativa ma firmerà sempre i suoi quadri con un piccolo quadrato, segno distintivo della sua ricerca che ha contraddistinto la sua opera e la sua vita.

alcune opere, di cui una in particolare,“Composizione con la Gioconda” del 1914 di ispirazione chiaramente cubista. Ma la sua ricerca volta all’assenza delle forme che lui definisce illusorie, lo conduce alla rappresentazione delle forme geometriche pure, come il quadrato, il cerchio e la croce che lui esibirà come esperienze formali di natura spirituale paragonandole alle icone russe. Di quest’ultime commenterà in una sua nota: “… una forte impressione produssero su

MALEVIČ Ragazze nel campo, 1928-29

GAMeC Via San Tomaso, 53 Tel. 035270272 Bergamo Orario: 9.00–19.00 Fino al 17 gennaio 2016

Testa di contadino, 1928 ca.


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Teatro e...

I

Bianca Ara

l Prezzo di Arthur Miller in prima nazionale al Teatro Argentina con Umberto Orsini e Massimo Popolizio e diretto dallo stesso, la pièce rispecchia le devastanti conseguenze che hanno seguito la crisi economica negli Stati Uniti nel 1929. È la storia di due fratelli, figli di un padre che

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”Il Prezzo“ di Miller diretto da Popolizio ha subito drammaticamente la crisi, si incontrano dopo alcuni anni dalla sua morte per svuotare l’appartamento che sta per essere demolito, in cui sono accatastati dietro un grande telo i mobili e oggetti raccolti dal padre nel corso degli anni e della sua vita. Viene chiamato un vecchio broker a stimare un prezzo dando vita a incomprensioni e menzogne che la paura della perdita improvvisa del benessere può esercitare su chi vive la crisi. Con la maestrìa che contraddistingue Miller tratta un tema così lontano ma così vicino ai nostri giorni dove regna l’incertezza.

Ma che prezzo hanno le cose rispetto al valore della vita? Come dice il broker interpretato da Umberto Orsini “non

si può essere sentimentali”. Il prezzo di vecchi mobili di famiglia, i prezzi dei ricordi privati, il prezzo dei sacrifici di una vita, tutto ha un prezzo e tutti pagano un prezzo in

questa cinica opera di Miller. Popolizio fotografa e stampa il suo disincantato punto di vista sul dramma borghese e sorprende i personaggi nella loro cattiveria mascherata,

he Price by Arthur Miller, National opening at the Teatro Argentina with Umberto Orsini and Massimo Popolizio and directed by the same Popolizio, reflects the devastating consequences that followed the economic crisis in the US in 1929. It is the story of two brothers, sons of a father who has suffered the crisis dramatically, they meet after a few years from his death in order to empty the apartment that will shortly be demolished, in which old furniture and objects collected over a lifetime are stacked behind a large cloth. An old broker is called to give an estimate, a price, that provokes misunderstandings and numerous lies that the fear of sudden

loss of well-being can exercise on those who live the crisis. With great mastery Miller depicts an issue apparently so far but so close to the present day where uncertainty reigns. But what price have things compared to the value of life? As the broker says, played by Umberto Orsini, “you cannot be sentimental.” The price of old family furniture, the price of private memories, the price of the sacrifice of a lifetime, everything has a price and everyone pays a price in this cynical work of Miller. Popolizio photographs and prints his disenchanted views on the bourgeois drama and surprises the characters in their disguised malice, with measured and accurate gestu-

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”The Price“ of Miller directed by Popolizio

con una gestualità misurata e accurata, come la camminata veloce di Esther, le mani in tasca e le gambe incrociate di Walter, la danza della “vittoria” del broker sul finale. Tra colori cupi e claustrofobici la recitazione è di vecchia maniera ma equilibrata dove si sente il minuzioso lavoro sui sottotesti e veloci cambi di registro seguiti da momenti di svolta che danno luogo a rivelazioni improvvise. Dopo Roma, “Il Prezzo” sarà in tourneé a Napoli, Torino, Firenze, Bologna e sarà a Milano al Piccolo Teatro Strehler dal 2 al 14 Febbario. Un dramma quotidiano, non mancate.

res such as Esther’s fast-pace walk, the way Walter keeps his hands in his pockets and legs crossed, the broker’s dance of “victory” at the end. In a mix of dark colors and a claustrophobic atmosphere, the choice of acting is old-style but balanced unveiling the meticulous work on subtexts and fast changes of register followed by turning points that result in sudden revelations. After Rome, “The Price” will be on tour in Naples, Turin, Florence, Bologna and will be in Milan at the Piccolo Teatro Strehler from the 2nd to the 14th of February. An everyday drama, don’t miss it.


domenica 22 novembre 2015 www.stadio5.it guiva per strada per pestarmi. Sei famoso, vai in giro e hai tantissime tentazioni”. A questa autobiografia il calciatore tiene moltissimo, libro che descrive la sua vita tra le belle ragazze, dichiara ad esempio di aver fatto sesso tutti i

Amore, rotture e racconti di storie passate, vediamo cosa ci hanno regalato i vip questa settimana.

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a coppia dell’anno composta da Naike Rivelli e Yari Carrisi, è scoppiata. La notizia è trapelata dalla figlia di Ornella Muti che su twitter ha scritto

dato vita ad una relazione diventata ormai stabile, la coppia aveva infatti trascorso le vacanze a Cellino San Marco, nella residenza dei Carrisi, e fino a pochi

di essere nuovamente single e di essere rimasta in buoni rapporti con l’ex. La showgirl ha aggiunto “Yari ed io siamo talmente fratelli

giorni fa non vi era il sentore di una rottura, arrivata improvvisamente. Yari aveva infatti raccontato di voler affittare un camper

che siamo più amici che una coppia. Lo trovo bellissimo, non è la fine di nulla, gli amici si amano per sempre”. La scintilla, che era

per girare il mondo con la sua amata, forse il viaggio avverà lo stesso, ma da buoni amici. Non ci resta che augurare le migliori

uscita la nuova autobiografia di Bobo Vieri, che racconta il suo rapporto con le donne e con le sue fidanzate. La autobiografia è intitolata “Chiamatemi Bomber”, sono giorni che l’ex calciatore fa il conto alla rovescia e Vanity Fair non ha perso l’occasione di intervistarlo. Vieri, durante l’intervista ha raccontato numerosi aneddoti, tra cui la storia che vede protagonista la su ex Elisabetta Canalis che lo inseguiva per “pestarlo”. Il giocatore infatti pare avesse il vizio delle donne, alla ex velina ovviamente

questo non andava bene. Bobo dichiara: “Nella vita ho avuto due ragazze importanti, Elisabetta con cui sono stato tre anni, e Melissa. La fedeltà mi è pesata molto all’inizio, è stata più Elisabetta ad incazzarsi, come quando mi inse-

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armen Consoli scrive sui

tanata ad ascoltare rumori sinistri salire dalla strada: spari, urla, sirene. Ho riflettuto ma non posso cantare: il canto mi si ferma i gola. Tornerò presto sul palco, ma non ora”. La cantante sembrerebbe essere rimasta profondamente colpiti dagli eventi di Parigi. La sua decisione lascia spazio alle critiche, come quelle mosse da un ragazzo che ha scritto “Aspettavo il concerto da tanto, con la tua grinta mi aspettavo uno smacco, noi ti aspettiamo”. Speriamo che la cantante ritrovi la forza che la contraddistingue.

social un post che ci lascia sorpresi. La cantante era a Parigi la notte del 13 novembre, ha vissuto attimi di terrore durante gli attacchi, motivo per cui ha dichiarato di voler sospendere il tour all’estero. Nel post su facebook ha scritto “...la music, l’arte sono espressione di bellezza e fonte di grande felicità. Mi perdonerete, se in questo momento non riesco a trovare nel mio cuore la gioia che mi ha sempre spinta a suonare. Venerdì ero a Parigi, ho trascorso la serata e la notte rin-

C cose ai due, sperando magari in una riconciliazione.

giorni dai suoi 18 anni, “...io amo le donne. Qui a Miami vorrei andare a vivere con quattro o cinque donne”. Attualmente l’ex calciatore è ancora single e si diverte molto. Complimenti, bomber anche con le donne.

È

arolina Crescentini, è

scoccata tra lei e il figlio di Albano, durante le riprese di “Pechino Express”, sembrava aver

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diventata la musa del suo nuovo fidanzato, il cantante californiano, Dave Peter Mellish. I due si sono conosciuti negli Stati Uniti e si sono innamorati, il cantante la considera una musa, come quanto scritto sotto le foto postate sui social, che sono arrivate dritte in Italia, e che vedono il cantante innamoratissimo della stupenda attrice. Mellish scrive infatti sotto le foto frasi come “Ingridients of life” o “something’s never fade”,

l’attrice per ora preferisce essere più riservata riguardo la sua relazione. La storia con Marco Salomon è finita da due anni e pare che il nuovo fidanzato l’abbia conquistata completamente. Entrambi hanno molti progetti, è in uscita il nuovo album per lui, lei invece è uno dei volti ricercati del cinema italiano. L’attrice è sempre stata chiara riguardo ai suoi gusti, uomo più grande di lei e di grande intelligenza, speriamo quindi abbia trovato quello che cerca.


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