N 38 2015 inter romaweb

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sabato 31 ottobre 2015 anno 5 numero 3 8

Sport & Spettacolo

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match decisico Allungo o Sorpasso?

Inter

Roma

info@stadio5.it COPIAOMAGGIO


sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it

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AUGURIAMOCI DI VEDERE UNA GRANDE INTER

Parola al Baffo

I

nter-Roma per la testa della classifica. Aprite gli occhi, niente pizzicotti, è tutto vero. I nerazzurri sono reduci dal quinto 1-0 di questo campionato (con Atalanta, Chievo, Verona, Milan e martedì scorso con il Bologna) e un 2-1 (con il Carpi), mentre i pareggi sono tre e una sconfitta. La Roma, invece, è una delle favorite per la vittoria, in questo momento, forse, è la principale candidata al titolo. Di acqua sotto i ponti ne deve ancora passare, ma per il momento i giallorossi sono primi e darebbero un colpo quasi mortale con una vittoria alle velleità degli uomini di Mancini che, soprattutto col Bologna, sembrano lì per caso. La difesa sta tenendo egregiamente; diciamo che Handanovic contro i felsinei si è fatto perdonare la bruttissima prestazione con la Fiorentina, mentre i veri problemi sono in mezzo al campo e là davanti. Felipe Melo e Kondogbia non sembrano passare un buon momento, anche se il brasiliano, salterà il big-match dell’11ª giornata per squalifica, Brozovic invece sembra l’ultimo ad avere una posizione in campo ben definita. Il croato tesse e cuce gioco tra le linee, ma è troppo poco. Icardi spesso è solo, Perisic non è un marziano e Jovetic deve fare i conti col suo fisico non propriamente da mandingo. Contro la Roma, Medel sostituirà davanti alla difesa Felipe Melo, mentre bisogna capire se Ljajic e Jovetic potrebbero giocare insieme, viste l’idiosicrasia del gol di Palacio, diventato ormai un panchinaro fisso nel roster di Mancini. Vincere contro gli uomini di Garcia, cambierebbero in un amen le gerarchie del campionato, lanciando l’Inter di diritto nel novero dei principali contendenti per il titolo. Non nascondiamoci dietro un dito, l’Inter di Mancini non ha convinto ancora nel gioco; manovra troppo lenta, spessa prevedibile, leziosa e sterile che però le ha permesso di essere seconda in classifica. Meglio essere fortunati che bravi, anche perché quando si perde non si capisce mai se i demeriti superano i meriti. Il pronostico è aperto a tutti i risultati, ma chi ha più da perdere è l’Inter. Dovesse perdere toglierebbe credibilità a un progetto che sembra stia prendendo quota. Ci vuole pazienza. Non troppa.

Sarà determinante fare un colpo grosso con i giallorossi

ciccato però la squadra di Di Francesco con la Juve ha vinto ed ho centrato il pronostico. Vedo nubi nere sui Gobbi se perderanno anche col Torino, che contro il Genoa non avrebbe meritato di subire il 3-3 all’ultimo minuto. Un elogio, oltre al Sassuolo, ai miei amici dell’Atalanta veramente bravi nel battere la Lazio in rimonta. La squadra di Pioli col Milan avrà il dente avvelenato e i cugini dovranno tenere conto della rabbia dei laziali, oltre al fattore campo che per ora non ha mai regalato un punto alle avversarie dei biancoazzurri.

Sandro Mazzola

L

a nostra Inter, penso, che stasera dovrà soffrire parecchio con la Roma, non tanto per la tradizione favorevole dei giallorossi a San Siro quanto per la forza d’urto attuale di questa Roma che è diventata una macchina da gol. Ho seguito con attenzione la partita dell’Olimpico dei giallorossi con l’Udìnese e sono rimasto stupito con quanta facilità questa squadra riesce ad andare a segno. Guardando la classifica la nostra difesa, in fatto di gol incassati, sembrerebbe dare garanzie, specialmente se dal tabellino tolgono i quattro gol subiti dalla Fiorentina. Ma la Roma, in attacco, come

detto, fa veramente paura e i nostri ragazzi non dovranno commettere alcun errore se si vuole evitare il peggio. Personalmente, è ovvio, mi auguro un controsorpasso in clas-

sifica, anche se poi il giorno successivo potremmo essere raggiunti dalla Fiorentina, impegnata col Frosinone, e dal Napoli in trasferta a Genova. Sicuramente è un bel

Inter Allenatore

STADIO

Roberto Mancini

MEAZZA

Arbitro: Nicola

INTER (4-3-2-1)

Handanovic Santon, Miranda, Murillo, Jesus; Guarin, Medel, Brozovic; Perisic, Jovetic; Icardi

aperitivo l’anticipo di Torino che ci metterà in poltrona prima di Inter-Roma col derby della Mole. Pronosticando la vittoria del Sassuolo della scorsa settimana col Milan ho

Roma ORE 20.45

Allenatore

Rudi Garcia

Rizzoli di Bologna ROMA (4-3-3)

Szczesny Florenzi, Rudiger, Manolas, Digne; Nainggolan, De Rossi, Pjanic; Salah, Dzeko, Gervinho


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sorpasso o la consapevolezza di non poter

I

classifica marcatori

l match di questa sera, salvo sorprese, ha poco da raccontare fuori dalle righe. L’Inter arriva da una vittoria scialba a spese di un Bologna che in campo, contro i nerazzurri appunto, sembrava il Barcellona degli anni dei triplete. La Roma, i risultati parlano da soli, arriva al Meazza consapevole di poter schiacciare qualsiasi sasso trovato lungo il percorso, e la squadra di Mancini, mi perdonino i tifosi interisti, può al massimo ricoprire il ruolo di umile nocciolina. Roberto Mancini di vittorie per 1-0 ne ha collezionato ben cinque su sei gare vinte, mettendo a segno in totale 10 gol contro i sette subiti (quattro dei quali dalla sola Fiorentina). Garcia presenta un biglietto da visita diverso: sette gare vinte con 25 reti realizzate e 12 subite, il minimo scarto è stato di 2-1. La differenza è presto chiara. La Roma macina gioco rischiando molto e aumentando, però, proporzionalmente le probabilità di andare a segno mentre l’Inter con le idee poco chiare prova ad innescare qualche timida manovra presto abortita dall’avversario e, se in vantaggio, fa catenaccio a difesa dell’1-0 che, come contro il Palermo, alla prima mischia nella propria area si scioglie come neve al sole. Una differenza reti

competere con le grandi

che la dice lunga sulla diversa filosofia dei due tecnici, Garcia vince su Mancini con un convincente +15 mostrando grande dinamismo oltre ad una attenta regia con manovre che mostrano spesso sia capo che coda. E l’Inter? Lenta, anzi lentissima, senza gioco, di manovre neppure a parlarne data la prevedibilità. Ora che la palla arriva ad Icardi, Daniele De Rossi fa in tempo a

salire al bar dello stadio, bersi un caffè e tornare in campo in tempo utile per riprendere in mano il gioco di ritorno dei giallorossi. Lasciamo stare i deprimenti numeri e torniamo al terreno di gioco del Meazza che questa sera prevede il tutto esaurito sugli spalti e ancora una volta qualche uomo sparso qua e là nell’area nerazzurra. Il tallone d’Achille del Mancio resta il centrocampo

e l’attacco. Felipe Melo, grande escluso per la squalifica rimediata nel big match di martedì scorso, non sempre gira a dovere

a braccetto di Kondogbia, poche attenuanti anche per Brozovic. L’area avanzata vede un Icardi sempre più annoiato ad attendere la palla magica per il tap-in a porta vuota, diversamente non è disposto a faticare, un Perisic che abbozza tentativi personali e uno Jovetic entrato in zona d’ombra dopo l’exploit delle prime due giornate e da cui, a quanto sembra, fa fatica ad uscire. Che dire

Gonzalo Higuain

Éder Citadin Martins

Lorenzo Insigne

Nikola Kalinic

8

8

6

6

LA CLASSIFICA

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di Palacio! Qualcuno ricorda ancora la sua esistenza in nerazzurro? Torniamo al match di questa sera per non deprimerci. Mancini dovrebbe rispolverare il 4-3-1-2 con Perisic a dare manforte a Icardi e con ogni probabilità Jovetic (l’alternativa ricadrebbe sull’ex Ljajic, A centrocampo, vista l’assenza forzata di Felipe Melo, torna Medel, a protezione della difesa la coppia Miranda-Murillo, Brozovic interno sinistro contrapposto a Guarin a destra. Sulle fasce monetino tra Santon e Nagatomo mentre a sinistra dovrebbe essere confermato Juan Jesus. Garcia risponderà con il 4-3-3. Recuperato Florenzi in difesa che spedisce in panchina Maicon, coppia centrale Manolas-Rudiger. La notizia più rassicurante per il tecnico giallorosso è il rientro di Daniele De Rossi che, almeno si spera, non crei panico nell’area dei padroni casa. Il Biscione contro la Lupa per l’allungo o per un sorpasso che porterebbe di diritto l’Inter in testa alla classifica, quindi con poco gioco ma comunque capace, in attesa dei risultati di Fiorentina e Napoli.

Carlos Bacca

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*

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1 partita in più

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Partita

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nerazzurra

Dodò

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osé Rodolfo Pires Ribeiro freme per rientrare a pieno regime, ma i tempi per il recupero al cento per cento, dopo la lesione al menisco, meritano rispetto. Il giovane terzino verdeoro lo scorso marzo si è sottoposto ad un intervento

chirurgico di meniscectomia mediale e revisione del legamento crociato del ginocchio sinistro. Ormai ha iniziato i primi passi in prima squadra, già due settimane fa e il rientro è garantito, se trova posto.

T

empi ancora lunghi, invece, per Nemanja Vidic. Il difensore serbo si è sottoposto ad un intervento chirurgico alla schiena e il rientro in campo non è previsto prima di gennaio. L’argomento Vidic è impegnativo e dolente per la società nerazzurra. Premesso che anche senza infortunio Mancini l’avrebbe impegnato poche volte, il problema vero è che il calciatore è “in malattia” strapagato e come se non bastasse, all’età di 34 anni, è già ampiamente fuori dal mercato. I soldi spesi per il serbo l’Inter non li recupererà più.

Nemanja Vidic


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Parliamone...

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Inter, notte da primato ma anche di scherzetti Mancini perde un elemento prezioso in un settore vitale, dove la squadra di Garcia presenta un trio bene assortito, forse uno dei migliori del campionato, composto da De Rossi, Nainggolan e

attacco, unica nota stonata dei giallorossi è finora Edin Dzeko, non tanto per il suo rendimento, che in campo, con il suo pressing sui difensori avversari, appare sempre prezioso e utile, ma per

dopo uno stop dovuto ad infortunio, non ha più segnato è vero, ma si è sacrificato molto per la squadra, consentendo ad altri di andare in gol e alla sua squadra di essere in testa al campionato.

perfetto affiatamento tra i vari reparti che, con l’indispensabile innesto di giocatori di qualità, ha consentito a Garcia di trovare la giusta quadratura di una squadra che ora ha tutte le credenziali per

campo questa sera come avversario nella prima sfida contro i suoi ex compagni giallorossi e segnare addirittura un gol, partendo dalla panchina, ma anche dagli altri componenti del grup-

il bosniaco Pjanic; quest’ultimo sempre più leader, capace non solo di giocare di sciabola e fioretto, ma anche dare un sostanziale contributo in zona gol. In

i gol che non arrivano. Unica rete dell’attaccante bosniaco segnato in campionato è quella del 30 agosto all’Olimpico contro la Juve. Da allora il calciatore,

Tra i giallorossi, in effetti, hanno segnato un po’ tutti. Solo dal trio Salah, Pjanic e Gervinho sono arrivate 15 reti (5 centri a testa). Un segnale che la dice lunga sul

vincere lo scudetto. I nerazzurri comunque sembrano caricati a mille. La conferma arriva non solo dall’ex romanista Pjanic che, chissà cosa darebbe per essere in

po come Medel, Icardi e Jovetic e dai supporter nerazzurri che ancora una volta affolleranno numerosi gli spalti del Meazza, al grido di “bisogna vincere”.

Luigi Rubino

L

’Inter contro la Roma non può sbagliare e sogna lo scherzetto nella notte di Halloween. Distrazioni, gare opache, senza nerbo, come quella vista a Bologna nel primo tempo, non ci devono più essere. Ora c’è l’occasione per battere una grande, ricaricare le batterie e dare un senso ad una stagione in cui l’obiettivo immediato, come sappiamo, non è lo scudetto, ma un piazzamento Champions. Le due squadre vengono entrambe da due vittorie nelle gare infrasettimanali. I giallorossi non hanno avuto difficoltà a superare l’Udinese con tre gol e si presentano al Meazza come leader del campionato e con un potenziale offensivo davvero devastante. Sono infatti ben 25 le reti realizzate dai giallorossi in campionato; un record non da sottovalutare dal momento che solo Bayern Monaco e Borussia Dortmund, rispettivamente con 33 e 29 centri, hanno fatto meglio della squadra di Garcia. L’Inter, però, presenta la migliore difesa del campionato con solo 7 gol subiti in 10 partite. Unica debacle casalinga dei nerazzurri (quattro reti incassate) contro la Fiorentina, un mese fa, alla sesta di campionato. Senza Felipe Melo squalificato,


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M

aicon Douglas Sisenando, per i tifosi, soprattutto quelli nerazzurri, è semplicemente Maicon, quel Maicon che ha fatto parte dell’Inter perfetta della stagione 2009-2010, quella della banda “armata” del triplete. L’estate del 2006 la società nerazzurra lo acquista dal Monaco per 6,8 milioni di euro, e se li guadagnerà tutti. L’esordio è contro la Roma in Supercoppa italiana il 26 agosto e due settimane più tardi e la volta della Serie A contro la fiorentina. Per la prima rete realizzata da Maicon bisogna attendere il 28 gennaio successivo nell’incontro vinto per 2-0 contro la Sampdoria. Con l’Inter ha totalizzato, tra campionato e

coppe, 20 reti in 248 presenze ma soprattutto ha vinto ogni titolo possibile: 3 Supercoppa italiana, 4 scudetti, 2 Coppa Italia, una Champions League e una Coppa del mondo per club. Nel 2012 l’Inter lo vende al Manchester City per 4 milioni di euro più 3,5 milioni di bonus ma l’anno successivo torna in Italia per indossare i colori giallorossi. Con la Roma degutta il 25 agosto nella prima gara di campionato contro il Livorno,gara vinta 2-0. Contro la Fiorentina, in dicembre, mette a segno la prima rete in giallorosso e ad oggi conta 45 presenze nella società della capitale con 4 reti all’attivo.

Maicon Douglas Sisenando

A

dem Ljajić è un calciatore serbo di origini bosniache che esordisce da professionista col Partizan Belgrado. Il 15 gennaio 2010 arriva in Italia, la città è Firenze. Con la Fiorentina giocherà le stagioni 2010-2013 segnando 15 reti in 78 presenze. Per la stagione 2013-2014 viene ufficializzato il trasferimento alla Roma per 11 milioni di euro più quattro di bonus. Con i giallorossi totalizzerà 61 presenze e 14 reti. Il 31 agosto 2015, ultimo giorno di mercato, firma il trasferimento all’Inter con la formula del prestito oneroso per 1 milione e 750 mila euro con diritto di riscatto fissato a 11 milioni. Esordisce col numero 22 nella gara casalinga contro il Verona partendo dal primo minuto. Da allora è sceso in campo altre tre volte in queste prime dieci giornate di campionato.

Adem Ljajic

Dodò

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osé Rodolfo Pires Ribeiro, per tutti Dodò, parte dalle Favela, Bahia, in cerca di fortuna e l’ha trovata ma non senza qualche sfortuna legata agli infortuni. Dpo quattro presenze col Bahia si trasferisce a Salvador e con l’Esporre Clube Bahia gioca con maggiore continuità ed arriva il primo infortunio serio: rottura del legamento crociato anteriore che lo obbligherà ad uno stop di oltre otto mesi. Nel luglio del 2012 si trasferisce alla Roma per un milione di euro per un contratto quinquennale. L’esordio in

capitale è bagnato dalla sconfitta in casa contro l’Udinese (23). Nelle due stagioni passate in giallorosso totalizzerà 35 presenze, comprese le coppe, senza segnare un gol, un po’ poco viste le aspettative della Lupa. Nel luglio 2014 passa all’Inter in prestito biennale ed esordisce nei play-off di Europa League segnando anche la sua prima rete in nerazzurri contro lo Stjaman. Anche in nerazzurro è perseguitato dagli infortuni: il 25 marzo scorso ha subito un intervento di menisectomia mediale e revisione del legamento crociato del ginocchio sinistro. Anche questo infortunio ormai appartiene al passato, Dodò ha recuperato bene ed è pronto per tornare in prima squadra.


H

a smesso di allattare i gemellini della Storia, ormai cresciuti, e pensa ad altro, non solo… lo fa in grande stavolta. E’ stato finora una sorta di gioco a nascondino, gioco con cui ha trascorso molto del suo tempo e che non poco ha fatto innervosire i suoi appassioni focosi tifosi: dentro e fuori la tana, con una sequenza senza pace. Ha toccato momenti esaltanti e, quando il frutto tanto desiato sembrava si potesse cogliere rintanava lasciando ad altre il piacere di farlo e di assaporarlo. Una specie di frutto proibito, insomma, che per la verità, meritava di portare a casa, ma che le sfuggiva per mancanza di costanza e per motivi a volte irritanti che la facevano sprofondare nella più cupa disperazione, sua e della Società americana, più che mai stanca di aspettare altro tempo, con sperpero di denaro, per tornare grande. Lo ricordano bene anche i tifosi dell’Inter, che da anni, quando la Roma scende a San Siro, hanno fatto buona scorta di carta igienica, come sembra pure stasera. Vuole azzannare e di brutto questa fiera dantesca che, raggiunta la cima, vede troppo lontana la Zebretta torinese, che ormai sa di patetico e di disfatta, per avere paura di portare a termine l’impresa tricolore, fi-

sabato 31 ottobre 2015 Stadio5.it nalmente questa stagione. Lo sa bene il Biscione nerazzurro, che malmesso com’è, nonostante i pochi punti che li separano, non sembra di impensierirla più di tanto, anche se le sorprese, come gli amici del calcio sanno, sono all’ordine del giorno. Rudi Garcia pensa al campionato, perché la Coppa sembra andata già in archivio, salvo miracoli di tutti i Santi. E forse non sbaglierebbe se pensasse concretamente a dedicare tutte le sue energie e quelle dei suoi soldati a mantenere la vetta a tutti i costi, anche se deve prestare grande attenzione a quel male che l’affligge nei momenti topici della stagione. “Stiamo giocando bene e dobbiamo dimostrare a tutti di essere i più forti, non solo per il momento favorevole, ma fino a giugno. Lo so che non sarà semplice, ma non possiamo più rimandare alle calende greche un titolo che ci rilancerebbe nel cielo europeo e che darebbe altre certezze a tutto l’ambiente che, devo ammetterlo, ha tutte le ragioni per lamentarsi. Faremo una bella gara, come la Roma ha sempre fatto qui a Milano, da dove è ripartita anche con gli applausi del pubblico interista, vero segno di sportività”. Manca il Pupone, però, il terzo figlio che la Lupa ha cresciuto con lo stesso affetto dato ai due gemelli più famosi, anche se poi

Cugini

L

azio-Milan chiuderà la domenica calcistica ma non l’undicesima giornata che si concluderà, campionato sempre più spezzatino, lunedì con gli incontri ChievoSampdoria e Palermo-Empoli.

Lupa, tana libera i libri di storia scolastica non lo menzionano, cosa che non hanno fatto, invece, quelli della letteratura calcistica. Lo spettacolo lo mostrava principalmente

sempre una bella gioia e sentirsi apprezzato dai tifosi avversari è stata la soddisfazione più grande. Peccato, quel gol di Zanetti allo scadere della partita che ci

gli Ospiti

Giovanni Labanca ha scucito lo scudetto che avevamo quasi del tutto appuntato sulle maglie. Era una grande Roma, quella, la stessa che spero di vedere stasera, anche se è poco confortante, vederla dalla panchina. Non si sa mai, nella vita. Il mister potrebbe avere una coraggiosa intuizioni e gettarmi nell’agone della battaglia, perché battaglia sarà, per la posta in palio troppo importante per entrambe le squadre”. Madonnina e San Pietro stanno a guardare senza lasciare trapelare nessun segno di partigianeria, ma già sanno, ovviamente, che non ci sarà tregua pallonara tra la Lupa ed il Biscione. San Siro, intanto, ha approntato per bene lo scenario per una sfida che tutti sperano possa essere degna del blasone delle due squadre. Noi pure.

Doppia sfida sull’asse Milano-Roma sbagliare e si affiderà, quasi in toto, al 4-3-3 che ha avuto la meglio sul Chievo Verona. Cambio obbligato a causa dell’infortunio rimediato da Ignazio Abate, come terzino destro vedremo Mattia De Sciglio. Tra i pali confermata la fiducia al beby portiere Gianluigi Donnarumma, Diego Lopez si starà mangiando il fegato. In difesa indovinata la cop-

Dopo l’anticipo del Meazza che

ospita i giallorossi

domani l’Olimpico ospiterà i rossoneri Si prospetta un bel match quello dell’Olimpico dove il Milan è chiamato a confermare di aver superato il difficile inizio di questa stagione e la Lazio, reduce dalla beffarda sconfitta di mercoledì scorso contro l’Atalanta, chiamata al pronto riscatto per restare in scia al groppone di testa. Occhio Milan, i biancocelesti all’Olimpico non hanno mai perso in questa stagione. Rossoneri, dunque, alla ricerca di conferme dal punto di vista del risultato, due vittorie consecutive ricaricano il morale a dovere. Ma attenzione, l’undici di Stefano Pioli non si presenta mai quale vittima sacrificale e venderà cara la pelle, anzi le piume. Sinisa Mihajlovic sa che non può

il Francesco di borgata che, da autentico campione, ha sempre ricevuto tributi di ammirazione nel catino scaligero. “Bei ricordi. Giocare a San Siro è stato per me

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pia centrale Alex-Romagnoli e Luca Antonelli a sinistra. A centrocampo confermati Riccardo Montolivo a dettare i tempi, Juraj Kucka e Andrea Bertolacci. Confermato anche il tridente d’attacco Alessio Cerci, Carlos Bacca e Giacomo Bonaventura. Ancora fuori rosa Menez e soprattutto Mario Balotelli mentre in panchina si farà rivedere M’Baye Niang. La Lazio si schiererà con lo stesso modulo, assenti Stefan De Vrij, Marco Polo e Keita, Matri a disposizione e pronto a dare il personale contributo se chiamato in causa da Pioli. In campo vedremo sicuramente Lucas Biglia, Antonio Candreva, Felipe Anderson, Miroslav Klose, Marchetti, Basta, Mauricio, Gentiletti, Radu e Onazi.


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Paesi che vai, Feste patronali che trovi

Vita di CLUB

Giovanni Labanca

S

uccede anche a Brugherio, bella cittadina alle porte di Milano, dove la popolazione è mobilitata anche in opere di bene e raccolta fondi da destinare ai più bisognosi. L’Inter Club Black & BlueLegend, come avviene ormai da anni, organizza un proprio gazebo nerazzurro che diventa un punto di riferimento per i soci che vi possono ritirare tessera e sciarpa e per molti altri tifosi nerazzurri brugheresi che hanno l’opportunità per iscriversi al club, come per esempio Marco

Magni, Assessore al Commercio di Brugherio, grande tifoso nerazzurro. Nell’occasione, per festeggiare i cinque anni di vita del club, è stato anche presentato in anteprima assoluta il nuovo striscione che sarà esposto sugli spalti di San Siro già da stasera. La grafica dello striscione è stata scelta tra sei diverse opzioni, con un sondaggio online tra i soci e tra i fan sulla nostra pagina facebook. Hanno risposto in moltissimi ed il risultato è quello che vedete nella foto pubblicata.

INTER CLUB BUSSERO

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ussero non è solo una delle fermate della linea verde della metropolitana milanese, ma è anche un bel centro urbano, metà agricolo e metà moderno, ma sempre fedele alle antiche tradizioni padane. Vi opera anche un attivissimo Inter Club, che, ben inserito nel felice contesto sociale del comune, non manca mai di partecipare ad eventi, da cui possano trarre benefici gli abitanti tutti. In occasione della festa del comune di Bussero, che si è tenuta domenica 11 Ottobre, ha organizzato, infatti, un gazebo per promuovere le attività che il sodalizio, presieduto da Enzo Muscarelli, organizza da cinquant’anni sul territorio. Tanti i

soci intervenuti e tanti gli appassionati nerazzurri che lo hanno visitato e che, grazie a questo gazebo, hanno potuto conoscere le esperienze che Fc Internazionale

e il Centro Coordinamento Inter Club organizzano per i propri associati, di carattere sportivo e sociale, perché, fanno giustamente notare gli amici di Busse-

ro, il tifo e lo sport sono anche segni di sana convivenza civile. Ad maiora.


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INTER CLUB Ospiti a San Siro

I

l Centro Coordinamento organizza, ad ogni partita casalinga, un programma speciale per gli Inter Club. Per questi, l’evento rappresenta una festa molto apprezzata, perché hanno la possibilità di vivere, all’interno di San Siro, le emozioni stesse che provano i giocatori. A fine partita

Inter-Juventus, rappresentanti degli Inter Club della Sicilia e della Sardegna, nel cuore dello stadio, hanno preso parte ad un entusiasmante Meet & Greet, che, spiegato in parole povere, vuol dire un incontro molto ravvicinato con personaggi famosi. In questo nostro caso specifico, si è trattato

di essere faccia a faccia con Felipe Melo, che, di buon grado, si è intrattenuto con i tifosi giunti da tanto lontano e ai quali si è volentieri concesso per foto ricordo e firme di autografi. Anche così, si avvicina la tifoseria alla squadra che ha sempre tanto bisogno del loro affettuoso apporto di tifo. di Giovanni Labanca

L

a ripresa del campionato coincide anche con le attività del Centro Coordinamento e dei suoi collaboratori, a cominciare con il raduno tra tutti i vari coordinatori regionali degli Inter Club. Si è svolta domenica 18 ottobre, infatti, la riunione dei Coordinatori Inter Club che si è tenuta, prima della partita con la Juventus, nella sala stampa di San Siro, per un importante momento di confronto, fare il punto sulla stagione passata e per condividere lo sviluppo e la crescita della famiglia Inter Club, per il futuro immediato. Oltre ai rappresentanti di tutte le regioni italiane e delle province lombarde, erano presenti David Garth - Venue Commercial Director - e il team del Centro Coordinamento Inter Club, con il segretario Nicola Ranieri ed i funzionari Valerio Bressani, Alessandro Lana e Andrea Viglieno.

COORDINATORI I N TE R CL U B Tanti sono stati gli argomenti toccati e condivisi, grazie ai feedback dei rappresentanti sul territorio del mondo Inter Club, che uniti alle tante novità create dal Centro Coordinamento, puntano a migliorare sempre di più i rapporti con i soci iscritti, quasi 110mila, e valorizzarne le

capacità di organizzazione e tifo visto che sono proprio loro, con la passione che li contraddistingue e li anima, il vero motore capace di portare i colori nerazzurri ovunque nel mondo e sempre più in alto. Ecco i coordinatori nazionali, ai quali Stadio5 augura un magni-

fico lavoro, per il loro impegno in nome della Beneamata. Abruzzo, Alfredo Amante; Basilicata, Ludovico Iannotti; Calabria, Giandomenico Amodeo; Campania, Adriana de Leva; Emilia Romagna (pc, pr, re, mo, bo, fe), Antonio Arata; Emilia Romagna (ra,fc,rn), Oreste

Lugaresi; Friuli Venezia Giulia, Marco Zuliani; Lazio, Mauro Basilico; Liguria, Claudio Restelli; Lombardia (mi,mb), Giovanni Giuffrida; Lombardia (bg), Rosella Cremonesi; Lombardia (bs), Adamo Ghidini; Lombardia (cr,lo), Ettore Bettinelli; Lombardia (lc), Roberto Colnaghi; Lombardia (mn), Chiara Cobelli; Lombardia (co), Enrico Bello; Lombardia (PV), Enzo Rubino;

Lombardia (so), Daniela Nani; Lombardia (va), Patrizio Alfieri; Marche, Mario Montesi; Molise, Francesco Lanotte; Piemonte, Vincenzo Novembre; Puglia, Giovanni Pezzuto; Sardegna, Gavino Giordo; Sicilia, Francesco Scuderi; Toscana, Fernando Fanci; Trentino Alto Adige, Daniela Casagrande; Umbria, Carlo Castori; Veneto, Andrea Rizzi.


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Campionato

INTER A CACCIA DEL NUOVO SORPASSO

Questa sera i ragazzi di Mancini provano ad abbattere la Lupa Si comincia col derby della Mole, oggi alle 18.00, con una Juventus dal dente avvelenato per la sconfitta infrasettimanale col Sassuolo. Il Toro, però, non è da meno considerando il 3-3 incassato in pieno recupero dal Genoa. Per la Vecchia Signora si parla di ultima spiaggia, dal momento che il divario con le prime in classifica, dopo il passo falso di Reggio Emilia, è diventato molto preoccupante. Dodici punti neanche

Giù al Nord

N

on è possibile che un momento così esaltante venga rovinato dalle idiozie di Insigne e Mertens. Il loro comportamento da stolti ha guastato una serata che ci ha visto vincere per la quinta volta consecutiva, con un classico due a zero, contro un Palermo coraggioso, tonico che non si è mai arreso. Spero che la società prenda subito provvedimenti nei confronti di questi signori: non si rompe il giocattolo per le manie di protagonismo di due deficienti. Le squadre si chiamano così proprio perché si tratta di collettivi, quindi se a qualcuno di questi stupidi, non sta bene la situazione, fossi in De Laurentis, li cederei

il più pessimista dei tifosi bianconeri lo avrebbe immaginato e di conseguenza per Buffon e compagni diventa determinante la vittoria col Torino. A San Siro l’Inter, rilanciata dal successo col Bologna, prova il controsorpasso di una Roma che sta regalando sogni meravigliosi ai propri sostenitori. L’undici di Garcia è una autentica macchina da gol e l’Inter dovrà fare parecchia attenzione per non cadere sot-

to i colpi di Pjianic e compagni. Mancini, inutile nasconderlo, è molto preoccupato anche se la difesa nerazzurra dopo il poker incassato dalla Fiorentina sembra aver riordinato le idee. Nel gruppone di testa, insieme all’Inter ci sono Fiorentina e Napoli, la prima è impegnata domani a mezzogiorno con lo scatenato Frosinone vincitore all’ultimo minuto col Carpi quattro giorni fa, il secondo all’assalto di Ma-

domani per il Milan all’Olimpico contro una Lazio frastornata dal capitombolo di Bergamo con l’Atalanta. E’ la prova del nove per i rossoneri che dovrà chiarire a fondo la forza di questa squadra partita col piede storto rispetto alle aspettative di pre-

campionato. Chiude il cartellone dell’undicesima giornata la gara del Bentegodi fra il Chievo e la Sampdoria mentre l’Empoli, reduce dal pareggio con i blucerchiati sarà a Palermo per tentare un altro piccolo sprint.

rassi per portare altro fieno in cascina col Genoa dopo il 2-0 del San Paolo col Palermo. Occhio alle due ex piccole del campionato, ora diventate grandi, Sassuolo e Atalanta. I bergamaschi sfideranno al Dall’Ara il Bologna di Roberto Donadoni, subentrato ad Elio Rossi mentre la squadra di Di Francesco, reduce dalla clamorosa vittoria con la Juventus, affronterà al Friuli l’Udinese. Prova del nove nella serata di

Sarri f a mangiare due babà ai cugini siciliani, tanto per gradire immediatamente; come ha detto Gonzalo Higuian: ”Siamo tutti importanti ma nessuno indispensabile”. Non è ammissibile che si possa rompere il momento magico per l’individualismo e per l’ottusità di due fessi. Al di là di ciò, bisogna ammettere che, analizzando l’incontro, la partita non ha avuto storia: il Palermo non ha tirato in porta e non è riuscito a imbastire un’azione decente per merito del metodo e della voglia di vincere del gruppo partenopeo che si è reso ancora una volta favoloso, escludendo, le due penose sceme di cui parlavo, quelle imbastite da Insigne quando è stato sostituito e da Mertens dopo la sua rete. Sono cinque vittorie di seguito, un filotto entusiasmante! La cosa, tra le tante, da sottolineare è che non stiamo incassando gol, dunque, in pratica, mai subiamo un avversario. E’ davvero una fase storica del Calcio Napoli! Il Pipita ha realizzato un gol dei suoi, la sua famosa “Cagliosa”, stavolta non terraaria ma Terra-Terra; il povero Sorrentino ha potuto solo raccogliere la palla, una volta entrata in porta. Eppure i troppi pali, le troppe reti sprecate hanno fatto presagire cattivi momenti, tipo il pareggio della Sampdoria, ma

anche quelli sono stati sfatati definitivamente. Volendo sottolineare con un giudizio quelli che, di solito, non giocano come titolari, se non in Europa, diciamo: bene Vald Chiriches, bene El Kaddouri, bene ma con discontinuità Mertens, sufficiente David Lopez. C’è da dire che Maurizio Sarri ha davvero fatto miracoli, ha trasformato la mentalità dei calciatori convertendoli da ballerine di can can a gladiatori ferocissimi e ha ricostruito molti calciatori che sembravano vecchie ciabatte o acquisti sbagliati; già solo per questo andrebbe ringraziato da qui alla fine del campionato, per avere rimesso in sesto il capitale sociale. Di Higuian ho già detto, ma anche altri si sono davvero tramutati, come ad esempio Jorginho che da calciatore fumoso, sotto Benitez, pare ora la reincarnazione di Paulo Roberto Falcao. Da sottolineare la crescita tattica e fisica davvero elevata di Raul Albiol, che fino a qualche settimana fa era considerato una specie di bidone iberico e la voglia di tornare a giocare di Josè Maia Callejon che era

scomparsa. Bene, ancora, a tutto il reparto difensivo. Un grazie ai tifosi che hanno sentito l’obbligo e avuto la sensibilità di ricordare, dando il loro sostegno, con un magnifico striscione, la tragedia del Sannio alluvionato. Domenica ci tocca la trasferta in Liguria, contro i nostri amici genoani, tifoserie gemellate dalla notte dei tempi. La partita sarà un’altra finale. L’intensità del gioco degli uomini di Giampiero Gasperini è l’arma migliore del club genovese, specie tra le mura amiche, dove non viene concesso quasi nulla agli avversari. In campo ritroveremo, come avversari, Blerim c Džemaili e Goran Pandev, due ex che hanno fatto bene in Campania, sotto la conduzione di Valter Mazzarri. I due uomini certamente giocheranno con il dente avvelenato, visto il trattamento in uscita che hanno ricevuto da parte del Napoli. Voliamo bassi, siamo ad appena un quarto di stagione, non è successo ancora niente, tranne per il fatto di vedere la Juventus li in fondo. Come è bello vederla annegare!


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QUANTOCOSTA • per tutti : 82 € A SQUADRA • per squadre dell’Università STATALE : 20 € A SQUADRA (per le prime 25 squadre iscritte) • per le squadre dell’Università BICOCCA: ISCRIZIONE GRATUITA DOVE • campi in zona Città Studi/ Lambrate e zona Bicocca QUANDO • termine iscrizioni : 5 NOVEMBRE 2015 • inizio gare : 9 NOVEMBRE

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ISCRIZIONI

• preiscrizione online • conferma iscrizione e pagamento (entro 3 gg dalla preiscri zione) c/o tutti i front office CUS Milano • obbligatorio per ogni giocatore tesseramento verde CUS Milano


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Attualità

Giovanni Labanca

L

o scoop creato in laboratorio è l’ultima moda di alcuni giornali nostrani, veri specialisti nel lanciare il sasso nello stagno o piazzare un bel condizionale o un punto interrogativo alla fine del titolo e, zac, si è al riparo da denunce e conseguenti guai giudiziari. E’ un bel vizietto a cui i giornali ricorrono spesso e volentieri, per perentori ordini di scuderia che si possono far risalire a partiti politici o a variegati personaggi del mondo della finanza, il tutto per annientare scomodi concorrenti. Esempi del genere ne abbiamo letto e ne leggiamo ogni giorno, tanto che il lettore non si scandalizza più di tanto malcostume da tipografia. Il limite a questa nuova moda, che si pretende debba essere classificata libertà di stampa, è stato superato la settimana scorsa dal QN, Quotidiano Nazionale, che ha sparato con terrificanti bordate la notizia esclusivissima che dava il Papa per spacciato, perché colpito da un

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finestra sul mondo e dintorni

Serietà di stampa vo’ cercando ch’è sì rara tumore al cervello che, tanto per essere più precisi e rassicuranti, ha definito “benigno”. Sappiamo tutto il gran putiferio che ne è seguito e come lo stesso organo di stampa non abbia insistito più di tanto perché non in possesso di nessuna cartella clinica ufficiale, ma, miseramente solo di alcune foto di una presunta visita di un luminare della medicina e chirurgia giapponese in Vaticano. Cribbio, si saranno detti in re-

dazione, se sotto il Cupolone ci va un simile personaggio, lo avrà fatto solo perché qualcuno, là sotto, nella sacre stanze, ha avuto un bisogno immediato di una visita specialistica per tumore al cervello. Il Papa, in poche parole, per la proprietà transitiva di scolaresca memoria, deve, per

forza essere ammalato e di quella brutta malattia. Non sappiamo quante copie in più abbia venduto nei due giorni di “battage”, ma è evidente che la figuraccia rimediata è stata tale da attirare una pesante maledizione sulle rotative infedeli da meritarsi, dritto dritto, un caldo posticino all’inferno. A parte gli strascichi ed ammesso, per assurdo, che realmente il paziente, in tutti i sensi, Francesco avesse davve-

ro avuto quel malefico morbo e trattandosi anche di una persona qualunque, come noi, tanto per intenderci, sarebbe stato tanto saggio, infrangerne la sacra privacy? Avrebbe avuto senso solo se l’Ufficio Stampa della Santa Sede avesse diramato il classico comunicato ad usum urbe et

orbi. Anche in questo caso, la deontologia professionale di una categoria che si pone ad di sopra di ogni regola, avrebbe suggerito una maggiore cautela nel darne la notizia. Alcuni lo fanno, tanti altri invece no, sempre in nome della tanta decantata libertà di stampa che equivale, in Italia soprattutto, a sputtanare chiunque si voglia, magari solo estrapolando qualche frase da intercettazioni telefoniche che, lungi da essere tenute ben chiuse nei cassetti delle Procure, vengono

in un lampo passate da infedeli e prezzolati cancellieri a giornali amici, a discapito stesso del buon corso della giustizia. Ne abbiamo fin troppo piene le tasche di questi casi che hanno trasformato i giornali in bollettini di guerra infarciti solo di puro scandalismo, peggio degli squallidi rotocalchi per femminucce assetate di morbosi pettegolezzi. Il caso in questione, quello del Papa, sembra ormai chiuso, ma non abbiamo letto né di scuse né di ritrattazioni, tanto poi il tem-

PERICOLO ATOMICO PER L’EUROPA, SECONDO MOSCA B L’ISIS sembra stia per produrre armi chimiche

rutte notizie per quanto concerne l’Isis. Secondo Mosca i Jihadisti del califfato sono in possesso delle tecnologie per produrre armi di distruzione di massa, cioè quelle chimiche. Lo ha detto all’agenzia Tass il capo dipartimento per la non proliferazione delle armi del ministero degli esteri russo Ulianov. In effetti sembra si siano registrati molti casi di uso di armi chimiche in Siria e in Irak da parte dell’Isis. I caccia russi continuano a martellare le postazioni dell’Isis ma Ulianov si è detto molto preoccupato anche perché l’esercito siriano, quello regolare di Assad, è ancora in fase di costruzione e lontano dall’impiego concreto militare. Ulianov ha aggiunto che il governo siriano ha completato, comunque, l’eliminazione delle proprie armi chimiche, in modo da chiudere ogni polemica con l’Europa e soprattutto con gli USA, dove Obama ha fatto rimarcare più

po cancella tutto. E la libertà di stampa sarebbe stata tutta qui? Lasciamo perdere, per favore, perché dovremmo scomodare filosofi e pensatori di ogni tempo per far capire che libertà, intesa come volete, deve sempre coincidere, inequivocabilmente, anche con un’altra bella parola di cui si è persa traccia nel tempo: serietà. Dio salvi il Papa e, giacché c’è, perdoni anche tanti giornalisti, che non sempre sanno quello che fanno, o meglio quello che scrivono.

buco NERO

Luigi Sada volte l’assenza di iniziative da parte del governo di Damasco per questo problema. “Sono state portate fuori dalla Siria le armi di distruzione di massa -ha detto il portavoce di Assadè rimasto solo l’1% da distruggere”. Intanto ha del clamoroso la scoperta di un altro militare israeliano nelle file dall’Isis. Lo ha comunicato una fonte militare irachena. A Gerusalemme sono tutti sconcertati per questa notizia, che però verrà verificata a fondo nei prossimi giorni.


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‘O provolone do monaco Suoni e Sapori

N

asce sui Monti Lattari il Provolone del Monaco. Il formaggio con la lacrima particolarmente apprezzato dai palati più fini che dona lustro alla produzione lattiero-casearia della provincia di Napoli. LA TRADIZIONE Le origini del nome Provolone del Monaco sono ancora incerte, tanto che ancora oggi per la sua interpretazione si ricorre alla tradizione orale che ha tramandato numerose leggende legate al modo di chiamare questo formaggio. C’è la storia del casaro soprannominato il Monaco che, in alcuni periodi dell’anno, portava ottimi provoloni. E c’è la versione che fa riferimento alla similitudine tra le bisacce utilizzate un tempo dai commercianti di prodotti caseari con quelle indossate dai frati di questua per la raccolta delle offerte. Ed, infine, c’è la leggenda del frate casaro che, innamoratosi di una vedova, si spogliò delle sue vesti per vivere il suo sentimento. L’interpretazione più accreditata resta, comunque, quella che associa il riferimento al monaco al pastrano con cappuccio, simile a quello dei monaci appunto, con il quale si coprivano i pastori che scendevano dai Monti Lattari per imbarcarsi alla volta di Napoli. Quel che è certo è che l’autentico Provolone

non solo calcio Suoni e sapori del Mediterraneo

del Monaco è quello prodotto ad Arola, frazione del comune di Vico Equense, secondo una ricetta tramandata per secoli di generazione in generazione, sin da quando, nel XVIII secolo, alcune famiglie di pastori del Vomero si trasferirono sui Monti Lattari a causa del processo di urbanizzazione. Proprio tra i verdi pascoli della zona di Vico Equense, e di Arola in particolare, si specializzarono nella lavorazione di questo particolare tipo di caciocavallo. LA DENOMINAZIONE Dal 2010 il Provolone del Monaco è commercializzato con la prestigiosa certificazione DOP. Per potersi fregiare di tale marchio, ogni singolo formaggio deve rispondere a rigorosi requisiti legati alla forma, alle caratteristiche organolettiche e alla zona di produzione. In particolare, ognuno di essi deve stagionare per almeno sei mesi, avere la forma di un melone allungato o di una pera senza testina di peso compreso tra i 2,5 e gli 8 chilogrammi, ed essere prodotto in uno dei 13 comuni della provincia di Napoli indicati nel Disciplinare. LE CARATTERISTICHE Si tratta di un formaggio stagionato a pasta filata e semidura ottenuto da latte vaccino crudo. E’ caratterizzato dal particolare metodo di stagionatura che prevede la sospensione delle forme legate a coppie con appositi legacci in ambienti freschi, areati e al riparo dalla luce del sole. La superficie di ogni provolone è solcata

dalle insenature nelle quali passa il cordino di rafia con il quale vengono appesi e che creano sulla forma una suddivisione in minimo sei spicchi. La crosta, dura e liscia, è leggermente screpolata e racchiude una pasta dura e di colore giallo crema caratterizzata dalla cosiddetta “lacrima” che si può individuare, nelle forme più stagionate, nelle lievi occhiature ad occhio di pernice che le punteggiano. Si distingue per il sapore dolce e aromatico che tende a divenire sempre più deciso e piccante con il protrarsi della stagionatura che non deve essere inferiore ai sei mesi. Al termine del periodo di maturazione le forme dovranno mantenere un peso che rispetti le disposizioni del Disciplinare. Una volta tagliato, deve essere conservato in frigorifero sino ad un massimo di 90 giorni. LA PRODUZIONE E’ questo un formaggio a produzione limitata che si attesta sulle 40 tonnellate l’anno. La metà di esse viene lavorata sul territorio di Vico Equense e quello di Arola, più pregiato, viene spesso venduto su prenotazione. IL TERRITORIO Vico Equense, comune di origine del Provolone del Monaco, è una località di grande fascino che rappresenta un ottimo punto di partenza per visitare una zona della regione estremamente ricca di attrattive. A cominciare dalla caratteristica chiesa della Santissima Annunziata, abbarbicata su un costone roccioso a strapiombo sul mare, presenta una facciata in stile ba-

rocco che cela, invece, un interno in stile gotico, rarissimo lungo la Costiera Amalfitana. Molto suggestivi anche il santuario di Santa Maria del Toro, e quello di San Michele Arcangelo sul Monte Faito, costruito nei pressi del luogo in cui l’arcangelo Michele apparve ai santi eremiti Catello e Antonino. Oltre a luoghi religiosi di grande valore storico ed artistico, Vico Equense vanta anche un imponente castello medievale, quello di Giusso, oggi adibito a location per cerimonie, meeting e mostre d’arte. Ma il paese è anche una località di interesse archeologico. Durante la costruzione di alcuni palazzi negli anni sessanta e settanta, infatti, è stata rinvenuta una necropoli che ha fornito una enorme quantità di testimonianze e reperti esposti presso il museo Antiquarium Silio Italico. Da non perdere le rilassanti Terme dello Scrajo e le spiagge punteggiate dalle torri di vedetta. Sulla spiaggia del Pezzolo, invece, sono adagiati i ruderi di un’antica villa romana

mentre, nei pressi del confine con Castellammare di Stabia, è possibile ammirare il suggestivo banco di Santa Croce, una secca di profondità compresa tra i 9 e i 60 metri sulla quale dimorano numerose specie animali e vegetali, tra cui il corallo rosso. Arrampicandosi sui Monti Lattari, invece, la frazione di Arola, che ha dato i natali al Provolone del Monaco, offre magnifici punti panoramici dai quali osservare le bellezze della Costiera Amalfitana, sulla Penisola Sorrentina e sul Golfo di Napoli. In questa zona è possibile intraprendere numerosi itinerari escursionistici grazie ai quali esplorare luoghi caratteristici ed affascinanti come la frazione di Santa Maria a Castello o le vette più alte dei Monti Lattari, tra cui il monte Comune, il Faito e Sant’Angelo. LA CULTURA Sebbene venga prodotto in diversi comuni della provincia di Napoli, l’autentico Provolone del Monaco è quello confezionato ad Arola, la frazione di Vico Equense dove

il formaggio ebbe origine. Qui, ogni anno, si tiene un’interessante sagra della durata di 3 giorni dedicata ad un altro formaggio locale, il Riavulillo, ma durante la quale è possibile non solo gustare il vero Provolone del Monaco e e un’ottima porchetta, ma anche scoprire i prodotti dell’artigianato locale con un allegro sottofondo musicale creato dai gruppi che si esibiscono sul sagarto della chiesa di Sant’Antonio. IN CUCINA Consumato soprattutto come formaggio da tavola, è spesso apprezzato dai palati più raffinati. Può arricchire diverse preparazioni gastronomiche ma il classico abbinamento con il pane casereccio ne esalta al meglio le caratteristiche aromatiche e gustative. Si sposa con vini rossi molto corposi e invecchiati come, ad esempio, il Montevetrano. Il tipo invecchiato sei mesi può essere accompagnato gradevolmente anche con vini locali come il Gragnano o il Lettere della Penisola Sorrentina.


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Musica Riccardo Sada

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DANCE, SHOUT TURN AROUND

IL NUOVO DISCO E IL NUOVO VIDEO DI JOE T VANNELLI

J

oe T Vannelli is back!

mi, in programma il prossimo

alle 8 su radio m2o, la più im-

Nei giorni scorsi è

febbraio a Los Angeles. E pro-

portante radio dance italiana

stato infatti presenta-

prio in questi giorni il video

e trasmesso in versione ingle-

to in anteprima mondiale il

è disponibile su Youtube e su

se in tutto il mondo. Questa

video del suo nuovo singolo

tutti i canali musicali. “Dance

estate STTR ha raggiunto il

“Dance Shout Turn Around”,

Shout Turn Around” è il pri-

prestigioso traguardo delle

featuring Helen & Terry,

mo singolo del nuovo album

500 puntate, così come nelle

che vantano nomination ai

di Jtv, la cui uscita è prevista

scorse settimane le puntate

GRAMMY® come artiste e la

per la primavera 2016. Nel

della versione italiana hanno

vittoria ai GRAMMY® mede-

frattempo Jtv prosegue con

superato quota 200. Il tut-

simi in qualità di produttrici e

il suo programma radiofoni-

to all’insegna del più celebre

songswriter. Il disco concorre

co Slave To The Rhythm, in

motto vannelliano, “House

ai Grammy Awards medesi-

onda tutti i sabato sera dalle 7

Forever”.

Sesto album degli Airway: Aldilà “Aldilà”, con una lunga gestazione mai sperimentata dalla band (più di un anno di scrittura sospendendo l’attività live per concentrarsi appieno sulla composizione) rappresenta la volontà degli Airway di andare “oltre” in tutti i sensi e trascinare con sé l’ascoltatore.

I

l sesto album degli Airway, la cui uscita è programmata per ottobre 2015, si chiamerà “Aldilà”. Il titolo vuole riflettere l’atmosfera e le scelte artistiche presenti nel disco: rock alternative caratterizzato da atmosfere malinconiche e

sognanti, sperimentazione di nuove sonorità “lontane” grazie all’inserimento di strumenti mai utilizzati prima dalla band (tabla, armonium e flauto bansuri provenienti direttamente dall’India e portatori di una grande forza suggestiva) ed una particolare

attenzione ai testi: le liriche spesso ermetiche sono formate da istantanee di momenti, volendo sottolineare l’esigenza di una ricerca interiore che porta spesso a guardare “oltre” ciò che è visibile agli occhi; il tema della morte ritorna in diverse canzoni con connota-

zioni sempre differenti poiché “di questo tema oggi sembra siano tutti spaventati a parlare, quando invece basterebbe sensibilizzare un po’ di più le persone sul più grande mistero con cui dobbiamo confrontarci ogni giorno per dare un significato più forte ed importante alla vita che viviamo quotidianamente “. La produzione si è divisa tra Sandro Franchin (noto per aver lavorato con artisti come Japan, Simply Red, Vin-

nie Colaiuta e molti altri), il giovane e talentuoso Paolo Bertoncello del Putrefashion Studio di Lendinara (RO) e Maurizio Baggio dello storico Hate Studio di Rosà (VI) a cui la band si affida da sempre per i suoi lavori. “Alidlà” annovera poi collaborazioni artistiche con Nicola Manzan (Bologna Violenta, Il Teatro degli Orrori, Baustelle) agli archi su “Cactus” e sulla title track “Aldilà” e Ricky Bizzarro (cantautore, poeta veneto e

leader della storica rock band Radiofiera) autore di “Brillo più di te”, scritta da Ricky appositamente per gli Airway ed arrangiata dalla band stessa. “La malinconia ha una connotazione totalmente diversa dalla tristezza; questo disco è malinconico, è come quando sorridi appena, ricordandoti di qualcosa ormai passato e che, probabilmente, ritroverai in un altro luogo ed in un altro tempo”.


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