N 33 2015web inter fiorentina

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domenica 27 settembre 2015 anno 5 numero 33

Inter

Sport & Spettacolo

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Tutto il resto è noia

1° match verità per mancini


domenica 27 settembre 2015 Stadio5.it Sandro Mazzola

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C

inque partite, altrettanti successi. Un cameo che potrebbe non bastare, ma intanto c’è. Un’impresa, se consideriamo che l’Inter, plasmata da Mancini a immagine e somiglianza del suo Manchester City, vincitore della Premier League 2011-2012. Una squadra ex novo, poiché Murillo, Miranda, Jovetic,, Felipe Melo, Telles, Kongdobia e Perisic, appena arrivati, appaiono già col posto da titolare, senza contare Medel centrale di difesa alla bisogna (la vera sorpresa positiva, a parte la classifica in questo scorcio di campionato), Ljajic che scalpita e una panchina che sembra finalmente lunga per tentare l’ingresso in Champions per il prossimo anno. Il gioco dei nerazzurri non ha convinto alcuno, ma 15 punti sono tanti, se si considera che la Juventus è indietro di ben 10. Sono passate solo cinque giornate e il divario è già preoccupante. Nella forma, la sostanza dice che mancano ancora 33 turni e otto mesi; un’eternità. Cinque vittorie, di cui quattro per 1-0 e una per 2-1, la dicono lunga del cinismo dei Mancini-boys che, pur non dominando le partite, riescono comunque a portarle a casa, con più di qualche rischio. E’ sicuramente una curiosa, più unica che rara, perché nessuna squadra, a memoria storica, è mai riuscita a vincere i primi cinque turni con questo scarto minimo. Alla fine, però, conta chi vince, non chi gioca meglio, chi segna, non chi tira più volte o chi crea azioni più pericolose. Il calcio non è né basket, né volley. A “passi di giava” sta crescendo anche il Milan, che domenica andrà a far visita al Genoa, in crisi di risultati. La squadra di Gasperini, molto in ritardo in classifica, in verità ha qualcosa da recriminare, soprattutto nel match con la Juventus, che ne ha minato un po’ l’entusiasmo iniziale. Risultato meritato quello dei bianconeri, viziato però da qualche pelo d’etichetta di troppo. Non è il momento migliore per affrontare il Grifone, ma i rossoneri devono rispondere ai cugini, che li hanno battuti proprio nell’ultima stracittadina. Contro i rossoblu, il Milan ha modo di fare pace con i tifosi, che accusano la dirigenza di aver generato troppa confusione attorno allo stadio, di alcuni acquisti paventati e mai arrivati e di aver avuto un inizio non troppo confortante con due sconfitte che bruciano ancora. Inter con la Fiorentina per zittire i detrattori dei nerazzurri, Milan al Ferraris per dare un segnale a questo campionato, che di nuovo ha Roma e Juventus dietro le due milanesi. Quando si dice:” gli asini che volano”…

LA MIA INTER COMINCIA A PIACERE

Non tanto per il gioco quanto per i risultati R

agazzi, quest’anno pare che le cose procedano nel modo giusto. Cinque vittorie consecutive erano anni che non si vedevano e questo naturalmente è un motivo di soddisfazione. Manca ancora, come facevo notare sopra, il gioco con degli schemi validi, però siccome nel calcio conta soprattutto vincere, diciamo che sta bene così. Questa sera dovremo affrontare una squadra ostica come la Fiorentina e di conseguenza dovremo tenere le antenne ben alzate per chiudere positivamente questo impegno. La Fiorentina è al secondo posto in classifica e scenderà a San Siro decisa a confermare questa sua posizione, sapendo già il risultato di Sassuolo-Chievo, due belle realtà di questo avvio di torneo capace di conquistare qualsiasi risultato, vedi il pareggio del Chievo con la Juventus e quello del Sassuolo con la Roma. L’In-

Inter Allenatore

col Sassuolo. Domani penso sia la volta buona per il Frosinone a caccia della prima vittoria in Serie A, mentre la Sampdoria del mio amico Walter Zenga dovrà sudare parecchio per uscire indenne dalla sfida contro l’Atalanta. Ancora una sconfitta per la banda guidata da mister Massimiliano Allegri, che inizia a sentire la panchina sempre più traballante sotto al sedere, contro un Napoli non eccellente ma più concreto delle zebre e capace di ottimizzare le energie.

ter può andare in fuga, una fuga importante perché si porterebbe a sei punti dalla seconda, cioè la Fiorentina. L’avversaria più temibile in questo momento, visto che la Juventus ha segnato il passo, penso sia il Milan che dopo una partenza falsa proprio con i viola e con noi nel derby, pare abbia ripreso il passo giusto per ritornare fra le grandi del campionato. A Marassi col Genoa, però, non sarà facile perché la squadra di Gasperini ha il dente avvelenato per la sconfitta infrasettimanale contro la Lazio, che a sua volta oggi a Verona non avrà sicuramente vita facile magari sintonizzandosi sul risultato del Bentegodi di tre settimane fa col poker incassato dai cugini dell’Hellas il Chievo. I miei amici del Torino, pure loro, non avranno vita facile col Palermo perché i rosanero hanno il dente avvelenato per la sconfitta casalinga

STADIO

Roberto Mancini

MEAZZA

Arbitro: Antonio

Fiorentina ORE 20.45

Allenatore

Paulo Sousa

Damato di Barletta

INTER (4-2-3-1)

FIORENTINA (4-3-3)

Handanovic; Santon, Miranda, Medel, Jesus; Guarin, Felipe Melo; Biabiany, Jovetic, Perisic Icardi

Tatarusanu; Tomovic, Rodriguez, Astori, Alonso; Borja Valero, Badelj, Vecino; Bernardeschi, Kalinic, Rossi


domenica 27 settembre 2015 Stadio5.it

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IL TERMOMETRO VIOLA

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classifica marcatori

he Inter sarebbe se non ti mandasse in confusione il cervello senza risparmiarti il quasi infarto? Ma vince e ancora una volta di misura. Contro la Fiorentina un gol potrebbe non bastare. Nel turno infrasettimanale di mercoledì scorso a San Siro si è visto e temuto il peggio contro il Chievo dove i nerazzurri, soprattutto Handanovic, sono stati graziati dalla traversa. Questa Inter è lenta ed a tratti un po’ confusa, ma, come già detto, vince. Pensare di vincere lo scudetto con questi ritmi è pura utopia, ma, lo ripeto ancora una volta, vince. Mancini urla da mesi che la vera Inter la vedremo dopo cinque giornate di campionato, ecco, dunque, la partita giusta con la giusta avversaria: la Fiorentina di Paulo Sousa che resta in scia della capolista a soli 3 punti di distanza e che questa sera, se Mancini si ripetesse, potrebbe raggiungerla al comando. Nulla di più facile se la vittoria resta saldamente sui piedi, anzi testa, di Melo. La confusione inizia ad essere tanta. Individualmente gli uomini del Mancio sono i migliori messi sul piatto in questa stagione, ma nel gioco di squadra la confusione regna sovrana. Handanovic riesce, tutto sommato, a difendere i pali nerazzurri, alle traverse ci pensano gli avversari. Santon

conferma, partita dopo partita, il buon momento di forma nonostante la quasi assenza di supporto dell’incostante Guarin. Medel si conferma il gigante, anche se non fisicamente, di questa squadra. Il cileno fa di tutto, compreso sgusciare via palla al piede. Inizia a diventare insostituibile. Miranda conferma di essere una certezza, guida i suoi ostentando sicurezza ma con umiltà. Telles deve ancora

dare il meglio di sé e per ora può anche bastare il suo sinistro per far tremare gli avversari. Guarin continua ad andare a corrente alterna. In una gara ti imposta il gioco, fa impazzire gli avversari e segna il gol da cineteca, in altre, contro il Verona non si è smentito, risulta azzerato nelle idee, nell’energie e senza gambe. Melo resta la sorpresa/non sorpresa di questa squadra. Si muove come se avesse sempre giocato in ne-

razzurro comportandosi da vero leader e ruba ogni pallone che gli passa vicino, se poi prende anche il vizio del gol! Kondogbia ha bisogno ancora di tempo, crea poco e non riesce a dare il giusto ritmo ai compagni. Da Ljajic, almeno per ora, non si può pretendere più di tanto mentre Perisic ha ancora molto margine di miglioramento e intanto lavora molto occupandosi soprattutto del lavoro sporco. Mauro Icardi

Éder Citadin Martins

Gonzalo Higuain

Fabio Quagliarella

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Partita

è ancora assente in zona gol nonostante la prima rete stagionale a Verona contro il Chievo. Riesce comunque a creare di più aprendo anche strade interessanti per i compagni, deve riprendere i ritmi e la convinzione dello scorso anno. Jovetic si presenta da solo, capace di rivoluzionare gli assetti avversari che temono la sua classe. Lo stesso Mancini, sereno e consapevole che quanto guadagnato in questo avvio di campionato potrà tornare utile nei momenti difficili che non mancano mai in competizioni così lunghe, punta molto su di lui. Questa sera il termometro dei nerazzurri sarà la viola. Paulo Sousa preparerà una partita perfetta, in gioco la possibilità di agguantare l’Inter in vetta alla classifica, occasione ghiottissima. Il tecnico portoghese parte alla volta del Meazza contemplando una sola conclusione: vincere con coraggio e gioco concreto. Con ogni probabilità vedremo la Fiorentina schierata con un 3-4-2-1, Tatarusanu a difendere la porta, in difesa Astori, Gonzalo e Roncaglia, a macinare gioco a centrocampo Blaszczykowski, Vecino, Badelj e Alonso. A rifocillare la punta Kalinic ci penseranno gli arretrati Borja Valero e Bernardeschi.

Stevan Jovetic

Riccardo Saponara

Antonio Floro Flores

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3

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LA CLASSIFICA

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Un corpo e un’ a nima Viola ad un passo dal Cielo 4

gli Ospiti

Giovanni Labanca

mondiale di Herrera dei vari Mazzola, Corso, Suarez e Picchi. Stasera, immagino, il marchese dovrebbe essere molto contento se proprio a San Siro, contro l’Inter di Mancini (nulla a che vedere con Herrera ) potrebbe, con un magistrale colpo d’ala fare suoi i tre punti ed appaiare la rivale milanese in testa alla classifica, cosa che non dispiacerebbe nemmeno ai patron Della Valle ed al nuovo allenatore Paulo Sousa che ha fatto in fretta a non far rimpiangere l’aeropla-

“Non sarà impresa facile, ma ci proveremo, recita Della Valle, più che mai sereno, dopo l’ingarbugliato divorzio con il vecchio mister. “E’ un nostro dovere da compiere per i tifosi che, superati momenti di crisi anche antipatici, hanno ripreso a seguirci con passione. La squadra di Thohir, stranamente, non fa paura ma vince, alla fine e non penso sia tanto disposta a cedere le armi proprio contro di noi. Il loro presidente si arrabbierebbe e non poco, anche se un bello scherzet-

Gary Medel

e determinati, proprio adatti a trafiggere la difesa dell’Inter, che tanto ermetica non sembra, pur subendo pochissimi gol. Avremo il vantaggio di giocare contro una formazione che predilige il dialogo perpetuo sulle fasce, anziché le sciabolate in verticale verso la porta avversaria. Noi siamo diametralmente opposti, più essenziali, più veloci e, quindi, possiamo anche cercare la vittoria che ci permetterebbe il primo randez-vous del campionato. Ci divertiremo, comunque, perché

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i viene in mente, chissà perché, un personaggio mai conosciuto e nemmeno visto sui giornali, ma, solo a leggerne il nome, non può che risultarti simpatico. Si tratta del Marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano, fondatore, nel 1926, della Fiorentina. All’epoca, la città di Dante e di tanti altri famosi tra poeti ed artisti vari, si arricchisce, per merito di questo nobil signore, di un altro tassello, che ne migliora di molto l’immagine con la proiezione in un mondo diverso, figlio della passione e non di calcoli aritmetici da cassaforte. La Florentia, tanto decantata, porterà in dote, nel corso del secolo si intende, due indimenticabili scudetti, ( 55/56 e 68/69 ) specialmente il primo, di Bernardini, vinti da calciatori come Sarti, Cervato, Rosetta, Chiappella, Segato, Montuori, tanto per ricordarne qualcuno alle giovani generazioni (altrimenti c’è sempre Wikipedia). Fenomeni passati alla storia ed impressi nella memoria di tutti gli sportivi, come una poesia imparata “a campanella”, come si diceva ai miei tempi scolastici. Come del resto, lo fu per l’Inter

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Il Marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano, rampollo di un’aristocratica e nobile casata fiorentina, fondatore della Florentia nino Montella fermo al palo in meditazione. I Viola, i Gigliati, insomma i ragazzotti dell’Arno d’argento, vecchi e nuovi, sanno il fatto loro e lo hanno dimostrato anche contro i figliocci del dottor Balanzone. E perché, dunque, non ripetersi nella platea più suggestiva d’Italia, dove hanno suonato e ripetuto pure, tanti Paganini del bel calcio?

to lo farei volentieri ai cari nerazzurri. Vedremo come andrà a finire, ma sento che sarà una bella serata tinta di viola”. Appunto il viola, il colore della sfortuna, che porta bene solo in teatro. “Anche San Siro, se è per questo, rintuzza Paulo Sousa, è un grande Teatro, dove noi dovremo recitare una bella parte, perché abbiamo ottimi attori-giocatori, veloci

fermare l’Inter significherebbe riaccendere la stagione, anche se siamo solo all’inizio e tante squadre possono dire ancora la loro”. Che male ci sarebbe, dunque, se il marchese Luigi Ridolfi Vay da Verrazzano facesse salti di gioia per la sua creatura? In fondo in fondo, non dice quella bella canzone di Odoardo Spadaro: Firenze sogna?

ra i pochi superstiti sopravissuti alla rivoluzione Inter, il protagonista numero uno di questo inizio di campionato è sicuramente Gary Medel. Il cileno, nel corso dell’estate, sembrava destinato a lasciare la squadra nerazzurra, poi tante cose sono cambiate. Mancini, strada facendo, si è sempre più convinto del valore del giocatore, riconfermandolo in una squadra, cambiata in tutti i reparti. Schierato nelle prime due gare di campionato a centrocampo, contro Atalanta e Carpi, il “pitbull”nerazzurro, dopo l’arrivo di Felipe Melo, sembrava destinato a finire in panchina, invece, la sorte del destino, lo ha rivoluto in campo subito dopo alla terza giornata, pronto a sostituire l’infortunato Miranda in difesa e dando poi un grande contributo nell’attesissimo e vittorioso derby milanese. Buone

anche le prestazioni del cileno nelle gare contro Chievo e Verona. Contro gli scaligeri, domenica scorsa, Gary ha confermato di essere un vero jolly in campo, prezioso e utile quanto serve, grazie anche alla sua esperienza e capacità anche in fase difensiva. Il giocatore, impiegato come centrale di sinistra, ha corso e lottato, dando sempre l’anima, coprendo con attenzione ogni spazio e caricando la squadra fino al triplice fischio, Di questo, se ne accorto non solo il pubblico di S. Siro che ha incitato ed acclamato a lungo il calciatore ad ogni suo intervento, ma anche Moratti che in settimana ha rilasciato parole di elogio al piccoletto di Santiago. Cosa ora succederà quando rientrerà Murillo in difesa? Dove giocherà il cileno? A centrocampo o addirittura terzino. Si vedrà. Nel frattempo molto probabilmente rivedremo Medel in difesa anche nell’importante match di stasera contro la Fiorentina pronto a lottare su ogni pallone, nell’attesa che si dipinga per lui un futuro tutto nerazzurro colmo di successi, ma anche di tanto denaro.


Inter-Fiorentina tanti ex ma solo Jovetic per sognare domenica 27 settembre 2015 Stadio5.it

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nter-Fiorentina, big match della sesta giornata di campionato, è anche la partita degli ex. Mancini, Felipe Melo, Jovetic e Liajic, i nomi sono altisonanti sulla sponda Inter. Sul versante opposto sarà invece il tecnico portoghese Paul Sousa, a rivedere l’Inter, questa volta da avversario. Interessante quindi si pronuncia la sfida del Meazza, anche perché sono di fronte la prima in classifica e la seconda. Tra questi protagonisti il più atteso è però Stevan Jovetic. Dopo il derby vinto, i tifosi nerazzurri stravedono per il nuovo bomber e sono pronti a scaldarsi le mani, per il calciatore montenegrino che, dopo le tre reti realizzate contro Atalanta e Carpi e il turno di riposo di mercoledì, torna in campo, pronto a regalare, con il suo fiuto del gol, l’ennesima vittoria alla sua squadra proprio contro la Fiorentina, società

con la quale Jovetic, all’età di 18 anni si è definitivamente affermato, entrando di prepotenza nell’elite del calcio italiano. Con la maglia dei gigliati, Jo- Jo colleziona ben 135 presenze e realizza quaranta gol. Fenomenale, ma soprattutto decisivo il suo rendimento in maglia viola quando nella stagione 2009/2010 fa esplodere il pubblico del “Franchi,” mettendo a segno due doppiette in

Champions, contro Liverpool e Bayern Monaco. Poi un grave

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infortunio al ginocchio, con lesione dei legamenti, tiene lontano Stevan dai campi di calcio per un anno. Nel 2013, il giocatore è ceduto al Manchester City. Lì, trova Mancini, ma i lunghi infortuni delimitano il suo rendimento. Il ragazzo, comunque, non si scoraggia. L’idea di tornare in Italia lo alletta. Mancini lo punta e vuole divertirsi. In campo c’è bisogno di fantasia e velocità e Jovetic è il giocatore ideale per i suoi schemi. Il ragazzo, a fine luglio 2015, passa così all’Inter,

parliamo di Ex

conquistando subito e con i primi gol l’amore e la simpatia dei numerosi tifosi nerazzurri.

Thohir per risare le casse N

on saranno certo i 90

cuno osi ancora farne, perché

milioni milioni di euro

nessuno mai gli offrirà uno

di passivo ad impensierire

stipendio

faraonico

come

Erick Thohir. Il CDA ha ap-

quello percepito dalla società

provato il passivo consapevo-

nerazzurra. Il prossimo eser-

le che l’imprenditore arrivato

cizio che finirà sotto gli occhi

dall’oriente ha in mente gran-

attenti della UEFA sarà note-

di progetti per ridurre no-

volmente alleggerito in chia-

tevolmente il disavanzo. Per

ve FairPlay finanziario. Tanti

questa stagione vi sono anco-

i progetti di Thoir per aumen-

ra voci ereditati dalla vecchia

tare le entrate: dal main spon-

gestione, vedi l’ultimo anno

sor al rinnovo, decisione da

d’ingaggio di Walter Maz-

prendere entro fine ottobre,

zarri che se ne guarda bene

con Pirelli con un contratto

dall’accettare qualsiasi altra

quinquennale a 12/15 milio-

proposta, ammesso che qual-

ni a stagione a seconda del-

la Champions. Nel cassetto nerazzurro c’è anche la firma con la Seat per la fornitura delle auto. Insomma il nuovo presidente interista ha le idee chiare in termini di marketing, l’impegno è esteso anche ad estendere il brand Inter in Asia e America per aumentare i ricavi utili a ridurre il passivo. In cantiere l’apertura di uffici commerciali che operino direttamente sul territorio a Giacarta e Washington. Bene, avanti così.


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domenica 27 settembre 2015 Stadio5.it


domenica 27 settembre 2015 Stadio5.it

Cugini

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GAMBERO ROSSONERO

erzo scivolone rossonero in sei partite. Mihajlovic sta sudando le proverbiali sette camice per riuscire a chiudere il cerchio e far girare la sua squadra, ma di lavoro, evidentemente, ne deve fare ancora tanto.

casa Milan. Terza sconfitta, come anzidetto, dopo quella di Firenze contro la viola e quella subita nel derby contro l’Inter. Il Genoa di Gasperini non ha rubato nulla anzi, meritava una vittoria più rotonda nel risultato. I liguri non

tivo da corner, però i compagni non hanno neppure fatto molto per metterlo in condizione. Fuori anche Honda per Giacomo Bonaventura che avanza sulla trequarti con Bertolacci in mediana. La situazione è irrimedia-

Balotelli, partito titolare contro il Genoa, e compagni peccano di costanza. Contro l’Udinese sono partiti con il turbo per frenare nella seconda frazione di gioco a rischio sconfitta, Oggi a Marassi è successo esattamente il contrario: partiti modello lumaca, sotto di un gol dopo solo 10’, per poi accelerare per il resto della gara senza spuntare neppure il pareggio. Si mettono male le cose in

hanno saputo sfruttare la superiorità numerica. Triste ritorno a casa per Sinisa che subirà notevoli attacchi per le scelte che lo hanno portato a schierare dal primo minuto Mario Balotelli al posto di Baca, capocannoniere rossonero. Scelta discutibile e probabilmente condannabile. SuperMario non ha tirato fuori dal cilindro grandi giocate, un tiro ribattuto e un pallido tenta-

bilmente compromessa in casa rossonera dopo il rosso, meritatissimo, a Romagnoli per doppia ammonizione. Male anche Zapata colpevole dell’intervento costato l’espulsione al compagno di reparto innescando erroneamente la manovra del contropiede avversario. A nulla è servito l’ingresso di Rodrigo Ely per De Jong. Luiz Adriano ci ha provato a scrollare i suoi ma troppe

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distrazioni hanno aggredito l’intera banda milanista. Neppure il tridente provato per emergenze di risultato è tornato utile. Bacca finalmente in campo per Giacomo Bonaventura e Kucka, quest’ul-

timo ha avuto sul piede l’unica vera occasione di agguantare il pareggio, ha salvato dal tonfo il buon Sinisa. Male il Milan mentre Dzemaili fa tornare il sorriso sulle labbra di Gasperini.


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Vita di CLUB

Giovanni Labanca

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INTER CLUB MILAZZO dell’Isola, ospiti del locale Club, presieduto da Santino Catalfamo. Questi ha messo a completa disposizione i locali del sodalizio e, soprattutto, la sua fattiva collaborazione e indiscussa competenza, con il risultato della perfetta riuscita della ma-

nifestazione. Diversi sono stati i temi trattati durante i numerosi interventi, che hanno portato i club a confrontarsi sulla stagione passata e volgere assieme lo sguardo a quella appena iniziata. La giornata è proseguita, poi, con armonia ed attività,

tifosi dagli occhi a mandorla, ben emulando i pari occidentali, svolgono, con identica passione, i compiti assegnati dal Centro, che, si traducono in raduni e nell’organizzazioni di feste e manifestazioni di vario genere. E’ successo, per esempio, a Qingdao, dove le tre associazioni locali dell’Inter Club China -Qingdao, Ji’nan, Nanjing - hanno

preso parte alla East China Cup, coinvolgente torneo di calcio, giunto alla sua seconda edizione. L’evento va ad affiancarsi alla West China Cup, dove i Club locali di Lanzhou, Chongqing, Sichuan, Xi’an fanno la stessa cosa, con grande successo. I tornei, logicamente, sono ottima occasione di incontri, anche conviviali, che contagiano un po tutti, dai grandi ai più piccini, in quella che poi diventa una vera e propria festa di sport e di amicizia, ben surrogati dalla smisurata, proprio come la Cina, passione nerazzurra. Il presidente Thohir è , ovviamente, molto contento di quanto accade quasi dalle sue parti e, in questa speciale occasione, ha fatto pervenire ai presidenti dei Club i suoi più sentiti apprezzamenti e ringraziamenti, anche per il positivo sviluppo del Merchandising dei colori nerazzurri.

che hanno coinvolto tutti i presenti, tra cui ci piace segnalare coloro, come Peppino Solone, giunti da molto lontano, per offrire il proprio prezioso contributo al raduno nerazzurro. Tra i numerosi club intervenuti, hanno fatto bella figura anche i due nuovi di Lentini ed Isola delle Femmine, entrati a far parte della grande famiglia Inter Club, da questa stagione. La giornata si è conclusa con il ricordo doveroso e commosso dedicato a Marina Russo, indimenticabile socia dell’Inter Club Milazzo. Prossimo appuntamento, per aggiornamenti e proposte, il 6 dicembre.

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a nuova stagione è da poco cominciata ed il Centro Coordinamento Inter Club si è già attivato, in quello che è un punto basilare del programma: gli incontri con i soci, demandato ai vari coordinatori regionali di competenza. Uno dei primi a farlo, è stato quello della Sicilia, Francesco Scuderi, che ha radunato a Milazzo 36 Inter Club

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i siamo sempre chiesti: la Cina è vicina? Riferitelo, questo interrogativo, a chi volete voi, cari lettori. Per noi è vicinissima, anzi alle porte, da cui è già entrata nel firmamento Inter, squadra che anche bel lontanissimo oriente vanta una miriade di tifosi, aggregati ai tanti Inter Club, che sono sorti in tutto il grande Paese della Muraglia. I

INTER CLUB PESARO P

esaro non è solo la bella città balneare famosa in tutto il mondo , anche per dato i natali a quel grande genio della musica che risponde al nome di Gioachino Antonio Rossini, ma anche indispensabile punto di riferimento , centro a di aggregazione per tutti i tifosi interisti della riviera e del vasto entroterra marchigiano. Il suo Inter

Club, presieduto da Andrea Rinaldi sin dalla fondazione , avvenuta cinque anni fa, è tra i più attivi e può contare sulla collaborazione dei suoi numerosi soci che, puntualmente, rinnovano la propria adesione al Club, come hanno già fatto in cento, solo nei primi giorni di campionato. Il tesseramento è diventato, per questo, anche una vera e propria

festa , cui partecipano soprattutto giovani e bambini, cui sono riservati giochi , gonfiabili e torneo di calcetto, per il solito grande successo della manifestazione , che, come ogni anno, si è chiusa con la solita “fumante” grigliata di pesce e carne, che ha reso tutti più felici, vittorie della Beneamata a parte.

INTER CLUB CINA


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giù al nord

E

’ stata una di quelle sfide che Gianni Brera amava chiamare ”una classica”. Forse, conoscendo il suo pensiero padano, pur di non dare lustro al Napoli, ritirerebbe l’idea di ciò che intendeva per “classica”, ovvero una sfida tra squadre che avevano vinto almeno una volta

CHE GODURIA un campionato italiano. Quando coniò questa idea, infatti, il Napoli aveva al massimo vinto una coppa Italia. Non voglio fare il “piangina” lamentoso, ma sono sicuro che il suo modo di intendere “classica” nel calcio italiota al massimo arrivava a Firenze,.. razzismo atavico. Per dirla tut-

ta, anche ieri, un certo Corrado Orrico, che una volta pare vinse il torneo dei bar di Seravezza nella Lunigiana, ha dato bella mostra di ciò che intendo come razzismo becero e strisciante, lanciandone un ’altra delle sue. Durante la Domenica Sportiva, questo insulso individuo, presente come opinionista (io mi

chiedo de che?) , alla domanda di Paola Ferrari su cosa pensasse di Paulo Sousa e della Fiorentina se ne è uscito con queste parole : Non credo duri a lungo, lui è un mediterraneo … un portoghese, e i portoghesi si sa, somigliano tanto ai napoletani … Sono persone che illudono, che fanno piroette, ma che poi alla fine non

9 vocazione del Borgorosso Football Club anche se contro c’era un avversario, lento, impacciato, senza idea, quanto di più brutto si possa vedere. Passiamo appresso. La Juventus dunque è arrivata in Campania piena di cerotti e acciacchi presentandosi al Napoli con una miriade di assenti da Álvaro Morata a Sami Khedira a Claudio Marchisio a Mario Mandžukić,. Una squadra rinnovata e senza i pilastri portanti di questi ultimi anni, per gli addii di Carlos Tevez, Andrea Pirlo, Arturo Vidal, Fernan-

Napoli-Juventus tra acciacchi, delusioni, aspettando Godot concludono mai nulla di serio, di concreto … sic !! Ha ragione Orrico, infatti i vari Ronaldo, Figo, Rui Costa, Jordao, Eusebio, Josè Mourinho, Antonio Juliano, Giuseppe Bruscolotti, Ciro Ferrara, Fabio Cannavaro. Vincenzo Montella, sono personaggi della storia del calcio, che come dice questo individuo, non hanno mai concluso niente di buono … E siamo pure costretti a pagare il canone Rai per ascoltare delle idiozie simili? Mah! Perché ho citato Gianni Brera? Forse perché lui era uno di quelli che asseriva che la partita finita 0-0 era da considerarsi una partita perfetta. Mi chiedo, rivedendo mentalmente il film di Carpi-Napoli se davvero sia così come affermava il vate della Val Brembana, e la risposta è cento, mille, un milione di volte: No. La partita di Modena, quinta di campionato per gli azzurri partenopei e i neopromossi emiliani è finita con un pareggio a reti bianche, un incontro che di certo non potrebbe mai essere uno spot promozionale per il gioco del pallone anzi, i calciatori di mister Castori erano in undici dietro la linea della palla, l’anticalcio per eccellenza, la rie-

do Llorente, insomma il gotha del pallone che ha consentito ai bianconeri in queste stagioni di vincere quattro scudetti di seguito; un cambiamento repentino che non ha prodotto finora grandi risultati, nonostante lo spessore qualitativo dei nuovi arrivati, campioncini che rispondono al nome di Paulo Dybala, Daniele Rugani e calciatori di qualità come Juan Cuadrado, Hernanes de Carvalho, Alex Sandro, Simone Zaza. Una squadra in convalescenza, come lo è il Napoli, entrambe ancora in cerca di una vera dimensione, in questo campionato 2015-2016. Non credo che la sfida del San Paolo vada considerata come una partitasvolta, perché nessuna delle due compagini è riuscita ancora a trovare il bandolo della matassa nonostante la vittoria partenopea. Sono due cantieri aperti, indefiniti e quindi averla vinta non ha cambia ancora nulla nel nuovo scenario della stagione. Rimane comunque una soddisfazione per noi tifosi: Che goduria! Napoli e Juventus sembrano oggi fare il verso a Estragone e Vladimiro che rimangono in attesa di Godot, che poi non arrivò mai. Dal nostro canto il grido è uno

solo: Guagliù nu pazziate, anzi pazziate buono. La vittoria azzurra, comunque, ha dato una dimensione dal punto di vista mentale a questa nostra squadra, che al di là di tutto, almeno dal punto di vista della tenuta difensiva, negli ultimi tre match disputati ha dato una buona impressione, una capacità tecnicotattica finalmente consona. Le note dolenti restano a centrocampo dove purtroppo Mirko Valdifiori, chiamato di nuovo in correo ha prodotto poco e male. Auguriamoci che il calciatore visto finora non sia il regista sul quale abbiamo puntato, in quanto sarebbe davvero disastroso, per non parlare del solito Marek Hamisk poco propenso alla fase difensiva e troppo spesso lento e macchinoso. Contro la Juventus sono tornati utili grinta da vendere e calciatori meno egoisti di quelli scorti contro il Carpi, Lorenzo Insigne e Dries Mertens su tutti. Qualcuno gli ha forse spiegato che si gioca in undici e non tutti contro tutti e che la palla si passa pure talvolta, e che la meta porta punti nel gioco del Rugby non in quello del Calcio. Che dire? Ciuccio fa tu!


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INTER PROVE DI FUGA CON LA FIORENTINA

Disastro Juventus e Milan

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oma travolgente nell’anticipo di ieri dell’Olimpico col Carpi. Gli emiliani hanno resistito per quasi trenta minuti poi sono stati travolti dai giallorossi di Garcia con la cinquina che cancella, almeno in parte, la sconfitta di Marassi di metà settimana con la Sampdoria. La Roma, con gli undici punti in classifica, è comunque molto in ritardo rispetto a Inter e Fiorentina che si sfideranno questa sera a San Siro con la posta in palio interessante soprattutto per l’undici di Mancini a caccia del sesto successo con-

secutivo. Ieri sera, intanto, Napoli e Juventus hanno incrociato le armi ma i bianconeri ne sono usciti ancora una volta sconfitti. Le danze oggi sono state aperte dalla sfida di Marassi fra Genoa e Milan, con i rossoneri di Mihajlovic che hanno fallito la quarta vittoria in campionato. Il Genoa, dopo la sconfitta con la Lazio è in crisi dichiarata ma Gasperini è riuscito a caricare a dovere i suoi dando loro una reazione d’orgoglio oltre agli stimoli che una sfida contro il Milan può dare. Alzi la mano chi pensava di poter seguire uno scontro di alta classifica questo pomeriggio a

Reggio Emilia tra Sassuolo e Chievo, con la squadra di Di Francesco al terzo posto e quella di Maran al quarto. Proverà a rialzare la testa il Torino dopo il passo falso di Verona contro il Palermo che ha pagato a caro prezzo lo scontro del Barbera di quattro giorni fa col Sassuolo. Domani il campionato regalerà altre due partite col Frosinone, reduce dal miracoloso pareggio con la Juventus, in campo contro un Empoli imbufalito per la sconfitta interna con l’Atalanta. I bergamaschi riceveranno all’Atleti Azzurri la slanciatissima Sampdoria reduce dal successo con la Roma.


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Inter Primavera

Arriva la prima vittoria dell’Inter Primavera 11

Battuta la capolista Verona

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opo due pareggi consecutivi nelle prime due gare di campionato, arriva la prima vittoria della Primavera di Vecchi che al “Breda” di Sesto S. Giovanni supera la capolista Verona e si porta nel gruppo delle prime del girone B. Tra i nerazzurri c’è il fuori quota Dodò, schierato da Vecchi, dopo sei mesi di inattività, in seguito all’operazione al ginocchio. Partono decisi i nerazzurri che pressano in continuazione il Verona che non riesce ad uscire dalla propria meta campo. Il vantaggio dell’Inter arriva al 15’: l’azione parte da Dodò che serve Baldini in profondità sulla destra, due passi in area e tiro, il portiere veronese respinge la conclusione, sullo stesso giocatore, che mette in rete. Passano pochi minuti e la squadra di Vecchi raddoppia grazie a un preciso colpo di testa di Delgado. L’Inter non dà tregua al Verona che prova a rendersi pericoloso soltanto dopo la mezz’ora. Al 36’ Radu con un strepitoso volo respinge sopra la

traversa un tentativo di Guglielmetti. Nella ripresa, il Verona si rende pericoloso con Tupta. Bravo è il portiere nerazzurro a volare e deviare il pallone, indirizzato sotto la traversa. Al 79’ Tupta, approfitta di un rimpallo e accorcia le distanze. Pochi minuti dopo è poi l’Inter a sfiorare

il terzo gol con Bakayoko che da posizione favorevole non riesce ad indirizzare in rete. Nel finale protagonista è Vencato che respinge un destro di Bonetto. Nei minuti di recupero è poi ancora l’Inter con Baldini ad impegnare il portiere scaligero.

Inter – H.Verona 2 – 1 Marcatori: 15’ Baldini (I), 17’ Delgado (I) 79’ Tupta (V) Inter: Radu, Gyamfi,Dodò, (46’ Miang), De Micheli, Gravillon, Della Giovanna, Zonta, Bonetto, Pinamonti, (84’ Appiah) Delgado,(72’ Bakayoko) Baldini. Verona: Vencato, Pavan, Checchini,(76’ Pellacani) Contri, Riccardi, Danzi,(56’ Dagnoni) Guglielmelli, Lancia, Speri, (42’ Tronco),Tupta.

IL BARCELLONA RIALZA LA TESTA DOPO IL TONFO COL CELTA VIGO

Campionati Esteri

Affonda il Manchester City con un pesante poker a Londra col Tottenham

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a fatica il Barcellona a battere il Las Palmas dopo il poker clamoroso incassato in settimana a Vigo con il Celta, quest’ultimo sorprendentemente al secondo posto. Al Campnou c’è la doppietta di Suarez che fa vincere i Blugana, ma c’è anche un rigore fallito da Neymar e soprattutto c’è l’infortunio di Messi che potrebbe bloccare il giocatore almeno per 1 mese e mezzo. Nell’altro anticipo riprende la marcia del Valencia mentre Real Madrid ospitando il Malaga ….. recupera terreno sul capolista Barcellona. In Francia prosegue

la fuga del Paris Saint-Germain. La capolista prima va sotto a Nantes per un gol di Bammou, poi nella ripresa si scatenano con Hibraimovic, Cavani, Di Maria e Aurier. Bel successo anche per

il Reins, dove la squadra dello champagne liquida il Lille per 1-0 balzando al terzo posto. Oggi il Monaco è chiamato al duro impegno di Guingamp, mentre il Marsiglia al Velodrome ospiterà il pimpante Angers posizionato al quinto posto in classifica. Riflettori puntati a Saint-Etienne dove il Nizza, reduce dal clamoroso 6-1 al Bordeaux, proverà a risalire altre posizioni per collocarsi fra le big del campionato. In Germania il Bayern Monaco centra la settima vittoria consecutiva travolgendo sul proprio campo il Mainz. Lewandowski, dopo la cinquina di metà settimana va a segno ancora con una doppietta mentre ad arrotondare il successo ci pensa poi Coman. Il Borussia Dortmund, costretto al pareggio da contro l’Hoffenheim, passato in vantaggio con il gol di Rudy al 42’, nella ripresa ci pensa Aubameyang a rimettere tutto in discussione, insegue a cinque punti la capolista e oggi affronterà fra le mura amiche il

neopromosso Darmstadt. Completerà il programma della giornata il match di Francoforte con i padroni di casa dell’Eintracht che ospiteranno l’Hertz Berli-

no deciso a risalire la corrente dopo la doppia battuta d’arresto della scorsa settimana. Risale la classifica il Borussia Moenchengladbach a segno con la seconda vittoria consecutiva, in questa circostanza sullo Stoccarda per 1-3, con quest’ultima relegata nei bassifondi della classifica insieme all’Hannover, quest’ultimo, bene o male, pareggiante a Wolfsburg. In Inghilterra tonfo e buono profondo per la capolista Manchester City travolto dal Tottenham con un poker siglato

da Dier, Alderweild, Kane e l’ex romanista Lamela. Di conseguenza sorpasso e primo posto per i concittadini dello United, grazie al 3-0 firmato da Depay, Rooney e Mata. Cade dopo la bella serie positiva il Leicester di Claudio Ranieri che ne incassa 5 dall’Arsenal sul terreno amico. Oggi prova del nove per il Watford contro il Crystal Palace che vuol riprendere la serie positiva delle prime giornate.


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OGGI NEGLI USA SI CORRE IL MONDIALE PROF

Ciclismo

Medaglia d’argento per gli azzurri Malori e Consonni

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piazzamento La piacentina si è presentata in grande spolvero per ripetere i trionfi del 2010 e del 2011. Fra le azzurre un acuto anche per Elena Cecchini, ventitreenne tricolore lo scorso e quest’anno. Nella gara Juniores maschile su strada l’austriaco Gall nello sprint a tre ha regolato il francese Betouigt e il danese Pedersen, sesto il nostro Conci nel gruppo regolato dallo svizzero Muller. Per il momento due medaglie d’oro per gli azzurri, quella degli Under 23 con Simone Consonni, battuto dal francese Ledano, altro piazzamento con tanto di medaglia per Malori nel-

ggi a Richmond negli USA cala il sipario sui campionati del mondo di ciclismo con la gara in linea dei professionisti. Gli azzurri hanno la pattuglia di primissimo piano capitanata da Vincenzo Nibali. Il polacco Michał Kwiatkowski, campione in carica, proverà a respingere gli attacchi che potrebbero arrivare soprattutto da Peter Sagan e dal resto degli avversari capeggiati da Valverde, Contador e altri fuoriclasse. Nel pomeriggio di ieri nella gara femminile Giorgia Bronzini sognava il terzo titolo iridato ma si deve accontentare del quarto

Non solo calcio

la cronometro professionisti vinta dal bielorusso Kiryenka. Nella cronometro a squadre donne successo della tedesca Velocio Slam mentre nella crono a squadre maschile si è imposta il team statunitense BMC. Nella crono Juniores altra vittoria degli USA con la Dygert mentre nella cronometro Under 23 l’oro è aneto al danese Schmidt, in quella Juniores successo del tedesco Appelt. Nella crono donne elite, infine, sul podio è salita la neozelandese Villumsen. Quindi oggi grande attesa per l’erede di Michał Kwiatkowski.

Suoni e sapori del Mediterraneo

A divozione secondo gli antichi riti del meridione vuole accussi Torrone dei morti

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a tradizione dice che bisogna la sera lasciare apparecchiato per uno o più , conservando un po’ di tutto , uguale, uguale come se aspettaste un commensale in ritardo , però non vi scordate delle ossa di morto ( nu ve scurdate de l’ossa ‘e morto ). E si dal Tronto alla Sicilia e usanza prepararle in ogni maniera : In Sicilia, secondo la versione originaria, le “Ossa di morto” sono di consistenza molto secca e di colore bianco e marrone. “La mani”: pane a forma circolare con due mani che si uniscono . “Dita di apostolo”: dolce a forma di mano, a base di pasta all’uovo e riempito di mousse di ricotta e panna, tipico della pasticceria siciliana. Frutta di Martorana, riproduzioni di frutta con farina di mandorle e zucchero. “Torrone dei morti” così chiamato in onore di Antonio da Casoria presenti nella tradizione culinaria napoletana,

sono torroni morbidi dalle dimensioni di 50-70 cm, venduti a pezzi. A differenza del torrone classico, non sono a base di miele, ma di cacao, e sono preparati in vari gusti, con nocciole o frutta secca e candita, ma anche al caffè, o altri gusti ancora. Pupi di zucchero (o, in siciliano: pupaccena, pupi ri zuccaro): presenti nella tradizione siciliana, si tratta di statuette di zucchero colorato, riproducenti paladini o generiche figure maschili e femminili (i morti, gli antenati della famiglia). “La colva”, dolce pugliese che si prepara il 2 novembre a Foggia, Barletta e Bitonto, fatto con grano cotto, uva sultanina, noci e mandorle tritate, fichi secchi a pezzetti, scaglie di cioccolato fondente, chicchi di melagrana, zucchero e vincotto. “Le fanfullicche”, dolce leccese proprio del 2 novembre. Si tratta di bastoncini di zucchero aromatizzati normalmente dalla forma attorcigliata.

La devozione dei morti nel Regno di Napoli e del e Due Sicilie


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IL MONDO CHE NON C’E’ PIU’

Un percorso espositivo dalla Grecia a Pompei nella mostra “Mito e Natura” a Palazzo Reale

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ilano ha la possibilità di riscoprire le vie del mondo greco e romano nella mostra “Mito e Natura” allestita a Palazzo Reale fino al 10 gennaio. Nel percorso espositivo dalla Grecia a Pompei s’intende presentare attraverso più di duecento opere di artisti greci, magnogreci e romani, la descrizione della natura nei suoi vari aspetti: quello mitico e simbolico caratteristico della cultura greca e magnogreca e quello più decorativo e spettacolare della cultura romana. La mostra a cura di Gemma Sena Chiesa e Angela Pontrandolfo è divisa in sei sezioni. Una prima parte è dedicata alla cultura greca dall’VIII secolo A.C. con anfore e crateri dipinti con la tecnica a figure rosse e nere che rappresentano le immagini della natura selvaggia descritta con anguste caverne, e pericolosi naufragi. Il sentimento che gli antichi avevano nei confronti della natura era, infatti, misto alla paura e alla venerazione. I greci temevano il mondo naturale fino a definirlo nel mito e proponevano la natura non come una rappresentazione realistica ma i segni della natura servivano per collocare nello spazio e nel tempo gli eventi mitici a cui attribuivano gli interventi del sistema cosmico. Dal caos cosmico al mondo ordinato della natura. Nel vaso dipinto dell’VIII secolo A.C., proveniente dal Museo di Ischia, possiamo vedere la scena drammatica di un naufragio dipinta in maniera esemplare. Quasi tutta la prima parte del percorso è caratterizzata dalla presentazione di bellissime anfore e crateri provenienti dai più famosi musei Italiani e stranieri e ci fanno riflettere sul fatto che tutta l’arte greca di questo periodo è scomparsa e ciò che rimane sono le narrazioni che gli artisti greci eseguono sui vasi con for-

PIATTO APULO A FIGURE ROSSE: PESCI Ceramica, 325 – 300 a.C. Da Ruvo di Puglia (Ba) me e tecniche diverse. Nella seconda parte della mostra gli elementi della natura diventano simbolici. Un capolavoro che descrive meglio questo modo di interpretare la natura è la tomba del “Tuffatore proveniente dalla necropoli di Paestum”, che rappresenta un uomo che si tuffa in

mare. L’uomo greco non ha più paura del mare ma lo rappresenta come il mondo dell’aldilà e il tuffo dell’uomo diventa il passaggio dalla vita alla morte. C’è, poi, all’interno del percorso espositivo la rappresentazione della natura “coltivata” con le immagini di Dionisio che dona

all’umanità il vino e Demetra collegata a un’altra divinità, Trittolemo, al quale la dea regalerà un carro alato con cui egli insegnerà a tutti i popoli del mondo ad arare la terra. In questa sezione si possono ammirare anche utensili da lavoro e altri oggetti per la produzione agricola. Nel celebrato “Vaso blu” del I secolo D.C. proveniente dal museo archeologico di Napoli, lavorato con la tecnica del vetro-cammeo, sono rappresentati amorini vendemmianti in bianco su vetro blu. E qui si chiude la sezione che più rappresenta il lavoro dell’uomo nella natura. Nella terza e quarta sezione della mostra gli artisti passano a una visione della natura più decorativa e illusionistica. Il gusto del paesaggio giunge a Roma con spettacolari esemplari di pittura illusionistica di giardini che decorano ville patrizie e borghesi dell’epoca. Possiamo, inoltre, ammirare lo splendido affresco murale della “Casa del Bracciale d’oro a Pompei e vedere con grande sorpresa che, anche la “natura morta”, un genere che si credeva prerogati-

Mito e Natura. Dalla Magna Grecia a Pompei Milano, Palazzo Reale, fino al 10 gennaio 2016 ORARI: Lunedì: 14.30–19.30 Martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.3019.30 Giovedì e sabato: 9.30-22.30

Anfora con eroti vendemmianti (c.d. Vetro blu) e particolare dello stesso ingrandito Vetro cammeo, età claudiaNapoli, Museo Archeologico Nazionale Archivio fotografico della Soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli

CORONE AUREE A FOGLIE DI QUERCIA oro, bronzo, II sec. a.C. Taranto, Museo Nazionale Archeologico

Affresco da Pompei, Casa del Bracciale d’Oro, oecus, parete sud, registro mediano Intonaco dipinto, età giulio-claudia Pompei, Casa del Bracciale d’Oro Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia

va dell’arte seicentesca, è invece ben presente nella pittura antica, ellenistica-romana. Dalle città vesuviane ci sono in mostra affreschi di grande gusto coloristico che rappresentano frutti e semi. La parte finale dell’esposizione è costituita da un vero e proprio giardino realizzato dall’architetto e paesaggista, Filippo Pizzoni che ha riprodotto il giardino romano e mediterraneo con le piante che sono rappresentate negli affreschi murali. Tutte le piante sono state selezionate in modo accurato per farci comprendere meglio di cosa sia costituito il giardino mediterraneo: corbezzolo, rosmarino, alloro, ulivo, oleandro, fico. Forse in questi anni ci eravamo dimenticati di queste piante meravigliose che per gli antichi rappresentavano il bello e il buono.


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Musica Riccardo Sada

Dimitri Vegas & Like Mike: “Higher Place” la più shazamata di importanti discoteche come il Privilege e lo Space. Dopo essersi stabilito nelle Isole Canarie, ha fatto tappa a Zante, dove nel 2006 è stato resident dell’Amnesia e del The End. Nell’autunno dello stesso anno è tornato in Belgio per lavorare con il fratello, Like Mike, realizzando il loro

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egli ultimi anni Dimitri Vegas & Like Mike sono cresciuti tanto da diventare non solo tra gli artisti più ricercati della scena elettronica ma anche tra i maggiori headliner di festival sul pianeta, e non potevano mancare al più grande festival dance del Regno Unito: il Creamfield. Questa storia d’amore è diventata ancora più forte qualche weekend fa quando la colonna sonora dell’estate “Higher Place” (in Italia su JE – Just Entertainment) è diventata la traccia più shazamata al Creamfield. Higher Place al Creamfields il più shazamatoIl raggiungimento del 1 posto delle tracce più shazamate al Creamfield viene dopo il successo derivante dal Tomorrowland, durante il quale a Luglio Higher Place chiuse il festival al numero uno tra le tracce più shazamate nella giornata di domenica entrando nella Top 10 tra le più shazamate di tutti e tre i giorni. Dimitri Vegas & Like Mike è un duo di musica

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house formato nel 2007 dai fratelli belgi Dimitri Thivaios (Dimitri Vegas) e Michael Thivaios (Like Mike). Sono stati classificati dalla rivista DJ Magazine al secondo posto della top100 dei

DJ mondiali nel 2014. Dimitri Vegas, nato il 16 maggio 1982, ha iniziato la sua carriera da DJ all’età di 14 anni. Nei suoi primi anni di attività ha suonato in piccole discoteche ed è stato DJ resident

pezzo d’esordio Cocaine / Eivissa 2007, uscito nel 2007. Due anni dopo, il loro remix Work That Body ha catturato l’attenzione del DJ Axwell, che ha affidato loro un remix di Rotterdam City of Love di Abel Ramos per la sua casa discografica Axtone.

per la radio BeatFM. Nel 1999 ha lasciato il Belgio e ha iniziato a girare l’Europa, vivendo prima a Maiorca in Spagna, poi in Calcidica (Grecia) e infine a Ibiza dal 2003, dove è stato resident

IL RITORNO DI SLAVE TO THE RHYTHM DI JOE T VANNELLI S

abato 13 settembre è partita ufficialmente la stagione invernale di Slave To The Rhythm, il radio-show del noto dj e produttore discografico Joe T Vannelli, da anni riferimento mondiale per quanto concerne la dance. Sessanta minuti dedicati alle migliori anteprime mondiali di House Music, in onda tutti i sabato sera dalle 7 alle 8 su radio m2o, la radio dance italiana più ascoltata in assoluto e che trasmette i più importanti programmi realizzati dai top dj di tutto il mondo. Sabato 10 ottobre, in particolare, STTR festeggerà la sua 200esima puntata su m2o, un traguardo che bissa quello assoluto raggiunto lo scorso luglio, quando Slave ha raggiunto

la 500esima puntata in assoluto; infatti il programma di Vannelli viene realizzato anche in lingua inglese, venendo trasmesso e distribuito in tutto il mondo sia in fm, sia via satellite sia sul web, senza dimenticare che spesso e volentieri risulta il podcast musicale italiano più scaricato in assoluto sulla piattaforma iTunes. Slave To The Rhythm è ormai un appuntamento fisso per tutti gli appassionati di house music, che hanno anche la possibilità di riascoltare tutte le puntate italiane sul sito di m2o, in particolare nella sezione Reloaded. Un programma che rivela sempre con un tempismo eccezionale i successi dance del futuro prossimo venturo, basti pensare a

personaggi quali Hot Since 82 e i vari Sidney Charles e &ME, giusto per citarne alcuni. Con Hot Since 82 è nata contestualmente una collaborazione, sfociata nel brano “The End” che si è avvalso del featuring di Csilla, cantante storica di Jtv. Nel frattempo le novità vannelliane non si fermano certo qui. A breve in arrivo nuove tracce e nuove compilation, con i fari puntati soprattutto sul singolo “Dance Shout Turn Around” con le cantanti americane Helen&Terry, proprio in questi giorni a Milano per la realizzazione del relativo video musicale. Il tutto all’insegna come sempre del celebre slogan vannelliano, “House Forever”. www.joetvannelli.com


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uesta settimana è impossibile non parlare della bellissima e particolare Alice Sabatini, recente vincitrice di Miss Italia, che dopo la famosissima figuraccia fatta in diretta alla finale del programma, alla domanda: “In quale periodo storico vorrebbe vivere”, ha deciso

di non fermarsi. La povera vincitrice è diventata il soggetto di diversi commenti e battute, anche pesanti, ma provando a difendersi sembra aver peggiorato le cose. La Sabatini infatti, nell’intervista fatta da Valerio Staffelli per Striscia la Notizia, ha dichiarato di aver fatto una figuraccia

per l’emozione, e qui possiamo anche comprenderla, la ragazza ha anche aggiunto: “A Jesolo la mia bisnonna ha vissuto la guerra, sarei voluta essere forte come lei, che ha vissuto un periodo difficilissimo”. Il problema è alla domanda di Staffelli “ Ci dica quale personaggio storico che le sta a cuore”, Alice ha risposto Michael Jordan. Ci chiediamo se la povera Alice sia una vittima del potere mediatico o se sia davvero poco sveglia. Una cosa è certa, la più bella d’Italia vuole diventare un’attrice, le facciamo i migliori auguri.

M

ichelle Hunziker non smette mai di far parlare di sé, recentemente, infatti, intervistata dal settimanale “Oggi” ha dichiarato di volere un altro figlio, confermando quindi la possibilità di un quartogenito, possibilità che si realizzerà con molta calma, essendo lei appena uscita dalla precedente gravidanza. A pensarla diversamente è invece il secondo marito To-

U

na storia che ha fatto mol-

lui, sono balle”, ha dichiarato,

to discutere ultimamente è

“domenica scorsa sono stata in

la presunta relazione tra Fabri-

comunità da lui solo per moti-

zio Corona e Silvia Provvedi, la

vi professionali, per un servizio

vincitrice del programma “l’Isola

fotografico che abbiamo fatto”.

dei Famosi”. A diffondere la no-

L’avvocato di Corona ha infat-

tizia è stato il settimanale “Chi”,

ti confermato spiegando che il

pubblicando le foto dei due fuori

suo assistito è tornato a fare il

dalla comunità Exodus, in atteg-

suo lavoro, come prescritto dal

giamenti apparentemente intimi.

tribunale, nella comunità che lo

La realtà dei fatti è diversa però,

ospita. Questa relazione è quindi

Silvia infatti avrebbe smentito

puramente lavorativa, il povero

la notizia in un’intervista al set-

Corona sarà stanco di essere al

timanale Novella 2000, “non è

centro dell’attenzione mediatica,

vero che ho una relazione con

anche per questioni rosa.

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eronica Pivetti, attrice protagonista del telefilm “Provaci ancora Prof ” ha confessato di aver attraversato un difficile periodo di depressione. Lo scorso febbraio l’attrice ha compiuto 50 anni e rimane la prof più amata di Rai1, e durante un’intervista a Visto ha confessato i momenti più intimi del suo passato. I cinquant’anni per lei

maso Trussardi, al quale non

bastano le due figlie Sole e Celeste, “Tomaso non vede l’ora di fabbricare una nuova creatura”, racconta Michelle, “non importa che sia maschio o femmina, per lui basta che facciamo un altro bambino” dice poi. Qualcuno sospetta però che a Tomaso iniziano a stare strette le quota in famiglia, e che inizi a desiderare un piccolo erede, per ora la cop-

pia scherza sull’argomento. La showgirl ha anche raccontato un aneddoto “Una sera torno a casa da una cena, vado a prendere la pillola anticoncezionale e al suo posto trovo una Zigulì. Per fortuna è più grande della pillola.” Entrambi si rendono comunque conto che è presto per pensare ad un altro figlio, noi invece aspettiamo solo un altro fiocco, che sia rosa o blu non importa.

sono un traguardo “Sono un’’età che aspettavo con ansia, diciamo che da quando avevo quarantasette anni pensavo di averne cinquanta, e l’idea non mi dispiaceva, non ho paura di invecchiare”, l’attrice ha inoltre dichiarato che nonostante le varie esperienze continui ad avere una certa ingenuità, quella ingenuità che si ha da bambini. Un’altra cosa che

ha sorpreso dell’attrice, abituati a vederla sempre sorridente, è venire a conoscenza del suo periodo di depressione, quando aveva trent’anni. La Pivetti infatti lo definisce come il periodo più buio della sua vita. Ora però l’attrice di “Provaci ancora Prof ” ha superato il periodo e si considera più forte di prima. Un grande complimento d’obbligo quindi.


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finestra sul mondo e dintorni buco NERO

Muri di gomma L’unico valido è quello israeliano

Luigi Sada

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i sono muri e muri. C’era il Muro di Berlino e serviva a bloccare la fuga dei cittadini della DDR verso la libertà, c’è il Muro a qualche chilometro da Gerusalemme che serve a bloccare le infiltrazioni dei terroristi palestinesi che si fanno saltare in

aria sui bus locali, infine ci sono i muri come quelli eretti dall’Ungheria per bloccare i profughi che fuggono dalla guerra, in particolare modo quelli siriani. Che è bene sottolineare: scappano non tanto da Assad quanto dall’Isis che stermina popolazioni intere. La Merkel sta cercando di mettere un po’ di ordine in merito a questa invasione epocale che regala tuttavia insieme a gente disperata come i siriani anche eserciti di persone alla ricerca di un eldorado europeo finito ormai da decenni. La scrittrice e giornalista Oriana Fallaci aveva visto bene quando qualche anno fa scriveva su quanto potesse accadere in un futuro molto vicino, come il nostro, sul pericolo di queste armate dell’Islam a caccia di fortuna nel vecchio continente, dove ormai non cè più posto nemmeno per un cerino. Noi,

cioè l’Europa, invece cosa abbiamo fatto? Abbiamo spalancato le porte a tutti, andandoli addirittura a prendere sulle coste libiche con la scusa di salvarli da morte certa. Non è vero. Se i responsabili delle navi, prima di Mare Nostrum, poi quelle di Triton, agissero con intelligenza organizzativa innanzitutto non farebbero da taxi caricando gente a pochi metri dal mare dotata da cellulari da 600 euro ma farebbero sbarcare i propri militari, dando così una mano a questa gente. Pare che la Libia, cioè il governo riconosciuto di Tobruk e quello di Tripoli abbiano trovato un accordo. E il muro questa volta non lo tirerebbe su l’Europa bensì la stessa Libia, con Assad e i russi pronti a dare una mano in qualità di sponsor. Magari insieme all’Iran, che sembra stia facendo di tutto per uscire dal Medioevo.

Das Auto: Germania Kaputt

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a sempre “uber alles” a Kaputt. Che tonfo per l’orso tedesco. Un ruzzolone di quelli che lasciano il segno e che, in un colpo solo, fa crollare un mito, anzi il mito di una nazione superiore, di una Germania che nel mondo rivali non ha o almeno, pensano da quelle parti, di non averne, specialmente nel campo delle auto. Ci si riempiva la bocca, specialmente noi italiani esterofili per eccellenza e denigratori dell’amor patrio di professione, quando si parlava del lavoro tedesco, del mady in Germany, come il primo in assoluto, della nazione che, una volta visitata, ti faceva gridare al miracolo del perfezionismo, dell’assoluto, rispetto a quello che fino ad allora era solo approssimazione

in tutto. In Germania qua, in Germania là, in Germania certe cose non succedono e chi più ne ha più ne metta di queste frasi stereotipe, salvo poi, maledettamente accorgersi che, una volta tornati nel suolo natio, in fondo in fondo, il bello, il buono, il magnifico li si trovano anche sotto casa nostra. Ora, il fattaccio, quello che nessuno osava immaginare, quasi l’impossibile che potesse un giorno accadere. Eccolo, dagli USA, l’annuncio del patatrac, del dolo, della menzogna, della bugia più losca, che ha ingannato nientemeno che il popolo degli States, di quella Nazione che ha fatto liberi e ricchi quanti lo abbiano desiderato e meritato, accogliendo quanti hanno toccato quel sacro suolo

Giovanni Labanca

di speranze a braccia spalancate, salvo pretendere, in cambio, solo una cosa, quella principale: il rispetto delle regole, della legalità. Ed è proprio quello che la grande Germania, o meglio, la più grande casa automobilistica tedesca non ha saputo contrapporre a tanta accoglienza. E si sa che negli Stati Uniti, l’onore ha un prezzo e chi lo tradisce paga e paga duramente. La Volkswagen ha tradito, perché ha mentito, ha truffato, ha deriso, in un certo

senso, quel vessillo stars and stripes, per cui tante vite sono state e sono immolate, per difenderla e onorala, dovunque sventolasse nel mondo. E nella terra dove “Ja” suona, queste cose le sapevano ed anche bene, ma nonostante ciò, la tentazione della truffa, perché di truffa si tratta, è stata più forte del rispetto della salute di chi ti ha dato da mangiare, di chi ti ha concesso fiducia illimitata. La casa tedesca delle auto è una delle più grandi al mondo

ed ha sempre fatto ottime macchine, guadagnandosi fama di infallibilità, da fare invidia alle numerose concorrenti. Questo “giochetto” delle emissioni rilevate in modo subdolo, bisogna pur ammetterlo, lo fanno quasi tutti i produttori di automobili e regge fino a quando qualche puntiglioso funzionario non decida di mettere il becco fino in fondo, in presenza di anomalie e discordanze, tra la teoria e la pratica. Ed è proprio quello che

è avvenuto e che ha provocato un vero e proprio terremoto, sia politico che finanziario, nella Germania “tutta di un pezzo”, molto spesso troppo arrogante, tante volte prima della classe. Tutto questo è durato fino a che il gigante non si è imbattuto nella più classica buccia di banana, che lo ha fatto stramazzare al suolo, con un boato assordante, che ha travolto in un colpo solo certezze millenarie di supremazia, che potrebbero finire in fondo al Reno, trascinando nella rovina anche la stessa classe politica che, pur con mille acrobazie, sta cercando di minimizzare l’accaduto, sebbene la signorona di ferro, sembra, sapesse tutto. Seguiremo dall’Italia gli sviluppi che questa “strana” storia avrà e che saranno senz’altro clamorosi quanto imprevedibili, anche con una malcelata soddisfazione ed ironia, per quanto di più maligno il destino abbia voluto calare sui malcapitati padroni d’Europa. Si potrà dire ancora con sicurezza “Das Auto” o si dovranno cambiare anche gli spot pubblicitari, testimoni di una supremazia che non ci sarà più?


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