N 17 2016 milan juventusweb

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sabato 9 aprile 2016 anno 6 numero 17

Sport

& Spettacolo

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ultimatum Mil an VS Juv e ntu s


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Ciao Cesare

V

MILAN

gli grati. Un abbraccio parti-

pare con il Verona, il sipario

colare a Paolo e a tutta la fa-

calerebbe sul campionato.

miglia. Sicuramente, dall’alto

Il Napoli, tra l’altro, dovrà te-

rima di parlare

Cesare vedrà questa sfida tra

nere d’occhio la Roma, che si è

della sfida tra Mi-

Milan e Juventus. Stavolta,

portata sulle quattro lunghez-

lan e Juventus di

meno di miracoli, i cugini dif-

ze di distacco, dopo il suc-

questa sera, sen-

ficilmente riusciranno a rove-

cesso con la Lazio, nel derby

to il dovere di sottolineare la

sciare il pronostico, a favore

della Capitale. Tornando ai

mancanza di una bandiera

della squadra bianconera di

cugini, dovranno fare molta

del Milan che ci ha lasciato

Allegri. La vittoria del Milan

attenzione al Sassuolo, perchè

una settimana fa. Cesare era

è l’ultima speranza che rima-

se la squadra di Di Francesco,

un grande ed è stato calcia-

ne al Napoli nella corsa allo

stasera alle 18, dovesse vince-

tore indiscutibile oltre che

scudetto, dal momento che la

re con il Genoa, si piazzereb-

una persona straordinaria.

squadra partenopea, dopo la

be momentaneamente davan-

In campo ci siamo incontrati

scoppola di Udine, affronterà

ti ai rossoneri, al sesto posto

parecchie volte, alla fine del-

domani, al San Paolo il Vero-

in classifica. Ah, dimenticavo

sinone non sarà sicuramente

gara di Torino, dove ha fatto

la sua carriera, soprattutto

na che, però, ha dimostrato

la mia Inter che con il Toro è

facile. Stesso discorso vale per

soffrire la Juventus.

ho potuto constatare le sue

di essere ancora vivo, dopo il

finita a gambe all’aria, man-

la Fiorentina, che nel derby

doti e la preparazione tecni-

colpaccio esterno con il Bo-

dando in frantumi tutti i so-

toscano dovrà affrontare, do-

ca, quando ha iniziato a fare

logna. E’ chiaro che se la Juve

gni di rimonta ipotizzati da

mani a mezzogiorno al Ca-

l’allenatore. Ha portato in alto

dovesse fare bottino pieno a

Mancini. Per i nerazzurri il

stellani, l’Empoli, che ho visto

l’Italia e noi dobbiamo esser-

San Siro ed il Napoli inciam-

compito esterno con il Fro-

in palla, ben organizzato nella

Sandro Mazzola

P

Milan Allenatore

STADIO

MEAZZA

Cesare Maldini, primo calciatore italiano ad alzare la Coppa Campioni

Juventus ORE 20.45 Allenatore

ertigini del basso. Inter e Milan, dopo le due prestazioni deludenti, hanno di fatto compromesso la stagione. I nerazzurri hanno gettato alle ortiche le residue speranze di un raggiungimento del terzo posto, i rossoneri, a questo punto possono fare solo peggio: essere risucchiati dal Sassuolo e perdere di vista i cugini. A rigore di logica, la squadra di Mihajlovic è in finale di Coppa Italia, cosa non da poco, se dovesse vincerla. Cambierebbe di botto la prospettiva di una stagione non fallimentare, ma addirittura trionfante. Giochi del mistero o di questo calcio che non ammette sconfitti. Rituffandoci in campionato, il posticipo serale propone un piatto da non perdere: Milan-Juventus. Se i bianconeri dovessero vincere, chiuderebbero a chiave il quinto scudetto consecutivo ma se dovessero perdere, riaprirebbero i giochi a favore di un Napoli senza Higuain e imbruttito in quest’ultimo mese. Sarà il logorio di un campionato animato da buoni propositi che alla fine sta scivolando via, forse per inesperienza o forse perché la Juventus è semplicemente più forte. Questa sera, il Milan ha la grande chance di farsi perdonare un po’ di brutte figure, anche se il rischio che ciò non avvenga è quotato alla pari. Le ultime uscite della dirigenza hanno offuscato una realtà che non piace ai tifosi, i quali hanno capito che il problema non è solo emarginato al campo, ma altrove. I continui nomi di successori del tecnico serbo a fine stagione non aiutano a dare serenità all’ambiente, continuando a trasmetter alibi ai giocatori. Vincere con la Juventus non è per niente semplice, se poi la aiutiamo, non ne parliamo. Nel pomeriggio l’Inter è a Frosinone per vedere se c’è margine di sopravvivenza, anche se la Roma appare troppo lontano. A questo punto della stagione, però, arrivare quarti o quinti fa differenza, se non altro per migliorare in modo netto quanto fatto la stagione precedente. Mancini nel giorno del suo ritorno sulla panchina nerazzurra disse: “E’ triste per una squadra come l’Inter parlare di terzo posto come obiettivo”. Vero, ma la squadra voluta da lui non è superiore a Juventus, Napoli e Roma, anche se l’inizio scoppiettante aveva fatto illudere anche i più scettici. Nel calcio, però, non s’inventa più nulla e alla fine è tutto tornato come prima. Cioè che la normalità per il calcio del Naviglio è diventata una rarità. Farsene una ragione per soffrire di meno ma, purtroppo, per non sognare più.

Sinisa Mihajlovic

(4-4-2)

Donnarumma Abate, Alex, Romagnoli, Antonelli; Bonaventura, Kicka, Montolivo, Honda; Bacca, Balotelli

Massimiliano Allegri

Arbitro:

Daniel Orsato

(3-5-2)

JUVENTUS

Buffon Barzagli, Bonucci, Rugani; Lichtsteiner, Pogba, Marchisio, Asamoah, Alex Sandro; Mandzukic, Morata


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la partita

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MIL AN SEMPRE PIÙ IN AFFANNO

Severa Bisceglia

E

ntrambe le squadre milanesi si prestano a chiudere una stagione decisamente al disotto delle aspettative, ma il Milan è quello che rischia di più. La discreta probabilità che l’undici rossonero non disputi neppure l’Europa League la prossima stagione ha messo a dura prova i nervi saldi del presidentissimo che avrebbe

mandato a casa mister Mihajlovic già qualche mese fa. La crisi tecnica che ha evidenziato questo Milan potrebbe portare ad un non più clamoroso cambio di guardia. L’eventuale esonero di Sinisa Mihajlovic, che porterebbe provvisoriamente Brocchi sulla panchina rossonera, non stupirebbe nessuno, Silvio Berlusconi lo urla da tempo, ma stupirebbe se fatto adesso. Anche la gara persa in casa contro la Lazio ha messo in evidenza tutti i limiti del Diavolo, mancanza di cinismo sotto porta e tantissima fatica a centrocampo. Limiti di

cui la navigata Juventus ne fa un sol boccone. Poca fatica per l’ex di turno Massimiliano Allegri che comprende bene i mali di questo Milan e che tornerà a San Siro solo per fare bottino pieno, anche per un personale riscatto nei confronti di una dirigenza che lo ha contestato ed allontanato dichiarandogli la più totale sfiducia. Questa sera, e non ne avrebbe bisogno, il tecnico bianconero dimostrerà come si vince contro il Milan di oggi. Contro i bianconeri Sinisa Mihajlovic è tentato di giocarsi la carta Balotelli. Contro la Juventus, ma con

la maglia dell’Inter, l’attaccante bresciano a San Siro ha segnato 4 reti all’undici di Allegri, delle sei sfide precedenti ha portato a casa 3 vittorie e un pareggio. Il tecnico serbo potrebbe puntare sulla coppia Balotelli-Bacca nel modulo 4-4-2 con Kucka e Poli a centrocampo viste le assenze di Montolivo, infortunato, e Bertolacci squalificato. Sugli esterni Bonaventura e Honda mentre in difesa Romagnoli ed il più in forma tra Alex e Zapata. Allegri, invece, ha sperato fino alla fine nel recupero di Paulo Dybala e Sami Khedira, averne almeno uno dei

due consentirebbe al tecnico un gioco maggiormente proficuo. Se il ricorso contro la squalifica non avrà dato buon esito, il posto del centrocampista tedesco sarà preso da Pereyra o Sturaro, l’attaccante argentino, invece, deve confidare nel pieno recupero dell’infortunio muscolare, rischiare non avrebbe senso e la classifica gli consente il meritato riposo. Gettonata la coppia Morata-Mandzukic, Zaza partirà dalla panchina. Fuori Chiellini e Caceres ma rientrano dopo la squalifica Alex Sandro e Bonucci. Probabilmente la Juventus,

con Rugani, scenderà in campo con il 3-5-2, in alternativa la difesa a 4 potrebbe tornare utile, la squadra avversaria è pur sempre il Milan avvantaggiato dal fattore campo. Difficile immaginare una vittoria del Milan questa sera, ma nel calcio tutto è possibile e i risultati clamorosi non sono poi così rari. Soprattutto va scongiurato il grosso rischio dei rossoneri di essere presi dal Sassuolo. Un pareggio metterebbe tranquillo il tecnico serbo ma sempre più consapevole che la sua avventura alla guida del Milan è finita già sul nascere.

Balotelli carica il Milan, l’ex Allegri cerca i punti scudetto

M

gioco la forte difesa bianconera. Per Super Mario, che ha giocato gli ultimi trentadue minuti del match con l’Atalanta con tanta volontà, la sfida contro la Juventus, la sua prima in maglia rossonera contro i campioni d’Italia, potrebbe essere l’occasione giusta per dare una svolta alla sua stagione che finora gli ha riservato solo amarezze, infortuni e naturalmente tanto nervosismo. Contro i bergamaschi, Balo è sembrato un altro e non il solito giocatore svogliato. Ha

corso, lottato, ha sfiorato il gol su punizione e soprattutto si è comportato da signore quando dagli spalti gli sono stati indirizzati fischi ed insulti dai supporter atalantini. Si parla molto che a fine stagione, il giocatore, ex Liverpool, non sarà riscattato dal Milan, ma a decidere il destino di Super Mario saranno soprattutto le sue prestazioni da qui alla fine del campionato, ad iniziare dalla gara di questa sera. Un eventuale gol ai bianconeri potrebbe ricaricare il morale non soltanto a lui,

ma a tutta la squadra, che partita bene nel girone di ritorno, non ha poi palesato miglioramenti, sprofondando ultimamente in una serie di risultati negativi che hanno creato un divario sempre più grande con le altre squadre e in particolare con la Juve ancora leader del nostro campionato. Sull’altro fronte, invece, la gara è particolare sentita da Massimiliano Allegri. L’ ex tecnico rossonero licenziato quel fatidico 13 gennaio 2014, e sostituito poi senza fortuna sulla panchina del

Milan prima dall’olandese Clarence Seedorf e successivamente da Pippo Inzaghi, a Torino, sulla panca bianconera, sta pienamente dimostrando il suo valore. Lo scorso anno l’allenatore toscano ha sfiorato il tris vittoria, vincendo scudetto, Coppa Italia e andando vicino alla conquista della Champions nella finale persa contro il Barcellona. Quest’anno, a poche giornate dalla conclusione dei match, Max non ha perso la sua voglia di vincere e si ritrova lì in testa alla classifica. Quin-

Luigi Rubino di? Un risultato positivo a S. Siro contro il Milan sicuramente avvicinerebbe la Juve all’ennesimo scudetto della sua storia targato.

Gonzalo Higuain

Paulo Dybala

Carlos Bacca

Mauro Icardi

Josip Ilicic

Éder Citadin Martins

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LA CLASSIFICA

classifica marcatori

ilan-Juve non è solo sfida importante per la classifica e soprattutto per i bianconeri che viaggiano verso lo scudetto, è anche una gara ricca di suggestione e significati, soprattutto per gli interpreti delle due squadre. Uno di questi potrebbe essere Mario Balotelli. E’ molto probabile che Sinisa Mihajlovic, a rischio esonero in caso di sconfitta, si affidi proprio a lui per cercare di scardinare fin dal primo minuto di

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da Torino

Se le strisce sono bianconere

P. C. Fantini Forneris

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uesta partita sia per il Milan che per la Juventus ha un sapore particolare, per l’indiscutibile forza della “Vecchia Signora” e il complicato momento che sta vivendo la squadra rossonera. La Juventus dopo la vittoria, seppur sofferta, sull’Empoli lancia la sfida al Diavolo e vuole portare a casa l’intera posta in palio. A Torino il momento è propizio sotto tutti i punti di vista e la settimana è iniziata con poche dichiarazioni, sia da una sponda che dall’altra. Marotta e Andrea Agnelli plaudono all’ottimo lavoro fino a qui fatto da un Allegri chirurgico e fortunato nelle scelte, ma si può fare di più e meglio, questo è anche il desiderio che circola in città tra i tifosi più irriducibili.

Un sabato da Leoni, grande attesa a San Siro In Via Roma, conosciuta per lo “struscio” del sabato pomeriggio di giovani e meno giovani torinesi, incontriamo Francesco, barman a tempo pieno in un locale storico del centro, che sia pur di fretta ci racconta di quanto amore lui ha per i bianconeri e quanta fiducia ripone in un allenatore che, dopo Cagliari e Milan, è entrato nei cuori dei tifosi, guadagnandosi il rispetto di tutti per la semplicità e l’ educazione che contraddistingue un vero gentleman. Stasera non potrà essere a San Siro, ma un occhio al televisore, nel retro bottega, non mancherà di darlo. I suoi amici del tifo organizzato, invece, è un obbligo essere presenti sugli spalti di Milano. La sportività è comunque, ci dice, un motivo di orgoglio, e mentre ci saluta ricordandoci che la Juve

Suonano a festa anche le campane del Toro

non molla mai, una pioggerellina scende su Torino. Il capoluogo subalpino trepida per questo incontro, come lo si può capire entrando non solo nelle roccaforti bianconere, ma anche in ristoranti rinomati come Angelino, famoso per la sua cucina, ma anche per personaggi del mondo dello spettacolo e del calcio come Zinedine Zidane. Il locale si trova a due”passi” dal Po, ma anche dalla collina. Una coppia di amici, ci da appuntamento e ci parla di partite memorabili tra queste due squadre, una rivalità sana, tanti ricordi, uno su tutti la finale di Manchester che vide

la coppa dalle grandi orecchie dopo una serie di rigori arrivare a Milano. Un pensiero Giovanni L. lo rivolge a un grande che ci ha lasciato C. Maldini, ma anche a Antonio Conte che è ormai in procinto di andare oltre manica ad allenare il Chelsea, e che forse lo stesso Milan avrebbe voluto avere sulla sua panca d’oro. Si spengono via via le luci su Torino e Milano, mentre sotto i potenti riflettori della Scala del calcio, si aspettano che due grandi squadre diano luogo al miglior calcio possibile, per una partita trepidante da ricordare a lungo e per onorare al meglio la

memoria del grande Cesare, che ora vivrà da lassù uno dei derby d’Italia più belli della storia del calcio, di cui, ora, a buon titolo è diventato una fulgida stella. Si fa festa anche dall’altra parte del Po, in casa granata, dove sembra sia tornata l’euforia dei vecchi tempi, dopo la bella vittoria contro l’Inter. Non se la aspettavano in tanti, ma mister Ventura, quel volpone di un signore tutto di un pezzo, ha saputo strigliare bene i suoi uomini, fino ad imporre alla compassata Inter “tipo Barcellona”, tanti passaggi per niente, un gioco semplice ed elementare: quello in

verticale, che con tre tocchi rasoterra ti porta davanti al portiere avversario. Sembra la scoperta dell’acqua calda, ma Ventura l’ha messa in atto, vincendo una partita importante che ridona tanta fiducia all’ambiente, con prospettive lusinghiere di finire il campionato in ottima posizione, proprio quello che gli irriducibili appassionati granata vogliono da un allenatore serio e bravo. E Ventura lo è e sarebbe ingiusto regalarlo ad un’altra squadra avversaria. Cairo, fesso non è gli ha già preparato un bel contratto per lungo tempo. Fare altrimenti, si passerebbe per sprovveduti.

Cesare, sei stato un grande Se ne è andato il Migliore. Cesare Maldini ci ha lasciati domenica scorsa salendo le scale del cielo come faceva lui quando entrava a San Siro. Aveva 84 anni, ma ne dimostrava venti di meno. E’ stato un grande uomo ed un grande calciatore e pure un allenatore preparato, vincitore di tre Campionati Europei Under 21. Cesare era

uno di noi. Mi ricordo un episodio ad una conferenza stampa, quando lui guidava la Nazionale. Gli dissi che era ormai un personaggio importante, lui, modestamente, rispose che importanti erano i giornalisti e non gli ex calciatori. Un bagno di umiltà che mi portò ad abbracciarlo come un fratello. Cesare è stata una soli-

da bandiera del Milan ed ha regalato al calcio il figlio Paolo, uno dei migliori terzini del mondo. La sua scomparsa è una parte fon-

damentale della storia rossonera. Il presidente Berlusconi ha detto: “Se ne è andato un gran signore. Una perdita tremenda per il

calcio e per tutti noi”. Nel 1963 è stato il primo italiano ad alzare la Coppa dei Campioni con la maglia del Milan. Con i rossoneri ha vinto anche quattro scudetti, mentre da allenatore è stato vice di Bearzot, ai mondiali di Spagna nell’82. Ha guidato anche il Paraguai. Domenica scorsa, per ricordare Cesare c’è stato un minuto

Luigi Sada

di silenzio su tutti campi. Il Milan è sceso in campo a Bergamo con il lutto al braccio. Addio Cesare, grande campione ammirato da tutti gli amanti del calcio, quello pulito e signorile. Un abbraccio a tutta la numerosa Famiglia, ed in modo particolare al figlio Paolo, dagli amici di Stadio5.


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Dai Club i ricordi più belli per Cesare Maldini Vita di CLUB

Giovanni Labanca E’ calato u mesto velo di tristezza sul mondo dello sport, del calcio in particolare e soprattutto sul popolo dei tifosi rossoneri alla notizia della scomparsa di Cesare Maldini. Vi è stato cordoglio unanime, da parte di tutte le tifoserie che, domenica, con un lungo applauso gli hanno reso il degno tributo e l’affettuoso ricordo, perchè Cesarone, ha attraversato e segnato la storia del calcio non solo come l’elegante terzino a cui tanto piaceva “ scendere”, quasi galoppante come elegante destriero di razza, sulla sua fascia sinistra, capace di sfruttare le sue possenti levi per dar man forte all’attacco. Ha attraversato

è scritto, dicevamo, la storia del calcio come gentiluomo in livrea, alla pari di un signore che ha saputo suscitare ammirazione professionale, alla pari per quella grande signorilità umana che lo ha accompagnato fino agli ultimi istanti della vita e , in modo particolare, come il papà di una desiderata famiglia numerosa, fino a che tra i suoi rampolli non sarebbe nato il figlio Paolo che, al suo pari, avrebbe vestito ed onorati gli stessi colori rossoneri, vincendo Coppe dovunque nel pianeta si giocasse a calcio. Noi, settantenni,abbiamo sempre nella mente la vittoria della prima Coppa dei Campioni, nel 1963, di una squadra italiana, ottenuta nel mito Wembley di Londra contro il Benfica e ben chiaro il suo “lancio” nel cielo della storia del Calcio, della Coppa dalle orecchie grandi, la stessa che, in seguito, il suo Milan avrebbe alzato tante altre volte, anche con le mani del figlio capitano Paolo. Emozionanti erano e sono rimaste quelle immagini in bianco e nero, alle quali faceva da commento “felpato” la voce storica ed unica del campione del microfono, Nicolò Carosio. In segno di rispetto e lutto per tutta la famiglia Maldini, in questa settimana i Milan Club

hanno sospeso ogni attività , per concentrarsi solo alla doverosa commemorazione di un campione. Stadio5, sempre a disposizione dei tifosi, ha ricevuto, in questi giorni, tante telefonate e moltissimi messaggi di cordoglio, con preghiera di farli giungere alla Famiglia Maldini, in segni di affetto. Noi, ne abbiamo ne abbiamo selezionati alcuni, che pubblichiamo molto volentieri, anche in rappresentanza di tutti gli affiliati all’AIMC., cui chiediamo scusa ,in anticipo, di non poterli citare tutti. La Sardegna è profondamente scossa e il presidente del Milan Club Sassari Mario Canu si fa portavoce dell’isola tutta per ricordare il grande capitano, il magnifico uomo e l’esemplare padre di famiglia che Cesare ha posto alla base di ogni giornata del suo lavoro. La Sicilia, non è da meno nel ricordo e nel rimpianto e fa salire le espressioni di vivo cordoglio da ogni angolo della Trinacria: Palermo, Agrigento, Trapani, Enna, Gela, Siracusa, Messina, tanto per citarne alcuni. La Calabria, terra di Gattuso, esprime, le condoglianze alla Famiglia, una delle maggiormente degne di rispetto e si stringe al fi-

glio Paolo che, da capitano, tante volte ha avuto modo e piacere di visitarne i Milan Club. Il cordoglio è unanime, da Cosenza,a Corigliano, a Reggio Calabria a Vibo Valenzia, Sibari , Castrovillari ed altri Milan Club, che si sono sempre distinti nella manifestazioni di attaccamento alla squadra, in qualunque momento. Non meno dolore ha suscitatola scomparsa di Maldini in Lucania. Dal Milan Club Lauria, uno dei maggiori, il presidente Pietro Panaino, a nome di tutti i soci, esprime, nel caro ricordo dello scomparso campione, il cordoglio più sincero,memore anche delle frequenti visite del figlio Paolo nella Terra del grande capitano Ruggero. Si associano al cordoglio quelli di Terranova di Pollino per bocca del tifoso numero 1 Donato Natuzzo Imperio, di Viggianello,Rionero in Vulture,Potenza, Matera, tra gli altri, esaltando nel messaggio le grandi doti umane del Cesarone. La Puglia è grande, come lo è il dolore provato che, a nome di tutti i sodalizi, esprime il Milan Club Monopoli, uno dei più attivi. Anche dalla Campania,il cordoglio è sentito. Maurizio Salzano, segretario del

Milan Club Isola di Capri, si fa capofila, per esprimere le condoglianze alla famiglia Maldini, dei sodalizi di Aversa, Benevento, Sarno, Salerno, Vallo della Lucania, Avellino,Capua, Caserta, tanto per citarne alcuni. Il Lazio non è da meno degli altri. Dalle sue province le espressioni di cordoglio giungono a valanga e noi ne citiamo qualcuno dei tantissimi operanti: Artena,Castelli Romani, Lariano, Nettuno,Tivoli, Anagni,Fros inone,Latina,Fiuggi,Cisterna,Ro ma Capitale. Anche la verde Umbria, l’Abruzzo ed il Molise non si sottraggono a questo dolente dovere e vogliono anche loro firmare il libro delle condoglianze. Le Marche, con Pesaro e Rimini , in testa, non trovano le parole per fare coraggio alla famiglia del campione scomparso, ribadendo, di pari passo, fiducia alla squadra ed alla Società che Cesare ha tanto onorato. In Emilia Romagna è unanime il senso di sconforto e tutti i club, tramite il coordinatore regionale hanno fatto sentire il loro affetto, da Bologna, Modena, Carpi, Sassuolo, Cattolica, Ferrara, Forli, Reggio Emilia, Parma, solo per testimoniarne alcuni, In Lombardia, dove c’è la mag-

giore concentrazione di Milan Club, sono arrivati mazzi di fiori nella Basilica di Sant’Ambrogio, dove si sono svolti i funerali e nella cui piazza antistante, hanno sventolato centinaia di gonfaloni dei Milan Club delle città più disparate che ben hanno dimostrato l’attaccamento al campione che sarà sempre nel cuore di tutti. Piemonte,tutto il nord est dell’Italia, hanno partecipato in massa alle esequie in una triste e uggiosa giornata, dove solo il dolore traspariva dai visi commossi dei tantissimi tifosi e gente comune,presenti al funerale. Noi di Stadio5 non possiamo fare altro che unirci commossi e dispiaciuti al cordoglio generale che ha accompagnato Cesare nell’ultimo viaggio,mentre scorrono nella mente di tutti i suoi trionfi, la sua vita felice, trascorsa con e per la Famiglia, anche quella del MILAN che, come ha ricordato Galliani, è stata l’altra famiglia non meno affettuosa, Addio docile guerriero di un calcio che profumava di stile e classe, di passione ed amicizia, virtù che oggi vanno svanendo sempre più. Non ti scorderemo mai, noi tifosi di tutte le squadre ed ammiratori di un vero Campione.


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Vita di CLUB Giovanni Labanca

Milan Club La Louvière dell’evento. In Belgio tutto questo ha grande risonanza e gode dell’ammirazione, oltre che del patrocinio delle Autorità locali, con le quali abbiamo sempre avuto ottimi rapporti. Da tre anni abbiamo aperto anche una succursale in Turchia”. - E il Milan quando lo vedete? Solo per televisione? “No. Ogni anno scendiamo a Milano per le partite più importanti, come quelle con l’Inter, il Napoli e la Juve. Siamo 75 soci ben attrezzati e sempre speranzosi di vedere vincere la nostra squadra. - Quest’anno avete vinto poco. “Per la verità non ci aspetta-

S

i parla di calcio, si parla di tifo in Belgio ed il pensiero corre veloce all’uomo che per più di vent’anni ha fatto della passione per il Milan la sua missione. E’ Pino Dessole, originario della bella Sardegna, che ha dovuto abbandonare per cercare altra fortuna ed approdare in Belgio, a La Louvière a due passi dalla capitale. In questa bella città, non gli è stato facile trovare lavoro. Come uomo ha dato sfogo alle sue “voglie”, alla sua passione più grande che lo ha seguito sin da quando era ragazzo. il tifo per il Milan. “Sono milanista da sempre”. “La passione è sempre diventata più grande e mi ha spinto a trasformarla anche in un arricchimento sociale a favore dei tantissimi tifosi del posto, soprattutto bambini. Ho costituito con alcuni amici, il primo Milan Club della zona, con lo scopo di organizzare la vita stessa di tanti, grandi e piccoli, che non trovavano un luogo dove trascorrere in serenità i pomeriggi e le giornate festive. Era nel 1992 ed il Milan Club La Louvière ha

trovato la giusta sede giusta nel mio albergo, diventato presto giusto rifugio per tanti connazionali e gente del luogo”. - Insomma, hai fatto quasi da missionario in terra straniera per tanti italiani? “Per me è stata come una vera e propria missione visto il grande risultato ottenuto. In poco tempo, dopo il riconoscimento ufficiale da parte dell’AIMC di Milano, ho intrapreso una miriade di attività a scopo ricreativo ed educativo che la Società,

nella persona del presidente Berlusconi, mi ha nominato responsabile dei Milan Club che, in seguito, sono sorti numerosi nei paesi Bassi. Ogni anno, sempre con l’incarico dell’AIMC, organizzo il raduno nazionale di tutti i ragazzi, sono più di duecento, in una grande festa caratterizzata da mini tornei tra le varie categorie degli iscritti, sempre con il supporto logistico e tecnico della Società, che ogni anno invia dei preparatori e tecnici che ci danno una mano per la buona riuscita

vamo un disastro del genere, ma speriamo, come sempre, di migliorare. Ora c’è da onorare anche la memoria di Cesare Maldini che mi pregio di aver avuto come amico e alla cui famiglia vorrei far giungere le più vive condoglianze tramite Stadio5. Per i giocatori la stima rimane immutata, ma è necessario che l’amico Berlusconi si dia una bella mossa”. Che dire di questi tifosi. Ne abbiamo parlato tante volte e non ci resta che additarli, anche questa volta, come esempio limpido di tifo e di passione, proprio quello di cui il Diavolo ha bisogno.


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Ospiti

Giovanni Labanca

O

ra chiamatela come volete e sbizzarritevi pure con i nomi più fantasiosi, compreso quello odioso (ci perdonino gli Agnelli) di Rubentus. Vecchia Signora, Madama del Calcio, la Gran Signora, la Mitica, fate voi, perchè avete tempo fino a stasera tardi, quan-

S

econdo accreditati rumor di spogliatoio Mario Balotelli dovrebbe partite titolare contro la Juventus. Un’opportunità da sfruttare ma che in ogni caso difficilmente modificherà la delusione dei tifosi nei confronti di un giocatore dalle potenzialità indiscutibili ma che non riesce a proiettarsi nell’olimpo dei campioni affermati. Proprio nella stagione in cui il comportamento del giocatore fuori dal campo è stato assolutamente corretto nel rispetto di tutte le regole le prestazioni sportive sono state le più sofferte. Ma a parte

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Madama pigliatutto do, battuto il Milan come si prevede, bisognerà subito inventarsi un nomignolo che non sia Zebra o altro grazioso animale. Mettiamola come la vogliamo, chiamiamola ancora Juventus, manco Juve, e guardiamo alle sue gesta. Qualche mese fa, titolammo che “Verdi può attendere?”, nel senso che, date le pessime condizioni di classifica, tutti i rumors e gli allibratori davano il cavallino a strisce bianconere, fuori da ogni competizione e relegata, una volta tanto, nelle pagine interne dei giornali. Avete visto cosa è successo? Avete capito o no che, ogni tanto, anche i giganti si possono anche riposare sotto una

quercia secolare della Madonna della Pietà di Terranova di Pollino e guardare gli altri che fanno? Le messe da requiem erano state prenotate, ma su quei spartiti non è stato scritto nemmeno la chiave iniziale di Sol. Ora, dopo tutto quello che abbiamo visto ed ammirato con una rimonta da capogiro, da campioni, la suddetta bella torinese, (della sponda destra o sinistra del Po?) si ritrova ancora una volta in testa, a guardare, dal suo Monviso, la desolante pianura padana ed anche quella più verdeggiante delle terra di Partenope. San Siro è sempre stato campo di epici scontri, a proposito un pensiero

grato e affettuoso rivolgiamolo a Cesare Maldini che in buona compagnia, purtroppo, seguirà questo ennesimo derby dall’alto, e anche stasera sarà sinonimo di Scala del Calcio,non certamente per merito dello sgangherato Diavolo, che non sa più in quale parte del corpo lo possono ferire. Salvo miracoli. è vittima designata, senza scampo, Ne sono tutti consapevoli. Allegri, il più interessato alla giocata, ci va, come sempre con i piedi di piombo”. Abbiamo fatto una rimonta d’altri tempi. Peccato per la brutta eliminazione dalla Champions di cui sentiamo il dovere di chiedere scusa ai nostri

tifosi. Abbiamo ritrovata la forza e la continuità che erano soliti attributi che ci portavano al risultato. Il Milan lo vedo male e me ne dispiace, come pure vi dico che è pur sempre capace di una delle sue imprese, che, onestamente però, vedo difficile da concretizzarsi, dati i tempi che corrono. Ci siamo allontanati dal Napoli che, secondo me, avrà tante difficoltà a ritrovare il piglio di prima. Buon per noi che già possiamo pensare ad un altro scudetto”. “Io sarei più cauto, ci dice, il Gigione portierone dei record. Abbiamo ancora partite importanti,ma onestamente ci sentiamo superiori a tutte le al-

tre, anche se mi fa paura la fresca Roma, orfana troppo presto di Totti, che mantiene il nostro stesso passo. Fino alla fine lotteremo, come è nel nostro stile e nella nostra storia”. Già, la storia. Proprio quella che scrivono i vincitori sul campo e non gli storici sui libri quando e come gli fa comodo. Sul carro alato di Nike, ora, si è accomodata comodamente la Vecchia Signora, che spera in un traghettamento agevole verso mete più alte,verso altri scudetti da ricordare. Fiat e non se ne parli più, ameno per quest’anno. Avete pensato, nel frattempo, al nuovo nome? Fatecelo sapere in Redazione.

Per Balotelli troppe regole l’infortunio il punto sta proprio qui: modificare radicalmente un uomo, sradicando completamente le sue abitudini rischia di renderlo non naturale e fargli perdere quella spontaneità nei gesti e nel suo lavoro. La cura Mihajlovic forse non è stata troppo efficace: meglio qualche multa in più ma anche tanti gol nelle reti degli avversari. A volte usare troppo il pugno di ferro, comprimere una personalità stravagante sui monotoni binari della routine non serve

per far esplodere un talento. Mario ora è preciso, puntuale, mai fuori dagli schemi, ma per uno che è sempre andato oltre gli schemi significa soffocare il proprio istinto. Non vogliamo il Balotelli dei petardi o degli eccessi di velocità ma rivogliamo la sua fantasia in campo, le sue giocate imprevedibili, i suoi potenti scatti che sono nel suo dna calcistico come anche l’insofferenza per le troppe regole. D’altra parte anche Cassano ha dato il meglio di se in

squadre dove poteva andare oltre gli schemi nel rispetto del gruppo come a Genova o prima ancora a Roma, mentre a Madrid imbrigliato dalla cura Capello, dall’invadenza dei media e dalla città ha miseramente fallito.

La Juve a San Siro per lo sprint finale G

ran galà del calcio, questa sera al Meazza, con la sfida Milan- Juventus, che rispolvera fantastici sogni nel ricordo di Cesare Maldini. Se la Vecchia Signora batte il Diavolo, il campionato può ritenersi chiuso, anche perchè sarebbe la ventiduesima vittoria in ventitre giornate ad emettere il verdetto di supremazia degli attuali campioni d’Italia. Il Milan, però, non ci sta e dal momento che un altro passo falso di Bacca e compagni confermerebbe una stagione decisamente negativa, a parte la piccola soddisfazione della

finale di Coppa Italia contro la Juventus, tra l’altro, arrivata con scontri per nulla eccezionali con Crotone ed Alessandria. Il Napoli, che scenderà in campo domani pomeriggio al San Paolo contro il Verona, saprà già il risultato del match di San Siro. Sarli, tra l’altro squalificato, trarrà le conclusioni, senza perdere d’occhio la gara di dopodomani dell’Olimpico tra Roma e Bologna, con l’undici di Donadoni con il dente avvelenato per la sconfitta casalinga rimediata con il Verona, capace con un colpo di coda di riaprire il

campionato per quanto concerne la lotta per la retrocessione, che ha visto Palermo, Frosinone e Carpi perdere pesantemente Chievo, Genoa e Sassuolo. In effetti, se il Verona dovesse compiere un altro miracolo come quello di Bologna, si porterebbe a quota 25, sperando in un altro passo falso dei diretti concorrenti, Frosinone, che oggi alle 15 affronterà l’Inter, mentre Carpi e Palermo se la dovranno vedere rispettivamente con Chievo al Bentegodi alla Favorita con la Lazio, guidata da Simone Inzaghi, subentrato a Pioli, dopo l’1-4 con la Roma.

Da seguire con attenzione anche la trasferta della Fiorentina ad Empoli, nel derby toscano, mentre sicuramente non sono da perdere le sfide di Marassi e dell’Olimpico con la Sampdoria che riceverà la lanciatissima Udinese, reduce dal 3-1 con il Napoli e dall’Atalanta, che affronta la squadra di Ventura, con il biglietto da visita del successo con il Milan. Anche il Toro,però, non scherza, visto che arriva dal colpaccio di San Siro con l’Inter, firmato da Belotti su calcio di Rigore, a dieci minuti dal termine.


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Grazie Napoli, è stato bello crederci

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turni di squalifica, il Pipita salterà tra l’altro le sfide con Inter e Roma, servendo ai piemontesi non colorati su un piatto d’oro quell’ultimo brandello di speranza e di onestà che il calcio italiano non riesce più a trovare dai tempi della triade bianconera. “Gonzalo mi ha detto che ieri abbiamo capito quanto sia stato difficile per Diego vincere a Na-

poli. E’ quasi impossibile tenere testa a certi avversari in Italia. Ci siamo resi conto di quanto sia stato grande ciò che ha fatto Maradona” (Nicola Higuain, fratello del Pipita). In fondo va bene così, anzi è meglio sia andata così, per via della corsa forsennata per raggiungere la Juventus, abbiamo perso di vista quello che ci ha contraddistinto per tre quarti di stagione, cioè la bellezza del gioco del calcio, quello che chiamano gioco corale e che abbiamo espresso per lunghissimi tratti della stagione,

sembravamo a tratti il Barcellona di Guardiola per come eravamo belli e per come eravamo perfetti in campo, chi di voi ha dimenticato Milan-Napoli a San Siro? E Napoli-Lazio di questo campionato? Abbiamo donato gioia e gol in giro per lo stivale e oltre, un gioco pari a quello di Vinicio, ho detto pari, non vi allarmate voi della vecchia guardia partenopea; abbiamo gioito di un cannoniere unico, argentino

come il Pibe de Oro, gol e assist a raffica, un fenomeno in maglia azzurra, un dono meraviglioso da vedere per chi ama il pallone oltre al tifo. Una corsa forsennata per raggiungere i piemontesi che ci ha cambiato in peggio, stravolti, siamo diventati nervosi, brutti da vedere, lamentosi per ogni cosa, per le differenze di orari fissati per disputare le varie gare, per gli arbitraggi, per il terreno di gioco, tutto questo ha chiaramente dimostrato che non siamo pronti per la pressione da sopportare in casi del

genere, tanto è vero che tutto ciò ci ha reso anche antipatici talvolta, insomma tutto il contrario di quello che avevamo espresso fino a febbraio di questo 2016, tutto il contrario di quello che dobbiamo rappresentare. Ci siamo comportati come una brutta copia del DS Marotta di Monaco di Baviera dopo la sconfitta subita dei non colorati a opera della squadra tedesca, sembravamo la Juventus di Bonucci e Chielli-

ni. Noi non siamo la Juventus e spero di non diventare mai una cosa del genere, prevalere a tutti i costi, senza il pudore di taroccare (moggiopoli, passaportopoli, calciopoli) pur di vincere, trionfare senza onore, appoggiati dal Palazzo, pur di aggiudicarsi un titolo fosse pure immeritato, imporsi senza valore ma solo grazie al potere, non è certo un problema per chi ha fatto dell’abuso la sua strada, sociale, storica, morale, ma noi no, noi non possiamo essere così, stravolgerebbe il nostro modo di essere, di vive-

re, sarebbe deformare le nostre anime, la nostra storia secolare fatta di altro e non certo di sopr usi. Noi siamo altro, siamo Diego Armando Maradona, siamo Gerardo Gonzalo Higuin, siamo Antonio Careca, siamo Ruud Krol, siamo Antonio Juliano, siamo Luis Vinicio. Noi siamo il Calcio. Va bene così, anche se l’ambiente, come è normale, sia depresso, arrabbiato, così come si è sentito Gonzalo Higuain a Udine, che subisce un fallo e paga lui pegno, viene cacciato, per calare definitivamente il sipario su questo ennesimo campionato farsa. Espellere Gonzalo è parsa ai più, come una liberazione da parte del calcio italiano, cosa ci fa questo Gigante in questo mondo fatto da mezzi uomini? Pipita merita solo tributi, feste, canti. Higuain è una divinità che

si scopre tremendamente fragile, che si ribella all’ingiusto. Ora che il suo tallone è in bella vista, gli sciacalli hanno già pronte le proprie frecce per stenderlo. D’altronde, nessuno ha trovato altro modo per arrestare la sua corsa. Questo è il calcio degli illeciti e dei corrotti, il calcio mediocre degli opinionisti tanto al chilo dei Massimo Mauro, dei Gianluca Vialli, questo è il calcio dei banditori dell’aria fritta alla Bargiggia, il calcio dei Mughini vera parodia di Vladimiro Caminiti, questo è il calcio che si è reso ridicolo a Monaco di Baviera e all’ultimo mondiale in Brasile, questo è il calcio italiano attuale. Cosa ci fa uno come lui in mezzo a questo guazzabuglio? Personalmente gli auguro di andare via al più presto, non godremo più delle sue reti, delle

sue perle balistiche come tifosi del Napoli ma sinceramente sarebbe non volergli bene aspirare a tenerlo legato ancora qui, nelle mani di un Irrati qualunque. Un solo rammarico, il forzato addio che il Pipita dovrà dare alla corsa per la “Scarpa D’oro”. Ovunque andrai caro Pipita sarai sempre nel cuore di chi come me ama il calcio, quello vero, senza alchimie, senza gli appoggi di Palazzo, siamo quelli e siamo tanti, che credono ancora che il calcio sia appunto ancora un gioco. La risposta di Napoli e dei tifosi della squadra della Capitale delle Due Sicilie, deve essere una soltanto, domenica contro il Verona stadio pieno e bandiere azzurre e gigliate al vento. Non ci avrete mai come volete voi. A nuje nun c’accide nisciuno.


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Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro Raimondi

IL DERBY DELLA MADONNINA

pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00

smo calcistico, l’esaltazione della

to casciavit (Fratelli Frilli Editori,

isbn 978-88-6218-242-3

dialettica, della libertà. Questo

2008). Nel 2013, ha curato il Dia-

libro rappresenta un sincero, ap-

rio della mia guerra (Segni e Pa-

ell’ottobre del 1908, cu-

passionato atto d’amore nei suoi

role), scritto da suo padre Paolo,

riosamente a Chiasso, si

confronti.

e nel 2014 ha partecipato all’an-

disputava il primo Inter-Milan,

Alberto Figliolia è giornali-

tologia 33 Racconti rock (QuiE-

la sfida che sarebbe diventata il

sta pubblicista. Collabora con

dit). Il suo sito è www.davideg.it,

derby italiano per eccellenza, il

il «Gazetin», periodico indi-

il blog www.fuorigiocoblog.com.

più giocato, il più prestigioso. Il

pendente di cronaca civile, e

Mauro Raimondi, milanese, ha

derby della Madonnina ne ce-

«tellusfolio», rivista telematica

esordito nel 2003 con Invasione

lebra la storia ripercorrendo in

“glocal”. Allenatore di basket, ha

di campo. Una vita in rossonero

sessantuno storie la sua gloriosa

provato a coniugare la passione

(Limina), partecipando all’an-

epopea attraverso partite famose

dell’insegnamento con i concetti

tologia

e incontri che pochi conoscono.

di agonismo, democrazia e soli-

(Limina, 2003). Insegnante di

Un lungo, intenso e vivace rac-

darietà. Collabora con Silvana

Storia di Milano, ha curato la

conto, ricchissimo di aneddoti,

Ceruti alla conduzione del Labo-

biografia del poeta Franco Loi in

interviste, personaggi: dai fratelli

ratorio di Scrittura creativa nella

Da bambino il cielo (Garzanti,

Cevenini all’immenso Meazza

Casa di Reclusione di Milano-

2010). Della sua città ha raccon-

che segnò con entrambe le ma-

Opera. Ha scritto numerosi libri

tato il cinema in Milano Films

glie, dai fuoriclasse come Nyers

navigando fra poesia e sport.

1896/2009 (Frilli, 2009, coautore

e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola,

Condivide con Çlirim Muça la

M. Palazzini), le testimonianze

Matthaeus e van Basten, Ibra e

vocazione alla divulgazione del-

dei viaggiatori stranieri in Dal

Kaká, a giocatori magari meno

lo haiku e crede con fermezza nel

tetto del Duomo (Touring Club,

celebri ma che un’impronta, nel-

martello libertario e gandhiano

2007) e i libri in CentoMilano

la stracittadina, l’hanno lasciata:

della poesia.

(Frilli, 2006). I tre autori hanno

Smerzi, Bonizzoni, Cappellini,

Davide Grassi, giornalista pub-

pubblicato insieme Centonovan-

Belli, De Vecchi, Minaudo e tan-

blicista, ha collaborato con diver-

tesimi (Sep, 2005), Eravamo in

ti altri. Calcio, dunque, ma non

si quotidiani nazionali – tra cui il

centomila (Frilli, 2008) e Portieri

solo. Poesia, musica, fatti di cro-

«Corriere della Sera» – prima di

d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010,

naca si inseriscono spesso e vo-

approdare agli uffici stampa. Ha

Figliolia e Grassi hanno inol-

lentieri nei racconti, al pari delle

pubblicato Inter? No, grazie! (Li-

tre scritto La sua Africa. Storia

vicende di una città fortunata

mina, 2002), Rossoneri comun-

di Samuel Eto’o (Limina), e nel

a possedere il derby. Perché la

que (Limina, 2003) – antologia

2012 Grassi e Raimondi hanno

stracittadina, oltre a essere emo-

curata con Andrea Scanzi –, La

pubblicato Milano è rossonera

zione allo stato puro, è anche de-

palla è rotonda? (Limina, 2003),

(Bradipolibri).

mocrazia: una sorta di bipolari-

Rossoneri. Il manuale del perfet-

N

Rossoneri

comunque


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Helirunner ed “Associazione Andrea Valentini, un aiuto ai bambini”, con il patrocinio del Comune di Samarate organizzano la 2^ edizione della

Gara podistica a staffetta all’americana non competitiva

Ore 9.00 Ritrovo c/o Parco Primerano Cascina Costa di Samarate (VA),a fianco Museo Agusta.

Ore 10.00 Baby Run dedicato ai bambini da zero a 4 anni, 100 metri Ore 10.15 Mini Run dedicato ai bambini dai 5 anni in su, 400 metri Ore 10.30 Gara podistica a staffetta all’americana non competitiva 3 componenti per squadra, percorso ad anello di circa 1500 metri, 1 ora di gara cronometraggio con chip

Info e Iscrizioni: HelirunnerRelayRun@yahoo.it

Per rimanere informati, pagina facebook dell’evento 2^ Helirunner Relay Run

Il ricavato della manifestazione dello scorso anno, in accordo con la “Associazione Andrea Valentini, un aiuto ai bambini”, è stato devoluto per realizzare una camera nella Pediatria dell’Ospedale di Novara. Perseguendo le stesse finalità, il progetto di quest’anno si realizzerà presso il reparto di Pediatria dell’Ospedale di Gallarate.


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finestra sul mondo e dintorni Attualità

Giovanni Labanca

P

rovate a chiedere in giro cosa ci sarà domenica prossima 17 aprile in Italia: il 90% vi risponderà che si giocherà la grande partita Inter Napoli a San Siro. Qualcuno, ma proprio qualcuno, potrebbe aggiungere che si voterà anche per i referendum sulle trivelle. Quanti guai stanno portando ste trivelle, in mare e soprattutto nel golfo mistico del Parlamento italiano che, più degli altri, naviga in acque talmente stinte, da dare la netta sensazione che i partiti componenti ne sappiano o ne vogliano sapere talmente poco, a punto tale che i nostri politici nascondano qualcosa di importante agli italiani. Facciamo luce. Questo referendum è uno dei pochi, se non il primo, che viene formalmente chiesto ed organizzato non con la solita raccolta firme, ma dalle Regioni:Basilicata, Calabria, Campania, Lazio, Liguria,

17 aprile, trivelle contro Lombardia, Marche, Molise, Puglia e Sardegna. Si chiede se abolire l’articolo 17 del decreto legge 152, del 3 aprile 2006, con cui venivano concesse licenze di trivellazioni marine entro 12 miglia dalle coste, fino ad esaurimento del giacimento in atto, in pratica per un tempo quantificabile con esattezza. Con il referendum si chiede, invece, di limitare le trivellazioni SOLO fino alla scadenza del contratto siglato, in modo tale da sapere con sicurezza fino a quando il fondale del nostro mare blu dovrà essere pertugiato senza misericordia. Le concessioni sono in totale 12 ed interessano soprattutto le nove regioni baciate dal mare. I comitati che se la “battano” sono due, “NOTRIV” e “ Ottimisti e razionali” che fanno capo al comunista Borghini, che vanta pure una fugace apparizione a Palazzo Marino, come sindaco di Milano. La chiamata alle “armi” interessa 8.000 comuni, con 61.576 sezioni, dove dovrebbero recarsi “per diritto” ben 47.212.590 volenterosi elettori, tra cui 22.700.892 maschi e 24.511.688 femmine. La data scelta, il bel tempo primaverile e la cattiva abitudine fanno pensare che il quorum della metà più uno degli aventi dirit-

to al voto sarà un miraggio, un pio desiderio. In questa bagarre politica volano gli stracci,in questi giorni, tra i partiti di maggioranza PD, in quasi tutte le Regioni e gli altri. Il PD, fulgido esempio di cristallina democrazia alla Stalin, lascia alle sue pecorelle “libertà di coscienza“ e, sotto sotto, sug-

tazioni. Vedremo chi la spunterà alla fine. L’impressione che corre veloce in questi giorni è quella secondo la quale il referendum non sarebbe figlio di nessuno, senza paternità, ma concepito da un extracomunitario alieno intrufolatosi nella nostra vita politica. Insomma, è proprio un corpo estraneo

Rosaria Vicino, che, forse figlia segreta della dinastia dei Borgia, usava la sua carica come un familiare ufficio di collocamento. Oh Dio, non ci sarebbe niente di male che rivendicasse a piè sospinto, posti per i suoi paesani, a cui erano stati promessi durante le elezioni e prima ancora che la Total e l’Eni avessero cominciato a trivellare quei bei campi ubertosi e forti dei profumi di frutti unici, ora spariti, cancellati dal fumo. Dicevamo del sindaco. Quello che ha stupito tutti sono stati i metodi spiccioli con cui chiedeva alla Total i posti più disparati, per gente di qualsiasi

Il referendum di Ulisse gerisce un bel bagnetto fuori stagione o comunque una bella gitarella fuori porta. Gli iscritti, i ribelli dei tesserati si sono adirati non poco,tanto da far aumentare ancora di più la confusione che da tempo avvolge via del Nazareno. Insomma, per non farvi perdere tanto tempo,il principale partito che governa nove regioni marinare ha detto “no”, non come l’uomo del Monte, come si aspettavano i compagni. Il PD, in poche parole, vuole che si voti un bel NO, dimostrando le sue ragioni, allo stesso modo in cui gli avversari del SI spiegano le loro giuste rivendicazioni,correlate da mille convincenti argomen-

che dà solo prurito e fastidio. Intanto, come fuoco covato sotto la cenere, si infiamma lo scandalo del petrolio, in Basilicata dove, more solito, vengono fuori le solite idiozie degli uomini di potere, di troppo potere. Le indagini stanno facendo il loro corso, come si dice in queste occasioni, dove, ma guarda un po’, tutti gli inquisiti per fatti anche gravi, ribadiscono di avere massima fiducia nella magistratura, salvo poi cambiare idea, in caso di condanne. Noi tralasciamo volutamente questo filone in progress, ma non possiamo non fare un cenno sulla Papessa di Corleto Perticara, la sindaco

estrazione sociale e non sempre delle categorie richieste. Doveva dare il posto e basta, altrimenti, in caso contrario, nessuna “carta” ( come si chiamano i documenti nel nostro meridione) sarebbe uscito dal suo maniero. E così avveniva, perchè alla Total, a conti fatti conveniva. I giudici stanno scavando nei suoi appunti e poi ci diranno se ci sia stato illecito o se l’ufficio di collocamento personale fosse regolare. Vedremo, come dedicheremo anche un ampio servizio sul modo con cui i sindaci del Texas abbiamo speso i milioni di royalty, piovuti copiosi nelle casse dei loro comuni, fatte ingrandire

L’ISIS alle corde C

ontinua l’offensiva su terra dell’esercito siriano di Assad contro l’ISIS, che arretra, rifugiandosi in sacche che potrebbero essere fatali in prospettive future. I siriani aiutati dai Russi che martellano con raid aerei il Califfato ed i ribelli schierati contro la tregua in atto oramai da due settimane. Assad è entrato in Palmira, dove le devastazioni dell’ISIS, fortuna vuole, sono

state contenute. Le file dell’ISIS si sono ridotte parecchio, ma l’occidente non può stare sicuramente tranquillo fino a che i terroristi non saranno sterminati definitivamente. Nell’ISIS sono molto le diserzioni, con i guerriglieri che fuggono verso il nord, dove ad attenderli ci sono le truppe turche e molti pasdaran iraniani, schierati in prima linea dopo gli accordi con l’ONU.

per l’occasione. Hanno creato sviluppo collaterale, hanno dato il via a processi produttivi atti a fermare le migrazioni di giovani verso altre fortune, hanno fatto da volano alla crescita delle loro comunità o sono serviti solo a foraggiare feste e festini, sagre e sagrette che, specialmente d’estate proliferano come mosche? Daremo anche una buona occhiata ai metodi di spartizioni dei milioni in tutta la Basilicata. Ora, non ci resta che fare una sola cosa: invitare tutti ad andare a votare, per il SI o per il NO, per raggiungere almeno il quorum che significherebbe la rivincita

Media russi riferiscono, però, di un recente attacco chimico dell’ISIS contro l’aeroporto militare di Dayr Az Zor, nella Siria orientale, assediato dai jihadisti, ma in mano governativa. Intanto, il leader di una frazione di Al qaida, in Siria Abu Firas Al Suri è stato ucciso in un attacco delle forze aeree USA effettuato nella provincia di Idlib. In fuga parecchi combattenti

ISIS. Nel frattempo Salah, il terrorista di Parigi, ha accettato di essere estradato in Francia, dove verrà interrogato e processato. E mentre l’ISIS arretra, viene alla luce un nuovo scandolo internazionale legato all’esportazione di danaro nei paradisi fiscali. Da una inchiesta giornalistica a Panama, sono venuti alla luce parecchi big di tutto il mondo, cominciando da pre-

sidente russo Putin, calciatore Messi, Platini, Ian Marie Le Pen, Montezemolo, il leader cinese Xi Pjing, l’ucraino Poroschenko, il presidente siriano Assad, Camerom, l’ex pilota Trulli e, addirittura, l’ex presidente egiziano Mubarak e Gheddafi, quest’ultimo, tra l’altro, ucciso quattro anni fa, nelle primavere arabe e oltre ottocento imprenditori italiani. Si chiama Scandalo Pana-

della democrazia e sperare che, in caso di vittoria del SI, l’esito del referendum fosse reso immediatamente applicativo, al contrario di quanto fatto per altri referendum, come, per esempio, quello sul finanziamento pubblico dei partiti. Se ci sono gli stessi timori, avremmo sprecato tempo, denaro ed affossata la volontà del popolo sovrano. Stadio5, amante della democrazia vera, si augura, per il buon nome della nostra Italia ancora bella, che non venga sciupata questa bella prova di libertà, in modo tale che quello di domenica prossima non diventi, realmente, il Referendum di Ulisse.

buco NERO

Luigi Sada ma Pepers, inchiesta partita un anno fa, per l’Italia il giornale è l’Espresso. Pronta la risposta di Putin: “è un attacco della CIA”.


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Ustica

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L’indignazione di Martinelli

I

l regista Renzo Martinelli indaga sulla drammatica strage del 27 giugno 1980 nel film inchiesta “Ustica”, nelle sale dal 31 marzo. La tragica vicenda del 1980 in cui persero la vita ben 81 persone è rimasto irrisolto: molte sono

state negli anni le ipotesi, ma ad oggi l’inchiesta è caduta nel dimenticatoio ed i parenti delle vittime insieme a tutta l’Italia aspettano ancora una risposta. Un DC9 appartenente alla compagnia aerea ITAVIA scompare dagli schermi radar senza lascia-

re nessun segnale d’emergenza e si schianta tra le isole di Ponza e quella di Ustica. Su quell’aereo civile hanno perso la vita 81 persone, tra cui la giovanissima figlia della giornalista siciliana Roberta Bellodi (Caterina Murino). Roberta insieme al deputato del Parlamento italiano Corrado di Acquaformosa (Marco Leonardi), cercherà di far luce sulla verità tra depistaggi, scomparse di prove e morti “accidentali”. Le ipotesi ufficiali e più accreditate sulla strage di Ustica sono state: cedimento strutturale dell’aereo, una bomba a bordo, un missile. Nessuna di queste ipotesi è stata sino ad oggi provata. Dopo 4 anni trascorsi a studiare ed analizzare perizie e documenti, ed insieme a due ingegneri aeronautici, il regista Martinelli

ha avanzato una quarta ipotesi. Sicuramente convincente, anche se poco credibile, l’ipotesi di Martinelli mira soprattutto a riaccendere i riflettori sulla strage di “Ustica”, sui vari depistaggi che si sono susseguiti negli anni, sulle verità celate. Ad una attenta ricostruzione scenografica, che vede dettagliate scene di volo realizzate con movimenti aerei veri su paesaggi reali e l’inserimento di caccia da combattimento in 3D, corrisponde una sceneggiatura lacunosa. Lo sviluppo narrativo, infatti, risulta zoppicante

“C

’era una volta Biancaneve” e la famosa e classica storia dei fratelli Grimm tanto amata dai più piccoli. Poi c’è stata “Biancaneve e il cacciatore”, la rivisitazione fantasy diretta da Rupert Sanders con Kristen Stewart (“Twilight”). Adesso è il turno del prequelsequel “Il Cacciatore e la Regina di ghiaccio” diretto da Cedric Nicolas Troyan. Il film racconta la storia di due sorelle amorevoli: la perfida Ravenna, la regina cattiva interpretata dall’affascinante Charlize Theron, e la dolce Freya (Emily Blunt). In seguito ad un drammatico evento la fragile Freya scopre i suoi poteri di ghiaccio e decide di fondare un suo regno al Nord, nel quale costruirà una civiltà basata su bambini-soldato (i cacciatori) e sul rinnegamento totale dell’amore. Ma proprio tra due cacciatori, Eric e Sara (Hemsworth e Chastain), scoppierà l’amore e nonostante le mille difficoltà che

ed il ritmo poco avvincente. I personaggi sono poco caratterizzati ed i dialoghi lenti. Le stesse interpretazioni dei personaggi lasciano molti dubbi e perplessità. Il regista comunque regala un affresco politico e sociale molto reale e crudo: nel Bel Paese è la ragion di Stato a scrivere la storia. Infatti per ragioni politiche, per dettami di alleanze e strategie, vengono sacrificate persone innocenti sotto la dicitura di “Segreti di Stato”. Inoltre il regista critica fortemente l’Italia per essere, a distanza dei secoli, quella

Cinema

Anastasia Mazzia dovranno affrontare assicureranno l’happy ending tipico delle fiabe. “Il cacciatore e la Regina di ghiaccio” risulta così omaggiare e richiamare molte pellicole famose: da “Frozen” a “La bussola d’oro” alla saga de “Il Signore degli Anelli”. Ad un’ottima bellissima fotografia ed un’attenta cura di vestiti e trucchi corrisponde

dei “giri di valzer”, come la definì il cancelliere tedesco Von Bülow alla fine dell’800: negli anni ’80 il paese vantava una “moglie americana da cui prender ordini, ed un’amante libica con cui di segreto intrecciava accordi”. “Ustica” è sicuramente un importante film-inchiesta, ben confezionato, che vuole cercare la verità e riaccendere il dibattito sulla terribile strage del 1980. Il regista Martinelli riesce a regalarci quei film-inchiesta che tanto vanto hanno portato al nostro Paese!

una regia ed una sceneggiatura abbastanza anonime. Il solito messaggio buonista de “L’amore vince sempre su tutto”, poi, risulta ridondante e fiacco! Anche la solita messa in scena di “pellicola femminista e tutta al femminile” risulta ridicola. Le regine cattive in realtà sono solo femminucce piagnucolanti in cerca di amore, mentre la vera protagonista, a dispetto del titolo, è la cacciatrice, Jessica Chastain, amante passionale e guerriera temibile. Il resto del cast, nonostante vanti nomi famosi, cerca di barcamenarsi tra battute scontate e gag grottesche. Il regista Cedric Nicolas Troyan confeziona così un blockbuster che cerca di fare l’occhiolino agli adolescenti, infarcendo la storia di romanticismo ed allo stesso tempo di epiche avventure, concentrandosi su sfavillanti scenografie e sacrificando però non solo l’incipit ma tutto lo sviluppo narrativo. “Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio” è un film mediocre che lascia poco nello spettatore se non l’apprezzamento per i bellissimi trucchi ed i magnifici abiti delle protagoniste.

Il Cacciatore e la Regina di Ghiaccio Il deludente prequel


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17 “Tutto Quello Che Ho” è il nuovo singolo di Mr. Rain, rapper e beatmaker di Desenzano del Garda, al suo secondo brano con Italo, etichetta discografica indipendente distribuita dalla Media Records di Gianfranco Bortolotti destinata a individuare i nuovi talenti nazionali del linguaggio urban. Mattia Balardi aka Mr. Rain (classe 1991) inizia a scrivere i suoi primi pezzi nel 2009; nel 2011 ha realizzato il suo primo mixtape, nel 2013 ha partecipato al talent televisivo X-Factor, che ha abbandonato subito dopo essere stato ripescato per l’entrata in diretta. Nel 2015 ha autoprodotto il suo primo album “Memories”, composto da sedici tracce tutte rigorosamente autobiografiche. Mr. Rain si è esibito in diversi opening act in concerti di artisti top quali Fabri Fibra, Fedez, Emis Killa. Con “Carillon”, suo disco d’esordio su Italo, ha raggiunto oltre 1.500.000

Riecco Mr. Rain, rapper e beatmaker “Tutto Quello Che Ho” è uno sfogo personale che guarda verso il futuro con modalità propositive, un messaggio per chi non perde la speranza di poter cambiare le cose, anche e soprattutto quando sembra troppo tardi

Musica

Riccardo Sada visualizzazioni su Youtube. Entro l’estate sarà presentato il suo nuovo singolo, entro dopo l’estate sarà il momento del suo primo album, per il quale si prospettano già sin d’ora collaborazioni di livello. HYPERLINK “http://www.gfb. guru/artists/mr-rain/”www.gfb. guru/artists/mr-rain/ HYPERLINK “http://www.Mrrain.it/”www.Mrrain.it


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Musica Riccardo Sada

DIYNAMIC SHOWCASE: EVENTO CLOU DEL DESIGN WEEK FESTIVAL

T

ra gli eventi clou della undicesima edizione del Design Week Festival, quello di venerdì 15 aprile al Fabrique di Milano, si preannuncia come la notte di entertainment più lunga, con la celebrazione dell’etichetta Diynamic e il suo speciale showcase. Fondata nel 2006 da Solomun (nella foto) e da Adriano Trolio, la tedesca Diynamic è diventata in poco tempo una delle label di musica elettronica più rispettate al mondo: merito delle sue produzioni, del suo party Solomun+1 al Pacha di Ibiza e dei Dynamic Festival di Amsterdam, Berlino, Buenos Aires e Tel Aviv. Lo showcase di venerdì 15 arriva a Milano subito dopo i grandi festeggiamenti per il decennale dell’etichetta, che sabato 9 e domenica 10 aprile domineranno Berlino. La musica di Solomun è unica al mondo: sinuosa, elegante e soprattutto ipnotica. Un dj che come pochi altri nella storia ha saputo rifondare e personalizzare il concetto di House Music, merito anche di uno stile in consolle che non è azzardato definire felino: dai festival alle serate da club, per Solomun le consolle non hanno né mai limiti né segreti. Il video della sua Boiler Room di inizio 2015 è il più visto di tutti i tempi, con oltre 8 milioni di visualizzazioni. Johannes Brecht si presenta al Fabrique con il suo live, forte della sua formazione da musicista classico, che per

fortunate congiunzioni astrali lo hanno fatto approdare all’elettronica. Il virtuosismo è nel suo dna, basti pensare ai suoi arrangiamenti strumentali per diversi album, quelli per Sony Classical su tutti. I pisani Undercatt fanno parte della famiglia Diynamic da un paio di stagioni, il tempo di

raggiungere la maturità scolastica, mentre quella musicale era evidentemente già ben definita. Ad Andrea Rango (Signal Hills), responsabile della programmazione musicale di m2o, il compito di portare il warm up alla giusta temperatura, con un djset che varia dal nu-jazz alla techno.

Venerdì 15 aprile 2016 (dalle ore 23) DWF11 e BECK’S presentano DIYNAMIC SHOWCASE ft. SOLOMUN, JOHANNES BRECHT live, UNDERCATT + Andrea Rango (Signal Hills) In partnership with m2o / LG / IED An event by ELITA / AMNESIA / DETROIT / SINCRONIE / LOUD CONTACT Fabrique Milano, via Fantoli 9 telefono 02/5063008 - www.fabriquemilano.it


sabato 9 aprile 2016 www.stadio5.it

Suoni e Sapori

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ome molte ricette tipiche della tradizione campana, anche quella dei peperoni imbottiti è stata rivisitata. Le varianti più gettonate e preparate nel resto d’Italia sono quelle con la carne macinata, il riso, ricotta e pinoli. A Napoli vengono chiamati “puparuoli mbuttunati” e ci sono due varianti: la prima con imbottitura di melanzane fritte, olive, acciughe, pane raffermo e la seconda con farcitura di vermicelli. Per quest’ultima viene utilizzata la “papacella” ovvero una varietà di peperone corta e tonda, tipica della nostra regione. Noi vi proponiamo la ricetta della prima variante. Ecco gli ingredienti per sei persone ed il procedimento. Ingredienti 6 peperoni gialli e rossi mezzo kg di melanzane olive nere di Gaeta pane raffermo a fette 3 acciughe sotto sale 1 cucchiaio colmo di capperi olio extravergine d’oliva e olio per friggere prezzemolo aglio sale pepe Procedimento Lavate i peperoni, tagliate la calotta superiore con il picciolo e lasciatela da parte. Dopo averli puliti all’interno, privandoli dei semi, grigliateli quanto basta per eliminare la pelle. Disponetevi su un piatto. Intanto tagliate le melanzane a dadini e friggetele. Tagliate a dadini il pane raffermo e soffriggetelo, aggiungendo le olive snocciolate, i capperi, le acciughe ed un po’ d’aglio. Spegnete ed aggiungete il pepe ed il prezzemolo. Dopo aver amalgamato per bene, aggiungete anche le melanzane. Con il composto

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non solo calcio

Puparuoli mbuttunati alla napoletana ottenuto imbottite l’interno di ogni peperone e disponeteli su una teglia da forno. Salate e condite con un filo d’olio extravergine d’oliva. Fate cuocere in forno per 40 minuti a 180 gradi. Si possono servire sia caldi che freddi.

Storia ed origini dei peperoni imbottiti “Verba volant, scripta manent”. Passione innata, fonte di conoscenza e di gratificazione personale, la scrittura è tutto ciò che amo di più in assoluto, in concomitanza alla letteratura, alla linguistica, all’arte in ogni sua forma, alle lingue straniere ed alla cucina. Sono convinta che il potere della scrittura sia disarmante. I pensieri prendono forma attraverso le parole improntate su carta. La parola “scrittura” mi evoca mille emozioni diverse, che spaziano dalla gioia alla pace, dallo stupore alla soddisfazione. Scrivo per imparare, per ricordare, per esprimermi, per raccontare, per informare e per sentire quel brivido di vita che solo la scrittura e poche altre cose possono dare. Come molte ricette tipiche della tradizione campana, anche quella dei peperoni imbottiti è stata rivisitata. Le varianti più gettonate e preparate nel resto d’Italia sono quelle con la carne macinata, il riso, ricotta e pinoli. A Napoli vengono chiamati “puparuoli mbuttunati” e ci sono due varianti: la prima con imbottitura di melanzane fritte, olive, acciughe, pane raffermo e la seconda con farcitura di vermicelli. Per quest’ultima viene utilizzata la “papacella” ovvero una varietà di peperone corta e tonda, tipica della nostra regione. Noi vi proponiamo la ricetta della prima variante. Ecco gli

ingredienti per sei persone ed il procedimento. Ingredienti 6 peperoni gialli e rossi mezzo kg di melanzane olive nere di Gaeta pane raffermo a fette 3 acciughe sotto sale 1 cucchiaio colmo di capperi olio extravergine d’oliva e olio

per friggere prezzemolo aglio sale pepe Procedimento Lavate i peperoni, tagliate la calotta superiore con il picciolo e lasciatela da parte. Dopo averli puliti all’interno, privandoli dei

semi, grigliateli quanto basta per eliminare la pelle. Disponetevi su un piatto. Intanto tagliate le melanzane a dadini e friggetele. Tagliate a dadini il pane raffermo e soffriggetelo, aggiungendo le olive snocciolate, i capperi, le acciughe ed un po’ d’aglio. Spegnete ed aggiungete il pepe ed il prezzemolo. Dopo aver amalga-

mato per bene, aggiungete anche le melanzane. Con il composto ottenuto imbottite l’interno di ogni peperone e disponeteli su una teglia da forno. Salate e condite con un filo d’olio extravergine d’oliva. Fate cuocere in forno per 40 minuti a 180 gradi. Si possono servire sia caldi che freddi.


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