N 15 2016 milan lazioweb

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domenica 20 marzo 2016 anno 6 numero 15

Sport

& Spettacolo

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Mil an VS L azi o

SI SALVI CHI PUĂ’


I

MILAN

a roma un’inter sprecona pensavano di passare il turno,

e compagni. La Juventus sarà

ma il gol di Muller al 90’ ha

arrabbiata per l’eliminazione

freddato tutti. Peccato perchè

dalla Champions, però anche

la squadra di Allegri avrebbe

il Torino non sarà da meno

potuto segnare il terzo gol, se

dal momento che gli brucia

non avesse sciupato un paio

ancora la sconfitta di Maras-

di occasioni clamorose. Oggi

si con il Genoa. La sfida del-

la Juve tornerà in campo nel

lo Stadium sarà seguita con

il Genoa. Potrebbe essere la

ultime due uscite i rossone-

derby della Mole ed il sotto-

molto interesse dal Napoli

svolta del campionato, se la

ri hanno deluso tantissimo

omplimenti alla Ju-

scritto dal piccolo cuore gra-

che tre ore dopo scenderà in

Juve non uscirà con il bot-

i loro tifosi, in primo luogo

ventus per la pre-

nata, farà il tifo per Immobile

campo al San Paolo contro

tino pieno, nel derby della

nella sconfitta con il Sassuolo,

stazione fornita a

Mole. Comunque, non sarà

in secondo perchè la speranza

Monaco con il Bayer. I bian-

facile neanche per il Napoli,

di agganciare l’Inter in classi-

coneri sono stati bravi nel

perchè la squadra di Gaspe-

fica è svanita sul nascere. Noi

tenere sotto pressione l’av-

rini l’ho vista ben preparata,

interisti, invece, speriamo in

versario, hanno segnato due

fisicamente e reattiva con il

un colpaccio del Frosinone

gol che avrebbero abbattuto

Torino. Ah già! Dimenticavo

con la Fiorentina, in lotta con

qualsiasi squadra sul piano

i cugini pronti ad incrociare

noi per il quarto posto.

psicologico. Ma alla fine nel

le armi con la Lazio, una La-

calcio tutto può cambiare.

zio forse con un pò di fatica

In effetti sono convinto che

nelle gambe, per l’impegno in

tutti i tifosi, anche quelli che

Europa League dell’altra sera

remano contro la Juventus,

con lo Sparta Praga. Nelle

Sandro Mazzola

C

Milan STADIO

MEAZZA

Lazio ORE 20.45 Allenatore

due turni consecutivi fuori dalle mura amiche hanno buttato definitivamente fuori il Milan dalla zona Champions League. Con Sassuolo e Chievo i rossoneri hanno gettato nelle ortiche cinque punti che alla fine peseranno un macigno. Anche la rincorsa all’Inter si è esaurita, poiché i nerazzurri hanno vinto le ultime due partite. Il posticipo di giornata vede il Milan ospitare la Lazio che tre giorni fa ha giocato contro lo Sparta Praga. Chissà se la delusione per l’eliminazione dall’Europa League ha tolto ulteriori energie nervose ai biancocelesti, che anche in campionato non se la stanno passando benissimo. Tornando al match di domenica sera, l’assenza del vituperato Montolivo ha pesato sin troppo sugli equilibri di centrocampo del Milan, che negli ultimi due turni ha avuto difficoltà enormi a tessere manovre di qualità proprio in mezzo al campo. Poli e Bertolacci non ne hanno le caratteristiche e, per giunta, la mancanza di ali veloci toglie rapidità anche nelle esecuzioni. Eterno dilemma d’inizio anno, che Mihajlovic prova a sopperire con giocatori con caratteristiche diverse per carenza di rosa. E’ solo un piccolo frammento di una squadra che ha gravi lacune soprattutto nella mediana, punto nevralgico per non subire gol e per costruirne. E’ vero che l’obiettivo precipuo dei rossoneri è la Coppa Italia, ma la finale non sarà per nulla scontata, poiché di fronte troverà la Juventus; qualsiasi giudizio in merito è superfluo. Tornando al match di oggi, è banale pretendere la vittoria per i Mihajlovic-boys, che proveranno fino alla fine di togliere l’egemonia cittadina all’Inter, che è avanti di sei punti. Un successo non deve più illudere, ma dare la consapevolezza che la stagione sta scivolando via per “atteggiamento sbagliato nel corso delle partite”, come in settimana ha precisato Mattia De Sciglio. Nessuno può sapere se Mihajlovic rimarrà la prossima stagione, di certo gli errori commessi, soprattutto, nel calciomercato, non si dovranno più fare. Progettare non significa improvvisare.

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Allenatore

2

Stefano Pioli

Sinisa Mihajlovic

(4-4-2)

Arbitro:

Abbiati Abate , Alex, Romagnoli, Antonelli; Honda, Poli, Bertolacci, Bonaventura; Menez, Bacca

Domenico Celi di Bari

(4-2-3-1)

Marchetti Braafheid, Hoedt, Mauricio, Patric; Onazi, Cataldi; Mauri, Felipe Anderson, Candreva; Matri

LAZIO


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CHAMPIONS LEAGUE SEMPRE PIÙ LONTANA

la partita

Severa Bisceglia

I

l posticipo serale ospiterà al Meazza la Lazio, poche possibilità per i rossoneri, anche se i numeri ci sono ancora tutti, di agguantare l’ambitissimo terzo posto che vale la Champions, minimo obiettivo stagionale. Una certezza in casa rossonera c’è già, anche se quella che conta meno, giocarsi l’Europa League l’anno prossimo grazie alla finale di Coppa Italia che giocherà contro la Juventus. In casa Milan

le incertezze, in questo momento, la fanno da padrona. Poche probabilità di conferma sulla panchina del Diavolo per Sinisa Mihajlovic, altrettanto poche le probabilità di vedere sul campo di San Siro, se non nella squadra ospite probabilmente, nella prossima stagione per Abbiati, Bertolacci, Calabria, De Sciglio, Honda, Menez, Niang, Poli e Zapata. Delle certezze ci sono comunque, sfrattati da Milanello Mario Balotelli, Boateng, Diego Lopez, Luiz Adriano e Mexes. Torniamo alla sfida di questa sera. La Lazio arriva a Milano con la stanchezza della sfida di Europa League contro lo Sparta Praga e quindi costretta a mandare in campo le seconde linee, in campionato è reduce dalla convincente vit-

toria conquistata tra il pubblico di casa contro l’Atalanta per 2-0. Il Milan, ancora orfano di Donnarumma, punterà su Abbiati in porta e, come se non bastasse, proverà a ricostruire il centrocampo, in infermeria anche Kucka per problemi muscolari, con un probabilissimo ritorno del capitano Riccardo Montolivo che sembra aver superato il problema al tendine di achille. La linea mediana vedrà schierata una coppia inedita: Poli-Bertolacci. Confermata la difesa titolare mentre l’onere del gol è affidata ancora al cannoniere Bacca, a digiuno da oltre un mese, servito sulle fasce dal ritrovato Honda e dalla fantasia di Giacomo Bonaventura. A tenere compagnia a Bacca più probabile l’impiego

Milan-Lazio, la sfida delle deluse

S

classifica marcatori

u questo Milan non ci sono più certezze. La sconfitta con il Sassuolo e il pareggio ultimo di Verona con il Chievo ha fatto precipitare nello sconforto anche il più fiducioso ed incallito tifoso rossonero. Il sesto posto, che consentirebbe alla troupe di Mihajlovic di partecipare all’Europa League, non può soddisfare nessuno. Quindi, l’unica ancora di salvezza per il club in questa stagione potrebbe essere solo la conquista della

LA CLASSIFICA

3

Coppa Italia. In finale a Roma il 21 maggio prossimo c’è però da battere la Juventus; un avversario che, oltre a voler riassaporare il piacevole gusto della vittoria in campionat, con la conquista del 32esimo scudetto, vuole assolutamente riappuntarsi sulla maglia la coccarda tricolore, simbolo dell’undicesimo titolo della competizione nazionale. Contro la Lazio, questa sera al Meazza, comunque, a giudicare dalle dichiarazioni rilasciate da Chri-

stian Abbiati ed Ignazio Abate subito dopo l’ultima deludente gara di campionato contro il Chievo, il Milan ha tanta voglia di riprendere la corsa che si è interrotta, improvvisamente, nelle ultime due trasferte consecutive e migliorare la classifica, anche per respingere eventuali assalti del Sassuolo, distante dietro i rossoneri di quattro punti. La Lazio scende in campo al Meazza con il morale sotto i tacchi. La pesante e sconcertan-

di Menez e fuori ancora una volta Luiz Adriano. Escluso anche Mario Balotelli. Dietro troveranno posto Antonelli e Romagnoli, ancora esclusi Zapata e De Sciglio, in compagnia di Alex. Ricordiamo che il Milan arriva a questa sfida dopo l’amara scon-

fitta per 2-0 in casa del Sassuolo e dal deludente pareggio di Verona (0-0) contro il Chievo, fanalino di coda di questa stagione. Stefano Pioli, consapevole dei grossi limiti della sua squadra, proverà a fronteggiare i padroni di casa con Patric e Braafheid in

te sconfitta in Europa League contro lo Sparta Praga brucia molto. Il clima arroventato del dopo partita, con i fischi e la contestazione a Lotito e Tare in tribuna da parte dei supporter laziali, è lo specchio di una tensione ormai esasperata tra tifosi e società. Ai biancocelesti, contro i cechi abili e fortunati, non è bastata volontà e grinta per capitalizzare le tante occasione create in attacco. Troppi sono poi stati gli errori commessi dal reparto arretrato che nel primo tempo ha beccato due gol in soli 11 minuti, ponendo fine ad ogni speranza di qualificazione. La Lazio deve quindi recitare il mea

culpa. Fuori dall’Europa League, alla squadra di Pioli ora non è rimasto altro che il campionato. Ma con quali stimoli ed obiettivi? Quasi nessuno, anche perché i biancocelesti in classifica sono troppo lontani dalle posizioni che garantiscono la partecipazione all’Europa League la prossima stagione. Le uniche e due significative vittorie delle tre complessive disputate in trasferta e in campionato la Lazio le ha finora conquistate a Milano contro l’Inter, prima della sosta di Natale e nella successiva trasferta del 9 gennaio 2016 contro la Fiorentina nell’ultima gara del girone d’andata (1-3). I pareggi

difesa, ancora out Basta e Radu, a centrocampo vedremo ancora Onazi e più avanzati Candreva e Mauri. Anche l’attacco resta incerto, Diordjevic (se la condizione fisica lo permette) e ballottaggio tra Klose, reduce da una convincente doppietta, e Matri. Fermo anche Kishna, lesione di primo grado al bicipite femorale, mentre potrebbe avere ancora una chance Felipe Anderson. Il recente passato, gare del girone di ritorno a San Siro, vede in vantaggio il Milan con due vittorie sugli aquilotti per 3-0, stagione 2012-2013, e 2-1 alla 23° giornata della stagione 2004-2005. Ben tre pareggi nelle cinque gare prese in esame, uno a reti inviolate e le altre due finite entrambe sulla’1-1.

Luigi Rubino lontano da casa sono invece stati ben 5. L’ultimo è stato ottenuto a Torino contro i granata (1-1). Contro i rossoneri, i biancocelesti non vincono a Milano da ben 27 anni. Sarà la volta buona?

Gonzalo Higuain

Paulo Dybala

Carlos Bacca

Éder Citadin Martins

Mauro Icardi

Josip Ilicic

24

13

13

12

11

10

67

64

60

35

34

33

*

*

1 partita in più

54

32

55

30

*

48

30

44

28

41

*

26

36

25

36

19

*


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Alessandro Matri

Sinisa Mihajlovic


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I Cugini

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L’Inter spreca l’occasione di avvicinarsi alla Champions Alla Fiorentina la ghiotta occasione di portarsi a -3 dai giallorossi

Severa Bisceglia

I

l gol del vantaggio di Perisic vanificato dal pareggio di Nainggolan al 39’ della ripresa. Peccato, una possibilità di accorciare le distanze dai giallorossi buttata alle ortiche e oggi la Fiorentina potrà effettuare il sorpasso e portarsi a meno 3 dalla Roma. Ieri sera all’Olimpico è finita 1-1 tra Roma e Inter. Bravo Perisic ad approfittare dell’errore di Manolas all’8’ del secondo tempo mettendo in rete una palla arrivata dalla linea slava LjajicBrozovic e bravissimo Nainggolan ad anticipare Miranda e servire la rete del pareggio. Tutto accade nella ripresa, il primo tempo dava indicazioni di un pareggio che accontentasse entrambe le formazioni ma chi

ne beneficia in chiave Champions è sicuramente la Roma. Era partita meglio la Roma, poi la parte centrale porta la firma nerazzurra, il finale è stato invece equamente diviso, pur con il destro al volo di El Shaarawy, al 40’ che ha costretto Handanovic ad intervenire. Spalletti ha optato per l’attacco veloce, lasciando Dzeko in panchina, con Perotti finto centravanti. E proprio dell’argentino, al 4’, è la prima conclusione del match, con un destro appena dentro l’area finito alto. Al 6’ si affaccia l’Inter, tiro al volo di Perisic ben imbeccato da Biabiany, ma Florenzi è bravo ad opporsi. Al 10’ Perotti serve El Shaarawy, ma sul cross Nagatomo è bravo a spedire in angolo. L’Inter pare andare in sofferenza, poi il gruppo di Mancini cresce. Miranda e Murilo fanno muro, Biabiany sulla fascia destra si sobbarca un lavoro enorme. E proprio dai piedi del francese, al 19’, parte un’azione pericolosa: palla a Ljajic che innesca Perisic, al centro salva Mano-

las prima del fallo di mano di Eder. Al 24’ ci prova l’ex Ljajic, ma il destro è centrale. Quattro minuti più tardi è Perisic protagonista: rientro e destro a giro dal limite che finisce alto. La Roma non trova molte linee di passaggio per Salah, Spalletti è innervosito in panchina, Keita si prende un giallo per gioco scorretto. Il 32’ rischia di diventare un minuto cvhiave: prima Nainggolan nono serve il liberissimo Perotti e cerca il destro dal limite (deviato), poi sul cambio di fronte Ljajic assiste perfettamente Brozovic, che da ottima posizione spreca con un destro sballato. Al 40’ il destro al volo di El Shaarawy di cui sopra. E in pieno recupero, al 46’, Salah defilato in area cerca un inspiegabile cross senza servire l’accorrente El Shaarawy. Poi il secondo tempo, il botta e risposta che lascia inalterata la classifica in ottica Champions e regala un assist alla Fiorentina, che domani a Frosinone può accorciare a meno tre dalla Roma.

Se le strisce sono bianconere

P. C. Fantini Forneris

F

inalmente arriva il derby di Torino , dopo la prova generosa e coraggiosa di una Juventus europea di massimo rispetto. Arriva oggi una delle stracittadine più attese d’Italia, il Derby della Mole, che è il simbolo di Torino città, cara non solo ai torinesi, che servirà anche a saggiare le reali condizioni delle due aquadre. Quanti ricordi sono legati a questa stupenda gara. se pensiamo che sono ben 190 i derby ufficiali , dal 1907 ad oggi. Cerchiamo di capire come le opposte tifoserie vivono la vigilia di quella che per tutti i tifosi rappresenta la partita di una intera stagione. Nelle strade del capoluogo subalpino, sotto un tiepido sole, si respira ormai da giorni aria di grande calcio e di acceso tifo. In via Filadelfia, per esempio, il bar SWETT è il punto di in-

Torino-Juventus, aria di derby con serenità contro di una tifoseria granata mai doma, dove le discussioni sono tante e vertono, ovviamente sull’impiego dei calciatori ed ognuno, come so usa in Italia, propone la sua formazione. Insomma, già tra i tavoli del bar aleggia quella sana voglia di calcio giocato, anche se,purtroppo, dobbiamo segnale l’incendio di un ritrovo granata ad opera di ben noti facinorosi bianconeri. Ciò non toglie, tuttavia , quella che è l’attesa, dice Franco C. che è un anziano tifoso granata piemontese da sempre, ci dice, con tiepido sorriso, che il derby per lui è tutto nella vita e vale una stagione intera, ama Ventura, non disprezza il presidente Cairo, che fa quello che può. Ci saluta dicendoci “ Forza Toro”. Tra i tanti tifosi caldi ed anche vecchi ultràs, in fondo. la spe-

ranza è anche nella fatica che i bianconeri, si spera, si porteranno nelle gambe domenica. Ma non basta, ci dice Beppe L. , giovane ragazzo ultras, i nostri cuori sono tutti per questi ragazzi, per questa magica maglia granata, ricca di storia e di tanti cari ricordi,mai sopiti. Dalla sponda bianconera, le cose vanno meglio. La Vecchia Signora, nonostante il KO di Monaco,gode dei favori del pronostico. Il Bar PLATTI, in corso Vittorio Emanuele a due passi da piazza San Carlo è da sempre stato il simbolo di una tifoseria “classica”, importante: la Juve ha tifosi in tutta Italia e all’estero , competenti che amano la squadra ,dove Allegri, dopo Conte, ha riportato orgoglio e fiducia,in una tifoseria vogliosa di dimostrare al mondo intero di essere sempre

la numero uno. Francesco Z. è l’esempio di un tifoso meridionale arrivato dalla Puglia negli anni sessanta, operaio in FIAT e grande tifoso juventino. Ci dice che ama questa città che gli ha dato tanto e poi con le lacrime agli occhi, ricorda l’Heysel, e i tanti derby visti in prima fila al Comunale e ora allo Juventus Stadium. Se ne va salutandoci e facendo il segno di vittoria: domenica c’è il derby e vinceremo noi. Da parte nostra, come prima esperienza tra il tifo, ci auguriamo solo di non assistere a vandalismi annunciati,ma che tutta Torina, quella granata e quella bianconera, pensino a giocare per offrire un degno spettacolo di calcio, anche come incoraggiamento a comportamenti civili che da sempre contraddistinguono la Torino per bene.


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Juraj Kucka

Gianluigi Donnarumma

M’Baye Niang

Rodrigo Ely


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Vita di CLUB

Milan Club Sassari

gni promessa è debito, come recita un antico e sempre valido proverbio. Era una questione di onore, era un impegno che Barbara

va aderito, per rispetto, anche la figlia del Cavaliere che ora regge le sorti della Società. Serviva una donazione di una certa concretezza per aiutare i bambini del Reparto di Pediatria di Sassari e da Milano la risposta non si è fatta attendere. Alla stessa iniziativa hanno aderito anche tanti industriali locali, di qualsiasi colore, perchè i problemi della gente non si risolvono mai da soli. Barbara Berlusconi ha espresso tutto il suo compiacimento e la sua gioia per aver fatto qualcosa

pio venga copiato anche da altre società, perchè solo così può assumere valore anche il tifo che non deve restare fine a se stesso. Il Milan, con la AIMC è sempre vicino alle esigenze soprattutto dei club più disagiati e lontani”. Il presidente Stefano Sardara, ovviamente commosso alla pari dei numerosi partecipanti alla bella cerimonia ha dichiarato “Abbiamo lavorato a lungo a questo progetto ed alla fine, grazie alla buona volontà ed alla bontà di persone speciali, siamo riusciti

re dei Sardi,un grazie a Barbara, grande quanto il mondo. Grazie ancora e a ben presto rivederci”. La festa che poi ne è seguita è stata toccante ed ha permesso a tutti di intrattenersi circa le sorti del Diavolo, cui, comunque, hanno indirizzato pensieri d’amore e brindisi augurali. Anche il Reparto di pediatria, per bocca del suo direttore scientifico, ha ringraziato del magnanimo gesto con la promessa solenne di non sciupare nemmeno un centesimo,ma di mettere a frut-

Berlusconi aveva preso nei confronti del sodalizio rossonero dell’incantata Sardegna. Tutto è avvenuto durante il Torneo giovanile che il Milan Club Sassari organizza ogni anno, durante le vacanze natalizie ed al quale ave-

che supera qualsiasi limite sportivo e poi, a maggior ragione, se è rivolta alla popolazione isolana che non sempre riesce a contare su una sanità efficiente. “Mi auguro, -ha detto Barbara tra gli applausi-, che questo esem-

a centrare l’obiettivo. La gente di Sassari, tutti, dal primo all’ultimo, sono veramente grati alla nuova signora del calcio e persona capace di riportare, fra non molto, anche la squadra agli alti livelli cui era abituata. Dal cuo-

to la donazione nel migliore dei modi. Parola d’onore, sottoscritta con applausi convinti da tutti i soci presenti.

Giovanni Labanca

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Vita di CLUB Ospiti in tribuna Giovanni Labanca

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TR I B U Na D ’ ONORE C

ome è consuetudine, il Milan ha ospitato anche in occasione della partita

casalinga di Coppa Italia, giocata e vinta contro l’Alessandria, con l’alessandrino doc Gianni

Rivera, in tribuna, alcuni Milan Club. Nelle foto, ecco quelli di Modena

e Biella, che posano con grande soddisfazione con un elemento di spicco del Milan.


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Ospiti

Giovanni Labanca

L

o aveva già centrato nel suo mirino, volando basso su San Siro, il piccolo Diavolo di questi tempi è designato come vittima sacrificale, proprio in questo periodo pasquale. L’occasione sarebbe stata più ghiotta che mai e non ci sarebbe stato alcun motivo per sprecarla per fare un colpo grosso che avrebbe rafforzato il suo momento magico per la soddisfazione della dirigenza, e pubblico esigente, ex contestatore. I conti, però, sono stati fatti troppo presto senza l’oste e l’oste scorbutico ed impiccione è arrivato da Praga ed ha brutalmente spennato l’Aquila, pronta solo per essere impadellata per farne un buon brodo, visto che è anche abbastanza vecchia. Fuori dall’Europa, proprio quando i biancocelesti vi avevano già piantato, ben saldo, uno scarpino chiodato. Delusione cocente che ha man-

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L’Aquila spennata per risogere a San Siro dato su tutte le furie l’ambiente capitolino, proprio quando si sognava di portare nel suo nido di Roma quelli che sono i resti della squadra più blasonata del pianeta (come recitava un lungo striscione su un palazzo di via Turati). Il suicidio collettivo ha tinto di rosso vergogna le maglie celesti e complicato non poco la trasferta di San Siro, dove ad aspettare i resti dell’Aquila un Diavolo che, sebbene mezzo morto anche lui, si rianima e si sottrae all’idea di essere ancora vittima designata per il pranzo pasquale. Cosa succederà in casa Lazio, dopo gli strilloni di Lotito che si innalzavano fino dalle parti di Giove? “Andiamoci piano, per favore, ci dice mister Pioli. La sconfitta di giovedì porta il nome di tutti, perchè eravamo già convinti del passaggio del turno. E’ uno sbaglio che si commette sempre e ci siamo ricascati. Non ci sono attenuanti e mi cospargo il capo di cenere en in piena umiltà chiedo scuso ai tifosi. Il Milan non attraversa un buon momento, ma non è detto che sia finito. Sarebbe stata un’altra gara quella di stasera, ma dobbiamo cercare la forza di reagire prontamente, altrimenti compromettiamo anche il rimanete campionato ed in tal caso, la vergogna sarebbe totale. Ci pro-

veremo e promettiamo il massimo impegno alla tifoseria, che non aspetta un’altra figuraccia, ma una prova di orgoglio. Punto e basta”. Più nero di tutti è, logicamente, il presidente Lotito, il padrone taciturno che la parola la prende solo in certe situazione. E proprio con noi di Stadio5 si è lasciato andare con frasi irripetibili dopo l’eliminazione in casa dalla Coppa, che significa tanti soldoni in meno e tanta delusione in più, proprio ora che la squadra aveva maturato una certa quadratura e trovato un buon slancio in campionato. Mi vedo costretto a rivedere tante cose,

non ultimo un attento esame sulla rosa dei giocatori, sembrati in preda all’anticipato ponentino romano. Senza uomini con gli attributi non si va da nessuna parte. Che sia chiaro per tutti, dal primo all’ultimo, che non ho più nessuna intenzione di perdonare. E da San Siro, voglio tornare con i tre punti, se non sono guai, mi sono spiegato? Il Diavolo è avvertito e sa che il suo mestiere è pure quello di sedurre ed incornare la momento che meno ti aspetti. Ha gli gli occhi di tutti puntati sul collo e qualcuno pure il fucile, in senso metaforico, e non ha più bisogno di sbagliare

in casa davanti al proprio pubblico che, anche da questa parte, di scuse non ne vuole sapere. Lotito aveva ha già pronta la valigia dove riporre il tesoretto dei tre punti da portare nella Capitale e mostrarlo festante ai suoi sudditi capitolini di fede biancoceleste, dovrà passare da un altro negozio di pesca e rifornirsi magari di una rete. Sarebbe toppo triste per un presidente come lui che dell’onore fa un punto di forza della sua personalità. San Siro, ne siamo certi, sarà un campo di battaglia, su cui assisteremo ad una caccia spietata, ma dove potremmo assistere, e

nessuna ragione ce lo vieta, anche ad una inaspettata incornata da parte del Diavolo, che ha sempre in serbo l’arma della disperazione da sfoderare quando si sente minacciato. Vedremo se sarà l’Aquila a tornare a volare alta nel cielo di Milano o se dovrà essere portata, con massima urgenza, al vicino centro Veterinario di via Cilea, dove si curano gli animali feriti, che non sempre ne escono nelle condizioni migliori. Non ci resta che guardare in alto, per capire quello che sarà successo nel catino di piazzale Angelo Moratti.

La Juve prova a risorgere dopo Monaco D

erby della Mole, questo pomeriggio all’Olimpico, con la Juventus frastornata per la botta con il Bayer e il Torino dal dente avvelenato per la rocambolesca sconfitta di Marassi con il Genoa. Manco farlo apposta, i bianconeri

all’Allianz Arena erano passati in vantaggio con due gol di scarto, i granata a Genova, pure loro con la doppietta di Immobile. Sia l’undici di Allegri che quello di Ventura hanno subito la remontada e di conseguenza proveranno a scrollarsi di addosso la delu-

sione. In campionato la Vecchia Signora ha sempre tre lunghezze di vantaggio sul Napoli che scenderà in campo al San Paolo tre ore più tardi, affrontando il lanciatissimo Genoa di Gasperini. I partenopei seguiranno con molto interesse

il derby della Mole, tifando Toro in modo di poter sperare nell’aggancio ai bianconeri al comando della classifica. (Un pareggio ci starebbe anche bene), ha confessato Sarri. Ma il tecnico del Napoli sa anche che i campioni d’Italia sono quasi imbattibili in cam-

po nazionale. Una giornata, quella di questo trentesimo turno, caratterizzata dalla sfida di ieri sera all’Olimpico tra Roma ed Inter e proseguita oggi con la già citata sfida di Torino. Non facile anche il compito della Fiorentina, altra squa-

dra in corsa per l’Europa, chiamata all’impegno esterno con il Frosinone, ridimensionato nella sfida salvezza, con la sconfitta di Modena con il Carpi di sette giorni fa. Carpi che a sua volta potrebbe tentare il bis, espugnando il Bentegodi, battendo l’ormai condannato Hellas Verona. Da seguire, con la tremarella addosso anche la gara di Bergamo dell’Atalanta con il Bologna e quella dell’Udinese a Reggio Emilia contro il Sassuolo. In serata, toccherà poi al Milan respingere a San Siro l’assalto della Lazio, reduce dall’impegno fallimentare contro lo Sparta Praga. Per i rossoneri una serata delicata dopo le due prestazioni poco felici con il Sassuolo ed il Chievo, che hanno fatto mettere in cassaforte un solo punto dei sei disponibili.


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Napoli bavarese un giorno all’improvviso

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napoletani sono condannati a perdere, sempre, perché in loro non esiste il buonsenso dell’opportunista, anzi, c’è una frase in una canzone che la dice lunga sulla vera anima partenopea: “Dimane tengo e diebete, stasera songhe nu Rre!” Si è festeggiato, infatti, per le strade, nei vicoli, nelle case e nei palazzi di Napoli e di tutta la Campania e di tutto un sud ribelle; si sono gridate ovazioni al gol di Thiago Alcantara ( figlio di Mazinho ex Fiorentina), manco fosse stato Antonio Careca Filho; si è visto scendere in strada tanta gente dopo il triplice fischio dell’arbitro e si sono sparati i famosi trikitrake( il famoso tracco napoletano che si usa fare esplodere l’ultimo dell’anno); si è celiato sui social network, soprattutto sull’ammo-

nizione a Bonucci e sui lamenti di Marotta che ha inveito, udite, udite, contro l’arbitraggio, invitando in tal modo un intero popolo a scatenarsi in uno sfottò attraverso la riproduzione fedele di quella roboante pernacchia di eduardiana memoria in Napoli Milionaria. Sono stupito ma al tempo stesso fiero di questo modo di fare; in un’altra dimensione, in un altro contesto sociale , per esempio a Milano, a Roma, a Firenze si sarebbero di sicuro contrariati per come è andata all’Allianz Arena tra la Juve e il Bayern, a Napoli no, qui, invece di dispiacersi perché la Juve, uscendo dalla Champions, potrà dedicarsi solo al campionato, l’esaltazione ha preso la mano e ha trasformato un problema in festa. Penso personalmente e da tifoso del Napoli che la Juve, solo per una questione di mera cazzimma, doveva passare il turno e andare avanti, così che ci sarebbero state un maggior numero

di partite da giocare, le energie dei suoi calciatori sarebbero andate a distribuirsi sui due tornei ( coppa e campionato)e ,alla lunga, anche con l’aiuto di qualche infortunio importante, la squadra zebrata avrebbe avuto seri problemi per l’ultimo rush di Serie A. A Napoli la gioia di veder perdere i non colorati è andata oltre il buonsenso. I napoletani sono così, anche con il Borbone fecero la stessa cosa, festeggiarono la sconfitta di loro stessi. Per fortuna a Palermo, in occasione del derby delle Due Sicilie della passata settimana, gruppi di tifosi delle due compagini e capitali dell’antico regno borbonico, si sono incontrate e abbracciate con uno striscione che la dice lunga sulla volontà di appartenenza di un intero popolo; durante la partita Palermo - Napoli giganteggiava, appunto, uno striscione borbonico al Barbera con su scritto : “Da una capitale all’altra …” , continuan-

do così quel sodalizio tra i tifosi del Calcio Napoli e quelli del Palermo. Prima della partita, c’è stata una grande festa tra le due tifoserie, unite entrambe da una storia comune, quella del Regno delle due Sicilie. I supporter azzurri e rosanero si sono infatti incontrati prima dell’inizio della gara, intonando cori di forte orgoglio e spirito di appartenenza al territorio. Il match tra Napoli e Palermo era ancora in corso di svolgimento, ma lo spirito che si respirava allo stadio era di forte amicizia e identità. I tifosi azzurri sono stati infatti ospitati nella curva dei tifosi del Palermo. Un gesto che certifica l’ottimo rapporto di queste due tifoserie. Proprio tra le gradinate dello stadio Renzo Barbera è apparso appunto uno striscione borbonico, come testimoniato dalla da TuttoNapoli.it: “Da una capitale all’altra … uno storico saluto di fratellanza”. Non vinceremo mai

niente ma almeno ci siamo ritrovati. Adesso ci tocca uno scontro fratricida contro il Genoa, per tenere ancora accesa quella fiammella di speranza che ci porterà a sognare almeno per qualche settimana ancora. Un sogno che comunque andrà a finire sarà stato bellissimo. Per fortuna l’eventuale vittoria degli uomini di Sarri non inciderà sul futuro del Grifone, almeno questo rincuora gli animi della tifoseria partenopea, gemellata, oramai, da oltre un trentennio con quella ligure sponda genoana. A nove turni dalla fine, il Napoli ha già un punto in più di quelli fatti nella passata stagione a fine torneo, ha inanellato 8 vittorie consecutive (cosa mai accaduta finora), ha il suo bomber in corsa per la conquista della scarpa d’oro con 27 gol in 29 partite (cosa che non accadeva dalla notte dei tempi), ha espresso per lunghi tratti della stagione il miglio-

re calcio in assoluto tra i venti club che hanno partecipato alla competizione della serie A; economicamente, inoltre, l’allenatore ingaggiato da De Laurentis, Maurizio Sarri, è quello meno costoso dei tecnici di vertice( per dire, per esempio Mancini all’Inter prende più di 4 milioni di euro a stagione mentre il tecnico tosco – napoletano ne prende 700mila) e, sempre dal punto di vista finanziario, il parco giocatori nel giro di un anno è passato da “operazione svendita totale” a livello di “ Grandi Firme”; oggi per prendere uno come Gonzalo Higuian ci vogliono 100 milioni di euro mentre ad inizio stagione la sua quotazione era notevolmente inferiore. Ecco, tutte queste ghiottonerie sono state come una sorta di campionato già vinto, per tutto il popolo azzurro, ora che si vinca o meno quello della Serie A Tim è solo un fatto di almanacchi illustrati e punto.


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Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro Raimondi

IL DERBY DELLA MADONNINA

pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00

smo calcistico, l’esaltazione della

to casciavit (Fratelli Frilli Editori,

isbn 978-88-6218-242-3

dialettica, della libertà. Questo

2008). Nel 2013, ha curato il Dia-

libro rappresenta un sincero, ap-

rio della mia guerra (Segni e Pa-

ell’ottobre del 1908, cu-

passionato atto d’amore nei suoi

role), scritto da suo padre Paolo,

riosamente a Chiasso, si

confronti.

e nel 2014 ha partecipato all’an-

disputava il primo Inter-Milan,

Alberto Figliolia è giornali-

tologia 33 Racconti rock (QuiE-

la sfida che sarebbe diventata il

sta pubblicista. Collabora con

dit). Il suo sito è www.davideg.it,

derby italiano per eccellenza, il

il «Gazetin», periodico indi-

il blog www.fuorigiocoblog.com.

più giocato, il più prestigioso. Il

pendente di cronaca civile, e

Mauro Raimondi, milanese, ha

derby della Madonnina ne ce-

«tellusfolio», rivista telematica

esordito nel 2003 con Invasione

lebra la storia ripercorrendo in

“glocal”. Allenatore di basket, ha

di campo. Una vita in rossonero

sessantuno storie la sua gloriosa

provato a coniugare la passione

(Limina), partecipando all’an-

epopea attraverso partite famose

dell’insegnamento con i concetti

tologia

e incontri che pochi conoscono.

di agonismo, democrazia e soli-

(Limina, 2003). Insegnante di

Un lungo, intenso e vivace rac-

darietà. Collabora con Silvana

Storia di Milano, ha curato la

conto, ricchissimo di aneddoti,

Ceruti alla conduzione del Labo-

biografia del poeta Franco Loi in

interviste, personaggi: dai fratelli

ratorio di Scrittura creativa nella

Da bambino il cielo (Garzanti,

Cevenini all’immenso Meazza

Casa di Reclusione di Milano-

2010). Della sua città ha raccon-

che segnò con entrambe le ma-

Opera. Ha scritto numerosi libri

tato il cinema in Milano Films

glie, dai fuoriclasse come Nyers

navigando fra poesia e sport.

1896/2009 (Frilli, 2009, coautore

e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola,

Condivide con Çlirim Muça la

M. Palazzini), le testimonianze

Matthaeus e van Basten, Ibra e

vocazione alla divulgazione del-

dei viaggiatori stranieri in Dal

Kaká, a giocatori magari meno

lo haiku e crede con fermezza nel

tetto del Duomo (Touring Club,

celebri ma che un’impronta, nel-

martello libertario e gandhiano

2007) e i libri in CentoMilano

la stracittadina, l’hanno lasciata:

della poesia.

(Frilli, 2006). I tre autori hanno

Smerzi, Bonizzoni, Cappellini,

Davide Grassi, giornalista pub-

pubblicato insieme Centonovan-

Belli, De Vecchi, Minaudo e tan-

blicista, ha collaborato con diver-

tesimi (Sep, 2005), Eravamo in

ti altri. Calcio, dunque, ma non

si quotidiani nazionali – tra cui il

centomila (Frilli, 2008) e Portieri

solo. Poesia, musica, fatti di cro-

«Corriere della Sera» – prima di

d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010,

naca si inseriscono spesso e vo-

approdare agli uffici stampa. Ha

Figliolia e Grassi hanno inol-

lentieri nei racconti, al pari delle

pubblicato Inter? No, grazie! (Li-

tre scritto La sua Africa. Storia

vicende di una città fortunata

mina, 2002), Rossoneri comun-

di Samuel Eto’o (Limina), e nel

a possedere il derby. Perché la

que (Limina, 2003) – antologia

2012 Grassi e Raimondi hanno

stracittadina, oltre a essere emo-

curata con Andrea Scanzi –, La

pubblicato Milano è rossonera

zione allo stato puro, è anche de-

palla è rotonda? (Limina, 2003),

(Bradipolibri).

mocrazia: una sorta di bipolari-

Rossoneri. Il manuale del perfet-

N

Rossoneri

comunque


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Sfreccia Arnaud Demare Pozzato 8° primo italiano

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Milano-Sanremo

C

olpo vincente di Arnaud Demare, (nella foto l’esultanza all’arrivo) alla 107° Milano San Remo, disputata sui 291 chilometri + nove in autostrada, con la partecipazione di 199 corridori,in rappresentanza di 24 squadre. Sul traguardo di via Roma l’atleta transalpino ha bruciato allo sprint in britannico Ben Swift ed il belga Jurgen Roelandts. Era dal 1995 che un corridore francese non vinceva la classica di primavera. Quinto posto per Van Avermaet, uno dei favoriti della vigilia con Cancellara, migliore degli italiani Pozzato, ottavo, alle sue spalle Colbrelli e Trentin. La gara è stata condizionata da una frana tra Genova-Voltri e Arenzano,

che ha costretto gli organizzatori a dirottare la corsa per nove kilometri sull’autostrada, per poi tornare sul percorso originale. Una corsa che ha visto una lunga fuga di undici corridori, partita prima di Binasco e esauritasi ai piedi della Cipressa. Da quel momento, si sono susseguiti diversi scatti, promossi dalla TIMKOFF e la Katusha. A ventidue kilometri dall’epilogo , allungo di visconti e del britannico Stannard, mentre sullo strappo cedeva Cavendish. Poi ci hanno provato, sul Poggio, prima Fedi, poi Galopen e quindi il polacco Kwiatkowoski, tallonato dal nostro Nibali, grazie ad un recupero in discesa con lo squalo c’erano anche Cancellara, Tren-

Luigi Sada tin e Sagan,ma nell’ultimo chilometro una caduta, l’ennesima di questa giornata, di Brambilla ha condizionato la volata, vinta poi con merita da Demare. La caduta più rovinosa si è verificata a San Bartolomeo a Mare, con venti corridori a terra. Peccato della rinuncia alla San Remo di Domenico Pozzovivo. Il corridore lucano sembrava in ottima forma dopo la Tirreno Adriatico, ma i suoi sponsor hanno preferito farlo riposare e dirottarlo al giro di Catalogna, in programma nei prossimi giorni.

La Tirreno-Adriatico a Greg Van Avermaet, per un secondo su Sagam Giovanni Labanca

Q

uando è lungo nella storia del tempo un secondo? Quasi niente, se, appunto, proprio un solo secondo è bastato a Greg Van Avermaet (nella foto), per aggiudicarsi la prestigiosa corsa di primavera e battere proprio Peter Sagam, dato per grande favorito sino dall’inizio. Sagam ci sperava fortemente e non ne aveva fatto mistero,ma anche nel ciclismo bisogna fare il conto con il passo più veloce ed anche la fortuna. Questa volta la Dea bendata non ha sorriso a Peter Sagam, che al traguardo dopo la cronometro conclusiva sul lungomare di San Benedetto del Tronto, è apparso sfiduciato, contrariato e deluso. Sarebbe bastata una sola pedalata più decisa e quel maledetto secondo lo avrebbe guadagnato di certo. Peccato per lui,ma merito al vincitore che ha saputo condurre una gara accorta, senza sprecare energie e capace di non lasciarsi mai staccare nelle tappe più impegnative. Il belga della BMC è riuscito a difendere la Maglia Azzurra conquistata lunedì, mentre la vittoria della crono di San Benedetto del

Tronto è andata ancora una volta a Fabian Cancellara della Trek Segafredo: per l’elvetico è poker e ora aspetta che gli sia intitolato, come minino, un tratto del bel lungomare Adriatico, con tanti altri onori che spettano ad un grande Campione, le cui origini risalgono alla bella Lucania. La sua prestazione è stata davvero incredibile, visto che rispetto all’anno scorso, su questo stesso percorso, si è migliorato di ben 15”. Un peccato che per la Locomotiva di Berna questo sia l’ultimo anno da professionista. Sul terzo gradino del podio dietro Van Avermaet e Sagan troviamo il giovane Bob Jungels dell’Etixx-Quick Step, che è anche il titolare della Maglia Bianca. Il migliore degli italiani è Vincenzo Nibali dell’Astana che si piazza al sesto posto. La Maglia Rossa della classifica a punti va a Peter Sagan, mentre Cesare Benedetti della Bora Argon ha vinto la classifica scalatori. Questi i primi dieci classificati della crono: 1) Fabian Cancellara (Trek-Segafredo) 11’ 08” 2) Johan Le Bon (FDJ) +13” 3) Tony Martin (Etixx-Quick Step) +15” 4) Alex Dowsett (Movistar) +15” 5) Thomas Leezer (Team LottoNL Jumbo) +16”

6) Maciej Bodnar (Tinkoff) +17” 7) Alexandre Geniez (FDJ) +18” 8) Edvald Boasson Hagen (Dimension Data) +19” 9) V. Kiryienka (Team Sky) +20” 10) Damiano Caruso (BMC) +22” Questa la top-ten della classifica generale finale:

1) Greg Van Avermaet (BMC) 20h 42’ 22” 2) Peter Sagan (Tinkoff) +1” 3) Bob Jungels (Etixx-Quick Step) +23” 4) Sebastien Reichenbach (FDJ) +24” 5) Thibaut Pinot (FDJ) +24” 6) Vincenzo Nibali (Astana)

+29” 7) Zdenek Stybar (Etixx-Quick Step) +33” 8) Michal Kwiatkowski (Team Sky) +39” 9) Bauke Mollema (Trek-Segafredo) +45” 10) Roman Kreuziger (Tinkoff) +48”

La Tirreno -Adriatico è l’ultima grande occasione per arrivare in gran forma alla Milano -San Remo, che rappresenta sempre una grande classica, per cui non è facile pronosticare il vincitore, tanti sono i corridori che se la giocheranno fino all’ultimo secondo. Appunto.


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finestra sul mondo e dintorni Attualità

Giovanni Labanca

P

ensate a quanti chilometri abbiamo percorso e percorriamo ogni giorno e fatevi un po’ un conto molto elementare, su quanti soldi entrano nelle casse dall’ANAS da decenni e che sono passati nei cassetti di quella dama tutta spacchiosa che, regina degli appalti, aveva trasformato la sua professione in una missione personale. Era lei, difatti che assegnava gli appalti miliardari dell’Anas, naturalmente dietro lauta percentuale che la stessa, con sadismo e cinismo, stabiliva. Non c’era nulla da fare. Se volevi lavorare dovevi stare al suo gioco e nessuno pensava al danno per le imprese che erano e sono costrette a lavorare nel peggiore dei modi per effettuare un lavoro. La storia non è di oggi,

CIS viaggiare informati con le mazzette ma si perde nella notte dei tempi della corruzione. Mi raccontava un mio caro amico, titolare di una avviata impresa, che il sistema corruttivo comincerebbe già sull’uscio dell’ANAS, dove uno spensierato e distratto usciere, per rispondere sulla presenza di un dirigente, andavo, secondo questo pensiero, subito oleato per fargli sciogliere la linguaccia, altrimenti avevi voglia ad aspettare in anticamera. Saliti ai piani alti, bisognava aprire pare, e di tanto, la borsa che dovevi portarti dietro con tanto di contanti. Tutta corruzione, che era un modus vivendi, accettato per poter aspirare a qualche buona commissione. Sempre questo amico mio, una volta ebbe l’incarico di fare un muro di sostegno su di una strada di montagna, per un totale di 800 milioni. Figurarsi la gioia. Accettò subito, ma, e qui viene il bello, gli sarebbe stato prontamente spiegato che solo 300 milioni erano per lui per eseguire un manufatto di grande rilevanza per la sicurezza del paese. Con un signorile No si sarebbe

ANAS, il pedaggio del disonore

Antonella Accroglianò, la “dama nera” di Anas rifiutato, perchè consapevole che, se avesse fatto quel muro con lo sputo, lo stesso sarebbe crollato alle prime piogge. Per la storia, quel muro ancora sa da fare e la strada si immelma ad ogni temporale. Altri esempi del genere li abbiamo visti in Sicilia, soprattutto. Questa è una regione surre-

ale che andrebbe cancellata dalla cartina politica dell’Italia, come la Valle d’Aosta, dove la legge non è legge e i ribassi d’asta sono pari all’asticella che salta un bambino di due anni. Niente, pertanto, opere pubbliche finite, nessuno che controlli e se ne faccia una ragione o che sbatta in

galera i responsabili, perchè i responsabili sarebbero tutti, dal primo all’ultimo degli attori dei lavori pubblici. Renzi, sembra voler dare una sterzata violenta a questo stato malefico di cose ed ha promesso, badate bene “promesso” un giro di vite terribile, proprio mentre assisteva all’abbattimento del diaframma di una galleria della Salerno Reggio Calabria, che dovrebbe essere terminata entro quest’anno. Io sono convinto che si farà, perchè è un opera che anche i malavitosi vogliono per spostarsi meglio nei loro giri di affari e che faranno i modo che, fino a dicembre, nessun incidente “tecnico” turberà il lavoro di tanti operai. Sarà un manufatto all’avanguardia a giudicare da quello che è stato già fatto da Sicignano a Lauria, con gallerie moderne e di alta ingegneria. Fusse che fusse la volta bona? Ce lo auguriamo tutti, tranne forse quella impavida pasciuta signorotta che ora medita in carcere sulle sue marachelle,

Sotto tiro la Turchia e la Costa D’Avorio

chiamiamole pure così, con la speranza che il sistema venga spezzato da quelle arrugginite catene del malaffare, che ha sempre frenato la nostra economia. Rubate pure, vien voglia di dire, ma fatelo con discrezione, perchè è difficile che un mugnaio esca con le mani pulite dal suo mulino. E’ stato sempre così e non cambierà proprio adesso. Ora la palla passa ai magistrati che si troveranno di fronte ad un muro di gomma eretto da scaltrissimi volponi di avvocati che, gira e rigira, potrebbe chiedere anche l’infermità mentale o un altro giudice pari a quello di Aosta che, candidamente e da vero miserabile, ha giustificato i ladri politici della Regione, dicendo che, poverini, non erano a conoscenza di quello che facevano. Questo è l’italico stivale, signore miei e sarà dura renderlo calzabile alla perfezione. Al prossimo viaggio in autostrada, pensate ancora a quanti soldi avete regalato alla Dama dell’ANAS. Per fortuna, qualcosa pagherà, fino al prossimo scandalo.

buco NERO

Il terrorismo targato ISIS e il KKK rialza la testa

D

opo le bastonate prese in Tunisia e Libia dall’esercito di Tunisi e Tobruk, il Califfato ed io suoi alleati sono passati al contrattacco con kamikaze ed autobombe contro la popolazione civile ed in pieno centro di Ankara, con due attentatori che hanno provocato oltre quaranta morti e

1215 feriti. Ma non da meno è stato l’atto terroristico promosso in Costa D’Avorio sulla spiaggia di Grand- Bassan sul litorale dove si affacciano tre Hotel pieni di turisti di diverse nazioni. 14 civili e due soldati sono rimasti uccisi da un gruppo di dieci terroristi armati fino ai denti, armati di kalasnikov, al grido di Allah

akbar. Fonte di polizia hanno segnalato che cinque vittime sono europee, una delle quali francese. Il presidente ivoriano Alassane Quauttera si è recato sul posto ed ha mobilitato tutti gli 007 del paese , che collaboreranno con quelli USA. In merito all’attacco di Ankara uno dei sue kamikaze è una donna, sarebbe una

ex studentessa turca, unitasi al PKK curdo nel 2013. Lo ha scritto ilo quotidiano Sozcu. La donna è stata identificata grazie alle impronte digitali ed al fatto che alcune parti del suo corpo erano ancora riconoscibili. L’attacco di domenica compiuto con un autobomba nella centralissima zona di Kizilay, segue di appe-

na un mese l’attentato vicino al quartier generale dell’esercito. La Turchia ha risposto all’atto terroristico con raid aerei contro postazioni del PKK curdo, nelle montagne del Nord Irak. Nel frattempo, in Germania, andata al voto in tre land, forte scossone per il CDU di Anela Merkel e netta ascesa per la destra popu-

Luigi Sada lista anti- immigrati dell’Afd. In Sassonia è ampiamente in testa la CDU con il 29%, mentre il secondo partito è l’AFD, con il 24 %.


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Bianco di Babbudoiu

Cinema

Pino e gli Anticorpi per una favola sarda

Anastasia Mazzia

I

l noto trio sardo Pino e gli Anticorpi, direttamente da “Colorado Cafè” arrivano al cinema dal 17 marzo con la commedia “Bianco di Babbudoiu”, diretto da Igor Biddau. Il trio comico di Sassari composto da Roberto Fara e i fratelli Michele e Stefano Manca sono i protagonisti di una favola tutta sarda, giocata tra equivoci e situazioni tragicomiche. “Bianco di Babbudoiu” racconta le vicissitudini di una famiglia di produttori di vino, alle prese con la crisi economica. I fratelli Michele e Roberto Mannu, insieme al

cognato Stefano Fais gestiscono le tenute Babbudoiu, un’azienda vinicola fondata nel 1948 da loro padre, nel comune di Sassari. A dispetto della crisi economica imperante, l’azienda gode di ottima salute: i soci vantano molti beni di lusso ed organizzano convention faraoniche. Quando però scopriranno che la società ha accumulato 500000 euro di debiti e che hanno solo 15 giorni di tempo per trovare il denaro necessario per evitare il fallimento, ai soci non resterà altro che improvvisarsi band criminale. Lo script sicuramente non pecca di originalità: il film risulta essere la solita commedia all’italiana degli equivoci dove i malcapitati devono re-inventarsi per sopravvivere. La regia è curata e l’apprezzato trio comico funziona bene. In realtà la sceneggiatura zoppica in molte sue parti e lo sviluppo narrativo sembra

vagare alla ricerca di un suo perché. Infatti le battute sono spesso citofonate, molte gag mal riuscite, sketch al limite del ridicolo se non del cattivo gusto. Così la pellicola risulta essere una banale favoletta sarda che, purtroppo, in pochissime occasioni riesce a strappare qualche sorriso allo spettatore. Degna di nota è la fotografia: c’è tutta la bellissima Sardegna con il suo meraviglioso mare ed il suo paesaggio brullo e selvaggio. Il cast del film si arricchisce anche di molti volti noti della tv da Caterina Murino, Benito Urgu, Valeria Graci, Dario Cassini, Carlotta Bazzu, Marco “Baz” Bazzoni, Francesca Rossi e Digei Angelo (Domenico Raffaele). “Bianco di Babbudoiu” dimostra come, ancora una volta, un trio comico affermato sul palcoscenico e sul piccolo schermo non si dovrebbe cimentare in un lungometraggio al cinema.

Ave, Cesare! La parodia di Hollywood per i fratelli Coen cinema western che lo Studios vuole promuovere ad attore di commedia sofisticata. Infine c’è un ballerino di tip tap di famosi musical che cela pericolosi segreti. A questi poi si aggiungono registi problematici, giornalisti curiosi, scandali emergenti. I farteli Coen con questa spassosissima e brillante commedia raccontano il mondo patinato hollywoodiano dissacrando gli

Dal 10 marzo arriva nelle sale cinematografiche la nuova brillante commedia “Ave cesare!” di Joel ed Ethan Coen. Il film si articola in diversi episodi che vedono protagonisti molti volti noti, da George Clooney a Channing Tatum, Scarlett Johansson, Alden Ehrenreich e Tilda Swinton; per non parlare poi di alcuni cammeo che portano in scena Ralph Fiennes, Frances McDormand, Christopher Lambert e Dolph Lundgren. Elemento comune sono gli studios di Hollywood negli anni ’50. Capitol Pictures è una grande major che produce moltissimi film a ritmi incalzan-

ti, spaziando tra vari generi e cercando di sfruttare al meglio gli attori a loro disposizione. Il direttore generale è Eddie Mannix (Josh Brolin) che deve far fronte a problemi di ogni specie per far andare avanti le produzioni. C’è il caso dell’attore principale del Kolossal su Gesù che viene rapito dal collettivo di sceneggiatori comunisti che ne chiedono il riscatto. C’è la famosa attrice di film di ballo acquatico che è rimasta incinta e bisogna velocemente trovarle un marito per salvarne l’immagine dinanzi alla puritana e bacchettona società americana. C’è anche la star del

anni della mitologia cinematografica. Infatti molti sono gli omaggi e le citazioni: dalla parodia della bellissima Esther Williams all’indimenticabile Gene Kelly, per non dimenticare il mitico Charlton Heston. Ad una ricca e ben articolata sceneggiatura corrisponde un ritmo incalzante e brioso. Pungente e sottile è la solita critica dei fratelli Coen verso il pa-

tinato mondo hollywoodiano. Fabbrica di sogni di ieri come di oggi, il mondo del cinema è un universo con le sue contraddizioni e le sue storture che chiede allo spettatore un atto di fede, qual è quello del centurione romano protagonista dell’episodio del Kolossal su Gesù. Allo stesso tempo i registi affrontano nuovamente il tema del destino, spesso beffardo, che sovrasta e

domina comunque tutte le situazioni. La complessità della vita così viene vanificata: ogni credo religioso, ogni ideale filosofico o economico risultano sovrastrutture inutili dinanzi ad un destino molto più fluido e rigoroso. “Ave Cesare!” è una commedia brillante e spassosa, ennesima prova di genialità creativa dei sempre apprezzabili fratelli Coen.


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Musica

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Mazda e il suono di domani per Tomorrowland Mazda riconferma la partnership con Tomorrowland anche per la prossima edizione. Non solo: lancia anche il concorso “The Sound Of Tomorrow”, alla ricerca di un nuovo talento e una nuova hit

Riccardo Sada

È

stata presentata lo scorso giovedì, 10 marzo, a Barcellona, in Spagna, l’iniziativa che mette insieme, per il secondo anno consecutivo, due grandi brand come Mazda e Tomorrowland. Il marchio nipponico sarà di nuovo partner automotive esclusivo del grande festival che si tiene ogni anno in Belgio, a Boom, nel mese di luglio. Interessante è l’idea di Mazda di quest’anno: dare via a un contest riservato ai dj che in questo modo avranno l’opportunità eccezionale di esibirsi sullo stage Mazda all’interno del festival. A fare da anfitrione alla kermesse sarà Felix Safran De Laet, noto ai più come Lost Frequencies. già ambassador di Mazda e membro della giuria. Il popolare dj e produttore, che

decreterà il nome vincitore della competizione, si è dichiarato soddisfatto del sodalizio con il brand giapponese e dell’idea di poter premiare un collega che aspira a un palco di così grande prestigio. “Una grande opportunità, questa, che non poteva che non arrivare da grandi marchi

come Mazda e Tomorrowland”, ha detto Lost Frequencies. “La collaborazione tra due grandi marchi può dare tante chance a coloro che hanno qualcosa da mostrare a livello creativo”. “The Mazda Sound Of Tomorrow DJ Competition”, che darà spazio ai futuri top dj provenienti da tutta

Europa, potranno partecipare al concorso caricando i loro mix di minimo 15 o massimo 30 minuti sulla piattaforma musicale social Mixcloud tra il 25 marzo e il primo maggio www.mixcloud. com/competitions/mazdasounds/ ”www.mixcloud.com/competitions/mazdasounds/) utilizzando l’hashtag #MazdaSounds. Una rosa finale di cinquanta concorrenti verrà stilata sulla base di svariati criteri, tra cui il numero di riproduzioni, le repliche e i fan, così come la capacità e la creatività. La giuria del concorso, composta da rappresentanti di Tomorrowland e Mazda insieme, ivi compreso il citato Lost Frequencies, sceglierà i venti finalisti che parteciperanno l’11 giugno prossimo al Mazda Space all’evento #MazdaSounds live Showdown. I migliori sei otterranno uno slot di un’ora al Tomorrowland sullo stage “Mazda Sound Of Tomorrow Island”.

“Star Wars” in chiave elettronica D

a mercoledì 16 marzo è tornato Italia’s Got Talent, in onda tutti i mercoledì alle 21.15 su TV8, il canale 8 del digitale terrestre. Dieci le puntate in tutto, per esaltare il talento in ogni sua forma, e che culmineranno con la finalissima in diretta da Roma in cui solo il pubblico da casa potrà votare ed eleggere il vincitore. Confermatissima la giuria, il quartetto composto da Claudio Bisio, Lu-

ciana Littizzetto, Frank Matano e Nina Zilli. Novità di questa edizione 2016 la conduzione, affidata alle giovani e frizzanti mani di un talento già affermato a livello planetario, nonostante la giovane età, quello di Lodovica Comello, acclamata da milioni di fan grazie alla sua partecipazione nella serie musical Violetta. Novità assoluta di questa edizione, inoltre, TuttiGiorni’s Got Talent, il notiziario ufficiale del

programma in onda in esclusiva su TV8 dal lunedì al venerdì alle 19.45, condotto da Rocco Tanica e Lucilla Agosti. Con un record di 460 milioni di spettatori in tutto il mondo, il format ideato da Simon Cowell resta uno dei programmi di maggior successo internazionale e l’edizione italiana prodotta da FremantleMedia accenderà la primavera di TV8, la nuova casa di Italia’s Got Talent.

Il ritorno di Italia’s Got Talent

U

n’entusiasmante rilettura in chiave elettronica della colonna sonora di “Star Wars” approda grazie a Hollywood Records (Universal Music) il 18 di questo mese. L’evento cinematografico dell’anno si fonde con il mondo dei dj produttori, alle prese con gli effetti

sonori del film. Un capolavoro discografico per appassionati della saga e del genere •elettronico. Si parte con Kaskade “C3PO’s Plight”, Baauer “Cantina Boys”, Shag Kava e A‐Trak “Jabba Flow”, Rick Rubin Re‐Work Claude Vonstroke con Barry Drift “R2 Knows”, Bonobo “Ghomrassen”,

Röyksopp “Bounty Hunters”, Flying Lotus “R2 Where R U?”, Shlohmo “Druid Caravan Of Smoke”, Galantis “Scruffy‐Looking Nerfherder” e molti altri. HYPERLINK “http://www. starwarsheadspace.com/”www. starwarsheadspace.com


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teatro

D

opo diversi anni di assenza “Fame The Musical” debutta a Milano al Barclays Teatro Nazionale il prossimo 7 aprile con una versione speciale in occasione dei 35 anni dall’uscita del film. Un omaggio a tutte le atmosfere anni ‘80 e ai ricordi che “Fame” richiama alla nostra memoria.

Oltre a rivivere tutte le emozioni della scuola alcuni fortunati potranno entrare direttamente nell’accademia: ogni sera saranno disposti direttamente sul palcoscenico 10 posti per poter assistere allo spettacolo dall’Auditorium della Scuola di Fame. “Fame” racconta la vita degli allievi e gli insegnanti della rinomata ed esclusiva High School of the Performing Arts di New York. Un gruppo di ragazzi, la loro passione e la loro dedizione per il mondo dello spettacolo; una storia che continua a conquistare ed emozionare nuove generazioni di pubblico ed ispirare miriadi di giovani talenti.

Il ritorno di Fame


Suoni e Sapori

non solo calcio

F

iocco di Neve di Poppella. Altro che babà, sfogliatella e pastiera, a Napoli c’è una fila per mangiare questo dolce venduto a 0,90 euro che fa sballare. Le più grandi idee nascono nel ventre di Napoli e nel rione Sanità da alcuni anni nella Pasticceria Poppella spopola il fiocco di neve, una dolce e soffice brioscina farcita con crema al latte, panna e ricotta. Ma come nasce? Il fiocco di neve di Poppella nasce da una chiacchierata tra amici, in cui si cercava di capire come farcire i dolci tradizionali, soprattutto le sfogliatelle, per creare delle varianti rispetto a quelle tradizionali. Così, tra una proposta ed un’al-

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Il fiocco di neve della Pasticceria Poppella che fa impazzire Napoli tra, è nata prima l’idea di questa crema al latte, con panna, ricotta e poco zucchero, ma invece di rinchiuderla dentro la classica pasta sfoglia, si è pensato ad una brioscina leggera, come quelle da colazione. Da lì, nel giro di pochi anni, è stato un boom di successo, tanto che ormai arrivano clienti da tutta la città per acquistare il fiocchi di neve di Poppella. Il nome è venuto proprio dal suggerimento di un amico di Ciro Poppella, che inizialmente lo aveva chiamato “morbidone”. Tornando da un viaggio in montagna, l’amico ha suggerito di chiamarlo “fiocco di neve”, perché per la sua morbidezza e leggerezza gli ricordava proprio quello.

I fiocchi di neve vengono poi ricoperti di zucchero a velo, per sottolineare il riferimento alla neve, e costano novanta centesimi al pezzo. Poppella nasce nella sanità come tarallificio e rosticceria, ancora oggi le casalinghe della sanità durante il periodo di Pasqua portano i loro tortani e casatielli a cuocere nel forno di Poppella, come si faceva una volta. La rosticceria è nota anche per il pagnottiello. Poi negli anni è arrivata la svolta con la pasticceria, che è stata lanciata proprio grazie al fiocco di neve di Poppella Pasticceria Poppella Via Arena della Sanità, 24 Napoli Tel: 081.455309

Chi conosce cos’è il Piennolo?

I

l piennolo (Lycopersicon esculentum) è uno dei prodotti più tipici ed antichi dell’agricoltura campana, tanto da essere perfino rappresentato nella scena del tradizionale presepe napoletano.

Esso beneficia del terreno vulcanico e del sole generoso: si dice che anche il suo colore “ardente” sia opera del vulcano, poiché secondo la leggenda, le sue radici si nutrono della lava stessa del Vesuvio.

Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio si coltiva con un metodo tradizionale, che prevede l’ausilio di sostegni con paletti di legno e filo di ferro, che evitano che le bacche tocchino terra e fanno sì che ricevano uniforme-

mente i raggi solari. I pomodori, del peso di circa 25-30 grammi, sono rotondi e presentano un piccolo pizzo all’estremità inferiore. La buccia è coriacea e la polpa, soda e compatta, ha un caratteristico sapore dolce dal

retrogusto acidulo, dovuto alla particolare concentrazione di zuccheri e sali minerali. Questa varietà è detta anche “del Piennolo”, perché la tecnica di conservazione tradizionale vuole che si formino dei “Piennoli”,

cioè pendoli: grappoli interi, raccolti tra luglio e agosto, sistemati su un filo di canapa legato a cerchio, per comporre un unico grande grappolo, conservato sospeso in luoghi asciutti e ventilati. Questo sistema favorisce una lenta maturazione e consente di avere “oro rosso fresco” fino alla primavera seguente all’anno della coltivazione. Nel corso dei mesi il Pomodorino, pur perdendo il suo turgore, assume un sapore unico e delizioso, divenendo un ingrediente essenziale di tanti piatti tipici napoletani: regala un tocco inconfondibile alla pizza, alle bruschette, agli spaghetti, alle salse, agli intingoli a base di pesce e a mille altre ricette. Il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio viene apprezzato sul mercato sia allo stato fresco, che nella tipica forma conservata “al Piennolo”, oppure anche come conserva in vetro, secondo un’antica ricetta familiare dell’area, denominata “Pacchetella”. L’area tipica di produzione e conservazione del Pomodorino del Piennolo coincide con il territorio del Parco Nazionale del Vesuvio. Il Pomodorino è ricco di Vitamina A e C, di cui sono noti da tempo gli effetti anticancerogeni, di sali minerali quali Calcio, Fosforo e Potassio, indispensabili per il corretto funzionamento del cuore e dei muscoli, e di Licopene, che esercita nell’organismo un’azione antiossidante, stimolando la produzione di enzimi che bloccano l’azione cancerogena dei radicali liberi. Napoli in Progress


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