N 12 2016 inter juventusweb

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mercoledì 2 marzo 2016 anno 6 numero 12

Sport & Spettacolo

Inter

Juventus

salvo l’onore

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L’ora della frutta. L’Inter per la quarta volta in questa stagione incontra la Juventus contro la quale non ha mai segnato. Nel computo totale cinque sberloni a zero. Una sciagura l’inverno nerazzurro. Tipo ritirata da Stalingrado, ricordi che portano al 1942-1943. Chiedo scusa per il paragone troppo ardito, ma in questo momento la squadra di Mancini sembra più una compagnia da tre soldi (richiamo al geniale Bertholt Brecht), un nugolo di straccioni proiettati verso le miserie del pubblico ludibrio. E non c’è bisogno di chiedere teste per uscire da una crisi che parte da lontano. Mancini ha gravi responsabilità, prima di tutto credere nella qualità di molti giocatori più adatti a una provincia baldanzosa che ha una città impegnativa. La Coppa Italia poteva essere l’unica via d’uscita e invece i nerazzurri sono riusciti a gettare tutto allo Juventus Stadium. Il ritorno sarà solo una resa delle armi, sperando di fare un gol per levarci quella maledizione a tinte bianconere. Con le pezze al sedere l’Inter prova nella rimonta disperata di acciuffare un posto in Champions League ma, alla luce degli ultimi eventi, sarebbe più facile vedere un asino volare. Il quinto posto attuale è un insulto a coloro i quali pensavano di aver ritrovato l’apprezzamento a una maglia, il dolore di una sconfitta, il sudore come filosofia di vita, il cuore come mezzo attraverso il quale vincere le battaglie più difficili. Niente di tutto questo. La desolazione sta assalendo il club che è sempre più solo in mezzo ad avversari più affamati. Non è più ora di verità, ma di dignità. Perdere anche in casa con la squadra di Allegri significherebbe la distruzione totale. La vittoria in questo momento è l’unico argomento che interessa al tifoso interista. Dopo la Juventus, ci saranno Palermo e Bologna. E’ facile immaginare 6 punti, è doloroso pensare di non poterli fare. Sembrano così lontane Fiorentina e Roma, così vicino il Milan da fare paura. Non è mai troppo tardi per risollevarsi, ma se manca il senso di appartenenza di ciò che si è, allora nessuno spreca energie. Nulla ha senso, se la convinzione è sotto le scarpe. Oggi, c’è da chiedersi se qualcuno ne possieda almeno un paio.

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povera Inter, siamo alle solite tinuando così, non possano

A Torino, campo dell’Alessan-

non superarci ancghe se l’im-

dria, un mese fa il Milan ha

pegno più difficile è il loro,

sudato parecchio per vincere,

domenica pomeriggio con il

visto che ha avuto bisogno di

Sassuolo. Noi affronteremo a

un calcio di rigore per far sua

San Siro il Palermo e sicura-

la sfida. Comunque, nel cal-

mente ci metterà l’anima per

cio, mai dire mai.

uscire dalla sfida con noi con

Dall’Inter, dopo il 2-0 di due

un risultato positivo. Adesso

giorni fa, mi attendo una re-

c’è la Coppa Italia, però since-

azione. Mancini è incavolato

nuovo,

ramente, è inutile farci illusio-

a morte con i suoi giocatori e

Inter vecchia. E’ la

ni per il passaggio del turno,

se qualcuno sgarra ancora per

solita storia, se dia-

dal momento che la Juventus,

un bel pò di tempo, non vedrà

mo un’occhiata alla classifica

all’andata, ci ha rifilato tre gol.

più la prima squadra. Un in-

vediamo, dopo la sconfitta di

I bianconeri andranno sicu-

vito ai tifosi nerazzurri: anda-

Torino dell’altra sera con la

ramente in finale, ma atten-

te tutti allo stadio e sostenete

Juve, il nostro ritardo è sali-

zione all’Alessandria che gio-

più che potete questa squadra

to a ben tredici punti. Roba

cherà questa sera a San Siro

ormai malata terminale.

da non credere, dal momento

con il Milan.

che prima di Natale il distacco

I piemontesi hanno perdu-

era al contrario. Non bastasse,

to smalto in campionato,

abbiamo il fiato sul collo del

lasciando diversi punti per

Milan. I cugini con la vittoria

strada, ultimi della serie quel-

schiererà la formazione mi-

ce velenose come Bocalon e

sul Torino ed il nostro flop

li persi con la sconfitta inter-

gliore ed il Milan dovrà stare

Marconi, due giocatori che

con la Juve, sono ad un solo

na con il Bassano di tre giorni

molto attento perchè Gre-

sicuramente il prossimo anno

punto e non è detto che, con-

fa. A San Siro, l’Alessandria

gucci ha nel suo arco frec-

faranno un salto di categoria.

Sandro Mazzola

C

ampionato

Inter Allenatore

Roberto Mancini

STADIO

MEAZZA

Arbitro: Paolo

INTER (4-3-3)

Juventus ORE 20.45

Allenatore

Massimiliano Allegri

Mazzoleni di Bergamo Juventus (4-3-1-2)


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Inter... Parliamone

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è ANCORA JUVENTUS Tentar non nuoce, anzi

S

ono passati appena tre giorni dalla sconfitta di campionato con la Juve e l’Inter, questa sera al Meazza, rivede la Vecchia Signora, non perché ne sia innamorata, ci mancherebbe, ma per tentare l’impresa qualificazione in Coppa Italia, che dopo il pesante cappotto dell’andata ( 3 – 0 in favore dei bianconeri), è solo utopia. Nel calcio, comunque, bisogna provarci sempre, guai a tirarsi indietro

e rinunciare a correre dietro un pallone che in 90 minuti o poco più può riservare sempre sorprese. Si perché, a volte, perfino un ciuffo d’erba può risultare decisivo per indirizzare il pallone nell’angolo dove il portiere nulla può fare. Dare quattro palloni alla Juve, senza subire alcuno per vedere la finale derby con i cugini sembra proibitivo per l’Inter. Specialmente in questo momento dove tutto gira a meraviglia, la troupe di Allegri non lo permetterà

mai, nemmeno se in campo dovessero scendere le riserve, anche perché in una squadra come la Juve non mancano giocatori alternativi di qualità che possono creare problemi a qualunque avversario. Dunque, i nerazzurri hanno bisogno di una sterzata e al di là della qualificazione insperata, devono cercare di vincerla questa quarta sfida con la Zebra, soprattutto considerando che quest’anno l’Inter, nelle tre gare finora disputate contro i bianconeri, ha ottenuto due sconfitte e un pareggio; quest’ultimo rimediato nella gara casalinga di campionato dello scorso ottobre e conclusasi sullo zero a zero. Soccombere sempre contro l’acerrima nemica a strisce bianche e nere per i tifosi della beneamata non fa certamente piacere e i giocatori non lo devono dimenticare. Allegri ha dichiarato che non vuole scherzi. Ora che è vicina, vuole la finale bis di Coppa; un traguardo che la Juve non conquista dalla stagione ‘59/60. Grande quindi è l’occasione per l’Inter di riscattarsi e fornire perlomeno un prova d’orgoglio, dopo la brutta e recente prestazione di Torino proprio contro i bianconeri, che conferma i soliti problemi, cioè la mancanza di gioco, identità e grinta, che sono comparsi in questa prima tranche del 2016, evidenziando anche macroscopici errori individuali, come quello di D’Ambrosio, in occasione del vantaggio di Bonucci, giocatore in diffida e che doveva essere squalificato contro i nerazzurri per il fallaccio precedente di Bologna e che poi, guarda caso, è risultato determinante, realizzando il primo gol della Juve. Dal 1909 ad oggi l’Inter ha disputato 30 gare di Coppa Italia contro la Juve. Sedici sono state giocate davanti al proprio pubblico. I nerazzurri in casa hanno vinto 5 volte, 7 le sconfitte e 4 i pareggi. L’ultima gara disputata al Meazza risale al 28 gennaio 2010. Quarti di finale. L’Inter si impose 2 a 1 con reti di Lucio e Balotelli, con Josè Mourinho in panchina. Nel 2008, invece, con il Mancio in panca, l’andata dei quarti di finale terminò 2 a 2 con doppietta di Cruz. L’ultima vittoria juventina si verificò invece nel 2004 nelle semifinali di ritorno ai calci di rigore, dopo il 2 a 2 sancito allo scadere dei novanta minuti di gioco.


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Vita di CLUB

Giovanni Labanca

U

no degli Inter Club che maggiormente si distingue in Lombardia è quello di Somma Lombardo, dedicato ad Angelo Moratti, il presidentissimo che vide i natali in questo magnifico posto. La presidentessa Anna Maria Cantù, dal polso duro ma dal carattere con un cuore grande quanto il mondo, tratta tutti i suoi soci con familiarità, preoccupandosi, in modo particolare, dei loro aspetti umani e delle loro condizioni sociali. Tra le attività che sono in primo piano dell’Inter Club c’è l’assistenza alla ONLUS ANFFAS, che raggruppa giovani, per far sentire loro l’affetto come se fosse di una madre. Ogni do-

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INTER CLUB SOMMA LOMBARDO menica con un particolare servizio , li fa accompagnare a san Siro per assistere alla partita che, testimone il sottoscritto, questi ragazzi vivono con passione fino all’ultimo istante. “Non avrebbe senso, ci dice Anna Maria Cantù, limitare le attività di un sodalizio sportivo al solo tifo. Ho scelto questa assistenza perchè sono consapevole che bisogna dare una mano a chi dalla vita ha avuto dispiaceri. Non ci costa tanti sacrifici, in fin dei conti, perchè possiamo contare sulla solidarietà della nostra comunità ed anche di piccole aziende che sono orgogliose di stare al nostro fianco. Per questo le ringrazio tutte di vero cuore”. La settimana scorsa, l’intero gruppo. è stato ospite per una intera giornata ad Appiano Gentile, ospiti della società ed i ragazzi hanno avuto modo di vivere ore meravigliose in compagnia dei loro beniamini, con cui hanno avuto anche scambi di opinioni sulla attuale situazione dell’Inter. Tutti felici e per almeno una giornata hanno potuto tenere lontano i dispiaceri giornalieri, accanto alla squadra del cuore, che , anche stasera, sarà da loro seguita a bordo del primo anello blu, con la immutata passione di sempre, come se

fosse una grande giornata speciale. Stadio5 si congratula con la presidentessa Anna Maria per la lodevole attività svolta, nonostante gli anni non siano pochi, cosa che non le impedisce di essere anche una bella mamma speciale.


Vita di CLUB

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Giovanni Labanca

A

mare l’Inter al di là delle distanze. E’ un assioma che tocca tutti gli Inter club d’Italia, specialmente quelli lontani

Giù al Nord

C

erto che se non fosse per questa Coppa tanto vituperata, talvolta fastidiosa e con una formula assurda, sarebbe molto meglio il metodo inglese che diverte e fa in modo che anche squadre di seconda e terza fascia possano giocarsela; ma senza questa opportunità la famosa Milano da bere, non avrebbe dove dissetare la sua gola arsa dalla rabbia e dal dispiacere per come stanno andando le cose in campionato. Anche quest’anno dietro Torino, Roma, Napoli e Firenze, come oramai accade da un bel poco di cam-

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da Milano. Uno di questi, è quello di Cerignola, dedicato a Zanetti , che ogni domenica occupa il suo bravo posto sugli spalti di San Siro, come si vede nella foto, con un alfiere eccezionale che è il vicepresidente dell’Inter Club Templari, Pietro Gallenzi, visto che tra i due sodalizi esiste un gemellaggio di idee e passione. L’Inter Club di Cerignola, da poco con una nuova e moderna sede, è frutto dell’intraprendenza di Leonardo Labia, Nunzio Antonacci, Pasquale Rannoli, Umberto Longo, Vito Gadaleta e Franco Padovano.

La Coppa Italia vista da Terronia pionati, c’è una debacle sconsolante per la storia del pallone in terra meneghina, nonostante le campagne acquisti milionarie. Non sarebbe male a questo punto che magari la finale fosse proprio tra le due deluse lombarde, sarebbe un contraccolpo magari per la Juventus, anche se per l’Inter l’impresa è ardua se non addirittura impossibile. La Juventus probabilmente uscirà anche dalla Champions, così che a fine stagione si ritroverebbe senza titoli almeno per questa sessione. Almeno ce lo auguriamo … Naturalmente il mio è un augu-

rio interessato, perché tra i titoli che i non colorati dovrebbero cedere per strada ci sarebbe quello che noi qui agogniamo, di strappare dal petto dei piemontesi, quel triangolino che manca nella capitale sebezia da oltre un quarto di secolo, ma questa è un’altra storia. Da tifoso del calcio e non tifoso della Juve, auguro davvero di tutto cuore che l’Inter possa accedere alla finale e affrontare il Milan (già finalista), non tanto per Mancini, che con noi è stato di una vigliaccheria inaudita, dimostrando tra l’altro di non

essere quel grande allenatore che molti ritengano lui sia ma solo un tecnico oltremodo sopravvalutato, ma perché c’è davvero bisogno di dare un senso a questa stagione anche per le milanesi, per giustificare tutti quei soldi spesi, sia dalla sponda rossonera ma anche per quel che riguarda il club nerazzurro, ultimo quello di Eder, che ancora oggi in molti si chiedono se davvero fosse stato un acquisto necessario da fare a gennaio. Il match Milan - Alessandria è già definito, visto che all’andata gli uomini di Siniša Mihajlović, vinsero per 1 a 0. La partita di ritorno si gioca a San Siro. I rossoneri dovranno difendere la vittoria di misura ottenuta in trasferta, cosa che non sembra essere così semplice visto com’è andato l’incontro d’andata, il quale ha visto i grigi tener testa ai rossoneri e subire goal solamente su calcio di rigore. Certo, la rosa del Milan è in grado di battere a mani basse quella piemontese, ma nel calcio siamo abituati a favole dal lieto fine e chissà che l’Alessandria non sia protagonista di una di queste. Il Meazza di Milano ospiterà a distanza di poche ore anche Inter - Juventus. Infatti, la gara sarà di scena il 2 marzo. Strano che a distanza di 24 ore si faccia rigiocare un match così importante, sarebbe stato meglio a mio sommesso avviso spostare la partita almeno di 48 ore per dare tempo al terreno di gioco di riassestarsi

meglio, penso che ciò potrebbe essere necessario per non dover giocare su un campo messo in disordine dalla partita del giorno prima, anche se un posticipo potrebbe influire sul calendario dei bianconeri, che tra campionato e Champions League hanno diversi impegni in questo periodo. Le formazioni di Mancini e Allegri, tra l’altro, si sfidano a poca distanza dalla partita di Serie A del 28 febbraio che si è svolta allo Juventus Stadium, e che ha visto l’umiliante sconfitta subita degli uomini di Erick Thohir, non tanto nel risultato ma piuttosto nel gioco, risultato che anche in coppa Italia è comunque difficile

da capovolgere, quel 3 a 0 sarà complicato da ribaltare, ma la palla è rotonda e di miracoli ne sono pieni i cieli. Una rimonta dei nerazzurri è quasi impossibile, ma sarebbe un bellissimo spot per l’intero carrozzone della pedata, tutto ciò potrebbe avverarsi solo attraverso un disastro juventino, cosa finora rilevata solo a inizio stagione, tuttavia per l’Inter uscire dalla competizione con un risultato positivo potrebbe comunque migliorare l’umore degli interisti ed essere di spinta per il finale di stagione. Da Terronia saremo per una notte tifosi nerazzurri di sicuro.


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Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro Raimondi

IL DERBY DELLA MADONNINA

pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00 isbn 978-88-6218-242-3 ell’ottobre del 1908, curioN samente a Chiasso, si disputava il primo Inter-Milan,

la sfida che sarebbe diventata il derby italiano per eccellenza, il più giocato, il più prestigioso. Il derby della Madonnina ne celebra la storia ripercorrendo in sessantuno storie la sua gloriosa epopea attraverso partite famose e incontri che pochi conoscono. Un lungo, intenso e vivace racconto, ricchissimo di aneddoti, interviste, personaggi: dai fratelli Cevenini all’immenso Meazza che segnò con entrambe le maglie, dai fuoriclasse come Nyers e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola, Matthaeus e van Basten, Ibra e Kaká, a giocatori magari meno celebri ma che un’impronta, nella stracittadina, l’hanno lasciata: Smerzi, Bonizzoni, Cappellini, Belli, De Vecchi, Minaudo e tanti altri. Calcio, dunque, ma non solo. Poesia, musica, fatti di cronaca si inseriscono spesso e volentieri nei racconti, al pari delle vicende di una città fortunata a possedere il derby. Perché la stracittadina, oltre a essere emozione allo stato puro, è anche de-

mocrazia: una sorta di bipolarismo calcistico, l’esaltazione della dialettica, della libertà. Questo libro rappresenta un sincero, appassionato atto d’amore nei suoi confronti. Alberto Figliolia è giornalista pubblicista. Collabora con il «Gazetin», periodico indipendente di cronaca civile, e «tellusfolio», rivista telematica “glocal”. Allenatore di basket, ha provato a coniugare la passione dell’insegnamento con i concetti di agonismo, democrazia e solidarietà. Collabora con Silvana Ceruti alla conduzione del Laboratorio di Scrittura creativa nella Casa di Reclusione di MilanoOpera. Ha scritto numerosi libri navigando fra poesia e sport. Condivide con Çlirim Muça la vocazione alla divulgazione dello haiku e crede con fermezza nel martello libertario e gandhiano della poesia. Davide Grassi, giornalista pubblicista, ha collaborato con diversi quotidiani nazionali – tra cui il «Corriere della Sera» – prima di approdare agli uffici stampa. Ha pubblicato Inter? No, grazie! (Limina, 2002), Rossoneri comunque (Limina, 2003) – antologia curata con Andrea Scanzi –, La palla è rotonda? (Limina, 2003),

Christopher Nasso

Rossoneri. Il manuale del perfetto casciavit (Fratelli Frilli Editori, 2008). Nel 2013, ha curato il Diario della mia guerra (Segni e Parole), scritto da suo padre Paolo, e nel 2014 ha partecipato all’antologia 33 Racconti rock (QuiEdit). Il suo sito è www.davideg.it, il blog www.fuorigiocoblog.com. Mauro Raimondi, milanese, ha esordito nel 2003 con Invasione di campo. Una vita in rossonero (Limina), partecipando all’antologia Rossoneri comunque (Limina, 2003). Insegnante di Storia di Milano, ha curato la biografia del poeta Franco Loi in Da bambino il cielo (Garzanti, 2010). Della sua città ha raccontato il cinema in Milano Films 1896/2009 (Frilli, 2009, coautore M. Palazzini), le testimonianze dei viaggiatori stranieri in Dal tetto del Duomo (Touring Club, 2007) e i libri in CentoMilano (Frilli, 2006). I tre autori hanno pubblicato insieme Centonovantesimi (Sep, 2005), Eravamo in centomila (Frilli, 2008) e Portieri d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010, Figliolia e Grassi hanno inoltre scritto La sua Africa. Storia di Samuel Eto’o (Limina), e nel 2012 Grassi e Raimondi hanno pubblicato Milano è rossonera (Bradipolibri).


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Estero

Cade il PSG per la prima volta Il derby di Madrid va all’Atletico

Luigi Sada

Fuga del Barcellona in Liga, con l’Atletico Madrid che lo tallona, si fa per dire, con otto punti di ritardo. La squadra di Simeone ha fatto suo il derby di Madrid, castigando le merengue di Zidane. Per Ronaldo e compagni è notte fonda per quanto concerne la lotta per lo scudetto, dal momento che il Barcellona, in rimonta al Nou Camp, ha avuto la meglio sul Siviglia, grazie ai gol di Messi e Pique. Non molla e fa sentire il fiato addosso al Real il Villa Real, grazie ad una tripletta al fanalino di coda Levante, firmata da Baptistao, Castillejo e Lopez. La squadra di Pepito Rossi ha giocato per buona parete dell’incontro in dieci per l’espulsione di Navarro. Nei bassi fondi della classifica, colpaccio del Granada a Lacoruna, con il Deportivo, mentre las Palmas in casa del Eibar.

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In Francia, sorpresa, prima sconfitta del campionato per il PSG a Lione. La squadra di casa va in vantaggio con Cornet ed Darder, nulla vale il gol di Lucas. il parigini, grazie allo zero a zero del Monaco a Nantews, mantengono i ventitre punti sulla squadra di Jardin. Torna al successo, nello scontro diretto per il terzo posto, il Caen corsaro a St:Etienne, mentre affonda davanti al proprio pubblico, il Nizza, perdendo contro i corsi del Bastia. Quasi retrocessi Tolosa e Troyes, battuti in casa rispettivamente dal Rennes e Lorient. In Germania, il Bayern Monaco, reduce dal 2-2 con la Juventus in Champions, prosegue la sua cavalcata solitaria, andando a vincere a Wolfsburg, con due reti siglate da Coman e Levandowsky. Oggi e domani turno infrasettimanale per la Bundes Liga, con i Bavaresi che ospitano il Mainz, mentre il Borussia Dortmund gioco sul campo del Darmstadt, l’Hertha a Berlino aveva di fronte l’Eintracht Francoforte. L’Hannover, ultima in classifica,

riceverà il Wolfsburg. Si gioca anche in Premiere League, dopo il successo del Machester City nella finale di Wenbley, vinta dal Manchester City ai rigori, con il Liverpool. Manco

farlo apposta, le due squadre si ritroveranno una di fronte all’altra mercoledì sera a Liverpool. Turno facile, sulla carta, per il capolista Leicester di Ranieri sul terreno di casa contro il WBA. L’inseguitore Totenham è chiamato al derby di Londra con il West Ham, mentre l’Arsenal ospiterà lo Swansea di Paloschi.


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Alberto Figliolia, Davide Grassi, Mauro Raimondi

IL DERBY DELLA MADONNINA

pagine 284 - ill. - prezzo € 16,00

smo calcistico, l’esaltazione della

to casciavit (Fratelli Frilli Editori,

isbn 978-88-6218-242-3

dialettica, della libertà. Questo

2008). Nel 2013, ha curato il Dia-

libro rappresenta un sincero, ap-

rio della mia guerra (Segni e Pa-

ell’ottobre del 1908, cu-

passionato atto d’amore nei suoi

role), scritto da suo padre Paolo,

riosamente a Chiasso, si

confronti.

e nel 2014 ha partecipato all’an-

disputava il primo Inter-Milan,

Alberto Figliolia è giornali-

tologia 33 Racconti rock (QuiE-

la sfida che sarebbe diventata il

sta pubblicista. Collabora con

dit). Il suo sito è www.davideg.it,

derby italiano per eccellenza, il

il «Gazetin», periodico indi-

il blog www.fuorigiocoblog.com.

più giocato, il più prestigioso. Il

pendente di cronaca civile, e

Mauro Raimondi, milanese, ha

derby della Madonnina ne ce-

«tellusfolio», rivista telematica

esordito nel 2003 con Invasione

lebra la storia ripercorrendo in

“glocal”. Allenatore di basket, ha

di campo. Una vita in rossonero

sessantuno storie la sua gloriosa

provato a coniugare la passione

(Limina), partecipando all’an-

epopea attraverso partite famose

dell’insegnamento con i concetti

tologia

e incontri che pochi conoscono.

di agonismo, democrazia e soli-

(Limina, 2003). Insegnante di

Un lungo, intenso e vivace rac-

darietà. Collabora con Silvana

Storia di Milano, ha curato la

conto, ricchissimo di aneddoti,

Ceruti alla conduzione del Labo-

biografia del poeta Franco Loi in

interviste, personaggi: dai fratelli

ratorio di Scrittura creativa nella

Da bambino il cielo (Garzanti,

Cevenini all’immenso Meazza

Casa di Reclusione di Milano-

2010). Della sua città ha raccon-

che segnò con entrambe le ma-

Opera. Ha scritto numerosi libri

tato il cinema in Milano Films

glie, dai fuoriclasse come Nyers

navigando fra poesia e sport.

1896/2009 (Frilli, 2009, coautore

e il Gre-No-Li, Rivera e Mazzola,

Condivide con Çlirim Muça la

M. Palazzini), le testimonianze

Matthaeus e van Basten, Ibra e

vocazione alla divulgazione del-

dei viaggiatori stranieri in Dal

Kaká, a giocatori magari meno

lo haiku e crede con fermezza nel

tetto del Duomo (Touring Club,

celebri ma che un’impronta, nel-

martello libertario e gandhiano

2007) e i libri in CentoMilano

la stracittadina, l’hanno lasciata:

della poesia.

(Frilli, 2006). I tre autori hanno

Smerzi, Bonizzoni, Cappellini,

Davide Grassi, giornalista pub-

pubblicato insieme Centonovan-

Belli, De Vecchi, Minaudo e tan-

blicista, ha collaborato con diver-

tesimi (Sep, 2005), Eravamo in

ti altri. Calcio, dunque, ma non

si quotidiani nazionali – tra cui il

centomila (Frilli, 2008) e Portieri

solo. Poesia, musica, fatti di cro-

«Corriere della Sera» – prima di

d’Italia (A.Car, 2010). Nel 2010,

naca si inseriscono spesso e vo-

approdare agli uffici stampa. Ha

Figliolia e Grassi hanno inol-

lentieri nei racconti, al pari delle

pubblicato Inter? No, grazie! (Li-

tre scritto La sua Africa. Storia

vicende di una città fortunata

mina, 2002), Rossoneri comun-

di Samuel Eto’o (Limina), e nel

a possedere il derby. Perché la

que (Limina, 2003) – antologia

2012 Grassi e Raimondi hanno

stracittadina, oltre a essere emo-

curata con Andrea Scanzi –, La

pubblicato Milano è rossonera

zione allo stato puro, è anche de-

palla è rotonda? (Limina, 2003),

(Bradipolibri).

mocrazia: una sorta di bipolari-

Rossoneri. Il manuale del perfet-

N

Rossoneri

comunque


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Missione compiuta A

Losanna in Svizzera la FAI (Federazione Aeronautica Internazionale) ha assegnato all’Italia l’organizzazione dei campionati del mon-

do di deltaplano nel 2019. Sarà la 22.a. edizione ed il Friuli ad ospitare il massimo evento del volo con questo entusiasmante mezzo senza motore che si regge in cie-

lo grazie alle masse d’aria ascensionali. La decisione unanime premia l’impegno della regione e la particolarità dell’innovativo progetto che contempla una va-

sta e variegata zona di volo sconfinante anche in territorio sloveno ed austriaco. Base operativa a Tolmezzo (Udine) con decolli ed atterraggi dislocati nell’inte-

ro Friuli, Crosits e Cercivento, Cuarnan e Bordano, Meduno e Travesio i principali. Si prevede una partecipazione di circa 200 tra piloti ed accompagnatori in rappresentanza di oltre venti nazioni. Circa 100 i volontari che per due settimane tra luglio ed agosto faranno funzionare la complessa macchina organizzativa sotto l’egida dell’Aero Club d’Italia e la regia del team Volo Libero Carnia e dell’Aero Club Lega Piloti. L’anno prima prova di rodaggio con i pre-mondiali 2018. Le gare di volo libero si svolgono lungo percorsi contrassegnati da punti salienti del territorio che il pilota deve aggirare prima di raggiungere l’atterraggio. La regolarità è confermata dal GPS e dal Live Tracking che permette di seguire la gara da un qualunque computer. Dopo ogni giorno di volo ai piloti è assegnato un punteggio in base all’ordine d’arrivo. La somma dei punteggi parziali dà la classifica finale con assegnazione dei titoli per nazione ed individuali. Mediamente un volo di 100-180 chilometri impegna i piloti per circa mezza giornata, ma distanze e ore variano secondo le condizioni meteo. Nel 1999, 2008 e 2011, i mondiali di deltaplano furono ospitati in Italia con ottimo successo di partecipazione. Infinito il palmare sportivo del team azzurro: otto volte campione del mondo, le ultime quattro consecutive, compresa quella del marzo 2015 in Messico. Tre volte campione d’Europa. Individualmente Alessandro Ploner ha vinto 4 medaglie d’oro e 3 d’argento; Christian Ciech 3 d’oro e tre d’argento. Si aggiungono la medaglia d’oro di Andrea Iemma ai mondiali d’acrobazia e quelle di Elio Cataldi e Gaetano Matrella agli europei e numerosi piazzamenti. Il tutto fa dell’Italia la nazione dominante nel panorama del volo in deltaplano anche con le ali prodotte dalla Icaro 2000.


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Cross per Tutti, festa finale per 1700 atleti a Vimodrone Albanese, Braccia, Dossi e Bono campioni provinciali giovanili

Un gran finale per il Cross per Tutti FIDAL Milano oggi, celebrato lungo le rive del naviglio Martesana in quel di Vimodrone (Mi), alla sua prima esperienza di una corsa campestre grazie agli intrepidi della Nuova Atletica Astro, ben supportati dall’Amministrazione del sindaco Antonio Brescianini. Giornata primaverile per i 1721 atleti arrivati al traguardo dopo 19 gare, corse in un lungo rettilineo pianeggiante che a molti ha ricordato un ippodromo. Conferme per i migliori del circuito, qualche new entry come le vittorie di tappa nei senior di Andrea Lanza e Simona Baracetti, quattro nuovi Campioni Provinciali nelle categorie Ragazzi/e e Cadetti/e. Le gare – Nella prova Senior podio per tre iscritti dell’ultima ora. A metà gara Andrea Lanza (Pro Sesto Atletica) si scrolla della compagnia del bergamasco

Stefano Locatelli (Atletica Valle Brembana) e si invola sui prati della Martesana per chiudere con 20 secondi di vantaggio. In recupero si piazza al terzo posto Francesco Spinelli (Atletica Dalmine). Il migliore delle Promesse è stato ancora una volta Andrea Bellandi (Atletica Cinisello), 6° al traguardo oggi. Nella sfida tra Junior e Allievi primo successo per Thomas Previtali (Atletica Vedano) che supera nel finale Alberto Bellinzoni (Atletica Merate), al comando per gran parte della gara. Terzo al traguardo il primo degli under 18 Marco Volpi (Team-A Lombardia), anch’egli al primo successo. Molto staccati Matteo Bellea (SAO Cornaredo) e Matteo Burburan (Atletica Monza). Nella gara femminile, che comprende tutte le categorie dalle Allieve in su, chiude in bellezza il suo trionfale Cross per Tutti Simona Baracetti (Road Runners

Club Milano – SF45), finalmente davanti a tutte dopo tanti piazzamenti. Il podio è tutto master con l’argento di Elena Fustella (Atletica Lecco – SF55) e il bronzo di Cinzia Lischetti (Marathon Max – SF35). La prima senior di giornata è stata Maria Chiara Bertin (Road Runners Club Milano), nelle promesse quinto centro per Maria Rita Ruzza (Team-A Lombardia), nelle junior successo per Beatrice Taverna (Pro Patria ARC Busto), tra le allieve prima gara e primo centro per la velocista Marisabel Nespoli (Vis Nova Giussano). Giovanili – Dopo la tradizionale carica degli ottocento Esordienti, le categorie giovanili hanno celebrato la giornata del Campionato provinciale. Grande Comitato d’onore a premiare con il sindaco Antonio Brescianini e la presidente di FIDAL Lombardia Grazia Maria Vanni. Appunta-

mento piuttosto sentito visti i 454 atleti che hanno preso partecipato. Sorpresa nella gara delle Ragazze con la vittoria senza mezze misure di Susanna Dossi (Atletica Cassano), davanti a Rebecca Biadati (Atletica Cernusco) e ad Aurora Piaser (PBM Bovisio). Tutto secondo pronostico invece nei Ragazzi con la quinta vittoria per distacco di Jacopo Albanese (Team Brianza Lissone) davanti ad Andrea Fagnani (Atletica Punto It) e a Fabio Massa (Team Brianza Lissone). Nella gara Cadette concede il bis Maddalena Meroni (OSA Saronno), già prima a Seveso, ma il titolo provinciale va a Debora Bono (Riccardi), seconda al traguardo. Completano il podio Martina Oggioni (PBM Bovisio) e Alice Mussi (Athletic Club Villasanta). Tra i Cadetti mai in discussione la vittoria di Giorgio Braccia (PBM Bovisio) che ha preceduto Luca Aliprandi (Atle-

tica Sovico) e Alessandro Felici (Atletica Muggiò). Master – Nella prova M35-M45, corsa con i senior, il migliore di tutti è stato Claudio Manzoni (Runners Bergamo – M40), 5° al traguardo, davanti a Lorenzo Chiappelli (Atletica Assago – M40) e a Fabrizio Rosson (Atletica Cinisello – M35). Nella gara per i Master over 50 va in scena l’ultima, appassionante sfida tra Massimo Martelli (Road Runners Club Milano-M50) e Marcello Rosa (Libertas Sesto – M50). Dopo aver staccato tutti, la coppia si presenta al traguardo mano nella mano per un bel gesto di amicizia sportiva. Il fotofinish dice Marcello Rosa stavolta. Terzo posto per Michelangelo Morlacchi (Runners Bergamo). Classifiche di società – Nella sfida degli Assoluti (Sen-ProJun-All) missione compiuta per

il Team-A Lombardia, che conferma la leadership con il miglior punteggio di giornata e il successo finale: 1958 punti per la formazione del presidente Nicolò Leonardi. Alle sue spalle posizioni invariate con l’Atletica Virtus Senago (1642) e il CUS Pro Patria Milano (1205). Nella classifica Giovanile (EsoRag-Cad) dominio incontrastato per l’Euroatletica 2002 che vince con 3007 punti, quasi 600 di vantaggio sull’arrembante Atletica Monza (2420) che all’ultima gara riesce a superare l’Athletic Club Villasanta (2397). Nella sfida tra i Master grande successo per il Road Runners Club Milano, che grazie agli 80 atleti schierati a Vimodrone ha portato il suo bottino finale a 25044 punti, un’infinità in più dei campioni in carica dell’Eurotaltica 2002 (20200). Salda al terzo posto l’Atletica Virtus Senago con 15156.


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finestra sul mondo e dintorni buco NERO

Luigi Sada

T

ripoli bel suol d’amore. Quanti ricordi per la nostra generazione. La canzone è nata nel periodo coloniale fascista. La gente era allegra, non c’era Gheddafi, ma Mussolini che spazzava via con le armi chimi-

Libia, altri venti di guerra che chi si oppeneva all’occupazione italiana. La Libia era già tricolore prima della marcia su Roma del 22. La gente tranquilla. il bel suol d’amore aveva avvicinato, bene o male, occupanti ed indigeni del posto. I beduini, direte voi, però persone pacifiche sia pur sotto il tallone della dittatura famigerata del governo guidato dal Duce. Sono passati tanti anni, Mussolini non c’è più, fino a qualche tempo fa, c’era, invece Gheddafi, terrorista di Stato etichettato dall’America di Reegan e dal larga parte del mono occidentale. Gheddafi, qualche anno fa ha provato a far la pace ed accordi sotto la guida di Berlusconi,ma

il Cavaliere era stato preso per i fondelli in quanto troppo accondiscendente con il Rais di Tripoli, Il presidente del Milan aveva fatto stendere tappeti verdi a Roma per la visita del capo libico e gli aveva regalato collane alle donne-soldato che accompagnavano il dittatore nel suo viaggio nella capitale e questa cosa era piaciuta al Rais che aveva promesso e mantenuto,poi, di bloccare il flusso di migranti verso l’Italia e l’Europa. Era un Gheddafi che voleva quattrini per le riparazione di guerra, d’accordo, ma anche un Gheddafi più ragionevole e collaboratore, tanto vero che nelle sue aperture verso il nostro Paese aveva

persino allestito un triangolare di calcio a Tripoli con Inter,Lazio e la squadra locale. Ai giornalisti italiani accreditati, che non erano pochi, Gheddafi dopo la tappa obbligatoria nella zona dove Reegan aveva lanciato alcuni missili, per rappresaglia uccidendogli un figlio, ha regalato alla stampa un prezioso tappetino per pregare. Tutto sembrava sotto controllo e filare liscio, però le primavere arabe di cinque anni fa, è bene ricordarlo, guidate dalla Francia di Nicolas Paul Stéphane Sárközy ci hanno messo lo zampino, lasciando trucidare Gheddafi e quasi con soddisfazione, senza pensare alle conseguenze. Il risultato, a parte

l’orrenda morte in diretta tv del dittatore, è quello di attivare il caos e la guerra civile, l’ISIS, e l’anarchia e via libera alle tribù locali che non aspettavano altro che scannarsi tra di loro. Berlusconi è stato deriso per le sue aperture a Gheddafi, vile dittatore “mangiapopolo” e terrorista. Però il dopo Rais è sotto gli occhi di tutti, quindi attenti a dire via ad Assad, abbasso Assad dei senza cervello, lasciando il disco verde all’opposizione per attaccare Damasco, la caccia della testa di Assad. La verità è che nel novanta per cento dei siriani scappa per l’ISIS e la guerra civile. Intanto, “l’alleata” continua a bombardare i

curdi, gli unici che combattono l’ISIS insieme al governo siriano ed ai russi. Tornando alla Libia, c’è ancora amaretta per la mancata unificazione tra Tobruk e Tripoli. Come sempre, è la religione che comanda. Gli islamisti di Tripoli non legano con i laici di Tobruk e l’ISIS , intanto, ha messo le tende a Sirte, sgozzando dodici militari libici ed uccidendo nei combattimenti trenta persone. Ma dov’è l’Europa? Starà aspettando che l’ISIS sbarchi sulle coste italiane. Forse è arrivato il momento di dire basta ed agire sul piano militare, creando un esercito compatto che possa abbattere il califfato una volta per tutte.


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Cinema

Anastasia Mazzia

L

’88esima edizione degli ambiti premi Oscar, cioè gli Academy Awards, si è conclusa il 28 febbraio al Dolby Theatre di Los Angeles, in California. La cerimonia di premiazione è stata condotta dall’attore e comico Chris Rock, che aveva già condotto la 77esima. Quest’edizione si è caratterizzata non solo per le poche sorprese e l’assegnazione di premi preannunciati ma anche per le molte polemiche

L

’Oscar per Miglior Attore è stato assegnato a Leonardo Di Caprio per la sua interpretazione in “Revenant” di Alejandro Gonzales Inarritu. L’attore, dopo una lunga attesa e ben cinque nomination, finalmente è riuscito ad aggiudicarsi l’ambita statuetta. Il regista Inarritu, invece, ha vinto per il secondo anno consecutivo il premio per la miglior regia: l’anno scorso lo aveva ottenuto per “Birdman”, quest’anno per “The Revenant”. Premio tutto italiano quello per il maestro Ennio Morricone, che dopo il riconoscimento alla carriera ricevuto nel 2006, ed alla sua sesta nomination, è riuscito ad aggiudicarsi l’Oscar per la migliore colonna sonora origi-

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Oscar 2016: tra premi annunciati e polemiche che l’hanno accompagnata. Il premio Oscar per il miglior film è stato vinto, come pronosticato da molti, da “Spotlight”, di Tom McCarthy con Michael Keaton, Mark Ruffalo e Rachel McAdams. La pellicola racconta la storia del team di giornalisti investigativi del Boston Globe, soprannominato Spotlight, che nel 2002 è stato premiato con il Pulitzer per aver investigato su oltre 70 casi di violenza sui minori da parte di sacerdoti. Il film con più riconoscimenti è stato l’action-fantasy “Mad Max: Fury Road”, di George Miller con Tom Hardy, Charlize Theron, Rosie Huntington-Whitley e Zoë Kravitzche, che ha vinto ben sei premi: dalla scenografia al montaggio, dal sonoro al montaggio sonoro, dai costumi al trucco.

nale per “The Hateful Eight” di Quentin Tarantino. L’Oscar come miglior attrice protagonista è stato assegnato alla bravissima Brie Larson per la sua interpretazione nel film drammatico “Room” diretto da Lenny Abrahamson. Il miglior attore non protagonista è Mark Rylance per il thriller “Il ponte delle spie”, di Steven Spielberg; mentre la miglior attrice non protagonista è Alicia Vikander per il film drammatico biografico “The Danish Girl” di Tom Hooper Charles Randolph e Adam McKay hanno vinto il premio Oscar per la miglior sceneggiatura non originale per il film “La Grande Scommessa”, adattamento cinematografico dell’omoni-

mo best seller di Michael Lewis; mentre l’oscar per miglior film d’animazione è stato assegnato ad “Inside Out” della DisneyPixar. Infine, l’Oscar per il miglior film straniero è stato aggiudicato dal bellissimo film drammatico “Il Figlio di Saul” di László Nemes. Molti i film ed i protagonisti rimasti a bocca asciutta: da “The Martian” a “Carol” fino all’attore Sylvester Stallone favorito come “Miglior attore non protagonista” per “Creed”. La notte degli Oscar 2016 però non è stata caratterizzata solo da red carpet sfavillanti e tante emozioni, ma anche da molte polemiche e critiche: gli Academy sono stati accusati di razzismo e sessismo. Infatti, molti attori e registi afro americani, come Will Smith, hanno gridato al boicottaggio. In effetti, tra le venti nomination nelle categorie riservate agli attori non è stato annunciato ne-

anche un afroamericano o un latinos, nonostante in odore di premiazione ci fossero sia Will Smith per “The Concussion” che Idris Elba, noto dj ed attore britannico, per “Beasts of no nation”. Molte polemiche hanno anche riguardato la scarsa attenzione al genere femminile: nella categoria per la miglior regia non è stata segnalata alcuna donna; in quella per la sceneggiatura, originale e non, su diciassette nominati figurano solo quattro donne, di cui nessuna appartenente ad una minoranza etnica. Nonostante le critiche la notte degli Oscar è un appuntamento molto importante per il mondo cinematografico. Quest’anno, più che mai, è vanto anche per l’Italia per il rilevante riconoscimento al maestro Ennio Morricone ed alle sue bellissime colonne sonore.


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Musica

Riccardo Sada

I

l ritorno della “signora” della Tv e tre nuovi coach - ciascuno con il proprio “marchio”, dal rap al pop - a caccia di talen-

È tornato The Voice Of Italy ti: Raffaella Carrà, Dolcenera, Emis Killa e Max Pezzali. Sono loro, dallo scorso mercoledì 24 febbraio, in prima serata su Rai2, a occupare le quattro poltrone rosse di “The Voice of Italy”. Ancora tredici puntate per tornare alla ricerca di talenti, partendo solo dalla voce. A condurre questa quarta edizione c’è ancora Federico Russo, mentre nei panni della V-Reporter è Angelina, che mostra i retroscena e le curiosità interagendo con il pubblico da casa attraverso il sito ufficiale e

Libri Riccardo Sada

i social network. Il programma, inoltre, è seguito in diretta anche da Radio2 Rai con “The Voice of Radio2”. Oltre i quattro coach, la novità sta anche nello svolgimento delle quattro fasi della gara, durante la quale i talenti si esibiscono dal vivo con un’orchestra che esegue la grande musica italiana e internazionale. Le Blind Audition, le audizioni durante le quali i Coach non possono vedere il talento, sono passate da cinque a sei. Per le due Battle poi i Coach

Su Rai2 tre nuovi coach, Dolcenera, Emis Killa, Max Pezzali, e il grande ritorno di Raffaella Carrà, per la quarta edizione dell’evento televisivo che premia la Voce. Da mercoledì scorso in prima serata su Rai2. Conduce Federico Russo devono scegliere tre componenti della propria squadra (anziché due). Ma solo uno accede alla fase successiva. Anche in questa edizione, inoltre, è valida l’opzione Steal, grazie alla quale i cantanti eliminati da un Coach, sono recuperati da un altro. Segue la fase dei due Knockout, durante la quale i talenti si sfidano con il loro cavallo di battaglia. La parte finale, la più attesa dello show con i quattro Live, decretera il vincitore di “The Voice of Italy”. “The Voice Of Italy” è un programma realizzato da Rai2 in collaborazione con Talpa Italia, negli studi del Centro di Produzione Tv Rai in via Mecenate a Milano. Info su www.thevoiceofitaly.rai. it


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Musica

Adam Beyer

Riccardo Sada

VENERDI’ 4 MARZO DRUMCODE NIGHT

AL FABRIQUE MILANO

DI

POWERED BY AMNESIA

N

el 2016, la label Drumcode celebra i suoi primi vent’anni di onorata attività. Un anniversario da iniziare a festeggiare nel migliore dei modi venerdì 04 marzo al Fabrique di Milano con la Drumcode Night e la musica di Adam Beyer, Bart Skils e PanPot (rigorosamente in ordine alfabetico). Adam Beyer ha fondato Drumcode nel 1996, e in breve tempo l’ha portata nell’olimpo delle label techno, grazie ad uno stile essenziale, talvolta duro, sempre distantissimo da qualsiasi compromesso musica-

le. Suo indiscusso pregio, la capacità di cogliere sempre quanto ci sia di positivo e di attuale in ogni produzione di musica elettronica. Se ne ha una prova lampante ascoltando la recentissima compilation The Drumcode A-Sides, sapiente mix tra talenti collaudati e giovani promesse. Sin dalla fine degli anni novanta, l’olandese Bart Skils ha trovato rapidamente la strada maestra, grazie in particolare ad una serie di remix per artisti quali Joris Voorn, Nicole Moudaber, Kollektiv Turmstrasse e ovviamente Adam Beyer. Tassilo Ippenber-

ger & Thomas Benedix aka PanPot hanno concluso un trionfale 2015, caratterizzato dal loro The Other Album Tour, il loro secon-

do album uscito a sette anni esatti di distanza da Pan-O-Rama, il loro lavoro d’esordio. Dopo la serata al Fabrique, sabato 02 aprile

Adam Beyer e Pan-Pot si ritroveranno insieme nell’edizione 2016 di Timewarp, uno degli eventi techno più importanti al mondo.

La miglior dimostrazione della qualità assoluta della Drumcode Night di venerdì 4 marzo.


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teatro

H

a debuttato il 18 febbraio scorso la versione originale di CATS con orchestra dal vivo. Lo show sarà in Italia per solo cinque settimane dal 18 febbraio al 20 marzo 2016 e proporrà uno spettacolo con molte piacevoli novità che

L

’accordo di sesta napoletana è costruito sul II grado abbassato della scala minore. Essa si trova allo stato di primo rivolto e avrà la numerica di 3-6 in quanto primo rivolto di triade. Tale accordo poggia sul IV grado della scala minore napoletana, ed ha un intervallo di terza minore e sesta minore. Ad esempio, nella tonalità di Sol minore, il basso dell’accordo di sesta napoletana è Do, la 3ª minore è Mi bemolle e la sesta minore (che forma l’intervallo di seconda minore con la tonica) è La bemolle. La risoluzione è sul V grado (che fa la cadenza composta consonante) dal quale si approda al I grado. In giro tra l’altro si racconta che dei famosissimi personaggi sostengono la tesi per cui il jazz lo avrebbero, in pratica, inventato gli italiani emigrati che portarono il suono “della sesta napoletana, che ha dato il via alle scale usate nel jazz. Il fatto che poi, frasi di questo tipo, le hanno asserite anche altri illustri critici musicali che sommergono i canali di comunicazione più istituzionali, e sto parlando di gente famosa, seguita e ascoltata vorrà dire magari che un pizzico di verità potrebbe esserci. Io ritengo che non sia così. La sesta napoletana non è una nota, e poco o nulla di ciò che è scritto in quella frase corrisponde a verità. Si potrebbe dire che è un accordo, ma in realtà non è corretto

hanno già conquistato il pubblico inglese. Il musical, tornato in tour nel 2013, ha riconquistato il West End londinese nello scorso dicembre 2014 e per l’occasione si è riunito il team creativo originale (il regista Trevor Nunn, la regista associata e coreografa Gillian Lynne, lo scenografo John Napier e il compositore Andrew Lloyd Webber) che ne ha rivisto alcuni brani. La nuova versione di CATS non ha mancato il suo obiettivo, sbancando il botteghino e registrando il tutto esaurito. Un attore italiano, Greg Castiglioni, interpreta i

ruoli di Bustopher Jones (il gatto gourmet che passa le sue giornate al ristorante), Gus (il gatto del teatro) e Growltiger (il gatto pirata). CATS, musical di Andrew Lloyd Webber del 1981, è uno dei più famosi musical nel mondo: ha battuto tutti i record di longevità, spettatori e incassi. E’ stato visto da oltre 73 milioni di persone ed ha affascinato il pubblico in oltre 30 paesi in tutto il mondo.

non solo calcio

La sesta napoletana

Pino Daniele

neanche questo. La sesta napoletana è una cadenza, una sequenza di accordi, in un contesto preciso e con un voicing ancora più preciso. La sesta napoletana è perciò un

accordo in primo rivolto, cioè con la terza al basso. L’accordo in questione, e questa è la parte più interessante, è l’accordo maggiore costruito sul secondo grado abbassato di una

tonalità minore. Il suono caratteristico di questa cadenza è dato dall’intervallo di terza diminuita che si forma fra il IIb (sIb) e la sensibile (sol), sia che esso si presenti come sal-

to diretto o come sequenza di seconde minori (due semitoni consecutivi) se si passa dal Lam/ mi. Quest’accordo, o meglio questa cadenza, è in uso già dal ‘700 e si

Suoni e Sapori

è sviluppato nella scuola napoletana. E’ costruito, infatti, sul secondo grado della scala minore napoletana (1 b2 b3 4 5 6b 7), in Lam: la sib do re mi fa sol- la. Ho pure trovato un sito, un forum, dove dicevano che la sesta napoletana è il sesto grado abbassato alla scala maggiore (il lab in Do maj) con relativo accordo di Fam o Lab maj. No! Come ho già spiegato, l’ordinale (e quindi l’intervallo) “sesta” è relativo all’intervallo, alla distanza della nota caratteristica di questa cadenza e di quest’accordo dal basso del IV grado e non al grado della scala (che invece è il IIb). Una volta Renzo Arbore affrontò un discorso sulla ‘settima napoletana’. Ma forse anche lui confuse le cose e intendeva appunto parlare della sesta. “In Maggio se ne va“ di Pino Daniele il brano viene introdotto proprio con gli accordi riconosciuti come “sesta napoletana” e in quel passaggio si scorge con totale chiarezza l’anima del sound napoletano. E allora jamme cumpa’, jamme a suna’!


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