RIZA

IL PRATICO MANUALE FAI-DA-TE
IL PRATICO MANUALE FAI-DA-TE
● Bicarbonato
● Limone
● Miele
● Olio d’oliva
● Sale marino
● Ghiaccio…
I CONSIGLI PER AFFRONTARE TUTTE LE EMERGENZE
Eritemi, herpes, punture di insetti, distorsioni, contratture, mal di gola, scottature, colite, raffreddore, stipsi…
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Questa pubblicazione cita i nomi commerciali di prodotti fitoterapici, omeopatici o farmaci per completezza di informazione e per libera scelta della redazione. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.
I disturbi e le cure naturali pag. 52
Il limone: una miniera di vitamina C 42
Il miele: il dolci cante pieno di virtù 44
L’olio di oliva: un ottimo antin ammatorio 46
Il tè: un concentrato di antiossidanti 48
Lo yogurt: prezioso per i fermenti lattici 50
Calma, tempestività, acqua, sale, caldo e freddo ma anche la giusta posizione possono spesso risolvere la maggior parte dei piccoli incidenti quotidiani
In queste pagine scopriamo come gli atteggiamenti giusti possano davvero fare la differenza al momento di soccorrere e curare qualcuno e come la scelta migliore circa le modalità di intervento sia spesso anche la più semplice e rapida. Ma non solo: vediamo insieme anche alcune insospettabili armi a nostra disposizione per trattare e curare diversi disturbi molto comuni e come utilizzarle meglio: dall’acqua al sale, dal caldo al freddo fino alla posizione ottimale.
Quando si ha mal di testa, al massimo ci si può innervosire, ma nel caso di un malessere più grave l’ansia e la paura ci fanno perdere la capacità di ragionare e ci spingono ad agire a ogni costo, magari senza una valutazione preventiva di quello che stiamo facendo. Osservare la situazione, anche solo per pochi attimi, è invece fondamentale. Per esempio, precipitarsi al Pronto Soccorso potrebbe non essere l’iniziativa migliore se è l’ora di punta. In questo caso sarebbe meglio chiamare un’ambulanza, che viaggia più veloce. Ma forse non è nemmeno necessario: osservando l’avvenuto con calma, si può capire se la situazione è di vera emergenza o se possiamo fare personalmente un altro intervento e andare dal medico più tardi.
Bisogna trasmettere serenità e ottimismo
La calma di chi interviene ha anche la funzione di tranquillizzare chi sta male. Se di fronte a una persona ferita ci poniamo con atteggiamento positivo, trasmetteremo fiducia che la situazione possa essere risolta bene. L’infortunato di solito è spaventato e, se chi lo circonda lo è più di lui, si crea una situazione di panico. Invece, infondendo serenità a chi sta male, lo si mette nella condizione di accettare le cure e cominciare a guarire.
Di fronte a un’emergenza bisogna intervenire senza perdere tempo. Il che significa individuare la cosa che va fatta per prima. Per esempio, nel caso sia entrata nell’occhio una sostanza molto tossica, occorre subito lavare ripetutamente l’occhio con l’acqua, per almeno 5 minuti, per essere sicuri di eliminarne ogni residuo. Questo è assolutamente prioritario, solo in seguito si andrà al Pronto Soccorso.
congelatore dai cubetti di ghiaccio e
gonfiarsi. Se, per esempio, nel
Forse la persona svenuta starebbe più comoda sul letto, ma bisognerebbe trascinarla per tutto il corridoio. Allora meglio lasciarla per terra, nella posizione descritta alla voce “Svenimenti”. Oppure: sul bernoccolo sarebbe perfetta la borsa del ghiaccio, ma bisogna prima trovarla, svuotare la vaschetta del congelatore dai cubetti di ghiaccio e infilarceli dentro. Nel frattempo, ecco che il bozzolo comincia a gonfiarsi. Se, per esempio, nel freezer ci fosse una bottiglia di limoncello o di vodka ghiacciata, possiamo applicare quella. Poi, mentre la parte infortunata è “in cura”, ci si può organizzare anche con la borsa del ghiaccio. Questi sono due esempi di come la cosa più semplice, trovata spesso guardando con occhi nuovi i comuni oggetti di tutti i giorni, possa essere anche la migliore.
Una bottiglia tolta dal freezer può sostituire bene la borsa del ghiaccio.
Ricordiamo infine che agire con tempestività diventerà quasi spontaneo se si riusciranno a rispettare i due “passaggi” precedenti, ovvero affrontare l’emergenza con calma e trovare la soluzione più semplice al problema, senza complicarsi la vita.
Nel soccorso a un infortunato la tempestività è fondamentale.
caso di dissenteria, che si innesca per consentire di eliminare gli elementi tossici e quindi non va bloccata, almeno all’inizio, mentre è urgentissimo ripristinare l’equilibrio idrico del corpo.
La sensazione di sete si attiva quando è iniziata una parziale disidratazione. Come dire: quando si ha sete è tardi. Infatti, quando il corpo ha una carenza di acqua, si veri ca una riduzione del volume del sangue e i sali in esso disciolti si concentrano: viene inviato un segnale all’ipotalamo che a sua volta avverte i reni, che riducono l’eliminazione dell’urina. Nel frattempo i recettori salivari inviano al cervello il messaggio di secchezza della bocca e si attiva il segnale della sete. È l’ultimo meccanismo a entrare in funzione, quando è già in atto una leggera disidratazione.
Una perdita di acqua nel corpo del 2% del peso corporeo mette in difficoltà il cervello: provoca mancanza di concentrazione e il rendimento è diminuito. Con una perdita del 4% siamo nei guai: le facoltà intellettive sono in piena crisi. Sempre con il 4% di perdita di acqua il rendimento fisico è dimezzato. Con il 10% di acqua in meno c’è pericolo di infarto e ictus. Il 20% è letale: blocco circolatorio e renale impediscono la vita. gli
A una persona di circa 60 kg di peso corporeo occorrono almeno 1,5 litri di acqua al giorno. Questo fabbisogno aumenta in caso di malattia, fumo, dissenteria, sport, saune, temperature alte. Ma non tutti sono in grado di riconoscere se hanno bevuto abbastanza per le loro necessità. Come lo stimolo della fame, infatti, anche quello della sete può ricevere delle interferenze. Vediamo quali sono.
● Una carenza cronica di liquidi dà come conseguenza la soppressione dello stimolo della sete. E la stessa cosa avviene nelle situazioni di stress: il sistema ormonale elimina la sensazione di sete.
● Non riconoscono facilmente il proprio fabbisogno di acqua le persone che svolgono lavori di alta e continua concentrazione, quelle sottoposte a intense pressioni psicologiche e anche gli autisti che passano lunghe giornate alla guida.
● Nei bambini e nelle persone anziane, il meccanismo non è del tutto “a punto”, quindi è bene offrire spesso acqua, anche se non la chiedono.
L a miglior abitudine è quella di tenere sempre a disposizione una bottiglia d’acqua, a cui attingere a piccoli sorsi, più volte nel corso della giornata. E questo è anche il miglior modo per abituare il corpo a individuare il suo fabbisogno idrico. Se invece vogliamo sfruttare l’effetto diuretico dell’acqua, dobbiamo berla a digiuno, perché se lo stomaco è pieno, l’effetto è molto più blando.
Se è importante garantirsi un’idratazione sufficiente, non bisogna però esagerare, altrimenti si costringono i reni a un lavoro inutile, che li affatica e che non è di alcun giovamento. Ci possiamo accorgere che stiamo bevendo troppo quando, dopo aver assunto acqua, nel giro di cinque o dieci minuti, abbiamo necessità di urinare.
Ecco una falsa credenza molto diffusa: il fabbisogno di acqua si può coprire con l’assunzione di qualsiasi liquido. Così si mettono anche aranciate, succhi di frutta, tè, caffè, alcolici nel computo dell’acqua bevuta giornalmente. Invece le bevande che contengono caffeina, teina, zuccheri o alcol, poiché inibiscono l’ormone Adh, trasmettono ai reni il segnale di attivazione della diuresi e l’acqua, al contrario, la fanno perdere. È un’esperienza che chiunque può fare: