

Il medico naturale sempre con te RIZA




Come proteggere e rigenerare

• Una mente giovane a ogni età: ecco cosa bisogna fare
• Dieta e movimento per dare nutrimento e ossigeno ai neuroni
• I nuovi rimedi naturali che migliorano subito l’efficienza mentale
Le abitudini quotidiane che rinforzano le cellule nervose
UN VIAGGIO NELLA CENTRALE DI
COMANDO DELL’ESSERE UMANO,
PER SCOPRIRE COME SONO
ORGANIZZATE LE SUE STRUTTURE,
COME VIAGGIANO I SEGNALI TRA
NEURONI, COME NASCONO PENSIERI,
EMOZIONI E RICORDI - E COSA PUÒ
COMPROMETTERE LE SUE CAPACITÀ.
In questo capitolo analizzeremo la struttura del cervello, partendo dalle sue regioni più antiche, responsabili delle funzioni vitali, fino ad arrivare alle aree corticali più evolute, che ci permettono di parlare, ragionare, immaginare. Al centro di questo sistema si trovano i neuroni, miliardi di cellule specializzate che comunicano tra loro attraverso sinapsi e neurotrasmettitori. Questo straordinario meccanismo di trasmissione consente al cervello di raccogliere informazioni dai sensi, elaborarle e inviare segnali al resto del corpo, regolando ogni nostro movimento, percezione e reazione. Ma il cervello non è solo la centrale operativa che garantisce
LA MAPPA DEL CERVELLO
LE REGIONI CEREBRALI
E I LORO COMPITI PARTICOLARI p . 10
LA TRASMISSIONE
DEI SEGNALI NEURALI
LA RETE DI CONNESSIONI CHE COLLEGA TUTTO IL CORPO p . 16
IL LABORATORIO DELLA MEMORIA
COME ARCHIVIAMO RICORDI E POSSIAMO RICHIAMARLI p . 18
GLI INTOPPI PER LA MENTE
I PRINCIPALI FATTORI CHE MINACCIANO LE NOSTRE CAPACITÀ p . 20
la sopravvivenza, è anche il teatro in cui si formano pensieri, emozioni, ricordi e fantasie. Gli stati emotivi si riflettono nel corpo attraverso un dialogo continuo tra cervello e organismo. Esploreremo inoltre i meccanismi che ci permettono di apprendere nuove nozioni e di archiviare, conservare e richiamare i ricordi. Infine, approfondiremo i principali fattori che possono compromettere la salute e l’effcienza dell’apparato cerebrale: stress cronico, carenza di sonno, alimentazione scorretta, sedentarietà e mancanza di stimoli mentali.
La ricerca scientifica ha identificato alcuni alimenti specifici che possono realmente potenziare le capacità cognitive. Sono superfood ricchi di composti bioattivi che supportano la salute cerebrale e che vale la pena integrare nella dieta quotidiana.
MIRTILLI: rinforzano la memoria
I mirtilli sono veri gioielli per il cervello, grazie agli antociani, potenti antiossidanti che si accumulano nell’ippocampo, l’area deputata alla formazione dei ricordi. Studi clinici dimostrano che il loro consumo regolare migliora la memoria di lavoro, la capacità di apprendimento e la plasticità sinaptica.
• Consuma una tazza di mirtilli freschi, preferibilmente a colazione. Anche i mirtilli surgelati mantengono gran parte delle loro proprietà e sono una valida alternativa tutto l’anno.
NOCI: danno energia al cervello
Le noci sono una fonte preziosa di vitamina E, acidi grassi essenziali e polifenoli. Questi composti migliorano la comunicazione tra neuroni, proteggono dallo stress ossidativo e rallentano i processi neurodegenerativi. Risultano particolarmente utili per le funzioni esecutive e la velocità di elaborazione.
• Mangiane circa 30 grammi al giorno (7-8 noci), preferibilmente come spuntino mattutino per fornire energia costante al cervello.
AVOCADO: favorisce la circolazione cerebrale
L’avocado è ricco di grassi monoinsaturi che migliorano il flusso sanguigno cerebrale, assicurando un apporto continuo di ossigeno e nutrienti. Contiene anche folati, vitamina K e potassio, elementi chiave per la salute vascolare del cervello.
folati, salute
• Consuma mezzo avocado, preferibilmente a pranzo, per ottenere un’energia mentale stabile, senza picchi glicemici.
TÈ VERDE: induce una concentrazione rilassata
Il tè verde è una combinazione ideale di L-teanina e caffeina, che favorisce uno stato di attenzione calma e prolungata. La L-teanina modula l’effetto stimolante della caffeina, evitando il nervosismo e migliorando la lucidità mentale.
• Bevine 2-3 tazze al giorno, evitando la sera. Infondi il tè in acqua a circa 80 °C per 3-4 minuti, per estrarre al meglio i principi attivi senza eccesso di tannini.
CIOCCOLATO FONDENTE: per l’umore e l’attenzione
Il cioccolato fondente (almeno 70% cacao) contiene flavonoidi, caffeina e teobromina, che stimolano la produzione di endorfine e migliorano il flusso sanguigno al cervello. È associato a un aumento della vigilanza, del tono dell’umore e delle prestazioni cognitive a breve termine.
• Consumane 20-30 grammi al giorno, preferibilmente nel pomeriggio, per una spinta energetica naturale senza interferire con il sonno.
SEMI DI ZUCCA: ricchi di minerali essenziali
Questi piccoli semi sono una miniera di zinco, magnesio, ferro e rame. Lo zinco è cruciale per memoria e apprendimento, il magnesio regola la trasmissione nervosa, il ferro favorisce l’ossigenazione cerebrale, e il rame supporta la segnalazione neuronale.
• Consuma 30 grammi di semi tostati come spuntino o aggiungili a insalate, yogurt o zuppe.
Il tuorlo d’uovo è la più ricca fonte alimentare di colina, precursore dell’acetilcolina, neurotrasmettitore chiave per la memoria e la concentrazione. La colina contribuisce anche alla formazione delle membrane cellulari del cervello.
• Consuma 2-3 uova intere a settimana. Preferisci cotture delicate (alla coque o in camicia) per preservare al meglio la colina.
Le prestazioni cerebrali dipendono da un approvvigionamento energetico ottimale. L’integrazione di vitamine e minerali potenzia i meccanismi cerebrali e ottimizza le performance cognitive.
Le vitamine del gruppo B lavorano sinergicamente per supportare il metabolismo energetico cerebrale e la sintesi dei neurotrasmettitori. Tiamina (B1), riboflavina (B2), piridossina (B6), cobalamina (B12) e folati sono cruciali per la salute neurologica. La B1 è essenziale per il metabolismo del glucosio cerebrale, principale fonte energetica dei neuroni. B6 e B12 partecipano alla sintesi di serotonina, dopamina e GABA, neurotrasmettitori che regolano umore, motivazione e rilassamento. Il complesso delle vitamine B migliora energia mentale, concentrazione e umore, proteggendo dalle patologie neurodegenerative e favorendo la riparazione del DNA neuronale.
Come si usano: i dosaggi consigliati a livello europeo per ciascuna vitamina del complesso B: B1 (1,1 mg), B2 (1,4 mg), B6 (1,4 mg), B12 (2,5 mcg), folati (200 mcg). Le vitamine B sono idrosolubili e generalmente ben tollerate anche a dosaggi superiori.
Oltre al ruolo nel metabolismo osseo, la vitamina D agisce come neurormone cerebrale. La carenza è estremamente diffusa, specialmente nei mesi invernali e nelle popolazioni che vivono a latitudini elevate. Questa vitamina stimola la neuroplasticità e la neurogenesi, favorendo la formazione di nuovi neuroni nell’ippocampo. Migliora significativamente umore, memoria, performance cognitive e funzioni esecutive.
Come si usano: 1000-2000 UI al giorno, con un pasto contenente grassi per ottimizzare l’assorbimento di questa vitamina liposolubile. Nei mesi estivi, l’esposizione solare può ridurre il fabbisogno di integrazione.
È un sale minerale fondamentale per la trasmissione sinaptica. La carenza di magnesio è associata a stress, ansia e disturbi cognitivi, mentre livelli ottimali supportano il rilassamento del sistema nervoso. Il magnesio modula l’attività dei recettori cruciali per apprendimento e memoria.
Come si usa: 200-400 mg al giorno. Scegliere forme altamente biodisponibili come magnesio glicinato, citrato o malato.
Un minerale cruciale per la neurotrasmissione, la neuroplasticità e la protezione antiossidante. È particolarmente concentrato nell’ippocampo e nella corteccia cerebrale. Gli studi mostrano che livelli ottimali di zinco migliorano memoria, attenzione e velocità di elaborazione.
Come si usa: 8-15 mg al giorno, preferibilmente a stomaco vuoto.
Acetil-L-carnitina, acido alfalipoico e coenzima Q10 formano un team perfetto per l’energia cerebrale. L’acetil-L-carnitina trasporta i nutrienti nei mitocondri, le centrali energetiche dei neuroni, e aiuta la sintesi di acetilcolina (memoria). L’acido alfa-lipoico protegge dai danni ossidativi. Il coenzima Q10 ottimizza la produzione di energia cellulare. Insieme migliorano memoria, concentrazione e riducono la fatica mentale, proteggendo i neuroni dall’invecchiamento.
Di tutte le nostre capacità mentali, la memoria è quella che spesso si inceppa per prima. Le piccole dimenticanze quotidiane ci fanno dubitare dell’ef cienza del nostro cervello. Quelli che interpretiamo come segnali di deterioramento sono in realtà solo episodi dovuti ai meccanismi della memoria, che occorre conoscere per poterla sfruttare al meglio.
Quandocerchi disperatamente gli occhiali che hai sulla testa o non ricordi dove hai messo le chiavi appena posate, il problema non è un malfunzionamento del cervello: semplicemente non hai prestato attenzione al gesto che stavi compiendo. La maggior parte delle nostre dimenticanze quotidiane non nasce da un deficit mnemonico, ma da una distrazione nel momento in cui avremmo dovuto “fotografare” l’informazione. Ogni secondo il cervello viene bombardato da migliaia di stimoli sensoriali, ma solo una piccola parte riesce a catturare l’attenzione consapevole. Perché uno stimolo diventi conscio deve superare il vaglio della nostra attenzione selettiva, che ne valuta la rilevanza. Se stai pensando alla riunione di domani mentre posi le chiavi, la tua attenzione è puntata su altro e il gesto non viene registrato. Serve allenare l’attenzione, tramite la presenza mentale nelle azioni quotidiane, per essere più consapevoli dei propri atti e poterli ricordare. A questo scopo aiutano tecniche come la meditazione, per riconoscere quando la mente divaga e riportarla dolcemente al presente.
Le emozioni incidono gli episodi nella mente
I ricordi più vividi e duraturi della vita sono quasi sempre associati a stati emotivi intensi: la nascita di un figlio, un momento di grande paura, un successo inaspettato, un momento d’amore. Le emozioni agiscono come amplificatore naturale per la memoria. L’amigdala, il centro emotivo del cervello, comunica direttamente con l’ippocampo, la struttura chiave per la formazione dei ricordi. Quando un’esperienza genera una reazione emotiva significativa, l’amigdala rilascia neurotrasmettitori che potenziano l’attività dell’ippocampo, facilitando la codifica e il consolidamento delle informazioni. Puoi sfruttare questo sistema anche per ricordare materiale apparentemente neutro. Quando studi o devi memorizzare qualcosa di importante, non limitarti alla ripetizione meccanica. Collega quelle informazioni a episodi della tua vita, crea piccole storie divertenti, immagina scenari assurdi ma emotivamente coinvolgenti. L’umorismo rappresenta una porta d’accesso privilegiata alla memoria: ridere mentre impari attiva il “turbo” emotivo dei ricordi.
Perché i ricordi lontani restano e quelli recenti sfuggono via?
Con l’avanzare dell’età avviene un fenomeno curioso: si fa fatica a ricordare dove abbiamo messo il telefono o cosa abbiamo mangiato ieri, riusciamo però a visualizzare il volto della maestra delle elementari. Accade perché la capacità di formare nuovi ricordi a breve termine tende a diminuire con l’età, ma la memoria a lungo termine spesso rimane sostanzialmente intatta, a volte persino più vivida di quanto fosse in gioventù. La memoria a breve termine dipende da connessioni neurali veloci e flessibili che con l’età diventano meno efficienti. Inoltre, i ricordi recenti svaniscono perché si indebolisce la memoria sensoriale, quella che recepisce gli stimoli esterni; perciò è meno efficace la loro registrazione iniziale e la memorizzazione. Nella memoria a lungo termine, invece, i ricordi si sono consolidati nella corteccia cerebrale, in reti neurali stabili che non si cancellano. Anche la memoria procedurale sulle funzioni motorie, come andare in bicicletta, è praticamente indelebile.
Le malattie che colpiscono il cervello come l’Alzheimer e il Parkinson rappresentano una delle sfide più complesse della medicina moderna. Nonostante decenni di ricerca intensiva, non esistono ancora cure definitive capaci di arrestare completamente questi processi. Tuttavia, la scienza medica ha compiuto progressi significativi, sviluppando farmaci che possono rallentare il decorso della malattia, migliorare la qualità di vita dei pazienti e gestire efficacemente molti sintomi.
La malattia di Alzheimer, come abbiamo visto, è causata dall’accumulo nel cervello di placche amiloidi, proteine tossiche che danneggiano progressivamente i neuroni. I protocolli medici attuali si concentrano sul mantenimento delle funzioni mentali ancora presenti. I farmaci principali sono gli inibitori della colinesterasi, che agiscono aumentando i livelli di acetilcolina, sostanza fondamentale per la memoria che risulta drasticamente ridotta nei pazienti. Questi farmaci rallentano il declino mentale per un periodo che varia da sei mesi a due anni, migliorando temporaneamente concentrazione e memoria. La memantina viene invece utilizzata nelle fasi più avanzate. Questo farmaco protegge i neuroni dagli eccessi di glutammato e preserva le connessioni cerebrali ancora funzionanti. Spesso viene combinata con gli inibitori della colinesterasi per un effetto sinergico. Una svolta recente è rappresentata dall’uso di anticorpi monoclonali, farmaci innovativi che attaccano direttamente le placche amiloidi accumulate nel cervello.
Parkinson: ritrovare il controllo del movimento
Il morbo di Parkinson è causato dalla morte di cellule cerebrali che producono dopamina, una sostanza essenziale per il controllo dei movimenti. La terapia si basa sul ripristino di questo equilibrio perduto. La levodopa, combinata con carbidopa, rimane il farmaco di riferimento. Questa sostanza attraversa le difese naturali del cervello e viene trasformata in dopamina direttamente dove serve, compensando la carenza. L’efficacia
I protocolli italiani attuali sottolineano l’importanza di un approccio completo. La riabilitazione mentale per l’Alzheimer e la fisioterapia specializzata per il Parkinson si sono dimostrate fondamentali complementi ai farmaci. L’esercizio fisico regolare, la stimolazione mentale e il supporto psicologico non solo migliorano i sintomi ma possono influenzare positivamente il decorso della malattia.
sui sintomi motori è notevole: rigidità, lentezza dei movimenti e tremore migliorano significativamente. Altri farmaci stimolano direttamente i recettori della dopamina. Vengono usati nelle fasi iniziali o combinati con levodopa per ridurre le oscillazioni dei sintomi che possono svilupparsi nel tempo. Le attuali linee guida includono anche altri farmaci (inibitori Mao-B, Comt), che aiutano a prolungare l’effetto della terapia per aumentare la dopamina. Per i casi gravi, la stimolazione cerebrale profonda rappresenta una rivoluzione terapeutica. Sottili elettrodi impiantati in aree specifiche del cervello modulano l’attività neuronale alterata, riducendo significativamente tremore, rigidità e movimenti involontari. Questa procedura può migliorare la qualità di vita anche di pazienti con malattia avanzata. includono (inibitori che aiutano a prolungare l’effetto della terapia per del cervello modulano l’attività neuronale alterata, riducendo signifi-
Gli studi attuali esplorano approcci medici che potrebbero rivoluzionare i trattamenti. Le terapie geniche utilizzano virus modificati per introdurre geni protettivi nelle cellule cerebrali. Ricerche stanno testando la possibilità di trasformare cellule cerebrali comuni in neuroni funzionanti. L’immunoterapia per l’Alzheimer mira a stimolare le difese naturali del paziente contro le proteine tossiche. Vaccini sperimentali sono in fase di test avanzato. Le terapie cellulari prevedono il trapianto di cellule staminali che potrebbero sostituire i neuroni perduti, ripristinando teoricamente le funzioni cerebrali compromesse.