Le piccole cose che fanno dimagrire

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Ecco una guida completa che ci fa comprendere come il processo di dimagrimento passi solo in parte dal corpo. Scopriremo che le origini dei nostri chili in più nascono nel cervello e che per attivare il vero motore bruciagrassi dobbiamo mettere in pratica quelle piccole cose alla base di un metabolismo psicofisico che funziona. Dai consigli psicosomatici ai rimedi per dimagrire senza effetti collaterali, dalle tecniche per smaltire dolcemente il grasso in eccesso all’alimentazione brucia-calorie che non fa rinunciare al gusto. Scopriamo il programma per perdere peso con facilità.

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Per perdere peso una volta per tutte non servono diete. Il segreto è negli atteggiamenti di ogni giorno che spostano il nostro sguardo dal cibo a noi stessi. Così impariamo a dimagrire naturalmente, senza fatica e ritrovando la nostra autenticità.

LE PICCOLE COSE che FANNO DIMAGRIRE

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LE PICCOLE COSE che

FANNO DIMAGRIRE TUTTE LE MOSSE VINCENTI PER PERDERE PESO SENZA DIETA



LE PICCOLE COSE che FANNO DIMAGRIRE TUTTE LE MOSSE VINCENTI PER PERDERE PESO SENZA DIETA

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Le piccole cose che fanno dimagrire Editing: Marco Missiroli Grafica di copertina: Roberta Marcante

Illustrazione di copertina: Alberto Ruggieri Foto: Fotolia

© 2014 Edizioni Riza S.p.A. via Luigi Anelli, 1 - 20122 Milano - www.riza.it Tutti i diritti riservati. Questo libro è protetto da copyright ©. Nessuna parte di esso può essere riprodotta, contenuta in un sistema di recupero o trasmessa in ogni forma e con ogni mezzo elettronico, meccanico, di fotocopia, incisione o altrimenti senza il permesso scritto dell’editore. Le informazioni contenute nella presente pubblicazione sono a scopo informativo e divulgativo: pertanto non intendono sostituire, in alcun caso, il consiglio del medico di fiducia.


Sommario Introduzione Come dimagrire senza dieta ............................................................. 7

Capitolo 1 Il punto di vista scientifico .............................................................. 10

Capitolo 2 Il punto di vista psicosomatico ......................................................32

Capitolo 3 I consigli pratici per perdere peso .................................................62

Capitolo 4 Dimagrire con la natura è facile ....................................................84

Capitolo 5 L’alimentazione bruciagrassi ......................................................... 110

Capitolo 6 Risorse pratiche per essere in linea .............................................134



Introduzione

Come dimagrire senza dieta di Raffaele Morelli

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cco la battaglia più difficile, la lotta che riguarda milioni di persone, il conflitto fra la decisione di tornare magri e qualcosa dentro se stessi che dice no. Annalisa (38 anni) riassume bene: “La sera mi dico: da domani mangio solo bistecche e insalata a mezzogiorno, un piatto di pasta scondito alla sera, a colazione un caffè e una fetta biscottata. Il programma fila liscio fino alle dodici, quando un’amica mi invita al pranzo dell’ufficio e tutto salta. Vado a letto alla sera sfiduciata: mi peso e ho acquistato mezzo chilo. Non mi fido più di me: tradisco ogni giorno il patto che faccio con me stessa. Sono sempre scontenta”. Niente diete, niente programmi, niente progetti alimentari: bisogna partire da quella voce insoddisfatta, quel qualcosa che dice no. C’è una forza dentro di noi che ci fa ingrassare proprio quando vogliamo perdere peso e ogni volta che decidiamo di tornare in linea. Perché dentro di me c’è una forza che non vuole dima7


grire? Perché vado contro me stessa? Perché il programma di Annalisa salta ogni volta? Cosa si deve fare? Bisogna partire da questa osservazione: come ragiona la mente di chi ingrassa? Tutto dipende solo dal cervello e quindi il nostro atteggiamento mentale è decisivo per farcela a perdere peso. Chi ingrassa tende ad accusarsi, a giudicarsi, a trattarsi male, a volte anche a insultarsi. Insomma non si va mai bene, non si coccola, non ha tenerezza verso se stesso. Bisogna cambiare atteggiamento, bisogna “pensare magro” e per prima cosa bisogna smettere di criticarsi. “Pensare magro” è prima di tutto stare nel presente, mentre “pensare grasso” significa dare troppo spazio al passato, ai ricordi, a ciò che è stato e non c’è più. Non ci crederete ma le donne che ingrassano sono affette da un profondo senso di romanticismo, mitizzano gli amori che non ci sono più e così mettono in cornice la fotografia di una vita affettiva che è tramontata. Il passato crea una sensazione diffusa di scontentezza e soprattutto di insoddisfazione per le cose che ci sono adesso: così la vita presente si riempie di lamenti. Risultato: il cibo compensa l’infelicità… Il centro della fame è collegato incessantemente nel cervello al centro del piacere: la scontentezza ci porta inevitabilmente verso il grasso. “Pensare magro” è cambiare identità: la mia paziente è dimagrita di venti chili andando alla scuola di recitazione. Come suora pregava fino alle lacrime, come amazzone tirava fuori la sua rabbia contro tutti gli uomini, come prostituta poteva permettersi una volgarità prorompente. Recitando estraeva da sé tanti personag8


gi, tanti modi di essere: non era più la mamma, l’impiegata, la moglie. Così facendo, recitando, diventando personaggi sconosciuti, la fame non sapeva più cos’era. Mai essere una sola cosa: questo è il più bel regalo che possiamo fare all’anima, questo è “pensare magro”. Da qui alle contraddizioni il passo è breve. “Pensare magro” è uscire dai luoghi comuni, dal moralismo convenzionale, dal bisogno di essere perfetti per essere approvati dagli altri. “Pensare magro” è quindi essere bianchi e neri, dolci e aggressivi, generosi ed egoisti. Le persone unilaterali che hanno un unico modo di essere, che hanno sempre bisogno dell’opinione degli altri… ingrassano sempre di più. L’anima adora esplorare territori di segni opposti: sogna la luce e gli inferi, il cielo e la terra, la via diritta e sprofondare nella voragine. “Pensare magro” è non farsi addomesticare dalla vita: occorre ricordarsi che gli animali selvatici non ingrassano, quelli domestici, che via via diventano sempre più dei peluche, mettono su peso come i loro padroni. Abbiamo bisogno di avventure, di passioni, di perdere la testa. Abbiamo bisogno veramente di una vita spericolata, come diceva Vasco Rossi, di una vita dove gli imprevisti sono di casa, dove tutto non è codificato dalle abitudini. Una vita troppo controllata, una femminilità frenata si trasforma inevitabilmente in chili di troppo. Invece le ricerche ci dicono che chi si innamora nel 90% dei casi dimagrisce senza accorgersene. Il desiderio è forse il più potente “pensare magro” che possediamo, perché rompe ogni schema. 9



Capitolo 1

Il punto di vista scientifico Ingrassiamo perchÊ qualcosa cambia nel nostro organismo: è un processo che coinvolge molte sfere psicofisiche. Anche la scienza vede il legame tra cervello e accumulo adiposo: ecco tutte le ultime scoperte


Perché ingrassiamo? La prima indagine A

ffrontare il concetto del peso in eccesso semplicemente definendolo un problema di “chi mangia troppo” è riduttivo e sbagliato. Allo stesso modo è inutile o addirittura dannoso pensare di risolvere il problema dei chili di troppo semplicemente “mettendosi a dieta”. Come vedremo nelle prossime pagine, per perdere peso occorre avviare un’indagine accurata sullo stato di salute dell’intero organismo, riflettendo anche sul modo in cui ci alimentiamo e sulle nostre abitudini. Spesso, infatti, il non riuscire a dimagrire può dipendere da numerosi problemi di tipo organico, o da alcuni errori di comunicazione tra organismo e cervello. Intervenendo su questi fattori perdere peso diventa un processo naturale e, volendo, anche facile. Secondo le statistiche la maggior parte delle persone (circa il 90%) che si mettono a dieta non solo non riesce a mantenere stabilmente il nuovo peso raggiunto ma il più delle volte prende qualche chilo in più rispetto al peso di partenza. Di conseguenza la domanda che dobbiamo porci è: perché è così difficile perdere peso? La risposta è semplice: ci concentriamo sugli aspetti sbagliati del dimagrimento. Crediamo infatti che perdere peso dipenda dalla forza di volontà nel portare avanti 12


le rinunce a tavola. In realtà per dimagrire in maniera duratura occorre cambiare atteggiamento mentale verso il cibo, e soprattutto è necessario che tutte le aree del cervello coinvolte nel controllo della fame e del metabolismo siano correttamente “programmate”.

Le domande frequenti • C’è un modo giusto di perdere peso? Una diminuzione di peso sana e corretta dovrebbe aggirarsi tra i 300 e i 500 g alla settimana. In certe condizioni fisiche tali valori possono essere ancora più bassi. Un dimagrimento repentino invece nuoce alla salute in quanto si hanno effetti negativi sull’organismo: il metabolismo basale si abbassa e il tessuto adiposo non viene intaccato, di conseguenza i chili che si perdono sono a carico dell’apparato muscolare.

• Si può dimagrire solo in determinati punti? No. Non esistono sistemi efficaci per dimagrire soltanto in una particolare regione anatomica. Gli annunci che reclamizzano prodotti capaci di provocare un dimagrimento di determinate zone del corpo, senza influenzarne altre, non hanno nessun fondamento, e non esistono studi che abbiano mai validato questa possibilità. Il dimagrimento avviene sempre in modo armonico e diffuso. Al limite è possibile impostare l’attività fisica in maniera “mirata” per favorire lo sviluppo muscolare di alcune zone corporee specifiche. 13


• Seguo una dieta faticosa e non perdo peso. Perché? Spesso il nostro concetto di dieta coincide con una semplice riduzione di cibo, magari condotta anche in maniera disordinata. Probabilmente la spiegazione di molti dei nostri insuccessi è proprio questa: concentrarsi esclusivamente su un regime alimentare restrittivo porta a risultati che di solito sono buoni solo nel breve termine e che favoriscono l’instaurarsi di situazioni frustranti. La dieta non può essere concepita come una rinuncia, ma come un diverso approccio globale alla propria salute. Attenzione anche al metabolismo: rallenta in modo fisiologico nel corso degli anni, quindi può capitare che improvvisamente si tenda ad accumulare peso in modo “naturale”. È qui, però, che abbiamo ancora possibilità di agire.

Quando l’adipe era emblema di prosperità Nell’antichità i chili in più erano sinonimo di ricchezza, salute e prosperità, e per questo motivo erano molto apprezzati. Tuttavia già nella Grecia classica il medico Ippocrate cominciò a mettere in guardia i suoi concittadini dai rischi connessi all’obesità. Le prime prese di posizione davvero forti contro i chili di troppo risalgono al XVI secolo, anche se le motivazioni erano di natura soprattutto moralistica: l’obesità era sinonimo di vita trascurata.

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La dimensione fisiologica: così accumuliamo adipe In medicina il processo di sintesi e accumulo dei grassi è chiamato lipogenesi. Il protagonista della lipogenesi è una molecola chiamata acetil-coenzima A, che viene prodotta durante il metabolismo dei vari nutrienti assunti con la dieta. In pratica tutti i cibi capaci di trasformarsi in questa molecola possono potenzialmente favorire l’accumulo di grassi corporei: parliamo soprattutto dei carboidrati, ma anche di alcuni aminoacidi e dell’alcol, oltre ovviamente a tutti i tipi di grassi, soprattutto quelli animali. La sintesi dei grassi avviene a livello dell’intestino, dove gli acidi grassi si associano al glicerolo 3 fosfato per formare i trigliceridi, che vanno a depositarsi nel tessuto adiposo. In un individuo di 70 kg, la quantità di grasso accumulato è di 11-15 kg (circa il 20% del peso totale). Si tratta di una riserva d’energia sufficiente a mantenere in vita l’organismo per 3 mesi. Gli accumuli adiposi non sono tutti uguali: vanno distinti in grasso bruno e grasso bianco. Il grasso bruno può essere considerato un grasso “buono”, e la sua funzione è soprattutto quella di proteggerci dal freddo aiutando il consumo di calorie. Il grasso bianco favorisce invece il risparmio energetico e quindi l’aumento di peso. 15


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