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A parere mio

A parere mio di Cesare Scotoni

Una nuova declinazione di territorio

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Vi è un concetto abusato che viene invocato ogni qualvolta si vogliano nobilitare le ragioni di una scelta che implichi un contesto sociale di riferimento. Quel maltrattato concetto che è sintetizzato nel vocabolo “Territorialità”. Che non si fonda però su elementi fisici o geografici come il più solido “Territorio”, che è un Ente Oggettivo ed ha sempre un inizio ed una fine e spesso anche dei precisi confini. La Territorialità è definita di volta in volta dagli attributi che si vogliono associare ad uno Spazio Sociale che si vuole porre in relazione con un Territorio.

Il gioco che viene di volta in volta riproposto è dunque quello delle “affinità”. In Trentino per almeno 35 anni di grassa autonomia finanziaria, si è scivolati da un implicito piuttosto banale, riassumibile in una distinzione tra “i nosi da ‘na banda e i altri, che bussa, dall’altra” ad una situazione via via di maggior complessità. Dove i primi sono restati vittima di un’ autoreferenzialità riassumibile nel popolare detto del “chi si loda s’imbroda” sperando in una Continuità che puntava direttamente sulla Clonazione lì dove, per caso, la Cooptazione risultasse insufficiente… Avrei voluto qui sviluppare una Riflessione sul Passato per costruire su quella una visione di Futuro che immaginasse un modo nuovo di essere Territorio, ma oggettivamente il rischio di perdersi in un’elencazione di quegli errori di cui peraltro han dato già evidenza in passato i troppi esperti del senno di poi, mi suggerisce di limitarmi ad invocare la Capacità d’Immaginare dei tanti che ancora credono in queste Terre di Montagna. Luoghi che son prima un confine tra Cielo e Terra che dei confini tra delle entità geografiche, il cui senso stesso va ripensato di fronte alla grandezza delle sfide che viviamo. La Sfida, innanzitutto culturale, è nel declinare in modo diverso quel Concetto così abusato. Lo scegliere assieme gli Attributi in cui una o più Comunità tra loro in relazione sanno riconoscersi vicendevolmente; quelle Affinità su cui reinventare e riproporre alle ambizioni di ciascun protagonista di quello Spazio la capacità di concepirsi quale soggetto territoriale. Non può essere però un esercizio slegato da ciò che già sostanzia quelle Comunità, salvo rivelarsi poi uno sforzo vano. Un’Amministrazione solida e capillare in attesa dell’evoluzione digitale, un buon welfare che della crisi sarà argine, un’Università che, uscita dalla fase di crescita infrastrutturale è un asset per la creazione di Classe Dirigente, un’offerta turistica e culturale che ha assunto con le limitazioni dovute al COVID19 maggior consapevolezza del proprio peso, una Cooperazione ancora forte cui le nuove norme per il Credito e l’avvento del Commercio Elettronico han suonato la sveglia, un Sistema di Ricerca e Formazione tra i primi in Italia e che fa della relazione con i Settori Produttivi il proprio carattere distintivo. Un’agricoltura forte che è a difesa dell’Ambiente, poche grandi aziende, molto artigianato in attesa che il riuso del territorio divenga occasione di crescita ed un settore idroelettrico che ambisce ad una finanziarizzazione più moderna per divenire un fattore di Sviluppo. Questo c’è. Insieme a tanto altro, spesso frutto di una narrazione esausta. Da una rilettura delle relazioni tra quei protagonisti si debbono riconoscere Affinità e Differenze per saperle rimettere al Servizio di una Crescita Culturale e Sociale. Ed è un passaggio che richiede una profonda Onestà, non solo intellettuale. O la sfida con la Modernità sarà perduta. E quella sfida investe in primis la Politica che in quei Territori ha le sue radici.