Sport Milano Magazine Marzo 2017

Uomo e cane Un nuovo livello di comunicazione

ISO Istituto Superiore di Osteopatia

Un sogno a portata di mani

Go-kart

Aikido

>> Indice

16 Aspetto educativo nell’era moderna

Dal settore olistico al settore sportivo

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10 Cutman: l’uomo dei tagli

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Aikido: armonia dell’energia

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Editoriali Una rivista digitale La parola al preparatore Calendario dei corsi Go-Kart, velocità in Valle Cutman, l’uomo dei tagli Donne Samurai Aikido, armonia e energia Arti Marziali, l’aspetto educativo CSEN equitazione Comunicare col cane ISO, sogno a portata di mani La pagina dell’osteopata Normativa: SCIA Normativa: vendita beni Alimentazione e salute Concorso Sport mon amour Shotokan Cup 2017 CONI: elenco discipline

ISO: Istituto Superiore di Osteopatia

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attività fisica e salute IN COPERTINA: Comunicazione con il cane

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SPORT MILANO MAG 1

gli editoriali

LA PAROLA AL PRESIDENTE

Direttore Responsabile: Maria Cristina Magri

X°Congresso ordinario elettivo CSEN Nazionale

Art Director: Ivan Scotti

i è concluso domenica 12 marzo il decimo Congresso Elettivo CSEN Nazionale, che ha visto riconfermato il Presidente Nazionale Francesco Proietti.

La novità di quest’anno è l’istituzione del Consiglio dei Delegati, mentre la Direzione Nazionale risulta rinnovata e ridimensionata nei numeri, passando da 16 a 12 elementi.

In relazione alla mia candidatura alla Direzione Nazionale, voglio ringraziare tutti coloro che hanno manifestato stima e rispetto verso la mia persona e il nostro Comitato, dandomi sostegno elettorale con il loro voto.

La cosa più bella di questo Congresso, sicuramente è stata la possibilità di condividere tre giorni in perfetta armonia e grande gioia con tutto il mio staff, un’ulteriore occasione per rendermi conto della fortuna di avere come amici e collaboratori dei validi e seri professionisti.

Un particolare ringraziamento alle componenti della Segreteria Nazionale, che si sono prodigate anche in questa occasione per permettere il corretto e regolare svolgimento dei lavori, dimostrando professionalità e grandi qualità umane.

S

In redazione: Giusy Quagliolo, Fabiano Foschini Direzione e redazione: C.S.E.N. Milano Via Giacosa, 3 - 20127 MILANO Orario apertura al pubblico: dal Lunedì al Venerdì, ore 9.30 - 13.00 Ufficio e Fax +39 02 39561256, e-mail: segreteria@csenmilano.it Realizzazione grafica: Lime Edizioni S.r.l.

Hanno collaborato a questo numero: Fabio Barbieri, Dario Cavallaro, Francesco De Nardo, Lorenzo Ferrante, Maria Cristina Magri, Photolies, Moreno Sartori, Ivan Scotti Cinzia Susca, Stefano Uberti, Paolo Zerbino Fotografie e illustrazioni: Ivan Scotti Testi, foto e disegni non richiesti e inviati in redazione non saranno resi Spedizione in abbonamento ARRETRATI: +39 02 39561256 ufficiostampaecomunicazione@csenmilano.it www.csenmilano.it attivo da lunedì a venerdì 9-13/14-17 Pubblicazione registrata presso il Tribunale di Milano il 13 luglio 2016 nr. 181 Testi, fotografie e disegni: riproduzione anche parziale vietata

Da questo numero la rivista si arricchisce anche della tecnologia QR-Code.

Si tratta di una soluzione che permette, collegandosi al web, di visionare dei contenuti come ad esempio brevi video sul proprio smartphone, semplicemente inquadrando una piccola icona, che troverete stampata in vari punti sulle nostre pagine, alla fine di un articolo o di fianco ad un’immagine. Per fare ciò, bisogna scaricare l’applicazione da Play Store o Apple Store; essa è gratuita e occupa uno spazio insignificante; per vedere il video ovviamente occorre una connessione Wi-Fi oppure dati.

Centro Sportivo Educativo Nazionale Ente di Promozione Sportiva Riconosciuto dal C.O.N.I. D. Lgs n. 242 del 23-7-1999 (Delibera C.N. CONI n.1224 del 15-5-2002) Ente Nazionale con finalità assistenziali riconosciuto dal Ministero dell'Interno D.M. 559/C 3206.12000.A [101] del 29 febbraio 92 Associazione di Promozione Sociale iscriz. n. 77 Reg. Naz. Min. Lav. e Politiche Soc. (l. 7-12-2000 n.383) C.F. 97127000152

Cari saluti a tutti voi, Paolo Zerbino, Direttore Editoriale e Presidente Comitato CSEN Milano

on c'è due senza tre, dice la saggezza popolare: e infatti eccoci qui, al numero 3 della nostra rivista che da questa uscita cambia nome e diventa Sport Milano Magazine, per poter rappresentare in modo ancora più chiaramente aggregativo tutte le realtà che compongono il ricco, variegato e attivissimo mondo delle associazioni sportive dilettantistiche di Milano e della sua provincia.

Ma come capita per tante altre cose della vita a volte c'è la necessità di cambiare, e dal prossimo numero ci sarà un altro Diret-

N Maria Cristina Magri Direttore Responsabile Photo©IvanScotti

tore Responsabile a guidare l'affiatatissimo team di lavoro che mi ha affiancato sin qui.

Ringrazio di cuore il Direttore Editoriale e Presidente del Comitato Csen di Milano, Paolo Zerbino, che mi ha affidato la responsabilità di far nascere questa rivista: è stata una esperienza preziosa ed entusiasmante, dalla quale ho imparato tanto e di cui andrò sempre orgogliosa.

Grazie anche a Ivan Scotti, Massimiliano Rossi, Giusy Quagliolo, Fabiano Foschini, Nadia Cattaneo e Silvia Mognaschi: sono stati nove mesi di collaborazione fattiva, e

ode?

A cosa serve un QR-C

di Il QR-Code ti permette visualizzare con il tuo presenti smartphone contenuti io video, mp ese nel web come ad be we e gin pa i, gin ma testi, im a. tanto altro ancor

sono sicura che le loro siano ottime mani in cui lasciarvi. E più di tutti ringrazio voi, le società affiliate a Csen: perché siete lo zoccolo duro della promozione sportiva sul territorio e affrontate ogni giorno sfide importanti, anche faticose da portare avanti ma che rendono possibile il crearsi di tante belle storie, che ho avuto il piacere di conoscere sin qui. Come anche tutte le altre, quelle che arriveranno dopo: perché siete voi la vera ricchezza di Csen, e questa rivista è fatta per voi.

Maria Cristina Magri

sportmilanomagazine.it l’avventura sbarca in rete!

Cari lettori, sono orgoglioso di presentarvi la nostra ultima creatura, che ho personalmente voluto, ideato e realizzato, curandone il progetto grafico e la struttura dei contenuti, con l’appoggio incondizionato del nostro illuminato Presidente, Paolo Zerbino.

Si tratta del nostro magazine digitale www.sportmilanomagazine.it Sportmilanomagazine è la versione digitale della nostra rivista, ma anche qualcosa in più, è un’idea, è l’espressione del pensiero di un gruppo di professionisti che operano all’insegna della qualità, producendo e lavorando ogni giorno, nell’ottica di una crescita comune e personale.

Colgo qui l’occasione per ringraziare i miei collaboratori Massimiliano Rossi e Leonardo De Carli, rispettivamente web developer e redattore, nonché i collaboratori esterni e occasionali, che di volta in volta contribuiranno ad ac-

crescere la varietà e la qualità del nostro pensiero.

Sulla pagina principale del sito troverete il link per visionare tutti i numeri della rivista cartacea, in formato pdf, con un pratico plugin che simula lo scorrimento delle pagine.

Gli argomenti trattati dal sito non riguardano però solamente la rivista cartacea, sono presenti infatti le seguenti sezioni: Notizie sportive, Cultura, Normative fiscali, Bandi locali e nazionali e, per finire, un blog a carattere fotografico, all’interno del quale potete trovare una serie di articoli tecnici e divulgativi dedicati alla fotografia e con il quale è possibile interagire, semplicemente registrandosi sul sito.

Oltre a tutto questo, nel sito è presente una nutrita serie di gallerie fotografiche e video, che vengono costantemente aggiornate e implementate con nuovi servizi.

Rispetto alla rivista cartacea, che è un

trimestrale, la vera forza del sito consiste nella frequenza con cui vengono pubblicati i contenuti: ogni settimana pubblichiamo un editoriale, un articolo di giornalismo culturale, un post sul blog e, per finire, mettiamo online almeno un paio di news al giorno. La tipologia delle notizie è varia, e spazia dall’annuncio della gara regionale di una delle nostre associate, al commento di un evento sportivo di caratura nazionale o internazionale, per finire con la recensione di una mostra importante, di un libro o dell’ultimo film uscito nelle sale.

Il sito si configura quindi come un vero e proprio magazine online, che vi fornirà quotidianamente una serie di contenuti legati all’attualità e alla cultura, vi aggiornerà sui più recenti bandi in ambito associativo e vi terrà aggiornati sulle ultime novità delle normative sportive a carattere fiscale e legale.

Il mio spassionato consiglio è di metterlo tra i preferiti e di tenerlo d’occhio quotidianamente, perché di sicuro anche oggi stesso potrebbe esserci qualche notizia interessante, per ognuno di voi.

Per finire, affiancati al sito web, abbiamo anche una pagina Facebook ufficiale e un account Twitter e Instagram, che non solo condividono sui vari social gli articoli più interessanti, ma creano un’ulteriore rete di scambi e condivisioni, accrescendo maggiormente la portata comunicativa e di informazione del sito stesso.

Intelligenti pauca!

Ivan Scotti Art Director Sport Milano Magazine e direttore tecnico sportmilanomagazine.it

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>> la parola al preparatore

Il riscaldamento sportivo: una polizza anti-infortuni Testo di Maria Cristina Magri

Dario Cavallaro, docente Csen di preparazione atletica e massoterapista Mcb, ci svela i segreti di una corretta sequenza di allenamento pretare meglio il gesto sportivo. Per effettuare un allenamento specifico, chi pratica la corsa generalmente fa seguire ad una classica corsa lenta una serie di allunghi. Nel nuoto bisognerà focalizzare l’attività sugli arti superiori creando dei movimenti di circonduzione e flesso estensione, eseguendoli su tutto il range di mobilità articolare.

Chi pratica il ciclismo per riscaldarsi potrà far seguire a 10-15 minuti di agile pedalata una serie di ripetute con relativo recupero con pedalata ad alta intensità. Chi vorrà passare una giornata sulle piste da sci potrebbe riscaldarsi facendo dei piegamenti sulle gambe magari leggermente divaricate, alternandole a piegamenti laterali su gamba con eventuale torsione del busto verso la gamba o simulando con dei bastoni l’attività di slancio e spinta tipica di chi scia. Una volta terminate le varie pratiche sportive sarà importante riportare gradualmente tutte le condizione fisiologiche a una attività normale. Questo compito spetta ad un’altra importante fase dell’allenamento o della gara, rappresentato dal defaticamento, che si basa su attività simili a quelle utilizzate nel riscaldamento».

n preparatore di preparatori: questo è il ruolo di Dario Cavallaro all'interno del centro tecnico nazionale CSEN. La persona giusta cui rivolgere alcune domande sul riscaldamento, una fase del normale lavoro di allenamento che dovrebbe far parte delle abitudini di ogni persona che ami praticare attività fisica.

U

Per fare chiarezza: a cosa serve il riscaldamento?

«Il riscaldamento serve a creare uno stato di preparazione psicofisico e cinestetico-coordinativo ottimale: questa breve fase va eseguita prima di un allenamento, dura almeno 10-15 minuti e permette all’organismo di affrontare, nelle migliori condizioni possibili, una prestazione sportiva».

Da cosa ci salva un buon riscaldamento e che vantaggi porta?

«Un’attività fisica a bassa intensità stimola gradualmente tendini e muscoli, rendendoli più pronti e capaci di adattarsi agli sforzi di una successiva attività più intensa. Aumenta la produzione di liquido sinoviale, un lubrificante che aiuta le nostre articolazioni a muoversi meglio preservandole dai traumi. Permette al cuore di aumentare gradatamente i battiti, diminuendo i rischi per il sistema cardio vascolare. Richiama sangue verso i distretti sollecitati, creando una maggiore ossigenazione dei tessuti e prepara così l’organismo ad un migliore utilizzo delle energie. Aumenta la temperatura corporea, rendendo più efficaci gli impulsi nervosi, a tutto vantaggio di un corpo più veloce e reattivo».

Chi ne ha bisogno e chi ne può trarre giovamento?

«Rispondo con una parola soltanto: tutti. Importante sarà modulare intensità e durata in base al livello di preparazione, all’età dello sportivo ed alle condizioni climatico-ambientali.

Ad esempio sportivi molto allenati impiegano più tempo a riscaldarsi ed i più anziani hanno bisogno di un riscaldamento più lungo, ma meno intenso».

Quale può essere uno schema di riscaldamento per un dilettante sportivo che pratichi corsa, ciclismo o sci ad esempio?

«Esistono due forme di riscaldamento, uno ge-

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Il riscaldamento serve a creare uno stato di preparazione psicofisico e cinestetico-coordinativo ottimale nerale ed uno specifico. Il primo si può sviluppare su un tapis roulant, una cyclette o semplicemente a corpo libero (marciando sul posto, camminando a passo veloce, con affondi sulle gambe, saltando sul posto, alzando ed abbassando un bastone).

Questo tipo di riscaldamento è adatto a tutti e può precedere quello specifico, che permette ai distretti più sollecitati, con esercizi mirati, di inter-

In quali casi è utile lo stretching?

«I movimenti di stretching vengono comunemente usati come forma di trattamento nelle disfunzioni mio-fasciali. Questi, però, devono essere eseguiti con gradualità per evitare danni alle strutture tissutali. Risulta necessario dedicare un periodo di tempo adeguato alla correzione della tensione che perdura da tempo ed occorrono generalmente alcune settimane per recuperare la mobilità dei muscoli da una tensione moderata. Lo stretching comunemente praticato, con posizioni mantenute pochi secondi, respirazione non specifica e magari aggiungendo movimenti a rimbalzo è controindicato, se non addirittura un’aggravante, in quanto inducono una contrazione generale dei muscoli dello scheletro. Utili risulteranno invece la tecnica di Mézières, le tecniche osteopatiche, la terapia manuale, l’inattivazione dei trigger point e la rieducazione posturale globale».

Soltanto una volta risolta la problematica miofasciale, è proficuo avviare un programma di recupero che riguarda sia lo stretching sia il potenziamento degli inevitabili squilibri muscolari che si creano in queste situazioni».

Cosa le chiede solitamente chi vuole iniziare una pratica sportiva?

«La domanda che più spesso viene fatta da chi vuole iniziare uno sport è quale sia il più completo.

Come è ovvio, la risposta che si dà in questi casi è che non esiste uno sport veramente completo in assoluto, in quanto ogni attività viene indirizzata verso una specializzazione e promuove nel praticante certe caratteristiche a discapito di altre».

Quale sport scegliere allora, in caso di indecisione?

«Abbiamo caratteristiche somatotipiche che ci danno una fisiologica predisposizione verso uno specifico sport, rendendo più facile la costruzione di una performance sportiva, anche se essenziale risulta l’attività propedeutica a quest’ultima.

Questa permetterà di acquisire la consapevolezza del gesto, in modo che diventi funzionale e che l’esperienza di apprendimento sviluppi le potenzialità nelle varie discipline, sia con finalità educative che sportivo agonistiche, senza, come abbiamo visto, subire scompensi o disarmonie neuro-muscolo-fasciali».

Che relazione c’è tra postura e dolore?

«Le disfunzioni posturali sono uno degli aspetti su cui medici e ricercatori rivolgono oggi grande attenzione. Ad oggi, però, data la complessità degli elementi connessi a questa materia si ha ancora la necessità dell’apporto di studi scientifici che forniscano linee guida su cui orientare correttamente le strategie diagnostiche e soprattutto curative.

Possiamo dire che, dal punto di vista motorio, ogni essere vivente è in grado di adattarsi all’ambiente in cui si trova per sopravvivere e svolgere la propria attività statica e dinamica.

Tale adattamento richiede la capacità di assumere le posizioni più consone alla situazione ed alle proprie esigenze di comportamento.

La postura non si riferisce ad una condizione statica, rigida e prevalentemente strutturale, ma si identifica con il concetto più generale di equilibrio, inteso come ricerca del miglior rapporto tra soggetto ed ambiente circostante.

E’ fondamentale chiarire che assumere una posizione scorretta non vuol dire avere postura scorretta, tuttavia, assumere costantemente delle posizioni scorrette costringe il sistema posturale a compensare in qualche modo (spalla più alta, rotazione del bacino, atteggiamenti scoliotici, vizi dell’appoggio plantare, testa inclinata…). Questo sistema così “inquinato” dai vari compensi vedrà sorgere tutte le problematiche più comuni (cefalee, cervicalgie, nevralgie, lombosciatalgie, dolori alle spalle, alle braccia, alle anche, alle ginocchia e alle caviglie)».

Esistono due forme di riscaldamento, uno generale ed uno specifico. Il primo si può sviluppare su un tapis roulant, una cyclette o semplicemente a corpo libero. É adatto a tutti e può precedere quello specifico

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calendario attività formative 2016/2017 Ogni tipologia di corso viene riproposta più volte nell’arco dell’anno, in sessioni differenti

>> SETTORE SPORTIVO

CORSO DI ISTRUTTORE DI PILATES MATWORK 2° LIVELLO

CORSO ISTRUTTORI DI FITNESS 1° LIVELLO

SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 01/02 – 08/09 Luglio 2017 3° sessione: 11/12 – 18/19 Novembre 2017

SESSIONI ANNO 2017 3° sessione : 22/23 - 29/30 Aprile 2017 4° sessione : 17/18 - 24/25 Giugno 2017 5° sessione : 16/17 - 23/24 Settembre 2017 6° sessione : 28/29 Ottobre 04/05 Novembre 2017

CORSO ISTRUTTORI DI FITNESS 2° LIVELLO SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 01/02 – 08/09 Aprile 2017 3° sessione: 20/21 – 27/28 Maggio 2017 4° sessione: 30 Settembre – 01/07/08 Ottobre 2017

CORSO PER TECNICO IN EDUCAZIONE MOTORIA E POSTURALE 1° LIVELLO SESSIONI ANNO 2017 3° sessione: 06/07 – 13/14 Maggio 2017 4° sessione: 01/02 – 08/09 Luglio 2017 5° sessione: 07/08 – 14/15 Ottobre 2017

CORSO PER TECNICO IN EDUCAZIONE MOTORIA E POSTURALE 2° LIVELLO SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 03/04 – 10/11 Giugno 2017 3° sessione: 23/24/30 Settembre – 01 Ottobre 2017

CORSO DI PERSONAL TRAINER FITNESS E BODY BUILDING SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 03/04 – 10/11 – 17/18 Giugno 2017 3° sessione: 14/15 - 21/22- 28/29 Ottobre 2017

CORSO DI ISTRUTTORE DI PILATES MATWORK 1° LIVELLO SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 01/02 – 08/09 Aprile 2017 3° sessione: 20/21 – 27/28 Maggio 2017 4° sessione: 21/22 – 28/29 Ottobre 2017

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CORSO DI ISTRUTTORE DI PILATES MATWORK 3° LIVELLO SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 10/11 – 17/18 – 24/25 Giugno 2017 3°° sessione: 02/03 – 09/10 – 16/17 Dicembre 2017

CORSO DI ISTRUTTORE DI SPIN CICLISMO STATICO SESSIONI ANNO 2017 1° sessione: 22/23 – 29/30 Aprile 2017 2° sessione: 21/22 – 28/29 Ottobre 2017

MASTER IN TECNICHE MANUALI DI DRENAGGIO LINFATICO SESSIONI ANNO 2017 1° sessione: 22/23 - 29/30 Aprile 2017 2° sessione: 04/05 – 11/12 Novembre 2017

CORSO OPERATORE ATTIVITA’ SPORTIVA PER DISABILI SESSIONI ANNO 2017 1° sessione: 22/23 – 29/30 Aprile 2017 2° sessione: 04/05 – 11/12 Novembre 2017

CORSO DI ISTRUTTORE DI AEROBICA E STEP 1° LIV. SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 14/15 – 28/29 Ottobre 2017

CORSO DI ISTRUTTORE DI AEROBICA E STEP 2° LIV.

CORSO DI PREPARATORE ATLETICO SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 07/08 – 14/15 – 21/22 – 28/29 Ottobre 2017

CORSO OPERATORE MASSAGGIO SPORTIVO BASE 1° LIVELLO SESSIONI ANNO 2017 3° sessione: 20/21 – 27/28 Maggio 2017 4° sessione: 07/08 – 14/15 Ottobre 2017 5° sessione: 02/03 – 09/10 Dicembre 2017

OPERATORE MASSAGGIO SPORTIVO AVANZATO 2° LIVELLO SESSIONI ANNO 2017 2° sessione : 01/02 - 08/09 Aprile 2017 3° sessione: 17/18 – 24/25 Giugno 2017 4° sessione: 21/22 – 28/29 Ottobre 2017

SESSIONI ANNO 2017 1° sessione: 13/14 – 20/21 Maggio 2017 2° sessione: 18/19 – 25/26 Novembre 2017

CORSO ISTRUTTORE ATTIVITA’ MOTORIA E SPORTIVA PER INFANZIA / ETA’ EVOLUTIVA SESSIONI ANNO 2017 1° sessione: 01/02 – 09/09 Aprile 2017 2° sessione: 18/19 – 25/26 Novembre 2017

MASTER DI TAPING SPORTIVO SESSIONI ANNO 2017 1° sessione: 22/23 – 09/09 Aprile 2017

CORSO EFR (RCP – BLSD- DAE) SESSIONI ANNO 2017 1° sessione: 04 Marzo 2017

CORSO DI ISTRUTTORE DI DIFESA PERSONALE

CORSO PER INSEGNANTE DANZA MODERNA E CONTEMPORANEA SESSIONI ANNO 2017

SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 03/04 – 10/11 Giugno 2017 3° sessione : 18/19 – 25/26 Novembre 2017

SESSIONI ANNO 2017 1° sessione: 06/07 - 13/14 Maggio 2017 2° sessione: 11/12 – 18/19 Novembre 2017

Attenzione, le date e i luoghi dei corsi potrebbero subire variazioni: rimanete informati anche tramite il nostro sito, sempre aggiornato in tempo reale,o contattateci direttamente per ogni tipo di chiarimento vi fosse necessario. Il referente per l'attività didattico-informativa per Csen Milano è il

M°. MARCIANO MASSIMO CELL. 393 / 4254268 – 02/39561256 PRESIDENTE PROVINCIALE CSEN MILANO M°. PAOLO ZERBINO CELL. 339 / 5789408 – 02/39561256 www.csenmilano.it – email: corsi@csenmilano.it

>> SETTORE OLISTICO CORSO PER INSEGNANTE HIP HOP SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 07/08 – 14/15 Ottobre 201717

CORSO DI PERSONAL TRAINER IN TECNICHE OLISTICHE

MASTER IN COREOGRAFIA

SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 04/05 – 11/12 – 18/19 – 25/26 Novembre 2017

SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 22 Ottobre 2017

CORSO OPERATORE DEL MASSAGGIO OLISTICO

CORSO PER ISTRUTTORE FUNCTIONAL TRAINING

SESSIONI ANNO 2017 1° sessione: 01/02 – 08/09 Aprile 2017 2° sessione: 03/04 – 10/11 Giugno 2017 3° sessione: 07/08 – 14/15 Ottobre 2017

SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 17/18 – 24/25 Giugno 2017

>> MASTER MONOTEMATICI 2017

CORSO DI RIFLESSOLOGIA PLANTARE BASE SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 04/05 – 11/12 – 18/19 – 25/26 Novembre 2017

ALIMENTAZIONE E SUPPLEMENTAZIONE DELLO SPORTIVO

CORSO SPECIALIZZAZIONE “WELLBEINGCOACH”

PARAMORFISMI E DISMORFISMI

SESSIONI ANNO 2017 2° sessione: 22/23 – 29/30 Ottobre 2017

CORSO DI RIFLESSOLOGIA PLANTARE AVANZATO SESSIONI ANNO 2017 DATE IN VIA DI DEFINIZIONE

CORSO DI OPERATORE TUI NA’ SESSIONI ANNO 2017 DATE IN VIA DI DEFINIZIONE

CORSO DI ISTRUTTORE QI GONG SESSIONI ANNO 2017 DATE IN VIA DI DEFINIZIONE

CORSO DI ISTRUTTORE TAI CHI CHUAN SESSIONI ANNO 2017 DATE IN VIA DI DEFINIZIONE

2° sessione: 09 APRILE 2017

2° sessione: 14 MAGGIO 2017

LA COMUNICAZIONE POSITIVA 2° sessione: 21 MAGGIO 2017 Novembre 2017

I PRINCIPI CHE REGOLANO UNA CORRETTA POSTURA 2° sessione: 02 LUGLIO 2017

GINNASTICA ANTALGICA E CORRETTIVA DELLA COLONNA VERTEBRALE 2° sessione: 16 LUGLIO 2017

CASI CLINICI IN PALESTRA 1 1° sessione: 02 APRILE 2017 2° sessione: 17 SETTEMBRE 2017

CASI CLINICI IN PALESTRA 2 2° sessione: 12 NOVEMBRE 2017

STRETCHING E TECNICHE DI RILASSAMENTO 1° sessione: 02 APRILE 2017 2° sessione: 17 SETTEMBRE 2017

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>> go-kart

Testo e fotografie di Ivan Scotti

Top Karting School Una passione per la velocità in Val Seriana una fresca mattina di fine febbraio quando arrivo nei pressi di Casnigo, in provincia di Bergamo. Seguendo le indicazioni che mi hanno inviato, trovo facilmente la giusta direzione e in pochi minuti fermo la mia auto nel parcheggio dello Sporting Club Val Seriana, un capannone industriale sulla strada per la Val Gandino.

All’interno trovo ad aspettarmi il Sig. Paganoni e il Sig. Bonani, rispettivamente il Tecnico Istruttore responsabile del Centro e il Presidente della APS Sporting Club Val Seriana.

Giampietro Paganoni può vantare una grande esperienza nel mondo dei motori, come titolare di un’offi-

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cina e soprattutto come preparatore di auto da competizione e appassionato di corse automobilistiche, passione che gli ha consentito di vincere anche diversi titoli nel settore Rally.

Bonani, ingegnere elettronico, vive anche lui da sempre la passione dei motori e della velocità. Mi racconta, infatti, che fra le varie cose è stato anche uno dei responsabili sviluppo nel settore moto d’acqua del Team Kawasaki.

L’idea di costruire un kartodromo è stata concepita circa un anno fa proprio da Paganoni, e il Kartodromo ha aperto i battenti al pubblico nel settembre 2016. Sono solo pochi mesi che la struttura è funzionante, ma conta già circa 400 tesserati, un

bel numero se consideriamo che si tratta di una realtà così giovane.

Oltre alla scuola, che è attiva nei pomeriggi infrasettimanali, la pista è aperta nel week end e in orario serale anche a chi vuole semplicemente salire sul kart per fare un giro e divertirsi. L’ambiente è diviso in

due settori, la club house, con tavolini e attrezzature varie, dove i soci possono rilassarsi e socializzare, e la pista vera e propria. Il Sig. Paganoni mi accompagna a visitare la pista e mi spiega, con evidente soddisfazione, che è tutta opera sua.

Entrando nel campo di gara sembra

I nostri ragazzi hanno preso subito confidenza con la guida di questi potenti mezzi, grazie anche ai preziosi consigli del signor Paganoni

di trovarsi nel mezzo di un vero e proprio circuito professionistico, con tanto di gomme di protezione, tabellone luminoso con i tempi, centro di controllo e, naturalmente i paddock, dove stazionano i piccoli bolidi. I mezzi a disposizione per girare sul circuito sono dei Kart con motore elettrico, in grado di erogare prestazioni di tutto rispetto, con velocità che viene limitata ai 90 km orari per questioni di sicurezza e un’accelerazione in grado di regalare molte soddisfazioni, anche agli appassionati più esperti e smaliziati.

Il motore elettrico, oltre ad assicurare il divertimento, consente inoltre di far girare senza problemi i mezzi all’interno di un impianto coperto, senza produrre rumore e, soprattutto, senza emettere gas di scarico. La pista è un articolato serpentone che si snoda sinuoso lungo un percorso di circa 220 metri, ma la cosa più interessante, mi spiega Paganoni, è che in questo circuito si possono trovare tutte le tipologie di curve. Questo è un fattore molto importante, soprattutto se consideriamo il fatto che una delle attività principali della APS Sporting Club Val Seriana è proprio la scuola di guida per go-kart, pensata per portare i giovani ad avvicinarsi al mondo delle corse, nella maniera più corretta possibile.

Top Karting School è una costola dell’Associazione ed è nata con lo scopo di creare una vera e propria scuola di guida sportiva. È prevista anche una sezione della scuola che si occupa del settore disabilità, che si avvale di Go-Kart preparati appositamente con comandi al volante.

“I ragazzi arrivano qui, si divertono, si dilettano alla guida, ma non ne capiscono molto” dice Paganoni, e continua: “Anche solo iniziando a dargli i primi rudimenti, i primi consigli, vedo che in breve tempo cambiano radicalmente il loro stile di guida”. La fascia d’età per iniziare ad insegnare le prime nozioni elementari della guida sportiva va dai 7-8 ai 14 anni, mentre dai 14 anni in su gli aspiranti piloti vanno corretti in tutt’altro modo, perché hanno già maggiori consapevolezze, e quindi bisogna lasciarli divertire per poi insegnare le tecniche migliori, pensando soprattutto all’aspetto relativo alla sicurezza.

Infatti una buona consapevolezza nella guida sportiva fa si che anche nella guida su strada il conducente sia più sicuro, più cosciente delle proprie possibilità e dei propri limiti, nel totale rispetto delle regole. Tra gli utenti affezionati ci sono anche gli adulti ovviamente, alcuni anche con precedenti esperienze di guida sportiva, che con il kart vogliono migliorare la tecnica di guida.

Detto fatto, Paganoni ci mostra subito le sue qualità di istruttore gentile e autorevole, indottrinando a dovere, prima dei giri di prova, i quattro ragazzini scatenati che ci siamo portati dietro per l’occasione. Superata la prima fase di ambientamento, i piccoli piloti sfrecciano entusiasti e veloci sulla pista, divertendosi ma anche imparando qualcosa di nuovo, come il controllo delle proprie emozioni, oltre che del proprio mezzo.

Alla fine della nostra visita, Paganoni ci saluta e mi dice: “Mi piacerebbe leggere questa definizione nel

Particolare dei comandi al volante per guidatori con disabilità

suo articolo: Palestra di guida”.

Ed è proprio così, la Top Karting School è una bellissima realtà, più unica che rara sul nostro territorio, dove i ragazzi possono divertirsi e al contempo imparare qualcosa di utile, che va al di là del semplice controllo del mezzo meccanico.

Una vera e propria palestra di guida.

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>> boxe & sport da combattimento

Federico Catizzone

Photo credit: Fabio Barbieri

ha 47 anni, vive a Roma e dal 1995 lavora al Blocco Operatorio dell' Azienda Ospedaliera D.E.A. II Livello "San Filippo Neri" di Roma. www.cutman.it

Cutman:

l'uomo dei tagli Testo di Maria Cristina Magri

Una figura fondamentale negli sport da contatto: ne parliamo con Federico Catizzone

uona la campanella, il pugile si avvicina all'angolo e subito viene preso in carico dagli uomini del suo team. Ma tra tutti uno in particolare lo accudisce con una sollecitudine quasi materna: è il cutman, che ha la responsabilità di prevenire e trattare i danni fisici cui sono soggetti i pugili e gli altri atleti negli sport di contatto.

Scopriamo questo lavoro da specialista del ring con Federico Catizzone, uno dei cutman più conosciuti in ambito nazionale per Boxe e Mma.

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Photo credit: Photolies

COMINCIAMO DALL'INIZIO: CHI È FEDERICO CATIZZONE? «Sono strumentista di sala operatoria, specializzato nella chirurgia d'urgenza ed emergenza, maxillofacciale e vascolare» ci spiega Catizzone. «La mia fortuna è stata unire passione e lavoro: ho fatto 15 anni di pugilato amatoriale e ho visto dal vivo manovre maldestre, non osservanza delle regole di igiene, utilizzo di mezzi non acconci. Allora non c'era

formazione, così mi sono addentrato nella tematica e ho scoperto il ruolo dello specialista che si occupa di traumatologia e bendaggi.

Ho iniziato a studiare e a contattare cutman importanti anche in Irlanda e Germania, e ho trasportato la mia esperienza di una traumatologia maggiore (quella che incontro ogni giorno al lavoro) ad una particolare come quella che riguarda gli sport da combattimento, unica nel suo genere per via dei tempi ristretti in cui dobbiamo agire».

TRA UN ROUND E L'ALTRO CI SONO SOLAMENTE 60 SECONDI DI PAUSA. «Da quando il pugile arriva all'angolo sino al “second out” rimangono sì e no 45”. In questo spazio di tempo dobbiamo valutare la situazione, trovare soluzioni e saper riconoscere traumi maggiori. Perché come dico sempre: noi sul ring non abbiamo la risonanza magnetica, ma possiamo sempre farci venire un sospetto».

QUALE È INVECE IL RUOLO DEL MEDICO DI BORDO RING? «C'è un solco chiaro tra la figura del cutman e quella del medico che, insieme all'arbitro, è l'unico che ha il potere di fermare il match. Il cutman può solo agire tra un round e l'altro, ma è sollevato da ogni potere diagnostico. Ovviamente nel caso si accorga di un danno importante è pronto a segnalarlo al team: siamo specialisti della traumatologia, ma fondamentale è la capacità di decidere di medico e arbitro. Noi dobbiamo

risolvere una serie di problemi che riguardano l'integrità del nostro atleta, in più ci occupiamo dei bendaggi. Che hanno funzioni importantissime: la prima è proteggere la mano e le strutture – ossa, legamenti, tendini, situzione vascolari e nervose - di cui è composta. La seconda è limitare i movimenti articolari: nel pugilato l'articolazione radiocarpica può andare incontro a patologie distorsive.

Nella Mma la mano invece deve essere più libera perché c'è la lotta con le sue prese, quindi l'articolazione ha bisogno di rimanere più morbida.

Inoltre il guantino da Mma è molto piccolo, il più complicato in assoluto da fare: pesa solo 4 once invece delle 10 once di quello da Boxe, con i colpi portati alle ossa del cranio ci sono molte possibilità di traumatismi alla mano».

TUTTE NOZIONI CHE FANNO PARTE DEI SEGRETI DEL MESTIERE? «Non ci sono sono segreti del mestiere: il nostro lavoro segue norme internazionalmente riconosciute e per prepararsi a svolgerlo ci sono corsi specifici, come quelli che organizzo anche io in tutta Italia. Semplicemente bisogna studiare per sapere come ovviare a situazioni molto particolari: e chi si avvicina a questo lavoro è entusiasta di ricevere risposte scientifiche a problematiche complesse che finalmente escono dalla cultura empirica tradizionale».

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>> donne samurai

La Via del Cavallo e dell'Arco Testo di Maria Cristina Magri a lato: una naginata

er noi occidentali la storia del Giappone è affascinante ma un po' nebulosa: e a meno di non essere interessati a qualche arte marziale, difficilmente l'europeo medio si prende la briga di andare un po' più in là dei soliti stereotipi fatti di kamikaze¹, harakiri (che è un termine volgare: il suicidio rituale si definisce seppuku) e sushi.

Questo accade perché il paese del Sol Levante è geograficamente molto lontano da noi ma anche per la nostra cultura, estremamente individualista, che fatica a comprenderne una dove il punto d'onore di una intera fetta della più elevata società era il servire fino alla morte il proprio signore, senza dar peso alla propria vita perché questa aveva valore solo in funzione del servizio che poteva rendere al sovrano. Il loro codice d'onore, chiamato bushido dal XVII secolo in poi, era prima conosciuto come kyûba no michi: la Via del Cavallo e dell'Arco. Questi servitori fedeli fino all'estremo erano i Samurai: una casta di nobili soldati che si andò delineando dal IX al XII secolo nelle terre di frontiera, più esposte alle invasioni mongole, e per cui il cavallo era una importantissima arma da guerra. I migliori soggetti erano quelli delle regioni montuose del Nord: i cavalli di Nonbu, ora scomparsi, da cui discendono (almeno in parte) gli attuali pony di Hokkaido. I Samurai amavano i cavalli più coraggiosi e vivaci, la loro piccola statura era compensata da grande vitalità e resistenza e uno dei compiti più nobili che venivano concessi alle figlie dei Samurai era quello di occuparsi del cavallo del padre.

Che donne, quelle donne: attorno al 1700 nella cultura giapponese una moglie era sottomessa alla regola della triplice obbedienza (ai suoceri, al marito, al primogenito

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maggiorenne) e l'unico suo dovere durante tutta la vita, era quello dell'obbedienza. Ma questo relegarle ad essere esclusivamente madri e mogli, comodissima abitudine per una società maschilista in tempi di pace e tranquillità, in tempi più antichi e bellicosi era improponibile: sino al XVI secolo le mogli dei Samurai dovevano essere in grado di proteggere casa e famiglia, e questa necessità le emancipava fino a poter rischiare la vita in combattimento, tanto quanto gli uomini. Per questo le figlie dei Samurai (detti anche bushi, guerrieri) erano addestrate all'uso delle armi, in particolare quello della naginata: una larga lama ricurva assicurata ad una lunga lancia, che permetteva di tenere a una relativa distanza l'attaccante e dare quindi una possibilità in più alla donna, sfavorita nel confronto diretto con un avversario più forte fisicamente.

Alcune di loro poi superavano questo mero compito difensivo e scendevano in battaglia per attaccare il nemico, a fianco degli uomini: erano le onna bugeisha (letteralmente: donne guerriere). La più famosa di loro è la leggendaria Tomoe Gozen (ca.

1157-1247) : bellissima e coraggiosa, era fortissima con l'arco e la spada e in grado di affrontare chiunque («Demone o dio», recita The Tale of the Heike) sia a cavallo che a piedi. Era in grado di addestrare cavalli con uno stile superbo, e Yoshinaka (un generale del clan Minamoto di cui era concubina) la faceva scendere in battaglia come il primo dei suoi capitani. Una maniera piuttosto dura per guadagnarsi la parità di diritti: eppure Tomoe è ancora bellissima nei delicati disegni che la raffigurano in sella mentre fa impennare il suo cavallo dopo aver decapitato un suo mortale nemico, Morishige.

Una strada difficile ma che veniva seguita anche da alcune donne guerriere: le Onna Bugeisha, capaci di combattere a cavallo o a piedi come i migliori dei Samurai

Note 1. Letteralmente «Vento Divino», un tifone che nel 1281 ha salvato il giappone dalla flotta mongola che voleva invaderlo. Il termine in Europa viene usato per indicare i piloti che durante la Seconda Guerra Mondiale si suicidavano colpendo con i loro aerei carichi di esplosivo, gli Zero, le navi della Marina americana.

Obbedienza e coraggio... le Onna Bugeisha 12 SPORT MILANO MAG

Photo credit: Wikipedia

>> arti marziali e filosofia

Fra tutte le arti marziali tradizionali, l’aikido è quella forse meno conosciuta anche perché, per scelta filosofica, ha sempre mantenuto le distanze dalla pratica agonistica, contribuendo così a creare intorno a sé una certa riservatezza e, in alcuni casi, un alone di mistero.

Per saperne di più sull’argomento abbiamo scelto di chiedere lumi a Cinzia Susca, insegnante di aikido, allieva diretta del grande Maestro Fujimoto e figura rilevante dell’associazione Aikikai Milano. nella foto a sinistra il M°Fujimoto, sopra alcune tecniche eseguite dal Maestro

Aikido L’armonia dell’energia Testo di Ivan Scotti , fotografie di Cinzia Susca

uando nasce la vostra associazione?

L’attività della Aikikai Italia è cominciata esattamente 52 anni fa, quando dal Giappone, verso la metà degli anni sessanta, hanno cominciato ad inviare in occidente dei maestri (principalmente in Europa e negli Stati Uniti) per diffondere questa disciplina.

Furono anni eroici, anni in cui

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si seminò molto, sia per far conoscere la disciplina, sia per diffondere la conoscenza e le tradizioni del Giappone, paese che solo pochi anni prima usciva sconfitto da una guerra e quindi sentiva fortemente la necessità di avere un’immagine più positiva, e di far conoscere la propria cultura.

In Italia fu inviato un allievo diretto di O’Sensei Ueshiba Morihei, il Maestro Tada (IX dan) il quale, fra le altre cose,

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si impegnò moltissimo affinché l’Aikikai, l’associazione dei praticanti di Aikido in italia, si configurasse come un’associazione culturale, nonostante le grosse difficoltà derivanti dalla particolare forma giuridica.

A distanza di anni, ancora oggi l’Aikikai Italia si definisce come: “Associazione di cultura tradizionale giapponese - Ente morale”.

Per quanto riguarda invece i vari Dojo sul territorio nazionale, data la complessità di gestire una forma giuridica come questa dal punto di vista fiscale e organizzativo, in molti casi si è scelto la formula più semplificata di Associazione Sportiva.

L’Aikikai Milano, oltre che essere direttamente affiliata alla casa madre Aikikai Italia, è di fatto una ASD affiliata CSEN. Dopo alcuni anni dal suo arrivo in Italia, il M° Tada rientrò in Giappone e, pur mantenendo la direzione di tutto il progetto, chiamò a sostituirlo sul territorio il M° Fujimoto, affidandogli l’incarico di vicedirettore didattico dell’Aikikai Italia.

Fujimoto arrivò in Italia nel 1973, a soli 23 anni, e con il difficilissimo compito di trasmettere la conoscenza dell’Aikido, in un paese di cui non conosceva la cultura, le tradizioni e nemmeno la lingua. Dopo aver lavorato in varie sedi, nel 1984 aprì il suo Dojo a Milano, in una traversa di Viale Porpora, che attualmente è ancora la sede della Aikikai Milano.

In una parabola che comprende circa quarant’anni di storia, il lavoro del Maestro Fujimoto si rivelò colossale, un’impresa epica che lo vide costruire, con pochi mezzi e una volontà indistruttibile, un vero e proprio movimento su base nazionale, seminando i germogli di una grande cultura, che ancora oggi restituisce i suoi frutti.

Sostanzialmente, che cos’è l’Aikido? È una disciplina, lo dico dopo circa trent’anni di pratica, che si riferisce sostanzialmente alla crescita personale.

Il praticante di Aikido non è in competizione con nessuno, non affronta nessun avversario, ma il punto su cui lavora è proprio quello di cercare di migliorare se stesso, conscio del fatto che questo miglioramento può avvenire solo grazie ad una collaborazione con gli altri.

La cosa che rende vivo e interessante lo studio dell’Aikido è proprio questo miglioramento insieme agli altri, costruendo con i propri compagni una buona relazione che sia la base per il progresso di tutti. E naturalmente in questa relazione ci passano tante cose, come la propria personalità, le proprie relazioni personali, i limiti, i condizionamenti e tanto altro. È un rapporto estremamente interessante, che stabilisce una relazione diretta e immediata fra il corpo e la mente. Lavorando su queste basi, a partire dal lavoro fisico, con

l’Aikido si può migliorare la condizione individuale, rasserenando l’individuo, mettendolo di fronte alle proprie difficoltà e dandogli un aiuto per risolverle.

L’Aikido si basa sostanzialmente su tecniche di difesa e non di attacco.

In generale la tecnica ha una concezione circolare, fondata sull’utilizzo dell’energia stessa dell’aggressore per annientarne l’attacco, immobilizzandolo o rendendolo comunque inoffensivo.

Si tratta di avvalersi della forza dell’aggressore, annullandola, per ricondurla in qualche modo verso di lui, senza fargli del male.

Il tutto in modo armonioso e circolare, poiché questi concetti costituiscono le radici della filosofia e delle tecniche dell’Aikido.

Come si struttura una lezione, all’interno del Dojo?

Il dojo è un ambiente a parte, che in un certo senso separa e protegge i praticanti dal resto del mondo.

La lezione dura un’ora ed è strutturata in modo molto semplice; si inizia con il saluto, per poi eseguire degli esercizi di respirazione, la ginnastica e poi la lezione vera e propria, tenuta dall’insegnante. Durante la lezione il Maestro mostra la tecnica, affidando agli allievi il compito di provarla e riprodurla, mantenendo però su di loro un costante controllo, e praticando con loro per procedere verso una corretta esecuzione.

Il particolare tipo di approccio alla disciplina, privo di competizione, fa si che all’interno del dojo si trovino praticanti di tutte le età, dalla fascia prescolare fino alla terza età. In questo senso il lavoro del Maestro Fujimoto è stato determinante, in quanto egli ha saputo interpretare in qualche modo le necessità della nostra cultura, creando un corso specifico, esclusivamente dedicato ai principianti, da affiancare al corso per praticanti avanzati, cosa totalmente nuova per quanto riguarda la didattica dell’Aikido, ma che ancora oggi ne rap-

presenta un elemento vincente.

“La cosa più importante nell’Aikido è la relazione umana e sociale” afferma Cinzia Susca, e aggiunge, concludendo: “Dopo la scomparsa del Maestro Fujimoto, il nostro obiettivo come Associazione, la nostra missione, è quella di riuscire a trasmettere, anche parzialmente, tutta la grandezza e la nobiltà che abbiamo ricevuto in dono dal nostro Maestro”. il sito ufficiale dell’associazione Aikikai Italia é www.aikikai.it .

Momenti di pratica nel dojo

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>> arti marziali

L’aspetto educativo delle arti marziali nell’era moderna (parte 2°)

Testo di Paolo Zerbino

l concetto di morte, ai tempi dei Samurai e della casta guerriera, aveva un significato ed un valore diverso rispetto a quello odierno a formazione dei guerrieri era improntata rituali facenti parte delle antiche tradizioni, permette di sull’educazione per una morte degna; l’im- recuperare quei valori e principi che richiamano il conportante non era morire, ma in che modo cetto di uomo ideale. questo accadeva.

L’arte marziale educa alla precarietà della vita e alle cerLa morte acquisiva un valore inestimabile, attraverso la tezze dei nostri pensieri, dove tutto può essere messo quale poter affermare il proprio coraggio come ultimo in discussione di fronte all’imprevedibile. Induce alla riatto di devozione nei confronti del proprio flessione con un atteggiamento autocritico ed introsignore e di sé stesso, nella sua massima manifesta- spettivo; aiuta a liberare il nostro pensiero da tutti quei zione di lealtà. concetti strutturati come schemi fissi e rigidi, permetPer mezzo di una morte degna, il Samurai presentava un tendo di rendere più elastica e permeabile la mente; inmodello di uomo autentico, spiritualmente libero e al di segna ad adeguarci ai ritmi della vita e ad avere maggior sopra degli attaccamenti terreni, un modello di cui era in disponibilità nei confronti del prossimo, dandoci ulteriori grado di godere i benefici, ma che nel contempo lo ve- strumenti su cui riflettere, riguardo il senso della nostra deva pronto all’accettazione del fato come evento in- esistenza. controvertibile e indipendente dalla volontà umana. L’arte marziale ci pone in prima linea, senza riserve o Nasceva così la mitologia del Samucoperture di facciata, in un conterai e della sua vita pensata come un sto dove i titoli di benemerenza L’arte marziale educa disegno Divino, un progetto celeste come avvocato, ingegnere o dotche sentenziava il destino del guer- alla precarietà della vita tore, semplicemente non contano riero, e suggellava con il sangue le e alle certezze dei nostri e non ci proteggono da un consue gesta valorose, nel firmamento fronto diretto con un altro pratipensieri degli eroi. Un guerriero che moriva cante e con il suo potenziale valorosamente in battaglia o un Samurai che faceva umano. Praticando le arti marziali accettiamo il conSeppuku (harakiri), costituivano gli esempi di una cultura fronto con noi stessi e con l’altro, e ci troviamo proietche poneva la dignità e il coraggio al di sopra di ogni va- tati in una dimensione in cui la posizione sociale e le lore. capacità dialettiche non hanno nessuna relazione con Aderendo a questi comportamenti, gli appartenenti alla l’espressione dello spirito, del corpo e delle sue potencasta dei guerrieri potevano mantenere alto il loro nome zialità e relative memorie, che sono indipendenti dal e la dignità in ambito sociale, anche dopo la morte, la- controllo razionale della mente. sciando ai posteri la loro immagine valorosa e, agli eredi, L’intelligenza del nostro corpo infatti non può che dire la il riconoscimento e il rispetto da parte della collettività verità, riguardo al contenuto di cui siamo fatti; essa se non addirittura, in alcuni casi, anche un sostegno esprime in modo inequivocabile il nostro essere uomini economico. nella sua globalità e il relativo atteggiamento mentale Ai nostri giorni la pratica delle Arti Marziali, attraverso nei confronti di una morte degna anche se, nel nostro l’impegno costante, la disciplina del dojo e l’adozione di caso, si tratta pur sempre di una metafora.

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Il Clan Satsuma Alla fine del 1863 una delegazione di quattro samurai del clan Satsuma si recò a Yokohama per negoziare una indennità con i diplomatici britannici riguardo l'uccisione di un mercante inglese nel mese di settembre del 1862, così come per normalizzare le relazioni tra il loro clan e la Gran Bretagna. In questo ritratto, l’autore cattura l’aria di sfida dei samurai e la tensione del momento.

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Felice Beato, Ritratto degli inviati del clan Satsuma (Giappone, Novembre 1863) Photo courtesy of Getty Search Gateway

>> Equitazione

CsenEquitazione:

novità, adeguamenti ed esigenze di un settore in costante crescita IL PUNTO DELLA SITUAZIONE CON IL NOSTRO REFERENTE NAZIONALE, PAOLO VALENTINI

aolo Valentini: classe 1964, uomo di cavalli proveniente da quell'ambiente di brughiera che ha dato i natali a tanti cavalieri di formazione ultra-ortodossa.

Affronta con grinta e determinazione i suoi impegni e crede nella collaborazione, le sinergie sono per lui fondamentali nello sviluppo di ogni progetto; è affascinato dalle capacità insite nell'animo umano, consapevole del fatto che con impegno, cultura e disciplina si raggiunge ogni obiettivo. «Novità, adeguamenti, esigenze: tre punti fondamentali del percorso intrapreso da CsenEquitazione» spiega Valentini. «Perché sono gli obiettivi chiari a indicare la direzione verso cui orientarsi, per il raggiungimento e la realizzazione dei progetti».

«Un lavoro capillare di riordino che, con grande orgoglio, ci sta portando ad organizzare per la prima volta il Campionato Nazionale CsenEquitazione per diverse discipline equestri; una novità assoluta, la cui realizzazione abbiamo molto a cuore. Un lavoro di pubbliche relazioni e buoni contatti tra gente di cavalli, che ci ha portati ad essere presenti con il nostro stand e i nostri cavalieri alle più importanti fiere nazionali del settore equestre, come Travagliato Cavalli a Brescia e la Fieracavalli di Verona. Un lavoro di pianificazione e preparazione che ha fatto sì che una vera e propria squadra di professionisti del settore sia pronta a seguirvi, rispondendo alle vostre richieste e consigliandovi su ogni punto che riguardi

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la tecnica, i servizi, la cultura e la formazione in ambito equestre, e che si rende disponibile anche a raggiungervi presso il vostro centro, organizzando nel dettaglio ogni impegno comune.

Un lavoro di formazione realizzato da figure professionali del mondo dell'equitazione, riconosciute da strutture certificate, conditio sine qua non necessaria a garantirne il livello.

Un lavoro, in ultima analisi, facilitato dalla possibilità di avere contatti diretti tra noi e gli associati grazie alla creazione del portale www.csenequitazione.it e dell'applicazione CsenEquitazione, scaricabile gratuitamente per ogni smartphone».

Quali sono gli adeguamenti più necessari al settore equitazione dello Csen?

«E' il momento di dare risposte chiare a livello nazionale per un settore che, di natura, è molto particolare in quanto coinvolge differenti soggetti, provenienti da iter formativi diversi che devono trovare una piattaforma comune di condivisione, anche riguardo a normative e patenti.

Vi sono poi delle problematiche a carattere veterinario, sanitario, di antidoping e relative alla circolazione stradale (ricordiamo che gli attacchi in transito in strada, riguardo le normative vigenti, vanno considerati a tutti gli effetti dei veicoli al pari delle autovetture).

Ognuna di queste problematiche, compresa la riabilitazione equestre,

va affrontata con la dovuta attenzione e scrupolosità, nel pieno rispetto delle normative che regolano il mondo equestre.

Ricordiamo inoltre che tutto il lavoro deve essere improntato nel rispetto e per il benessere dei nostri amici cavalli; la trasgressione della tutela dell’animale, sotto ogni aspetto, è perseguibile penalmente».

Le esigenze primarie in questo momento?

«Informazioni chiare per i nostri associati: tutti gli operatori del settore devono sapere che va rilasciata una

patente, non una semplice tessera associativa, e che il rilascio del documento deve essere attuato in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, solo in conseguimento di un iter formativo omogeneo, riconosciuto e condiviso.

CsenEquitazione si rende disponibile e di supporto a tutti coloro che vorranno condividere gli obiettivi da noi proposti, spinti da una vocazione sincera e appassionata, all’insegna di una filosofia della qualità, che da sempre caratterizza il nostro mondo equestre».

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>> Cinofilia

Un nuovo livello di comunicazione che è possibile sviluppare con l’animale

Testo di Moreno Sartori e fotografie di Ivan Scotti

empre più spesso si parla di comunicazione e delle qualità che questa deve avere per essere efficace. Questi aspetti vengono tenuti in grande considerazione quando si affronta l’argomento in relazione all'essere umano, mentre poco o nulla si sa, se non in ambienti specialistici, della comunicazione con i nostri animali.

In questo articolo voglio parlarvi proprio di questo, non posso però iniziare a farlo senza dirvi chi sono o perlomeno che attinenza ho con questo argomento.

Il mio nome è Moreno Sartori, credo

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di aver raggiunto una discreta esperienza in ambito cinofilo, poiché da circa vent'anni opero con successo nel settore, occupandomi in modo particolare di tutti gli aspetti legati alla possibilità di strutturare una buona relazione tra il cane e l'essere umano. Per fare questo ho la necessità di leggere estemporaneamente ciò che il cane mi sta comunicando.

Spesso questo aspetto si rivela fondamentale, poiché avendo a che fare anche con cani potenzialmente aggressivi, più rapida risulta la mia lettura, minori sono i rischi che si verifichino situazioni indesiderate.

La mia modalità di approccio con il

cane è cambiata dopo aver intrapreso un nuovo cammino spirituale.

Grazie ad uno dei miei maestri, Lama Michel Rimpoche, iniziai a fare ricerche nell'ambito della meditazione, che mi hanno permesso di sviluppare e affinare una maggiore sensibilità in tal senso.

Arrivai così a frequentare un corso finalizzato alla comunicazione mentale con gli animali.

La spinta principale fu quella di ritenere che in questo modo la mia capacità di lettura del cane sarebbe migliorata in maniera esponenziale, e infatti ottenni dei risultati molto interessanti da questo punto di vista.

Purtroppo però, nonostante mi rendessi conto di aver raggiunto delle consapevolezze importanti, mancavano ancora dei tasselli; il processo che mi era stato trasmesso non consentiva di creare le condizioni mentali ideali, necessarie per una comunicazione chiara e funzionale.

Cominciai quindi a lavorare sulla questione per costruire, utilizzando le mie conoscenze in ambito meditativo, un percorso completo che fosse in grado di offrire maggiori garanzie sulla qualità della comunicazione.

Quello che si sviluppò a seguito di questo impegno, fu così bello e illuminante da indurmi a pensare che

Vacanze pelose Per l'estate 2017, in particolar modo per il mese di agosto, la M & M Dog’s Trainers A.S.D. Ti offre l'opportunità di riscoprire il rapporto con il tuo cane, proponendoti una settimana intera di vacanza insieme a lui.

Il programma giornaliero prevede alle 9:00 meditazione con il cane; dalle 10:00 alle 12:00 attività collettiva di interazione con il cane (ogni giorno differente); dalle 12:00 alle 13:00 pausa pranzo; dalle 13:00 alle 16:00 gruppi di lavoro specifici su richiesta dei partecipanti; dalle 16:00 in poi, visite guidate in luoghi di interesse storico e cantine vinicole. Nel contesto della Franciacorta, puoi scoprire un rapporto del tutto nuovo con il tuo cane mentre ti rilassi e ti diverti.

Per informazioni: info@educazionecane.com o telefona al numero 339. 658.76.20

non sarebbe stato giusto tenerlo esclusivamente per me. Senza che me ne rendessi conto, era nato MIND to MIND, ovvero quel processo che oggi propongo a tutte le persone interessate a migliorare se stesse e la propria capacità di comunicare con l’animale.

Quante volte, parlando con qualcuno, hai la sensazione che quello che ti viene detto non corrisponda esattamente alla realtà?

Quante volte ti è capitato di pensare con una certa intensità ad una persona, e di ricevere una telefonata da questa in tempi relativamente brevi? Ti è mai successo di avere l'impressione che il tuo cane o il tuo gatto capiscano ciò che vuoi fare, prima che tu lo abbia manifestato fisicamente? E ancora, hai mai provato ad entrare in un luogo e a sentirti fortemente a tuo agio o a disagio?

Se a tutte queste domande hai risposto in modo affermativo, allora forse è meglio che continui a leggere questo articolo.

Perché accadono queste cose?

Di fatto, avvengono perché il pensiero è energia; e se siamo in grado di percepire l'energia elettrica, l'energia cinetica, l’energia termica e cosi via, perché non dovremmo essere in grado di cogliere l'energia generata dal pensiero?

Sembra una cosa strana ma, nonostante la società attuale ci abbia portato - attraverso la tecnologia - a non avere più bisogno di questo tipo di percezioni, possiamo affermare con certezza di non avere ancora perso completamente questa capacità.

Dopo aver metabolizzato questo concetto, nel momento stesso in cui cresce la consapevolezza che il nostro pensiero può essere effettivamente colto da altri, si attua un processo di raffinamento delle

intenzioni e della comunicazione anche a livello mentale, ottenendo così un netto miglioramento dei rapporti interpersonali.

Per quanto concerne il rapporto con il nostro cane o il nostro gatto, i risultati sono ancora più evidenti.

L’animale infatti, non essendo condizionato dal significato delle parole ed essendo molto più istintivo dell’essere umano, tradurrà questa nostra attenzione in una grande capacità comunicativa, che lo porterà a darci risposte più coerenti.

Molto più spesso di quanto non si voglia, le richieste fatte al nostro animale non producono gli effetti desiderati.

Questo avviene per una ragione estremamente semplice: non siamo abbastanza efficaci nel trasmettere ciò che desideriamo. È sufficiente che, mentre la richiesta viene formulata, ci passi per la mente che potremmo non ottenere la risposta che desideriamo.

Questo pone le basi perché ciò che temiamo si verifichi davvero.

Per questa e per tutte le ragioni descritte in precedenza, è importante se non addirittura fondamentale imparare a gestire con coerenza il proprio pensiero.

Durante i nostri corsi Min to Mind affronteremo questi e altri argomenti in maniera analitica, e impareremo a comunicare con il nostro animale in un modo completamente nuovo.

Per informazioni più dettagliate: www.educazionecane.com www.morenosartori.it

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>> ISO

Istituto Superiore di Osteopatia un sogno a portata di mani Con il Centro di Medicina Osteopatica collaborano diverse figure mediche che, oltre ad offrire la loro esperienza in medicina generale, offrono una consulenza mirata in geriatria, pediatria, ostetricia, dello sport e del lavoro Testo e fotografie di Ivan Scotti

el 1983, a seguito dell’iniziativa di un gruppo di osteopati professionisti e medici, nacque l'Istituto Italiano di Osteopatia (IIO), all’interno del quale si tennero i primi corsi di Osteopatia per laureati in Medicina, Fisioterapia e Scienze Motorie.

Dieci anni dopo, nel 1993, lo stesso gruppo fondò l’Istituto Superiore di Osteopatia (ISO), che attualmente ha sede in via Ernesto Breda, a Milano, in un ampio edificio di origine industriale, nel quale si trovano gli uffici, le aule per le lezioni e tutti gli spazi collettivi.

A fianco dell’Istituto, in via Guido Capelli, si trova la sede del Centro di Medicina Osteopatica (CMO), fondato pochi anni dopo, nel 1998.

Il CMO nasce come Centro di Studi e Ricerca nel campo dell’Osteopatia e si configura di fatto come una vera e propria clinica, all’interno della quale gli studenti dell’ISO hanno la possibilità di praticare il tirocinio, direttamente a contatto

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con i pazienti, avvalendosi del costante affiancamento con i docenti e con un selezionato team di medici e osteopati professionisti.

Con il Centro di Medicina Osteopatica collaborano diverse figure mediche che, oltre ad offrire la loro esperienza in medicina generale, offrono una consulenza mirata in geriatria, pediatria, ostetricia, medicina dello sport e del lavoro.

L’interno della scuola è ampio e luminoso, le strutture sono moderne, funzionali, e tutto l’ambiente è riscaldato dalla raggiante e indaffarata presenza degli studenti e del corpo docente, un insieme eterogeneo di persone dedite allo studio e alla ricerca, animate da un’unica grande passione, l’Osteopatia.

Al mio arrivo, trovo ad accogliermi il Direttore della Scuola, il D.O. Carmine Castagna e il D.O. Stefano Uberti, Docente in Metodologia di Ricerca e Clinic tutor.

Dopo aver completato il giro di tutta la strut-

tura - ci è voluta mezza mattinata solo per questo - ci sediamo nello studio del Direttore e cominciamo la nostra chiacchierata.

Da sinistra: Stefano Uberti, Carmine Castagna e Paolo Zerbino

A sinistra: il docente mostra una tecnica agli studenti Sotto: due studentesse si esercitano fra di loro A destra: l’osteopata esegue una manipolazione su un paziente

...L’OSTEOPATIA SI PONE IN UNA POSIZIONE INTERMEDIA FRA L’APPROCCIO FILOSOFICO E QUELLO SCIENTIFICO, INTEGRANDO I RAZIONALI DI AMBO LE PARTI. ESSA INTEGRA LA COMPONENTE DELLA PRATICA SUL CAMPO CON I RAZIONALI FONDATI SULLA SCIENZA E, PUR ACCOGLIENDO E INGLOBANDO TUTTI GLI ASPETTI DEL METODO SCIENTIFICO, NON SI BASA SU MISURAZIONI.

La prima domanda è quella da un milione di dollari: Che cos’è l’Osteopatia?

La cosa più singolare, mi spiega Carmine Castagna, è che nonostante siano passati oltre cento anni dalla nascita dell’Osteopatia, la definizione di questa disciplina è ancora in discussione.

Attualmente, le due definizioni che vengono citate più frequentemente sono quelle dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e del Centro di Normazione Europea (CEN). Dai documenti recentemente redatti dalle due organizzazioni, risulta che l'Osteopatia è una medicina complementare, che rientra a tutti gli effetti fra le professioni sanitarie riconosciute.

Per molto tempo l’Osteopatia è stata considerata una medicina alternativa, priva di una base scientifica importante, convinzione causata sostanzialmente dalla scarsità di ricerca specifica nel campo. Negli ultimi anni invece, anche in seguito alla pubblicazione di studi approfonditi e ricerche specifiche, si è cominciato a chiarire il concetto, e a parlare del fatto che l’Osteopatia è fondata su basi razionali, che sono le stesse

della medicina allopatica, però valuta la persona come una “unità dinamica di funzione”. L’approccio avviene quindi non solo sul sintomo, ma sulla ricerca delle cause, rivelando ciò che nel sintomo è latente.

Quello che cerca di fare l’Osteopatia è unire la componente scientifica e biomeccanica dell’evidenza medica all’aspetto bio-psico-sociale e occupazionale (in relazione alle posture assunte durante l’arco della giornata). A seguito di questo approccio la diagnosi dell’osteopata non individuerà una singola patologia, ma andrà a valutare i carichi o i sovraccarichi di diversi sistemi, sulla base di cinque modelli: posturale-biomeccanico, respiratorio-circolatorio, neurologico, energetico-metabolico e bio-psico-sociale.

In sostanza, l’Osteopatia non si limita a sistemare meccanicamente l’apparato muscolo scheletrico, ma è un sistema di cura che permette al paziente di comprendere meglio il funzionamento del proprio sistema vitale, divenendo più consapevole del proprio corpo dal punto di vista biomeccanico, e non solo.

Anche se gli osteopati sono noti per la loro abilità nella “manipolazione",

questa pratica, pure se importante, non costituisce il cuore della disciplina. Essere osteopata significa infatti avere una visione d’insieme del paziente, ed essere in grado di fare una sintesi dell’enorme network che comprende la complessità dell’essere umano, al fine di migliorare la qualità di vita della persona.

L’Osteopatia è dunque una disciplina che ha come primo scopo il trattamento della persona, e non della patologia.

Considerando quanto detto finora, sarebbe corretto definire l’approccio dell’Osteopatia come un approccio di tipo olistico?

Il termine “olistico”, che deriva dal greco antico olos, ossia “tutto, intero, globale", è forse quello che meglio ha descritto l’approccio osteopatico, afferma Carmine Castagna.

Tuttavia, prosegue il Direttore, ultimamente bisogna differenziare quelli che sono approcci olistici che si basano su evidenze scientifiche, da altri tipi di approcci, che invece si riferiscono a culture più tradizionali, o con basi razionali diverse da quelle riconosciute nel mondo scientifico.

Rispetto all’approccio olistico si può

dire, sintetizzando, che l'Osteopatia segue dei principi filosofici simili, ma utilizza dei razionali diversi.

Riguardo a questo importante aspetto, va sottolineato il fatto che oggi, a seguito dei progressi compiuti nel campo della ricerca e dell’integrazione con le discipline sanitarie, gli osteopati si trovano ad avere una grande opportunità, che è quella di iniziare a parlare un linguaggio scientifico, mantenendo saldi i principi e le conoscenze che hanno dato il via all’Osteopatia, e che ne costituiscono il cuore pulsante.

In questo senso acquista maggiore significato il termine “multidisciplinarietà”, ovvero mettere a disposizione i propri punti forti e condividerli con i punti forti delle altre discipline.

L’Osteopatia quindi si pone in una posizione intermedia fra l’approccio filosofico e quello scientifico, integrando i razionali di ambo le parti.

Essa integra la componente della pratica sul campo con i razionali fondati sulla scienza e, pur accogliendo e inglobando tutti gli aspetti del metodo scientifico, non si basa su misurazioni.

“L’osteopata interroga il paziente”, afferma Stefano Uberti, “chiede di SPORT MILANO MAG 23

Sopra: il trattamento osteopatico porta benefici anche alle donne in gravidanza A lato: gli studenti durante una lezione

ISO e CSEN hanno stabilito una collaborazione riguardo alla promozione di un importante settore come l’Osteopatia, e conducono un progetto comune per promuovere un lavoro di qualità. esplicitare delle sensazioni, considerando anche il modo in cui la pratica viene percepita dalla persona, andando così a costruire una visione d’insieme.

Una visione complessa e globale della persona, una consapevolezza che però, per quanto riguarda il sistema scientifico, diventa difficile misurare”.

Partnership Europee Da più di quindici anni, grazie alla struttura del suo piano di studi, l'ISO collabora con le più importanti scuole di Osteopatia europee, in particolar modo le scuole britanniche.

Dall’anno accademico 201314 sono ufficiali le partnership con la Buckinghamshire New University (Bucks) e la British School of Osteopathy (BSO).

Queste collaborazioni, unite alle modifiche e innovazioni 24 SPORT MILANO MAG

apportate al corso garantiscono agli studenti ISO un percorso di studi unico in Italia, per qualità e per titolo rilasciato.

La sinergia tra ISO, BSO e Bucks consente ai nostri studenti di frequentare un corso “3+2” che darà loro la possibilità di ottenere un Bachelor al termine del triennio e un Master al termine del biennio pratico-specialistico.

Si può quindi affermare che l’Osteopatia non è una scienza, ma un'arte, intesa come metodo pratico, come tecnica. È l’arte, ovvero la capacità eccelsa, di utilizzare la manualità e le conoscenze specifiche, legandole a quelle che sono le evidenze scientifiche più avanzate del momento, per essere al servizio del paziente.

Come è organizzata l’offerta didattica?

Dall’inizio della sua attività, l’ISO ha diplomato in Osteopatia più di 1.100 studenti, provenienti da tutta Italia, di cui 528 con titolo accademico britannico.

Nel corso degli anni, il lavoro è stato costantemente indirizzato nel tentativo di rendere sempre più completo e qualificante il livello dei corsi erogati. Dopo i vari progressi compiuti in ambito didattico, e dopo essere passati da un corso di livello Bachelor a quello Magistrale (3 anni +2), il gruppo dirigente dell’ISO ha affrontato anche il problema della formazione dei docenti, creando un percorso di formazione continua Post Graduate per gli insegnanti, con crediti accademici nella formazione, riconosciuti dalla Buckinghamshire New University (Bucks).

Inoltre, convinto del fatto che, oltre che dalla buona formazione il professionista deve essere tutelato anche da un titolo accademico, l’ISO ha da poco istituito un Master in Advanced Osteopathic Practice, un percorso di formazione magistrale

Post Graduate, rivolto a tutti gli osteopati professionisti, proprio perché in Italia, pochissimi osteopati rispetto al totale hanno un titolo accademico. Il percorso Master consentirà ai professionisti che hanno già seguito un percorso formativo di livello Bachelor, di ottenere un titolo accademico magistrale.

Attualmente, dal punto di vista pratico, il problema maggiore consiste proprio nel mancato riconoscimento della professione in termini normativi, infatti la legislazione italiana non prevede ancora l’Osteopatia fra le discipline sanitarie riconosciute a norma di legge.

L’Istituto Superiore di Osteopatia opera da anni con l’obiettivo di costituire un iter formativo che sfoci nel conseguimento di un titolo accademico coerente con la legislazione italiana.

Qual è il vostro sogno nel cassetto?

“Noi vogliamo rendere la nostra Scuola un posto talmente qualificato e eccellente da poter iniziare a competere con l’Università. Diventare una vera e propria Università privata, questo è l’obiettivo. Tutto questo però mantenendo l’autonomia decisionale in ambito didattico, perché dopo una serie di momenti di riflessione anche molto critici, che ci hanno fatto crescere e migliorare, abbiamo trovato un set che funziona e non vorremmo mai essere costretti a rinunciare, per burocrazia o necessità legislative, all’efficacia che ha ottenuto questo sistema”.

>> la pagina dell’Osteopatia

Distorsione alla caviglia, chi non la conosce?

CMO Centro di Medicina Ost eo Via G. Capell patica i, 12, MI Tel:+39 02 27 00 info@milano 2455 steopatia.it www.milano st Polo Lambra eopatia.it te Via Mestre 7 : , Milano Tel:+39 392 4 54 Polo Sempio 6015 ne: Via Procaccin i Tel:+39 393 8 36, Milano 869690

Testo di Stefano Uberti e Silvia Ratti, fotografie di Ivan Scotti

a distorsione alla caviglia è uno dei traumi muscoloscheletrici dell’arto inferiore più frequentemente riferiti al medico curante, tanto che in Italia si stimano fino a 5.000 distorsioni di caviglia al giorno. Come è possibile immaginare, gli sportivi sono la categoria più a rischio, in virtù degli sforzi ripetuti in fase di allenamento o durante le gare. E’ stato infatti dimostrato che l’incidenza di questo trauma colpisce il 56% dei giocatori di pallavolo e, con minime variazioni percentuali, altrettanti giocatori di basket, di calcio e i corridori.

Nella maggioranza dei casi il movimento che genera la lesione avviene in inversione, ovvero attraverso un brusco movimento che porta l’articolazione tibio-tarsica a sbilanciarsi verso l’esterno, e la pianta del piede a rivolgersi verso l’interno. In questo caso ad essere danneggiato è il complesso legamentoso laterale, mentre nei rari casi di distorsione di caviglia in eversione, ovvero con il movimento opposto, spesso la lesione è più grave e necessita l’intervento chirurgico.

I segni clinici più comunemente riferiti sono il gonfiore, la limitata mobilità articolare e il dolore, acuto al momento del trauma e persistente nelle settimane a seguire, anche solo durante attività di impegno moderato come una semplice camminata.

Nonostante una distorsione di caviglia di grado lieve si risolva in 7-14 giorni, molti atleti continuano a lamentare dolore e limitazione funzionale per oltre un anno dopo l’infortunio.

In letteratura è stato dimostrato che esistono al-

L

cune condizioni che predispongono la distorsione di caviglia, tra queste la debolezza dei muscoli peronieri (margine esterno della gamba) che al momento della lesione non si contrarrebbero in maniera sufficientemente rapida a stabilizzare la caviglia e a bloccare quindi l’inversione del piede.

Qualora non ci sia una lesione tale da richiedere l’intervento chirurgico, la terapia RICE (Riposo, Ghiaccio, Compressione ed Elevazione) associata ad una rapida mobilizzazione del piede, è stata ampiamente riconosciuta come trattamento standard per risolvere dolore, edema e permettere al

paziente di caricare il peso sull’arto in breve tempo. Un rapido recupero della funzionalità, oltre che giovare da un punto di vista sia economico sia psicologico allo sportivo, sembra aumentare anche la velocità e la qualità della guarigione a livello legamentoso.

Perché tale recupero sia ottimale, è consigliabile associare alla terapia riabilitativa il trattamento manipolativo osteopatico, che recenti studi scientifici hanno dimostrato essere efficace sia in fase acuta che cronica.

Nelle primissime fasi l’osteopata può aiutare da un lato il drenaggio dell’edema, formatosi in seguito al trauma, e dall’altro aumentare l’apporto di ossigeno e nutrienti ai tessuti danneggiati.

Una riduzione più rapida del gonfiore a livello articolare porta a una diminuzione della compressione e quindi del dolore, consentendo successivamente di mobilizzare tutte le articolazioni che risultano interessate a livello del piede, della caviglia e del ginocchio.

Per quanto riguarda invece le distorsioni croniche, l’osteopata non solo è in grado di migliorare la componente articolare del piede, ma anche di correggere gli adattamenti che si possono essere instaurati a livello degli arti inferiori e della bilancia lombo-pelvica, riconducibili al trauma in sé, ma anche all’equilibrio posturale del paziente prima della distorsione. In ambito sportivo l’obiettivo del trattamento, in questo come in altri casi, è infatti il recupero funzionale, il miglioramento delle capacità adattative del paziente e di conseguenza un aumento delle prestazioni atletiche.

SPORT MILANO MAG 25

FISCALITÀ - SEGNALAZIONE CERTIFICATA DI INIZIO ATTIVITÀ: PRESENTIAMO LA SCIA Testo del Dottor Francesco De Nardo degli uffici pubblici.

La dichiarazione deve infatti contenere tutte le auto certificazioni circa il possesso dei requisiti sia soggettivi che oggettivi richiesti per quel tipo specifico di attività che si va ad iniziare.

Ricordiamo le due attività commerciali che tipicamente potrebbero interessare un’associazione sportiva e che richiedono la presentazione della SCIA: • Somministrazione di alimenti e bevande nell’ambito di altre attività quali, tra gli altri, gli impianti sportivi; • Vendita di materiale sportivo ai soci: che si tratti di attività commerciale si legge con chiarezza nel Protocollo Direzione Regionale delle Entrate / CONI Regionale del Friuli Venezia Giulia ; e che si tratti di attività soggetta a SCIA lo afferma con altrettanta chiarezza la Risoluzione del Ministero dello sviluppo economico n. 22710 del 18.02.2015.

Dottor Francesco De Nardo

C

on l’introduzione, a partire dal 2010, della SCIA (segnalazione certificata di inizio attività - che ha sostituito la precedente DIA) si è inteso semplificare e liberalizzare le iniziative economiche dei privati: per il soggetto interessato è infatti sufficiente presentare (di solito in forma telematica tramite il portale SUAP o altro sistema informatico) la dichiarazione che verrà intrapresa (o modificata o cessata) una determinata attività produttiva senza che sia più necessario attendere l’assenso

Ma all’obbligo di presentazione della SCIA si è tenuti anche in altre occasioni: • Di SCIA si parla in edilizia, quando si eseguono lavori edilizi di limitata entità; • Vi è poi la SCIA antincendio; per presentarla è necessario sottoporre la propria attività al controllo in via preventiva ai Vigili del Fuoco, e ciò accade quando l’attività che si va a intraprendere è soggetta al Certificato Prevenzione Incendi: e a questa dichiarazione sono tenuti anche le palestre e i centri sportivi, così come individuati dal

d.p.r. n. 151 del 2011, che indica: Locali di spettacolo e di trattenimento in genere, impianti e centri sportivi, palestre, sia a carattere pubblico che privato, con capienza superiore a 100 persone, ovvero di superficie lorda in pianta al chiuso superiore a 200 m2 . Sono escluse le manifestazioni temporanee, di qualsiasi genere, che si effettuano in locali o luoghi aperti al pubblico.

Quindi se l’associazione sportiva opera in locali di metratura superiore ai 200 metri quadri (a prescindere che sia prevista o no la presenza di pubblico) dovrà ottenere l’approvazione del progetto di attività dai Vigili del Fuoco e conseguentemente presentare la SCIA antincendio.

Per concludere – e solo ai fini di completezza del discorso – segnaliamo che nel 2016 l’intera materia relativa alla SCIA è stata oggetto di due interventi normativi, il D.lgs. 30 giugno 2016 n. 126, c.d. Decreto SCIA (Attuazione della delega in materia di segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), a norma dell’articolo 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124), entrato in vigore il 28 luglio 2016, e il D.lgs 25 novembre 2016 n.

222 del 25 novembre 2016, c.d. Decreto SCIA2, relativo in particolare al settore edile (Individuazione di procedimenti oggetto di autorizzazione, segnalazione certificata di inizio di attività (SCIA), silenzio assenso e comunicazione di definizione dei regimi amministrativi applicabili a determinate attività e procedimenti, ai sensi dell'articolo 5 della legge 7 agosto 2015, n. 124) in vigore dall’11 dicembre 2016.

SCADENZE FISCALI: CERTIFICAZIONE UNICA 2017

D

al 2015 (redditi 2014) vi è l'obbligo di redigere la CERTIFICAZIONE UNICA (C.U.) su modello ministeriale. La novità di quest'anno - C.U. 2017 (redditi 2016) - è che la consegna al percipiente di duplice copia cartacea va effettuata entro il 31 marzo e non più entro il 28 febbraio; in pratica anzichè precedere, segue la trasmissione telematica all'Agenzia delle Entrate.

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• La scadenza della trasmissione telematica delle certificazioni uniche è fissata per il 7 marzo 2017, anche se l'Agenzia delle Entrate ha già precisato, (Telefisco del 2/2/2017), che non si farà luogo a sanzioni se le C.U. non correlate ai modelli 730 verranno trasmesse entro il termine dei modelli 770 (31 luglio 2017).

• La sanzione prevista per ogni certificazione omessa è di € 100,00 (anche con riferimento ai compensi che non eccedono la franchigia esente di € 7.500, per i quali vige l'obbligo di C.U.), senza la facoltà di avvalersi del ravvedimento operoso o della riduzione per effetto del cumulo.

VENDITA DI BENI AI SOCI Testo del Dottor Francesco De Nardo

L

a risposta al quesito suggerisce una modalità che potrebbe non rientrare nell’attività commerciale: l’acquisto su indicazione e richiesta dei soci, facendosi rimborsare da questi ultimi l’esatto costo di acquisto, senza alcun ricarico.

Trattasi di una fattispecie spesso realizzata dalle nostre associazioni.

Si pensi alla vendita di abbigliamento sportivo, delle cuffie e costumi in piscina, dei tubi di palle nel tennis, dell’abbigliamento da gioco nel rugby o calcio, ecc...

Rappresenta infatti una prassi diffusa quella di fornire materiale sportivo ai componenti le squadre sportive e ai partecipanti all’attività didattica.

Si evidenzia che deve comunque trattarsi di quantità a valori non significativi, tali da non fare presupporre l’esistenza di un vero e proprio punto vendita aperto al pubblico.

In generale, le modalità utilizzate dalle a.s.d. per dotare i propri associati del materiale sportivo, sono le seguenti:

a) titolo gratuito I beni acquistati non formano oggetto di vendita.

L’a.s.d. si accolla il relativo costo, fornendo gratuitamente il materiale sportivo agli associati, senza che venga richiesto alcun pagamento aggiuntivo – nemmeno a titolo di quota associativa differenziata.

L’a.s.d. potrà dare copertura a tale voce anche deliberando delle quote associative tali da coprirne il costo, ma occorre che le suddette quote siano uniformi per tutti gli associati, senza alcuna differenziazione tra i soggetti ai quali viene distribuito il materiale e chi non lo dovesse avere. Pensiamo alle tute di rappresentanza delle quadre sportive, oppure alle magliette con i colori e il logo dell’a.s.d. In presenza di questa fattispecie, occorrerà procedere con le seguenti modalità: deliberare in consiglio direttivo l’operazione; - darne adeguata informativa (documentabile) agli associati: regolamento, mailing list, sito web, affissione in

bacheca; (facoltativa, che diviene obbligatoria in presenza di beni di valore non modesto) tenere un apposito prospetto di carico e scarico, per mezzo del quale dimostrare a quali soggetti sia stato consegnato il materiale sportivo; inserire, tra i costi del rendiconto annuale, una specifica voce (es. materiale sportivo da cedere gratuitamente); nessun incasso dovrà essere percepito dall’associazione, né quale “rimborso spese”, né per “contributo”; - (facoltativa, da utilizzare nel caso che si tratti di importi rilevanti) inserire nel rendiconto le rimanenze del materiale, valorizzandole al costo di acquisto b) A pagamento Il materiale sportivo viene ceduto, facendo pagare un corrispettivo a fronte della vendita.

In questo caso siamo in presenza di operazioni commerciali, che andranno trattate con le seguenti modalità (soggetto in regime L. 398/1991): - annotare mensilmente i corrispettivi derivanti dalla vendita nell’apposito registro dei minori previsto dalla L. 398/1991, unitamente agli altri incassi commerciali - seppure non obbligatorio, si suggerisce di emettere una ricevuta (anche non fiscale), oppure di dotarsi di un registratore di cassa non fiscale - (facoltativa, che diviene obbligatoria in presenza di beni di valore non modesto) tenere un apposito prospetto di carico e scarico; - (facoltativa, da utilizzare nel caso che si tratti di importi rilevanti) quantificare al 31/12 le rimanenze - fare attenzione ad individuare la quantità destinata all’eventuale “autoconsumo” (es: bottiglie di acqua consumate dagli istruttori; divise utilizzate dagli allenatori e tecnici; senza pagamento di alcun prezzo), onde vincere la presunzione di cessione “a nero” c) Noleggio Trattasi di una modalità scarsamente utilizzata nel mondo sportivo. Pensiamo però alla seguente fattispecie: attrezzature sportive (sci, racchette da tennis, bombole da sub, ecc.) che non vengono né ce-

dute in vendita, né regalate, bensì date in uso all’atleta per una stagione sportiva (ma anche per un periodo breve) a fronte del pagamento di un corrispettivo a titolo di noleggio. In questa ipotesi: - il corrispettivo a fronte dell’erogazione di un servizio (noleggio) potrà beneficiare della “decommercializzazione” dei corrispettivi specifici ove ne ricorrano i presupposti (statuto conforme all’art.

148, co. 8, TUIR, invio modello EAS); - occorrerà seguire le medesime modalità amministrative impiegate per le quote di frequenza e le quote associative (emissione di ricevuta, inserimento tra i ricavi del rendiconto in una apposita voce, es. “noleggi materiale sportivo”); - occorrerà che l’importo del corrispettivo del noleggio per l’intero periodo sia adeguato, ovvero tale da non rappresentare un “prezzo di vendita”; - le attrezzature o beni siano restituiti all’asd al termine del periodo convenuto in condizioni tali da poter essere nuovamente noleggiati (ovvero, il ciclo di vita non deve esaurirsi in un solo rapporto di noleggio, altrimenti saremmo in presenza di una vendita). d) Rimborso senza ricarico, stessa modalità di funz. del GAS (gruppo acquisto solidale) L’associazione - anticipando i soldi - acquista su indicazione e richiesta dei soci i beni e da costoro si fa solo rimborsare, senza applicare alcun ricarico (stessa modalità di funzionamento del GAS). Orbene, la D.R.E. Friuli afferma che in quest'ultima fattispecie l’a.s.d. potrebbe operare come un GAS e pertanto l’operazione non si configurerebbe quale commerciale. Sarebbe una rilevante opportunità per le a.s.d., in tutti i casi in cui l’acquisto e la successiva cessione (o, meglio, rimborso da parte degli associati) avvenga al medesimo prezzo di acquisto, fattispecie per la quale saremmo in presenza di operazione commerciale, dalla lettura del dettato

SPORT MILANO MAG 27

>> Benessere

Alimentazione attività fisica e salute Testo di Lorenzo Ferrante

sono i parametri su cui si basano il nostro equilibrio e il nostro benessere

a sempre sappiamo come l’attività fisica sia la base della nostra salute. La seconda gamba del nostro equilibrio e del nostro benessere è l'alimentazione. In quest'ultimo periodo si parla di alimentazione praticamente tutti giorni, su molte reti televisive e quasi tutti i giornali.

Ciò che mangiamo sta diventando in questo periodo uno degli aspetti più discussi e rilevanti della nostra comunicazione. Ma un atleta, una persona che fa sport o attività fisica, come deve nutrirsi?

Esistono delle regole che possono aiutarci e guidarci a raggiungere la migliore prestazione nel nostro sport o attività motoria?

Queste sono le domande che ognuno di noi, almeno una volta nella propria vita sportiva

D

28 SPORT MILANO MAG

si è fatto. Riguardo l’alimentazione, da molti anni circolano diversi miti che andrebbero sfatati, una volta per tutte.

Uno di questi è che esistano per esempio delle proteine nobili e delle proteine “ignobili”. Il riferimento di questi due aggettivi è rivolto, rispettivamente alle proteine di origine animale e a quelle di origine vegetale.

Dal mio punto di vista, questa distinzione non ha alcun senso. È basata sull’osservazione che gli aminoacidi che formano le proteine della carne o in generale i prodotti di origine animale, siano più completi. È difficile capire chi sia stato il primo a dare quest’informazione, quello che è certo è che moltissimi da allora hanno dato retta a questa informazione e l’hanno seguita pedissequamente. Io aggiungo, anche, superficialmente.

Quando guardo le tabelle della composizione degli alimenti, tutta questa differenza fra proteine animali e vegetali francamente non la vedo.

Leggendo, non vedo differenze da un punto di vista della presenza o meno di tutti gli aminoacidi. Nella tabella di seguito, lo vedete anche voi?

Certamente differenze ci sono per quanto riguarda la quantità di questi aminoacidi ma non certo la loro presenza.

Aminoacido

Filetto crudo

Lenticchie

Acido aspartico (g)

1.658

2.855

Acido glutammico (g) 2.727

4.002

Alanina (g)

1.095

1.078

Arginina (g)

1.147

1.994

Cistina (g)

0.203

0.338

Fenilalanina (g)

0.709

1.273

Glicina (g)

0.99

1.05

Isoleucina (g)

0.816

1.116

Istidina (g)

0.622

0.727

Leucina (g)

1.435

1.871

Lisina (g)

1.51

1.802

Metionina (g)

0.465

0.22

Prolina (g)

0.802

1.078

Serina (g)

0.694

1.19

Tirosina (g)

0.61

0.68

Treonina (g)

0.793

0.924

Triptofano (g)

0.203

0.232

Valina (g)

0.883

1.281

Idrossiprolina (g)

Fonte: http://www.valori-alimenti.com - I dati sono rilevati dal database dei valori nutrizionali degli alimenti dell'USDA (United States Department of Agricolture) e da La Banca dati di composizione degli alimenti dell'INRAN

a lato: molecola di leucina

Se osserviamo la tabella, possiamo certamente notare delle differenze per quanto riguarda la quantità di certi aminoacidi. È ovvio. Però la prima cosa che ci salta agli occhi è che non abbiamo degli aminoacidi assenti nell'alimento di origine vegetale. Nel legume preso in esame, esattamente come il prodotto di origine animale, è presente una gamma di aminoacidi completa.

Quello che altrettanto sicuramente vediamo è la differenza delle quantità. Attenzione però, perché la differenza della composizione degli alimenti la si trova in tutti gli alimenti. Ogni prodotto, adatto alla nostra alimentazione, presenta una differente composizione non solo di aminoacidi ma di qualsiasi altra sostanza in esso presente.

Avremo una quantità differente di carboidrati, un’altra differente di grassi, vitamine, minerali, di oligoelementi, di acqua, e tutta quella miriade di sostanze definite fito elementi che nel vegetale è presente in abbondanza. Tra questi possiamo annoverare le importantissime sostanze definite anti-ossidanti. Tornando alla nostra tabella degli aminoacidi, nel confronto fra il prodotto di origine vegetale e quello di origine animale, vediamo che le quantità di aminoacidi è vero che cambiano ma, per i patiti delle quantità, non tutti gli aminoacidi presenti nel prodotto animale sono superiori a quelli del prodotto vegetale e nel caso uno dei due prevalga sull’altro, la differenza di quantità non è così sproporzionata da pensare che una sia più degna di attenzione per la nostra alimentazione rispetto all’altra che dovrebbe risultarne meno consona. Per esempio, vediamo che uno degli aminoacidi, considerato essenziale, cioè che deve essere assunto con l’alimentazione perché il nostro corpo non riesce a produrlo, la leucina, nel prodotto di origine animale si trova nella quantità di 1,435g su 100g di prodotto, mentre in quello vegetale la quantità è di 1,871g. Differenze tutto sommato moderate, ma comunque a favore del prodotto di origine vegetale e non il contrario. E questo vale per tutti quanti gli aminoacidi essenziali (fenilalanina, isoleucina, istidina, lisina, treonina, tripto-

fano e valina). Solo l’amminoacido metionina si trova in una quantità leggermente maggiore nel prodotto di origine animale.

Quindi? Qual è il prodotto più adatto per un atleta che ha bisogno di una quantità di proteine un po’ più elevata per poter praticare il suo sport in maniera soddisfacente? Se dovessimo basare la nostra scelta solo sulla quantità di aminoacidi che riscontriamo in questa tabella, non avremmo dubbi ma non nel senso che comunemente si accetta e cioè il prodotto di origine animale. Nell’alimento vegetale la presenza di aminoacidi è completa e soddisfacente.

Perciò, l’invito a tutti quelli che praticano attività sportiva, e sono giustamente attenti alla propria alimentazione e al proprio apporto nutrizionale, è di fare attenzione a leggere bene le tabelle nutrizionali degli alimenti per potersi regolare in maniera consapevole. Invece, per coloro che hanno l’idea che mangiare più proteine voglia dire, in un lavoro con i pesi, mettere più massa, fa sempre bene ricordare una cosa molto importante: il binomio mangiare più proteine uguale aumentare la massa, non è corretto.

L’ipertrofia, per chi la cerca, è un risultato che si raggiunge con un buon allenamento e con una nutrizione bilanciata e che comprende l’apporto di tutti i macro nutrienti (carboidrati, grassi, proteine) e di tutti gli altri componenti dei cibi: acqua, sali minerali, oligoelementi e vitamine.

Alimentarsi nella maniera corretta per supportare il nostro corpo nel raggiungimento del suo massimo e migliore risultato in termini di prestazione, ma soprattutto di longevità nella salute, è un'arte tutta da imparare conoscendo se stessi. Gli esseri umani sono, fuori e dentro, tutti diversi. Perché l’alimentazione dovrebbe essere la stessa per tutti?

Dott. Lorenzo Ferrante Chinesiologo Master in nutrizione clinica Docente nazionale Posturologia (CSEN)

Il nostro stile di vita porta oltre l'85% della popolazione adulta mondiale a soffrire di mal di schiena. Per contrastarlo spesso viene indicato di praticare una o l'altra disciplina sportiva, perlopiù di potenziamento muscolare, senza però comprendere esattamente cosa possa comportare una simile scelta. In questo volume si percorrono strade diametralmente opposte. Si segue un percorso scientifico e pratico, che alla fine porterà il lettore a comprendere veramente le soluzioni a questo problema e risolverlo attaccando le cause reali. Secondo gli studi dell’autore, il principio che sta alla base del mal di schiena non è una debolezza muscolare ma, al contrario, un’ipertensione cronica dei tessuti dell’apparato locomotore dovuta a posture scorrette, eccessivo potenziamento muscolare e disidratazione. Il valore aggiunto dello studio dell’autore è stato quello di semplificare il lavoro, per permettere a tutti di poter lavorare senza pericolo ottenendo i giusti risultati perché, come riportato nel testo, il corpo non può rifiutarsi di migliorare! tratto da Edizioni Tecniche Nuove

Dottor Lorenzo Ferrante

>> Concorsi & Competizioni

CSEN Images “Sport mon amour” 2017 giorni 30 gennaio e 1° febbraio 2017 si sono tenute le premiazioni della fase provinciale del Concorso Nazionale di Grafica sul tema “Sport mon amour” organizzato dal Centro Sportivo Educativo Nazionale e riservato agli alunni delle scuole secondarie di primo grado per le province di Bergamo e Milano.

Le cerimonie, ospitate dalle scuole partecipanti, hanno visto la preziosa e gradita presenza officiante dell’organizzatore del Concorso, il professor Michele Soraci, commissario nazionale Csen.

La partecipazione al Concorso e la cerimonia hanno permesso ai ragazzi di entrare in contatto con l’Eps (Ente di promozione sportiva) che maggiormente in Italia ha a cuore l’aspetto educativo della pratica sportiva e si sono rivelate per loro occasione di crescita civile, sociale e culturale.

Per la provincia di Bergamo è stato selezionato e premiato l’elaborato di Elisa Losito, per quella di Milano la tavola di Aleszha Ilustre.

La fase finale della selezione nazionale ha visto come vincitore Matteo Rogari della 3°b dell’Istituto Omnicomprensivo di via Pestalozzi a Roma, con un acquerello.

I

La vincitrice Elisa Losito

La vincitrice Alezha Ilustre

I premiati della scuola di Bergamo

Il Procuratore Sociale Michele Soraci con i premiati della scuola di Milano

30 SPORT MILANO MAG

vrà luogo presso il palazzetto dello sport di Pieve Emanuele (MI) il giorno 2 aprile 2017, la seconda edizione della gara titolata “International Shotokan Cup” competizione internazionale di Karate Tradizionale. Ci sarà un incontro tra le rappresentative nazionali di Italia e Romania che si misureranno nelle specialità Kata e Kumite individuali e a squadre nelle varie categorie.

L’organizzatore, il M° Vladimiro Mezzetti, Membro della Commissione Nazionale Karate Tradizionale , insieme al M° Mauro Rovelli allenatore della rappresentiva italiana, ha progettato sin dalla prima edizione questo evento al fine di allargare le esperienze dei nostri atleti con altri provenienti da nazioni diverse e per lo spirito di amicizia e aggregazione che contraddistingue l’arte marziale del Karate.

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Seconda edizione della INTERNATIONAL SHOTOKAN CUP

LISTA DISCIPLINE SPORTIVE RICONOSCIUTE DAL CONI ALCUNE CONSIDERAZIONI

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n data 14 febbraio si sono riuniti la Giunta Nazionale e il Consiglio Nazionale del CONI per deliberare circa l’adozione del nuovo elenco delle discipline sportive riconosciute.

Ricordiamo che, con la precedente delibera, erano emersi una serie di gravi problemi riguardanti il mancato riconoscimento di tutta una serie di discipline e di attività largamente praticate sul territorio nazionale e internazionale (yoga, pilates ecc.), seppur, di contro, si era assistito al pubblico avallo di altre attività, che in Italia sono praticate da un esiguo numero di persone (lancio del formaggio, morra, ruzzola ecc.).

A fronte di tale incomprensibile situazione, il Coordinamento Nazionale degli Enti di Promozione Sportiva, per il mezzo del Presidente Prof. Francesco Proietti, aveva sollevato la questione, invitando il CONI a rivedere le proprie considerazioni, a favore di quelle discipline che erano state escluse in prima battuta.

Il Comitato Olimpico Nazionale ha così deciso di deliberare nuovamente, analizzando anche le istanze presentate dagli EPS, che purtroppo sono state accolte solo parzialmente.

Quello che di seguito ci apprestiamo ad illustrare è il quadro risultante dall’ultimo documento adottato.

Nella nuova Delibera, tra le proposte avanzate dal coordinamento degli EPS, al momento viene accolta soltanto la richiesta di prorogare il termine relativo all’entrata in vigore del succitato elenco al 31/12/2017, lasciando invariato l’elenco delle discipline deliberato il 20/12/2016, che costituisce fra l’altro, il cuore vivo e pulsante della questione.

Questa decisione non fa altro che rimandare un problema, che auspichiamo possa essere risolto entro il termine del 31/12/2017, in quanto tale decisione pregiudica fortemente una grande porzione dello sport di base e delle discipline del benessere che per il tramite degli Enti di Promozione Sportiva si era vista riconosciuta e rappresentata.

Nel caso in cui il problema rimanesse

senza una soluzione, le conseguenze per gli EPS e soprattutto per le ASD e SSD affiliate sarebbero pesanti perché le realtà associative si troverebbero obbligate ad adottare nuove misure, per fronteggiare la situazione.

Lo sconvolgimento avvenuto con l’adozione della delibera del CONI, cade proprio nel periodo in cui l’attuale Ministro dello Sport, Luca Lotti, si è espresso, in modo peraltro esplicito, a favore dell’associazionismo sportivo di base, auspicando ad un’ulteriore riduzione della pressione fiscale.

La domanda dunque sorge spontanea: Quali sono le vere motivazioni del CONI? Quali sono i motivi che hanno orientato questa decisione, escludendo dall'elenco una serie di discipline largamente praticate, a favore di altre, che rappresentano invece un esiguo numero di praticanti?

Sarebbe auspicabile e doveroso che il CONI argomentasse le sue decisioni e spiegasse a tutte le realtà associative, escluse e penalizzate, i motivi di tali scelte. Migliaia di realtà associative attendono una risposta.

Il Presidente del Comitato Provinciale CSEN Milano Paolo Zerbino

L’elenco completo delle discipline è scaricabile direttamente dal sito fiscocsen.it