SPORTREVIGIANO - N. 1/2022

EDIZIONI GARATTI Collana Sportiva

ANNO 50 - N.01/2022 uscita dal 10 gennaio al 23 gennaio

QUINDICINALE DI SPORT E CULTURA A DISTRIBUZIONE GRATUITA

Il nostro giornale compie 50 ANNI! SALDI fino al

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ratis da mezzo secolo!

“Sportrevigiano”, fondato da Giorgio Garatti nel 1972, è il primo giornale a distribuzione gratuita che taglia questo traguardo.

Attraverso le nostre pagine abbiamo raccontato lo sport e la cultura a più generazioni, alla vecchia e alla nuova Treviso, entrando nelle case, nei locali, nei negozi, nelle ditte, nei bar...

Siamo stati testimoni di una città che è cambiata, che si è trasformata ed evoluta nel corso di questi tanti anni. Ricordo da bambino la consegna delle copie alle

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tante attività del centro storico come l’Osteria da Secondo e le Beccherie dietro piazza dei Signori, Fanti, Cacciolato, Petrin, Moretti, Danesin, Visentin Sport, Pettinelli Sport, De Polo, Dotto Sport, Al Tocai, dalla Gigia, all’osteria in piazza Pola, in pescheria da Fermi, Muscoli, Casellato, Fausta, Polisseni, Nascimben, ai tanti bar e “baretti”... impossibile citare tutto. Oggi alcune attività sono solo un ricordo, ne sono nate delle altre e noi siamo pronti a consegnare le nuove copie di “Sportrevigiano”!

Antonio Garatti

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...anche Cerimonia e taglie forti!

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50° ANNIVERSARIO

“Ho sposato Sportrevigiano” a cura di Giandomenico Mazzocato

IL PATRIMONIO, LA FORMULA PORTREVIGIANO ha di fatto gli stessi anni del mio matrimonio con la bellissima signora della mia vita, Egle.

Mezzo secolo, una enormità.

Ho scritto migliaia di articoli. Se escludo qualche giorno di ferie, non c’è stato numero di questo giornale in cui io non abbia messo la mia firma. Ho dato tanto, ricevuto tantissimo. Soprattutto l’amicizia e il magistero di un grande come Giorgio Garatti. Qualcuno potrebbe pensare che ho sposato anche il giornale di Giorgio. Beh, in qualche modo è vero. Adesso che sono vecchio (ma la saggezza, con l’aiuto di Dio, è un difetto da cui ho cercato di restare immune) e posso guardare alle cose con molta serenità, mi chiedo quanti errori ho commesso, quanti sbagli ho fatto dentro a così copiosa scrittura.

Di tutto e a tutti chiedo scusa.

Ma spero anche di aver dato, come sportivo, come giornalista, come intellettuale, una testimonianza abbastanza buona e onesta del mio modo di stare al mondo e di guardare alle cose e agli eventi. Di buona scrittura.

Ricordo l’inizio, nella tipografia di piazza Pola. Le rotative in movimento, gli amici di allora, un calice di prosecco in mano. Non lo sapevo, ma stavamo per scrivere la storia della nostra città.

Come ebbe a dire Sandro Zanotto (spero di non sbagliare, mi pare fosse lui) SPORTREVIGIANO è l’unico vero giornale della cultura trevigiana.

Tutto nasce da un precedente, abbastanza importante e significativo. Testata praticamente identica: TrevisoSport. Giornale di buon nerbo, partito con grandi ambizioni ma poi gestite non benissimo. Aveva redazione nella casetta rossa, proprietà dei Fer-

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Il taglio della torta per il Ventennale di “Sportrevigiano”. Da sinistra: Maria Spadari moglie di Giorgio Garatti, Prando Prandi, Giandomenico Mazzocato, Giorgio Garatti ed il figlio Antonio Garatti.

Una locandina che annunciava l’uscita di“Sportrevigiano”

Giandomenico Mazzocato con la moglie Egle. 50 anni di matrimonio che coincidono con i cinquant’anni di Sportrevigiano.

retto, davanti alla Madonnina, su uno dei vertici dell’incrocio delle Stiore. Una stanzetta al piano terra, con due scrivanie, tre macchine da scrivere e un telefono. Vi troneggiava il Commendatore che recava sulle spalle il peso di un soprannome luciferino (lui lo sapeva e credo che, segretamente, ne fosse compiaciuto). Quando TrevisoSport chiuse i battenti si avvertì un vuoto.

Lo comprese fino in fondo Giorgio Garatti che intuì le po-

tenzialità di un giornale del genere. E capì anche che la formula aveva bisogno di una profonda revisione per funzionare. Così sulle pagine di SPORTREVIGIANO si coniugarono sport e vita culturale della città. La novità, semplice e geniale. Il calciatore e il pittore, il rugbista e il poeta. La partita di basket e la collettiva di pittura.

La cronaca sportiva e l’eco delle tradizioni locali. Qualcuno, quando parla di queste cose, suggerisce il concetto di trevisa-

nità. Una cosa che non esiste, che puzza di provincialismo culturale. Non provincialismo, Treviso è provincia, nel bene e nel male. Il suo specifico non è certamente solo in quel certo film di Pietro Germi, ma in mille umanissime sfaccettature. SPORTREVIGIANO, magari talora navigando a vista, ne ha raccontare molte. Con intelligenza e finezza, perfino con sensibile eleganza.

Così, pagina dopo pagina, numero dopo numero, il giornale cui Giorgio aveva dato una grande anima ha finito col diventare, autentico pioniere di un fenomeno come la free press, un patrimonio unico e irripetibile di Treviso e del suo territorio.

Giorgio ci ha lasciato cinque anni fa, dopo un calvario personale che lo ha visto soffrire tanto. Ma lucido fino alla fine.

Quando la vita che in lui era ormai esile fiammella si è spenta, per me è mancato un fratello maggiore. Allora, nel dolore, diedi due suggerimenti che ritengo tuttora validi. Anzi, ancora di più. Il primo, l’istituzione di una borsa di studio a lui intitolata per tesi di laurea di argomento sportivo.

Il secondo: la digitalizzazione e la messa in rete di tutti i numeri di SPORTREVIGIANO, dal primo numero di 50 anni fa ad oggi. Un lavoro imponente che ha bisogno di finanziamenti che peraltro non dovrebbe essere difficilissimo ottenere, anche con il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche. Sarebbe un dono enorme a Treviso. Epocale.

Siccome SPORTREVIGIANO è anche un luogo di amici, per una volta mi firmo con l’abbreviazione di Gian Domenico. Gian Do. Così mi chiamano sodali e amici, così mi chiamava Giorgio.

Gian Do Mazzocato

“gratis da... mezzo secolo!”

il giornale che si legge tutto d’un fiato PER LA PUBBLICITA’ SUL NOSTRO GIORNALE Tel. 0422-300302 / sportrevigiano@tiscali.it 2

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50° ANNIVERSARIO

1972: nasce “Sportrevigiano” ideato e diretto da Giorgio Garatti ra 50 anni fa quando assieme all'amico Giandomenico Mazzocato, Giorgio Garatti ci fece salire sull'”arca” di Sportrevigiano, il giornale che nelle sue intenzioni intendeva dare spazio e voce a tutto lo sport nostrano, (soprattutto quello minore), desideroso come ai giorni d'oggi di trovare una cassa di risonanza, in una testata che in punta di piedi entrava nel mondo della stampa locale, ritagliandosi subito un posto in edicola, rubando lettori ai quotidiani locali. Dando tra i primi il là all'inedita e rivoluzionaria formula del “free pay”, senza costringere dunque a mettere mano al portafoglio per il prezzo di copertina ma affidandosi alla sportiva generosità di inserzionisti che ne han puntellato la crescita e l'affermazione, rendendo possibile e duraturo quel che altri avevano tentato solo con alterne fortune.

Progetto ambizioso ma sostenibile, soprattutto perché Giorgio Garatti aveva una storia ed una tradizione di ottimo giornalista, credibilità e prestigio.

Inseguendo il sogno di una testata tutta sua, capace di rivelare tutto il suo amore per lo sport della sua città, del quale era “cantore”, ferrato in molte discipline e puntuale raccoglitore di dati e di racconti da narrare.

Svezzato alla scuole del Gazzettino, temprato in quella della Gazzetta dello Sport, coccolato per la puntuale e preziosa collaborazione alla Vita del Popolo.

“Dai ragazzi facciamo un giornale!” ci propose nel settembre 1972 Giorgio accogliendo i nostri pezzi ed il nostro entusiasmo, stappando assieme per festeggiare il primo numero una bottiglia di prosecco nella tipografia di piazza Pola, fucina artigianale capace di una manifattura rara e raffinata, che profumava di inchiostro e di gentili attenzioni.

Un inchiostro che Giorgio volle blu, per mettere in risalto nei titoli e nelle righe la “trevigianità” biancoceleste che ha permeato tutta la sua carriera.

L'amore per una Treviso di cui è stato

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innamorato e che, come tale, a volte poco ha avuto pur avendo tanto dato.

L'amore per la notizia, il gusto della ricerca, le buone regole del giornalismo declinate in articoli diligenti e pieni di dati e riferimenti, li ha sempre intrecciati in un ordito fatto di grande umanità e rispetto per il prossimo, il “tessuto” umano con il quale ha costruito nel tempo una personalità viva, mai invidiosa o pettegola, i presupposti per un'accettazione che per molti amici (colleghi e non) diventò nel tempo stima.

Il presupposto per cui Giorgio era “credibile” non sfugge a quanti come me lo conobbero da vicino: era il suo rispetto profondo per lo sport come fonte di valori, scuola di vita, maestro di esperienze. Sport non solo scritto (troppo facile...) ma anche attivamente praticato. Da lottatore, da appassionato. Lo sport che gli diede la grande gioia di attraversare la Marca orgoglioso portatore della fiaccola Olimpica, che sui suoi polpacci d'acciaio corse veloce. Lo sport che lo vide primeggiare in centinaia di corse in cui con semplicità disarmante, spingeva i pedali più forte degli altri, mai prima degli altri mollava il gruppo.

“I xe mati!” mi confessò candidamente un giorno reduce da una volata vincente domenicale in cui, con scatto felino, sfuggì all'agguato di agguerriti avversari imbottiti di pastiglie e dai gomiti aguzzi quando si trattava di vincere grazie alle ultime pedalate.

Praticanti di modalità che lui non prevedeva.

Forse anche per questo Giorgio nel ciclismo e nella vita amava andare avanti per primo, improvvisando spesso fughe incredibili – ispirato dai grandi miti della pedivella che avevano fatto germogliare in lui il gusto delle grandi sfide.

Con il suo Sportrevigiano Giorgio ne ingaggiò una destinata a durare per decenni, a perpetuarsi per mezzo secolo, sopravvivendo grazie all'ostinazione del figlio Antonio, ai tempi, alle mode, all'avvento dei new media, al sopravvento incolto dei social, del giornalismo di fretta, quello dei gior-

La mitica macchina da scrivere “Olivetti” di Giorgio Garatti.

nalisti poco attenti a quel che attorno a loro succede, forse perché la redazione oggi non è più il luogo delle passioni ma della passione, con lo spazio ridotto come gli organici, assieme al tempo per riflettere su quello che si scrive.

Giorgio (ricordo), con la sua penna lenta nello scorrere sui fogli, vergava invece appunti e spunti, creava minute, arzigogolava tracciati mentali per poi riproporli nel veloce battito di una Olivetti che la famiglia Garatti ha custodito gelosamente.

Nell'onda di righe biancoblu del “nostro” giornale, che sembrava non bastare mai a contenere tutto lo sport di cui Treviso era capace, si inserivano i bei libri di Giorgio. Il suo “Sports e giochi della Marca Trevigiana” del 1967 (avevo 14 anni!) fu un corposo biglietto da visita per un giornalista di provincia che vantò nientemeno che la prestigiosa prefazione del Presidente del Coni Giulio Onesti. I libri che seguirono (tantissimi!) furono i suoi piccoli capolavori. La sua prodiga e incessante attività editoriale, costellava il suo veloce incedere di giornalista rampante, divenuto scrittore anno dopo anno per libri approfonditi, originali.

Li conservo gelosamente, assieme ai suoi autografi. Sono i miei “cimeli”, segno di una amicizia nata e alimen-

tata lavorando gomito a gomito.

“Prando – mi disse un giorno – facciamo assieme un Almanacco che raccolga lo sport dell'anno. Perché sopravvivano i campioni, le imprese, la memoria. Ci stai?”

Scegliemmo di comune accordo i colori sgargianti di una copertina rosso fuoco, che balzava fuori dalle edicole come un vessillo di guerra.

Ammorbidito dal sorriso e dalle belle forme di Lolli Mestriner, pattinatrice e campionessa di casa nostra.

Scelta provocatoriamente non tanto per l'ammiccante gonnellino, ma quale proclama antesignano allo sport vincente declinato al femminile, per giunta chiamato “minore” (mai nell'atto agonistico e nell'impegno!), che Giorgio tanto amava, raccontando sui giornali storie note ai pochi, archiviando con farmaceutica precisione mozziconi di ritagli pescati chissà dove, inseguendo le testimonianze dei Carneade che solo lui trovava, alimentando la voglia di arrivare a modo suo primo anche nella ideale gara tra i giornalisti trevigiani in cerca di scoop.

Gli Almanacchi, (i primi 10 fatti assieme a lui, poi quelli che fece con il figlio Antonio) sono stati eloquente comprova che la sfida lanciatami da Giorgio, volendo dare vita ad una vera enciclopedia dello sport di Treviso, è stata vinta.

Oggi che lo Sportrevigiano di Giorgio e Antonio Garatti è ancora tra le nostre mani, i più ovviamente non sanno della passione che ne alimentò la nascita, non possono comprendere l'intima gioia di chi lo volle e lo ha sostenuto scrivendo per 50 anni, piccola e grande testimonianza al contempo di un giornalismo che è stato per quei... ragazzi d'allora un atto d'amore.

Giorgio (come dicono gli alpini) è andato avanti 5 anni fa. Ma è un po' come se non se ne fosse mai andato.

Perché dalle pagine di questo giornale, lo sport di casa nostra ci racconta ancora delle sue grandi passioni. Che non muoiono mai.

Prando Prandi

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50° ANNIVERSARIO

Il N.1 di “Sportrevigiano” Il nostro direttore al tavolo di lavoro prepara un “pezzo”.

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Per Giorgio Garatti, amico!

N la B s m c c is v p s il v ve p

Si inzia la composizione: il proto e Gino Giudici appaiono soddisfatti.

Il linotipista dell’ “artigiana” dà vita alle forme di piombo.

Disegno di Ennio Comin stampato su maglietta mezzemaniche.

opo aver scritto nel 1967 "Sport e Giochi della Marca Trevigiana" col proseguo di due edizioni sullo sport, ma dopo anche quatttro altri libri vari, nel 1972 (cioè cinquant'anni fa) pubblica la rivista gratuita (ed è capostipite) "SPORTrevigiano" quindicinale di sport e cultura.

Con Garatti, noi due Giorgio, ho trovato sintonìa per la pubblicazione di "Vecchie e nuove osterie" in Treviso volume 1° (mai editato il 2° volume per le osterie all'esterno delle mura), ed ho subito collaborato ai "Misteri di Treviso sotterranea" non riconosciuti dagli storici trevisani con Netto e Renucci, che hanno dovuto ricredersi dopo le nostre radarstratigrafie. Nel quindicinale ho inserito inserti di cultura, i sopracitati e sui Templari.

Giorgio Garatti ha lavorato presso l'Istituto Case Popolari, e già nel 1949 aveva firmato i suoi primi articoli. Giornalista nato, se-

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guiva il calcio (e forzatamente il nostro rugby allo stadio, ed era un ciclista "sfegatato" campione mondiale dei cicloturisti giornalisti.

Ho elencato tutto, ma il vissuto assieme è inenarrabile anche per le tante gite in Italia e all'estero con i "Giorgio" del 23 aprile festeggiato il 25. Aveva una enorme capacità di scrivere, e Francesco Zanardo ha elencato i 73 libri di Garatti, autore (oltre i cinquant'anni della rivista) di un migliaio di "numeri unici" e depliant di sport, arte, gastronomia e varie umanità.

Ennio Comin ha tracciato una sua caricatura che comprende la torre civica della sua città e lui seduto su una suggestiva "bicicletta" inforcata nel 20° anniversario della gratuita rivista.

Oggi è il figlio Antonio che prosegue nella pubblicazione gratuita in nuovo formato più agevole nella lettura.

Giorgio Fantin

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Ecco la prima copia di “Sportrevigiano” con l’olimpionico Baran e l’eclettica Vettorazzo padrini d’eccezione.

Il redattore prof.

Mazzocato illustra le caratteristiche del primo numero del nostro giornale.

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Si brinda con l’augurio di “lunga vita”: ospite d’onore anche il calciatore Zambianchi.

BASKET SERIE A1 TVB NON GIOCA DAL 26 DICEMBRE; POSITIVO COACH MENETTI

Treviso Basket, il Covid paralizza il campionato l Covid condiziona pesantemente il calendario della SerieA, comprese le gare della Nutribullet che si è vista annullare la trasferta contro la Virtus Bologna del 2 gennaio e poi la sfida con Trieste del 9. Praticamente quest’anno si deve ancora iniziare a giocare, se si considera che quarantene ed isolamenti hanno costretto al rinvio anche la prima sfida Champions contro i greci del Lavrio (la seconda si giocherà in trasferta il 18 gennaio, la terza al Palaverde il 20, sempre che non si verificano altri intoppi legati alla pandemia).

In casa Nutribullet nei giorni scorsi è stato riscontrato un caso di positività nel gruppo squadra che riguarda coach Max Menetti.

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Dopo i controlli, tutto il resto del gruppo è risultato negativo quindi la squadra ha ripreso regolarmente ad allenarsi sotto la guida del vice Francesco Tabellini.

Non è andata giù invece alla dirigenza trevigiana la decisione di non far disputare la gara contro l’Allianz Trieste presa dall’Azienda sanitaria giuliana e non dalla Lba. Con tre positivi nel gruppo dell’Allianz, la situazione epidemiologica avrebbe consentito di scendere in campo, visto che il protocollo federale dice che per giocare bastano sei senior tesserati. L’autorità sanitaria triestina invece ha disposto quarantena e isolamento per tutti, decisione di cui la Lega ha preso atto rinviando la partita a data da

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Aaron Jones (Fonte: facebook Treviso Basket).

Tomas Dimsa (Fonte: facebook Treviso Basket).

destinarsi.

Questo ha creato disappunto nella società trevigiana, che non gioca da dopo Natale (l’ultima è stata la sfida interna contro Brescia, persa per 69-94 il 27 dicembre): “La disomogeneità è evidente – ha dichiarato Giovanni Favaro, dg di Tvb - C’è un protocollo Fip e il Cts con linee guida ben chiare: se ci sono positivi si isolano, gli altri, dopo i dovuti controlli, continuano a lavorare. E in una gara il minimo di giocatori a referto deve essere sei. Queste regole sono precise ma, come si vede, disattese dalle autorità competenti”. Peraltro per il ritorno in campo, nel caso di sportivi, sono necessari esami approfonditi che possono portar via giorni se non settimane: “Bisognerebbe accelerare i tempi di recupero, anche perché stiamo parlando di persone particolarmente tenute sotto controllo. Nel caso di Trieste si sa che chi è venuto a contatto con i positivi deve stare cinque giorni in isolamento ma le regole federali parlano chiaro: se ne hai sei in grado di entrare in campo la

partita si gioca”.

Treviso non gioca da dopo Natale: l’ultima gara, come si diceva, è stata quella contro Brescia al Palaverde, persa di 25 punti. La terza sconfitta consecutiva per la Nutribullet in un dicembre avaro di vittorie e punti. Ora la squadra avrebbe bisogno di ritrovare continuità, di riprendere a giocare in tranquillità, senza sospensioni dell’ultim’ora.

Il calendario prevede in questi giorni una serie di gare tutte ravvicinate: salvo cambiamenti dovuti ai contagi, domenica 16 sarà recuperata la giornata di campionato del 2 gennaio, rinviata in blocco. Stante la data troppo ravvicinata con gara2 contro il Lavrio di Champions, lo scontro con la Segafredo sarà anticipato a sabato 15.

In ballo c’è la qualificazione alle Final Eight di Coppa Italia (Virtus e Milano sono già qualificate): per stabilire il ranking il girone di andata deve terminare entro gennaio. Le partite mancanti saranno quindi inserite nelle prossime due settimane.

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VOLLEY SERIE A1 PER LE PANTERE DI CONEGLIANO E’ IL 15° TROFEO DELLA LORO STORIA

Fantastica rimonta e la Coppa Italia è ancora nostra!

NOVARA BATTUTA 3-2 IN UNA FINALE AL CARDIOPALMA DI FRONTE AL PRESIDENTE MATTARELLA. irettamente dalle mani del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella le Pantere della Prosecco DOC Imoco Conegliano hanno ricevuto e messo nella bacheca il 15° trofeo della loro storia, la Coppa Italia targata Frecciarossa in seguito una grande finale al PalaEur di Roma contro la rivale di sempre, l’Igor Gorgonzola Novara.

Dopo il Mondiale sfumato al tie break della finale, le Pantere hanno ripreso così nella Capitale il cammino vincente, conquistando la loro quarta Coppa Italia, terza consecutiva, e pareggiando il conto delle finali in questa manifestazione con le antagoniste piemontesi.

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Prosecco DOC Imoco Conegliano vincitrice della Coppa Italia 2022 (Fonte: facebook Imoco Volley).

(tratto da fonte: www.imocovolley.it)

Il PALMARES AGGIORNATO: 4 Scudetti, 4 Coppa Italia, 5 Supercoppa, 1 Mondiale per Club, 1 Champions League

Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella consegna il Trofeo alle Pantere della Prosecco DOC Imoco Conegliano (Fonte: facebook Imoco Volley).

Coach Santarelli (Fonte: facebook Imoco Volley).

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AT L E T I C A

INVERNO 2022, ECCO IL CALENDARIO DELL’ATLETICA VENETA Trentacinque manifestazioni da gennaio a marzo fra cross, indoor, strada, trail e lanci. Primo weekend di gare l’8 e 9 gennaio al Palaindoor di Padova e a Galliera Veneta, dove debutterà la stagione del cross. Tricolori under 23 di prove multiple il 12 e 13 marzo a Padova. rentacinque appuntamenti per tre mesi di gare, da gennaio a marzo. E’ ufficiale il calendario dell’atletica veneta per l’inverno 2022. La nuova stagione, incentrata su cross, indoor, strada, trail e lanci, inizierà sabato 8 e domenica 9 gennaio al Palaindoor di Padova. Nello stesso weekend, domenica 9 gennaio, a Galliera Veneta (Padova), con il 10° Cross Villa Imperiale, si alzerà il sipario sull’annata regionale della corsa campestre. Al Palaindoor di Padova si gareggerà ogni weekend sino al 12 e 13 marzo, quando la stagione al coperto si concluderà con il ritorno nella Città del Santo dei campionati italiani allievi, juniores e promesse di prove multiple. Quattro invece i cross regionali: dopo Galliera Veneta, si gareggerà a Vittorio Veneto (23 gennaio), Grumolo delle Abbadesse (12 e 13 febbraio) e Borgo Valbelluna (27 febbraio). Un poker di manifestazioni nel cui ambito, come sempre, saranno assegnati i titoli regionali individuali e di società per il settore assoluto, promozionale e master. Per l’attività su strada riflettori puntati su cinque appuntamenti: la Giulietta & Romeo Half Marathon a Verona (13 febbraio), la Stravicenza (20 marzo), la Maratonina della Vittoria a Vittorio

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Veneto (20 marzo), la Treviso Marathon e il memorial Tomasi a Cavriè di San Biagio di Callalta (27 marzo). Il 6 marzo a Mira (Venezia) il Trofeo promozionale di marcia per rappresentative provinciali, da quest’anno allargato alla corsa su strada. Il 19 marzo, a Vicenza, il classico Ultrabericus Trail inaugurerà l’anno delle corse off-road.

Queste le date del calendario regionale invernale 2022.

GENNAIO - 8: 1^ manifestazione regionale indoor open (Padova). 9 (mattino): 2^ manifestazione regionale indoor open (Padova). 9 (pomeriggio): 3^ manifestazione regionale indoor open (Padova). 9: 10° Cross Villa Imperiale, 1^ prova campionato regionale assoluto di società; 1^ prova campionato regionale promozionale di società; campionato regionale individuale master (Galliera Veneta, PD). 15: 4^ manifestazione regionale indoor open (Padova). 16 (mattino): 5^ manifestazione regionale indoor open (Padova). 16 (pomeriggio): 6^ manifestazione regionale indoor open (Padova). 22: 7^ manifestazione regionale indoor

open (Padova). 23 (mattino): 8^ manifestazione regionale indoor open (Padova). 23 (pomeriggio): 9^ manifestazione regionale indoor open (Padova). 23: Cross Città della Vittoria; campionato nazionale assoluto di società, 1^ prova regionale; 2^ prova campionato regionale promozionale di società; 1^ prova campionato regionale master di società (Vittorio Veneto, TV). 29: 10^ manifestazione regionale indoor open (Padova). 30 (mattino): 11^ manifestazione regionale indoor open (Padova). 30 (pomeriggio): 12^ manifestazione regionale indoor open (Padova).

FEBBRAIO - 5: 13^ manifestazione regionale indoor open (Padova). 6 (mattino): 14^ manifestazione regionale indoor open (Padova). 6 (pomeriggio): 15^ manifestazione regionale indoor open (Padova). 6: campionati italiani invernali di lanci, 1^ prova regionale (Conegliano, TV).

12: 2° Cross Grumolove, 1^ giornata: campionato nazionale assoluto di società, 2^ prova regionale; 2^ prova campionato regionale assoluto di società; campionato regionale individuale assoluto

(Grumolo delle Abbadesse, VI). 13: 2° Cross Grumolove, 2^ giornata: 3^ prova campionato regionale promozionale di società; 2^ prova campionato regionale master di società; campionato regionale individuale assoluto di cross corto (Grumolo delle Abbadesse, VI). 12-13: campionato regionale di prove multiple indoor e gare extra assolute (Padova). 12-13: campionati italiani invernali di lanci, 2^ prova regionale (Verona). 13: 15^ Giulietta & Romeo Half Marathon (Verona). 19-20: manifestazione regionale cadetti indoor open (Padova). 26: campionato nazionale Bancari e Assicurativi indoor (Padova).

26-27: manifestazione regionale cadetti indoor open (Padova). 27: Cross di Borgo Valbelluna; 3^ prova campionato regionale assoluto di società; 3^ prova campionato regionale master di società; campionato regionale individuale settore promozionale (Borgo Valbelluna, BL).

MARZO – 5-6: campionati regionali individuali master indoor (Padova). 6: 1^ prova Trofeo regionale promozionale di marcia e corsa su strada per rappresentative provinciali ragazzi e cadetti (Mira, VE). 12: Trofeo delle province venete indoor per rappresentative provinciali ragazzi (Este, PD).

12-13: campionati italiani allievi, juniores e promesse di prove multiple indoor (Padova).

19: Ultrabericus Trail (Vicenza).

20: 20^ Stravicenza, strada (Vicenza). 20: 7^ Maratonina della Vittoria (Vittorio Veneto, TV).

27: 17^ Treviso Marathon (Treviso). 27: 30° Memorial Tomasi, campionato regionale giovanile di corsa su strada (Cavriè di San Biagio di Callalta, TV).

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RUGBY TREVISO TORNA A MONIGO CONTRO I DRAGONS

IL MALESSERE ebre Rugby Club comunica che Michael Bradley è stato sollevato dall’incarico di capo allenatore della franchigia federale. Il club ha assunto questa decisione per anticipare il percorso di rinnovamento tecnico pianificato per le prossime stagioni. Tutta la società desidera esprimere la massima gratitudine a Michael per l’impegno e il contributo dato in questi anni e per il bellissimo percorso umano e professionale intrapreso insieme. A Michael vanno i migliori auguri per il prosieguo della propria carriera”. Con questo freddo, laconico comunicato le Zebre hanno liquidato dopo quasi cinque anni loro allenatore, Michael Bradley, già coach of the year del Pro14. L’ex mediano di mischia della nazionale irlandese (40 cap con 21 punti) è un autentico giramondo, in termini di squadre allenate. Proprio a Parma aveva trovato il periodo di permanenza più lungo di permanenza su una panchina. Il divorzio (consensuale?) era nell’aria da un po’ di tempo, ma la decisione è stata affrettata dopo la batosta subita al Lanfranchi dalla franchigia emiliana.

Non solo covid, dunque. C’è anche un malessere ben più profondo nel rugby italiano. La stentata esistenza delle Zebre e gli investimenti su di essa hanno portato a qualche successo qua e là a interrompere lunghissimi filotti fatti di sconfitte. Un vivacchiare più che un vivere. Con qualche disdicevole incidente di percorso come ci rammentano i giocatori congedati in fretta e in furia dopo comportamenti decisamente poco commendevoli.

Se Treviso ha avuto un percorso certo non facile con qualche pausa e con qualche momento di crisi, ma segnato da una crescita continua, le Zebre

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Fonte: www.benettonrugby.it non hanno mai messo a fuoco la loro autentica identità. Non sono un club, non hanno un radicamento. Qualche ora dopo il congedo di Bradley, Fabio Roselli, ex coach della selezione azzurra Under 20 ed attuale assistente allenatore delle Zebre (è giunto a Parma nell’estate del 2020) ha rilasciato un’intervista in cui chiede chiarezza sul percorso della franchigia federale. Dice che il club delle Zebre non può essere considerato come tutti gli altri, “perché semplicemente non lo è”. E sottolinea come sia difficile inseguire un arricchimento tecnico senza qualcosa che lo faciliti alle spalle. E manca chiarezza sul futuro del team. Disagio allo stato puro, incertezza e disorientamento assoluti. Ed è un disagio che riguarda tutto il movimento del rugby italiano, esemplare a ben vedere. Dice: “Il percorso resta poco chiaro, è

questa la percezione. Finora i problemi sono stati tanti. Se non ci mettiamo tutti insieme ad affrontarli, non è che si possa contare sui miracoli”. Ricorda come serva incrementare la rosa dei giocatori. E lavorare sul percorso dei giocatori italiani da portare in URC: “Devono essere portati a un livello superiore. Altrimenti a cosa dobbiamo ambire, a qualche vittoria sporadica? Gli altri sono già più avanti”. Come sostituto di Bradley, aggiungiamo, si parla di Emiliano Bergamaschi (argentino, classe 1976, ex allenatore della mischia dei Pumas ai Mondiali del 2015).

Sarebbe una soluzione interna perché Bergamaschi (chiare origini italiche) è già membro dello staff tecnico. Cura in modo particolare gli avanti dopo che Andrea Moretti ha lasciato le Zebre per approdare nello staff della nazionale maggiore. Questo è lo

stato di salute di uno dei due pilastri della squadra azzurra. Un disastro. Si sapeva che il dopoGavazzi avrebbe portato ad un tragico effetto domino con una magagna che scoppia dietro l’altra. Situazioni tenute a bada con toppe su toppe. Veramente non si sa che pensare. Forse siamo perfino troppo su nel ranking mondiale.

I LEONI E I DRAGHI - Treviso torna a giocare a Monigo sabato 15 contro i Dragons gallesi.

Covid permettendo e con la possibilità che la gara, come tutte le gare, possa essere annullata all’ultimo momento. In seno al club trevisano si è manifestato un focolaio molto ampio e, oggettivamente, di non agevole gestione.

Partita difficile, resa difficilissima dalle circostanze. Impronosticabile in tutti i sensi.

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CALCIO

Scampoli di calcio alcio... in saldo post natalizio, con i campionati fermi per via del Covid.

La Figc blocca anche l'Eccellenza ma all'Epifania c'è stato il tempo per un recupero, con l'Istrana che ha espugnato senza remissioni il campo del Montello con un perentorio 5 a 2, frutto di un secondo tempo da manuale, propiziato dalla verve dell'ex di turno Vettoretto. L’Istrana inizia il 2022 nel migliore dei modi. La formazione degli avieri (che ha ingaggiato a dicembre il difensore Rumiz e il portiere Gobbo dal Calvi Noale) consolida dunque la sua settima posizione, gettando nello sconforto i montelliani desolantemente ultimi in classifica senza una vittoria. In seno alla società montelliana è stato ratificato a dicembre l'arrivo del nuovo direttore sportivo Piovesan che porta a Volpago il

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difensore centrale Benvenuti, lasciando andare anche Nicoli che va a Miane. Ma la situazione pare davvero compromessa.

I campionati ritorneranno il 30 gennaio riprendendo (è una novità) dalla prima di ritorno.

Durante le feste natalizie, nella tradizionale “coda” del calcio mercato dilettantistico, il Treviso ha ingaggiato il centrocampista Boreggio classe '99 proveniente dall'Union Feltre.

L'Opitergina ha accasato un difensore di pregio Fiore, ex Liapiave e San Donà. Il Falmec Vittorio incasella nel proprio roster un nuovo difensore, Rosin che arriva dal Conegliano, mentre lascia andare Cham che va a Cappella Maggiore. Entrate ed uscite anche a Castelfranco: arriva l'attaccante Antenucci dal Bassano mentre partono l'esterno Gerotto e l'argentino Mangeri che

va a Montecchio. Attiva anche l'Union Pro che cede alla Robeganese l'attaccante Ferrarese e il difensore Tagliapietra.

Ma da Salzano arriva l'attaccante Pozzebon. Il trequartista Shaholli lascia la Liventina per andare a Mestre, mentre il portiere Noè difenderà la porta dello Spinea avendo trovato poco spazio nel Treviso. Infine

l'ex attaccante Eclisse Bellè ritorna a San Gaetano.

Uno sguardo alle alte sfere della serie D con il Montebelluna che, forte di una sequenza positiva nelle ultime giornate del 2021, punta alla ripresa dei campionati alla risalita in classifica e a trovare continuità dopo un avvio altalenante. (P. P.)

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Trofeo Piva 2022, ecco la data: si correrà il 3 aprile Nella stagione in cui l’AC Col San Martino compie 60 anni, la nota gara internazionale riservata agli U23 si disputerà, come da tradizione, la prima domenica di aprile.

Confermata anche l’organizzazione dell’XC Tra Le Torri e del Piva Junior Day. ra poco meno di tre mesi i migliori ciclisti under 23 del mondo torneranno a sfrecciare tra le colline del Prosecco, Patrimonio dell’UNESCO. Il Trofeo Piva 2022, infatti, andrà in scena domenica 3 Aprile 2022, come da tradizione nella prima domenica di Aprile, come apertura di una primavera di grande ciclismo.

Dopo un 2020 nefasto per tutta la categoria U23, in cui il calendario è stato praticamente ridotto a una manciata

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Foto. Il podio dell'edizione 2021 del Trofeo Piva, da sinistra: Luca Colnaghi (secondo), Juan Ayuso (primo) e Antonio Puppio (terzo). Credits: Alessio Pederiva

di gare a causa della pandemia da Covid-19, l’AC Col San Martino è stata tra le prime società organizzatrici a ripartire nel 2021, allestendo il 72° Trofeo Piva che, tra le altre

cose, ha fatto conoscere al mondo il talento di Juan Ayuso. Lo spagnolo, dopo aver vinto anche Giro del Belvedere, Giro di Romagna e Giro d’Italia U23, ha spiccato

il volo verso il professionismo, firmando un contratto quinquennale con la UAE Team Emirates, la squadra di Tadej Pogacar.

L’obiettivo per il 2022 è quindi quello di dare una volta di più l’occasione di mettersi in mostra ai tanti talenti in rampa di lancio, che al Trofeo Piva potranno testarsi su un percorso esigente, imprevedibile e moderno.

Per l’AC Col San Martino, inoltre, ci sarà un motivo in più per festeggiare, perché il 2022 rappresenta il 60esimo compleanno dalla nascita della società.

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CULTURA ● STORIA ● ARTE ● FOLCLORE ● ATTUALITA’ ● CURIOSITA’

La complicata ripresa delle scuole, con aggiunte paure iamo nel più imposssibile dei mondi possibili. Il virus muta e diventa Delta-virus; poi, non sazio di morte, dal Sudafrica giunge la sua variante “Omicron” che sta paralizzando l'Occidente e gli Stati Uniti d'America. Sembra che questo virus possa mutare in continuazione il nome e aspetto. Rischio: dovremo averlo vicino per diversi anni. Così, è in discussione la nostra sopravvivenza. E, forse, bruciamo le ottimistiche speranze di ripresa dei commerci e l'allegria consumistica che si erano maturate alla fine di questa estate. Ingenuità totale!

L'ottimismo per una scontata fine del virus aveva aperto in tutti i mercati borsistici un balzo in avanti, indice di una rinata fiducia dopo il virus. La Borsa italiana era in posizione di improvvisi rialzi, favorita dalla competente pre-

S

senza di Draghi e dalla sua figura carismatica, maturata nella BCE. Sembrava che invece dell'autunno grigio e freddo, rientrassimo nella ebbrezza esistenziale della primavera.

Ma coi “virus”d'attorno non bisogna essere tranquilli, mai

scherzare o sottovalutarli. Ora siamo afflitti dalla estrema diffusione , specie nella stagione invernale, dell'attuale virus “Omicron” che ha riempito, di nuovo, le corsie degli ospedali.

L'impiego di medici ospedalieri e non, di infermieri, volontari e, nei

centri di vaccinazione e della somministrazione dei tamponi, assorbe quasi tutti il personale.

Molti dai luoghi di cura sono inviati nei centri vaccinali per i tamponi e per la terza dose di richiamo del vaccino. Inoltre, dal 10 gennaio 2022, per rendere più sicuro l'esito di tutta questa operazione per la condizione sanitaria del Paese, è resa obbligatoria la certificazione verde COVID-19 per viaggi, lavoro pubblico o privato, l'uso mezzi di trasporto pubblici e la frequenza di Scuole di ogni ordine e grado e Università, Nelle strutture sanitarie si assistono e le persone più deboli.

Fuori degli ospedali la vita è grama e sospesa a un esile filo.

Limitate le scelte di chi partecipa a eventi culturali, sportivi, discoteche e posti di ristorazione o fruisce di alberghi e ha ancora voglia di fare turismo. Mentre sale il nu-

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CULTURA ● STORIA ● ARTE ● FOLCLORE ● ATTUALITA’ ● CURIOSITA’ mero delle certificazioni ( al 10 gennaio 2022 il totale delle certificazioni rappresenta uno sforzo enorme).

Ma, nel contempo, purtroppo, è salito anche la protesta no-vax.

Pur battuti sul piano dei rimedi proposti dall'evidenza della morte, molti di loro sono riceverati. Qualcuno ha preso sotto gamba il virus e ci ha rimesso la vita. Malgrado ciò, il ricovero molto sostenuto è di nuovi contagi di no-vax : continuano a vedere nel vaccino un nemico della democrazia e la perdita di diritti sanciti dalla Costituzione. La cura che l'uomo deve avere per i suoi simili in caso di pandemia mondiale è condannata per uno zelo accusatorio inopportuno in questo momento. I conti con chi ha approfittato dell'emergenza, li possiamo fare dopo.

Poi c'è la vaccinazione, con la ripresa delle scuole, di bambini e scolari, dalle materne alle elementari, per assicurare la copertura vaccinale anche ai più piccoli e indifesi, Ed è, già, quasi concluso il richiamo di una terza dose per contenere l'impatto dell'epidemia e dalle varianti emergenti in questo nuovo anno di malessere sociale.

I no-vax contestano tutto quanto si fa, ma non hanno alternative credibili di cura efficace come i vaccini. Malgrado questo, ricorrono a ricoveri ospedalieri e alla piazza, in aperta contraddizione.

Vedono la mano segreta di un nascente congiura autoritaria del potere sui cittadini. Qualche sospetto può essere inquadrato nel disinvolto pragmatismo del premier Draghi, che vorrebbe placare l'epidemia per lasciare lavorare in pace e serenità le persone, non limitare gli spostamenti di uomini o merci che danneggia la ripresa economica e dare a tutti i cittadini la fiducia e la speranza nel successo della campagna vaccinale, E accusa i no-vax di voler bloccare la ripresa dell'economia.

Ritorniamo per qualche istante alla scuola, di nuovo in apprensione per vaccini, didattica a distanza( DAD) e personale scolastico che lavora con paura

nelle scuole. L'inizio delle vaccinazioni comincerà quando saranno disponibili dosi pediatriche del vaccino, già immagazzinate.

La “variante , però, che più spaventa i genitori degli alunni non è la vaccinazione dei figli, ma è il tipo di didattica: il pericolo di un ritorno, per qualche positivo in classe, alla deplorata DAD, potrebbe costringere la famiglie per settimane a tenere i figli in casa, con la possibilità di dover assumere una Baby-sitter per gestire i bambini rimasti soli in casa di genitori entrambi al lavoro. La carta di riserva DAD ha fatto scattare nella regione Campania una proposta del Governatore De Luca di posticipare a fine gennaio la riapertura delle scuole. Ma il Tar, su ricorso dei genitori e del governo, ha respinto il ricorso. Così, le Scuole in Campania riaprono, anche se la Regione ricorrerà alla sentenza del Tar. Ancor più preoccupante la previsione dell'Associazione Presidi, che pensa che tra una o due settimane troveremo le classi vuote e la DAD un po' ovunque. Il che rende quasi impossibile la valutazione nazionale dei risultati dell'insegnamento, come sarebbe

opportuno effettuare in base a parametri valutativi generalizzati.

L'Italia ha bisogno di posti di lavoro, di sicurezza degli operai e di eliminazione di lavoro parassitario, nero e precario; ma ha anche bisogno di garanzie che i loro figli vanno a scuola per crescere; e non apprendano solo il vuoto di una didattica vana e retorica, che annida tra i banchi , ma di esser certi che i loro figli siano preparati come lo sono gli allievi delle altre nazioni sviluppate dell'Occidente. E che siano confrontabili i risultati tra le varie realtà che si chiamano scuole.

C'è troppo personale scolastico non adeguato e preparato a trasmettere competenze e conoscenze, come rispetto a paesi ad alto sviluppo economico.

Merita un posto parte la posizione dei docenti in questo marasma post vacanze natalizie.

Gli insegnanti sarebbero favorevoli a diminuire l'impegno didattico ed assenze dall'insegnamento, ma non dallo stipendio. Lo sottolinea un noto filosofo Galimberti, che lamenta la mancanza di preparazione degli insegnanti ad uno dei rapporti esistenziali più difficili; l'insegnamento.

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piena con le valutazioni del filosofo, anche per la mia esperienza nella scuola come dirigente. Abbiamo bambini “gettati” come entità senza bisogni, che emergono per le migliori condizioni della loro classe sociale. La Dad è uno specchietto per allodole e non serve a nulla.

Il rapporto educativo è una condizione esistenziale nel gruppo classe, ove debbono verificarsi diversi accordi concertati: la aspettative dei genitori verso la scuola, la disponibilità all'ascolto ed alla comprensione dell'allievo, che non è certamente gettato nella strada e nella scuole come oggetto insignificante: la personalità dell'insegnante deve essere accettante e adeguata a questo compito. Ogni alunno ha un modo personale di adattarsi al rapporto con quel particolare insegnante che ha di fronte. Una volta la scuola categorizzava i destinati a salire in alto e gli studenti che non capiscono o riescono. Ogg, come mai in passato, la scuolai dovrebbe essere una opportunità di crescita della società, malgrado virus e adattamenti al contesto della ipotizzata modernità.

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CULTURA ● STORIA ● ARTE ● FOLCLORE ● ATTUALITA’ ● CURIOSITA’ A P P U N TA M E N T I C U LT U R A L I iprendono a Casa dei Carratesi i “Giovedì della cultura” promossi dalla Fondazione Cassamarca di Treviso.

Di seguito il calendario degli appuntamenti: 13 GENNAIO, alle ore 18, si parlerà di "Costantino Brumidi. Il Michelangelo degli Stati Uniti” a par tire dal volume scritto da Guglielmo Mariani edito da Bree Edizioni Guglielmo Mariani è scrittore, medico internista ed ematologo.

Ha insegnato nelle Università di L’Aquila, Roma e Palermo.

Ora è Professor all’Università di Westminster, dove collabora alla realizzazione di progetti di ricerca europei e fa corsi e seminari.

Ha pubblicato più di 370 lavori scientifici, molti su prestigiose riviste internazionali.

La conferenza può essere seguita in diretta Facebook

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Giovedì della cultura a Casa dei Carraresi

La sala conferenze di Casa dei Carraresi a Treviso.

sulla pagina della Fondazione Cassamarca.

20 GENNAIO - Leadership e concertazione del lavoro: il

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modello del direttore d’orchestra Giovanni Costantini, direttore d’orchestra

Giancarlo Andretta, direttore d’orchestra.

27 GENNAIO - Musica, movimento e animazione d’autore: Jiri Trnka e Michael Dudok De Wit Marco Bellano, professore a contratto di Storia dell’animazione e di Digital and Interactive Multimedia all’Università degli Studi di Padova Andrjiana Ruzic, membro della commissione scientifica di Animafest Scanner. Scrive di animazione e ar te per il settimanale belgradese Vreme.

Gli eventi si terranno tutti alle ore 18 presso Casa dei Carraresi e potranno essere seguiti in diretta sulla pagina Facebook della Fondazione Cassamarca.

Le conferenze delle passate stagioni sono state caricate sul Canale YouTube di Fondazione Cassamarca e possono essere riviste in qualsiasi momento.

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Curiosità etimologiche di alcuni termini o luoghi veneto-friulani reatìn (n. m.) scricciolo. C᾽è chi lo intende come “piccolo re”, per il suo canto regale. Secondo il Dizionario etimologico della lingua italiana di Cortellazzo-Zolli, il termine “reattino” (“tipo diffuso in area settentrionale...”) compare nella lingua italiana nel XVI secolo. È presumibile che derivi dal termine balto-slavo vràbec (in sloveno, slovacco e macedone)-vràbac (in serbo, croato, bosniaco)-vrabčè (in b)-vorobèjverabèj (in russo e bielorusso), che significa “passero” (lo scricciolo è il più piccolo passeriforme). L᾽etimo vrb significa, in realtà, salice (in serbo, croato, bosniaco, bulgaro, macedone vrba, sloveno vŕba, polacco wierzba, bielorusso v'rba, ecc.), habitat ideale dello scricciolo. Significato etimologico di r.: che vive fra i rami di salice. Presumibile versione veneta originaria vratìn-ratìn, con caduta ordinaria della -v iniziale (come in “olta” da volta), alternanza consonantica b-t, e tipico suffisso venetico -in.

polacco upadek, serbo, bosniaco, macedone pàdne, bulgaro pàdane, slovacco padajúce, sloveno pádec; in lituano patèkti, cadere, nel senso di capitare).

Con aggiunta del prefisso -re, sulla falsariga di rebaltarse, inciampare, ruzzolare, e del noto suffisso -on (di origine celtica, o a imitazione di -um latino). Con indurimento della dentale. Presumibile versione originaria veneta repadòn. In furlàn, repeton significa tonfo, e riverenza. rumàda (n. f.) forte bastonata che lascia tanti lividi rossastri. Dall᾽etimo slavo ruma, dal giallo al rosso (in russo e bielorusso rumjànyj, rosso; in serbo, croato, bulgaro e bosniaco rumèn, tutto rosso, sloveno rumèn giallo intenso; in slovacco rumený, ucraino rum'jànij, rubicondo; in ceco rumený, rosso-marrone; in polacco rumienec, rossore; in lituano raudónas, rosso). Con aggiunta del suffisso del participio passato femminile latino -ata, addolcito in -ada. Usato nel trevigiano.

remenàto-remenàt (n. m.) architrave in legno collocato sopra porte e finestre. Ha etimo comune al russo remèslennyj, bielorusso ràmesny, fatto dall᾽artigiano (dallo slavo remeslò, mestiere, artigianato: in polacco rzemiosło, ceco řemeslò, slovacco e russo remeslò, artigianato; in serbo remek-dèlo e croato remekdjelo, capolavoro). Significato letterale di r.: lavoro fatto ad arte.

Con caduta del digramma -sl e aggiunta di suffisso del participio passato -ato, alla latina.

rumàr (v.) grufolare, frugare, razzolare.

Stesso etimo del balto-slavo ryt', con gli stessi significati (in russo ryt', riflessivo ryt'sja, bielorusso rycca, sloveno ríti, nediško rìt, grufolare, frugare, scavare, sradicare; in lituano rýti, ingoiare).

Con alternanza consonantica tm per ordinario addolcimento della dentale. In origine forse era rutàr. Terminazione verbale alla latina -are, venetizzata in -ar. In furlàn, rumâ.

repetòn (n. m.) tonfo, ruzzolone, o anche fracasso provocato da qualcuno o qualcosa che cade. L᾽etimo più verosimile è il paleoslavo padped, caduta (in russo padènie,

russàr (v.) strofinare, raschiare (nulla a che vedere con il “russare” di chi dorme). Da etimo slavo trug, raschiare, strofinare, piallare (in serbo e croato strugati, ra-

schiare; sloveno stŕgati, lacerare; in croato e bosniaco ostrugati, disincrostrare; in russo e polacco strug, pialla; in bulgaro, strug, tornio; in lituano trìnti, fregare, strofinare). Con presumibile -s enfatica iniziale nelle lingue slave, caduta nei dialetti veneti. Aggiunta del suffisso latino -are, troncato alla veneta in -ar. In furlàn, russâ, grattare, sfregare. samèr (n. m.) maldestro, guastamestieri.

Forse da etimo slavo sam, da solo, che vuol fare da sé, senza ascoltare nessuno (in russo, polacco, serbo, ucraino, bulgaro, bielorusso, macedone sam, sloveno sám; russo samèc, sloveno sámec, da solo, da sé, single).

Con aggiunta della tipica terminazione sostantivale -ar/er. samòka (n. f.) scarpa grossolana, sformata, di legno. Dallo slavo sànki, slitta (in polacco, ucraino, bielorusso; in serbo, bosniaco sànke, croato sanjke, ceco sáně, slovacco sàne; in russo sànočki, in serbo, croato e bosniaco sankanje, slittino). Significato etimologico: scarpa così dura e grossa da sembrare uno slittino. Con alternanza di suoni nasali n-m e tipica terminazione femminile slava -ka. saràka (n. f.) macchia, parola che insozza il linguaggio (bestemmia, calunnia). È lo stesso etimo del russo sorìt' (pron. sarìz), lordare (da cui in russo sornjakì, pron. sargnakì, erbacce e il desueto sornjàščik, pron. sargnàščik, pattumiera, oltre al polacco szarpać, calunniare). Non a caso si chiama in veneto saràka (sàrago) (con tipica terminazione femminile slava -ka) anche quel

pesce per lo più di piccole dimensioni, diffuso nell’Adriatico, macchiato da linee trasversali e con una grande macchia presso la coda. Lo si appendeva un tempo sopra la tavola, per sfregarci la fetta di polenta e darle un po᾽ di sapore. sarùka (n. f.) mano. Dallo slavo rùka-rukà, mano (in russo, ucraino, bielorusso rukà, serbo e croato rùka, bulgaro rëkà, sloveno ròka, sloveno ruka, polacco ręka, mano; in lettone roka). Con -s iniziale enfatica (come in squasi, quasi).

Presumibile versione originaria di s.: srùka. Usato nel Trevigiano, dove fu introdotto nel dialetto da Rom e Sinti, insediati a Treviso dal XIV sec., nel popolare quartiere Całe de Oro. sbèrla (n. f.) percossa, schiaffo. Stesso etimo di imberlà. Il dizionario Treccani dice: sberla “voce settentrionale, di origine sconosciuta”. Deriva dallo slavo iz bèrla, dal bastone (berlo è declinato al genitivo, retto dalla prep. iz), vale a dire “bastonata”. Termine entrato anche nella lingua italiana. Varianti venete: un sberlòn, un sberlòto. In furlàn, ᾽na sbèrle. s-čao (formula di saluto) ciao. Contrazione di s-čavo, schiavo, versione veneziana di slavo. Svolgendo Croati e Serbi, a Venezia, lavori di fatica e servili, non solo a bordo delle navi, “slavo” divenne sinonimo di “schiavo” (pronunciato s-čavo/sčao e derivante da Slavene). In origine, il saluto veneziano s-čao(poi, čao) equivaleva a “servitor Vostro/Suo”, era molto deferente, mentre oggi è molto confidenziale. (estratto da G. Pigozzo Bernardi “Alle origini della civiltà veneta”, 2020, Piazza Editore)

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La Concordia Moglianese festeggia i protagonisti dell’annata sportiva a Bocciofila Concordia Moglianese durante il tradizionale pranzo sociale svoltosi presso il Ristorante “Al Redentor“ di San Biagio di Callalta, a cui hanno partecipato una settantina di soci ed il Sindaco di Mogliano Veneto Davide Bortolato e l’Assessore allo Sport Enrico Maria Pavan, ha premiato i giocatori distintesi nell’annata sportiva 2021 nelle manifestazioni federali, nei Campionati Sociali e nella gara natalizia a coppie miste a sorteggio tra tesserati agonisti e soci frequentatori. Gli atleti distintesi nelle manifestazioni federali premiati sono stati Alessandro Scantamburlo vinci-

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tore della gara nazionale “Trofeo Pastificio Felicetti” a Predazzo (Trento) e secondi con Giorgio Giusto nel “ 2° Trofeo Assicurazioni Generali “ disputatosi a Trebaseleghe di Padova che con questi risultati sono stati convocati a partecipare ai Tricolori di Arezzo con Anna Lisa Dotto, Manuela Russolo Russolo ha partecipato ai Campionati Assoluti di categoria A Femminili presso il Centro Tecnico Federale a Roma, Alessio Boschiero ha fatto parte della Rappresentativa Regionale Veneto alla manifestazione tra Regioni organizzata in Sardegna conquistando il secondo posto, ha poi partecipato

IL PROSSIMO NUMERO USCIRA’ LUNEDI’ 24 GENNAIO 2022

ai Campionati Italiani Giovanili a Roma. Nel Campionato sociale la vittoria è stata conquistata da Luciano Sartor superando nella finale Enzo Boschiero, al terzo posto Alessandro Scantamburlo ed Adriano Buosi. Nella Tradizionale gara natalizia a Coppie miste tesserati agonisti e soci presenti ben 29 coppie, la formazione vincitrice è stata Manuela Russolo-Federico Cappellazzo, superando nella finale Luciano Sartor- Antonello Gervasutti, al terzo posto Denis Boschiero Ennio Bernard e Adriano Tessarin –Francesco Bozzao, 5^ Romualdo Argentati – Roberto Zuin, Enzo Boschiero – Renzo Danesin, Giorgio Giusto – Antonio Tegon, Alessio Boschiero – Gianni Meneghel.

Paolo Tortato

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