Sono adulto
DISABILITÀ, DIRITTO ALLA SCELTA E PROGETTO DI VITA
Trento e online, 17 e 18 maggio 2024

STRUTTURA
Venerdì 17 maggio 2024
PAG. 4 SESSIONE PLENARIA 10:00 – 12:30
PAG. 5 ATTIVITÀ 14:00 – 16:00
PAG. 11 ATTIVITÀ 16:30 – 18:30
Sabato 18 maggio 2024
PAG. 18 ATTIVITÀ 9:00 – 11:00
PAG. 23 ATTIVITÀ 11:30 – 13:30
PAG. 29 SESSIONE PLENARIA 15:00 – 17:00
PRESENTAZIONE
«Sono adulto!» è una richiesta che le persone con disabilità rivolgono ai loro famigliari e ai professionisti. Smettere di considerarli degli eterni «ragazzi», ma piuttosto persone con diritti e doveri, può infatti aiutare a considerare meglio le loro esigenze e aspettative, con effetti sulla qualità della vita e un rafforzamento del loro diritto a scegliere autonomamente del proprio futuro.
Questo non significa negare la disabilità – che significherebbe negare anche i bisogni di assistenza e tutela – ma salvaguardare anche in questi contesti una visione capacitante e non solo assistenzialistica.
Grazie al contributo di grandi esperte ed esperti il Convegno, giunto alla sua 4° edizione, si conferma un’occasione importante per confrontarsi con buone pratiche a livello nazionale e internazionale, riflettere sulla situazione attuale e proporre soluzioni innovative per il futuro, con particolare attenzione a temi delicati come il diritto alla scelta e le relazioni familiari e professionali.
Il Convegno è frutto del lavoro di un gruppo di esperti ed esperte coordinato dalla Ricerca&Sviluppo Erickson.


Sala Don Milani 1 e sala Don Milani 2
PLENARIA
Introduzione e coordinamento
Giulia Avancini (Edizioni Centro Studi Erickson)
Una riflessione sull'eredità culturale di Andrea Canevaro
Fabio Folgheraiter (Università Cattolica di Milano e co-fondatore Edizioni Centro Studi Erickson)
I nuovi orizzonti dei diritti delle persone con disabilità, alla luce della riforma legislativa attualmente in corso
Daniele Piccione (Consigliere parlamentare del Senato della Repubblica)
Deistituzionalizzazione, ci crediamo ancora?
Giovanni Merlo (Direttore LEDHA - Lega per i diritti delle persone con disabilità, Milano)
Capacità di aspirare e diritto al futuro
Cecilia Marchisio (Università di Torino)
What disabled young people need to flourish
Thomas William Shakespeare (Norwich Medical School, University of East Anglia, UK)
Discriminazioni intersezionali e diritti (negati): corpi che (non) contano
Maria Giulia Bernardini (Università di Ferrara)
Sala Don Milani 2
Ma io discrimino? Quando lo stigma parte da servizi, operatori e operatrici
La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità indica tra i suoi principi generali la non discriminazione; la Convenzione definisce anche la «discriminazione sulla base della disabilità» come qualsivoglia distinzione, esclusione o restrizione sulla base della disabilità che abbia lo scopo o l’effetto di pregiudicare o annullare il riconoscimento, il godimento e l’esercizio, su base di eguaglianza con gli altri, di tutti i diritti umani e delle libertà fondamentali in campo politico, economico, sociale, culturale, civile o in qualsiasi altro campo. Il principio è riconosciuto e nominato anche nei codici etici e deontologici della maggior parte dei professionisti dell’aiuto.
Gli operatori e i professionisti sono abituati a cercare e riconoscere la discriminazione praticata dagli altri: d’altra parte, la letteratura indica che la partecipazione delle persone con disabilità nei processi decisionali è ostacolata, oltre che da altri fattori, anche dagli atteggiamenti degli operatori stessi, spesso inconsapevoli e agiti non intenzionalmente, che faticano a riconoscere e contrastare i propri pregiudizi in particolare in relazione alla capacità di scegliere delle persone con disabilità. Come possiamo partire da noi per promuovere pratiche e contesti anti-discriminatori?
A partire da questa e altre domande verranno coinvolte esperte ed esperti sul tema per aprire un dibattito coinvolgente che darà ampio spazio agli interventi di tutti i partecipanti alla sessione.
MODERATRICE: Maria Turati (Università Cattolica di Milano)
RELATRICI
E RELATORI: Laura Abet (Avvocata, responsabile del Centro Antidiscriminazione Bomprezzi), Maria Giulia Bernardini (Università di Ferrara) e Giampiero Griffo (Membro del Consiglio Mondiale Disabled Peoples' International)
Orientamento e inserimento lavorativo: approcci e contesti per sviluppare reali opportunità
Dalla scuola al futuro
Paola Di Michele (Assistente specialistica per l’autonomia e la comunicazione)
L’inclusione scolastica ha il suo significato più profondo nella prospettiva life-long learning permette quindi di costruire autonomie, favorire una maggiore autodeterminazione e costruire le basi per scegliere il proprio futuro.
È un processo che inizia subito, fin dalla scuola dell’infanzia e trova il suo coronamento nella scuola secondaria di secondo grado. Perché questo processo possa avere luogo, è necessario un coordinamento con il territorio e una progettazione attenta degli strumenti come il PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento) e il service learning.
La figura del Disability Job Supporter
Marino Bottà (Direttore Generale ANDEL - Agenzia Nazionale Disabilità e Lavoro)
Gli studenti e le studentesse con disabilità hanno bisogno di un passeur che li traghetti dal mondo della scuola al mondo del lavoro. Un passeur che conosca la disabilità, il mercato del lavoro e il mondo del lavoro in continuo cambiamento.
È pertanto indispensabile che la scuola disponga di una figura in grado di sostenere lo studente, la studentessa, la sua famiglia e i/le docenti lungo il percorso scolastico, per poi orientarlo/a al lavoro e supportarlo/a nella fase di transizione. Durante l’intervento verrà, quindi, presentata la figura del Disability Job Supporter.
Accompagnare al lavoro in prospettiva emancipatoria: il metodo WIDE
Daniela Gariglio (Educatrice e ideatrice del metodo WIDE) e Marta Pulimeno (Blogger e self-advocate con esperienza decennale in utilizzo di servizi per l’accompagnamento al lavoro)
Partendo dalla presentazione della metodologia WIDE (Working Intellectual Disability Environment), messa a punto dal Centro Studi per i diritti e la vita indipendente dell’Università di Torino, durante l’intervento si analizzerà l’importanza di rimuovere le barriere cognitive, sociali e relazionali per supportare il diritto al lavoro delle persone con disabilità.
MODERATORE: Carlo Lepri (Psicologo e formatore)
WS1 WS2
Principi base e attualità sui problemi di salute mentale della persona con disabilità del neurosviluppo
La letteratura scientifica indica sempre più che nelle persone con autismo e/o disabilità intellettiva i problemi di salute mentale sono molto più frequenti rispetto alla popolazione generale, hanno un esordio anticipato e una modalità di presentazione sostanzialmente diversa. Quest’ultimo aspetto riguarda soprattutto i casi con marcate difficoltà di comunicazione e di concettualizzazione, dove anche la frequenza di comportamenti-problema e della relativa difficoltà interpretativa sono più elevate. Nonostante ciò, l’assistenza ai bisogni di salute mentale di queste persone è spesso gravemente limitata, soprattutto a causa delle scarse capacità di identificarli e gestirli.
L’obiettivo del workshop è quello di aiutare gli operatori e le operatrici del settore a superare queste difficoltà, offrendo informazioni chiave sulle conoscenze di base e sulle acquisizioni più recenti, con implicazioni per le pratiche quotidiane.
RELATORE: Marco Bertelli (Direttore Scientifico CREA - Centro Ricerca e Ambulatori, Fondazione San Sebastiano, Firenze e Presidente SIDiN - Società Italiana per i Disturbi del Neurosviluppo)
Tecnologia digitale a supporto delle relazioni, dell'autodeterminazione e del benessere
In una società sempre più connessa e digitalizzata il tema delle competenze digitali diventa cruciale, soprattutto se si parla di autodeterminazione e inclusione delle persone con disabilità, poiché possono agevolare o favorire la relazione, la comunicazione o la partecipazione.
L’obiettivo del workshop è di promuovere lo sviluppo di competenze tecnologiche e metodologiche che siano in grado di generare un cambiamento significativo in termini di ambienti e percorsi sempre più inclusivi e attenti ai bisogni, desideri e capacità di ciascuna persona. Verranno presentate diverse soluzioni tecnologiche attraverso casi studio ponendo particolare attenzione alle caratteristiche di accessibilità, usabilità e personalizzazione delle stesse, oltre che alle potenzialità e adattabilità ai diversi contesti.
Sala Arendt 2
Il tono nella relazione con l’altro
Il tono è una delle prime modalità di relazione che si attivano istintivamente tra il bambino o la bambina e le persone che si prendono cura di lui/lei. Il gioco di tensione e distensione, che De Ajuriaguerra definisce dialogo tonico, evidenzia il legame stretto fra il mondo interno delle persone (emozioni) e il corpo (tono) che le rende manifeste. Questi continui cambi di stati emotivi e le variazioni muscolari ci caratterizzano per tutta la vita e influenzano le relazioni con l’altro.
Durante il laboratorio verrà proposta una breve ripresa di alcuni concetti teorici sul tono, e un’esperienza finalizzata a ritrovare consapevolezza fra i propri stati emotivi e le variazioni toniche che avvengono, anche nella relazione con l’altro.
I e le partecipanti sono invitati/e a mettersi in gioco da un punto di vista motorio e nella relazione con l’altro.
Si consiglia abbigliamento comodo e materassino.
RELATORE: Diego Giacometti (ATSM Centro Franca Martini, Trento)
Sala Don Milani 2
Proteggo o opprimo? Il lavoro con persone ad alta intensità di sostegno e le possibilità di scelta
La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall'Italia con la Legge 18/2009, riconosce alle persone con disabilità il diritto di fare scelte riguardo a ogni ambito della propria vita. È convinzione diffusa che il diritto ad autodeterminarsi e auto-rappresentarsi debba essere pienamente garantito a tutte le persone con disabilità, che devono essere riconosciute nella loro dignità di persone e di cittadini ai quali va garantita la piena inclusione nel proprio contesto sociale.
Quando la disabilità si concretizza in una situazione ad alta intensità di sostegni, riusciamo a mantenere lo stesso sguardo e la stessa convinzione nel rispettare l’autodeterminazione delle persone coinvolte? Come bilanciare le dovute istanze di protezione e assistenza con la necessità di rispettare la loro libertà di scelta?
Quali attenzioni e supporti possono contribuire al fatto che le persone con disabilità cognitiva, ad alta intensità di sostegni, possano autodeterminarsi, partecipare ed essere inclusi nelle comunità di appartenenza?
A partire da queste e altre domande verranno coinvolte esperte ed esperti sul tema per aprire un dibattito coinvolgente che darà ampio spazio agli interventi di tutti i partecipanti alla sessione.
MODERATRICE: Daniela Malvestiti (Edizioni Centro Studi Erickson)
RELATRICI
E RELATORI: Barbara Bichiri (Assessore alle politiche sociali e rapporti con il CSSAC), Serafino Corti (Fondazione Istituto ospedaliero di Sospiro Onlus), Diana Genovese (Tribunale di Bologna) e Cecilia Marchisio (Università di Torino)
Diritti di cittadinanza e comunità inclusive: quali sono le sfide da affrontare?
Cittadini e non semplici ospiti: la condizione delle persone con autismo quando l’età avanza
Lucio Cottini (Università di Urbino)
Supportare il processo che può portare la persona con autismo ad assumere il ruolo di cittadino e non solo quello di ospite nei diversi contesti richiede uno sguardo allargato che non si limiti ad analizzare soltanto le difficoltà dell’individuo giustificando ogni fallimento alla luce della condizione che vive. Il concetto di essere pronti, quello che viene definito come readiness, deve ampliarsi e abbracciare un modello ecologico che lo interpreti come una proprietà di più soggetti: individui pronti, contesti pronti, famiglie pronte, comunità pronte, servizi pronti. In questa prospettiva verrà affrontata la dimensione del progetto di vita in età adulta, mettendo in primo piano i temi dell’autodeterminazione, dell’autorappresentanza, del contesto e dell’accomodamento ragionevole.
Venticinque anni di cittadinanza tramite il lavoro.
Un futuro da immaginare e disegnare
Valeria Friso (Università di Bologna)
Il lavoro è uno dei principali elementi distintivi nella fase adulta di ogni cittadino. La partecipazione al mondo del lavoro connota a tal punto l’identità della persona che, spesso, essa coincide con il diritto a partecipare alla vita sociale e comunitaria. Questo avviene per il fatto che il lavoro porta con sé la necessità, e la possibilità, di esercitare ruoli chiari e riconosciuti socialmente. La Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità all’articolo 27 evidenzia il diritto delle persone con disabilità a lavorare, a godere di condizioni di lavoro favorevoli e a non essere discriminate nell'ambito dell'occupazione (ONU, 2006). Quali sfide oggi sopraggiungono alla pedagogia, ai dirigenti che si occupano di ricorse umane, ai servizi e alla politica? Nel presente contributo si proverà a dare
alcune risposte a partire dai dati relativi all’inserimento lavorativo a 25 anni dall’emanazione della legge 68/99 al fine di immaginare e, possibilmente, disegnare futuri inclusivi possibili.
Riabi(li)tare la disabilità nella vita di una comunità: il caso di «Colombina Terzo Tempo»
Antonella Cuppari (Cooperativa Sociale La Vecchia Quercia, Lecco) La Colombina è un quartiere di periferia di una cittadina lombarda in provincia di Lecco. Poteva essere un ghetto, ma negli anni ha saputo diventare comunità, grazie ai cittadini lì residenti che hanno investito sul loro stesso futuro e grazie alla presenza di un servizio diurno per persone con disabilità che ogni giorno si impegna a connettere le energie presenti sul territorio. La quotidianità del Centro Socio-Educativo «Artimedia», gestito dalla cooperativa sociale La Vecchia Quercia, è infatti strettamente intrecciato allo spazio comunitario de La Colombina, sede anche dell’omonima associazione. Intorno alla Colombina è attiva una rete di cittadini, associazioni, enti, legata dall’avere cura del quartiere e delle persone che lo abitano e lo vivono come «bene comune». Per ogni persona lì presente, ivi comprese quelle con disabilità, questa convivenza implica la messa in gioco di risorse, limiti, ritmi, spazi, aspettative e impegno. I risultati, mai definitivi, contribuiscono a creare, ogni giorno, la trama complessa di relazioni che dà forma alla comunità.
MODERATORE: Lucio Cottini (Università di Urbino)
Progettazione personalizzata partecipata in attuazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità
Il cambiamento apportato dalla legge 227/21 Delega al Governo in materia di disabilità, che percorre la traiettoria già tracciata dalla CRPD, comporta profonde trasformazioni nel modo di lavorare di operatori e operatrici sociali e una radicale riorganizzazione dei servizi in quanto sancisce una nuova definizione della disabilità: non più una caratteristica intrinseca della persona che ne determina la condizione di svantaggio, ma la relazione tra una forma di diversità e l’ambiente sociale. L’istituto del progetto personalizzato partecipato, come qualificato dal nuovo scenario normativo e culturale, abbandona scenari di tipo medico-riabilitativo e muove da aspirazioni e desideri della persona, al fine di garantirle il pieno godimento dei diritti e delle libertà fondamentali. Il lavoro di progettazione a cui l’operatore/trice è chiamato/a diventa, in quest’ottica, un intervento comunitario rivolto a definire i sostegni e le modifiche ai contesti necessari a sostenere processi di inclusione, rendendo così effettiva la realizzazione del progetto di vita di ognuno.
Ma come si può, in concreto, costruire un modo di lavorare di operatori, operatrici e servizi in grado di realizzare tali percorsi di progettazione personalizzata? Cosa comporta, nella pratica, questo cambiamento normativo?
Il presente workshop proporrà, quindi, una riflessione sul concetto di progettazione personalizzata partecipata e sulla sua possibile messa in pratica all’interno dei servizi.
RELATRICI: Alice Bernini (Psicologa e tutor di accompagnamento personalizzato), Natascia Curto (Università di Torino) e Cristina Frioni (Educatrice e coordinatrice, Cooperativa sociale Altri Colori, Frosinone)
L’approccio anti-oppressivo in pratica
L’approccio anti-oppressivo al lavoro sociale si focalizza sulle questioni connesse all’esercizio del potere nei processi di aiuto. In questa prospettiva, la pratica professionale dell’aiuto rimette al centro la giustizia sociale e la promozione di processi di inclusione e autodeterminazione delle persone a partire dal riconoscimento della condizione di oppressione ed esclusione sociale che spesso caratterizza l’esperienza delle persone in situazioni di vulnerabilità che si rivolgono al sistema dei servizi di welfare. La questione del potere può riguardare diverse dimensioni dei processi di aiuto, spesso lasciate nell’implicito in favore di un forte orientamento al «fare» nei servizi, dovuto ai carichi di lavoro e alle complessità delle situazioni.
Nel workshop si approfondiranno queste questioni, mettendo in evidenza l’importanza di uno sguardo riflessivo sugli strumenti e la necessità che essi siano metodologicamente orientati, al fine di promuovere una pratica professionale più giusta e sostenere processi di empowerment.
RELATRICE: Maria Turati (Università Cattolica di Milano)
Sala Arendt 2
Il tono nella relazione con l’altro
Il tono è una delle prime modalità di relazione che si attivano istintivamente tra il bambino o la bambina e le persone che si prendono cura di lui/lei. Il gioco di tensione e distensione, che De Ajuriaguerra definisce dialogo tonico, evidenzia il legame stretto fra il mondo interno delle persone (emozioni) e il corpo (tono) che le rende manifeste. Questi continui cambi di stati emotivi e le variazioni muscolari ci caratterizzano per tutta la vita e influenzano le relazioni con l’altro.
Durante il laboratorio verrà proposta una breve ripresa di alcuni concetti teorici sul tono, e un’esperienza finalizzata a ritrovare consapevolezza fra i propri stati emotivi e le variazioni toniche che avvengono, anche nella relazione con l’altro.
I e le partecipanti sono invitati/e a mettersi in gioco da un punto di vista motorio e nella relazione con l’altro.
Si consiglia abbigliamento comodo e materassino.
RELATORE: Diego Giacometti (ATSM Centro Franca Martini, Trento)
Sala Don Milani 2
Sesso: per me è ancora un tabù? Come accompagnare e sostenere affettività, sessualità ed emotività
Già nel 1993 l’Assemblea Generale dell’ONU ha approvato un documento nel quale viene riconosciuto il diritto a tutte le persone disabili di «esperire la propria sessualità». Un concetto ribadito con maggiore forza nella Dichiarazione dei Diritti sessuali della World Health Organization nel 2006, in cui si afferma – tra gli altri aspetti - che è diritto di tutti gli esseri umani, liberi da coercizione, discriminazione e violenza raggiungere il più alto livello di salute sessuale; ricevere un’educazione sessuale; decidere se essere o meno sessualmente attivi; ricercare una vita sessuale soddisfacente, sicura e piacevole.
Aspetti fondamentali di cui si sta discutendo sempre più negli ultimi anni, con una sensibilità che fortunatamente si sta diffondendo in maniera crescente. Questi temi animeranno anche il Question Time, che partirà da alcune domande-chiave: i diritti sessuali delle persone con disabilità vengono presi maggiormente in considerazione? C’è un clima generale più accogliente rispetto a questi temi, oppure è ancora diffusa una certa diffidenza? Le nuove figure che sono state introdotte sono riconosciute e stanno portando dei benefici concreti?
A partire da queste e altre domande verranno coinvolte esperte ed esperti sul tema per aprire un dibattito coinvolgente che darà ampio spazio agli interventi di tutti i partecipanti alla sessione.
MODERATORE: Jacopo Tomasi (Edizioni Centro Studi Erickson)
RELATRICI
E RELATORI: Dario Ianes (Libera Università di Bolzano e co-fondatore Edizioni Centro Studi Erickson), Anna Pierobon (Operatrice all'emotività, all'affettività e alla sessualità), Francesco Rovatti (Università di Bolzano) e Valentina Tomirotti (Giornalista e attivista)
S3
Freire
I servizi tra sociale e sanitario: il ben-essere della persona con disabilità è una responsabilità condivisa
Ha ancora senso riflettere e discutere sull’integrazione sociosanitaria? S ì , perch è gli esiti degli sforzi politici e scientifici in questo contesto non sono ancora all’altezza della complessit à delle situazioni in cui è richiesta. Cosa fare quindi per mantenere attuale il dibattito rispetto alla necessit à di affrontare tale complessit à che a ben vedere riguarda la vita di qualunque individuo? Cosa fare per superare un’idea di integrazione come semplice collaborazione tra servizi sociali e sanitari, evitando la frammentazione? Rifletteremo su questo tema partendo da una cornice teorica, riflessiva e di orientamento per poi analizzare delle progettualità concrete che stanno lavorando in ottica di autentica integrazione sociosanitaria.
MODERATRICE: Giulia Avancini (Edizioni Centro Studi Erickson)
RELATORI: Fabio Folgheraiter (Università Cattolica di Milano e co-fondatore Edizioni Centro Studi Erickson), Carlo Francescutti (Azienda per l'Assistenza Sanitaria n. 5 Friuli Occidentale) e Ruggero Plebani (Direttore dei servizi del comune di Lecco)
Dalla gestione alla modificazione del comportamento problema nella prospettiva dell'Analisi
del Comportamento
Il workshop affronterà la complessità comportamentale in presenza di condotte etero o auto lesive in persone con disturbi del neurosviluppo, disabilità severe e multiple. Tali condizioni impongono la messa in atto di strategie di gestione di questi comportamenti non solo al fine di contenerli nella loro fase più acuta, ma anche e soprattutto finalizzate alla loro modificazione nel corso del tempo. L’approccio dell’Applied Behavior Analysis (ABA) fornisce precise indicazioni rispetto all’osservazione del comportamento, la sua analisi funzionale e le principali tecniche di modificazione, favorendo l’individuazione delle modalità di intervento più efficaci e della migliore decisione possibile su come procedere. Esemplificazioni di studi di caso completeranno la trattazione.
RELATORE: Carlo Ricci (Istituto Walden, Roma)
WS6
Verso l’autonomia possibile
«Autonomia» non vuol dire fare tutto da soli, ma significa essere in grado di integrare le proprie competenze con quelle degli altri ed essere in grado di chiedere aiuto. L’autonomia è un prerequisito indispensabile per l’inserimento sociale, il lavoro e la vita fuori casa. Per questo è impensabile predisporre un progetto di vita che non tenga conto della crescita verso l’autonomia possibile. Per tutti.
Durante il workshop verranno condivisi strumenti e metodologie che negli ultimi anni hanno permesso di compiere esperienze significative in tal senso. Inoltre, verrà approfondito l’utilizzo di alcune web app per il lavoro multidisciplinare in rete (genitori/familiari, docenti, assistenti all’autonomia e alla comunicazione, logopedisti, TNPEE, ecc.) che consentono alle diverse figure di co-progettare gli interventi educativi personalizzati, stabilire priorità e condividere obiettivi, metodologie e strumenti per il raggiungimento concreto degli obiettivi preposti.
RELATRICE
E RELATORE: Anna Contardi (Associazione Italiana Persone Down) e Marco Pontis (Autore e formatore Centro Studi Erickson)
Ondeggia ma non è ambiguo. L’Educatore Acrobata, tra autorità e autorevolezza
L’obiettivo del presente laboratorio è analizzare, attraverso esperienze pratiche, le dinamiche interne ed esterne di un’equipe, al fine di ottimizzare e promuovere la costruzione del lavoro di rete, che porta a realizzare progetti di vita efficaci con la persona. Per farlo si partir à dai percorsi e gli dagli strumenti elaborati dal gruppo di studio, ricerca e scrittura Acrobati dell’Educazione, insieme ad Andrea Canevaro. In particolare il laboratorio si concentrer à sul riconoscimento del proprio e dell’altrui valore, individuando nella pratica quotidiana come mantenere viva la curiosit à nei confronti dell’altro, crescendo insieme nel condividere nuove competenze; sul muoversi con cautela tra autorit à ed autorevolezza, scegliendo se chiedere o aspettare, se pretendere o persuadere, consapevoli che la persona fragile va aiutata prioritariamente ad esprimere la propria fragilit à , a divenirne consapevole; sul mettere in dialogo i diversi profili di competenza che sono all’interno di un profilo professionale, imparando a dialogare attraverso dinamiche aperte che sappiano coinvolgere le presenze vive di un qualsiasi ambiente, valorizzando l’operosit à e la scoperta della bellezza dell’altro attraverso lo scambio e la contaminazione reciproca.
RELATRICI: Patrizia Aver (Educatrice) e Eleonora Lazzaro (Pedagogista)
Qualcuno pensa al benessere di operatori e operatrici? Stare bene per una care autentica
Prendersi cura della salute mentale e del benessere di chi lavora con persone con disabilità significa avere a cuore uno degli aspetti fondamentali per garantire servizi di qualità. I professionisti sociali e sanitari si trovano spesso a vivere situazioni di forte stress, carico elevato, stanchezza fisica ed emotiva, vissuti di isolamento, per non dimenticare il rischio di essere esposti a episodi di violenza fisica e verbale che possono minare il senso di sicurezza. Quanta consapevolezza c’è sul tema del malessere psicologico degli operatori, nei servizi dedicati a persone adulte con disabilità? Da quali fattori è influenzato? Che effetti ha sui servizi e sulle persone che vi accedono? Quali sono gli strumenti e le pratiche utili a favorire, a livello organizzativo, il benessere degli operatori?
A partire da questi interrogativi verrà aperta una riflessione con i relatori e le relatrici. Il pubblico sarà invitato a partecipare al dibattito condividendo pensieri e domande.
A partire da questa e altre domande verranno coinvolte esperte ed esperti sul tema per aprire un dibattito coinvolgente che darà ampio spazio agli interventi di tutti i partecipanti alla sessione.
MODERATRICE: Elena Stanchina (Edizioni Centro Studi Erickson)
RELATRICI: Elena Gadaldi (Psicologa e psicoterapeuta), Alessandra Sebaste (Psicologa del Lavoro e delle Organizzazioni) e Francesca Zanardi (Responsabile dell’Unità semplice: Malattie professionali e rischi psicosociali, AULS Ferrara)
La fruibilità degli spazi: esperienze di vita autonoma
Abilitare Abitando: la residenzialità in «Cascina Cristina»
Matteo Maccione (Pedagogista, Direttore U.O. «Cascina Cristina»)
La RSD «Cascina Cristina» si configura nel modello della Community Farm e come ambiente in grado di accogliere tutto lo spettro autistico; l'organizzazione e la progettualità estrapolano le proprie basi dalla netta riduzione dell'assistenzialismo in favore di competenze di autonomia, capacità di scelta ed autodeterminazione. Le programmazioni individuali seguono le più recenti Linee Guida Italiane in materia di trattamento di PcASD sottolineando l'importanza dell'essere-Persona come cardine del proprio percorso, dunque coltivando i principi della Qualità di Vita (QdV) e legandoli alla filosofia dei Disability Studies promuovendo un'onda in accordo tra individuo e società.
Inter Aequalis: insieme andiamo a vivere da soli
Emilianna Troiano (Cooperativa Sociale Alice Onlus di Alba)
L’articolo 19 della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità riconosce l’importanza del fatto che le persone con disabilità hanno la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza, dove e con chi abitare e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione.
La progettazione e l’esperienza di «Inter Aequalis, abitazione di convivenza alla pari tra persone con disabilità e giovani desiderosi di un’esperienza nel sociale», pone quotidianamente interrogativi su cui riflettere. In che modo Inter Aequalis rende concreto il diritto all’autodeterminazione della persona con disabilità? Come si inserisce nel progetto di vita della persona? Come può favorirne l’inclusione e la partecipazione attiva nel contesto comunitario e territoriale? Come può lavorare con le famiglie di origine, affinché il percorso tracciato sia più fedele possibile ai desideri della persona con disabilità?
Il presente intervento sarà un’occasione per esplorare il progetto Inter Aequalis in tutte le sue sfaccettature.
L’abitare inclusivo nell’esperienza della regione
Friuli-Venezia Giulia
Antonio Ranieri Zuttion (Direttore dell’Area Welfare di Comunità della Direzione Centrale Salute, Politiche sociali e disabilità della Regione Friuli-Venezia Giulia)
In Friuli-Venezia Giulia da oltre 20 anni sono attive pratiche per sostenere il diritto all’abitare di persone con disabilità. Durante l’intervento verrà mostrato come, spesso, l’origine e l’evoluzione di queste esperienze siano strettamente connesse con pratiche di de-istituzionalizzazione e di personalizzazione degli interventi. In particolare, verranno presentati i tratti caratterizzanti dell’abitare inclusivo e verranno approfonditi i provvedimenti che la Regione ha introdotto per promuoverne la diffusione.
MODERATORE: Matteo Maccione (Pedagogista, Direttore U.O. «Cascina Cristina»)
Progettare futuro: empowerment e famiglia
Ogni genitore vuole e desidera che il proprio figlio o figlia possa essere felice, con una vita autonoma soddisfacente e con la possibilità concreta di realizzare la propria indipendenza in forme sostenibili e con le modalità che ritiene migliori. La famiglia che affronta la crescita del proprio figlia o figlia con disabilità, porta con sé esperienze e potenzialità che vanno valorizzate e capacitate al fine di sostenere il passaggio alla vita adulta, nell’ottica di una reale inclusione e partecipazione attiva nel contesto sociale in cui giorno dopo giorno costruire legami e relazioni extra famigliari. Essere messi nella condizione di poter diventare cittadino/cittadina adulto/adulta in situazioni ordinarie di vita e avere la possibilità di esprimere i propri desideri, interessi e scelte, presuppone la costruzione di un progetto di vita individuale, personalizzato e partecipato che gli operatori dei servizi socioassistenziali e sanitari sono chiamati a favorire e sostenere. Nel workshop verranno affrontate alcune pratiche di accompagnamento e sostegno alla famiglia, affinché la presa in carico della persona con disabilità da parte dei servizi, sia orientata a favorirne l’empowerment e a realizzare concretamente il percorso di vita desiderato.
RELATRICE: Clara Salvador (Presidente del Comitato dei famigliari per l’attuazione della legge 162 in Piemonte)
WS8
Gli strumenti per la valutazione di preferenze e valori
La valutazione delle preferenze è alla base di ogni percorso che voglia promuovere l’autodeterminazione delle persone e, come tale, ha un ruolo come procedura permanente nella progettazione dei servizi, che diventa così co-progettazione. L’importanza della valutazione delle preferenze come una delle componenti principali e cardine del progetto di vita è stata sancita anche dalle prime Linee Guida sulla diagnosi e sul trattamento di adulti con disturbo dello spettro autistico dell’Istituto Superiore di Sanità (SNLG-ISS 2023).
Quindi se le preferenze e valori danno senso al progetto di vita, come è possibile sostenere le persone nel processo di scelta? Come è possibile costruire un contesto di ascolto concreto e reale che permetta l’espressione di preferenze e desideri personali anche in presenza di gravi disabilità? Che spazio hanno i valori personali nei servizi?
Il presente workshop offrirà una guida pratica, supportata dall’analisi della letteratura scientifica e dall’esperienza clinica e di organizzazione dei servizi, per individuare il percorso metodologico da intraprendere. In particolare, verranno presentati, attraverso esercitazioni e video di valutazioni reali, i principali sistemi di valutazione delle preferenze (procedure di valutazione dirette e indirette), gli indicatori di felicità, la valutazione dei rinforzatori e il colloquio dei valori.
RELATORE: Giovanni Miselli (Fondazione Istituto ospedaliero di Sospiro Onlus)
Sala Arendt 2
Progetti ed esperienze virtuose dal panorama nazionale
Durante il presente workshop verranno presentati progetti e buone pratiche proposte da figure professionali diverse che quotidianamente lavorano con persone con disabilità e con le loro famiglie.
RELATORE: Diego Giacometti (ATSM Centro Franca Martini, Trento)
Sala Don Milani 1 e sala Don Milani 2
PLENARIA
Introduzione e coordinamento
Maria Turati (Università Cattolica di Milano)
Persona, non disabile: la base della vita indipendente
Iacopo Melio (Giornalista, scrittore, politico e attivista per i diritti umani e civili italiani)
Progetto di vita e costrutti di qualità di vita: un legame fruttuoso
Serafino Corti (Fondazione Istituto ospedaliero di Sospiro Onlus)
The Psychology of Ableism
Kathleen Bogart (Università dell’Oregon)
