SUCCESSI Coal consolida la crescita
SETTEMBRE 2020
INTERVISTA Bayer, l’agricoltura che non ti aspetti
SUPERCENTRALI,
UN PUZZLE DA RICOSTRUIRE
Non smetteremo mai di metterci il cuore. Ogni giorno 3.500 negozi delle nostre 27 insegne si adoperano per garantirvi prodotti di alta qualità a prezzi sempre più bassi. Da sempre noi di Gruppo VéGé operiamo con passione per rispondere alle esigenze di tutti. Ecco perché, in questo difficile periodo, i negozi, supermercati e ipermercati del nostro Gruppo hanno stabilito di bloccare i prezzi sui prodotti delle loro marche e, contemporaneamente, di continuare ad aumentare il numero di promozioni e offerte. Una scelta concreta con cui desideriamo dimostrarvi, ancora una volta, vicinanza, attenzione, cura.
SOMMARIO DMM
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Editoriale L’evoluzione di EDM
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Cover Supercentrali, un puzzle da ricostruire
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Mercati Vegetali secchi, cereali e zuppe tra innovazione e tradizione
73 L’opinione Portaerei e derive
16 Intervista Bayer, l’agricoltura che non ti aspetti 19 Successi Coal consolida la crescita
75 Aperture It’s Market, una nuova via tracciata da Ingka Centres e Italmark
20 Mercati Il lockdown fa volare i consumi dei salumi affe
77 Imprese Bauer, la multicanalità al centro della strategia
36 Soluzioni in vetrina Adattare i negozi fisici alle aspettative del cliente
Sama presenta la linea di frutta conservata al naturale Frutta Go!
38 Mercati Sughi, salse e condimenti puntano su contenuto di servizio e qualità 54 Scenari Altavia, il mondo e il commercio dal lockdown in poi 58 Retail innovations 60 Digital Club/Retail
80 Real estate 82 Tecnologistica Gestione supply chain, come l’emergenza sanitaria ha cambiato le abitudini di acquisto 85 News 87 Video 89 Prossimamente
I mesi passati hanno visto dissoluzioni e riaggregazioni dei grandi Cedi italiani, ridefinendo il quadro delle alleanze a livello distributivo DM Magazine Supplemento mensile di Distribuzione Moderna Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Milano Registrazione n° 52 del 30/1/2007
Responsabile editoriale Stefania Lorusso
Progetto grafico Silvia Ballarin
Responsabile di redazione Maria Teresa Manuelli
Direttore responsabile Armando Brescia
Redattori Federica Bartoli, Alberto Deiana, Paolo Pelloni, Luca Salomone, Emanuele Scarci, Claudia Scorza, Fabrizio Valente, Marco Zanardi
Editore Edizioni DM Srl - Via A. Costa 2 20131 Milano P. Iva 08954140961
Contatti Tel. 02/20480344 redazionedm@edizionidm.it Pubblicità Ufficio commerciale: commerciale@edizionidm.it Tel: 02/20480344
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EDITORIALE DMM
L’evoluzione di EDM Nell’editoriale di questo numero di DM Magazine, che segna il ritorno alle attività lavorative dopo la pausa estiva, avremmo potuto parlare di molte cose. Per esempio, delle tinte cupe con cui gli analisti e gli esperti di retail dipingono il futuro dei consumi nei prossimi mesi, a causa del perdurare della pandemia e delle conseguenze economiche prodotte dai mesi di lockdown. Oppure della polemica che ha tenuto banco sui social network, tra gli addetti ai lavori a cavallo di Ferragosto, intorno alla discutibile promozione di Eurospin, già nel mirino per praticare le scellerate aste al doppio ribasso, accusata in questo caso di avere promosso la vendita di angurie a un solo centesimo al chilo, con buona pace non tanto della valorizzazione ma persino del rispetto delle filiere agricole. O ancora, avremmo potuto approfondire l’operazione portata a termine con successo da Dmo (dinamico gruppo distributivo padovano attivo anche nel mercato del petcare con l’insegna L’Isola dei Tesori), che ha rafforzato la sua presenza nel canale drug e profumeria, dove opera con le insegne Caddy’s e Beauty Star, acquisendo in blocco la rete di negozi Lillapois. Una volta tanto, invece, non parleremo di retail né di industria di marca, non di consumi o di shopping experience. Parleremo di noi. E non per celebrare il superamento del mezzo milione di utenti unici raggiunto da Distribuzione Moderna in piena emergenza Covid (aprile 2020, dato certificato Csst Webauditing). Non per ricordare la leadership assoluta di DM tra le testate online che si rivolgono agli operatori della Gdo e dell’industria produttrice (dati Similarweb, agosto 2020). Non è nel nostro stile. Più semplicemente, parleremo di noi per annunciare alcuni cambiamenti organizzativi. Negli ultimi anni, infatti, siamo cresciuti molto, sia in termini di audience che di risorse umane, a cominciare dal team giornalistico che si è arricchito con l’ingresso di nuovi professionisti. Uno su tutti: Emanuele Scarci, ex giornalista del Sole24Ore, nome piuttosto noto nel nostro settore, che si è unito recentemente alla nostra squadra di collaboratori oggi composta da Stefania Colasuono, Federica Bartoli, Claudia Scorza, Luca Salomone, Fabio Massi, Marco Mancinelli (direttore di Technoretail) e Fabrizio Vallari (direttore di Greenretail). Un rafforzamento della struttura redazionale che ha portato a una naturale evoluzione dei ruoli. Stefania Lorusso, responsabile editoriale di Edizioni DM, dal mese di settembre prenderà pertanto la guida di Distribuzione Moderna e di DM Magazine, coadiuvata da Maria Teresa Manuelli, alla quale è stata peraltro affidata la direzione editoriale di una nuova testata che vedrà il suo lancio con l’inizio del 2021. Molti altri stimolanti progetti sono ai nastri di partenza. La struttura ancor più solida e ben organizzata, sostenuta da forze nuove e giovani in tutti i reparti, mi permette ora di concentrare le mie attenzioni sul ruolo di editore e di concedermi un semestre sabbatico inseguito da tempo e funzionale all’ulteriore evoluzione di Edizioni DM verso un’informazione sempre più completa, tempestiva, trasparente, utile e…internazionale. Armando Brescia, Direttore Distribuzione Moderna
SUPERCENTRALI, un puzzle da ricostruire I mesi passati hanno visto dissoluzioni e riaggregazioni dei grandi Cedi italiani,ridefinendo il quadro delle alleanze a livello distributivo di Emanuele Scarci
COVER DMM
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eanche il Covid ferma il valzer delle supercentrali d’acquisto. L’acquisizione di Auchan a opera di Conad ha di fatto portato alla dissoluzione della supercentrale Auchan con Crai e D.IT e indotto una revisione da parte dell’Antitrust delle norme anticoncentrazione territoriale e delle supercentrali. Mentre in Aicube lo strappo e l’uscita di Pam decisa per fine anno e l’incertezza sul rinnovo contrattuale di Carrefour Italia ha rilanciato diverse ipotesi di riaggregazione, con la costituzione di una
probabile sesta supercentrale per iniziativa dell’azienda della famiglia Bastianello. Ma si capirà qualcosa di più nelle prossime settimane. Oggi le principali supercentrali italiane fanno, sostanzialmente, riferimento a cinque grandi aggregazioni: Conad-Finiper, Coop, Esselunga, Esd Italia e Aicube. Il clima agostano ha solo rallentato le grandi manovre per ridefinire almeno una parte della costellazione. Il disimpegno dall’Italia di Auchan (non fuga come ritengono alcuni osservatori: il deal con Conad ha de-
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finito tutti gli aspetti della cessione degli asset) ha comportato anche la guida della supercentrale, a cui aderiva anche Levante con i soci Crai e D.IT (Sigma, Sisa e Coal). Con lo scioglimento di Levante - «non per nostro volere» - specifica Donatella Prampolini Manzini, amministratrice delegata di D.IT Distribuzione italiana – D.IT ha deciso di prendere un anno sabbatico mentre Crai ha preferito attendere la fine del contratto, il prossimo dicembre.
Nel vostro futuro potrebbe esserci Aicube? «Non posso fare alcun nome perché, come detto, stiamo esaminando varie opzioni - replica il top manager -. Ma qualora non trovassimo un partner non ci spaventerebbe andare avanti da soli, anche se non è la prima opzione. Entro settembre, al massimo ottobre, prenderemo la decisione. Qualunque essa sia». Poi il ceo di Crai Secom non ritiene che la caduta delle vendite nella distribuzione moderna in questa soffocante estate spinga in direzione della partnership. «Probabilmente l’estate risente dell’effetto destoc-
Crai alla finestra E ora che succede? «Sull’adesione a una nuova supercentrale stiamo valutando diverse opzioni con alcuni partner – dichiara con ostentato distacco Marco Bordoli, amministratore delegato di Crai Secom -. Al momento non abbiamo deciso né abbiamo l’ansia spasmodica di concludere questa partnership. L’ideale sarebbe trovare uno o più partner con cui fare un percorso interessante e duraturo che porti valore e non sia legato solo a guadagnare lo zero virgola sui contratti».
caggio e anche di una prospettiva autunnale non particolarmente vivace - commenta Bordoli -. Le vendite della mia organizzazione sono tutt’ora positive, ma durante il lockdown si marciava a due cifre. Credo che da settembre a fine anno, per tutti, ci sarà poco da stare allegri. I retailer metteranno in campo le solite straDM MAGAZINE 7
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tegie delle promozioni e dell’every day low price. Insomma ci sarà da combattere».
Un partner per D.IT Anche per Prampolini Manzini «questo è un periodo fluido per le centrali: ed è un eufemismo. Noi nel 2020 abbiamo vissuto, dopo lo scioglimento di Levante, un anno di grande soddisfazione, nonostante la piccola dimensione in questo mondo di giganti. Secondo Nielsen, siamo il secondo gruppo per crescita».
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Ma dal 2021 che farete? «Non ci illudiamo, sul lungo periodo, di poterci organizzare e fare tutto da soli, tuttavia l’idea di metterci con altri non ci entusiasma. Almeno se si tratta solo di pagare una fee a qualcuno sugli acquisti congiunti. Ci corteggiano in tanti ma la proposta è sempre uguale: pagare una commissione per gli acquisiti comuni». Poi l’imprenditrice aggiunge: «Vorremmo che si andasse oltre gli acquisti: per esempio, gestire in comune magazzini, logistica e marca privata. Per questo siamo alla finestra. Presumibilmente superata la stasi estiva, entro il mese di settembre, si capirà meglio il da farsi. Il nostro ideale sarebbe aggregare quegli operatori attualmente orfani». Quali sono i distributori potenzialmen-
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te aggregabili? «Non posso dirlo in questa fase, ma non escludo nulla», conclude Prampolini Manzini.
Due nomi due funzioni Diversa la campana di Giorgio Santambrogio, amministratore delegato di VéGé, che interviene pesantemente nel dibattito. «Le supercentrali servono solo per equiparare i rapporti di forza tra distributori e multinazionali dell’industria – premette il manager -. Pertanto chi attribuisce alle supercentrali ogni altra funzione lo fa in modo del tutto strumentale. Le supercentrali hanno questa funzione e stop. Tant’è che non si fanno più di 300-400 contratti l’anno. Quindi la supercentrale non svilisce né intacca l’ottimo rapporto che la distribuzione ha con le piccole
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e medie imprese. La supercentrale non lavora con fornitori da cinque, otto o dieci milioni di ordini l’anno. Chi sostiene il contrario dice il falso».
La visione di Santambrogio separa nettamente le funzioni di centrale e supercentrale. «La supercentrale non dà servizi – sostiene -. Questi li deve erogare la centrale e sono di tipo commerciale, amministrativo, formativo e relativi al marchio proprio. Qualsiasi tipo di servizio è compito della centrale». E quale, allora, lo spazio delle imprese? «Il dominus rimane l’impresa. Accetta i servizi della centrale, riceve i contratti della supercentrale e attua una politica di pricing autonoma nei punti vendita. Chi vuole mescolare i ruoli probabilmente ha sbagliato mestiere. La divisione dei ruoli è chiara: ciascuno sa cosa fare e non ci siano aree grigie. E’ falsa la tesi di chi vuole svilire il ruolo delle supercentrali sostenendo che non servono». Per il top manager milanese «in Italia, bene o male, si sono costituti i 5 poli rilevanti delle supercentrali: Coop, Conad, Esselunga, l’universo VéGé-Aicube e l’universo Selex-Esd. Il resto sono chiacchiere. Sono molto tranchant: ci credo molto in questo». Una visione precisa quindi, ma diversa dai fuo-
riusciti da Aicube: hanno lamentato anche loro la carenza di servizi nella supercentrale. «Appunto non hanno capito come funzionano le cose – osserva Santambrogio –. E vorrò poi vedere cosa faranno loro». Evoluzioni per la centrale VéGé entro la fine dell’anno? «Di sicuro. Per Aicube ci saranno evoluzioni. Mentre VéGé non rimarrà con questa numerica di soci». Nuove aggregazioni sia nelle centrali che nelle supercentrali hanno però bisogno di preventive verifiche anticoncentrazioni, ora meno stringenti. Le centrali nazionali, grazie alla revisione delle norme dello scorso gennaio, hanno beneficiato di un inatteso allentamento dei vincoli che, da una parte, ha risolto alcuni problemi di Conad-Auchan e, dall’altra, consente a tutti i player di beneficiarne.
Il cambio di passo dell’Antitrust Lo scorso novembre l’Authority garante della concorrenza aveva ravvisato che l’acquisizione di Auchan Retail Italia da parte di Conad com-
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portava gravi problemi di concentrazione territoriale, individuando inizialmente 142 punti vendita da dismettere (di cui 20 ipermercati) sui 241 rilevati dalla catena francese (al netto dei 28 ceduti a Carrefour). Inoltre, l’Antitrust aveva posto il nodo supercentrale: la somma di Conad+Finiper+Auchan+Levante determinava “un rafforzamento e la costituzione di una posizione dominante”. Esattamente, la quota post merger arrivava al 24%, nettamente davanti a Esd Italia, con il 20%, e Coop Italia, con il 13%. In gennaio, con un colpo a sorpresa, l’Agcm ha superato la prassi consolidata e, provvidenzialmente, ha aggiornato e varato la nuova definizione dei mercati merceologici degli ipermercati e dei supermercati: ha allargato la platea dei supermercati (considerando dai 100 metri quadrati di superficie in su), quella degli ipermercati (da 400 metri
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quadrati in su) e soprattutto ha inserito nel computo la categoria dei discount (prima esclusa) che in Italia sono oltre 6 mila. Sostanzialmente si è determinata una dilatazione consistente della base di confronto, grazie alla quale, a gennaio 2020, la lista dei punti vendita da cedere è, prima, calata da 147 a 101 negozi in sovrapposizione. E poi, nel marzo, a 29 negozi. Messa a posto la prima questione è andata a regime anche l’altra. Con la ridefinizione dei mercati merceologici degli ipermercati e dei supermercati sommata allo scioglimento del contratto di acquisto tra Auchan e Gruppo Levante, la quota complessiva della supercentrale Conad-Finiper è salita solo di 3,3 punti a 18,2%. Al di sotto del 20% di Esd Italia e del 13% di Coop Italia.
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Malumori in casa Coop La svolta dell’Antitrust ha generato qualche malumore in casa Coop Italia. Ma non c’è stata alcuna dichiarazione ufficiale, anche per un passato difficile con l’Agcm: nel 2014 l’Autorità convinse Centrale Italiana (formata da Coop Italia, Sigma, Despar, Gartico e Discoverde) a procedere all’autoscioglimento per aver raggiunto, in alcuni mercati locali, concentrazioni tali da determinare una restrizione della concorrenza sia nei mercati di acquisto che al dettaglio. E nel gennaio del 2016 l’Autorità garante della concorrenza e del mercato comminò a Coop Italia e Centrale Adriatica una sanzione amministrativa pecuniaria di poco inferiore ai 50mila euro per aver violato l’articolo 62 della legge 1/2012 (vieta pratiche scorrette verso i fornitori) nei confronti del grossista agricolo Celox Trade di Cesena. Coop reagì dichiarando illegittimo il provvedimento sanzionatorio e annunciando un ricorso urgente al giudice competente. Dopo la ridefinizione dei mer-
cati merceologici dell’Antitrust, Coop potrebbe essere tentata di ricostituire la sua supercentrale? L’amministratrice delegata di Coop Italia Maura Latini stronca sul nascere ogni illazione: «Indipendentemente dalla fattibilità o meno di una centrale, non è nei nostri piani ricostruire Centrale Italiana o qualcosa che assomigli».
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DHL Supply Chain punta sul co-packing
Con un’esperienza più che ventennale nell’ambito del co-packing DHL Supply Chain, leader di mercato per le soluzioni di logistica, mette a disposizione dei clienti una serie di servizi a valore aggiunto volti a veicolare in modo alternativo i prodotti, attraverso la realizzazione di espositori, etichettature, special pack, confezionamenti. Questa attività, fiore all’occhiello dell’azienda parte del Gruppo Deutsche Post DHL, è concentrata nello stabilimento di Corteolona, in provincia di Pavia, un campus tecnologico che dispone di oltre 80 mila metri quadrati di magazzino, suddivisi in due blocchi principali - rispettivamente 60 e 20 mila metri quadrati - in grado di gestire le merci sia a temperatura ambiente che controllata (dai 16 ai 18 gradi). L’area adibita al co-packing occupa circa 10 mila metri quadrati dell’intero complesso, impegna un team di 80 operatori ed è in grado di garantire i propri servizi anche a clienti esterni, che si avvalgono della collaborazione di DHL Supply Chain sfruttando il Know how maturato in questo ambito. Un team di ingegneri specializzati, infatti, sviluppa soluzioni in grado di mettere a punto gli aspetti tecnici legati alla realizzazione del packaging promozionale, al rapporto con i fornitori specializzati in materiali destinati al co-packing, alla gestione dei volumi, fino alla distribuzione sul mercato. Un supporto che però consiste anche nell’effettuare un vero e proprio studio logistico dei prodotti commissionati, in modo da poterne garantire l’effettiva realizzazione, e nel curare la pianificazione delle attività di produzione, attraverso l’impiego di un sistema apposito chiamato Operation Management System (OMS) finalizzato all’ottimizzazione dei lavori in magazzino. L’attenzione alle tematiche sostenibili, anche in quest’ambito, è declinata a più livelli, a partire dall’impiego di imballi in carta riciclabile per il confezionamento, fino all’utilizzo di mezzi di trasporto elettrici, sempre più Green: in particolare, l’azienda ha introdotto l’uso di uno scotch totalmente biodegradabile e ha sostituito i compensatori di spazio - le tradizionali pluriball - con strisce in cartone riciclato. L’auspicio è quello di espandere le competenze sviluppate nello stabilimento di Corteolona anche negli altri magazzini della rete DHL, in modo da trasferire il Know How acquisito nel campus tecnologico in provincia di Pavia anche su altri committenti.
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I nuovi scenari Dopo la svolta dell’Authority guidata da Roberto Rustichelli, come potrebbero cambiare le alleanze nelle supercentrali? «Non siamo ancora arrivati a questo stadio - taglia corto Bordoli - e quando ci arriveremo terremo conto anche dei nuovi vincoli normativi. Se ci saranno». Santambrogio ha ben presente il peso
del tema e ammette che per consentire l’ingresso di Metro e Bennet in VéGé «abbiamo fatto mesi di studi con gli uffici legali italiani e tedeschi al fine di non sforare i limiti antitrust». Ciò detto Santambrogio sorvola sugli scenari futuri, ma contesta alla radice la percezione di chi discute l’utilità delle supercentrali, anche europee. «Non è vero che le concentrazioni non porti-
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L’ORGOGLIO, SENZA PREGIUDIZIO
COVER DMM no vantaggi al consumatore - sostiene -. Ho i più grandi soci europei sia nella supercentrale italiana che europea: ogni euro che arriva da queste finisce all’istante in volantino. Nelle singole centrali inoltre la concorrenza tra socie e insegne c’è, eccome. Quindi l’Antitrust dovrebbe plaudire a centrali e supercentrali il cui compito è trattare con le multinazionali e mettere in volantino l’offerta più conveniente per il cliente. Più di così. La multinazionale che contesta supercentrali e centrali lo fa pro domo sua».
I vantaggi delle supercentrali Obiettivamente sui vantaggi delle supercentrali non possono esserci dubbi. Per esempio, lo scorso novembre, una lettera inviata dal direttore generale di Conad Francesco Avanzini invitava i
fornitori di Auchan a estendere retroattivamente gli accordi commerciali Agecore (la supercentrale europea a cui aderisce Conad) al gruppo Auchan in Italia. Salvo poi, dopo l’alzata di scudi di Centromarca, fare marcia indietro. Probabilmente all’Autorità non sfugge l’utilità del fenomeno indicato da Santambrogio, ma, se non guidato, il processo di concentrazione aziendale e associativo condurrebbe, in alcuni casi, a inevitabili distorsioni concorrenziali. Nella distribuzione come in altri comparti. Peraltro è stato lo stesso organismo di tutela della concorrenza a dare,
nel 2019, semaforo verde al processo di concentrazione di Conad, da 7 a 4 grandi cooperative. In attesa dei giri di valzer autunnali di centrali e supercentrali, i dettaglianti riusciranno a ottemperare alla delibera finale dell’Antitrust? Largamente. Fin dall’inizio l’amministratore delegato di Conad Francesco Pugliese aveva sostenuto che metà della rete Auchan sarebbe stata ceduta. E in una intervista ferragostana il top manager ha dichiarato: «Per fine settembre tutto sarà completato. Abbiamo venduto (secondo indicazione dell’Antitrust) alcuni grandi centri, abbiamo ridimensionato gli altri, abbiamo concluso il passaggio di tutti i punti vendita (più di 260) e dei 23-24 grandi ipermercati che dai 10mila mq si sono ridotti a 4-5mila. Li abbiamo focalizzati sul food, riducendo la parte non food, con la cessione di spazi ad altri operatori. È stato un salvataggio di un gruppo che in Italia perdeva 1,5 milioni di euro al giorno».
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INTERVISTA DMM
Bayer,
l’agricoltura che non ti aspetti Nel prossimo decennio Bayer investirà circa 5 miliardi di euro in nuovi metodi per combattere le erbe infestanti e punta a ridurre l’impatto ambientale del 30 per cento. Abbiamo chiesto come a Fabio Minoli, Direttore Comunicazione e Affari Istituzionali di Bayer Italia.
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ayer – 44 miliardi di euro di fatturato nel 2019 - alza i suoi standard di trasparenza, sostenibilità e impegno e punta a ridurre l’impatto ambientale del 30% entro il 2030. Nel prossimo decennio, circa 5 miliardi di euro saranno investiti in nuovi metodi per combattere le erbe infestanti. Queste misure rispondono alle domande e alle preoccupazioni rivolte a Bayer riguardo al suo ruolo nel settore agricolo in seguito all’acquisizione di Monsanto. Ne abbiamo parlato con Fabio Minoli, Direttore Comunicazione e Affari Istituzionali di Bayer Italia, concentrandoci soprattutto sulla recente campagna internazionale ‘This is why we science’. Di cosa tratta ‘This is why we science’? E’ la nostra campagna, declinata in due soggetti, salute e agricoltura, e promossa attraverso banner e due brevi video. È online, da maggio fino a ottobre, sulle edizioni web dei quotidiani e sulle testate di settore che trattano questi temi.
Durante i mesi estivi sarà declinata sui maggiori social: Twitter, Instagram, Facebook e YouTube. La creatività è firmata da Campbell Ewald, mentre l’adattamento per l’Italia è curato da Wunderman Thompson. La gestione media è invece in capo a MediaCom. E i contenuti? Da sempre Bayer opera nelle scienze della vita, sommando i concetti di salute umana e alimentazione. La scienza al servizio di tutti è il concetto chiave di un gruppo affermato sia nei farmaci, etici e da banco, sia nei prodotti per l’agricoltura. Le nostre campagne corporate
Fabio Minoli, Direttore Comunicazione e Affari Istituzionali di Bayer Italia 16 DM MAGAZINE
INTERVISTA DMM vogliono sottolineare la capacità costante di adeguare le scelte del gruppo ai progressi scientifici. Il payoff nasce negli Stati Uniti e abbiamo ritenuto di mantenerlo negli altri Paesi. Quali target raggiungerete? Il messaggio è per tutti, visto che gli attuali modelli di agricoltura nascono sia dai nuovi bisogni del settore primario, sia da precise richieste dei consumatori. Dunque, la campagna punta sulla filiera e sull’intera catena del valore. I nuovi prodotti, come quelli di origine naturale per la vite da vino e da tavola, hanno caratteristiche di sostenibilità e danno il proprio contributo al retail, che può così portare, sulla tavola dei consumatori, beni rispettosi del benessere. La logica con cui l’agricoltore può lavorare permette, oggi, di misurare i risultati con alta precisione, valutando le soluzioni più idonee quasi metro per metro. Bayer, attraverso il sistema del Digital Farming, dà un supporto concreto al settore primario, consentendo di risparmiare acqua, di centellinare l’uso dei farmaci a seconda delle reali necessità, di limitare il consumo del suolo, di abbattere le emissioni di anidride carbonica. Come viene gestito, in Bayer, il tema della sostenibilità? Dallo scorso anno è nata un’area dedicata, che investe cifre molto importanti per ab-
bassare in maniera drastica le emissioni e per sviluppare ricerca e innovazione su prodotti diretti a minimizzare gli impatti. Tutto questo diventa molto importante nel nostro Paese, forte esportatore di agroalimentare di qualità, visto che qualità significa anche garanzia di benessere per il consumatore finale. Il vasto pubblico non immagina ancora che le nuove tecnologie informatiche possono anche essere lo strumento per assicurare un maggiore controllo per le attività che si svolgono nei campi. Spiegare questo significa mettere in moto una sana forma di curiosità e di attenzione verso le tecniche agricole.n
Leggi anche: “La Csr nel carrello della spesa vale 3,8 miliardi di euro” DM MAGAZINE 17
SUCCESSI DMM
COAL consolida la crescita
In un anno particolarmente difficile a causa della persistente stagnazione la cooperativa marchigiana ha superato la soglia dei 250 milioni di fatturato con una crescita del 6,9% rispetto al 2018.
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a cooperativa marchigiana con sede a Camerano (AN), operante nel mondo della distribuzione alimentare, ha chiuso il bilancio 2019 con un fatturato in crescita e risultati aziendali estremamente positivi. In un anno particolarmente difficile a causa della persistente stagnazione Coal ha superato la soglia dei 250 milioni di fatturato con una crescita del 6,9% rispetto al 2018.
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l risultato operativo lordo è stato di circa 4,2 milioni di euro, mentre l’EBIT si attesta sui 6,2 milioni di euro. L’utile netto è pari a circa 800 mila euro, interamente accantonato a riserva fatto salvo il 3% da destinare ai fondi mutualistici. Il patrimonio della cooperativa anch’esso in incremento ha toccato i 57,8 milioni di euro.
Tutto questo dopo aver liquidato ai propri soci ed affiliati premi per un valore di circa 11,5 milioni di euro. La posizione finanziaria netta della società permane in equilibrio nonostante i rilevantissimi investimenti operati nel corso dell’anno, quasi 8 milioni di euro.
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l presidente Carlo Palmieri (nella foto) ha sottolineato come i dati di bilancio testimoniano una crescita che si consolida anno dopo anno e che conferma il successo del modello di business adottato dalla cooperativa, assolutamente coerente con le esigenze dei soci imprenditori e del territorio in cui operano. Con la sua rete di vendita, che conta oltre 350 store in 6 regioni nel 2019 ha espresso un fatturato alle casse di oltre 400 milioni
con un incremento delle vendite di circa il 3% a rete omogenea sul 2018.
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l gruppo, coerente da sempre con la sua missione, allarga la sua compagine sociale registrando nei primi 6 mesi del 2020 ben 10 nuove aperture frutto dell’arrivo di numerosi punti vendita provenienti da altri gruppi e dall’apertura di 3 negozi a gestione diretta. Quest’anno inoltre si evidenzia la partenza a pieno regime della piattaforma Agroalimentare di Mosciano Sant’Angelo (TE). Ortofrutta, surgelati, carne e presto il pesce. n
Leggi anche: “Coal: 350.000 euro a sostegno delle strutture sanitarie” DM MAGAZINE 19
Il lockdown fa volare i consumi dei
salumi affettati
Cambiano le abitudini di acquisto dei consumatori in seguito all’emergenza sanitaria: aumentano le vendite di affettati che sviluppano un giro d’affari di 2.103 milioni di euro, pari al 70,6% di quota valore, e registrano un incremento del +6% prima del Covid-19 in Italia rispetto all’anno precedente. Mentre durante l’emergenza arrivano a +17,4%.
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l mercato dei salumi e dei precotti nell’anno terminante a giugno 2020 (dati Nielsen, Totale Italia) registra un incremento delle vendite a volume (sia peso imposto che peso variabile) nei canali Iper+Super+Liberi Servizi+Discount pari a +6,1% rispetto all’anno scorso. «Nell’anno terminante alla week 7 2020 – spiega Barbara Mancini di Nielsen – la crescita a volume risultava essere di +1,8%, mentre dall’inizio dell’e-
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pidemia Covid19 in Italia (ultime 19 settimane terminanti alla week 26 2020) si evidenzia un aumento delle vendite del +13,1%. Il relativo giro d’affari a giugno arriva a quota 2.980 milioni di euro con trend positivo del +10,8% rispetto all’anno precedente. Nelle ultime 19 settimane, tale crescita si accentua arrivando a +20,6%».
Gli affettati trainano il mercato A livello di segmenti, gli affettati sviluppa-
no un giro d’affari di 2.103 milioni di euro, pari al 70,6% di quota valore, e registrano un incremento del +6% prima dell’inizio dell’epidemia di Covid-19 in Italia rispetto all’anno precedente. Durante il periodo di emergenza sanitaria, gli affettati mostrano un’accelerazione nella crescita, registrando un trend pari a +17,4%. A valore tutti i comparti degli affettati segnano un incremento, in particolare il trend guidato dal cotto che, con +25%,
traina la crescita del segmento. Seguono poi il crudo (+19,6%), il salame (+17,5%) e lo speck (+29,5%). Sempre positivi, ma con una crescita limitata, bresaola e carne bianca. L’emergenza sanitaria ha portato a un cambiamento nelle abitudini dei consumatori come confermato da Assica – Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi aderente a Confindustria: «nei mesi di lockdown, i consumatori hanno preferito l’acquisto di salumi preafDM MAGAZINE 21
La nostra tutela è la vostra sicurezza.
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fettati invece di quelli venduti al banco taglio. Una soluzione questa che aveva in sé due vantaggi: maggiori scorte alimentari e riduzione del tempo di permanenza nel supermercato». Il formato vaschetta rimane tra i più apprezzati dai consumatori, tanto da spingere i più importanti player del settore a utilizzarlo sempre di
più. È il caso di Fiorucci, che nei primi mesi del 2020 ha portato in Gdo la mortadella La Suprema in vaschetta, venendo così incontro alle necessità di praticità e semplicità di consumo che il consumatore richiede oggi.
L’andamento per area e per superfici distributive Le regioni dell’Area 2 registrano l’aumento percentuale più alto a volume (+8,6%), ma è l’Area 1 a contribuire maggiormente alla crescita grazie all’incremento rispetto all’anno scorso di oltre 4 milioni Kg. Quest’ultima è l’A-
Cresce l’attività di promozione del Consorzio Prosciutto di Modena Il Consorzio Prosciutto di Modena ha intensificato le attività di promozione oltreconfine. In particolare gli Usa restano il mercato più rilevante, mentre il Giappone è il prossimo obiettivo per questa eccellenza modenese. «Il Consorzio può essere considerato ancora di nicchia – spiega Giorgia Vitali, presidente del Consorzio Prosciutto di Modena – poiché i produttori sono relativamente pochi in termini numerici. Questo consente di avere un grande controllo sulle produzioni che sono ancora abbastanza limitate, attorno ai 70.000 pezzi all’anno. Il prodotto è molto apprezzato per le sue peculiarità: un prosciutto crudo stagionato (stagionatura minima di 14 mesi), con una lista ingredienti cortissima composta da coscia di suino e sale, assenza di conservanti, grande qualità della materia prima e un processo produttivo lento e artigianale. In questi mesi difficili continueremo a mantenere viva l’attenzione sul prodotto rimodulando tutte le nostre attività di promozione, sfruttando soprattutto il canale digital».
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rea con il peso maggiore sia a volume (32,5%) che a valore (39,3%) sopra la media rispetto al grocery. Le superfici distributive dove si concentra la vendita dei prodotti sono i discount, canale con un peso molto rilevante rispetto alla media, arrivando al 32,2% del giro d’affari con una crescita del +13,4%. I supermercati sono il principale canale per peso (34,1%) e generano un giro d’affari superiore a 1 miliardo di euro. Infine, gli ipermercati pesano per il 25,9%, mentre i liberi servizi chiudono con il 7,8%.
Il cotto rimane in vetta alle preferenze Il prosciutto cotto resta anche quest’anno il salume preferito dagli italiani. In questo segmento Parmacotto ha fortemente puntato su Azzurro, un prosciutto cotto iposodico, a ridotto contenuto di sale, quindi con il 25% di sale in meno rispetto alla media del mercato. Una referenza di alta qualità che non contiene glutine, latte, lattosio e glutammato monosodico. Inoltre, l’azienda sta per
lanciare anche Cotto di Parma, un prosciutto cotto di alta qualità in vaschetta, ottenuto da materia prima esclusivamente italiana. Grandi Salumifici Italiani è presente nella categoria con Casa Modena Gran Tenerone, un prosciutto cotto di alta qualità riconoscibile per la sua speziatura e per la
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Gruppo Clai completa il processo di rebranding Il Gruppo C.L.A.I., Cooperativa Lavoratori Agricoli Imolesi, tra le più importanti cooperative agroalimentari italiane che opera sia nel settore dei salumi e delle carni fresche bovine e suine sia in quello lattiero-caseario, da oltre un anno ha iniziato un percorso di accrescimento del valore del brand, che parte dalla storia della Cooperativa, guarda con realismo il presente e si adopera per costruire il futuro. Per realizzare questo progetto, Clai si è affidata all’Università di Milano-Bicocca per migliorare il processo interno di valore e al noto graphic designer Rob Janoff per far emergere nel nuovo logo i valori, l’identità e le distintività della Cooperativa: le persone al centro, la filiera 100% italiana e la sinergia tra tradizione e innovazione. «Oggi più che mai – dichiara Pietro D’Angeli, direttore generale Clai – vogliamo affermare un ethos che parte dal cuore dell’azienda e coinvolge l’esperienza del consumatore e che potremmo riassumere nel concetto “Esistiamo per creare happy salami”. Siamo una cooperativa agricola che dal 1962 è sempre stata al passo con i tempi, orgogliosa della propria tradizione, ma proiettata verso il futuro per un miglioramento costante del processo produttivo, capace di innovare in modo etico e sostenibile il settore agroalimentare italiano creando una forte connessione con il mercato e i consumatori in termini di qualità del brand e specializzazione produttiva e commerciale». La campagna di comunicazione dedicata al rebranding, iniziata a fine luglio con una copertura mediatica dei maggiori media nazionali e con diverse collaborazioni con i principali food blogger italiani, ha proprio l’obiettivo di comunicare le peculiarità di Clai: filiera tracciata dal campo alla tavola, italianità, materia prima selezionata e salumi d’alta gamma.
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morbidezza, grazie alle carni massaggiate per almeno 18 ore e una delicata cottura al vapore. La referenza è disponibile sia nella versione libero servizio – affettato in un packaging in ecopack – sia nella versione banco taglio.
Cresce l’attenzione verso la salute e la territorialità Il trend salutista in costante crescita e l’attenzione all’origine delle materie prima interessa anche il mercato dei salumi. I player del settore hanno risposto a queste esigenze con numerosi prodotti che si sposano bene con uno stile di vita sano. Fratelli Beretta appaga il desiderio di prodotti con contenuti funzionali con la linea BenEssere, una gamma di affettati dall’apporto nutrizionale migliorato grazie all’utilizzo di
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ingredienti studiati per un’alimentazione varia e bilanciata. La linea comprende referenze da 5060 g, caratterizzate da ridotte percentuali di grassi e alto contenuto di iodio, senza glutine, lattosio e glutammato monosodico. Oltre al già citato Azzurro, Parmacotto propone Fesa di Tacchino e Petto di Pollo 100% carne italiana «due referenze realizzate solo con carni naziona-
li da petto intero – sottolinea Gaia Gualerzi, direttrice marketing Parmacotto – ottenute quindi dalla cottura di pezzi interi, senza l’aggiunta di carragenine e addensanti». Carne nazionale anche per Fiorucci per gli affettati della gamma 100per100 Carne Italiana, la cui principale caratteristica rimane l’origine della carne, alla quale sono stati aggiunti la certificazione di filiera e alcuni ingredienti ricercati come il pinot nero, lo zibibbo Igp e gli aromi naturali di agrumi. Attenzione al territorio anche per Salumificio Panzeri che va ad arricchire il segmento
LA SOSTENIBILITÀ PASSA DAL MANIFESTO IVSI L’Istituto Valorizzazione Salumi Italiani con il suo Manifesto dei Valori, creato nel 2019, raccoglie i valori identificativi delle aziende produttrici di salumi, sintetizzati in: storia e tradizione, informazione e cultura, qualità e sostenibilità, legame con il territorio, stile di vita italiano, gioco di squadra e orientamento al futuro. Sette principi che testimoniano l’impegno delle aziende a favore dei consumatori e che fungono da linee guida per chi decide di aderirvi e sottoscriverlo. «Attraverso il Manifesto, noi abbiamo tracciato un percorso che ci auguriamo possa portare le aziende a riflettere su quanto sia importante oggi cambiare la prospettiva. Nei prossimi mesi lavoreremo affinché la consapevolezza dei player del settore sui valori della sostenibilità aumenti sempre di più fino ad arrivare al traguardo più ambito: rivedere l’intero sistema produttivo dando valore alla qualità e non alla quantità. Produrre meno per produrre meglio», dichiara Francesco Pizzagalli, presidente di IVSI. Dopo un’intensa attività di presentazione del Manifesto nell’arco dello scorso anno, in cui sono state raccolte 17 adesioni aziendali, partiranno in autunno diversi appuntamenti per favorire l’accrescimento della cultura della sostenibilità, con incontri e corsi di formazione ad hoc.
bresaola con la nuova Bresaola Affumicata, lanciata nel mese di giugno. «Una specialità tipica della nicchia di territorio della Valchiavenna – afferma Nicolò Panzeri, presidente Salumificio Panzeri – ottenuta da tagli pregiati di punta d’anca e caratterizzata da un profumo e un sapore unici che ricordano il territorio alpino».
I salumi ora anche a merenda Alcune aziende del settore hanno ampliato la propria offerta investendo nel mondo degli snack. «Nell’ultimo anno – spiega Costantino Petroccia, direttore trade marketing e sell out di Grandi Salumifici Italiani - abbiamo lanciato la linea Casa Modena Snack&Vai!, una proposta di snack sfiziosi e bilanciati per adulti, a base salume e
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formaggio, in partnership con Parmareggio. Nel segmento kids, invece, l’offerta comprende Teneroni la Merenda, una famiglia di merende combinate – proteine, carboidrati e bevanda – che si sta ingrandendo sempre di più grazie all’arrivo di due nuove referenze: il panino al crudo e formaggio e il panino al cotto e formaggio». Per spezzare la fame a metà mattina o pomeriggio, Ibis Salumi, storico marchio controllato da Italia Alimentari (Gruppo Cremonini), ha recentemente presentato una linea di affettati a tema antibiotic free: i Piccoli e Buoni Ibis, quattro referenze di salumi affettati – Prosciutto Crudo, Mini Cotto, Salame Milano e Mortadella in vaschette monoporzione da 50 o 60 g – ideali per la merenda, provenienti da filiere di allevamenti senza antibiotici dalla nascita, con conservanti di origine vegetale.
Segno più per la mortadella all’estero Secondo le elaborazioni Assica sui primi dati Istat, le nostre esportazioni nel 2019 si sono fermate quota 181.142 tons (-0,3%) per un valore di 1.568 milioni di euro (+1,4%). Alcuni segmenti hanno tuttavia registrato buone performance mostrando un trend di crescita. È il caso della Mortadella Bologna Igp: «La quota export – spiega Corradino Marconi, presidente del Consorzio Mortadella Bologna – è passata dal 16% al 18% del totale venduto pari a un volume di 5.760.000 kg. L’incremento delle vendite all’estero del 20% conferma la UE come il principale mercato di riferimento con una quota pari al 94% del totale esportazioni, con Francia e Germania in cima. La restante quota del 6% dell’export è rappresentata dai Paesi Extra UE, con al primo posto la Svizzera (27%), seguita da Giappone (13%), Libano (11%) e Canada, la cui quota è ancora pari al 9% sul totale, ma registra un incremento rispetto al 2018 del +204%, sicuramente grazie
alla firma dell’accordo bilaterale Ue – Canada per il libero commercio tra i due Paesi». L’emergenza sanitaria sembra non aver influito in modo significativo sui numeri della mortadella. «Durante il lockdown – prosegue Corradino Marconi – abbiamo assistito ad una chiusura del canale HoReCa, che rappresenta circa il 20% del volume di affari di questa produzione, e a una diminuzione del banco taglio assistito che si è tradotta in una perdita dei volumi venduti di circa il 3% nei mesi di aprile e maggio, pari a una diminuzione in valore di circa 12 milioni di euro. La flessione delle vendite al banco taglio assistito è stata però parzialmente compensata dall’aumento dell’affettato, che già era in crescita in precedenza. Complessivamente da gennaio a giugno 2020 la vendita di Mortadella Bologna a peso imposto nella distribuzione moderna ha
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MERCATI DMM registrato un incremento a volume del 23%».
Il lockdown frena i consumi di prosciutto crudo oltreconfine Se nel 2019 secondo i dati Assica le esportazioni di prosciutti crudi stagionati hanno evidenziato una leggera flessione con un saldo commerciale in diminuzione rispetto al 2018 del -2,1%, scendendo a 674,9 milioni di euro da 689,7 dell’anno precedente, nei primi mesi del 2020 il prosciutto crudo ha mostrato ancora qualche piccolo cedimento oltreconfine. Nonostante ciò, i Consorzi continuano la propria attività produttiva e promozionale con dinamismo e intensità. «Dal lato produttivo – afferma Vittorio Capanna, presidente del Consorzio del Prosciutto di
Parma – nel 2019 sono stati marchiati circa 8.900.000 Prosciutti di Parma, in aumento del 4,5% rispetto al 2018, di cui circa il 71% è stato assorbito dal mercato italiano. Per quanto riguarda i mercati internazionali, sono stati esportati 2.600.000 pezzi per un fatturato stimato di 260 milioni di euro. Rispetto all’anno precedente, le esportazioni sono rimaste pressoché invariate ma, considerando le difficoltà del contesto internazionale, è da ritenersi un risultato soddisfacente. Anche se il mercato comunitario assorbe il 61% delle nostre esportazioni, gli USA si confermano il primo Paese con oltre 600.000 prosciutti esportati». In questi ultimi mesi dell’anno sul piano commerciale si
è registrato un calo delle vendite di Prosciutto di Parma sui mercati esteri a causa sia della chiusura pressoché in tutto il mondo del canale HoReCa, sia della riduzione di vendite al banco assistito della Gdo sul mercato interno. Dopo il lockdown, il Consorzio ha quindi lavorato sul fronte promozionale per rilanciare il consumo di Prosciutto di Parma presentando una nuova strategia di comunicazione che si focalizza all’interno dei punti vendita, presso il banco taglio in particolare, che comprende uno spot multi-soggetto su tv e web, e un progetto dedicato alle salumerie sviluppato sui canali social con la partecipazione del conduttore Federico Quaranta. n
Raspini ottiene il marchio FDAI I Prosciutti Cotti Alta Qualità a marchio Raspini e Rosa saranno firmati dagli Agricoltori Italiani con il marchio FDAI evidenziato nella confezione, per garantire al consumatore l’italianità di tutti gli attori della filiera. Il primo prodotto che si fregia di questa importante distintività è il Gran Paradiso Raspini, prosciutto cotto ottenuto con l’impiego di sole carni italiane, accuratamente selezionate. «L’accordo firmato è per noi un momento estremamente importante che conferma il percorso che da sempre portiamo avanti – commenta Umberto Raspini, presidente e AD di Raspini – la nostra azienda si fonda infatti su una filosofia che mette al primo posto la qualità della materia prima, il valore del territorio nel quale lavoriamo e i suoi prodotti». L’azienda si impegna così a dare ulteriormente rilievo ai suini piemontesi rappresentando a pieno quei principi fondamentali che il progetto FDAI intende valorizzare: le produzioni delle filiere agroalimentari italiane che garantiscono origine e tracciabilità.
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Corvo:
l’eleganza della tradizione, il piacere della condivisione Con circa 200 anni di storia alle spalle, il brand di vini siciliani Corvo, parte del Gruppo Duca di Salaparuta, continua a guardare al futuro ed è pronto a rinnovarsi pur mantenendo intatta l’essenza della propria produzione: sul finire dello scorso anno ed in seguito ad approfondite analisi di mercato, infatti, l’azienda ha avviato il
restyling grafico che ha interessato rispettivamente le linee “I Classici” e “Easy to Drink”, con l’obiettivo di esaltare la riconoscibilità del brand in modo elegante e di comunicare in maniera chiara l’occasione perfetta per ogni degustazione. Nel caso della gamma Corvo Classico, dunque, un design semplice e pulito ha contribuito a mettere in risalto il marchio vivacizzandolo, ma lasciandone inalterato il tocco aristocratico che caratterizza da sempre questi “all day wine”. La linea “I Classici”, nelle declinazioni bianco, rosso e rosa, è caratterizzata da vini che incarnano al meglio il profilo organolettico equilibrato tipico delle uve provenienti dai territori siciliani dalla lunga tradizione vitivinicola, mentre il sapiente impiego della tecnologia e i severi e costanti controlli in ogni fase della produzione riescono a garantire, da oltre 190 anni, l’elevata qualità dei prodotti: ne è un esempio Corvo Rosso, che racchiude in sé il gusto della tradizione raccon-
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mentre l’azienda è ricorsa a metodi alternativi per comunicare e promuovere in sicurezza le novità di prodotto ai buyer della grande distribuzione, come ad esempio le degustazioni virtuali con i Wine Ambassador di Corvo.
tandone, allo stesso tempo, la modernità. Per quanto riguarda Glicine, invece, l’essenza e gli aromi mediterranei sono sottolineati dai colori densi e luminosi delle etichette e delle capsule. La gamma, inoltre, è stata arricchita e completata dal nuovo Glicine Rosa, un vino rosato fresco, perfetto per accompagnare un momento di relax o un aperitivo tra amici, ma comunque ricco di profumi e sfumature. Come ha ricordato Giacomo Tarquini, Global Marketing Director di Duca di Salaparuta, le prime bottiglie di Classici e Glicine nella nuova veste sono a scaffale dall’inizio del 2020 ed entrambe le linee saranno disponibili al completo a partire dal periodo estivo. Nonostante l’emergenza sanitaria che ha interessato il nostro Paese, il progetto di restyling non ha subito alcun rallentamento,
SOLUZIONI IN VETRINA DMM
Adattare i negozi fisici
alle aspettative del cliente
È necessario coinvolgere il cliente in una “emotional experience” che sia appassionante ma allo stesso tempo funzionale, che metta le persone nelle migliori condizioni per essere partecipi delle proprie scelte
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n uno scenario sempre più orientato all’esperienza d’acquisto dove le aspettative del cliente crescono continuamente, il ruolo del negozio fisico si conferma come fondamentale nel processo decisionale del consumatore. Gli stimoli ambientali uniti ad un’elevata qualità degli arredi e della location, quando si tratta di fare la spesa in un supermercato, diventano prioritari; e lo sono ancor di più quando la scelta d’acquisto riguarda i prodotti alimentari.
È
quindi necessario coinvolgere il cliente in una “emotional experience” che sia coinvolgente ma allo stesso tempo funzionale, che metta le persone nelle migliori condizioni per essere partecipi delle proprie scelte: in questo contesto quindi la creazione di un ambiente corretto, la personalizzazione e l’elevato standard dell’interior design sono fondamentali per trasformare gli spazi in luoghi che riescano a coniugare narrazione e praticità. Occorre generare un effetto “wow” che in 36 DM MAGAZINE
questo caso viene creato dalla visione di un luogo accogliente, artistico e con un pizzico d’italianità. In particolar modo, quando si pensa alle aree freschi e surgelati a libero servizio delle grandi superfici, è importante proporre soluzioni dalla marcata coerenza estetica, e che al contempo offrano la migliore esposizione delle referenze.
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er rispondere a queste esigenze Epta, gruppo multinazionale specializzato nella refrigerazione commerciale, propone
SOLUZIONI IN VETRINA DMM
la famiglia GranFit a marchio Costan, dedicata proprio ai reparti di freschi e surgelati. La gamma, già presente in maniera consolidata sul mercato, si arricchisce oggi di nuovi modelli che consentono al Retailer di creare layout personalizzati ma uniformi esteticamente, in modo da adattarsi per qualità e forme estetiche alle linee serve-over della famiglia Outfit, sempre a marchio Costan, così da avere una continuità stilistica all’interno del punto vendita.
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prodotti che compongono la famiglia GranFit, infatti, si caratterizzano per un design connotato da linee pulite, flessibilità ed adattabilità, per strutturare l’identità di ogni reparto. L’introduzione della Finishing Collection, una ricca palette di finiture, dalle materiche come il legno e la pietra, fino a serigrafie e stampe, per la parte alta e bassa degli ar-
redi, trasforma i pannelli in superfici decorative, amalgamando esteticamente la gamma a quanto già proposto per le soluzioni tradizionali.
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noltre, la profondità della gamma consente di comporre il mix adatto alle proprie esigenze, scegliendo tra i verticali per freschi GranVista Next, per surgelati GranBering, i semiverticali per surgelati GranSesia e gli inediti semiverticali per freschi aperti con ripiani a cascata GranSibari e chiusi GranValdaj. Ciascun modello, a sua volta, presenta poi differenti altezze e profondità.
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nfine, un’attenta analisi delle componenti estetiche e tecniche ha permesso di proporre soluzioni per potenziare il visual merchandising, come per esempio le porte a tutt’altezza prive di cornice per i banchi chiusi, le spalle panoramiche per una visuale da ogni angolazione, i sottili ripiani in vetro con illuminazione integrata. n Giorgio De Ponti Product Strategy Manager Epta DM MAGAZINE 37
Sughi, salse e condimenti
puntano su contenuto di servizio e qualitĂ
MERCATI DMM Il mercato registra nell’anno terminante a giugno 2020 un aumento delle vendite a volume pari a +7,7% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, con un giro d’affari che tocca quota 886 milioni di euro. La crescita è trainata in particolar modo dai sughi pronti ambient, che nell’ultimo anno hanno avuto un aumento del +10,5% a valore. Bene i prodotti base pomodoro, i pesti, la maionese e le salse vegetali.
ghi pronti ambient, che nell’ultimo anno hanno avuto un aumento del +10,5% a valore.
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I mercato sughi pronti, salse e condimenti registra nell’anno terminante a giugno 2020 (dati Nielsen, Totale Italia) un aumento delle vendite a volume pari a +7,7% a totale canali rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Il giro d’affari del comparto arriva a quota 886 milioni di euro, con una crescita pari al +8% rispetto all’anno precedente grazie all’importante contributo di 33 milioni su 66 di incremento da parte dei su-
Il discount è il canale più performante Il discount, che rappresenta oggi il 18,4% del fatturato della categoria con un prezzo medio molto inferiore al 33% rispetto alla media di mercato, è il canale più performante nell’ultimo anno, con un trend a valore pari a +11,3% e a volume pari a +10,7%. A seguire i canali supermercato (+9,4% a valore e +8,8% a volume), i liberi servizi, che hanno avuto una crescita del fatturato del +7,3%, e infine gli ipermercati con un incremento a valore del +4,9% e a volume del +2,9%.
alla crescita del totale mercato e ne rappresentano circa il 40% del fatturato. «Il segmento dei sughi pronti ambient – spiega Cristina Farina di Nielsen – cresce, a sua volta, principalmente grazie al contributo dei prodotti base pomodoro con un +8,5% di trend a volume, che ne rappresentano il 66,7% del fatturato. Il sottosegmento dei Pesti UHT, ovvero il 43,3% del fatturato dei Sughi UHT, mostra un incremento a doppia cifra sia a volu-
I sughi pronti ambient trainano il mercato I sughi pronti ambient sono i primi prodotti che contribuiscono
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La Doria, 50 anni di sostenibilità La Doria è molto sensibile al tema della sostenibilità: da 50 anni produce internamente scatole e coperchi in banda stagnata per confezionare i prodotti, riducendo così le emissioni di CO2₂dovute al trasporto dei materiali provenienti da fornitori esterni. Con la produzione interna riesce a soddisfare il 95% del fabbisogno di scatole in banda stagnata, che è un materiale riciclabile al 100% e all’infinito, informazione che viene veicolata al consumatore finale tramite l’etichetta, che è a sua volta sostenibile perché stampata con vernice ad acqua. Per confezionare i pomodori, inoltre, vengono utilizzati il vetro e i brik in carta riciclabile, sempre più richiesti sul mercato estero. Infine, La Doria combatte il caporalato adottando una strutturata strategia di gestione della catena di fornitori per verificare che le loro attività produttive rispettino i principi del Codice Etico aziendale in materia di diritti umani, pratiche di lavoro, impatto sulla società e sull’ambiente.
me che a valore, pari a +14% circa. Trend positivi anche sulla restante parte offerta dei Sughi UHT con un trend a valore del +19,9% e a volume del +19,1%». Positive, seppure sotto media rispetto al mercato, le performance dei sughi freschi che registrano un +3,3% a volume e un +4,3% a valore. «Sono i pesti freschi – continua Cristina Farina – a muovere circa il 72,8% del fatturato del segmento registrando sull’anno una crescita del +2,4% a volume e del +3,5% a valore. La restante offerta è rappresentata da nicchie che segmentano principalmente in base alla ricettazione del prodotto e che registrano in generale trend positivi, ad eccezione del segmento con base pesce, che mostra un -5,4% a volume e -4,4% a valore». Tra le nicchie, i sughi pronti freschi base formaggi mostrano la crescita più significativa mettendo a segno un +12,3% a valore e un +6,3% a volume. All’interno di questo segmento si inserisce una delle novità più interessanti, il Sugo Cacio e Pepe Biffi, una crema a base di Pecorino Romano Dop e pepe nero. «La referenza – afferma Alessandro Bozzini,
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Marketing e Communication Manager di Formec Biffi – va ad aggiungersi alla linea delle Specialità fresche Biffi portando sulla tavola una delle eccellenze della tradizione gastronomica romana. Si tratta di una vera case history per il grande successo che sta avendo sugli scaffali, addirittura anche nella zona della Capitale e nel Laziale».
Maionese e salse vegetali in testa Se si considera il dettaglio delle categorie di condimento per i secondi piatti, invece, notiamo che la maionese, che da sola rappresenta il 16,6% del fatturato sviluppato dal mercato dei sughi pronti e salse, è cresciuta in linea con il totale segnando a valore un +7,8% a totale canali e un +6,9% a volume. «Si evidenziano performance molto positive nel segmento delle salse e spalmabili vegetali – conclude Cristina Farina – con una crescita del 10,9% valore e dell’11,2% a volume su totale Italia. A trainare il segmento sono il ketchup e la salsa di
soia che, con il loro rispettivo trend percentuale di +11% e +29,7%, hanno contribuito a più della metà dell’incremento delle salse. Buone, infine, le performance della salsa barbeque che nell’ultimo anno a totale Italia ha fatto crescere il giro d’affari del 15,4% arrivando a supe-
rare i 10 milioni di euro di fatturato». Lo scaffale delle maionesi si amplia con le maionesi arricchite, che registrano una crescita del +3% a valore e del +17,4% a volume, grazie alla presenza di prodotti sempre più gourmet che acquisiscono maggiori consensi e quote di mercato. Tra le novità più sfiziose ci sono le maionesi gourmet di Maille, lanciate in Italia da Eurofood, prodotte con uova da galline allevate a terra e con l’aggiunta di Senape di Digione Maille. DM MAGAZINE 43 DM MAGAZINE 43
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LARGO SPAZIO ALLE SALSE VEGETALI ETNICHE Accanto alle salse vegetali pensate per esaltare le ricette della tradizione culinaria italiana, perfette per diventare sia condimento sia ripieno, come nel caso della nuova Salsa di Peperoni D’Amico che va ad arricchire la linea di pesti e salse del brand, l’offerta si arricchisce di proposte adatte a chi apprezza sapori tipici di altre culture gastronomiche. All’interno del segmento, infatti, si riscontra un grande gradimento per le salse di soia. «Eurofood, con Kikkoman, ha registrato dei trend di crescita incredibili superando in alcuni mesi il +120% ed una quota di mercato del 68%», sottolinea Rossella Guidobono, marketing director di Eurofood. «Il consumatore italiano sta scegliendo Kikkoman senza indugio e ha imparato ad integrare la salsa di soia in moltissime preparazioni, non soltanto come abbinamento al sushi o in ricette prettamente giapponesi». L’assortimento è sempre più ampio: l’iconica anforetta ora si fa in quattro, affiancando agli ormai onnipresenti dispenser dal tappo rosso e verde (con il 43% in meno di sale), i nuovissimi tappo arancio, per identificare la variante dolce, con zucchero aggiunto e indicata per le preparazioni a base di riso, e il tappo blu, a connotare la variante gluten free adatta anche ai celiaci. Kikkoman è presente nella categoria anche con le salse teryiaki, ideali per marinature e glassature, e con i condimenti speciali, dalla Salsa Ponzu (salsa di soia con aggiunta di limone) alla Salsa Poke, a base di semi di sesamo e soia, pensata per gli amanti delle Poke Bowl, fino all’Aceto di riso. Infine, Eurofood presidia il segmento etnico piccante con Tabasco. Quest’anno la principale novità è Tabasco Sriracha, popolare salsa piccante tailandese e vietnamita. La ricetta tradizionale, che include pasta di peperoncino, aceto, aglio, zucchero e sale, ha conquistato le tavole e lo street food grazie all’aumento della popolarità della cucina del sud-est asiatico. Oltre ad essere senza conservanti, la salsa è realizzata con la pasta di peperoncini rossi invecchiati nelle botti. Per quanto riguarda il mondo tex-mex, ad arricchire l’offerta della categoria ci sono le salse El Sabor, distribuite in Italia da Sama. Gustose se abbinate soprattutto ai nachos, sono salse versatili che si prestano alla creazione di nuovi abbinamenti, dalla bruschetta alla carne. La gamma comprende: Salsa Dip, Cheese Dip, Jalapeño Cheese Dip, Guacamole Dip e Hot Salsa Dip.
MERCATI DMM Due le varianti disponibili, proposte in elegante vaso di vetro: Maionese Fine con Senape di Digione Originale e Maionese Gourmand Fine con Senape di Digione antica in grani Maille.
L’importanza dell’alto contenuto di servizio L’elevata praticità di utilizzo è sicuramente uno degli aspetti che il consumatore considera rilevante al momento dell’acquisto. «Il trend positivo di questo mercato – spiega Giuseppe Tammaro, direttore commerciale Italia La Doria – è correlabile al cambiamento delle abitudini alimentari nella società contemporanea, in cui l’esigenza di risparmio di tempo in cucina ha supportato l’incremento del consumo di sughi pronti, sempre più di qualità, come alternativa facile e veloce per riprodurre le ricette tradizionali della cucina italiana». La Doria si impegna costantemente a innovare i propri
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prodotti in linea con le richieste del consumatore, operando su diversi aspetti. Per esempio, investendo sul prodotto, con una ricerca continua per l’individuazione degli ingredienti necessari alla creazione di nuove ricette e varianti che rispondano alle emergenti esigenze del mercato. «Nel 2019 – prosegue Giuseppe Tammaro – abbiamo lavorato alla realizzazione di ricette vegane e versioni “free from” delle nostre referenze, già molto diffuse in diversi mercati esteri in cui siamo presenti, come quello nord-europeo». Relativamente al packaging, invece, la ricerca è rivolta alla realizzazione di confezioni pratiche e funzionali, utilizzando materiali sempre più sostenibili e soluzioni che possano ridurre gli sprechi, come la
diminuzione del peso dei contenitori in vetro, l’uso di carta certificata FSC, la limitazione dell’impiego della plastica nell’imballo secondario e l’utilizzo di capsule PVC free.
Il consumatore premia italianità e tracciabilità Conoscere l’origine della materia prima e consumare prodotti italiani è molto importante per i consumatori attenti alla tracciabilità e alla qualità dei propri acquisti. Ad arricchire lo scaffale di sughi e salse di pomodoro con questo valore aggiunto trovia-
mo La linea Sughi Petti 100% pomodoro toscano e senza zuccheri aggiunti, eletta Prodotto dell’Anno 2020, realizzata solo con pomodoro toscano senza zuccheri aggiunti, olio extravergine di oliva e pochissimi ingredienti semplici e naturali, privi di qualsiasi tipo di conservante, addensante e acidificante. La gamma, che ha debuttato sugli scaffali a giugno 2019 con le referenze Sugo al pomodoro, Sugo al pomodoro con basilico e Sugo al pomodoro con origano, include ora otto ricettazioni. Le ultime quattro proposte presentate a settembre 2019 sono due sughi vegetali – uno con melanzane e uno con olive e capperi – e due di carne,
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TRADIZIONE E PRATICITÀ
IN 6 RICETTE
Piacere Mio!® è una nuova linea di piatti pronti monoporzione surgelati che rivisita la tradizione con ingredienti semplici e creatività. Un’idea di Surgital® per concedersi ricette di qualità in poco più di 4 minuti in microonde o 6 in padella. Un prodotto pratico, ad alto contenuto di servizio, dedicato a chi non rinuncia alla bontà, anche quando non ha tempo o voglia di cucinare. Scopri tutte le ricette su piaceremio.com
NOVITÀ nel reparto surgelati
PIACERE MIO! ® È UN MARCHIO:
MERCATI DMM
nelle varianti Ragù alla bolognese e Ragù alla salsiccia. Per stimolare un consumatore attento all’autenticità degli ingredienti e alla ricerca di prodotti qualitativamente elevati, Cirio ha lanciato nell’ultimo anno la linea di Salse Pronte Cirio da Pelato di Puglia. «Questa gamma – spiega Chiara Spagna, marketing manager food di Conserve Italia – si differenzia dalle altre tipologie di salse pronte presenti
sul mercato perché è realizzata con pomodori pelati 100% pugliesi, raccolti al giusto grado di maturazione e lavorati in poche ore per preservarne la naturalità e la freschezza del gusto». La Torrente ha invece proposto la Salsa al pomodoro San Marzano dell’Agro Sarnese Nocerino Dop con cipolla di tropea Igp, che va a impreziosire l’offerta dell’azienda fornendo al consumatore un’alternativa veloce con l’uti-
lizzo di pregiati ingredienti Dop. Prodotti del territorio anche per la Società Agricola Monterosso che si differenzia a scaffale con la linea “I Gialli di Agromonte”, due referenze, salsa pronta e passata, che si contraddistinguono per la materia prima utilizzata: il pomodoro giallo e il pomodoro ciliegino giallo di Sicilia, una varietà molto dolce ed esclusiva.
Le novità strizzano l’occhio al target kids Le aziende del comparto si rivolgono ora anche ai più piccoli con prodotti che riescono a soddisfare i gusti e le esigenze di tutta la famiglia. Star ha lanciato Il Mio Gran Ragù con polpette, il primo ragù con polpette, fatto solo con carne 100% italiana, nutriente e sfizioso, pensato soprattutto per il target famiglia con figli piccoli e ragazzi. La novità, proposta in vasetto di vetro da 360 g, è disponibile anche nella variante con polpette di salsiccia. Agromonte, invece, pensa ai bimbi con la salsa Pargolosi, realizzata solo con ingredienti bio di alta qualità: primo tra tutti il pomodoro datterino siciliano a cui si aggiungono verdure selezionate bio e olio extravergine di oliva bio. Dolce e dalla consistenza cremosa, senza pezzi, la salsa Pargolosi è pronta in un minuto. Inoltre, la linea invita i più piccoli a entrare in un mondo fantastico dal contenuto educativo e a conoscere una simpatica combriccola di amici pomodorini. Il protagonista, Pargo Jack, è sempre presente sul pack e sull’etichetta della bottiglia di salsa, mentre all’interno della confezione si trovano giochi divertenti per poter interagire con i Pargolosi e collezionarli come burattini.
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MERCATI DMM
Lo scaffale dei pesti si arricchisce Nel comparto dei sughi pronti ambient i pesti sono sempre più apprezzati dai consumatori perché sfiziosi, veloci da portare in tavola e molto versatili, rispondendo in modo efficace al bisogno crescente degli italiani di conciliare la riduzione del tempo speso in cucina con la possibilità di gustare piatti appetitosi che vanno al di là della classica pasta, come pizze, focacce, pasticceria salata, insalate e finger food. Accanto alle intramontabili ricette più tradizionali, come nel caso del Pesto Verde Scelta Oro di Sama, del Pesto alla genovese classico Althea o del Pesto alla genovese Saclà 4xME nel pratico formato quattro monoporzioni - a base di basilico, olio d’oliva, formaggio, aglio e pinoli - lo scaffale si è arricchito di
Tigullio con l’obiettivo di offrire maggiori alternative capaci di soddisfare i gusti dei consumatori».
proposte innovative. Tra le new entry c’è il Pesto di pistacchio D’Amico, frutto di un’attenta selezione di pistacchi finemente tritati, amalgamati con olio di girasole e insaporiti con un pizzico di sale e pepe nero. Anche Tigullio ha ampliato la propria offerta: «per il mondo pesti – spiega Francesca D’Imperio, marketing category manager Star sughi e piatti pronti – ci sono state novità in termini di “specialità” con combinazioni di ingredienti insoliti dal sapore mediterraneo. Nuove varianti, come ad esempio Carciofi e Noci, che hanno arricchito il portafoglio di
Una comunicazione diversificata Sono diverse le strategie adottate dai player del settore per comunicare la distintività della propria offerta. Per Biffi il 2020 è stato molto intenso in termini di attività di comunicazione. L’azienda ha infatti scelto una nuova e semplice headline, “Biffi, che Sugo!”, tesa ad affermare il brand nelle top of mind dei produttori di sughi, siano essi freschi o conservati. Partendo da gennaio, la campagna ha toccato tutti i touchpoint fisici e digitali, iniziando con la radio, passando attraverso i social e il web e atterrando in tv a maggio con una pianificazione durata circa un mese, sui canali Mediaset e LA7.
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Durante l’estate è stata inoltre attiva anche una campagna di affissione nelle principali città della riviera romagnola. Media mix per D’Amico che, oltre ad aver intensificato l’attività digital e social coinvolgendo i follower e i blogger, ha mantenuto una comunicazione anche sui canali più tradizionali. «Nel mese di aprile – sottolinea Maria D’Amico, marketing manager dell’omonima azienda – siamo stati on air sulle reti Sky con il nostro spot “Il Verde che ci unisce”, in cui abbiamo inserito un messaggio di vicinanza e solidarietà rivolto a tutti i connazionali: #TorneremoDiNuovoInsieme. Per tutto il mese di luglio abbiamo poi realizzato una campagna outdoor di affissioni a Napoli e Milano su centinaia di pensiline e mezzi di trasporto, come metropolitane, autobus, tram e treni delle due città». Infine, Mutti ha lanciato una nuova piattaforma di comunicazione denominata “Ogni giorno in cucina” con l’obiettivo
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di raccontare il valore del suo impegno attraverso il modo in cui gli italiani vivono la cucina, supportando proprio l’impegno che le persone vi dedicano ogni giorno: provando e riprovandoci, sbagliando, riuscendo ma sempre dando il loro meglio. «La nuova campagna di comunicazione di Mutti si compone di tre spot – fanno sapere dal marketing team Italia di Mutti – e tra questi una creatività è stata realizzata ad hoc per valorizzare la gamma delle Salse Pronte Mutti - la base perfetta per ogni tuo gusto, diffusa a partire da gennaio 2020 attraverso tv, digital, social, radio e digital radio. Ad affiancare la comunicazione in tv sulle Salse Pronte, seguiranno quest’anno ulteriori investimenti di comunicazione per supportare il lancio della nuova gamma di Pesti di pomodoro Mut-
ti, in particolare una serie di attivazioni finalizzate a generare awareness e trial di prodotto».
Più attenzione all’impatto ambientale La sostenibilità è uno dei principali asset di sviluppo per le aziende del comparto. Ridurre l’impatto ambientale dei processi produttivi è un impegno che Conserve Italia porta avanti da diversi anni, confermato anche dalla recente certificazione EPD Process (Environmental Product Declaration) rilasciata dall’ente internazionale DNV GL. In questo modo si attesta come l’elaborazione delle dichiarazioni ambientali dei prodotti sia svolta dall’azienda in conformità al programma “The International EPD System”, consentendo così la gestione in maniera autonoma della rendicontazione
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Il valore aggiunto dell’innovazione Mutti reinterpreta la categoria dei pesti con originalità e innovazione proponendo i Pesti di pomodoro. Una linea di tre pesti intensi nel gusto come quelli tradizionali, ma molto più leggeri, con il 45% di grassi in meno rispetto alla media dei pesti più venduti nel mercato (fonte: rielaborazione dei dati IRI, vedi: www.mutti-parma.com), perché realizzati con il pomodoro, primo ingrediente della ricetta. La gamma è caratterizzata da una presenza limitata di olio e sale ed è offerta in tre varianti di sapore e colore, nel formato da 180 g: Pesto Rosso di pomodoro, realizzato con pomodori rossi (54%), pomodori semi secchi, mandorle e Grana Padano Dop; Pesto Verde di pomodoro, con pomodori verdi (51%), basilico, anacardi, Grana Padano Dop e Pecorino Romano Dop; Pesto Arancione di pomodoro, con pomodori arancioni (51%), peperoni gialli, mandorle e Pecorino Romano Dop.
mediante uno studio LCA (Life Cycle Assesment) dell’impatto ambientale delle referenze. L’impegno di Conserve Italia si declina su più fronti, tra cui investimenti nel trasporto delle merci su treno, packaging più sostenibili, l’avvio di un progetto sperimentale per trasferire ai soci agricoltori nuove tecniche di agricoltura di precisione per ridurre il consumo idrico e il ricorso a fertilizzanti anche nella coltivazione del pomodoro. Mutti, attenta da lungo tempo alla sostenibilità, ha mosso un ulteriore passo concreto nel 2010 attraverso la partnership con il WWF Italia: grazie al progetto nel periodo 2010-
2015 l’impronta idrica si è ridotta del 4,6%, andando oltre l’obiettivo stabilito del 3%, ed è stata evitata l’emissione in atmosfera di 20.000 tonnellate di anidride carbonica, con una diminuzione media del 27%. L’azienda ha poi deciso di intraprendere un approccio ancora più sistemico e a partire dal 2017 sono state messe in campo iniziative in stretta collaborazione con gli agricoltori dedicate alla protezione della biodiversità, mentre nel 2019 è stata avviata un’importante collaborazione con l’Università di Sant’Anna volta a stabilire un elenco di indicatori che siano utili a tracciare le prestazioni
ambientali dell’azienda. Mutti sostiene inoltre condizioni di lavoro eque, e per questo ha identificato 5 aree di impatto per un controllo diretto della filiera e che sono diventati i pilastri della sua “rigorosa” catena di approvvigionamento: richiedere la raccolta meccanica al 100%, la tracciabilità della filiera certificata, una consolidata politica di premium price per incoraggiare i coltivatori a produrre pomodori di qualità superiore, collaborare solo con agricoltori certificati eticamente, e infine la Linea di ascolto Mutti: un vero sistema di segnalazione anonima di illeciti.n DM MAGAZINE 53
SCENARI DMM
Altavia,
il mondo e il commercio dal lockdown in poi L’agenzia internazionale di comunicazione ha condotto un’indagine sull’Italia, sull’Europa e sul Mondo durante e dopo la pandemia, analizzando la risposta del commercio davanti alla trasformazione della pandemia «Nella pandemia abbiamo fatto tutti un corso accelerato di futuro, scoprendo strumenti che possono facilitare la nostra vita e che avevamo già a disposizione, ma non sapevamo utilizzare. Il digital divide sembra quindi diventare un concetto sorpassato: new normal, omnichannel, o ancor meglio “unified commerce” saranno definitivamente le nuove parole d’ordine del commercio. La tradizionale separazione tra online e offline lascia il posto a ciò che abbiamo cominciato a definire “On Life”». È questo il ragionamento esplicitato da Paolo Mamo, Presidente e Amministratore delegato di Altavia, presentando il libro Scenari sul dopo che “racconta” i possibili risvolti di quello che è facile definire l’anno zero per il mondo del retail e dei brand della GDO. Un anno che, secondo Altavia, si giocherà su tanti aspetti differenti, uno tra tutti la ne-
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cessità di saper proporre dei nuovi strumenti che siano in grado di portare in store il consumatore post Covid-19, un consumatore attento al risparmio, alla sostenibilità, che non avrà più il tempo di spostarsi da un punto vendita all’altro per approfittare di sconti e promozioni, Inoltre, siano orientati alla ricerca della massima sicurezza,
per il cliente e per il retailer e rendano integrata l’esperienza in store, digitale o fisica che sia. Ma che preservino, infine, un fattore che durante il lockdown, nel commercio, ha assunto una importanza ancora maggiore: il fattore umano. In questo senso è particolarmente interessante un estratto del libro che pubblichiamo in esclusiva I “negozi” - meglio gli spazi del commercio - cambiano, evolvono si trasformano. Si trasformano adeguandosi al contesto: questi mesi hanno rappresentato una vera e propria impennata nella loro innovazione.
I centri commerciali e gli ipermercati: i “grandi formati” Paolo Mamo, Presidente e Amministratore delegato di Altavia
Se i supermercati sono stati tra i luoghi “di ritrovo clandestino” (e molto spesso le uniche uscite consentite) duran-
SCENARI DMM
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te il lockdown, altri luoghi del retail hanno pesantemente scontato (e stanno pesantemente scontando) i mesi di chiusura e, ancora oggi, le misure di distanziamento e la diffidenza delle persone nel frequentare luoghi affollati. Questi mesi di sospensione, rallentamenti e ripartenza hanno aumentato le domande di tanti operatori di mercato. Lo dimostra, tra le altre, la vicenda Westfield. Nonostante le previsioni, i lavori per la realizzazione del mall più grande d’Europa non hanno ancora preso avvio. A Segrate, nell’hinterland di Milano: 55mila metri quadrati dedicati allo shopping internazionale, grazie allo sbarco in Italia del marchio delle Galeries Lafayette, più ristoranti, cinema e una Esselunga. Un investimento da 1,3 miliardi. Tutto fermato, all’inizio di maggio 2020, causa Covid.
ueste le parole della società Westflied Milano. “Stiamo vivendo in prima persona gli effetti che la pandemia COVID-19 ha avuto sull’Italia, e in particolare sulla Lombardia, dove è prevista la costruzione del nostro flaghsip Westfield Milano. Il nostro pensiero va innanzitutto a tutti coloro che sono stati colpiti da questa crisi. In uno scenario economico già difficile per il retail a livello globale, la pandemia causata dal Covid-19 avrà un ulteriore significativo impatto sull’economia mondiale e sul settore retail, e, in particolare sui progetti di sviluppo. L’incertezza che la combinazione di questi fattori ha generato, ha portato alla decisione di sospendere i lavori per la costruzione di Westfield Milano fino a quando non ci saranno le condizioni per il rilancio del progetto stesso. Continueremo a lavorare con le autorità, i retailer e gli stakeholder locali per valorizzare al massimo questo sito strategico. Silvia Botti, direttrice di Abitare, proprio partendo dalla vicenda Westfiled, ha allargato la riflessione alla necessità di ripensare i luoghi dove consumiamo.
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rima del lockdown le grandi superfici commerciali si basavano su due fattori: l’estensione la possibilità di offrire “esperienze”. Quindi, da un lato parliamo di grandissime superfici con capacità di attrazione di enormi quantità di gente. Dall’altro tutti si stavano ba-
sando sulla capacità di offrire un’esperienza, che presuppone che il cliente rimanga del tempo negli spazi commerciali. Ma ora l’idea di offrire ai clienti “un’esperienza”, che sia di benessere o degustazione è poco praticabile, perché l’entertainment allunga i tempi di permanenza nei negozi complicando il tema della gestione dei flussi, che a loro volta devono essere alleggeriti, per poter assicurare il distanziamento sociale. I due fattori alla base dell’esperienza nel centro commerciale, sono quindi venuti meno.
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uttavia, la percezione di default dei formati di store più estesi, che da molti veniva prevista nei giorni del lockdown, è stata in parte smussata dalle prime riaperture, che hanno visto un discreto numero di persone tornare allo shopping fisico, senza parlare della coda registrata per frequentare Ikea e Zara. Il Radar SWG che mostra un parziale ritorno alla “normalità” delle percezione dei cittadini nel corso delle settimane post lockdown: un’attenuazione nel ricorso alla shopping online e una lenta ripresa di fiducia rispetto ai centri commerciali. Anche in questo caso, però, attenzione a pensare che il Covid abbia fatto tutto da solo. I centri commerciali di tutto il mondo sono da tempo al centro di una grande riflessione, come ricorda Emanuele Plata, già Manager con numerose esperienze internazionali, ora fondatore e presidente della fondazione PLEF. DM MAGAZINE 55
TECHNORETAIL L’UNICA TESTATA DOVE TECNOLOGIA E RETAIL SI INCONTRANO
www.technoretail.it
SCENARI DMM «In tutto il mondo si parla da tempo di apocalypse retail, e cioè di declino dei centri commerciali, accelerato da due elementi: il primo è l’ecommerce, che ha cambiato le regole del gioco, soprattutto negli Stati Uniti, ma anche in Estremo Oriente. Un secondo fenomeno, più europeo, è legato alle nuove forme di mobilità. Ci si sposta anche con i mezzi elettrici o in bicicletta, si è recuperata la mobilità pedonale. Una tendenza legata al pensiero di una maggiore sostenibilità che ha generato una economia di prossimità. Per questi motivi, forme di retail date per superate, come il piccolo negozio, sono tornate in auge. Nei centri storici, ma anche in altre aree di quartiere, la vicinanza è diventata un aspetto importante. Non solo come elemento pratico e utile per una popolazione che invecchia o non desidera effettuare grandi spostamenti per fare gli acquisti. Ma anche perché con la spesa vicino a casa si recupera il piacere della relazione. I negozi di prossimità riescono a essere competitivi anche in virtù di questo sistema di rapporti. Le grandi catene avevano già cominciato a organizzarsi con una centrale di acquisizione dei beni e una distribuzione puntuale sul territorio attraverso i piccoli negozi delle catene, i piccoli supermercati. Ma in tempi di distanziamento sociale le difficoltà si accentuano: le grandi superfici dei centri commerciali, previste per ospitare decine di migliaia
di persone, rappresentano un problema».
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e parole di Emanuele Plata aiutano a contestualizzare una trasformazione ben più vasta di quella generata semplicemente da lockdown ed emergenza sanitaria. In altre parole: se sicuramente è vero che nei prossimi mesi e forse anche anni la pandemia lascerà percezioni indelebili che impatteranno sulle scelte di consumatori alla ricerca di sicurezza, non bisogna dimenticare come la trasformazione degli spazi del retail segua, in realtà, una traiettoria ben più lunga nel tempo. Il mondo si trova oggi alla ricerca di sguardi differenti su come progettare le trasformazioni urbanistiche, rispetto agli anni del boom dei centri commerciali.
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mergenza sanitaria, polarizzazione del mercato, trasformazioni urbane e della mobilità sono tutti elementi che insieme contribuiscono al momento complesso degli ipermercati e dei centri commerciali. Al cambiare delle condizioni di mercato, si sono rafforzati format competitivi con diversi assi nella manica.
Ecco che, quindi, oltre la crisi sanitaria, i centri commerciali vedono “minacciata” la loro offerta su piani diversi: la competizione sul driver del prezzo arriva dai discount che sono anche decisamente più distribuiti sul territorio, la minaccia sul driver dell’esperienza arriva principalmente dalla diffusione di un new way of life che valorizza i piccoli spostamenti urbani senza utilizzo di automobile. Infine, la competizione sul vettore della comodità, ovvero l’accesso a un’offerta a 360° senza dover attraversare le città, oggi appartiene al mondo digitale.
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er queste motivazioni il mondo dei centri commerciali e degli ipermercati è già da qualche anno in grande sofferenza e diversi operatori, prima concentrati sulle grandi dimensioni, ora hanno via via virato anche verso i negozi di prossimità, vere star del periodo del lockdown. A confermare il trend non passeggero è la scelta di diverse insegne di aprire punti vendita piccoli nei centri cittadini. L’esempio più noto è il nuovo formato di Esselunga. Si chiama La Esse e il brand ha intenzione di aprire, a Milano, una decina di punti vendita entro la fine del 2020. Il format è presentato da Esselunga in modo molto chiaro:
“Un Supermarket vicino casa per i tuoi acquisti quotidiani, un Caffè con cucina con tante proposte buone e veloci, anche take away e un punto di ritiro Clicca e Vai Locker per gli acquisti effettuati online.”n
Altavia Book/Sul dopo si può ritirare gratuitamente presso la sede dell’Agenzia di comunicazione in Alzaia Naviglio Pavese 78/3 Ulteriori info su altavia.it DM MAGAZINE 57
RETAIL INNOVATIONS DMM Caso tratto dalla ricerca Retail Innovations 15 di Kiki Lab – Ebeltoft Group
Area chiave: Responsible experience Tendenze complementari: Edutainment
Lush
Gran Bretagna, Londra
Brand da sempre molto attento ai temi etici e sociali, Lush ha aperto a Londra un nuovo pop-up store per sensibilizzare i clienti sull’uso della plastica monouso Info chiave • Pop-up store • 2018: apertura dal 14 agosto per 4 settimane • Orario di apertura: 7-15 Con il pop-up store a SoHo, Lush, in collaborazione con Change Please (un’impresa sociale gestita da senzatetto), si pone l’obiettivo di sensibilizzare le persone sull’impatto negativo che la plastica monouso ha sull’ambiente e su come sia possibile, con semplici azioni, adattare le proprie abitudini di consumo per ridurre l’uso di tazze da caffè in plastica. Per attirare l’attenzione su questo problema, l’azienda offre caffè o tè gratuiti a chiunque porti la propria tazza o ne acquisti una di quelle compostabili e biodegradabili disponibili in negozio.
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RETAIL INNOVATIONS DMM
Edutainment In Gran Bretagna ogni anno vengono consumate 2,5 miliardi di tazze da caffè e meno dell’1% di esse viene riciclato a causa dei rivestimenti in plastica. Con il pop-up #carrythecup (#portalatazza) Lush vuole enfatizzare l’importanza e la facilità con cui i clienti possono determinare un impatto positivo semplicemente con un piccolo cambiamento delle proprie abitudini. Nel pop-up store un’intera parete è stata dedicata alla comunicazione di temi educativi e alla sensibilizzazione sulla riduzione dei rifiuti con infografiche su quanti ne vengono prodotti in Gran Bretagna in un giorno solo per le tazze.
Responsible experience L’intero processo di preparazione del caffè e tè è stato creato per essere sostenibile: le buste di tè sono biodegradabili, lo zucchero è confezionato in sacchetti di carta e il latte vegetale fresco è prodotto localmente nell’area est di Londra. Il pop-up store è stato replicato a Manchester Showcase e ora è un concept permanente nei negozi di Liverpool e Hong Kong.
Lush, con questo progetto, è riuscita a promuovere un consumo consapevole consentendo all’azienda di connettersi in modo diverso e a un livello più profondo con i clienti, che stanno diventando sempre più consci del loro impatto sull’ambiente. Si aspettano di conseguenza che anche i brand dimostrino questa attenzione.
Commento finale Kiki Lab Con questa campagna Lush dimostra come le aziende possono usare con successo la loro influenza per promuovere il consumo consapevole e le cause sociali, rafforzare allo stesso tempo il proprio posizionamento e la propria brand image, facilitando connessioni nuove e più profonde con i clienti. Sfida: continuare ad educare sui temi etici e sociali in modo sempre nuovo e coinvolgente per mantenere alta l’attenzione su queste tematiche.n
Autore: Fabrizio Valente, founder e amministratore di Kiki Lab – Ebeltoft Italy
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DIGITAL CLUB/RETAIL DMM
AIUTO ho perso il digitale! Offerta multicanale e digitale non possono e non devono essere progetti di innovazione. Piuttosto parte integrante e indistinguibile del marchio.
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a storia è questa: un amico recentemente si è recato presso un’insegna a comprare un capo di abbigliamento specifico, incentivato da un’offerta on-line a 19,99 euro. Arrivato in negozio il prodotto è disponibile e corrisponde alle sue aspettative, a questo punto è convinto e motivato all’acquisto. Gira il cartellino e il prezzo è 49,99 euro! Estrae il telefono e immediatamente controlla sul sito del retail, proprietario del negozio stesso. Il costo è sempre 19,99 euro ed è disponibile per il ritiro in negozio. Effettua l’acquisto on-line in-store, scusate il gioco di parole, e dopo poco si reca in cassa per ritirare il suo capo d’abbigliamento. Come è possibile?
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l punto non è tanto l’errore, che per fortuna spero non accada così spesso, quanto il ragionamento che induce. Il
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mio amico commentava che potrebbe essere la pressione data dai colossi on-line che spingono ad aggiustamenti di prezzi continui sull’e-commerce a discapito dei punti vendita fisici, anche quando questi siano sempre dell’azienda stessa. La considerazione sua è se il gioco vale la candela. Lascio a chi mi legge la valutazione in merito, vorrei invece analizzare la questione da un altro punto di vista.
I
mmaginiamo che un’ipotetica catena abbia negozi in tutta Italia e un certo prodotto abbia un cartellino di 49,99 euro, ma in Piemonte e in Molise (due regioni completamente a caso) il
prezzo sia di 19,99 euro. Plausibile? Non credo, poiché le politiche di prezzo non sono regionali per i brand, salvo alcuni casi specifici e particolari che non ci interessano qui. Non può neanche essere un errore poiché il processo di generazione dei cartellini è univoco. Sarebbe impensabile immaginare che un’entità geografica dell’azienda operi in maniera disgiunta dal resto. Penso che per la multicana-
DIGITAL CLUB/RETAIL DMM
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uando, però, il digitale è ancora un progetto speciale c’è il rischio che queste cose succedano, ahimè non è questo il problema più grande. Anche se non ci sono errori o discrepanze non gestire il digitale come parte integrante e costituente dell’insegna vuol dire avere una visione non attuale del mercato. Il consumatore da tempo ha dimenticato la distinzione fra fisico, digitale, cosa è su uno scaffale o su uno schermo di un dispositivo. Per lui sono semplici modi diversi per interagire con lo stesso brand o insegna commerciale. lità e il digitale debba essere la stessa cosa.
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on intendo dire che necessariamente il prezzo debba essere il medesimo. Per esempio, i convenience store hanno normalmente un premium price rispetto al grande supermercato della stessa insegna, e la differenza è proprio nella diversa offerta dello stesso prodotto. Nel caso in oggetto, però, la discrepanza è enorme, oltre il doppio del prezzo. A ciò si aggiunga l’ironia della possibilità di ritirarlo subito in negozio, azzerando un beneficio specifico del punto vendita.
della questione. Nel 2020 il digitale, sia esso sito, ecommerce o app, non deve essere disgiunto dalla filiera commerciale, è semplicemente un luogo di vendita come gli altri, per quanto virtuale. Nessuna direzione commerciale metterebbe due prezzi così diversi in due negozi adiacenti, anzi, grazie all’uso dello smartphone in due negozi coincidenti!
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na volta il digitale nasceva come progetto speciale in capo al marketing, all’IT o più recentemente sotto l’egidia del CDO, ne parlai proprio su queste colonne. I tempi sono maturi perché venga normalizzato completamente all’interno dei processi operativi e commerciali del retailer. n Paolo Pelloni Digital Club/Retail
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e l’e-commerce fosse una regione dell’insegna ci sembrerebbe non solo sconsiderato, ma anche impensabile. Poiché si tratta di un canale digitale lo guardiamo da un altro punto di vista, e qui arrivo al nocciolo DM MAGAZINE 61
CUSTOMER DMM
La comunicazione ai tempi dei
MicroMoments
Sempre più rilevante è il contextual commerce, ovvero vendere quando c’è il bisogno anche in forma digitale diretta o omnichannel.
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ome ormai risaputo, lo smartphone ha favorito la crescita “esponenziale” di importanza del Contextual&Micromoments Commerce. Nel mondo digitale tutte le informazioni viaggiano veloci, i potenziali clienti ricercano continuamente notizie real-time in grado di soddisfare immediatamente i loro bisogni, e di conseguenza la comunicazione deve guidare il consumatore e personalizzare le informazioni, su misura, affinché il brand sia presente nel momento del bisogno, con le informazioni di cui il consumatore ha necessità. Sempre più rilevante è il contextual commerce, ovvero vendere quando c’è il bisogno anche in forma digitale diret62 DM MAGAZINE
ta o omnichannel. I micromoments rappresentano dei punti cardinali di quando e come il cliente finale ha bisogno di soddisfare le proprie esigenze quotidiane (informazioni, selezione, acquisto, consegna, assistenza).
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er intercettare il contextual commerce e i micromoments tutta la comunicazione deve essere personalizzata e per farlo il metodo più efficace risulta essere l’applicazione e individuazione delle “personas” (personaggi creati a tavolino con archetipi basati su risultati di ricerche e creati per identificare i propri clienti, dando loro un nome, una storia personale e per
cercare di comprendere quali siano gli obiettivi che guidano il loro comportamento, quali i processi di acquisto da loro seguiti e quali le motivazioni che li inducono all’acquisto). Conoscendo meglio il proprio pubblico, possiamo ingegnerizzare e costruire Personas per il Marketing, che possono rappresentare i nostri clienti e ne possono identificare problemi risolvibili mediante i nostri prodotti/servizi. Quando si risolvono i problemi delle persone, le si rende felici: un cliente felice del nostro brand e dei nostri prodotti è un bene prezioso, perché si sentirà emotivamente coinvolto, si trasformerà in un cliente fidelizzato e inizierà a diffondere la propria storia di
CUSTOMER DMM
interazione positiva (customer satisfaction) con il nostro Brand.
informazioni le ha già trovate, ora vuole agire e andare. Farsi trovare a questo punto del bisogno, ed essere uno tra i primi, amplia notevolmente la possibilità di acquisire un nuovo cliente. Le ricerche su locali o luoghi “vicini a me” sono raddoppiati nell’ultimo anno.
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a personas oggi è più smart, richiede risposte immediate e con una consapevolezza diversa nel momento dell’atto d’acquisto. L’emozionalità delle persone e lo sviluppo della tecnologia fa sì che la personas cerchi informazioni subito, nel momento in cui gli viene in mente o ne ha bisogno. Da una ricerca svolta direttamente da Google, i brand ad oggi devono pensare alla vita delle personas, non fatte come giornate o ore, ma come singoli momenti, come singoli micro momenti della giornata, in cui l’emotività crea nelle persone il bisogno di ricercare informazioni, di prenotare un viaggio, di trovare un parrucchiere e qualunque altra esigenza del momento.
Google ci dice essere 4 i momenti fondamentali dove farsi trovare (i micromoments, appunto): 1. I-want-to-know-moment: voglio sapere Una continua ricerca di informazioni, per soddisfare curiosità. Qui il potenziale non vuole acquistare, almeno non ancora, ma è soltanto alla ricerca di risposte rapide e che possano soddisfare il problema che si è posto in quel momento. È la fase esplorativa del nostro utente. Il 65% degli utenti, infatti, cercano informazioni per gli acquisti sul proprio smartphone, anche dopo aver visto una pubblicità alla televisione. 2. I –want-to-gomoments: voglio andare In questa fase il cliente è molto più vicino alla fase d’acquisto. Le
3. I-want-to-buy-moments: voglio comprare La parola d’ordine, in questo caso, è farsi trovare con quello che il cliente ricerca, così da completare l’acquisto. Il cliente non sta aspettando altro che acquistare, un brand non può fare altro che farsi trovare lì in quell’esatto momento. Le convention rate dei device mobili sono aumentate del 29%. 4. I-want-to-do moments: voglio fare Dai dati di Google, si evince che il 91% degli utilizzatori di smartphone usano il device mentre stanno svolgendo i propri compiti, per cercare idee e consigli. Proprio per questo, è necessario farsi trovare anche in questo caso, tenendo presente che, soltanto nell’ultimo anno, sono state più di 100 mila le ore spese su Youtube dagli utenti nella ricerca di “how-to content”. n
Marco Zanardi Partner Beready, Presidente Retail Institute
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MERCATI DMM
Vegetali secchi, cereali e zuppe tra innovazione e tradizione
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MERCATI DMM
Il comparto, nell’anno terminante a giugno 2020, registra un incremento del +9% a valore trainato dai legumi secchi, che mostrano una crescita cross-canale e cross-area. Il mercato risulta vivace e con un’offerta diversificata, dove trovano spazio sia referenze innovative adatte ad uno stile di vita sano e dinamico, sia prodotti classici dalla cottura e dall’uso tradizionale.
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l mercato dei vegetali secchi, cereali e zuppe, nell’anno terminante a giugno 2020 (dati Nielsen, Totale Italia), registra performance positive mettendo a segno una crescita a valore del +9%. «Per quanto riguarda i canali distributivi – spiega Alessandro Togni di Nielsen – sono super e discount a guidare i buoni risultati del comparto, ma si evidenziano andamenti positivi anche per gli altri canali. Tra le aree sono invece il Nord-Ovest e il Centro Italia a portare i maggiori incrementi. A livello di singoli segmenti, invece, i legumi secchi trainano le vendite registrando una crescita cross-canale e cross-area, con i super che portano oltre il 50% dell’incremento. Tra i cereali, i risultati più soddisfacenti sono del farro e del cous cous».
I legumi secchi registrano le migliori performance Il segmento dei legumi continua il suo percorso di rilancio grazie al trend salutistico ormai consolidato e alla crescente attenzione all’apporto proteico degli alimenti. L’emergenza sanitaria che ha interessato questi ultimi mesi ha fatto crescere soprattutto i consumi domestici di prodotti di questa categoria. «In particolare i legumi secchi – sottolinea Matteo Merlin, direttore marketing di Pedon - hanno fatto registrare picchi di crescita molto importanti nel periodo tra marzo e aprile, nell’ordine dell’80%, secon-
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MERCATI DMM
Cereali e legumi in formato pasta Felicia, brand di Andriani, leader nell’innovation food, presidia il settore della pasta innovativa a base di legumi e cereali, nutriente, gustosa, bio e naturalmente priva di glutine. Con l’obiettivo di rivoluzionare lo scaffale, Felicia propone il più vasto assortimento di prodotti healthy che per la maggior parte sono costituiti da mono ingrediente (ad esempio Pasta 100% lenticchie rosse, oppure 100% grano saraceno, 100% fagiolo verde Mung...) e sono adatti a tutti coloro che conducono uno stile di vita sano ed equilibrato. La Pasta con Avena Felicia rispecchia gli attuali trend di mercato e segna una nuova era dell’alimentazione. Fonte di fibre, biologica, vegan e naturalmente gluten free, dal sapore unico e delicato, garantisce una cottura sempre al dente e la sua versatilità permette molteplici abbinamenti in cucina, dal dolce al salato. È buona anche fredda e in qualsiasi momento della giornata, tanto da essere indicata anche per chi desidera gustare un piatto di pasta fuori dai pasti.
do i dati IRI in nostro possesso. Questo risultato ha avuto un effetto positivo sulla categoria in generale in quanto non ha eroso la crescita dei prodotti a cottura o pronti».
Legumi e cereali ready to eat I legumi e i cereali hanno beneficiato negli ultimi anni di un importante processo di rinnovamento che vede un affiancamento del prodotto classico, dalla cottura e dall’uso tradizionale, a referenze innovative con nuovi contenuti di servizio,
rapide da preparare o pronte al consumo. Per rispondere a questa necessità del consumatore moderno, Pedon ha lanciato nel 2019 I Pronti, una gamma di cereali e legumi cotti a vapore senza conservanti, già pronti da gustare, perfetti per lo stile di vita contemporaneo. «Il 2019 è stato un anno importante per l’azienda - spiega Matteo Merlin - perché ha visto il via il nuovo progetto di marca che ha l’ambizioso scopo di rendere Pedon il brand di riferimento di legumi, cereali e semi,
offrendo al consumatore un modo di reinterpretare, rivedere e ricollocare questi prodotti nelle abitudini alimentari di ogni giorno». Lo scaffale si arricchisce anche grazie alla linea di piatti pronti AMÍO My Gourmet, tre ricette monoporzione in vaschette da 270 g, conservabili a temperatura ambiente: Zuppa di Legumi e Avena al Pomodoro; Lenticchie alla
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Liberi di scegliere di mangiare sano
Felicia. L’Avena che diventa Pasta. Fonte di fibre, biologica, vegan e naturalmente gluten free, la Pasta con Avena Felicia dal gusto unico e delicato consente molteplici abbinamenti in cucina, dal dolce al salato; è buona anche fredda e adatta a chi desidera gustare un piatto di pasta fuori dai pasti. Scopri tutte le altre referenze.
MERCATI DMM
Mediterranea con Erbe Aromatiche; Ceci speziati al Curry con Mirtilli Rossi. Le referenze sono frutto di una ricettazione originale realizzata con ingredienti biologici, senza conservanti, coloranti e senza glutammato. «AMÍO My Gourmet è l’inizio di un percorso che ha l’obiettivo di innovare una categoria che non ha ancora espresso a pieno le reali potenzialità in linea con i trend di mercato», dichiara Fabrizio Cantoni, direttore commerciale di Ilta Alimentare.
ma gustosi e di allargare il bacino di consumatori avvicinandosi anche ai giovani, ha fatto nascere nuove proposte. A primavera del 2020, infatti, Pedon ha lanciato la linea ‘I Legumi fatti a snack’, offrendo il legume in una veste inedita. Si tratta di ventiquattro referenze che rappresentano il perfetto equilibrio tra gusto e apporto nutrizionale, pensate per un acquisto d’impulso e un consumo
prettamente fuoricasa. Nella stessa direzione anche Colfiorito, che ha proposto la gamma #Mordilanatura, a base di fiocchi di legumi per una nuova idea di sfiziosi snack, resi ancora più gustosi e ricchi di elementi nutritivi da frutta secca e disidratata. Sei i mix disponibili: Rosso con uva sultanina, fiocchi di piselli, mandorle sgusciate, semi di zucca decorticati, mirtilli disidratati; Marrone con soia tostata, fave precotte, semi di zucca decorticati, nocciole tostate pelate; Verde con fiocchi di piselli e di fagioli borlotti, semi di zucca decorticati, mandorle sgusciate, uva sultanina, mela disidratata; Rosa con semi di girasole e zucca decorticati, mandorle sgusciate e anacardi crudi sgusciati; Viola con fiocchi di piselli,
I legumi diventano snack La grande versatilità dei legumi, unita alla volontà dei player del comparto di soddisfare i trend salutistici che premiano prodotti sani, DM MAGAZINE 69
MERCATI DMM
uva sultanina, nocciole tostate pelate, semi di girasole decorticati; Blu con uva sultanina, fiocchi di segale, noci sgusciate, semi di girasole e fiocchi di fagioli borlotti.
Una comunicazione multicanale Costruire un rapporto di fiducia con i consumatori è uno degli obiettivi fondamentali per le aziende, che investono in comunicazione in modo costante e mirato. La scelta ricade nella maggior parte dei casi su un piano di comunicazione multicana-
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le, declinato su mezzi come tv, radio, affissioni e web, con investimenti più consistenti sui social network, in grado di far conoscere il brand e le peculiarità dei prodotti in modo efficace. «Attraverso la nostra comunicazione vogliamo raccontare il brand e i suoi valori – spiega Valérie Hoff, direttrice marketing e comunicazione DimmidiSì-La Linea Verde – e costruire nel tempo una relazione autentica con consumatori e simpatizzanti, come nella recente campagna adv DimmidiSì “Tutto il gusto di stare inSìeme” ideata per divulgare un messaggio fortemente empatico rivolto al consumatore di questi mesi così particolari. Quest’anno abbiamo anche in programma di lavorare sulla comunicazione della nostra marca DimmidiSì, portando avanti il dialogo positivo già instaurato con i consumatori e avvicinandoci ancora di più a loro attraverso un progetto di storytelling: il racconto di chi c’è dietro il nostro brand e dei nostri valori portanti di italianità, freschezza, qualità». AMÍO ha,
invece, scelto di integrare l’out of home e il digital: la creatività della recente campagna, visibile nell’area metropolitana di Milano e composta da tre soggetti diversi, dedicati a ciascuna delle referenze AMÍO My Gourmet, ha avuto una declinazione molto coinvolgente sui social dell’azienda, a cui sono state affiancate azioni di influencer engagement con l’obiettivo di mettere in evidenza le diverse occasioni di consumo del prodotto.
La sostenibilità guida le scelte aziendali La sostenibilità è un asset fondamentale per le aziende del comparto che si impegnano quotidianamente nel salvaguardare la biodiversità, l’ambiente e la genuinità della materia prima. «La nostra azienda ha la sostenibilità nel suo DNA – afferma Michele Santilocchi, responsabile marketing di Fertitecnica Colfiorito – come si evince dal payoff “Storie di Terra e Fantasia”. Possiamo raccontare le storie di terra perché è lì che affondano le nostre radici, nel territorio unico in cui l’azienda e il brand sono nati e nella competenza che nasce dall’essere noi stessi
MERCATI DMM agricoltori con una nostra di azioni virtuose in quelità significa anche dare vita azienda agricola. È questo senso sono la scelta di ad azioni che abbiano valore sto che dà credibilità alla imballi e confezioni riciper le generazioni future: nostra conoscenza della clabili, di una filiera agriattraverso il progetto Edumateria prima, al nostro cola virtuosa a produzione cational, infatti, l’azienda essere capofiliera di filiere integrata, certificata sin vuole diffondere, soprattutto certificate in tutta Italia, dal 2002, l’ottimizzazione tra i più piccoli, l’importanza al nostro essere la prima delle acque di lavaggio di una sana alimentazione, PMI ad aver stretto una delle insalate e la refrige- promuovendo l’introduzione partnership con FAO». An- razione ad alta efficienza di legumi, cereali e semi con che Ilta Alimentare investe energetica in stabilimenmaggior frequenza nella in una filiera di alta quato». Per Pedon sostenibidieta di tutti i giorni.n lità, individuando le aree vocate alla coltivazione, promuovendo la relazione diretta con i produttori e l’impegno a valorizzare i piccoli e i medi produtTra i prodotti che piacciono ai consumatori troviamo le tori biologici regionali. referenze fresche, a base vegetale e ad alto contenuto di Grande sensibilità servizio, capaci di soddisfare le esigenze di chi ricerca un’aliper il tema per La mentazione sana ma non ha molto tempo da spendere ai fornelli. Linea Verde che Proprio per questo «La Linea Verde – afferma Valérie Hoff, direttrice nel 2019 ha avviamarketing e comunicazione DimmidiSì-La Linea Verde – investe in to ufficialmente modo costante nel mercato delle zuppe fresche all’interno del quale Dimun progetto di midiSì ricopre un ruolo di leadership e contribuisce a far crescere grazie Responsabilità anche alla strategia di segmentazione dell’offerta che riesce a conquistare Sociale d’Impresa target diversi: nel 2019 sono state ben 15 milioni le nostre ciotole di zuppe strutturato. «Il entrate nelle case degli italiani». In particolare, l’ultimo lancio del brand ha visto l’allargamento della limited edition estiva di zuppe fresche Profupiano – sottolimi dell’orto con la nuova Vellutata con peperoni rossi. La referenza, nea Valérie Hoff proposta nella ciotola monoporzione da 350 g riciclabile al 100%, è – mira a valorizzapreparata con ortaggi semplici, senza legumi, ed è caratterizzata re e sistematizzare da un sapore delicato e genuino. le tante azioni già intraprese dall’azienda in passato, quelle in corso e quelle future e lo fa puntando a perseguire gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dall’Agenda Globale 2030 dell’ONU. Esempi
Zuppe fresche express
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Emma The Sleep Company sceglie il Made in Italy
Il 2020 é un anno di grandi cambiamenti e di sfide per Emma The Sleep Company, azienda leader nella vendita di bed in a box ed operativa in ben 22 Paesi. Fondata nel 2015 con l’obiettivo di rivoluzionare la vecchia industria dei materassi e sviluppare nuove tecnologie e sistemi per il sonno, Emma ha rafforzato negli anni la sua presenza sul mercato italiano. Negli ultimi mesi il team ha lavorato a numerosi progetti, per offrire prodotti innovativi e migliorare i processi di produzione, mirando all’efficienza e qualitá dei materiali. Infatti, da Luglio 2020, Emma ha iniziato a produrre in Italia, affidando la realizzazione delle schiume dei materassi a Sitab, azienda storica specializzata nella lavorazione di poliuretano espanso e che vanta di una lunga esperienza nel settore. Una collaborazione che nasce dalla volontá di offrire sul mercato nazionale materassi progettati in Germania dalla tecnologia innovativa, ma dalla manifattura e qualitá Made in Italy. Una combinazione di fattori che creano un valore aggiunto per Emma ed i suoi consumatori.
Prodotto dell‘Anno #2020
emma-materasso.it
L’inizio della produzione in Italia ha coinvolto diversi partner strategici e confermato le aspettative del nuovo Country Manager Italia sulla strategia da seguire: Carlo Gasparri – “Vogliamo dare il giusto riconoscimento all’eccellenza della manifattura italiana ed offrire ai nostri consumatori prodotti dalla qualitá certificata. Spostando la produzione in Italia abbiamo la possibilitá di avvicinarci alle esigenze del nostro mercato e rispondere attivamente alle richieste degli italiani. Il mercato nazionale cambia e si sviluppa velocemente e noi di Emma vogliamo essere pronti a soddisfare l’alta domanda, adattando i prodotti ai bisogni dei nostri consumatori.”
Tra i numerosi riconoscimenti vinti in Europa,il materasso Emma Original è stato Eletto Prodotto dell’Anno 2020 in Italia ed ha ricevuto il sigillo Qualitá Ottima di Altroconsumo, guadagnando recensioni dai più autorevoli esperti di materassi come Andrea Pilotti di MaterassiMatrimonili.com
OPINIONE DMM MERCATI DMM
Portaerei e derive
Il mondo del retail negli ultimi anni è rimasto ammaliato dalle startup. Due mondi che si avvicinano e si studiano ed è utile l’opera di chi cerca di facilitare questo incontro
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orse questa grande crisi dei consumi e delle certezze porterà con sé una nuova stagione di integrazione tra la complessa macchina operativa della gdo e l’agilità delle statup innovative, che a vario titolo le gravitano attorno. l mondo del retail negli ultimi anni è rimasto ammaliato dalle startup, nel senso che ha visto in esse la scorciatoia per darsi una parvenza d’innovazione: quanti di voi sono riusciti a evitare le testimonianze in rapida successione di trentenni che elencavano con fierezza i propri fallimenti a una platea di manager ammirati di fronte a tanta sfrontata imprenditorialità? l peggio era che dal giorno dopo c’era sempre chi cercava di mettere in pratica le logiche e i processi della startup alla realtà strutturata e complessa dell’azienda della distribuzione,
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non importa se multiformat, multicanale, multiterritoriale, multitutto: un po’ come pretendere di governare una portaerei con le stesse manovre di una deriva. L’errore era ciò che accumunava la grande azienda strutturata alla startup, e quindi viva l’errore, purché foriero d’innovazione. a crisi, quella vera, sta mettendo fine a questo approccio tutto sommato poco proficuo, a favore di una integrazione di contenuti, più che di propensione al rischio; le aziende della Gdo e le startup si cercano e si trovano sul terreno delle soluzioni di prodotto, di processo e di servizio che il cliente pretende, per arrivare fino a quelle che appena immagina. ono due mondi che si avvicinano e si studiano ed è utile l’opera di chi cerca di facilitare
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questo incontro, con costante opera di scouting e di accompagnamento. La Gdo si sta ripensando e la creatività, l’energia e la semplicità che sono proprie delle startup innovative e delle soluzioni che propongono, le saranno indispensabili. ’ senz’altro una fase più matura del rapporto tra il mondo delle startup e quello del retail dove, fino a prova contraria, i clienti premiano l’evoluzione nella continuità, la coerenza della proposta nel tempo, l’apertura al cambiamento nella direzione indicata dal cliente, ma declinata nel territorio: questo dicono i numeri e le storie di successo delle più importanti aziende della Gdo italiana.n
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Marco Filipponi TradeLab Senior Consultant
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APERTURE DMM
IT’S Market,
una nuova via tracciata da Ingka Centres e Italmark Un nuovo format food immersivo, che mixa experience e servizio. Attenzione verso i produttori locali e la somministrazione in loco
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quattro anni dall’apertura di Elnòs Shopping, è stato inaugurato IT’S Market, un format distributivo inedito, progettato e sviluppato in partnership, da Ingka Centres e Italmark. Spaziando dalla funzionalità di una spesa veloce alla possibilità di una vera e propria food shopping experience, il concept mixa comfort, ingredienti di altissima qualità e proposte esclusive da assaggiare sul posto. esign dello spazio e merchandising mix, in IT’S Market nascono con l’ambizione di ampliare il bacino di interesse rispetto alle più tradizionali ancore grocery, e di anticipare i nuovi trend che stanno ridisegnando la quotidianità dei luoghi
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del commercio nel segno di due concetti chiave: esperienza e servizio. a rotazione del fronte casse, di novanta gradi rispetto alla galleria, permette al nuovo tratto una maggiore fluidità, così come la distribuzione delle aree sedute, interne e perimetrali, dedicate alla somministrazione. Per noi si tratta di un modo nuovo di vivere la spesa, un luogo che propone prodotti da gustare seduti al ristorante o da mettere nel carrello - spiega Marco Odolini, Ad di It’s Market- uno spazio in cui convivono grandi marche e piccoli produttori, dove l’eccellenza alimentare ha sempre un prezzo giusto. Tutto all’insegna di un’unica
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parola d’ordine: qualità”. e referenze totali sono oltre 14.000, con particolare rilevanza per il bio e le mdd Consilia. L’attenzione verso i produttori locali, tratto distintivo della nuova insegna, prevede 550 prodotti locali e alle 1.500 eccellenze dell’enogastronomia italiana, opportunamente evidenziate a scaffale con le scritte Eccellenze d’Italia e Produttori locali per spiegare i plus del prodotto e la storia del produttore. All’interno sono posizionate una friggitoria, una griglieria, il banco gastronomia, la Greenerie, con poke, smoothies, insalate, centrifugati, l’angolo sushi e Hamburgeria 62° con carne 100% italiana. n
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CONTACTS: EUROWASTE srl via Beato Pellegrino, 23 35137 Padova (IT) / t +39.049.8726986 info@venicesymposium.it OFFICIAL WEBSITE: www.venicesymposium.it
VENICE ORGANISED BY: IWWG / INTERNATIONAL WASTE WORKING GROUP DATE: 16-19 NOVEMBER 2020 NEW! VIRTUAL EVENT
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8TH INTERNATIONAL SYMPOSIUM ON ENERGY FROM BIOMASS AND WASTE
NEW FORMAT. NEW TOPICS CALL FOR ABSTRACTS RE-OPENED
VENICE 2020 IS GOING VIRTUAL: CALL FOR ABSTRACTS RE-OPENED We are excited to present the new digital format for the 8th edition of the Venice Symposium - International Symposium on Energy from Biomass and Waste. With the transition to the virtual event we have the chance to re-open the call for abstracts and to introduce additional topics. Full list available on the symposium website: www.venicesymposium.it/topics Proposals can be submitted within 14th September through the online submission form.
NEW FORMAT: BE PART OF IT Oral sessions: Similar to the traditional sessions, virtual ones will be structured as a set of oral presentations followed by a moderated live discussion. The sessions will allow for live interaction between speakers and participants: using the Q&A tool, delegates will be able to send questions which will be answered live by the authors. Attendees may also be invited to join the discussion with camera and microphone. Workshops e round tables: Workshops, which are primarily focused on open discussion among participants, will mainly be organized as highly interactive live sessions, during which attendees can be a part of the debate with camera and microphone. E-poster sessions: Virtual posters will be provided as PDF files, accessible at all times and easily downloadable. The e-posters can also be enriched with slides or video presentations. Delegates will be able to comment and ask questions to the authors via Q&A and chat. Meet the expert: Live sessions featuring keynote speeches delivered by highly reputed scientists who will examine specific topics in great depth and answer questions from delegates. In the ring: Two speakers will discuss a controversial topic on which they have diametrically opposite views, highlighting pros and cons of the issue. A moderator will manage the discussion and introduce questions from the audience in order to fuel the debate. Science Slam: Sessions dedicated to young scientists who will have the opportunity to present their projects and research works in a captivating way. A jury made up of leading experts, who will also be available for comments and suggestions for the researchers, will vote for the best presentation. SEND US YOUR PROPOSAL! For further information please contact the Organising Secretariat at info@venicesymposium.it
REGISTRATION As the Symposium will be held entirely digitally, the fees have been reduced. Please visit: www.venicesymposium.it/en/entrance-fees EARLY BIRD DISCOUNT AND SPECIAL CUMULATIVE FEES AVAILABLE! Register now by filling the online form: www.venicesymposium.it
IMPRESE DMM
Bauer,
la multicanalità al centro della
strategia
Massimo Di Filippo, nuovo direttore commerciale Bauer, manager dalla pluriennale esperienza presso realtà aziendali di rilievo in cui ha acquisito conoscenze su più canali distributivi, illustra le nuove linee guida.
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a storica azienda trentina specializzata in dadi da brodo e insaporitori ridisegna il business aziendale ancora fortemente polarizzato sulla Gdo adottando una nuova strategia commerciale che punta a un presidio qualitativo, continuo e crescente, di tutti i canali di vendita, garantendo la massima soddisfazione del trade e una grande attenzione verso il consumatore. Ne abbiamo parlato con Massimo Di Filippo, nuovo direttore commerciale Bauer, manager dalla pluriennale esperienza presso realtà aziendali di rilievo in cui ha acquisito conoscenze su più canali distributivi. Cosa porta in Bauer dalle sue esperienze lavorative passate? Dalle mie esperienze professionali precedenti porto sicuramente la multicanalità. Il
nostro prodotto è attualmente focalizzato nella Gdo e questo è un vero peccato perché Bauer si presta bene anche ad altri canali distributivi, come il normal trade e il food service. Per quanto riguarda il normal trade, punteremo ai fiori all’occhiello delle aree urbane e quindi ci rivolgeremo a macellerie, salumerie, panetterie e punti vendita di alta fascia la cui offerta è differenziata anche attraverso un assortimento di qualità. Il terzo canale che andremo a presidiare è il food service, coinvolgendo tutti quei ristoranti di alto livello guidati da chef appassionati di cucina e capaci di selezionare ingredienti di prima scelta. Quali sono le linee guida per il futuro dell’azienda? Le principali linee guida sono due: avviare un processo di
multi canalizzazione del business e mettere al centro di tutte le nostre argomentazioni gli elementi differenzianti che, per quanto ci riguarda, sono i contenuti di servizio di tutta la nostra gamma e la lista ingredienti corta che caratterizza l’ineccepibile qualità dei nostri prodotti da oltre 90 anni. Quanto è importante per Bauer la sostenibilità e quali azioni sono state messe in campo? La sostenibilità per Bauer è un concetto che si esprime a 360°. La sensibilità per questo tema è insita nel nostro DNA e le numerose certificazioni ottenute ne sono una tangibile conferma.n Leggi anche: “Bauer progetta l’ingresso nel food service e nel normal trade”
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MERCATI IMPRESE DMM DMM
Sama
presenta la linea di frutta conservata al naturale
Frutta go!
L’azienda padovana specializzata da oltre 20 anni in frutta conservata e conserve vegetali continua il percorso di ampliamento del proprio portafoglio prodotti con la nuova gamma di frutta in coppette sciroppo-free e ready to go a marchio Fattoria dei Sapori.
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attoria dei Sapori, brand di Sama posizionato in fascia premium e specializzato nella frutta secca e conservata, lancia nel reparto ortofrutta dei principali iper e super le coppette Frutta GO!, la nuova linea ready-to-eat di frutta conservata al naturale. La novità interpreta la versatilità di consumo della frutta in ogni momento della giornata rivolgendosi a un consumatore giovane e abituato all’on-the-go. Un nuovo modo di consumare la frutta: a casa, a scuola, al lavoro o dovunque sorprenda la voglia di qualcosa di fresco e buono. acedonia, ananas e pesca, da sempre prodotti core business dell’azienda, evolvono ora in un nuovo pack trasparente con pratica for-
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chetta integrata diventando il giusto spezza-fame per uno spuntino salutare perfetto per chi ha uno stile di vita dinamico e sportivo, grazie all’assenza di zuccheri aggiunti e sciroppo. on la nuova linea di prodotti sciroppo-free e ready to go, Fattoria dei Sapori rompe la tradizione della frutta sciroppata entrando nel mondo del conservato al naturale: zero sciroppo, solo succo e frutta in cubetti in tre differenti gusti per un prodotto 100% “mangia e bevi”. La gamma, disponibile nel formato da 200 g, comprende: Frutta GO! Pesche con cubetti di pesche al naturale; Frutta GO! Ananas con cubetti di ananas al naturale; Frutta GO! Macedonia con cubetti
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di pesche, pere e ananas al naturale. on il lancio di Frutta GO! l’azienda padovana, che opera nel canale della grande distribuzione con focus particolare allo sviluppo di private label per le principali insegne distributive italiane, prosegue nella sua mission di innovare un settore considerato fortemente tradizionale come quello della frutta conservata. ltre alla nuova linea, l’azienda sta sviluppando per il comparto delle conserve vegetali un futuro ampliamento di gamma, mentre per quanto riguarda gli snack salati è stato effettuato qualche mese fa il lancio di due nuove referenze. Sama è inoltre presente nei comparti dolcificanti e sciroppi bio e frutta secca.n
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REAL ESTATE DMM
Riqualificare: il bello difficile Nella scorsa puntata abbiamo visto come il settore della logistica riscuota un interesse crescente fra gli addetti del settore immobiliare. Vediamo ora come il settore sta affrontando la congiuntura
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nche se esaminato da un punto di vista meramente tecnico, riqualificare un edificio è un concetto che va oltre il significato letterale della parola: risanare, riportare a nuova vita. È certamente una discussione che si alimenta da diverso tempo e che, soprattutto di recente, si è estesa anche a spazi pubblici o città. Ed in effetti riqualificare, un edificio o un quartiere, ha a che fare con lo spazio, con il luogo. Con la sua definizione di “non luogo” l’antropologo francese Marc Augé ha
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rafforzato, dandogli appunto una nuova prospettiva, il concetto di luogo: «Se un luogo può definirsi come identitario, relazionale, storico, uno spazio che non può definirsi né identitario, né relazionale, né storico lo definirò un non luogo». Ecco, l’Italia è ricolma di luoghi (edifici, quartieri, spazi pubblici…) che per diversi motivi rischiano di diventare, o sono diventati, dei non luoghi. Pensiamo alle fabbriche, espressione di un modo produttivo che spesso non è stato in grado
di ammodernarsi o di resistere alla concorrenza e che nel frattempo, per l’inarrestabile processo di urbanizzazione si sono trovate nel giro di pochi decenni, da fulcri periferici della vita economica e sociale dell’uomo a tristi “vuoti urbani”. La sfida di una parte dell’urbanistica è stata incentrata a dare nuova vita a questi luoghi, promuovendo azioni di riqualificazione, recupero urbano ecc. Che questa nuova pianificazione potesse diventare anche una sfida imprenditoriale, tuttavia, era
REAL ESTATE DMM tutt’altro che scontato. Una riqualificazione – soprattutto se portata avanti da un privato – comporta difficoltà maggiori di una edificazione ex-novo e certamente più rischi. Nondimeno il risultato è talvolta destinato a esprimere valori e sensazioni che restano impressi nel tessuto socioeconomico proprio in virtù della loro pregressa valenza identitaria, relazionale, storica che, appunto, con la riqualificazione trova nuova vita e significato. Riqualificare, si diceva, ha quindi una funzione ulteriore rispetto all’operazione edilizia o immobiliare o architettonica in sé è per sé; contrasta il diffondersi dei non luoghi riportandoli alla condizione originaria in una diversa modalità che gli consente di espletare la sua funzione di accogliere l’Uomo e consentire a questo di esprimersi nelle sue attività relazionali e di autorappresentazione.
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saminiamo due esempi che incarnano questo concetto di riqualificazione, ovvero ad Arese (MI) “Il Centro” e a Napoli “La Birreria”. Nel primo caso si tratta dell’ex stabilimento Alfa Romeo, importante centro produttivo che arrivò nel suo punto di massimo splendore ad impiegare quasi 20mila maestranze; oggi ha nuova vita con un centro commerciale (il più grande d’Italia), un centro sportivo, il museo dell’auto, un centro di guida sicura. L’opera di riqualificazione è sintetizzata nelle parole di Davide Padoa (Design International) proget-
tista del centro: «Il Centro ha trasformato la vecchia sede dell’Alfa Romeo da una fabbrica di macchine a una fabbrica di esperienze». Nel secondo caso si tratta dell’ex stabilimento Peroni, eccellenza architettonica e produttiva fino agli anni 2000 cara al cav. Peroni tanto da ospitare al suo interno due chalet per la mescita di birra a importanti ospiti in visita; dal 2019 si è riaperto alla città con un centro commerciale, un grande parco urbano, uffici e presto una palestra e un centro polidiagnostico. Anche qui, possiamo catturare un altro aspetto della riqualificazione, nelle parole di Adolfo Suarez (L22) progettista del centro: «un luogo destinato a diventare un nuovo polo di aggregazione e riferimento per la città, un fulcro vitale dove socializzare».
futuro. Al contrario, il pubblico dovrebbe giovarsi di questo motore che cerca la relazione con i luoghi per favorirla, con procedure più snelle e, possibilmente integrarla, con investimenti nei quartieri, nella viabilità, negli spazi urbani.n Alberto Deiana Project Management and Real
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isogna però dire che, seppur queste grandi opere hanno o avranno il loro significato per l’investimento realizzato, potranno dirsi completate nella più ampia ottica di riqualificazione soltanto quando il loro intento verrà emulato da altri privati e dalla pubblica amministrazione, in un circuito virtuoso che possa favorire il recupero di sempre più ampi “pezzi” di territorio. Pubblico e privato spesso si contrappongono, rifiutano il dialogo e intere aree procedono autonomamente senza alcuna relazione, dando origine a spazi disomogenei e frammentati con nessuna visione di DM MAGAZINE 81
TECNOLOGISTICA DMM
Gestione supply chain, come l’emergenza sanitaria ha cambiato le abitudini di acquisto
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o scorso 22 luglio si è tenuta la tavola rotonda digitale organizzata da Generix Group, software vendor specializzato in soluzioni SaaS (Software as a Service) per la gestione della supply chain, incentrato sui cambiamenti che l’emergenza sanitaria ha prodotto sulle abitudini di acquisto dei consumatori. l dibattito, moderato da Massimo Marciani, Founder & Chairman di Fit Consulting e Freight Leaders Council, hanno preso parte Paolo Berto, Direttore della business unit e-commerce di Brivio&Viganò, e Gianluigi Bassani, Direttore Marketing de Il Gigante, entrambe aziende che hanno scelto di avvalersi delle soluzioni e del know how di
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Generix Group per la gestione digitale della propria supply chain e, in particolare, della logistica in magazzino. oretta Chiantaretto, General Manager di Generix Group, ha raccontato come l’azienda ha risposto alle mutate esigenze logistiche dei propri clienti, fortemente perturbate dalle condizioni generate dal lockdown, e come la tecnologia sia stata determinante nel garantire la continuità operativa delle aziende della filiera. ichela Fioretto, Senior Project Manager di Fit Consulting, ha introdotto il dibattito analizzando la crescita esponenziale che ha interessato il canale e-commerce durante i mesi ed immediatamente a seguito del
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TECNOLOGISTICA DMM tinamente siano cambiate certe inveterate abitudini d’acquisto dei clienti italiani, che ad esempio per i pagamenti sono passati dal contante al digitale nel giro di qualche giorno, agevolando così anche il processo di consegna. enerix Group ha spiegato come ha garantito l’operatività dei propri clienti, supportandoli nell’organizzazione delle attività completamente da remoto, grazie soprattutto al loro impiego della tecnologia SaaS. Ha potuto ad esempio sostenerli nella tempestiva implementazione di soluzioni alternative, tra cui l’allestimento di magazzini temporanei idonei alla gestione dell’improvviso aumento dei volumi, e nell’avvio di nuovi committenti, come accaduto sul deposito di Brivio&Viganò con alcune aziende operanti sui mercati alimentari, gestendo tutte le fasi dall’analisi fino al go-live senza presenza fisica. Chiantaretto ha poi illustrato il caso di un’azienda cliente leader nel mondo nella produzione lattierocasearia che in Russia e in Canada, grazie all’impiego di nuove tecnologie tra cui i Google glasses, ha effettuato il monitoraggio da remoto delle operazioni di magazzino ed avviato nuovi progetti. conclusione del dibattito, è infine emerso come le esperienze maturate in tale contesto suggeriscano la necessità di un cambio di rotta verso un sistema logistico più fluido e sostenibile, in cui l’ottimizzazione del servizio passi anche per la condivisione e la collaborazione: Generix ha ricordato che le piattaforme informatiche messe a disposizione dal Gruppo consentono l’ottimizzazione di sistemi complessi di supply chain permettendo, ad esempio, la condivisione di magazzini, mezzi di trasporto e processi di approvvigionamento, nel rispetto della privacy dei dati di ciascun cliente.n
G lockdown: le vendite online della Gdo, infatti, hanno raggiunto il +300% e, a luglio, il 96% dei consumatori continuava ad avvalersi della consegna a domicilio, mentre il “click and collect”, cresciuto a tripla cifra, registra ancora performance positive. ’incremento dei volumi della spesa online con consegna a domicilio ha portato Il Gigante ad ampliare la capacità produttiva del darkstore adibito alla preparazione degli ordini e ad adeguare gli slot presenti nella sezione ecommerce del sito internet in modo da renderli coerenti all’impennata degli acquisti, che si è attestata attorno al +400% e che ovviamente ha avuto notevoli ripercussioni sulle tempistiche di consegna delle spese. Anche il ricorso a partner aggiuntivi per la gestione del trasporto e all’organizzazione di turni del personale su quasi 24 ore ha consentito al distributore di poter assicurare il servizio ai consumatori. aolo Berto di Brivio&Viganò ha parlato della tempestiva riorganizzazione interna che il 3PL ha dovuto effettuare per poter garantire la sicurezza sia degli operatori che dei consumatori intercettati in fase di consegna. Ha poi sottolineato quanto repen-
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NEWS DMM
La Linea Verde: soddisfazione per i dati del bilancio 2019
Matt e Bonifiche Ferraresi si alleano nel segno del benessere
Il 2020, contrassegnato dalla pandemia da Covid, costringe il Gruppo La Linea Verde a rallentare il percorso di sviluppo, ma senza intaccare i ricavi. I risultati ottenuti all’estero e grazie all’export hanno permesso di mantenere il livello di fatturato e il portafoglio clienti. Sul fronte export, il Gruppo segna il proprio ingresso sul mercato olandese, grazie all’avvio di una significativa collaborazione con un cliente tra i più affermati operatori nella distribuzione locale. Soddisfazione anche per i dati del bilancio 2019. Continua infatti la crescita del Gruppo, che chiude il bilancio consolidato al 31.12.2019 con un fatturato pari a 322 milioni di euro, in crescita del 10% sull’esercizio precedente (293 mio€), confermando il trend positivo che lo ha visto negli ultimi anni protagonista del settore della produzione di IV gamma e della produzione di piatti pronti freschi.
Nel Gruppo Master Investments - holding della famiglia Sacchi, che opera nel settore del benessere attraverso partecipazioni detenute in A&D Spa (marchi Matt e Forsan), Salix (integratori alimentari, dispositivi medici e prodotti dietetici), Almas (bevande, succhi e creme vegetali), Mare (gestione di immobili strumentali) - entra, con una quota del 35%, B.F. Spa. Quotata all’Mta, B.F. è a capo di società attive nel mondo agro-industriale, fra le quali il gigante agricolo Bonifiche Ferraresi che, con i suoi 6.700 ettari, è la più grande azienda agricola italiana per Superficie agricola utilizzata (SAU). Il risultato è la nascita di Progetto Benessere Italia (Pbi), nuovo nome di Master Investments, detenuta per il 65% dalla famiglia Sacchi, tramite la nuova holding MayMat Investments, e per il 35% da B.F.
Fratelli Ibba prevede 50 nuove aperturea 250 punti vendita, che punta a una crescita organica e alla promozione del made in Italy. A erogare la grossa somma è Cassa depositi e prestiti, attraverso un contratto di finanziamento della durata di 72 mesi, assistito dalla garanzia di Sace nell’ambito del programma Garanzia Italia. Le risorse saranno impiegate per il completamento di una serie di investimenti previsti dal piano industriale 2020-2022. Il nuovo piano di sviluppo vuole rendere maggiormente capillare la rete diretta, in particolare nel Lazio, arrivando a superare i 300 supermercati e superstore Crai Extra entro la fine del 2022.
RetailPro sigla accordo con Nocera Bros per lo sviluppo nel Sud Italia RetailPro, nuova realtà nel panorama del retail nata dalla partnership strategica con Pam Franchising, società di Gruppo Pam, annuncia di aver siglato un importante accordo con Nocera Bros, azienda della grande distribuzione con un fatturato di 50 milioni di euro, cinque supermercati e un cash and carry presenti nel territorio di Napoli e provincia. L’intesa tra le parti prevede l’ingresso di Nocera Bros nel capitale di RetailPro e il passaggio dei punti vendita del gruppo napoletano sotto l’insegna Pam, in linea con l’ambizioso piano di sviluppo di RetailPro che ha in programma per il 2021 l’apertura di 100 negozi nel sud Italia.
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VIDEO DMM ITALMARK E INGKA CENTRES INAUGURANO IL NUOVO FORMAT DISTRIBUTIVO IT’S MARKET Apre al pubblico It’s Market, l’inedito format distributivo creato in partnership da Ingka Centres e Italmark appositamente per Elnòs Shopping. A monte del progetto vi sono l’ambizione di ampliare il bacino di interesse rispetto alle tradizionali ancore grocery e la volontà di anticipare i nuovi trend legati agli spazi commerciali che intendono coniugare esperienza e servizio. Ne abbiamo parlato con Marco Odolini, Amministratore Delegato di It’s Market.
ALDI INAUGURA IL PUNTO VENDITA DI SEGRATE (MI) Continua a ritmo serrato il piano di sviluppo e di investimenti locali di Aldi, parte del Gruppo Aldi Sud, che amplia la sua offerta discount con l’apertura del punto vendita di Segrate a Milano. Il nuovo store è situato nel quartiere Lavanderie in via Cassanese, si estende su una superficie di oltre 1400 metri quadrati e vanta quasi 170 posti auto gratuiti a disposizione dei clienti del parco commerciale. L’assortimento comprende oltre 120 referenze tra frutta e verdura, l’85% di linee a marchio proprio e il 75% di prodotti alimentari da fornitori italiani selezionati. Certificato in classe energetica A, il nuovo punto vendita rispetta le politiche di sostenibilità ambientale del Gruppo ed ha previsto la creazione di 18 nuovi posti di lavoro, portando a 544 il numero di collaboratori dell’insegna in Lombardia.
MEDIAWORLD INAUGURA A MILANO IL PRIMO TECH VILLAGE AL MONDO Mediaworld ha aperto a Milano, in viale Certosa, il primo Tech Village al mondo, un experience center interamente dedicato all’innovazione. Su una superficie di 11mila metri quadrati, il Village impiega circa 150 persone e vede la presenza diretta dei principali leader tecnologici internazionali con oltre 24 “botteghe” gestite dai principali brand leader del settore. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con l’architetto Fabio Novembre e all’inaugurazione hanno partecipato il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, il Presidente della Commissione Attività Produttive Gianmarco Senna, l’Assessore all’Urbanistica Pierfrancesco Maran e il CEO Italia & Europe Executive VP di MSH Group, Guido Monferrini che ha rilasciato una dichiarazione ai nostri microfoni.
CONSORZIO PROMOTRE 2.0 INAUGURA IL PRIMO PDV A TORINO CON INSEGNA PIÙME Il consorzio Promotre 2.0 porta avanti il proprio progetto di espansione della rete inaugurando a Torino il primo punto vendita con l’insegna PiùMe. Nel 2019, infatti, l’evoluzione del consorzio in Promotre 2.0 ha avviato ufficialmente il progetto di unificazione delle insegne drug, culminata nell’apertura del nuovo negozio torinese. Lo store si estende su una superficie di circa 200 metri quadrati, è situato in una zona residenziale del capoluogo piemontese ed è caratterizzato da un format innovativo pensato per rendere confortevole l’esperienza di acquisto, con un assortimento che prevede il 65% di articoli dedicati alla persona e il 35% di prodotti dedicati alla casa. È recente, infine, la nascita della new-co Sviluppo Sud srl che vede coinvolte due nuove società già consorziate Crai e che sarà finalizzata al completamento della distribuzione su tutto il territorio nazionale. Ne abbiamo parlato con Pietro Paolo Tognetti, Presidente Consorzio Promotre 2.0.
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