Coricio di Gaza e la sua opera, a cura di Eugenio Amato, Lucie Thévenet, Gianluca Ventrella

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Aldo Corcella

non lo fanno né per interesse né per malizia e meritano di essere chiamati ἀστεῖοι ... καὶ εὐχάριτες (2, 2, 12); e dello stesso Ciro aveva detto che, dopo essere stato un bambino espansivo e irruente come un cucciolo, crescendo ἡσυχαίτερος μὲν ἦν, ἐν δὲ ταῖς συνουσίαις πάμπαν ἐπίχαρις (1, 4, 4). La sfera del divertimento, della rilassatezza, di un atteggiamento più leggero nei confronti della vita è insomma da Coricio descritta con termini che già di per sé evocano affabile socialità e moderazione, e escludono gli aspetti più volgari, eccessivi e sguaiati. Le parole scelte contribuiscono quindi esse stesse a evocare una situazione di equilibrio, senza eccessi: un uomo serio che sappia, nelle circostanze della vita sociale che lo richiedono, scherzare e divertirsi non può che essere civile, e promanare grazia. Procopio, Stefano, lo stesso Marciano sono così, e rappresentano quindi al meglio quella comunità gazea che sa celebrare feste gioiose ma non immorali. 3. Alla luce di quanto abbiamo fin qui visto, è ora possibile tentare una lettura più attenta dell’Apologia mimorum, da sempre oggetto di interpretazioni divergenti. Il mimo era, come è noto, oggetto di aspre critiche da parte di alcuni ambienti ecclesiastici e però continuava, nell’età di Giustiniano, ad essere una vitale forma di spettacolo, spesso presente nelle feste8. Coricio lo difende dagli attacchi, sostenendo che il divertimento offerto dai mimi è sano e innocuo, e non si collega a corruzione morale; ma in che spirito lo fa? Secondo alcuni interpreti, l’Apologia mimorum addirittura proverebbe un fondamentale paganesimo del retore, in polemica con gli scrupoli cristiani9; altri hanno voluto invece 8

Oltre l’introduzione all’edizione di I.E. Stefanis, Χορικίου σοφιστοῦ Γάζης Συνηγορία μίμων, Thessaloniki 1986, si vedano in particolare G.J. Theocharidis, Beiträge zur Ge-

schichte des byzantinischen Profantheaters im IV. und V. Jahrhundert, hauptsächlich auf Grund der Predigten des Johannes Chrysostomos, Patriarchen von Konstantinopel, Diss. München, Thessaloniki 1940; O. Pasquato, Gli spettacoli in S. Giovanni Crisostomo: paganesimo e cristianesimo ad Antiochia e Costantinopoli nel IV secolo, Roma 1976; L. Lugaresi, Il teatro di Dio. Il problema degli spettacoli nel cristianesimo antico (II-IV secolo), Brescia 2008. 9 Così specialmente T. Barnes, Christians and the Theatre, in Roman Theater and Society, ed. by W.S. Slater, Ann Arbor 1996, pp. 161-180 (nella ristampa in Beyond the Fifth Century. Interactions with Greek Tragedy from the Fourth Century BCE to the Middle Ages, ed. by I. Gildenhard and M. Revermann, Berlin-New York 2010, pp. 315-334,


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