sportiva. Questa valle, conosciuta soprattutto per l’arrampicata, con le celebri pareti del Caporal e del Sergent, o per le vie di montagna del Piantonetto, o ancora per le cascate di ghiaccio come Balma Fiorant, e per altre mille attività legate alla montagna estive e invernali, offre ora una nuova possibilità per vivere e scoprire questo territorio, e ciò grazie principalmente al lavoro di Daniele, ma anche mio e dei nostri amici. Qualcuno dirà che non è possibile paragonare uno sport come l’alpinismo o le cascate di ghiaccio al canyoning. Eppure, sono sicuro che la molla che scatta nella testa e spinge le persone ad avventurarsi su vie di montagna, non è molto diversa da quella che ci spinge verso le discese delle gole dei canyon: in entrambi i casi la componente è la ricerca dell’avventura, l’emozione della scoperta, del crescere e del misurarsi con la natura, qualcosa a cui si deve rispetto, che sia una cascata d’acqua da discendere come percorso di canyoning oppure da risalire con picca e ramponi in inverno. È questo lo spirito che ha dato il via a questa guida, la ricerca
delle nostre possibilità, dei nostri limiti, di quello che siamo, attraverso questo sport, come potrebbe anche essere per altre attività sportive. La ricerca di nuovi percorsi ci ha permesso di crescere insieme, di vivere momenti belli, avventurosi ed entusiasmanti che auguriamo a tutti quelli che ripercorreranno queste gole. Attraverso i suoi dati semplici e immediati ci auguriamo sia possibile rivivere le emozioni che noi abbiamo provato per realizzarlo, in un territorio ricco di storia, legato alla montagna e alla sua scoperta. Anche se molto rimane ancora da fare, questo libro può essere un punto di partenza per una diffusione più ampia del torrentismo nelle nostre zone, compresa la Valle d’Aosta, territorio fin’ora poco conosciuto per il canyoning e terreno quasi esclusivo di compagnie commerciali. In chiusura non posso che ringraziare di cuore tutti quelli che hanno partecipato con me e Daniele a questo bellissimo viaggio. Dino
Torrente Borettaz. S. Carlarini in posa (foto L. Dallari)