La costa dal mare, guida Liguria orientale da Deiva a Montemarcello

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La costa dal mare Con pagaia o remi lungo la riviera

2. Guida della costa ligure orientale da Deiva a Montemarcello

Tour Cinque Terre e Porto Venere Mappe online

Edizioni CoastalTouring 1



La costa dal mare Con pagaia o remi lungo la riviera ligure

2. La costa ligure orientale il litorale spezzino fino a Montemarcello

Š 2019

Edizioni CoastalTouring 1


Borghi come gemme incastonate lungo la costa La riviera ligure orientale è caratterizzata da ampi tratti di aspra scogliera tagliata da ripide valli ortogonali alla costa dove sorgono caratteristici paesi marinari ancora, in buona parte, intatti dalla recente urbanizzazione. Nella foto Riomaggiore. 2


La costa ligure orientale il litorale spezzino fino a Montemarcello

La parte più orientale dell’arco di costa

ligure, che coincide in buona parte con la provincia di la Spezia, si caratterizza per la presenza di un’orografia importante e articolata con cui nei secoli gli abitanti hanno dovuto relazionarsi e quindi trovare un equilibrio sostenibile. In questo tratto, infatti, ad eccezione del golfo e della piana dove sorge il capoluogo - entrambi ampiamente sfruttati dall’ottocento per fini commerciali e militari - non esistono ampi approdi sicuri e la montagna scende direttamente al mare con ripidi pendii o falesie verticali. Pertanto, se si esclude il porto commerciale e il grande arsenale della Marina Militare a La Spezia, la nautica storicamente si è limitata al piccolo cabotaggio o alla pesca di sostentamento. L’attività principale è stata infatti la coltura delle pendici attraverso la tecnica del terrazzamento con muri a secco. Chilometri di muri in pietra, che sorreggono viti, olivi e culture orticole, hanno trasformato il paesaggio creando un ambiente unico e suggestivo, soprattutto nel celebre tratto di litorale denominato “Cinque Terre” per i cinque piccoli borghi che si susseguono lungo la costa. Il riconoscimento dell’unicità di questo paesaggio è stato sancito dall’inserimento del sito nella lista Unesco dei patrimoni dell’Umanità e l’importanza della sua tutela confermato dalla creazione del Parco Nazionale. Le ulteriori aree protette di Portovenere, isola Palmaria e Monte Marcello dovrebbero altrettanto

Appennini in mare Lungo la costa spezzina i contrafforti appenninici scendono al mare toccando l’acqua con ripide pareti interrotte solo da strette valli e brevi spiagge. Solo a La Spezia il litorale si abbassa, ma in quel tratto le infrastrutture portuali limitano l’accesso al mare. 3


La costa levantese Le Cinque Terre Portovenere Le isole spezzine Montemarcello

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L’arco della riviera

garantire la conservazione dell’ambiente naturale costiero dalla speculazione edilizia e da un eccessivo sfruttamento turismo. Compito questo certamente non facile soprattutto per i borghi e i sentieri delle Cinque Terre presi letteralmente d’assalto nell’alta stagione da moltitudine di vacanzieri. Altrettanto preoccupante è l’abbandono delle attività agricole, e la conseguente cura delle pendici terrazzate, che ha determinato negli ultimi anni gravissimi problemi idrogeologici. Per queste ragioni la visita della costa con imbarcazioni a remi consente da un lato di godere della bellezza e della suggestione di uno dei luoghi più spettacolari del Mediterraneo, dall’altro di evitare vie troppo battute e sperimentare un tu-

Da Deiva alle isole si disegna un arco di circa 35 Km a cui segue il golfo spezzino per altri 25.

Pietre intagliate Le rocce della scogliera del Muzzerone intagliate dall’erosione del mare e quelle della loggia della chiesa di S.Pietro a Portovenere modellate da abili scalpellini medievali. A sinistra: scorcio dello scoglio del Ferale nella costa presso Campiglia.

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3 1 Costa levantese 2 Cinque Terre 3 Portovenere e golfo 4 Palmaria e isole 5 Montemarcello

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rismo sostenibile e non invasivo. La vista dal mare consente poi di apprezzare pienamente le caratteristiche ambientali e di vivere un’intensa esperienza al ritmo degli antichi navigatori di cabotaggio. Inoltre molte aree marine sono protette e l’accesso è spesso limitato salvo la balneazione e il transito delle imbarcazioni a remi. Accedere in canoa al porticciolo di un borgo delle Cinque Terre o costeggiare una frastagliata falesia, altrimenti inaccessibile, è pertanto un’esperienza unica e memorabile ■

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Il castello dei Malaspina a Levanto I Malaspina, feudatari di Levanto, eressero un castello nel XII secolo a protezione del borgo, sui resti di quell’edificio la Repubblica genovese alzò l’attuale fortezza due secoli più tardi. 6


La costa levantese Da Deiva Marina a Punta Mesco

L’itinerario costiero dalla valle del tor-

rente Deiva al promontorio di Punta Mesco è caratterizzato dall’incombere dei primi contrafforti appenninici che scendono direttamente al mare. Le vie di comunicazione tra i borghi di costa e in riviera sono per questo tortuose e disagevoli, così come i collegamenti con la viabilità principale che corre alta in quota. Tuttavia l’asprezza orografica è mitigata dalla verde macchia mediterranea e dai terrazzamenti, purtroppo sempre più lasciati incolti. La costa spesso alta e frastagliata è ricca di calette mentre, in corrispondenza dei paesi di Bonassola e di Levanto, si apre in due larghe insenature dal litorale sabbioso. Quanto spettacolare è il panorama che si gode dalle alture altrettanto lo è dalla prospettiva, più ampia, del mare. Dalla foce del torrente Deiva, che da il nome al borgo omonimo, si procede verso levante costeggiando una alta scogliera segnata da numerose frane. La fragilità della roccia ha portato la dimissione della vecchia linea ferroviaria del 1870 che correva lungo la costa in tratti troppo esposti al mare e in gallerie troppo poco profonde nella montagna. Cent’anni dopo la tratta fu dismessa in favore di una linea più interna finalmente a doppio binario. Presso Framura il vecchio tracciato è stato riadattato, dove ancora fruibile, a una strada di servizio per un campeggio. Passato un ampio fronte franoso e la scogliera di punta Apicchi si entra in un golfo sovrastato da una vallata ad anfiteatro

La vecchia ferrovia Un tratto di muraglia a protezione del vecchio tracciato ferroviario lungo la costa da Deiva a Framura. Frane e mareggiate hanno reso inutilizzabili alcuni tratti, mentre altri sono stati convertiti a percorsi ciclopedonali.

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dai declivi più dolci e dagli ampi terrazzamenti. Tra le chiome degli alberi spuntano i tetti e i campanili del comune sparso di Framura: sul crinale la frazione di Costa, con la torre medievale dell’orologio, più in basso quelle di Anzo, con un’altra torre di guardia genovese, e di Setta. Ai piedi del terrapieno della ferrovia si incontra una breve spiaggetta sassosa protetta da una scogliera artificiale, quindi la stazione sul mare di Framura che è collegata al paese da una strada che si interrompe poco oltre. La ferrovia rappresenta certamente la più rapida soluzione per muoversi lungo la costa tra paese e paese. Prima dell’alta scogliera di Punta dei Marmi uno scoglio di scura ofiolite è collegato alla costa da un terrapieno formando un ottimo approdo protetto: è il piccolo porticciolo turistico di Framura. Proseguendo si passa una stretta insenatura naturale, porto Pidocchio, dove è altrettanto possibile l’approdo, ma non

l’accesso alla viabilità essendo terreno privato. Il resto della costa fino a Bonassola è caratterizzato da una brulla scogliera, spesso a picco sul mare, ma che rimane ombreggiata in altro dalla rigogliosa macchia mediterranea che ricopre i crinali. Il promontorio, che chiude a occidente la baia di Bonassola, offre suggestivi scorci tra le rocce fratturate e la macchia, nonché la spettacolare prospettiva dell’intera costa verso est fino al monte di Punta Mesco. Raggiunta il piccolo santuario della Madonna della Punta si apre la baia di Bonassola, antico borgo marinaro, oggi

La sirena del porticciolo Sotto: la sirena ruotando indica la direzione del vento nel porticciolo turistico di Framura protetto dagli scogli.

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Acque limpide Acque cristalline tra gli scogli a Framura. La costa esposta al mare aperto è spesso battuta da venti e soggetta a correnti. Pochi sicuri approndi obbligano a fare particolare attenzione alle condizioni del mare in questo tratto.

Santuario a Maria

attivo centro balneare. Anche qui, come in altri centri della riviera di Levante, l’antico tracciato della ferrovia su un ponte con basse volte separa il centro dalla ampia e attrezzata spiaggia. All’estremità occidentale del borgo svetta il campanile della parrocchiale barocca di Santa Caterina d’Alessandria, mentre si intravede appena, dietro i tetti del paese, la torre dell’orologio del castello genovese eretto nel ‘500 per difesa dalle incursioni saracene. Da Framura a Bonassola e da qui a Levanto il tracciato della vecchia ferrovia è utilizzato per una bella ciclabile in buona parte in galleria. Un ultimo tratto di frastagliata scogliera (l’area di costa è qui denominata “La Francesca” richiamando probabilmente il nome della antica via Francigena) accompagna la pagaiata fino all’aprirsi del golfo di Levanto a valle di un ampio anfiteatro collinare ampiamente coltivato e abitato. Levanto è tra i principali borghi della costa spezzina e vanta un’antica storia di borgo marinaro fin dal medioevo di cui restano pregevoli testimonianze. Anche in questo caso il terrapieno della vecchia ferrovia separa la spiaggia dal centro abi-

Sotto: passaggio davanti al santuario di S. Maria della Punta nei pressi di Bonassola

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tato: dal mare si scorgono oltre il muro di contenimento i tetti dei moderni palazzi e i campanili e le torri dell’antico borgo. Sul lato occidentale del basso litorale si trova una piccola marina protetta da una scogliera artificiale. La spiaggia termina a est oltre il muro della ferrovia all’altezza dell’imbarco dei battelli turistici. Dietro la spiaggia e in posizione rialzata si staglia il profilo del

castello merlato costruito nel XII secolo dai Malaspina, signori del luogo, a protezione del lato orientale del paese. Il castello domina alcune belle e variopinte ville dei primi del novecento che si affacciano sulla passeggiata a mare. Levanto merita certamente una sosta approfittando dell’ampia spiaggia. Tra gli antichi monumenti degni di nota si ricorda, oltre al castello, la parrocchiale

Punte e promontori Sopra: la costa di Framura vista dalla piccola insenatura di porto Pidocchio. A destra: la spiaggia di Bonassola con vista sul promontorio occidentale dove sorge il santuario della Madonna della Punta.

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duecentesca di San Andrea con il caratteristico frontale a marmi bianche e scuri, il cui campanile si scorge dal mare, la Loggia porticata del Comune e la gotica casa Restani. L’ampio ed elevato promontorio (cima a monte Vè o Focone a 487 m), che termina con lo scoglio di Punta Mesco, separa la vallata di Levanto dal primo borgo delle Cinque Terre. Il promontorio oltre alla macchia vicino alla scogliera è ricoperto di leccete e pini inframmezzati dai resti delle antiche coltivazioni su terrazze perlopiù abbandonate. Una interessante opera di recupero è stata avviata dai Fondo Ambiente Italiano (FAI) che ha ottenuto Casa Lovara, un podere agricolo in costa, oggi in via di recupero. Le dure arenarie a strati caratterizzano la scogliera che, per tutto il litorale del

Arte e natura a Levanto Sopra: il campanile di S.Andrea svetta dietro alle case del borgo. Sotto: cascatella nella scogliera di punta Gone che chiude il golfo a occidente.

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monte, è alta e poco accessibile. All’altezza di un piccolo scoglio (scoglio Nero) viene indicato con boe gialle il limite del Parco Nazionale delle Cinque Terre che occupa la parte orientale del monte e si estende in mare nell’Area Marina Protetta. Dalla successiva Punta La Gatta fin oltre Punta Mesco le boe di segnalazione con l’indicazione di Zona A delimitano invece l’area a protezione integrale dove balneazione e navigazione a remi sono limitate a speciali permessi rilasciati su richiesta solo ai residenti. Superata la punta si apre la spettacolare vista delle Cinque Terre fino alle isole di Palmaria e del Tino. Il primo borgo all’interno del parco è Monterosso e in particolare la più recente frazione di Fegina dove un’ampia spiaggia attrezzata consente di approdare facilmente. Proprio a Fegina si trova la nuova stazione ferroviaria e un ampio parcheggio ricavato in estate all’interno del campo sportivo che occupa una col-

Punta Mesco Sopra: gozzo adibito a escursioni turistiche. Sotto: Punta Mesco. L’area protetta è segnalata dalle caratteristiche boe gialle sormontate dalla croce.

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mata in mare. Il territorio compreso nel Parco delle Cinque Terre è certamente una delle aree a maggiore affollamento turistico dell’intera Liguria, soprattutto in considerazione delle poco agevoli vie d’accesso, se si esclude la ferrovia, e delle strutture d’accoglienza necessariamente limitate dai vincoli paesagistici ■

Frastagliata arenaria Sopra: navigazione sottocosta lungo il promontorio di Punta Mesco caratterizzato dall’alta scogliera con lisci lastroni di dura arenaria. Sotto: una grotta apertasi nelle fratturazioni della roccia a livello del mare.

Info utili La costa spezzina è ben servita dalla ferrovia che scorre a poca distanza dal litorale (stazioni di Deiva, Framura, Bonassola, Levanto e Monterosso), diversamente la viabilità principale è nell’entroterra e l’accesso ai borghi costieri è poco agevole per le caratteristiche orografiche. L’autostrada A12 è collegata con le uscite di Deiva e Carrodano-Levanto alla viabilità locale. I migliori accessi al mare sono nei borghi principali collegati anche da un servizio di battelli (Deiva, Levanto, Monterosso). La fruizione del Parco delle Cinque Terre è limitata e soggetta a regolamento (vedi parconazionale5terre.it). 13


Fragile scogliera A destra: si mette in sicurezza con reti di contenimento un tratto di costa. Il litorale è soggetto a fenomeni franosi. L’abbandono dei terrazzamenti ha amplificato il problema idrogeologico della regione. In basso: la costa de “La Francesca” tra Bonassola e Levanto era in passato un sito minerario per l’estrazione del rame. Oggi è sede del resort omonimo. Le rocce della falesia dalle tonalità verdastre sono serpentiniti.

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1 Deiva Marina 2 Framura 3 Bonassola 4 Levanto 5 Punta Mesco 6 Monterosso

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Zona C

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Zona A

Zone protette

Zona B

L’intero specchio di mare di fronte alle Cinque Terre rientra nell’Area Marina Protetta del Parco con limitazioni e controlli che variano a seconda delle zone. A Punta Mesco l’Area B consente la navigazione ai battelli a remi, mentre l’Area A è riserva integrale per i suoi pregi naturalistici.

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Antiche torri si riflettono sull’acqua Sopra: l’ingresso nel porticciolo di Vernazza su cui si affaccia la chiesa romanica di Santa Maria di Antiochia dell’IX secolo. Il suo massiccio campanile a sezione ottagonale poggia insolitamente sugli archi del presbiterio. Altro elemento originale è l’accesso dalle absidi. Una breve spiaggia di sabbia consente qui un facile approdo. A sinistra: Monterosso, unico borgo delle Terre con un’ampia spiaggia. Oltre il ponte ferroviario svetta il campanile della trecentesca parrocchiale di San Giovanni Battista, un tempo torre delle fortificazioni genovesi a difesa dell’abitato. 16


Le Cinque Terre Da Monterosso a Riomaggiore

Il erritorio che si distende, con un arco

delle montagne terrazzati con muretti a secco. Per le particolari caratteristiche ambientali, storiche e culturali le Cinque Terre, insieme al successivo tratto di costa fino alle isole del Golfo di La Spezia, fanno parte del Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco. Questo titolo è stato concesso in ragione dell’unicità del territorio che l’uomo nei secoli ha adattato alle proprie esigenze di sostentamento, insediandosi in borghi e terrazzando la montagna, ma sempre in profonda armonia con l’ambiente naturale. La tutela di questo ambiente è inoltre perseguita dall’Ente Parco Nazionale e Area Marina Protetta delle Cinque Terre,

frastagliato, tra il promontorio di Punta Mesco e la Punta di Montenero nel litorale spezzino è certamente uno dei tratti di costa più rinomati e attrattivi in Italia. Notevole è infatti la suggestione dell’insieme costituito dalla spettacolare conformazione naturale della costa e dal fascino dei colorati borghetti marinari aggrappati alle pendici dei declivi che scendono al mare. Come richiama l’antico toponimo sono cinque i borghi, o “terre”, che si affacciano lungo una dozzina di chilometri di costa caratterizzata da alte falesie, da brevi spiagge di ciottoli e dai ripidi versanti

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A Monterosso storia e mito

unico in Italia a preservare, in un contesto storicamente antropizzato, l’equilibrio tra la presenza umana e il paesaggio naturale. La navigazione sotto costa rappresenta la migliore prospettiva per godere la vista dei borghi e dell’arco montuoso che li circonda. Questo soprattutto dopo la chiusura dei sentieri più vicini alla scogliera a causa del movimento franoso accentuatosi negli ultimi anni. L’equilibrio idrogeologico della costa è infatti particolarmente fragile come ha drammaticamente dimostrato l’alluvione del 2011 che ha colpito duramente Monterosso e Vernazza. Le Cinque Terre, per l’aspro profilo orografico della costa, risultano particolarmente isolate rispetto all’entroterra ligure e alle principali vie di comunicazione fatta eccezione della linea ferroviaria litoranea che, attraversando gallerie e ponti, le collega con i centri di Levanto e La Spezia. Per questo la logistica di una gita può risultare complessa, ma con una buona organizzazione delle tappe rispetto ai limitati approdi la soddisfazione è assicurata.

Sopra: sul colle che separa Monterosso da Fegina sorgono il Convento dei Cappuccini e, sullo sperone verso il mare, la torre Aurora. Sotto: incombe sulla spiaggia di Fegina la statua gigante del Nettuno.

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Monterosso è il borgo più accessibile, attrezzato con parcheggi, e offre un ottimo accesso al mare grazie alle ampie spiagge sabbiose. Il paese è costituito da due abitati separati da un colle su cui svetta una torre di guardia e, più in quota, gli edifici del Convento dei Cappuccini. A ponente si dispiega lungo la bassa costa la frazione moderna di Fegina con ville, palazzine turistiche e la nuova stazione ferroviaria. All’estremità della spiaggia si nota una bizzarra costruzione: è la terrazza a mare della novecentesca villa Pastine adornata dai resti di una colossale scultura in cemento raffigurante Nettuno. L’antico abitato di Monterosso a levante del colle è separato dalla spiaggia antistante da un basso ponte ferroviario che ne cela in parte l’abitato. Si staglia invece ben visibile oltre il ponte un’antica torre medioevale trasformata nel campanile della chiesa parrocchiale. Alzando lo sguardo verso il crinale della montagna che sovrasta il paese si scorge, tra il verde delle fronde dei lecci, la cuspide di un’altra antica torre campanaria e i tetti di lungo edificio: si tratta del Santuario di Santa Maria di Soviore. Nei pressi del Santuario sorgeva un tempo

Sculture di pietra Sopra: ripida falesia con cascatella. Sotto: vista di Punta Mesco.

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il principale centro abitato della valle, di cui il borgo di Monterosso rappresentava lo scalo a mare. L’altitudine e la relativa distanza dalla costa rappresentavano allora una valida protezione dalle incursioni dei pirati saraceni. Seguendo la costa verso est si passa la frastagliata punta Corone dove la dura

e stratificata roccia è stata modellata dal mare in suggestive formazioni. Sulla scogliera si intravedono qui alcune torrette di bunker risalenti alla seconda guerra mondiale. Fino al successivo borgo la falesia si fa strapiombante con ampie fessurazioni: una di queste, sufficiente ampia per essere percorsa in canoa, penetra

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A picco sul mare Sinistra in alto: stratificazioni di roccia celano una grotta nella falesia presso Vernazza (sullo sfondo con visibile la sagoma della torre). Sinistra in basso: sulla scogliera orientale di Vernazza si staglia la circolare torre Doria parte di un più ampio fortilizio a protezione del borgo. Destra: la frazione di Corniglia con le case colorate raccolte sullo sperone roccioso. L’accesso al mare è una ripida scaletta sul fianco della montagna.

nella roccia per una cinquantina di metri. Vernazza, il paese successivo, occupa i ripidi versanti della valletta del torrente Vernazzola. L’abitato mantiene integro il carattere di antico borgo marinaresco di impianto medievale con logge, porticati e torri. La chiesa romanica di Santa Margherita d’Antiochia, con belle bifore e l’imponente campanile ottagonale, si affaccia sul porticciolo, protetto da un molo e da scogli artificiali. Qui l’approdo è agevole grazie ad una breve spiaggia di sabbia in corrispondenza dello sbocco del torrente che scorre sotto la piazzetta adiacente la parrocchiale. La valletta di Vernazza è chiusa da una falesia che verso est incombe verticale sul mare e su una caletta coperta di detriti e cascami di roccia. Un ampio pertugio nella roccia congiunge questa spiaggia al

paese rendendo anche qui possibile un approdo e l’accesso all’abitato. La navigazione procede poi costeggiando delle ripide pareti di roccia, costituita qui da friabili argille e scisti, che spesso franano sulla scogliera. La fragilità della costa ha reso necessario, per ampi tratti, l’abbandono della vecchia linea ferroviaria ottocentesca che, con alte massicciate di pietra, correva proprio sul mare. Passate alcune insenature, con spiagge sassose incassate nella scogliera, si raggiunge lo sperone di roccia del paese di Corniglia. Questo è l’unico borgo delle Cinque Terre a non avere un porticciolo e l’accesso al mare è costituito solo da un piccolo moletto che una ripida scalinata congiunge al sovrastante paese. Dal mare si scorgono le abitazioni arroccate sul ciglio della scogliera e il campanile della medievale chiesa di San Pietro. 21


Manarola A fianco: l’ingresso del porticciolo attorniato dalle abitazioni sui versanti della valle di Volastra. Sotto: la falesia da Manarola (sullo sfondo) a Riomaggiore. A destra: un tratto in galleria della via dell’Amore, il sentiero tra Manarola e Riomaggiore. Oggi il tratto è interrotto per frane.

Intorno al paese la montagna è tutta lavorata a fasce, ovvero a terrazzamenti, e coltivata a vigneti. La successiva tratta è caratterizzata dall’ingombrante presenza del muraglione della ferrovia sul litorale, mentre in quota si distinguono le terrazze ancora coltivate tra la macchia mediterranea che ha ricoperto ampi terreni ormai abbandonati. La frazione di Manarola, inserita nella stretta valletta del torrente

Volastra accoglie i naviganti con un piccolo porticciolo protetto da alcuni scogli. Le casette colorate del borgo cingono ad arco la piccola baia mentre, verso est, si affacciano dalla scarpata che domina la sottostante linea ferroviaria sul litorale. Da questo lato parte il celebre sentiero denominato “via dell’Amore” che congiunge, attraversando la ripida scogliera, il successivo paese di Riomaggiore. Il percorso è oggi interrotto a causa di

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frane e si attendono i necessari lavori di ripristino. Mancando la possibilità della vista da terra la navigazione costiera qui rappresenta l’unico modo per ammirare la scenografica riviera. L’ultimo borgo, Riomaggiore, ha un discreto collegamento stradale con il capoluogo de La Spezia, oltre ad esserne a pochi minuti via ferrovia. Per questo può essere considerato una buona base logistica per quanto difetti inevitabilmente di aree di parcheggio data la sua collocazione in una stretta valle sotto il monte Verugola. In realtà l’abitato occupa oggi anche l’adiacente valle del Rio Finale dove è stata realizzata la stazione ferroviaria. La tradizione vuole che il paese sia stato fondato da profughi greci in fuga dalle persecuzioni religiose nel VIII secolo; di certo è passato nel medioevo alla Repubblica Genovese che lo ha fortificato come ricorda il castello che si erge sulla costa che divide le due vallette. Anche questo abitato è ricco di storia e di pregevoli edifici come la parrocchiale trecentesca di San Giovanni Battista. Sopra il borgo si staglia il colle del Santuario di Nostra Signora di Montenero. Questa altura che si protende verso il mare delimita geograficamente il territorio delle Cinque Terre a levante ■

Un ambiente unico Il Parco Nazionale delle Cinque Terre comprende tutta l’area costiera da Punta Mesco sino al confine con il limitrofo Parco di Porto Venere e Palmaria verso levante. La protezione si estende anche all’area marina di fronte alla costa. Compito dell’Ente Parco è quello di salvaguardare la natura, ma anche di preservare l’unicità dell’ambiente trasformato dall’uomo nel corso secoli, di cui le coltivazioni a fasce (terrazze con muretti a secco) rappresentano un elemento caratteristico (vedi parconazionale5terre.it). 23


Approdi sicuri A fianco: la spiaggia protetta dal molo a Vernazza è un ottimo punto di approdo. La costa delle Cinque Terre, essendo esposta al mare aperto, è da affrontare con prudenza considerando bene le condizioni meteo-marine. Sotto: ingresso a Riomaggiore.

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1 Fegina 2 Monterosso 3 Vernazza 4 Corniglia 5 Manarola 6 Riomaggiore

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Acque protette Il mare di fronte alle Cinque Terre rientra nell’Area Marina Protetta del Parco con limitazioni e controlli in base alle specifiche zone. Limitazioni di ormaggio, ancoraggio e pesca sono proprie della Zona C che corrisponde all’estensione massima dell’area tutelata. Le acque antistanti a Punta Mesco e al promontorio di Montenero hanno invece condizioni di fruizione più restrittive. L’Area B consente la navigazione ai battelli a remi, mentre l’Area A è riserva integrale per i suoi pregi naturalistici.

Zona B Zona A

Info utili Le Cinque Terre, storicamente isolate dalla vallata del Vara e accessibili solo via mare, sono state collegate agli altri centri della Liguria dalla ferrovia solo a fine ottocento. Ancor oggi la ferroviaria litoranea resta l’accesso più rapido. Resta invece complicata la viabilità su strada: mentre Monterosso e Riomaggiore sono ragionevolmente raggiungibili dai caselli dell’A12 (rispettivamente di Carrodano e La Spezia) i restanti borghi devono fare affidamento ad una limitata e tortuosa viabilità di montagna. Parcheggio difficoltoso tranne a Fegina (Monterosso). Tutti i paesi tranne Corniglia sono collegati da battelli a Levanto o a Portovenere.

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La chiesa di San Pietro a Porto Venere La chiesa di San Pietro sorse nel V secolo sulle vestigia di un tempio romano dedicato alla dea Venere. Consacrata in forme romaniche nel 1198 è stata oggetto di devastazioni, incendi e abbandono sino al restauro negli anni trenta del novecento che l’ha riportata alla all’antico splendore. 26


Porto Venere Da Montenero a Fezzano Dal borgo di Riomaggiore delle Cinque

Imbarcati a Riomaggiore e procedendo verso est si doppia il promontorio di Montenero sulla cui sommità svetta il santuario ottocentesco della Madonna innalzato sui resti di una chiesa medievale. Il promontorio rappresenta un eccellente punto di osservazione su tutta la riviera da Punta Mesco alle isole spezzine oltre Porto Venere: anche dalla riva la vista verso entrambe le direzioni è particolarmente suggestiva. Il mare che circonda su tre lati Montenero è riserva marina integrale (Area A). Subito oltre il promontorio si scorge la ferrovia litoranea che dalle gallerie sbu-

Terre a Porto Venere si distende, per una decina di chilometri, un’alta e frastagliata falesia caratterizzata da una spettacolare varietà di rocce di differenti colori. Lungo la costa si susseguono piccole calette con pareti verticali o pendii terrazzati con i famosi muretti a secco, spiagge di bianchi ciottoli o di frammenti rocciosi franati dalle pareti. In molti punti si evidenziano le frane che hanno interrotto le terrazze coltivate a vigna o olivo e i sentieri di accesso. Buona parte dei pendii un tempo coltivati sono oggi coperti da macchie spontanea.

L’imbarco a Schiara Destra: ricoveri e capanni di pescatori nel piccolo scalo sotto alla frazione di Schiara. I prodotti agricoli frutto della coltivazione sulle terrazze venivano da qui trasportati via mare ai mercati dei paesi litoranei. Oggi solo poche aree mantengono gli antichi terrazzamenti a coltura: macchia spontanea e frane hanno in molti punti ricoperto i secolari muretti a secco.

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Rocce rosse

ca in un vallone su un viadotto a bordo mare. La ferrovia che collega i paesi delle Cinque Terre al capoluogo di La Spezia è certamente la soluzione più rapida e diretta per raggiungere la riviera mentre la strada provinciale segue tortuosamente il crinale. Proseguendo lungo la costa si incontrano una serie di punte rocciose che si protendono nel mare e scogli affioranti. Nel tratto si possono raggiungere diverse calette per agevoli approdi, ma fino a Porto Venere non sono possibili accessi alla viabilità e ai paesi in costa pertanto è prudente approcciare la navigazione considerando le condizioni meteo marine. Alcune spiagge non sono tuttavia sicure essendo interessate da frane e caduta di massi dal friabile pendio. Continuando verso est si arriva ad un alto e isolato scoglio di forma piramidale

Sopra: le spettacolari rocce calcaree dall’intenso colore rosso daterminato dalla ossidazione di ferro lungo la costa che si estende sotto il paese di Campiglia.

e sormontato da una croce. Si tratta della roccia del “Ferale” il cui nome ricorda l’incidente mortale accaduto un secolo fa a un ufficiale di marina intento ad effettuare dei rilevamenti topografici. Lo scoglio fronteggia il promontorio della frazione di Schiara collegata con un ripido sentiero a un piccolo imbarco attorniato da capanni di pescatori aggrappati alla scogliera. Oltre Schiara e passato la Punta del Persico si raggiunge una spettacolare falesia di un intenso colore rosso che spicca in 28


Guglie da scalare A fianco: sopra le pareti calcaree a strapiombo sul mare svettano candide guglie. Sotto: dietro le Rocce Rosse si profila la sagoma del Muzzerone frequentata meta di scalatori che approffittano del clima mite anche d’inverno. Oltre si scorgono le isole spezzine.

contrasto con la bianca ardesia circostante (Rocce rosse). La particolare colorazione è dovuta alla presenza di ferro nel calcare ricco di ammoniti fossili. La parete del monte Muzzerone, oltre 320 metri, si specchia sul fondale turchese subito prima di Porto Venere. La montagna è utilizzata come palestra di

arrampicata offrendo uno scenario particolarmente suggestivo agli appassionati di questo sport. Sulla vetta è situato un forte di fine ottocento adibito a batteria per la difesa costiera. Da quella posizione si poteva tenere sotto tiro sia il Mar Ligure antistante che la baia di Porto Venere alle sue spalle.

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La posizione strategia di Porto Venere ha portato alla costruzione di imponenti difese sin dal medioevo. Il castello detto dei Doria, che domina l’abitato da un versante e dall’altro si specchia nel mare aperto, è stato eretto dalla Repubblica Genovese nel dodicesimo secolo, ma ampliato a più riprese fino all’attuale struttura risalente al seicento. La piccola baia sottostante il castello e delimitata dallo sperone roccioso della chiesa di San Pietro è famosa per una cavità marina che si dice fosse di ispirazione al poeta inglese George Byron che negli anni venti dell’ottocento soggiornò in Italia e visitò questi luoghi. La chiesa in stile romanico gotico di San Pietro è situata sulla punta rocciosa dove nell’antichità si ergeva il tempio dedicato alla dea Venere da cui deriva il toponimo del borgo. Per la posizione isolata e prominente sul mare è un punto di osservazione eccellente e nello stesso tempo un elemento iconico del paesaggio della riviera.

Castello Doria Sopra: le isole Palmaria e Tino allineate alla falesia del Muzzerone chiudono l’arco della riviera ligure. Sotto: l’imponente castello Doria che domina Porto Venere visto dalla baia della grotta di Lord Byron.

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Sulla roccia estrema

Oltrepassata la scogliera sottostante la chiesa si entra nel canale (Bocche) che separa la costa dall’isola Palmaria. Proseguendo lungo il canale e costeggiando le mura medievali del borgo si raggiunge infine il porticciolo. Porto Venere rappresenta certamente uno dei borghi più celebri e visitati della Liguria, dall’antichissima storia e dalla recente fama turistica. La navigazione sotto costa permette di apprezzare tutta la bellezza dell’abitato caratterizzato da una sequenza di edifici colorati che si affacciano sul mare. All’inizio della palazzata si trova il grande hotel Locanda San Pietro in stile liberty (oggi in restauro) testimone dell’attrazione della località fin dai tempi del Grand Tour nel settecento e della Belle Epoque di fine ottocento. Entrati nel porticciolo si può toccare terra presso una piccola spiaggetta nei

La chiesa di San Pietro sullo sperone di roccia estrema propaggine verso il mare aperto e l’isola di Palmaria (sotto).

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Parco Regionale Buona parte del territorio di Porto Venere e delle isole spezzine, compreso il mare che le circonda, è incluso nel Parco Regionale che confina con quello nazionale delle Cinque Terre. L’attuale assetto e i suoi confini sono stati definiti nel 2001 con una legge regionale. Dal 1997 è inserito nei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco.

pressi della porta del borgo dominata da un’alta torre medievale. La visita del paese marinaro è assolutamente consigliata. Riprendendo la navigazione all’interno della baia si costeggia la costa passando una serie di pontili per imbarcazioni da diporto e le file di boe degli allevamenti di mitili. Di fronte si presenta l’ampia spiaggia sassosa della località Olivo, ottimo scalo anche per l’accesso alla viabilità e ai parcheggi pubblici. Proseguendo si entra in una ampia baia chiusa dal promontorio della Castagna e da quello di Punta Santa Maria entrambi all’interno del demanio militare: torri di avvistamento e strutture fortificate ricordano la funzione che ebbero fino

ad un recente passato. Oggi la presenza militare si concentra sulla successiva penisola di Punta del Varignano occupata integralmente dagli edifici della Marina Militare e in particolare dalla sede del Raggruppamento Subacquei ed Incursori (COMSUBIN), un corpo scelto delle Forze Armate. Gli edifici sul promontorio, un tempo lazzaretto della Repubblica genovese quindi scuola navale per gli equipaggi della Regia Marina, ospitarono la sede del reparto dei palombari nel primo anteguerra ed infine caserma degli incursori dagli anni cinquanta del secolo scorso. La navigazione è interdetta all’interno dell’insenatura delimitata dalla Punta del 32


Varignano. Doppiata tale punta si accede invece ad una baia turistica particolarmente frequentata dai natanti da diporto: è il golfo de Le Grazie dal nome del Santuario quattrocentesco di Nostra Signora delle Grazie che si affaccia, dalla riva meridionale, sull’ampio bacino dove sono sempre ormeggiate numerose imbarcazioni. Questa baia infatti è protetta in tutte le condizioni di vento ed ospita diversi piccoli cantieri navali e strutture per il rimessaggio delle imbarcazioni. Nella baia si pratica anche l’itticultura come testimoniano le grandi gabbie galleggianti presso la riva settentrionale. Nella parte più interna dell’insenatura si trova una breve spiaggia sabbiosa, ottimo punto si sbarco. Il paese de Le Grazie, collegato con la strada provinciale a Porto Venere e a La Spezia rappresenta una ottima base logistica per organizzare escursioni nautiche nella zona. La baia successiva verso La Spezia è occupata dall’impianto di rigassificazione della società SNAM che sorge sui resti di un’antica polveriera napoleonica di

Borghi colorati A fianco: sil Santuario di Santa Maria delle Grazie nella baia omonima. Sotto: la colorata palazzata di Porto Venere che si affaccia sul porto turistico da dove partono i battelli per l’isola prospicente di Palmaria.

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Panigaglia. Questa struttura industriale, dotata di un lungo pontile e di grandi serbatoi a terra, consente di prelevare dalle navi cisterna il gas metano liquefatto e, dopo averlo riportato allo stato gassoso, di immetterlo nella rete di trasporto e distribuzione. Oltre Panigaglia si incontra il porticciolo di Fezzano, una piccola frazione del Comune di Porto Venere. Davanti infine si prospetta la diga di protezione dell’Arsenale della Marina Militare di La Spezia eoltre la città capoluogo ■

Info utili

Zona B

La costa a sud di Riomaggiore (stazione FS e strada provinciale per La Spezia) non offre accessi al mare fino a Porto Venere che è ben collegata al capoluogo dove è possibile accedere alla rete autostradale (uscita La Spezia dell’A15 e collegamento con A12 ) e ferroviaria (linea Genova - Pisa e Parma). La linea di battelli stagionale del Consorzio Marittimo Golfo dei Poeti collega La Spezia con Porto Venere. Tutta la costa è inclusa in aree protette (Parco Cinque Terre a nord della Punta del Persico, Parco Regionale di Porto Venere a sud).

Guerrieri e Santi La chiesa di San Pietro è inclusa nelle strutture difensive del borgo realizzate nel medioevo. Porto Venere per la sua posizione strategica è stata oggetto di assalti dal mare e assedi da terra. Nei secoli le difese sono state rafforzate adattandosi alle nuove tecnologie belliche come il castello Doria ristrutturato nel seicento.

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1 Zona A Zona B

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Zona C

2 3 1 Montenero 2 Schiara 3 Rocce Rosse 4 Porto Venere 5 Le Grazie 6 Fezzano

4 1 km

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Falesia a colori La spettacolare falesia con calcari dalle vistosi colorazioni accompagna la navigazione sotto costa.

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Il faro del Tino all’imbocco del Golfo di La Spezia Il faro della Marina Militare sulla vetta dell’isola del Tino. L’isola, demanio militare, resta inaccessibile a eccezione di occasioni particolari quando è possibile effettuare le visite con le guide ambientali del Parco Regionale. 36


Le isole spezzine Palmaria, Tino e Tinetto

Le isole di Palmaria, Tino e Tinetto rap-

presentano la propaggine meridionale della riviera spezzina dando continuità all’alta scogliera a strapiombo sul mare nel loro lato occidentale, mentre chiudono il Golfo di La Spezia con una costa bassa e frastagliata verso est. Anch’esse fanno parte dell’area protetta del Parco Regionale di Portovenere e, insieme alle Cinque Terre, sono inserite tra i Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. Assoggettate al demanio militare per la loro particolare posizione strategica a protezione dell’Arsenale militare di La Spezia, oggi queste isole rappresentano un’area naturale di particolare pregio che l’ingresso limitato ha consentito di tutelare negli anni. Il Parco include inoltre l’area marina protetta che fronteggia la costa sud occidentale di Palmaria e circonda le altre due isole, oltre a parte del fondale verso Porto Venere dove si trovano praterie di poseidonia. L’isola di Palmaria, la principale dell’arcipelago con un’estensione di circa 2 km quadrati, è accessibile e collegata a Portovenere e La Spezia da un servizio pubblico di battelli o motoscafi, mentre il Tino resta interdetto al pubblico salvo particolari permessi o occasioni. Il piccolo scoglio del Tinetto è invece disabitato. La circumnavigazione dell’arcipelago è facilmente realizzabile imbarcandosi a Portovenere da cui Palmaria è separata da un canale (Bocche) che nel punto più stretto misura non più di 130 metri. Tuttavia, per quanto le isole siano rapi-

Da bunker a scultura Un bunker a difesa della spiaggia del Terrizzo è diventato un’originale e variopinto piedistallo per la scultura di un cavalluccio marino nello stabilimento balneare della Marina Militare. Dall’età napoleonica alla seconda guerra mondiale sull’isola sono stati realizzate imponenti opere difensive oggi dismesse o riadattate per usi civili.

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damente raggiungibili, non è da sottovalutare l’esposizione in mare aperto della loro scogliera occidentale: infatti, mentre il lato verso il Golfo è ben protetto e caratterizzato da numerose spiagge, la costa opposta è spesso battuta da onde e correnti con scarsi approdi praticabili. Fatta debita attenzione alle condizioni meteo marine queste isole rappresentano un’imperdibile destinazione particolarmente apprezzata dalla prospettiva del mare che permette di apprezzare la varietà della costa rocciosa, la ricchissima vegetazione e gli spettacolari scorci verso Portovenere. Attraversate le Bocche e raggiunta la spiaggia antistante Portovenere ci si può dirigere verso il lato orientale di Palmaria e seguire l’arco dell’ampia baia del Terrizzo. Lungo la bassa costa si susseguono due stabilimenti balneari delle concessioni militari e alcune abitazioni civili, alcune in stato di abbandono. Al centro della baia è attrezzato un piccolo porticciolo da diporto e lo scalo dei bat-

telli di linea. A poca distanza dalla riva si susseguono le coltivazioni dei mitili caratterizzate dalla sequenza di boe e di palificazioni. Si raggiunge in breve la Punta della Scuola, estrema propaggine verso il Golfo caratterizzata dall’alzarsi della scogliera qui sormontata da una ricca vegetazione. In realtà oltre la macchia sulla sommità del promontorio, non visibile dalla riva, sorge una grande fortificazione, l’ottocentesca torre corazzata Umberto I, che un tempo ospitava una batteria con giganteschi cannoni navali da 120 tonnellate. Bunker e postazioni di osservazione sono visibili lungo tutto l’itinerario: l’isola è infatti costellata di strutture militari dismesse o parzialmente riutilizzate per usi civili, che oggi affiorano tra le frasche di lecci, pini, lentischi e corbezzoli. Di fronte alla Punta sorge isolata su uno scoglio la diroccata torre della Scuola (o Scola), un baluardo difensivo realizzato nel seicento dalla Repubblica Genovese diventato poi faro di segnalazione. 38


Muscoli e torri Sinistra: i miticoltori spezzini da generazioni allevano cozze (qui chiamate muscoli), vongole e ostriche nello specchio di mare tra Porto Venere e Palmaria. Destra: la torre seicentesca della Scuola protegge il lato meridionale del golfo. Sotto: falesia presso Punta Marinella sulla costa orientale dell’isola. Il lato orientale dell’isola è caratterizzato da una successione di anse con spiagge e tratti di alta scogliera. Passata punta Marinella si pagaia verso sud nella larga baia del Pozzale dove sorge un campeggio in prossimità della riva. La punta meridionale dell’Isola è caratterizzata dai grandi sbancamenti di una cava da cui veniva estratto una pregiata

varietà di marmo nero con venature dorate detto Portoro o Marmo di Portovenere. La cava venne certamente utilizzata sin dai romani che ne traevano lastre e colonne per decorare palazzi e templi. Molti esempi più recenti di questo marmo si trovano oggi nelle decorazioni di chiese a Genova e Roma, ma anche in Francia e perfino in edifici negli Stati Uni-

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ti. Ai piedi delle pareti verticali oggetto dei tagli di cava sorgono piccoli edifici di servizio e i resti di una banchina di caricamento. Un tratto di mare di circa 400 metri separa Palmaria dalla boscosa isola del Tino caratterizzata da alte scogliere verso sud e est. Sulla cima, a quasi 120 metri di quota, si staglia il faro militare. La costa settentrionale è occupata da

una serie di postazioni militari oggi abbandonate che furono realizzate a partire dagli anni venti fino alla seconda guerra mondiale. Si nota in particolare una imponente casamatta di costruzione tedesca che proteggeva un pezzo di artiglieria di grosso calibro. Tutta l’area è interdetta all’accesso restando parte del demanio mili-

Cave e cannoni Sopra: La cave di marmo del Pozzale sull’isola di Palmaria. Sinistra: la batteria denominata Ammiraglio Ronca con il minaccioso bunker tedesco. L’isola fu utilizzata come set per il film americano a soggetto bellico “I cannoni di Navarone” del 1961. Sopra a sinistra: la falesia dell’isola di Palmaria che fronteggia il Tino.

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tare benchè inserita all’interno del Parco Regionale. Di fronte all’alta parete di falesia a sud del Tino emerge dal mare un grosso scoglio con una rada macchia mediterranea sulla sommità: è la disabitata isola del Tinetto, frequentata tuttavia da una numerosa colonia di gabbiani. Un tempo ospitava un eremo monacale e una piccola chiesa di cui rimangono i resti dell’abside. Dopo la distruzione del centro religioso ad opera dei saraceni nel XI secolo l’isolotto non fu più abitato in forma permanente. A pochi metri dalla riva meridionale del Tinetto si innalza una colonna votiva sormontata da una statua della Madonna (Stella Maris) recentemente posizionata per segnalare una pericolosa secca. Riprendendo la navigazione verso nord si ritorna al Tino e quindi a Palmaria costeggiando sempre un’alta falesia. Risalendo il lato occidentale dell’isola principale si passano due baie (Cala Piccola e Cala Grande) e una prominenza rocciosa, la Punta del Pittone. Poco oltre la punta occorre prestare attenzione a individuare una fenditura nella roccia che rappresenta l’ingresso ad una profonda cavità

Stella Maris A segnalazione di uno scoglio sommerso si erge una statua della Madonna presso l’isola del Tinetto sulla cui sommità si intravedono i resti dell’edificio monastico.

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marina ampia a sufficienza per consentire l’ingresso dei piccoli natanti. Si tratta della Grotta Azzurra così nominata per i riflessi azzurri dell’acqua sulle bianche pareti di roccia. L’alta falesia della Palmaria cela la vista di Portovenere fino a poche decine di metri dal canale che separa l’isola dal continente. Quasi all’improvviso infatti appare la chiesa di San Pietro arroccata sull’ultimo scoglio della terraferma. Lo spettacolo è assolutamente sorprendente da questa particolare prospettiva. Doppiata Punta Beffettuccio si entra infine nelle Bocche per accedere alla baia di Portovenere e quindi chiudere la circumnavigazione dell'arcipelago dopo una dozzina di chilometri percorsi ■

Frastaglia falesia La frastagliata falesia del versante meridionale di Palmaria cela fenditure e grotte. Alcune, come la Grotta Azzurra o la Grotta Vulcanica a Cala Grande, sono a pelo d’acqua e accessibili ai piccoli natanti. La Grotta dei Colombi, celebre per i ritrovamenti preistorici, resta invece a metà costa sopra Cala Grande ed è raggiungibile per mezzo di un sentiero. L’intera isola è attraversata da sentieri facilmente praticabili che collegano le antiche strutture militari. Sul crinale ricoperto dalla macchia mediterranea è visibile la Batteria Semaforo.

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Info utili L’isola di Palmaria è raggiungibile via battello da La Spezia e Porto Venere. Gli imbarchi più pratici sono sulla spiaggia dell’Olivo a settentrione di Porto Venere e a Le Grazie. Un’area di parcheggio è disponibile a Porto Venere in località Cavo.

Area Tutela Marina

1 km 1 Terrizzo 2 Torre Scuola 3 Pozzale 4 Tino 5 Cala Grande 6 Grotta Azzurra

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Scorci di storia e natura S.Pietro e dietro la falesia del Muzzerone appaiono al termine della navigazione lungo la costa ovest di Palmaria.

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A guardia del golfo di La Spezia L’imponente mole del castello di Lerici domina la baia dallo sperone del monte “Illicis”. La struttura cinquecentesca realizzata dai genovesi si sovrappone all’impianto di età medioevale. Il castello è passato sovente di mano: genovesi, pisani, genovesi, aragonesi, fiorentini e ancora genovesi che hanno contribuito alla sua trasformazione da torre di guardia a possente fortezza a guardia del Golfo di La Spezia. 44


Golfo dei Poeti orientale Da San Terenzo a Bocca di Magra

La parte settentrionale del Golfo di La

Spezia è protetto da una lunga diga foranea che, estendendosi longitudinalmente per oltre due chilometri, separa il bacino interno, caratterizzato dalle infrastrutture portuali civili e militari, dalle riviere turistiche. La diga, costituita da grandi massi di pietra affioranti, si estende dalla punta Santa Maria a ponente a punta Santa Teresa a levante, lasciando liberi al transito delle imbarcazioni due passaggi ai suoi lati. Il tratto di costa orientale del Golfo, che inizia in corrispondenza all’estremità della diga fino a Capo Corvo a sud, è particolarmente rilevante per le sue caratteristiche paesaggistiche e storiche, ospitando antichi borghi e un’area naturale protetta. La navigazione costiera permette pertanto di apprezzare ambienti suggestivi e molto differenti: dalle spiagge di sabbia fine alle ripide scogliere, dagli antichi castelli alle lussuose ville di fine ottocento. Proprio in una di queste ville nel 1910 il commediografo Sam Benelli descrisse questo specchio d’acqua come il “Golfo dei Poeti” memore dei tanti artisti che vi soggiornarono e ne apprezzarono la bellezza. La navigazione può iniziare dalla costa in corrispondenza della diga foranea e proseguire verso sud. Subito si incontra una caletta con spiaggia attrezzata, quindi la collina che, protesa sul mare con la rocciosa punta Galera, delimita la baia di Lerici, località tra le più famose della Riviera.

Sotto la bandiera genovese Il quattrocentesco castello di San Terenzo, che fronteggia all’estremità dalla baia la fortificazione di Lerici, fu costruito dalla Repubblica di Genova prima come torre di osservazione contro i saraceni, poi ampliato come elemento difensivo del presidio genovese a Levante.

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Sabbia fine Destra: dalla spiaggia di San Terenzo si fronteggia l’abitato di Lerici e il suo castello (sotto). La baia, un tempo località di soggiorno di facoltosi imprenditori, aristocratici e artisti, è oggi meta di un turismo più popolare.

Apre questa ampia insenatura il castelletto dell’abitato di San Terenzo, antico borgo marinaro, diventato metà turistica di richiamo internazionale già nell’ottocento. Dal castello quattrocentesco, dominato da un alto torrione, le abitazioni e le ville si susseguono lungo la costa fino a congiungersi con quelle di Lerici all’altra estremità. L’intero arco della baia è caratterizzato da una successione di spiagge di sabbia fine protette da scogliere artifi-

ciali. Davanti al paese di Lerici si affollano invece i natanti da diporto all’ormeggio. Il castello di Lerici domina la baia dall’alto di uno sperone roccioso. La poderosa struttura dai massicci bastioni con un’alta torre centrale ha origini duecentesche, ma fu più volte rimaneggiata fino all’attuale struttura cinquecentesca opera dei genovesi. Il castello rappresentò a lungo il baluardo a difesa della Repubblica Genovese a levante contro la minaccia

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della repubblica marinara di Pisa. Oggi, aperto al pubblico, è considerato uno dei più rappresentativi e spettacolari esempi di architettura militare medioevale. Passato Lerici e il roccioso promontorio di Maralunga si incontra una successione di baie estremamente frastagliate dalle ripide scogliere: la Cala di Maramozza con scogli affioranti, il Seno di Mezzana con spiaggia sabbiosa e il roccioso Seno delle Stelle. Tra le ultime due calette si protende uno sperone roccioso, sormontata dalla villa Percy Lubbock, con una suggestiva galleria naturale detta degli Scafari. Nella piccola spiaggia del Seno delle Stelle si scorge una torretta di un bunker della seconda guerra mondiale: come altri manufatti bellici della costa faceva parte delle difese del Vallo ligure contro uno possibile sbarco degli Alleati, in realtà mai verificatosi. La pagaiata prosegue tra gli scogli affioranti del Seno di Treggiano sotto l’abitato di Fiascherino, quindi appaiono sulla scogliera le abitazioni colorate di Tellaro, un caratteristico borgo pescatorile dalla remota storia. Il paese arroc-

Grotte e ville Sopra: la parete forata della scogliera sotto villa Percy Lubbock. Sotto: cavità a Punta Maralunga. Tutta la costa orientale del Golfo, rocciosa e frastagliata, è ricca di grotte e fenditure.

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cato sulla roccia a strapiombo sul mare ha infatti origini alto medievali come si denota dagli stretti vicoli, scalette e sottopassi. Unico accesso dal mare è uno scaletto che porta ad una piazzetta con antichi lavatoi pubblici. Il campanile della chiesa di San Giorgio si specchia proprio nella piccola insenatura dove è possibile ammarare. Per la sua suggestiva colloca-

zione e le caratteristiche architetture anche questo piccolo borgo è stato scelto come luogo d’elezione di poeti e scrittori, confermando così la denominazione di “Golfo dei Poeti”. Oltre Tellaro la scogliera si alza in una successione di ripide pareti, frane e rocce contorte: è la lunga falesia del monte Caprione che si prolunga nel mare a

Borghi di mare Sopra: la chiesetta di San Giorgio è sulla punta della scogliera dove sorge il borgo di Tellaro. Sinistra: la piccola baia tra rocce e case con un ripido accesso per le barche dei pescatori. Destra in alto: grotte sulla scogliera di Tellaro.

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guisa di promontorio essendo separato dalla piana di Luni dalla ampia foce del Magra. Dal mare il crinale sopra l’aspra scogliera appare ricoperto da una fitta vegetazione composta da boschi di pino d’Aleppo e macchia mediterranea. Buona parte del monte rientra nei confini del Parco naturale regionale di MontemarcelloMagra-Vara che, oltre al promontorio comprende a est l’alveo inferiore del Magra e del suo affluente Magra. L’avifauna del parco è particolarmente ricca: è facile infatti imbattersi in cormorani, gabbiani reali, stuffetti e orchetti marini che sorvolano la scogliera. L’aspetto più spettacolare del tratto è dato però dalla ricca e complessa geologia. Le pareti di roccia presentano una stratificazione di rocce dalle differenti strutture e colori che generano vistosi contrasti cromatici come a Punta Bianca dove il candido calcare si accosta alle ver-

Monte Caprione Sotto: verso punta Corvo si ammirano le stratificazioni di differenti rocce, dalle scure metamorfiche alle chiare calcaree, della falesia del monte Caprione che chiude a oriente il Golfo di La Spezia.

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di serpentine vulcaniche. Lungo la costa alcune spiagge, formate dalle frane della scogliera, possono offrire un approdo se il mare lo consente. Questo tratto è particolarmente esposto a correnti e mareggiate. Sopra Punta Bianca si scorge il grande bunker della batteria di artiglieria costiera “Dante de Lutti” iniziata negli anni venti a difesa avanzata dell’arsenale di La Spezia poi rimodernata durante la guerra. I suoi cannoni furono utilizzati dai tedeschi nel 1945 per fermare l’avanzata americana contro la Linea Gotica, la linea di difesa fortificata che passava lungo i crinali dell’Appennino da Massa a Pesaro. Passata la punta il rilievo degrada a mare più dolcemente con ampi tratti a cultura di olivo o boscaglie di pino marittimo, cerro e roverella.

Tra il verde del pendio si innalza un palazzetto neogotico a foggia di castello affiancato da edifici più recenti. Si tratta della villa ottocentesca sorta sui resti del monastero di Santa Croce del Corvo, importante luogo di devozione, cultura e difesa nel medioevo, oggi, nella sua veste moderna, residenza per ospitalità religiosa. Si dice che Dante vi soggiornasse, mentre è certo che il Petrarca citò il luogo. Continuando la circumnavigazione del capo si entra nella foce del Magra che per un lungo tratto è navigabile. Il lato a monte dell’estuario è occupato dal porticciolo di Bocca di Magra, mentre quello orientale, caratterizzato da un lungo pennello di scogli, confina con le belle spiagge sabbiose di Fiumaretta. In entrambi i lati è possibile lo sbarco,

Colori di pietra Destra: la spettacolare falesia del promontorio del Caprione. Sinistra in alto: le verdi rocce metamorfiche di serpentino si protendono sul mare a Capo Corvo. Sinistra in basso: si scorge il massiccio bunker dell’artiglieria costiera a Punta Bianca. Il campo di tiro dei cannoni spaziava dalle spiagge di Massa e Carrara all’intera imboccatura del Golfo.

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mentre lungo il fiume l’argine con muri e parapetti rende poco accessibile la riva. Questo tratto funge da porto fluviale per imbarcazioni turistiche: occorre pertanto prestare attenzione nell’attraversarlo. Alle spalle delle spiagge si innalzano le

aguzze cime delle Alpi Apuane, con i loro versanti di candido marmo di Carrara, che incorniciano l’orizzonte in uno spettacolare scenario ■

Info utili La costa orientale del Golfo dei Poeti è raggiungibile da La Spezia (uscita autostrada A12) con mezzi pubblici e privati. La strada litoranea collega gli abitati fino a Tellaro. Numerosi sono gli accessi al mare dai porticcioli e dalle spiagge su questo lato del monte. Il lato a est del promontorio è invece raggiungibile da Sarzana (uscita A12). Lerici è inoltre collegata via battello (Consorzio Marittimo Turistico Golfo dei Poeti) con La Spezia e, nella stagione estiva, con Marina di Carrara.

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1 San Terenzo 2 Lerici 3 Tellaro 4 Punta Bianca 5 Bocca di Magra 6 Fiumaretta Google Earth

4 1 km

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Pagaiando sotto il borgo Destra: costeggiando il borgo di Tellaro dalle case vivacemente colorate sopra la scogliera.

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Santa Croce Destra: veduta dal mare del Monastero di Santa Croce del Corvo sulle pendici del promontorio presso Bocca di Magra. Sotto: davanti alle spiagge di Fiumaretta con alle spalle il panorama dei primi contrafforti delle Alpi Apuane. L’area un tempo acquitrinosa è stata bonificata nell’ottocento. Oggi è una frequentata zona di balneazione.

Parco di Montemarcello Magra Vara Il Parco regionale presenta ambienti estremamente diversificati: dalle zone umide presso i fiumi Vara e Magra, alle falesie della costa, fino ai fitti boschi intorno all’abitato di Montemarcello sul promontorio del Caprione.

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Rocche e rocce Sopra: la rocca di Lerici sullo sperone roccioso A destra: l’antro della grotta degli Scafari sempre sulla costa di Lerici

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• attrezzarsi con idoneo abbigliamento protettivo (maglie tecniche o mutino, calzari, cappellino, occhiali) e di salvataggio (giubbotto di aiuto al galleggiamento);

Sicurezza! Quale che sia il natante a remi utilizzato nell’escursione - dal kayak da mare al SUP Stand Up Paddle, dalla canoa aperta Sit on Top al tradizionale gozzo a remi - alcune avvertenze sono sempre da considerare con molta attenzione:

• portare sufficiente scorta d’acqua e alimentari di ristoro; • comunicare l’itinerario programmato e le tempistiche previste ai vostri contatti a terra;

• considerare le proprie capacità in funzione della lunghezza del tratto e delle condizioni del mare;

• preferibilmente affrontare la gita in gruppo o almeno in coppia.

• valutare e adattare il percorso alle previsioni meteomarine (vento, onda sulla costa, correnti);

Osservando così queste semplici regole di comportamento si potrà sperimentare in sicurezza l’emozionante esperienza del turismo costiero via mare ■

• studiare l’itinerario individuando punti di approdo e litorali esposti al mare aperto;

Naviga il sito ARPAL e verifica le previsioni meteo della Liguria scansionando il QR code sottostante.

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Pianificazione Gli itinerari proposti nella presente guida prevedono una navigazione sotto costa, a vista e sempre in vicinanza di approdi e centri abitati. Pertanto la preparazione e la gestione di una escursione in buone condizioni meteomarine e di visibilità è senz’altro facilitata. Questo non esime tuttavia dall’affrontare la gita con una adeguata pianificazione per poter godere di un’esperienza in tranquillità e sicurezza. Fondamentale è sempre calcolare le distanze dell’itinerario che dovranno esser commisurate alle capacità dei partecipanti e al tempo a disposizione. Tenendo a mente che il riferimento è sempre la persona meno preparata e più lenta del gruppo. Tracciando su una carta topografica o nautica il percorso (seguendo le irregolarità della costa) si può misurarne la distanza complessiva e quindi calcolare le possibili tappe. La distanza va quindi divisa per la velocità media del gruppo a cui si dovranno aggiungere i tempi per le eventuali soste.

Si consideri sempre con attenzione la velocità in base all’esperienza, forma fisica dei partecipanti nonché lo stato del mare, ovvero presenza onde, vento e correnti. Altri elementi da valutare sono la numerosità dei partecipanti (che normalmente rallenta la progressione) e la possibilità di effettuare piccole soste nel tragitto. Per esempio un esperto canoista in discrete condizioni di mare può facilmente tenere una velocità oraria media di 3 kn (nodi) ovvero 3 miglia marine (1 NM = 1,852 Km), quindi percorrere 5,5

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km in un’ora. Se invece si è in gruppo o si vuole ogni tanto soffermarsi ad ammirare il paesaggio la tratta percorsa in un’ora si ridurrà sensibilmente. In una giornata di navigazione si possono pertanto percorrere ampie distanze, ma è sempre opportuno calcolare un buon margine di tempo disponibile per gestire eventuali imprevisti senza fretta. Una gita giornaliera potrà quindi essere pianificata, considerando tutte le variabili ambientali, su distanze dai 15 ai 25 km che si riducono naturalmente nel caso di principianti o di condizioni non particolarmente favorevoli.

Carteggi e tracciati

• Le carte nautiche costiere sono un ottimo strumento per la navigazione da diporto indicando le caratteristiche del litorale, degli approdi e del fondale. Indispensabili in caso di navigazione in bassi fondali soggetti a maree, offrono tuttavia limitate informazioni sull’entroterra. Riproducono la costa su ampia scala (1 cm a 100.000 o 50.000 per le più dettagliate) e misurano le distanze in miglia marine (1= 1,852 Km).

• La cartografia digitale fruibile online è oggi estremante varia: dalle carte nautiche disponibili su sofisticate app, alla cartografia escursionistica o stradale. Come presentato nelle pagine di questa guida l’utilizzo di questa cartografia può essere particolarmente utile e agevole. Per esempio il servizio Google Maps www.google.it/maps (con il collegato Street View che visualizza le fotografie panoramiche) si presta facilmente per l’organizzazione della logistica (l’individuazione di itinerari per raggiungere la costa, accessi al

Sopra: carta nautica su grande scala. A destra: dettagliata carta IGM 1:25.000. Sotto a destra: elaborazione del percorso su Google Earth. dividuare i punti rilevanti sulla costa, accessi e caratteristiche del territorio. Possono avere scale molto ridotte (1 cm a 25.000, 10.000) e sono quindi utili per studiare in dettaglio l’entroterra, oltre a prestarsi per pianificare la logistica della gita. Queste carte usano la misurazione metrica.

• Le carte topografiche rappresentando il terreno sono perfette per in57


mare, servizi a terra). Altrettanto pratico l’utilizzo di Google Earth google. it/intl/it/earth che, oltre ad offrire una interessante visione fotografica in 3D, consente di tracciare il percorso previsto avendo in tal modo un preciso riscontro sulle effettive distanze ■

Orientamento Durante la navigazione è importante conoscere la propria posizione al fine di aver sempre chiaro la distanza percorsa e quella da percorrere. Gli elementi cospicui sulla costa sono senz’altro utili per orientarsi, ma può accadere di costeggiare alte scogliere o tratti indistinti di litorale. Per questo è consigliato avere disponibile sull’imbarcazione una copia della carta utilizzata per la pianificazione che può aiutare ad interpretare la costa. Tenere conto dei tempi e stimare la propria velocità serve per calcolare con approssimazione la distanza percorsa e quindi a ritrovare la propria posizione sulla carta stessa. Una bussola può indicare la direzione precisa della nostra progressione in mare soprattutto in prossimità di anse, capi e isolotti. Inoltre la bussola ci permette di

In acqua in sicurezza Ben attrezzati, consapevoli dell’itinerario e delle condizioni da affrontare lasciando la sorpresa solo alla bellezza della costa!

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definire la posizione attraverso la triangolazione sulla carta dei punti noti individuati sulla costa. Una buona preparazione sulle tecniche di orientamento e l’uso della bussola è perciò opportuna. Per orientarsi è certamente più facile avere la disponibilità di un apparato mobile con segnale GPS che possa indicare la posizione su una mappa digitale. Fare troppo affidamento su queste tecnologie dipendenti da limitate batterie può però essere rischioso: meglio aver sempre un’alternativa analogica.

rare. Una buona fonte di documentazione sono gli enti di promoziona turistica locali, i siti degli enti parco e delle associazioni turistico alberghiere ■

Info utili RIsorse online sul territorio: www.lamialiguria.it www.visitgenoa.it www.beactiveliguria.it

Questa breve guida vuole essere di ispirazione per vivere un’esperienza nautica ricca di emozioni e nuovi stimoli: è infatti da considerarsi come un invito a essere consapevoli dell’ambiente naturale, storico e architettonico che si incontra pagaiando lungo la costa. Per questo si suggerisce di documentarsi ulteriormente sugli aspetti naturalistici e culturali della costa che si intende esplo59


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L’autore

Per le mappe riprodotte e versione online: © 2018 Google LLC, used with permission. Google and the Google logo are registered trademarks of Google LLC. Google Earth Data SIO, NOAA, US NAvy, NGA, GEBCO. Image Landsat/Copernicus. Per le fotografie:© 2018 Paolo Ghelfi

Paolo Ghelfi, giornalista, vive a Genova e pagaia spesso in Liguria, ma anche in giro per l’Italia e il mondo. Per la realizzazione di questa guida si ringraziano, tra gli altri, i compagni di pagaiata: Andrea, Adriana, Claudia, Giuliano, Elena, Luisa, Marco, Nicola, Salvatore.

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Cinque Terre in Kayak tour in kayak lungo la riviera ligure

5terreinkayak.com

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kayakxplore.com

explore experience escape

lamialiguria.it

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TravelinKayak

adventures in Mediterranean sea travellinkayak.com

VISITGENOA.IT 63


Stampa offset e digitale

I SERVIZI E I PRODOTTI • • • • • • •

fotocomposizione impaginazione prove colore modulistica pieghevoli opuscoli volantini

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volumi brossurati volumi cartonati manifesti / locandine pannelli ed espositori scatole ed astucci adesivi e vetrofanie calendari

Via E. Mattei, 13r. - 16010 Manesseno (GE) Tel. 010.712.850 - Fax 010.710.164 info@fmgrafiche.it - segreteria@fmgrafiche.it 64



La parte più orientale dell’arco di costa ligure, che

coincide in buona parte con la provincia di La Spezia, è una delle riviere più spettacolari e famose nel Mediterraneo. Per quanto meta di un importante flusso turistico, questa costa riserva ancora sorprese per chi la raggiunge dal mare pagaiando. Accedere in canoa al porticciolo di un borgo delle Cinque Terre o costeggiare una frastagliata falesia, altrimenti inaccessibile, è infatti un’esperienza unica e memorabile. coastal touring coastaltouring.com

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