Pesaro IN Magazine 01/2023

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LUCA NARDI

PROMESSA DEL TENNIS

COLDIRETTI MARCHE

DONNE IN AGRICOLTURA

BORGO PACE

LUOGO DI BELLEZZA

n.1 2023 www.inmagazine.it
pesaro

La copertina di questo numero è dedicata a Luca Nardi, giovane promessa del tennis che porta avanti i suoi obiettivi con dedizione e talento. Incontriamo poi quattro donne dell’associazione Coldiretti Marche per affrontare il tema delle imprese agricole al femminile, e il Coro San Carlo di Pesaro per i suoi 40 anni. Esploriamo Borgo Pace, luogo di arte, natura e tranquillità, e scopriamo la storia e le vicende dell’antica fontana di Piazza del Popolo. Intervistiamo Giuseppe Esposto, che porta la magia del teatro nelle scuole, e Viviana e Tommaso Bucci, curatori dell’Archivio Franco Bucci. Parliamo di architettura green con la scuola media Antonio Brancati e di calcio femminile con il progetto Pink Arzilla. Infine, per la rubrica dedicata ai libri, Rossano Baronciani ci racconta del suo nuovo saggio. Buona lettura!

Edizioni IN Magazine s.r.l. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì | T. 0543.798463 www.inmagazine.it | info@inmagazine.it

Anno XVII N.1

giugno/luglio

Reg. di Tribunale di Forlì il 20/02/2006 n.6

Direttore Responsabile: Andrea Masotti

Redazione centrale: Clarissa Costa

Coordinamento di redazione: Deborah Papisca

Artwork e impaginazione: Francesca Fantini

Ufficio commerciale: Gianluca Braga, Laura De Paoli

Stampa: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) Chiuso per la stampa il 28/06/2023

Collaboratori: Simonetta Campanelli, Fabio Fraternali, Elisabetta Marsigli, Alice Muri, Giovanna Patrignani, Michele Romano, Silvia Sinibaldi

Fotografi: Laura De Paoli, Corinne Debreuil, Luca Toni

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte. In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it

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EDITORIALE DI ANDREA MASOTTI 33 10 PROFILI LUCA NARDI 10 46 28 16 ECONOMIA DONNE IN AGRICOLTURA 22 MUSICA CORO SAN CARLO 28 TERRITORIO IL BORGO DELLA BELLEZZA 33 CULTURA LA PUPILLA DI PESARO 38 FORMAZIONE A SCUOLA DI TEATRO 41 ARTE ARCHIVIO BUCCI 44 SOSTENIBILITÀ SCUOLA SALVA PIANETA 46 LIBRI ROSSANO BARONCIANI 49 SPORT PINK ARZILLA 06 PILLOLE NOTIZIE DALLA PROVINCIA
A VOLTE, IL POSTO PIÙ COOL IN CITTÀ NON È UN POSTO. Vernocchi Auto Via Circonvallazione Ovest 3, Rimini - 0541 740740 Via Strada della Romagna 155, Pesaro - 0721 27520 Via SS 16 Km 311, Ancona - 071 7819499 info@vernocchi.com www.vernocchi.com
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PILLOLE

PARCO AVVENTURA

PESARO | È nato a marzo un nuovo parco urbano, ecologico e inclusivo. Si tratta di Pesaro Avventura, che si inserisce nello spirito di Pesaro 2024 e nella sua ‘La natura della cultura’, che è anche quella dello stare bene. La particolarità di Pesaro Avventura, situato in via Togliatti e curato dalla Top Adventure Park di Alfredo Manzaroli, sta proprio nel suo caratterizzarsi come spazio vivibile tutto l’anno e nell’essere 100% green. Sono 15 i percorsi avventura di diverse difficoltà, realizzati nell’area che accoglie anche il Tree Village e i giochi ecologici a impatto ambientale ‘0’. Previsto anche un punto ristoro, servizi igienici, un’area relax con panchine e tavoli vicini ai giochi di psicomotricità ad accesso gratuito.

SALA DELLA REPUBBLICA

PESARO | Dopo il Museo Oliveriano, la Pescheria e I Musei Civici di Palazzo Ciacchi, la Sala della Repubblica del Teatro Rossini è il quarto luogo della cultura che si rinnova nel cammino ufficiale di Pesaro 2024, offrendo oggi uno spazio multimediale con una capienza di 120 posti. Uno spazio molto atteso dalla cittadinanza, ancora orfana del Teatro Rossini, i cui lavori di ristrutturazione, con interventi importanti dopo l’ultimo terremoto, ne proibiranno la riapertura anche per il Rof 2023. ‘Gioiello’ autonomo all’interno del Teatro Rossini, la Sala della Repubblica è pronta a ospitare eventi di vario genere, per un ‘ridotto’ polifunzionale e molto curato che permetterà di svolgere manifestazioni e di ospitare convegni, conferenze, spettacoli teatrali, musicali e di danza.

PERUGINO: IL DOCUMENTARIO

PESARO | Dopo Van Gogh. Tra il grano e il cielo e Napoleone. Nel nome dell’arte, nonché diversi lavori all’interno delle gallerie d’arte più prestigiose (come gli Uffizi, il Museo Archeologico di Napoli e la Reggia di Caserta), il regista pesarese Giovanni Piscaglia affronta con Perugino. Rinascimento immortale un nuovo suggestivo viaggio, mettendo in luce le peculiarità di un grande artista come il Perugino e il suo fondamentale ruolo all’interno della storia del Rinascimento. A 500 anni dalla morte dell’artista umbro, il film, prodotto da Ballandi, su soggetto dello stesso Piscaglia insieme a Marco Pisoni e Filippo Nicosia, è stato presentato dal regista lo scorso 3 aprile al Multiplex Giometti a Pesaro.

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PILLOLE

RIAPRE LA PISCINA OLIMPIONICA

PESARO | Sono stati realizzati i lavori di efficientamento energetico alla piscina del Parco della Pace, che ora consente a Sport Village –gestore dell’impianto comunale – di beneficiare di un centro competitivo, sicuro e che riesce ad abbattere i costi grazie al suo risparmio energetico. Degna di nota è l’implementazione dell’impianto di trattamento e affinamento dell’acqua per potabilizzarla senza sprechi. Grazie a questi interventi, il centro sportivo di via Redipuglia può vantare un impianto tra i più tecnologici e all’avanguardia in Italia in termini di efficienza energetica, che gli consente di offrire costantemente tutti i suoi servizi agli oltre diecimila utenti inclusa la piscina olimpionica, riaperta ufficialmente il 20 maggio scorso.

LA POESIA DI LELLA DE MARCHI

PESARO | Ti piace restare da sola non curarti del tempo e degli altri / non curarti del buio che scende dentro la stanza. / forse già sai che siamo in tanti per una sola finestra forse / già sai che il letto è un lago che non ha balaustra. Versi potenti e profondi quelli della poetessa, autrice e performer Lella De Marchi, tratti dalla poesia Ipotesi per una bambina cyborg (Transeuropa, 2020). De Marchi è un’artista a tutto tondo con alle spalle diversi libri di poesia, un libro di racconti brevi, diverse performance poetiche in collaborazione con altri artisti, e già diversi riconoscimenti. Il più recente, quello del 14 maggio scorso: nominata vincitrice della Sezione D (Poesia Orale e Performativa) per il Premio Bologna in Lettere 2023 con la poesia Soltanto le cose

SUCCESSO PER CALICI DI PAROLE

PESARO | Non c’è nulla di più distensivo che leggere un buon libro e sorseggiare del buon vino. È da queste premesse che è nata Calici di parole, la nuova rassegna promossa dalla Confcommercio Marche Nord [nella foto, Amerigo Varotti e Agnese Trufelli]. La prima edizione è stata inaugurata lo scorso 5 maggio e si è conclusa con successo a giugno: sette gli appuntamenti in cui sono stati presentati autrici e autori locali, ‘abbinati’ a gustosi assaggi dei vini delle migliori cantine del territorio. Un’iniziativa di promozione culturale ed enogastronomica, con la collaborazione di AIS (Associazione Italiana Sommelier) Delegazione di Pesaro, che vedrà una seconda edizione nel 2024.

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Siamo nel Parco Naturale del Monte San Bartolo, un luogo che incanta gli occhi. Gibas accoglie i suoi ospiti essendo esso stesso un ospite della natura che lo circonda e dedica il suo lavoro, la sua ricerca e la sua dedizione al benessere dei suoi clienti immergendoli in quella bellezza fatta di terra e mare, di tradizione e passione che diventa una vera e propria esperienza di benessere per tutti i sensi.

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LUCA

LA PROMESSA DEL TENNIS PESARESE TRA SOGNI, DEDIZIONE E TALENTO

NARDI

L’aria del bravo ragazzo in cui si mimetizzano tenacia, rigore e talento. Quasi un ragazzo all’antica se non fosse che con il suo braccio esplosivo, la sua capacità di lettura dell’avversario e quel viaggiare nel mondo quasi senza farci caso, Luca Nardi, più che nel presente, è proiettato verso il futuro. Un sorriso candido che conquista, un giovane tennista di 19 anni

Lesson number one: trarre insegnamenti da tutto quello che accade. Come arrivare ai Masters 1000 di Monte-Carlo, stendere Vacherot e poi mettersi la cartella sottobraccio dopo la lezione ricevuta da Lorenzo Musetti.

“Alla vigilia della prima partita sul campo centrale di un torneo così prestigioso, mi sentivo euforico, un misto tra soddisfazione e felicità per essermi regalato la possibilità di giocare un torneo così importante.” E siccome sbagliando si impara: “Oggi sicuramente mi sento più consapevole dei miei mezzi e con tanta voglia di migliorare il mio gioco e le mie prestazioni.”

Ogni volta che torna a Pesaro, Luca Nardi è facile da individuare: è alla Baratoff, la sua seconda dimora, ad allenarsi, a parlare di tennis, a studiare colpi e ripetere, ripetere gesti che devono diventare automatici.

“La Baratoff la considero come una seconda casa, ci sono cresciuto tennisticamente parlando, sarà sempre un posto speciale per me.” C’è chi inizia a pronunciare il nome di Luca Nardi sempre più con interesse e orgoglio. Se però lo si stuzzica affiancando il suo nome a campioni pesaresi come Ambrosini, Valentino Rossi e Magnini, solo per citare i più recenti, non si fa prendere in contropiede: “Non posso ovviamente paragonarmi ai grandi sportivi pesaresi, cercherò di fare del mio meglio e vedremo in futuro se potrò dirà la mia!” Sorride e già emana simpatia. Ma in una città di motori e di mare, come si finisce sulla terra rossa? “Ho iniziato a giocare a tennis perché lo praticava mio fratello, io andavo con mia mamma al circolo per vedere i suoi allenamenti e mi sono appassiona-

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PROFILI
DI SILVIA SINIBALDI FOTO LAURA DE PAOLI

to.” Ha osservato molto bene Luca, ha studiato tutti i dettagli e nel giro di poco tempo, e poco più che bambino, ha messo in riga mamma, papà e fratellone. Però certi successi hanno un prezzo, specialmente se riguardano un ragazzino: “Sinceramente il sacrificio più grande [e mentre dice ‘sacrificio’ mima le virgolette con le dita, quasi a schermirsi di una parola così importante, NdA] è il fatto che passo tantissimo tempo lontano da casa ed essendo molto legato alla mia famiglia a volte sento la loro mancanza.”

Un po’ di solitudine tra viaggi ad alta quota e stanze d’albergo dove mancano le battute, le risate e le sicurezze di una famiglia affiatata.“Per me la mia famiglia è molto impor-

AD APRILE HA

DEBUTTATO AI MASTERS

1000 DI MONTE-CARLO. OGNI VOLTA CHE TORNA A PESARO È

FACILE DA INDIVIDUARE: È ALLA BARATOFF, LA

SUA SECONDA DIMORA, AD ALLENARSI, A PARLARE DI TENNIS E A STUDIARE COLPI.

tante; nella vita di uno sportivo le persone a te care e che ti vogliono bene sono un punto di riferimento insostituibile, soprattutto quando attraversi periodi dove le cose, agonisticamente parlando, vanno meno bene del dovuto.”

Però non è solo la lontananza; il sacrificio per uno come Luca diventa uno stile di vita. “Sicuramente ho scelto un tipo di vita diversissimo dai miei amici e coetanei, spesso e volentieri mi piacerebbe essere a casa e poter fare cose normali, come andare a mangiare una pizza con gli amici. Ho preso invece la decisione di fare il tennista e ho sempre saputo cosa avrebbe comportato. Comunque il tennis è la mia passione quindi le rinunce

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PROFILI
PH CORINNE DEBREUIL

Un giardino segreto o la brezza del mare? Questa estate puoi scegliere dove gustare la cucina del Rossini Bistrot, come sempre in via Passeri, nel cuore del centro storico di Pesaro, ma anche presso il ristorante del lido dell’Hotel Excelsior, vista mare e piedi nella sabbia...

ph Francesca Sani
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non mi pesano così tanto.” A questo 2023 Luca chiede di portarlo tra i primi 100 giocatori del mondo; ma cosa riserva il futuro? “Sogno di poter vincere un torneo del Grande Slam [nel tennis, è la vittoria, nello stesso anno, dei quattro tornei più importanti al mondo, NdR.] e di ottimizzare al massimo le mie capacità e di conseguenza fare la miglior carriera possibile.”

Un grande obiettivo, in cui è racchiuso anche il segreto per fare di una passione una professione. “Se vuoi rendere la tua passione il tuo lavoro,” spiega, “sicuramente devi metterci tanta umiltà e infinita dedizione. Il talento non basta, purtroppo.”

Se gli si chiede di raccontarsi in poche parole, si descrive così: “Mi considero un ragazzo molto tranquillo, non mi piace stare al centro dell’attenzione e talvolta cerco anche di sminuirmi per essere più a mio agio.” Ma quanto pesano le aspettative su un giovane atleta? E se non ci fosse stato il tennis? “Il tennis è la mia vita, non potrei immaginarmi

senza, è il motivo per cui mi alzo la mattina. Non sento molto la pressione delle altre persone, ognuno ha i propri tempi e penso che se un atleta lavora in un certo modo e con una certa costanza, i risultati prima o poi arrivano. Cerco di ripetermi questa cosa costantemente, per non sentire la pressione esterna. Il mio campione di riferimento? Fin da piccolino ho sempre guardato Novak Djokovic come il mio idolo. La mia sfida per eccellenza rimarrà però per sempre quella con mio fratello: adesso ha smesso di giocare, ma tuttora ci stuzzichiamo a vicenda su chi vincerebbe la partita, è una cosa molto bella.” Prima dei match, Luca ama ascoltare la musica perché lo aiuta ad attivarsi, ma nessun gesto scaramantico o rituale pre-partita: “Nessuna fissa per fortuna, non sono superstizioso.”

Parlando infine del capitolo social: “Non sono un ragazzo che usa molto i social. Come ho detto prima non mi piace essere al centro dell’attenzione e quindi tendo a condividere poco di quello che faccio.”

14 IN QUESTE PAGINE, L’ATLETA LUCA NARDI. NELLA
IL TENNISTA AL TORNEO DEL MASTERS 1000 DI MONTE-CARLO. PROFILI
PAGINA PRECEDENTE,
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DONNE IN

AGRICOLTURA

Nelle Marche, circa il 28% delle imprese agricole parla al femminile con la percentuale che sale al 40% con l’accoglienza agrituristica. Ben 6.651 aziende agricole sono condotte da una donna, mentre sfiorano le 10.000 unità operaie agricole, coltivatrici dirette e professioniste dei campi.

“Le nostre aziende hanno guidato un percorso evolutivo caratterizzato da una sempre maggiore specializzazione e diversificazione delle attività, accostando al ruolo della produzione quello del servizio per la società,” dice Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche. “Questa evoluzione è stata possibile anche grazie al contributo dell’imprenditoria femminile, la cui presenza continuerà a crescere.”

Maria Letizia Gardoni, perché l’agricoltura attrae così tante donne?

“Le imprenditrici hanno la possibilità di coniugare la propria indole manageriale e dirigenziale con la capacità di sapersi prendere cura degli altri. E grazie alla multifunzionali-

tà, lavorano tante donne che, oltre alla produzione primaria, svolgono attività legate ai servizi educativi, come ad esempio le fattorie didattiche, o riabilitativi, attraverso l’agricoltura sociale, e di accoglienza turistica con gli agriturismi.”

E sono sempre più coinvolte anche nella governance di Coldiretti: che segnale è?

“Siamo un’associazione che anticipa sempre i tempi. Così come successe per la legge che introdusse la multifunzionalità in agricoltura, ideata da Coldiretti oltre 20 anni fa nell’incredulità generale, oggi molti ruoli dirigenziali all’interno dell’organizzazione sono ricoperti da donne. Nelle Marche abbiamo accelerato il percorso e, oltre ad avere la classe dirigente più giovane d’Italia, vantiamo la più alta percentuale di donne che assolvono ruoli apicali.”

Alba Alessandri ha un allevamento di galline per la produzione di uova biologiche a Pieve Torina, nel Maceratese. A maggio 2023, ha concluso il proprio mandato come presidente

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ECONOMIA
SPIEGA
IMPRESE
AL FEMMINILE
COLDIRETTI
L’ASCESA DELLE
AGRICOLE
DI MICHELE ROMANO

di Coldiretti Giovani Impresa Marche, e oggi è consigliere per la Provincia di Macerata. È uno degli esempi marchigiani di un cambio di mentalità ormai acquisito. “Da occupazione di cui vergognarsi,” osserva, “oggi lavorare in agricoltura viene vista come un’attività soddisfacente e un modo per realizzarsi.”

Alba Alessandri, l’agricoltura non è quindi per soli uomini…

“A differenza dell’agricoltura di un tempo, più fisica, oggi la tecnologia permette di lavorare in maniera più sicura e meno affaticante. Inoltre, c’è tutto il settore dei servizi, al quale sempre più aziende agricole si stanno

aprendo con attività collaterali.”

Qual è l’identikit della marchigiana che si avvicina all’agricoltura?

“Molte si avvicinano per tradizione di famiglia, ma ovviamente ci sono tante eccezioni. Le statistiche indicano che 3 donne su 4 in agricoltura hanno conseguito il diploma o una laurea e non solo con l’indirizzo specifico. Io, ad esempio, ho studiato giurisprudenza perché volevo fare l’avvocato, ma quel mondo non mi ha conquistata. Così ho acquistato delle stalle abbandonate e ho iniziato la mia attività.”

Nella sua azienda di San Lorenzo in Cam-

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IN ALTO, MARIA LETIZIA GARDONI, PRESIDENTE DI COLDIRETTI MARCHE. NELLA PAGINA SEGUENTE, ALBA ALESSANDRI, CONSIGLIERE DI COLDIRETTI PER LA PROVINCIA DI MACERATA.

po, Arianna Bottin produce ortaggi, frutta, olio extravergine di oliva e ha diversi ettari a seminativo. Oggi è la Delegata di Coldiretti Giovani Impresa Marche e il suo percorso professionale è anche una bella storia: “Ho iniziato nel 2016, non mi ero ancora diplomata all’Istituto Agrario,” racconta. “Prendevo terreni in affitto e solo successivamente decisi di acquistarne altri. Poi ho rilevato l’azienda agricola di mio nonno, che mi ha insegnato tutto ciò che c’è da sapere sulle semine.”

Perché ha scelto questo lavoro?

“L’agricoltura è una scelta di vita. Stare a contatto con la natura rendere liberi: ciò che offre questo mondo non lo dà nessuno.”

ECONOMIA

“LE STATISTICHE INDICANO CHE 3 DONNE SU 4 IN AGRICOLTURA HANNO CONSEGUITO IL DIPLOMA O UNA LAUREA. OGGI LAVORARE IN AGRICOLTURA VIENE VISTO COME UN MODO PER REALIZZARSI.”

Che spazio ha l’innovazione nella sua attività e nelle giovani aziende che stanno nascendo?

“Per quel che riguarda me, appena avviata l’attività ho iniziato un percorso di conversione al biologico e mi sono aperta alla vendita diretta dei miei prodotti. Le nuove generazioni sono più sensibili ad aspetti come il mangiare sano, la salvaguardia della natura, il rapporto stretto tra produttori e consumatori. In generale, l’innovazione vede noi giovani come protagonisti: penso alle nuove tecnologie dell’agricoltura 4.0 per ridurre i consumi o anche agli stessi social ed e-commerce per promuoversi.”

Francesca Gironi, presidente di Coldiretti

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Donna Impresa Marche Coldiretti, è di Jesi ed è proprietaria di un allevamento di cavalli da gara e coltiva foraggio in biologico per la loro alimentazione. Lei, come altre imprenditrici, è già sulla strada della transizione green. “Se parliamo di economia circolare, riutilizzo delle risorse e riduzione degli sprechi, l’agricoltura si preoccupa dell’ambiente da ben prima che venisse coniata questa definizione,” sottolinea con orgoglio. “Io stessa riutilizzo il letame per la concimazione dei miei campi: in parte lo rivendo a un’azienda che coltiva funghi.”

Francesca Gironi, la produzione di energia

è un’opportunità?

“Sulle rinnovabili siamo pronti a continuare a fare la nostra parte, così come sul biogas da produrre con reflui e scarti di produzione. Siamo favorevoli al fotovoltaico, purché non vada a occupare ulteriore terreno agricolo.” E questo rischia di essere un problema… “È chiaro che una politica energetica italiana votata alla rinnovabili è necessaria per la tutela del pianeta e per la sovranità di approvvigionamento, ma siamo dell’idea che prima dei campi si debbano colonizzare tetti e coperture di edifici, ex aree industriali dismesse.”

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IN ALTO, ARIANNA BOTTIN, NEO-ELETTA DELEGATA COLDIRETTI GIOVANI IMPRESA MARCHE. A LATO, FRANCESCA GIRONI, PRESIDENTE DI COLDIRETTI DONNA IMPRESA MARCHE.
“L’INNOVAZIONE VEDE NOI GIOVANI COME PROTAGONISTI. PENSO ALLE NUOVE TECNOLOGIE DELL’AGRICOLTURA 4.0 PER RIDURRE I CONSUMI O ANCHE AGLI STESSI SOCIAL.”

IL CANTO

I 40 ANNI DI VOCI E MUSICA DEL CORO SAN CARLO DI PESARO

CHE UNISCE

Il coro è aggregazione, condivisione, socialità. Si potrebbe quasi dire che ha anche una ‘missione’, che è proprio quella di sfruttare la musica come veicolo privilegiato di un vincolo di amicizia, in un legame inscindibile.

Il Coro San Carlo di Pesaro, che vede la direzione musicale del maestro Salvatore Francavilla e la direzione artistica di Claudio Colapinto, è una delle compagini che opera da più tempo a Pesaro: ha infatti da poco festeggiato i suoi primi 40 anni. Attivo dal 1982, il Coro pesarese vanta prestigiose collaborazioni, tra cui quella con il Rof (2014), Andrea Bocelli e l’Orchestra Sinfonica Rossini, oltre a diverse esibizioni nel panorama internazionale. Nel 2020 si è dedicato all’ampliamento e al rinnovamento del proprio repertorio, toccando anche pagine inedite di grande fascino.

“Il nostro scopo aggregativo è nutrire l’uno e l’altro aspetto,

“IL NOSTRO SCOPO AGGREGATIVO È NUTRIRE L’UNO E L’ALTRO ASPETTO, OVVERO IL CANTO E L’AMICIZIA,” SPIEGA COLAPINTO, “E FORSE

È PROPRIO QUESTO

IL SEGRETO DI UN PERCORSO COSÌ LONGEVO, CHE HA PERMESSO

L’INCONTRO DI TANTE VOCI.”

ovvero il canto e l’amicizia,” spiega il direttore artistico Claudio Colapinto, “e forse è proprio questo il segreto di un percorso così longevo, che ha permesso l’incontro di tante voci, provenienti anche da territori limitrofi come la Romagna, o an-

che dall’estero con persone che sono venute ad abitare a Pesaro e hanno deciso di continuare a esercitare la loro passione nel nostro coro.”

A conclusione delle celebrazioni del quarantesimo anniversario, il Coro San Carlo si è esibito lo scorso 6 gennaio al Duomo di Pesaro con il tradizionale appuntamento del Concerto dell’Epifania, in cui hanno eseguito, per la prima volta in città, un’opera completa per soli, coro e orchestra, la Missa Cellensis in honorem BVM in C (Caecilien Messe) Hob XXII: 5 di Haydn; un vero monumento della musica sacra in cui le voci dei solisti e quelle del coro si intrecciano con le raffinate orchestrazioni, alternandosi in passaggi ora più virtuosi, ora più meditativi, con momenti tecnici di elevata caratura. Per l’occasione, il Coro San Carlo è stato affiancato dall’Orchestra Sinfonica Rossini, realtà artistica con cui da anni prosegue un felice soda-

22 MUSICA
DI ELISABETTA MARSIGLI FOTO LUCA TONI

lizio che, in più momenti, ha cesellato nella storia del coro vere e proprie punte di pregio artistico che rimarranno indelebili nella storia. Tra queste, il riconoscimento del Pesaro Music Awards e l’appuntamento del 26 maggio che ha chiuso la stagione concertistica Sinfonica 3.0 con l’oratorio composto da Armando Pierucci. Per un direttore, affrontare la Missa Cellensis, partitura sacra così complessa nella forma, nello stile e nelle dimensioni (circa un’ora e 15 minuti di musica) richiede un grande lavoro di ricerca, approfondimento e con-

fronto delle varie fonti ed edizioni sia antiche che moderne che presentano articolazioni, sonorità e, a volte, addirittura piccoli frammenti melodici differenti.

Ed è proprio Salvatore Francavilla a spiegare da dove parte uno studio così accurato di una composizione: “Non esiste uno studio così accurato che possa essere considerato vero, unico e definitivo. Capita spesso di scoprire dettagli che erano sfuggiti a una prima lettura o addirittura a una prima esecuzione. Lo studio parte dall’analisi della partitura dove il compositore traduce in segno le sue intenzioni. Quando

ci si trova di fronte a un brano musicale, è possibile analizzarlo proprio come si farebbe con un libro, una poesia, un dipinto. Ogni volta lo leggiamo in maniera differente e scopriamo nuovi particolari. L’Arte è proprio così: mai uguale a se stessa. Tuttavia occorre sempre partire da alcune semplici domande: chi è l’autore? Quando è stata composta? Cosa ha voluto esprimere? La risposta a queste tre domande ci avvicina già nella giusta direzione.”

Per un direttore riuscire a trasmettere la propria passione e la propria volontà musicale, senza

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ALTO, SALVATORE FRANCAVILLA, MAESTRO DEL CORO SAN CARLO DI PESARO.

ATTIVO DAL 1982, IL CORO PESARESE VANTA PRESTIGIOSE COLLABORAZIONI. NEL 2020 SI

dimenticare di essere solo al servizio della musica e non il contrario, è l’obbiettivo primario: “Non esistono ‘ricette’ o segreti per questo. Credo sia sufficiente credere e amare ciò che si sta facendo e tutto il resto viene da sé. Ricordo che un maestro ebbe a dire una volta: ‘Posso insegnare musica, ma non posso insegnare a fare Musica’.”

E il Coro ha poi affrontato il concerto del 26 di maggio: “Siamo stati onorati di eseguire in

prima assoluta il nuovo Oratorio dedicato a San Michele per soli, coro a quattro voci e orchestra di padre Armando Pierucci,” conclude il maestro Francavilla. “Una composizione scritta con raffinata eleganza, sensibilità, lirismo, inventiva melodica e che contiene momenti di grande drammaticità espressiva. Una scrittura fitta, densa di linee contrappuntistiche degne della più grande tradizione polifonica a partire da Bach che si intrec-

ciano con la modernità armonica espressa attraverso soluzioni davvero interessanti.” Condividere una passione, imparare i segreti della musica, sperimentare i confini della propria voce, conoscere nuovi amici: quattro validi motivi per un bellissimo viaggio alla scoperta delle nostre possibilità. Le porte del Coro San Carlo sono sempre aperte, non resta che trovare il coraggio di provare per farsi sorprendere da nuove emozioni.

24 IN
ALTO, IL CORO SAN CARLO DI PESARO SI ESIBISCE. A LATO, IL CORO SUL PALCO PER LA CONSEGNA DEL PREMIO PESARO MUSIC AWARDS.
È
DEDICATO ALL’AMPLIAMENTO E AL RINNOVAMENTO DEL PROPRIO REPERTORIO, TOCCANDO ANCHE PAGINE INEDITE.

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Una graziosa villetta che offre ‘casa’: questa è Lalla BianchiAgenzia Immobiliare, situata nel cuore della città di Pesaro, che accoglie i clienti con gentilezza e alta professionalità per aiutarli a trovare le soluzioni migliori e soddisfare al meglio le varie richieste. L’attività immobiliare fondata da Lalla Bianchi ha una lunga storia: 43 anni di lavoro appassionato, indefesso, in cui Lalla ha sempre garantito serietà, trasparenza, massima competenza. Dal 2022 il timone dell’agenzia è governato da Alessandro Amantini, di cui oggi è il titolare

pur mantenendo il famoso e conosciuto brand, preservandone l’assetto e i valori che l’hanno sempre contraddistinto. Dottore in legge e Mediatore Immobiliare, per Amantini l’incontro con la signora Bianchi è stato foriero di successo: Bianchi intuisce in lui un grande talento nel settore, decidendo così di sostenerlo, di fargli da mentore trasmettendogli un’alta formazione fino a metterlo, nel tempo, alla guida dell’agenzia.

“È stata una vera e propria fortuna avere incontrato la signora Bianchi, che mi ha subito dato

fiducia e permesso di crescere professionalmente,” spiega Amantini. “Mi occupo della vendita e dell’affitto di ogni tipo di immobile, residenziale e commerciale: dall’appartamento all’ufficio, alle attività industriali e commerciali, anche attraverso alla stretta collaborazione con esperti e studi professionali dei settori tecnici, legali e commerciali per far fronte a una veloce e sicura compravendita, locazione o affitto del proprio immobile,” dichiara. Ma non finisce qui la sua alacre attività, che include anche effettuare stime, perizie, consulenze e ricerca dei mutui migliori per i suoi clienti.

Non mancano poi gli investimenti nelle tecnologie per stare sempre al passo con i tempi. Un sito web di riferimento completamente rinnovato, l’uso competente dei canali pubblicitari e delle strategie di comunicazione e marketing mirate, fanno dell’Agenzia Lalla Bianchi una realtà accattivante che garantisce il tratto fondamentale e distintivo di questa realtà lavorativa: il rapporto con il cliente, che viene seguito e tutelato con dovizia di attenzione e particolari, in ogni singola fase, dal primo incontro conoscitivo fino al rogito finale.

“Il cliente deve sentirsi a proprio agio, l’agente immobiliare deve rappresentare una figura di sostegno, di consulenza e fiducia. Deve saperlo supportare nel suo percorso personale e non c’è nulla di meglio che accoglierlo, appunto, in un contesto confortevole come la nostra villetta,” afferma Amantini, evidenziando un particolare che non intende trascurare: “sottolineo ‘nostra’ perché naturalmente la signora Bianchi continua ad essere per me la colonna portante di sempre!”

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TERRITORIO

IL BORGO

ARTE, NATURA E TRANQUILLITÀ: ALLA SCOPERTA

DELLA BELLEZZA

Al confine tra Umbria e Toscana, in quella regione storica chiamata Massa Trabaria, troviamo un territorio dove la natura rigogliosa, l’acqua e la pace regnano sovrane. Se in antico il territorio di Borgo Pace fu sotto il dominio della Chiesa, fulcro di quella Massa Trabaria famosa per i boschi che rifornivano di legname l’Urbe, a partire dal Trecento e fino al 1631 appartenne e seguì le sorti del Ducato d’Urbino.

Arrivare nel territorio di Borgo Pace è sempre un’esperienza mistica e suggestiva, non solo perché si ha l’impressione di essere letteralmente cullati dal mare verde che tutto avvolge, ma anche perché questo luogo, grazie alle parole di antichi viaggiatori come quelle del celebre Michel de Montaigne, è ricordato come un passaggio obbligato, soprattutto tra Quattro e Cinquecento, per tutti coloro che si mettevano in viaggio dalla Toscana diretti a Urbino, e viceversa, e che a Borgo Pace trovavano “sosta per la cena, il cambio delle cavalcature e il pernottamento.”

Tra i tanti che avranno percorso un viaggio tra la Toscana e le odierne Marche pensiamo semplicemente a quel gran genio della pittura rinascimentale di Piero della Francesca che, dalla sua San Sepolcro, passava per Borgo Pace per raggiungere la corte dei Montefeltro a Urbino.

Un altro elemento importante del luogo è l’acqua. Sì, l’acqua, perché qui avviene qualcosa di speciale, di particolare: nella cosiddetta Aula Verde, un vero e proprio parco fluviale, pervasi da meraviglia assistiamo alla congiunzione dei torrenti Meta e Auro, che proprio qui danno origine al Metauro, il fiume più lungo delle Marche.

Sebbene profondamente ferito durante la Seconda Guerra Mondiale, il paese è in grado ancora di raccontarci tante storie, come quella della famiglia Ganganelli, la famiglia di Papa Clemente XIV, che proprio a Borgo Pace aveva la sua residenza. Le grandi perdite a seguito degli eventi bellici, per fortuna, non hanno scalfito la bellezza del luogo e del-

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PACE
DI BORGO
DI FABIO FRATERNALI
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le piccole frazioni che costellano il territorio comunale: in questi piccoli agglomerati di case, varcando le antiche soglie delle chiese, è possibile trovare ancora oggi innumerevoli sorprese dal punto di vista artistico, come la bella pala figurante la Crocifissione, realizzata del pittore cinquecentesco Raffaellino del Colle, conservata nel piccolo edificio ecclesiale di San Floriano nella frazione di Palazzo Mucci.

Per chi viene a Borgo Pace, in cerca di bellezza e tranquillità, è impossibile non visitare la frazione di Lamoli, sede di un’importante abbazia dedicata a San Michele Arcangelo Quest’antico luogo, documentato a partire dal 1218, ma probabilmente eretto tra IX e X secolo da monaci benedettini, conserva ancora la sua veste tardo romanica, con la sobria facciata caratterizzata da un piccolo rosone e le sue tre navate illuminate da piccole monofore. Al suo interno l’abbazia benedettina, oltre a un grande e pregevole Crocifisso rinascimentale, conserva una serie di affreschi di scuola umbro-marchigiana del Quattrocento e un dipinto su tavola, una lu-

QUESTO LUOGO, GRAZIE ALLE PAROLE DI ANTICHI VIAGGIATORI COME MONTAIGNE, È RICORDATO COME UN PASSAGGIO OBBLIGATO PER TUTTI COLORO CHE SI METTEVANO IN VIAGGIO DALLA TOSCANA DIRETTI A URBINO, E VICEVERSA.

netta raffigurante il Padre Eterno tra due Angeli di Raffaellino del Colle, un’opera che un tempo coronava la grande tavola dello stesso autore raffigurante l’Adorazione dei Pastori, asportata nel Settecento dal Cardinale Domenico Passionei e attualmente conservata presso i Musei Civici di Pesaro. All’interno del complesso abbaziale, oggi, troviamo anche un particolare museo dedicato ai colori naturali, un museo dove sarà possibile scoprire l’origine di quei pigmenti che venivano utilizzati un tempo non solo per tingere le stoffe, come per esempio il blu estratto dalla pianta di guado, ma anche per essere utilizzati in pittura dai grandi artisti del Rinascimento. Ma Borgo Pace, come abbiamo ricordato, è da sempre anche un luogo deputato alla sosta e al ristoro e, ancora oggi, possiamo vivere come nei tempi andati quest’esperienza di ospitalità presso locande, ristoranti o agriturismi. Come, ad esempio, in quella che era un tempo l’antica stazione di posta del luogo, l’Antica Locanda ‘La Diligenza’ che, in temi moderni, è diventata una delle prime stelle Michelin delle Marche.

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L’ANTICA FONTANA DI PIAZZA DEL POPOLO TRA STORIA E IDENTITÀ

DI PESARO

Tra il 1588 e il 1593, in seguito all’ampliamento della Piazza Grande (oggi detta Piazza del Popolo), per iniziativa di Francesco Maria II della Rovere fu eretta una nuova fontana in sostituzione di quella esistente sin dal XIV secolo al tempo dei Malatesta in piazzetta del Quarto (oggi largo Mamiani). Inaugurata il 13 luglio 1593, fu sistemata sopra una base a tre gradini e dotata all’interno del bacino di un ‘maschio’ dalla forma a boccale.

In occasione della nascita del principe Federico Ubaldo della Rovere, avvenuta il 16 maggio 1605, furono aggiunte otto ‘teste’ o maschere, mentre nel maggio 1621 fu inserito un gruppo di delfini bronzei e altri ornamenti in occasione del matrimonio dello stesso Federico con Claudia de’ Medici. Ristrutturata la nuova rete idrica, il 17 agosto 1683 tornò finalmente a sgorgare di nuovo l’acqua nella fontana, durante una solenne cerimonia.

Nel biennio1684-85 la fontana venne radicalmente ristrutturata e abbellita dallo scultore romano Lorenzo Ottoni. Il gran numero di getti d’acqua rispondeva non solo a una finalità estetica, ma soprattutto a uno scopo concreto in quanto l’acqua doveva servire per usi pratici della popolazione, tra cui era molto radicata l’usanza di portare animali ad abbeverarsi e di condurvi carri per lavarli. Il 20 maggio 1684, però, fu emes-

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CULTURA
DI GIOVANNA PATRIGNANI

INAUGURATA IL

13 LUGLIO 1593, RISTRUTTURATA E

POI ABBELLITA NEGLI ANNI, LA FONTANA FU

DISTRUTTA DURANTE LA SECONDA GUERRA

MONDIALE. VENNE

POI RICOSTRUITA FEDELMENTE NEL 1960.

so un bando pubblico che comminava pene severe contro chi avesse continuato a praticare tali usanze contrarie all’igiene pubblica e al decoro della Piazza. Sin dal 1688, per proteggerla da animali e carri che urtavano continuamente contro la vasca e gli scalini del basamento, erano anche state sistemate colonnine con catene. Ma né tale recinto, né i successivi bandi distolsero i pesaresi dall’antica pratica, che continuarono imperterriti a usare la pubblica fontana di Piazza per varie esigenze pratiche. In epoca imprecisata vennero collocati attorno al basamento alcuni abbeveratoi in pietra di Verona. Le colonnine con catene sistemate intorno al basamento, eliminate all’inizio del 1914 ma

in seguito ricollocate, furono poi definitivamente rimosse in quanto considerate un ostacolo per le ‘adunate’ in voga in epoca fascista.

Durante la Seconda guerra mondiale, nell’agosto 1944 la fontana fu distrutta con alcune cariche di tritolo da un reparto tedesco. Venne poi ricostruita fedelmente nel 1960 secondo l’antico modello di Lorenzo Ottoni con il ripristino degli antichi frammenti recuperati: così, dopo sedici anni dalla distruzione, il 20 agosto 1960 la fontana riprese il suo posto in mezzo alla Piazza, con le sue rinate strutture e i suoi ventisei zampilli, arricchita anche da un impianto di illuminazione notturna.

A sintetico ricordo di queste

vicende, un’iscrizione latina è scolpita intorno al bacino, proprio là dove in antico era posta quella originaria. Nell’ambito di un piano di interventi realizzati dall’Amministrazione Comunale per restaurare le antiche fontane pesaresi, il primo intervento fu attuato proprio sulla fontana principale della città, quella di Piazza del Popolo, restaurata nel 1988 e restituita ai suoi originari colori: il bianco della pietra d’Istria e il rosso del marmo veronese. Nel 1994 venne poi ripristinato l’impianto di illuminazione. Ancora oggi, come un tempo, quando era detta ‘la pupilla di Pesaro’, centralizza lo spazio urbanistico e continua a essere punto di riferimento e polo aggregativo per i pesaresi.

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CULTURA

STILE RICAMO DETTAGLI ESCLUSIVI

È una storia quasi difficile da datare quella del ricamo, protagonista già dai tempi dell’antico Egitto in cui veniva usato per unire pelli e teli vegetali destinati ai Faraoni. Non era da meno neanche nell’antica Cina, dove fu al centro di un’attività fiorente per lungo tempo.

Con la sua inconfondibile arte, il ricamo nel corso dei secoli si è espanso a macchia d’olio, fino a giungere in Europa, sviluppandosi nell’ambito della moda. Grazie alla cultura saracena è poi arrivato anche in Italia ottenendo particolare attenzione a Milano e a Firenze, in cui si fece florido nella vita dei palazzi, tra lo stile di vita sfarzoso dei ricchi signori.

Facendo un salto temporale importante arriviamo alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso, in un piccolo laboratorio pesarese dove il ricamo prende vita creando un’attività di tutto rispetto, fondata da Roberto Occhialini che decide di chiamarla Stile Ricamo: un nome che racchiude gusto, talento, passione e precisione.

Occhialini nel tempo viene attrat-

to dalle grandi passerelle dell’alta moda e decide di specializzarsi proprio in quel settore iniziando a collaborare con gli stilisti più in voga del panorama mondiale. Non ci vorrà molto tempo prima che Stile Ricamo si trasformi da piccola realtà lavorativa in un’azienda vera e propria che garantisce massima competenza, attenzione al dettaglio e lavoro impeccabile.

Grazie all’esigenza di una continua innovazione e di una ricerca costante, l’azienda pesarese si avva-

le di strumenti sofisticati di ultima generazione come le macchine a taglio laser, le cucitrici a ultrasuoni e le stampanti automatiche 8 colori, offrendo svariati servizi quali, ad esempio, l’applicazione di borchie a rivetto su tessuto in qualunque capo d’abbigliamento (tra i servizi più richiesti), il ricamo laser, una tecnica innovativa che decora abiti e tessuti in modo perfetto, e il ricamo con paillettes anche su abito intero.

È ormai risaputo che con pazienza, costanza, determinazione e convinzione in ciò che si fa i risultati arrivano concreti: Stile Ricamo, con grande fiducia e massimo impegno, è riuscita con le sue creazioni a camminare sui Red Carpet più fotografati, a essere immortalata sulle copertine dei magazine di moda, facendo scalpore anche in diversi videoclip musicali.

Per Occhialini e tutto il suo team il ricamo è un prezioso giardino dove sbocciano splendide idee e prendono forma creazioni uniche.

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Nato il 25 ottobre del 2015, l'impianto è stato completamente ristrutturato per diventare un centro tra i più moderni ed innovativi in Italia. Sono 4.500 i mq suddivisi in 3 arcate nella quale ognuna ospita uno sport differente:

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Smash Fitness & Medical è dotato di un’ampia sala attrezzata cardio, isotonica (pesi), due sale per i corsi di gruppo e due studi pilates con le macchine reformer e cadillac.

Presente, inoltre, una sala attrezzata dedicata al recupero funzionale.

Continuando il nostro viaggio all’interno del centro, troviamo la zona dedicata alla Pallacanestro, nella quale la squadra di Serie A locale svolge i suoi allenamenti. Terminiamo il nostro #SMASHTOUR con... One Way Up, 370 mq tutti dedicati all’arrampicata: area boulder, corda, zona bambini e area dedicata al riscaldamento. Siamo molto orgogliosi di aver aperto a Pesaro una struttura che vi farà sentire a casa vostra.

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Il Centro dispone di 6 campi da Beach Tennis e da Beach Volley intercambiabili, una zona Paddle dove sono presenti due campi di ultima generazione per gli amanti di questo nuovo sport. La zona relax comprende il bar, zona lettura, WiFi free e zona TV. Sicuramente una delle novità più apprezzate, specialmente dalla clientela femminile, è la sala giochi per i bambini dove le mamme lasciano i loro figli a giocare durante le loro partite. La saletta si trova vicino agli spogliatoi ed è dotata di Playstation, biliardini e giochi per i più piccini. Altra zona molto apprezzata è il soppalco di 500 mq che attraversa tutti i campi e permette la visione delle partite dall’alto dove è presente lo Smash Fitness & Medical.

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A SCUOLA

DI TEATRO

Attore e grande interprete a livello nazionale, Giuseppe Esposto incarna il teatro come pochi: vive ogni personaggio con tutto se stesso, catapultando e coinvolgendo profondamente gli spettatori nella scena. Ed è proprio per queste sue doti che gli Amici della Prosa lo hanno scelto per portare il teatro nelle scuole, a contatto diretto con gli studenti, abbattendo i limiti della quarta parete e facendo vivere tra i banchi delle aule la magia del teatro.

“Abbiamo iniziato circa 10 anni fa,” racconta Giuseppe, “quando mi chiesero di portare alcuni testi di Pirandello e scelsi l’Enrico IV e L’uomo dal fiore in bocca. Il repertorio si è poi ampliato con altri autori sempre legati ai programmi scolastici e questo ha scatenato grande interesse sia nei ragazzi che negli insegnanti. Sono passato al teatro di narrazione, con cui ho avuto modo di analizzare e raccontare diversi autori.” Forse non solo nella re-

“UNA SCUOLA DI TEATRO È PARTICOLARMENTE INTERCONNESSA CON LA NOSTRA VITA,” SPIEGA ESPOSTO, “È UNA CONDIVISIONE CREATIVA E NON FITTIZIA DI UNO SCAMBIO EMOTIVO, DI UN PERCORSO CONDIVISO CON ALTRI.”

altà pesarese, questo approccio al teatro è qualcosa di diverso e anche straordinario: “Certo è molto diverso dallo stare su un palco e le reazioni dei ragazzi sono uno stimolo importante anche per me. Spesso mi chiedono come io possa ricordarmi tutto ed è un’ottima occasione per spiegare loro come sia in realtà il corpo a vivere la memoria e l’interpreta-

zione di un testo. È il corpo che recepisce e trasforma: la voce è uno strumento per fare parlare tutto dell’attore, dalla mimica, alla gestualità, allo sguardo.” Un modo per tornare alle origini del teatro: “Si ricreano le atmosfere del guitto, del teatro di strada, e a livello energetico ed emozionale la partecipazione dei ragazzi restituisce molto.” Recentemente Giuseppe ha ereditato anche il laboratorio del Liceo Mamiani per la realizzazione di un vero e proprio spettacolo interpretato dagli studenti: “Con loro uso un approccio molto fisico e li stimolo a rendere vitale ogni battuta. Una scuola di teatro è particolarmente interconnessa con la nostra vita: è una condivisione creativa e non fittizia di uno scambio emotivo, di un percorso condiviso con altri. Il perfezionismo tecnico è l’ultima cosa che ci interessa, è più importante la compartecipazione di cuore, anima e testa… e se c’è il cuore c’è già tutto.”

39 FORMAZIONE
LA MAGIA DEL TEATRO
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MEMORIA

LE INIZIATIVE DELLO STORICO ARCHIVIO FRANCO BUCCI

E MATERIA

Un passato che si proietta nel futuro: il 4 maggio 2002, all’età di 69 anni, ci lasciava improvvisamente il grande ceramista e designer pesarese Franco Buc-

ci, uno dei protagonisti più attivi della vita culturale pesarese di fine Novecento, imprenditore che ha portato il nome della città nel mondo con il suo Labora-

torio Pesaro. Il suo è sempre stato uno stile inconfondibile che ha unito, sotto forma di oggetti d’uso, tradizione e innovazione, concretezza e creatività. Carat-

41 ARTE
DI ELISABETTA MARSIGLI

teristiche che appartengono al nostro territorio e che Bucci ha tanto amato e nel quale è vissuto tutta la vita.

Da allora, sua figlia Viviana si è occupata di mantenere viva la memoria del grande artista e, dopo aver concluso (nel 2005) l’importante catalogazione dell’Archivio Franco Bucci iniziata nel 2002, poi proseguita con la digitalizzazione dell’Archivio stesso, oggi inaugura una nuova fase di progettazione.

Viviana e suo figlio Tommaso, nello spirito creativo della famiglia Bucci, intendono infatti

continuare a costruire un percorso che dialoghi con il presente fra design, artigianato e innovazione. Un modo per non interrompere quel fermento culturale nato nei primi anni Sessanta, che ha reso Pesaro protagonista nelle arti e che oggi culmina con il grande risultato che finalmente premia una città intera come Capitale della Cultura 2024.

“Negli storici spazi della ex fabbrica di ceramica di Franco Bucci (di oltre 200 mq), ai piedi del Colle del San Bartolo dove la famiglia Bucci è vissuta,” spiega Viviana Bucci, “l’archivio sto-

“L’ARCHIVIO VERRÀ RESO FRUIBILE GIÀ

DALLA FINE DELL’ESTATE 2023,” SPIEGA VIVIANA BUCCI. “TERREMO CORSI, MOSTRE E INIZIATIVE CHE RUOTERANNO INTORNO AI TEMI ‘FORTI’ DELL’ARTIGIANATO E DELLE TECNICHE DI CULTURA MATERIALE.”

rico delle ceramiche verrà reso fruibile già dalla fine dell’estate 2023: terremo corsi, mostre e iniziative che ruoteranno intorno ai temi ‘forti’ dell’artigianato e delle tecniche di cultura materiale, intorno a quel confine indefinito fra creatività, arte, design che ha sempre caratterizzato l’opera di mio padre.” Un modo per confrontarsi con il presente e guardare al futuro in un legame forte con la terra, materiale e immateriale. Per restare informati su queste novità ci si può iscrivere alla newsletter dal sito ufficiale.

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ARTE
NELLA PAGINA PRECEDENTE, FRANCO BUCCI IN UNA SERIE DI PROVINI FOTOGRAFICI DI MASSIMO DOLCINI (PRIMI ANNI SETTANTA). IN ALTO, LA TEIERA PIROFILA DEI PRIMI ANNI SETTANTA, UNO DEI TANTI OGGETTI D’USO QUOTIDIANO DISEGNATI E PRODOTTI DA FRANCO BUCCI.

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SOSTENIBILITÀ

SCUOLA

PREMIATA L’ARCHITETTURA GREEN DELLA SCUOLA ANTONIO BRANCATI

SALVA PIANETA

Tra i primati di Pesaro c’è il doppio riconoscimento internazionale ottenuto dalla scuola di via Lamarmora: il Leadership Award, assegnato dall’U.S. Green Building Council, come primo istituto in Europa e terzo edificio al mondo più ecosostenibile, e il prestigioso premio di COP26, assegnato a Glasgow, al

Comune e ai progettisti dell’edificio costruito da Conscoop con Formula Servizi, Idrotermica Coop e Siem Impianti. Una sorta di doppio ‘oscar per l’architettura green’ per la scuola media Antonio Brancati, definita come una scuola ‘salva pianeta’ e progettata per essere un edificio a impatto quasi nullo, nettamen-

te all’avanguardia nel mondo. L’edificio pesarese, tra i 148 edifici selezionati a livello internazionale, è risultato il migliore esempio al mondo in termini di efficienza energetica, in coerenza alla lotta contro il cambio climatico, tematica all’ordine del giorno a COP26, rientrando negli standard nZEB (nearly Zero Energy Building).

Investire nell’istruzione è una delle priorità dell’Amministrazione pesarese, come conferma il vicesindaco Daniele Vimini: “Dopo il certificato Leed Platinum [a novembre 2020, è stata la prima scuola in Europa e la seconda nel mondo ad aver conseguito tale risultato, NdA.] accogliamo questi ulteriori riconoscimenti con gioia e come segno di una strategia edilizia di valore in grado di qualificare il territorio, migliorare la qualità di vita della popolazione scolastica, salvaguardare l’ambiente.” Il tutto “grazie a una progettualità virtuosa e soste-

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L’EDIFICIO DELLA SCUOLA PESARESE, TRA I 148 EDIFICI SELEZIONATI A LIVELLO INTERNAZIONALE, È RISULTATO IL MIGLIORE ESEMPIO AL MONDO IN TERMINI DI EFFICIENZA ENERGETICA, NELLA LOTTA CONTRO LA CRISI CLIMATICA.

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nibile, anche dal punto di vista economico” come testimonia il costo a metro quadro della scuola: pari a 1.300€/mq. È un risultato che “va raccontato perché costituisce un ottimo modello di cooperazione tra enti locali e privati.” Il segreto del successo? Per Vimini sta “nell’aver seguito e documentato passo dopo passo obiettivi e procedimenti. E

aver pensato a questo intervento come a un modello modulare e replicabile.” È stato anche un ottimo lavoro di squadra quello che ha permesso di ottenere questi prestigiosissimi risultati, grazie al progetto degli architetti Margherita Finamore (project manager), Davide D’Ursi ed Eros Giraldi del Comune di Pesaro.

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Nel suo interessantissimo saggio Il tempo non esiste. L’uomo nell’eterno presente, Rossano Baronciani – docente e saggista – ci conduce attraverso un’approfondita e vasta successione di riflessioni e pure di disquisizioni. Non mancano episodi curiosi, cronache di storia e racconti personali, menzioni di libri, richiami di film, narrazioni di miti, postille psicoanalitiche, note filosofiche. Non è facile captare dove la sua narrazione porta, ma la sua scrittura è così chiara, coinvolgente e accattivante, che è un piacere insaziabile seguirlo perché curiosità e domande riceveranno le giuste risposte.

Le riflessioni annesse a momenti vissuti in primis, racconti del vissuto, di luoghi, di famiglia, di amici, sono importanti per spiegare le tesi che l’autore sostiene e propone. Note di natura narrativa che si alternano a tratti piuttosto impegnativi ma che aiutano a sostenere il ritmo di questo denso e concreto del saggio.

IL PRESENTE

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LIBRI
LEGGERE RIFLESSIONI SULLA NOSTRA EPOCA NEL SAGGIO DI ROSSANO BARONCIANI
DI SIMONETTA CAMPANELLI FOTO LUCA TONI

“UN LIBRO CHE SI OCCUPA DELL’ATTUALITÀ,”

SPIEGA BARONCIANI, “IN TRE GRANDI NUCLEI TEMATICI: LA MEMORIA, L’AFFERMAZIONE DELLA SOCIETÀ DELLO

SPETTACOLO E LA CRISI DEL RISPECCHIAMENTO EMPATICO.”

“Il libro ha tre grandi nuclei tematici,” dice Baronciani. “Il primo è dedicato alla memoria, ovvero il modo in cui l’uomo, da sempre, ha rielaborato il passato; un passato che insiste nel presente e che crea una visione nel futuro. La seconda parte ha a che vedere con l’affermazione, ormai definitiva, della società dello spettacolo, ossia il modo in cui il nuovo capitale produce immagini al fine di fare lavorare quelli che sono i nuovi operai alla catena di montaggio, cioè gli spettatori, ovvero noi tutti davanti allo schermo di uno smartphone. Infine, una terza parte che tratta del rispecchiamento empatico, ovvero della crisi con esso, la difficoltà dunque di riconoscere l’altro e di mettersi nei panni dell’altro. Sono tre argomenti che, apparentemente, sembrano correre su linee diverse ma, in realtà, si ricongiungono poi nel filo rosso delle nuove tecnologie della comunicazione che hanno, radicalmente, cambiato

questi tre grandi nuclei tematici affrontati nel libro. In definitiva è un libro che si occupa dell’attualità. Dalla radice etimologica del termine ovvero l’attuale, la presenza. Rivendicare la presenza in un contesto di progressiva de-materializzazione e digitalizzazione del mondo, cercando di cogliere quelli che sono gli aspetti in luce e gli aspetti in ombra.”

È un saggio che fornisce al lettore delle coordinate di senso ma anche degli spunti di riflessione, senza metodo di giudizio e senza comunque tagli particolarmente radicali su quesiti fondamentali dell’epoca contemporanea: in che modo la tv e i social media sono diventati così pervasivi? Come mai si ha la sensazione di vivere in un tempo strano, talvolta estremamente compresso e talvolta profondamente dilatato? Unendo antropologia, storia, estetica e cultural studies, Baronciani fornisce una lettura affilata della nostra epoca.

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le orme della calciatrice Raffaella Manieri, atleta pesarese di grande talento, che ha vestito le maglie della nazionale italiana e del Bayern Monaco. È proprio lei oggi che, con grande orgoglio, guida questa importante realtà. “Il nostro desiderio,” spie-

ga Raffaella Manieri, “era poter dare un contributo importante al movimento del calcio femminile. Grazie a tutto lo staff, al responsabile tecnico Francesco Marcucci e alla sua esperienza sul campo, abbiamo sviluppato un programma specifico di al-

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CARATTERIZZATA

COSIDDETTO

TEAM’: SIGNIFICA CHE LE RAGAZZE INIZIANO QUESTO PERCORSO INSIEME AI RAGAZZI,”

SPIEGA LA CALCIATRICE E IDEATRICE DEL PROGETTO RAFFAELLA MANIERI. “OGGI CONTIAMO UN TOTALE DI 40 BAMBINE.”

lenamento. La nostra identità è caratterizzata dal cosiddetto ‘mixed team’: significa che le ragazze iniziano questo percorso insieme ai ragazzi e questo vale sia per gli allenamenti che per le partite giocate nelle proprie categorie di riferimento, suddivise per età. Oggi nel nostro organico contiamo un totale di 40 bambine.”

Al Pink Arzilla ci sono anche alcune novità: “Dall’anno scorso è nata la prima Under 15 femminile e da quest’anno è stata realizzata anche la prima Under 17, grazie alla collaborazione con la Vis Pesaro. Si tratta di una partnership importante perché in questo modo possiamo garantire l’entrata in squadra di una bambina, offrendogli la possibilità, anche da grande, di giocare per la squadra della sua città senza per forza approfondire questa esperienza in altre realtà. Un’organizzazione di successo, e i risultati degli ultimi anni ci stanno dando ragione,” aggiunge Raffaella.

Una piccola realtà come la ADP Arzilla, in 11 anni di lavoro e massimo impegno, oggi è tra le migliori realtà tra le regioni Marche-Abruzzo, capace di arrivare alla seconda fase interregionale nel campionato femminile Under 17, giocandosela con club come Milan, Fiorentina, Sassuolo e Cesena.

Sono, inoltre, tantissime le ragazze nate e cresciute al Pink Arzilla e che, dopo Raffaella Manieri, hanno conquistato grandi risultati. Tra queste: Francesca Barbaresi, attaccante che ha militato in Serie A e nel-

la Nazionale Italiana Under 17, e Chiara Gambini, centrale difensivo, convocata in Nazionale Under 16 e giocatrice della Jesina nella serie cadetta. Valentina Livi, militante in prima squadra Vis Pesaro, le gemelle Chiara e

Francesca Gambini in forza alla Jesina e infine le ultime uscite in forza al Cesena Asia Belloli, Consuelo Di Maria, Greta Paolinelli

50 IN
SPORT
QUESTE PAGINE, LA SQUADRA PINK ARZILLA. A LATO, RAFFAELLA MANIERI.
NOSTRA IDENTITÀ È
DAL
‘MIXED
Pink Arzilla è una realtà che produce talenti.

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