Ravenna IN Magazine 02/2022

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VANESSA PADOVANI

MISS MAMMA SORRISO

SABINA ZABBERONI TRA MODA E FUTURO

DARSENA DEL SALE

CONTENITORE DI CULTURA

r av e n n a

n.2 2022 w w w. i n m a g a z i n e . i t


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EDITORIALE

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04 / PILLOLE NOTIZIE DALLA PROVINCIA

08 34 / SPETTACOLO TEATRO È MUTAMENTO

In questo speciale numero estivo, con una doppia copertina, troviamo la ravennate Vanessa Padovani, regina di TikTok con il nome di Miss Mamma Sorriso, e la cervese Sabina Zabberoni titolate della boutique Julian Fashion. Parliamo della Coviro di Cervia, leader nella produzione di fragole e asparagi, e incontriamo Luigi Dadina, cofondatore del Teatro delle Albe e del Cisim. Trattiamo del recupero di due luoghi simbolo: la Darsena di Cervia, oggi contenitore di servizi e cultura, e l’Oratorio della Madonna del Rosario di Pompei in via Ravegnana. Ripercorriamo la conquista di Ravenna dai parte dei fascisti nel 1922, e i 75 anni di storia della Nuova Rinascita Pattinaggio insieme a Davide Milandri. Infine incontriamo Andrea Tampieri, ‘operatore d’arte’ tra scuola e pittura. Buona lettura! DI ANDREA MASOTTI

40 / STORIA

08 / PROFILI

CONQUISTA FASCISTA

VANESSA PADOVANI

44 / RESTAURO

14 / PROFILI

L’ORATORIO RITROVATO

SABINA ZABBERONI

51 / SPORT

20 / VISIONI

DAVIDE MILANDRI

MARCELLO SBRIGHI

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28 / DESIGN Edizioni IN Magazine s.r.l. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì | T. 0543.798463 www.inmagazine.it | info@inmagazine.it Anno XXI N. 2 giugno/luglio Reg. di Tribunale di Forlì il 16/01/2002 n.1 Direttore Responsabile: Andrea Masotti Redazione centrale: Clarissa Costa, Beatrice Loddo Coordinamento di redazione: Roberta Bezzi Artwork e impaginazione: Francesca Fantini Ufficio commerciale: Roberto Amadori, Gianluca Braga Stampa: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) Chiuso per la stampa il 13/06/2022 Collaboratori: Andrea Casadio, Chiara Bissi, Anna De Lutiis, Massimo Montanari, Serena Onofri, Aldo Savini. Fotografi: Lidia Bagnara, Luca Brolio, Marco Caselli, Massimo Fiorentini, Fondazione Oriani. Cervia IN Magazine è una pubblicazione speciale abbinata al numero 2/2022 di Ravenna IN Magazine.

Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte. In ottemperanza a quanto stabilito dal Regolamento UE 2016/679 (GDPR) sulla privacy, se non vuoi più ricevere questa rivista in formato elettronico e/o cartaceo puoi chiedere la cancellazione del tuo nominativo dal nostro database scrivendo a privacy@inmagazine.it

DARSENA DEL SALE

28 57 / PITTURA ANDREA TAMPIERI


PILLOLE

DAVIDE CASSANI: HO VOLUTO LA BICICLETTA RAVENNA | Si intitola Ho voluto la bicicletta, il nuovo libro dell’ex campione di ciclismo Davide Cassani che ora riveste la carica di presidente APT Emilia-Romagna. Il volume, edito dalla casa editrice Rizzoli, è stato scritto con Giorgio Burreddu e Alessandra Giardini e parla di come il ciclismo gli abbia insegnato a vivere. La storia parte dal punto più amaro della sua lunga carriera quando, appena esautorato dal ruolo di Ct della Nazionale, si trovò da solo sul divano di casa a gioire per la conquista dell’oro nella gara su pista a Tokyo 2021, per scandagliare poi, a una a una, tutte le risorse interiori che la bicicletta, sempre fortemente voluta, gli ha permesso di sviluppare negli anni. Si legge tutto d’un fiato.

NUOVI MACCHINARI PER RAVENNA 33 RAVENNA | Nell’anno in cui celebra i 10 anni di attività, il gruppo sanitario Ravenna 33 di via Secondo Bini 1 realizza un altro importante passo: la crescita dell’unità operativa di Diagnostica per Immagini grazie all’installazione di una Tac di ultima generazione a 256 strati, unica nel suo genere nel perimetro territoriale dell’Area Vasta Romagna, e di una Risonanza Magnetica Articolare ad alto campo 1,5 tesla. Un investimento di circa 2,5 milioni di euro, di cui 600.000 per la sistemazione e l’allestimento strutturale dei locali in cui sono stati collocati i nuovi macchinari e 1,9 milioni per i macchinari stessi. L’attività clinica è iniziata nelle scorse settimane, e presto sarà possibile erogare prestazioni per conto del Servizio Sanitario Nazionale.

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GLI ANNI PIÙ BELLI DEL CALCIO A LUGO LUGO | Si parla del periodo più bello del calcio a Lugo nel libro Baracca, che anni quegli anni di Doriano Tamburini, ai tempi del Baracca vice allenatore al fianco di Zaccheroni e rimasto legato al tecnico da una profonda amicizia ancora oggi coltivata. Erano i tempi della dirigenza di Alessandro Galli, affiancato da Rino Melandri e Primo Guidani. Mister Zaccheroni, in panchina dal 1988 al 1990, contribuì alla promozione in serie C1, prima di spiccare il volo per una carriera di altissimo livello in squadre come Bologna, udinese, Lazio, Inter, Torino, Juventus e Milano. Oggi Tamburini è ancora punto di riferimento per il calcio lughese nelle vesti di tecnico e dirigente delle Stuoie 1982.


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PILLOLE

LA CASA DI GRAZIA DELEDDA CERVIA | Il Comune di Cervia e i proprietari della casa di Maria Grazia Deledda hanno aperto un confronto per valorizzare la casa del Premio Nobel per la letteratura. L’area esterna del villino storico, rimasto inalterato in quanto soggetto a vincoli urbanistici, potrà ospitare eventi culturali nel ricordo della scrittrice. Sarà poi restaurata la targa in sua memoria che si trova proprio nella facciata esterna e predisposta una cartellonistica più efficace, per individuare meglio il luogo dell’immobile.

LA CRESCITA DI SURGITAL LAVEZZOLA | Nel 2021 il fatturato di Surgital, azienda leader nella produzione di pasta fresca surgelata, piatti pronti e sughi in pepite surgelati per la ristorazione, è stato di 78,7 milioni di euro (58% Italia e 42% estero), con un incremento del 36% rispetto all’anno precedente e un utile netto di 5,6 milioni. Decisiva è stata la ripartenza dei consumi da aprile e soprattutto la ripresa del fuori casa. E ora si guarda al futuro con rinnovato ottimismo visto che, come dichiarato dal membro del Cda e direttore commerciale Massimiliano Bacchini, si punta a superare i 100 milioni di fatturato entro il 2023.

UN CAPPELLO PER IL BOCA BARRANCA MARINA ROMEA | Un bel riconoscimento per il ristorante del bagno Boca Barranca e per il suo chef Irvin Zannoni, originario di Russi, che hanno conquistato un cappello della Guida Espresso. Definito chalet sul mare, il locale sta trasformando il menù in una proposta gourmet da degustazione, il tutto servito in un contesto delicato ed elegante.


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PROFILI

VANESSA PADOVANI MISS MAMMA SORRISO INFLUENCER REGINA DI TIKTOK

DI ROBERTA BEZZI

Conosciuta con il nome di Miss Mamma Sorriso, la trentacinquenne Vanessa Padovani è senza dubbio la regina di TikTok, social molto apprezzato dai più giovani il cui punto di forza sono video brevi, divertenti e coinvolgenti. I suoi numeri sono da capogiro: ben 2,7 milioni di follower. Una cifra soggetta a continui e veloci aggiornamenti. A questi, si aggiungono poi i 150.000 iscritti al canale YouTube e i circa 400.000 follower su Instagram, dove è sbarcata più di recente. Condivide questa felice esperienza con i tre figli Alessio, Thomas e Mathias che hanno rispettivamente 14, 12 e 8 anni, e con il marito, il fotografo e videomaker Saba Macchia, con cui vive a Massa Lombarda. Per raccontare al grande pubblico questa incredibile esperienza, ha scritto il libro Mamma, posso fare il tiktoker? pubblicato da Mondadori lo scorso febbraio. Vanessa, inevitabile chiederle: qual è il segreto del suo successo social? “La spontaneità. Non faccio altro che rac8

FOTO LUCA BROLIO

contare la mia vita quotidiana con un pizzico di ironia che non guasta mai. Il mio stile di comunicare è semplice e questo premia perché tante mamme e papà si rivedono nel modo di vivere della mia famiglia. Siamo veri e ci piace raccontare le mille sfaccettature della realtà dal nostro punto di vista. Credo che se avessimo fatto qualcosa di più costruito sarebbe andata diversamente.” Com’è iniziata questa fortunata avventura? “In modo del tutto casuale. D’altra parte, fino a quattro anni fa, non ero una mamma digitale e usavo a malapena Facebook. Ero poco esperta e anche un po’ chiusa in materia… Finché un giorno Alessio, il più grande dei miei figli, mi ha chiesto di scaricare l’app musical.ly – così si chiamava il bel contenitore di balletti e video musicali, poi diventato TikTok. Non avendo ancora il cellulare, voleva che fossi io a farlo per lui, per mettersi in pari con i compagni di scuola che già lo conoscevano.” Ha subito ceduto?


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PROFILI

IN ALTO, ALCUNI MOMENTI CONDIVISI SUI SOCIAL DI VANESSA PADOVANI INSIEME AI FIGLI, AL MARITO, E COME AMBASSADOR DI DISNEY+. NELLA PAGINA SEGUENTE, PADOVANI CON IL SUO LIBRO.

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“No. Speravo che desistesse ma, ogni giorno, mi ripeteva la richiesta. Così gli ho detto che l’avrei scaricata e che avremmo realizzato insieme qualche video, per divertirci un po’ e nient’altro. Quando ho attivato l’account, per non fare comparire il mio nome, ho scelto Miss Mamma Sorriso, in ricordo della fascia vinta al concorso Miss Mamma a cui ho partecipato nel 2014.” Com’è scattata la scintilla con il noto social? “C’è voluto un po’ di tempo. Dopo i primi esperimenti, in realtà, Alessio si è anche scocciato e un giorno stavo per cancellare il profilo. Ma, quando mi sono accorta che uno dei nostri video era diventato inspiegabilmente virale, ne ho parlato in famiglia e insieme abbiamo deciso di proseguire. Con la promessa, però, che avrei gestito tutto io.” Detto e fatto, quand’è che il gioco si è trasformato in un lavoro vero e proprio? “Dopo circa due anni di creazioni video, con costanza e impegno, ma sempre mantenendo la linea del divertimento che alla mia età è

importante visto che non sono più una teenager. Non avrei mai pensato di trasformarlo in un lavoro, e ora prendo tutto quello che viene, tenendo i piedi per terra. Consapevole, però, che la famiglia è la priorità su tutto.” Davvero i numeri vengono prima di tutto sui social? “Hanno certamente un peso nell’attirare i brand che però apprezzano in egual misura anche il saper comunicare in modo positivo. Ora come ora ci sono altre mamme attive su TikTok, anche se non tantissime, e io ne sono portavoce.” Tra le grosse opportunità capitate grazie al successo social, c’è il libro appena pubblicato con un editore importante come Mondadori… “Sì, essere contattata da loro per raccontare la mia esperienza, fatta anche di qualche ostacolo, è stata una grande soddisfazione. Mi piace l’idea, come mamma, di poter aiutare altri genitori nel superare quel divario che a volte si viene a creare con i propri figli,


A piedi nudi, sulla sabbia B E A C H

R E S T A U R AN T

R E S O R T

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HA RACCONTATO LA SUA INCREDIBILE ESPERIENZA NEL LIBRO MAMMA, POSSO FARE IL TIKTOKER?, PUBBLICATO DA MONDADORI LO SCORSO FEBBRAIO. DISNEY+ L’HA SCELTA COME AMBASSADOR 2022.

in modo da dialogare in modo costruttivo.” Ora che due dei suoi figli sono in piena adolescenza, non le capita mai di essere in contrasto con loro? O che, semplicemente, le chiedano degli spazi di privacy assoluta nel quale lei non può entrare? “Mi reputo fortunata perché ho con tutti un rapporto sereno, anche con il più grande Alessio che mi ha chiesto da poco di aprire un profilo Instagram sotto la mia supervisione. Mi vedono come una spalla e non come antagonista, forse aiuta questo percorso che stiamo facendo insieme. Personalmente credo che i divieti assoluti allontanino genitori e figli, spingendo questi ultimi a fare le cose di nascosto, tipo creare falsi profili sui social… Piuttosto che arrivare a questo punto e alle conseguenze negative che ne possono derivare, meglio spalleggiare i figli e sostenerli in modo che si sentano liberi ma sempre guardati da lontano.” 12

Cosa direbbe ai genitori completamente digiuni in materia di social? “Di avvicinarsi al mondo dei figli, di informarsi, in modo da poter dare poi le giuste regole. Anche se noi abbiamo avuto un’adolescenza diversa, è giusto prendere atto che questo è il loro pane quotidiano. Non c’è bisogno ovviamente di diventare come me, ma questo percorso mi ha aiutato a fare un passo avanti verso di loro.” Com’è la sua giornata tipo? “Molto impegnativa. Fino a due anni fa lavoravo e TikTok era un divertimento. Oggi TikTok è un lavoro che ho la fortuna di poter svolgere principalmente da casa. Quindi, paradossalmente, ora ho più tempo per la famiglia. In genere, lavoro la mattina e fino alle 16.30, l’orario in cui ritornano i figli da scuola. Non mi faccio aiutare da nessuno se non da mio marito che è anche un bravo grafico. Spesso mi capita di pensare a quante

cose sono cambiate in questi ultimi quattro anni: prima della pandemia mio marito e io avevamo uno studio fotografico, poi con la sospensione di matrimoni e cerimonie lui ha deciso di occuparsi a tempo pieno di comunicazione per un’azienda. Proprio con il Covid, la nostra attività social è invece esplosa.” Quali altri vantaggi offre la professione da influencer oggi? “Incontrare tante persone che diversamente forse non avrei conosciuto, essere invitata a trasmissioni tv e radiofoniche e, soprattutto, l’opportunità di viaggiare e spostarmi con la mia famiglia, come ospiti in bellissime location. Oltre al libro, da quest’anno sono stata scelta anche come Ambassador di Disney+, per cui parteciperò a diversi eventi. Mi lancio sempre e cerco di cogliere ogni occasione al volo. Non so cosa accadrà domani ma di certo, un giorno, resterà un bellissimo ricordo anche per i miei figli!”


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PROFILI

SABINA ZABBERONI LA BOUTIQUE JULIAN FASHION TRA MODA FUTURO E CAMBIAMENTO

DI CHIARA BISSI

Milano Marittima è da tempo sinonimo di moda, di turismo sensibile al lusso, di ultime tendenze, complice la lunga e fortunata storia di Julian Fashion, nata come boutique dallo stile internazionale con radici ben salde in Romagna e in Riviera e ora divenuta un’azienda con 8 punti vendita multi brand e una forte attività di e-commerce. Dal capostipite Giuliano Zabberoni – che nel 1959 aprì il primo negozio a Ravenna e poi, nel 1963 con la prima moglie Lia Randi, diede vita alla boutique di Milano Marittima come esclusivista di celebri marchi – l’azienda è rimasta in famiglia e oggi è guidata dalla figlia Sabina Zabberoni. Accanto a lei la figlia Giulia Tondini che, dal 2014, ha condotto a una crescita esponenziale in tutto il mondo le vendite online del sito julian-fashion.com. Al loro fianco, altra figura storica, la socia Anzia Alici e un folto numero di collaboratori. Nel 2020 come azienda vince il premio Women Value Company. A Sabina Zabberoni il compito di raccontare

FOTO LIDIA BAGNARA

il mondo Julian Fashion. La moda per lei è un affare di famiglia. Quali sono i primi ricordi legati a questo mondo e alla boutique di Milano Marittima? “Mia mamma ha avuto le doglie mentre allestiva la vetrina. I miei genitori lavoravano tanto e da loro ho raccolto la passione: sono cresciuta in boutique, è un mondo che sento da sempre affine al mio modo di essere. Per un genitore trasmettere la passione è la massima soddisfazione.” Come definirebbe il suo apporto e il suo ruolo oggi? “Sono una persona attiva e propensa ai cambiamenti. Al contrario ho paura delle cose statiche che non cambiano e questo approccio mi ha permesso di fare tante cose. Sono un’imprenditrice coraggiosa, conto molto su chi lavora accanto a me, i collaboratori sono fondamentali. E poi c’è mia figlia, anche lei cresciuta in boutique, che si occupa della parte del back office. Penso sia importante lavorare con motivazioni chiare e stimolan15


PROFILI

ti. Ho diversi giovani manager, con i quali condivido le strategie, è difficile che decida da sola perché mi piace condividere, confrontarmi e anche cambiare idea. Ho 160 dipendenti, l’80% ha meno di 30 anni e sono quasi tutte donne. Amo lavorare, arrivo alle 9 e sono operativa fino alle 20, senza sacrificio. Sono il punto di riferimento per tutti, ma è una piramide che si può rovesciare. La decisione finale è la mia, se c’è un problema è responsabilità dell’imprenditore, però si fa insieme.” Quasi l’80% dei suoi collaboratori è formato da giovani donne: è una scelta? “Abbiamo cominciato con una boutique donna e si è evoluta così, con l’entrata di mia figlia siamo come una grande famiglia. Con le donne mi trovo bene, sono dinamiche e in grado di affrontare tutto e conciliare i tempi

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DAL PADRE GIULIANO ZABBERONI E DALLA MADRE LIA RANDI HA EREDITATO LA PASSIONE PER LA MODA CHE, A SUA VOLTA, HA TRASMESSO ALLA FIGLIA GIULIA TONDINI. APERTA NEL 1958, OGGI L’AZIENDA CONTA 160 DIPENDENTI, L’80% HA MENO DI 30 ANNI E SONO QUASI TUTTE DONNE.

del lavoro e della famiglia. Personalmente, sono anche una nonna presente. Siamo molto inclusivi, mi viene normale: un bravo imprenditore cerca persone valide e ho assunto anche uomini non giovani. Se vedo che c’è una professionalità che rispecchia i miei canoni non c’è problema.” Julian ha segnato l’immagine di Milano Marittima, pensa che sarebbe potuto nascere altrove? “Siamo l’azienda più vecchia – sicuramente la località dà tante opportunità – e dagli anni Settanta è cresciuto un turismo di livello. Milano Marittima ha una geolocalizzazione importante, da tutta la regione arrivano clienti preparati. Ci sorprende sempre il loro livello di conoscenza.” Dal 1959 a oggi avete servito generazioni di clienti. Pensa di aver contributo all’affina-


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PROFILI

mento dello stile? “Spero di sì, ho clienti che si ricordano di mia madre negli anni Settanta e vengono con i figli e i nipoti. Una differenza importante è l’ampia scelta, non a caso clienti da Torino a Milano ci dicono che il nostro mix di proposte è introvabile altrove. Sono curiosa, cerco la novità, la cosa diversa, e questo è uno stimolo a tornare da noi. Poi lavoriamo tantissimo sulla preparazione del personale, facciamo corsi di coaching, di rapporti con i clienti. Per noi la boutique è fondamentale, per quanto sull’online siamo fortissimi in Europa il rapporto con le persone è indispensabile.” Grandi marchi, ma anche realtà emergenti e contemporanee: cosa la guida nella scelta delle migliori proposte? “I fattori sono diversi: abbiamo prodotti conosciuti, guardiamo allo star system americano nell’ambiente della musica e nei social e proponiamo brand dagli Usa, dalla Corea e dal Giappone grazie a un team di buyer [responsabili d’acquisti, Ndr.] che gira il mondo, e se ci sono cose che ci piacciono, investiamo. Guardiamo ai materiali innovativi e sostenibili. Anche nel packaging. È un costo ma è una scelta che va fatta.” Come avete reagito agli effetti economici provocati dal Covid-19? “Durante la pandemia con l’online abbiamo lavorato molto. Abbiamo avuto un’opportunità importante di acquisizione di un negozio storico di Rimini, una città attiva che prende un bacino diverso dal nostro e arriva 18

“LA MODA SI È ADATTATA AL CAMBIAMENTO: È PER TUTTI E A FIANCO A TUTTI, È INCLUSIVITÀ. PER FARE QUESTO MESTIERE NON SI DEVE AVERE UN GUSTO FORTEMENTE CONNOTATO, OCCORRE SEGUIRE LE TENDENZE CON LA CONSAPEVOLEZZA CHE OGNUNO DI NOI È DIVERSO.”

alle Marche. L’ultima apertura è San Marino, anche lì un negozio aperto da 60 anni. Nel 2020 mi sono poi goduta la famiglia, lo stare a casa mentre prima viaggiavo moltissimo, e potevo fare passeggiate come mai nella mia vita.” La pandemia come ha cambiato l’approccio dei clienti all’acquisto? “La moda si è adattata al cambiamento: è per tutti e a fianco a tutti, è inclusività. Ormai è un sistema di vita, dipende da come si vive. Per fare questo mestiere non si deve avere un gusto fortemente connotato, occorre seguire le tendenze con la consapevolezza che ognuno di noi è diverso. Un gusto troppo deciso verso una tipologia di prodotto limita.” Julian non è solo a Milano Marittima. Che cosa succederà nel futuro? “Non ho obiettivi prestabiliti, strada facendo se c’è un progetto che mi convince vado avanti cercando di fare il meglio per la mia azienda e per la mia famiglia. Mi piace lavorare con i giovani, perché c’è sempre tanto da imparare, e tengo lezioni all’Istituto europeo del design, Ied, e alla Iulm di Milano, dove condivido dei progetti da utilizzare come prove d’esame. Abbiamo anche fatto un sondaggio su cosa vuole la generazione X e Z: ho notato che i giovani sono inclusivi, accolgono le differenze più di noi e per loro è tutto più fluido. Faremo un investimento a Milano Marittima nel 2024 di fronte all’area del cinema all’aperto, dove costruiremo uno spazio non solo di vendita da 2.500 metri quadrati dal concept internazionale.”


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VISIONI

QUALITÀ IN CAMPO COVIRO DI CERVIA LEADER NELLA PRODUZIONE DI FRAGOLE E ASPARAGI

DI CHIARA BISSI

“Siamo una piccola realtà, fortemente radicata nel territorio, che fa grandi cose. Un esempio di integrazione tra agricoltura, turismo e ambiente.” Misura le parole e sa quel che dice Marcello Sbrighi quando racconta, nella veste di direttore commerciale, la storia e il presente di Coviro, società consortile vivaistica, braccio operativo della Cooperativa agricola braccianti di Cervia, che si occupa della commercializzazione di fragole e asparagi. Coviro contribuisce così a rafforzare la vocazione agricola di una zona tutta votata al turismo e concorre a dare lavoro ai soci della Cab di Cervia, circa una cinquantina di persone. Nata nel 1978 come cooperativa, dal 2005 Coviro ha preso l’attuale forma societaria con la Cab come socio di maggioranza. “Siamo sul mercato con prodotti di qualità,” spiega Sbrighi. “Per la fragola da 40 anni, per l’asparago dal 1995: vendiamo 2,5-3 milioni di radici di asparago l’anno e 22-23 milioni piante di fragole. La produzione avviene gra-

FOTO LIDIA BAGNARA

zie a Cab comprensorio cervese, che gestisce un migliaio di ettari di terreni sabbiosi, vocati per i vivai. Ogni anno coltiviamo circa 25 ettari di vivaio fragola e una decina per l’asparago. I terreni sabbiosi sono ideali per ottenere un prodotto di qualità e per questo siamo sempre alla ricerca di nuove estensioni. Inoltre siamo una delle poche realtà in Italia a vendere la radice dell’asparago, detta zampa.” Il ciclo di produzione delle due colture è simile: inizia in primavera con la semina dell’asparago e il trapianto delle fragole; prosegue con la coltivazione nei mesi successivi, poi da dicembre a marzo iniziano la raccolta, la selezione e la conservazione in frigorifero. La vendita si svolge da gennaio fino a ottobre per la fragola e da febbraio a giugno per l’asparago. Un andamento che segue la natura e tiene al riparo Coviro dal problema del reperimento di manodopera. “Uno degli aspetti più importanti è che contribuiamo a dare lavoro ai braccianti, soci della cooperativa. Poi da dicembre a marzo, 21


VISIONI

per gestire il magazzino, la Cab assume oltre 100 persone addette alla raccolta, alla selezione e confezionamento del prodotto. Reperisce personale italiano e straniero che vive nel territorio, per la maggior parte femminile. Si tratta di persone che nei mesi estivi lavorano nel settore turistico come stagionali e che riescono nel periodo invernale a trovare un’occupazione, integrando il proprio reddito. In altri vivai la manodopera arriva dall’estero, noi abbiamo personale femminile che ha famiglia qui.” Il mercato di Coviro trova acquirenti per le piante di fragole per il 50% in Italia e per il 50% all’estero, nel 2021 ha raggiunto 28 paesi differenti, in tutt’Europa. Tiene con-

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VENDIAMO 2,5-3 MILIONI DI RADICI DI ASPARAGO L’ANNO E 22-23 MILIONI DI PIANTE DI FRAGOLE. LA PRODUZIONE AVVIENE GRAZIE A CAB COMPRENSORIO CERVESE, CHE GESTISCE UN MIGLIAIO DI ETTARI DI TERRENI SABBIOSI.

tatti costanti in Africa in paesi come Etiopia, Kenia e Ruanda; in Turchia e negli Emirati Arabi commercializzando diverse tipologie e varietà, incontrando il gusto e la cultura di ciascun paese. Se l’Italia ama il frutto allungato, nel nord Europa prevale la forma a cuore. “Commercializziamo le zampe di asparago prevalentemente in Italia, nel Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte e Veneto,” prosegue Sbrighi. “Stiamo cercando di sviluppare l’estero, ma c’è molta concorrenza, soprattutto olandese. Il consumatore italiano predilige e acquista l’asparago verde, in Europa è apprezzato il bianco, prodotto sottoterra. Le nostre varietà sono in prevalenza di asparago verde. Ma produciamo anche tipo-


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logie di asparago selvatico e viola. Abbiamo una clientela molto diversificata, dai piccoli produttori ai grandi gruppi.” Oltre alla produzione tra le attività qualificanti di Coviro ci sono la ricerca e la divulgazione: vengono infatti finanziati studi su nuove varietà di fragole per ottenere piante robuste, adatte alla coltivazione con tecniche biologiche. “Ricerchiamo la qualità dei frutti in termini di sapore e la presenza di ottime caratteristiche organolettiche,” assicura il direttore commerciale. “Si tratta di un frutto delicato. E come nel caso dell’asparago contiene sostanze antitumorali e vitamina C.” La società consortile da Cervia partecipa

a diverse manifestazioni di settore come il Macfrut di Rimini, l’International Asparagus Day o la Fiera di Karlsruhe in Germania. Nel 2021 l’International Asparagus Day, è stata l’occasione per Coviro di organizzare visite in campo e iniziative di divulgazione. Ma a destare preoccupazione al momento è la situazione politica ed economica. “A causa del conflitto in Ucraina,” conclude Sbrighi, “c’è grande incertezza, con l’aumento dei costi dell’energia, delle materie prime, dei concimi, non sappiamo quando ci costerà una pianta il prossimo anno. La pandemia inaspettatamente ha avuto effetti positivi sui consumi, la gente andava a far la spesa tutti i giorni e consumava italiano. In questo modo abbiamo sentito meno la concorrenza spagnola. Ora ci sono maggiori difficoltà per le condizioni climatiche, le nostre sono colture che hanno bisogno di tanta acqua, le piante poi sono ricadute fra le sanzioni imposte alla Russia, mentre dall’Ucraina non arrivano i concimi, ma noi abbiamo cicli biologici che non si adattano ai fenomeni contingenti. Abbiamo concordato con la Cab il trapianto dei nuovi vivai nell’incertezza attuale, ma pensiamo che grazie alla diversificazione sia delle varietà che delle tipologie di piante offerte avremo un anno comunque positivo.” E per l’immediato futuro Sbrighi spiega: “Stiamo terminando la campagna di vendita dell’asparago con le ultime consegne, soddisfatti del lavoro svolto. Continua la campagna di vendita delle piante di fragole con le consegne estive e autunnali, augurandoci che possa essere positiva.”


UN ANNO INSIEME Volevamo rivoluzionare il concetto di “stabilimento balneare” dando vita non solo ad un luogo in cui mangiare vista mare, al tramonto, ma ad un luogo in cui vivere un’esperienza. Così abbiamo deciso di lanciare il concetto di “agriturismo ittico” come cucina che pone la materia prima al centro. La nostra cucina porta con sé l’eredità della tradizione e della storicità cervese, la filosofia del ‘km0’ e della filiera con prodotti del territorio.

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DESIGN

DARSENA DEL SALE

A CERVIA UN ESCLUSIVO E SUGGESTIVO CONTENITORE DI SERVIZI E CULTURA

DI ROBERTA BEZZI

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DESIGN

La nuova Darsena del Sale a Cervia, aperta ufficialmente lo scorso 31 dicembre, è tempio dell’acqua, del benessere, dell’enogastronomia, della musica e anche di eventi a 360 gradi. Questi sono infatti i cinque elementi parte integrante del Dna di un luogo suggestivo che si estende su una superficie di quasi 20.000 metri quadrati che include un’area esterna e una interna, suddivisa in tre piani, dove l’acqua e il sale abitano entrambi gli spazi e diventano veri protagonisti del racconto e dell’esperienza stessa. Da sempre i cervesi sono orgogliosi di questo Magazzino del sale, testimonianza di archeologia industriale degli inizi del Settecento, poi

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IL RECUPERO DELL’EX MAGAZZINO DEL SALE, PER UN INVESTIMENTO COMPLESSIVO DI PIÙ DI 10 MILIONI DI EURO, È FRUTTO DEL PROGETTO VISIONARIO DELL’IMPRENDITORE LEOPOLDO CAVALLI, MOLTO LEGATO AL TERRITORIO.

rivisitato negli anni Ottanta dall’architetto De Carlo con un progetto di recupero e trasformazione del Magazzino in museo navale collegato alla vicina Darsena. E ora lo sono ancora di più da quando è stato completato il progetto visionario dell’imprenditore Leopoldo Cavalli, molto legato al territorio cervese, che ha dato nuova vita a un edificio simbolo della città e ricco di memoria. Per realizzarlo ci sono voluti trent’anni, un bando europeo di gara, e la messa in campo di un investimento complessivo che ha superato i 10 milioni di euro. L’attenta opera di riqualificazione che ha riguardato anche la Piazza dei Salinari, il tratto di canale tra il ponte mobile e il ponte di via Cavour, e la Darsena con il suo perimetro verde, è stata curata dall’architetto Fabrizio Fontana. Hanno collaborato, fra gli altri, il Gruppo Fonoprint che è il mandatario aggiudicatario della concessione, Visionnaire che ha realizzato un progetto scenografico originale di interior design, Nuage e Linea Beauty per la parte legata alla Spa Salus per Aquam e Areadocks per tutta la parte di filosofia gastronomica. Entrando si resta subito colpiti dall’ampiezza e dalla cura degli ambienti, nonché dalla grande attenzione alla scelta degli arredi in dialogo con l’architettura dell’ex magazzino del sale e dei materiali. Ci sono numerosi modelli di sedie, sgabelli, tavoli da pranzo, tavoli bassi, fino al divano Mercury, una riedizione dell’omonimo pezzo presentato nel 1961 alla prima edizione del Salone del Mobile di Milano, e le poltrone di art design Pavone su progetto di Marc Ange, esposte per la prima volta ad Art Basel Miami 2019, oltre a una collezione spa nella passeggiata del sale, disposta nella cosiddetta lanterna. Al piano terra, dove è la ristorazione a farla da padrona, impossibile non restare colpiti dalla Sala dell’Acqua – così chiamata perché sotto il pavimento scorre l’acqua – dove gustare i menù più sofisticati. Ma ci sono anche i social table per i momenti più informali e una zona privé destinata a situazioni più rac-


Un viaggio per riequilibrare mente e corpo, in cui immergersi nella natura delle piante tintorie e riscoprire i profumi della Terra. Un’esperienza con cui si può conoscere la tricologia, riscoprire se stessi grazie all’armocromia e illuminare il proprio volto con un taglio morfologico capace di valorizzare ogni lineamento. Prodotti vegetali per riscoprire profumi, colori ed emozioni, in un salone botanico in cui 30 anni di professionalità e competenza si uniscono a scienza e tecnologia per il benessere di cute e capelli. Il lusso di un soggiorno alle terme.

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IN QUESTE PAGINE, DEGLI SCORCI DELLA DARSENA DEL SALE CHE NE EVIDENZIANO L’ATTENTO RESTAURO.

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colte. Al primo piano si trova poi la Terrazza sull’acqua con un’offerta destinata a brunch, colazioni e caffetteria. Chi lo desidera può anche sedersi fuori, nei Giardini della Darsena per una proposta legata più allo street food. Da qui si possono ammirare le esibizioni sul palco galleggiante. Una chicca è la Spa Salus per aquam organizzata su quattro livelli, che trova la sua massima espressione al terzo piano con La via del sale, una vera e propria passeggiata talassoterapica su un letto di sale di Cervia, a temperature controllate e differenziate, con affaccio su piazza dei Salinari e sul canale. Lascia letteralmente senza parole la sauna, con vista direttamente sulla Torretta San Michele, unica nel suo genere. La gestione della nuova Darsena del Sale è affidata a uno staff giovane, competente e appassionato, diretto da Stefano Balassini: “Oggi uno dei luoghi simbolo dell’identità della nostra terra

apre le porte dodici mesi all’anno ai visitatori di tutto il mondo. Il nostro è un grande contenitore di servizi che spazia dal cibo al benessere, fino a coprire un po’ tutti gli eventi, dai concerti alle presentazioni di libri, dalle mostre agli spettacoli, per vivere esperienze mai banali, in grado di coinvolgere tutti i sensi. Da un lato raccontiamo la tradizione salinara della Romagna, dall’altro offriamo la possibilità di vivere una giornata all’insegna del relax e del benessere, delle eccellenze gastronomiche e dell’arte.” Se gli si chiede che estate sarà, Balassini non ha dubbi: “Sarà un’estate cervese, romagnola, fatta di persone che hanno piacere di stare insieme e che scelgono la nostra terra come destinazione, già punto di riferimento del dopoguerra del boom economico. Da parte nostra metteremo gli ingredienti che hanno reso la riviera romagnola reginetta del turismo nazionale: accoglienza e gentilezza.”


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SPETTACOLO

TEATRO È MUTAMENTO LUIGI DADINA COFONDATORE DEL TEATRO DELLE ALBE E DEL CISIM

DI SERENA ONOFRI

Luigi Dadina, cofondatore della compagnia Teatro delle Albe di Ravenna, è un autodidatta. Ha dedicato la sua vita al teatro e, grazie ad esso, racconta della società e dei suoi cambiamenti. Quando ha iniziato in città c’era una sola realtà teatrale, il teatro dell’arte Maranatha. Dopo una serie di passaggi nel 1983, fonda il Teatro delle Albe insieme a Marco Martinelli, Ermanna Montanari e Marcella Nonni. Com’era la situazione teatrale in questi anni? “Molto differente da oggi, non esistevano realtà produttive. Durante la nostra adolescenza Ravenna si stava trasformando da città agricola a città industriale. Il teatro è stato un modo forte e necessario di reagire a quel mutamento, ci permetteva di essere ribelli ma di conservare quel tempo antico della condivisione di uno spazio e di un tempo vivo tra le persone, tra attori e spettatori. Marco ed Ermanna artisticamente hanno guidato questo percorso, Marcella e io ci siamo occupati più 34

FOTO MASSIMO FIORENTINI

di questioni pratiche, organizzative. I primi anni abbiamo avuto sede al Teatro Goldoni a Bagnacavallo, poi ci siamo spostati al Rasi.” Le Albe afro-romagnole: un capitolo importante. Che cosa hanno rappresentato? “È un processo ancora in atto, dal 1986 fino a oggi. Allora la città aveva cominciato a essere meticcia e non potevamo che testimoniare e reinterpretare con il nostro teatro quella trasformazione epocale. Per me questo ha significato un primo approccio con Lido Adriano dove hanno abitato i primi attori africani del Teatro delle Albe e che è diventato rapidamente il paese cosmopolita che è ancora oggi.” Qual era l’obiettivo di fare teatro attraverso i laboratori della non-scuola? Come si lavora con i ragazzi di diverse generazioni? “La non-scuola è tuttora un processo di avvicinamento al teatro assolutamente antiaccademico. Ha coinvolto negli anni migliaia di ragazzi. Ha cresciuto una nuova generazione teatrale. È nata e ha centro a Ravenna ma


SOPRA, LUIGI DADINA RITRATTO DAVANTI ALLO SCENARIO SUGGESTIVO DELLA SAROM.

questa ‘peste’ ha contagiato ragazzi in tutto il mondo. Per me, che sono monotematico, ha segnato la nascita del legame con Lido Adriano, sono subito entrato in contatto con ragazzi che arrivavano da diverse zone d’Italia e del mondo. Ho trovato un’energia nuova, non convenzionale. La chiave di svolta è stato incontrare Moder e Max Penombra, rapper del Lato Oscuro della Costa. Il confronto con loro, con la loro cultura rap e con i ragazzi di Lido, gli anni e anni passati lavorando insieme ci ha portato poi a fondare il Cisim. Attraverso il rap e il teatro, grazie all’Agorà e alla cooperativa Libra e con l’apporto determinante di Laura Gambi, abbiamo creato questo straordinario luogo di cultura e di socialità.” Attore, autore e maestro di laboratori teatrali: nella tua carriera, quale di questi ruoli hai preferito? “Ho sempre detto che di mestiere facevo teatro. Senza specificare il ruolo. Oggi ho meno timore di dire che sono un attore. Autore

fatico a dirlo, sono un attore che a volte scrive. Sono anche una guida nei processi laboratoriali a cui partecipo. Ma alla fine la mia attitudine è fare teatro, non ovunque, sono monogamo oltre che monotematico, faccio Teatro nelle Albe.” Parliamo di Ravenna: come ha risposto la città ai numerosi spettacoli che avete rappresentato? “Il legame con la città, con le istituzioni e la gente, c’è. Anche se va ricreato in un movimento e in una relazione continua, viva. Ci piace parlare della città, con la città, ma sentiamo necessario anche indagare i misteri della psiche. Ci piace confrontarci in un modo non consolatorio e nostalgico con la storia di Ravenna, ma ponendoci, se riusciamo, nel fondo dell’abisso, nel cuore del tornado dove coesiste la distruzione più tremenda e la pace assoluta.” Come si fa teatro nel 2022? È cambiato qualcosa dagli inizi? “Lo spirito è sempre quello, bisogna sempre 35


SPETTACOLO

stare in relazione con le giovani generazioni. Il teatro è un organismo vivente e richiede di stare al passo con i tempi e le mutazioni, con le pandemie e le guerre. Ecco, il teatro ci chiede di essere vigili e vivi.” Guardando al futuro, cosa si prospetta all’orizzonte? “Attualmente continuo a portare in scena gli spettacoli dove sono autore e attore: Mille anni e giù di lì che ho realizzato con Davide Reviati e Pane e petrolio con il Teatro delle Ariette. Continua a circuitare con mio grande piacere Saluti da Brescello di Marco Martinelli e sarò in scena con il Paradiso questa

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“LA NON-SCUOLA È TUTTORA UN PROCESSO DI AVVICINAMENTO AL TEATRO ASSOLUTAMENTE ANTIACCADEMICO CHE HA CRESCIUTO UNA NUOVA GENERAZIONE TEATRALE.”

estate nel progetto che coproduciamo con Ravenna Festival e la direzione di Martinelli-Montanari. Poi, a settembre, tornerò a operare stabilmente a Lido Adriano, con l’obiettivo di creare un teatro della comunità al Cisim, con gli allievi dei diversi laboratori, i ragazzi e gli artisti che collaborano in maniera continuativa.” Un consiglio per un giovane che vuole iniziare a fare teatro oggi? “Farsi tante domande e rispondersi sinceramente. Il teatro non è cinema, non è televisione, chiede molto di più e riconsegna tanto.”


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FORLINI OPTICAL FASHION WEEK

UN VIAGGIO NEL MONDO DELLA MODA E DEGLI OCCHIALI VOLUTO DALL’OTTICOIMPRENDITORE GIANNI FORLINI.

Diffondere la cultura dell’ottica e una migliore comunicazione possibile nel settore, ispirandosi a tre valori-pilastri: tecnologia, innovazione e persone. Questa è la filosofia di Forlini Optical di Ravenna, reduce dal successo della Fashion Week 2022, dal 22 al 29 maggio, un viaggio nel mondo della moda e degli occhiali in cui ha fortemente creduto l’otticoimprenditore Gianni Forlini che ha saputo distinguersi negli anni per la visionarietà. “Filo conduttore delle iniziative,” spiega Forlini, “è stato Visioni creative in armonia che rappresenta anche un modo di interpretare i nuovi stili di vita, nella consapevolezza che la rottura dirompente dell’idea innovativa nasce

e si alimenta di forme, colori, bellezza e relazioni tra persone. Tre sono stati i momenti più importanti della settimana della moda: il Fashion Talk, le giornate di consulenza e la sfilata con tanti ospiti e sorprese.” Il Fashion Talk si è svolto il 25 maggio scorso, all’hub creativo di via Cairoli di Forlini Optical: un salottino tra amici per condividere esperienze e racconti, mostrando come a partire dalle eccellenze del territorio si possa collaborare e crescere in un’ottica internazionale e dare nuovo slancio a Ravenna, in perfetto stile glocal. Vi hanno partecipato, tra gli altri, Carolina Brighi con la sua startup della moda The Caroline, l’ex vincitrice di MasterChef Italia

Erica Liverani con le sue sperimentazioni in cucina, l’influencer Eva Andrini con le ricette social di @Evafoodaddiction, oltre ad alcune autorità e diversi rappresentanti della stampa. Durante la serata Forlini e la consulente di immagine Angelica Pagnelli hanno presentato il programma della nuova edizione della Fashion Week. A seguire, il 26 e 28 maggio direttamente nel negozio di via Cairoli, si sono tenute le due giornate di consulenza gratuita in cui Pagnelli, ideatrice del format, ha offerto utili consigli alla clientela sul modo migliore di abbinare gli occhiali in base alla forma del viso, allo stile di vita e alle varie esigenze, senza trascurare le ultime tendenze moda. “La primavera-estate 2022 propone tanti modelli diversi di occhiali,” rivela Pagnelli, “per proteggersi dai raggi UV con stile e per donare al look un tocco ancora più glamour, dagli aviator in versione maxi con lenti specchiate ai modelli grandi aderenti al viso, ai rettangolari con grandi aste e total black. Montature con colori accesi, con forme vezzose a farfalla, ma anche con geometrie e decorazioni, soprattutto sulle aste negli occhiali da vista, per rendere l’occhiale un vero accessorio di culto. Va forte anche la trasparenza fino al punto da fondere lente e montatura.” Questa estate segna anche il ritorno agli anni Ottanta con forme molto avvolgenti, tipo mascherine, così come a montature cat eye molto piccole o molto grandi, oppure bianche con lenti scure o colorate, e pop eye, ossia fluo


“FILO CONDUTTORE DELLE INIZIATIVE È STATO VISIONI CREATIVE IN ARMONIA CHE RAPPRESENTA ANCHE UN MODO DI INTERPRETARE I NUOVI STILI DI VITA, NELLA CONSAPEVOLEZZA CHE LA ROTTURA DIROMPENTE DELL’IDEA INNOVATIVA NASCE E SI ALIMENTA DI FORME, COLORI, BELLEZZA E RELAZIONI TRA PERSONE.”

ispirate ai colori della Pop Art. È stato possibile dare un’occhiata a queste nuove tendenze venerdì 27 maggio alla terrazza del Mercato Coperto di Ravenna, dove si è svolto l’evento più atteso, il Fashion Show, a cui hanno partecipato negozi partner come Olivia in Wonderland, Timida e Boutique Fantasque. Le modelle hanno dunque sfilato indossando occhiali di Forlini Optical e abiti in abbinamento dei negozi ravennati. Per rendere la serata ancora più coinvolgente non sono mancati inoltre momenti

di musica, danza, drink&food. Al termine, una bella sorpresa per gli ospiti: il Ravenna Festival Magazine distribuito in anteprima a tutti i presenti, a dimostrazione di come le connessioni possano essere innumerevoli… “Da imprenditore del settore oftalmico,” ricorda Gianni Forlini a fine manifestazione, “la mia più grande ambizione è quella di diffondere la cultura dell’occhiale e veder concretizzare la mia visione è motivo di grande soddisfazione. Ringrazio tutti i partner e gli sponsor per aver contribuito a

realizzare tutto questo.” Non era così scontato considerando il lungo periodo di pandemia appena vissuto. “In quei lunghi mesi,” conclude il titolare di Forlini Optical, “siamo riusciti solo a organizzare qualche webinar. Appena è stato possibile, l’anno scorso abbiamo realizzato una versione primaverile e autunnale della Fashion Week con tutte le limitazioni del caso. Ma solo quest’anno siamo riusciti a incontrarci e viverci in presenza come un tempo.” Un bel segnale di rinascita, di ripresa e di bellezza.

IN APERTURA, L’IMPRENDITORE GIANNI FORLINI. IN ALTO, ALCUNI MOMENTI DELLA FASHION WEEK.

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STORIA

CONQUISTA FASCISTA NEL 1922 RAVENNA VIVE UNA DRAMMATICA SETTIMANA DI SCONTRI

DI ANDREA CASADIO

FOTO FONDAZIONE ORIANI

Nella storia di Ravenna del Novecento un posto di primo piano è rivestito dagli eventi che esattamente un secolo fa, nell’estate del 1922, portarono alla conquista della città da parte dei fascisti, al termine di una drammatica settimana densa di colpi di scena dagli esiti talora tragici. A dispetto dell’origine romagnola di Mussolini, il fascismo, nato a Milano nel 1919 e molto forte a Bologna e a Ferrara, al di qua del Sillaro aveva attecchito tardivamente e con grande difficoltà. A Ravenna la prima sezione del partito era stata fondata solo nel marzo del 1921, e nel settembre successivo le celebrazioni del centenario dantesco avevano fornito l’occasione per una prima prova di forza, con l’afflusso in città di 3.000 camicie nere bolognesi e ferraresi che avevano dato l’assalto alla sede della Camera del lavoro. Uno dei motivi che in Romagna inibivano lo sviluppo del fascismo era la presenza di un movimento politico solido e ben organizzato come quello repubblicano, che già rappresentava quelle istanze nazionali e antisocialiste altrove incarnate dalla camicie nere, occupandone di fatto lo spazio politico. Anche i socialisti, da 40


parte loro, potevano contare su una struttura economico-sociale particolarmente solida, sulla quale troneggiava la Federazione delle cooperative di Ravenna, l’imponente organismo costituito vent’anni prima da Nullo Baldini. D’altra parte, tanto i repubblicani quanto i socialisti avevano alcuni gravi elementi di debolezza: i primi, per la divisione fra una fazione nettamente antifascista e una invece più disposta a venire a patti con le camicie nere; i secondi, danneggiati dalla recente scissione a sinistra che aveva dato vita al partito comunista. Consapevoli di queste difficoltà, e del fatto che la forza dei due movimenti di massa poggiava soprattutto sulla rete sindacale e cooperativa, i fascisti decisero allora di impegnarsi nella costituzione di organismi propri, in grado di diventare – per usare le parole del loro capo Giuseppe Frignani – il cavallo di Troia che avrebbe abbattuto la fortezza avversaria a Ravenna, e con essa in tutta la Romagna. L’operazione ebbe inizio nell’estate del 1922 con la fondazione di un sindacato di birocciai (il corrispettivo di quello che oggi è il cruciale settore dell’autotrasporto) auto-

LO SVILUPPO DEL FASCISMO IN ROMAGNA È STATO TARDIVO GRAZIE ALLA PRESENZA DI UN MOVIMENTO POLITICO SOLIDO COME QUELLO REPUBBLICANO, OLTRE A QUELLO DEI SOCIALISTI CHE POTEVANO CONTARE SU UNA STRUTTURA ECONOMICO-SOCIALE PARTICOLARMENTE SOLIDA. MA NON MANCAVANO LE DEBOLEZZE.

nomo rispetto a quelli esistenti e che, a discapito di questi ultimi, ottenne dai proprietari terrieri l’esclusiva di un nuovo contratto di lavoro. Per tutta risposta, socialisti e repubblicani proclamarono per il 26 luglio uno sciopero generale di protesta. Preoccupato per il pericolo per l’ordine pubblico che questo comportava, il prefetto imbastì subito una mediazione, che di-

fatti portò a un accordo la sera del 25. Ciò nonostante i dirigenti sindacali non annullarono lo sciopero, desiderosi di dare una dimostrazione di forza attraverso l’imponente afflusso di manifestanti previsto per l’indomani. Decisione quanto mai infelice. Quando, infatti, quella mattina migliaia di dimostranti scesero in città, in borgo S. Biagio non tardarono a scoppiare violenti scontri, che ebbero come esito la morte di nove manifestanti e del capo del sindacato fascista, Giovanni Balestrazzi. Tali fatti erano di per sé i più gravi accaduti in Romagna dai tempi del Risorgimento, ma non era che l’inizio. A sera, infatti, 2.000 fascisti bolognesi e ferraresi affluirono a Ravenna sotto la guida di Italo Balbo. Il pomeriggio del 27 alcuni manipoli occuparono la Casa del popolo repubblicana (l’antico palazzo Spreti di via Paolo Costa) minacciando di darla alle fiamme. Cosa che invece fecero senza remore quella notte stessa con la sede della Federazione delle cooperative, un vecchio palazzo dei Rasponi già sede del lussuoso hotel Byron, simbolo della forza morale e materiale della creatura di Nullo Baldini. L’edificio subì danni irreparabili, 41


STORIA

L’UCCISIONE DEI FASCISTI GIOVANNI BALESTRAZZI E ALDO GROSSI DIEDE IL VIA A PESANTI RITORSIONI CHE CULMINARONO CON LA SPEDIZIONE COLONNA DI FUOCO CHE DISTRUSSE CIRCOLI E COOPERATIVE.

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e qualche anno dopo, sulle sue macerie, venne costruito l’attuale palazzo della Provincia. Oggi, una muta testimonianza di quell’evento resta il registro dei verbali del consiglio d’amministrazione miracolosamente sopravvissuto al rogo, conservato nell’archivio della Federazione, le cui pagine dai bordi anneriti dal fuoco è tuttora impossibile sfogliare senza emozione. Colpiti a morte i socialisti, anche all’interno dei repubblicani, con gli antifascisti che avevano avuto la loro chance e l’avevano fallita, gli equilibri mutarono velocemente. La mattina del 28, in municipio, i principali dirigenti della Romagna e il sindaco Fortunato Buzzi

firmarono un concordato con i fascisti, che si impegnavano a restituire incolume l’edificio della Casa del popolo e accettavano una generica pacificazione con il PRI. Ma non era ancora finita. Al termine di una nottata di incursioni nella roccaforte socialcomunista del borgo S. Rocco, la mattina del 29 venne ucciso in un agguato il giovane fascista ferrarese Aldo Grossi. Questo diede il via all’ultimo atto di quella drammatica settimana. Dopo avere devastato i circoli socialisti dei sobborghi cittadini, le squadre nere partirono in camion in una spedizione, rimasta agli annali col nome di colonna di fuoco, che nel corso dei due

giorni seguenti disseminò i bagliori delle distruzioni in circoli e cooperative di centri grandi e piccoli fino al Riminese e alle colline. A questo punto, l’offensiva fascista aveva conseguito il suo obiettivo. Dopo la marcia su Roma e l’ascesa di Mussolini al governo, in autunno, anche i repubblicani e gli altri avversari dei fascisti (emblematico al riguardo l’assassinio di don Minzoni nel 1923) furono ridotti all’impotenza. Superate le ultime convulsioni del delitto Matteotti, anche Ravenna e la Romagna, ormai ‘normalizzate’, avrebbero infine seguito il destino comune del resto d’Italia nella parabola ventennale della dittatura.


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RESTAURO

L’ORATORIO RITROVATO TORNA ALLA LUCE LA MADONNA DEL ROSARIO DI POMPEI IN VIA RAVEGNANA

DI ANNA DE LUTIIS

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FOTO MASSIMO FIORENTINI


RESTAURO

La piccola costruzione settecentesca intitolata alla Madonna del Rosario di Pompei è stata sottoposta a un lungo e attento restauro e, finalmente, è tornato a vivere. Può sembrare un evento secondario dal momento che Ravenna può vantare otto monumenti riconosciuti dall’Unesco, ma questa è anche la storia di una comunità che vede nell’Oratorio la memoria della propria vita, e si deve proprio a questo desiderio, alla raccolta di ben 2.000 firme e all’interesse dell’allora assessore allo Sviluppo economico Massimo Cameliani, il restauro che è stato realizzato. “Il percorso col quale si è giunti al restauro,” racconta Cameliani, “ha davvero qualcosa di fuori dal comune. Un piccolo edificio, seminascosto da uno svincolo stradale, fatiscente, ma che manteneva una radicata identità, una memoria diffusa nei cittadini. Anche io da piccolo frequentavo l’Oratorio e accompagnavo mio nonno alle funzioni. Poi ho cambiato abitazione ma ogni volta che vi passavo davanti con la bicicletta e ne vedevo il degrado pensavo che dovevo fare qualcosa. Era evidentemente un pensiero comune a tanti perché

FONDAMENTALI PER PORTARE A TERMINE IL RESTAURO SONO STATI LA RACCOLTA DI BEN 2.000 FIRME, L’INTERESSE DELL’EX ASSESSORE MASSIMO CAMELIANI, LE NUMEROSE DONAZIONI E OPERE GRATUITE.

mi venne presentata una raccolta di firme, quindi pensai che era giunto il momento di agire. Bisognava prima di tutto avere l’autorizzazione dell’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia e poi un preventivo.” Cameliani, grazie anche all’attenzione e all’impegno dell’Arcidiocesi, avviò una raccolta di disponibilità per la realizzazione gratuita di opere, donazioni di materiali, raccolta fondi (oggi si dice crowfunding) per le risorse necessarie. “Mi sono meravigliato,” continua, “nel vedere che, mentre si concretizzava il progetto di restauro, un gruppo

di imprese univa gratuitamente le proprie forze lavorando fianco a fianco, sotto la vigilanza della Soprintendenza e dell’architetto Paolo Focaccia.” Pur essendo un piccolo monumento, era necessario tutelarne le caratteristiche visto che la sua costruzione risale al Settecento. Il committente fu il cardinale Gaetano Fantuzzi e il luogo individuato fu alle porte di Ravenna, sulla via Ravegnana, in prossimità del Ponte delle Assi. Era l’anno 1766 e la consacrazione avvenne il 23 ottobre dello stesso anno. Le notizie che raccontano la storia dell’Oratorio ci dicono che era una pertinenza estiva delle suore Tavelle e che l’edificio era officiato dai monaci Cavaldolesi di Classe. La lapide marmorea ancora in situ conferma la forma attuale ma manca una piccola pala d’altare che raffigurava la Fuga in Egitto del Bambino Gesù, Maria e San Giuseppe dipinto che dava, inizialmente, il nome all’Oratorio in quanto S. Giuseppe è il protettore della congregazione religiosa delle Tavelle. Nel 1786 l’oratorio passò sotto la giurisdizione della parrocchia di San Rocco; in seguito, con l’arrivo delle truppe francesi, nel 45


RESTAURO

IN ALTO, L’EX ASSESSORE MASSIMO CAMELIANI, IMPEGNATO IN UNA LETTURA, NELL’AMATO ORATORIO.

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1796, e con le conseguenti leggi di soppressione degli ordini religiosi del ‘98, le suore Tavelle dovettero abbandonare il loro convento cittadino e persero le loro proprietà, oratorio compreso. Solo nel 1914, grazie a Teresa Fabbri in Donati Orioli, nuova proprietaria, il monumento venne restaurato e riaperto al pubblico con la nuova dedicazione alla Madonna del Rosario di Pompei. Si iniziò a celebrare la Santa Messa tutte le domeniche e la festività della protettrice, il

7 ottobre, e ancora la recita del Santo Rosario, tutto il mese di maggio. Le ultime notizie sulla chiesina risalgono al 1994 quando scomparve Maria Luisa Berti che l’aveva mantenuta in maniera dignitosa negli ultimi anni. Non si hanno notizie certe, invece, sull’architetto che aveva progettato il piccolo monumento che oggi risplende nella veste rinnovata ed è aperta a nuovi eventi. “Abbiamo pensato,” prosegue Cameliani, “di far vivere questo piccolo luogo

suggestivo e, grazie a Giovanni Andrea Luisi, maestro d’organo e cardiologo all’ospedale di Ravenna, e numerosi musicisti, è stato messo a punto un programma di musica da camera e concertistica che è partito con grande successo il 30 aprile e proseguirà con gli appuntamenti fino al 15 ottobre. Abbiamo ricevuto in donazione anche un organo dalle dimensioni compatibili con quelle dell’ambiente. Il ricavato delle offerte è destinato alla manutenzione.” Certamente sono concerti molto raccolti, quasi intimi perché lo spazio è limitato. Infatti il piccolo oratorio è costituito da un semplice corpo rettangolare, con un corpo minore retrostante destinato a sacrestia. La pala d’altare attuale rappresenta la Madonna del Rosario di Pompei. Va infine annotato che, a causa dell’evoluzione della topografia del sito e alla riduzione dell’area di pertinenza, oggi l’oratorio si trova sotto il livello stradale quindi con una limitata visibilità mentre una volta era quello che dava il benvenuto a chi raggiungeva Ravenna dalla Ravegnana.



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ARAN RAVENNA L’ECCELLENZA DELLA CUCINA

PIETRO CARLÀ GUIDA IL GRUPPO INN CUCINA, CHE COMPRENDE TRE STORE IN ROMAGNA, PER PORTARE NELLE CASE CUCINE SARTORIALI.

La maestria artigianale italiana si fonde con le più moderne tecnologie per creare cucine in cui ogni dettaglio è studiato con grande attenzione e competenza. Tutto questo è Aran Cucine che sorprende con le sue molteplici soluzioni, sempre innovative ed eleganti, per quella che ormai è considerata il cuore di ogni casa: la cucina. Dopo l’apertura del primo store a Cesena nel 2018, poi di quello a Faenza nel 2020, è stata la volta di Ravenna lo scorso 25 marzo. Lo showroom di via Panfilia 36, in posizione comoda e strategica, è di grande impatto e lascia ai visitatori l’opportunità di vedere e toccare con mano alcune delle linee più apprezzate. “Sia-

mo soddisfatti di aver raggiunto l’obiettivo di abbracciare tutta la Romagna,” racconta il titolare Pietro Carlà, “e non è escluso in futuro di poterci allargare anche in Emilia. Aran è un’azienda storica italiana che vanta ben sette stabilimenti in Abruzzo, oltre a essere il primo marchio per esportazione all’estero, visto che è presente in ben 120 Paesi in tutto il mondo.” L’offerta copre un po’ tutti i gusti e le varie esigenze, grazie a una produzione che spazia dal classico al contemporaneo. Attualmente lo stile di maggiore tendenza, particolarmente apprezzato dai più giovani, è l’industrial che ben si adatta alle abitazioni moderne o da ristrutturare.

Prevede l’utilizzo di materiali, finiture e complementi d’arredo che ricordano quelli tipici delle fabbriche, per un risultato finale di sicuro effetto. In Romagna, si vende nell’80% dei casi il moderno. “Le nostre sono cucine di fascia medio-alta con ante in legno prodotte direttamente in azienda. Da noi non esiste il fuori misura, perché siamo in grado di realizzare ante, cassetti o colonne di ogni dimensione. Portiamo nelle case una vera cucina sartoriale,” tiene a precisare Carlà, che vanta una lunga esperienza nel settore. Suo nonno infatti produceva cucine, mentre suo padre era un mobiliere generalista. Lui ama definirsi un cuciniere, visto che dal 1989 si è specializzato


“OGGI SI APPREZZANO DI PIÙ I GRANDI OPEN SPACE DOVE VIVERE AL MEGLIO LA CONVIVIALITÀ. IN CUCINA, NON CONTANO PIÙ SOLO L’ESTETICA E IL DESIGN, MA ANCHE LA FUNZIONALITÀ CON GRANDI PIANI DI LAVORO DOVE IMPASTARE O PREPARARE I PROPRI PIATTI.”

sul prodotto cucina, sposando in particolare il negozio monomarca Aran che ha nelle cucine il fiore all’occhiello. La sua vena imprenditoriale l’ha portato a fondare, nel 2018, il gruppo INN Cucina che comprende i tre store romagnoli e può contare su uno staff di 11 persone, fra venditori, capo negozi e collaboratori per i magazzini. “Siamo molto seguiti e ben supportati dalla casa madre che, a sua volta, è fatta di persone serie e competenti,” racconta Carlà. “In più, per soddisfare al meglio le richieste della clientela in termini di personalizzazio-

ne, mettiamo a disposizione un team di architetti e interior designer in grado di progettare la cucina e l’ambiente living anche dal punto di vista degli arredi, dei complementi d’arredo e dell’illuminazione, per un risultato finale armonioso. Ogni cosa viene messa al posto giusto e il cliente può seguire passo passo la fase progettuale attraverso rendering che danno l’idea di quello che sarà il risultato finale. Le nostre cucine poi sono montate da professionisti formati dalla casa madre, sempre precisi e attenti in ogni fase.” La pandemia da Covid ha contribuito a cambiare le

esigenze delle persone? “Sì, inevitabilmente,” spiega il titolare di Aran Ravenna. “Se in passato si tendevano a prediligere ambienti dal taglio classico con uno spazioso salotto ben separato dalla cucina, spesso un angusto cucinino, oggi si apprezzano maggiormente i grandi open space dove vivere al meglio la convivialità in famiglia o in compagnia di amici. In cucina, non contano più solo l’estetica e il design, ma anche la funzionalità con grandi piani di lavoro dove impastare o preparare i propri piatti.” Tra le novità, da segnalare anche le nuove richieste in materia di elet-

Via Panfilia 36 Ravenna | T. 0544 1796260 | www.aranravenna.it

trodomestici, disponibili da Aran nelle migliori marche presenti sul mercato: per la prima volta, fanno la comparsa i forni al vapore, gli abbattitori, oltre a cantinette super-attrezzate. Sul fronte delle tonalità, oltre al bianco che è intramontabile, vanno molto bene anche i grigi e i beige per le finiture, mentre a livello di materiali c’è chi ha imparato ad apprezzare i nuovi ripiani in grès porcellanato, dekton e neolith. “Aran non è solo cucine,” conclude Carlà, “ma anche armadi per ogni ambiente e mobili per il bagno presentati al Salone del Mobile di Milano 2022.”



SPORT

VITTORIE SU RUOTE DAVIDE MILANDRI RACCONTA I 75 ANNI DI NUOVA RINASCITA

DI MASSIMO MONTANARI

FOTO MASSIMO FIORENTINI

Il nome è importante, l’eredità pesante. La storia dello sport ravennate è stata scandita anche dalla Rinascita: proprio quest’anno cadono i 75 anni dalla sua fondazione. È stata soprattutto ed è tuttora una realtà del ciclismo cittadino, l’unica rimasta, ma è stata anche una polisportiva che al suo interno ha proseguito la tradizione della pratica del pattinaggio corsa, avviata dalla Spem, la società polisportiva nata nel 1962 su iniziativa di alcuni lavoratori dell’allora Anic, contribuendo alla sua diffusione. In questa disciplina sono fioriti autentici talenti, a cominciare da Valentina Belloni, dominatrice per svariati anni in Italia, in Europa e nel mondo, da oltre un decennio Ct della nazionale olandese. “Fuoriclasse così ne nascono uno ogni svariate decine di anni,” ricorda Davide Milandri, istruttore e oggi anche presidente della Nuova Rinascita. “Le dicevi una cosa, la recepiva immediatamente. Talento fulgido fin da bambina.” Ma a riempire la bacheca della Rinascita Pattinaggio hanno contribuito anche Alessandro Gherardi e Giada Santucci, Letizia Bellini e Matteo Casadei e Benedetta

Rossini, da diversi anni tesserata per lo Skating Club Rovigo, nipote e figlia d’arte. Suo nonno, il compianto Ezio, è stato allenatore di Valentina e coach totem della Rinascita, suo papà Stefano è uno dei cinque tecnici in forza oggi alla Nuova Rinascita, nata una decina d’anni fa da una costola del vecchio club, che un da

due anni ha chiuso i battenti. Gli altri tecnici, “tutti volontari” ci tiene a far sapere Milandri, sono Francesco Rossini (nipote di Stefano), Andrea Bartolucci, Lucia Zazzarini e Riccardo Falduto, al servizio di un’ottantina di tesserati, dai 5 ai 50 anni, con una ventina di agonisti. “Il nostro obiettivo principale è 51


SPORT

NUOVA RINASCITA È LA SECONDA SQUADRA PER TITOLI VINTI IN EMILIA-ROMAGNA L’ANNO SCORSO, UN RISULTATO CONFERMATO AD APRILE A FORLÌ AI CAMPIONATI REGIONALI SU PISTA, E RIPETUTO A IMOLA.

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la promozione di questo sport,” chiarisce Milandri, “e la valorizzazione dei suoi aspetti educativi e aggregativi. Per noi è decisamente più importante il divertimento del bambino o del ragazzo, più delle vittorie.” Che pure non sono mancate e non mancano tuttora. “Siamo la seconda squadra per titoli vinti in Emilia-Romagna l’anno scorso,” ricorda con soddisfazione, “un risultato confermato ad aprile a Forlì ai campionati regionali su pista, dove abbiamo vinto complessivamente 18 medaglie, e ripetuto a Imola ai campionati su strada.” La loro palestra è il centro sportivo Zangaglia a Casal Borsetti, fresco di ristrutturazione e di riapertura dopo l’avvento di una nuova gestione, e la pista di pattinaggio interna al parco Strocchi in via Vicoli,

dove si allenano il martedì e il giovedì pomeriggio. “Una bella pista, nulla da dire ma condivisa con altre realtà,” fa notare il presidente, “e priva di un bagno e di un ambiente dove poter lasciare l’attrezzatura. Un bell’impianto ma un po’ monco, che sta palesando qualche problema di usura, tanto che avrebbe bisogno di un po’ di manutenzione almeno ordinaria.” Il ritmo degli allenamenti in queste settimane si è intensificato: alle porte bussano, infatti, gli appuntamenti clou del 2022: i campionati italiani su strada a Cassano d’Adda dall’8 all’11 giugno e quelli su pista a Bellusco dal 20 al 23 luglio, il campionato italiano di maratona a Cardano al campo (Varese) il 24 luglio e per quanto riguarda Giovanissimi ed Esordienti il Trofeo Tiezzi

in programma Cremona dal 17 al 19 giugno. A questi si aggiungono numerosi trofei di livello nazionale. “Il calendario della Federazione (Ndr, la Fisr, che regola tutti gli sport rotellistici) prevede ogni anno tante gare in giro per l’Italia,” conclude Milandri. “Servono soldi, tempo e passione. Il nostro è uno sport povero per gente ricca. Per un atleta competitivo e di livello servono 930 euro solo per un paio di scarpini e di pattini e per le rotelle, che hanno tempi di consumo molto rapidi, ci vogliono almeno 130 euro. Difficile trovare tante famiglie disposte a portare avanti spese di questo tipo anche considerando che il nostro continua a essere uno sport dove le gratificazioni economiche sono davvero minime.”


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FIGO & PASSATELLI L’ESTATE DEL GUSTO A RAVENNA

DUE REALTÀ DI QUALITÀ, OSTERIA PASSATELLI DEL MARIANI E FIGO BURGER PIZZA & SUSHI, SI UNISCONO PER OFFRIRE A RAVENNATI E TURISTI UNA RICCA OFFERTA PER IL PRANZO E PER LA CENA.

In estate l’Osteria Passatelli del Mariani e Figo Burger Pizza & Sushi diventano un unico grande ristorante in via Ponte Marino 17 e 19 a Ravenna, per una nuova stagione del gusto in grado di accontentare tutti i palati. Due realtà di qualità, complementari nella proposta enogastronomica, che si uniscono da lunedì 6 giugno, offrendo a ravennati e turisti una ricca offerta per il pranzo e per la cena, in una delle zone più suggestive del centro storico dell’ex capitale bizantina. Quella tra via Ponte Marino, vicolo Gabbiani, via IV Novembre e via Andrea Costa, già denominata Quadrilatero del gusto. Appartata quel tanto che basta, ma a un passo dai monumenti patrimonio

dell’umanità Unesco, la via si trasforma in estate in un ristorante a cielo aperto, in cui assaporare i propri piatti preferiti, in compagnia di amici o familiari. “L’ampliamento dell’occupazione di suolo pubblico da parte di bar e ristoranti è stato uno dei risvolti positivi dell’emergenza Covid,” racconta l’imprenditore Maurizio Bucci. “La misura, adottata per consentire alle attività economiche di prendere una boccata d’ossigeno, è stata subito molto apprezzata dalla gente che con gioia è ritornata nei ristoranti. Il nostro spazio esterno è più che raddoppiato e non abbiamo mai avuto difficoltà a riempirlo di clienti. Questo è un esempio di quanto una scelta legata a

una necessità possa diventare un’opportunità. L’intera città ne ha guadagnato in bellezza, oltre che in socialità ovviamente, e il colpo d’occhio su Ravenna in estate è oggi molto simile a quello su Bologna e Milano. Finalmente anche noi abbiamo un centro che ogni sera si anima attirando tantissime persone.” Come di consueto, punti di forza della proposta dell’Osteria Passatelli sono la cucina rigorosamente romagnola che sa però essere anche innovativa, le cotture in grado di esaltare le materie prime sempre di prima qualità, le preparazioni a vista fatte a mano, in particolare della pasta fatta in casa come una volta, la piadina servita sempre calda, i taglieri


UN FORMAT CHE OFFRE ALLA CLIENTELA DUE RISTORANTI IN UNO: DA UN LATO LA CUCINA ROMAGNOLA CON PRIMI E SECONDI A BASE DI CARNE E PESCE, E DALL’ALTRO HAMBURGER E SUSHI. LA PIZZA È PROPOSTA IN VERSIONE TRADIZIONALE O GOURMET.

di affettati e i formaggi freschi. Oltre all’ampia offerta di primi e secondi a base di carne e pesce, il ristorante propone piatti vegetariani, in modo da soddisfare le diverse esigenze. E se già questo non fosse abbastanza, ecco che il menù comprende anche le specialità di Figo, locale ristrutturato nel 2013 e situato al primo piano del complesso dell’ex cinema Mariani dove da ottobre a fine maggio è attiva anche una sala cinematografica. Si tratta di hamburger con carni certificate e sushi con pesce fresco servito

con salse in accompagnamento preparate su ricette proprie, anche in tal caso preparato in un bancone a vista. Anche gli amanti della pizza hanno di che saziarsi, visto che possono scegliere tra quella tradizionale condita con mozzarella campana Dop e pomodoro San Marzano dei Passatelli, e quella gourmet a lunga lievitazione servita in spicchi. “Forte dell’incredibile successo avuto nell’estate 2021,” ricorda il titolare di Figo, Edoardo Bucci, proponiamo nuovamente questo format che consente di dare alla

clientela due locali in un uno, con la possibilità di avere un’offerta maggiore allo stesso tavolo. Speriamo di avere come l’anno scorso tanti turisti internazionali che si sono fermati a Ravenna, oltre a quelli italiani. Anche i ravennati hanno cominciato ad apprezzare la propria città che si può vivere anche in estate, senza per forza dover andare al mare. Da parte nostra ce la mettiamo tutta a proporre il miglior servizio, restando sempre aperti dalla mattina alla sera.” C’è ottimismo nell’aria al punto

Via Ponte Marino 19, Ravenna | T. 0544 215206

da pensare, grazie al bel recupero dei mesi scorsi, di poter tornare a fare i numeri del 2019, l’anno pre-pandemia. “Ravenna ha tutte le potenzialità per fare ancora meglio in termini turistici,” tiene a precisare Maurizio Bucci. “Con una migliore gestione dei beni culturali, otto dei quali patrimonio dell’umanità Unesco, potremmo veder crescere le presenze, persino raddoppiarle. Basterebbe avere un piglio più dinamico e arrivare a competere anche con città come Verona.”


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MOLINO SCODELLINO A CASTEL BOLOGNESE DAL 1398

L’IMPEGNO DELL’ASSOCIAZIONE AMICI DEL MOLINO SCODELLINO TRA EVENTI, DIDATTICA E LA PRODUZIONE DI UNA FARINA DI SOLO GRANO ROMAGNOLO.

Via Canale 7 Castel Bolognese (RA) scodellino@gmail.com www.amicimolinoscodellino.it

Arrivano da ogni parte della regione, e non solo, i visitatori del Molino Scodellino a Castel Bolognese, risalente al XIV secolo e ormai piuttosto noto grazie alla continua e appassionata opera di promozione da parte dell’associazione di volontariato Amici del Molino Scodellino, costituita nel 2009 con l’obiettivo di favorirne il recupero e il restauro. “Ci muoviamo in due direzioni,” spiega la presidentessa Rosanna Pasi. “Anzitutto, cercando la collaborazione di altre associazioni del territorio attive in ambito culturale ed enogastronomico. Poi organizziamo eventi e spettacoli di varia natura.” Piuttosto intensa è l’attività didattica con le scolaresche che hanno l’opportunità di scoprire la magia del luogo, la storia del canale e della filiera del grano, visitando il molino che conserva gli arredi d’epoca e ha persino la macina in funzione per la produzione di farina, per poi finire con la preparazione della piadina che si può degustare. “Nel 2016,” ricorda Pasi. “L’architetto Gianluca Zoli ha inserito il molino nelle Giornate di primavera del Fai, che hanno fatto registrare ben 2.000

visite. Grazie ai preziosi suggerimenti del tecnico Giuseppe Merenda, è maturata l’idea di rimettere in moto la macina risalente al 1843 e ferma dal 1982. Un bel valore aggiunto se si considera che, oggi, tutti i molini dicono di macinare a pietra ma in realtà non è proprio così. In seguito siamo entrati in contatto con il Molino industriale Naldoni che ci ha dato una preziosa mano per metterci nelle condizioni di poter produrre farine nel rispetto delle normative sanitarie.

In pratica noi maciniamo il solo grano romagnolo, e il risultato è una farina che mantiene tutte le sue proprietà organolettiche, poi Naldoni le confeziona e ce le restituisce, in modo tale da poterle poi vendere.” Un esempio di ottima sinergia considerando che da solo Molino Scodellino non avrebbe avuto la possibilità di farlo e che l’amministrazione comunale non avrebbe potuto spendere tra i 50 e i 70.000 euro per la linea produttiva. Numerose sono poi le iniziative promosse nel corso dell’anno, fra cui Cibus in fabula che prevede la presentazione dei prodotti con a seguire degustazioni prima e dopo gli spettacoli. Il prossimo passo è creare una rete con associazioni del territorio situate lungo il canale dei mulini, per la valorizzazione della loro cultura e dei prodotti gastronomici.. “Cerchiamo di alimentare la nostra felicità con le eccellenze del territorio,” conclude Pasi. Da segnalare anche la collaborazione con Around in Italy, associazione che vende pacchetti di turismo lento per stranieri, in cui è inserito anche il Molino Scodellino.


PITTURA

OPERATORE DELL’ARTE

ANDREA TAMPIERI TRA SCUOLA E PRODUZIONE PITTORICA E INCISORIA

DI ALDO SAVINI

Terminato l’insegnamento al liceo artistico di Ravenna lo scorso anno con il pensionamento, Andrea Tampieri può dedicare tutto il tempo all’attività artistica, peraltro mai abbandonata. Dopo aver frequentato l’Istituto d’Arte per il Mosaico Severini a Ravenna con gli storici insegnanti Francesco Verlicchi, Mauro Bartolotti, Marco De Luca e Sergio Cicognani, ha concluso la formazione diplomandosi nel 1984 all’Accademia di Belle Arti di Venezia, dove ha seguito i corsi di pittura di Emilio Vedova. Rientrato in Romagna a Bagnacavallo dove è sempre vissuto, il suo percorso nel campo dell’arte è stato piuttosto articolato, trasversale per la combinazione tra la produzione pittorica e incisoria e l’impegno promozionale per l’organizzazione di progetti espositivi a Bagnacavallo e a Cotignola, oltre a quelli editoriali per le Edizioni del Bradipo di Lugo. Per questo usa definirsi ‘operatore dell’arte’, convinto che l’arte come fatto culturale sia necessario per un’esistenza migliore. Si è mosso con assoluta libertà nella ricerca pittorica, senza velleità commerciali. Agli esordi la pratica creativa è ca-

ratterizzata da forme e modalità espressive fortemente materiche, suggestionato dalle ricerche informali tendenti all’astratto, per poi recuperare la figurazione con tangenze rispetto ai modelli formali di Matisse. A fasi alterne ha privilegiato la pittura su tela, il disegno su carta, l’incisione e la stampa

FOTO LIDIA BAGNARA

d’arte: l’elemento unificante per il soggetto è la figura umana e animale, per l’aspetto tecnico la ricerca di una sintesi tra opposti. Nel ciclo dei Bianchi il contrasto si pone fra la flessibilità della tela e la rigidità dell’intonaco che, steso sulla superficie, viene inciso provocando crolli e lacerazioni che lasciano alla materia 57


A FASI ALTERNE HA PRIVILEGIATO LA PITTURA SU TELA, IL DISEGNO SU CARTA, L’INCISIONE E LA STAMPA D’ARTE: L’ELEMENTO UNIFICANTE PER IL SOGGETTO È LA FIGURA UMANA E ANIMALE.

IN QUESTE PAGINE, ANDREA TAMPIERI. IN ALTO, TAMPIERI MOSTRA UN ESEMPIO DI STAMPA XILOGRAFICA.

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il compito di creare l’immagine. Per gli Acquarelli materici, invece, alla creazione a stucco bianco della figura, che risulta quasi un bassorilievo, segue la colorazione a velature trasparenti, propria della pittura ad acquarello. Anche in ambito incisorio, e in particolare per la stampa xilografica da matrice in linoleum che richiede l’intervento manuale, il tratto dell’immagine è integrato dal cromatismo prodotto da sfondi pubblicitari recuperati da giornali. Sempre in tutti i suoi lavori, all’ideazione dell’imma-

gine ben strutturata subentra l’accidentalità del caso e l’imprevisto che diventano parte integrante dell’opera. L’insegnamento è stato un’altra componente importante della sua vita, non disgiunta dalla produzione in ambito artistico. Ha iniziato nelle Scuole comunali di Arti e Mestieri di Bagnacavallo e di Cotignola, dove dice di essersi fatto le ossa con allievi dai 7 ai 70 anni. Poi, dopo le scuole medie in Provincia, ha tenuto negli ultimi vent’anni la cattedra di Discipline pittoriche nei licei

artistici di Faenza e Ravenna. L’insegnamento è stato un dare e un ricevere, un modo quindi di imparare, uno stimolo allo studio e alla ricerca, perché gli adolescenti, soggetti spesso difficili e problematici, in continua evoluzione, sono portatori di sensibilità e di esigenze di comunicazione adeguate ai tempi, fondamentali per l’arte. Il rapporto didattico dinamico è stato fonte di grandi soddisfazioni, nella consapevolezza di aver lasciato ai suoi studenti qualcosa che li ha fatti crescere.


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