Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - EURO 3,00
F O R L Ì N° 2 LUGLIO/AGOSTO 2020
BALESTRA
Augusto
SEMPRE IN PISTA
LUCA ZACCHERONI / Rivoluzione in spiaggia LISA PAGANELLI / Un legame naturale SPECIALE ROMAGNA / Un’estate all’aria aperta
ARREDIAMO LA TUA CASA CON CURA
FORLÌ
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RIMINI
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EDITORIALE
SOMMARIO
R
Ripartiamo, sempre in pista come i nostri personaggi di copertina: Augusto Balestra di Orienta Partners, società specializzata in investimenti in piccole e medie imprese, e Luca Zaccheroni, volto dell’imprenditoria sulla spiaggia di Cesenatico. Parliamo di alcune aziende che non sono state frenate dalla pandemia e hanno investito sul territorio, e incontriamo Lisa Paganelli, medico-veterinario e imprenditrice, premiata per il suo progetto di agricoltura simbiotica e biologica. In un’intervista, Stefano Bernardeschi ci parla della sua carriera tra Mediaset e social media, mentre la ricercatrice dell’IRST Giorgia Gurioli ci parla del suo progetto di ricerca. Andiamo infine alla scoperta del nostro territorio all’interno dello Speciale Romagna: itinerari, percorsi e luoghi da visitare, un’avventura estiva tra pic-nic, pinete e giardini botanici, castelli, folklore e tradizioni. Buona lettura! Andrea Masotti
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ANNOTARE
Brevi IN
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ESSERE
Augusto Balestra
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ESSERE
Luca Zaccheroni
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INNOVARE
Accettare le sfide
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Fra gli aghi di pino
Lisa Paganelli
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RIMINI
RACCONTARE
Medioevo, natura e… Tibet
Stefano Bernardeschi
Collaboratori: Lea Baccarini, Anna Chiarini, Beatrice Loddo, Francesca Miccoli. Fotografi: Matteo Bosi, Giorgio Sabatini, Gianmaria Zanotti.
Al giardino botanico
RAVENNA
COLTIVARE
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DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Clarissa Costa, Gianluca Gatta, Beatrice Loddo COORDINAMENTO DI REDAZIONE: Roberta Invidia ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga, Irena Coso, Elvis Venturini STAMPA: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) ANNO XXII- N. 2 Chiuso per la stampa il 9/6/2020
FORLÌ-CESENA
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30
EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it info@inmagazine.it
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CESENA
Sulle tracce di Byron
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Lungo la vecchia ferrovia
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ROMAGNA
Oasi di pace
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CONTRIBUIRE
La ricerca nel sangue Seguici su FB: www.facebook.com/ edizioni.inmagazine
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SPECIALE
Romagna
Edizioni IN Magazine si impegna alla salvaguardia del patrimonio forestale aderendo al circuito di certificazione di FSC-Italia.
Tutti i diritti sono riservati. Foto e articoli possono essere riprodotti solo con l’autorizzazione dell’editore e citando la fonte.
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RIMINI
Il pic-nic ritrovato
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ph Matteo Bosi
ANNOTARE
Addio a FLAMIGNI FORLÌ La redazione di
Lascia girare IL SOLE FORLÌ È tutto nel titolo, l’invito
di Mario Biserni (Rocca San Casciano, 1939) ad avere fiducia e pazienza e non operare forzature. Con questo spirito, nel suo ultimo libro, frutto di più di 20 anni di scambi internazionali vissuti in prima persone, Biserni parla di grandi temi di attualità: dalla creazione di un’Europa unita all’educazione, alla diversità e alla sana competizione – perché solo attraverso l’educazione sportiva e la partecipazione attiva si può costruire una vera comunità europea – fino al tema di due grandi crisi dei nostri tempi, la climatica e la migratoria. È l’assenza di coesione che rende più debole l’UE davanti a queste crisi, che vanno gestite senza innalzare muri ma riscoprendo la dignità e combattendo per un futuro migliore, per tutti. (B.L.)
Manikomio Design: MODA SOLIDALE FORLÌ Creatività, moda e design si fanno promotrici della solidarietà.
Manikomio Design, nuovo marchio di borse, con sede a Forlì, creato dall’agente, sales director e designer Massimo Cabbia (nella foto insieme a Tiziana Rambelli, alla sua destra, e a Elena Vetri dell’Ausl), ha deciso di dimostrare la sua vicinanza a tutti gli operatori sanitari che hanno lavorato durante l’emergenza sanitaria donando parte dei proventi della borsa Aviator’s Kit Bag “Italian Flag”, in edizione limitata, all’ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì. La borsa è disponibile in pelle di vitello martellata, nei tre colori della bandiera italiana, oppure in Tela Olona, tessuto antico di cotone 100%. “La versione della nostra Aviator’s Kit Bag ‘Italian Flag’ è prodotta in edizione limitata a soli 100 esemplari,” spiega Cabbia, “e parte del ricavato dalla sua vendita lo devolveremo all’Ospedale della nostra splendida città, Forlì, il cui nome, con nostro orgoglio, è sempre presente serigrafato a mano e a caratteri cubitali su tutte le nostre borse. I dipendenti della sanità hanno sempre fatto – e faranno – questo lavoro importantissimo senza l’ aiuto di nessuno. Bisogna tenere viva la memoria di questo sacrificio fatto da tutti gli operatori della sanità e non solo in questo momento di commozione ed emergenza collettiva.” Tutte le informazioni su: www.manikomiodsgn.com
IN Magazine si unisce alla commozione per la scomparsa di Carlo Flamigni, luminare della medicina della riproduzione e scrittore, che più volte abbiamo avuto l’onore di ospitare sulle pagine della nostra rivista. Medico, ginecologo, sostenitore di un insegnamento laico, protagonista del dibattito sociale su temi come la riproduzione, la genitorialità, la salute delle donne e appassionato di bioetica e filosofia, Carlo Flamigni si è spento nella sua casa forlivese a 87 anni. Stimato per la sua umanità e la sua capacità di comunicare il senso più alto della ricerca e della medicina, Flamigni ha diretto la clinica di Ostetricia e ginecologia dell’Alma Mater, è stato presidente della Società italiana di fertilità e anche membro del Comitato nazionale di bioetica. Il ritratto che restituiscono i suoi colleghi e amici di lunga data è di una personalità eclettica e acuta.
Da Romagna Acque DIVIDENDI STRAORDINARI FORLÌ CESENA L’assemblea dei Soci di Romagna Acque ha approvato
all’unanimità la proposta del Coordinamento Soci di una distribuzione straordinaria dei dividendi, sia dall’utile di esercizio sia dalla riserva ai soci stessi (cioè ai Comuni romagnoli). Si è dunque deciso di destinare una quota straordinaria per un totale di 14,5 milioni di euro. Romagna Acque ha voluto così dare il suo contributo per sostenere gli Enti locali soci messi in difficoltà dall’emergenza Covid. L’assemblea ha anche tributato un omaggio sentito al direttore generale Andra Gambi, scomparso a fine marzo proprio a causa del Coronavirus. I principali dati di bilancio relativi al 2019 indicano un valore della produzione pari a 60 milioni e 661mila euro, un utile prima delle imposte di 9 milioni e 588 mila euro e un utile netto di oltre 7 milioni di euro. La Diga di Ridracoli continua ad essere la fonte principale di approvvigionamento con il 47% delle forniture. 6
IN MAGAZINE
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ANNOTARE
Avventura TRA LE ONDE FORLÌ Sono due forlivesi,
Not(t)e dei RESPIRI FORLÌ La musica come
veicolo per dare voce a tutti i pazienti affetti da patologie che colpiscono l’apparato respiratorio e si vedono ogni giorno sottrarre respiri, troppo spesso in modo irreversibile: con questa premessa nasce il progetto Sharing Breath, che ha portato alla creazione dello spettacolo Not(t)e di Respiri in programma il 5 settembre 2020, in Piazza Saffi a Forlì e trasmesso anche in diretta streaming. Primo passo dell’evento è il concorso che permetterà a ogni persona che intende donare le proprie parole dedicate al respiro di farlo per una buona causa. Il vincitore sarà premiato con la musica: il Maestro Marco Sabiu e Luca Bollini trasformeranno il testo in canzone e sarà presentata proprio durante l’evento.
The Mindful Leader di FEDERICO FOLI FORLÌ Gli ingredienti per trasformare una realtà lavorativa negativa
e autoreferenziale in un ambiente di lavoro più produttivo e più felice? Empatia, amore, gentilezza. È questo il tema del libro The Mindful Leader scritto da Federico Foli, manager di origini romagnole da 20 anni negli Stati Uniti, appena uscito e acquistabile su Amazon (per ora nella versione inglese). In oltre due decenni di lavoro nell’industria finanziaria, tecnologica e del benessere e anni di pratica buddista, Federico Foli ha creato una serie di esercizi e tecniche che sono una vera ricetta di successo per affrontare cambiamenti epocali nel clima, nella società, nella sicurezza. “Il miglior modo per stimolare passione, motivazione e felicità in un ambiente lavorativo è attraverso l’esperienza, la collaborazione, la fiducia e l’alleanza tra la leadership e coloro che formano l’organizzazione. La strategia non può risiedere in atteggiamento egoistico di contrapposizione dell’uno verso l’altro, ma piuttosto nel lavorare insieme come una collettività. Qual è quindi il primo passo per raggiungere il successo? Una dose di empatia, amore e gentilezza.”
Nicola Boccia e Riccardo Minoccheri, i fondatori del marchio streetwear maschile The Silted Company che negli ultimi anni sta facendo parlare di sé anche oltreoceano. Fondato a Forlì nel 2014, il brand trae ispirazione dalla cultura del surf californiana e le collezioni sono oggi presenti negli store del Giappone, Korea, Europa, Russia, Cina e Stati Uniti, nonché all’interno di famosi negozi e boutique italiane. I due giovani imprenditori puntano sulla qualità e sull’artigianalità Made in Italy, sull’economia e sulla produzione locale, tanto da scegliere nel 2019 di aprire un nuovo negozio nel centro storico di Forlì: Dust (forgotten fabrics), un progetto dalla filosofia green che produce i capi utilizzando tessuti e scarti rimanenti da produzioni di abbigliamento.
Brand identity per EURORICAMBI FORLÌ Nasce dal desiderio di rinnovarsi la collaborazione tra Menabò ed Euroricambi, azienda bolognese da oltre quarant’anni leader nel settore della ricambistica aftermarket. La necessità? Razionalizzare la brand architecture e delineare la costruzione di un’identità di Gruppo – in sinergia con la web agency Webgriffe e con la consulenza di Strateg.ee – che vede coinvolte le aziende Euroricambi, AMGears, Eurotec e Lambert Getriebeteile. Dalla progettazione di una nuova brand identity di gruppo, al concept creativo, fino all’ideazione di uno storytelling distintivo, l’intera architettura di comunicazione è stata affidata al team Menabò – agenzia internazionale specializzata in consulenza strategica, branding e comunicazione – che si è occupato inoltre di tutti i contenuti testuali e visuali del nuovo sito.
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ANNOTARE
La Grande mostra PER DANTE
Questa estate SCEGLI CESENA
FORLÌ Passano da Forlì, con
CESENA Un calendario estivo
una mostra del San Domenico che si annuncia memorabile, le celebrazioni per i 700 anni dalla morte di Dante, avvenuta a Ravenna nel settembre del 1321. L’esposizione, in programma per il prossimo anno, vede insieme un tandem d’eccezione: la Fondazione Carisp di Forlì e la Galleria degli Uffizi di Firenze. Per questa iniziativa, il museo fiorentino metterà a disposizione anche alcune fondamentali opere legate a Dante e ai suoi tempi. Sono attesi anche prestiti importanti da tutto il mondo. Forlì è stata scelta per l’alto profilo delle mostre organizzate al San Domenico e per la sua centralità lungo l’itinerario che porta da Firenze, città natale di Dante, a Ravenna, dove è sepolto. In questo modo, gli organizzatori della mostra intendono abbracciare simbolicamente il territorio tosco-romagnolo dove l’autore trascorse alcuni anni del suo esilio.
ricco di appuntamenti culturali organizzati dal Comune di Cesena. Dal teatro alla bellezza delle parole racchiuse in un libro, dalla musica pop a quella meccanica, un ricco ventaglio di eventi che saranno distribuiti soprattutto nei luoghi all’aperto, in tutta sicurezza. Protagonista dell’estate cesenate 2020 sarà Villa Silvia Carducci, con una serie di appuntamenti sotto le stelle: l’11 agosto andrà in scena il reading de La macchina umana, il 13 agosto sarà la volta della Grande musica viva e meccanica, da Leoncavallo a Busoni, mentre il 25 agosto andrà in scena Mary aveva un agnellino per celebrare la meraviglia dell’invenzione del suono registrato. Sempre ad agosto ci aspetta Borgo Sonoro – l’Essenza, il 21 a Villa Silvia, una suggestiva rassegna musicale organizzata da Il Borgo Effimero aps e e dalla rete dei Comuni fondatori del festival.
Summertime A CESENATICO CESENATICO Partono le riprese della seconda stagione di Summertime,
la serie firmata Netflix che ha riscosso un grande successo nazionale, disponibile in 190 paesi e ambientata proprio nella nostra Riviera, tra Cesenatico e Ravenna. Così, questa estate Cesenatico torna a essere un set cinematografico a cielo aperto, come sfondo per una storia romantica e spensierata che ci riporta alle atmosfere, ai ricordi e ai luoghi delle nostre estati. Tra i luoghi simbolo della prima stagione troviamo infatti il Grand Hotel di Piazza Costa e il Bagno Paradiso di Ponente. La seconda stagione quindi sarà ambientata in estate e verrà girata tra luglio e ottobre 2020, per essere pronta per il 2021. Nel cast, un volto che avevamo già imparato a conoscere: l’attrice cesenate Sara Magalotti Mondello, che nella serie interpreta Milena e che avevamo intervistato nel n. 3/2019 di Forlì-Cesena IN Magazine proprio mentre stava già segretamente registrando la serie.
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ESSERE
Sempre
IN PISTA CHE SI TRATTI DI INVESTIMENTI O DI SPORT, AUGUSTO BALESTRA NON SI FERMA MAI. CON ORIENTA PARTNERS, HA ACQUISITO 7 AZIENDE IN 3 ANNI E ORA PUNTA AL RILANCIO DEL RIDOLFI.
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di Roberta Invidia / ph Clarissa Costa
Tre figli, tre storie lavorative, due vite sportive e una grande costante: l’entusiasmo. Se c’è una parola per descrivere Augusto Balestra è proprio questa: l’entusiasmo, la sua marcia in più nel lavoro come nella vita. Classe 1968, oltre dieci anni nella nautica e trenta nei panni dell’arbitro di calcio, Augusto, insieme ad altri 4 soci, è il fondatore di Orienta Partners, società specializzata in investimenti in piccole e medie imprese italiane, con sedi a Forlì e Milano. In meno di 3 anni, Orienta ha acquisito 7 aziende tra Romagna, Veneto, Piemonte, Trentino e Friuli Venezia Giulia e ha firmato anche il piano di rilancio dell’aeroporto Ridolfi di Forlì, che proprio in queste settimane sta facendo passi importanti verso la riapertura della pista. “Ho cominciato in Arthur Andersen, nella sede italiana a Bologna, ma sentivo di non volermi occupare solo di consulenza, volevo fare qualcosa di concreto. Sono entrato in Ferretti negli anni della grande ascesa, per poi diventare direttore generale del marchio Mochi Craft.” All’avventura nella nautica, segue un ruolo in Olidata e altri incarichi in vari settori, fino a che Augu-
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IN MAGAZINE
sto ritrova alcuni vecchi amici e con loro decide di cambiare rotta. “Avevamo quarant’anni e volevamo fare qualcosa di nostro, mettendo a fattor comune esperienze, competenze e passioni: così è nata Orienta Partners.” Alla compagine iniziale, composta anche da Fabio Fabbri, Sergio Serra e Daniele Ballini, uscito nel 2013, si sono poi aggiunti altri manager di grande esperienza come Giancarlo Galeone (ex Ad di Ferretti) e Mario Gardini (ex Mandarina Duck). Dal 2017, Orienta ha avviato una serie di acquisizioni di PMI italiane, tra i 10 e i 40 milioni di euro di fatturato, con l’obiettivo di favorirne la crescita e lo sviluppo. La formula è quella del Club Deal, ovvero un gruppo ristretto di investitori che finanziano i progetti di acquisizione, di cui Orienta è il punto di riferimento, a cui si aggiunge l’apporto di un fondo di investimento, spesso straniero. “Sono più di 40 i soci, principalmente famiglie imprenditoriali italiane, che ad oggi hanno dato fiducia alle nostre proposte di investimento. Come selezioniamo le imprese? Partia-
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IN APERTURA, AUGUSTO BALESTRA. A LATO BALESTRA INSIEME AI SOCI DI ORIENTA PARTNERS. SOTTO, L’IMPRENDITORE CON NORBERTO FERRETTI E INSIEME ALLA MOGLIE, ANCHE LEI ARBITRO DI CALCIO.
ORIENTA INVESTE NELLE PMI ITALIANE CON FATTURATO TRA I 10 E I 40 MILIONI DI EURO CON LA FORMULA DEL CLUB DEAL. A FORLÌ HA ACQUISITO SIDAC E BASSINI 1963. “AD OGGI SONO STATI OLTRE 40 GLI IMPRENDITORI CHE HANNO INVESTITO CON NOI.”
mo da un progetto industriale a cui sentiamo di poter dare il nostro valore aggiunto e scegliamo realtà con il potenziale giusto per crescere ed espandersi.” A Forlì, con il meccanismo del Club Deal, Orienta ha acquisito il 100% delle quote di Sidac, figlia della storica azienda fondata dai
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conti Orsi Mangelli negli anni Trenta, che si occupa di packaging flessibile, e il 100% di Fratelli Bassini 1963, che produce panificati surgelati per la grande distribuzione e la ristorazione. “Entrambe sono aziende eccellenti nei propri settori con grandi prospettive di crescita: Bassini per le sue caratteristiche può diventare il centro di un gruppo italiano specializzato nella panificazione. Per questo, nel 2019, abbiamo acquisito anche Glaxi Pane, in Veneto, dando vita a una realtà di gruppo che oggi fattura 24 milioni di euro, e stiamo valutando altre aziende del settore per nuove aggregazioni.” In tutte e tre le società, Balestra ricopre il ruolo di presidente e tra le altre aziende acquisite ci sono Virosac, sempre in Veneto, leader nella produzione per la Gdo di sacchetti bio per la nettezza e per l’umido; Cri-
stallina, che detiene i marchi di acqua di fonte Pejo e Goccia di Carnia e Passione Unghie, leader nella vendita online di prodotti professionali per manicure. Con Orienta, Balestra ha firmato anche la creazione della nuova società di gestione dell’aeroporto di Forlì. Forse il progetto più ambizioso visti i risultati delle precedenti gestioni. “Come è nata l’idea? Fino al 2016 abbiamo lavorato molto fuori regione, ma volevamo fare qualcosa per il nostro territorio. Abbiamo studiato bene la situazione dello scalo per capire cosa non aveva funzionato e abbiamo messo in piedi un progetto industriale sul quale andare a trovare il consenso di grandi imprenditori del territorio: volevamo che il rilancio avesse un imprinting romagnolo e fosse di natura privata, non più pubbli-
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ARBITRO DI CALCIO PER 30 ANNI, AUGUSTO È STATO ANCHE PRESIDENTE DELLA SEZIONE FORLIVESE DELL’AIA E OGGI SI CIMENTA NEL TRIATHLON “GLI ANNI IN CAMPO MI HANNO INSEGNATO A PRENDERE DECISIONI A MENTE LUCIDA IN SITUAZIONI DI STRESS.”
IN ALTO, AUGUSTO IN VESTE DI ATLETA MENTRE GAREGGIA IN UNA COMPETIZIONE SPORTIVA DI TRIATHLON.
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IN MAGAZINE
ca. Io stesso ho suonato ai campanelli di Bruno Piraccini di Orogel, Giuseppe Silvestrini di Marco Polo, oggi Unieuro, Ettore Sansavini di Gvm. Grandi capitani d’impresa che ci hanno creduto e ci hanno messo la faccia e ne siamo molto contenti. Il caso ha voluto anche che il mio compagno di palestra fosse l’ex sindaco Davide Drei, che in quel momento cercava una strada per l’aeroporto. Le cose si sono incastrate una dopo l’altra e oggi il ritorno dell’aeroporto in fascia A, è il segnale che possiamo davvero partire. Il nostro obiettivo? Portare a Forlì un traffico passeggeri in grado di creare nuova ricchezza. Se
si pensa che ogni passeggero in arrivo spende sul territorio circa 300 euro, con un traffico iniziale di 300.000 passeggeri l’anno si potrebbe generare un introito di 90 milioni di euro. Una prospettiva di grande interesse non solo per gli investitori ma per tutta la Romagna.” Nella storia di Augusto Balestra non ci sono però solo gli investimenti. Anzi, un posto importante ce l’ha lo sport, vera passione di famiglia. “Sono stato arbitro di calcio dai 15 ai 45 anni. Ho smesso quando sono diventato presidente e amministratore delegato del Cesena Calcio. Anche mia moglie era arbitro internazionale di calcio a 5, ci siamo conosciuti proprio in una occasione sportiva. Fare l’arbitro è stata un’esperienza incredibile che mi ha insegnato tanto. Davanti ai giocatori e ai tifosi sei da solo e devi assumerti la responsabilità delle tue decisioni, mantenendo la mente lucida in situazioni di stress. Una capacità che applico costantemente nel lavoro.” Per due anni, è stato anche presidente della sezione forlivese dell’Associazione Italiana Arbitri e oggi la sua passione per lo sport continua, nei panni
dell’atleta, con partecipazioni a gare sportive di Triathlon (nuoto, maratona, bicicletta). “Non so stare fermo, mi alleno almeno un’ora e mezza al giorno. Ho sempre la sacca pronta, di volta in volta decido se andare in piscina, mettere le scarpe per correre, o salire in sella alla bicicletta. In questo periodo, ogni settimana faccio in bici il tragitto tra Forlì e la mia casa di Fano: circa 3 ore pedalando. L’adrenalina e la voglia di raggiungere sempre nuovi obiettivi sono il motore delle mie giornate, così come l’amore per lo sport che condivido anche con i miei tre figli, Filippo, Federico e Francesco, e con gli amici”. Nel suo ufficio ha una bici da corsa su rulli e ora che le riunioni si fanno sempre più spesso in video conferenza e non di persona, le sessioni di allenamento ne hanno anche giovato. “Come sarà il futuro in questo momento di grande caos? Dopo l’estate acquisiremo la nostra ottava società, un gioiello del settore aerospaziale di Torino. Andiamo avanti con ottimismo. D’altronde io sono sempre stato così, vedo sempre il bicchiere mezzo pieno e guardo sempre alla prossima tappa da raggiungere.”
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ESSERE
Rivoluzione
IN SPIAGGIA LUCA ZACCHERONI HA RIVOLUZIONATO L’OFFERTA DELLA RISTORAZIONE E DELLA SPIAGGIA DI CESENATICO CON IL MARÉ: DIECI ANNI DOPO, FRA NUOVE APERTURE E TANTI PROGETTI, SI CONFERMA IMPRENDITORE DI SUCCESSO. di Beatrice Loddo / ph Gianmaria Zanotti
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Volto dell’imprenditoria sulla spiaggia di Cesenatico, Luca Zaccheroni è proiettato nel futuro e non vuole saperne di fermarsi. Classe 1979, nato a Forlì – suo padre è il famoso allenatore di calcio Alberto “Zac” Zaccheroni – il piccolo Luca è stato subito portato a Cesenatico, dove i suoi genitori avevano un’attività alberghiera, e ha vissuto sin da subito a contatto con i turisti, assorbendo l’atmosfera vacanziera e di accoglienza che si respirava nelle estati di spiaggia e bagnanti, ma anche di divertimento, non appena l’età glielo ha consentito. “Mi sono diplomato a ragioneria, e non ho mai studiato all’università: a dire il vero, non avevo tanta voglia di studiare,” confessa ridendo. “Oggi invece mi rendo conto di quanto mi piaccia approfondire gli argomenti che mi interessano.” E ne ha moltissimi, perché è sempre alla ricerca di nuovi stimoli ed esperienze. “Per me ogni nuova apertura è un mezzo per imparare qualcosa di nuovo,” rivela con entusiasmo. Dopo il diploma inizia subito a lavorare, attraverso quella che definisce una fase di passaggio in
alcuni locali anche notturni della Riviera, finché non arriva la prima grande avventura in cui inizia a coniugare l’amore per la spiaggia e il divertimento con la sua personale sensibilità imprenditoriale: classico stabilimento balneare di giorno, il Batija di notte si trasformava in un locale notturno sulla spiaggia, con le piste da ballo allestite direttamente sulla sabbia. “Considerando che era solo il 2003 si trattava di qualcosa di davvero innovativo, non solo per la location, ma anche perché era a ingresso libero,” nota Zaccheroni con orgoglio. “Non si trattava di una vera e propria discoteca, e forse era anche per questo che piaceva tanto. È stato grazie all’esperienza del Batija, durata fino al 2006, che ho capito che sulla spiaggia tutto può funzionare meglio, e di più.” Trascorre poi del tempo, che viene dedicato alla ricerca del posto giusto per il suo nuovo progetto: “Non uno stabilimento balneare che fa ristorazione, ma un ristorante con gli ombrelloni,” specifica Zaccheroni, con il piglio deciso che sembra contraddistinguerlo. IN MAGAZINE
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È il 2008 quando rileva la concessione per i due bagni proprio accanto al molo. “Avevamo già in mente cosa fare, quindi siamo partiti e abbiamo proceduto con la demolizione e ricostruzione del locale, che è stato inaugurato nel 2010. E proprio quest’anno, in pieno lockdown, il Maré ha compiuto 10 anni. Purtroppo non abbiamo potuto festeggiare come avremmo voluto, ma stiamo comunque ricominciando a lavorare e non possiamo lamentarci.” Anche in questo caso, la novità era tale da lasciare perplessità. “È naturale che quando si fanno
“LA DESTAGIONALIZZAZIONE PER ME ERA UN ASPETTO FONDAMENTALE,” AFFERMA LUCA ZACCHERONI. “CON LA VISTA FORTUNATA DI CUI GODIAMO, POI, I COLORI E LE CARATTERISTICHE DELLE STAGIONI SONO ANCORA PIÙ BELLI.”
progetti grandi in paesi piccoli ci sia un po’ di sospetto. La mia preoccupazione era proprio che il Maré non fosse capito. Non volevo puntare al turismo stagionale, ma alla clientela e al turismo locale: il mare offre grandi possibilità in tutte le stagioni, non solo in estate. La destagionalizzazione per me era un aspetto fondamentale: con la vista fortunata di cui godiamo, poi, i colori e le caratteristiche delle stagioni sono ancora più belli.” Un’impresa che, fortunatamente, sembra essere andata a buon fine: “È stato un po’ come il Verdi a Cesena: prima qualcosa da guardare con sospetto, e poi, alla fine, punto di riferimento per la città. Devo ammettere che per noi lo scoglio è stato superato sin da subito, nonostante si trattasse di un locale promiscuo che offre colazione, pranzo, aperitivo e cena.” 20
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Un aspetto fondamentale per arrivare a questa comprensione è stato l’arredamento: “Ho la fortuna di avere mia zia, Franca Fiorini, che è interior designer: non solo i miei locali, ma anche la mia casa e quella dei miei genitori sono state concepite con il suo aiuto prezioso. Siamo in grande sintonia, abbiamo gusti estetici molto affini e con lei posso passare le serate a parlare e progettare fino a notte fonda. Per il Maré volevamo un arredo caldo, accogliente, che non intimidisse e con tanto verde. Un posto dove poter staccare la testa.” Il più bel complimento? “Qualcuno mi ha detto che gli sembrava di essere in vacanza. Ci hanno visto di tutto: la Grecia, la Provenza, la California, i Caraibi...” Diversa la scelta per QuintoQuarto, il locale aperto sul Porto Canale nel 2016: “Non volevamo fare il verso al Maré, per
IN APERTURA, LUCA ZACCHERONI ALL’INTERNO DEL MARÉ. IN ALTO, UNA VISTA DEL LOCALE.
BELLE EPOQUE
cui abbiamo scelto un arredo che richiamasse gli anni Cinquanta e Sessanta, con una gestione più snella e meno variabili. Volevamo sdoganare una piadina seduti comodamente, con abbinamenti nuovi,” racconta, specificando che si tratta di un’integrazione all’offerta tradizionale, a cui, vista la location e la storia del Maré, era d’obbligo aggiungere una componente di pesce. In entrambi i casi la ricerca della bellezza per quanto riguarda la location e la presentazione dei piatti è un comune denominatore: “Una volta per scoprire nuovi modi di impiattamento e di arredamento dovevi viaggiare, andare a New York, ad Amsterdam e vedere con i tuoi occhi. Oggi, grazie anche ai social network, basta aprire Instagram per scoprire quali sono le nuove tendenze e per
prendere ispirazione. Anche grazie al cambio generazionale nella gestione dei locali questa ricerca è sempre più accentuata. Il pericolo però è che abbia il sopravvento sulla personalità.” Alcuni cambiamenti, di questi tempi, purtroppo non sono frutto di un approccio estetico: fra le necessarie nuove regole che caratterizzano questo periodo, tuttavia, qualcuna sembra venuta per restare: “Stiamo pensando di mantenere anche in futuro l’accoglienza fuori dal locale. E poi stiamo reimpostando dietro le quinte tutto il modo di approcciare il rapporto col dipendente, e vogliamo raccogliere sempre più dati e strumenti per verificare gli aspetti economici.” Nel frattempo, c’è ancora spazio per realizzare qualcosa di nuovo – “Da molto tempo pensavo di aprire un Oyster
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Bar. Il meglio sarebbe stato una capanna affacciata sul mare. Ma per il momento ci accontentiamo della terrazza del Maré!” – ma anche per continuare a sognare e fare progetti: “Se potessi scegliere una città in cui aprire un locale, sarebbe Tokyo. Mio padre Alberto ha lavorato lì per quattro anni come allenatore della nazionale di calcio giapponese, sono andato a trovarlo molte volte e così ho sviluppato anche un legame affettivo con la città e con molte persone che oggi sono amici oltre che colleghi del settore. Mi affascinano soprattutto gli altissimi standard di qualità. Ma mi piacerebbe anche portare in Italia un ristorante di sushi come quelli che ci sono là, con il bancone che offre spazio a sei persone al massimo, e lo chef che ti mostra ogni passaggio della preparazione e ti racconta la storia di quell’ingrediente. Sarebbe possibile anche farlo all’italiana: abbiamo dei prodotti meravigliosi che meriterebbero questo tipo di narrazione. Talvolta si tende a mangiare per sfamarsi; questa modalità, invece, permette di apprezzare in modo diverso ogni singolo boccone, esaltandone la materia prima.” Del resto il lockdown ha solo rallentato i progetti di Zaccheroni per il futuro. “Proprio a inizio 22
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“MI PIACEREBBE PORTARE IN ITALIA UN RISTORANTE DI SUSHI COME QUELLI DI TOKIO, CON LO CHEF CHE TI MOSTRA OGNI PASSAGGIO DELLA PREPARAZIONE E TI RACCONTA LA STORIA DELL’INGREDIENTE. SAREBBE POSSIBILE FARLO ANCHE ALL’ITALIANA.”
febbraio ho completato l’acquisto di un locale sui Navigli a Milano: voglio misurarmi con un modo di pensare, lavorare e rilassarsi nuovi. Milano è stata la media fra aprire un altro locale in Romagna e aprirne uno all’estero, e credo che sarà un’ottima occasione per imparare ancora di più. Lì anche il peso della comunicazione e del delivery sono molto diversi. Il locale avrebbe dovuto aprire quest’estate, ma per ora è tutto fermo ed è un bene: questo tempo di pausa obbligata è stato utile anche per ricalibrare il tiro. Si è trattato di un disastro, certo, ma nel mio caso è arrivata una visione più lucida, introspettiva. Mi sono reso conto di quanto sia importante, oggi, fare qualcosa che abbia senso anche domani.”
IN ALTO, LUCA ZACCHERONI SEDUTO NEI TAVOLINI ESTERNI DEL MARÉ, A DUE PASSI DAL PORTO CANALE.
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LE SFIDE
L’ECONOMIA NON SI FERMA E LE AZIENDE PUNTANO E INVESTONO SUL TERRITORIO E SU PROGETTI VOLTI A TUTELARE LA SALUTE: SONO CANTIERE DEL PARDO, FIDIA E RIGHI ELETTROSERVIZI.
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Lo tsunami Coronavirus non ha frenato l’attività delle aziende del territorio, straordinaria fucina di talenti e risorse. Ancora una volta gli operatori economici hanno dimostrato un’eccezionale capacità resiliente, trasformando un potenziale veicolo di crisi in opportunità, girando il vento contrario in spinta a favore. Questa estate anomala fa registrare l’ennesima operazione di successo per il Cantiere del Pardo, vanto romagnolo nel mondo nel settore yachting. Il gruppo forlivese conquista la leadership assoluta nel mercato delle imbarcazioni di lusso grazie all’acquisizione del prestigioso brand olandese VanDutch, marchio giovane ma già icona del lifestyle grazie alla elegante gamma di open dai 35 ai 75 piedi, caratterizzata da linee inconfondibili al punto da far breccia nel cuore di numerosi imprenditori, celebrities e influencer. Dall’unione di Cantiere del Pardo e VanDutch fiorisce una sinergia senza precedenti a livello di capacità produttiva e di sviluppo strategico, tale da valorizzare le due distinte identità di brand e al contempo
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di Francesca Miccoli
rafforzarne la competitività, lanciando nuove sfide sul mercato. Un matrimonio che eleva “il concetto di yacht experience a un livello superiore,” spiega Fabio Planamente, Ceo del Cantiere del Pardo. La produzione di tutti i modelli VanDutch si trasferisce dunque all’ombra di Saffi e nel 2021 è previsto il lancio di ben tre nuovi modelli. “Imbarcazioni che non conoscono compromessi in termini di eleganza e prestazioni,” dichiara Luigi Servidati, presidente dell’azienda forlivese. “La forza del brand olandese verrà ulteriormente esaltata dal know-how, dall’esperienza e dall’alta qualità made in Italy, punti di forza del nostro Cantiere.” Si arricchisce così ulteriormente la dinamica realtà dei suoi tre brand: Grand Soleil Yachts (che produce barche a vela fino a 18 metri), Pardo Yachts (marchio di barche a motore fondato nel 2016 e oggi già riconosciuto come market leader nel suo segmento) e Grand Soleil Custom (barche a vela custom da 18 a 24 metri). Un grosso colpo per l’impresa che vanta oltre 40 anni di storia e più di 4.500 modelli prodotti all’insegna dell’eleganza del design, la cura dei dettagli, la scelta di materiali di pregio e l’esperienza di maestranze artigianali senza eguali. In terra forlivese è tempo di cambiamenti per Fidia S.p.A., gruppo che opera nella tecnologia del controllo numerico e dei sistemi integrati per il calcolo, la scansione e la fresatura di forme complesse, quotata nel segmento STAR di Borsa Italiana. Dal mese di luglio Fidia concentra tutta l’attività produttiva a Forlì: con la chiusura dello stabilimento piemontese di San Secondo di Pinerolo si porta a compimento la programmata e complessa riorganizzazione industriale interna, iniziata alcuni anni fa con la costruzione del nuovo e moderno stabilimento industriale di via Balzella. Un’area produttiva di
DALL’UNIONE DI CANTIERE DEL PARDO E VANDUTCH FIORISCE UNA SINERGIA SENZA PRECEDENTI A LIVELLO DI CAPACITÀ PRODUTTIVA E SVILUPPO STRATEGICO: LA PRODUZIONE SI TRASFERISCE A FORLÌ. NEL 2021 IL LANCIO DI TRE NUOVI MODELLI.
8.800 mq al coperto, inaugurata nel 2018 per far fronte ai crescenti volumi produttivi e disporre degli spazi necessari alla costruzione e montaggio di macchinari di grandi dimensioni. Fondata nel 1974 da due giovani ingegneri, entrambi laureatisi al Politecnico di Torino e accomunati dalla passione per l’utilizzo di minicalcolatori per applicazioni di automazione industriale, Fidia conta oggi 290 dipendenti nelle varie sedi disseminate in tutto il globo (60 in quella forlivese) e opera principalmente nei due settori dell’automotive e aerospace, fornendo macchinari e impianti di elevata qualità e personalizzazione, in grado di soddisfare le più sofisticate esigenze di preci-
A LATO, FABIO PLANAMENTE, CEO DEL CANTIERE DEL PARDO. IN ALTO, UNA FOTO DEL CANTIERE DI FORLÌ.
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IN BASSO, LA SEDE FORLIVESE DI FIDIA S.P.A.
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sione e produttività. Nel vastissimo panorama delle aziende che producono macchine utensili, Fidia è tra le pochissime a fornire tutta l’elettronica di comando e controllo e l’intero software di processo. Il gruppo si caratterizza fin dagli esordi per la forte vocazione all’innovazione, con investimenti in ricerca e sviluppo in tutti gli ambiti della propria tecnologia (software, elettronica e meccanica), mai inferiori al 10% del fatturato. Aria di novità anche in casa Righi Elettroservizi S.p.A., r a mo d’a ziend a d i R ig h i Group, punto di riferimento nel settore impianti di automazione industriale, controllo di processo e robotica. Sempre più protagonista della quarta rivoluzione industriale, Righi Elettroservizi prosegue infatti l’attività di trasformazione digitale e grazie alla creazione della piattafor ma softwa re
Smart Service rende la manutenzione 4.0: una novità che permette di convertire le attività di manutenzione sugli impianti e quadri elettrici in opportunità, con forti benefici in termini di produttività, sicurezza, ordine e risparmio. Un servizio a 360° che, oltre a fornire dati e analisi, controlla i processi, archivia documenti strategici, pianifica le at-
IL GRUPPO FIDIA SI È DISTINTO PER LA FORTE VOCAZIONE ALL’INNOVAZIONE E, CON LA CHIUSURA DELLO STABILIMENTO PIEMONTESE, SCEGLIE DI CONCENTRARE TUTTA L’ATTIVITÀ PRODUTTIVA A FORLÌ IN UN NUOVO E MODERNO STABILIMENTO INDUSTRIALE.
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“DOBBIAMO STARE ATTENTI A QUALE DIREZIONE INTRAPRENDERE: ORA SI APRONO TANTE OPPORTUNITÀ,” SPIEGA MAURO RIGHI, CEO DI RIGHI GROUP. “UNA CRISI PORTA SEMPRE CON SÉ CAMBIAMENTI E SFIDE, MA QUESTO È IL NOSTRO MESTIERE QUOTIDIANO.
tività, garantisce la tracciabilità degli eventi con la tecnologia QR Code. Ma non si tratta dell’unica lieta novella di stagione per
l’azienda di Mercato Saraceno: Righi Elettroservizi S.p.A. e l’altra società del gruppo Denken Italia Srl sono risultate vincitrici del bando indetto dalla Regione EmiliaRomagna per la creazione di progetti volti a contrastare la diffusione del Covid-19. Entrambe hanno sviluppato sistemi in grado di evitare il ripetersi di situazioni che potrebbero portare a nuovi lockdown: Righi Elettroservizi ha partecipato con un progetto volto alla creazione di un braccialetto elettronico wireless per la rilevazione e gestione da remoto dei parametri vitali e del distanziamento personale, con l’obiettivo di ridurre
il rischio di contaminazione e di garantire la sicurezza delle persone, per contenere al massimo la diffusione del virus Covid-19 all’interno di ambienti lavorativi e non solo; Denken Italia ha invece dato vita al progetto di un Health Point Care, ossia un totem automatizzato di front-office, per il monitoraggio e la gestione degli accessi nei luoghi di lavoro. “Il mondo non finisce, ma cambia,” è l’intuizione che spiega la filosofia del Ceo Mauro Righi. “Dobbiamo stare attenti a quale direzione intraprendere: ora si aprono tante opportunità. Una crisi porta sempre con sé cambiamenti e sfide, ma questo è il nostro mestiere quotidiano.”
IN ALTO, IL CEO MAURO RIGHI. A LATO, LA SEDE FORLIVESE DI RIGHI ELETTROSERVIZI.
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COLTIVARE
Un legame
NATURALE MEDICO-VETERINARIO, IMPRENDITRICE E ANIMA DEL CONSORZIO VALBIDENTE, LISA PAGANELLI PUNTA SULL’AGRICOLTURA SIMBIOTICA: UN PROGETTO CHE LE È VALSO IL PREMIO EUROPEO “INNOVAZIONE”.
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foto e testo di Clarissa Costa
Tutelare la salute e l’ambiente, in simbiosi con la terra, la natura e l’uomo: è l’intuizione vincente di Lisa Paganelli, veterinaria e imprenditrice di Civitella di Romagna, nonché responsabile per la provincia di Forlì-Cesena di Coldiretti Donne Impresa, che nel 2016 si è aggiudicata a Bruxelles il premio europeo “Innovazione”, promosso tra tutti i Paesi dell’Unione Europea, per aver applicato l’agricoltura simbiotica all’interno della sua azienda agricola “Seggio”. “Il premio è stata una cosa completamente inaspettata, una sorpresa bellissima. Inizialmente non pensavo neanche di partecipare e ho inviato la domanda con nessuna aspettativa,” racconta l’imprenditrice. “Invece sono stati molto colpiti dal progetto per le sue potenzialità. L’encomio voleva premiare le donne nel settore agricolo che contribuiscono a migliorare e a trovare soluzioni alle sfide delle zone rurali: il progetto da me proposto per loro aveva tutti i requisiti, partendo dal benessere e dalla ricerca scientifica fino a valorizzare le produzioni agricole che creano uno sviluppo economico locale, e quindi un’e-
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conomia circolare. È un format che può essere replicato ovunque, basta veramente guardare le cose con occhi diversi e valorizzare ciò che già abbiamo.” Una prima intuizione nasce negli anni in cui Lisa Paganelli lavora come veterinaria, frequentando le aziende agricole della sua vallata e osservando il lavoro degli agricoltori e degli allevatori nell’Appennino tosco-romagnolo. Poi abbandona la professione per occuparsi della famiglia e lavorare in azienda insieme al padre, che già dagli anni Ottanta utilizzava il metodo biologico. “In quelle zone l’unico modo per valorizzare il prodotto era coltivare utilizzando meno trattamenti possibili. Inizialmente, mio padre aveva un’azienda zootecnica molto più piccola, circa 100 ettari di terreno in cui coltivavamo ciliegie. Con il biologico era impossibile sostenere i costi perché il bio non era ancora molto conosciuto, così abbiamo cessato la parte dei frutteti focalizzandoci sull’allevamento bovino, aprendo la prima macelleria a Forlì. Specializzandomi nel biologico, negli anni sono stata chiamata per convegni, visite in realtà diverse, ed è in Piemonte ho conosciuto il pro-
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de l’utilizzo di Ogm e di sostanze chimiche di sintesi durante tutte le fasi della produzione, dalla coltivazione all’allevamento, che l’ha portata ad avviare uno studio di ricerca insieme ai ricercatori dell’IRST di Meldola. “All’IRST ho conosciuto il professor Dino Amadori, il quale si era appassionato al progetto. La mia richiesta è stata quella di fare ricerca sull’uomo, perché tutti i miei studi erano basati sui vegetali, su come si modifica la struttura della pianta, o sull’animale. Sulla
LA RICERCA AVVIATA ALL’IRST, CON LISA PAGANELLI IN QUALITÀ DI COORDINATRICE SCIENTIFICA, HA L’OBIETTIVO DI SCOPRIRE GLI EFFETTI CHE IL CONSUMO DI ALIMENTI BIOLOGICI E SIMBIOTICI HA SULL’UOMO, COLLEGANDO QUINDI L’ALIMENTAZIONE ALLA PREVENZIONE.
fessor Giusto Giovannetti, biologo creatore di micorrize.” Ma cosa sono le micorrize e perché se ne fa uso? “Si tratta di un complesso microbico, un mix costituito da batteri, funghi e lieviti, con i quali si alimenta il terreno per migliorare le coltivazioni e la qualità del prodotto. Quando ne proposi l’utilizzo in azienda venni quasi considerata una visionaria,” ride, “ma poi mio padre iniziò a coltivare alcuni appezzamenti utilizzando micorrize e già dal primo anno vedemmo un miglioramento nelle produzioni, notando che era aumentata la qualità del foraggio e la resa del 10%. Con questi risultati, mi sono appassionata e, sempre insieme al prof. Giovannetti e ad altri ricercatori, ho iniziato a studiare dal punto di vista organolettico quello che cambiava all’interno dell’alimento, sia per l’animale che per l’uomo.” Una vera innovazione che esclu32
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carne infatti avevo notato un aumento degli antiossidanti e delle percentuali di polifenoli e, inoltre, in termine tecnico, che la carne tiene di più il banco perché gli antiossidanti ne riducono il deperimento, così come per il latte e le uova. In un ambiente così prestigioso e selettivo sembrava un po’ banale studiare gli effetti di una dieta a base di alimenti micorrizzati, ma ne sono stati entusiasti.” La ricerca avviata all’IRST, con Lisa Paganelli in qualità di coordinatrice scientifica, ha quindi l’obiettivo di scoprire gli effetti che il consumo di alimenti biologici e simbiotici ha sull’uomo, nello specifico sul microbiota umano, approfondendo così il tema della relazione tra l’alimentazione e i tumori sotto il profilo scientifico, in un’ottica di prevenzione. “Vogliamo dimostrare che un’alimentazione fatta di prodotti ricchi di microrganismi influisce
IN APERTURA, LISA PAGANELLI ALL’INTERNO DEL MERCATO DI CAMPAGNA AMICA DI FORLÌ. IN QUESTE PAGINE, ALCUNI RITRATTI DELL’IMPRENDITRICE.
positivamente sulla salute,” afferma. “La ricerca è terminata adesso e abbiamo già i primi risultati: tra settembre e novembre 2020 dovremmo pubblicare l’articolo.” Questo studio è stato l’inizio di un progetto più ampio, quello del primo Bio-Distretto della Val Bidente: un progetto che consiste in un circuito economicoagricolo locale e un modello sostenibile, frutto della cooperazione tra imprenditori, produttori, istituzioni e associazioni di promozione sociale e culturale, che condividono un’idea comune di valorizzazione del territorio. “Siamo partiti da un’area geografica delimitata, in questo caso la mia vallata,” racconta. “L’intento è identificare uno stile di vita che preservi il benessere e il buon vivere legandoli alla natura, all’agricoltura, e a tutto quello che è già presente. L’albero deve fare l’albero: è una frase banale ma spesso ci dimentichiamo che basta valorizza-
re e preservare ciò che già abbiamo per ottenere dei benefici enormi. Così, ho chiesto ai sindaci della vallata di aderire e sottoscrivere un codice etico, uno statuto in cui ogni Comune ha un compito e si fa capofila del progetto affidatogli in base al suo posizionamento e alla sua naturale predisposizione. Quindi: il Comune di Santa Sofia e Premilcuore si occupano della difesa della biodiversità, del patrimonio boschivo e della tutela della filiera della fauna selvatica; il Comune di Galeata valorizza la storia locale e le tradizioni, con la creazione di un circuito basato sul turismo di qualità; il Comune di Meldola ottimizza la qualità dei servizi ambientali adottando politiche attive per la tutela dell’ambiente e dell’acqua; infine, il Comune di Civitella di Romagna promuovere l’estensione delle produzioni agricole simbiotiche e biologiche del territorio – che nel comune sono
L’OBIETTIVO DEL BIO-DISTRETTO È LA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO GRAZIE A UN’ECONOMIA SOSTENIBILE E CIRCOLARE. “L’ALBERO DEVE FARE L’ALBERO: È UNA FRASE BANALE MA SPESSO CI DIMENTICHIAMO CHE BASTA PRESERVARE CIÒ CHE ABBIAMO.”
circa l’80% – nonché programmi didattici basati sulla sana alimentazione, fornendo alle mense scolastiche prodotti bio e studiando una dieta fin dall’asilo, formando e responsabilizzando la collettività. Un modello, quello del Bio-Distretto, che ci auspichiamo di replicare portando le persone a sposare questa filosofia di vita, nel rispettare la natura ricavandone benessere.”
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AFFACCIATO SU VIALE ITALIA, FINALMENTE ANCHE FORLÌ HA IL SUO SCAVOLINI STORE: AD ACCOGLIERE I CLIENTI È PAOLO BRAVETTI, CON LA SUA ESPERIENZA PLURIDECENNALE NEL SETTORE.
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“Noi siamo le case della gente”: è questo il motto che riassume la filosofia di Scavolini, il marchio sposato da Paolo Bravetti, titolare dello Scavolini Store inaugurato in piena emergenza da Covid-19, nonostante le mille difficoltà. Circa 400 metri quadrati dedicati unicamente al brand di cui Bravetti si occupa da più di 30 anni, finalmente una presenza monomarca all’interno della città, in una zona ad alta percorrenza e in un’area precedentemente dismessa che affaccia su viale Italia. Bravetti, forlivese doc, per più di 20 anni ha lavorato a Bologna, ma quando si è presentata l’occasione non ha esitato
a tornare nella sua Romagna: prima con lo Scavolini Store a Cesena, e ora con questo nuovo spazio tutto dedicato alla casa proprio nella sua città natale. “Investire nella propria città è fondamentale se si vuole contribuire alla sua crescita – dichiara orgogliosamente. – I locali, che anni fa ospitavano un pub, avevano bisogno di un po’ di lavoro.” Ora le vetrine che affacciano sulla strada sono un invito a rallentare e a fare capolino per guardare dentro: arredi e oggetti di design che, in attesa di abbellire le case dei forlivesi, riqualificano la zona. “Abbiamo investito perché crediamo che Forlì sia una città piena di pos-
sibilità. Certo, il periodo non è dei più rosei, ma è proprio in questi momenti che si vede chi ci crede davvero. Bisogna uscire dalle regole della paura, non lasciarsi immobilizzare.” La concretezza di Bravetti è il frutto della sua esperienza pluriennale in un ambito non facile e altamente personale: si tratta di entrare nelle case delle persone, e rendere realtà i loro desideri. “La casa e in particolare la cucina sono luoghi intimi, si parla di spazi emozionali. Ci vuole grande serietà per accompagnare il cliente, è necessario instaurare un rapporto di completa fiducia, perché solo se si avranno tutti gli elementi si potrà realizzare il suo sogno.” Un compito complesso e altamente sfidante, ma a Paolo Bravetti le sfide piacciono: “Comprare una cucina è come sposarsi – sostiene con un sorriso. – Se è quella giusta, la cucina può durare anche più di 30 anni. È per questo che invito sempre i clienti a non accontentarsi, a raccontarmi il loro sogno in ogni dettaglio, in modo da indirizzarli verso il miglior prodotto possibile basandomi sulle loro esigenze in modo puntuale.” In sinergia con il designer cesenate Gianluca Castagnoli per l’aspetto di progettazione, Bravetti dispone infatti dell’intero catalogo Scavolini, caratterizzato dalla profondità e dall’ampiezza della gamma, vale a dire che esistono tantissime soluzioni per tutte le tasche, senza però andare a
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in-taccare la qualità, che rimane sempre la stessa: “I nostri mobili sono certificati tutto Green da 10 anni, ormai, ed è tutto al 100% Made in Italy: Scavolini vanta anche, fra le altre, la certificazione di prodotto, provenienza e qualità Made in Italy. Questo è possibile anche perché al di là del mobile c’è una famiglia. È una dimensione famigliare quella in cui lavoriamo e in cui vogliamo accogliere i nostri clienti, come se fossero degli amici.” Negli ultimi tempi Scavolini si sta aprendo anche alla zona notte, e anche nello store di Forlì arriveranno presto le novità, compreso l’innovativo sistema BoxLife, ma per il momento ci si concentra sulle bellissime cucine che hanno fatto il nome del marchio: ci sono Favilla, la Diesel Social Kitchen creata in collaborazione con Diesel, e tanto altro. Vera punta di diamante del negozio è però MIA by Carlo
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Cracco, ispirata appunto alle cucine professionali, che ci accoglie appena entrati in negozio: “MIA non poteva mancare: per colpa del Covid non abbiamo potuto fare una vera inaugurazione, ma abbiamo in programma tante iniziative, dalla scuola di cucina a eventi di showcooking con cuochi professionali ma anche amatoriali di alto livello.”
Naturalmente non potevano mancare anche le collaborazioni con le realtà locali: per gli imbottiti presenti in negozio Bravetti ha cercato la forlivese Aerre Italia, uno dei grandi centri dell’imbottito nazionale, mentre collabora con la cesenate Urban Hub per la consulenza in ogni fase del vostro progetto immobiliare, dall’acquisizione all’arredo.
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RACCONTARE
Goliardica
ROMAGNA CESENATE TRAPIANTATO A MILANO, STEFANO BERNARDESCHI LAVORA DA SEMPRE CON VIDEO E IMMAGINI: CAMERAMAN E MONTATORE, POI SOCIAL MEDIA MANAGER PER MEDIASET, OGGI LE SUE ENERGIE CONVERGONO SU FACEBOOK.
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di Beatrice Loddo / ph Stefano Bernardeschi
Stefano Bernardeschi non ha dubbi: “Se mi avessero detto che avrei lavorato come social media manager per Mediaset, e che avrei fatto successo con una pagina Facebook chiamata Romagnoli popolo eletto, mi sarei fatto una risata.” Tutto è iniziato parecchio lontano, a dire il vero: Stefano aveva 26 anni e dopo un diploma in Lettere classiche, più tentativi universitari alle spalle e una serie di lavori non soddisfacenti, la vita nella sua città natale, a Cesena, cominciava a stargli stretta. Parte per Milano per frequentare la Scuola di Cinema, Tv e Nuovi Media di Milano, dove si diploma nel 2008. “Era un periodo fortunato: con l’arrivo del digitale si erano create nuove possibilità per i giovani, e non appena ho iniziato a montare video e fare il cameraman per il canale di Sky CNBC ho capito che avevo trovato il mio ambiente. Ho lavorato lì per 5 anni, e nel frattempo ho collaborato anche con ArtsLife, realizzando servizi video giornalistici.” Dal 2013 al 2018, collabora come cameraman e montatore anche per la trasmissione
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L’Aria che Tira di La7, ma nel frattempo la Tv va sempre più in crisi. “Non era più possibile fare solo il cameraman. Oltre a esplorare il mondo della fotografia per la moda, che ho sempre amato, mi sono avvicinato al mondo dei social media. Infatti mi ero reso conto, parlando con tante persone, alcune che guadagnavano anche parecchi soldi, che ne sapevo anche più di loro, grazie al fatto che gestivo la pagina Facebook Romagnoli popolo eletto che avevo fondato nel 2010. Senza contare che nel 2013, dando fondo a una raccolta di fotografie d’epoca personale, avevo creato anche Cesena di una volta. E allora mi sono detto, perché no? Così nel 2017 sono diventato social media manager per Mediaset, curando i social network delle principali trasmissioni politiche del palinsesto di Rete4: Quinta Colonna, Stasera Italia, Fuori Dal Coro, Dritto e Rovescio...” Un’esperienza che si è appena conclusa, con le sue dimissioni, proprio all’inizio del lockdown. “Sono una persona che si annoia facilmente. Ho bisogno di stimoli e di novità. Inoltre sono un tipo ipocondriaco: sono stato uno dei
IN ALTO, STEFANO BERNARDESCHI.
OGGI, FRA FACEBOOK E INSTAGRAM, ROMAGNOLI POPOLO ELETTO CONTA 180.000 FOLLOWER, E SEMBRA PROPRIO CHE UNA GOLIARDATA CHE GIOCA SULL’IDENTITÀ ROMAGNOLA, NATA QUASI PER SCHERZO, SIA DESTINATA A DIVENTARE IL SUO LAVORO.
primi a partire da Milano, e uno degli ultimi a tornare. Ma ci vivo da quasi 15 anni, la mia casa è qui.” Per un momento però ave-
va pensato di fermarsi di nuovo a Cesena. “La tentazione è nata dal fatto che in questo periodo di fermo forzato ho potuto dedicarmi interamente alla pagina: la situazione era critica, ma volevo portare un po’ di risate e ottimismo. Paradossalmente, ho incontrato e conosciuto molte più persone in 44 giorni di live sulla pagina, che in tutto il tempo che ho passato a Mediaset…!” commenta con una risata. “Ho parlato con Giuseppe Cruciani, Cristiana Capotondi, Raoul Casadei, l’assessore al Turismo dell’Emilia-Romagna Andrea Corsini, con il sindaco di Cesena Enzo Lattuca, con tantissimi IN MAGAZINE
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IN ALTO, STEFANO BERNARDESCHI INSIEME AI TANTI PERSONAGGI DELLA MUSICA E DELLO SPETTACOLO CHE HA INCONTRATO E CON CUI HA LAVORATO NEL CORSO DEGLI ANNI.
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giornalisti, tra cui Francesco Castelnuovo di Sky e Raffaella Regoli di Mediaset.” Oggi, fra Facebook e Instagram, Romagnoli popolo eletto conta 180.000 follower, e sembra proprio che una goliardata che gioca sull’identità romagnola, nata quasi per scherzo, sia destinata a diventare il suo lavoro. Ma non solo: “Mi sono reso conto di quante piccole filiere di qualità ci siano in Romagna, sono solo da pubblicizzare e ho parecchie idee per farlo.” Potrebbe sembrare un percorso fortunoso, il suo, ma Stefano ci vede un preciso legame con la storia della sua generazione. “Sono nato nel ’79, ho avuto la fortuna di vivere tutte le rivoluzioni tecnologiche, dal telefono cellulare ai social me-
“MI SONO TROVATO NEL MEZZO DI UN CAMBIAMENTO TECNOLOGICO E MI TROVO SEMPRE A ESSERE UN PO’ UN ANELLO DI CONGIUNZIONE: L’HO FATTO PORTANDO LA TV PRIMA NEL DIGITALE, POI SUI SOCIAL MEDIA; OGGI, INVECE, PARLANDO IN DIALETTO SU INSTAGRAM!”
dia, mi sono trovato nel mezzo di un cambiamento e mi trovo sempre a essere un po’ un anello di congiunzione: l’ho fatto portando la Tv prima nel digitale, poi sui social media; oggi, invece, parlando in dialetto ai ragazzini su Instagram!”
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Banca del gruppo
CONTRIBUIRE
La ricerca
NEL SANGUE UNA RACCOLTA FONDI AIUTA GIORGIA GURIOLI, RICERCATRICE DELL’IRST DI MELDOLA, A CONTINUARE I SUOI STUDI SUI MARCATORI TUMORALI DELLE PIASTRINE IN UNO DEI CENTRI PIÙ AVANZATI AL MONDO.
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Permettere a Giorgia Gurioli, giovane ricercatrice cesenate dell’Irst di Meldola, di trascorre un mese ad Amsterdam, in uno dei principali centri di ricerca al mondo, per continuare i suoi studi sui marcatori tumorali e portare in Romagna nuove competenze nella lotta al tumore al rene. È l’obiettivo della raccolta fondi dal basso, Reniamo Insie-
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di Anna Chiarini
me, lanciata dall’Associazioni Giovani del Credito Cooperativo Romagnolo sul portale ideaginger.it. L’iniziativa punta a raccogliere 5.000 euro con il sostegno dei tanti che vorranno contribuire con una donazione, secondo la logica del crowdfunding (dall’inglese folla e finanziamento) che si basa proprio sull’azione collettiva per reperire
risorse da destinare a progetti meritevoli. “Mi occupo di tumore al rene e in particolare di individuare nuovi marcatori tumorali: molecole specifiche molto importanti per monitorare la malattia, predire la prognosi e valutare la risposta dei pazienti alle terapie oncologiche,” spiega Giorgia. “Al VU University Me-
dical Center di Amsterdam la ricerca sui marcatori tumorali, e in particolare su quelli presenti nelle piastrine, è tra le più avanzate al mondo. Apprendere le loro metodiche di biologia molecolare e portarle nel mio lavoro di biologa ricercatrice all’IRST di Meldola sarebbe molto importante non solo per me, ma per dare speranza alle tante persone affette da questa malattia. Se la situazione sanitaria lo permetterà, vorrei partire già in autunno.” Ogni anno, in Italia sono circa 12.000 le persone che si ammalano di tumore al rene, di cui 315 solo in Romagna. La ricerca sta facendo passi avanti sul fronte delle terapie personalizzate, ma la strada è lunga e servono tempo e soprattutto fondi. “Giorgia fa parte della nostra associazione,” dice Chiara Bedei dei Giovani CCR, “e quando abbiamo saputo di questa necessità
non abbiamo esitato a scendere in campo per darle una mano. L’Irst di Meldola è un’eccellenza della nostra sanità e un punto di riferimento per la cura dei tumori in tutta la Romagna, ma i fondi per la ricerca, lo sappiamo, sono sempre troppo pochi anche se oggi sono più che mai fondamentali. Per questo, Giorgia ha bisogno dell’aiuto di tutti per continuare i suoi studi e contribuire a migliorare le cure per il tumore al rene.” La raccolta fondi è attiva per tutto il mese di luglio e si può contribuire anche con piccole somme che però, tutte insieme, potranno contribuire a raggiungere l’obiettivo. Tutte le modalità per donare sono reperibili sul sito www.ideaginger.it L’iniziativa rientra nel progetto Coltiviamo Buone Idee del Credito Cooperativo Romagnolo, che aiuta enti ed associazioni del terzo settore a raccogliere fondi
OGNI ANNO, IN ITALIA SONO CIRCA 12.000 LE PERSONE CHE SI AMMALANO DI TUMORE AL RENE, DI CUI 315 SOLO IN ROMAGNA. LA RICERCA STA FACENDO PASSI AVANTI SUL FRONTE DELLE TERAPIE PERSONALIZZATE MA LA STRADA È LUNGA E SERVONO TEMPO E SOPRATTUTTO FONDI.
per realizzare progetti ed eventi culturali, civici e sportivi, offrendo la possibilità di fare un vero corso formativo sul crowdfunding con gli esperti della piattaforma digitale Ginger. Sono oltre 37 i progetti selezionati e sostenuti da CCR nelle quattro edizioni del progetto, che hanno raccolto online circa 96mila euro grazie a 2.466 donatori.
Raccolta fondi civica per dare nuova vita ALLE SCALETTE DI CESENA Un’alternativa meno faticosa, che alleviava le fatiche del pellegrino diretto verso l’Abbazia del Monte, ma anche un luogo del cuore ancora pienamente vissuto dai cesenati, che la percorrono in particolare per raggiungere il Monte nel giorno dell’Assunta, il 15 agosto. Questa è la via delle Scalette, un antico tesoro fatto di ciottoli e gradini, e anche un incantevole corridoio storico-paesaggistico, che parte dai Giardini pubblici (un tempo gli orti della chiesa di San Michele Arcangelo) e termina sulla sommità del Colle. Utilizzata da circa mille anni, se ne trova traccia anche nella collezione degli Ex Voto, conservati nell’Abbazia. In particolare nelle tavolette 659 e 660 dove è raffigurato un paesaggio realistico e analitico, in cui si riconosco i gradini. Negli Ex Voto si ritrova anche l’edicola, chiusa oggi da una cancellata, che conserva una pregevole ceramica: l’Annunciazione dell’artista cesenate Giannetto Malmerendi. Per restaurare la via, simbolo di rinascita e di aspirazione verso qualcosa di più alto, che assume un valore ancora più grande in questo particolare momento storico, è stata da poco avviata una campagna di crowdfunding, ovvero una raccolta fondi online dal basso per coinvolgere tutta la cittadinanza. Obiettivo è raccogliere 100.000 euro, da destinare al progetto di recupero che prevede la sistemazione di diversi tratti danneggiati dal tempo e dagli eventi bellici della Seconda Guerra Mondiale e il posizionamento di una Via Crucis dell’architetto Ilario Fioravanti. Il progetto, del valore di 250.000 euro, prevede l’intervento del Comune di Cesena per i restanti 150.000. Per contribuire basta andare sul sito www. ideaginger.it, selezionare il progetto Passo dopo Passo, diamo nuova vita alle Scalette e scegliere la cifra da donare e la modalità per farlo. La raccolta fondi è promossa dal Comune di Cesena e dalla Diocesi di Cesena Sarsina, in collaborazione con Credito Cooperativo Romagnolo e su proposta delle associazioni cesenati Benigno Zaccagnini e Società Amici del Monte. IN MAGAZINE
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FIDEURAM INTESA SAN PAOLO CESENA LA TUA BANCA DINAMICA
GIOVANNI TAIOLI, RESPONSABILE DELL’AGENZIA DI CESENA DEL GRUPPO FIDEURAM, CI RACCONTA DELLE LORO PRATICHE PER SOSTENERE I PICCOLI RISPARMIATORI E CHI FA IMPRESA: SERVIZI E POSSIBILITÀ DA METTERE IN CAMPO GRAZIE A UN UNICO BANKER PERSONALE.
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“In un periodo storico come quello che il Paese sta vivendo, in cui la realtà muta rapidamente facendo emergere nuove necessità, inaspettate insicurezze e tanti interrogativi, è fondamentale rivolgere il proprio sguardo a quelle figure professionali competenti e preparate che possono agire in maniera concreta per rispondere a questi bisogni.” Giovanni Taioli, manager responsabile dell’agenzia di Cesena del gruppo Fideuram Intesa San Paolo e di una quota dell’agenzia forlivese, ha un’idea molto chiara di quello che la sua banca può offrire al suo cliente. “Al centro dell’operato di Fideuram c’è sempre la persona. Essere validi consulenti significa ascoltare con attenzione e avere cura di colui che ci ha scelti. Nell’immaginario collettivo la banca e tutto
quello che vi gravita intorno è associato al grigio e al freddo. La banca che dirigo e in cui sviluppo progetti è invece una banca dinamica, attraente ed empatica dove c’è una profonda condivisione tra cliente e consulente. Non di rado infatti nascono rapporti fondati su un’amichevole stima reciproca che generano collaborazioni e progetti interessanti.” Da sempre Fideuram riconosce la centralità della persona e questa valorizzazione del capitale umano ha permesso a Fideuram di crescere diventando la prima private bank italiana, con una movimentazione di 232 miliardi di euro e terza nella rete europea con oltre 6.000 consulenti. Solo nel bacino cesenate, dove è presente da oltre 30 anni, raggiunge una gestione di 700 milioni di euro accompagnando tantissime persone, dal
piccolo risparmiatore al grande imprenditore, nella scelta delle strategie finanziarie più efficaci. “Una presenza, la nostra,” continua Taioli, “che non si è fermata neanche nel periodo di lockdown dovuto alla pandemia da Covid-19. Già nelle prime settimane di blocco la nostra attività di assistenza si è intensificata. Proprio alla luce delle incertezze del mercato finanziario abbiamo continuato a operare, aggiornando quotidianamente i nostri clienti e offrendo strade alternative, proposte e soluzioni. Il crollo dei mercati registrato a Marzo ha preoccupato non poco i nostri clienti che però seguendoci e affidandosi alle nostre valutazioni oggi hanno recuperato gran parte delle perdite.” Grande preparazione e competenza sono alla base del-
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“TROVO INDISPENSABILE AVERE UN CONSULENTE PATRIMONIALE CHE SI OCCUPI DEI BENI PROPONENDO SOLUZIONI DI INVESTIMENTO, OCULATE E FINALIZZATE, MA SOPRATTUTTO CHE POSSA ACCOMPAGNARE IL CLIENTE NEL RAGGIUNGIMENTO DEI SUOI DESIDERI SENZA RISCHI, NELLA PIENA TRASPARENZA.”
la squadra dei 28 consulenti guidata da Taioli, che è il primo cesenate alla guida dell’agenzia di Cesena. Manager di Fideuram Gruppo San Paolo dal 2002 Giovanni Taioli, padre di 4 figlie e giovane nonno di tre nipotini, è a capo del gruppo cesenate da due anni e con energia sta facendo crescere il gruppo che ha visto anche di recente l’ingresso di due giovani consulenti finanziari. “Ho lavorato per 15 anni nel forlivese, dove sono stato benissimo, e ho una fitta rete di professionisti amici sparsi per la Romagna. Quando mi hanno affidato l’agenzia di Cesena è stata per me la sfida più grande, più bella e che mi ha riempito di orgoglio. Non ho mai guardato al passato con eccessiva nostalgia, credo fortemente che nel cambiamento ci possa essere un arricchimento. Cominciare è sempre bello, le circostanze si evolvono
e spesso permettono di ritrovare il meglio nelle cose che accadono.” Una positività quella di Taioli che si respira nell’intero gruppo cesenate, che copre il territorio che va da Gatteo fino a Bagno di Romagna. “In questi mesi abbiamo definito una serie di soluzioni in grado di venire incontro alle esigenze di piccoli risparmiatori fino a quelle degli imprenditori. Abbiamo stretto sinergie con il Gruppo Intesa per favorire la liquidità e sostenere chi fa impresa e si sta trovando a dover affrontare momenti difficili.” Tanti servizi e possibilità da mettere in campo grazie a un unico banker personale, a un unico referente con cui parlare e con cui comporre un piano investimenti e ragionare sulle esigenze famigliari. “È necessario un cambio di mentalità. Le persone devono comprendere che un inve-
stitore è come un imprenditore e che il risparmio non è un bene assoluto soprattutto se non viene investito. A volte siamo disposti a mantenere la proprietà di un immobile anche davanti a un mercato che diminuisce del 60%, ma fatichiamo ad avere pazienza quando notiamo reazioni altalenanti nei mercati finanziari. Il mio desiderio è che nel tempo cresca sempre di più la consapevolezza che, come si ha necessità del medico di famiglia o del commercialista, allo stesso modo sia indispensabile avere un consulente patrimoniale che si occupi dei beni mobiliari, immobiliari, aziendali e artistici, proponendo soluzioni di investimento, oculate e finalizzate, ma soprattutto che possa accompagnare il cliente nel raggiungimento dei suoi desideri senza rischi, nella piena trasparenza e nel rispetto delle regole.”
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Romagna
UN’ESTATE ALL’ARIA APERTA RIMINI
IL PIC-NIC RITROVATO
FORLÌ-CESENA AL GIARDINO BOTANICO
CESENA
SULLE TRACCE DI BYRON
RAVENNA
FRA GLI AGHI DI PINO
RIMINI
LUNGO LA VECCHIA FERROVIA
RIMINI
MEDIOEVO, NATURA E… TIBET
ROMAGNA OASI DI PACE
RIMINI
Il pic-nic
RITROVATO NON C’È SOLO IL MARE IN RIVIERA. MANGIARE ALL’ARIA APERTA, IMPROVVISANDO UNA TAVOLATA SUL PRATO OPPURE COCCOLATI IN UN AGRITURISMO, È UN MODO DIVERTENTE PER FESTEGGIARE LA LIBERTÀ.
S
di Antonella Zaghini
Siete pronti a sfoderare le più modaiole ceste in paglia, le mise in stile country-chic e le segrete guide per raggiungere posticini deliziosi gelosamente custoditi da gaudenti buongustai? È finalmente arrivata l’estate e insieme a lei la voglia di stendere tovagliette, coperte e cuscini,
ph courtesy Locanda I Girasoli, Rimini
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stavolta per davvero sull’erba. Dopo mesi di lockdown trascorsi a guardare il cielo dai balconi, a inneggiare a cieli sempre più blu, a fare le prove generali nel salotto di casa, spacchettando invitanti asporti d’autore, è giunto il momento di ripartire. O meglio di uscire. La stagione dei pic-nic
ci aspetta. E in Riviera non c’è che l’imbarazzo della scelta. Per esempio, che ne dite di una magica serata a contatto con la natura, cenando tra ulivi secolari sotto un cielo stellato e consumando prelibatezze da intenditori? Gli amanti del vino certamente apprezzeranno la cornice di un vigneto per gustare salumi da accostare alle verdure gratinate, formaggi, assaggi di miele, pane fresco e calici di Sangiovese. La Provenza quando si parla vita all’aria aperta fa scuola e allora dall’orto al cestino, verdura e frutta colte e mangiate, magari fra sedute shabby-chic, veli mossi dal vento e, come gran finale, vassoi di dolci preparati con cura. Senza dimenticare la super classica versione del pic-nic al parco, magari assaporando un delivery da cinque stelle... a voi la scelta su come trascorrere una serata, oppure un lungo brunch, in perfetto stile retrò. Perché non c’è niente che faccia subito simpatia come aprire un cestino, piuttosto che una cassettina, colmi di prelibati manicaretti da gustare a tu per tu, in compagnia degli amici più cari, tornando a guardarsi negli occhi.
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FORLÌ-CESENA
Al giardino
BOTANICO VOGLIA DI UNA GITA DIVERSA DAL SOLITO? IL GIARDINO BOTANICO DI VALBONELLA È IL LUOGO PERFETTO PER RESPIRARE I PROFUMI DELLA NATURA E CONCEDERSI UN GUSTOSO PIC-NIC.
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tratto da “52 Domeniche con i bambini in Romagna”
Gli amanti del relax all’aria aperta – e della botanica – possono trovare un luogo tutto per loro all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi: un posto dove passeggiare, osservando e riconoscendo fiori, piante, alberi, arbusti in un vero museo a cielo aperto. Un trionfo di co-
lori e profumi per trascorrere una giornata immersi nella natura. Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna è uno scrigno pieno di tesori che può essere aperto ogni volta che con la nostra famiglia abbiamo voglia di stare a contatto con la natura, lontano dalla
città. A circa 3 km da Corniolo, sulla strada che collega la Valle del Bidente alla Valle del Rabbi, a 700 m di altitudine, troviamo un luogo dove è stato realizzato un percorso all’aperto di scoperta delle piante e degli ambienti vegetali dell’Appennino romagnolo. Si tratta del Giardino Botani-
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co di Valbonella, realizzato nel 1983, dove nei 2 ettari di estensione sono state collocate circa 300 specie di piante, tutte catalogate e posizionate a seconda delle esigenze ecologiche, con un’attenzione particolare alle specie botaniche minacciate di estinzione e protette dalle norme regionali. Al giardino botanico di Valbonella non troviamo fiori e piante semplicemente giustapposti, si nota invece lo sforzo nel rendere la visita godibile e adatta a tutte le età. La visita può essere completata secondo tre percorsi tematici: il bosco, il torrente e le zone umide, gli spazi aperti (rupi, praterie, arbusteti). Ogni
NON TROVIAMO FIORI E PIANTE SEMPLICEMENTE GIUSTAPPOSTI, SI NOTA INVECE LO SFORZO NEL RENDERE LA VISITA ADATTA A TUTTE LE ETÀ. LA VISITA PUÒ ESSERE COMPLETATA SECONDO TRE PERCORSI: IL BOSCO, IL TORRENTE E LE ZONE UMIDE, GLI SPAZI APERTI.
percorso è corredato da guide di approfondimento e ogni pianta è identificata da cartellini con le informazioni sulla specie, la distribuzione geografica e la forma biologica. Purtroppo si tratta di dati che spesso vengono dimenticati o letti superficialmente. Per ovviare a questo, nella pagina dedicata al giardino botanico sul sito del Parco delle Foreste Casentinesi, è presente un servizio online utile per identificare le piante anche da casa, guardando le fotografie scattate durante il percorso o riconoscendole dalle foto presenti sul sito. Rispondendo a una serie di domande sull’aspetto della pianta – erbacea o legnosa, con o senza foglie, fiori con petali o senza petali, ecc. – si ottiene 50
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come risultato una scheda contenente nome scientifico, descrizione, immagini e distribuzione regionale. Può essere anche scaricata la relativa applicazione per smartphone dal Play Store Android e dall’Appstore Apple cercando “Guida alle piante del Giardino Botanico di Valbonella”. L’ingresso al giardino è gratuito, per i giorni di apertura e gli orari è necessario consultare il sito internet ufficiale. All’esterno del parco sono presenti alcuni tavoli in cui concedersi un piacevole pic-nic. In caso di maltempo o pioggia persistente il giardino resta chiuso.
IN QUESTE PAGINE, ALCUNI SCATTI DEL PERCORSO E DELLA FLORA DEL GIARDINO BOTANICO.
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Fra gli aghi
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tratto da “52 domeniche con il mio cane in Romagna”
La Pineta di Cervia offre decine di sentieri in cui passeggiare senza una meta precisa, godendo dei suoi infiniti e incantevoli angoli. È situata tra Cervia e Milano Marittima e ha i seguenti punti d’accesso principali: da via Stazzone, dal cimitero; da via Jelenia Gora, vicino alla scuola elementare; da viale Ravenna, vicino allo stadio; da viale Nullo Baldini, vicino all’idrovora; da viale Forla-
nini, vicino alle Terme. Ad oggi si estende su circa 260 ettari, a cui vanno aggiunti i 30 ettari del Parco Naturale: un piccolo paradiso per passare una giornata in completo relax. Anche se ridotta rispetto al passato, la Pineta di Cervia rappresenta un patrimonio di notevole interesse naturalistico, un meraviglioso polmone verde, ideale per passeggiate a piedi o in bicicletta, per
fare jogging o più semplicemente per godere il fresco e rilassarsi in un ambiente incontaminato, dove riprendere contatto con la natura che troppo spesso dimentichiamo. La vegetazione è caratterizzata dalla presenza di due specie di pini mediterranei: il Pino da pinoli o Pino Domestico (Pinus Pinea) e il Pino Marittimo (Pinus Pinaster); ma vi si trovano anche querce, pioppi bianchi e robinie.
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in cui si può lasciare l’auto. Da qui si raggiunge Ponte Botole e ci s’inoltra subito nel cuore della pineta, fino ad arrivare a Fosso Ghiaia. È un percorso ad anello che non necessita d’indicazioni particolari, essendo privo di diramazioni e ben segnato. Lo spettacolo dato dai pini centenari, dai lecci e dalle querce che ispirarono Dante a descrivere la divina foresta spessa e viva è comunque così affascinante da farci perdere con la fantasia. La fauna è varia e onnipresente: dai picchi rossi agli ai-
LO SPETTACOLO DATO DAI PINI CENTENARI, DAI LECCI E DALLE QUERCE CHE ISPIRARONO DANTE A DESCRIVERE LA DIVINA FORESTA SPESSA E VIVA È COMUNQUE COSÌ AFFASCINANTE DA FARCI PERDERE CON LA FANTASIA. LA FAUNA POI È VARIA E ONNIPRESENTE.
La Pineta è suddivisa in quattro zone (Stazzone - Capanna - Dune - Bassona) ed è possibile avventurarsi lungo ben 32 sentieri. Si può accedere dall’alba al tramonto, e d’estate sarà un vero sollievo godersi la fresca ombra delle chiome! La Pineta di Cervia è il luogo perfetto in cui concedersi un bel pic-nic sugli aghi di pino: un ampio lenzuolo, torte salate, panini e qualche fresca bevanda e il gioco è fatto. Ricordate però di non lasciare rifiuti: la pineta è uno spazio prezioso da custodire! La Pineta di Classe si trova a Sud di Ravenna, tra Classe, Fosso Ghiaia e Savio. Il confine Nord è dato da Via della Sacca, che conduce alla foce del fiume Bevano; quello a Sud dal Bevano stesso. Ha un’estensione molto ampia (circa 900 ettari) e per visitarla abbiamo più possibilità. Il primo percorso è chiamato Le querce di Dante e inizia dal Parco 1° Maggio, proprio dal punto 56
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roni, dalla volpe agli istrici, e se si è molto attenti non è raro scorgere la testuggine palustre. Procedendo lungo il percorso ritorneremo di nuovo a Ponte Botole e da qui al punto di partenza. Il tragitto è relativamente breve (circa 4 km), per cui accessibile anche alle persone meno allenate. Il secondo percorso è chiamato Dune e Pinete: si srotola tra Lido di Dante, Classe e Savio su uno dei pochi tratti di costa ancora naturali e collega questi lidi a punti di grande interesse come la foce del Bevano, la stessa Pineta di Classe e la zona umida dell’Ortano. Questa passeggiata è lungo una via retta, per cui dobbiamo fare attenzione a dosare le forze e capire quale sia il momento giusto per rientrare. Per i più allenati, diciamo che la lunghezza totale è di circa 30 km. È quindi necessario partire ben preparati, con un pranzo al sacco e una bella bottiglia d’acqua.
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TRACCE DI LEGGENDE, FONDAZIONI CASTELLANE, SPAZI DELLA NATURA: L’ALTA VALLE DEL MARECCHIA APPARE UNO SCRIGNO DI TESORI SOLO IN PARTE NOTI A CHI VISITA LA ZONA.
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tratto da “Una terra da scoprire”
Scoprire Rimini non è solo questione di spiagge e movida: c’è tutto un mondo, nel suo entroterra, che vale la pena di scoprire e conoscere. In particolare è la Valmarecchia ad affascinarci con i suoi panorami, costellata com’è di autentici paesini, torri e castelli immersi in verdi colline. All’incrocio tra Romagna, Toscana e Marche, si distende il Parco naturale dei due Sassi: i rilievi del Monte Simone e Simoncello, nel Montefeltro. Il parco occupa un’area montuosa, che
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tocca quote comprese tra i 670 e i 1.415 metri. Il Sasso di Simone è un blocco calcareo, in forma di parallelepipedo regolare, che raggiunge l’altezza di 1204 metri. La sua origine risale ai depositi marittimi del Terziario. Il nome pare derivare da Simone, eremita di origine orientale, che qui si sarebbe stabilito al termine di una lunga peregrinazione. L’isolamento del sito piacque a Cosimo I de’ Medici, che decise di costruirvi una città ideale cara al potere fiorentino. La Città del Sole, dotata di funzioni civili e militari, sorse nel 1565 a specchio del forte feretrano di San Leo. Formata sul progetto di Simone Genga e di Giovanni Camerini, ebbe vita solo per un secolo: fu lasciata per l’inclemenza del clima, che generò l’abbandono del luogo. Solo una strada lastricata e pochi ruderi rendono oggi testimonianza alla presenza medicea nel Montefeltro. Il Sasso di Simone è riserva naturale e la flora qui diffusa è composta in prevalenza dal carpino e dal cerro. La visita al territorio di Pennabilli consente di prendere contatto coi segni di realtà storiche e naturalistiche. In località Miratoio, che deriva il suo nome (“Mirato-
rium”) dalla posizione di belvedere, si trovano grotte naturali formatesi per il crollo delle pareti di arenaria. Tra esse, annotiamo la Tana di Barlaccio, la Grotta della Tana buia, lo Spaccio del Diavolo, la Grotta dei Pipistrelli, la Grotta del beato Rigo. Questi fu eremita agostiniano e visse nel secolo XIV, praticando la preghiera e l’ascesi mistica entro le grotte. Il Castello di Penna e quello di Billi hanno dato origine al toponimo del paese. Sul primo, si trova la Campana di Lhasa, che è un calco di quella presente nella missione tibetana fondata da padre Olivieri. Qui sono riprodotti alcuni testi di preghiera del culto buddista. Il rilievo di Billi è segnato dalla croce e dai ruderi castellani. La Cattedrale di San Leone ebbe fondazione cinquecentesca e la facciata ricostruita nel 1914. Al sommo della scalinata, la chiesa si affaccia sulla piazza principale del paese, ornata dalla fontana della Pace, eretta in memoria della fonte che vide, nel 1350, la riunione dei due castelli in un unico centro. In località Bascio, la visita al Giardino pietrificato rende memoria ai personaggi vissuti in questa parte di Romagna.
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Si dice che la passione sia il motore di ogni cosa ben fatta e di ogni operazione ben riuscita: lo sa bene Massimo Cabbia, originario di Bologna ma forlivese di adozione, che dopo un passato come Sales Agent prima e poi come Sales Director per importanti brand del settore della moda, decide di seguire la propria bag’s passion tramutandola in un progetto nel quale poter esprimere il suo stile e la sua creatività nella realizzazione di borse e accessori moda. “Si tratta di un progetto che forse è sempre esistito in me ma che oggi ho deciso di condividere, un modo per scrivere una nuova storia nella mia vita personale e professionale trascorsa per lunga parte nel mondo della moda,” racconta. In un’epoca in cui il prodotto è
chiamato più che mai a soddisfare anche e soprattutto una profonda esigenza personale – quella di gratificarsi e di regalarsi un momento per se stessi – la volontà delle borse firmate Manikomio DSGN è proprio quella di coccolare, appassionare e gratificare i propri clienti proponendo borse e accessori Made in Italy e di alta qualità, prodotti duraturi e dallo stile universale in diversi materiali e in molteplici varietà cromatiche. Prodotti che non si lasciano contaminare dalle mode passeggere e che piaceranno ed emozioneranno sempre. La prima borsa nata in casa Manikomio DSGN è la Aviator’s Kit Bag, un’idea che prende spunto da un famosissimo Tactical Duf e Bag di derivazione militare, oggi ormai una
icona di stile. “Per la nostra Aviator’s Kit Bag abbiamo mantenuto l’estetica originale nelle linee e nella forma e ci siamo concentrati sui dettagli e sulle funzionalità necessarie a rendere la nostra City War bag un accessorio trasversale di pregio e di gusto. Aviator’s Kit Bag è una borsa irrinunciabile per gli uomini e per le donne che amano questo stile unico e questo intramontabile sapore. Perfetta per essere utilizzata con grande stile in tutte le occasioni.” Al momento la Aviator’s Kit Bag è presentata in due materiali: in pelle martellata, proveniente da una delle più antiche concerie di Santa Croce sull’Arno (Firenze) e realizzata in 10 diverse colorazioni, e in tela olona, un tessuto antico italiano in cotone100%, forte e
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“LA AVIATOR’S KIT BAG È UN ACCESSORIO TRASVERSALE DI PREGIO E DI GUSTO, UNA BORSA IRRINUNCIABILE PER GLI UOMINI E PER LE DONNE CHE AMANO QUESTO STILE UNICO E QUESTO INTRAMONTABILE SAPORE. PERFETTA PER ESSERE UTILIZZATA CON GRANDE STILE IN TUTTE LE OCCASIONI.”
molto resistente proposta in sei colori. Sono però previste anche altre varianti sia di colore che di grafica ad ampliare la proposta. Una bella idea è anche quella delle serie in edizione limitata realizzate sempre in non più di 100 esemplari numerati – come ad esempio la Aviator’s Kit Bag “Italian Flag” pensata durante il lockdown con lo scopo di devolvere parte del ricavato dalla vendita a favore dell’ospedale di Forlì. Nuove idee esclusive sono sempre in lavorazione. “Tutta la nostra produzione viene realizzata interamente in Italia,” continua Massimo. “Qui, le capaci mani dei nostri maestri pellettieri confezionano le nostre borse nei diversi materiali. Cura, rispetto e attenzione al nostro territorio sono per noi aspetti fondamentali.” Le borse sono caratterizzate da due grafiche realizzate a mano con tecnica serigrafica tradizionale a telaio e possono essere ulteriormente personalizzate. “Possiamo realizzare un gran numero di customizzazioni a richiesta, dalla realizzazione delle proprie iniziali fino alla scelta di un materiale
diverso, un colore differente da quelli da noi proposti o una stampa particolare. Tutto questo è possibile grazie alla collaborazione più che attiva con una storica azienda locale la Star Grafic. Oggi più che mai, le collaborazioni e il fare rete sono i cardini di ogni piano ben riuscito.” Massima attenzione è stata riservata anche alla scelta della distribuzione del prodotto, che è stata concepita con l’idea di rivolgersi direttamente al consumatore finale attraverso vendite fatte quasi esclusivamente online sul sito dedica-
to www.manikomiodsgn.com, con la possibilità di richiedere direttamente le proprie personalizzazioni rendendo così la borsa ancora più unica ed esclusiva. “Abbiamo però riservato una piccola quota di mercato al canale tradizionale di vendita ovvero, quello su strada: il prodotto sarà infatti acquistabile anche in non più di una ventina di negozi in Italia che reputiamo siamo quelli più rappresentativi per coerenza di immagine e di valori.” A Forlì il negozio che vende il nostro prodotto è Menadito Shop & Studio in via Quadrio 26.
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Insieme si costruisce il futuro Dalle idee alle azioni Studio Sacem, che da più di 25 anni opera sul territorio affiancando le PMI, nel 2019 ha deciso di diventare Advisor del Progetto Élite per affiancare le azienda del territorio nel percorso di crescita e sviluppo assieme ai referenti del progetto. Mai come in questo periodo trasformare la crisi in opportunità è necessario, concentrandosi sulla formazione, l’innovazione e la creazione di reti solide e affidabili. Questo – e molto altro – è Progetto Élite, che raccoglie già più di 1400 realtà da tutto il mondo e più di 800 solo in Italia. Un network virtuoso ed esclusivo che aiuta le PMI a: • Costruire reti d’impresa • Internazionalizzarsi • Accedere a una finanza alternativa ai tradizionali sistemi bancari • Accrescere le competenze per lo sviluppo organizzativo e manageriale dell’azienda tramite formazione e coaching • Confrontarsi con realtà da tutto il mondo tramite una piattaforma specifica, un network on line in cui incontrare partner, advisor, investitori istituzionali anche internazionali e altre aziende Progetto Élite è l’occasione per ottenere tutto questo e aprirsi al futuro e al mondo intero, costruendo un percorso che porti direttamente agli obiettivi prefissati, che siano la quotazione in borsa, la conquista di mercati esteri o la semplice crescita di competenze aziendali. In questo contesto Studio Sacem offre servizi di consulenza di direzione per l’attuazione concreta delle idee in azione.
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CESENA
Sulle tracce
DI BYRON
I CASTELLI DI SORRIVOLI E MONTELEONE SEMBRANO SCRUTARSI, IMMAGINE ROMANTICA DI UN TERRITORIO DALLA STORIA COMPLICATA, CHE HA VISTO UN OSPITE ILLUSTRE COME IL POETA GEORGE BYRON.
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tratto da “52 domeniche in Romagna - vol. 2”
Dalla corte del castello di Sorrivoli si vede il borgo fortificato di Monteleone. I due forti dominano questo entroterra cesenate fatto di colli, vallate colorate in primavera di rosa dai fiori di pesco, di bianco dai ciliegi, striate da filari di viti, ulivi e cipressi. Cesena dista pochi chilometri di strade secondarie, in parte tortuose che risalgono dalla vicina via Emilia; la città e il traffico sembrano lontani. Conche tagliate da torrenti sottili si alternano a colli e crinali dolci su cui dominano altri castelli e torri. Si vedono in lontananza, sulle alture riminesi che sfocano verso sud, profili che fanno intuire antichi castelli. E vicino, la storia racconta di molti fortilizi potenti come quello di Roncofreddo, Borghi, Ciola Araldi, Ardiano, Montecodruzzo. Sorrivoli e Monteleone, si trovano su due alture tra queste prime colline, divise dal torrente Pisciatello o Urgone. La leggenda, mescolata a fonti storiche, identifica in questo torrente il vero Rubicone, quello che secondo le cronache il 10 gennaio del 49 a.C. fu attraversato da Giulio Cesare e dalle sue 11 legioni e sulle cui sponde il condottiero pronunciò la frase alea
iacta est, il dado è tratto. Salita la scalinata, le mura del castello di Sorrivoli, ben conservate, lasciano un’apertura sul lato settentrionale; in corrispondenza dell’arco si trova la porta principale. Rimangono chiari i segni di un ponte levatoio che permetteva di oltrepassare il fossato a protezione del forte. La corte assomi-
glia a un’ampia terrazza: era la piazza con una vista sulla valle del Rubicone. Su di esse spicca la torre, il grande maschio del 1200 che caratterizza anche il profilo esterno dell’edificio fortificato. La struttura feudale era composta da una sagoma a quadrilatero con bastioni ai vertici. Nei sotterranei, ampi saloni caratterizzati
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I DUE FORTI DOMINANO QUESTO ENTROTERRA FATTO DI COLLI, VALLATE COLORATE IN PRIMAVERA DI ROSA DAI FIORI DI PESCO, DI BIANCO DAI CILIEGI, STRIATE DA FILARI DI VITI, E ULIVI. IN LONTANANZA, SULLE ALTURE RIMINESI, SI NOTANO I PROFILI DEGLI ANTICHI CASTELLI.
dalla copertura a volta venivano utilizzati come scuderie. Oggi si trovano anche alcune abitazioni private e una chiesa, costruita dopo la metà del Novecento in un’ala del forte, dedicata a San Lorenzo e San Aldebrando e consacrata il 13 settembre del 1968 in sostituzione dell’antica documentata cappella del castrum che andò distrutta. Il 27 ottobre del 971 il conte Rodolfo da Rimini ricevette la nomina a vicario: fu questa la prima
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citazione del “castrum”. Sorrivoli passò poi all’Arcivescovato di Ravenna che mantenne il dominio per secoli salvo dover fare i conti con una ribellione della popolazione locale che nei documenti porta la data del 1318. Verso la fine del 1300, con i suoi 40 focolari, Sorrivoli era uno dei più popolati borghi fortificati del territorio. La sua storia passa poi per Cesare Borgia (1500), per l’Arcivescovo Roverella di Cesena, che qui abiterà fino al 1527 per poi essere succeduto da Giovanni Roverella e da altri membri della famiglia fino al 1858. Il castello fu messo all’asta. Fu acquisito dalla Famiglia Allocatelli e Fabbri che lo donò alla parrocchia dopo gli ingenti danni subiti con i bombardamenti del 1944. Per raggiungere Monteleone bisogna scendere la ripida costa fino alla base dell’Urgone e poi risalire il fianco del colle in cui campi coltivati, poderi, e viti hanno preso il posto della foresta rigogliosa che rico-
priva la zona. Ci sono ancora ampie zone boschive, nelle conche meno abitate, lungo i fossi e i corsi d’acqua, su alcune ripide coste; così il territorio mostra due facce: quella rurale e popolata e scorci naturali di foreste antenate di un ambiente oramai scomparso. Il castello di Monteleone come possedimento della chiesa ravennate viene documentato intorno all’anno mille. Piazza Byron è il cuore del borgo protetto da mura esterne a cui si accede da un stretta porta rivolta a nord. Nello slargo si trova la Rocca, il nucleo centrale di Monteleone; è di proprietà del Conte Giovanni Volpe e dedicata oggi alla ricezione turistica. Si intuiscono la sua potenza e prestanza, tuttavia il castrum fu rimaneggiato più volte, in particolare vennero tolti alcuni apparati difensivi e risistemato il suo assetto abitativo, tanto che oggi assomiglia più a un palazzo signorile piuttosto che a un fortilizio. Nelle sue stanze dormì il celebre poeta inglese Lord Byron, ospite di Alessandro Guiccioli, conte, carbonaro, membro della famiglia che fece di questo forte la sua residenza estiva. Il dominio su Monteleone passò di mano in mano, tra conquiste e cessioni: prima furono i Malatesta, poi gli Ordelaffi, seguì Nolfo da Montefeltro, i Roverella e i Guiccioli. Attorno al palazzo principale, con torre e mura spesse, le prime case del borgo sono basse, colorate disposte a semicerchio attorno al palazzo. Su Piazza Byron si affaccia anche la chiesetta dedicata ai Santi Caterinae Cristoforo, con una facciata intonacata e campanile in mattoni. Di dimensioni ridotte, con interni modesti e soffitti affrescati, presenta una curiosa statua di cartapesta che rappresenta la Madonna col Bambino. Una rete di tracce chiamata Sentieri degli Otto Castelli permette di esplorare il territorio a piedi ed in mountain bike. Gli otto castelli uniti dai percorsi sono: Sorrivoli, Monteleone, Roncofreddo, Montecodruzzo, Ardiano, Diolaguardia, Ciola Araldi, Castiglione.
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EMPORIO OLEODINAMICO DA 45 ANNI NEL SETTORE
UN IMPORTANTE TRAGUARDO PER EGIDIO BARZANTI E LA SUA FAMIGLIA: IMPEGNATI IN ITALIA E ALL’ESTERO NEL SETTORE DELL’OLEODINAMICA, GARANTISCONO SOLUZIONI EFFICACI E COMPLETE PER IL PASSAGGIO DI FLUIDI A QUALSIASI PRESSIONE.
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La famiglia Barzanti festeggia quest’anno un importante traguardo di Emporio Oleodinamico: sono infatti 45 gli anni di vita di questa attività che occupa più di 28 persone. Fondato nel 1975 da Egidio Barzanti, Emporio Oleodinamico è passato negli anni da piccolo laboratorio di vendita al dettaglio fino ad essere oggi una realtà che copre un ruolo di eccellenza nel settore dell’oleodinamica. Nel tempo anche la famiglia si unisce al progetto di Egidio: dapprima la moglie Loretta nell’area amministrativa e successivamente i figli Eugenio ed Edoardo nelle aree commerciale e direzionale. Nel corso degli anni si è sempre più consolidata anche la storica collaborazione con Gabriele Gaiba Rappresentanze Industriali. Nel 1988 l’attività si trasferisce nell’attuale sede di proprietà; tali spazi vengono
ampliati una prima volta nel ’96, per aumentare il magazzino, ed una seconda volta nel 2017 con l’inaugurazione della palazzina su tre livelli che ospita parte degli uffici e la sala riunioni. Separatamente, ma nella stessa via, nel 2002 viene costruito un deposito per lo stoccaggio delle merci in giacenza. L’attività ad oggi si avvale di circa 3.000 metri quadri coperti. Dal 1999 l’azienda rispetta i severi standard internazionali UNI EN ISO 9001, ed anche per il 2020, seppure in piena emergenza Covid-19, ha conseguito con successo il rinnovo di Certificazione del Sistema Gestione per la Qualità. Emporio Oleodinamico è stato da subito punto di riferimento sia per artigiani che per grandi aziende nella soluzione efficace delle esigenze tecniche e produttive per ogni tipologia
di applicazione oleodinamica. La crescita negli anni è stata costante grazie alla disponibilità di un’ampia offerta che trova applicazione nei settori più disparati: meccanizzazione agricola, macchine di sollevamento, macchine industriali e da costruzione, impianti petrolchimici, macchine per la pulizia e la manutenzione del verde, logistica e trasporti, ed anche settore navale. Punto forte dell’offerta è l’assemblaggio del prodotto integrato Tubo-Raccordo, lavorazione demandata all’azienda Tecno Fluid, anch’essa fondata dalla Famiglia Barzanti nel 1986. La capacità di produzione si attesta tra i 2.000 e i 5.000 tubi flessibili raccordati al giorno. Emporio Oleodinamico mantiene il ruolo fondamentale di rapporto diretto con i Clienti, sia al dettaglio che all’ingrosso, vero focus
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“LA FIDUCIA ACCORDATACI IN QUESTI 45 ANNI SARÀ MOTIVO PER PROSEGUIRE CON L’IMPEGNO E LA SERIETÀ CHE FINO AD OGGI CI HANNO CONTRADDISTINTO.”
dell’impresa. L’affidabilità e la capacità di offrire soluzioni e risposte personalizzate e flessibili permette di annoverare clienti storici e blasonati. Tale risultato è ottenuto anche grazie alla severa selezione dei Fornitori, tutti di fascia medioalta, con prodotti prevalentemente Made in Italy. Emporio Oleodinamico è il frutto dell’unità di una famiglia e di una visione condivisa con tutti i Dipendenti, fra i quali si sta verificando lo stesso cambio generazionale che sta avvenendo ai vertici. “Ci sono state persone che sono entrate in azienda e ci sono rimaste per più di trentaquarant’anni, fino al pensionamento! – rivelano con orgoglio i Barzanti. – Oggi siamo fieri di poter dire che l’età media dei nostri Collaboratori è sotto ai 40 anni. I rallentamenti causati dal lockdown non ci hanno impedito di continuare a concentrarci sulla formazione, in quanto riteniamo i Dipendenti parte integrante nella realizzazione dei nostri progetti.” Sotto all’impronta della nuova generazione non si ferma neppure la ricerca dell’innovazione tecnica, sempre nell’ottica di poter offrire un migliore servizio al Cliente. È già in cantiere un’importante innovazione del
sistema gestionale, mentre sono al vaglio: la riorganizzazione del comparto produttivo, l’automatizzazione di alcuni processi fra cui l’introduzione di tecnologie al laser per poter imprimere maggiori informazioni sui singoli componenti. Di fondamentale importanza sarà poi l’implementazione di nuovi metodi di stoccaggio delle merci visto che Emporio Oleodinamico dispone, a magazzino in pronta consegna, di una gamma quantitativamente ampia e disparata di articoli: tubi flessibili, raccordi a pressare, adattatori, innesti rapidi, rondelle e guarnizioni
a tenuta statica e dinamica, valvole di controllo direzionale, valvole oleodinamiche, cilindri e componenti, pompe, motori, moltiplicatori, filtri e tappi, miniprese e tubi capillari, strumenti di misura e controllo, accumulatori, scambiatori di calore, tubi e raccordi freno, minicentraline. A questa già ricca offerta, dal 2003 si è aggiunta anche quella degli articoli commercializzati dalla società Idrogem s.r.l., nata dalla collaborazione di Gabriele Gaiba con Emporio Oleodinamico, ampliando ulteriormente la gamma di applicazioni oleodinamiche disponibili.
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RIMINI
Lungo la vecchia
FERROVIA
UN SUGGESTIVO PERCORSO ATTRAVERSO LE COLLINE DELLA REPUBBLICA DI SAN MARINO, ALLA SCOPERTA DELLA TRATTA FERROVIARIA CHE COLLEGAVA L’ANTICA REPUBBLICA CON LA CITTÀ DI RIMINI.
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tratto da “52 domeniche con il mio cane in Romagna”
Sapevate che Rimini e la Repubblica di San Marino erano collegate da una linea ferroviaria? Un unico binario, su cui fino al 1944 un trenino ha percorso avanti e indietro la tratta, collegando la città di riviera al monte Titano e alla sua antica città. Inoltriamoci tra le dolci colline a Nord-Est del territorio della Repubblica di San Marino: andremo alla scoperta di un’inconsueta testimonianza di un recente passato, ovvero il sentiero n. 16-17 percorre un tratto della vecchia linea ferroviaria, che collegava l’antica repubblica con Rimini. Si tratta di un percorso piuttosto facile, che presenta solo alcuni brevi tratti in pendenza per un dislivello di 160 m, di cui percorreremo i 9 km abbondanti in circa 3 ore. Da Strada Paradiso, a Domagnano, imbocchiamo il percorso a ridosso di un interessante sito archeologico: si tratta di un’antica villa romana, le cui testimonianze sono conservate al Museo di Stato. Il tracciato scende dolcemente lungo i vecchi binari, tagliando i campi coltivati in cui si possono ammirare filari di olmi, biancospini e querce. Dopo circa 1 km, il sentiero passa attorno all’Arboreto di CàVagnetto,
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una struttura realizzata a scopi didattici ed educativi, in cui sono coltivate numerose specie arboree e arbustive. Aggirato l’Arboreto seguiamo il tracciato che si snoda fra coltivi e piccoli uliveti. Alla nostra sinistra ci fa compagnia la sagoma maestosa del Monte Titano. Giunti in località Pozzo Campore attraversiamo un breve tratto di strada pubblica e proseguiamo al margine di un campo fino a Lesi-
gnano, per poi percorrere Strada Genga d’Acqua sino alla galleria che conduce all’attrezzato Parco Laiala, dove potremo concederci una pausa e uno spuntino. All’estremità opposta del parco pubblico risaliamo a destra e attraversiamo la vecchia pineta di Laiala, finché il sentiero non si ricongiunge con Strada Genga d’Acqua da cui ripercorreremo a ritroso il tracciato per tornare al punto di partenza.
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ROMAGNA
Oasi
DI PACE SOLITUDINE E SILENZIO, RACCOGLIMENTO E NATURA, MA ANCHE STORIA E FOLKLORE. ANDIAMO ALLA RICERCA DI LUOGHI DELLO SPIRITO IN ROMAGNA, DOVE RIENTRARE IN CONTATTO CON IL PROPRIO MONDO INTERIORE.
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tratto dalle guide della collana “52” e “Una terra da scoprire”
Il santuario della Madonna di Saiano, nel cuore della Valmarecchia, è meta di pellegrinaggi, soprattutto di donne incinte, che sorge su un alto sperone di gesso con la sua torre. Percorrendo il sentierino accanto alla chiesa, si giunge a un terrazzo che guarda tutta la vallata: qui una statua della Madonna si sporge sullo strapiombo ad abbracciare la vallata. La porta di ingresso della piccola chiesa è stata scolpi-
ta da Arnaldo Pomodoro, e all’interno si trova una statua in gesso del XVI secolo, una Madonna con il bimbo seduto sulle ginocchia: questo è l’elemento che più rappresenta lo spirito del luogo. È una statua di derivazione popolare, povera, nonostante raffiguri la Madonna con veste dorata e corona. Ed è proprio questa semplicità che dà la cifra dello spirito che aleggia in queste vallate. Antichi campanili svettano sulla
pianura ravennate, sullo sfondo il profilo delle colline che, nelle giornate terse, si stagliano nitide come una quinta teatrale. Qui, le pievi raccontano storie di un arcano passato medievale. Fra i campanili delle pievi ravennati, uno dei più eleganti è senza dubbio quello della pieve di S. Cassiano in Decimo a Campiano. Oltre al valore architettonico, la sua notorietà è dovuta alla celebre “Bartolla”, una statui-
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na romana di Venere, dea della fertilità, incastonata nella muratura, simbolo del paese e protagonista di leggende, come quella che la vorrebbe indicare un tesoro rintracciabile attraverso l’ombra proiettata dal campanile in determinate notti di luna piena. Lungo la Valle del Savio, i segni del Quattrocento fiorentino si accostano alle memorie storiche del paese e alle tradizioni secolari nella Basilica dell’Assunta a Bagno di Romagna. Entro la terza cappella di sinistra si trova l’immagine della Madonna del Sangue, provvista del titolo di miracolosa: si tratta di una xilografia quattrocentesca raffi-
PERCORSI CHE CI PORTANO ALLA SCOPERTA DI CHIESETTE E BASILICHE, STATUE E ANTICHI CAMPANILI: ITINERARI NEL CUORE DELLA VALMARECCHIA, TRA LE PIANURE RAVENNATI E LA VALLE DEL SAVIO, E DENTRO IL PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI.
gurante la Vergine col bambino reggente la sfera su cui è raffigurato un paesaggio dominato dal castello. Nei secoli, la basilica ricevette dipinti inviati dalle autorità fiorentine. La chiesa accoglie anche manufatti scolpiti. C’è un’antica strada selciata che porta al Poggio e all’Abbazia di San Benedetto, attraversata – pare – da Dante Alighieri in viaggio verso Firenze, e ancora oggi la si può percorrere solo a piedi. Chiesa, chiostro e cripta di questo complesso incastonato al confine Tosco-Romagnolo sono antichi e suggestivi. La strada parte nei pressi di piazza XXV aprile, nell’abitato di San Benedetto in Alpe, ultimo paese romagnolo prima del Passo del Muraglione e delle terre di To74
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scana. Si cammina nella salita di via Dante Alighieri, indicata dalla segnaletica della Via Crucis. L’Abbazia, solitamente aperta ai visitatori, sorge nella parte bassa del borgo Poggio, affacciata sulla valle. Si può raggiungere il cortile interno, con una vista panoramica sulle montagne. Oltrepassato l’abitato di Poggio, scendendo a sinistra per la strada che esce dall’abitato si arriva al bivio dove si tiene la destra verso Marradi: siamo all’interno del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi. In corrispondenza di una svolta a destra si incontra, sul lato opposto, il sentiero che scende verso la valle dell’Acquacheta.
NELLA PAGINA PRECEDENTE, IL SANTUARIO DI SAIANO. IN BASSO, DALL’ALTO, LA BASILICA DELL’ASSUNTA A BAGNO DI ROMAGNA E LA CRIPTA DELL’ABBAZIA DI SAN BENEDETTO.
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IL PORTO TURISTICO DI CERVIA SERVIMAR, L’AMORE PER IL MARE
IL PORTO TURISTICO DI CERVIA È TORNATO A BRILLARE GRAZIE A LORELLA FANTINI E RENZO DELL’AMORE: UNA GESTIONE CHE HA PORTATO ANCHE ALLA VALORIZZAZIONE DEL TURISMO E DEL TERRITORIO.
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Il Porto Turistico di Cervia è un fiore all’occhiello della riviera, situato in posizione strategica, all’imboccatura dello storico porto canale che percorre tutto il Borgomarina dove si susseguono mercato del pesce, ristoranti, negozi e bar, fino all’antica Torre di San Michele e gli imponenti Magazzini del Sale, a due passi dalla centrale piazza Garibaldi. Da tre anni a questa parte, i trecento posti barca (adatti a imbarcazioni fino a 22 metri) sono continuamente sold out, con liste d’attesa che si allungano di continuo. E non finisce qui, perché è quello che ospita il maggior numero di barche di grandi dimensioni in Emilia-Romagna. I nomi sono rigorosamente protetti da privacy, ma tra i clienti ci sono noti imprenditori e stilisti che hanno scelto di ormeggiare nell’accogliente località. Tutto
merito della efficiente quanto lungimirante gestione a cura di Lorella Fantini e Renzo Dell’Amore della Servimar Srl, cervesi doc, con il mare dentro, considerando che entrambi amano ripetere: “Avere la fortuna di lavorare davanti al mare e alla spiaggia è impagabile.” Dal Cantiere Nautico Servimar al Porto Turistico, il passo è stato breve ma tutto in salita. Per loro che hanno accettato la sfida con entusiasmo non è però stato facile far risorgere, per così dire, dalle ceneri un porto turistico in declino. Ma lo hanno fatto con uno spirito ben preciso: “Fare l’interesse del porto e di Cervia, per valorizzare il turismo e il territorio.” L’avvio dei lavori di costruzione del porto risalgono al 1976, prima di allora c’era solo una piccola Darsena per la nautica da turismo. Negli anni si è però assistito a
un lento ma graduale declino che ha raggiunto il culmine tre anni fa. “Quando la coraggiosa giunta di Luca Coffari ci ha affidato la custodia del porto dopo aver vinto nel marzo 2017 il bando di gestione temporanea,” racconta Renzo Dell’Amore, “i clienti stavano scappando. Solo il 40% dei posti barca erano occupati. Ci siamo subito impegnati nella messa in sicurezza e dell’ampliamento dei servizi, pur con i limiti della gestione temporanea che ci consente di fare solo manutenzione ordinaria e non straordinaria. L’obiettivo è stato quello di alzare il livello di qualità dei servizi contenendo i prezzi, con una gestione virtuosa e trasparente.” Oltre 40 anni di esperienza nel settore nautico, consentono a Servimar di gestire al meglio tutte le attività di manutenzione, assistenza, rimessaggio, alle-
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“LA GENTE ORA È CONTENTA PERCHÉ È TRATTATA CON GENTILEZZA, DISPONIBILITÀ E PROFESSIONALITÀ,” AGGIUNGE LORELLA FANTINI. “CONSIDERIAMO IL NOSTRO PORTO COME UN GRANDE ALBERGO, MA CON LE IMBARCAZIONI, IN CUI SI DEVE SAPER ACCOGLIERE, CURARE I PARTICOLARI E TROVARE SOLUZIONI EFFICACI PER QUALSIASI RICHIESTA.”
stimento navale e distributore carburante. Ma se il Porto Turistico di Cervia è tornato a brillare, è merito anche di quella romagnolità di cui i due dirigenti vanno fieri. “La gente ora è contenta perché è trattata con gentilezza, disponibilità e professionalità,” aggiunge Lorella Fantini. “Consideriamo il nostro porto come un grande albergo, ma con le imbarcazioni, in cui si deve saper accogliere, curare i particolari e trovare soluzioni efficaci per qualsiasi richiesta. Noi ce la mettiamo tutta, ascoltando e dimostrando attenzioni, spingendoci fino al massimo delle nostre possibilità. Malgrado non ci sia possibile aprire neanche un bar o punto ristoro, tanto richiesto dai clienti, abbiamo lo stesso trovato un modo di promuovere la convivialità con feste periodiche. Siamo riusciti a trasmettere la nostra passione per questo lavoro, lo vediamo dalla gente che arriva da tutta la Regione e non solo, che ritorna ogni
anno perché si sente come a casa.” Grazie alla rinascita del Porto Turistico anche l’immagine di Cervia è migliorata: è bello vedere i diportisti scendere dalle imbarcazioni per andare a fare un giro in centro, così come lo è notare turisti o residenti che passeggiano lungo il vialetto che congiunge il porto alla spiaggia. Durante la bella stagione è frequente anche osservare gli allegri bambini della Scuola di Vela, a cui
si accede dalla spiaggia libera che Servimar ha avuto in concessione. Cosa augurarsi per il futuro? “La nostra gestione è stata rinnovata fino al prossimo 31 dicembre,” concludono Fantini e Dell’Amore. “Siamo in attesa del bando trentennale del Comune. L’auspicio è quello di una continuità rispetto a questa splendida esperienza, in particolare per i nostri affezionati e simpatici clienti che ci vogliono molto bene.”
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CELEBRARE
L’eredità
FELICE
A 200 ANNI DALLA SUA NASCITA CELEBRIAMO L’ILLUSTRE CITTADINO DI FORLIMPOPOLI PELLEGRINO ARTUSI, ANDANDO ALLA RICERCA DEI LUOGHI CHE NE HANNO SEGNATO LA VITA.
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di Lea Baccarini
Il 4 agosto di 200 anni fa nasceva a Forlimpopoli colui che sarebbe passato alla storia come il padre della letteratura italiana di ricette con il suo celeberrimo bestseller La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene: Pellegrino Artusi. Unico maschio di 13 figli, crebbe in una casa che si affacciava proprio sulla piazza, rivolta alla rocca. Accanto alle due arcate del portico da cui si accedeva alla casa, si trovava la bottega di Agostino Artusi, il padre di Pellegrino: un luogo che egli avrebbe
ricordato come un “guazzabuglio” in cui si poteva trovare “di tutto un poco”. Della casa natale del noto autore e gastronomo, deliberatamente distrutta nel 1961, oggi non resta che una targa. La vita di Pellegrino cambia repentinamente in una notte di gennaio, all’età di 31 anni, quando i briganti guidati dal celebre “Passatore”, Stefano Pelloni, assaltano il teatro di Forlimpopoli, prendendo ostaggio e derubando i notabili e borghesi del paese. Indotti con uno stratagemma ad aprire la porta di casa, anche gli Artusi, che non si erano recati a teatro, furono derubati dalla banda di criminali. Delle sorelle di Pellegrino, la più sfortunata, Gertrude, restò vittima di violenza. Fu quella notte a segnare per sempre il distacco della famiglia di Artusi dal paese natio: la povera sorella, resa folle dal dolore, fu accolta al manicomio di Pesaro. La famiglia Artusi vende casa e bottega, e Pellegrino non tornerà più a Forlimpopoli. La sua vita sarà a Firenze, dove anche Olindo Guerrini, amico e altrettanto ghiotto gastronomo andrà spesso a trovarlo. Il teatro da cui era partita l’impresa che ci ha strappato l’inge-
gno di Pellegrino Artusi era stato inaugurato nel 1830, nell’antico salone d’onore della rocca, sede del Comune. Al suo interno si tenevano le riunioni della locale Accademia degli Infiammati e le stagioni annuali di musica e prosa. Nel 1878 la sala teatrale venne ampliata e risistemata secondo la moda dell’epoca, e il restauro del 1982 ce lo restituisce molto simile a com’era il giorno dell’inaugurazione di cent’anni prima. Oggi la memoria di Pellegrino Artusi è tenuta viva a Forlimpopoli non solo da una statua in bronzo dello scultore forlimpopolese Mario Bertozzi, all’ingresso in città arrivando da Forlì, ma anche da Casa Artusi, nata nel 2007 e ospitata nell’antico convento dei Servi di Maria: uno spazio con in cui rappresentare la cultura gastronomica a tutto tondo. A portare lustro al nome di Artusi c’è anche l’Istituto alberghiero; non poteva poi mancare la festa cittadina dedicata al suo cittadino più illustre, la Festa Artusiana, che si tiene anche quest’anno, nonostante tutto, ai 200 anni dalla nascita, dedicata al buon cibo e al mangiar bene: un’eredità felice, da custodire gelosamente.
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