Tariffa R.O.C.: Poste Italiane s.p.a. - Spedizione in A. P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma 1, DCB - FILIALE DI FORLÌ - Contiene i. p. - Reg. al Tribunale di Forlì il 23/11/1998 n. 27 - EURO 3,00
F O R L Ì N° 3 OTTOBRE/NOVEMBRE 2020
Matteo
NANNINI
NATO PER CORRERE
MARCELLO CECCARONI / Chirurgo rock CAMPUS DI FORLÌ E CESENA / Il valore del sapere BALLERINI PROFESSIONISTI / Tre paia di punte
EDITORIALE
SOMMARIO
I
In questo numero vi accompagniamo nella nuova stagione. In copertina, il pilota forlivese Matteo Nannini, che a soli 17 anni è già un campione di Formula 3, e il medico Marcello Ceccaroni, che ha sviluppato una tecnica chirurgica esportata in tutto il mondo. Parliamo delle novità del Campus di Forlì e Cesena, un patrimonio di conoscenza che produce ricadute economiche per il territorio. Incontriamo Matteo Panzavolta, mente della startup Authena, e tre ballerini professionisti della Provincia che ballano su palchi internazionali. Michele Manuzzi ed Erika Galbucci ci aprono le porte di Villa Monty Banks, ristrutturata e trasformata in un incantevole agri-resort. Incontriamo Roy Berardi e Alice Fabbri, che ci raccontano delle loro vacanze in camper. Infine, scopriamo i luoghi della nostra Romagna attraverso una prospettiva diversa grazie alle foto panoramiche di Andrea Bonavita. Andrea Masotti
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ESSERE
Matteo Nannini
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ESSERE
Marcello Ceccaroni
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APPRENDERE
Campus di Forlì e Cesena
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INNOVARE
Matteo Panzavolta
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DANZARE
Tre paia di punte
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ABITARE
Hollywood è qui
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EDIZIONI IN MAGAZINE S.R.L. Via Napoleone Bonaparte, 50 - 47122 Forlì Tel. 0543.798463 / Fax 0543.774044 www.inmagazine.it info@inmagazine.it DIRETTORE RESPONSABILE: Andrea Masotti REDAZIONE CENTRALE: Clarissa Costa, Gianluca Gatta, Beatrice Loddo COORDINAMENTO DI REDAZIONE: Roberta Invidia ARTWORK: Lisa Tagliaferri IMPAGINAZIONE: Francesca Fantini UFFICIO COMMERCIALE: Gianluca Braga, Irena Coso, Elvis Venturini STAMPA: La Pieve Poligrafica Villa Verucchio (RN) ANNO XXII- N. 3 Chiuso per la stampa il 13/19/2020 Collaboratori: Lea Baccarini, Barbara Baronio, Dolores Carnemolla, Giulia Masci Ametta, Francesca Miccoli. Fotografi: Andrea Bardi, Andrea Bonavita, Giulia Masci Ametta, Nicha Rodboon, Gianmaria Zanotti.
CESENA
Malatesta Valley
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RAVENNA
Una città diversa
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RIMINI
Fuori stagione
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ESPLORARE
Abitare viaggiando Seguici su FB: www.facebook.com/ edizioni.inmagazine
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SPECIALE
Romagna
Edizioni IN Magazine si impegna alla salvaguardia del patrimonio forestale aderendo al circuito di certificazione di FSC-Italia.
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FORLÌ
Una perla dal volto noto
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ANNOTARE
Dorelan per IL SOCIALE
Internazionali DI TENNIS
FORLÌ L’economia come
FORLÌ Dal 19 al 26 settembre
occasione per avviare azioni finalizzate alla sostenibilità ambientale e sociale: l’esempio lo offre Dorelan, azienda italiana specializzata nella produzione di sistemi letto, con l’iniziativa I am a Dreamer. Sogno Riciclo Creo. Si tratta di un progetto che coinvolge CavaRei, un’impresa sociale coinvolta attivamente nel riutilizzare tessuti e materiali provenienti da materassi e letti dell’azienda romagnola per trasformarli in una collezione di 6 differenti tipologie di prodotto avviate alla commercializzazione. “Il progetto è nato dall’esigenza della nostra azienda di dare una seconda vita ai residui di produzione,” spiega Francesca Bazzoni, responsabile Certificazione Qualità, “parte di un percorso ambientale in atto da diversi anni che ci ha portati a permettere a gran parte degli scarti di essere tolti dalla via dei rifiuti per essere gestiti come sottoprodotti.”
World Wellness Weekend FESTA DEL BENESSERE FORLÌ Una festa senza precedenti ha colorato il fine settimana del
19 e 20 settembre di divertimento e benessere: Il World Wellness Weekend, iniziativa mondiale giunta ormai alla sua quarta edizione, ha visto il Bel Paese partecipare per la terza volta con 57 strutture registrate e numerose possibilità di svago e relax a titolo gratuito. La Festa del benessere è stata accolta con grande entusiasmo, regalando la possibilità di vivere una coccola o un’esperienza all’aria aperta grazie ad un carnet di proposte e iniziative messo a disposizione dalle strutture aderenti. Fra le attività più creative quest’anno troviamo la Wellness Street di Forlì, organizzata con il patrocinio del comune: una strada del centro storico di Forlì completamente dedicata al benessere. Fra le attività, non sono mancate le dimostrazioni delle ultimissime tecnologie wellness in uscita sul mercato presso il nuovo bbspa_ Ateliers, un luogo di progettazione del benessere in cui lavora un team di specialisti internazionali del settore.
2020, al Tennis Villa Carpena sono andati in scena gli Internazionali di Tennis Città di Forlì, torneo ATP Challenger 100 organizzato da MEF Tennis Events. Un grande evento in un grande palcoscenico: il Tennis Villa Carpena ha infatti ospitato negli ultimi anni ben 17 tornei nazionali, tra i quali i Campionati Italiani di diverse categorie giovanili e gli Assoluti di seconda categoria femminile, e leggende del calibro di Roger Federer, Ivan Ljubicic ed Ivo Karlovic. Quest’anno si aggiudica il primo posto degli Internazionali Lorenzo Musetti, diciottenne di Carrara, battendo in finale il brasiliano Thiago Monteiro con il punteggio di 7-6 (2) 7-6 (5). Per Musetti, allievo di Simone Tartarini, è il primo titolo Challenger in carriera. “È un sogno che si avvera,” ha dichiarato al termine della finale. “Credo di essermelo meritato, è stata una settimana di grande tennis.”
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IN MAGAZINE
ESSERE
Nato per
CORRERE IL PILOTA FORLIVESE MATTEO NANNINI A SOLI 17 ANNI È GIÀ UN CAMPIONE DI FORMULA 3 E DOMINA LE PISTE CON UNA DETERMINAZIONE FUORI DAL COMUNE. di Francesca Miccoli
U
Un portento con i motori nel sangue, cresciuto a pane e pistoni, inanellando giri su giri nei kartodromi e nei circuiti di mezzo mondo. Matteo Nannini ha appena diciassette anni ma ha già vissuto in maniera intensa, mettendo alle spalle esperienze che i comuni mortali non raccolgono in un’esistenza intera. Pilota di Formula 3, anticamera della massima categoria delle monoposto su pista, è già finito nel mirino delle Academy, che crescono e svezzano i giovani talenti in vista del salto nell’Olimpo delle quattroruote: quella Formula 1 vagheggiata da tutti gli appassionati di automobilismo ma riservata a pochissimi eletti. “Lavoro da sempre in vista di quest’obiettivo,” racconta Matteo, un predestinato, come narra la genealogia familiare: il papà Edgardo, che lo segue in pista a qualsiasi latitudine, è stato campione italiano di kart, e la stessa mamma, a sua volta tricolore, vanta trascorsi da eroina del volante. Che i cromosomi non mentano
si evince anche dal cognome del baby pilota. “Mio nonno paterno era fratello del papà di Alessandro Nannini,” alfiere della Benetton F1, consanguineo della rockstar Gianna e talento purissimo quanto sfortunato. E pensare che i genitori di Matteo non avevano incentivato l’avvicinamento del figlio all’universo motoristico. “Da piccolo ho provato diverse discipline sportive, dal nuoto al ciclismo al basket, ma nessuna mi appassionava,” spiega l’adolescente. A tempo debito, ecco la chirurgica incursione del karma. “In occasione di una fiera a Castrocaro, ai bimbi veniva offerta l’opportunità di provare i gokart: tutto è iniziato da lì.” Papà Edgardo capitola: ai geni non si può far resistenza. “Temeva potesse rivelarsi pericoloso. Ma da innamorato delle monoposto, ha capito subito che la passione era sbocciata.” Negli occhi di un marmocchietto di appena 6 anni si accende una luce dal bagliore inconfondibile. E il debutto nei kart è l’ulteriore conferma che la saga famigliare è destinata a IN MAGAZINE
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IN QUESTE PAGINE, MATTEO NANNINI IN PISTA NELLE GARE DI FORMULA 3 E NELLA SUA CITTÀ. IN COVER IN UN RITRATTO DI ANDREA BARDI.
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IN MAGAZINE
proseguire: Matteo s’impone in ogni campionato a cui partecipa. “Ho vinto nella 50 cc, nella 60 e nella 125. In quest’ultima categoria ho gareggiato grazie a una speciale deroga dell’Aci perché non avevo ancora l’età prescritta dal regolamento.” Tra i ragazzi al via, è sempre il più giovane e precoce. “Corro con il team svizzero Jentzen Motorsport, con cui mi trovo molto bene.” La nuova avventura è subito all’insegna dei migliori auspici: dopo un breve rodaggio, ecco un podio e una pole position. Tra gli spettatori amorevolmente interessati, il cugino Alessandro. “Siamo in contatto costante. Ogni tanto mi segue in pista, l’ultima volta in Bahrein. Mi dà consigli su come fare il tempo e affrontare i circuiti che non conosco. Gli scrivo spesso, gli mando foto. Tuttavia mi sono accorto che, dopo l’incidente in elicottero, parlare di auto lo fa ancora soffrire.” L’ultimo gran premio disputato dal senese è datato 1990 e all’epoca Matteo, classe 2003, non era nemmeno nei pensieri di mamma e papà. “Ho visto solo qualche video su Youtube.” Se i VHS appartengono alla preistoria nella mente di un figlio del terzo millennio, non sono certo quei pochi fotogrammi a rapire il cuore del ragazzino. “Sandro, al pari di Niki Lauda, rappresenta un
LA VELOCITÀ È NEL DNA DELLA FAMIGLIA. È PARENTE DI ALESSANDRO NANNINI, IL CAMPIONE DI FORMULA 1 FRATELLO DELLA ROCKSTAR GIANNA NANNINI. E ANCHE PAPÀ E MAMMA SONO STATI ASSI DEL VOLANTE: AI GENI NON SI PUÒ FAR RESISTENZA. modello per la forza che è riuscito a trovare in sé stesso dopo l’incidente, tornando addirittura a correre sia pure in una categoria diversa.” Il punto di riferimento di oggi è invece il glaciale Lewis Hamilton, portacolori delle frecce d’argento, che ha eguagliato il record di titoli mondiali vinti da un certo Schumacher. Un mito solo apparentemente lontano. “In occasione delle gare frequentiamo gli stessi circuiti e se una volta mi intimorivo al cospetto dei grandi campioni, oggi, caratterialmente più aperto rispetto a un tempo, mi avvicino in maniera più disinvolta. In fondo, io sono quello che loro erano qualche anno fa.” Con il campione inglese Matteo condivide la freddezza e la capacità di reggere la pressione. “L’allenamento, fondamentale, non è strutturato solo su
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prove in pista ma riempie le mie giornate sotto forma di preparazione atletica, tra il Fisiology di Forlì e la mountain bike, la palestra ‘mentale’ del dottor Ceccarelli a Viareggio, dove imparo a gestire le emozioni e tenere alta la concentrazione, e il Wave Racing Simulator Center di Verona. Con il mio istruttore Marco Zipoli simulo ogni situazione che si presenterà in pista durante il week end: dalle prove libere alla gara, dal giro perfetto in qualifica al Gran premio. Le gomme si usurano subito ed è difficile riuscire a gestirle e sfruttarle al massimo. Inoltre la Formula 3 è molto competitiva, dal primo al trentesimo in griglia c’è al massimo un secondo, siamo racchiusi tutti in pochi decimi.” Velocissimo sull’asciutto e sul bagnato, in gara come in qualifica, Matteo non conosce la paura. “Fino a oggi fortunatamente non ho avuto gravi incidenti, solo qualche collisione senza conseguenze. La mamma, che è la mia più grande fan, viene ai gran premi quando il lavoro lo consente (al pari del papà lavora alla Celli,
ph Andrea Bardi
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l’azienda di famiglia, N.d.A.), ma non guarda il via, teme l’imbuto in fondo al rettilineo di partenza. Il babbo invece è sempre al mio fianco, mi dà consigli, se faccio errori si arrabbia. Come a Monza, quando a causa di un sorpasso azzardato ho perso la terza posizione e compromesso la gara.” Matteo è meticoloso e palesa una maturità e un equilibrio anomali per un adolescente, capace di non abbattersi nella sventura e non esaltarsi nel successo. Uguale, serena dedizione mette nello studio. “Sono iscritto alla quarta liceo scientifico a indirizzo sportivo e quando sono a casa dedico tutto il tempo ai libri. Anche perché mamma è molto severa da questo punto di vista. La didattica a distanza durante l’emergenza sanitaria mi ha permesso di seguire le lezioni dal Bahrein, dove sono rimasto bloccato quasi un mese.” Il giovane Nannini è molto legato alla sua città e torna a casa non appena possibile, “anche solo per una sera, a costo di fare 200 km in più.” Nel 2019 il sindaco Gianluca Zattini lo ha proclamato am-
basciatore dello sport forlivese. Essere spesso oltreconfine, dover rinunciare a qualche pizza e alla pratica del pericoloso downhill sono sacrifici sopportabili. “Non mi pesano perché ho il privilegio di fare ciò che desidero.” L’aspirazione a breve termine è quella di trovare un “grande sponsor poiché in questo mondo il supporto economico è fondamentale.” Quale sia l’obiettivo a lungo termine, lo si può facilmente intuire. E a 17 anni sognare è doveroso. Soprattutto se, come nel caso di Matteo, il sogno è davvero a portata di mano.
“L’ALLENAMENTO? NON È SOLO IN PISTA. FACCIO PREPARAZIONE ATLETICA E PALESTRA ‘MENTALE’ PER IMPARARE A GESTIRE LE EMOZIONI E TENERE ALTA LA CONCENTRAZIONE. INOLTRE SIMULO OGNI SITUAZIONE CHE SI PRESENTERÀ IN PISTA DURANTE IL WEEK END.”
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ESSERE
Chirurgo
ROCK
IL CESENATE MARCELLO CECCARONI HA SVILUPPATO UNA TECNICA CHIRURGICA PER L’ENDOMETRIOSI ESPORTATA IN TUTTO IL MONDO. MEDICO FUORI DAGLI SCHEMI, SI ISPIRA A LEONARDO E AL ROCK.
E
di Barbara Baronio / ph Gianmaria Zanotti
È l’autore del Negrar Method, tecnica chirurgica da lui sviluppata per l’endometriosi severa. Una tecnica pionieristica esportata in tutto il mondo, che lo ha portato alla ribalta della chirurgia e nella lista dei medici scelti dal governo inglese e da Buckingham Palace. Primario a poco più di 40 anni, ai tempi il più giovane dirigente medico di Ginecologia del Paese, da 16 anni risiede a Verona ma Marcello Ceccaroni è senza dubbio un orgoglio per tutta la città di Cesena, per tanti è il Maurizio Bufalini del 2020. Anima eclettica, spirito libero dalle convenzioni e grande divoratore della vita, Ceccaroni vorrebbe essere ricordato come “il miglior chirurgo punk-rock della storia”. La chirurgia come il rock per lui sono elementi centrali di un’esistenza fatta di giornate in sala operatoria, interventi in diretta e lectio magistralis nei grandi congressi di chirurgia ginecologica in tutto il mondo. Per lui, che opera sempre con un sottofondo di musica (tra i suoi preferiti i Rolling Stones), il rock è un’attitudine che porta ad avere il desiderio di accettare le sfide e il chirurgo, da questo punto di
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vista, è come una rock star. Nato a Cesena nel 1972, Ceccaroni cresce in una famiglia dove libertà di pensiero e musica dominano le giornate. Nonna Norina, che lui definisce “la prima anima punk” con cui ha a che fare nella vita, ha un ruolo di primo piano. “Devo a lei la scelta di diventare un chirurgo. Sembra strano, ma osservandola macellare i conigli o le galline, che poi diventavano i piatti principe dei nostri pranzi di famiglia, ho potuto assistere alle prime dissezioni anatomiche e mi sono appassionato all’anatomia e alla scoperta del corpo umano.” Dopo gli studi liceali, Ceccaroni approda all’Università di Bologna, dove si laurea in Medicina e Chirurgia e si specializza in Ginecologia e Ostetricia, trascorrendo lunghi periodi all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma (per il dottorato di ricerca in Ginecologia Oncologica) e a Parigi, per compiere i suoi studi di neuro-anatomia pelvica e tecniche chirurgiche nerve-sparing. “Con il termine nerve-sparing,” spiega Marcello Ceccaroni, “ci si riferisce a un tipo di nuova chirurgia che si applica agli in-
terventi oncologici estremamente demolitivi. È una chirurgia che salva, ma che tutela anche la qualità della vita, risparmiando le fibre nervose che regolano le funzioni pelviche. L’intuizione è stata quella di estendere questa metodologia anche agli interventi per combattere l’endometriosi severa e di eseguirla con le nuove tecniche mini-invasive come la laparoscopia. Grazie alla tecnica nerve-sparing, la paziente duramente colpita da una patologia oncologica importante o da endometriosi, sottoposta a chirurgia, vede preservata la funzionalità di organi come la vescica o l’intestino e non subisce compromissioni della sessualità. Sono stato sicuramente uno dei pionieri di queste tecniche chirurgiche laparoscopiche applicate all’endometriosi e con la mia équipe siamo riusciti a mettere a punto un metodo: il Negrar Method. L’endometriosi,” sottolinea Ceccaroni, “è una malattia che sulla carta si presenta benigna, ma che si manifesta con una cattiveria comportamentale molto elevata e subdola la cui diagnosi arriva dopo anni di sof-
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ferenza accompagnata da veri e propri drammi per la paziente. Colpisce una donna su 10 e si calcola che nel mondo vi siano 175 milioni di donne che ne soffrono (tante quanto le persone con diabete). L’endometriosi colpisce anche l’anima della paziente che spesso perde il lavoro, non ha una vita sociale e sessuale e spesso non riesce a iniziare o a portare a termine la gravidanza.” L’attività di Ceccaroni, che guida un’équipe di circa 110 persone (tra cui 10 chirurghi) con circa 1.500 interventi all’anno per endometriosi, prosegue oltre il Negrar. Il medico romagnolo
MARCELLO CECCARONI GUIDA UN’ÉQUIPE DI 110 PERSONE CHE OGNI ANNO OPERA CIRCA 1.500 DONNE CON ENDOMETRIOSI SEVERA. A FIRENZE, NASCERÀ LA SUA SCUOLA DI ANATOMIA CLINICA DEDICATA AL GRANDE MEDICO CESENATE MAURIZIO BUFALINI.
infatti oltre ad essere direttore del Dipartimento per la tutela della salute e della qualità di vita della donna, U.O.C. di Ostetricia e Ginecologia dell’IRCCS Ospedale Sacro Cuore-Don Calabria di Negrar di Valpolicella, in provincia di Verona, è presidente della International School of Surgical Anatomy, scuola di anatomia che ha fondato dieci anni fa. Una realtà senza fini di lucro che si prefigge l’insegnamento dell’anatomia chirurgica e delle basi e delle tecniche chirurgiche avanzate attraverso corsi, congressi, workshop ed eventi monotematici nazionali e internazionali. Ceccaroni, che si dice che prima di ogni intervento pronunci la frase W la Romagna, è sempre 16
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in viaggio per partecipare ai congressi mondiali. “Uno dei miei ricordi più belli è quando sono stato scelto per la cerimonia d’apertura del Congresso mondiale della società di laparoscopia (AAGL) che si è svolto a Las Vegas nel 2018 davanti a 4.000 persone, a 120 anni dal primo intervento per i tumori al collo dell’utero. Qui ho tenuto una lectio magistralis dove la medicina si è unita alla letteratura, all’arte, al costume e alla musica.” Ceccaroni che ha eseguito a 30 anni la sua prima isterectomia radicale nerve-sparing (intervento di asportazione dell’utero per tumore), è autore dell’unico Atlan-
SOTTO, LA LEZIONE DI ANATOMIA NELLA “STANZA DELLE VASCHE”, DOVE LEONARDO COMPIVA I SUOI STUDI ANATOMICI, E LA LECTIO MAGISTRALIS AL CONGRESSO MONDIALE DELLA SOCIETÀ DI LAPAROSCOPIA.
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te di Neuro-Anatomia della pelvi femminile, scritto dopo alcuni anni di studi su cadavere all’Università René Descartes di Parigi e ha avuto il grande onore di essere chiamato dalla città di Firenze a eseguire una lezione di Anatomia (attraverso una dissezione laparoscopica su cadavere), nella “stanza delle vasche di Leonardo” dell’Ospedale Santa Maria Nuova, per celebrare i cinquecento anni dalla scomparsa del genio fiorentino. La stessa sala dove Leonardo da Vinci compiva le sue dissezioni e ha eseguito i suoi studi autoptici più importanti. “È stata un’emozione unica entrare nel tempio di Leonardo e raccoglierne il testimone, in un luogo sacro, dove si avvertivano ancora la presenza e lo spirito del grande genio, un luogo magico e misterioso, mai profanato da 18
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turisti o visitatori. Ho cercato di prendere spunto dalle sue scoperte con le quali ha rivoluzionato il modo di osservare l’arte e l’anatomia, cercando di indagare la funzionalità degli organi, le cause e gli effetti e le conseguenze delle diverse patologie: un approccio moderno alla osservazione dei fenomeni e alla chirurgia che ci ha portato dove siamo oggi. Ho scelto di dissecare una donna di colore, per mostrare, grazie alla oggettività del corpo, che siamo tutti uguali. Questo è un altro insegnamento di Leonardo.” E da qui è nato poi un grande progetto che lo accomunerà a un altro grande medico: Maurizio Bufalini. A distanza di due secoli, un medico cesenate tornerà a insegnare alla scuola di Firenze. “La direzione dell’Ospedale S. Maria Nuova a Firenze mi ha chiesto di riprendere lì l’antica
OPERA SEMPRE CON UN SOTTOFONDO DI MUSICA (TRA I SUOI PREFERITI I ROLLING STONES): “IL ROCK È UN’ATTITUDINE CHE PORTA AD AVERE IL DESIDERIO DI ACCETTARE LE SFIDE E IL CHIRURGO, DA QUESTO PUNTO DI VISTA, È COME UNA ROCK STAR.”
tradizione dell’insegnamento dello studio anatomico. Pertanto proprio in una palazzina dell‘antico nosocomio fiorentino dove ha insegnato il nostro concittadino Maurizio Bufalini, titolare della cattedra di Clinica Medica alla scuola di Santa Maria Nuova a Firenze, fonderò la Scuola di Anatomia Clinica a lui dedicata.”
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APPRENDERE
Il valore
DEL SAPERE I CAMPUS DI FORLÌ E CESENA SONO UN PATRIMONIO DI CONOSCENZA CHE SECONDO UNA RICERCA SERINAR ANTARES PRODUCE RICADUTE PER IL TERRITORIO TRA I 35 E I 43 MILIONI DI EURO ALL’ANNO. di Dolores Carnemolla e Barbara Baronio / ph Andrea Bonavita e Gianmaria Zanotti
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Si attestano tra i 35 e i 43 milioni di euro le ricadute economiche che i campus universitari di Forlì e Cesena hanno avuto sul territorio provinciale nel 2018. Ad affermarlo è una ricerca Serinar Antares condotta in occasione del trentennale di Serinar, la società costituita nel 1988 dagli enti locali allo scopo di promuovere e sostenere l’insediamento universitario in Romagna. Secondo la ricerca, il decentramento universitario a Forlì e Cesena ha portato nei Campus, solo nell’anno accademico 2018/2019, quasi 11.000 studenti (di cui 3.500 pendolari provenienti dalle province limitrofe di Rimini, Ravenna e Bologna e 5.000 fuori sede, ovvero dal resto della regione o da altre regioni italiane). Proprio i pendolari, e ancor più i fuori sede, generano le maggiori ricadute economiche sul territorio, considerando le spese per l’abitazione, gli spostamenti, i pasti, le spese per lo studio e il tempo libero. I fuori sede domiciliati affrontano una spesa annua per l’abitazione che varia tra i 2.400 e i 3.600 euro, a cui si aggiungono spese che vanno dai 3.400 ai 3.600 euro, arrivando a una spesa
complessiva che va dai 5.700 ai 7.200 euro l’anno. I pendolari invece hanno una spesa annua che va dai 1.800 ai 2.160 euro. Seguendo lo stesso criterio di imputazione delle spese, in 30 anni di attività di Serinar dal 1989, anno di insediamento dei primi corsi in Romagna a Forlì e Cesena, ad oggi, gli studenti hanno lasciato sul territorio tra i 660 milioni e gli 820 milioni di euro. “Sono dati estremamente significativi,” spiega Fabrizio Abbondanza, direttore di Serinar, “come significativa è anche la ricaduta sociale che l’insediamento dell’Università in Romagna ha prodotto sul territorio. Grazie alla presenza di Unibo la provincia ha visto un innalzamento della qualità sociale delle città e uno svecchiamento della popolazione. Sono molti i giovani che una volta laureati hanno scelto di restare, di aprire realtà imprenditoriali e di comprare casa o crearsi una famiglia.” E lo sviluppo dei campus in questi anni non si è di certo fermato. A Forlì accanto alle consolidate esperienze di Interpretazione e Traduzione, Scienze Politiche ed Economia, la grande novità del IN MAGAZINE
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A FORLÌ, LA GRANDE NOVITÀ DEL 2020 È IL NUOVO CORSO DI MEDICINA E CHIRURGIA OSPITERÀ 95 STUDENTI ISCRITTI AL PRIMO ANNO. IL PERCORSO DIDATTICO SI ALTERNERÀ TRA IL CAMPUS E I LABORATORI CLINICI ALL’OSPEDALE MORGAGNI PIERANTONI.
2020 è il corso di Medicina e Chirurgia che da metà ottobre ospita 95 studenti iscritti al primo anno. Il percorso didattico si alterna tra la struttura del Campus e i laboratori clinici realizzati all’interno dell’Ospedale Morgagni Pierantoni. In arrivo anche un nuovo corso di laurea interdisciplinare sull’attualissimo tema della Digital Transformation, che verrà offerto attraverso una stretta collaborazione con il Campus di Cesena, a conferma come la sinergia tra i quattro Campus della Romagna (che complessivamente ospitano quasi 21.000 studenti) sia crescente e costante.
IN APERTURA E QUI ACCANTO, LUCA MAZZARA PRESIDENTE DEL CAMPUS UNIVERSITARIO FORLIVESE CHE DA QUEST’ANNO OSPITA ANCHE LA NUOVA FACOLTÀ DI MEDICINA.
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Luca Mazzara, professore associato di Economia aziendale, da gennaio del 2019 è il presidente, appassionato e infaticabile, di questo Campus dalla struttura super moderna nel cuore della città, che ha fatto dell’internazionalizzazione la sua specialità contando 6.454 iscritti (contro i 6.286 dell’anno precedente) e 1.500 laureati all’anno, e impiegando 206 tra professori e ricercatori e 138 tra personale tecnico e amministrativo. “Quando sono stato eletto,” ci racconta, “il Campus già si distingueva per una consolidata ricerca con importanti risvolti internazionali. E la prossima apertura dell’aeroporto, con molti voli che consentiranno collegamenti di Forlì in ambito europeo, costituirà a mio avviso un’ottima opportunità anche per noi. I corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, poi, costituiranno un momento epocale per l’intero territorio, un importante volano per l’avvio di nuovi progetti didattici, corsi di laurea, master e corsi di alta formazione universitaria che potranno avvalersi delle eccellenze disciplinari già presenti all’interno dei nostri distretti di ricerca.”
Con 4.677 iscritti nell’anno accademico appena iniziato e circa 1.000 laureati all’anno, il Campus di Cesena è invece l’anima scientifica e tecnologica del Multicampus romagnolo. Accanto a Psicologia, storico fiore all’occhiello di Cesena (anche quest’anno premiata dalla classifica del Censis come miglior laurea in Scienze psicologiche in Italia), nel Campus sono attive le lauree in Scienze Agroalimentari e Veterinaria, con il corso di Acquacoltura a Cesenatico, Architettura e Ingegneria con, in particolare, i corsi di Ingegneria informatica e bioingegneria. E proprio di questi giorni è la notizia che Cesena è stata scelta per la sperimentazione di una nuova laurea in ambito informatico altamente professionalizzante. “Si tratta di un progetto del Ministero articolato su base regionale,” dice Massimo Cicognani, docente di Analisi Matematica a Ingegneria dal 1994 e dal 2019 presidente del Campus. “I corsi, in partenza nell’anno accademico 2021/2022, formeranno una figura molto richiesta anche all’estero, per la quale c’è grande carenza di laureati in Ita-
A CESENA IN ARRIVO UN NUOVO CORSO SPERIMENTALE IN AMBITO INFORMATICO ALTAMENTE PROFESSIONALIZZANTE, MENTRE PSICOLOGIA FESTEGGIA UN ALTRO RICONOSCIMENTO DEL CENSIS E AVRÀ UNA NUOVA SEDE NELL’EX ZUCCHERIFICIO.
lia. La formazione triennale è integrata università-azienda: un solo anno in aula, un anno in laboratorio e un anno in azienda per un inserimento più diret-
to nel mondo del lavoro. Questo nuovo corso è l’ulteriore conferma che stiamo uscendo dall’idea dei campus romagnoli come semplici succursali di Bologna. L’anno scorso, Cesena ha ospitato l’inaugurazione del 931° anno accademico. Non era mai accaduto, nella storia dell’Ateneo, che la cerimonia si svolgesse lontano della due Torri felsinee.” Un’eccellenza formativa, quella di Cesena, che è stata accompagnata negli anni, come del resto anche Forlì, da forti investimenti in infrastrutture e dotazioni di personale. Oggi il Campus con 204 docenti, 106 tra personale tecnico-amministrativo, 17 aule didattiche, 31 laboratori, 81 studi docenti e
una biblioteca, per un costo complessivo di 30 milioni di euro, è un centro universitario nuovo e dinamico che a fine novembre si arricchirà di uno studentato a 7 piani, con 80 posti letto gestiti da Ergo, e una biblioteca centralizzata di Campus. Contestualmente, partirà la gara per la nuova sede di Psicologia, per un valore di oltre 12 milioni di euro, che sorgerà nell’area dell’Ex zuccherificio dove già nel 2018 sono state trasferite le sedi di Ingegneria e Architettura e Informatica, prima dislocate in varie sedi cittadine. In arrivo c’è anche un corso magistrale internazionale di Biomedical Engeneering orientato alle tecnologie digitali per la salute.
IN ALTO IL CAMPUS UNIVERSITARIO DI CESENA NELLA SEDE DELL’EX ZUCCHERIFICIO. IN BASSO IL PRESIDENTE DEL CAMPUS MASSIMO CICOGNANI.
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Il cliente al centro. È la linea guida che muove e indirizza la quotidianità professionale di Quadrelli Arreda, azienda forlivese leader del mercato dell’arredamento. Una storia che prende il via negli anni Settanta, grazie all’idea lungimirante e appassionata di Amedeo, fondatore di una rivendita di mobili trasformata nel tempo in showroom dal nipote Loris, abilissimo a declinare l’idea dello zio in chiave moderna e innovativa. “Perché scegliere noi?” l’interrogativo a cui è chiamato a dare una risposta Loris. “Il nostro scopo è quello di soddisfare il cliente con l’originalità delle proposte e un ottimale rapporto qualità prezzo. Una filosofia che ci ha permesso di diventare un punto di riferimento per le giovani coppie e non solo.” A rendere uniche le soluzioni di Quadrelli un modus operandi
unico e degno di brevetto. “In che cosa ci differenziamo dalla concorrenza? Ogni progettazione viene sviluppata da tre diversi arredatori: il primo si attiene scrupolosamente alle richieste del cliente o alla soluzione che il cliente aveva in mente, anche se l’idea non ci convince; il secondo arredatore, dopo avere fatto una sorta di questionario, lavora su eventuali incertezze o interrogativi; il terzo infine avrà carta bianca e proporrà una soluzione creativa. Da quando abbiamo adottato questo sistema, abbiamo constatato che nell’80% dei casi risulta vincente la proposta del terzo arredatore. Questa modalità ci ha portati ad avere un rapporto preventivo/vendita di 8/10 a fronte di un dato nazionale di 3/10.” Ogni soluzione è frutto di uno studio ponderato. “In effetti
mettiamo sempre in guardia i nostri clienti, consigliandoli di non fidarsi di chi propone progettazioni immediate, destinate a tradursi in soluzioni appiattite e standardizzate”. Per garantire un risultato unico e rispondente all’esigenza del cliente, la squadra di Quadrelli Arreda propone un iter consolidato. “Le soluzioni vanno assolutamente pensate e studiate. Come servizio iniziale e gratuito proponiamo ai nostri clienti una visita in loco: una verifica fondamentale qualora si debba intervenire su una cucina già esistente affinché possiamo renderci conto dello stato dei locali, dei colori delle pavimentazioni e delle cromie, di scarichi e impiantistica. Un’ispezione che ci consente di consigliare al meglio. Ovviamente la nostra creatività si esprime al massimo quando
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OGNI PROGETTAZIONE VIENE SVILUPPATA DA TRE ARREDATORI: IL PRIMO SI ATTIENE SCRUPOLOSAMENTE ALLE RICHIESTE O ALLA SOLUZIONE CHE IL CLIENTE HA IN MENTE; IL SECONDO, DOPO UN QUESTIONARIO, LAVORA SU EVENTUALI INCERTEZZE O INTERROGATIVI; IL TERZO PROPORRÀ UNA SOLUZIONE NUOVA E CREATIVA.
siamo chiamati a intervenire su una abitazione in fase di costruzione e quindi senza vincoli a livello di impiantistica.” Un’inventiva che sfocia in soluzioni inedite e moderne. “Per guardare oltre servono impegno e determinazione, tratti distintivi della nostra azienda che ha saputo rompere gli schemi e il modo di concepire l’arredamento con attenzione al cliente e design all’avanguardia. La nostra mission è trasformare la vostra casa in qualcosa di diverso, con progettazioni di misura per soddisfare al meglio le esigenze dei clienti.” E proprio da tale imperativo categorico tre anni fa è nato il marchio di cucine denominato Q-EXPERIENCE. “Quando la tecnologia tedesca si fonde al design italiano,” sintetizza Quadrelli. “Tutti i cucinieri presenti sul mercato in realtà sono assemblatori di cucina ovvero
acquistano le ante dalle aziende produttrici, le ferramenta (cerniere, pistoni e tutta la componentistica) da quelle già presenti sul mercato, idem per i piani da cucina e per gli elettrodomestici. Noi operiamo in sinergia con una tra le migliori aziende tedesche di componentistiche europee che ci fornisce meccanismi e casse con
le più importanti certificazioni, e con un’azienda italiana che produce ante perché, a livello di design, noi italiani abbiamo una marcia in più. Il risultato è un prodotto assolutamente originale e superiore in design, ergonomia, personalizzazione e qualità che sono alla base delle proposte Q_EXPERIENCE.”
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INNOVARE
Sigillo
HI-TECH IL FORLIVESE MATTEO PANZAVOLTA È LA MENTE DI AUTHENA, LA STARTUP SVIZZERA CHE BREVETTA SIGILLI DIGITALI PER PROTEGGERE L’AUTENTICITÀ DEI PRODOTTI E PREVENIRE LE CONTRAFFAZIONI. di Roberta Invidia
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In principio c’erano i sigilli di ceralacca, con il loro fascino vetusto fatto di stemmi e iniziali impressi dai timbri. Ora invece i sigilli diventano digitali, forse meno romantici, ma sicuramente più funzionali e tecnologici tanto da essere non solo una garanzia di integrità del prodotto, ma anche una finestra interattiva che, attraverso lo smartphone, si apre sull’intera storia di un prodotto, dall’origine allo scaffale, permettendo alle aziende di dialogare direttamente con i propri consumatori. A ideare questo sigillo che unisce l’Internet delle cose alla Blockchain, la tecnologia per gestire in maniera condivisa dati e informazioni impedendone la manipolazione, è Matteo Panzavolta, forlivese che dopo 20 anni di attività in alcune importanti multinazionali come General Electric, Alstom, Imerys e Honeywell, ha deciso di mettere a frutto la sua esperienza in un progetto già pluripremiato. Oggi, l’idea di Matteo si è concretizzata in una startup, Authena, nata nel 2018 che collabora con 20 produttori di vino in Italia e Spagna, diversi produttori di profumi di alta gamma, due multinazionali nell’agrochimico e ha già depositato richieste di brevetto sia per gli Usa che per l’Europa. Da Forlì alla Svizzera, passando per gli Usa…. “Dopo la laurea in Ingegneria Ambientale a Bologna e un Master al Politecnico di Milano, ho iniziato un’esperienza nelle grandi multinazionali che è durata quasi 20 anni e che mi ha portato a viaggiare molto e a vivere in diversi luoghi: da Firenze ad Atlanta, da New York a Parigi e dal 2009 in Svizzera, a Zurigo, con una parentesi di due anni a Losanna. In questi 20 anni ho lavorato come Executive in vari settori come Operations, Marketing e Innovation, gestendo team fino a 150 persone, sparsi in Europa, Asia e Usa.” Com’è nata l’idea di Authena? “Durante la mia esperienza mi sono dovuto scontrare spesso con
tre problematiche: la contraffazione dei prodotti, la presenza di mercati paralleli in cui un prodotto, seppure genuino, è venduto da venditori non autorizzati, e la mancanza di dati sugli utilizzatori finali integrati nei sistemi informativi e decisionali delle aziende. In particolare, nel mio ultimo ruolo come Head of Innovation in Honeywell, ho potuto valutare diverse tecnologie innovative e ho capito come la ‘giusta’ combinazione tra Internet of Things e Blockchain avrebbe potuto aiutarmi a risolvere questi 3 problemi che io ho sempre definito i ‘mal di testa’ di cui ho sofferto per tanti anni. È così che è nata Authena.” Qual è l’obiettivo di Authena? “In Authena crediamo in un
ATTRAVERSO IL NOSTRO SIGILLO, IL CONSUMATORE PUÒ ISTANTANEAMENTE AVERE ACCESSO A TUTTA LA STORIA E IL PERCORSO DI UN PRODOTTO E, SOPRATTUTTO, AVERE LA CERTEZZA CHE IL PRODOTTO È AUTENTICO E NON È MAI STATO APERTO.
mondo senza contraffazione. Il nostro obiettivo è rivoluzionare il modo in cui i marchi proteggono i loro prodotti e la loro reputazione contro la contraffazione e interagiscono con i loro clienti finali. Per fare questo abbiamo creato una piattaforma che permette di taggare, tracciare e autenticare prodotti nel settore dei prodotti alimentari e delle bevande, ma anche profumi e persino prodotti agrochimici.” Come funziona Authena e a quali necessità pratiche risponde? “Funziona con un dispositivo che si può inserire sui prodotti attraverso comuni macchine etichettatrici o si può integrare
IN APERTURA, MATTEO PANZAVOLTA (CEO DI AUTHENA) PREMIATO ALLA TOP 100 SWISS STARTUP PUBLIC VOTING AWARD.
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el, un programma di 3 mesi tra Gerusalemme e Tel Aviv destinato alle startup più promettenti. Sempre nel 2019 siamo stati riconosciuti da TechCrunch, il blog di tecnologia più famoso al mondo, come Top Pick nella categoria blockchain durante il TechCrunch Disrupt Berlin 2019. Nel settembre 2020 abbiamo ricevuto due importanti riconoscimenti che ci hanno fatti balzare su Forbes e altre testate giornalistiche in Svizzera ed Europa: il Luxury Innovation Award 2020 e il titolo di TOP 100 Swiss Startup Public Voting Award, la più famosa competizione per startup svizzera.” Progetti per il futuro?
IN ALTO, MATTEO PANZAVOLTA E NICOLA FANTINI (CHIEF PRODUCT OFFICER DI AUTHENA) MOSTRANO UNO DEI PRODOTTI INTEGRATI CON LA TECNOLOGIA DELLA LORO APP
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direttamente nel packaging, una sorta di sigillo fisico e digitale insieme, che è connesso con un public blockchain per creare un immutabile livello di sicurezza per l’identità del prodotto.” Un esempio pratico della sua utilità? “La protezione contro il refilling o il rabbocco: la forma più pericolosa di contraffazione per prodotti in forma liquida, in polvere o in gel e creme. Attraverso il nostro sigillo, il consumatore può istantaneamente avere accesso a tutta la storia e il percorso di un prodotto, conoscerne le certificazioni e, soprattutto, avere la certezza che il prodotto è autentico e non è mai stato aperto. Questo tipo di contraffazione non può essere prevenuta con QR code, semplici o complessi che siano, perché un QR code può essere facilmente copiato e replicato e non protegge contro l’apertura ed eventuale rabbocco del prodotto. Per avere una idea di quanto incidano questo tipo di contraffazioni basta guardare il film Sour Grapes (il docu-film incentrato sulla vera storia delle frodi nel mondo dei vini di Rudy Kurniawan N.d.A.).” In soli due anni già importanti riconoscimenti... “Nel 2019 siamo stati selezionati per far parte del prestigioso acceleratore MassChallenge Isra-
NEL SETTEMBRE 2020 ABBIAMO RICEVUTO DUE IMPORTANTI RICONOSCIMENTI CHE CI HANNO FATTI BALZARE SU FORBES E ALTRE TESTATE IN SVIZZERA ED EUROPA: IL LUXURY INNOVATION AWARD 2020 E IL TITOLO DI TOP 100 SWISS STARTUP PUBLIC VOTING AWARD.
“Abbiamo alcuni progetti importanti con multinazionali che possono aprire le porte ad una integrazione massiccia della nostra tecnologia e contiamo di avere le risorse necessarie per far crescere il nostro team. Al momento abbiamo personale in Svizzera, Ucraina, Italia, Brasile e Argentina e Stati Uniti.” E la Romagna? “Non ho dimenticato le miei origini italiane e in particolare romagnole: il mio sogno è quello di aiutare le eccellenze italiane nel proteggere e valorizzare il Made in Italy nel mondo e a comunicarne tutti i valori istantaneamente alle nuove generazione di consumatori. In Authena vogliamo creare un mondo più trasparente, connesso e autentico.”
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DANZARE
Tre paia
DI PUNTE DA DOVE VENGONO I BALLERINI DI OGGI E DOVE SONO ORA I BALLERINI PROFESSIONISTI DI DOMANI? ABBIAMO INCONTRATO TRE GIOVANI CHE DELLA DANZA HANNO FATTO – O VOGLIONO FARE – IL LORO MESTIERE.
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di Beatrice Loddo e Barbara Baronio
Uno sguardo profondo che “buca l’obbiettivo”, una capacità innata di catturare e rapire l’attenzione di chi la guarda ballare: classe 1991, Irene Salvi ha lasciato la sua Cesena 11 anni fa, a soli 18 anni, per trasferirsi a Londra e intraprendere il suo viaggio nella danza. Per 3 anni ha studiato nella scuola londinese The Centre - Performing Arts College per poi approdare a Los Angeles. “Sono stata accettata nel programma di studi di Dana Foglia, coreografa di Beyoncé,” racconta. “L’esperienza californiana mi ha decisamente cambiata: era da tempo che sognavo di volare fino a LA per essere una delle ballerine di MTV. Negli States la qualità della danza e dell’allenamento sono molto alti e questo percorso mi ha permesso di diventare una vera professionista.” Irene è la minore di tre fratelli ed è l’artista di famiglia: “Tutto ha avuto inizio a 4 anni, quando un giorno ho voluto seguire mia sorella più grande alla lezione di danza e da quel momento non ho mai smesso di ballare. Poi a Londra ho incontrato il mondo del musical e dell’hip hop e, realizzando che l’unico luogo dove li sentivo libera era la palestra di IN MAGAZINE
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ph Nicha Rodboon
danza, dopo il diploma mi sono trasferita là. All’inizio è stata dura, i tanti no alle audizioni sono momenti sempre duri da accettare, ma le soddisfazioni non sono mancate. Oggi non lavoro in una compagnia in particolare, ma ho all’attivo tante collaborazioni. In questi anni ho lavorato per MTV, gli EMA, i BRIT awards, Top of the pops e ho ballato per le Little Mix, Jax Jones, Bebe Rexha. Ho insegnato a livello internazionale in molti stage all’estero, arrivando anche a collaborare con la coreografa Parris Goebel che mi ha portato sul palco del The O2 Arena di Londra: un sogno diventato realtà!” Il percorso di Nicola Strada, ballerino professionista nato a Cesena, è costellato di nomi importanti: partito dalla sua città natale durante l’adolescenza per frequentare l’Accademia della Scala di Milano, oggi ha all’at34
IN MAGAZINE
tivo 7 anni presso il Bayerisches Staatsballett di Monaco di Baviera, 2 anni a Innsbruck nel Tanzkompanie Tiroler Landestheater, e 1 anno da freelancer durante il quale ha collaborato con le compagnie di St. Moritz, Monaco e il Ballet of Difference di Colonia. “È un mondo molto competitivo, e ci sono sempre audizioni per nuovi spettacoli,” ammette, ma nella voce c’è la determinazione di chi vuole superare ogni sfida. “Il mio obiettivo resta quello di ballare più che posso, anche perché rispetto a molti altri ragazzi ho iniziato tardi. I miei genitori (che sono i proprietari del Panificio Moderno a Cesena, N.d.A.) mi hanno sempre sostenuto, anche se non ne capiscono ancora molto di danza!” ride. “L’esperienza che porto nel cuore risale ad alcuni anni fa, a Monaco, quando ho partecipato al restaging di un balletto di Pina
VITE DEDICATE ALLA DANZA, QUELLE DI IRENE SALVI, NICOLA STRADA E ANGEL NEGRI. ANNI DI STUDIO E IMPEGNO AFFRONTATI CON PASSIONE CHE LI HANNO PORTATI A BALLARE IN SCUOLE E PALCHI INTERNAZIONALI, DA LOS ANGELES, A MONACO E A VIENNA.
Bausch: eravamo la prima compagnia a fare una cosa simile, ed è stata un’emozione unica.” Parlare di futuro, con i ballerini, è sempre complicato: “Ho già 29 anni, ma non voglio pensare a cosa farò dopo la danza. Spero di avere ancora una decina di anni per danzare, e di godermeli tutti.” Mentre Cesena offre talenti già maturi e ricchi di esperienza, Forlì, all’interno dell’Ateneo Danza,
IN APERTURA, LA BALLERINA DI HIP-HOP IRENE SALVI. IN ALTO, IL BALLERINO CESENATE NICOLA STRADA. A LATO, IL FORLIVESE ANGEL NEGRI.
sena.” Angel, figlio di albergatori forlivesi con un hotel a Lido di Classe, è stato iniziato prestissimo alla danza: “La prima baby-sitter che ho avuto aveva studiato danza classica, ha notato che ballavo sempre e ha consigliato ai miei genitori di iscrivermi a un corso di avviamento. A 3 anni ho iniziato il mio percorso nel mondo della danza e da quel momento non mi sono più fermato. Devo tanto anche a Stefania Sansavini e Valentina Falcini di Ateneo Danza, grazie a loro ho viaggiato tantissimo, sono stato anche a New York, Stoccarda, Birmingham… Per un ballerino poter viaggiare e incontrare nuovi insegnanti è fondamentale. Mi piacerebbe un giorno diventare insegnante di danza e poter spronare i ragazzi che entrano in accademia a fare la differenza.”
filodellavita
L’anello filodellavita rappresenta la vita di ciascuno di noi, ogni vita è diversa da quella di chiunque altro... ma per tutti unica e irripetibile...
ph Casting fotograf
ha cresciuto alcuni di quelli che potrebbero essere i talenti di domani. Tra questi Angel Negri, appena diplomato, che è rientrato all’accademia dell’Opera di Staadt di Vienna, per un anno di perfezionamento: nato nel 2002, avrebbe l’età giusta per mettersi alla ricerca di una compagnia, ma l’emergenza Covid ha fatto saltare tutte le audizioni. “Sono molto felice di avere la possibilità di restare un anno in più: sarà molto importante sfruttare al massimo questa occasione.” Sono stati cinque anni di studio e impegno, affrontati sempre con grande passione: “In questi anni, oltre a esercitarmi tutti i giorni per migliorarmi il più possibile, ho studiato alla scuola tedesca dell’accademia, e anche come privatista al Blaise Pascal di Ce-
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ABITARE
Hollywood
È QUI
MICHELE MANUZZI ED ERIKA GALBUCCI HANNO TRASFORMATO IN AGRITURISMO GOURMET LA DIMORA CHE FU DI MONTY BANKS, CESENATE E DIVO DEL CINEMA AMERICANO DI INIZIO NOVECENTO.
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testo e foto di Giulia Masci Ametta
Uno sperone di tufo dal quale si apre la vista sulle colline cesenati, sul centro storico e, infine, nelle giornate di cielo terso, sul mare. Qui sorge Villa Monty Banks, nel luogo che grazie alla sua posizione strategica e poetica, fin dal 1600 viene chiamato Belvedere di Cesena. In questo luogo magico, inserito da sempre nella memoria collettiva degli abitanti, Michele Manuzzi ed Erika Galbucci, uniti nella vita e nel lavoro, hanno ristrutturato la villa e ideato l’intero progetto con l’intenzione di restituire alla città la memoria e l’eredità dell’attore, regista e ballerino cesenate Mario Bianchi, divenuto famoso agli inizi del Novecento con il nome di Monty Banks. L’obiettivo? Farne una struttura ricettiva ma “fuori dagli schemi”, come afferma Michele Manuzzi, presidente della holding del Cesena FC. “Villa Monty Banks è un agriturismo gourmet, un agri-resort con undici camere immerse nel verde, dove scoprire la tradizione enogastronomica del nostro territorio, dove vedere dall’alto la città senza doverne sentire i rumori.” Ci circonda in effetti solo il ru-
more del ricircolo dell’acqua della piscina con vista Cesena e del vento di un tardo pomeriggio autunnale, che si appoggia piano contro il vetro delle settanta finestre della villa. Una ristrutturazione conservativa durata tre anni, quella della famiglia Manuzzi, volta a riportare al naturale splendore un’architettura diversa da quella a cui solitamente siamo abituati. Il gusto liberty inglese voluto dall’attore si fonde con un’idea di paesaggio fiorentino del Seicento fatto di cipressi dell’epoca e lascito dei primi proprietari, gli Albizzi. I materiali utilizzati parlano di un passato opulento fatto di Marmo Verde Alpi e Calacatta, gli echi sfacciatamente hollywoodiani di Monty Banks poi si riconoscono nell’imponenza dei volumi e nella maestosità delle finiture. Ma questa ristrutturazione è soprattutto un progetto che nasce in famiglia, con la famiglia. Per Erika e Michele infatti l’innamoramento nei confronti della villa è stato così forte da volervi celebrare il loro matrimonio, il 18 luglio 2015 (da cui prenderà nome anche il loro Extra Brut Metodo Classico 18/07). Si sono svolte su questa collina quindi le prove geIN MAGAZINE
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ph Steven Cattan
Chi era MONTY BANKS
E se si parla di tempo e di memoria, impossibile non citare il lavoro di recupero di storie, scritte e orali, sul primo proprietario della villa, Monty Banks. Erika Galbucci, background che attinge al marketing e al design, ci racconta la ricerca e la cura dietro il restauro – anche in termini di memoria – di una villa dal passato importate. “Cerchiamo di raccogliere e custodire l’eredità di Mario Bianchi, dalle
ph Steven Cattan
UNA RISTRUTTURAZIONE CONSERVATIVA DURATA TRE ANNI, VOLTA A RIPORTARE AL NATURALE SPLENDORE LA VILLA, OGGI UN AGRITURISMO GOURMET. UN LUOGO IN CUI VEDERE DALL’ALTO LA CITTÀ SENZA DOVERNE SENTIRE I RUMORI.
nerali di quello che sarebbe stato poi il loro progetto futuro, su cui investire tempo, conoscenze e passione. Tutto nell’arredamento della villa non poteva che parlare e raccontare di loro. I quadri appesi alle pareti, gli oggetti di design, i richiami all’arte indiana, fino alla personale collezione di oltre trenta bonsai, fil rouge botanico di ogni ambiente e simbolo di cura e dedizione a una bellezza che dura nel tempo.
Nato a Cesena nel 1897, Mario Bianchi è passato alla storia come Monty Banks e, sebbene siano in pochi a conoscere la sua storia, tra il 1916 e il 1945 è stato tra i protagonisti prima del cinema muto e poi di quello sonoro nei panni di attore, regista e produttore cinematografico, dirigendo tra i suoi ultimi film anche la celebre coppia di Stan Laurel e Oliver Hardy (Stanlio e Ollio per il pubblico italiano). Emigrato giovanissimo negli Stati Uniti dove inizia la sua carriera artistica come ballerino, nel 1918 cambia nome in Monty Banks. Con l’arrivo del cinema sonoro, la sua attività si concentra soprattutto sulla regia e sulla sceneggiatura. Si trasferisce in Gran Bretagna dove produce anche i suoi film di maggior successo per poi rientrare negli Usa allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Ma non dimenticherà mai Cesena con numerose opere di beneficenza in favore dei bambini e dei bisognosi. E proprio a Cesena aveva scelto di far realizzare la sua residenza unendo la sua avventurosa vita da cinema alla tranquillità dei colli cesenati.
IN APERTURA, MICHELE MANUZZI ED ERIKA GALBUCCI. IN QUESTA PAGINA, GLI ESTERNI DELLA VILLA CON LA PISCINA AFFACCIATA SULLE COLLINE.
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UNA VILLA DAL PASSATO IMPORTATE. “CERCHIAMO DI RACCOGLIERE E CUSTODIRE L’EREDITÀ DI MARIO BIANCHI,” RACCONTA ERIKA GALBUCCI. UN PROGETTO POLIEDRICO DOVE IL TURISMO INCONTRA NON SOLO LA RISTORAZIONE MA ANCHE L’AGRICOLTURA.
IN ALTO, UNO DEI BONSAI DELLA COLLEZIONE DI MICHELE MANUZZI. IN BASSO, I TITOLARI CON IL FIGLIO MICHELE.
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memorie dirette dei cesenati che conoscevano il padre, dal dottore all’amico di famiglia, fino al recupero di fotografie storiche archiviate all’estero. Da quando abbiamo inaugurato continuano ad arrivarci lettere e testimonianze delle più disparate, c’è persino chi giura di aver visto all’epoca Tyrone Power, amico intimo di Banks,
girare per Ponte Abbadesse!” Architettura, storia e leggende si incrociano in un progetto poliedrico dove il turismo incontra non solo la ristorazione ma anche l’agricoltura. Con oltre ventiquattro ettari di terreno tra Cesena, Sorrivoli e Carpineta, Villa Monty Banks vuole essere un’eccellenza anche a
livello di materie prime. A gestire la parte agricola il ventisettenne Edoardo Manuzzi, figlio di Michele. “Produciamo olio e vino, ma siamo lontani dall’immaginario di agricoltura intensiva. Raccogliamo le olive dei nostri 250 ulivi anticipatamente proprio per avere un prodotto selezionato, che mantenga il suo profumo, a discapito spesso della quantità.” Qualità infatti è la parola ricorrente quando si parla di prodotti e nuovi progetti. Non solo olio e vini, ma in un futuro prossimo grano e farine antiche, tartufi locali, vermouth e aceti di produzione propria. “Abbiamo un sacco di idee nella testa e ci piace sperimentare.” Allo stesso modo, a capo della brigata di cucina, c’è un giovanissimo sperimentatore, lo chef Nicholas Cacchi, che propone un menu improntato sull’esaltazione dei prodotti dell’orto e del territorio. Da Hollywood a Cesena, passando per grandi progetti che diventano sogni e uno spirito imprenditoriale tutto romagnolo, ancora una volta l’entroterra ci ricorda che sono tante le storie da raccontare e da far scoprire.
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Quando il caso clinico lo consente e a discrezione dell’odontoiatra, la precisione del digitale permette di "utilizzare metodiche minimamente invasive (tecnica senza lembi) con forte riduzione del post-operatorio sia in terminiediadolore, che di assunzione di farmaci". (**) Quando il caso clinico lo consente discrezione dell’odontoiatra, la precisione del digitale permette di "utilizzare metodiche minimamente invasive (tecnica senza lembi) con forte riduzione del post-operatorio sia in
Comunicazione Comunicazione informativainformativa sanitaria ai sanitaria sensi della ai legge sensi della n. 145/2018 legge n. 145/2018
termini di dolore, che di assunzione di farmaci". (**)
VISITA APPROFONDITA VISITA APPROFONDITA
SCANSIONE E RICOSTRUZIONE 3D SCANSIONE E RICOSTRUZIONE 3D
PROGETTAZIONE 3D E PRODUZIONE SU MISURA PROGETTAZIONE 3D E PRODUZIONE SU MISURA
METODICHE MINIMAMENTE INVASIVE METODICHE MINIMAMENTE INVASIVE
GRAZIE AL FLUSSO DIGITALE ESEGUIAMO L’INTERVENTO IMPLANTOLOGIA E IL POSIZIONAMENTO GRAZIEDI AL FLUSSO DIGITALE ESEGUIAMO L’INTERVENTO DEI DENTI IN UNAE SOLA SEDUTA. (***) DI IMPLANTOLOGIA IL POSIZIONAMENTO DEI DENTI IN UNA SOLA SEDUTA. (***)
(*) applichiamo i protocolli condivisi con Inail per lavorare in sicurezza e “le indicazioni operative per l’attività odontoiatrica durante la fase 2 della pandemia COVID-19” per accogliere i pazienti in sicurezza. (**) Hutlin M, et al. Clinical advantages of computer-guided implant placement: systematic review. Clin. Oral Implants Res. 23 (Suppl.6) 2012. (***) Quando clinicamente possibile e a discrezione dell’odontoiatra. (*) applichiamo i protocolli condivisi con Inail per lavorare in sicurezza e “le indicazioni operative per l’attività odontoiatrica durante la fase 2 della pandemia COVID-19” per accogliere i pazienti in sicurezza. (**) Hutlin M, et al. Clinical advantages of computer-guided implant placement: systematic review. Clin. Oral Implants Res. 23 (Suppl.6) 2012. (***) Quando clinicamente possibile e a discrezione dell’odontoiatra.
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RAVENNA P.G. 51766 del 29/04/2014 dir. sanitario Dott. Fabio Fusconi
Aut. Sanit n° 28/2019 del 08/03/2019 dir. sanitaria Dott.ssa Cristiana Manco
Aut. Sanit n° 1/2018 del 19/01/2018 dir. sanitario Dott. Marco Lolli
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iscritta all’albo odontoiatri di Ravenna n°383
iscritto all’albo odontoiatri di Forlì-Cesena n°694
iscritto all’albo odontoiatri di
P.G. 51766 del 29/04/2014 dir. sanitario Dott. Fabio Fusconi
clinicadentalesantateresa.com clinicadentalesantateresa.com
Aut. Sanit n° 28/2019 del 08/03/2019 dir. sanitaria Dott.ssa Cristiana Manco
Aut. Sanit n° 1/2018 del 19/01/2018 dir. sanitario Dott. Marco Lolli
Viale G. Oberdan, 184 Cesena (FC) 0547 20587 info@urbanhub.it urbanhub.it urbanhubitalia urbanhubitalia
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SIBONI AUTO NUOVA SEDE, STESSI VALORI
SIBONI AUTO CAMBIA INDIRIZZO E RINNOVA LA SUA ESPOSIZIONE IN VIA RAVEGNANA 407.
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La trasparenza, la familiarità e l’affidabilità di sempre continuano a contraddistinguere nel panorama forlivese Siboni Auto, che ha recentemente cambiato sede per rispondere alle rinnovate esigenze della clientela. La storia nel mondo delle auto di Werter Siboni, fondatore dell’azienda, nasce da una passione per i motori che, nel tempo, si consolida sempre più sfociando nel progetto di un autosalone, con una filosofia di base: riuscire a creare un ambiente di fiducia, un luogo dove rivolgersi a consulenti esperti per qualsiasi necessità, anche dopo l’acquisto.A seguito di un importante percorso con Opel e Bmw, nel 2007 Werter riuscì ad aprire un punto vendita in viale Roma, dedicandosi alla auto usate. Di lì a poco, si rese conto che la
sua realtà cominciava a stare stretta. “La scelta di spostarci è maturata anche grazie all’emergenza Coronavirus, che ha sbloccato alcune situazioni,” rivela Werter, “e che ci ha permesso, paradossalmente, di rilanciare l’attività in nuovi locali alla ripartenza. In momenti come questo bisogna agire in attacco, senza timore. Non abbiamo lavorato per mesi, come tutti, ma la riapertura ci ha fatto accelerare in un progetto che per noi era di fondamentale importanza. Abbiamo approfittato del momento di pausa per gestire lo spostamento in una zona più strategica. Ed è stata una scelta vincente, che già oggi comincia a mostrare i propri frutti.” Da poco più di un mese Siboni Auto si è spostata in via Ravegnana al civico 407,
QUI IN ALTO, WERTER SIBONI. A DESTRA GLI SPAZI DELLA NUOVA CONCESSIONARIA DI VIA RAVEGNANA, N. 407 A FORLÌ.
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“LA RIAPERTURA CI HA FATTO ACCELERARE IN UN PROGETTO CHE PER NOI ERA DI FONDAMENTALE IMPORTANZA. ABBIAMO APPROFITTATO DEL MOMENTO DI PAUSA PER GESTIRE LO SPOSTAMENTO IN UNA ZONA PIÙ STRATEGICA. ED È STATA UNA SCELTA VINCENTE.”
all’interno degli spazi che in passato, hanno ospitato il prestigioso marchio Mercedes Benz,rappresentato dalla famiglia De Stefani. “La zona è ideale, anche perché è situata vicina al casello autostradale e al centro commerciale Punta di Ferro; non solo ci siamo allargati, ma abbiamo anche trovato il modo di farlo, rendendo molto più facile per i nostri clienti venire a trovarci, grazie a un ampio parcheggio.” Un cambiamento importante, certo, ma come sottolinea Werter: “cambia l’indirizzo, ma non lo stile e l’atmosfera: siamo sempre noi.” Entrare in Siboni Auto significa, come sempre, entrare in un ambiente familiare, in cui Werter, insieme al suo staff, sono a disposizione per trovare la giusta soluzione per un usato di qualità, all’insegna
dell’affidabilità e dell’esperienza. “Siamo felici quando riusciamo a creare un rapporto che vada oltre il semplice servizio e cerchiamo sempre di offrire come valore aggiunto la trasparenza e l’affidabilità.”
Via Ravegnana 407, Forlì | T. 0543 788868 | siboniauto@siboniauto.it | www.siboniauto.it IN MAGAZINE
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ESPLORARE
Abitare
VIAGGIANDO PARTIRE ALL’AVVENTURA, A CONTATTO CON LA NATURA E IL TERRITORIO, IN QUALSIASI STAGIONE: INCONTRIAMO ROY BERARDI E ALICE FABBRI, CHE CI RACCONTANO DELLE LORO VACANZE ITINERANTI CON IL CAMPER. di Clarissa Costa
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Vacanze en plein air, all’aria aperta, per scoprire il nostro Bel Paese in un modo più libero e indipendente: il camper è un veicolo itinerante che nutre il nostro desiderio di libertà senza confini, un mezzo che persuade sempre più viaggiatori, non solo come alternativa al turismo di massa, ma anche perché soddisfa quel crescente bisogno di decelerazione e di legame con la natura, di sperimentare una diversa qualità del proprio tempo libero. E se pensate che la vacanza in camper sia una prerogativa della stagione estiva, vi sbagliate: l’autunno è uno dei periodi più belli in cui viaggiare, anche solo per una fuga di un weekend. Come non approfittarne per ammirare il foliage, in tutta tranquillità? “L’area di Tredozio è perfetta da visitare in questo periodo dell’anno, per fare passeggiate al Lago di Ponte, trekking ed escursioni in bicicletta. Anche la Valle del Bidente è una zona che ama i camperisti,” spiega Roy Berardi, giornalista, storico reporter della rivista PleinAir e viaggiatore originario di Forlimpopoli. “Viaggiando con il camper nei mesi invernali, poi, gli scenari sono fiabeschi: è davvero una sensazione unica contemplare la neve dalla finestra, in un momento di relax ma anche mentre si lavora. È sicuramente un beneficio per lo spirito.” Negli ultimi mesi – in particolare a causa dell’esigenza di evitare assembramenti – il numero delle nuove reclute di questa community è quasi raddoppiato. “Questa impennata ci fa ben sperare per il futuro del settore,” continua Berardi. Come ci insegnano le diverse generazioni di viaggiatori, quello per il camper è un amore che una volta provato non si dimentica facilmente. “È un’esperienza diversa, ti dà delle sensazioni particolari,” racconta. “Si vive in una piccola cellula abitativa autosufficiente e molto raccolta, un domicilio temporaneo mobile con il quale puoi viaggiare e scoprire la natura. Ed è proprio questo il
bello: viaggiare ma anche vivere la pace del camper quando sei arrivato a destinazione.” Nella sua carriera ed esperienza come camperista, Roy Berardi ha visto tutta l’evoluzione del settore e di questa forma di turismo, unendo nel 1989 la passione per il viaggio e per la vacanza alternativa con quella per il giornalismo. “Ho acquistato il mio primo camperino nel 1984, usato e un po’ sgangherato, dopo delle prime esperienze in tenda e in roulotte. Dai miei viaggi, ho scritto tantissimi reportage, 150 solo per PleinAir.” Consigli per i neofiti che si avvicinano per la prima volta a questo mezzo? “Raccomando di prepararsi il percorso prima della partenza. È vero che in teoria si
LA ROMAGNA GODE DI NUMEROSI CAMPEGGI-NATURA, PRESTANDOSI BENE AL TURISMO PLEIN AIR. “SIAMO NEL BARICENTRO TRA MARE, COLLINA E MONTAGNA,” DICE BERARDI. “IN QUALSIASI STAGIONE LA ROMAGNA PUÒ ESSERE UNA META PER TUTTI I CAMPERISTI.”
può pernottare dappertutto, ma è meglio affidarsi ai campeggi e agli agri-campeggi, e aree attrezzate per le esigenze dei camperisti. Bisogna anche tenere a mente che il camper è un veicolo ingombrante ed è doveroso essere responsabili nello spostarsi, e che richiede anche una certa manutenzione affinché tutto vada per il meglio durante il viaggio. Consiglio poi di cercare di instaurare un rapporto con il territorio e con i residenti: il camper serve proprio a questo, non per attraversare un territorio ma per viverlo. È lo strumento ideale perché al suo interno possiamo anche stivare la bicicletta, la canoa, la moto, gli sci e lo snowboard, e così amplia-
IN APERTURA, ALICE FABBRI DI BOSCO INSIEME AL COMPAGNO, IN VACANZA.
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IL CAMPER È UNA BUONA ALTERNATIVA PER UNA VACANZA PET-FRIENDLY. “ABBIAMO UNA BASSET HOUND E UN ALANO DI 70 KG, PIUTTOSTO IMPEGNATIVO!” SPIEGA ALICE FABBRI. “ABBIAMO TROVATO VERAMENTE TUTTO A NOSTRA MISURA, ANCHE CON I CANI.”
IN ALTO, IL GIORNALISTA ROY BERARDI DURANTE UNO DEI SUOI VIAGGI. A LATO, CAMILLA E TINTO, I CANI DI ALICE FABBRI.
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mo ancora di più le possibilità di questo mezzo e in generale della vacanza, in tutte le stagioni.” La Romagna gode di numerosi campeggi-natura, ovvero agriturismi e aziende agricole, e naturalmente campeggi e aree di sosta, prestandosi quindi molto bene a questo tipo di turismo. “Siamo nel baricentro tra mare, collina e montagna,” continua Berardi. “In qualsiasi stagione la Romagna può essere una meta per tutti i camperisti. Proprio per promuovere le offerte e le strutture del nostro territorio a livello nazionale, abbiamo sviluppato un progetto finanziato dall’Unione Europea che ha coinvolto 31 comuni del territorio: una guida intitolata L’altra Romagna en plein air, realizzata dal Gal L’altra Romagna in collaborazione con PleinAir.” Tra coloro invece che si sono av-
vicinati da poco a questo mondo c’è Alice Fabbri, proprietaria della bottega Bosco - piante e oggetti quotidiani, a Forlì, che insieme al compagno ha scelto il camper come mezzo per spostarsi in vacanza in compagnia dei due cani. E a entrambi, i cani, piacciono come le loro piante: grandi! “Abbiamo una basset hound di nome Camilla e un alano, Tinto, di 70 kg, piuttosto impegnativo! Abbiamo scelto di noleggiare un camper perché molte strutture non accettano cani di questa taglia. Nel complesso direi siamo stati fortunati, Camilla e Tinto si sono abituati bene al viaggio,” racconta Alice Fabbri. “Inizialmente li ha un po’ disorientati il fatto di essere in una casa su ruo-
te, ma in poco si sono adattati ai nuovi ritmi.” Si tratta quindi, con le giuste accortezze, di un’alternativa per una vacanza pet-friendly. “Di aree camper ce ne sono tantissime e sono tutte bene segnalate. Noi siamo molto amanti della montagna e del verde, e per l’ultimo viaggio abbiamo scelto di tornare in Val D’Aosta, in un campeggio ai piedi del Gran Paradiso, da cui partivamo alla mattina per fare camminate lungo i sentieri: con il virus in corso, era il posto migliore per restare isolati.” Sono ormai due anni che Alice e il compagno si godono le ferie in camper, e sperano di fare un’altra vacanza a gennaio, lavoro permettendo. “Siamo molto contenti di questa scelta, abbiamo trovato veramente tutto a nostra misura, anche con i cani. Il camper è diventata una passione perché ti regala quella libertà di muoverti, ancora più della roulotte con la quale, in passato, ho fatto vacanze in famiglia. Ti permette di sentirti tranquillo a livello di sicurezza ma anche di spostarti se non trovi il luogo adatto: libertà a 360°. Noi, per via del negozio, ci troviamo tutti i giorni a contatto con le persone e ora amiamo proprio staccare isolandoci e vivere un po’ di tranquillità. A Forlì siamo fortunati perché siamo a metà tra il mare e la collina, un punto davvero strategico!”
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“Il nostro punto di forza è la qualità del servizio correlata alla tempestività,” afferma l’ingegnere Andrea Bassi. “Quando ci viene posto un quesito da parte dei ns. clienti, riusciamo a dare tempestivo e fattivo riscontro già dal primo contatto telefonico.” Andrea Bassi è anche vicepresidente e guida Prosit insieme al padre, ed al fratello gemello Gabriele, rispettivamente presidente e consigliere: realtà che conta 15 addetti tra soci, dipendenti e collaboratori. “Le persone che operano in Prosit sono la nostra forza. Il turn over è praticamente azzerato da anni e questo ci permette sia di tenere costantemente aggiornato il nostro know-how sia, al tempo stesso, di conservare memoria storica del percorso intrapreso con i nostri clienti.”
La tempestività è dunque il risultato di un’organizzazione votata alla valorizzazione delle professionalità interne. La sede di Prosit è al primo piano di Viale della Libertà, proprio di fronte alla Stazione di Forlì, e gli ampi uffici ospitano i responsabili di ciascun settore di intervento. “Siamo come “medici” specializzati nelle varie branche. Per ciascun settore di intervento – sicurezza sul lavoro e nei cantieri, prevenzione incendi, ingegneria forense, ambiente e qualità, acustica, sistemi di gestione UNI ISO 45001 e 14001 – noi abbiamo una o più risorse specifiche che possono dare risposte esaurienti e, soprattutto, che riescono a dare una risoluzione concreta delle problematiche.” Non sono solo parole. Prosit ha un ventaglio di clienti di al-
QUI IN ALTO, DA SINISTRA A DESTRA CI SONO GABRIELE BATTISTA E ANDREA. NELLA PAGINA ACCANTO, PARTE DELLO STAFF AZIENDALE PROSIT.
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“INDIVIDUIAMO OGNI VOLTA LA SOLUZIONE IDEALE PER CIASCUN CLIENTE, RIUSCENDO AD OTTIMIZZARE TEMPI E COSTI DI INTERVENTO IN BASE ALLE CONCRETE ESIGENZE.”
tissimo livello e, di conseguenza, con esigenze e complessità proporzionali. Il curriculum della società abbraccia tutte le attività economiche dei vari settori. Basti sapere che parliamo di istituzioni pubbliche, banche, istituti scolastici, aeroporti, imprese ma anche di strutture aperte al pubblico come hotel, campeggi, residence, cinema, e multisala, centri commerciali, farmacie, palestre, ristoranti, case di riposo e di cura, comparto agroalimentare, cantine vitivinicole ecc... D’altronde Prosit ha una lunga storia alle spalle. Nata nel 1977 come società di consulenza, ha orientato fin dall’inizio la sua attività alla gestione delle problematiche relative a sicu-
rezza, antincendio, ambiente e qualità ponendosi a fianco di enti e imprese per fornire loro un aiuto concreto ed efficace in materia. È cresciuta dunque negli anni diventando una società di servizio globale a livello nazionale e internazionale capace di curare ogni aspetto, dalle pratiche di certificazione agli interventi di ingegneria applicata alla sicurezza, realizzando progetti efficaci su misura per la tutela di ambienti e persone. “Tutti parlano di servizi su misura,” continua Andrea Bassi, “ma pochi applicano seriamente questo principio. Noi sviluppiamo ogni progetto operando, come è ovvio, nel rispetto delle normative di sicurezza, antincendio, igie-
ne dell’ambiente ma non ci limitiamo ad un’applicazione passiva delle direttive, perché ogni realtà ha le sue specificità. Noi individuiamo ogni volta la soluzione ideale per quel cliente, riuscendo ad ottimizzare tempi e costi di intervento in base alle concrete esigenze.” In questo contesto si spiega l’innesto, nei servizi di Prosit, dell’organizzazione di corsi e convegni, organizzati sia al fine di massimizzare le competenze degli addetti ai lavori ma anche per diffondere una vera e propria cultura della sicurezza che, soprattutto oggi, assume un ruolo non solo prioritario e strategico ma diventa un importante fattore di vantaggio competitivo.
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Banca del gruppo
Romagna
CON LE ALI SULLA ROMAGNA FORLÌ
UNA PERLA DAL VOLTO NOTO
CESENA
MALATESTA VALLEY
RAVENNA
UNA CITTÀ DIVERSA
RIMINI
FUORI STAGIONE
FORLÌ
Una perla dal
VOLTO NOTO UNA GUIDA POETICA PER FORLÌ E LA SUA VITA (NON) SEGRETA, QUANDO ALTROVE È LA STAGIONE DEL LETARGO. di Beatrice Loddo / ph Andrea Bonavita
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Forlì si svuota d’estate, quando i suoi cittadini sono attirati dall’ipnotica calamita della Riviera, e in inverno sembra offrire poche attrattive, con la piazza spalancata sul cielo grigio e le persone che camminano di fretta verso le proprie case, il volto nascosto nel bavero dell’impermeabile. Eppure è in inverno che Forlì sembra svelare il suo fascino di città di provincia, con gli appuntamenti immancabili nel locale preferito, le cioccolate calde e i the dai sapori sempre diversi, la compagnia delle persone care che non hanno impegni lontano
A FORLÌ C’È IL FASCINO ROMANTICO DEI TANTI PARCHI CITTADINI, C’È QUEL CLIMA DI ATTESA E FRETTA INFREDDOLITA DI RIENTRARE DURANTE GLI INGORGHI ALL’USCITA DAL LAVORO, QUANDO LE LUCI DELLE AUTO FANNO DA LUMINARIA ALL’INTERA CITTÀ.
da casa, non sono in vacanza, non fanno la staffetta dal mare alla città – sempre che non siano fra gli amanti della collina e della montagna: ma in quel caso sai che aspettano la neve in Campigna. C’è il fascino romantico dei tanti parchi cittadini, in cui poche famiglie si attardano alle 5 della sera, illuminati a tratti mentre a terra i passi sono annunciati dal crepitare delle foglie; c’è quel clima di attesa e quella fretta infreddolita di rientrare durante gli ingorghi all’uscita dal lavoro, quando le luci delle auto fanno da luminaria all’intera città. C’è la ricerca degli eventi, sempre numerosissimi, le rassegne culturali, i festival di teatro e di arte, le mostre al San Domenico, i locali della musica dal vivo, tutto un mondo che non è abbastanza 56
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sommerso da essere underground in una città troppo piccola per ammettere ignoranza. Forlì è la rassicurante perla dal volto noto, in cui le novità sono subito abbracciate e fatte abitudine, un dono che non tutte le città hanno, soprattutto in Romagna, mondo della movida e del divertimento, mondo della bella vita che anche in inverno trova il modo di essere turistica, provocatoria e insolita nelle proposte. Di sorprese a Forlì invece ce ne sono poche, ma sono sempre preziose. Talvolta è una nuova
IN APERTURA, VISTA SUI GIARDINI PUBBLICI E PARCO DELLA RESISTENZA CON, IN PRIMO PIANO, LA SCULTURA IN BRONZO SULLA COLONNA DEL MONUMENTO AI CADUTI IN PIAZZALE DELLA VITTORIA. QUI ACCANTO, LO SVINCOLO SU VIALE DELLA COSTITUZIONE VERSO VILLA SELVA.
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AMARE FORLÌ È FIN TROPPO SEMPLICE: PER I RITAGLI DI VERDE SPARSI PER LA CITTÀ, PER LE PROPOSTE DEL CIBO E DEL VINO, PER L’OFFERTA MUSEALE DI ASSOLUTO RILIEVO, PER IL CENTRO STORICO DOMINATO DA UNA DELLE PIAZZE PIÙ GRANDI D’ITALIA.
IN BASSO, IN PRIMO PIANO, IL COMPLESSO DEI MUSEI SAN DOMENICO. IN ALTO, SULLO SFONDO, PIAZZA SAFFI CON LA TORRE CIVICA E LA TORRE DELLA BASILICA DI SAN MERCURIALE.
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apertura che cambia il volto di una piazza o di una strada altrimenti sempre uguale, talvolta è la scoperta che, a pochi passi dalla solita strada, oltre un portone sempre socchiuso e ignorato, si nascondono da secoli straordinari affreschi; talvolta è semplicemente un incontro, e se si è fortunati si tratta di un incontro dei più rari, di quelli con se stessi. Sotto all’apparente patina di im-
mobilità, Forlì sa essere una città bellissima per chi trova la poesia del chiacchiericcio del bar, delle nubi di condensa appena usciti dal locale, delle luminarie natalizie troppo presto, dei soliti volti di ignoti cittadini che però fanno parte della città quasi quanto l’architettura, lo scalone del Comune, la statua del Saffi, il monumento in Piazza della Vittoria, la skyline con la torre dell’orologio e il campanile di San Mercuriale. Amare Forlì da turisti è fin troppo semplice: il Cittadone è amatissimo per i suoi viali alberati, per i ritagli di verde sparsi per la città, per le proposte del cibo e del vino che offrono ai cultori piccoli gioielli di bontà, per l’offerta museale di assoluto rilievo, per il centro storico dominato da una delle piazze più grandi d’Italia. Vivere Forlì da dentro, viverla fino in fondo in tutti i suoi pregi e i suoi difetti, senza passività, è per pochi: chi sa farlo, però, è un po’ turista tutti i giorni.
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CREDITO COOPERATIVO ROMAGNOLO LA BANCA LOCALE CON L’ANIMA DIGITALE
IL CREDITO COOPERATIVO ROMAGNOLO DA TEMPO INVESTE PER DARE AI PROPRI SOCI E CLIENTI SERVIZI SEMPRE PIÙ AL PASSO CON I TEMPI. UNA SCOMMESSA CHE HA GIÀ DATO I SUOI BUONI FRUTTI.
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Una banca locale con una spiccata capacità di innovare per dare ai propri Soci e Clienti servizi sempre più avanzati. Questo è il Credito Cooperativo Romagnolo, la Banca del territorio che da tempo ha intrapreso una importante trasformazione digitale. Una sorta di “rivoluzione gentile” senza forzature nei confronti dei clienti più tradizionali, per i quali le filiali restano un punto di riferimento, ma che di anno in anno vede la Banca scommettere sempre di più su strumenti ad alto contenuto tecnologico. Una delle grandi innovazioni che il CCR ha lanciato nel 2020 è senza dubbio “Sophia”, l’assistente virtuale che accompagna la navigazione degli utenti su tutti i canali digitali della Banca. La scelta di un assistente virtuale in forma di
chatbot, sviluppato insieme a Injenia, ha diversi vantaggi sia dal punto di vista bancario che dal punto di vista dell’utente. Sito e App sono strumenti sempre più utilizzati, ma spesso chi naviga non riesce a trovare le informazioni che cerca in modo rapido. È qui che interviene l’intelligenza artificiale di Sophia, facilitando la comunicazione con i clienti che possono indirizzare alla chatbot le proprie domande, ottenendo risposte in modo veloce e con un ‘tocco umano’. Infatti, una delle caratteristiche di Sophia è proprio quella di saper imparare dall’esperienza, migliorando continuamente le sue modalità di interazione con le persone. Un risultato affatto scontato frutto anche della capacità della Banca di trasmettere all’assistente virtuale tutte
IN ALTO LA FILIALE CCR DI VIALE BOVIO A CESENA. NELLA PAGINA ACCANTO LE NOVITÀ CCR PREMIUM E SOPHIA, L’ASSISTENTE VIRTUALE.
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UNA VISIONE CHE UNISCE TRADIZIONE E MODERNITÀ, CHE IL CREDITO COOPERATIVO ROMAGNOLO HA SAPUTO ANCHE TRASFERIRE NEL SUO RAPPORTO CON LA COMUNITÀ LOCALE.
le informazioni per renderlo sempre più performante. Un primo step del ‘training’ di Sophia è stato proprio il trasferimento da parte degli operatori bancari delle conoscenze necessarie per permettere al bot di rispondere in autonomia alle domande più comuni dei clienti. Automatizzare le operazioni più ripetitive ha indubbi vantaggi non solo dal lato cliente, ma anche dal punto di vista bancario perché consente al personale di concentrarsi su attività a più alto valore strategico. E i risultati dei primi mesi di Sophia sembrano confermare la bontà della direzione intrapresa, con oltre 1.500 persone che si sono rivolte all’assistente virtuale ricevendo risposte adeguate alle loro richieste nell’87% dei casi. Altro fiore all’occhiello dell’offerta digitale del Credito Cooperativo Romagnolo è l’App CCR Premium: il programma di fedeltà digitale che sta per festeggiare il suo secondo compleanno. L’App consente ai Soci di accumulare punti virtuali che poi si trasformano in tanti vantaggi reali (sconti nei negozi, ingressi omaggio, premi). Il lancio di CCR Premium ha distinto il Credito Cooperativo Romagnolo anche all’interno del panorama delle Banche che
aderiscono a ICCREA, tanto che a breve il programma sarà esteso a tutte le BCC del gruppo. Una bella soddisfazione per una banca che dimostra di saper intercettare e fare proprie le evoluzioni dei servizi bancari conservando intatto il proprio rapporto di vicinanza con i Soci. È questa visione, che unisce tradizione e modernità, che il Credito Cooperativo Romagnolo ha saputo anche trasferire al suo rapporto con la comunità locale, con un’altra iniziativa di successo che ha già al suo attivo 3 edizioni fisiche e una edizione completamente digitale, svolta in pieno lockdown . Coltiviamo Buone Idee è infatti il programma di CCR che aiuta le associazioni del terzo settore a raccogliere fondi attraverso la raccolta dal basso. In collaborazione con ideaginger.it, la
piattaforma di crowdfunding dell’Emilia-Romagna, il Credito Cooperativo Romagnolo ha già aiutato oltre 42 realtà del territorio che hanno raccolto circa 170.000 euro per realizzare i rispettivi progetti grazie al coinvolgimento di oltre 3.500 donatori, che hanno donato utilizzando proprio la piattaforma digitale. E le innovazioni di CCR non sono finite, spinte anche dalla necessità di ovviare alle limitazioni imposte dal Covid-19. Allo studio c’è infatti una nuova App che consentirà ai clienti di prenotare in completa autonomia il proprio appuntamento con un consulente della Banca, sfruttando così gli strumenti digitali e potendo fruire di un’assistenza sempre più personalizzata, a conferma dell’orientamento al servizio e all’innovazione che contraddistingue il CCR.
Cesena - Viale Giovanni Bovio, 76 - Tel. 0547 618100 www.ccromagnolo.it IN MAGAZINE
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CESENA
Malatesta
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DALLA VALLE DEL SAVIO A CESENATICO, UN VOLO D’UCCELLO ALLA SCOPERTA DELLE SUGGESTIVE RICCHEZZE DI CESENA. di Lea Baccarini / ph Andrea Bonavita
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Cesena, un piccolo mondo nel mondo della Romagna: un gioiello inatteso, dalle vocazioni poliedriche, sede di grandi aziende, ma anche polo universitario, orgogliosa patria delle biblioteche comunali sotto lo sguardo attento dell’Unesco, con un delizioso affaccio sul mare, quasi rubato… descrivere Cesena e il suo circondario in poche parole è difficile e forse anche controproducente. Eppure, ora che arriva il freddo e che non è più questione di sopravvivere alla canicola estiva, si può andare alla ricerca di quei luoghi e dettagli che rendono Cesena unica e speciale.
CESENA: UN GIOIELLO INATTESO, DALLE VOCAZIONI POLIEDRICHE, SEDE DI GRANDI AZIENDE, POLO UNIVERSITARIO, ORGOGLIOSA PATRIA DELLE BIBLIOTECHE COMUNALI SOTTO LO SGUARDO ATTENTO DELL’UNESCO, CON UN DELIZIOSO AFFACCIO SUL MARE, QUASI RUBATO…
Impossibile non partire dall’entroterra ricco e variegato di colori, suggestioni, tradizioni e paesaggi. Lungo la Valle del Savio, che si spinge verso gli Appennini fino a toccare il confine con la Toscana, con Bagno di Romagna, autentico tempio del vivere lento, si trova un mondo di storia unico, che parla non solo di antichità romane con Sarsina, ma anche di Medioevo con Mercato Saraceno, punto di riferimento commerciale in un mondo privo di grande distribuzione e centri commerciali. Scendere a valle e dirigersi verso occidente ci porta a Bertinoro, terrazzo di Romagna che non necessita di ulteriori pubblicità; nella direzione opposta, verso il mare, si va a toccare non solo 64
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Longiano, Bandiera Arancione del Touring Club dal 2005, borgo medioevale perfettamente conservato e coronato dal castello Malatestiano e arricchito dai tesori del Novecento della Fondazione Tito Balestra; significa anche intercettare Roncofreddo e il suo prezioso affaccio al castello di Sorrivoli, cittadina assurta a tempio dei burattini. Scendendo sempre più verso la costa si trova San Mauro Pascoli, patria del Fanciullino ma anche centro calzaturiero d’alta moda – anime diverse di una vocazione unica per il bello e l’arte dei sammauresi. Riconoscere l’iconico grattacielo di Cesenatico è segno che or-
IN APERTURA, IL LITORALE DI CESENATICO CON, AL CENTRO, IL GRATTACIELO. QUI SOTTO, LA ROCCA MALATESTIANA.
Il nostro vino è lo spirito della Romagna: in esso si concentra l’essenza di una terra che vive di convivialità . Poderi dal Nespoli: dal vigneto al calice, dal 1929.
Bottega del vino Villa Rossi 50, 47012 Nespoli (FC)
www.poderidalnespoli.com / shop.poderidalnespoli.com
IN BASSO, LA FONTANA MASINI, SITUATA IN PIAZZA DEL POPOLO, REALIZZATA DA DOMENICO DI MONTEVECCHIO SU PROGETTO DI FRANCESCO MASINI.
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mai si è raggiunta la costa; muoversi in questa cittadina di mare nata come porto per la città di Cesena è un gesto di movida, soprattutto lungo il Porto Canale, la liquida arteria artificiale illuminata, che d’inverno ospita i suggestivi Presepi a bordo delle imbarcazioni. In questo territorio così speciale, Cesena è il punto di raccordo, partenza e destinazione per viaggi nello spazio e nel tempo, fra cultura e vocazione agricola, sotto l’egida della Madonna del Monte, che risponde alla rocca Malatestiana incombente sulla piazza del Popolo, circondata dal verde. Simbolo cittadino indiscusso e amatissimo è la fontana del Masini, coeva del Nettuno bolognese. Un’opera già vagheggiata da Novello Malatesta, che piacque talmente ai cesenati, e procurò nelle città limitrofe un’invidia tale che, secondo la leggenda, a Masini furono amputate entrambe le mani per impedirgli di progettare ed eseguire simili capolavori per altre città:
un racconto che riflette l’amore e la gelosia dei cesenati, che in effetti non hanno fallito nel conservare le loro ricchezze anche per quanto riguarda la preziosissima biblioteca Malatestiana, una delle rarissime biblioteche quattrocentesche sopravvissute, ancora allestita come nell’epoca in cui fu fondata. Fra i direttori che ha potuto vantare la biblioteca, è impossibile non sottolineare uno dei numi laici della città, il critico letterario e letterato Renato Serra, la cui casa natale è ancora visitabile.
SIMBOLO CITTADINO INDISCUSSO E AMATISSIMO È LA FONTANA DEL MASINI, COEVA DEL NETTUNO BOLOGNESE. UN’OPERA GIÀ VAGHEGGIATA DA NOVELLO MALATESTA, CHE PIACQUE TALMENTE AI CESENATI, E PROCURÒ NELLE CITTÀ LIMITROFE UNA FORTE INVIDIA.
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CAR FIBREGLASS DINAMISMO E FLESSIBILITÀ
L’AZIENDA RAVENNATE SPECIALIZZATA NEGLI ALLESTIMENTI PER VEICOLI COMMERCIALI, HA SUPERATO LA CRISI COVID-19 INVENTANDO IL DRIVER GUARD, PARATIE PARAALITO SU MISURA PER UFFICI E NEGOZI, E IL NUOVO CUBO FOOTABLE.
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Grande attenzione ai cambiamenti del mercato e delle normative, flessibilità produttiva e alta professionalità fanno di Car Fibreglass di Ravenna una solida realtà imprenditoriale che ha saputo crescere e diversificarsi nel tempo. Specializzata negli allestimenti per veicoli commerciali, l’azienda è riuscita a superare indenne anche l’ultima crisi economica – quella correlata all’emergenza Covid-19 – inventandosi nuovi prodotti in linea con le richieste della clientela e rispettosi delle norme attuali di contenimento della pandemia. Qualche esempio? Il Driver Guard, una nuova gamma di paratie para-alito per auto e veicoli commerciali, realizzata per soddisfare i requisiti dell’articolo 93 del decreto 17 marzo 2020, ma anche tutta una serie di soluzioni in policarbonato, altamente personalizzabili, in grado di adattarsi ad ambienti differenti quali negozi, uffici e veicoli di grandi dimensioni. C’è poi il nuovo Footable, il cubo in abs di 80
centimetri che consente a 2 e fino a 4 persone di giocare con una palla in sicurezza, che ha letteralmente spopolato in estate, e destinato a diventare oggetto del desiderio in ambito sportivo anche in inverno. Per capire a cosa si deve tutta questa lungimiranza imprenditoriale, è bene ricordare brevemente la storia di Car Fibreglass le cui origini risalgono agli anni Settanta. “Mio padre Franco, insieme ai suoi fratelli, aprì quella che in origine era una carrozzeria per autocarri,” racconta il figlio e attuale amministratore Luca Barboni. “Già negli anni Ottanta, si registra la prima evoluzione con la specializzazione in camping car e nel rialzo di tetti di veicoli vari, e il conseguente avvio della produzione dei materiali necessari. Poi l’azienda ha iniziato a proporre interni per le ambulanze che, per legge, dovevano essere facilmente igienizzabili. Su questa scia, negli anni Novanta, è nato uno dei nostri prodotti di punta, il Cover, l’allestimento a base di
pannelli lavabili, impermeabili e resistenti ai disinfettanti, indispensabile per tutti coloro che traportano medicinali, alimenti in Haccp, materiali pericolosi in Adr, salme.” Grazie al Cover, Car Fibreglass è riuscita a giocarsi la carta dell’internazionalizzazione, grazie a una rete di venditori diffusi in tutta Europa. Circa il 40% della produzione è ora rivolta all’estero e il prossimo obiettivo è sbarcare in altri continenti. “Un’altra tappa fondamentale,” ricorda Barboni, “è avvenuta nel 2016 con il cambio di produzione da artigianale a industriale, grazie all’utilizzo dell’Abs, un materiale plastico, al posto della vetroresina. Tale innovativo materiale, nel pieno dell’emergenza Covid-19, ci ha consentito di sviluppare nuovi prodotti, come la paratia para-alito Driver Guard che consente di migliorare la sicurezza del conducente e dei passeggeri, fornendo una valida separazione all’altezza della testa di coloro che si trovano all’interno della vet-
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LA PARATIA PARAALITO DRIVER GUARD CONSENTE DI MIGLIORARE LA SICUREZZA DEL CONDUCENTE E DEI PASSEGGERI, FORNENDO UNA VALIDA SEPARAZIONE ALL’ALTEZZA DELLA TESTA DI COLORO CHE SI TROVANO ALL’INTERNO DELLA VETTURA. UN DIVISORE CHE PUÒ ESSERE PROGETTATO ANCHE IN BASE A RICHIESTE SPECIFICHE, COME PER UFFICI E NEGOZI.
tura. Un accorgimento particolarmente indicato per taxi, noleggio con conducente, trasporto persone in particolari condizioni, autovetture private.” Alla creatività, si sa, non c’è limite e l’azienda ha poi introdotto altre novità, come le paratie para-alito per i vari tipi di uffici e negozi che necessitano di soluzioni su misura. Car Fibreglass, infatti, può progettare divisori in base a richieste specifiche, che si adattano per esempio a banchi di grandi dimensioni, zone lavaggio per parrucchieri, oltre che per veicoli per il trasporto professionali come shuttle, pulmini, autocarri con doppia cabina, ecc. Su richiesta di un cliente, è poi partita la produzione di un originale cubo, il Footable che ha consentito a ragazzi e a appassionati di fare sport in sicurezza, in un momento in cui era proibita qualsiasi altra attività. “Per ovviare al problema della distanza da mantenere,” spiega Barboni, “alcuni giovani hanno preso un tavolino che consentiva loro di giocare in modo nuovo. Noi abbiamo trasformato il tavolino in cubo, grazie all’utilizzo dell’Abs e del Cad 3D, contribuendo a lanciare una vera e propria moda da spiaggia. Così, abbiamo conosciuto un settore per noi nuovo come quello dello sport e del wellness, e grande è l’interesse di associazioni e centri sportivi per questa novità che offre possibilità di gioco indoor e outdoor in spazi contenuti.” E molte altre idee si
concretizzeranno certamente nei prossimi mesi grazie al dinamismo di Car Fibreglass che conta su un organico di 21 persone e su 7 soci: oltre a Luca Barboni (amministratore), Franco Barboni, Doria Graziani (responsabile Produzione), Ilario Mengozzi (Monitoraggio), Gionata Vichi (Post vendita), Luca Maroni (Amministrazione) e Samuele Taglioli (Ricerca e Sviluppo).
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RAVENNA
Una cittÃ
DIVERSA SFUGGIAMO DALLA SOLITA RAVENNA TURISTICA, ALLA RICERCA DI QUANTO DI PREZIOSO SI TROVA ANCHE ALLA LUCE DEL SOLE. di Beatrice Loddo / ph Andrea Bonavita
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Parlare di Ravenna non è mai facile: come è possibile rendere giustizia alla città dei mosaici, capitale tre volte – dell’Impero Romano d’Occidente prima, del Regno goto sotto Teoderico poi, e per ultimo dell’Impero bizantino in Europa –, arricchita e resa celebre dalla presenza delle spoglie terrene di niente meno che Dante Alighieri, oltre che di re e imperatrici – Teoderico e Galla Placidia. Sono ben 8 i monumenti Unesco della città, inutile citarli tutti, ma è importante ricordare che si tratta di testimonianze e resti di epoca bizantina, sopravvivenze che hanno del miracoloso e vanno conservate con il massimo riguardo. Quindi la visita a Ravenna solitamente si configura di spazi
chiusi, di musei e chiese, mausolei e aree archeologiche. Ombre, intervallate da suggestive lame di luce, indirizzate con attenzione da qualche architetto antico, oppure con sapiente intelligenza da scenografi museali, che non rendono giustizia alle luci di cui si possono godere all’aria aperta, lungo quelle strade che sembrano quasi non essere altro che l’intervallo fra un punto e l’altro da visitare. La Ravenna turistica, che si stende come una rete di punti principalmente nell’area del centro, sembra non tenere grande conto della vita dei ravennati, orgogliosi custodi di un prezioso lascito delle epoche andate. Eppure forse proprio perché spesso sorvolate, sono le architetture e gli scorci cittadini, i panorami di
LA RAVENNA TURISTICA, CHE SI STENDE COME UNA RETE DI PUNTI PRINCIPALMENTE NELL’AREA DEL CENTRO, SEMBRA NON TENERE GRANDE CONTO DELLA VITA DEI RAVENNATI, ORGOGLIOSI CUSTODI DI UN PREZIOSO LASCITO DELLE EPOCHE ANDATE.
mare e di piana che fanno breccia nel cuore di chi vive Ravenna per più di un giorno. Poche eccezioni a questa regola, a partire dalla suggestiva e decisamente sacrale “zona del si-
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IN APERTURA, LA BASILICA DI SAN VITALE CON, IN BASSO, IL MAUSOLEO DI GALLA PLACIDIA. NELLA PAGINA PRECEDENTE, LA CITTÀ VISTA DAL CANALE CANDIANO, VERSO LA FERROVIA E IL CENTRO. IN QUESTA PAGINA, IL DUOMO DI RAVENNA.
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lenzio” in centro storico, dove fra il Quadrarco di Braccioforte e la Basilica di San Francesco si conserva la tomba del Sommo Poeta, restaurata proprio quest’anno a opera dell’architetto Camillo Morigia, in vista del 700° anniversario dalla morte del Sommo. A esso si può aggiungere la suggestione del Parco della Pace nella prima periferia di Ravenna, esposizione a cielo aperto delle opere musive realizzate da artisti di fama internazionale, fra cui anche Mimmo Paladino. Nonostante il tempo volga al freddo, i Giardini Pubblici della città che fanno da cornice alla cinquecentesca Loggetta Lombardesca, si rivelano di un fascino suggestivo unico, arricchito ancora di più dal Planetario. Un altro prezioso spazio da ammirare e godere alla luce del sole è la Rocca Brancaleone, sorta come fortezza a opera dei veneziani, ospita
UN ALTRO PREZIOSO SPAZIO DA AMMIRARE E GODERE ALLA LUCE DEL SOLE È LA ROCCA BRANCALEONE, SORTA COME FORTEZZA A OPERA DEI VENEZIANI, OGGI OSPITA UN LUSSUREGGIANTE GIARDINO, OLTRE ALL’ARENA DEDICATA AGLI SPETTACOLI ALL’APERTO.
un lussureggiante giardino, oltre all’arena dedicata agli spettacoli all’aperto: forse l’inverno non è la stagione perfetta per godere delle attrattive della Rocca, ma è anche l’ottima scusa per rifugiarsi poi in uno dei numerosi locali della città, per assaporare i vini e le delizie locali, dal passatello al crescione, passando per curzul e maltagliati.
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RIMINI
Fuori
STAGIONE SCOPRIRE RIMINI NEL PERIODO AUTUNNALE? NIENTE È IMPOSSIBILE PER LA TERRA DEL MARE E DEL MITO DEL BUON VIVERE: BASTA RITROVARE L’ENTROTERRA E I SUOI SEGRETI. di Lea Baccarini / ph Andrea Bonavita
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Rimini e vacanza, è quasi impossibile separare questi due concetti dalla mente degli italiani. Sui suoi 15 km di spiaggia, ogni anno arrivano turisti e balneari non solo dall’estero, ma anche dalle limitrofe città della Romagna. Poi, durante l’inverno, pare svuotarsi e restano solo i cittadini e – è necessario dirlo – i veri intenditori. Perché Rimini è molto più delle sue spiagge, e solo durante le stagioni più fredde è possibile assaporare quelle attrattive che d’estate sembrano essere
RIMINI È MARE, CERTO, MA NON SOLO: COME L’ALTA MAREA DEL DIVERTIMENTO E DELLA MOVIDA SALE D’ESTATE, ARRIVA IL MOMENTO DI RITRARSI ANCHE DAL MARE, CON LA BASSA MAREA DELLO SPASSO A TUTTI I COSTI, PER RICERCARE PIACERI DI PIÙ SOTTILE QUALITÀ.
oscurate dai flussi verso il mare. Ma come vivere e riscoprire Rimini nel periodo delle pause e del riposo? Rimini è mare, certo, un mare che è prima di tutto un modo di vivere, scenografia eletta dei film di Federico Fellini, ma non solo: la magica suggestione delle brume d’inverno, delle spiagge deserte e degli stabilimenti balneari, il vento sferzante che solleva cavalloni che sanno di nostalgia. E come l’alta marea del divertimento e della movida sale d’estate, arriva il momento di ritrarsi anche dal mare, con la bassa marea dello spasso a tutti i costi, per ricercare piaceri di più sottile qualità. Si parte, di necessità, dal Cinema Fulgor, dove rivivere, al riparo dalle intemperie, le suggestive esperienze vissute dal giovane Fellini, di cui racchiude in sé tutta la poetica, non solo per la sua storia, ma anche per il sofisticato restauro, un’accurata opera di restituzione estetica volta a ricreare, all’interno e all’esterno, le atmosfere tanto care a Federico Fellini. Ma dopo aver goduto del-
IN APERTURA, LA FONTANA DEI QUATTRO CAVALLI, NEL PARCO FEDERICO FELLINI. QUI SOTTO, LA ROCCA DI SAN LEO.
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le atmosfere impagabili delle sale in stile hollywoodiano del Fulgor, è il momento di tornare all’aria aperta e di esplorare i dintorni. Via dalla città, e via dal mare. A pochi chilometri, infatti, c’è uno splendido entroterra tutto da scoprire, lungo le vallate dei fiumi Marecchia e Conca, punteggiate di rocche e castelli: ogni luogo ha le sue antiche tradizioni e i sapori unici, oltre che i suoi misteri. Dal castello di Montebello, scenario del fantasma di Azzurrina, a quello di Montefiore Conca, abitato, pare, dai fantasmi di due sfortunati amanti; impossibile non menzionare, in tema di misteri e fantasmi, il forte di San Leo. Qui, l’“alchimista” avventuriero noto come Conte di Cagliostro fu im80
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prigionato per volere del Papa nel 1791, e ancora oggi il mistero sulla sua morte rende il luogo ricco di suggestioni. Impossibile non esplorare, per gli amanti della poesia e del buon cibo, il paese natale di Tonino Guerra: oltre al museo a lui dedicato, Santarcangelo di Romagna offre l’occasione di esplorare alcune delle misteriose grotte tufacee che si articolano in un fitto reticolo sotto al Monte Giove, il colle su cui il borgo fortificato di impianto medievale è posto. Difficile porre punti fermi sulle origini e gli usi di questi luoghi: il dibattito è ancora aperto. Alcuni sostengono che servissero come cantine, altri invece che fossero luoghi di culto. Ciò che è innegabile, tuttavia, è la
VIA DALLA CITTÀ E DAL MARE. A POCHI CHILOMETRI C’È UN ENTROTERRA TUTTO DA SCOPRIRE, LUNGO LE VALLATE DEI FIUMI MARECCHIA E CONCA, PUNTEGGIATE DI ROCCHE E CASTELLI: OGNI LUOGO HA LE SUE TRADIZIONI E SAPORI UNICI, OLTRE CHE I SUOI MISTERI.
notevole bellezza architettonica. Ci sarebbe tanto altro da suggerire e proporre, ma la certezza è che anche andando all’avventura, senza una meta precisa, è matematicamente impossibile restare delusi in terra riminese.
IN ALTO, UN PAESAGGIO DELLA VALMARECCHIA.
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