Il "mio" Tecnomasio

Page 169

La copertura della sicurezza del lavoro così sistematicamente strutturata si rivelò efficace anche di fronte alla magistratura, coinvolta dai rapporti dell’ispettorato del lavoro a seguito di frequenti ispezioni in stabilimento. I rilievi verbalizzati dagli ispettori Pirillo e Fino in tutti i reparti, tra i quali quelli delle trance e presse, costituivano uno sprone a una rapida sistemazione e a un pronto miglioramento da parte nostra, anche se talvolta comportavano un processo in Pretura nel quale il sottoscritto risultava sempre prosciolto per merito non solo della comprovata sensibilità e preparazione generalizzata esistente al TIBB, ma soprattutto dell’approccio sistematico e strutturato istituito e praticato nell’ambito della sicurezza del lavoro. In presenza di leggi ancora limitate, riuscivamo a convincere la magistratura che ricercavamo e applicavamo tutte le pratiche e i dispositivi allora disponibili a favore della sicurezza, precorrendo talvolta i tempi e introducendo inedite soluzioni specifiche per particolari circostanze. Tutto questo panorama che ci vedeva moderatamente soddisfatti venne improvvisamente devastato da un grave incidente, il 14 dicembre 1977. In una fossa della Campata 17 lo statore di un turboalternatore, posato verticalmente sul fondo, necessitava di alcuni lavori di saldatura sulla sua sommità, situata a circa 4 metri di altezza dal pavimento. Il capo reparto diede istruzioni ad un operaio di salire in sicurezza sullo statore per installare circolarmente un grosso canapo di protezione contro l’eventuale caduta del saldatore, il signor Luigi Mombelli (Gino per i colleghi di lavoro) originario di Dovera, paesino vicino a Lodi, che si apprestava a salire. Durante le

Quando nel 1972 assunsi la responsabilità della Linea W, decisi di rendere strutturate e formalizzate a livello di linea tutte le attività relative a sicurezza, antinfortunistica e ambiente, istituendo corsi formativi e comitati a vari livelli.

operazioni di saldatura, Mombelli, in condizioni precarie di equilibrio, si appoggiò con la schiena contro la protezione, la quale, purtroppo, non era costituita dal robusto canapo previsto, ma da una catenella di plastica dagli anelli bianchi e rossi, del tipo abitualmente usato per semplici delimitazioni di spazi e certamente inadatta a reggere anche minimi sforzi. Mombelli cadde da circa 4 metri e fu immediatamente soccorso e portato in gravi condizioni all’Istituto Ortopedico. Qui venne tenuto in cura per circa un mese. Quando cominciavamo a sperare in una sua guarigione, avvenne il peggioramento e il successivo decesso. Gino Mombelli aveva 54 anni e lasciava la moglie e 4 figli di cui una in tenera età. Il processo per omicidio colposo venne tenuto nei confronti di Protti (capo fabbrica), di Ferri (capo dell’ingegneria industriale), del capo reparto e del sottoscritto. Nonostante l’efficace difesa del nostro avvocato Magliucci, il capo reparto venne considerato come unico responsabile e condannato a tre mesi con la condizionale per 151


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.