C'era un'altra volta

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W le fogne

qualcuno ha fatto una puzzetta?

O

ltre agli ovvi problemi di tipo igienico, quest’invasione di rifiuti organici causò l’inquinamento dei corsi d’acqua e la conseguente diffusione di epidemie gravissime. Ma fu il fenomeno collaterale della puzza, diventata ormai insopportabile, a giocare un ruolo decisivo... Durante l’età moderna ondate di peste, tifo e vaiolo, decimavano periodicamente gli abitanti delle città europee. A fine Ottocento fu il turno del colera e Londra, capitale di un esteso e potente impero coloniale, fu tra le città più colpite. Era la più grande città del mondo, ma pure una delle più zozze! La maggior parte dei suoi pozzi neri rimanevano sistematicamente intasati, così come le precarie reti fognarie e i corsi d’acqua, che riversavano i liquami direttamente nel Tamigi. In mezzo alla sporcizia proliferavano batteri che penetravano nel terreno inquinando l’acqua di fiumi e falde acquifere, che poi finiva nei pozzi da cui la popolazione attingeva l’acqua potabile. I medici e gli scienziati dell’epoca non avevano le conoscenze per fronteggiare epidemie di questa portata, anzi adottavano metodi che acceleravano il diffondersi del contagio, che si riteneva fosse dovuto ai miasmi che avvolgevano le città. La già grave situazione di Londra degenerò nell’estate del 1858, quando una straordinaria ondata di caldo e una siccità senza precedenti ridussero la portata del Tamigi: i liquami raggiunsero

una tale concentrazione che l’aria diventò irrespirabile. Nelle aule del Parlamento a Westminster, vicino alle rive del fiume, il fetore era tale che i deputati dovettero fuggire. Il fenomeno fu ricordato come “La grande puzza di Londra” (The Great Stink). Per paura che il fetore causasse un’epidemia pestilenziale, in pochi giorni venne approvata la legge per la purificazione del Tamigi. L’ingegnere Joseph Balzagette poté avviare il cantiere che prevedeva la costruzione di più di 2000 km di tunnel sotterranei. Con questo sistema, i liquami non finivano più direttamente nel fiume nel bel mezzo della città, ma venivano incanalati in tubi interrati e portati a valle verso due grandi stazioni di pompaggio. Qui i rifiuti venivano allontanati dalla città sfruttando le correnti di marea, così da evitare che tornassero indietro. L’opera di Bazalgette viene considerata una delle meraviglie ingegneristiche dell’Ottocento e il sistema da lui ideato è ancora oggi alla base del funzionamento

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