GESTIONE BREVETTO EUROPEO
riforma del brevetto europeo: l’effetto unitario a cura di avv. Tommaso Cunietti*
48 GIUGNO 2016
Ecco cosa cambierà con l’entrata in vigore della riforma del Brevetto Unitario, prevista entro la fine di quest’anno. Nonostante le critiche da vari fronti, la riforma rappresenta un’opportunità importante. E le imprese potranno scegliere la forma di brevettazione più utile per le loro esigenze. L’istituzione del Tribunale unificato dei brevetti. Il Brevetto Unitario è il risultato di uno sforzo di mediazione politica che dal 1975, a seguito del fallimento della Convenzione di Lussemburgo, ad oggi, ha visto impegnati le istituzio-
ni comunitarie e i singoli Stati nel tentativo di creare un brevetto europeo unitario valevole in tutti gli Stati membri partecipanti.
Il sistema brevettuale dell’UE
Il sistema brevettuale nell’Unione Europea è tuttora basato sulla Convenzione di Monaco (il Brevetto Unitario non è ancora entrato in vigore) e cioè sui sistemi dei singoli Paesi membri e sul brevetto europeo “tradizionale”. Il brevetto europeo “tradizionale”, infatti, una volta rilasciato dall’Ufficio Brevetti Europeo, non costituisce un titolo unitario ma si risolve in un fascio di brevetti nazionali la cui disciplina sostanziale viene regolata dalle legge dei vari Paesi mem-
bri per cui è stata richiesta la protezione e sono state perfezionate le relative pratiche amministrative e che dovranno essere convalidati nei vari Paesi per essere efficaci (deposito traduzione nella lingua del Paese).
Cosa cambia con la riforma
La novità che verrà introdotta da tale riforma riguarda principalmente la fase successiva al rilascio del brevetto appunto. L’attestato brevettuale rilasciato, infatti, consentirebbe di costituire un titolo unitario ed autonomo che non si risolve più in un fascio di brevetti nazionali. Il carattere unitario assicurerebbe che il brevetto europeo produca gli stessi effetti in tutti i Paesi membri dell’Unione e possa, quindi, essere concesso, trasferito, dichiarato nullo unicamente per l’Unione Europea considerata globalmente.
Un’importante riduzione dei costi
Si ha, quindi, la possibilità con un unico deposito di garantire tutela alla propria invenzione in tutta l’Europa dei 27 Paesi partecipanti al brevetto europeo, esclusa la Spagna che non ha ancora aderito, riducendo di gran lunga i costi che oggi si dovrebbero sostenere per la registrazione in 27 paesi europei e per ottenere, poi, la successiva convalida (si pensi ai costi di traduzione per 27 paesi!). Vengono, infatti, sostituite le tasse da pagare in ogni Paese con il pagamento di un’unica tassa e l’eliminazione delle traduzioni da depositare per ottenere la convalida del brevetto.