GESTIONE Agenzia europea del farmaco
ema in italia, il treno è partito dalla redazione
32 DICEMBRE 2016
L’Italia si candida ad ospitare l’Ema, Agenzia Europea del Farmaco, nel dopo-Brexit. Milano ha tutte le carte in regola: è quanto emerso in occasione di un incontro tenutosi il 17 novembre nel capoluogo lombardo, alla presenza del Ministro della Salute Beatrice Lorenzin. “Abbiamo ottime carte da giocarci”. Altre 11 le città “aspiranti”. Portare in Italia l’Ema, l’Agenzia Europea del Farmaco che, attualmente di stanza a Londra, è in cerca di una nuova sede per il dopo-Brexit? Se ne parla fin da quando sull’Europa ha iniziato a soffiare il vento del “Leave”. Ora la possibilità è concreta, e
lo sta divenendo sempre di più. Tanto più che l’Italia i numeri li ha tutti, specialmente adesso che il Governo ha trovato l’accordo con Regione Lombardia e Comune di Milano per proporre la concreta candidatura del capoluogo lombardo a nuova sede dell’Ema.
Un importante incontro
Se ne è parlato proprio sotto la Madonnina, in un importantissimo incontro organizzato il 17 novembre al Palazzo delle Stelline dall’Associazione Guido Carli e dalla Fondazione Carlo Erba. Titolo: “Ema – Agenzia Europea del Farmaco a Milano: le buone ragioni per questa scelta”. Si è trattato del primo appuntamento che ha riunito tutti i soggetti interessati: il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, il governatore della Regione Lombardia Roberto Maroni, il consigliere del Comune di Milano Stefano Parisi, l’assessore regionale all’Università, Ricerca e Open Innovation, Luca Del Gobbo, il Vicepresidente della Commissione Industria UE Patrizia Toia, il presidente Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, il Senior Policy Advisor Efsa Alberto Spagnolli, il responsabile Pharma & Healthcare per l’Europa di J. P. Morgan Camillo Greco, il presidente Dompè Farmaceutici Sergio Dompè e la consigliera Kedrion SpA Maria Lina Marcucci. A introdurre i lavori, presentati da Diana Bracco, presidente e AD del Gruppo Bracco, il presidente dell’Associazione Guido Carli Federico Carli e il presidente della Fondazione Carlo Erba Roberto Rettani.
La concorrenza di 11 città
L’Italia, e Milano, non sono certo le uniche a “leccarsi i baffi” per un’opportunità che appare assai preziosa. La concorrenza è nutrita, con 11 città candidate, tra cui molte capitali, dalla Scandinavia (la danese Copenhagen e la svedese Stoccolma) all’Ungheria (Budapest), dalla Spagna (Madrid) all’Irlanda (Dublino) all’Austria (Vienna). L’Italia, però, ha dalla sua il peso che può vantare in questo settore: come ha ricordato Del Gobbo, siamo il secondo mercato del farmaco in Europa subito dopo la Germania e la Lombardia è la regione più importante con circa 28.000 addetti. La Lombardia inoltre ha il miglior sistema italiano di ricerca e innovazione; le migliori università italiane, ed è stabilmente la prima regione per numero di start up e brevetti. Inoltre il settore farmaceutico vale il 10% del Prodotto Interno Lordo. “A Milano, poi –ha aggiunto Bracco – l’Agenzia potrebbe entrare facilmente in sinergia con Human Technopole e con i ricercatori di università e Irccs milanesi e lombardi.” A “certificare” i numeri italiani ci ha pensato Greco, di JP Morgan, che ha ricordato come il