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Florence non si ferma. Anzi raddoppia

Di Giuliano Castagneto

“Florence nei prossimi anni intende raddoppiare sia il numero di aziende aderenti sia il fatturato,” anticipa Marco Piana (ex FII sgr), ceo e cofondatore assieme a Giuliano Palazzo di VAM Investments. Florence è un polo produttivo integrato in Italia al servizio della moda di lusso internazionale, controllato dal Fondo Italiano d’Investimento sgr (al 60% circa), attraverso il Fondo Italiano Consolidamento e Crescita (FICC), da Italmobiliare e appunto da VAM Investments e per il restante 40% dalle famiglie fondatrici delle aziende acquisite che hanno raggiunto quota 23. Anzi, in realtà sono in arrivo altre due acquisizioni, nel campo della pelletteria, sebbene ancora non ufficializzate, portando a 25 le realtà consolidate per un fatturato complessivo pro-forma di 600 milioni di euro a fine 2022 (si veda altro articolo di BeBeez).

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VAM Investment è una società di investimento in private equity, anche tramite club deal, che dal 2018 è partecipata dal gruppo Tages e dal vicepresidente di quest’ultima, Francesco Trapani, ex ad di Bulgari (si veda altro articolo di BeBeez). La presenza di Trapani è importante ai fini della nascita e sviluppo del gruppo. Aggiunge infatti Piana: “Trapani ha apportato al progetto Florence la conoscenza e la rete di contatti nel mondo della produzione del fashion, soprattutto in ambito toscano”. Il progetto è infatti nato nel

2019, per concretizzarsi l’anno successivo con l’aggregazione della Giuntini, della Ciemmeci e della Mely’s appunto sotto la holding Florence, a seguito dell’esigenza di queste aziende di mettere a fattor comune diverse funzioni aziendali chiave come certificazione ESG, logistica e tempi di consegna, divenuti fondamentali per i clienti del gruppo, appunto le grandi griffe della moda. “A poco a poco altre aziende nelle stesse filiere, vedendo che questo modello funzionava, ci hanno contattato per entrare in questa piattaforma, ben consapevoli del fatto di non essere comprati da imprenditori più bravi di loro, ma appunto di entrare in una piattaforma in grado di rendere le loro aziende più efficaci, oltre che accrescerne il fatturato”, racconta ancora il ceo di VAM Investments, che assieme a FII sgr e Intermobiliare sta ora studiando l’uscita dall’investimento.

Il private equity britannico Permira ha dallo scorso marzo in corso una due diligence in vista di una possibile offerta, ma non è escluso l’ingresso in borsa, nel caso nel 2024, tramite una ipo che prevederà sia un aumento di capitale sia la vendita di alcune delle quote in portafoglio, in modo da consentire agli investitori una seppur parziale exit dall’investimento e soprattutto una raccolta di risorse finalizzata a ulteriori acquisizioni. A quest’ultimo scopo è attesa anche un’emissione di bond quotati.

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