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I fondi CCR pionieri dei fondi UTP corporate
Si deve a Dea Capital Alternative Funds sgr l’invenzione della struttura ormai divenuta tipica dei fondi UTP corporate, che comprano crediti dalle banche, le quali in cambio ottengono quote degli stessi fondi. Il primo fondo della serie Corporate Credit Recovery (CCR I), che ha iniziato l’attività nel giugno 2016, aveva una dotazione complessiva di poco più di 260 milioni, di cui 180 milioni di crediti deteriorati nei confronti di pmi rilevati da sette banche e il resto rappresentato da nuova finanza messa a disposizione da parte di Bayside Capital (gruppo Hig Capital) e altri investitori (si veda altro articolo di BeBeez). Il fondo successivo, il CCR II, è stato avviato all’inizio del 2018 con una dotazione iniziale di circa 320 milioni raccolta da otto banche che hanno ceduto crediti verso 9 società industriali (si veda altro articolo di BeBeez). Entrambi i fondi sono articolati in due comparti: uno che acquisisce i crediti dalle banche a fronte dell’attribuzione di quote del fondo e l’altro che raccoglie risorse dagli investitori istituzionali, da destinare alle aziende target. Nel caso del fondo CCR II, in realtà, il comparto crediti del fondo II è stato poi sdoppiato. Nel dicembre 2018, infatti, è nato il comparto Shipping di CCR II con un portafoglio iniziale di circa 200 milioni di dollari di crediti vantati dal sistema bancario verso otto società di gestione armatoriale (si veda altro articolo di BeBeez).
Vincenzo Manganelli, managing director di Dea Capital Alternative Funds sgr
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consolidati superiori a 50 milioni di euro in temporaneo squilibrio patrimoniale finanziario ma con adeguate prospettive di redditività futura, e rappresenta uno strumento flessibile. Il fondo, anche grazie al supporto di DeA Capital e del Gruppo De Agostini, avrà una dotazione iniziale di oltre 100 milioni di euro e un target di raccolta di 300 milioni (si veda altro articolo di BeBeez), al quale contribuirà in maniera importante, con almeno 100 milioni, anche il Fondo Nazionale Ristrutturazione Imprese, parte di Patrimonio Rilancio,, lo strumento del Ministero dell’Economia e delle Finanze, gestito da Cassa Depositi e Prestiti, per sostenere le imprese italiane con fatturato superiore a 50 milioni di euro, previsto dall’art. 27 del Decreto Rilancio (si veda altro articolo di BeBeez).
Ora l’ultimo progetto dell’sgr sul fronte delle special situation riguarda il capitale flessibile. Nell’otobre 2022 ha infatti lanciato il Flexible Capital Fund, fondo con focus sulle special situation, che investirà in equity e debito, lungo quindi tutta struttura del capitale, di aziende italiane con ricavi
Alla guida di questi fondi c’è il managing director Vincenzo Manganelli, che racconta: “Non ha senso affrontare il problema solo in termini di multipli ed ebitda. Occorre invece allineare gli interessi di investitori, imprenditori e banche. Con questo approccio abbiamo investito anche in aziende con assenza di equity value. All’uscita, grazie alle performance aziendali, ci sono stati ritorni per tutti”. Tra i successi più recenti degna di nota è Snaidero, iconico marchio delle cucine, che tre anni dopo l’intervento dei fondi di Dea Capital e di AMCO, avvenuto nel 2018, è tornata a macinare un ebitda positivo per 3,8 milioni di euro riequilibrando notevolmente la struttura finanziaria riducendo la posizione finanziaria netta a 3,5 volte l’ebitda (si veda altro articolo di BeBeez).