approfondimento: al SANA con il biomercato la natura sotto casa: le coccinelle il gesto quotidiano: ultima fermata, Pedibus! storie del mondo bio: Giulia Maria Crespi
numero 9 settembre/ottobre 2016
COD 1008
biologico e biodinamico
torna anche quest’anno Seminare il Futuro
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sommario 3
editoriale
azioni quotidiane 4
il lunario
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news dal mondo bio
6
le storie de Le Terre di Ecor
da Nord a Sud, alla scoperta del nostro territorio 10 dall’orto con amore
la batata rossa 12 le vostre domande... a Weleda 13 approfondimento
al SANA con il biomercato 14 azienda del mese
Triballat, tradizione di famiglia 16 il gesto quotidiano
ultima fermata, Pedibus! 19 green generation
insegnando s’impara 20 notizie dalla Fattoria Di Vaira
sementi non ibride e indipendenti
22 i nostri progetti
al fianco del produttore, all’estero come in Italia 25 perché ho scelto bio
rock, bio, vegan 26 scelti e assaggiati
scelti e “spalmati” con Weleda 28 oggi leggiamo... 29 homemade in cucina
hummus 30 oggi in cucina
intreccio dorato 32 biologico e biodinamico
torna anche quest’anno Seminare il Futuro 35 l’esperto in cucina
chenelle con roveja, cicerchia e verdure 36 oggi in cucina con lo chef Martino Beria
pagnotta con farina di segale
38 viaggi sostenibili
benvenuti a Le Due Torri 40 consigli per orto e terrazzo
erbicidi? no, grazie 42 salute e benessere
perché è così importante prendersi cura della pelle del bambino? 44 storie del mondo bio
Giulia Maria Crespi, la storia di una vita 46 la natura sotto casa
le coccinelle 47 con te davanti allo scaffale
Editore: EcorNaturaSì SpA via De Besi 20/c, Verona tel 0458918611 Direttore responsabile: Benedetta Frare Stampato da Mediaprint (Vr) su carta ecologica riciclata con inchiostri a base vegetale Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Verona in data 30/12/2003 n. 1575
www.naturasi.it
colazione e merenda 48 l’angolo degli animali
Fido non ama essere punto!
Scarica la nuova app naturasi.it/app
49 notizie da Baule Volante
i Granomela: semplici come le storie che sanno di buono 50 news dal mondo bio
Pionieri nel biologico dal 1974
Brodo e dado Rapunzel ingredienti fondamentali in cucina
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Il brodo e il dado RAPUNZEL vengono prodotti con i migliori ingredienti. Ideali per insaporire e condire minestre, salse, ricette a base di verdura e altri piatti caldi. • 100 % ingredienti vegetali
Wir machen Bio aus Liebe. 2
editoriale
chi siamo
azioni quotidiane
la redazione: Giò Gaeta Silvia Valentini Sophie Meneghelli Mariagiovanna Bornia Diletta Ceccarelli
hanno collaborato a questo numero: Serena Federici di Ecocomunicazione progetti di comunicazione ecologica www.ecocomunicazione.it Benedetta Frare giornalista pubblicista, direttrice responsabile della rivista e autrice della rubrica il Gesto quotidiano Jean Pierre Bringiers per la rubrica Notizie dalla Fattoria Di Vaira
Ogni giorno succedono piccole cose, tante da non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l’anima respira e grazie alla quale vive. Banana Yoshimoto Un viaggio chiamato vita, 2006 Ed. Feltrinelli
Il mese di settembre ha da sempre un sapore di rinnovamento. Sarà quel senso di compimento dopo un periodo di espansione e calore (l’estate) e quell’andare verso l’autunno, senza abbandonare ancora la gioia colorata e luminosa della luce solare. Insieme a queste sensazioni e percezioni, arrivano le prime preoccupazioni per il costo della vita nei mesi più freddi (il classico aumento dei trasporti o delle bollette), la crisi del lavoro e il pensiero per la stagione che arriva, secondo “gli esperti” sempre portatrice di gelate e di influenze dai nomi esotici. Ed ecco che improvvisamente si attiva la metamorfosi da spensierata cicala a previdente formichina. Cambia così la nostra percezione di risparmio, di troppo caro e di buon prezzo. E in questi casi continuare a essere coerenti non è una cosa da poco. La coerenza, la virtù che pone ciò che si pensa in stretta relazione e continuità con ciò che si fa, richiede una consapevolezza degli obiettivi da raggiungere anche a costo di sacrifici e rinunce. Possiamo mantenere una visione del mondo e della vita che richiami a valori dell’etica, della responsabilità sociale e ambientale. Comprendere come investire i risparmi in modo consapevole e con strumenti trasparenti, in contrapposizio-
ne a imperativi e stereotipi imposti quotidianamente; possiamo continuare a ricercare e scoprire un rapporto più equilibrato con l’ambiente, un approccio differente alla realtà che dimostri come il biologico non sia una fugace moda alimentare, ma una vera e propria concezione della vita a tutto tondo. Il “biologico” può offrire, infatti, una visione completa e alternativa del mondo, senza opporsi alla modernità, ma guidandola verso principi e valori fondamentali che dovrebbero sempre indirizzare l’agire dell’uomo. È momento, allora, di mettere un po’ d’ordine e coerenza tra desideri, pensieri e azioni. Godendoci ancora la bellezza e l’incanto della natura in mutamento e continuando il nostro lavoro quotidiano di portatori di una “rivoluzione culturale” (una parola un po’ grossa... ). Le storie di persone di ogni età che hanno scelto di non mollare mai, nonostante le difficoltà, proposte nel nostro magazine, costituiscono un esempio concreto di vitalità e impegno. Per non rendere vano il loro lavoro, nel nostro piccolo possiamo cominciare da minute azioni quotidiane, diffondendo e condividendo nuovi pensieri su un futuro possibile con al centro la salute della terra, dell’uomo e degli animali e la difesa dell’ambiente. Mi sembra un bel programma per la stagione che arriva…
Chiara Frascari per la rubrica Homemade in cucina Sabrina Scicchitano fotografa e food stylist per la rubrica Oggi in cucina di p. 30 Giorgio Zaretti chef del Ristoro delle Cascine Orsine per la rubrica L’esperto in cucina Martino Beria chef e co-fondatore de www.veganogourmand.it per le foto e i testi della rubrica Oggi in cucina di p. 36 Giovanni Buccheri per la rubrica Viaggi Sostenibili Paolo Pistis esperto di agricoltura biodinamica, per la rubrica Consigli per orto e terrazzo Gianumberto Accinelli docente di entomologia applicata, per la rubrica La natura sotto casa Elena Meglioranzi per la rubrica Davanti allo scaffale Antonella Carteri medico veterinario, per la rubrica L’angolo degli animali Serena Gallorini fotografa, per le rubriche I nostri consigli Filippo Chiesa per la direzione della fotografia rubrica Le Terre Di Ecor Metalli Lindberg per la direzione artistica www.metalli-lindberg.com Mediaprint per la stampa
Buona lettura.
Giò Gaeta
Grazie anche a tutte le persone che, donandoci il racconto della loro storia, hanno contribuito a rendere ancora più autentico e reale il nostro magazine. 3
il lunario La luna, passando davanti alle costellazioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi. In agricoltura biodinamica, le stesse favoriscono i tempi di semina, lavorazione e raccolta. Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo.
legenda Luna
settembre IN CUCINA
ottobre CURA PERSONA
PIANTE DI CASA
IN CUCINA
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In cucina:
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il pane
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lo yogurt
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le conserve
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Cura della persona: taglio ritardante capelli/unghie massaggi attività fisica giornata di relax
Piante di casa:
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a cura dell’Associazione Culturale La Biolca
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potatura
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concimazione
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CURA PERSONA
PIANTE DI CASA
news dal mondo bio prestigiosi riconoscimenti per Le Carline In occasione del Concorso enologico internazionale “La selezione del sindaco” e nella rassegna Biodivino svoltosi a L’Aquila (Abruzzo), che ha visto la presenza di un centinaio di commissari provenienti da tutto il mondo, il vino Dogale passito IGT Veneto ha ottenuto ben 2 Gran Medaglie d’oro. Medaglia di Bronzo per il Diana, Spumante Brut Metodo Classico e Medaglia Commended (elogio per un vino di pregio) per il Dogale passito IGT Veneto al prestigioso concorso Decanter World Wine Awards, la più grande competizione vinicola al mondo. L’azienda vinicola Le Carline si trova nel comprensorio enologico a denominazione d’origine controllata Lison-Pramaggiore, punto d’incontro tra le province di Venezia, Treviso e Pordenone. Dal 1988 i vini vengono prodotti nel rispetto della natura e dell’ambiente circostante in linea con i requisiti del successivo Reg.UE 203/2012 per il vino biologico e del disciplinare per la certificazione di prodotti vegetariani e vegani.
la spiga bio: il raviolo ecosostenibile Il pastificio “La spiga bio” ha raggiunto un importante traguardo, lanciando sul mercato un raviolo che non arreca alcun danno all’ambiente. L’obiettivo? Un progetto che renda ecosostenibili i prodotti dalla coltivazione delle materie prime alla produzione della pasta, compensando le emissioni di CO2 inevitabilmente rilasciate durante le fasi di produzione nel modo più “green” possibile: piantando alberi. La realizzazione di boschi urbani permette, infatti, di riassorbire il quantitativo CO2 emesso dalla realizzazione dei prodotti: una piccola azione locale per un grande cambiamento climatico globale. “La spiga bio” nasce nel 1988 ed è tra i primi pastifici artigianali a utilizzare esclusivamente materie prime di origine biologica e biodinamica. Nel corso degli anni l’azienda si trasforma in ALBIO, aggiungendo al team
in evidenza Bacci Noemio, premiato per il suo olio anche nel 2016 Anche quest’anno l’Azienda Agraria Bacci Noemio, che produce l’olio extravergine di oliva BIOLOGICO D.O.P. UMBRIA colli martani, si fregia della medaglia Extra Gold Medal del premio internazionale Biol 2016: scelta tra più di 400 etichette partecipanti e validata da numerosi esperti, l’azienda è stata inserita nella “Guida 2016 dei migliori oli extravergine d’oliva biologici del mondo”. Giunta ormai alla terza generazione, l’Azienda Agraria Bacci Noemio dal 1947 produce olio di altissima qualità nel cuore verde d’Italia, a Gualdo Cattaneo (Umbria). È una delle poche aziende a poter vantare sia la certificazione di agricoltura BIOLOGICA che di quella “D.O.P.” UMBRIA. E inoltre quest’anno può fregiarsi del primo premio regionale
nuove persone dalla stessa passione e dagli stessi ideali.
w la scuola! Ti stai preparando per l’inizio della scuola? Hai già acquistato nel tuo negozio bio di fiducia i quadernoni in carta 100% riciclata? Le nuove illustrazioni sono un modo diverso per portare con te anche in classe i protagonisti della Natura: api, coccinelle, rane e lombrichi ti faranno compagnia tutto l’anno!
bioagricoltura 29 settembre 2016: festa della Bioagricoltura presso il Museo Madre di Napoli in Via Settembrini, 79. Giornata dimostrativa dei metodi agricoli biologico e biodinamico e degustazione di prodotti. www.agricolturabiodinamica.it
“Ercole Olivario”, fra tutti gli oli biologici partecipanti. Gli oliveti si estendono su una superficie di 36 ettari con 11.000 piante di varietà moraiolo, frantoio e leccino. L’azienda è in grado di gestire al suo interno l’intero processo produttivo, dall’olivo alla tavola; la molitura avviene entro 24 ore dalla raccolta con un frantoio di ultima generazione con estrazione a freddo e successivo imbottigliamento ad avanzata tecnologia. L’olio è conservato e imbottigliato sotto azoto. I locali sono dotati d’impianto di climatizzazione a temperatura costantemente controllata. www.oliobaccinoemio.it
Terra Madre Salone del Gusto: voler bene alla terra Il mondo del bio sarà presente a Torino, nel parco del Valentino, per la prima volta all’aperto in città, dal 22 al 26 settembre, all’interno della manifestazione Terra Madre – Salone del Gusto, la principale manifestazione internazionale dedicata all’alimentazione sostenibile ed equa. Presso l’area di NaturaSì i visitatori potranno incontrare i produttori, conoscere le storie delle aziende agricole, i valori che alimentano tutti i giorni la passione per l’agricoltura biologica e biodinamica, la volontà di abbracciare un sistema produttivo che tutela l’ambiente e garantisce alimenti di qualità attenti al benessere. Per maggiori informazioni www.salonedelgusto.com
fiocco azzurro in redazione Mercoledì 8 giugno la nostra redazione si è colorata di azzurro con la nascita del piccolo Goran. Congratulazioni a mamma Antonia e a papà Martino Beria. E benvenuto Goran!
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le storie de Le Terre di Ecor
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#perunaterrafertile
da Nord a Sud, alla scoperta del nostro territorio 6
In questa pagina: in alto foto Alexius Terzer, Hubert Dazini e Claudio Casera dell’Osiris; sotto Ruggero Tomaselli di Valsugana Nella pagina sucessiva: a sinistra Alessandro Colombini di Bio Colombini, a destra Paolo e Vincenzo Natile.
Il nostro viaggio alla scoperta delle Terre di Ecor questo mese ci porta a percorrere la penisola in tutta la sua lunghezza, o quasi: dall’Alto Adige siamo scesi in Valsugana e poi ancora molto più giù, in Toscana, fino a raggiungere la Puglia, a pochi chilometri dal mare. Ad accompagnarci in questo percorso ci sono, come sempre, i nostri agricoltori: la cooperativa Osiris, l’azienda agricola Valsugana, l’azienda agricola Bio Colombini e l’azienda agricola Natile. Li abbiamo incontrati e ci siamo fatti raccontare le loro storie. Cooperativa Osiris L’avventura della cooperativa Osiris ha avuto inizio nel 1988 a Postal, in provincia di Bolzano dove un gruppo di agricoltori biodinamici, tra i quali anche l’attuale presidente Hubert Dezini, decise di riunirsi per commercializzare i propri prodotti. In quel periodo erano molte le persone che desideravano sperimentare un modo diverso di coltivare; proprio qui era già nato un primo gruppo di studio sulla biodinamica che anticipò la fondazione della cooperativa, della quale ancora rappresenta il cuore. Fondamentale fu la sollecitazione di Claudio Casera, anch’egli tra i fondatori: frequentando un corso di agricoltura biodinamica a Francoforte aveva scoperto l’importanza dei preparati biodinamici
per la fertilità e l’influenza dei cicli lunari sulle coltivazioni e altre pratiche efficaci per la salvaguardia del suolo. La nascente realtà biodinamica richiama a sé altri agricoltori delle zone limitrofe, ormai sempre più convinti dell’insostenibilità dell’agricoltura tradizionale: oggi Osiris conta 35 soci che coltivano circa 150 ettari seguendo le tecniche dell’agricoltura biodinamica dettate da Rudolf Steiner. Lo statuto, oltre a vincolare ogni socio a praticare solo agricoltura biodinamica, prevede una serie di regole tecniche che superano anche il regolamento stabilito dalla Demeter. Inseguendo l’obiettivo della massima trasparenza nei confronti di chi acquista i suoi prodotti, la cooperativa ha sviluppato proprie strutture di stoccaggio e lavorazione che le consentono di seguire il percorso del prodotto dalla raccolta sino alla vendita. Racconta Hubert: “È una scelta di vita: magari qualche volta si guadagna meno, però tutto deve essere pensato all’interno di un insieme. Facendo tutto in proprio possiamo dare al consumatore la nostra garanzia di un prodotto certamente pulito e sano”. Tra i prodotti della cooperativa: pere, piccoli frutti, patate, carote, ma soprattutto le mele, per le quali è da sempre celebre.
Azienda agricola Valsugana A Spera (TN), abbiamo incontrato Ruggero Tomaselli, titolare dell’azienda agricola che prende nome dalla fertile e ricca Valsugana. Nel corso della chiacchierata, Ruggero ci ha spiegato come tutto sia iniziato nel 1984, quando insieme alla moglie Leonia si trasferì in un piccolo appezzamento ereditato dal suocero. Vedendo che il terreno era molto adatto, cominciarono a piantare qualche pianta da frutto e a tenere un orto; se ne innamorarono al punto da non riuscire più a smettere. Oggi, la loro azienda di 6 ettari produce cereali (tra cui farro, mais, orzo nudo, avena, miglio), frutta, orticole e patate, con molte varietà a maturazione scalare. A lavorare in azienda sono principalmente Ruggero e Leonia, ma durante la raccolta assumono altre 4 persone per la cernita, ancora fatta a mano. La scelta di coltivare con il metodo biologico dipende da un motivo etico: non rovinare la bellezza e la fertilità del territorio che è stato loro donato. Ruggero si considera estremamente fortunato, data la zona molto pulita e mai sottoposta ad agricoltura intensiva. È sempre stato fermamente convinto che negli alimenti trattati chimicamente si accumulino sostanze tossiche, fonte d’allergie e intolleranze alimentari, oggi sempre più frequenti. Non mancano, però, le difficoltà quotidiane: andamento del tempo e raccolto sono impossibili da controllare. Anche grazie a Le Terre di Ecor, l’azienda ha avuto la possibilità di avvicinarsi al mondo dei consumatori, mostrando il suo stile di vita e il duro lavoro che ha portato ottimi e gustosi risultati. Le mele dell’azienda sono giustamente famose e Ruggero invita tutti i consumatori che le acquistano ad andare a trovarli in azienda: se una persona vede da dove proviene ciò che mangia- spiegaha anche la possibilità di scegliere ciò che vuole mangiare. Questo è molto importante. Azienda Agricola Bio Colombini Per conoscere Alessandro Colombini, titolare dell’azienda “Bio Colombini”, abbiamo proseguito il nostro viaggio fino in Toscana, a Crespina, in provincia di Pisa. Con una lunga chiacchierata ci ha raccontato come l’azienda, nata dall’attività del nonno, dopo un breve periodo all’insegna dell’agricoltura convenzionale, si sia convertita nel 1997 a quella biologica, ancora oggi unica nella zona. Per Alessandro è una responsabilità verso il consumatore e un omaggio alla tradizione di una volta, quando non esistevano biologico o convenzionale, ma semplicemente l’agricoltura che rispettava i tempi e le esigenze della natura. Da allora, l’azienda si è ingrandita e oggi comprende 40 ettari su cui produce 56 varietà di ortaggi; oltre a contare su alcuni lavoratori fissi, si impegna da anni nell’offrire opportunità a ragazzi in difficoltà. Irene, per esempio, esprime chiaramente tutto l’entusiasmo e 7
la voglia di fare quando ci dice che “Tutto biologico è più bello”. Nel corso degli anni, EcorNaturaSì ha sostenuto l’azienda “come una figura paterna”, spiega sorridendo Alessandro. “Qui è palpabile la voglia di avvicinarsi al consumatore spiegando il concetto del giusto prezzo. Il mio invito è sempre quello di entrare nel campo per scoprire quello che facciamo ogni giorno. In questo EcorNaturaSì si sta impegnando molto, ed è estremamente importante.” Prima di salutarci, un bel pensiero da condividere con i nostri lettori: “Ognuno di noi ha la possibilità di cambiare il mondo, non possiamo sempre dare la colpa solo alla politica: se incanaliamo i nostri sforzi nella proposta di un’alimentazione sana per l’uomo e un’agricoltura sana per la terra, renderemo il mondo un posto migliore per i nostri figli.” Azienda agricola Natile L’ultima tappa del nostro viaggio ci ha portato a conoscere Paolo e Vincenzo Natile, eredi dell’azienda nata più di 20 anni fa dalla volontà dei genitori Giuseppe e Rosa che iniziarono a produrre uva da tavola e olive da olio con il metodo biologico a Marina di Ginosa, in Puglia, a qualche chilometro dal mare. Ma è stato con l’ingresso dei figli che l’azienda è stata interamente convertita al biodinamico, fino all’ottenimento del marchio Demeter 8
nel 2010. Centrale per la scelta è stata sicuramente l’impegno alla salvaguardia di un territorio devastato dai pesticidi e dai fertilizzanti chimici di sintesi, che è, però, un territorio generoso e naturalmente fertile. “La terra qui è stata bistrattata, ma è generosa e riesce a dare tutto quello che le chiediamo”, racconta Paolo. “Il nostro territorio è vocato all’agricoltura, vuoi per il clima, vuoi per i terreni: chiamano questa zona la California del Sud perché è possibile produrre praticamente tutto. Anche se fare gli agricoltori oggi non è facile, cerchiamo di tener duro e andare avanti, preservando questa realtà che è sempre più impegnativo mantenere. Per l’incertezza del reddito, alcuni agricoltori hanno la tentazione di vendere l’azienda e abbandonare la terra, mentre noi vogliamo invece valorizzarla e cerchiamo di recuperare il meglio”. Oltre all’uva e alle olive, Paolo e Vincenzo coltivano cereali, ortaggi e legumi. Segui le storie dei nostri agricoltori de Le Terre Di Ecor: attraverso i video che li vedono protagonisti puoi entrare in contatto con aspetti poco conosciuti della loro vita e del loro lavoro. Così i prodotti presenti nel reparto ortofrutta acquisteranno un sapore diverso.
Le Terre di Ecor è una rete di aziende agricole indipendenti, unite da un rapporto speciale con la terra e da un impegno profondo nei confronti della natura, delle persone e della qualità del prodotto. Il progetto, mantenendo l’identità e la storia di ogni singolo produttore, ha come obiettivo quello di unire le aziende agricole, condividendone esperienze e modalità di lavoro, oltre alla certificazione biologica. Lo scopo è avere prodotti di qualità da aziende di eccellenza ed economicamente sostenibili nel tempo. EcorNaturaSì si impegna ad acquistare i prodotti de Le Terre di Ecor a un prezzo che remuneri adeguatamente l’impegno degli agricoltori e la qualità dei loro prodotti, e a proporli con trasparenza ai consumatori, in modo che possano effettuare scelte consapevoli. Se vuoi conoscere meglio queste aziende visita il sito ecor.it/leterrediecor #perunaterrafertile
consigli per la spesa FLORES FARM
ECOR
more di gelso, noci pecan selvatiche e pinoli di cedro siberiani
brioches Perfette a colazione oppure a merenda, sono preparate con farina integrale macinata a pietra, senza olio di palma, dolcificate con sciroppo d’agave e lievitate con pasta madre. Vengono proposte nella variante vuota e con ripieno all’albicocca.
Dal delicato aroma di miele, le more sono il frutto del gelso Fusang, “casa dei dieci soli” nella mitologia cinese, mentre le noci pecan selvatiche, dal gusto eccezionale, sono piccole gemme di selvaggi alberi centenari. I piccoli e raffinati pinoli di cedro siberiano, infine, sorprendono per il loro elegante aroma.
NATUR ATTIVA
bevanda di soia Naturattiva propone un ampio assortimento di dessert e bevande vegetali, come quella a base di soia, dal gusto vellutato. Indicata a colazione, può essere utilizzata anche per la preparazione di cappuccini, dolci e besciamelle vegetali.
PIÙ BENE
muesli al cioccolato fondente e alla frutta senza glutine
succo di verdura, di carote e di barbabietola rossa
Due muesli senza glutine perfetti per iniziare la giornata con gusto e croccantezza: il primo è al cioccolato fondente, mentre l’altro è alla frutta. Entrambi sono fonte di fibre. Si possono gustare con latte, yogurt, bevande e dessert vegetali.
Tre succhi di ortaggi: alla carota, alla barbabietola rossa e alle verdure. L’ultimo nasce dalla combinazione di succo di carote, barbabietole rosse, sedano, limone e polpa di acerola. È il caso di dire: alla salute!
BERCHTESGADENER L AND
bioghurt
È un latte alpino intero fermentato, senza lattosio (lattosio < 0,1%). Al naturale e alla vaniglia, è ideale da arricchire con cereali, frutta secca oppure scaglie di cioccolato. Prova anche la variante al lampone, dal gusto inconfondibile.
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dall’orto con amore
la batata rossa
Cenni botanici Caratterizzata da steli rampicanti e fiori a campanula in primavera, la batata ha alle spalle secoli di storia: nelle isole del Pacifico, le popolazioni amerinde si sono 10
dedicate alla coltivazione per più di 5.000 anni. Arrivò nel Vecchio Continente con le prime esplorazioni di Cristoforo Colombo, diventando così parte dello scambio biologico instauratosi col Nuovo Mondo, al pari della “cugina” patata. Si diffuse in tutto l’Occidente, specialmente in Spagna e Portogallo, dove mantenne fama di cibo povero; in altri Paesi dal clima inadatto alla produzione, come il Regno Unito, le sue presunte proprietà afrodisiache diedero il via a importazioni di quantità enormi. In Italia dovemmo aspettare il 1894, quando due contadini immigrati in America ritornarono portando la gustosa novità; la presenza in Cina, invece, è documentata già dal tardo XVI secolo. La tradizione popolare le attribuisce
molte virtù non solo come alimento, ma anche come alleato nei trattamenti di bellezza, specialmente nelle creme antiaging; di particolare rilievo è il cajapo, contenuto nella sua buccia. Coltivazione e conservazione Rispetto alla patata, la sua coltivazione richiede temperature più elevate: di norma 15 gradi per la germinazione e 20 per lo sviluppo. Il ciclo produttivo dura circa da 180 a 200 giorni; la coltura predilige un terreno sciolto, leggero e ricco di sostanza organica, in una posizione assolata e poco esposta a venti e intemperie. In Italia le zone che soddisfano questi criteri si concentrano prevalentemente al centro-sud, come la Pianura pontina o le aree in prossimità del Mar Tirreno.
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No, non è un errore di battitura: diversamente da ciò che si potrebbe pensare, l’IPOMOEA BATATAS non ha nulla a che fare con le comuni patate. Mentre la batata rossa, conosciuta anche come patata dolce (o patata americana) appartiene alla famiglia delle Convolvulaceae, la patata vera e propria fa parte delle Solanaceae, la stessa famiglia dei pomodori e delle melanzane. È impreciso definire la batata come un semplice tubero: è una radice tuberosa dalle mille forme, varietà e dimensioni.
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la ricetta
due ricette con le batate di Agrilatina
pasta e batate
gnocchi
ingredienti
ingredienti
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• 350 g di batata Agrilatina • 150 g di farina di tipo 2
3 batate medie 280 g di pasta integrale (corta) olio extravergine d’oliva q.b. uno spicchio d’aglio un rametto di rosmarino peperoncino q.b. pecorino da grattugiare
procedimento 1 Cuocete in padella le batate Agrilatina con un filo d’olio, uno spicchio d’aglio e un po’ d’acqua. Una volta cotte, aggiungete il rosmarino. 2 A questo punto, aggiungete la pasta che avrete precedentemente cotto in abbondante acqua salata. 3 Infine, insaporite con un pizzico di peperoncino e cospargete con una spolverata di pecorino grattugiato.
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Ricetta di Lucy, moglie di Pasquale
La raccolta avviene dopo 6-7 mesi dalla germogliazione, quando le foglie iniziano a ingiallire. Trattandosi di una coltivazione molto resistente, non richiede l’utilizzo d’insetticidi o sostanze chimiche. Per questo è particolarmente indicata per la coltivazione con il metodo biologico e biodinamico. Le batate possono essere conservate sia a temperatura ambiente sia in congelatore. Una volta acquistate, potete avvolgere quelle non consumate in un foglio di carta da giornale oppure in un sacchetto di carta, sistemandole in una scatola o in un cesto (niente contenitori sottovuoto); per prevenire la formazione di gemme una simpatica soluzione è inserire nel recipiente una mela. Le batate sono così pronte alla conservazione anche fino a sei mesi, preferibilmente in un luogo buio e fresco con temperatura compresa fra i 16 e i 17 gradi, evitando il frigorifero. Per la conservazione in congelatore è necessario in primo luogo lavare e pelare le batate e bollirle per 15-20 minuti; non le si congela crude (corrono il rischio di rompersi e perdere sapore). Poi, affettarle o ridurle in purea, aggiungendo succo di limone in modo che non si scoloriscano; aspettate che si raffreddino prima di porle in congelatore, altrimenti la condensa potrebbe rovinarle. In questo caso è indicato il contenitore sottovuoto, diffidando invece di materiali come metallo e vetro.
procedimento 1 Sbucciate e cuocete a vapore le batate Agrilatina, quindi schiacciatele con una forchetta. 2 Aggiungete la farina e impastate fino a formare dei panetti. Ricavate poi delle striscioline non troppo sottili che con un coltello taglierete a tocchetti di un centimetro circa. 3 Cuocete quindi gli gnocchi in acqua bollente salata finché non affiorano in superficie (basteranno pochissimi minuti). 4 Condite con burro, salvia e una grattugiata di pecorino.
Ricetta di Rosy, sorella di Lucy
In congelatore, le batate possono essere conservate fino a 12 mesi. In cucina, ma non solo La batata rossa ha un sapore dolce, intenso e che si colloca a metà strada fra la classica patata e la zucca. Nei Paesi in via di sviluppo rappresenta uno degli alimenti base, ingrediente essenziale per curry di verdura piccanti e aromatici, servita con salse o addirittura adoperata per creare una specie di pane. Si presta comunque a tutte le modalità di cottura e ricette tipiche della patata gialla: risotti, creme, gâteau… perfino delle sfiziose chips. C’è l’imbarazzo della scelta! Un’altra freccia nell’arco di questa radice tuberosa è il largo utilizzo possibile anche nei piatti freddi: lavando bene la buccia, diventa un’ottima aggiunta alla propria insalata di stagione. La batata, quindi, è un’ottima e originale variante, sempre più presente nelle nostre cucine. Prova le ricette consigliate dal nostro produttore Agrilatina, inserite nel boxino presente in questa pagina. Buon appetito!
Azienda agricola Agrilatina Nasce nel 1985 dall’impulso di Pasquale Falzarano, l’attuale direttore e responsabile tecnico della Società. Il Gruppo ha praticato l’agricoltura biologica fin dal 1987 e quella biodinamica dal 1993. Nel 2015 è tra le prime aziende in Italia a divenire Rete di Imprese coinvolgendo altre cinque aziende. La sede principale è situata in un’importantissima zona ambientale, turistica, storica e archeologica diventata patrimonio dell’Unesco. Tra le coltivazioni dell’azienda troviamo batata rossa e batata viola, kiwi giallo, cavolo rapa, germogli di bambù, daicon, pomodoro, zucchine, cetriolo, melanzana, peperone, anguria, aromatiche e molto altro ancora. Il motto di Pasquale? “La terra ci è stata affidata dalle future generazioni, abbiamo il dovere di amarla e rispettarla per restituirla meglio di come l’abbiamo ricevuta”. ecor.it/leterrediecor #perunaterrafertile
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le vostre domande... a Weleda
Le miscele che conferiscono a ogni prodotto Weleda la sua caratteristica fragranza sono selezionate e ben tarate. La loro alta tollerabilità è confermata da test dermatologici e la sicurezza del loro uso in gravidanza è garantita. Quali prodotti mi consigliate in caso di couperose?
Soffro di allergia al nichel, posso utilizzare ugualmente i cosmetici Weleda? Il nichel, impiegato soprattutto nella cosmesi decorativa (trucchi) in qualità di oligoelemento sinergizzante, non fa parte degli ingredienti impiegati nei cosmetici Weleda. La garanzia per l’assenza di queste sostanze nei suoi prodotti per l’igiene e per la cura di viso e corpo è data dalla certificazione NATRUE che le esclude dalla lista degli ingredienti di origine minerale ammessi. Essendo una sostanza praticamente onnipresente, un cosmetico potrebbe in teoria contenere tracce di nichel proveniente dalle materie prime, dai macchinari di produzione (ma di solito sono di acciaio inossidabile, metallo che ne contiene pochissimo), dall’ambiente (nell’acqua, ma in quantità assolutamente irrilevante). Le quantità di nichel derivanti da queste fonti sono però molto inferiori al limite di
sicurezza (1ppm) che è la soglia minima oltre la quale si manifestano reazioni cutanee nelle persone allergiche al metallo. Sono incinta, posso utilizzare ugualmente i prodotti Weleda che contengono oli essenziali? Tutti i cosmetici Weleda possono essere impiegati anche durante la gravidanza. Le restrizioni circa l’utilizzo degli oli essenziali durante questo periodo sono riferite all’assunzione concentrata per via interna o all’uso per l’aromaterapia. Se assunte in questo modo, alcune di queste sostanze (per esempio gli oli essenziali di levistico, prezzemolo, issopo, basilico) possono stimolare troppo l’utero, disturbando così la sana crescita del feto. Tutt’altra cosa è invece l’impiego di un olio essenziale nell’insieme di una miscela per la profumazione di un prodotto cosmetico.
Per la pelle secca e sensibile, come spesso lo è quella che deriva dalla la couperose, Weleda offre la linea Mandorla Trattamento Comfort, a base di puro olio di mandorle dolci bio e senza profumazione, per una massima delicatezza e dermocompatibilità. Le cause della couperose possono essere varie, tra cui anche la fragilità dei capillari che va trattata seguendo quanto viene prescritto dal medico. Consiglio: importante è sicuramente l’alimentazione, che deve prevedere sostanze vaso-protettive come le noci e gli alimenti fonte di vitamina C. Le risposte alle domande di questo mese sono a cura dello staff di Weleda.
SCRIVETE A: naturasi.it/contatti negozicuorebio.it/contatti
Be Good! Pi Pioniere nel settore deii tè ayurveedi dici c allle er e be e spezie, fin daagli anni 80 YOGI TEA® si impegna per metodi di co oltivazio one n ecolo ogiici c . Quando i cerr ti t fic ficat a i BIO non esistevano ancora e i prodotti da vera ag a rico coltura sost sten enib bilie erano un u a rarità, abbiamo viaggiato negli angoli più remoti del globo per trovare i miigl glio i ri inggreedienti da colture biologiche per le nostre esclusive miscele di tè. I metodi di coltivazione biologica contribuiscono a preservare il mondo nella sua naturale bellezza, fertilità e vitalità, rinunciando all’impiego di antiparassitari chimicosintetici, fertilizzanti azotati e ingegneria genetica. Grazie a tecniche di produzione naturali e sostenibili, terreno, acqua e aria vengono protetti, preservando così la specifica biodiversità del nostro pianeta. Negli stabilimenti di produzione a Imola (Bologna) e negli uffici di Amburgo (Germania) utilizziamo esclusivamente elettricità generata da energie rinnovabili per ridurre al minimo le emissioni di CO2. I nostri uffi ffici ad d Amburgo b inolltre si trovano in un ed dificio fi vincolato appartenente al patrimonio artistico, restaurato nel 2012 e reso efficiente dal punt pu nto nt to di vis ista ista ta ene nerg rget rg etic et tic ico, ico o, ora dot otat tat ato to di cer erti tific ti ficaz ficaz fic azio ione Gre ione io reen en Bui uild ild ldin ing de ing in dellllaa Co dell Comm Comm mmis is isis sione Europea. Anche nel trasporto dei prodotti YOGI TEA® siamo attenti all’impatto ambientale e spediamo i prodotti finiti nei paesi europei di destinazione mediante trasp por orto to fer erro rovi ro viar vi ario ar io.. YOGI TEA® sos io osti tien ti enee in en inol oltr ol tree da ann tr nnii i su suoi oi dip pen ende dent de ntii ne nt nellllll’u uti tilililizz zzo zz o del trasporto pubblico. Allo stesso modo, YOGI TEA® promuove la vitalità dei suoi dipenden di d tii off ffrend do loro frutta e bevand de bio e corsii di yoga. L’ L’iimpegno personale l deii dipe p ndenti in pr p oggetti di beneficenza a livello locale viene sostenuto tradizionalmente con spazi non lavorativi e donazioni per le iniziative.
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approfondimento
al SANA con il biomercato Anche quest’anno dal 9 al 12 settembre, presso la Fiera di Bologna, si rinnova l’appuntamento con il SANA, il salone internazionale del biologico e del naturale. Nel padiglione 25, con 3.900 metri quadrati di spazio dedicato al Biomercato, oltre 160 produttori sono pronti ad accogliere ogni giorno i visitatori della Fiera, che possono così toccare con mano, ed eventualmente acquistare, i prodotti della terra. È questa una preziosa occasione per incontrare gli uomini e le donne che coltivano nel rispetto della fertilità della terra, tutelando l’ambiente, la biodiversità e il benessere dell’uomo. Il reciproco rapporto di conoscenza e collaborazione è un modo per dare anche ai più scettici l’opportunità di rivolgere do-
mande e richieste di maggiori informazioni su quello che si cela dietro al prodotto acquistato, direttamente a chi il biologico e il biodinamico lo fa o lo trasforma. Infatti nel Biomercato agricoltori e produttori metteranno a disposizione non solo i frutti del loro lavoro, ma anche le storie personali e la ricchezza della loro conoscenza, è il caso di dirlo, sul campo! Ortaggi, frutta, pane, pasta, uova, latte, yogurt, cereali, farine e tanto altro: ogni prodotto esposto sarà raccontato dai produttori presenti che dedicano quotidianamente la loro passione e il loro impegno nell’offrire a tutti noi prodotti sani e di qualità. Oltre agli acquisti, tra i banchi del Biomercato, sarà possibile partecipare ad un fitto programma di attività, intitolato
“Di Terra in Tavola”. Gli eventi si svolgeranno in uno spazio appositamente creato al centro del padiglione, per conoscere più da vicino il mondo del biologico accompagnati da Koinè Teatro Sostenibile e dalle sorelle Braglia dell’Associazione Di Sana Pianta. Incontri, spettacoli, presentazioni di prodotti e di produttori, racconti, degustazioni guidate e tanti consigli utili per preparare anche a casa i piatti suggeriti dai nostri esperti. Il tutto condotto in modo semplice e immediato, con l’obiettivo di creare una rete, anzi una comunità vera e propria, tra tutte le persone coinvolte. È anche un’occasione per comprendere a fondo l’importanza delle scelte che compiamo ogni giorno: siamo il motore primo di un sistema che vuole garantire un futuro all’agricoltura, all’insegna della sostenibilità, dell’equità e del benessere. SANA dà l’opportunità di vivere un’esperienza unica e intensa che aumenterà la consapevolezza del ruolo fondamentale e della responsabilità che noi tutti abbiamo nei confronti della Terra e degli altri uomini.
Vi aspettiamo presso il padiglione 25 della Fiera! ecor.it/sana16 naturasi.it/sana2016 negozicuorebio.it/sana16
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azienda del mese
messaggio promozionale
Triballat, tradizione di famiglia Triballat è un’azienda a conduzione familiare specializzata in prodotti biologici con sede in Bretagna (Francia), conosciuta per la qualità, l’innovazione e la sicurezza dei suoi prodotti. Negli anni ’70, a dispetto della tendenza a coltivazioni sempre più intensive, la famiglia Triballat intraprende la strada dell’agricoltura biologica per proporre sul mercato prodotti controllati e di qualità. Nel 1975, in Francia, i negozi del biologico cominciano a distribuire la sua prima linea bio: yogurt, panna e burro di latte vaccino. Da lì a poco negli stessi punti vendita fanno la loro comparsa anche la linea di soia, di latte di pecora e di latte di capra, sviluppate per rispondere alle richieste del maggior numero di consumatori biologici. Oggi Triballat è guidata da Olivier Clanchin, rappresentante della terza generazione. Pioniera nel settore, Triballat è costantemente impegnata nello sviluppo sostenibile, producendo nel pieno rispetto dell’ambiente, e fa parte del progetto “1% for the planet”, che destina l’1% del fatturato a sostegno dell’agricoltura biologica e della biodiversità. Nelle coltivazioni della soia sono ovviamente banditi diserbanti e pesticidi di sintesi, a tutela dell’interazione tra l’ambiente e le persone. La filiera è interamente controllata, la scelta degli ingredienti è accurata. Per preservare la qualità degli ingredienti, la materia prima è raccolta vicino agli stabilimenti di produzione. I diciasette stabilimenti di Triballat – di cui uno in Italia – sono costruiti nel rispetto della natura e con l’obiettivo di utilizzare sempre di più le energie rinnovabili e di ridurre al minimo i rifiuti. Numerosi mezzi di trasporto dell’azienda sono elettrici; sin dal 2005 i camion sono alimentati a biocarburante e gli autisti sono costantemente formati per una guida all’insegna del risparmio energetico. L’attenzione ambientale coinvolge anche gli addetti al confezionamento del prodotto, per diminuire lo spreco d’acqua 14
i prodotti del mese
golosi dessert per tutti i gusti
I dessert Sojade sono cremosi, golosi e disponibili in un’ampia gamma di ricette, per accontentare tutti i palati: naturale, alla frutta, con polpa o pezzi, per arrivare alle golose crème dessert. Sojade alla canapa: una novità assoluta disponibile nella confezione 2 x 100 g ai gusti cioccolato o fragola/lampone. La canapa ha un sapore pieno e delicato, leggermente “nocciolato”; il prodotto è fonte di Omega 3, senza lattosio e garantito vegano, adatto anche a chi è intollerante alla soia. Questo dessert è anche povero di acidi grassi saturi.
Sojade Mandarino Arancia: un dessert goloso in cui la naturalità del mandarino e della polpa dell’arancia, si sposa con la leggerezza della crema di soia e con il gusto frizzante del succo di limone, in un mix unico, ideale per chi ama i gusti agrumati. In linea con la filosofia Sojade, che seleziona attentamente le materie prime, anche questa alternativa vegetale allo yogurt proviene interamente da agricoltura biologica; Sojade Mandarino e Arancia è inoltre garantito vegan e NO OGM. Fiocchi di Tofu Integralimenti: una grande novità che arricchisce l’ampia gamma di prodotti Integralimenti, per
garantire un’alimentazione sana e bilanciata. Fiocchi di Tofu Integralimenti ha una consistenza morbida e cremosa ed è ideale per creare piatti freschi e leggeri: è perfetto da utilizzare come base per ripieni, farciture, in insalata ma anche da gustare al naturale. Come ogni altro prodotto Integralimenti, anche Fiocchi di Tofu ha la garanzia Vegan ed è ricco di proteine vegetali, povero di grassi saturi e naturalmente privo di lattosio; un’alternativa vegetale al formaggio composta da soia italiana senza OGM, ovviamente senza conservanti, coloranti e aromi artificiali, per tutelare la naturalità e genuinità del prodotto.
Triballat ha scelto di preparare in proprio le basi di frutta dei dessert e quelle delle “crème”, con grande attenzione alla materia prima. I dessert alla frutta Sojade sono ricchi di fermenti lattici vivi come il Bifidus, di cui è dimostrata l’azione a favore dell’equilibrio della microflora intestinale; la materia prima biologica, coltivata per la maggior parte nel sud-ovest della Francia da produttori supervisionati sistematicamente, è ovviamente garantita “non OGM” dalla semina al raccolto. Il pack della linea Sojade è costituito da vasetti in materiale riciclabile, concepiti nel pieno rispetto dell’ambiente. Sojade ha anche una linea di soia biologica UHT, 100% vegetale: drink alla soia (al naturale, con calcio e alla vaniglia) freschi e piacevoli e un sostituto della panna da cucina.
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e i materiali di scarto degli imballi, con ottimi risultati: nonostante l’aumento di produzione, dal 2010 gli scarti sono in costante diminuzione. Con Sojade, il sapore vegetale è ricco di colori Dal 2002, Sojade presenta una gamma completa e unica di prodotti biologici 100% vegetali a base di soia, di riso, e, dal 2015, di canapa. Per mantenere l’alta qualità dei prodotti proposti al pubblico,
Integralimenti, la buona cucina italiana 100% vegetale L’attenzione a un’alimentazione sana e variegata riguarda anche il marchio Integralimenti, proprietà di Triballat dal 2009. Nata nel 1998, Integralimenti è dedicato alla gastronomia a base di proteine vegetali e offre la risposta perfetta al consumatore di prodotti biologici che intenda eliminare o limitare il consumo di proteine animali senza rinunciare al gusto della buona tavola. La lavorazione con un occhio alla cucina tradizionale garantisce qualità e gusto
conservando le preziose caratteristiche nutrizionali della materia prima, scelta con profonda attenzione. Integralimenti punta a sviluppare un assortimento di alimenti vegetali vario e in costante evoluzione, che sia capace di interpretare e anticipare le tendenze e i gusti dei consumatori. Qui sotto un’immagine dello stabilimento francese di Triballat.
TRIBALLAT 2 rue Julien Neveu 35531 Noyal sur Vilaine France www.triballat.fr
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il gesto quotidiano di Benedetta Frare
ultima fermata, Pedibus! Eccoli che mi aspettano! Ancora pochi passi mi separano dalla fermata, mentre tengo i miei figli per mano, prima di passarli ad altre mani, quelle di due genitori che li attaccano a una corda dove altri bambini sono posizionati in fila indiana, registrano il loro nome nel piccolo elenco che portano con sé, verificano che sia tutto a posto e ripartono con il sorriso sulle labbra per la prossima fermata. Questa settimana tocca a loro accompagnare a scuola il gruppetto di bambini festosi. Naturalmente, sto parlando dell’esperienza di Pedibus, il bellissimo progetto che mette insieme tanti valori in un tragitto di poco più di 1 km a piedi, percorso in gruppo dai bambini delle elementari accompagnati da un paio di genitori. Nella nostra scuola è partito
pochi anni fa da un invito della Preside che suonava circa così: “In collaborazione con l’amministrazione comunale, l’Ulss e il Corpo dei vigili urbani abbiamo messo a punto dei percorsi per consentire ai bambini di vivere l’esperienza di venire a scuola a piedi, insieme ad altri compagni vicini di casa e accompagnati da genitori o nonni che offrano la loro disponibilità. Che ne pensate? Volete aderire?”. Ho risposto subito di sì, pensando che fosse un’esperienza in grado di spingere mia figlia grande a uscire dalla pigrizia che da sempre avvolge i suoi risvegli e che molto spesso, nonostante la vicinanza alla scuola, mi ha costretto ad accompagnarla in auto. Il ritrovo è sempre allo stesso punto, alla fermata del Pedibus contrassegnata da un
cartello che può ricordare quello dell’autobus. Vestito con le giacche catarifrangenti per essere ben visibile alle macchine che costeggiano la strada, c’è un gruppo di bambini raccolto alle fermate precedenti. Molti si conoscono, per altri è l’occasione per fare nuove amicizie. Per sicurezza, devono stare tutti in fila indiana attaccati alla stessa corda. Il piccolo viaggio si svolge con qualsiasi condizione meteorologica (ogni scolaro deve essere dotato di poncho), anzi, le situazioni più difficili sono anche quelle più divertenti: la pioggia favorisce i salti nelle pozzanghere, la neve le prime battaglie a suon di palle. Il piccolo tragitto è l’occasione per chiacchierare, conoscersi, giocare. I bambini hanno sempre tante cose da dirsi e mentre camminano, inconsapevolmente danno un valore diverso al loro percorso: riducono l’inquinamento, fanno movimento, imparano ad essere più autonomi, a occuparsi un po’ dei più piccoli. Anche per i genitori che accompagnano è un’esperienza importante: per un breve tratto di strada, possono osservare il modo di relazionarsi dei bambini e vivere un’esperienza importante di condivisione. Questo autunno, al riavvio della scuola, proverò anche io. Non vedo l’ora! Per ulteriori approfondimenti sul tema potete consultare: www.associazionepedibus.org
Burger vegetali BioAppetì …E E tu quale preferisci?
ALTO CONTENUTO DI PROTEINE VEGETALI
BioAppetì offre una vasta scelta di burger a base di ingredienti esclusivamente vegetali e biologici: ogni ricetta è un concentrato di verdure, cereali e legumi, profumati delicatamente con spezie ed erbe aromatiche. Pronti in pochi minuti, i burger BioAppetì sono ideali per un pasto appetitoso e nutriente!
www.bioappeti.it
Seitan
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Soia
Lenticchie e cipolla
Farro e carote
Farro e broccoli
Lupino e spinaci
Spinaci
Quinoa e zucchine
consigli per la spesa BIONATUR AE
CANTINA DI ALDENO
tre cereali con verdure e orzo e legumi
Moscato giallo trentino DOC e Lagrein DOC
Due piatti pronti anche per chi ha poco tempo: il primo abbina l’orzo, l’avena e il grano con croccanti verdure ed è ottimo anche tiepido. Il secondo, ideale sia freddo che riscaldato, nasce invece dall’unione di orzo, piselli, ceci e fagioli rossi.
Un bianco e un rosso: il Moscato, dal gusto aromatico, si contraddistingue per i sentori di salvia, melissa, limone e frutta, mentre il Lagrein, strutturato e sapido, per i sentori di piccoli frutti.
ECOR
tortelloni alla ricotta e spinaci Una pasta di grano duro che racchiude un morbido ripieno a base di ricotta e spinaci. Il primo piatto perfetto per chi ha poco tempo, perché cuoce in pochi minuti, ed è facile da preparare. Basta condire con un filo d’olio extravergine di oliva e buon appetito.
ARCANIA
vino rosso Cabernet “Non SO” IGT senza solfiti aggiunti Ottenuto da uve 100% cabernet, è un vino di colore rosso rubino indicato per accompagnare carni rosse, pollame e formaggi semi-stagionati a grana dura. La gradazione alcolica è di 12,5% vol. Si consiglia di servirlo a 16-18 °C.
BIOL AB
Fricò vegetariano Il piatto tipico della cucina friulana rivisitato in chiave vegetariana. Semplice e appetitoso, è un morbido tortino di formaggio (lavorato a caglio microbico e non animale) e patate. Si prepara in poco tempo: basta scaldarlo 5 minuti in padella ed è pronto.
BUSTAFFA
tosellina della nonna per piastra Proposta in una pratica confezione, è un formaggio primo sale indicato per tanti piatti diversi: dalle insalate alla cottura sulla piastra. Provatela scaldata in padella alcuni minuti, con un filo d’olio o una noce di burro, e servita con pomodorini a fette, origano e sale.
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consigli per la spesa TAIFUN
BIONATUR AE
tapas burger olive-anacardi e peperoni-capperi
pesto vegan e ragù di tofu Due classici condimenti della tradizione italiana rielaborati in versione vegana e preparati con il tofu. Il ragù è perfetto per preparare le lasagne al forno, mentre il pesto può essere usato come condimento per la pasta, ma anche come salsa per deliziose tartine.
Con ingredienti dal sapore mediterraneo, si preparano in pochi minuti in forno, oppure scaldandoli in padella, con un filo d’olio extravergine d’oliva. Accompagnateli con un contorno di verdure di stagione per un secondo piatto veloce e appetitoso.
THE BRIDGE
Bio Soya: dessert di soia al cacao e alla vaniglia Due dessert vegetali a base di soia. Quello al cacao è pensato per i più golosi, amanti dei gusti intensi, mentre quello alla vaniglia è l’ideale per chi predilige i sapori più delicati. Perfetti a colazione, come dessert o golosa merenda.
Baule Volante
BIO APPETÌ
hummus di ceci
barrette Paleo
A base di ceci e fonte di proteine vegetali, è morbido e cremoso. Perfetto per tartine e finger food, trova il suo naturale abbinamento con i falafel, con i quali condivide l’origine mediorientale, ma può essere accompagnato anche ai burger e alle cotolette vegetali.
Ispirate alla paleodieta, stile alimentare che privilegia l’assunzione di proteine, sono prodotte con una miscela di frutta secca, frutta disidratata e semi oleosi, senza cereali e senza l’utilizzo di amidi. Dolcificate con solo sciroppo di cocco e ricche di fibre, le Barrette Paleo sono adatte a chi ama muoversi e ideali per uno snack nutriente e pieno di gusto.
BIOL AB
mini svizzere Hanno il gusto della classica svizzera vegetariana di Biolab, ma il piccolo formato le rende ancora più irresistibili. Ideali come secondo piatto, con un contorno di verdure di stagione, cotte o crude, sono perfette anche per accompagnare con fantasia un aperitivo.
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green generation
insegnando s’impara Dalla voce un po’ imbarazzata, ma al contempo divertita e serena, Giulia Modenato, 28 anni, si presenta come una ragazza solare e dalla spiccata personalità, entusiasta di raccontare la sua storia. Dopo aver ottenuto un diploma di perito turistico a Treviso, sceglie di frequentare la Facoltà di Scienze della comunicazione all’Università di Padova, dove conclude la laurea triennale e i due anni di specialistica in Strategie di comunicazione, frequentando anche corsi come Scienze della Formazione, Psicologia sociale e Sociologia. “Il mio percorso di studi mi ha permesso di comprendere l’importanza della formazione per qualsiasi attività lavorativa di cui si sia protagonisti” - spiega. Date le difficoltà di trovare nell’immediato un lavoro che le permettesse di mettere a frutto le conoscenze acquisite, Giulia partecipa a un Open Day, nel quale entra in relazione con un ente trevigiano promotore di corsi per ragazzi in attesa d’occupazione finanziati dal Fondo Sociale Europeo, con stage aziendali e una piccola borsa di studio. Il suo corso è di Green Marketing: ha l’occasione di trattare temi come la responsabilità sociale d’impresa, ecologia e sostenibilità; viene indirizzata a EcorNaturasì (“Grazie al cielo”, dice
sorridendo) per lo stage conclusivo, arriva quindi a far parte dell’Ufficio Formazione negozi coordinato da Gianluca De Nardi. La sua famiglia aveva già la passione per il bio, “sia come filosofia di vita, che come filosofia d’acquisto” – racconta. “I miei genitori sono sempre stati molto attenti alla provenienza dei cibi e privilegiavano pasta, frutta, verdura e altro in versione biologica, per l’assenza di pesticidi e concimi chimici.” Dall’arrivo a EcorNaturaSì, ha cominciato a interessarsi ai processi produttivi e alle aziende collaboratrici, scoprendo un mondo di cui non aveva nemmeno sospettato l’esistenza. “È stato commovente toccare con mano la fatica dell’agricoltore, che si alza ogni mattina per prendersi cura dei frutti della terra, conoscere un lavoro duro, ma svolto con passione e con una tenacia mai vista”. Il contatto diretto con il mondo del biologico ha prodotto un’evoluzione nello stile di vita di Giulia. Quando fa la spesa non presta attenzione solo al cibo, ma anche all’impatto ambientale che ogni scelta comporta: appena possibile preferisce la bici all’automobile, è attenta alla raccolta differenziata e controlla lo spreco d’acqua potabile, condivide il suo pensiero “green” con amici e
familiari. Tornando al lavoro, per Giulia il percorso di formazione in un’azienda come EcorNaturaSì è fondamentale per poter offrire in negozio professionalità, conoscenze e competenza, ma anche per condividere i valori di una comunità. “Non proponiamo ai clienti prodotti con il mero obiettivo di vendere e guadagnare, ma perché condividano una scelta di cuore, una filiera etica. Nel percorso formativo il personale non impara solo come tagliare e incartare il formaggio o come allestire il banco ortofrutta, ma anche a trasmettere il contesto di ogni prodotto. Il compito non è affatto indottrinare il consumatore, piuttosto dargli l’opportunità di scegliere in maniera informata e consapevole”. La formazione si divide in lezioni d’aula e videocorsi. I corsi d’aula sono residenziali (tenuti regolarmente nella sede di EcorNaturaSì a San Vendemiano, nel trevigiano, che spaziano dall’ortofrutta all’erboristeria, passando per il banco dei formaggi e che prevedono visite agli uffici, alla Scuola Steineriana Waldorf “Novalis”, all’Ariele Conegliano, negozio storico di EcorNaturasì e in aziende fornitrici della zona); e itineranti, svolti in diverse città e che spaziano su una grande varietà di argomenti, dall’educazione alimentare alla salute. “La mente non è un vaso da riempire, ma un fuoco da accendere” scriveva Plutarco, e Giulia ne è testimone: “Ogni volta vedo i ragazzi entrare alle lezioni del corso con una faccia e uscire con un’altra, completamente diversa. È incredibile come due soli giorni possano trasmettere entusiasmo ed emozioni così intense ai partecipanti, grazie alla possibilità di confrontarsi tra loro e con i docenti, con cui c’è un rapporto di dialogo aperto e sincero: non c’è chi sa e chi non sa, tutti impariamo da tutti”. La più grande soddisfazione è lavorare in un clima di rispetto e aiuto reciproco, che dà uno stimolo in più sia ai nuovi negozianti che ai veterani. Talvolta lo spirito d’intraprendenza può vacillare di fronte alle difficoltà quotidiane di una realtà come il negozio; Giulia vede come una sfida per il futuro “tenere la fiamma accesa”, in modo che i ragazzi possano trasmettere la loro esperienza anche ad altri colleghi: “È qui che sta la differenza, dove vorrei vedere il salto di qualità nel nostro progetto” spiega. La passione e il trasporto di Giulia la spingono a mettersi continuamente in discussione, a migliorare se stessa e il suo lavoro. “Spero di rendere l’offerta formativa sempre più innovativa e accattivante, magari aggiungendo nuovi corsi o perfezionando l’attuale catalogo formativo. La cosa più difficile, però, è formare me stessa, prima degli altri: imparare sempre, mettendosi in gioco e sperimentando è indispensabile per maturare e lavorare su di sè. È una strada impegnativa, ma considero ogni piccola difficoltà come un trampolino di lancio verso nuovi traguardi”. Possiamo solo augurarle: buon cammino, allora! 19
notizie dalla Fattoria Di Vaira informazioni riguardo metodo colturale e origine genetica del prodotto che acquista, ma anche incentivare la diffusione delle sementi indipendenti, non ibride e, perciò, ben riproducibili in azienda. I semi ibridi sono prevalenti, spesso anche nel mondo del biologico; noi di Sativa e Bioverita stiamo svolgendo ricerche per realizzare varietà ortofrutticole sane e robuste, adatte all’agricoltura biologica, gustose e saporite, che aumentino lo sviluppo attivo della biodiversità e della ricchezza varietale. Ma è anche necessario orientare il cliente: come riconoscere la provenienza da un seme ibrido o meno? Con il nostro marchio, affiancato a quello Demeter e alla certificazione biologica, vogliamo aiutare il consumatore a riconoscere l‘origine varietale (genetica) e la genuinità del prodotto.
sementi non ibride e indipendenti Con il finire dell’estate e l’autunno alle porte, vi raccontiamo l’incredibile progetto che dal 2014 impegna la Fattoria Di Vaira e alcuni preziosi partner. Questa volta abbiamo incontrato Jean Pierre Bringiers di Sativa Rheinau AG, azienda svizzera che seleziona, produce e commercializza sementi biologiche e biodinamiche non ibride. Da un paio d’anni, con l’istituto di selezione Peter Kunz, con Demeter Svizzera e altri partner europei, ha dato vita all’associazione Bioverita, della quale EcorNaturaSì è diventato membro dal 2014. Com’è nato e cosa caratterizza il marchio Bioverita? In passato riunivamo sotto il marchio Sativa le operazioni legate alla selezione di 20
semi biologici e le pratiche di propagazione, specialmente per il grano; il marchio Bioverita è nato per eliminare qualsiasi confusione tra la certificazione della selezione e il nome dell’azienda Sativa Rheinau AG. Negli ultimi 90 anni, con le tecniche di selezione sempre più sofisticate ed estranee al lavoro sul campo, per non parlare della crescente diffusione di OGM da parte della genetica convenzionale, il mondo agrosementiero si è sempre più concentrato in mano a poche multinazionali, il che rappresenta un grande ostacolo per chi vuole praticare una produzione di alimenti sana, biologica e, soprattutto, indipendente. Lo scopo del nuovo marchio è non solo quello di fornire al consumatore più
Dal 2014 è iniziata una selezione di semi biodinamici in stretta collaborazione tra Sativa Rheinau e Fattoria Di Vaira. Come si sta svolgendo e quali obiettivi sono stati raggiunti? Sono stati tre anni molto promettenti e siamo convinti della perfetta idoneità della zona alla coltura di coltivazioni sementiere biologiche e biodinamiche di altissima qualità. Abbiamo fondato con Di Vaira la filiale Sativa Biosementi diretta dal nostro collaboratore Olivier Salamon; porro, carota, ravanello e cipolla sono attualmente coltivati su 9 ettari di terreno, 4 in più dell’anno scorso, e sono presenti campi sperimentali di broccolo e finocchio. Questi progetti sono gestiti da Friedemann Ebner e Noemi Ühlinger, che ogni inverno scelgono in Di Vaira i migliori esemplari per le loro linee-popolazione, a partire dagli incroci realizzati in Svizzera e che, successivamente, verranno ottenuti direttamente nell’azienda con l’aiuto di Olivier, Catia e di un lavoratore stagionale. Per quando riguarda la sperimentazione, qual è il punto della situazione? Ci sono altri progetti all’orizzonte? Ogni anno sottoponiamo a prove impegnative i produttori che forniscono Ecor; recentemente siamo arrivati dalla sperimentazione alle prime produzioni con prospettive stabili, specialmente per la carota e la bietola rossa, ma le nuove varietà Sativa non si fermano qui. Anno dopo anno, speriamo di riuscire a garantire regolarmente ai produttori l’opportunità di emanciparsi dagli ibridi su sempre più colture, a partire dal pomodoro e poi su finocchio, zucchina verde, broccolo e il grano di Peter Kunz, che spe-
riamo possa costituire, almeno in parte, le varietà di grano di filiera Ecor. Man mano che questi prodotti arriveranno sugli scaffali dei negozi EcorNaturaSì, saranno accompagnati dal marchio Bioverita; da parte nostra ci impegneremo perché il consumatore ne possa trovare sempre di più.
Nella foto di sinistra Olivier Salamon, qui sotto la sede di Sativa Rheinau, in Svizzera.
La Passata di pomodoro Di Vaira Per la nostra Passata solo pomodoro da sementi non ibride! Per fare la nostra Passata, alla Fattoria Di Vaira, abbiamo utilizzato pomodoro: • 100% di nostra produzione; • da agricoltura biodinamica, certificato Demeter; • da semente riproducibile varietà Mauro Rosso, selezionata da Sativa Rheinau AG. Scegli la Passata di pomodoro Terre di Ecor - Fattoria Di Vaira per il tuo cibo quotidiano: con il tuo gesto d’acquisto puoi sostenere anche tu il nostro progetto di ricerca. Un’informazione per i nostri lettori: la Passata di pomodoro da sementi non ibride della Fattoria Di Vaira sarà disponibile sugli scaffali dei negozi a partire dai prossimi mesi. #insiemeperlaterra
« Lo spuntino a metà mattina...? Non mi serve più! » Carica di energia $OWR FRQWHQXWR GL ˃EUH naturalmente gustoso
Uno studio indipendente dell’Università di Hannover ha dimostrato che mentre un comune muesli privo di amaranto fa aumentare rapidamente il livello di zuccheri nel sangue, il consumo del muesli VITA KORN AMARANTH® Classic di Allos porta ad un innalzamento più lento del tasso glicemico. Questo perché il muesli VITA KORN AMARANTH® Classic di Allos ha un indice glicemico inferiore rispetto ad un muesli senza amaranto.
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i nostri progetti a cura del Team ortofrutta e materie prime di EcorNaturaSì
al fianco del produttore, all’estero come in Italia: La Campiña e Apbosmam Il forte legame con il produttore serve ad assicurare qualità, etica e tracciabilità del prodotto. La conoscenza delle realtà produttive estere come di quelle italiane, delle peculiarità di ogni area geografica e delle eventuali criticità di ogni fonte di approvvigionamento, la creazione di un rapporto solido e duraturo con i produttori rappresentano il punto di partenza imprescindibile per la fornitura ai nostri consumatori di un prodotto biologico, sano, sicuro e che rispetti l’ambiente. La Campiña: zenzero e curcuma dalla Selva Central Peruana Il piccolo aereo atterra a Jauja, cittadina un tempo capitale a 3.400 metri di altitudine. Ad attenderci c’è Rolando, premuroso rappresentante della cooperativa agricola La Campiña. Con un minibus a noleggio, discutibilmente condotto per tortuose strade andine, ci arrampichiamo fin oltre i 4.000 metri per poi ridiscendere nel cuore della Selva Central Peruana. Dopo sette ore arriviamo alla cittadina di Satipo, a 600 metri di altitudine. Ci rifocilla un ricco pasto a base di pesce di torrente, svariati tuberi locali e musica indigena. Colpiscono l’ordine e la pulizia dei villaggi che attraversiamo, la determinazione degli agricoltori che incontriamo, il rigoglio della natura. La Campiña di Satipo è una giovane cooperativa agricola di produttori di zenzero, curcuma e altri tuberi; è ancora di modeste dimensioni, ma in rapida crescita. I soci della Campiña gestiscono appezzamenti ad altitudini medie tra i 550 e i 700 metri, anche se alcuni produttori si spingono fino ai 1.200 metri, coltivando appezzamenti su pendenze spesso proibitive. La peculiare sovrapposizione di latitudine e altitudine e l’influenza dei rilievi andini rappresenta una condizione estremamente favorevole per la produzione di curcuma e zenzero di qualità. 22
La spiccata escursione termica tra giorno e notte favorisce l’accumulo nelle radici (la parte commestibile) degli oli essenziali responsabili del caratteristico forte profumo e sapore. La Campiña controlla una superficie di circa 60 ettari: distribuita tra i 53 soci determina una proprietà media di circa un ettaro a famiglia. L’attenta e sapiente gestione familiare degli appezzamenti riesce a dare produzioni per ettaro di tutto rispetto, che si aggirano sulle 20 tonnellate di zenzero, in grado di garantire una buona redditività. La Campiña è una recente acquisizione per EcorNaturaSì, scoperta grazie alla paziente ricerca di Franco De Panfilis di Organic Sur, azienda che per EcorNaturaSí organizza importazione e condizionamento della frutta dal Sudamerica. Dalla cura della fertilità della terra all’adozione della biodinamica Un’importante innovazione introdotta dalla Campiña è stata l’adozione di una forma di agricoltura stanziale, più rispettosa della fertilità del suolo e quindi più sostenibile. L’agricoltura veniva tradizionalmente praticata su appezzamenti strappati alla foresta disboscando o bruciando, dissodando il terreno, mettendolo a coltura e lasciandolo dopo uno o pochi anni, quando la fertilità e quindi la redditività iniziavano a calare. La Campiña, invece, sta promuovendo tra i soci la consapevolezza dell’importanza della cura della fertilità del suolo, finalizzata a mantenere la produttività degli appezzamenti negli anni, evitando di doverli abbandonare e strappare nuova terra alla foresta. Questo percorso di razionalizzazione e affinamento della tecnica è stato reso possibile dall’introduzione di concimi organici di qualità, ma anche dalla promozione di rotazioni colturali e consociazioni con leguminose che, grazie alla loro capacità di azoto-fissazione, arricchiscono il terreno.
Se per EcorNaturaSi è fondamentale conoscere i suoi produttori nelle diverse parti del mondo, allo stesso modo è di vitale importanza per i produttori, a maggior ragione per quelli lontani, conoscere EcorNaturaSi, che si prenderà cura del prodotto che coltivano con grande dedizione e fatica. Le giornate spese insieme fanno scaturire in queste persone grande entusiasmo e desiderio di migliorare i processi produttivi.
la creazione di un rapporto solido e duraturo con i produttori rappresenta il punto di partenza imprescindibile per la fornitura ai nostri consumatori di un prodotto biologico, sano, sicuro e che rispetti l’ambiente. Grande è stata la soddisfazione nello scoprire che i produttori della Campiña hanno iniziato a organizzare autonomamente corsi di agricoltura biodinamica, passo importante nella cura della fertilità del suolo e per la produzione di un cibo sano e vitale. EcorNaturaSì ha subito garantito il suo appoggio mettendo a disposizione libri e manuali di agricoltura biodinamica in lingua spagnola. Per tutto settembre, poi, una ragazza che lavora nella Campiña,
Nuovi prodotti: da settembre nei negozi bio
verrà ospitata per un tirocinio sull’agricoltura biodinamica alla Fattoria Di Vaira. Progetto quinoa Grazie alla collaborazione dei soci della cooperativa Campiña, sta iniziando una relazione con produttori di quinoa della zona di Jauja, estremamente vocata alla coltivazione grazie all‘altitudine di oltre 3.000 metri, che favorisce la coltivazione biologica. In ottobre, mese della semina, saremo nuovamente presenti a Jauja per sviluppare anche questo progetto di filiera; ne daremo conto nelle prossime edizioni del magazine.
Importanti novità dalla storica cooperativa Apbosmam Iniziative verso la sostenibilità economica, sociale ed ambientale Continuano gli ottimi rapporti di reciproca e mai disattesa fiducia con la cooperativa di produttori di banane Apbosmam di Mallaritos, nel dipartimento di Piura. La cooperativa Apbosmam, ormai da anni inserita tra le aziende Terre di Ecor, comprende oggi oltre 300 produttori che insieme gestiscono una superficie di circa 500 ettari. Le regolari visite effettuate ogni anno permettono il costruttivo e necessario confronto non solo sui fondamentali temi della qualità del prodotto e della sostenibilità economica, sociale e ambientale dei processi produttivi. Per gli amici di Apbosmam è ormai ben chiara l’importanza della conservazione della fertilità del suolo per assicurare una produzione di banane eccellente e duratura.
Sono state così sviluppate due importanti iniziative: per ogni cassa di banane conferita dal socio, da quest’anno la cooperativa trattiene un dollaro che viene poi restituito sotto forma di compost e concime organici. La seconda importante iniziativa consiste nell’aiuto economico e tecnico ai produttori più piccoli o in difficoltà, attraverso miglioramenti fondiari e di fertilità negli appezzamenti. La cooperativa di Mallaritos ha anche completato il nuovo magazzino di stoccaggio, pallettizzazione e carico dei container di banane e si sta ora impegnando nella costruzione di nuovi edifici per i laboratori di controllo della qualità. La cooperativa Apbosmam riesce a sostenere queste iniziative anche grazie al premium price di un dollaro per cassa che riceve dal marchio di certificazione Fairtrade e che gestisce autonomamente; tutto ciò rinsalda l’importantissimo spirito di comunità tra i soci. Apbosmam sostiene anche i giovani figli meritevoli dei soci più bisognosi elargendo ogni anno diverse borse di studio per le scuole superiori. Questa iniziativa è complementare al progetto “Una scuola per i figli dei contadini della cooperativa di Apbosmam” sostenuto da EcorNaturaSí, che devolve un centesimo di euro per ogni chilo di banane venduto nei suoi negozi, grazie al quale 130 bambini dalla prima alla settima classe possono studiare. La scuola prevede anche l’iniziativa formativa dell’orto biodinamico promosso e sostenuto da EcorNaturaSì. La cooperativa promuove anche la sensibilizzazione alla raccolta dei rifiuti urbani, mettendo a disposizione delle donne della comunità appositi contenitori.
Il Bananito: la piccola banana dal grande valore sociale Da settembre nei nostri negozi arriverà dal Perù anche Il Bananito, un piccolo frutto grande la metà di una banana normale, dalla finissima buccia che nasconde un sapore inaspettato. Una rete di circa 100 famiglie di produttori vive nella zona di Tingo Maria, su un’estensione di circa 150 ettari. Sono zone che, fino a pochi anni fa, erano fortemente affette dalla coltivazione della coca, ma che oggi hanno trovato nel Bananito una interessante e redditizia alternativa in grado di strappare queste terre al racket della droga restituendole a sani processi agricoli attorno ai quali si va fortificando una comunità di produttori seri e motivati. Per la prima volta, con EcorNaturaSì, questi produttori esporteranno il loro pregiato prodotto, la cui distribuzione fino ad ora è rimasta circoscritta al solo Perù. Dalla semplicità della dieta dei campesiños peruviani: il taro, la patata più ricca La patata taro (Colocasia esculenta) che, per la prima volta da settembre potrete trovare nei negozi bio, viene comunemente utilizzata nell’alimentazione delle popolazioni locali della Selva Central Peruana. I piccoli produttori della Campiña coltivano questa pianta nei fondovalle e nei terreni bassi e marginali più affetti dal ristagno idrico, fatale per zenzero e curcuma. Ha quantità molto più elevate di calcio rispetto alla comune patata, doppio di ferro e proteine vegetali cosi come di vitamine del gruppo B e potassio. Per le caratteristiche intrinseche delle sue molecole di amido, cottura e digeribilità risultano spiccatamente migliori rispetto alla comune patata. La radice del taro deve essere cotta per diventare commestibile; è necessario quindi bollirla e sbucciarla prima di consumarla; si può però anche friggerla o addirittura grigliarla a fette. A fine cottura grattugiateci sopra un po’ di zenzero o curcuma fresca per dare un tocco in più di sapidità e salute!
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consigli per la spesa THE BRIDGE
BIONOVA
Bio Rice Drink mandorla
biostarter per kefir d’acqua
Una bevanda vegetale a base di riso, contraddistinta dal gusto inconfondibile della mandorla. Ottima a colazione, è perfetta anche a merenda, grazie al pratico formato in bricchetti da 200 ml, ideali da portare con sé in ufficio, a scuola e nel tempo libero.
Fermenti selezionati per produrre in casa un dissetante kefir d’acqua, bevanda ricca di fermenti vivi e leggermente frizzante. È disponibile in comode bustine da 5 g con le quali potrete preparare fino a 4 litri di Kefir.
TERRE DI SANGIORGIO
passata rustica
Pomodoro italiano coltivato con il metodo biodinamico nelle campagne piacentine, naturalmente vocate a questa coltivazione, raccolto quand’è maturo al punto giusto: nasce così la passata rustica Terre di Sangiorgio, un condimento classico, perfetto per pasta, bruschette e pizza.
MACHANDEL
LE CARLINE
fagioli rossi azuki
Refosco dal peduncolo rosso DOC Lison Pramaggiore senza solfiti aggiunti bio-vegano
Ideali come contorno, ma anche per insalate, vellutate e zuppe, i fagioli rossi azuki sono l’ingrediente principale della cosiddetta “Anko”, una pasta dolce, simile a una confettura, che in Giappone rappresenta uno degli ingredienti fondamentali della pasticceria tradizionale.
BIO APPETÌ
tempeh Derivato dalla soia e ricco di proteine vegetali, è un alimento antichissimo, originario dell’isola indonesiana di Giava. Assai versatile, è perfetto come secondo piatto, accompagnato a verdure di stagione cotte o crude. A fettine, può diventare anche un’ottima farcitura per panini e piadine.
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Ottenuto da un antico vitigno autoctono, tipico della zona del Lison Pramaggiore, è un vino di colore rosso rubino intenso, con sfumature tendenti al viola, dal profumo fruttato che ricorda il lampone, la mora selvatica e i frutti di bosco.
foto di Diana Bagnoli COURTESY GIOIA
perché ho scelto bio
rock, bio, vegan. Paola e il suo passo lieve sul mondo
messaggio promozionale
Paola Maugeri: rock, bio, vegan Volto noto del giornalismo musicale italiano, Paola Maugeri affianca alla passione per la musica quella per un’alimentazione sana. L’abbiamo incontrata in occasione dell’uscita del suo ultimo libro di ricette targate “Las Vegans” e le abbiamo rivolto qualche domanda. (n.d.r. al libro “Alla Salute” è dedicata la rubrica Oggi leggiamo... di p. 28). Raccontaci il tuo percorso: come sei arrivata all’alimentazione vegan? La mia è stata una scelta etica. Sono vegetariana da quando avevo 12 anni: ho sempre amato gli animali e non capivo perché me li dessero da mangiare. Crescendo ho acquisito sempre più consapevolezza nei confronti di quello che mangiavo e 18 anni fa sono diventata vegana, eliminando anche uova e latticini. Poi ho intrapreso lo studio della macrobiotica, che continua ancora oggi, e ho approfondito i temi dell’alimentazione consapevole e dell’alimentazione vegana. Esiste una correlazione tra un’alimentazione sana e una buona musica? Sicuramente! Nel mio libro “Las Vegans”,
che è stato molto amato e ha anche venduto bene, associo a ogni ricetta un brano musicale. Sono due passioni cresciute contemporaneamente che non possono vivere slegate l’una dall’altra. Unire la passione musicale all’attività di scrittrice vegan è stato un passaggio naturale.
Ti è sempre piaciuto cucinare? Mi è sempre piaciuto saperne di più. Ho imparato a cucinare perché tengo alla mia salute, ma la mia passione vera e propria è sempre stata quella di conoscere il cibo e di parlarne. Cerco una cucina sobria, mentre oggi si tende a preparare piatti complessi, estremamente conditi. Nessuno parla più di una cucina semplice, che poi è il cibo che ha accompagnato l’uomo da sempre e per centinaia di migliaia d’anni. Si tratta di tornare al gusto più genuino dei nonni, quando c’era un approccio al cibo molto più spontaneo e immediato. La mia cucina non può che rivisitare la mia tradizione siciliana, ma inventando anche cose nuove. Ho scritto tre libri e sto scrivendo il quarto, quindi devo esplorare in continuazione. Nell’ultimo, Alla Salute, racconto il passaggio verso il crudismo: ci sono bevande, ma anche dolci. Non si usa la cottura, ma ci sono manicaretti strepitosi.
C’è una ricetta alla quale sei particolarmente affezionata? Qual è stata la prima che ti ha fatto scoprire che anche vegan può essere buono? Non mi ha conquistato solo un piatto: è stata una scelta lunga e ponderata. Direi però lenticchie con curcuma, latte di cocco e riso basmati integrale, le lasagne di farro integrale oppure la zuppa di miso. Amo molto i gusti orientali, forse più di quelli italiani. In generale, sono la mia grande passione i risi e i cereali integrali. Che poi c’erano anche ai tempi dei nostri nonni, non molti decenni fa. Hai vissuto con la tua famiglia un anno a impatto zero: lo rifaresti? Quali pratiche stai portando avanti ancora oggi? Sì, lo rifarei perché porta a una consapevolezza diversa. Sicuramente adesso ho capito tante cose, per esempio che non abbiamo bisogno di tutto ciò che acquistiamo. Il cibo è la logica conseguenza di voler avere sul mondo un passo lieve e non un passo greve come quello che abbiamo oggi. Qual è il tuo rapporto con la terra? Amo la natura: per me Dio è nella natura, l’essere umano è nella natura. Preservare la natura e l’essere umano è alla base del mio modo di pensare. È una consapevolezza maturata col passar del tempo. Viaggiando capisci che, se vogliamo dare un futuro a questa terra, dobbiamo tornare alla natura. Nella pratica, coltiviamo un orto sul terrazzo: è uno dei più grandi insegnamenti della vita, lo dico sempre. Facciamo autoproduzione e siamo una famiglia autosufficiente per il 70% di verdura. Con la frutta facciamo più fatica. Cosa significa per te biologico? Biologico significa rispettare la terra e tutto quello che ci dona. Dunque rispettare l’uomo, perché se la terra è sana, l’uomo è sano, se è malata, l’uomo è malato. L’agricoltura che l’uomo cominciò diecimila anni fa era biologica, e l’ha accompagnato per diecimila anni meno qualche decina. Qual è il tuo prossimo obiettivo? Il prossimo libro, che parlerà del veganesimo a 360 gradi, in ogni aspetto della quotidianità. Ma, per il momento, non posso aggiungere altro…
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scelti e assaggiati
scelti e “spalmati” con Weleda a ciascuno la sua crema viso
Un incontro tra amiche nella città scaligera. Il biologico unisce, e iniziative come Scelti e assaggiati, anzi spalmati, in questa puntata, sono momenti di semplice, ma proprio per questo straordinaria, convivialità; occasioni in cui scambiarsi pareri e porre le domande che di solito non si ha il tempo di fare (e che spesso nemmeno vengono in mente)… Insomma ritagliare un po’ di tempo per se stessi. Quella del NaturaSì di Verona è stata un’edizione speciale: non abbiamo presentato le ultime novità in ambito alimentare, ma, con la preparatissima Giulia Dazzan, cosmetologa e formatrice Weleda, ci siamo occupate della cura del viso dopo l’estate. L’atmosfera è stata subito coinvolgente, con curiosità crescente man mano che Giulia spiegava. È capitato a tutti di acquistare creme per il viso, anche d’ottima qualità, senza avere piena consapevolezza della scelta. Già, perché l’indiscussa qualità di un prodotto non lo rende per forza il più adatto a noi. Ogni età, ogni pelle, ogni stile di vita, ha una crema specifica; questo punto ha interessato molto le nostre ospiti. Quello perfetto per Diletta e Laura, studentesse di diciassette anni, non è il più adatto per Teresa, la nostra supernonna over 85 con lo spirito di una ragazzina, tra le protagoniste del nostro appuntamento veronese. Ecco quello che abbiamo imparato su alcuni prodotti per il viso della storica azienda cosmetica svizzera. - Siero concentrato ricompattante Enotera e Siero rassodante al melograno: due prodotti che han fatto la parte del leone. Il primo, studiato per le pelli più mature, ridefinisce i contorni del 26
viso, aiuta a ridurre le rughe e a rendere la pelle più uniforme e visibilmente compatta. Il siero al melograno attiva la rigenerazione cutanea e dona elasticità alla pelle; è indicato anche per le pelli più giovani. - Linea Amande: studiata per le pelli più sensibili, questa gamma Weleda protegge da irritazioni e arrossamenti, donando una piacevole idratazione alla pelle. - Latte detergente delicato e Tonico ravvivante: troppo spesso la detersione nella beauty routine viene percepita come un gesto non particolarmente rilevante. Invece, è in assoluto il primo passo per avere una pelle bella e luminosa. Il latte dona una pulizia profonda grazie all’hamamelis che svolge un’azione
astringente sui pori, migliorando il microcircolo cutaneo e l’aspetto della pelle. Il tonico con succo di limone bio, purifica e rinfresca la pelle senza disidratarla. I consigli di Giulia che portiamo a casa? Il segreto per una pelle perfetta è una corretta detersione. In secondo luogo, mai nutrire la nostra pelle con più crema di quella che ci richiede, pena la totale inefficacia del prodotto e il bisogno di reidratare incessantemente la pelle o, al contrario, di sovraccaricarla. Infine, scegliere con cura la crema viso più adatta a noi. Se ogni pelle svela una storia, noi abbiamo ascoltato e conosciuto racconti bellissimi e non vediamo l’ora di sentirne altri. Arrivederci alla prossima puntata di scelti e assaggiati.
Alessandra
Casalinga felice e podista incallita, è una cliente affezionatissima del negozio di via Ca’ di Cozzi. Conosceva già molti prodotti della linea sportiva Weleda. Entusiasta della giornata, propone di fare anche un’edizione invernale. Conquistata dalla linea Amande!
Laura e Diletta
Serena
29 anni, studentessa e libera professionista, gestisce un bed & breakfast a Verona. Ha apprezzato molto il clima di condivisione che si è creato durante l’incontro e i consigli che ha dispensato Giulia. Non vede l’ora di provare i prodotti alla rosa, i più adatti alla sua età.
Queste studentesse di quarta superiore hanno apprezzato soprattutto i consigli sulla pulizia del viso e l’utilizzo dei detergenti. “Perché una corretta detersione è il segreto per mantenere la pelle fresca e luminosa” ha spiegato loro Giulia.
Mara e Ivana
Mara, libera professionista, è da sempre cliente. Conosce da anni i prodotti Weleda, ma non sapeva quale fosse il più adatto al suo tipo di pelle. Proverà sicuramente il siero Enotera. Entusiasta dell’iniziativa, spera ne seguiranno altre. “Apprezzare e conoscere il valore di questi prodotti è importante, ma fondamentale è anche sapere quali sono i più adatti per avere risultati ancora più efficaci”, ha commentato.
Fiorella Collaboratrice del negozio, ha trovato l’incontro con Weleda davvero illuminante perché ha potuto approfondire gli aspetti erboristici e conoscere meglio molti prodotti. Al di là delle componenti delle creme Weleda, ora saprà rispondere alle domande dei clienti consigliandoli anche in base al tipo di pelle e all’età. “Sono interessantissima alla linea melograno: la proverò sicuramente!” 27
oggi leggiamo...
PAOLA MAUGERI Mondadori
Preparare succhi e frullati verdi è un modo eccellente di consumare grandi quantità di frutta e verdura in leggerezza. Si tratti di estratti oppure di frullati, bastano un paio di mele, una manciata di spinaci e un kiwi e il gioco è presto fatto! Il nostro organismo è in grado di assimilare le sostanze nutritive vitali molto più con le verdure frullate ed estratte che con quelle masticate, per-
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ché il frullatore e l’estrattore “rompono” il cibo in particelle decisamente più piccole. Frullati e succhi verdi sono la più valida tra le alternative per una ricarica. Nell’ultimo periodo della mia vita ho sentito molto forte il bisogno di assumere il cibo al suo stato naturale, fresco e vibrante, così ho aumentato la dose di succhi e frullati freschi di frutta e verdura, la quantità di insalate, l’apporto di alimenti crudi e ho affinato la scelta di una cottura più leggera. Ho passato mesi circondata e a tratti sommersa dai libri; quanti autori, quanti magnifici maestri e quante illuminazioni hanno reso la mia ricerca fruttuosa ed entusiasmante! Mi sono messa in cucina sperimentando
nuovi approcci, nuovi gusti e nuove ricette e questo mi ha permesso di guardare le cose da punti di vista nuovi e inusuali. Il cibo vivo ci rende vivi! Il risultato di tutto ciò che ho compreso fino a oggi lo avete tra le mani. Lo puoi trovare in libreria e in alcuni NaturaSì (di Milano e provincia). Paola Maugeri è autrice anche di “Las Vegans. Le mie ricette vegane, sane, golose e rock” e di “La mia vita a impatto zero”, entrambi editi da Mondadori. Paola sta lavorando al suo quarto libro, dedicato al veganesimo sondato in ogni aspetto della quotidianità. Vi terremo aggiornati!
messaggio promozional-letterario
Alla salute! 109 succhi, smoothies e sfizi made in Las Vegans
homemade in cucina
la ricetta Tre sfiziose varianti per tutti i gusti Rosso Hummus di azuki e barbabietola 240 g di azuki cotti 150 g di barbabietola cotta 1 cucchiaino di tahin il succo di ½ limone ½ spicchio d’aglio ½ cucchiaino di cumino in polvere 2 cucchiai d’olio extravergine d’oliva 1 pizzico di sale Scolate gli azuki e sciacquateli; tagliate a pezzi la barbabietola e inserite tutti gli ingredienti nel bicchiere del mixer. Frullate fino a ottenere una consistenza omogenea e cremosa, aggiungendo, se necessario, qualche cucchiaio di acqua.
hummus di tutti i colori! Tre salse golose e colorate per grandi e piccoli a base di legumi, da proporre come stuzzicante aperitivo o come secondo nutriente Sono tutte e tre ricette velocissime: si preparano in 5 minuti, partendo dai legumi già cotti (in barattolo o da voi in precedenza) o surgelati. Sono perfette accompagnate con crackers, gallette, fette di pane, ma anche con verdure crude a bastoncino. I legumi sono una fonte importante di proteine. Ricca è anche la presenza di fibre. Tante buone ragioni per inserirli nella nostra alimentazione quotidiana, tanto più che, oltre a essere gustosi al naturale, si prestano a essere utilizzati in
maniera creativa, grazie alla loro consistenza cremosa e al sapore versatile. Nascono così queste tre varianti dell’hummus, la celebre salsa mediorientale a base di ceci e tahin (crema di sesamo), insaporita tradizionalmente con olio, limone, sale e cumino. Abbiamo voluto giocare con i colori autunnali, scegliendo oltre ai classici ceci, in versione speziata, anche azuki e piselli. La componente di verdura alleggerisce le salse, senza abbondare con l’olio; spezie ed erbe aromatiche consentono di limitare l’aggiunta di sale. Vi consigliamo di preparare gli hummus in anticipo, in modo che i sapori si amalgamino meglio: conservateli in frigorifero fino al momento di servirli. In un contenitore chiuso, si manterranno per 2-3 giorni, eccetto l’hummus di piselli e avocado, che tende a ossidare velocemente e va quindi preparato e consumato nel giro di qualche ora. Anche chi non è solito mangiare legumi non saprà resistere a questi colori e profumi: provare per credere.
Verde Hummus di piselli, avocado e menta 250 g di piselli surgelati ½ avocado maturo il succo di ½ limone 3-4 foglioline di menta 1 pizzico di sale 1 macinata di pepe Sbollentate i piselli per 3 minuti quindi passateli sotto il getto d’acqua fredda. Prelevate la polpa dell’avocado con un cucchiaio e inseritela nel bicchiere del mixer insieme ai piselli e ai condimenti. Frullate fino a ottenere una crema densa e omogenea, se necessario aggiungendo qualche cucchiaio d’acqua. Giallo Hummus di ceci e carote al curry 240 g di ceci cotti 150 g di carote 1 cucchiaino raso di curry in polvere ½ cucchiaino di curcuma in polvere 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva 1 pizzico di sale Pulite e tagliate a rondelle sottili le carote, quindi bollitele per 5 minuti. Scolatele e passatele sotto l’acqua fredda. Inserite nel bicchiere del mixer le carote cotte, i ceci e i condimenti, aggiungendo qualche cucchiaio di acqua se necessario; frullate fino a ottenere una crema vellutata. (ogni ricetta è per 3-4 persone)
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oggi in cucina
ingredienti per 6/8 persone
intreccio dorato
• uova • 500 g di spaghetti integrali • 1 scamorza • 200 g di Parmigiano Reggiano • 1 mazzetto di prezzemolo • sale q.b.
o come riciclare un piatto di spaghetti...
spaghetti integrali di filiera Trafilati al bronzo, sono ottenuti da semola di grano duro coltivato in Italia e miscelata con acqua di montagna che sgorga nel cuore del Latemar, in Trentino. Fanno parte del progetto di filiera Ecor.
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FATTORIA DI VAIRA. LE TERRE DI ECOR
scamorza
Una scamorza a lavorazione manuale preparata con il latte biodinamico dell’allevamento aziendale. Il latte è lavorato crudo e non è sottoposto ad alcun trattamento di scrematura, omogeneizzazione, pastorizzazione o ultrafiltrazione, così da preservarne gusto e caratteristiche.
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ECOR
Lessate la pasta in acqua bollente salata fino a cottura al dente e scolatela (oppure riciclate della pasta avanzata). Sbattete le uova in una ciotola con un po’ di sale, unite la scamorza e il parmigiano a pez-
ricetta e foto di Sabrina Scicchitano
zetti non troppo piccoli, poi il prezzemolo tritato. Mescolate bene e aggiungete la pasta. Versate un filo d’olio in una grande padella antiaderente o in due padelle medie (se non ne avete una adatta, ricoprite la base con carta forno), e aggiungete la miscela. Cuocetela circa 3/4 minuti per parte, in modo che resti morbida e non secca. Servitela subito, è veramente irresistibile, ma è ottima anche fredda (oppure si può congelare). Variante gustosa Per un’alternativa dal gusto più acceso che ricorda il nostro Sud ecco gli ingredienti aggiuntivi alla ricetta base: 26 alici sott’olio, 1 spicchio d’aglio e 10 pomodori secchi.
CASEIFICIO SANTA RITA
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parmigiano reggiano 13/15 mesi Un formaggio semigrasso a pasta dura, cotta e a lenta maturazione, da latte crudo, stagionato 13/15 mesi. Gusto delicato e sentori ancora lattici, ottimo anche da pasteggiare. Una volta aperto, conservarlo avvolto in un tessuto naturale.
Tagliate a pezzetti piccoli i pomodori, in una padella fate scaldare l’aglio con un filo d’olio d’oliva extravergine, aggiungete i pomodori e fate insaporire. Seguite poi lo stesso procedimento della ricetta principale per quanto riguarda la preparazione della pasta. Poi, in una grande padella antiaderente o in due padelle medie, se non ne avete una adatta ricoprite la base con carta forno, versate un filo d’olio, aggiungete le alici spezzettate e poi la pasta (già mescolata con scamorza, uova, parmigiano e prezzemolo, come nell’altra ricetta). Cuocetela circa 3 minuti per parte per due volte, in modo che resti morbida all’interno e croccante all’esterno. È un piatto profumato dai sapori mediterranei, straordinariamente stuzzicante.
La Filiera Italiana La trasparenza è uno dei valori in cui Ecor crede fortemente: attraverso il suo progetto di filiera dal campo alla tavola, ha scelto di condividere, con chi ogni giorno sceglie i suoi prodotti, valori come l’importanza dell’agricoltura biodinamica, della cura del terreno per mantenerlo sempre sano e fertile, del lavoro agricolo equamente retribuito. Si tratta di un progetto fondato sull’attiva collaborazione tra l’azienda e produttori consapevoli che il mondo agricolo va cambiato attraverso un forte impegno che salvaguardi la ricchezza del suolo e la biodiversità del territorio.
AZIENDA AGRICOLA MORINI
uova
L’azienda agricola Morini nutre le sue galline con alimenti biologici a base vegetale. La cura del benessere degli animali è attenta e costante e le loro uova sono davvero “ruspanti”.
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biologico e biodinamico
torna anche questâ&#x20AC;&#x2122;anno Seminare il Futuro 32
È dal seme che germoglia una nuova vita ed è il gesto della semina che rende questo miracolo possibile ogni anno. Un gesto antico, archetipo di una nuova vita che nasce, in grado di rinsaldare ogni giorno il legame con la terra che è fonte di nutrimento per l’uomo, ma anche per il seme che, infatti, da essa trae ciò che è necessario alla sua crescita. Proprio dall’esigenza di rinnovare il contatto con la terra è nata Seminare il futuro, iniziativa di semina collettiva che ha tra i suoi obiettivi quello di sensibilizzare sul tema della provenienza del cibo e del futuro dell’agricoltura, sottolineando l’importanza della sovranità alimentare locale e la consapevolezza che i semi biologici e biodinamici rappresentano una vera opportunità. Migliaia di persone, dalla Svizzera all’Italia All’origine dell’iniziativa vi sono l’agricoltore biodinamico Peter Kunz e Ueli Hurter, selezionatore di cereali biologici, che la inventarono. “Noi siamo tra il cielo e la terra, tra questi dobbiamo creare la comunicazione” spiega Peter. “L’atto della semina inizia da un gesto del braccio, che parte fisicamente con la mano vicino al cuore. Questa semina è l’origine di quello che poi per noi sarà il nutrimento, sarà il pane. Non è una cosa banale, ma un gesto importante che va al cuore dell’uomo”. Un gesto concreto, ma nello stesso tempo simbolico proprio perché in grado di unire il cuore alla terra. Dopo la prima edizione in Svizzera, nel 2006, l’iniziativa si è diffusa in molti altri Paesi. Tra i quali l’Italia, dov’è approdata nel 2011 su iniziativa di EcorNaturaSì e dove torna anche quest’anno, in 20 aziende agricole sparse lungo tutta la penisola. Migliaia sono le persone che ogni anno si danno appuntamento, con calore ed entusiasmo, per sperimentare l’antico gesto di semina a spaglio, cioè con le mani. Un impegno per sementi libere e riseminabili La semina è il gesto che, più d’ogni altro, garantisce la sopravvivenza dell’uomo. In passato, le sementi si tramandavano di generazione in generazione oppure venivano scambiate con altri coltivatori. Oggi non è più così: poche grandi imprese decidono cosa produrre, condizionando così le scelte alimentari e soffocando le piccole realtà agricole che rischiano di essere schiacciate dal mercato globale. A questo proposito, afferma Peter Kunz: “La responsabilità che ci prendiamo verso la terra e il seme è il nostro modo di dire no alle multinazionali. Seminare il futuro è un’iniziativa importante anche dal punto di vista sociale; è un modo per contribuire alla tutela di tutte le piccole realtà agricole che ogni giorno si scontrano con la realtà di una produzione delle sementi concentrata nelle mani di pochi colossi. Attraverso eventi come questo viene sancito che i
Domenica 16 ottobre 2016: partecipa a Seminare il Futuro
semi biologici costituiscono la più valida alternativa agli OGM. Tutte le sementi che usiamo sono biologiche e biodinamiche, provenienti da un processo di selezione che mira a ottenere piante sane, robuste e riseminabili, rinunciando all’uso di ibridi e alla manipolazione genetica”.
Seminare il Futuro ti aspetta anche quest’anno domenica 16 ottobre 2016. Venti aziende agricole biologiche e biodinamiche apriranno le loro porte per accogliere tutti coloro che vogliono sperimentare l’antico gesto della semina. Scopri come fare per partecipare e quali sono le aziende aderenti visitando il sito www.seminareilfuturo.it
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consigli per la spesa CA’ VERDE
ricotta affumicata
Proposta sottovuoto, è preparata con siero di latte vaccino, latte vaccino e sale marino e viene affumicata naturalmente con fumo prodotto dai trucioli di faggio. È ideale grattugiata, per insaporire primi piatti, ripieni e contorni a base di verdura.
PERL AGE
Novello Veneto IGT Dino Nardi Tito Primo Ottenuto dalla vinificazione di uve merlot e cabernet, è il vino perfetto per accompagnare i prodotti tipici dell’autunno come zucche, castagne e funghi che, di regione in regione, diventano la base per numerose ricette della tradizione. * Disponibile dal 30 ottobre
ANDECHSER NATUR
camembert di latte di capra
Il camembert è un formaggio a pasta molle, con crosta fiorita. Deve il suo nome all’omonimo paese francese, dove sembra abbia avuto origine. Tradizionalmente preparato con il latte di vacca, Andechser Natur lo propone nella variante a base di latte di capra.
SCANDIA
BIO INSIDE
Pesce spada pescato in alto mare e immediatamente surgelato a bordo della nave. Adatto al consumo tal quale, è ideale per preparazioni a freddo, condito con olio extravergine di oliva e accompagnato da verdure di stagione.
Un mix di verdure per la cottura in padella o nel wok, tipica della cucina orientale. Preparato con germogli di fagiolo mungo, carote, cavolfiore, porro, fagiolini, funghi champignon, cipolla, peperone rosso e peperone verde, è indicato come contorno o per ricette d’ispirazione asiatica.
carpaccio di pesce spada crudo
verdure mix Asia surgelate
LEEB-BIOMILCH
quark di latte di capra Un formaggio fresco dal sapore delicato e dalla consistenza cremosa, ideale per preparazioni dolci e salate. Ottimo semplicemente spalmato sul pane, è l’ingrediente perfetto per introdurre una nota di gusto e creatività in cucina: provatelo per cremosi dessert!
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l’esperto in cucina
il tutto sino a ottenere un composto grossolano e farlo raffreddare. Con 2 cucchiai preparare 12 o più chenelle e adagiarle su una teglia foderata con la carta da forno. Cuocerle in forno a 200 gradi per 5 minuti e servirle su un piatto decorato a piacere.
chenelle con roveja, cicerchia e verdure miste Ingredienti per 4 persone • 200 g di roveja • 100 g di cicerchia • 1 patata grande • 2 peperoni rossi • 1 zucchina media • 1 scalogno • 1 spicchio d’aglio • vino bianco q.b. • 2 foglie d’alloro • timo fresco q.b. • rosmarino q.b. • erba cipollina fresca q.b • sale q.b. • olio extravergine d’oliva q.b. Mettere in ammollo i legumi separatamente per 12 ore con 1 cucchiaino
Buon appetito da Giorgio, Alessandro e da Cascine Orsine
le chenelle
di bicarbonato, poi scolarli e farli bollire (mettendo da parte un pugno di roveja che servirà per la decorazione) con 1 foglia d’alloro e lo spicchio d’aglio sino a cottura. Lessare la patata con la buccia, pelare con il pelapatate i peperoni e farli a pezzetti, tagliare a pezzi piccoli la zucchina, tritare lo scalogno e l’erba cipollina; per finire, pulire il timo. In una pentola scaldare 2 cucchiai d’olio extravergine e far soffriggere le verdure (tranne la patata). Aggiungere un rametto di rosmarino e inserire i legumi lessati. Sfumare con un bicchiere di vino bianco, coprire la pentola e far cuocere a fuoco lento per 20 minuti. Nel frattempo, pelare la patata lessata e metterla a pezzi in pentola con gli altri ingredienti. Togliere dal fuoco la pentola e frullare
Le quenelles, in italiano “chenelle”, sono un tipico piatto francese la cui ricetta tradizionale prevede un composto di carne, patate o pesce, amalgamato con farina e uova. Esistono, però, diverse varianti di questa famosa pietanza dalla caratteristica forma a uovo e dal cremoso ripieno, come quella che vi proponiamo in questa ricetta.
il biologico
del monviso Il valore dei nostri prodotti è nella semplicità delle nostre scelte: solo frutta biologica, preferibilmente di origine italiana utilizzo di dolcificanti di origine naturale assenza di qualsiasi additivo attenzione per le intolleranze utilizzo di soli ingredienti nobili per il massimo del beneficio Ai piedi del Monviso, nell’alta valle del Po, a 650 mt s.l.m., sorge il laboratorio di trasformazione dell’Azienda Montana Achillea. Grazie alla miglior tecnologia italiana, la miglior frutta bio viene trasformata delicatamente in succhi, puree e marmellate, senza l’aggiunta di coloranti, additivi, conservanti, antiossidanti o addensanti.
100% Bio!
www.achillea.com
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oggi in cucina con lo chef Martino Beria
Ingredienti:
pagnotta con farina di segale e semi di lino Ecor
Ecor
Portata in Europa dal vicino Oriente e conosciuta almeno dall’età del Bronzo, si adatta a condizioni climatiche difficili. Quella proposta da Ecor, oltre ad essere di filiera, proviene da coltivazioni biodinamiche.
Utilizzati d’inverno dalle nonne per “pappette” da applicare sulla pelle, sono considerati un toccasana anche per l’intestino pigro. Perfetti in aggiunta alle insalate o a impasti di pani rustici come quello della ricetta.
semi di lino scuro di filiera messaggio promozionale
segale integrale in chicco di filiera
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• 130 g di segale • 130 g farina integrale • 240 g farina di tipo 2 • 85 g semi di lino • 15 g sale • 270 ml acqua • 20 g lievito madre secco
ricetta di Martino Beria. Foto di Arbo Vegan Consulting
Utilizzate una macina o un mulino elettrico casalingo per ridurre in farina la segale in grani. Unite quindi tutte le farine in una ciotola o in una planetaria assieme al lievito e ai semi di lino. Aggiungete a poco a poco l’acqua, mescolando attentamente in modo da ottenere un impasto omogeneo. Aggiungete ora il sale. Incordate l’impasto con le mani su una spianatoia infarinata, con movimenti decisi, ripiegandolo più volte su se stesso. Continuate per 5 minuti e finite di impastare facendo ruotare l’impasto tra le mani per ottenere una pagnotta bella rotonda. Lasciate a riposo in un recipiente coperto con della pellicola o con un canovaccio per almeno 12 ore. Preriscaldate il forno a 250 °C.
Togliete con delicatezza la pagnotta dal recipiente, riponetela su una teglia da forno o in un tegame per pane, cospargetela di farina sulla superficie e tracciate una croce in cima con un coltello. Infornate per 30-45 minuti a seconda di quanto croccante desideriate la crosta, poi sfornate e lasciate raffreddare su una gratella. Questo pane è l’ideale per la prima colazione accompagnato da una buona confettura, ma non solo. Si conserva anche per tutta la settimana in un apposito contenitore.
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Macinata a pietra e ottenuta esclusivamente da grano italiano, ha caratteristiche intermedie tra la farina integrale e quella di tipo 1. È ottima per pane, pizze, focacce, torte e biscotti.
Martino Beria è chef e si occupa di divulgazione riguardo la scienza e la cultura della gastronomia vegan attraverso conferenze, eventi, consulenze e corsi di cucina che tiene in tutt’Italia. Le sue ricette si possono trovare in diverse riviste, nel suo libro Vegano Gourmand o sul sito www.veganogourmand.it La cucina per Martino è la ricerca della giusta armonia tra sapore e ingredienti di qualità, nel rispetto dell’ambiente e di tutti gli esseri che lo abitano.
Ecor
Ecor
farina di grano tenero tipo 2
Martino Beria
filier a italiana
farina di farro integrale Ottenuta dalla macinazione a pietra di farro integrale della varietà Triticum spelta, detto anche spelta o farro maggiore, contiene parte del germe del chicco. Segui la ricetta sul retro della confezione.
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benvenuti a Le Due Torri La torre di avvistamento si erge evidente dalla piana sotto Spello; la campagna, incorniciata da colline e dal monte Subasio a est, è immersa in un contesto storico e geografico ricco di suggestioni. Questo monumento occupa l’angolo di uno dei sei casali di pietra bianca de Le Due Torri, un tempo abitazioni dei coloni che lavoravano le terre, oggi destinati all’accoglienza dei turisti e alle attività agricole. Il passato è parte integrante dei giardini curati con attenzione e arricchiti con alberi ad alto fusto, fontane e arbusti fioriti, così come degli interni arredati con sobrietà e gusto. Le Due Torri si estende su una superficie di circa 200 ettari coltivati a cereali, foraggi ed altre colture alimentari, oltre al vigneto, all’oliveto, alla tartufaia e al bosco. Il centro zootecnico ospita oltre 38
duecento bovini di razza chianina che, insieme ai prodotti dell’azienda, traggono vantaggio dal metodo di agricoltura biologica e biodinamica, con particolare attenzione alle produzioni tipiche umbre e di qualità: DOP e IGP. ll nome proviene dalle due torri di avvistamento medievali, Torre Quadrano e Rocca Deli, che valorizzano il patrimonio di edilizia rurale complessivo. Fabio Ciri è il proprietario dell’azienda che nell’arco degli anni ha saputo integrare col territorio e valorizzare nei suoi aspetti qualitativi e produttivi. Ne sono una testimonianza l’assortimento di prodotti come lenticchie, farro, fagioli, orzo, ceci, miglio. E poi l’olio, il vino, il miele… Come non approfittare così della squisita cucina regionale e dell’ospitalità del ristorante aperto a tutti?
L’olio, certificato biologico, Demeter e D.O.P. “Umbria” Colli Assisi-Spoleto, proviene dagli oliveti delle colline sopra Foligno a 650 metri, che presentano varietà locali, introdotte in Umbria già dal 1.000 d.C. dai monaci benedettini, come la varietà Moraiolo, Leccino e Frantoio; il vino da uve prodotte nel vigneto pianeggiante di 6 ettari da cui si ottengono il Rosso dell’Umbria, ottenuto da uve Merlot e Sangiovese, e il Bianco dell’Umbria con uve Grechetto e Trebbiano Spoletino. Il miele, poi, nasce dal nettare dei fiori di diverse specie vegetali con una prevalenza degli aromi delle piante foraggere: erba medica e trifogli che sono ricche di polline per le api durante tutto il periodo estivo. Viene estratto alla fine di agosto e confezionato in barattoli di vetro senza alcuna modifica alla sua natura originaria. La cristallizzazione del millefiori è un processo assolutamente naturale: se si preferisce consumarlo fluido, è possibile riscaldare il vasetto a bagnomaria, senza superare i 45° di temperatura che ne abbatterebbero le proprietà salutistiche. Scopriamo, o riceviamo conferma, che i legumi sono ricchi di proteine vegetali, formate grazie alla cattura dell’azoto dell’atmosfera attraverso la simbiosi con batteri specializzati a fissarlo sulle loro radici, così da costituire un’ottima alternativa alle proteine di origine animale. A Le Due Torri la coltivazione dei cereali grano, orzo, mais, avena, farro e miglio, avviene secondo i principi delle tradizionali rotazioni agronomiche. L’agricoltura biodinamica ha attribuito i cereali ai pianeti ed ai rispettivi giorni della settimana, secondo un ritmo antico ma sempre benefico per l’uomo, che ci offre la possibilità di sperimentare un naturale rimedio per i tanti squilibri provocati dal ritmo frenetico della vita quotidiana. Si comprendono ancor di più l’armonia di questa “porta di accesso” all’Umbria, e la pace che si gode nei suoi casali e giardini, venendo a sapere che tra le prime attività dell’azienda vi fu proprio l’allevamento delle api e il relativo laboratorio per la smielatura, e che tutt’oggi sono attivi il laboratorio artistico per la pittura e cottura della ceramica e l’attività di fattoria didattica per le scuole materne, elementari e medie, oltre ai corsi di formazione di Agricoltura Biodinamica. Un vivaio di iniziative eterogenee che, come sottolinea Fabio, arricchiscono l’attività agricola e agrituristica, coinvolgendo altri abitanti del territorio e creando occasioni d’incontro per scolari e adulti provenienti da tutta l’Italia o dall’estero. Con Paolo, che gestisce la parte di agriturismo con la cura e l’attenzione che traspaiono dai dettagli e dalla soddisfazione degli ospiti, non si può fare a meno
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viaggi sostenibili
di essere catturati dalla passione con cui parla di Spello, che venne fondato dagli antichi Umbri per poi divenire una colonia romana e passare al longobardo ducato di Spoleto. Ogni anno durante il Corpus Domini è dimora dell’“Infiorata”, una manifestazione che vede la creazione di tappeti e quadri floreali che adornano le vie del centro storico. Non a caso è stato definito come uno dei borghi più belli d’Italia. Le Due Torri è anche il luogo ideale per conoscere questa parte del Bel Paese: proprio accanto passa lo storico sentiero francescano che collega La Verna a Greccio, così come la godibilissima ciclabile Assisi-Spoleto, che si può percorrere con le bici messe a disposizione dall’azienda. La centralità ne fa un vantaggioso punto di partenza per escursioni in tutta l’Umbria: in un raggio di circa trenta chilometri si raggiungono agevolmente Spoleto, Gubbio, Todi; Bevagna e Montefalco sono molto vicini, così come Assisi. Il Parco Naturale dei Monti Sibillini, Norcia, il Lago Trasimeno… quante meraviglie! La bellezza dei luoghi, l’eccellente qualità della cucina e dei prodotti accompagnati dalla simpatia e dal profondo senso di ospitalità e di condivisione con cui Fabio, Paolo e tutti coloro che vi lavorano coinvolgono chi ha la fortuna di arrivarci, fanno di questo luogo una meta da conoscere e frequentare. Scoprire che l’agricoltura biodinamica riveste un ruolo così importante per la salute di uomini e animali, e rendersi conto degli effetti concreti che un sistema agricolo comporta sul territorio, in termini di paesaggio, di vitalità della natura e poi di qualità degli alimenti diventa un percorso esplorativo di conoscenza e di condivisione, quando si viene accompagnati da chi tutto questo lo rende possibile ogni giorno, come a Le Due Torri.
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www.agriturismoleduetorri.com
i nostri consigli
Spezie sonnentor Sonnentor propone un ampio assortimento di spezie ideali per dare colore e sapore ai vostri piatti. Cardamomo Già utilizzati per estrarne essenza in epoca greco-romana e nell’antico Egitto, i semi di cardamomo sono tuttora legati a particolari usi tradizionali: in India, le donne (le sole che hanno il permesso di raccoglierli) in occasione dei riti nuziali li utilizzano come ornamento per monili. Il sapore è intenso, piccante e caratterizzato da una nota di limone ed eucalipto; si abbina benissimo con dolci di frutta secca e farine integrali (per esempio il famoso Pan di zenzero), ma anche con creme e macedonie tropicali. Curry La sua terra natale è l’India, da cui è approdato in Europa con gli inglesi, che lo usavano per dare un tocco esotico ai loro piatti. È una polvere gialla, piccante e profumata, frutto di una miscela di spezie pestate; viene usata come condimento per il tradizionale pollo al curry ma anche per altri tipi di carne, pesce e verdure.
Curcuma Affonda le proprie radici in Cina, ma dalle notizie sui testi di medicina di Paracelso si suppone che i primi a scoprirla siano stati gli antichi Greci. È di colore giallo-arancio acceso, non a caso per le spose indiane è di buon auspicio appenderne un pezzo al collo il giorno delle nozze come richiamo al colore del sole. Si distingue per un lieve sapore pungente e amaro, quasi muschiato; l’odore ricorda il pepe, l’arancia e lo zenzero. Potete aggiungerla per speziare piatti di carne e verdure a fine cottura, ma anche per insaporire salse, yogurt e formaggi freschi. Cannella Estratta dalla corteccia interna dell’albero della cannella, del primo uso si ha traccia nella farmacopea cinese del 2700 a.C. L’aroma pungente e secco è molto gradito negli impasti per dolci, specialmente nella tradizione occidentale, ma viene largamente utilizzata anche nei piatti salati. Pepe di Cayenna Il pepe di Cayenna è una cultivar di peperoncino (Capsicum annumm). La polvere di Cayenna viene ottenuta mediante lo sminuzzamento dei peperoncini rossi, una volta essiccati. Può essere utilizzata come condimento piccante in cucina, per insaporire numerose pietanze, salse e piatti a base di riso, pasta, legumi o verdura.
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consigli per orto e terrazzo di Paolo Pistis
erbicidi? no, grazie Come posso avere un orto sano e bello per tutto l’autunno e l’inverno? Posso risparmiare fatica per controllare le infestanti? Dopo le raccolte dell’estate si può preparare il terreno per semine e trapianti che daranno i loro frutti nell’autunno e nell’inverno. In base al livello della fertilità dei nostri suoli potremo destinare una parte dell’orto al sovescio multispecie biodinamico, una tecnica che aumenta la fertilità e rende il suolo fresco, morbido e profondo. Dedicheremo il resto alle coltivazioni di radic-
chi, porri, verze, cavoli, rape e tutto quello che la nostra posizione permette. Chi abita in zone dove la temperatura scende sotto i -5 °/-7 ° avrà a disposizione un periodo di raccolta più breve, chi ha inverni miti potrà contare su più varietà tra cui scegliere e potrà coltivare per tutto il periodo freddo. Durante l’estate potremo seminare in alcune aree marginali miscele multi-floreali, tra cui i cosmos e la calendula, che continueranno a fiorire a lungo anche quando la stagione diventerà più fredda, regalando al nostro orto o terrazzo una piacevole bellezza.
Nelle aiuole che coltiveremo per l’autunno-inverno, dove quindi non faremo il sovescio, potremmo fare una concimazione con humus biologico di lombrico, molto utile per produzioni soddisfacenti. Sarà utile interrare l’humus dopo averlo irrorato con il preparato biodinamico Fladen. Quando prepariamo il terreno, facciamo attenzione al momento della lavorazione: ci permetterà di risparmiare fatica e impegno con le infestanti. Lavorando il suolo all’imbrunire stimoleremo poco la nascita delle malerbe, ma se lo
prepareremo la mattina, con il sole alto nel cielo, ne nasceranno moltissime. Se appena dopo il trapianto provvederemo a un’abbondante pacciamatura, l’incidenza delle infestanti sarà ancora più bassa e le poche che nasceranno andranno tolte appena nate con semplici sarchiatori o a mano. All’inizio dell’autunno e, comunque, per tutto il tempo in cui le temperature non scenderanno sotto i 5 °C, dovremmo continuare a tenere sotto controllo funghi e batteri nocivi che possono indebolire le piante. Sarà opportuno avere sempre a disposizione i microrganismi effettivi (EMA) oppure dell’ottimo yogurt bio con probiotici. Si usano entrambi alla dose di 300 ml per 10 litri di acqua non clorata, per esempio l’acqua piovana. Avere degli ortaggi sani e buoni durante il periodo invernale oltre che una soddisfazione è anche un ottimo aiuto per la salute.
I dessert vegetali Naturattiva. 100% biologici, 100% golosi.
Autentici, come te.
La ricetta è quella della migliore tradizione italiana, glii in gl ingr gred edie ient ntii so sono no que uellllii de dellll’aagr gric icol oltu tura ra bio iolo logi gica ca. Gustosi e delicati, i nostri dessert sono dedicati a chi, come te, segue un’alimentazione sana e ama i sapori veri. Naturattiva ti offre tanti gusti e due diverse lilinee bi bio: Cremosii di Soia, i squiisit ite speciialit litàà a basso contenuto di grassi; Cremosi di Riso, preparati con estratto di riso e arricchiti con Calcio e Vitamina D2. Perr un pia Pe iace cere re che puo uoii co conc nced eder erti ti in qu qual alun unqu quee mo mome ment nto. o.
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consigli per la spesa ARCANIA
ANTICO MOLINO ROSSO
vino bianco Venezia Giulia IGT Triccus “Non SO” senza solfiti aggiunti
miscela pan di sole per pane con semi
Una miscela per pane ottenuta dalla combinazione di farina di grano tenero con semi di girasole, di lino e fiocchi d’avena. Con lievito di pasta madre, è indicata per la preparazione in casa di diverse tipologie di pane, da quello in cassetta ai panini. Pronti per impastare?
Dal colore giallo intenso, questo bianco friulano è ottimo per l’aperitivo, ma si abbina perfettamente anche a minestre, pesce, carni bianche e formaggi freschi. La gradazione alcolica è di 12,5% vol. Si consiglia di servirlo a 14-16 °C.
ECOR
crackers salati in superficie Croccanti e friabili, sono preparati con farina di frumento e olio extravergine d’oliva. Le comode porzioni li rendono indicati da portare sempre con sé, come semplice snack spezza-fame, ma sono indicati anche a tavola, come valida alternativa al pane.
Baule Volante
BIOVITAGR AL
farina di grano saraceno senza glutine Il grano saraceno è una poligonacea naturalmente senza glutine: originaria dell’Asia centrale, è arrivata in Europa nelle bisacce delle stirpi nomadi, trovando casa in Valtellina. La sua farina è fondamentale per i pizzoccheri, piatto tipico di questa zona d’Italia.
BARNHOUSE
brioscine semintegrali con gocce di cioccolato Prodotte con farina macinata a pietra, senza olio di palma e senza ingredienti di origine animale, sono semplici e morbide, ideali per la colazione, la merenda o come dolce pausa in qualsiasi momento della giornata. Lievitate a lungo con pasta madre, sono golose e irresistibili grazie alle gocce di cioccolato fondente.
granola goji-anacardi e granola semi Gustosa alternativa ai classici muesli, la gamma di granole Barnhouse si amplia con due nuovi, irresistibili gusti: bacche di goji e anacardi e semi di zucca e girasole. Queste granole ai fiocchi d’avena sono dolcificate con sciroppo di riso e di mela.
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salute e benessere
perché è così importante prendersi cura della pelle del bambino? Lo sviluppo della pelle inizia all’interno dell’utero durante il primo trimestre di gravidanza e continua con la maturazione funzionale della strato corneo, lo strato più superficiale dell’epidermide, fino circa alla 24esima settimana di età gestazionale. Durante l’ultimo trimestre di gravidanza si forma anche la vernice caseosa, un rivestimento protettivo della pelle derivato da secrezioni sebacee e in gran parte composto da acqua, lipidi e proteine. La sua funzione è quella di isolare la cute del feto dal liquido amniotico evitando così la sua macerazione, oltre ad aiutare a rendere meno traumatica l’intensa variazione di ambiente di vita del piccolo al momento della nascita. Alla nascita la pelle del neonato è relativamente ruvida, presenta strutturalmente dei micro rilievi rispetto ai bambini più
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grandi, ma diventa più liscia e levigata durante i primi trenta giorni di vita. Lo spessore dello strato corneo e quello dell’epidermide appaiono rispettivamente il 30 e il 20% più sottili nei bambini compresi tra i 6-24 mesi di età rispetto alle dimensioni misurate nell’adulto. La pelle risulta perciò più fragile di fronte a stimoli meccanici esterni, per questo è fondamentale utilizzare prodotti al 100% naturali che possano favorire al meglio lo sviluppo della funzione della cute, la cui alterazione può dar luogo a momenti irritativi transitori caratterizzati da arrossamento e desquamazione, aggravati da un’insufficiente capacità di termoregolazione. La progressiva maturazione della pelle del neonato è la base per lo sviluppo della sua futura coscienza di sé: essa, infatti,
rappresenta uno strumento di espressione fondamentale perché è la base per la percezione di sé e la manifestazione verso l’altro e l’ambiente esterno. Questo ci renda ancora più consapevoli di cosa significa toccare un bambino piccolo e con quali sostanze ci si debba prender cura della sua pelle. Non si tratta più di una banale protezione, ma di uno dei primi atti educativi: lo sviluppo pedagogico del piccolo passa inizialmente attraverso la qualità delle cure che gli vengono prestate. La sua pelle, sensibilissimo organo percettivo, riconosce la natura delle sostanze con cui viene a contatto. Per questo è importante utilizzare prodotti realizzati con sostanze naturali che rispettino e si prendano cura della delicata pelle del piccolo. Il cosmetico naturale antroposofico si fonda sul riconoscimento del legame esistente tra uomo e natura, ovvero sul fatto che il corpo umano riconosce le sostanze che provengono dai regni della natura e molto meno quelle originate dalla sintesi chimica, quindi non dal lavoro della natura, ma dal pensiero dell’uomo. Ecco perché il contatto con le sostanze di origine sintetica dà spesso luogo a fenomeni di reazione indesiderata. Nella scelta delle piante da utilizzare per la pelle del bambino, quindi, si cerca
dapprima di capire con l’osservazione botanica fenomenologica quali proprietà siano più affini alle funzioni che la pelle deve sviluppare. Il fine quindi non è solo proteggere ma anche istruire ed educare. Calendula Bio - per pelli delicate H. H. Vogel la descrive in questo modo nella sua fenomenologia: “…Quello che colpisce della calendula è la crescita erbacea e robusta, accompagnata da un’inesauribile fioritura e sfioritura, da maggio a novembre, di luminosi capolini di colore arancio. L’esuberante forza di crescita, che consente alla pianta di prosperare su cumuli di detriti e tra le pietre, si manifesta però in modo ordinato dalla regione del fiore, che non degenera in una proliferazione selvatica. L’intera pianta sta sotto un principio ordinatore di luce e calore, che si esprime nelle corolle folte e armoniche e ha come corrispondente impronta fisica oli eterici, saponine e coloranti simili al carotene…” Queste caratteristiche “comportamentali” della calendula ci dicono alcune cose: la crescita su rocce come pianta erbacea potente con fiori radianti e ordinati è segno di grande vitalità, ma strutturata; mentre la presenza di oli essenziali, saponine, carotene e resine indica un forte impulso d’aria e calore che stimola il calore nel polo arterioso e, con ciò, tutte le funzioni di difesa, calore e percezione che abbiamo attribuito alla pelle in via di maturazione. Malva bianca bio - per pelli ipersensibili tendenti a dermatite atopica Già il suo nome botanico Althaea officinalis L. rivela ciò che si nasconde nella malva bianca. Infatti “altheeis” in greco significa “dotato di forza curativa”. La malva bianca è una pianta che cresce diritta, con foglie e steli coperti da una particolare peluria vellutata. Se la si tocca la si percepisce calda e morbida, a differenza di molte altre piante. I suoi teneri petali sono bianchi, con una leggera colorazione rosata. Dal punto di vista antroposofico la malva bianca agisce in maniera completa sui processi del sistema neurosensoriale della pelle (epidermide); mitiga l‘effetto di un eccesso di stimoli esterni, calma e protegge la cute molto sensibile. Trae la forza di cui si serve soprattutto dai polisaccaridi presenti nelle radici. Insieme all’acqua essi creano un gel organico, la mucillagine, che dà umidità e ha un effetto particolarmente lenitivo nei confronti degli stimoli esterni, avvolgendo la pelle in un involucro calmante. In questo modo la cute ipersensibile viene lenita e meglio protetta dalle influenze dell’ambiente mentre viene sostenuta nel suo sano sviluppo. Emilio Zavattaro medico antroposofo, membro S.I.M.A. (Società italiana di medicina antroposofica)
i nostri consigli
1 Victor Philippe Crema corpo karitè e riso Una crema per il corpo formulata con materie prime di origine vegetale, indicata per pelli aride e disidratate. La specifica azione idratante e nutriente del burro di karitè, unita all’azione emolliente dell’olio di riso, contribuisce a restituire alla pelle la naturale idratazione, conferendole elasticità e morbidezza. 2 Victor Philippe Burro di karitè Ottenuto dalla lavorazione a freddo dei semi della pianta di karitè, vanta proprietà nutrienti, emollienti e protettive. Ideale per corpo e capelli, viene proposto nella versione integrale, senza l’aggiunta di profumi, ma solo con vitamina E come agente antiossidante per preservarne al meglio le caratteristiche. Per una nutrizione profonda e un’intensa azione protettiva. 3 Dr. Hauschka Crema doccia lavanda sandalo Un tocco di freschezza avvolgente, accompagnato dalla nota di fondo ambrata del legno di sandalo caratterizzano questa crema doccia vivificante e delicata sulla pelle. La composizione ricca di ingredienti biologici benefici, come un estratto di semi di cotogna intensamente idratante, offrono alla pelle una porzione di trattamento
già durante il rituale doccia. Nella formula, un pool di pregiati oli vegetali lascia la pelle meravigliosamente morbida e curata. Di qualità vegan, la Crema doccia lavanda sandalo è ideale sia per lei che per lui. Un ottimo modo per prenderti cura della pelle dopo l’estate. 4 Benecos Body Peeling Albicocca e Sambuco Formulato con l’olio dei noccioli di albicocca, è un peeling che rende la pelle morbida e liscia; con tensioattivi vegetali, non contiene naturalmente microplastiche, per il rispetto dell’ambiente. Fa parte della linea Natural Care di Benecos, composta da prodotti certificati BDIH. 5 Weleda Olio Trattante all’olivello spinoso Ricavato dai semi e dai frutti maturati al sole, è un olio nutriente e rivitalizzante, ricco di acidi grassi insaturi e vitamine. Alcune gocce applicate sulla pelle umida, dopo il bagno o la doccia, donano morbidezza ed elasticità anche a pelli secche e spente. Ottimo nella stagione estiva per far risaltare l’abbronzatura.
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Foto di Nino Leto/MondadoriPortfolio
storie del mondo bio di Kitti Bolognesi
Giulia Maria Crespi, la storia di una vita Incontriamo Giulia Maria Crespi nella sua casa di Milano. Ha compiuto 93 anni il 6 giugno e ha scritto un libro: “Il mio filo rosso. Il “Corriere” e altre storie della mia vita”. 454 pagine autobiografiche narrate con uno stile appassionante, privo di autoindulgenza, che porta diritto ai fatti e alle persone. Si legge con piacere, commuove e, soprattutto, accompagna il lettore lungo le tante storie che uniscono la vita di una persona alla storia del nostro Paese. La guerra, Milano sotto i bombardamenti, la lunga e complessa storia del Corriere della Sera, la nascita del FAI… Giulia Maria: “Perché una rivista distribuita nei negozi di alimentazione vuole parlare del mio libro?” 44
I motivi per parlare del tuo libro sono tanti. Il tipo di educazione che hai ricevuto che ti ha legata indissolubilmente alla ricerca del bello, del buono e del vero. Il tuo impegno per difendere l’agricoltura biologica in Italia. Eri ancora al Corriere e scopri di avere un cancro al seno. Vieni operata da Umberto Veronesi, fai la radioterapia e poi decidi di seguire il consiglio di Aldo Bargero, medico dei tuoi figli, che ti sprona ad andare in Svizzera, alla Lukas Klinik, dove praticano cure alternative. “All’inizio è stato tragico: tutti cibi integrali, niente carne, niente vino, quasi mai
formaggio e niente zucchero. Avevo una gran fame. Uscivo e mangiavo di nascosto. Poi ho scoperto cosa volevano dire i cereali integrali e piano piano tutto questo è diventato il mio modo di mangiare. Un po’ di carne, ogni tanto, l’ho sempre mangiata: ma in generale sono vegetariana. Alla Lukas ho scoperto un mondo. C’erano medici meravigliosi. Ho scoperto Steiner, l’antroposofia e la biodinamica, che mi hanno aperto orizzonti straordinari. Io che seguivo il buddhismo ho capito che l’antroposofia va un passo oltre. Nella mia vita ho avuto sei volte il cancro, ma non ho mai fatto la chemioterapia”.
Il libro è stato letto anche da giovani madri che ora chiedono i tuoi consigli. Sono ammirate dall’educazione che hai ricevuto, dalla figura di tuo padre, dolce ma assolutamente esigente. Non frequenti la scuola e tuo padre sceglie per te i migliori maestri: tra questi Maria Montessori, Fernanda Wittgens. Devi esercitare la tua scrittura e non ti dà pace fino a che non raggiungi un livello che ritiene soddisfacente. Quando ti chiama al Corriere ti raccomanda: “Vestito modesto. Non parlare per due anni. Ascolta. E ricordati: puntualità.” Insieme fate lunghe passeggiate sotto le stelle. Parlate tanto e vi scrivete tanto. “È un’educazione da élite, di una famiglia ricca. Fuori dal tempo. Oggi vedo i ragazzi preda di tutti gli aggeggi elettronici, come stregati. A scuola sono facilitati perché riescono ad avere tante informazioni, ma perdono un serio contatto con una profonda cultura. Il loro cervello non viene più stimolato a livello creativo, non hanno una visione limpida e chiara. Però sono anche molto vivi: hanno voglia di viaggiare, non stanno mai fermi. Anche questo, per me, è un fatto su cui riflettere. Ma, soprattutto, non ascoltano più”. Ma la tua educazione è stata una grande scuola perché ancora oggi hai una capacità di ascolto non comune. “È vero, ma spesso non abbastanza. Per capire chi ti sta di fronte occorre ascoltare e sentire quello che emana”.
Foto di Agostino Osio
Torni in Italia e decidi di convertire la tua azienda agricola Cascine Orsine alla biodinamica. “Ho iniziato per tentativi con risultati pessimi. Ancora una volta è intervenuto Aldo Bargero. Mi ha sgridato perché – diceva – non potevo giocare con la biodinamica, che è materia molto seria. Mi ha esortato ad affrontare la conversione con professionalità. Così mi sono messa a studiare agraria e a frequentare corsi in Germania. E lì, di nuovo, incontro persone straordinarie: serie, colte e competenti, aperte. Avevano un modo di esporre chiaro e professionale, avevano esperienza sul campo. Georg Merkens diventa consulente della Zelata e assieme all’associazione biodinamica iniziamo anche un’attività di corsi di formazione per diffondere i principi dell’agricoltura e dell’alimentazione sana. Come docenti chiamo Manfred Klett, Wistinghausen, Bockemuhl e Koepf. Mio marito Guglielmo, che mi prendeva in giro per l’antroposofia, quando ha sentito parlare Klett della fertilità della terra, degli uccelli, degli alberi è rimasto affascinato e ha capito perché l’agricoltura biodinamica e l’antroposofia mi avevano affascinato a quel punto e occupavano così profondamente i miei interessi.”
Nel libro parli spesso di solitudine, delle lunghe domeniche passate da sola. Questo ti ha permesso di coltivare la tua vita interiore? Quella spiritualità che ancora oggi ti fa da guida? “Certo. Purtroppo, oggi i ragazzi non vengono immersi nella natura e questo è un fatto estremamente negativo. Quando la gente viene da noi alla Zelata o va a mangiare nel ristorante che NaturaSì ha organizzato nella nostra azienda i bambini hanno paura dei cani, dei vitellini… non scherzo, è capitato che qualcuno chiedesse di vedere la pianta che fa gli spaghetti! Non hanno la minima dimestichezza con la natura”. Le nostre amiche mamme ammirano il rapporto che hai con i tuoi nipoti, ai quali cerchi sempre di far sentire l’importanza della natura. Giochi con loro, con loro dai i semi alle formiche… scrivi loro: “Ricordatevi nipotini, qualche volta guardate a lungo un fiore, uno qualunque. Vi ispirerà mille pensieri”. Per le feste comandate coinvolgi grandi e piccini in recite, in canti e racconti… “Da vent’anni scrivo e racconto loro delle storie ispirate ai pianeti, agli alberi, agli insetti. Racconto loro storia di Anna, una bimba immaginaria che vive alla Zelata. È sempre sola, non dice mai bugie e capisce il linguaggio degli animali, ma non quello dei pesci. I miei nipoti mi chiedono
di raccogliere i racconti in un libro. Alla vigilia di Natale mettiamo sempre in scena piccole recite con i bellissimi costumi che fa la nostra inseparabile amica Wally.” Da tempo sei preoccupata dallo stato disastroso in cui versa l’ambiente. “Bisogna muovere la base del Paese, le sfere più alte sono sempre più dedite al guadagno, con un’idea distorta che trasforma nuovi posti di lavoro di scarsa qualità in una completa rovina del domani. La prima cosa è cercare di rendere le persone coscienti. Io credo nei giovani, ce ne sono tanti che lavorano fuori dalla luce dei riflettori e hanno iniziative meravigliose, creano comunità di lavoro. Nel Fondo Ambiente Italiano lavorano 7.000 volontari e in particolari giornate ben 30.000 giovani ciceroni illustrano al pubblico beni artistici e naturalistici. Alcuni raccolgono i semi di fiori selvatici e vanno a distribuirli lungo le strade e nei campi. Lo Stato dovrebbe dare un po’ di mezzi ai giovani che hanno voglia di tornare alla terra e non possono permetterselo perché i terreni sono costosi e l’agricoltura non rende niente. Per concludere? Oggi l’uomo dovrebbe affrontare la vita con uno spirito diverso...”.
In queste pagine: Giulia Maria Crespi tra le sue amate vacche delle Cascine Orsine e la Festa di compleanno per i 90 anni di Giulia Maria. 45
la natura sotto casa di Gianumberto Accinelli
illustrazione di Marco Trevisan
le coccinelle
Gli esseri umani vivono in un mondo, chiamato noosfera, formato da simboli e da miti, nel quale una cosa ne significa un’altra. Questo Olimpo ricco di metafore è popolato da un gran numero di animali: il leone rappresenta il coraggio, il coniglio la paura, la volpe la furbizia ecc. E gli insetti? Tra gli esseri a sei zampe che ronzano nella noosfera c’è l’ape con le sue presunti doti di laboriosità e industriosità, le farfalle con il loro delicato volteggiare, le mosche con la loro etichetta non proprio positiva, poi ci sono loro, le coccinelle, che con gli allegri colori ci strappano un sorriso e ci portano fortuna. Attenzione però! Spesso esiste una discrepanza tra l’animale reale e quello simbolico. Se le farfalle non sono quegli insetti eterei che la nostra immaginazione vuole e se le api, spesso e volentieri, si riposano all’interno dell’alveare, allora il divario tra le coccinelle e la fortuna degli 46
esseri umani è quasi incolmabile. Osserviamo una coccinella che si aggira veloce sopra un getto di una pianta e cerchiamo di capire il suo comportamento. Bisogna premettere che questi insetti sono dei formidabili predatori e le loro vittime preferite sono gli afidi, i pidocchi delle piante. Ebbene, la coccinella, caccia da sola e il suo correre veloce sopra un getto di rosa altro non è che la sua affannosa ricerca di prede. Non solo: è anche molto vorace, poiché si ciba di ben cento afidi ogni giorno. L’istinto predatorio di questi insetti è davvero innato e si manifesta fin dalle prime ore di vita. La femmina delle coccinelle depone le uova in ovature costituite da un gruppetto di poche decine di uova. Appena le larve sgusciano, iniziano a mangiarsi tra loro: solo l’individuo più forte e con l’istinto predatorio più feroce sopravviverà. La cosa non finisce qui: se per caso, nel suo girovagare, la femmina
incontra le sue stesse uova depositate da poco, inizia a nutrirsene immediatamente... Il brutto vizio delle larve di mangiarsi a vicenda e la dieta non proprio etica delle femmine, fanno raggiungere alla mortalità giovanile livelli davvero elevati. L’allevamento delle coccinelle è quindi molto difficile e costoso; questi insetti, a dispetto dei luoghi comuni, mal si adattano ai programmi di lotta biologica. Esiste un altro fattore che limita l’allevamento delle coccinelle. Il colore rosso punteggiato di nero della loro livrea non è un simbolo di buona fortuna: in realtà è un linguaggio che le coccinelle usano per avvertire i potenziali predatori delle loro velenosità. I loro tessuti, infatti, sono intrisi di varie tossine, che li rendono particolarmente indigeribili e disgustosi. Non solo: queste sostanze velenose emanano un odore non proprio gradevole; insomma, l’allevamento di questi insetti non è particolarmente gratificante. Se le coccinelle reali sono agli antipodi rispetto al loro corrispettivo simbolico, perché vengono considerate dei portafortuna? Secondo l’astrologia babilonese i pianeti erano sette e quindi questo numero simboleggiava la perfezione del cosmo; il significato del numero sette ha accompagnato l’uomo nel suo millenario percorso ed è giunto fino a noi. Guarda caso, la coccinella che s’incontra più frequentemente nei prati è la cosiddetta coccinella settepuntata che ha la “fortuna” di portare sette puntini neri sul dorso. Come abbiam visto, il senso ecologico dei puntini non è mistico, ma piuttosto pragmatico: il rosso risalta meglio su sfondo nero potenziando il messaggio dell’indigeribilità dell’animale, legata al suo veleno. E quindi? Non servono proprio a nulla? Assolutamente no: grazie al loro carattere bellicoso e predatorio, questi insetti sono oltremodo utili sia per il giardiniere che per l’agricoltore. Una legione di coccinelle, infatti, è in grado di sbaragliare l’esercito di afidi che infesta le nostre piante durante la bella stagione. Quindi non portano forse fortuna agli esseri umani, ma li aiutano ad avere un giardino o un campo coltivato sano e libero da pesticidi. Un consiglio prima di salutarvi: in assenza di afidi le coccinelle sono costrette a diventare vegetariane, nutrendosi di polline (un alimento molto proteico) e di nettare dei fiori. Appena ritornano gli afidi, questi incalliti carnivori abbandonano i fiori per rilanciarsi sulle “bistecche” di afidi. Per mantenerle nel nostro giardino o campo coltivato è sufficiente quindi coltivare le piante a loro gradite. Tra le tante, consiglio quelle appartenenti alla famiglia botanica delle leguminose: il loro polline è ricco di aminoacidi complessi e il loro nettare è particolarmente dolce, proprio come piace a questi animali “portafortuna”.
con te davanti allo scaffale
colazione e merenda Scusi, posso farle una domanda? Quando si fa la spesa tra una corsia e l’altra, nascono sempre interrogativi. Per rispondere ad alcuni di questi abbiamo chiesto a Elena, che da molti anni lavora in un negozio biologico, di raccontarci le conversazioni che avvengono davanti agli scaffali. In questo numero parliamo di colazione e merenda. D. Buongiorno, per favore mi indica dove trovo i muesli? R. Buongiorno! Guardi, qui trova muesli, krunchy e fiocchi di cereali. D. E la differenza? R. Il muesli è una miscela di fiocchi di cereali e frutta secca, mentre il krunchy, o granola, è a base di cereali cotti in speciali forni. Questi cereali vengono poi “sgrana-
ti” a mano, dolcificati con sciroppo di riso, agave o miele e arricchiti di frutta secca o cioccolato, a seconda della ricetta. D. Ho assaggiato questi prodotti in vacanza e devo dire che mi sono piaciuti. Voglio cambiare le mie abitudini a partire da una colazione più sana. R. È un ottimo proposito. In alternativa c’è anche il porridge, a base di fiocchi d’avena. Basta aggiungere un liquido caldo, mescolare e arricchire con crema di mandorla o sciroppo d’acero. Sono tutti prodotti che danno energia a lungo termine e ci aiutano ad affrontare al meglio la nostra mattina di lavoro o di studio. D. A proposito! Sono adatti per la colazione dei bambini piccoli? R. Eccome! Per esempio, può scaldare della bevanda d’avena, sciogliervi un
cucchiaino di malto di riso e versare su un misto di muesli e cornflakes, facendoli ammorbidire; poi si aggiunge della frutta di stagione a pezzetti; per i bambini è una colazione ideale. Con uno spuntino a metà mattina, fatto con un frutto o uno yogurt, arrivano all’ora di pranzo con il giusto appetito e la giusta energia. D. E per la merenda? Non posso riproporre le stesse cose della colazione... R. Una buona merenda può essere fatta con una fetta di pane casereccio spalmata con della confettura di frutta o miele, accompagnata da un succo di frutta. Le posso anche lasciare una ricetta facile facile per preparare un budino di riso. D. Grazie, la provo volentieri! R. Faccia cuocere per 20 minuti 60 g di riso in 250 ml di bevanda di riso. Aggiunga poi dell’uvetta sultanina, un pizzico di vaniglia in polvere e poco zucchero di canna. Versi in uno stampo e lasci raffreddare. Lo serva a temperatura ambiente. Ai bambini piace molto. D. Grazie per i suggerimenti, credo che il budino di riso lo assaggerò anch’io! Arrivederci alla prossima domanda. D: domanda R: risposta
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l’angolo degli animali di Antonella Carteri, medico veterinario
Fido non ama essere punto! Gli ospiti indesiderati del cane non solo provocano fastidiose punture, ma possono anche veicolare agenti infettivi. Per esempio il flebotomo, comunemente chiamato pappataci, un piccolo insetto di 2-3 millimetri, simile a un moscerino, può trasmettere la leishmaniosi, una grave malattia che colpisce piccoli mammiferi e persino l’uomo. La trasmissione avviene tramite la puntura di un insetto che si è infettato succhiando il sangue di un cane malato, ma anche dalla madre ai cuccioli. I sintomi principali sono dimagramento, debolezza, mantello opaco e con
forfora, dermatite, perdita di pelo generalizzata o limitata alla testa, ingrossamento dei linfonodi, problemi renali, che possono condurre alla morte. La terapia è complessa e non sempre risolutiva ed è da valutare assieme al proprio veterinario di fiducia. La zanzara può veicolare la filariosi cardiopolmonare, malattia causata da lunghi vermi che s’insediano nel cuore e nei vasi polmonari, causando problemi circolatori seri, fino alla morte. La prevenzione viene fatta con l’uso di sostanze repellenti per le zanzare e con prodotti larvicidi per bocca, iniezione
o spot on. Le femmine delle zanzare e pappataci pungono principalmente nelle ore serali e nei mesi estivi. La loro diffusione si è recentemente estesa in gran parte del nostro Paese. I cani maggiormente a rischio sono quelli di grandi dimensioni a pelo corto e che vivono all’esterno anche durante la notte. La pulce è un insetto di pochi millimetri in grado di spiccare lunghi salti grazie alle possenti zampe posteriori. Si nutre del sangue di cani, gatti e altri piccoli mammiferi; sopravvive anche in inverno, il che può portare a una massiva infestazione dell’ambiente in cui l’animale vive. La puntu-
Il buon profumo di pane, pizze, focacce e dolci fatti in casa, con i preparati senza glutine Più Bene. Contengono grano saraceno, uno pseudocereale appartenente alla famiglia delle Polygonacee, naturalmente senza glutine.
ra di pulce è estremamente pruriginosa, può causare la dermatite allergica e trasmettere agenti batterici o parassitari che causano malattie. La zecca è un parassita che si nutre di grandi quantità di sangue. La sua grandezza dipende dalla specie e dalla quantità di sangue ingerito, andando da pochi mm fino a oltre 1 cm. Sopravvive in ambienti ostili e senza cibo fino a un anno e mezzo. Può causare reazione locale nel punto in cui penetra la cute dell’ospite, ma la sua pericolosità è legata alla possibilità di trasmettere malattie (come ehrlichiosi o piroplasmosi) che possono colpire anche l’uomo. La prevenzione è d’obbligo, sapendo che, oltre ai prodotti antiparassitari di origine chimica, si trovano in commercio ottimi presidi a base di olio di neem e vari oli essenziali.
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notizie da Baule Volante
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i Granomela: semplici come le storie che sanno di buono Ci vuole tempo perché maturi il grano, perché ogni stagione lasci il passo alla successiva. Ci vogliono il sole, la pioggia e mani che lavorano con amore la terra. Ci vogliono il tempo e la cura per pensare al miglior prodotto possibile: le persone scelgono sempre più attentamente cosa mangiare e chi lavora nel biologico sa di avere una grande responsabilità, dal campo allo scaffale, fino alla tavola di chi compra un alimento bio. Questi frollini sono frutto di una lunga ricerca che Baule Volante ha condotto con pazienza insieme con i suoi produttori di fiducia.
Il risultato di questo dialogo continuo e dello sforzo congiunto per dare il meglio in termini di gusto e genuinità, è una ricetta semplice, realizzata con sola farina integrale di grano e pezzetti di mela. Non c’è olio di palma, ma soprattutto non ci sono zuccheri aggiunti. Spesso, nell’alimentazione quotidiana, si consuma una quantità eccessiva di zuccheri semplici, superando i valori nutritivi di riferimento consigliati. Ci sono ormai molti studi scientifici che dimostrano come un consumo elevato di zuccheri semplici possa avere effetti negativi sulla salute delle persone.
Se nell’ottica di una vera “democrazia alimentare” è importante rispettare la libertà di ogni consumatore di scegliere cosa mangiare, Baule Volante decide ogni giorno di dare il suo contributo per sensibilizzare le persone a compiere scelte sempre più consapevoli, incoraggiando innanzitutto la tutela della loro salute. Come? Offrendo prodotti innovativi e buoni, sia dal punto di vista nutrizionale che sociale e ambientale. E poi raccontando la loro storia, spiegando in modo del tutto trasparente come sono nati, quali materie prime sono state scelte, com’è stata ideata la ricetta, per quali
esigenze alimentari speciali e tanto altro ancora. Così nascono i Granomela, un prodotto innovativo e davvero unico sul mercato: contengono infatti il 50% di zuccheri in meno rispetto alla media dei frollini più venduti (come conferma la ricerca Nielsen, totale Italia, 11/2013 – 09/2014). Semplici nella ricetta, sono realizzati con sola farina integrale di grano tenero e con pezzetti di mela (l’unico dolcificante naturale presente) che rendono assai gradevole il gusto un po’ speziato, grazie a un pizzico di cannella. Essenziali, quindi, ma degni protagonisti della colazione, perché sono attenti al benessere di tutti e raccontano una storia che sa di buono.
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news dal mondo bio XXXIV Convegno di Agricoltura Biodinamica e Festa della Biodinamica Per la rinascita del Sud: le nuove frontiere dell’Agroecologia Napoli, 10-11 novembre 2016 Capua, 12-13 novembre 2016 Da Napoli parte un’azione concreta per la rinascita civile del Paese. È l’invito a un convegno e a una festa che riunirà agricoltori e cittadini alla scoperta delle buone pratiche, del buon cibo e del territorio. Al convegno, gli agricoltori biodinamici mostreranno e insegneranno le loro pratiche d’eccellenza. I cuochi presenteranno speciali preparazioni gastronomiche. Istituti di ricerca ed enti culturali si riuniranno per cooperare con gli agricoltori e varare dalla Campania un esempio virtuoso
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di sostenibilità, un modello produttivo e sociale, che parta dall’agroalimentare, allo scopo di salvaguardare l’ambiente, valorizzare il paesaggio e il turismo, proteggere la salute del cittadino, fermare la fuga delle professionalità e garantire la legalità. Gli agricoltori biologici e biodinamici si confronteranno per realizzare il Piano Strategico Nazionale sulla bioagricoltura, recentemente varato dall’Italia. Condivideranno con tutti i cittadini le loro idee e faranno conoscere la bontà delle loro produzioni e le buone pratiche alimentari. Si rivolgono per questo a tutti, per un’alleanza che garantisca prezzi giusti, cultura partecipativa e vita del diritto. Nella città di Napoli, giovedì 10 novembre, si confronteranno attori del mercato alimentare, agricoltori, ricercatori e amministratori. La giornata di venerdì 11 novembre sarà dedicata alle sessioni parallele di approfondimento agronomico nonché a un dibattito con testimonial d’eccellenza. Sarà anche dimostrato
come l’agricoltura può salvare il paesaggio, i beni culturali e conseguentemente favorire il turismo. Sabato 12 novembre il convegno continuerà a Capua, dove saranno aperte le porte di un’azienda biodinamica per illustrare a tutti i processi agronomici e le pratiche più innovative dell’agricoltura biodinamica. Dalla sera di sabato 12 a domenica 13 novembre, seguirà una festa in uno dei luoghi più suggestivi della Campania, con degustazioni, musica e stand biodinamici. Per informazioni: convegnobiodinamica.it
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Pasta di semolato di grano duro Cappelli semintegrale SostenibilitĂ delle aziende agricole, giusto compenso per il lavoro effettuato e tutela del patrimonio rurale e paesaggistico: ecco il signiďŹ cato della ďŹ liera italiana Ecor. Ne fa parte anche la pasta di ďŹ liera, preparata con cereali 100% italiani e acqua di montagna. Buona dalla semina al piatto.