NaturaSì Magazine | LUGLIO 2017 | NUMERO 14

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approfondimento: il lombrico, prezioso alleato dell’agricoltore i nostri progetti: una bio domenica green generation: scegliere la terra la natura sotto casa: l’affascinante simbiosi di formiche e farfalle

numero 14 luglio/agosto 2017

COD 32761

editoriale

il prezzo più basso non è il prezzo più giusto

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sommario 3

editoriale

il prezzo più basso non è il prezzo più giusto 4

il lunario

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news dal mondo bio

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le storie de Le Terre di Ecor

piccoli e grandi frutti d’estate 10 dall’orto con amore

melanzana, pomodoro e peperone 12 le vostre domande... 13 oggi leggiamo... 14 azienda del mese

Machandel, la natura in vetro 16 approfondimento

il lombrico, prezioso alleato dell’agricoltore 19 stili di vita

quando la scrittura sostiene la cura 20 notizie dalla Fattoria Di Vaira

vacanze in fattoria

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22 i nostri progetti

BIOcycling: un nuovo capitolo dell’happy family 25 approfondimento

l’olio di argan: una storia di donne 26 approfondimento

Franco Mussida 28 i nostri progetti

natura a righe e a quadretti 29 homemade in cucina

la piada fai da te 30 riciclo in cucina

pane raffermo e pomodori maturi... 32 i nostri progetti

una bio domenica 35 l’esperto in cucina

e con gli “scarti” che faccio? 36 oggi in cucina con lo chef Martino Beria

salad cake

38 consigli per viaggi sostenibili

Le Due Torri: ospitalità nel cuore dell’Umbria 40 consigli per orto e terrazzo

mantenere la vitalità e la freschezza nell’orto 42 salute e benessere

O sole mio! 44 green generation

scegliere la terra 46 la natura sotto casa

l’affascinante simbiosi di formiche e farfalle 47 con te davanti allo scaffale

fa caldo! Che mangio? 48 l’angolo degli animali

vacanze per tutti 49 notizie da Baule Volante

pani morbidi nella tua dispensa 50 news

il bello delle città in estate…

Editore: EcorNaturaSì SpA via De Besi 20/c, Verona tel 0458918611 Direttore responsabile: Benedetta Frare Stampato da Mediaprint (Vr) su carta ecologica riciclata con inchiostri a base vegetale Pubblicazione bimestrale registrata presso il Tribunale di Verona in data 30/12/2003 n. 1575

www.naturasi.it

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editoriale di Fabio Brescacin

il prezzo più basso non è il prezzo più giusto pochi centesimi per una sana agricoltura

In questo numero, dedichiamo il consueto spazio dell’editoriale a un articolo di Fabio Brescacin, presidente di EcorNaturaSì. I giornali hanno riportato di recente la difficoltà della contrattazione tra produttori di pomodoro italiani e industria conserviera. La disputa verte su una differenza di circa 20 euro a tonnellata per il pomodoro convenzionale da industria, che, tradotto in cifre più leggibili, significa 2 centesimi al kg. Con un kg di pomodoro si producono circa 500 g di passata, quindi la disputa verte su 2 centesimi su una confezione da mezzo kg di prodotto finito. Indipendentemente dal prezzo di produzione, gli altri costi, infatti, rimangono invariati: lavorazione, scarto, bottiglia, etichetta, tappo, cartone, pallettizzazione, trasporto, commercializzazione, sia che all’origine siano pagati 8 o 10 centesimi al kg. Questo prezzo costringe gli agricoltori, ormai sull’orlo della disperazione, a produrre oltre 100.000 kg di pomodoro per ettaro, a usare enormi quantità di

concime chimico, a utilizzare sistematicamente il diserbo chimico per controllare le infestanti e a depauperare gradualmente il suolo, dato che il pomodoro richiede grandi quantità di acqua e impoverisce enormemente la fertilità della terra. Un pomodoro onesto, da tutti i punti di vista, biologico o biodinamico, che non sfrutti il terreno, che preveda una giusta retribuzione per chi lo produce, che non inquini né il suolo e le falde, né le nostre tavole, dovrebbe essere pagato non meno di 25 centesimi al kg. Questo sarebbe il giusto prezzo che non lascerebbe impagati costi ambientali e sociali occulti, anche se il giusto prezzo andrebbe sempre contestualizzato nelle situazioni, nei momenti e nei luoghi particolari. E ciò vale per gran parte dei prodotti agricoli: latte, grano, uova, carne ecc. La domanda quindi potrebbe essere: ci sono consumatori disposti a pagare questi pochi centesimi aggiuntivi sapendo che si garantiscono così un prodotto sano e permettono un’agricoltura sostenibile sia da un punto di vista ambientale che

sociale ed economico? La risposta sarebbe sicuramente positiva almeno per una buona parte dei consumatori del ricco ed evoluto occidente. Allora perché il problema è così difficile da risolvere? La risposta è complessa e semplice allo stesso tempo. Il sistema non funziona. Chi compra il prodotto è sempre il consumatore, è solo il consumatore e gli altri soggetti sono solo intermediari. Quindi se il consumatore fosse disponibile a pagare questi fatidici pochi centesimi, che sarebbero vitali non solo per l’agricoltore, ma anche per la nostra salute e il nostro futuro perché tanta tensione e tanti problemi? Il consumatore è ignaro di tutto ciò che succede prima che il prodotto compaia sugli scaffali del supermercato. Se ci fosse questa trasparenza, se fosse informato e consapevole di cosa sottende al prodotto che gli sta di fronte, potrebbe fare una scelta consapevole. Il potere commerciale è totalmente nelle mani del consumatore; il problema sta nel fatto che ne è inconsapevole. Un nuovo agire economico più sano ed equo non può che passare attraverso questa scelta di consapevolezza. Per una Terra sana, per un cibo sano, ma anche per un sistema economico sano, è necessaria una nuova alleanza fraterna tra chi produce, chi commercializza e chi consuma. Il coraggio della trasparenza è il primo passo da fare in questa direzione e credo che questa sia una responsabilità soprattutto del commerciante. Dalla trasparenza può nascere il dialogo e dal dialogo la fiducia reciproca. Tutta l’economia di mercato si basa sul presupposto che l’uomo sia fondamentalmente egoista e che nel gioco della domanda e dell’offerta ognuno miri alla massimizzazione del proprio tornaconto. Questo diventa purtroppo reale quando le persone non vivono una relazione personale, o quantomeno quando non conoscono la reale situazione in cui si trova la loro apparente controparte, in una situazione di un mercato anonimo nel quale nessuno ha la consapevolezza delle conseguenze ultime della propria azione. Se ci fossero coscienza e incontro tra le persone, questo farebbe emergere quel senso di comunità e di fratellanza che è insito in ogni uomo. Questo incontro porterebbe naturalmente, anche se magari con fatica, al riconoscimento del giusto prezzo, come quel prezzo che garantisce una equa distribuzione delle risorse e garantirebbe a tutti una giusta e sana sostenibilità economica. Dobbiamo avere il coraggio di compiere questa rivoluzione, ma può essere fatta solo insieme, da consumatori consapevoli, da commercianti onesti, da agricoltori evoluti. Ci auguriamo e vogliamo avere il coraggio e la spregiudicatezza e la fiducia nel futuro di farlo insieme. 3


il lunario a cura dell’Associazione Culturale La Biolca

le attività di luglio agosto La luna, passando davanti alle costellazioni zodiacali, trasmette alla terra forze che si manifestano nel comportamento degli organismi viventi. In agricoltura biodinamica, le stesse forze favoriscono i tempi di semina, lavorazione e raccolta. Agiscono in modo analogo sul corpo umano, in particolare sulla crescita di capelli e unghie. Ogni nove giorni circa la luna, nel medesimo trigono di forze, favorisce o “ostacola” alcune parti della pianta o del corpo.

legenda Luna

luglio IN CUCINA

nuova

PIANTE DI CASA

IN CUCINA

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il pane

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lo yogurt

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le conserve

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In cucina:

Cura della persona:

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massaggi

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attività fisica

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giornata di relax

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taglio ritardante capelli/unghie

Piante di casa:

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rinvaso

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potatura

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concimazione

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CURA PERSONA

PIANTE DI CASA


news dal mondo bio Sana Anche quest’anno EcorNaturaSì è presente al SANA, il salone internazionale del biologico e del naturale che si svolgerà dall’ 8 all’11 settembre 2017 a Bologna. La manifestazione si articolerà in tre sezioni espositive: alimentazione biologica, cura del corpo naturale e bio (salute e benessere della persona), green lifestyle (area dedicata a tutti i prodotti naturali per il tempo libero, la casa e il vivere verde). Ricco il calendario di incontri, conferenze e workshop, a cui si affiancheranno anche degli eventi “fuori salone” in città, per dare vita a una vera e propria “green week” bolognese. Per informazioni visita: www.sana.it

Equa la festa Da venerdì 7 a domenica 9 luglio segnatevi in agenda la decima edizione di Equa la festa, che si terrà nell’Ostello comunale Villa Borgognoni a Jesi. L’evento sarà ricco di appuntamenti, con la presenza di stand delle associazioni e delle aziende biologiche, laboratori creativi e di ballo per grandi e piccini, trattamenti benessere, mostre, dibattiti su viaggi, turismo responsabile e integrazione, il tutto accompagnato da buona musica e cibo locale. L’ingresso è libero e gratuito. Per informazioni scrivete a: salviamolostello@gmail.com, o visitate il sito www.ostellodelleidee.org

È tempo di Festambiente! Dal 4 al 15 agosto torna l’appuntamento con Festambiente, il festival internazionale di Legambiente, giunto quest’anno alla 29esima edizione. Tema della rassegna è l’economia civile: dodici giorni all’insegna di eventi, musica, cinema, mostre, dibattiti e conferenze, spazi per bambini, ristorazione bio e tradizionale. L’evento si svolge nel cuore della Maremma toscana, a Rispescia, a pochi km da Grosseto, e ci sono in cantiere anche tante novità. Scoprite il programma completo su www.festambiente.it messaggio promozionale

in evidenza

l’estate di Cascine Orsine Durante tutto il mese di luglio prosegue il campo estivo per bimbi dai 6 ai 12 anni. Il 10 agosto per la notte di San Lorenzo vi aspetta una serata magica con cena e musica sotto le stelle. Il 15 agosto trascorretelo nella natura con “ferragosto in Cascine”, giornata in cui sono previsti pranzo e pic-nic in campagna. Inoltre, nei mesi di luglio e agosto, i consulenti di Cascine Orsine (fisioterapista, psicologo, nutrizionista, professionista shiatsu) saranno disponibili per un incontro gratuito, su prenotazione.

Sociale “il viandante - Storie di terre e di coraggio” che ospiterà chi necessita di aiuto e sostegno. Le belle news non sono finite: durante il week-end nella Biorisotteria, per chi ha la tessera NaturaSì, il pranzo e la cena (anche nel giardino esterno) con menù completo, compreso di calice di vino bio, è al prezzo speciale di 19 euro a persona! Per info: Tel: 0382930542 bereguardo1@naturasi.biz

A fine agosto sarà, inoltre, inaugurata la Nuova Fondazione a promozione

pagina facebook Azienda agricola biodinamica Cascine Orsine.

Castle Vegetarian Festival

La Raia, ospitalità nel cuore dei Gavi

Dal 28 al 30 luglio a Cittadella di Sarzana (La Spezia) si terrà Castle Vegetarian Festival, il festival vegetariano ligure. È previsto un fitto programma di incontri, conferenze, concerti, showcooking, workshop e laboratori.

All’interno dell’azienda agricola biodinamica La Raia, nel cuore del Gavi, si trova Borgo Merlassino, in passato l’alloggio di villeggiatura preferito della marchesa Raggio d’Azeglio. Ha in effetti una posizione privilegiata: da un lato i vigneti, dall’altro il bosco, oltre un affaccio mozzafiato verso la valle. I quattro appartamenti, l’antico forno, il fienile, l’ampia cucina sono stati restaurati mantenendo il loro sapore originale. Da qui si arriva alla cantina de La Raia, dove è possibile degustare i Gavi e le Barbera Demeter, oltre ai i piatti a base di farro e i mieli biologici de La Raia.

Per informazioni e aggiornamenti visita il sito www.castlevegetarianfest.it

nuova sede logistica per Biolab Riconvertire in complesso produttivo e logistico un’area dismessa: è stato questo l’impegno che Biolab, azienda che produce alimenti vegetali, ha perseguito inaugurando ad aprile il suo nuovo complesso produttivo e logistico nella sede di un ex macello. Una decisione dal valore simbolico, legata alla volontà di non cementificare altro territorio. Il trasferimento nella nuova location avverrà entro il 2018, ampliando anche la sua superficie e creando nuovi posti di lavoro.

Via Gavi 90 - Novi Ligure (AL) tel 0143 642860 reservations@la-raia.it www.borgomerlassino.it

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le storie dei nostri produttori #leterrediecor

piccoli e grandi frutti d’estate 6

ÂŽ


messaggio promozionale

Gli opposti si attraggono. Accade così all’anguria, conosciuta per le sue dimensioni importanti, e ai frutti di bosco, noti invece per le loro dimensioni ridotte… Due varietà di frutta molto diverse, accomunate da un’ineguagliabile ricchezza di gusto. Per assaggiarle, siamo partiti dall’Alto Adige dove abbiamo raccolto more, lamponi e mirtilli con la Cooperativa Osiris. Da lì, ci siamo spostati nel centro-sud Italia per gustare i cocomeri laziali dell’azienda agricola Salvatore Ferrandes e quelli molisani della Fattoria Di Vaira. Cooperativa Osiris I frutti di bosco ci parlano dell’aria fresca e profumata del sottobosco che si può respirare durante una passeggiata in Alto Adige, dove ha sede la Cooperativa Osiris, realtà che dal 1988 riunisce agricoltori biodinamici. Fondamentale è stato il contributo di Claudio Casera che, durante un corso di agricoltura biodinamica a Francoforte, apprese l’importanza per la fertilità del terreno sia dei preparati biodinamici che di tutte le pratiche che salvaguardano il suolo e non lo danneggiano. Inoltre, racconta Claudio, “Se si vuole approfondire seriamente la biodinamica, si scopre che non è un’esperienza limitata alle pratiche agricole, ma coinvolge completamente l’agricoltore nella visione dei mondi della natura e nel proprio essere”. Forti di questa scoperta Claudio, Marco, Hans, Walter, Markus, Georg, Joseph, Karl, Peter e Hubert Dezini, attuale presidente di Osiris, fondarono la cooperativa che, nel tempo, ha aggregato altri agricoltori biodinamici delle zone limitrofe. Oggi conta 24 soci che coltivano circa 150 ettari seguendo le tecniche dell’agricoltura biodinamica proposte

da Rudolf Steiner. Lo statuto di Osiris vincola il socio alla pratica della sola agricoltura biodinamica, con una serie di regole interne che superano i disciplinari fissati dall’associazione Demeter. Grazie a strutture di stoccaggio e lavorazione di proprietà, la Cooperativa è in grado di seguire ininterrottamente il prodotto dalla raccolta fino alla vendita. Oltre a more, lamponi e mirtilli, frutti tipici di questa stagione, i soci di Osiris coltivano ortaggi (carote e patate), ma anche pere e, soprattutto, mele, che possono poi essere trasformate in succo, concentrato, composta, anticalcare all’aceto e aroma di mele per il detergente neutro multiuso e per il pulitore anticalcare. Azienda agricola Salvatore Ferrandes Salvatore Ferrandes coltiva le sue angurie nella zona di Latina dove il padre, originario di Pantelleria, si trasferì per dedicarsi all’agricoltura sfruttando la naturale vocazione di questi suoli: “La pianura pontina è molto fertile e ricca, ha il mare a due passi e quindi non fa mai troppo caldo, né troppo freddo”, racconta. Pratica l’agricoltura biologica da ormai molti anni e lo considera l’unico metodo sostenibile: ha iniziato perché insoddisfatto di come andavano le cose nell’agricoltura convenzionale. All’inizio, le difficoltà non sono mancate e molti raccolti “sono andati

luglio Frutta: Luglio conferma i frutti di giugno. In più troviamo l’anguria e il melone, i fichi fioroni (diversi da quelli di settembre), i lamponi e il ribes. Ortaggi: Zucchine, melanzane, peperoni, pomodori, cetrioli, cicorie, sedano, fave, ceci, lenticchie, fagioli, piselli, fagiolini, rapanelli, bietole, carote, cipolle.

agosto Frutta: Spuntano le more di rovo, approfittiamone. Ultimo mese di stagione per i frutti rossi (fragole, lamponi, mirtilli, ribes) e prime scorpacciate d’uva. Ortaggi: Zucchine, zucche, melanzane, peperoni, pomodori, cetrioli, sedano, ceci, lenticchie, fagioli, fagiolini, rapanelli, bietole, carote, cicorie, patate, cipolle. in questa pagina pagina: il gruppo della Fattoria Di Vaira, una veduta dei terreni della Cooperativa Osiris e le angurie di Salvatore Ferrandes. 7


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in fumo”, ma dopo qualche anno sono arrivate le soddisfazioni e Salvatore si è reso conto che non serve certamente la chimica di sintesi per produrre prodotti buoni. “Come in tutte le cose, quando inizi, la strada è in salita, anche perché si affrontano problematiche nuove: poi, pian piano si impara e, anche se non è facilissimo, ci si riesce. Magari le produzioni non sono grandissime ma i prodotti sono buoni” spiega. “Quando si decide di fare una scelta, la si deve portare fino in fondo, non ci si può tirare indietro alle prime difficoltà. Ciò vale anche per chi sceglie di fare agricoltura biologica, sapendo che una volta andrà bene e un’altra andrà male. Ma è la vita e posso dirmi soddisfatto della mia professione e della mia scelta”. Tra terreni di proprietà e in affitto, l’azienda si estende per circa 30 ettari, 8 dei quali coltivati a oliveti da olio; oltre alle angurie, a seconda della stagione, coltiva fragole, kiwi, ma anche insalate, melanzane violette, patate e pomodori, ovvero tutto quello che serve per una buona rotazione, che comprende anche il sovescio di leguminose, graminacee e prati da rinnovo. Fattoria Di Vaira La Fattoria Di Vaira a Petacciato, in provincia di Campobasso, è costituita da 530 ettari tra vigneti, oliveti e coltivazioni miste, tra le quali le angurie che potete trovare in questo periodo nel nostro re-

parto ortofrutta. Il suo cuore è una stalla di vacche da latte da cui arriva il latte, ma anche il letame, fondamentale per un’azienda che ha scelto di adottare il metodo biodinamico. “Per perseguire gli obiettivi, come falciare al momento giusto, scegliere il preparato più adatto e usarlo in un determinato modo, devo compiere un atto di volontà”, spiega Paola Santi, responsabile dell’azienda “Posso fare le cose in mille modi diversi, per farle proprio in questa maniera serve una forte coscienza”. Quasi 10 anni di biodinamica si vedono: c’è stato un sensibile miglioramento sia degli ortaggi che delle vigne. Nei momenti opportuni vengono fatti sovesci e sfalci, viene utilizzata la rotazione in modo da migliorare la struttura dei campi, si sono affinate le tecniche. Si utilizzano i preparati biodinamici e tutta una serie di accortezze che stanno diventando patrimonio dell’azienda. Negli anni, alla Di Vaira si è ridotto al minimo l’uso dei mezzi tecnici, ma anche di alcune pratiche: per esempio, non si ara più e gli ortaggi vengono lavorati con la vangatrice. Tutto questo tutela la fertilità e conserva la biodiversità, ma evita anche troppi passaggi con le macchine e consente di lavorare sempre nello stato di tempera nel terreno. Anche nel compostaggio, che è una vera e propria arte, l’azienda in questi anni è molto cambiata, affinando la tecnica e dotandosi di attrezzature adeguate per la creazione di cumuli più bassi.

Le Terre di Ecor è una rete di aziende agricole indipendenti, unite da un rapporto speciale con la terra e da un impegno profondo nei confronti della natura, delle persone e della qualità del prodotto. Il progetto, mantenendo l’identità e la storia di ogni singolo produttore, ha come obiettivo quello di unire le aziende agricole, condividendone esperienze e modalità di lavoro, oltre alla certificazione biologica. Lo scopo è avere prodotti di qualità da aziende di eccellenza ed economicamente sostenibili nel tempo. EcorNaturaSì si impegna ad acquistare i prodotti di Le Terre di Ecor a un prezzo che remuneri adeguatamente l’impegno degli agricoltori e la qualità dei loro prodotti, e a proporli con trasparenza ai consumatori, in modo che possano effettuare scelte consapevoli. Vuoi vedere i video degli agricoltori de Le Terre Di Ecor? ecor.it/leterrediecor #leterrediecor

Lingue di farro semintegrale e Grissini di grano duro Cappelli Il loro segreto è la particolare lavorazione e l’accurata scelta delle materie prime. I grissini, preparati con grano duro Cappelli e olio extravergine d’oliva, sono resi ancor più friabili dall’utilizzo di lievito. Le lingue di farro sono una tipicità piemontese preparata con farina semintegrale di farro, fonte di fibre. ecor.it

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consigli per la spesa LEEB BIOMILCH

ANDECHSER NATUR

yogurt di latte di capra al mango

latte fermentato al mango

Uno yogurt cremoso, pensato per gli amanti del latte di capra, di cui conserva il gusto lievemente acidulo, però mitigato da quello gradevolmente dolce ed esotico del mango. Ottimo per chi ama iniziare la giornata con morbidezza, è perfetto anche come fresca merenda.

Ottimo a colazione, ma anche come dessert, magari con l’aggiunta di frutta secca o di una pallina di gelato, il latte fermentato intero è un delizioso prodotto a marchio Andechser Natur. Certificato Demeter, è proposto in un pratico vaso richiudibile da 500 grammi.

ISOL A BIO

bevanda di riso integrale È preparata utilizzando riso integrale, dal gusto deciso e dal colore più scuro, perché mantiene la crusca e il germe. Senza glutine e senza zuccheri aggiunti (contiene naturalmente zuccheri), come tutte le bevande Isola Bio è completamente vegetale.

DR. ANTONIO MARTINS COCO

BAULE VOL ANTE

succo di cocco naturale Le noci di cocco nascondono all’interno un segreto tutto naturale: il freschissimo e trasparente succo, dal gusto dolce e delicato. Il dr. Martins usa solo le giovani noci di cocco verdi per offrire una bevanda deliziosa, proposta al naturale nel pratico bricchetto richiudibile.

preparati per burger, falafel e polpette I Preparati per burger, falafel e polpette permettono di portare in tavola dei gustosi secondi piatti, vegetali al 100%. Lupino e spezie, lenticchie e semi misti, ceci ed erbe aromatiche: ricette semplici, pronte in pochi minuti, da servire con tanti diversi contorni, secondo i propri gusti.

ECOR

fette biscottate semintegrali Le fette biscottate si chiamano così perché vengono cotte due volte. Semplici e fragranti, spalmate con un velo di confettura o miele, sono l’ingrediente perfetto per una colazione classica, ma intramontabile, perché ricca di gusto.

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dall’orto con amore

melanzana, pomodoro e peperone Un trio di ortaggi protagonisti della nostra estate. Appartenenti alla famiglia delle Solanaceae, sono colorati, carnosi, ma soprattutto buoni. Scopriamo insieme le loro proprietà, origini e usi in cucina. La melanzana Regina della parmigiana e della caponata, in estate la melanzana fa la sua comparsa negli orti e sulle nostre tavole. Originaria dell’India, dove esiste sin dall’antichità e veniva consumata in salamoia e arricchita da spezie piccanti, arrivò nell’area del Mediterraneo solo nel VII secolo grazie agli Arabi. Ecco spiegato il motivo per cui non possiede un nome latino o greco. Gli Arabi chiamavano la melanzana “badingian”; in Italia a questa parola venne aggiunto il suffisso “mela” (a indicare il frutto per 10

antonomasia), dando così origine al nome melo-badingian, divenuto nel tempo “melangian”. Un’altra possibile derivazione, secondo alcuni, è da “malum insanum”, ovvero frutto non sano, a sottolineare la sua commestibilità solo in seguito alla cottura. Pianta erbacea con fiori bianchi o viola, i suoi frutti sono carnosi, di forma allungata o rotonda, di colore violaceonero. Ne esistono diverse varietà, che si distinguono per forma, colore e caratteristiche di fusto e foglia. Per la coltivazione necessita di climi abbastanza caldi, non umidi, su terreni fertili in grado di drenare bene l’acqua in eccesso. La melanzana, con il suo gusto leggermente pungente e amarognolo, si presta bene a essere usata in cucina per svariate ricette. Quando si acquista è consigliabile

controllare che la buccia si liscia, soda e lucida e che il picciolo sia ancora attaccato e privo di parti secche, di un bel colore verde. Un piccolo trucco per smorzare la tipica nota amarognola è quello di tagliarla a fette e cospargerle di sale grosso, lasciando che rilascino il loro liquido, procedendo in seguito alla cottura. Il pomodoro Se la melanzana è “regina”, il pomodoro può essere considerato a buon titolo il re dell’estate. Il rosso della sua polpa è un tipico simbolo della cucina italiana e, più in generale, di quella mediterranea. La sua area d’origine è però il Sudamerica, dov’era diffuso tra gli Aztechi (che lo chiamavano xitomatl, da cui l’inglese tomato) prima dell’arrivo dei conquistadores.


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la ricetta dell’orto

pomodori ripieni di riso integrale

Difficoltà: facile Tempi di preparazione: 35 minuti Tempi di cottura: 35-40 minuti Ingredienti per 4 persone • 8 pomodori ramati • 200 g riso ribe lungo integrale • 1 melanzana • 150 g ceci già cotti • 3 peperoni piccoli (rosso, giallo, verde) • 1 scalogno • 1 rametto di basilico • pepe q.b. • olio extravergine d’oliva q.b.

foto di Benedetta Marchi

Procedimento: 1. Fate cuocere il riso in acqua bollente per 35-40 minuti e scolatelo sotto acqua corrente.

Sembra sia stato proprio Hernán Cortés a portarlo in Europa nella metà del Cinquecento. Ci sono diverse versioni sull’etimologia del nome, una di queste è che i primi pomodori fossero di piccole dimensioni e non fossero caratterizzati dal colore rosso con cui li conosciamo, bensì da una buccia gialla che, colpita dai raggi del sole, sembrava splendere come oro, da qui potrebbe derivare il nome “pomodoro”. Nonostante il buon sapore, in Europa questo ortaggio fino al Settecento fu usato solo a scopo ornamentale, per abbellire le tavole imbandite. Pianta che ama le zone assolate, del suo frutto (composto prevalentemente da acqua) esistono diverse varietà per forma e colore. L’industria del pomodoro è nata nella metà dell’Ottocento, nelle campagne di Parma. Saporito e succoso da mangiare crudo, tagliato a fettine in insalata, o sulle bruschette con l’aglio, è anche molto apprezzato come conserva cui abbinare qualche fogliolina di basilico, per un’accoppiata che è quasi un’istituzione della nostra cucina. Il peperone Arrivato sino a noi dal Sudamerica, il peperone fa parte del genere Capiscum annum. Il nome latino Capiscum ha un’etimologia incerta; può derivare da “capsa” che letteralmente significa “scatola”, riferito forse al suo aspetto di bacca cava che contiene i semi, o alla forma quadran-

2. Nel frattempo fate soffriggere lo scalogno tagliato finemente con alcune foglie di basilico. Unite le verdure lavate, mondate e tagliate a tocchetti, e un po’ d’acqua per facilitare la cottura e renderle digeribile. Unite i ceci scolati e sciacquati sotto acqua corrente.

golare di alcune varietà. Sembra però possa anche derivare dal greco “kapto” col significato di “mordere”, per la sensazione che si prova sulla lingua una volta che si sprigiona il piccante del peperoncino. Conosciuto inizialmente come “pepe del Brasile”, fu scoperto da Cristoforo Colombo e giunse in Spagna nel 1500 circa, da dove si diffuse anche nel nostro Paese. Nelle zone caratterizzate da clima mediterraneo è una pianta di tipo annuale, mentre in presenza di climi caldi è di carattere perenne. Predilige un terreno soffice e permeabile e una posizione prevalentemente soleggiata. Esistono numerose cultivar che si differenziano per le caratteristiche del frutto, che può essere dolce o piccante, per la forma e il colore. Sodo e carnoso, si può consumare e cucinare in molti modi: il consumo ideale sarebbe a crudo, ma si può conservare anche sott’olio o sottaceto, cuocere al forno, alla griglia o ripieno… insomma via libera alla fantasia! Per alcuni soggetti può risultare di difficile digestione a causa della capsicina, sostanza presente maggiormente nella buccia; togliendola, si può facilmente evitare questo inconveniente. Un piccolo stratagemma per privarlo della pelle in modo pratico, è tagliarlo e scaldarlo sulla piastra riponendolo poi per qualche minuto in un sacchetto di carta. La buccia poi si sfilerà in modo sorprendentemente facile e veloce.

3. Lavate i pomodori, tagliate la parte superiore e svuotateli dalla polpa interna. Tagliate la polpa a tocchetti e unitela alle verdure in padella. 4. Quando le verdure saranno cotte, unite il riso e mescolate. Spegnete la fiamma e con l’aiuto di un cucchiaio riempite i pomodori con il riso preparato. 5. Guarnite con pepe e foglie di basilico. 6. Se gradite potete ripassare in forno a 180° i pomodori ripieni, oppure, invece di riempirli, farli a tocchetti, unirli alle verdure in padella e servire il tutto come un’insalata di riso calda.

ecor.it/leterrediec

Aziende agricole Perina Daniele e Olivieri Stefano A Buttapietra, nella campagna di Verona, si estendono gli 11 ettari dell’azienda agricola che Daniele Perina ha iniziato a convertire al biologico nel 1991. Da qualche tempo sono state adottate anche alcune tecniche tipiche della biodinamica: “Abbiamo riscontrato molti punti positivi, come un incremento dei sapori, ma anche i terreni e le piante stanno meglio”, dice Daniele. Restiamo nel veronese, ma ci spostiamo a Nogara, dove incontriamo Stefano Olivieri, titolare di un’azienda che si estende per circa 8,5 ettari. Nata nel 1991 a indirizzo ortofrutticolo, in seguito si è specializzata nella coltivazione di ortaggi. Quello che non è mai cambiato nel corso degli anni è la vocazione al biologico “Perché credo sia il futuro”, afferma Stefano. Da qualche anno si praticano anche tecniche biodinamiche per migliorare la fertilità del terreno. ecor.it/leterrediecor #leterrediecor

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le vostre domande...

zuccheri e kombucha Avrei bisogno di un chiarimento: qual è la differenza tra zucchero integrale e zucchero grezzo? Elisa (VR) Tra zucchero integrale e zucchero grezzo c’è una notevole differenza anche se molti la ignorano e considerano le due denominazioni intercambiabili. Lo zucchero integrale è succo di canna da zucchero la cui acqua è stata quasi tutta fatta evaporare; del succo presenta tutte le componenti, compresa la melassa e i granelli, che hanno una struttura amorfa. Lo zucchero grezzo, invece, deriva dalla parziale raffinazione del primo, ed è composto da saccarosio cristallizzato con un piccolo residuo di melassa; i granelli hanno struttura cristallina. La melassa, che costitui-

sce circa un terzo del succo di canna, viene qui estratta, per esser fatta fermentare per produrre il rhum oppure per essere aggiunta ai mangimi. Confrontare i due prodotti è come confrontare il vetro (che ha struttura amorfa) con il cristallo (che ha struttura… cristallina). Nello zucchero grezzo il cristallo è saccarosio puro e la poca melassa contenuta è sulla superficie. Il colore più o meno scuro di diversi zuccheri grezzi dipende dalla quantità di melassa residua. In conclusione, se il sapore intenso e il profumo dello zucchero non interferiscono negativamente sulla ricetta, è di gran lunga preferibile usare zucchero integrale come il Mascobado e il Dulcita. Rispetto a quello di barbabietola, lo zucchero di canna bio offre il vantaggio che la coltivazione da cui deriva

non ha creato inquinamento ambientale e che il suo processo produttivo non necessita degli stessi trattamenti chimici di quello di barbabietola.

Ho visto in negozio il kombucha: ma di cosa si tratta? Ne ho sentito molto parlare. Anna (BO) Si tratta di un’antica bevanda conosciuta in Cina sin dal 250 a.C. e arrivata a noi nel Novecento attraverso la Russia. È il frutto di due fermentazioni, operate in modo sinergico da un mix di lieviti e batteri. Come nella pasta madre si parla di una coltura simbiotica di batteri (conosciuta nel mondo anglosassone come “scoby”) e lieviti (la cosiddetta “madre”) che, aggiunta al substrato, rende possibile le due fermentazioni. Grazie alla sua naturale frizzantezza, è indicato come bevanda da gustare fredda nel periodo estivo.

lo sai che… Puoi mitigare l’amarognolo della melanzana mettendola sotto sale? Dopo averla lavata, disponila a fette in uno scolapasta con del sale grosso. Quindi, risciacquala, asciugala e usala per le tue ricette.

I subito pronti Ecor Gustare cereali e legumi biologici non è mai stato così semplice e veloce: avena integrale, soia gialla, grano duro integrale, orzo, farro integrale e riso thaibonnet integrale, per completare i piatti con un tocco di brio.

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La cura dell’orto e del giardino biodinamico PAOLO PISTIS Fondazione Le madri

L’orto e il giardino come energie vitali e terapeutiche, per riallacciare un dialogo e uno scambio positivo con la

natura. In questo libro Paolo Pistis, agricoltore e tecnico esperto in biodinamica, racconta come dar vita al nostro pezzo di terra, senza utilizzare veleni, nel pieno rispetto della nostra salute e di quella della Terra. “Spesso intrattenendosi nel giardino o lavorando nell’orto si intuisce il valore delle cose vive e salutari; ci si accorge sempre piĂš che il nostro destino, la nostra salute, il nostro benessere sono molto legati alla vita della terra e a ciò che mangiamoâ€? scrive. Un manuale, corredato da immagini e splendide fotografie, che porta nuove riflessioni e informazioni pratiche utili per lavorare la terra in modo biodinamico, in armonia con le piante e l’ambiente.

Coltivare con l’agricoltura biodinamica PAOLO PISTIS Fondazione Le madri

Un libro per tutti, scritto in modo chiaro e semplice per avvicinare il lettore a un nuovo modo di osservare

le piante. Non un testo di botanica classica, quindi, ma un percorso conoscitivo della natura attraverso la crescita della propria consapevolezza e sensibilitĂ interiore. Un aiuto per chi coltiva o vorrebbe iniziare a coltivare in modo naturale, perchĂŠ ciò che poi arriverĂ in tavola dev’essere sano, genuino ed etico. Per ottenere questo risultato, anche il nostro modo di pensare, sentire e volere si deve trasformare in un sano strumento di lavoro quotidiano. Attraverso una descrizione pratica e fotografica nella sua applicazione concreta, ogni nozione esposta porterĂ a una conoscenza utile per coltivare in modo biodinamico nella propria realtĂ . Li puoi trovare in libreria

Dal cuore verde della Baviera FĂš ĂƒšĹ”Ä„ ĹžšōÄ„ øXŠŚĽ\ï•

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oggi leggiamo...


azienda del mese

Machandel

Machandel, la natura in vetro All’origine di tutto c’è una bacca di ginepro: è a essa che Machandel, azienda olandese che produce e trasforma ortaggi (confezionati rigorosamente in vetro), deve il suo nome nel dialetto frisone, parlato nel nord dell’Olanda. Era il 1978 quando Piet Glasbeek, il fondatore, piantò dei cavoli cappucci in una fattoria di Haulerwij accudendoli senza pesticidi e sperimentando il metodo biodinamico perché “con il cibo e con l’ambiente non si scherza”. Il raccolto dà buoni frutti, ma cosa fare con tutti questi cappucci? Decide di trasformarlo in crauti, aggiungendo delle bacche di ginepro secondo l’antica ricetta della nonna. Confezionati in barattoli di legno, nel capannone dietro casa, riscossero grandissimo successo… E fu così che Piet trovò il suo mestiere.

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Una continua espansione I crauti non bastano e Piet si mette subito alla ricerca di altri contadini biodinamici che possano fornirgli anche fagioli, piselli, mais e altri ortaggi. Nascono così collaborazioni che proseguono ancora oggi che i contenitori in legno sono stati sostituiti dai vasi di vetro e il capannone dietro casa è stato rimpiazzato, da uno stabilimento situato altrove. Intanto Bonnie, la moglie di Piet, entra in contatto con negozi di alimenti naturali e clienti da tutto il mondo, dando all’azienda un respiro sempre più internazionale e preparandola alla fortuna che avrebbe vissuto nei decenni successivi. Nel 2000, Machandel torna nella città natale dov’è stato costruito un nuovo capannone (poi ulteriormente espanso per far fronte alle esigenze produttive). Relazioni che durano nel tempo Fin dai primi anni di attività, Machandel ha costruito una rete con gli agricoltori biodinamici fornitori di materie prime. Li segue fin dal campo, con un programma di semine e con un affiancamento continuo lungo tutto il ciclo produttivo, garantendo l’acquisto del raccolto che avviene al momento ideale di maturazione, 14

i prodotti del mese

indispensabili in dispensa, versatili in cucina

Verdure in vetro che non devono mai mancare in dispensa. Già pronte per tanti utilizzi diversi: dalle insalate ai contorni, dai primi ai secondi piatti, passando per antipasti e aperitivi. Per preparare colorate ricette che profumano di natura. Crauti È alla loro ricetta che Machandel deve il proprio nome. Sono preparati con cavolo bianco coltivato in Olanda da agricoltori biologici che hanno alle spalle oltre 30 anni di esperienza. La modalità di fermentazione con bacche di ginepro conferisce loro un gusto unico e autentico.

Cetrioli I cetriolini crescono sui rami. È sempre una sfida trovare agricoltori disposti a investire nella loro coltivazione, che è laboriosa e soggetta a rischi produttivi, senza garanzia di un raccolto di buona quantità. Investire in relazioni durature con i contadini è di cruciale importanza. Sono loro, in fin dei conti, a mettere Machandel nella condizione di offrire ogni anno questi deliziosi cetriolini Ceci Per offrire i ceci ai suoi clienti, Machandel lavora felicemente con appassionati agricoltori biologici siciliani. Nella produzione si fa ricor-

so a fonti di energia naturale. Al sole che caratterizza le terre sicule, si deve anche il sapore ricco e delizioso del prodotto. Mais Il raccolto di mais è molto sensibile agli agenti atmosferici. La luce solare, in particolare, svolge un ruolo importante nella crescita delle pannocchie. Al fine di garantire una qualità del prodotto costante e omogenea anno dopo anno, Machandel concorda con gli agricoltori le varietà da seminare, così da potervi far gustare il sapore naturalmente dolce del mais in tutte le stagioni.


per portare in vetro il sapore pieno delle verdure. In agricoltura ogni decisione finale spetta alla natura: a volte si avrà un risultato eccellente, altre volte sarà deludente. Machandel resta comunque accanto ai “suoi” agricoltori, offrendo loro prezzi che garantiscano il loro sviluppo.

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L’impegno per l’ambiente e per le persone Machandel è impegnato anche in termini di sostenibilità ambientale: produce in proprio l’energia di cui ha bisogno e ricicla l’acqua impiegata nei processi produttivi. Per un futuro tutto biodinamico Per il futuro, Machandel sogna una produzione completamente biodinamica: la certificazione Demeter garantisce qualità, salute e dedizione al nostro ambiente. Al momento però, la produzione si basa su ingredienti biodinamici, integrati con ingredienti biologici in base alle necessità, così da garantire sempre al cliente la completezza del catalogo. In etichetta, indica con chiarezza l’origine delle materie prime, sempre provenienti da agricoltori con i quali ha instaurato relazioni di lungo corso. Machandel si pone gli stessi interrogativi dei consumatori (“Da dove viene il mio cibo? Qual è il suo impatto sull’ambiente?”) e risponde con la trasparenza e la tracciabilità totale del processo produttivo. Per preservare il gusto naturale dei suoi ortaggi ha scelto di conservarli

in vetro, aggiungendo solo acqua e sale marino (per qualche particolare prodotto anche spezie ed erbe aromatiche). Responsabilità “Con il cibo, è tutta una questione di trasparenza e responsabilità. Chiarezza sull’origine e sulla produzione. Prezzi equi per gli agricoltori con cui lavoriamo. E responsabilità nei confronti dei consumatori e delle persone che lavorano per noi”. Questi i valori dell’azienda ben espressi da Piet che oggi lavora con i figli Eliza e Jasja, che sono il futuro di Machandel. Chiunque sia il Glasbeek al “comando” i valori di Machandel resteranno saldi e immutati.

MACHANDEL B.V. Turfsteker 6 8433 HT Haulerwijk (NL) www.machandel.com

Lavoriamo con materie prime di alta qualità, da agricoltura biologica o biodinamica. Siamo infatti fermamente GSRZMRXM GLI GM½ ETTSVXM FIRIǻGM EPPE REXYVE I GM GSRWIRXE HM SǺVMVI TVSHSXXM dal gusto autentico, sempre pronti in dispensa. Machandel è un 'impresa a conduzione familiare che si occupa della lavorazione professionale di conserve.

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approfondimento

il lombrico

prezioso alleato dell’agricoltore!

Già in passato si rifletteva sul ruolo dei lombrichi nella fertilità del suolo. Il naturalista Charles Darwin concluse che “… molto tempo prima che (l’aratro) esistesse, la terra era comunque regolarmente arata e continua a essere arata dai vermi. Dubito che altre creature animali abbiano giocato un ruolo così importante, come quello che hanno giocato queste umili e organizzate creature”. Rudolf Steiner, fondatore dell’agricoltura biodinamica, li definì “regolatori della vitalità terrestre” e disse che era necessario studiare le loro relazioni con il suolo perché “… il (loro) prosperare nel sottosuolo si risolve a favore della vegetazione e attraverso di essa, anche a favore degli animali”. Oggi i lombrichi sono definiti ingegneri del suolo, perché ne migliorano le proprietà chimico-fisiche con le loro funzioni

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vitali, influenzando, ad esempio, la struttura e l’aerazione, il drenaggio dell’acqua, l’incorporazione dei residui vegetali, la decomposizione della sostanza organica, il ciclo dei nutrienti, attivando i microorganismi. Sono, inoltre, fra i maggiori produttori di humus, la vera assicurazione per un’agricoltura sana e sostenibile nel tempo. I lombrichi non sono tutti uguali. Ne esistono diverse categorie ecologiche, ognuna con un preciso ruolo. Ci sono, tra gli altri, i profondi scavatori, di considerevoli dimensioni, che scavano gallerie permanenti in grado di portare vita fino a qualche metro di profondità e gli endogei, caratterizzati da una pigmentazione molto chiara, che abitano le prime decine di centimetri e scavano gallerie prevalentemente orizzontali.

Sono talmente importanti che è stato coniato un termine, drilosfera, per descrivere la porzione di suolo influenzata dalle loro attività. Con queste premesse, il laboratorio VitaLab di EcorNaturaSì ha deciso di includere, unitamente alla cromatografia circolare, il monitoraggio dei lombrichi come parametro di misura della fertilità e vitalità dei suoli nella realizzazione di un progetto di ricerca che coinvolge alcune aziende appartenenti a Le Terre di Ecor

Darwin, C. 1881. The Formation of vegetable mould through the action of worms. John Murray, London. Steiner, R. 1924. Impulsi scientifico-spirituali per il progresso dell’Agricoltura. Ciclo di conferenze. Ed. Antroposofica, Milano.


consigli per la spesa BUSTAFFA

BERCHTESGADENER L AND

stracchino con fermenti dello yogurt

latte fermentato intero naturale senza lattosio (lattosio < 0,1%)

I prodotti Bustaffa nascono dall’incontro di tradizione e innovazione. Come questo stracchino arricchito con i fermenti dello yogurt, una vera delizia da spalmare sul pane, ottimo da solo oppure in abbinamento a salumi o a verdure grigliate.

Delicato e dalla consistenza cremosa, è senza lattosio (lattosio < 0,1%) ed è quindi indicato per i consumatori che devono evitarlo, ma anche per tutti quelli che vogliono limitarne l’assunzione.

ANTICHI CONTADINI

uova Le galline sono allevate all’aperto e in libertà, hanno la possibilità di scegliere per la propria alimentazione fra ampi prati di erba medica e piante officinali. La sera invece trovano riparo nelle loro cascine, cullate dalla musica classica in sottofondo.

PIÙ BENE

PIÙ BENE

robiola senza lattosio (lattosio < 0,1%)

piadine sfogliate

Un morbido formaggio spalmabile preparato con latte delattosato, dunque indicato anche per chi è intollerante al lattosio. Grazie al suo gusto delicato e alla sua consistenza cremosa, è perfetto con del pane fresco integrale o dei grissini croccanti.

A basso contenuto di grassi saturi, senza olio di palma e senza lievito, sono proposte nelle varianti: farro semintegrale, farina di grano tenero tipo 2 e grano khorasan KAMUT®. Perfette da farcire, sono l’ideale in questi mesi estivi, per preparare un pranzo veloce.

ANTICO PODERE BERNARDI

yogurt interi La freschezza del limone incontra la dolcezza delle bacche di goji in uno yogurt intero dal gusto speciale. Per i più golosi, invece, lo yogurt cocco e mandorle combina il tocco esotico del cocco a quello mediterraneo della mandorla in un’esplosione di sapori.

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consigli per la spesa ACHILLEA

GAUTSCHI

succo mio pompelmo

salsa tonnata Cremosa e saporita, è ideale per preparare sandwich e tramezzini, ma è perfetta anche per i vostri aperitivi all’aperto: spalmatela su un pomodorino tagliato a metà, aggiungendo qualche cappero e dell’erba cipollina. Et voilà!

Il pompelmo, agrume contraddistinto da un gusto piacevolmente amaro e, inconfondibile, si trasforma in succo al quale viene aggiunto succo di mela. Ne risulta una bevanda piacevole, perfetta a colazione, ma anche da bere fresca nel corso della giornata.

ARRIGONI

taleggio DOP porzionato Il Taleggio è un formaggio a pasta morbida dalle origini antiche. Ha una crosta sottile, morbida e rosata, pasta fondente, consistente nel sotto crosta e friabile al centro. Il suo sapore è burroso e dolce. La sua aromaticità si accentua con la stagionatura.

LEIL A

R ACHELLI

preparato per pane e pizza senza glutine

sorbetti in coppetta

Vi permetterà di preparare a casa vostra pane fragrante e profumato e deliziose pizze e focacce senza glutine. È l’ideale per chi non vuole rinunciare alle cose buone fatte in casa, ma ha poco tempo: siete pronti per mettere le mani in pasta?

RIEDENBURGER

birra Helles chiara Preparata con acqua, malto d’orzo, luppolo e lievito, è una Helles non filtrata, dal corpo leggero, con un caratteristico aroma di lievito e note floreali. Ideale come aperitivo o da sorseggiare tra amici, si consiglia di servirla a una temperatura di 8 °C.

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Freschi e… fruttati, i sorbetti in coppetta Rachelli sono disponibili in tanti gusti: fragola, lampone, limone e mango. Indicati a merenda, sono perfetti anche come rinfrescante fine pasto, da servire dopo pranzi e cene tra amici.


stili di vita

quando la scrittura sostiene la cura Può la Scrittura avvicinarci alla cura di noi? È possibile, attraverso le parole, trovare nuovi significati a esperienze che pensavamo intrappolate tra le virgolette del «mai più!»? Si può giocare scrivendo «a rendere possibili le cose impossibili»? Sono tante le domande che negli anni, dallo sviluppo del progetto di “Scrittura e Cura” a oggi, hanno attraversato le ricerche e i gruppi condotti con persone che vivono uno stato di disagio, studenti, persone interessate alla ricerca di sé, professionisti di area sanitaria, genitori e insegnanti. E nuove e attuali sono le risposte che in ambiti diversi ciascuno arriva a dare quando sceglie di prendersi uno spazio, anche piccolo, per fermarsi e lasciare che le emozioni, attraverso l’inchiostro prima e la condivisione poi, si rendano visibili.

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Destinatari Scrittura e Cura è una pratica sviluppata approfondendo l’utilizzo della scrittura come risorsa di cura, sia nell’ambito di percorsi formativi che in contesti terapeutici. È rivolta a persone interessate a conoscersi, oltre che a chi vive un disagio o a chi vuole approfondire le dinamiche personali e relazionali inerenti la propria professione. La seduta individuale e la seduta di gruppo sono spazi in cui, a partire da stimoli differenti, le persone sono accompagnate a scrivere di sé.

La Cura Cura è una parola dai numerosi significati e dalla doppia direzione: implica un dare e un ricevere. Sovente, quanto più siamo disposti a dare, tanto più abbiamo l’opportunità di ricevere. Scrivendo nella Cura viviamo l’incontro, con noi e con chi, successivamente, ci ascolta. Scrivendo

nella Cura viviamo la scoperta dei racconti che prendono, a volte, forme inaspettate e interessanti su nuove prospettive.

Origini La scelta di avvicinare la Scrittura alla Cura origina da numerose ricerche che attestano l’effetto terapeutico della scrittura sul versante psicocorporeo. Più studi scientifici dimostrano quanto l’inibizione a parlare di eventi emotivi importanti sia un rischio per la salute. (James W. Pennebaker, Scrivi cosa ti dice il cuore, Erickson, 2004). La Scrittura e le parole, in molti casi, ci permettono un ritorno alle origini. Accade, così, di fare posto all’immaginazione e alla creatività, che entrano corposamente in gioco affiancando le persone, in movimento, verso la Cura della propria interiorità. La creatività è legata alla capacità di mettersi in gioco, a un pensiero divergente, a “quell’abracadabra che fa essere ciò che non è”, per dirla con il noto semiologo Stefano Bartezzaghi.

Come si fa La struttura si distingue in percorsi individuali e tipologie differenti di percorsi di gruppo. Il percorso individuale prevede sedute di un’ora e un quarto o un’ora e mezza, ogni due settimane. I percorsi di gruppo possono essere di tipo seminariale o svilupparsi secondo un calendario che prevede quattro o più incontri ogni due o tre settimane, di due o tre ore, in funzione della grandezza del gruppo. Il seminario (esperienziale) consiste in una o due giornate di workshop a tema.

Cosa si fa A partire da stimoli visivi, uditivi, tattili o olfattivi, si esplorano le risorse che le persone esprimono, gli elementi sani, i punti

di forza che emergono nelle narrazioni di chi scrive o parla di sé. Si sperimenta, ci si esprime, ci si ascolta. Si lascia un segno, che, anche se leggero o contenuto, resta comunque un movimento di apertura.

Esperienze La signora G è arrivata in studio con il bisogno di migliorare la sua autostima. Nel suo percorso di Scrittura e Cura ha iniziato a descrivere il suo vissuto e, da una seduta all’altra, ha potuto entrare in contatto con il limite che da tempo la disturbava. Lavorandoci è arrivata, mesi fa, a condividere la scoperta di risorse che, solo un anno prima, erano al di fuori della sua consapevolezza e che, finalmente, si sentiva di volere e potere utilizzare. Il signor F al principio del percorso portava il peso del senso di colpa, accumulato negli anni intorno a un “non detto”, circolante nella famiglia d’origine. La possibilità di fermare sulla carta, parole da tempo soffocate in un corpo bloccato dalla rigidità di un segreto, di cui, finalmente, gli è stato possibile scrivere e dire, ha modificato il suo quotidiano in maniera radicale. La leggerezza che ne è conseguita sul versante emotivo era visibilmente accompagnata dal successo che ha iniziato, da lì in poi, a riportare nell’attività sportiva praticata da anni a livello agonistico.

I laboratori I profumi e la memoria è uno spazio dove si sperimentano essenze e profumi che, da una seduta all’altra, possono essere il punto di partenza per scoprire i mondi che ciascuno ha custoditi dentro di sé. L’animale che mi accompagna esplora gli intensi rapporti che possiamo instaurare con gli animali cui ci sentiamo particolarmente vicini. La danza dell’umore tratta il disagio e la fatica che avvertono alcune persone che vivono frequentemente l’alternanza di stati dell’umore opposti. La memoria dei luoghi esplora il vissuto legato a luoghi speciali per noi, quelli che, per vie inaspettate, il più delle volte conducono alla scoperta dei legami che ci radicano. Sogni e Realtà è uno spazio dove raccogliere i sogni che ci accompagnano, a volte a occhi chiusi, altre a occhi aperti. La domanda che lì si esplora è “Dove finiscono i sogni e dove inizia la realtà?”. In viaggio affronta invece l’universo di quelle persone per le quali viaggiare è fondamentale all’interno del loro progetto di vita. Per ulteriori informazioni è possibile contattare il 331-1024203; o inviare una mail a studio.psicoterapia.pace@gmail.com di Gladys Pace Psicologa – Psicoterapeuta Specialista in Psicologia Clinica 19


notizie dalla Fattoria Di Vaira

Avete imparato a conoscerla sulle pagine del nostro magazine: è la Fattoria Di Vaira, azienda biodinamica situata nel cuore del Molise, una realtà agricola complessa e articolata, fatta di coltivazioni in pieno campo, uliveto, stalla di bovini da latte, caseificio… e anche agriturismo. La fattoria offre un’occasione per conoscere da vicino la vita di un’azienda agricola biodinamica, immersi in una natura incontaminata e godendo di una semplice ospitalità in campagna. Emanuela e la sua grande famiglia “È come essere i padroni di una grande casa con una grande famiglia”, racconta Emanuela che, alla Di Vaira, si occupa proprio dell’ospitalità. “Ci sono i volontari che vengono qui per lavorare i campi, c’è 20

chi abita qui, chi è solo di passaggio... siamo sulla strada per la Puglia e spesso chi va o torna si ferma da noi: facciamo un po’ da locanda di posta”. Maria e la sua cucina Un tempo, l’agriturismo proponeva ricette tradizionali, legate al territorio; ora, invece, ha scelto di dedicarsi esclusivamente a una cucina vegetariana. I prodotti della terra e della stalla, prevalentemente aziendali e sempre biologici, vengono trasformati in buon cibo dalle mani sapienti di Maria con ricette semplici e genuine che raccontano il mondo della Di Vaira. Le buone pratiche della fattoria Un’azienda biodinamica ha tra gli obiettivi la tutela dell’ambiente circostante, e anche

la Di Vaira fa il possibile per ridurre il suo impatto. In quest’ottica ha scelto di dotarsi di un impianto fotovoltaico dal quale ricava l’energia necessaria. Ma anche tutte le piccole pratiche quotidiane sono all’insegna della sostenibilità: per le pulizie vengono utilizzati solo detergenti ecologici, il cambio delle lenzuola viene fatto solo su richiesta, le lampadine sono a risparmio energetico, non viene servita acqua in bottiglia e, ovviamente, si pratica la raccolta differenziata. Non pensavo a tanta bellezza Gli ospiti della fattoria hanno la possibilità di conoscere un territorio bellissimo e poco esplorato. Attorno alla fattoria si dispiega un bellissimo paesaggio agricolo, pieno di serenità e pace; a 15 km di distanza c’è una riserva naturale. Il mare, bellissimo e pulito, mai sovraffollato, è poco lontano, così come poco distante dalla spiaggia di Petacciato, c’è una spiaggia con affioramenti di argilla. Nemmeno nell’entroterra mancano opportunità turistiche di pregio: accanto alla natura, che in questi luoghi ancora si esprime in tutta la sua bellezza, ci sono tanti piccoli paesini, siti archeologici e santuari.

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vacanze in fattoria


la ricetta di Maria

Dare identità e vita a ciò che si acquista Il soggiorno alla Fattoria Di Vaira permette però, soprattutto, di vedere nella terra e nelle facce della gente che la lavora, l’origine del cibo che si mangia: chi è ospite della fattoria in questo periodo, per esempio, vedrà i pomodori che poi saranno sulla sua tavola d’inverno come conserva e conoscerà le vacche che danno il latte utilizzato per il formaggio. “Dare identità e vita a quello che si acquista permette di comprendere l’importanza, la fatica, lo sforzo e la buona volontà che c’è dietro; te lo fa sentire vivo, proprio come dovrebbe essere sentito il cibo biologico. Altrimenti rischiamo di confondere il cibo con la scatola e con il marchio, mentre il cibo è vita”. Per saperne di piu sulla Fattoria Di Vaira visita il sito fattoriadivaira.it e resta aggiornato seguendo la pagina facebook

foto di Benedetta Marchi

Insalata tiepida di quinoa e zucchine Ingredienti (per 4 persone) 200 g quinoa 2/3 zucchine basilico, menta, prezzemolo olio extravergine d’oliva sale e pepe senape miele 2 limoni aceto balsamico Sciacquare bene la quinoa in acqua corrente fredda per farle perdere l’amarognolo, quindi lessarla secondo la ricetta base e scolarla quando è ancora abbastanza al dente. Intanto, tagliare le zucchine a tocchetti non troppo piccoli e cuocerle qualche minuto al vapore in modo che restino abbastanza consistenti. A parte tritare il basilico, il prezzemolo e la menta freschi. Preparare il condimento miscelando olio extravergine d’oliva, abbondante succo di limone, uno spruzzo di aceto balsamico, un pochino di miele e senape in polvere o in crema, sale e pepe appena macinato.

Unire la quinoa ancora tiepida alle erbe tritate e alle zucchine. Quindi, condire con la salsa appena preparata. Decorare con qualche fogliolina di erbe intere e delle scorzette di limone. Servire quindi a temperatura ambiente: il leggero calore residuo esalterà gli aromi di ogni ingrediente.

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i nostri progetti

BIOcycling: un nuovo capitolo dell’happy family Continua il viaggio in Sud America dell’Happy Family, che torna a raccontarci la sua entusiasmante avventura. Carissimi amici, eccoci di nuovo con alcuni aggiornamenti dal Sud America. Dopo 11.500 km di viaggio dei quali 8.500 pedalati da Ushuaia, abbiamo raggiunto Cuzco, la capitale dell’impero Inca, una tappa sognata sin dall’inizio del viaggio. Costruita a forma di puma (simbolo del potere) e principale meta turistica del Perù, è il punto base di tutte le spedizioni verso la città sacra di Machu Picchu. Qui abbiamo trascorso un mese facendo volontariato in una struttura chiamata “Hatun Soncco Huasi”, che in quechua

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significa “Casa dal cuore grande” e che ospita ragazzi provenienti dalle comunità rurali dell’altipiano, permettendo loro di frequentare la scuola secondaria. In questo luogo familiare abbiamo potuto anche collegarci in diretta con la scuola di Revine Lago che continua a seguirci con entusiasmo grazie al progetto “Roadschooling! Scuola di Vita”. Così abbiamo fatto anche con alcune scuole di Roma, grazie alla collaborazione della regista Alessandra Chieli dell’Associazione teatrale Macondo, che ha scritto un’opera per i bambini delle elementari, parlando del valore della multiculturalità trasmesso dal viaggio, del quale Angela e Anna sono protagoniste a distanza. In Perù Costeggiando il lago Titicaca, il più grande

del Sud America e anche il più alto lago navigabile al mondo (3812 m.s.l.m.), siamo entrati in Perù per un nuovo capitolo di BIOcycling. A Puno veniamo ospitati da una famiglia aymara di Taype Quile, una delle 90 isole flottanti della comunità Indigena degli Uros. Per due settimane le nostre bambine frequentano la scuola rurale, anche quella flottante, e con le donne artigiane imparano molto, comprese canzoncine in aymara da cantare ai turisti che visitano l’isola. Quinoa e Kañihua A Puno partecipiamo al “VI congresso mondiale della quinoa e prodotti andini”, visitando anche Cabana, “Culla della quinoa biologica del Perù” e scoprendo la kañiwa, pianta che ci ha davvero colpiti per le straordinarie proprietà nutritive.


Catalogata come “super food” dalla NASA, a nostro avviso, ha anche un sapore assai gradevole.

Zenzero, curcuma e i produttori di Piura Tra qualche giorno riprenderemo il nostro lungo cammino verso nord: a Satipo visiteremo la cooperativa “La campiña” delle Terre di Ecor (Magazine n. 13, 05/06 2017), scoprendo di più sulla produzione di zenzero e curcuma biodinamici. Da lì proseguiremo lungo le tortuose Ande centrali del Perù per raggiungere le cooperative Norandino e ApBosman, fornitori di cacao, caffè, zucchero integrale e banane, colpite nei mesi scorsi da pesanti alluvioni e catastrofi naturali causate dal passaggio del Niño e dei quali vi racconteremo nel prossimo articolo! Con affetto, la Happy family Il viaggio della Happy Family continua: seguila sulla pagina Facebook “Happy Family BIOcycling”.

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Cacao e caffè In questi ultimi mesi abbiamo visitato diversi produttori di cacao e caffè biologico della zona amazzonica sia boliviana che peruviana, alcuni dei quali certificati Fairtrade. Accompagnati prima dai tecnici di AOPEB a Caranavi (la capitale boliviana del caffè) e poi dai dirigenti della cooperativa El Ceibo a Sapecho, ci siamo avvicinati alle tecniche di produzione agroforestale scoprendone l’importante valore per la sicurezza alimentare dei campesinos, che spesso vivono in zone isolate. Nelle piantagioni si trovano legumi, fiori, ortaggi, cereali e alberi da taglio e da frutto, tanto che ci riesce difficile distinguere le lucide foglie di caffè e, una volta in più, ci rendiamo conto dell’alto valore dell’agricoltura biologica nella conservazione della biodiversità e di quanto

importante sia scegliere prodotti coltivati secondo i principi che ne stanno alla base. Trascorriamo una settimana intensa nella comunità indigena di Koribeni, nella selva peruviana, con la famiglia Puma Chambi che coltiva il cacao chuncho, una varietà nativa che rappresenta solo il 10% della produzione mondiale e che si differenzia per le dimensioni ridotte e l’eccellente qualità. Occupandosi delle prime fasi della trasformazione e creando il marchio Puma Real, da qualche anno la famiglia sta lavorando per dare un valore aggregato alle proprie fave, che diversamente finirebbero nel mercato convenzionale pagate sottocosto. Li abbiamo aiutati nella raccolta, vivendo un’esperienza indimenticabile e rendendoci conto dell’enorme sforzo che c’è dietro al processo di produzione. Non abbiamo potuto non pensare all’ottimo cacao spalmabile di Ecor, uno dei piaceri che più ci mancano di casa!

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consigli per la spesa PERL AGE

PIÙ BENE

vino Bianco Spumante e vino Rosè extradry “Perlapp”

crackers semintegrali di farro Croccanti e friabili, sono preparati con farina semintegrale di farro, fonte di fibre, senza olio di palma né lievito. Perfetti come snack da sgranocchiare in ogni momento del giorno, o da portare anche in tavola, al posto del pane.

Entrambi extradry, uno è uno spumante ottenuto da uve Glera e Manzoni; l’altro, un vino rosè ottenuto da uve merlot e sangiovese. Quale preferite per i vostri aperitivi?

LE BIODELIZIE GOLFER A

petto di tacchino al forno preaffettato Buono come tagliato al momento, è l’ideale per panini e piatti freddi. La pratica confezione in rotolino, salva spazio e salva ambiente, permette di utilizzare il 60% di plastica in meno rispetto alla vaschetta tradizionale.

WILD OCEAN

BIONATUR AE

filetti di merluzzo bianco

Maioriso, ketchup e senape

Sono l’ideale per un pasto dal gusto leggero, ma ricco di sapore. Ottenuti da merluzzi pescati nell’Atlantico nord-orientale, vicino alla costa islandese con un metodo di pesca su piccola scala e sostenibile, sono ottimi con un filo d’olio extravergine d’oliva, o con patate e verdure.

CANSIGLIO

caciotta di mucca Una caciotta stagionata 15-20 giorni, con crosta quasi inesistente e una pasta morbida e leggermente occhiata, di color bianco latte, che può avvicinarsi al giallo paglierino durante l’estate e l’autunno, quando le vacche sono al pascolo. Conserva il gusto tipico dei formaggi prodotti in montagna.

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Tre salse proposte nel pratico formato squeeze, che permette di non sprecarne nemmeno una goccia. Maioriso, senza uova e a base di riso, la senape dal sapore deciso e infine il Ketchup, preparato con pomodoro italiano.


approfondimento

l’olio di argan: una storia di donne

cooperativa di donne che collabora con Tighanimine nell’estrazione dei semi. Grazie all’aiuto della cooperazione internazionale, è stato possibile costruire un laboratorio dei più moderni, dove ogni fase della produzione è rigidamente controllata. La spremitura a freddo e le varie filtrature sono procedimenti che permettono di garantire un olio purissimo, di prima qualità, capace di conservare tutte le sue qualità organolettiche. L’olio ha ottenuto la certificazione biologica da Ecocert, e ciò ha significato molto per la cooperativa, ma anche per tutto il territorio coinvolto nella raccolta. Si studiano continuamente nuovi prodotti sia di tipo cosmetico, che alimentare per diversificare le entrate e creare maggiore lavoro. Oggi i prodotti della cooperativa hanno ottenuto anche la certificazione IGP Marocco e Slow Food. Nel 2012 hanno vinto il concorso come migliore iniziativa economica e sociale del Marocco e nel 2013 hanno ottenuto il premio del Bahrein per le donne imprenditrici nei paesi arabi. Grazie al loro lavoro, le donne della cooperativa hanno potuto beneficiare di corsi di alfabetizzazione, di formazione, di servizi di assistenza sanitaria, hanno aperto un conto di risparmio e, soprattutto, hanno percorso un cammino di crescita e dignità, sia all’interno della propria famiglia che nella comunità. Infine con il loro savoir-faire queste donne contribuiscono ogni giorno a preservare l’albero dell’argan, importante simbolo della biodiversità, in quanto specie endemica del Marocco. di Laura Saponaro, Esprit Equo.

messaggio promozionale

A pochi chilometri dalle spiagge di Agadir in Marocco, in una zona collinare brulla e arsa dal sole, si trova Tighanimine El Baz, un piccolo villaggio con poche case in costruzione lungo una strada polverosa e non asfaltata. La sola ricchezza di questa terra arida e pietrosa è l’argan, un albero secolare, basso e dal tronco nodoso, simile a un olivo. Dal suo frutto viene estratto un olio prezioso per le proprietà uniche e per la particolarità della produzione. Il lavoro di estrazione dell’olio di argan in Marocco è tradizionalmente compito delle donne. È un procedimento lungo e faticoso. Dopo la raccolta, una volta selezionati accuratamente i frutti e fatti essiccare al sole, si ricavano i noccioli che vengono spaccati a mano, con l’aiuto di una pietra, per estrarre i semi: ci vuole abilità e destrezza. I semi sono quindi spremuti, ma la resa è molto bassa: sono necessari circa cento chili di frutta e almeno venti ore lavorative per produrre un litro d’olio. Esprit Equo ha scelto di lavorare insieme a Tighanimine, la prima cooperativa di donne che lavora l’argan ad aver aderito a un programma di commercio equo e ad

aver ottenuto la certificazione Fairtrade. “Dal nostro primo incontro è nata subito la voglia di collaborare e crescere insieme” racconta Laura, fondatrice insieme al marito Hassan di Esprit Equo, linea di cosmetici biologici. Da quando alcune donne del villaggio decisero di unire i loro pochi risparmi per comprare un tappeto su cui lavorare (con solo 5 dihram, meno di mezzo euro!), di condividere le loro conoscenze antiche sull’argan e, soprattutto, il coraggio di iniziare una vera e propria attività imprenditoriale, è passato molto tempo. “In una società prettamente patriarcale, come quella delle zone rurali, non è stato facile per molte di loro affrontare gli ostacoli da parte del padre o del marito nel vederle esercitare un’attività al di fuori dell’ambito domestico. Delle 170 donne del villaggio che avevano partecipato a un programma di alfabetizzazione, solo 22 hanno deciso di iniziare quest’avventura” racconta Nadia, la presidente della cooperativa. Malgrado ciò, il loro numero non ha smesso di aumentare e oggi la cooperativa conta 68 socie. Inoltre, nel vicino villaggio, si è formata da poco una nuova

Foto: © Eric de Mildt, Trade for Development Centre, CTB, 2015; Yasmina Bajaj, Esprit Equo, 2016.

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approfondimento

Franco Mussida: dal rock al CPM di Milano… quando la musica è formazione

Chitarrista e fondatore della Premiata Forneria Marconi, leggenda del progressive rock italiano, scultore, presidente del Centro professione musica, divenuto ora università. In questa intervista ci racconta un po’ di sé, con uno sguardo limpido e generoso che si perde lontano, alla continua ricerca di nuovi orizzonti. Nel 1984 ha fondato il Cpm (Centro professione musica), una delle scuole di musica più prestigiose d’Italia, perché questo progetto? L’ho fondato anche grazie a tre amici. Tra questi il presidente della scuola steineriana di via Clericetti a Milano. In quegli anni, chi amava pop, rock, blues, soul o jazz non aveva né scuole né insegnanti. Pochi musicisti rubavano a orecchio ritmi, assoli, accordi, raschiando i vinili e spendendo in puntine per giradischi. Intanto, nel mondo, quella Musica creata da gruppi e strumentisti bravissimi (Beatles, Hendrix, Dylan, Clapton, Keith Emerson, Billy Cobham e, in Italia, gruppi come PFM) si insegnava già in grandi college come la Berklee School di Boston. Invece in Italia non c’era alcun progetto didattico: s’insegnava in casa, nei sottoscala dei negozi di strumenti musicali o nei collettivi sociali. Il Cpm è stato di recente accreditato dal ministero come Università. Cosa rappresenta questo riconoscimento? È un lascito per i ragazzi d’oggi e quelli a venire, di cui siamo fieri. Non solo, e non tanto, perché ci riguarda direttamente: il Cpm è stato determinante per creare nel Paese le condizioni per l’ottenimento di questo risultato. È un lascito, in quanto frutto conclusivo di una visione e dell’impegno di alcune generazioni, di 26

una in particolare: quella degli anni ‘70. Ci sono voluti 33 anni di lavoro duro e quattro anni di anticamera, seduti ad aspettare, prima che il ministro firmasse il decreto. Avevamo presentato la domanda nel 2013. Ma questo è solo l’inizio. Vanno regolarizzate tante professioni che, al momento, non sono riconosciute. Dai tecnici o ingegneri del suono, agli arrangiatori e produttori che creano la colonna sonora del quotidiano. Se n’è parlato anche al convegno del 13 giugno a Palazzo Marino: “Milano al centro delle professioni della Musica”, un’occasione in cui, al fine di creare sinergie, sono stati invitati artisti, istituzioni e operatori. Ha dichiarato che “la musica […] appartiene a quelli che sanno coltivare e concimare in modo davvero biologico il loro territorio emotivo”. Quando ha conosciuto il mondo bio e perché? Si è parlato tanto della sterilità del ‘68 e dei primi anni ‘70. Ma questo riconoscimento, che fa entrare la Musica popolare nel mondo della cultura ufficiale, è un seme piantato in quegli anni. Anni di grandi valori, come la percezione di un ruolo più profondo della Musica, il rispetto per la terra, l’attenzione agli equilibri del pianeta, la diffusione nelle città di un senso religioso arrivato dalla calata in occidente dello spirito d’oriente. Questa era l’aria che si respirava. C’è chi l’ha respirata e basta, chi si è fatto delle domande ed è andato a cercare risposte. Le stesse che cercava mia moglie Loredana, che lavorava nella segreteria dell’associazione per l’agricoltura biodinamica e che ne ha fondato la sezione Lombardia. Poi, era la fine degli anni ‘80, è stato il turno di una cooperativa per consentire agli agricoltori di vendere i loro prodotti… Quando, invece, è avvenuto l’incontro con l’antroposofia ? Nel 1978 fui protagonista di un avvenimento spirituale che racconto nelle prime pagine del libro “Le chiavi nascoste della

Foto di Colin Dutton

“Amore vibrante organizzato”, linguaggio unificatore, ma anche ponte tra il dentro e il fuori di ognuno di noi… Questo, e molto altro, è la musica per Franco Mussida.

Musica” (Skira, 2016) in grado di cambiarmi la vita: come un rabdomante mi aggiravo cercando qualcosa in grado di spiegarlo. Qualche tempo dopo, negli occhi di Patrizia e Roberto, due ragazzi cernuscesi che studiavano medicina, intravvidi un diverso mondo etico. Chiesi loro da dove veniva. Mi consigliarono un libro di Rudof Steiner. Mentre leggevo, mi accorgevo di conoscere già il contenuto di quelle pagine. Non era leggere, era osservare come le parole corrispondessero in gran parte al libro interiore che mi si era aperto attraverso quello speciale avvenimento. Ho imparato a esercitare la filosofia come arte del pensare, a rendermi più consapevole del mondo dei sentimenti, che preferisco chiamare “struttura affettiva”. Detto questo, oggi dovremmo tutti più che mai imparare a esercitare anche l’ecologia dei sentimenti. Uno degli ultimi progetti del Cpm è la radio in store di Naturasì. Che tipo di musica possono ascoltare adesso i clienti all’interno dei punti vendita? Musica prevalentemente fatta a mano, ov-


vero suonata da musicisti e non composta in automatico da software. Musica ricca di contenuti vitali, freschi, divisa per climi: soft relax, con ritmi allegri ed energia positiva, anche strumentale e classica. Canzoni dal mondo in tutte le lingue, non solo in inglese. Tanta anche dall’Africa, una culla formidabile di vitalità che contrasta la decadenza intellettuale occidentale. Canzoni anche in dialetto. Andiamo a cercare brani composti da cantanti e autori che, pur essendo bravi e ispirati, non stanno negli scaffali dell’attualità commerciale delle radio. Le chiamiamo “canzoni spigolate”. Una vera chicca per i negozi Naturasì è il canto degli uccelli, che stupisce e pervade lo spazio ogni due ore: è la natura che bussa… Come presidente di una scuola musicale ha un punto di vista privilegiato sugli aspiranti musicisti; come sono i giovani (artisti) d’oggi? Potrei dividerli in categorie. C’è chi ci prova, giusto per provare. Di solito è affascinato dalla sovrastruttura, da luci, fari eccetera, ma non è disposto a mettersi in gioco intimamente, a verificare se ha davvero quel minimo di talento necessario o se s’illude soltanto di averlo. C’è poi chi ha talento, ma è così presuntuoso da pretendere tutto e subito, pensando di essere già arrivato. Persone che non sanno aspettare, che non coltivano il talento, rimanendo uguali a se stessi, ragazzi che diventano vecchi senza saperlo. Chi ha più speranze è chi ha voglia di crescere, di assimilare esperienza, di mettersi in gioco fino in fondo, con coraggio. Chi non si sente appagato e accetta sfide rimanendo curioso e aperto. Cantanti o cantautori che si sentono il tramite di un pubblico ancora da individuare, e lo sanno. La nostra, come tutte le professioni, vive di confronti, dell’imparare dagli errori. Ma i musicisti sono fortunati: quando sbagliano una nota o stonano, non si fanno male. In ogni caso, se per fare Musica “ci vuole orecchio”, come cantava Jannacci, oggi più che mai ci vuole anche testa, fantasia, occorre crescere musicalmente e tecnicamente, ci vuole coraggio. Oltre alla musica, qual è un altro “cibo per l’anima”? La natura. Le persone e il mondo vibrante che li unisce e ci unisce. Guardando il lungo percorso artistico, cosa direbbe oggi al se stesso dei primi anni di carriera? Ero un ragazzino timido e schivo. Ho imparato da solo a suonare la chitarra per poter cullare la mia malinconia. Sono figlio di dipendenti postali, non c’entravo nulla col mondo in cui allora si faceva Musica con i locali da ballo, la droga, la prostituzione e la malavita che vi imperversava. Nei film muti, durante le risse nei

saloon appariva un cartello “Non sparate sul pianista”. Anche senza risse, mi sentivo rappresentato da quel cartello. Ero lì perché amavo il mio strumento e la Musica che, assieme ai tanti amici di Musica, mi hanno dato il coraggio di vivere fino in fondo una vita che non mi aspettavo. Da ragazzo ho seguito l’istinto, sono stato fortunato e ora mi sento di restituire come posso ciò che mi è stato donato. Chitarrista, compositore, scrittore, scultore e soprattutto “sperimentatore”… Cos’è secondo lei l’arte? L’arte è una strada che unisce ciò che vediamo a un tutto multidimensionale invisibile e indiviso, di cui siamo parte viva e attiva. L’arte è tutto. È natura del pensiero e dei sentimenti. Un tutto reso chiaro da un’energia luminosa che conosciamo benissimo in quanto ci pervade; come ci pervade il grigiore, l’ombra che ostacola la luce. Non a caso la Musica mi sento di definirla: “Amore vibrante organizzato”. Sta portando avanti il Progetto CO2, un laboratorio musicale per i detenuti di alcune carceri italiane. In che modo questo approccio può essere terapeutico per loro? La Musica si vive nel quotidiano, come una simpatica vibrante tappezzeria a fiori che separa, e ripara, molta gente dal muro di un silenzio che fa baccano. Ma l’abbiamo creata per rispecchiare la nostra comune struttura affettiva. Non c’è alcuna differenza tra la nostalgia di un giapponese e quella di un brasiliano, di un inglese o di un italiano… La nostalgia è fatta d’amore, di un amore che manca, è un sentimento universale, come tutti i sentimenti. La Musica li fa risorgere allo stato puro, svincolati dall’esperienza di vita. Parla agli archetipi emotivi, rende attivi gli organi affettivi: quelli più atrofizzati, se raggiunti dalla giusta Musica, si riprendono. In carcere sono quasi

assenti due grandi sentimenti: quello della consolazione - che ostacola il perdono di se stessi per i torti compiuti - e la compassione, la capacità di provare il dolore fatto agli altri. I grandi ostacoli di quei luoghi sono l’odio e il risentimento. Per questo ho chiamato il progetto “CO2”. Vuol dire “Controllare l’odio”. Il 2 stigmatizza la natura velenosa del tutto. Quale sarebbe la colonna sonora di questo momento della sua vita? La Musica africana e tutta quella di natura luminosa suonata con bravura e pienezza di cuore. In “Impressioni di settembre”, uno dei brani più celebri della PFM cantava “sono un uomo in cerca di se stesso…” a che punto si sente in questa ricerca? In realtà la prima parte della ricerca è terminata presto. Posso dire di essermi “trovato” quando avevo 31 anni. Ma ce ne ho messi 40 a individuare le parole adatte a esprimere al meglio ciò che ribolle nella mia anima, a educarmi ad accogliere e selezionare pensieri, scegliendo cosa fosse più opportuno realizzare con energie positive e con l’aiuto di altri. Detto questo, un conto è “trovarsi”, un altro è sentirsi compiuto. Mi sento incompiuto, nonostante viva quotidianamente bagliori di compiutezza che mitigano la nostalgia e l’ignoranza per tutto ciò che non sono e ancora non conosco. Sono bagliori che nascono dall’incontro e dal confronto con le persone che ho intorno e che mi fanno vivere la loro professionalità e la loro bravura. Bagliori di compiutezza offerti dalla vitalità e dai talenti di una comunità di ragazzi tra i 16 e i 21 anni, con i quali vivo dal 1984. Forse è per questo che sento il dovere di ringraziare continuamente. Ringraziare anche voi che state dedicando un po’ del vostro tempo a leggere queste parole. 27


i nostri progetti

Illustrazione di

Marco Trevisan

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natura a righe e a quadretti

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AMBIENTE OSCERNE

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La serie completa dei quadernoni sarà disponibile, nei punti vendita aderenti, dal 17 luglio.

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TA, ORNO, SERO?

zione di

Un viaggio nella natura Con le loro bellissime copertine, illustrate da Marco Trevisan, ci porteranno nell’orto, facendoci scoprire l’importanza di un rapporto immediato con la terra, fin da quando si è bambini e ci insegneranno a conoscere il ritmo della natura, seguendo la stagionalità di frutta e verdura. Osserveremo inoltre il volo delle api, fondamentali per la vita perché, trasportando il polline consentono la riproduzione delle

piante: lo sapevate, infatti, che circa il 70% di tutte le piante del mondo devono la propria esistenza al loro compito insostituibile? Ascolteremo, inoltre, il gracidare delle rane, anfibi (cui è dedicato il sesto quadernone) spesso sottovalutati che sono invece indicatori di cambiamenti climatici: se le sentite cantare, infatti, con ogni probabilità sarete in un luogo ricco di biodiversità. Per un equilibrio perfetto di tutti gli elementi è indispensabile che in natura esistano tante varietà di piante, arbusti ed erbe, ma anche mammiferi, uccelli, insetti, anfibi e rettili di diverse specie. Vi siete mai chiesti come sarebbe il mondo in cui viviamo se esistesse un solo tipo di albero, un solo uccello o un’unica specie d’insetto?

Illustra

Sì, è vero, le scuole sono finite. Ma noi ci prendiamo in anticipo e vi proponiamo anche quest’anno i nostri quadernoni: a righe, a quadretti o pagine bianche. Per accompagnarvi sui banchi, ma anche negli appunti di ogni giorno.

t.it marcotrevi.blogspo

GOMENTO TEMPI TAGIONE CAMBIO E, A!


homemade in cucina

la ricetta la piadina Ingredienti per 10 piadine da 80 g circa 350 g di farina di frumento tipo 2 150 g di farina integrale di farro 50 ml d’olio extravergine d’oliva 250 ml circa d’acqua tiepida 5 g di sale 1 cucchiaino di lievito istantaneo a base di cremortartaro

1. Unite tutti gli ingredienti in una ciotola ampia o sopra una spianatoia, impastate con cura per 5-10 minuti e fate riposare coperto per almeno 20 minuti.

2. Trascorso questo tempo, suddivide-

la piada fai da te Originaria della Romagna, ma conosciuta in tutta Italia. Alla base della piadina sta un impasto davvero semplice, che prevede solo cinque ingredienti comunemente presenti in tutte le cucine e dispense. Amata da piccoli e grandi, è versatile tanto da poter essere farcita con ogni tipo di condimento, arrotolata oppure chiusa a metà, ed è da gustare rigorosamente mangiandola con le mani. La tradizionale e antica ricetta romagnola, che prevedeva l’utilizzo dello strutto, ha lasciato il posto via via a versioni “alleggerite” che lo sostituiscono

con l’olio extravergine di oliva, rendendola adatta anche a vegetariani e vegani. Nella ricetta antica della piadina non è previsto il lievito: si trattava di un impasto molto semplice, cotto a fuoco vivo e immediatamente gustato; a partire dagli anni ‘30-‘40 del secolo scorso, si è cominciato ad aggiungere un pizzico di bicarbonato e poi di lievito istantaneo, per renderla più morbida anche quando si è un po’ raffreddata. Nella realizzazione delle nostre piadine abbiamo scelto di utilizzare una miscela di farina di farro integrale e di frumento semintegrale, per ottenere un sapore rustico e deciso, che si sposa bene con ortaggi crudi e cotti, salse a base di legumi e formaggi freschi dal gusto delicato. Siete liberi di sperimentare con farine di diversi cereali, tenendo conto che potrebbe variare la capacità di assorbimento dell’acqua e anche l’elasticità dell’impasto al momento della stesura. Un consiglio: se avete tempo di impastare e stendere, potete preparare una dose doppia di piadine, tenendole un pochino indietro di cottura e congelandole, in modo da averle pronte in freezer all’occorrenza.

te l’impasto in dieci palline e cominciare a tirare la prima con un matterello, dopo aver infarinato la spianatoia; mantenete le altre palline coperte con un canovaccio perché non si secchino in superficie. Man mano che allargate la pallina d’impasto, giratela di 45 °C in modo da dare una forma il più possibile regolare; alla fine dovrete ottenere un disco dai 18 ai 23 cm di diametro, con uno spessore di 2-5 mm.

3. Cuocete la piadina su di una piastra ben calda, a fuoco vivace: materiali ideali sono terracotta e ghisa, ma andrà bene anche una padella grande di ferro o d’acciaio a fondo spesso. Bucate la piadina con i rebbi della forchetta man mano che cuoce, soprattutto se l’avete tenuta più grossa; rigiratela in senso orario in modo da garantire cottura uniforme, e cuocetela circa 1-2 minuti per lato, a seconda dello spessore.

4. Proseguite spianando e cuocendo allo stesso modo tutte le palline d’impasto, coprendo quelle già cotte con un canovaccio per mantenerle calde fino al momento di servirle.

5. Le piadine così ottenute possono essere mantenute in frigorifero per qualche giorno o congelate, per poi essere scaldate semplicemente in una padella ben calda, qualche minuto per lato.

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riciclo in cucina

pane raffermo e pomodori maturi…

ed è subito frisella e panzanella!

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• 10 fettine di pane • 5 pomodori molto maturi • 80 g pecorino, scamorza o altro formaggio • origano • olio extravergine d’oliva • 10/15 olive taggiasche • foglie di basilico per decorare

GIARDINO BOTANICO DEI BERICI

olive taggiasche

origano

Si distinguono per la buccia morbida, che forma quasi un tutt’uno con la polpa e per il suo piccolo calibro. La raccolta si svolge da novembre a marzo e viene realizzata a mano, utilizzando lunghe pertiche che scuotono le fronde degli alberi.

Erba aromatica tra le più conosciute, l’origano ha un’inconfondibile aroma che dona a ogni piatto un tocco mediterraneo. Questo, già essiccato e pronto da usare, è perfetto da spolverizzare sulla pizza o su un sugo classico a base di pomodoro fresco.

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SANREMO

ingredienti per 10 friselle


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ricetta e foto di Sabrina Scicchitano

Tagliate il pane a fette della stessa dimensione. Lavate i pomodori, se la buccia è tanto rovinata sbucciateli e tagliateli a dadini tenendo anche il succo. Scolate le olive ma non troppo, mettetele in una ciotola con tre cucchiai d’olio e un po’ d’origano. Grattugiate grossolanamente i formaggi. Distribuite il pomodoro con tutto il sugo sulle fette di pane, aggiungete le olive con l’olio e il formaggio grattugiato. Decorate con il basilico. Ed ora gustate questa meraviglia pronta in un attimo e piena di profumi. Con il pane raffermo potete preparare anche quest’altra sfiziosa ricetta dal sapore mediterraneo.

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ECOR

La panzanella a modo mio ingredienti • pane raffermo • 5 pomodori maturi • basilico fresco • 1 cipolla rossa • olio extravergine di oliva • aceto di vino • sale • pepe

Ammollate il pane tagliato a fette grosse in acqua e aceto fino a quando si ammorbidisce. Lavate e tagliate a dadini i pomodori, affettate finemente la cipolla. Strizzate bene il pane con le mani, spezzettatelo e versatelo nella ciotola insieme a pomodori e cipolla. Mescolate e condite con olio, sale, pepe e basilico. Lasciate in frigo almeno un’oretta e 15 minuti a temperatura ambiente prima di gustare questo succulento piatto della cucina contadina.

DEBBENE

olio extravergine d’oliva

formaggio pecorino del centro Sardegna

È ottenuto dall’estrazione a freddo di olive Nocellara, Biancolilla e Cerasuola. Di colore giallo, con riflessi verdi, ha un gusto fruttato medio e un amaro leggero, che lo rende indicato per condire insalate, pesce e carni bianche.

Preparato con latte ovino crudo, ha crosta sottile, di colore giallo paglierino, e pasta avorio con occhiatura piccolissima o assente. Dolce, leggermente acidulo e sapido, sprigiona aromi di frutta matura, erbe e latte.

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i nostri progetti

una bio domenica all’azienda agricola La Decima Quando il bio s’incontra è un’occasione per fare festa tutti insieme, nel rispetto della natura e immersi in essa. È quanto è accaduto domenica 7 maggio alla Decima, azienda agricola di Montecchio Precalcino, in provincia di Vicenza, che ha accolto moltissime persone accorse da diverse parti d’Italia per passare una domenica in campagna e conoscere da vicino le attività che si svolgono all’interno di un’azienda agricola. Alla scoperta dell’azienda e dell’agricoltura biologica A piedi nudi, alla scoperta di siepi e alberi, oppure in sella alla bicicletta, fino alle risorgive del Bacchiglione, la giornata è stata occasione di un incontro autentico con la natura e di scoperta dell’agricoltura biologica attraverso spunti pratici per l’orto offerti dagli esperti, e sulle sementi 32

biodinamiche di cui ha parlato l’agronomo. È stato possibile anche seguire il percorso del latte e partecipare al laboratorio “fai il tuo formaggio”. L’incontro con i produttori L’azienda agricola San Michele, le Cascine Orsine, il centro caseario del Cansiglio sono state solo alcune tra le realtà che hanno fatto degustare i loro prodotti nel corso della giornata, raccontando come nascono e rispondendo a dubbi e curiosità. Un’ospitalità speciale, riservata ai più piccoli Veri protagonisti della giornata sono stati i piccoli ospiti: per loro, infatti, sono state allestite numerose attività, dal teatrino ai laboratori di pittura e di modellaggio, dalla corsa coi sacchi alle attività di gio-

coleria. Ma hanno potuto anche visitare la fattoria in sella all’asinello. L’azienda agricola La Decima L’azienda agricola La Decima è stata nominata dalla Provincia di Vicenza luogo di elezione per studi, approfondimenti e progetti sulla biodiversità, tanto degli animali che delle specie vegetali autoctone. Pio e Nicoletta Lago, già titolari dell’azienda agricola I Bernardi, insieme a EcorNaturaSì e ad altri collaboratori, ne hanno preso in gestione gli oltre 90 ettari, per convertirli al biologico e avviare la fi liera del latte, che oggi vede 40 vacche di razza bruno-alpina. La Decima ospita un agriturismo con 16 posti letto, spazi per conferenze, laboratori, corsi e ospiterà anche una fattoria didattica.


Elena L’agricoltura è alla base della nostra vita e della nostra nutrizione, quindi è importante che ci siano iniziative di questo tipo per sensibilizzare le persone verso le sue forme migliori.

Anna, Silvia, Michela e Laura Lavoriamo nel NaturaSì di Bologna e abbiamo scelto di passare qui la domenica perché crediamo molto in questi eventi. Non ci aspettavamo di vedere così tanta gente: le persone che lavorano qui hanno fatto un ottimo lavoro!

Maria Angela e Lino Conoscevamo La decima solo di passaggio e abbiamo saputo dell’evento grazie al vostro magazine. L’impressione è molto positiva: il contatto con la natura è sempre stupendo e dà tante emozioni.

Silvana con Sabrina e le nipoti Paola e Laura

Giada Un’occasione non solo per le famiglie, ma anche per amici e giovani coppie che vogliono trascorrere del tempo in mezzo alla natura. Mangio biologico e, anche se può sembrare lontano dalla realtà di tutti i giorni, vedo sempre più un ritorno alla terra, specialmente da parte di noi giovani, che dobbiamo essere curiosi verso ciò che non conosciamo.

Amiamo molto queste iniziative e partecipiamo ogni volta che possiamo. Il posto è magnifico, sembra di stare in paradiso. Io sono una patita del biologico e per le mie nipoti preparo pranzi tutti bio. Per le prossime volte? Magari anche un laboratorio musicale…

Francesca e Alessandro con Emma È la prima volta che veniamo: non conoscevamo questa realtà. Anche per Emma è stata una bella occasione per scoprire vitellini, mucche e asinelli.

Bianca e Marco

Elisa e Marco con Carlotta

Passiamo spesso di qua e conoscevamo già l’azienda; è stato bello vederla rivivere, anche grazie agli animali. Oggi, poi, è stupendo scoprirla così animata. Credo che realtà come queste siano importanti, specialmente per i giovani, che hanno bisogno anche di zone verdi in cui trascorrere il tempo.

Non pensavamo di incontrare così tanta gente: è una bella iniziativa, anche per i bimbi come Carlotta. Per loro è importante recuperare un rapporto con la natura e con gli animali, un rapporto che si è un po’ perso con il tempo. Infatti siamo venuti anche e soprattutto per lei. 33


consigli per la spesa MOZZARISELL A

BIOL AB

le fettine

miniveg: salsicce, vegetariane e bastoncini vegani

Nei gusti Cheddar e Basilico, sono preparate con riso integrale germogliato e vengono proposte a fette, in confezione salvafreschezza. Perfette per sandwich e tramezzini, si prestano anche alla gratinatura delle verdure perché si sciolgono perfettamente.

I miniveg sono l’accattivante novità di Biolab: bastoncini vegani, avvolti in una croccante panatura, e salsicce vegetariane, dall’impasto morbido e saporito. Facili e veloci da preparare, sono ideali per accompagnare gli aperitivi o per comporre intriganti buffet.

SOTO

involtini di tofu e spinaci Farciti con un ripieno a base di spinaci in foglie e tofu al naturale, hanno un gusto saporito, reso unico dall’aggiunta del limone e di un mix di spezie. Indicati anche per vegani, si possono cuocere in padella, con un filo d’olio, oppure sulla piastra, per un risultato più croccante.

NATUR ATTIVA

BIO APPETÌ

ministecco di soia arancia e frutti di bosco

cous cous alle verdure

Negli assolati pomeriggi estivi l’ideale è il goloso ministecco di Naturattiva. Questo gelato è il frutto di un incontro sorprendente tra soia e succo d’arancia o frutti di bosco, con un’irresistibile copertura di cioccolato fondente.

Il piatto cosmopolita per eccellenza, simbolo di contaminazione e multiculturalità, proposto già pronto con un ricco abbinamento di verdure. Basta scaldare il contenitore 5 minuti a bagnomaria oppure versare il contenuto in padella, riscaldandolo per 4 minuti.

ECOR

pesto alla genovese Il classico condimento della tradizione genovese, proposto già pronto e senza glutine. È preparato con basilico genovese DOP, parmigiano reggiano DOP e olio extravergine d’oliva italiano. Perfetto con la pasta, ma anche per tartine, crostini e torte salate.

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l’esperto in cucina di Marco Dalboni

lento. Aggiungere i residui dell’estratto, eventualmente un po di succo per renderli un po fluidi e mantecare a fuoco spento. Mettete il preparato in una casseruola, stendendolo fino a uno spessore di 2 centimetri e riponendolo in congelatore per una ventina di minuti. Estraete la casseruola, grattando via il composto congelato per renderlo granuloso. Servite quindi con dei semi misti leggermente tostati, che avrete frullato in precedenza, e con una manciata di uvetta di Corinto, bacche di goji e mirtilli rossi.

e con gli “scarti” che faccio? come utilizzare i residui degli estratti

Sempre più diffusa, la pratica dell’estratto consente di estrarre il meglio da frutta e verdura. Ma cosa fare con gli “scarti”? Li possiamo riciclare, utilizzandoli per la preparazione di gelati e sorbetti. Qui ti proponiamo una ricetta preparata con le pesche, uno dei frutti tipici dell’estate, che può essere poi rivista con altra frutta e verdura di stagione. L’utilizzo di frutta matura ed essiccata permette, inoltre, di evitare l’aggiunta di zucchero o altri dolcificanti.

• una manciata di semi misti Ecor • una manciata di mix uvetta di corinto, • bacche di goji e mirtilli rossi Ecor

Ingredienti • 3 pesche • 2 zucchine • 100 g di mandorle Ecor • zenzero (a piacere)

Per il sorbetto In un pentolino, mettete due cucchiaini da tè di agar agar in polvere, stemperandolo con un frustino in 50 ml di acqua. Lasciate quindi bollire per 3 minuti a fuoco

NOVI

ASSO

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Per l’estratto La sera prima, mettete in ammollo 100 g di mandorle pelate in un bicchiere di acqua naturale. La mattina, prepariamo quindi l’estratto utilizzando pesche, zucchine e mandorle ammollate e, se lo desiderate, una rondella di zenzero, senza buccia, dello spessore di 2 cm.

LUTA

Il primo dessert Avena Naturale senza zucchero o con frutta e muesli

Il tuo nuovo alleato per una colazione tutta vegetale! w.s soj ojad ad a de.itt 35


oggi in cucina con lo chef Martino Beria

Ingredienti (per 4 persone) • 400 g di pane integrale • 2 vasetti di dessert di soia al naturale • 60 g di mais in scatola • 1 avocado • 1 zucchina • 4 cucchiaini di senape rustica • 4-5 ravanelli • 20 g di valerianella • germogli freschi misti • succo di limone q.b. • sale e pepe q.b.

salad cake

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SOJADE

mais dolce lavorato dal fresco

dessert di soia al naturale

Coltivato in Italia, nella zona del piacentino, viene inscatolato con la sola aggiunta di acqua e sale entro poche ore dalla raccolta. Grazie alla lavorazione dal fresco, ha un colore giallo brillante e conserva il gusto del prodotto.

Cremoso e vellutato, grazie al suo gusto delicato, può essere utilizzato a colazione come dessert, aggiungendo muesli o frutta fresca, oppure per la preparazione di tante ricette a cui conferisce una piacevole morbidezza.

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ECOR


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ricetta di Martino Beria. Foto di Arbo Vegan Consulting

Una salad cake può essere la ricetta ideale per la stagione calda sia come piatto unico, sia da proporre come antipasto o come tartina durante un aperitivo estivo. Questa ricetta si può personalizzare in tantissimi modi a seconda degli ingredienti di cui disponete e della vostra fantasia! Il pane sarà la base della salad cake: potete scegliere di preparare da voi del pane integrale in casetta oppure acquistarlo già pronto. Tagliate il pane a fette rettangolari della stessa grandezza e spessore. Tagliate le zucchine con una mandolina, tagliate i ravanelli a fettine sottili e scolate il mais. Preparate la crema di avocado,

DELOUIS

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senape all’antica con semi interi Prodotta da una storica azienda familiare francese sorta nel 1885, è preparata con aceto di mele e semi di senape interi, come da antica ricetta, e si contraddistingue per la sua consistenza granulosa e per il suo gusto intenso e inconfondibile.

pestando l’avocado con qualche goccia di limone e un pizzico di sale, infine incorporate la senape. Colate lo yogurt in un passino a maglia fine, in modo che perda l’acqua in eccesso. Sul primo strato di pane, spalmate la crema di avocado e guarnitelo con i germogli e dei ciuffetti di valerianella. Il secondo strato, farcitelo con yogurt, mais e fettine di ravanelli. Ripetete gli strati e concludete guarnendo la vostra salad cake con dei riccioli di zucchine crude, dei germogli e un pizzico di pepe nero macinato.

Martino Beria Martino Beria è chef e si occupa di divulgazione sulla scienza e la cultura della gastronomia vegan attraverso conferenze, eventi, consulenze e corsi di cucina che tiene in tutt’Italia. Le sue ricette si possono trovare in diverse riviste, nel suo libro Vegano Gourmand o sul sito www.veganogourmand.it La cucina per Martino è la ricerca della giusta armonia tra sapore e ingredienti di qualità, nel rispetto dell’ambiente e di tutti gli esseri che lo abitano.

ECOR

pan bauletto E se non ho il pane fresco? Nessun problema. La salad cake si può preparare anche con del pan bauletto. Come quelli della Rivoluzione del Gusto di Ecor, preparati con grano duro integrale o con farina integrale e farina di tipo 2.

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consigli per viaggi sostenibili

In questo numero, vi portiamo nel cuore dell’Umbria, a Spello, per visitare Le Due Torri, azienda agricola biodinamica, ma anche agriturismo. A guidarci nella sua scoperta, Fabio Ciri che ci racconta l’articolata realtà di cui è titolare. Una tradizione di famiglia Da più di due secoli la mia famiglia tramanda, di padre in figlio, la sua vocazione agricola. Abbiamo avuto in custodia terreni fertili e idee innovative dai nostri avi e il nostro primo desiderio è di consegnarli ai nostri figli in condizioni migliori di quelle in cui li abbiamo ricevuti. Nostro nonno, Dante Ciri, è stato un illuminato imprenditore che agli inizi del 1900 ha saputo creare uno dei primi distretti agro-industriali italiani, intorno 38

alla coltivazione e manifattura del tabacco Virginia Bright e della barbabietola da zucchero. I nostri prodotti sono frutto dell’amore che mettiamo nel nostro lavoro e hanno il sapore della tradizione agricola, un mestiere così antico che, però, sa rinnovarsi nel tempo. Il progetto Le Due Torri Nasce come azienda agricola nel 1992, ed è suddivisa in due corpi aziendali: uno di 100 ettari nella piana di Spello, coltivato a seminativi e vigneto; l’altro, di 50 ettari, che ospitava invece un oliveto e una tartufaia specializzata, lasciando il resto a bosco d’alto fusto. In seguito, nel 1995, si inaugura anche l’agriturismo, che offre ospitalità e ristorazione in due casolari in pietra calcarea rosa.

L’agriturismo L’agriturismo è ubicato all’interno dell’azienda agricola di oltre 150 ettari nel cuore della Valle Umbra, fra i comuni di Spello e Foligno, poco distante dai centri medioevali di Spello, Assisi, Bevagna e Montefalco; è inoltre ben collegato con le città di Foligno e Spoleto. Immerso nella tranquillità della natura, permette di gustare un’ospitalità genuina e confortevole e di godere dei magnifici tesori d’arte e storia di questa bellissima zona del Centro Italia. Si può alloggiare all’interno di due case rurali in pietra del Monte Su-

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Le Due Torri: ospitalità nel cuore dell’Umbria

L’azienda agricola Certificata Demeter, la conversione dell’azienda all’agricoltura biodinamica ha avuto inizio nel 2002, in seguito alla partecipazione ad un convegno a Sabaudia e all’incontro con Marco Serventi, Paolo Pistis e Carlo Noro. A questo primo incontro ne sono seguiti molti altri, mirati alla formazione di tutti coloro che lavorano in azienda. In seguito, ci siamo direttamente fatti promotori di corsi mensili dedicati alla biodinamica che hanno visto la partecipazione di docenti e interessati da tutta Italia, e che ci hanno consentito di attivare numerose collaborazioni con associazioni ed enti locali per la promozione della biodinamica, ma anche delle specificità proprie di questo territorio.


basio, ubicate al centro dell’azienda, a due chilometri l’una dall’altra: Ponte Pazienza e Torre Quadrano. Nella sala comune di Ponte Pazienza, sono a disposizione degli ospiti radio-TV, pianoforte, caminetto, piccola biblioteca con pubblicazioni specializzate, volumi e guide turistiche sull’Umbria, brochure e consigli sulle principali manifestazioni culturali e folkloristiche della zona. La struttura di Torre Quadrano è dotata di una sala ristorante dove gli ospiti possono gustare la prima colazione o usufruire del servizio di mezza pensione, caratterizzato da piatti tipici biologici della cucina locale. Le camere e i mini appartamenti uniscono al comfort della moderna ristrutturazione la semplicità raffinata degli arredi del 1800 e del primo ’900. Nei lavori di restauro delle due abitazioni rurali si è mantenuta intatta la tipologia edilizia originaria. Le murature esterne sono in conci di pietra calcarea dell’Appennino Umbro, di forme e colori diversi a seconda dell’epoca di costruzione. A disposizione degli ospiti ci sono due piscine (una per ciascuna casa), una grande aia, ampi giardini, un laghetto, un parco giochi per i più piccoli, il barbecue, il campo da bocce, i giochi da tavolo, biciclette per passeggiate distensive in campagna e mountain bike per escursioni sul Parco del Monte Subasio e sulle colline circostanti. Per i fine settimana estivi, l’Agriturismo organizza escursioni di mezza giornata o di un’intera giornata con itinerari turistico-culturali guidati, corsi e visite alle attività di produzione e trasformazione dell’azienda, degustazione dei prodotti biologici aziendali e delle specialità gastronomiche umbre.

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MioBio a Terni A febbraio 2016 “Le Due Torri” ha inaugurato “MioBio” Terni: è un locale situato in pieno centro città, dotato di bar, ristorante, gastronomia, scuola di cucina con una selezione di cibi biologici e biodinamici provenienti dall’azienda agricola “Le due Torri”, da EcorNaturaSì e da altri produttori che come noi si prendono cura della terra. Per il futuro, intendiamo promuovere più format distributivi di specialità alimentari in Italia e all’estero, sviluppando la filiera agricola.

Per ulteriori informazioni visita il sito www.leduetorribio.com www.miobioitaly.com

i nostri consigli

Dai capelli alla cura del viso, fino al make up: una selezione di prodotti per la tua bellezza Esprit Equo Olio corpo Argan Idratazione intensa Formulato con olio di argan, e arricchito con olio di jojoba e olio di noci di albicocca, ha un’azione idratante. Gli oli essenziali gli donano una nota fiorita e sensuale e una fine consistenza. Ideale dopo il bagno, si consiglia di applicarlo sulla pelle ancora umida, fino al completo assorbimento del prodotto. Esprit Equo Bio Oro: Olio capelli nutriente e ristrutturante Ristruttura la fibra capillare e nutre il capello, grazie all’azione congiunta di oli preziosi come l’Argan, l’olio di semi di Cactus, il Ricino e il Lino, potenziata dall’azione riparatrice della vitamina F, dandogli un aspetto sano e luminoso. Si consiglia di applicare, su tutta la lunghezza del capello, prima dello shampoo, lasciando poi agire per almeno 15 minuti, prima di procedere con il lavaggio.

Italchile Mascara bio all’olio di rosa mosqueta Un mascara dalla texture cremosa e dalla composizione naturale, formulato con cera d’api, olio di rosa mosqueta, olio di mandorle dolci e burro di karité. Completa la formula l’amido di frumento, amplificando lo spessore e l’azione volumizzante. Le ciglia risulteranno definite, allungate, separate e protette. Bjobj Shampoo capelli secchi e fragili Deterge i capelli senza aggredirli, apportando loro i preziosi elementi nutritivi contenuti nel succo di aloe vera e nel pantenolo: appariranno più forti e corposi. L’olio essenziale di limone, inoltre, contribuisce a renderli lucidi e profumati. Bjobj Maschera capelli sottili e sfibrati Formulata con estratto di avena, olio di jojoba, mandorle dolci, macadamia e pantenolo, che agiscono in sinergia sul capello per restituirgli forza, corposità e lucentezza, si consiglia di applicarla sui capelli asciutti, prima dello shampoo, lasciandola in posa per 10/15 minuti. Pettinare dunque i capelli dalla radice alla punta, quindi risciacquare.

Resta aggiornato seguendo le pagine Facebook @duetorriagriturismo @ miobioitaly 39


consigli per orto e terrazzo di Paolo Pistis

mantenere la vitalità e la freschezza nell’orto Durante l’estate le nostre piante sono più soggette a possibili e rapidi appassimenti, in particolar modo dopo la raccolta, dopo le potature o nel caso in cui vento e sole siano eccessivi. È quindi importante preservare la vitalità e la freschezza dei nostri prodotti partendo dalle buone condizioni del suolo. Ciò è possibile pacciamando il terreno con paglia, erba secca, teli di origine naturale (come juta, lana etc) e foglie. In questo modo il suolo si mantiene umido e aumenta la vitalità delle piante rendendole più resistenti alle avversità e agli appassimenti fogliari. La pacciamatura è

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anche di grande utilità perché permette di risparmiare molta acqua d’irrigazione. Per esempio, nei vasi o nei giardini dove non c’è un impianto irriguo automatico, è possibile pacciamare il suolo con cortecce di pino, con pietra pomice, lapillo vulcanico o utilizzando tessuti naturali. In biodinamica si suddividono i prodotti agricoli in base all’organo edule di cui ci nutriamo: l’insalata è considerata un ortaggio da foglia, il pomodoro da frutto e la carota da radice. Solitamente le piante aromatiche vengono considerate da fiore. Le varie azioni che compiamo nell’orto possono

essere articolate secondo ritmi che favoriscono la radice, la foglia, il fiore o il frutto. Si può preservare la freschezza degli ortaggi, per esempio, raccogliendo quelli da foglia nelle prime ore del mattino, quando ancora sono bagnati di rugiada. L’esperienza agricola mostra che raccogliendo gli ortaggi da frutto (pomodoro, melanzana, zucchina, fagiolo ecc.) o le piante da fiore (rosmarino, melissa ecc.) di mattina, dopo che la rugiada si è asciugata, grosso modo dalle 9 alle 12, i frutti non sono troppo riscaldati dal sole, ma sono freschi, turgidi, ricchi di sapori e si conservano più

a lungo. Gli ortaggi da radice, invece, vanno raccolti nel tardo pomeriggio, dopo le 18: saranno più croccanti, dolci e gustosi. Rispettando i ritmi naturali per la raccolta si mantengono le qualità del cibo fin dall’origine. Sempre seguendo questi ritmi, le irrigazioni nel tardo pomeriggio o serali si sono dimostrate più proficue e durature; in alcuni casi, con caldo eccessivo, si può irrigare anche di notte. Vediamo, in sintesi, cos’è più importante fare: • Pacciamare il suolo per tenerlo fresco e umido • Raccogliere gli ortaggi in base al ritmo mattino-sera • Irrigare di sera • Effettuare potature, lavorazioni del suolo e tagli dell’erba per mantenere la vitalità delle piante e del terreno Può essere di aiuto il calendario biodinamico che trovate on-line su www.paolopistis.it Buon lavoro


consigli per la spesa ALCE NERO

TAIFUN

bevande vegetali

würstel di tofu veggie barbecue

Arricchite con calcio di origine vegetale rappresentano un’alternativa al latte tradizionale. Realizzate con riso, soia e avena solo italiani, sono naturalmente prive di lattosio. Completa la gamma la bevanda a base di Riso Basmati con riso biologico e Fairtrade indiano.

Con tofu affumicato, sono perfetti per le vostre grigliate vegane. Per gustarli al meglio, spennellateli con olio e cuoceteli sui margini del barbecue per evitare che brucino, girandoli spesso fino a raggiungere il grado di doratura desiderato.

BIOL AB

polpettine ripiene di verdure Gustosi bocconcini che racchiudono un delizioso e morbido cuore di verdure. Si portano in tavola in pochi minuti e si accompagnano con facilità a verdure fresche o cotte e a salse leggere. Perfetti come secondo piatto, ma anche come antipasto e sfizioso finger food.

I SUBITO PRONTI

BAULE VOL ANTE

soia gialla Nella gamma dei Subito Pronti ritorna la soia gialla. Rigorosamente di provenienza UE, ottima quando si ha poco tempo perché cuoce in pochi minuti. Da provare al posto della “pastina” in zuppe e minestre, come alternativa al classico risotto, in insalate fredde o come contorno.

fette biscottate Le Spesse Hanno il profumo del pane di una volta, grazie alla lievitazione con sola pasta madre e alle farine utilizzate, di grani antichi o macinate a pietra. Le pratiche monoporzioni ne conservano la croccantezza. Sono ottime anche in versione salata, per preparare tartine o bruschette gustose.

addio sale, alle verdure dell’orto e piccante Due condimenti alternativi al sale per le vostre ricette. Addio sale alle verdure conferisce ai vostri piatti un delicato tocco aromatico; quello piccante, invece, con peperoncino, peperoni, timo, aglio e pepe gli dona invece un carattere più deciso. 41


salute e benessere a cura di Dr. Hauschka

O sole mio!

breve guida all’abbronzatura sicura

“Tintarella di luna” cantava Mina, ma con l’arrivo dell’estate torna invece la voglia di rilassarsi sotto il sole e ottenere una bella tintarella dorata. Il calore, la luce che sfiora la nostra pelle mette di buonumore ed è anche uno dei pochi modi che abbiamo per assumere la preziosa vitamina D. Grazie ai raggi UV, infatti, si attiva il processo che conduce alla conversione della pro-vitamina D nella vitamina D3, sostanza che partecipa al processo di assimilazione del calcio nelle ossa, contribuendo così alla loro mineralizzazione. È ormai risaputo, però, che esiste anche un lato “oscuro” del sole; i suoi raggi possono causare seri danni alla pelle, provocando scottature, eritemi, macchie e un precoce invecchiamento cutaneo.

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UVA e UVB Le radiazioni ultraviolette (UV) emanate dal sole sono classificabili in 3 tipologie: A, B e C. I raggi UVB sono i maggiori responsabili dell’abbronzatura, ma anche degli eritemi e delle scottature. Gran parte dei raggi solari che giungono sulla Terra è UVA, in grado di penetrare e creare danni negli strati più profondi del derma (fotoinvecchiamento). I fototipi Il nostro organismo è in grado di proteggersi attraverso la stimolazione di melanina, pigmento di colore bruno prodotto dai melanociti, responsabile anche del colorito che tanto amiamo. Non siamo però tutti in grado di produrre melanina in breve tempo e, comunque, in quantità tale da fornire una giusta protezione: ciò dipende

dal fototipo di appartenenza. Come riconoscere il proprio? I tipi di pelle possono essere classificati in base ad alcuni fattori: colore della carnagione, dei capelli e degli occhi; predisposizione alla comparsa di eritemi; attitudine all’abbronzatura. In base a queste caratteristiche esistono sei fototipi, ognuno indicato con un numero: tanto più è basso, quanto è maggiore la sensibilità all’esposizione solare. Il fattore di protezione La capacità di un prodotto di filtrare le radiazioni ultraviolette viene indicata come “fattore di protezione”, che possiamo trovare in etichetta con diverse sigle (SPF, IP, ecc...) seguite da un valore numerico che indica la capacità filtrante. Un semplice esempio per interpretare il valore SPF: se esponendosi al sole senza protezione una persona si “scotta” (o meglio, manifesta l’eritema solare) dopo 6 minuti di esposizione, impiegando un prodotto con SPF10, si scotterà dopo 60 minuti. L’SPF10 allunga quindi il tempo di protezione di 10 volte circa. Dato che la classificazione delle creme solari con i numeri SPF può creare confusione, per aiutare il consumatore a una scelta consapevole, l’UE ha adottato un’etichettatura più semplice, classificando i prodotti in 4


i nostri consigli

categorie in relazione al valore di SPF: SPF>50: protezione molto alta; SPF da 30 a 50: protezione alta; SPF da 15 a 25: protezione media; SPF da 6 a 10: protezione bassa. E la protezione totale? Purtroppo, non esiste! È necessario, quindi, combinare prodotti ad alta protezione solare con l’impiego di indumenti (cappelli, vestiti, occhiali, etc...). I filtri solari Esistono essenzialmente due tipologie di filtri: chimici e fisici. I primi sono molecole complesse, di origine per lo più petrolifera, che innescano reazioni chimiche in grado di impedire alle radiazioni solari di penetrare nel derma. I filtri fisici sono, invece, minerali polverizzati (o micronizzati) che offrono una protezione dai raggi luminosi semplicemente riflettendoli.

Linea sole bjobj

Buona tintarella a tutti!

La linea bjobj SOLE è pensata per prendersi cura della pelle e dei capelli, proteggendoli dagli effetti dannosi dei raggi solari. Con estratti di oli da agricoltura biologica, queste formule all’avanguardia mantengono l’epidermide vellutata, proteggendola da scottature e arrossamenti. Crema solare alta protezione SPF 30 Perfetta per i primi giorni di esposizione al sole, questa crema è l’alleata ideale per le pelli chiare e delicate. La sua composizione con oli da agricoltura bio, contiene filtro solare minerale che protegge da scottature e invecchiamento cutaneo precoce causato dai raggi UVA e UVB. La pelle risulterà morbida e protetta.

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Rilassarsi o fare attività sotto i raggi solari è rivitalizzante, ma è bene seguire alcune semplici regole prima, durante e dopo l’esposizione solare. 1. Individuare il proprio fototipo per scegliere il solare più adatto alla nostra pelle. Applicarlo più volte durante la giornata per mantenere la protezione; soprattutto dopo aver sudato, dopo bagni e docce. 2. Evitare di esporsi al sole nelle ore più calde e ricordarsi di proteggere anche labbra, contorno occhi, orecchie, piedi. Utilizzare un prodotto specifico per i capelli, per evitarne l’inaridimento. 3. Bere sempre tanta acqua e mantenere l’organismo idratato, ricordando che è sempre bene non esporsi al sole troppo a lungo, anche se si utilizza una protezione. 4. Tenere bambini e neonati lontani dai raggi diretti del sole: un’esposizione eccessiva costituisce per i più piccoli, ma anche per gli adulti, un rischio per la salute. 5. A fine giornata durante la doccia, lavare con cura i residui di crema solare. 6. Applicare in modo generoso un buon doposole, magari ricco di antiossidanti naturali, che reidrati e lenisca la pelle

Crema solare fluida media protezione SPF 20 Una crema solare con filtro minerale, caratterizzata da un pool di oli quali, Cocco, Argan, Jojoba, Lino e il prezioso olio di Karanaja che protegge la pelle dai raggi del sole in modo naturale, favorendo un’abbronzatura uniforme e duratura.

Crema solare media protezione SPF 15 Pelle vellutata e protetta tutto il giorno con questa crema solare a fattore di protezione medio. Contiene filtro minerale che scherma dai raggi UVA e UVB, un mix di oli dalle proprietà emollienti, vitamina E, Gamma Orizanolo ed estratto di Carota. Crema doposole Per lenire e dare un intenso sollievo alla pelle dopo un bagno di sole, bjobj ha ideato questo prodotto specifico che idrata e lenisce grazie al burro di Karité, il succo di Aloe Vera, di Argan e Calendula. La pelle, sarà avvolta da una piacevole sensazione di freschezza. Olio per capelli Spray Chi l’ha detto che al mare solo la pelle ha bisogno di cure e protezione dai raggi solari? Quest’olio, specifico per la bellezza dei capelli, contiene oli di Macadamia e Lino ed è un vero e proprio trattamento contro gli effetti sfibranti del sole, la salsedine e il cloro delle piscine. Può essere applicato sui capelli asciutti, o come impacco ristrutturante pre-shampoo.

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green generation

scegliere la terra

Alessandra e l’Azienda Agricola San Michele Un mondo che corre. La tecnologia che è ormai parte della nostra vita e scandisce le giornate. Una ragazza di 27 anni e una decisione: scegliere la terra. Lavorare in un’azienda agricola dove si corre, sì, ma il tempo assume un ritmo diverso, dettato dalla natura. Conosciamo meglio Alessandra e la sua scelta green. Ti presenteresti brevemente ai nostri lettori? Sono Alessandra, ho 27 anni e lavoro nell’azienda agricola biodinamica San Michele; sono una dei responsabili del magazzino di confezionamento e del complesso serra e tunnel. 44

Che percorso hai fatto prima di arrivare all’azienda agricola San Michele? Ho conseguito il diploma di maturità classica mentre nel fine settimana lavoravo in una pizzeria al taglio del mio paese, poi ho provato a intraprendere la carriera universitaria. Dopo circa un anno e mezzo ho capito che avevo bisogno di una pausa dallo studio e ho deciso di lasciarlo, continuando a lavorare in pizzeria. Quando e come ti è nato il desiderio di fare un’esperienza di lavoro in questa azienda agricola, e come ci sei entrata in contatto? Tra i lavori che ho fatto dopo aver lasciato

l’università c’è stata la vendemmia. Ho capito che il mio lavoro ideale era fisico e all’aperto; sono stata educata ad avere cura dell’ambiente anche attraverso il cibo e avrei desiderato lavorare in un’azienda, magari biologica. Il caso ha voluto che, mentre facevo la vendemmia nelle colline del prosecco, portando il curriculum in giro, mi diedero il contatto dell’azienda agricola biodinamica San Michele, che al tempo non conoscevo. Ho fatto il colloquio e sono stata assunta per la raccolta delle zucchine. Quando eri bambina cosa volevi fare “da grande”? Da piccola avevo una grande passione


per animali, piante, terra, sassi... Volevo fare di tutto: dalla geologa, all’archeologa, all’astrofisica. Volevo anche una fattoria con tanta terra e tanti animali. Cosa ti affascina di questo mondo? Il fatto che, da un lato, la fisicità del lavoro mi faccia sentire parte della fisicità della terra, dall’altro che anche la terra richieda un grande lavoro intellettuale e che questi due aspetti siano inscindibili e debbano essere sempre in equilibrio. Ci puoi descrivere la tua giornata lavorativa tipo? In questo periodo mi sto dedicando alla serra e ai tunnel, assieme a un altro mio collega responsabile. È il primo anno di attività in questo settore, quindi è necessario creare un metodo lavorativo e un’organizzazione dell’ambiente. Ogni giorno controllo l’eventuale presenza di parassiti e malattie, lo stato di avanzamento delle malerbe, l’irrigazione, la maturazione degli ortaggi, lo stato generale delle piante, del terreno, di tutti gli impianti, l’avanzamento dei lavori e le osservazioni dei lavoratori. È un complesso tecnologico governato da un computer centrale, per cui è necessario tarare e studiare i parametri ogni giorno a seconda delle esigenze di umidità, calore, ventilazione. Poi mi dedico all’organizzazione dei lavori e dei collaboratori per il giorno successivo. Sei molto giovane e, oggigiorno, la tua si potrebbe definire una scelta “controcorrente”... Cosa ne pensano i tuoi amici e la tua famiglia? E per te è così? La reputi una scelta “diversa”? È una scelta in linea con il suo contesto: l’emergente sentimento ed esigenza ecologista, opposta alle politiche inquinanti del mondo d’oggi. Ciò che spaventava i miei genitori e stupisce i miei amici è l’impegno fisico, ma ora ne capiscono l’importanza. Cosa pensi della tua generazione e dei tuoi coetanei? Io vengo da una piccola realtà cittadina, quindi la mia opinione si basa sulle osservazioni fatte in quell’ambiente. Mi sembra che, per vari motivi, ci sia una certa disillusione e spesso la tecnologia, invece di essere fonte di cultura, diventa un “colabrodo” in cui non si distingue più il vero dal falso, il che, a volte, porta alla ricerca di una spiritualità che dia verità e un senso al vuoto. Non è una colpa dei giovani, ma di un contesto che può portare a questi esiti. In realtà, da ciò emergono anche persone giovani molto in gamba, studiosi, lavoratori o artisti. Quali sono i tuoi progetti e sogni per il futuro? Se ti immagini tra dieci anni cosa vedi? A me piace lavorare la terra, ma credo che i contadini abbiano una responsabi-

lità molto grande: hanno nelle loro mani la formazione del paesaggio, l’equilibrio della flora, della fauna, delle falde acquifere; la biodiversità dipende da loro, come l’evoluzione della genetica delle piante e la salute del cibo. Dovrebbero essere architetti, geologi, chimici, matematici, filosofi, idraulici, ragionatori, umanisti... ma questo ruolo fondamentale non viene loro riconosciuto. Per avere, invece, consapevolezza di tale responsabilità mi pare giusto sviluppare e far diventare un tutt’uno cultura e coltura, ragionamento mentale e forza fisica, trascendenza ed empiricità, attraverso lo studio e il lavoro concreto. Mi sono appena affacciata a questo mondo. Come in ogni altro ambito, non finirò mai di imparare, nemmeno tra dieci anni...

È una scelta controcorrente non tanto l’ideale ecologista, quanto il lavoro fisico, cui la maggior parte dei giovani non è abituata, anzi, ne è spaventata. C’è chi capisce, invece, che la terra non ha orari e che il corpo è un elemento vitale molto forte e più preciso dei macchinari, è solo questione di abitudine, passione e ritmo. Alessandra al lavoro con alcune colleghe e la serra dell’Azienda Agricola San Michele. 45


la natura sotto casa di Gianumberto Accinelli

illustrazione di Marco Trevisan

l’affascinante simbiosi di formiche e farfalle

Tra le migliaia di famiglie che compongono la grande classe degli insetti, quella delle formiche si è distinta per capacità adattative. Attualmente, non esiste luogo terrestre che non conosca l’andirivieni frenetico di queste irriducibili guerriere. Il grande successo biologico delle formiche è dovuto alla loro straordinaria capacità di collaborare sia tra loro sia con altri organismi. La loro famiglia è contraddistinta da caste ben precise, ognuna delle quali ha un compito specifico: esistono i riproduttori (maschi e femmine) che dedicano la loro vita all’accoppiamento e alla deposizione delle uova, ci sono le guerriere che difendono il nido, le esploratrici che perlustrano il territorio, le nutrici che si occupano della covata ecc. ecc. Insieme, formano una rete collaborativa capace di vincere la terribile lotta per la vita. La loro capacità di stringere relazioni non è limitata a quella intraspecifica, ma si estende e si dirama verso altre specie. 46

In cambio dell’ospitalità Nell’Africa tropicale esiste una specie di acacia che ospita intere famiglie di formiche all’interno di grandi spine cave. Le piante forniscono, oltre all’alloggio, anche il vitto sotto forma di nettare extrafiorale che sgorga da speciali ghiandole. Ovviamente, le fiere formiche non vivono a sbafo e ricambiano l’ospitalità difendendo le piante dai grandi erbivori. Quando, per esempio, una giraffa o un elefante si avvicina con la chiara intenzione di mangiarsi le tenere foglioline dell’acacia, dalle spine esce un plotone di formiche che si inoltra all’interno delle narici dell’invasore. Il nemico, colto da un prurito spaventoso con conseguente scarica di starnuti, si allontana sconfitto, lasciando integra la pianta. La vita armonica tra formiche e farfalle La simbiosi più affascinante, però, è quel-

la che le formiche instaurano con delle farfalle appartenenti alla famiglia dei licenidi. Questi lepidotteri sono piuttosto comuni, di piccola taglia, con ali colorate di un blu brillante nei maschi e di un marrone sbiadito nelle femmine. I bruchi di queste farfalle si comportano come tutti i bruchi del mondo: vivono su varie piante e si nutrono continuamente di foglie. Le differenze con il resto dei lepidotteri emergono quando la larva si sta per trasformare in crisalide: in questo momento si lascia cadere al suolo ed emette una sostanza liquida dal sapore dolciastro. Le sempre affamate formiche vengono attirate verso il bruco come le mosche al miele, lo afferrano con le loro potenti mandibole e lo trasportano nella loro città sotterranea. È qui, immersa nell’oscurità, che si esplicita la simbiosi tra i bruchi dei licenidi e le formiche: la farfalla elargisce cibo zuccherino alle formiche e riceve in cambio riparo dalle intemperie e da pericolosi predatori. Mentre la vita armonica tra farfalle e formiche continua, il tempo passa e l’inverno, giorno dopo giorno, si impossessa del mondo esterno: le giornate si accorciano, le temperature calano e il sole si affaccia sempre più di rado. È il periodo dell’anno in cui il bruco del licenide, protetto da uno spesso strato di terreno, si trasforma in crisalide. La ruota della vita continua a girare e, dopo qualche mese, il sole si riprende il mondo spazzando via i colori cupi dell’inverno con le luci dei fiori e i profumi della primavera. Il licenide percepisce in qualche modo che la luce brillante è tornata a splendere e sente la brama di questo mondo scintillante. Abbandona, quindi, la dura corazza della crisalide e si trasforma in una bella farfallina dal colore del cielo. La via verso l’assunzione incontra però un ostacolo: le formiche non riconoscono in questo essere alato il loro vecchio amico bruco e lo scambiamo per un intruso con intenzioni bellicose. Centinaia di guerriere di avventano quindi sulla farfalla neonata con la chiara intenzione di ucciderla. Il finale è quindi tragico? La farfalla non si ricongiungerà mai al prato primaverile? Nulla di tutto ciò; la selezione naturale ha rivestito il corpo del licenide con una folta pelliccia bianca che funge da barriera e non permette alle mandibole delle formiche di raggiungere il corpo della farfalla. Di fatto, mentre la farfalla si inoltra di corsa nei cunicoli del formicaio alla ricerca dell’uscita, le formiche addentano ciuffi di peli che si staccano senza danni dal corpo della fuggitiva. Quando il licenide, finalmente, esce alla luce del sole, ha perso la folta pelliccia che gli avrebbe intralciato il volo. E quindi, alla nostra farfalla non resta che fare qualche passo, sbattere delicatamente le ali, ricongiungersi al cielo e perpetuare la meravigliosa storia della vita.


con te davanti allo scaffale

fa caldo! Che mangio? Quando si fa la spesa tra una corsia e l’altra nascono sempre interrogativi. Per rispondere ad alcuni di questi, abbiamo chiesto a Elena, che da molti anni lavora in un negozio biologico, di raccontarci le conversazioni che avvengono davanti agli scaffali. D: Buongiorno signora, la vedo perplessa... R: Eh già, sto qui davanti agli scaffali e non riesco a farmi venire un’ idea per il pranzo. Troppo caldo in questi giorni, non ho voglia di cucinare e mi sembra di non avere fame. D: Capisco, capita a tutti, è normale un calo dell’appetito in estate. Però non dobbiamo pensare che con queste temperature si possa fare a meno di

mangiare! Si tratta di cambiare le nostre abitudini in cucina. R: Mi dia qualche idea, per favore. Ho l’impressione che anche il cervello soffra l’afa! D: In effetti si sente il bisogno di leggerezza per il corpo e la mente. Ho scoperto che un buon modo per contrastare il caldo è quello di fare spuntini frequenti. Tre pasti principali leggeri e poi qualche intervallo a base di frutta fresca, ma anche una carota, oppure yogurt o gelato. Anche un estratto o un succo di frutta e verdura! Una buona tisana dissetante a base di menta oppure il carcadè, rinfrescante, da bere nel corso della giornata, sono una buona alternativa all’acqua. Ma i pasti principali? A me di leggero

viene in mente solo l’insalata, ma non posso proporre alla famiglia di mangiare solo quella! I bambini mi hanno già detto che non sono caprette... R: Simpatici! In effetti si rischia un menù un po’ monotono, anche se ci sono mille modi per rendere appetitosa un’insalata. Io, per esempio, lavoro molto di accostamenti cromatici. Tornando ai piatti principali, le posso consigliare di utilizzare i cereali precotti con tecniche che non ne alterano le qualità. Ci sono dei mix buonissimi che con la loro cottura veloce consentono di preparare ottimi piatti senza stare a lungo davanti ai fornelli. Qualche volta preparo dei sandwich con pane integrale a più strati e per i ragazzi è una festa! Uso formaggi spalmabili o ricotta con erbette, verdure crude a filetti, würstel di tofu, cetrioli, senape... D: In effetti così non c’è da sudare! R: Un’ultima idea: una bella zuppa senza cottura da servire in una calda serata estiva. A parte il gazpacho che è molto conosciuto, ci sono molte ricette di zuppe a crudo, non è difficile reperirle né, tanto meno, realizzarle.

Arrivederci alla prossima domanda. D: domanda R: risposta

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l’angolo degli animali di Antonella Carteri

vacanze per tutti

L’estate è arrivata e finalmente si parte per le vacanze. Su vari siti web si trovano gli elenchi aggiornati e dettagliati di hotel, ristoranti, bar, villaggi turistici, campeggi, spiagge, comuni e località pet-friendly. Ben vengano queste iniziative! Pet-friendly non significa però: “lascio il mio cane libero di fare ciò che vuole!” Chi detiene l’animale dovrà comunque rispettare le basilari regole di comportamento civile e sarà comunque responsabile del suo benessere e di eventuali danni cagionati a cose, animali e persone. L’aggressione tra cani può avvenire più frequentemente nei luoghi a loro riservati a causa della loro alta concentrazione. Sta al buon senso dei singoli proprietari la scelta di lasciarli liberi e senza museruola all’interno di un’area cani. Fuori da quest’area, 48

sarà d’obbligo l’uso di un guinzaglio non più lungo di 1,5 metri e di museruola da applicare nei luoghi pubblici chiusi o in caso di rischio per l’incolumità di persone e o animali. I guinzagli allungabili non sono consigliabili perché poco sicuri, oltre che fuori norma. Si dovrà inoltre rispettare il divieto di accesso agli animali, se previsto, a spiagge, parchi per bambini, luoghi sacri ecc. Ovunque resta sempre l’obbligo della raccolta delle deiezioni. Un ultimo, ma importante consiglio, è quello di mettere una medaglietta con il proprio numero di telefono al collare del nostro pet. Questo accorgimento potrà essere estremamente utile in caso di smarrimento o fuga per permettere a chi lo trova di rintracciarci velocemente. E se ci troviamo in vacanza in una località che non conosciamo e

troviamo un cane in stato di libertà, cosa possiamo fare? Se è un animale che si muove con sicurezza e spavalderia, in un’area chiusa al traffico, probabilmente sarà di qualcuno che gli permette una passeggiata in libertà. Se, invece, si tratta di un cane smarrito, sarà sicuramente spaesato, si muoverà in modo confuso, senza seguire una precisa direzione e potrà seguire i passanti, come in cerca di qualcuno familiare. Si può cercare di avvicinarlo muovendosi con cautela e lentamente, senza spaventarlo. Una volta vicino, si può proporgli del cibo e vedere se possiede un collare con una medaglietta e un numero di telefono. Nel frattempo, mettersi in contatto con la polizia locale, che provvederà alla sua cattura e alla lettura del microchip se, fortunatamente, lo possiede. Oltre alla polizia locale, sono provvisti di lettore di microchip anche i veterinari delle ALSS, i veterinari liberi professionisti, le guardie zoofile e forestali e alcuni volontari di associazioni protezioniste. Se il cane si trova in una sede stradale, dove potrebbe essere investito o causare incidenti, è consigliabile chiamare subito la polizia o i carabinieri. In autostrada, a seconda della tratta, esiste un numero verde per le chiamate di emergenza. Se è un animale selvatico, si dovrà contattare il corpo forestale dello Stato. E se il cane è ferito? Secondo il codice della strada, chi investe o è causa di investimento di un animale d’affezione, da reddito o selvatico, ha l’obbligo di fermarsi e porre in atto ogni misura idonea ad assicurare un tempestivo intervento di soccorso. L’obbligo non è necessariamente di soccorrere in modo diretto l’animale ferito (in primo luogo, va rispettato il principio di sicurezza delle persone, facendo in modo di non aggiungere rischio al danno, con comportamenti che possano aumentare il danno all’animale). Gli animali feriti devono essere avvicinati con cautela, in quanto possono reagire aggredendo il soccorritore e persino il proprietario. Per questo è consigliabile rivolgersi alla polizia locale o al servizio veterinario; in loro assenza, per motivi di orario o festività, chiamare i carabinieri, la polizia, il centralino della ULSS o il 118 che provvederà a segnalare il nominativo del veterinario reperibile della ULSS locale. Talvolta anche gli enti protezionisti forniscono un numero di telefono per le emergenze. In caso si soccorra un animale e lo si porti autonomamente in una struttura veterinaria privata, per un controllo e le prime cure, le spese saranno a carico del soccorritore, che eventualmente si farà risarcire dal proprietario, se rintracciabile attraverso la lettura del microchip. In ogni caso, è d’obbligo la denuncia del suo ritrovamento a polizia o carabinieri.


notizie da Baule Volante

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pani morbidi nella tua dispensa

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Benessere vuol dire anche bontà e sapori autentici, quelli che Baule Volante cerca quando sviluppa i suoi prodotti più innovativi, ma anche quelli che vuole far riscoprire attraverso il gusto del cibo di ogni giorno. I nuovi pani morbidi Baule Volante nascono proprio per soddisfare le esigenze di chi vuole tenere sempre in dispensa un prodotto versatile che sia buono, preparato con pochi ingredienti ma che si conservi a lungo e sia pronto da utilizzare, che sia per rapidi spuntini o per ricette più originali.

Il Pane Bauletto Preparato secondo una ricetta semplice, con olio di semi di girasole, è un pane confezionato e già tagliato in comode fette. Per il Pane Bauletto farina tipo 2 abbiamo scelto una farina semi-integrale, che ha un contenuto di fibre maggiore rispetto a quella bianca e per questo dona ai prodotti da forno un gusto ricco e un profumo delizioso.

integrale, anche questa preferibile – per contenuto di fibre – a quella bianca, e ottima per donare quel sapore piacevolmente rustico alle nostre preparazioni. Il Pane Bauletto può essere gustato sia morbido che tostato. Già tagliato in comode fette, è ottimo a colazione, da spalmare con marmellate e creme dolci o salate, ideale per preparare sfiziosi toast o accompagnare con gusto, piatti caldi o freddi.

Ma anche le altre due varianti hanno farine speciali: quella di grano Khorasan KAMUT® e la farina di farro semi-

Il Pane per tramezzini di farro semintegrale Anche per questo pane, fonte di fibre, abbiamo scelto la

farina di farro integrale in aggiunta a quella bianca, e l’olio extravergine d’oliva. Con il Pane per tramezzini di farro semintegrale, vegetale al 100%, soffice e dal gusto delicato, si possono preparare gustosissimi sandwiches e fantasiose tartine da farcire secondo il tuo gusto. Da assaporare freddi, come vorrebbe la tradizione, sono ottimi se scaldati per qualche minuto in forno, per dorarne la superficie e renderla più croccante. Un’utile precisazione: perché utilizziamo l’alcol etilico? L’alcol etilico è un conservante naturale che mantiene questi prodotti morbidi e fragranti a lungo. Perché questo tipo di pane si possa conservare per tanto tempo, i nostri produttori spruzzano una piccola quantità di alcool etilico biologico nel sacchetto, prima di chiudere la confezione.

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news

il bello delle città in estate… Non solo montagne idilliache o spiagge assolate. Chi ha detto che anche la città non riservi angoli inaspettati di festa e appuntamenti interessanti?! Complice la bella stagione e la voglia di riunirsi all’aria aperta, in questi mesi le piazze si animano di rassegne ed eventi. Seguiteci in questo breve viaggio lungo l’Italia, alla scoperta di giornate di cultura e divertimento. Se dal 27 al 30 luglio vi trovate in Toscana, potreste trascorrere quattro giorni

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con la RIVE, la Rete italiana villaggi ecologici che, nell’ecovillaggio Habitat (FI), organizza un raduno nella natura per confrontarsi sul tema dell’acqua come fonte di vita e metafora della comunità di Rive, composta da tante gocce di opinioni che dialogano e si confrontano. Il tema “acqua” verrà affrontato in tutte le sue sfaccettature, attraverso laboratori teorici e pratici sul suo uso consapevole, il suo recupero, la depurazione, l’ottimizzazione del ciclo, ma grande spazio verrà dato anche alla sua importanza dal punto di vista fi losofico e spirituale.

Se programmate qualche giorno in Veneto a Cison di Valmarino, in provincia di Treviso, dal 5 al 15 agosto potete trovare la rassegna “Artigianato vivo”, una festa in cui i mestieri di una volta incontrano arte e folclore, dando vita a un vero e proprio laboratorio artigiano a cielo aperto. Perdetevi e curiosate tra le viuzze di questo borgo, considerato uno dei più belli d’Italia. Se il 26 agosto siete, invece, nel Salento, potete assistere a uno degli appuntamenti più attesi dell’anno: “La notte della taranta”, il festival della cultura popolare in Europa, giunto quest’anno alla ventesima edizione. Si svolge a Melpignano ed è dedicato alla valorizzazione della musica tradizionale salentina e alla sua contaminazione con altri stili e linguaggi musicali, dal rock, passando per il jazz, fino alla musica sinfonica. Questi, solo alcuni degli appuntamenti dell’estate “cittadina”; in ogni regione ci sono infatti fitti calendari di eventi culturali e incontri. Non resta che avventurarsi nei borghi del nostro Paese e, come curiosi viaggiatori, andare alla scoperta di altri inaspettati scorci di festa.


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