Economy4 agosto settembre 2017

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OGNUNO AL SUO

LAVORO

ECONOMY | ANNO I | N.04 | MENSILE | AGOSTO-SETTEMBRE | DATA DI USCITA IN: 10 AGOSTO2017

Gestire l’impresa | Finanziare l’impresa | Vita da Manager | Domande&Offerte | E poi il piacere...

www.economymag.it

Agosto- Settembre 2017 Euro 4,50

ELIMINALIA, ARRIVA IN ITALIA L’IDEA SPAGNOLA CHE DIFENDE IL DIRITTO ALL’OBLIO SUL WEB

LE DOMANDE DEI GIOVANI A UN MONDO CHE CAMBIA (E LE RISPOSTE POSSIBILI) Una mostra al Meeting di Rimini per trovare insieme nuove strade. Ventisei autori di vent’anni. E un’idea guida: lavorare è dignità, innanzitutto diamoci da fare

Agosto - Settembre 2017

Parla Giorgio Vittadini: «Se facciamo i nostalgici siamo finiti» FORMAZIONE

RISPARMIO

CREDITO AL CONSUMO

IMMOBILI

ORGANIZZAZIONE

MARKETING

Open Jobmetis: «Il Forma.Temp funziona, usiamolo al meglio» Sorgente, tutti i modi per far rendere il mattone

Massimo Doris: «Ecco come Banca Mediolanum evolve»

Cofidis rilancia la formula delle dilazioni senza costi

Uffici ad uso collettivo perchè convengono e a chi

I blog aziendali sono utili (gestiti da chi lo sa fare)






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EDITORIALE

LA PAROLA CHIAVE È “RESPONSABILITÀ”

N

on chiediamoci più cosa il mondo del lavoro deve fare per noi, cominciamo a chiederci cosa noi dobbiamo fare per il mondo del DI SERGIO LUCIANO lavoro. Viene istintivo parafrasare Kennedy quando si esamina il problema dei problemi dell’Italia di oggi – e non solo dell’Italia: la disoccupazione, soprattutto giovanile, e il fenomeno dei Neet, quei giovani che non studiano più ma nemmeno cercano lavoro. Apatici, a volte disperati. Darsi da fare per trovare il lavoro giusto per sé, in rapporto con la collettività: è il cuore del messaggio della mostra “Ognuno al suo lavoro – Domande a un mondo che cambia”, al centro del Meeting di Rimini, che giunge quest’anno alla sua trentottesima edizione. Darsi da fare senza piangersi addosso. Senza dare la colpa a qualcun altro o aspettare regali dal cielo. Una mostra di cui Economy ha avuto la preziosa opportunità di essere media-partner e che – con uno stile che non ti aspetti, imprevedibile come la compagine che l’ha pensata, tutta “under-30” – mette il dito nella piaga di una certa ideologia attendista e deresponsabilizzante che aggrava, se non genera, il problema della disoccupazione. Rispetto alla nostra formula editoriale – mo-

delli, opportunità, soluzioni – questa volta Economy sembra derogare: il tema è così ampio che non può essere ingabbiato in una formula. E invece no: proprio perché è amplissimo, è un tema preliminare che include e abilita qualsiasi “modello, opportunità, soluzione”. Darsi da fare, per riguadagnarsi – come dice il titolo del Meeting – anche quello che abbiamo ereditato dai nostri padri, se vogliamo davvero possederlo e non sperperarlo. Un forte appello alla responsabilità e, perché no, anche al merito individuale che far fronte alle proprie responsabilità comporta. Sarebbe sbagliato pensare che con questo approccio si voglia ricondurre tutto il dibattito sul lavoro alle sfide individuali. Si vuole invece sottolineare che solo l’impegno dell’individuo, a qualsiasi livello, pone la premessa perché poi la collettività aiuti e sostenga quelli che fatalmente restano indietro. Quando il rapporto Excelsior-Unioncamere sull’evoluzione della domanda di lavoro al 2020 rivela con precisione quali sono e saranno gli sbocchi professionali più richiesti, nonostate la robotizzazione – dalla sanità alla logistica, ovviamente all’informatica e al turismo – c’è da chiedersi se ciascuno di noi, nel suo ambito, faccia abbastanza per poter allungare una mano e prenderselo, il lavoro, là dove è evidente che sia. E se facciano abbastanza i formatori, nella loro responsabilità, che è professionale prima che politica. Certo, ci sono madornali incongruenze nel-

UNA MOSTRA SUL LAVORO. UN INVITO A FARE. SENZA SCONTI PER LA POLITICA la gestione che la politica ha fatto e fa delle sue incursioni normative in questo campo. È giusto ad esempio stimolare gli investimenti nelle nuove tecnologie con super e iperammortamenti che permettono di robotizzare la produzione; ma lo è un po’ meno tassare le imprese che assumono, anziché premiarle. Significa fare il tifo per i robot e ostacolare il lavoro umano. Ha senso? Non doveva e non deve essere la politica – ricordando Mario Monti – a dire che “il posto fisso è noioso”. Ma, noioso o gioioso che sia, i giovani devono capire che il posto fisso è più raro di prima, e devono accettare quelli “non fissi” come un’opportunità. “Devono”, nel senso che è razionale farlo, ma è anche un dovere verso se stessi, la propria famiglia, la propria collettività. Vivere nel proprio tempo orientando con consapevolezza nella direzione giusta prima gli studi poi il lavoro. Responsabilità, come parola chiave.

11


SOMMARIO

Agosto 2017

011

L’EDITORIALE DI SERGIO LUCIANO

017

COVER STORY

OGNUNO AL SUO LAVORO

019

QUARANTA TESTIMONIANZE

022

I GIOVANI DELLA MOSTRA

024

IL LAVORO PER VITTADINI

029

GESTIRE L’IMPRESA/1

Una mostra al Meeting di Rimini

Salamon, Vitez, Veronesi: il lavoro

Una serata con i 25 promotori «Oggi è sempre più un percorso»

FORMAZIONE, PARLA RASIZZA «Va fatta su misura di ogni azienda»

031

FORMA.TEMP E MODELLI

034

FEDERMANAGER

036

LA FLESSIBILITÀ PER TODINI

038

HRC TALENT DAYS

040

WORKERS BUY OUT

042

RETRIBUZIONE DEI DIRIGENTI

044

ANDAF E ARTE DEL BILANCIO

049

GESTIRE L’IMPRESA/2

Selezionati da Openjobmetis

La certificazione delle competenze

«La legge si adegui ai tempi nuovi»

L’orientamento per millennials

Se il dipendente diventa imprenditore

E l’Osservatorio Confprofessioni

Documenti contabili e bilancio integrato

MAKER FAIRE

Roma capitale dell’innovazione

052

RIVOLUZIONE PAGAMENTI

057

FINANZIARE L’IMPRESA

BCC, PARLA COLOMBERA

PSD2, Satspay, Ipagoo...

«Il credito cooperativo riparte»

12

I magnifici ventisei: 1. Anna Frigerio 2. Andrea Montanaro 3. Mattia Sogaro 4. Federica Falcini 5. Andrea Fumagalli 6. Giuditta Sartori 7. Elisabetta Valcamonica 8. Pietro Olivieri 9. Chiara Montanari 10. Sara Tarantini 11. Francesco Seghezzi 12. Miriam Gandini 13. Paolo Volpetti 14. Giacomo Finotto 15. Chiara Tel 16. Giovanni Paterlini 17. Maddalena Saccaggi 18. Simone Castelli Dezza 19. Marco Lezzi 20. Marco Saporiti 21. Daniele Riggi 22. Martino Sartori 23. Simona Gorini 24. Giampiero Casertano 25. Maria Chiara Padovani 26. Lorenzo Frangi

059

ECCO IL PIR DI GENERALI

Genera CrescITA. E affidabilità

060

WIN THE BANK

062

ANNA GERVASONI

063

GIORGIO HELLER

065

COMUNICARE L’IMPRESA

I paradossi bancari italiani «Venture Capital, avanti piano» La strategia di Spoleto

FERRUCCIO DE BORTOLI

Bisogna tassare i robot

068

IL BLOG AZIENDALE

070

DIRITTO ALL’OBLIO

072

MICHELE ANZALDI

075

OSSERVATORIO IMMOBILIARE

Vecchio, eppure utile più che mai Didac Sanchez e Eliminalia «Occhio alla sovra-esposizione»

SORGENTE GROUP

Investe in Npl col fondo Pinturicchio


Performance Azimut

* Indice Fideuram dei fondi comuni

300

+ 191% ca. (1.44%

superiore all’industria*)

250 200 150 100

1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016


SOMMARIO

078

COMPRARE ALL’ESTERO

080

DOVEVIVO FUNZIONA

083

COMMENTI

L’Osservatorio di Remax

Mensile edito da Economy Srl

E il Centro Servizi Immobiliari

MIMÌ LA CAVERA

084

QUEL CHE RESTA DEL MESE

086

ANTONIO URICCHIO

088

ASSISTENZA SANITARIA

Direttore responsabile Sergio Luciano In redazione Francesco Condoluci (caporedattore), Marco Scotti, Riccardo Venturi

Il fondatore di Sicindustria I commenti dal sussidiario.net

Contributors Gaetano Fausto Esposito, Camilla Sala, Giuseppe Corsentino, Giovanni Francavilla

130

Ci vuole un’inclusione 4.0

L’analisi sul futuro firmata LIUC

113

EASYTAX E FILOSOFIA FISCALE

VITA DA MANAGER

Tasse e fisco diffidente

Hanno collaborato Piero Caltrin, Angelo Curiosi, Giordano Fatali, Federico Ferrero, Marco Gemelli, Elena Introna, Valerio Malvezzi, Marina Marinetti, Susanna Messaggio, Franco Oppedisano, Alfonso Ruffo, Monica Setta, Elisa Stefanati, Luca Vergani, Federico Unnia

090

QUI PARIGI

Energia per le auto elettriche

117

092

CI PIACE/NON CI PIACE

Per Randstand Professionals

094

SHORT STORIES

120

DIRIGENTI ALLO SPECCHIO

Grafica e impaginazione Raffaela Jada Gobbi Liliana Nori

097

STORYLEARNING

123

DOMANDE&OFFERTE

Segreteria di redazione Monia Manzoni m.manzoni@economymag.it

Affari, i promossi e i bocciati

Notizie dal mondo delle imprese

LA STUPIDITÀ FUNZIONALE

Vintani, Grispan, Agrati

ISAGRO

Gli agrofarmaci di successo

Banca Mediolanum anticipa i tempi

099

GROUPAMA

128

PAGARE A RATE CON IL BANCOMAT

100

ZUCCHETTI SOFTWARE

130

POSTAZIONE FISSA ADDIO

101

HUAWEI

132

MODA & CAPITALI

102

AGSM

134

RETAIL E AUTONOLEGGIO

103

GAROFALO

In crescita nella sanità privata

137

E POI IL PIACERE...

104

RISOLÌ

Il vino dà da mangiare. E da bere

VITICOLTURA & OCCUPAZIONE

105

IL PAESE CHE CRESCE

139

L’ACQUA DEI PARLAMENTARI

107

START-UP TELLING

140

LE OASI DI RELAX URBANO

DIGITAL MAGICS

L’innovazione richiede formazione

142

WOLKSWAGEN ARTEON

110

COMO NEXT

144

MUST HAVE/A PLACE TO BE

111

SANIFAST, YOUGENIO

146

LE RAGIONI DEL GOSSIP

Punta sull’assicurazione 4.0

Arrivano i benefit flessibili

Rilancia l’espansione in Italia

Chiarezza e credibilità in bolletta

Pentole di qualità Made in Italy

Storie e case histories in breve

Una margherita per l’innovazione

Sanità senza coda e lavori in casa

14

MASSIMO DORIS

La nuova proposta di Cofidis Si lavora meglio in remoto

Il fashion apre alla finanza Acin e Sicily by Car

Preferiscono quella frizzante... Piscine all’aperto con vista città La bella berlina granturismo Oggetti e luoghi irrinunciabili I sussurri di Monica Setta

Dominio web www.economymag.it Comitato scientifico Marco Gay, Anna Gervasoni, Fernando Napolitano, Giulio Sapelli, Antonio Uricchio Amministratore unico Giuseppe Caroccia Editore incaricato Domenico Marasco Partnership editoriali Aifi – Assocamerestero – Confprofessioni – Federmanager – Università Carlo Cattaneo Liuc Hrcommunity Casa editrice Economy s.r.l.

Corso Vittorio Emanuele II, 15 20121 Milano - Tel. 02-8688641 Registrazione Tribunale di Milano n. 101 del 14/03/2017

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Vermont

VIA DELLA SPIGA 48, MILANO, ITALY


IL PERCORSO DEL LAVORO PORTA OPPORTUNITÀ, NON CONDANNE

COVERSTORY

"Ognuno al suo lavoro-Domande a un mondo che cambia" è il titolo della mostra al centro del Meeting di Rimini 2017. Una sfida ai luoghi comuni dell'assistenza, un invito ad andare avanti e cambiare. Con positività

19 LE TESTIMONIANZE SALOMON, VERONESI E ALTRI 38 RACCONTANO IL "LORO" LAVORO

22 I RAGAZZI VENTICINQUE STORIE UNITE DALLA VOGLIA DI DARSI DA FARE

24 GIORGIO VITTADINI «FORMARE IL CAPITALE UMANO E NON FARE I NOSTALGICI»

26 IL PROGRAMMA QUATTORDICI INCONTRI PER INTENDERSI SU TUTTO

di Riccardo Venturi

I

l lavoro è sempre meno posto fisso e semglia (specie le donne), cosa vuol dire oggi fare pre più percorso. La nuova sfida è quella di carriera... Le stesse domande sono state poi riessere protagonisti attivi di questo percorvolte a una quarantina di persone di ogni proso, vivendolo così, non come una condanna fessione, età, ruolo e formazione, accomunate ma come un'opportunità. È il messaggio che dalla capacità di vivere il proprio percorso di emerge con chiarezza dalla mostra "Ognuno lavoro da protagonisti, in modo pieno e posial suo lavoro", al Meetivo nonostante i tanti VENTICINQUE GIOVANI UNDER 30 ting di Rimini dal 20 al ostacoli. Le loro inHANNO LAVORATO PER MESI 26 di agosto. Una moterviste multimediali INDIVIDUANDO DOMANDE stra nata dalle domancostituiscono il cuore (E TENTANDO RISPOSTE) de di un gruppo di una della mostra, accanventina di giovani tra i 25 e i 30 anni - coorto ai dati del professor Mario Mezzanzanica dinati da un coetaneo, il curatore Marco Sache fotografano la situazione del mercato del poriti, insieme con da Giorgio Vittadini (vedi lavoro in Italia. Vengono inoltre proposti alintervista a pag. 24) - i quali si sono interrogati cuni spunti del premio Nobel per l'Economia sulle loro prime esperienze professionali, sulJames Heckman, secondo cui le competenze le loro aspettative e timori. Domande, appunnon-cognitive che formano la personalità to, prima che risposte: quale sia il rapporto IN ALTO, UN MOMENTO DELL'INAGURAZIONE DEL MEETING EDIZIONE tra lavoro e vita, come conciliarlo con la fami2016, CON IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SERGIO MATTARELLA

17


COVERSTORY

Tasso di occupazione Italia rispetto all'Ue Popolazione 15-64 anni

hanno una incidenza positiva sul successo lavorativo, a parità di competenze di base acquisite durante gli studi. Per affrontare il nuovo percorso del lavoro, dunque, occorre oggi un uomo non solo preparato, ma anche dotato di personalità completa, quello che Heckman chiama "charachter", cioè di quelle caratteristiche che l’American Society of Psychology ha codificato in cinque grandi dimensioni, detti i Big Five: grinta, amicalità, coscienziosità, stabilità emotiva, apertura all’esperienza.

Il percorso della mostra

65,7 65,4 64. 64,3 65,2 62,3 62,6 62,7 63,4

55,4 56,1

65,6 66,6 64,2 64,1 64,1 64,8

57,8 57,6 58,3 58,6 58,6 57,4 56,8 56,8 56,6

57,3 55,5 55,7 56,3

2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016

Tra 2002-2008: ITALIA +3,4 punti percentuali EUROPA +3,2 punti percentuali

EU28

ITALIA

Tra 2008-20016: ITALIA -1,3 punti percentuali EUROPA +0,9 punti percentuali

L'occupazione italiana è cresciuta negli ultimi 15 anni, ma poco e soprattutto molto

lentamente e ciò ha acuito il gap che ci separa dalla media europea. In particolare tra il Quanto sia cambiato il lavoro, lo si percepisce 2008 e il 2016 il tasso di occupazione si è ridotto di 1,3 punti percentuali in Italia, mentre è già quando ci si mette in coda per visitare la cresciuto di quasi un punto in Europa. mostra, attraverso le 10 immagini in bianco FONTE EUROSTAT - LABOUR FORCE SURVAY (EU LFS) e nero di altrettanti lavori di un tempo: dallo ne, io al lavoro, lavoro vs vita personale, scelta scambista (niente paura, si tratta dell'addetmobilità tra un lavoro e l'altro. Insomma i vipercorso lavorativo. Per ogni cluster c'è un to ai deviatoi sui binari tranviari, che vennesitatori escono dalla sala del video già un po' video con i brani delle tante video interviste ro elettrificati solo nel 1921) al suonatore informati, sia pure in modo leggero e anche inerenti alla tematica specifica. Accanto agli di organetto, dal lustrascarpe allo strillone, divertente. Una delle guide volontarie accoschermi ci sono le domande che sono state ridal garzone del panettiere alle lavandaie, dal glie i visitatori nella sala 2, spiegando il perché volte agli intervistati, per esempio: quali sono "lampedee" (l'addetto all'accensione e allo della mostra e introducendo alcune tabelle a stati gli elementi (o fatti) chiave che ti hanno spegnimento dei lampioni per le vie di Milano muro che raccontano il mercato del lavoro, permesso e ti permettono una continua crecon la scala, la pertica e il bricco dell'olio) al riprendendo le suggestioni del video. Alcuni scita professionale? Hai mai fatto esperienza lettore di giornali per operai analfabeti, fino dati su tutti: il tasso di occupazione in Italia è di “fallimento” nel tuo lavoro? Hai avuto un alla sveglia umana che bussava alle finestre pari al 57,3% contro il 66,6% della media Ue; maestro? Se sì, come l’hai riconosciuto? E così con lunghi bastoni. Si accede quindi alla priquello tra i giovani dai 15 ai 29 anni è al 29,7% via. Si compone così un mosaico di esperienze ma sala della mostra, che propone un video: in Italia contro il 48,2% della media Ue; quelall'interno del quale i visitatori sono liberi di dagli antichi mestieri lo femminile al 48,1, NELLA PRIMA SALA DELLA MOSTRA muoversi come meglio credono, alla ricerca di si passa a una fila di mentre la media Ue UN VIDEO E UNA METAFORA SPAZIALE. spunti con i quali confrontarsi. Sulle pareti ci aspiranti astronauti, si attesta al 61,4%. NELLA SECONDA I DATI DI MERCATO sono le foto degli intervistati con una loro citaalias lavoratori, in fila Interessanti i dati reNELLA TERZA, DOMANDA E RISPOSTE zione. Infine si accede alla saletta delle concludietro a un banchetlativi alla durata dei sioni, che contiene alcune provocazioni sulle to. Chi viene reclutato - nel video - riceve un contratti a tempo indeterminato nella Regiocaratteristiche che è necessario avere per afcasco, lo indossa e entra in una navicella che ne Lombardia: il 21,7% dei contratti a tempo frontare al meglio il proprio viaggio “spaziale” parte verso il cielo: una metafora del percorindeterminato attivati tra il 2009 ed il 2016 si nel mondo del lavoro: su tutte, la disponibilità so lavorativo e delle sue insidie. Gli astronauti è concluso nell’anno di attivazione, il 44,1% al cambiamento. Last but not least, la sala coneuropei sono più numerosi di quelli italiani, entro l’anno successivo e il 56,8% entro tre ferenze che ospita, oltre al bar e agli stand dei in particolare quando si tratta di giovani e di anni. Il lavoro come percorso è quindi sempre partner (tra cui Economy) che hanno collabodonne: in questo modo il video fornisce inpiù spesso una scelta. Si accede così alla terza rato a costruire questo percorso, due dibattiti formazioni sul mercato del lavoro. Allo stessala, dove si trovano sette cluster tematici scaal giorno, uno alle 12 e 30 uno alle 18 e 30, con so modo gli spostamenti delle navicelle da turiti dalle domande dei giovani: crescita proi più vari protagonisti. un pianeta all'altro alludono all'accresciuta fessionale, fallimento, formazione, innovazio-

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LE TESTIMONIANZE

COVERSTORY

TESTIMONI DI UMILTÀ E PASSIONE Quaranta testimonianze, quaranta interviste multimediali, accolgono a Rimini i visitatori della Mostra. Da alcuni grandi

MARINA SALAMON, IMPRENDITRICE SERIALE: «INVECCHIANDO STO IMPARANDO AD ASCOLTARE E CHIEDERE AIUTO»

I

o sono Marina Salamon, oltre che madre, ho quattro figli più uno in affido, sono imprenditrice. Sono stata innanzitutto imprenditrice tutta la vita. Ho fondato la prima azienda a 23 anni e ora ne ho 58 e sono azionista e presidente di diverse aziende. Quali sono stati gli elementi (o fatti) chiave che ti hanno permesso e ti permettono una continua crescita professionale? Ciò che mi fa crescere di più è imparare i miei limiti. Nel caso di un’imprenditrice a cui il lavoro è andato abbastanza bene per tutta la vita, il rischio è di bastarsi, il rischio è quello di continuare a riprodurre il nostro modo di lavorare e di intraprendere, senza imparare a sufficienza dai limiti e dagli errori. Ciò che io sto imparando invecchiando è ad ascoltare, è ad avere bisogno degli altri, è chiedere aiuto, è condividere (…). Hai mai fatto esperienza di “fallimento” nel tuo lavoro? Allora, io ho per la prima e unica volta nella mia vita dovuto chiedere a delle persone di dimettersi pochi anni fa. Ed è accaduto nella prima azienda che ho fondato, Altana, e che a un certo punto ha accumulato delle perdite e il mercato è diventato molto più difficile che nel passato, e a me questa cosa è accaduta che avevo già superato i 50 anni, fino a quel momento era stata come dire tutto una galoppata

imprenditori a semplici lavoratori, ciascuno ha trasmesso il contributo della sua esperienza e della sua visione.

positiva. Per questo dico che non è stato un fallimento, non l’ho dovuta chiudere, ma ho dovuto e per fortuna c’era del denaro da parte, delle riserve, offrirlo alle persone che avessero scelto di dimettersi, di cambiare lavoro, di cambiare azienda. È stato per me doloroso, la prima volta in cui non ho dormito un bel po’ di notti, però mi ha insegnato tanto, sono stata contenta che il denaro, gli utili accumulati fossero serviti a, come dire a non fare nessuna cosa scorretta e a trattare molto bene le persone (…). Hai avuto un maestro? Se sì come l’hai riconosciuto? Se no come hai fatto a formarti? Io ho avuto tanti maestri, e continuo ad averne ogni giorno. Non uno unico perché da qualcuno impari umanità. Per esempio frequentando teologia io sono vicina di banco di alcune suore, e io non avrei mai creduto di imparare la leadership e il carisma da delle suore. (…). Hai mai provato a proporre un progetto innovativo nel tuo ambito lavorativo? Sì, in vent’anni nel mio lavoro e nei miei tanti ruoli di lavoro, è stato inevitabile e necessario fare innovazione di continuo. Se vuoi per esempio qui in Doxa, io mi sono trovata nel 2006 che avevo acquisito il controllo e l’avevo acquisita per amore di mio padre, perché era il suo lavoro di manager, ma mio padre ha la testa da professore universitario, lui non era molto interessato a fare utili o accumulare denaro, invece io lo consideravo importante, fondamentale per la salute delle aziende, e a un certo punto nel 2006 io sono arrivata e ho detto “dobbiamo andare verso internet, dobbiamo cambiare tutto. Va bene la nostra storia e la nostra esperienza ma è necessario innovare violentemente.” (…) Il testo integrale della videointervista sul sito www.ognunoalsuolavoro.com

Dando vita a un affresco di vissuti ed opinioni di rara efficacia. In queste pagine, sei brevi sintesi significative.

ALESSANDRA VITEZ, RESPONSABILE MOSTRE MEETING RIMINI: «SI LAVORA PER BISOGNO, E POI PER ESPRIMERSI»

M

i chiamo Alessandra Vitez, lavoro al Meeting per l’amicizia tra i popoli e sono la responsabile delle mostre. Qual è la ragione per cui vai al lavoro e ti fa compiere sacrifici per esso? La ragione per cui vado al lavoro è sicuramente come per tanti una ragione di bisogno, il bisogno di costruire qualcosa, portare anche delle risorse alla famiglia, ai figli, per poter proseguire nel loro percorso, per poter fare i loro passi. Ma questo nel tempo io ho scoperto che non basta. La ragione non può essere soltanto quella materiale ma ci deve essere una ragione più grande. Per me è una ragione di compimento e di pienezza della mia persona perché pian piano andando al lavoro io ho scoperto degli aspetti della mia persona, dei limiti e delle capacità che diversamente o in altro modo forse avrei fatto fatica a conoscere. (…) Sia lavorando in azienda, sia lavorando come imprenditori o liberi professionisti siamo sempre più imprenditori di noi stes-

19


COVERSTORY

si: con che criteri costruire un percorso di crescita professionale? Innanzitutto, il criterio fondamentale è stato l’obiettivo, lo scopo. Che scopo avevo io nell’iniziare a costruire e realizzare il mio lavoro. Ma lo scopo che io posso avere è sempre e continuamente in relazione alla realtà, un pezzo di realtà che io incontro o vedo. Per me infatti uno dei criteri più importanti che nella mia esperienza ho tenuto come fondamentali per poter crescere, per potermi formare è quello del continuo rapporto, rischio, paragone con la realtà tutta. Hai avuto un maestro? Se si, come lo hai riconosciuto? Se no, come ti sei formata? Sì, nella mia vita, nell’inizio del mio lavoro al Meeting io ho avuto un maestro che per il lavoro che faceva, per l’esperienza che aveva mi ha lasciato tanti aspetti tecnici, umani, di comprensione di quello che stavo facendo. Non è stato semplice il mio rapporto con lui perché comunque era una persona geniale, molto particolare, ma io non ho mai mollato per cogliere tutte le perle che continuamente mi lasciava lungo il percorso. Quindi ho imparato una modalità. Ma poi mi sono accorta che su molte cose mi sono formata anche autonomamente guardando. (…) Come vivi il lavoro quando entrano in gioco fattori di disturbo? Spesso nel lavoro quotidiano ci può essere l’abitudine, una difficoltà nel rapporti con i colleghi e delle esigenze anche extra lavorative che possano entrare in gioco anche in quello che stai facendo. Questi sono limiti o comunque fatiche che io vivo quotidianamente e non posso dire che ci sia una modalità o un metodo o una formula magica che può cancellare queste difficoltà. Io non nego che le vivo ogni giorno, ma si arriva ad un punto - proprio per la bellezza del lavoro e soprattutto per quello scopo per cui dicevo prima, per quell’ideale con cui io al mattino mi alzo e dico: “oggi voglio vedere cosa accade dentro la circostanza lavorativa che ho” – in cui tutti questi fattori possono diventare un grande fattore positivo. Il testo integrale della videointervista sul sito www.ognunoalsuolavoro.com

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SANDRO VERONESI, FONDATORE E PRESIDENTE DI CALZEDONIA: «PER CRESCERE, BISOGNA INNOVARE. SEMPRE»

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ono Sandro Veronesi, sono il fondatore e presidente di Calzedonia S.p.A che oggi è abbastanza conosciuto perché comprende marchi come intimissimi, Calzedonia, Tezenis, Falconeri… Quali sono i criteri che ti permettono di capire che stai crescendo professionalmente, sia in realtà aziendali strutturate, sia come imprenditore o libero professionista? Nel mio lavoro è abbastanza facile, nel senso che sono un imprenditore, se crescono i fatturati crescono gli utili vuol dire che stai crescendo; se non crescono i fatturati, non crescono gli utili non stiamo crescendo. Vuol dire che non abbiamo le idee giuste e non stiamo facendo cose che il mercato si aspetta da noi, che i nostri clienti si aspettano da noi. (…) Hai mai fatto esperienze di “fallimento”? Fallimento è una parola grossa, però quotidianamente ci sono delle cose che non vanno bene, cose che non funzionano, cose da cambiare. Ritengo che abbiamo avuto successo nel nostro lavoro non tanto e non solo perché abbiamo avuto idee giuste, ma perché siamo stati svelti a capire quelle sbagliate. Una cosa che insegno a me insieme ai collaboratori di non avere paura di dire: ”Ho sbagliato!”. Basta fermarsi in tempo. (…) Hai vissuto queste esperienze come un’occasione di ripartenza o come la fine incon-

trovertibile del percorso? Nel mio lavoro, ma poi nel lavoro di tutti, mi pare che ci sia una buona predisposizione ad accettare anche gli errori, predisposizione al rischio se si può definire, nel senso che il rischio non solo di perdere soldi, ma il rischio di fare figuracce, il rischio di fare cose che poi non funzioneranno, il rischio di provare cose che poi creeranno dei dispiaceri a qualcuno, creeranno delle illusioni, ma se nel mio lavoro uno fa solo le cose di cui sarà certo che avranno un risultato fa molto poco alla fine. (…) Hai avuto un maestro? Come lo ha riconosciuto? Se no, come hai fatto a formarti? Io ho avuto tanti maestri nella vita. (…) Anche nel mondo del lavoro ho iniziato in un’azienda familiare che era l’azienda della mia ex-moglie dove c’era l’imprenditore che era mio suocero, imprenditore molto ruspante ma che aveva dell’intuizione; è uno da cui ho imparato tanto. Ma non ho imparato solo da lui, io cerco sempre di imparare dalle persone che incontro perché penso che sia, oltre che ad una cosa utile per la persona e l’azienda, anche una soddisfazione. Una volta che uno ha raggiunto risultati economici, un milione in più in che ti cambia la vita? Ti cambia se impari qualcosa in più, ti senti più arricchito, se ti servono altre cose, hai una giusta vena secondo me di curiosità, ma anche di scetticismo perché ti raccontano tante cose nella vita per cui bisogna provare a capire quali sono quelle giuste e quelle meno giuste (…). Guardarsi intorno e dire “ragazzi, chi sono quelli bravi? noi facciamo tante cose, ma chi è più bravo a fare questo? Chi a fare altro?”. Siamo nel 2017, non è che possiamo inventare tanto altro di nuovo, qualcosa sì, ma siamo più bravi a vedere cosa c’è di già fatto e forse siamo più produttivi.” Hai mai provato a proporre un progetto innovativo nel tuo ambito lavorativo? Ci proviamo tutti i giorni a fare qualcosa di innovativo; ma per un semplice motivo: le cose che ci sono già, ci sono già, le hanno già fatte, le hanno già comprate, quindi se vogliamo crescere come azienda dobbiamo innovare. (…) Il testo integrale della videointervista sul sito www.ognunoalsuolavoro.com


MICHELANGELO FRISONI, DIGITAL COMPOSITOR: «LA PAZIENZA È UNA VIRTÙ IMPORTANTE»

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ono Michelangelo Frisoni, ho 25 anni e sono un Digital Compositor. Lavoro negli “effetti speciali”, o meglio “effetti visivi” per film, televisione, serie tv e serie web. Il mio compito si inserisce come ultimo step in un meccanismo gigantesco. Significa che io devo prendere gli elementi creati in computer grafica e le riprese registrare dal vero, unirle e renderle reali all’occhio dello spettatore. Tra i lavori più recenti che ho fatto ci sono Resident Evil XXX, The Strain, e altri progetti. Che ruolo ha il tempo nel percorso professionale? Quanto è importante saper avere pazienza? Trovo che il tempo abbia un ruolo fondamentale nel senso che non bisogna avere fretta nel realizzare la propria passione (…). Ciò significa che non sarà mai possibile arrivare a fare quello che vuoi subito all’inizio ma dopo aver fatto tanti anni di esperienza. Mi vengono in mente tanti grandi registi che hanno iniziato dopo tanti anni di esperienza in settori totalmente diversi. Quali sono stati gli elementi (o fatti) chiave che ti hanno permesso e ti permettono una continua crescita professionale? La cosa chiave che ritrovo nella mia esperienza sono gli incontri con certe persone, poche persone, che mi hanno effettivamente riconfermato il cammino che stavo facendo, mi hanno detto “OK sei sulla strada giusta”. Uno di questi è l’incontro con Joel Hanek, uno sei supervisori del film “Al di là dei sogni” ed è anche un collaboratore di John Gaeta (inventore del “bullet time” di Matrix). Lavorare con lui è stata una esperienza incredibile non perché abbiamo fatto cose straordinarie. Lui mi ha detto: “Mi piace il tuo lavoro, vai avanti così” (…). Il testo integrale della videointervista sul sito www.ognunoalsuolavoro.com

MATTEO STIFANELLI, MANAGER DI AIRBNB PER L’ITALIA: «FONDAMENTALE SAPER CAMBIARE CONTINUAMENTE»

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ono Matteo Stifanelli, sono il country manager di Airbnb per l’Italia, ho iniziato a lavorare per Airbnb 6 anni fa negli uffici di Berlino, poi abbiamo aperto l’ufficio a Milano, eravamo 3 in ufficio, in totale in Airbnb eravamo 100 persone al mondo, ora siamo 25 a Milano e migliaia nel mondo. L’azienda è cresciuta molto, è stata una bella avventura e sono contento di lavorare qui. Quali sono stato gli elementi che ti hanno permesso la crescita professionale? Lavorare per un’azienda come Airbnb che è sempre in fortissima crescita e cambiamento attira due modi di crescere. Quello che fai cambia continuamente (…) vuol dire che anche se tu non cambi ruolo, o fai carriera, quello che fai cambia drasticamente, perchè cambia il business che hai sotto. L’altro modo è decidere di fare carriera nelle varie dimensioni, orizzontalmente, verticalmente, e in un’azienda che cresce tanto, questo è più facile (…) Sapresti dare un giudizio critico sui passi del tuo percorso formativo? Acriticamente posso dire che la caratteristica che mi ha permesso di essere felice e quindi esprimere la mia capacità all’interno di questo contesto, è stata senz’altro la capacità di muovermi all’interno di questo ambiente molto caotico, in cui c’erano tantissime cose da fare e tantissime opportunità, ma c’era anche la faccia negativa della medaglia, ogni giorno c’era qualcosa di diverso, poche cose funzionavano all’epoca, per me questo è bello. È il mio modo di intendere il lavoro, fare cose sempre diverse, iniziare sfide sempre nuove. (…). Il testo integrale della videointervista sul sito www.ognunoalsuolavoro.com MATTEO STIFANELLI

GIOVANNI ZENNARO, FONDATORE DI MOZE: «NON SEMPRE CI SI PUO' FORMARE»

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ono Giovanni Zennaro, laureato in fotografia all'Accademia di belle arti. Per alcuni anni ho fatto il fotoreporter e poi nel 2012 ho fondato Moze, che oggi è uno studio di 13 persone, che si occupano di progettare e implementare i prodotti tecnologici e digitali, i prodotti web e mobile. Quali sono stati gli elementi chiave che ti hanno permesso la crescita professionale? La crescita professionale in un mestiere come quello che facciamo noi, strettamente legato all'evoluzione della tecnologia digitale, è qualcosa di molto strano e difficile. Innanzitutto non ci sono percorsi formativi, anche a livello accademico, che ti insegnano ciò che tu devi sapere per tramutare poi queste competenze in un lavoro. Questo non è possibile perché sono scenari che evolvono così rapidamente che è difficile pensare a percorsi di studi che entro qualche anno restino validi. (…). Rispetto a dove sei arrivato attualmente, sapresti dare un giudizio critico sui passi del tuo percorso formativo? Io posso dirmi soddisfatto del percorso formativo che ho fatto, nonostante sia stato un po' particolare. Io ho frequentato un liceo classico e poi mi sono iscritto a un'accademia di belle arti, la Laba di Brescia, dove ho frequentato un corso triennale in fotografia per fare il fotografo; cosa che poi ho fatto per un po' di tempo finché poi ho fondato Moze (…). Hai avuto un maestro? E come l'hai riconosciuto? Se no come hai fatto a formarti? Quando studiavo come fotografo ho avuto la fortuna di avere alcuni maestri: un paio di professori dell'accademia dove studiavo e un paio di professionisti che ho incrociato e mi hanno adottato dal punto di vista professionale, insegnandomi il mestiere. Il testo integrale della videointervista sul sito www.ognunoalsuolavoro.com

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Ecco a voi i magnifici 26: un mucchio selvaggio e felice Intervista corale alla squadra che ha pensato la Mostra. Tra sogni, entusiasmi, progettualità, qualche disinganno e un'idea comune: darsi da fare è un dovere, a chi non lesina la fatica qualcosa di buono accadrà di Riccardo Venturi

C

i sono due giovani mamme lavoratrici che partecipano al dibattito in piedi, cullando i loro bimbi di pochi mesi: Maria Chiara col piccolo Giovanni e Chiara con la piccola Maddi. C'è Marco Saporiti, 27 anni, che con i suoi piercing non immagineresti curatore della mostra sul lavoro del Meeting, e ti accorgi di quanti luoghi comuni sopravvivano nel terzo millennio. Ci sono una ventina di giovani di età media tra i 25 e i 30 anni, tutti lavoratori, le cui domande formano il cuore della mostra “Ognuno al suo lavoro”, al Meeting dal 20 al 26 di agosto, che discutono e esprimono idee. C'è Giorgio Vittadini, per tutti “Vitta”, che quando l'entropia supera il livello di guardia riprende le fila del discorso con idee chiare e voce stentorea. SInterno-notte in un orato-

PAOLO VOLPETTI DETTO "FOX"

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MARCO SAPORITI DETTO "SEIP"

rio della periferia milanese in una calda fine del lavoro. Battaglia che ci rende uniti». luglio. La mostra è in fase di preparazione e Rompe il ghiaccio, aiutata dalla temperatura, c'è bisogno di mettere a punto la sua struttuMiriam: «Ho studiato economia e dopo due ra definitiva. Fuori dalla saletta i ragazzi del stage ho iniziato a lavorare in una società di Clu (Cl Universitari) della Bovisa festeggiano consulenza. Poi ho vinto un bando del minialcuni amici che si stero degli Affari Esteri ANCHE I PICCOLI GIOVANNI E CHIARA sono laureati in ine sono andata nel MonVOGLIONO FAR SENTIRE LA LORO VOCE, gegneria cantando tenegro con l'Onu. Sono IL RISULTATO È UN CLIMA DI FESTOSA a squarciagola canti stata lì un anno, poi con E UN PO' CHIASSOSA CONDIVISIONE popolari: Chi è che il mio ragazzo abbiamo dis ch'el vin el fa mal, E col cifolo del vapore, deciso di sposarci e sono tornata. Quello in Romagna mia... Anche i piccoli Giovanni e Montenegro pensavo fosse il lavoro della mia Maddalena vogliono far sentire la loro voce, vita ma si è rivelato un po' deludente, anche se il risultato è un clima di festosa e un po' chiastuttora penso che come contenuto fosse quelsosa condivisione adatto per affrontare con il lo che volevo fare... Ma rispetto alla mia formagiusto piglio la nuova, complessa sfida del lazione ho pensato: voglio di più. Ora lavoro in voro. Come dice Vittadini, «ognuno di noi racun'altra società di consulenza». conta la sua esperienza di battaglia nel mondo Interviene Vittadini: «altro che bamboccioni! Lei per verificare è andata un anno in Montenegro!». «Quel che vedo è che ci viene chiesto sempre di più in termini di competenza, e questo credo sia un aspetto positivo. Sei spinto dal contesto a imparare continuamente, a specializzarti, anche a viaggiare: è una grandissima apertura che ci viene data e che prima non c'era. D'altro canto ci viene richiesto tantissimo, una dedizione quasi totale! A me rimane una grande curiosità, voglia di imparare, di mettermi alla prova, però penso che comunque il lavoro abbia anche un suo costo e dovrebbe avere una sua dimensione, mentre GIUDITTA SARTORI oggi si prende tutto» conclude Miriam. «L'ac-


MI SONO RESO CONTO DI QUANTO SIA DECISIVO NELLA GIORNATA IL FATTO DI LAVORARE qua sì che fa male, il vino fa cantar» si intona all'oratorio in onore dei neolaureati, e prende la parola Andrea, portavoce degli startupper senza macchia e senza paura: «Sono ingegnere civile, lavoro in una società di consulenza in ambito Oil & Gas. Un anno fa insieme a degli amici abbiamo fondato una startup nell'ambito del digital healthcare, partendo da un team di 3 persone poi allargato. Siamo seguiti da un incubatore, abbiamo coinvolto una società di elettronica in modo da sviluppare il prodotto, l'abbiamo prototipato e siamo nella fase di ricerca degli investitori per andare sul mercato. Si tratta di un prodotto che si inserisce sotto al letto per monitorare battito cardiaco, respirazione, qualità del sonno e peso, attraverso sensori simili a dischetti, sfruttando la differenza di peso e pressione tra testa e piedi». Interviene “Vitta”: «Andrea è sposato da pochi mesi, sua moglie adesso è in Indonesia, mandata dall'azienda di design per cui lavora a prendere in carico un cliente, una banca». Non una coppia ordinaria, si intende... Mentre fuori si canta «E col cifolo del vapore, la partenza de lo mio amore», interviene mamma Maria Chiara, che continua a cullare il piccolo Giovanni: «sono ingegnere e lavoro alla Snam, sono stata assunta poco dopo la laurea con un programma di formazione di 3 anni basato sulla mobilità funzionale e geografica. Ho fatto un anno e mezzo a Bari, dove ho lavorato nella costruzione delle reti dei metanodotti, poi

uno a San Donato, nei pressi di Milano, dove specializzata in Bocconi: la fantastica bolla mi sono occupata della gestione delle reti in del digital. Sono affetta da malattia di cambiaun ambito territoriale grande circa come la mento del lavoro repentino. Ho cambiato 4 Lombardia. Dopo un terzo anno di formaziolavori nel giro di 3 anni, tutti in meglio tendenne sono diventata mamma di Giovanni, l'espezialmente. Ho lavorato un po' all'estero, sono rienza più formativa di tutte. Sono prossima a andata a Los Angeles perché volevo vedere gli rientrare, non so di che morte morirò perché Stati Uniti, lì ho lavorato in una grande aziendi fatto non appartenevo a nessun ambito da alimentare italiana, in una multinazionale aziendale...». di prodotti per la cura del corpo, in un'altra Tocca a Lorenzo, un altro startupper: «ho stumultinazionale informatica. Vengo contattata diato design di prodotto, e iniziato a lavorare almeno una volta alla settimana da un head come designer in uno hunter». Perché parNON TUTTI HANNO LE CAPACITÀ studio a Milano. Poi tecipare a una mostra E LA PREPARAZIONE DI QUESTI GIOVANI, però ho ripreso il mio sul lavoro che diventa MA COME DICE VITTADINI, "CHI CE LA FA, progetto di tesi e dopo percorso, quando si PUÒ AIUTARE CHI RIMANE INDIETRO" quasi due anni ho ha una simile capacità deciso di investirci tutto, perché ho vinto un di balzare da una multinazionale all'altra in concorso nazionale abbastanza grosso che ci men che non si dica? «Ho molti compagni di ha portato un po' di soldi. Abbiamo iniziato a scuola nella mia città, Forlì, magari laureati in lavorarci full time, abbiamo fondato la società, lettere, che fanno fatica. Uno dei miei più cari e ora dovremmo uscire sul mercato. Facciamo amici, quando ho cominciato la mostra, aveva una macchina utensile per lavorazioni piane perso il lavoro e mi diceva: mi sono reso conto su materiali morbidi, legno e plastiche». di quanto sia decisivo nella giornata il fatto di E se qualcuno avesse ancora l'idea che la fleslavorare. Mi interessava fare questa mostra sibilità richiesta dal lavoro è sempre subita e per avere uno sguardo di più ampio respiro» mai agita, eccogli servita la storia di Federica, dice Federica. Non tutti hanno la capacità e la mentre all'oratorio si intona «Romagna mia»: preparazione di questi giovani. Ma come dice «lavoro in una società di consulenza, dove mi Vittadini, «se qualcuno ce la fa, allora può aiuoccupo di digital marketing, in cui mi sono tare chi rimane indietro».

GIACOMO FINOTTO DETTO "JECK"

MARIA CHIARA PADOVANI DETTA "MERIA"

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«SE ANDIAMO AVANTI A FARE I NOSTALGICI, SIAMO FINITI» Parla Giorgio Vittadini: «Abbiamo ormai due Italie, da una parte c'è quella di chi si sbatte dalla mattina alla sera, dall'altra quella di chi si è dato per vinto. Formare il capitale umano è cruciale» di Sergio Luciano

«SE NON RECUPERIAMO IL SENSO DEL LAVORO, OGGI, E SE INVECE ANDIAMO AVANTI A FARE I NOSTALGICI… COME ITALIANI SIAMO FINITI»: quando Giorgio Vittadini, professore Ordinario di statistica all’Università di Milano Bicocca e presidente della Fondazione per la Sussidiarietà, conferma il nesso evidente che c’è tra il titolo generale del Meeting di Rimini 2017 – “Quello che tu erediti dai tuoi padri, riguadagnatelo, per possederlo” – e una mostra di particolare rilievo nel contesto della settimana riminese: “Ognuno al suo lavoro - Domande al mondo che cambia”. «La mostra sviluppa il titolo», spiega, «il lavoro è il principale aspetto attraverso cui ciascuno di noi si rapporta alla realtà. La mostra si focalizza innanzitutto sull'aspetto soggettivo del lavoro, sull'esperienza personale che ne fanno i protagonisti, giovani e anziani, top manager e profili più operativi, lavoratori a tempo indeterminato e temporaneo. Le domande poste riguardano temi come l'opportunità di crescita personale che la scelta professionale ha rappresentato, i fallimenti e i successi attraversati, i principali cambiamenti di rotta intrapresi, il rapporto tra vita professionale e vita privata. Inoltre vengono offerti alcuni dati di contesto che mostrano i grandi cambiamenti in atto nel mondo del lavoro, e che lo rendono sempre meno un posto fisso e sempre più

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un percorso: l’innovazione tecnologica, la globalizzazione, la pressione della crisi economica». «DOMINA UNA NON-IDEOLOGIA, MATERIALISTA, ALLA BASE DEL MECCANICISMO, DELLA VISIONE DELL’UOMO COME ROBOT»

Nell’insieme, questi titoli evocano una forte responsabilizzazione dell’individuo rispetto al suo lavoro, da fare o da cercare. Come mai? Ormai abbiamo due Italie: da una parte, c’è gente che si sbatte dalla mattina alla sera nel lavoro; dall’altra, gente che è vinta, che è per esempio “neet”, non lavora e non studia. Due Italie, ormai, che non sono più una al Nord e l’altra al Sud, sono trasversali. Se ne parla troppo poco. Dopo la fine delle ideologie tradizionali ne domina un’altra. Più che un'ideologia è una prassi, materialista e consumista, ed è alla base del neoliberismo che sta frenando lo sviluppo. Vista da un altro punto di vista, è alla base della riduzione dell’uomo a robot. Già: i robot. Un altro incubo. Si parla tanto del problema dei robot che diventano intelligenti, ma in realtà è l’uomo che è diventato un robot. Si studiano

economia, sociologia, politica come se fossero fisica e chimica, senza considerare l'apporto del fattore umano. Si perseguono progetti che devono essere replicabili e per esserlo non devono includere l’uomo. La Banca mondiale ha finanziato un progetto della Fondazione Umano Progresso di Angelo Abbondio per la ricostruzione delle favelas a Bahia che è riuscito brillantemente ed ha comportato anche la costruzione di una realtà sociale ricca, con punti di formazione e di recupero della marginalità, luoghi in cui i ragazzi hanno iniziato ad andare più volentieri che a scuola. Ebbene: la Banca mondiale ha affermato che tale progetto non è replicabile perché c’è di mezzo l’uomo, come se altrove non fosse possibile educarlo. Un’idiozia figlia di questa impostazione neoliberista e tecnologicoscientista sopravvissuta ai disastri del Novecento. La mostra presenta anche molti dati… Sì, e i dati riclassificati dal professor Mario Mezzanzanica dimostrano appunto che ci sono due mercati del lavoro: uno quello dei vinti, irredimibile, rispetto al quale invece di cercare di stimolare la responsabilità verso il lavoro si ipotizzano soluzioni peraltro imprecise come quella del reddito di cittadinanza, una forma di assistenzialismo di Stato che nessuno sa come finanziare,


TAGLIARE LE TASSE A CHI CREA LAVORO, A CHI ESPORTA E A CHI INVESTE. AGLI ALTRI NO mentre si dà per scontata la rinuncia all’idea che la gente lavori. Per la precisione, si va dai sussidi solo passivi al mercato del lavoro fino al reddito di cittadinanza.

E come inquadra in questo contesto, il Jobs Act? Constato che se riconosci a qualcuno un contratto che definisci a tempo indeterminato ma dopo 3 anni puoi rescinderlo con pochi soldi, non hai fatto un contratto a tempo indeterminato. Il mercato del lavoro, per me, non è quello invocato dalle multinazionali che vogliono sempre più flessibilità per poter licenziare liberamente, ma è quello che si impegna a valorizzare e fidelizzare in modo intelligente i suoi lavoratori, cercando di creare quanta più occupazione possibile. In

una era di competizione globale è premiato chi migliora la qualità, non chi punta tutto sulla diminuzione dei costi. Chi vuol restare sul mercato deve investire esportando, non ricorrendo agli stage uno dietro l’altro o risparmiando rinunciando ad assumere i laureati perché costano. Bisogna tagliare le tasse a chi crea occupazione, esporta e investe. E gli altri no.

che emigra negli Usa. Insomma non s’investe nel capitale umano? È ancora una volta un tassello della generale incapacità di percepire la crucialità del fattore umano. Per tanti economisti, tutto si costruisce su una pretesa capacità del mercato di autoregolarsi che non c’è. Io la mano invisibile del mercato che provvede al benessere collettivo non l’ho mai vista.

Intanto si agevolano fiscalmente solo gli Se Rimini ragionerà in questi termini, che investimenti tecnologici… lettura si attende che ne verrà data? E a parte le ultime agevolazioni, se compri Prevarrà ancora una lettura sociologicaun macchinario lo ammortizzi mentre se politica, perché si va ancora avanti a stereotipi, mandi un tuo dirigente a studiare in un a semplificazioni invece di individuare nei master internazionale non ammortizzi niente. singoli “io” il futuro del Paese. E su questa Perché? Perché siamo ancora incapaci di capire deriva s’innesta, oggi, anche il tema politico che il fattore umano è la chiave del successo della Seconda Repubblica, quella dell’ioper l’impresa. Siamo leader che persegue «SIAMO ANCORA FERMI ALL’INCAPACITÀ ancora fermi a il contatto diretto DI PERCEPIRE IL FATTORE UMANO non capire che la con l’elettore, COME CHIAVE DI SUCCESSO qualificazione in facendo fuori i corpi PER L’IMPRESA» termini di istruzione intermedi. Si vuol fare del capitale umano è il fattore più rilevante democrazia parlando col singolo isolato: ma per l’occupazione. Una grave responsabilità questo è il modello del Grande Dittatore di ce l’hanno anche quegli opinionisti che Chaplin. Senza una aggregazione che lo tuteli, hanno attaccato l’università italiana buttando il singolo io è come l’animale isolato preso in via il bambino con l’acqua sporca, senza giro nella fattoria degli animali di Orwell dai considerare che producono ancora ottimi nuovi leader, i maiali che sono "più uguali laureati. In Italia abbiamo l'8% dei laureati degli altri" ma sono ancora maiali. È sempre

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XXXVIII MEETING PER L’AMICIZIA FRA I POPOLI 20-26 AGOSTO 2017, FIERA DI RIMINI, #MEETING17

“OGNUNO AL SUO LAVORO - DOMANDE AL MONDO CHE CAMBIA” PAD. B1 - IL PROGRAMMA DEI DIALOGHI NELL'"ARENA"

DOMENICA 20 AGOSTO

l’idea del Grande Fratello che si traveste da democrazia. Che non vuole servire il bene delle persone, ma usarle. Sono tutte parodie – la Fattoria degli Animali, il Mondo Nuovo, Farenheit 451 – in cui il nuovo potere non dice mai di essere dittatura, ma afferma al contrario di volerti difendere da qualcosa o qualcuno. Come Pol Pot o Mao Tse Tung che volevano distruggere i libri e la cultura perché dicevano fossero nocivi... Come dice invece, giustamente, Luciano Violante, bisogna stare molto attenti a distinguere la semplificazione dalla banalizzazione. Un mondo complesso non può essere banalizzato: è e resta complesso. Bisogna che questo concetto sia molto chiaro. La mediazione è positiva, se no è banalizzazione. Un'ultima cosa: va bene la responsabilizzazione dell’Io rispetto al lavoro. Ma la protezione sociale di chi resta indietro, di chi non ce la fa? Un esempio positivo l’ha portato la Cisl, provando a seguire i lavoratori anche quando non sono dipendenti di una fabbrica. Si vede bene quanti lavoratori in situazioni non "canoniche" hanno bisogno di aiuto. La protezione sociale oggi è ancor più fondamentale di ieri, ma la si costruisce prendendo il singolo per mano, guardando alla sua situazione specifica, non affidandolo genericamente alle prassi del comitato unitario di base. E poi comunque occorre combattere contro le ingiustizie, che sono diffuse, in tutti gli ambienti: gli avvocati che non pagano i loro praticanti fanno caporalato. Chi paga 2 euro a consegna i fattorini che distribuiscono le pizze, fa caporalato. Anche certe tariffe per sottopagare gli articoli sui giornali: nient'altro che caporalato.

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h. 12.30 LA CRESCITA PROFESSIONALE E LA REALIZZAZIONE NEL MONDO DEL LAVORO dialogo con Giacomo Finotto, Marketing Specialist; Carlo Fumagalli, Maintenance Manager @ SEA Aeroporti Milanesi. Introduce Francesco Seghezzi. h. 18.30 I CRITERI DELLA SCELTA DEL PERCORSO LAVORATIVO dialogo con Lorenzo Frangi, Startupper, CEO e Co-Founder @ Springa; Alberto Busnelli, Direttore HR @ BASF. Introduce Pietro Olivieri.

LUNEDI' 21 AGOSTO

h.12.30 I CRITERI DELLA SCELTA DEL PERCORSO LAVORATIVO dialogo con Giampiero Casertano, Fumettista Dylan Dog @ Bonelli Editore; Alessandro Rota, Presidente Coldiretti Milano & Titolare Azienda Agricola. Introduce Giuditta Sartori h. 18.30 Arena “OGNUNO AL SUO LAVORO - Domande al mondo che cambia” – Pad. B1 MEN AT WORK: Canzoni in corso con Walter Muto & Carlo Pastori; Ermens Angelon batteria e percussioni

MARTEDÌ 22 AGOSTO

h. 12.30 IL RUOLO DELLA FORMAZIONE E DEL MAESTRO dialogo con Giacomo Pastori, Docente di Scienze Motorie; Mario Alvisi, Head of Operations @ Abarth. Intr. Marco Saporiti h. 18.30 INNOVARE RISPETTO AL PRESENTE dialogo con Tommaso Minola, Assistant Professor & Director @ CYFE; Stefano Sala, CEO @ Gruppo Per. Introduce Maria Chiara Padovani

MERCOLEDÌ 23 AGOSTO

h. 12.30 IL RUOLO DELLA FORMAZIONE E DEL MAESTRO dialogo con Francesco Seghezzi, Direttore @ Fondazione ADAPT; Mario Saporiti, Presidente @ Fondazione Alamo. Introduce Giacomo Finotto h. 18.30 LA CRESCITA PROFESSIONALE E LA REALIZZAZIONE NEL MONDO DEL LAVORO dialogo con Massimo Dell’acqua, Managing Director @ Trussardi; Andrea Montanaro, Manager Consultant & Startupper. Introduce Marco Saporiti

GIOVEDÌ 24 AGOSTO

h. 12.30 INNOVARE RISPETTO AL PRESENTE dialogo con Francesco Cassese, Owner @ Miror Consulting; Giovanni Zennaro, Startupper, CEO @ MOZE. Intr. Andrea Montanaro h. 18.30 Arena “OGNUNO AL SUO LAVORO - Domande al mondo che cambia” – Pad. B1 UN "IO" AL LAVORO dialogo con Marina Salamon, Presidente @ Doxa; Luca Martellosio, Direttore Tecnico @ SVS. Introduce Marco Saporiti

VENERDÌ 25 AGOSTO

h. 12.30 CONCILIARE LAVORO E VITA PRIVATA dialogo con Filippo Zanetti, Supply Chain Expert & Business Angel; Alessandra Vitez, Responsabile Ufficio Mostre @ Meeting per l’Amicizia tra i Popoli. Introduce Lorenzo Frangi h. 18.30 IL FALLIMENTO COME OPPORTUNITÀ dialogo con Paolo Piccinini, Graphic Designer @ FUD; Giovanni Brambilla, Direttore @ Nuova Pasticceria. Introduce Giuditta Sartori



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ROSARIO RASIZZA, AMMINISTRATORE DELEGATO E FONDATORE DI OPENJOBMETIS

GESTIRE L’IMPRESA. IL LAVORO Il buon andamento dell’economia è funzione diretta della buona gestione delle imprese: ed è di questo tema, in tutte le sue articolazioni che si occupano queste pagine. In questo numero, parliamo dei cambiamenti nel mondo del lavoro e delle sue nuove sfide. Con l’aiuto di manager, formatori, liberi professionisti

34 LE COMPETENZE CERTIFICARE I NUOVI MESTIERI: IL PROGETTO FEDERMANAGER

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I MODELLI INTERVISTA A LUISA TODINI, L’EX PRESIDENTE DELLE POSTE

38 IL RECRUITING I TALENT DAYS DI HRC: GIOVANI E LAVORO SI INCONTRANO

«CON LA FORMAZIONE SI VINCE MA VA FATTA A MISURA D’AZIENDA» Intervista con Rosario Rasizza, fondatore e amministratore delegato di Openjobmetis, unica agenzia per il lavoro quotata in Borsa, e presidente di Assosomm: «Il nostro è un approccio concreto» di Luigi Orescano

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a formazione del personale è tutto, rare la formazione come un vestito su misunell’epoca dell’instabilità e del cambiara, cucito addosso alle esigenze di ciascuna mento vorticoso che stiamo vivendo. Ma se azienda, perché ci si trovi bene sin dal priè formazione astratta non serve a niente. mo momento. Dunque per noi il coinvolgiQuella che funziona va fatta su misura. Ne mento diretto e impegnato dell’azienda è è convinto Rosario Rasizza, amministratore fondamentale, il che è una cosa ben diversa delegato e fondatore di Openjobmetis, unidalla formazione generica e trasversale, che ca agenzia per il lavoro quotata in Borsa a può anche andare bene in alcuni casi, di forMilano nonché presidente di Assosomm, mazione preliminare, ma certo non è quel associazione che riunisce circa trenta tra le che occorre per soddisfare le esigenze proaziende più dinamiduttive di un’impresa «FORMIAMO DAGLI ADDETTI che del settore: “Ci quando si pongono ALLA PASTICCERIA PER LA GRANDE sono mestieri che si operativamente». DISTRIBUZIONE, AI PROGRAMMATORI ritiene stiano moQualche esempio? IN JAVA PER IL MACHINE LEARNING» rendo e non è affatto Seguendo il concetto vero, possono offrire ancora tanto perché dei megatrend noi miriamo a spaziare dai c’è richiesta di specialisti ma non se ne trocorsi apparentemente più tradizionalisti a vano, e noi li formiamo. E ci sono mestieri quelli più innovativi. Pensiamo agli addetti nuovi, pieni di opportunità, per i quali è andella grande distribuzione per le attività nei cor più difficile trovare personale formato. reparti di pasticceria, panetteria, salumeria, L’importante è progettare la formazione con sono figure introvabili. O ancora gli antichi un approccio concreto”. mestieri per i calzaturifici del distretto di Cosa intende, presidente Rasizza? Prato. E contemporaneamente pensiamo a «Posso dirle come abbiamo scelto di prosettori innovativi, come la programmazione cedere noi di Openjobmetis, quale modello in Java per il machine learning, cioè l’ultisosteniamo in Assosomm: quello di struttumissima generazione dell’attività informati-

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GESTIRE L’IMPRESA/LAVORO

GIULIANO POLETTI MINISTRO DEL LAVORO E POLITICHE SOCIALI

ca 4.0. O ancora un corso talmente specifico che ci ha permesso di vincere un premio molto gratificante…». Che corso? Il primo corso italiano di guida di droni, a Castiglion Fiorentino. La formazione sui droni era riservata a persone diversamente abili, una categoria che ha caratteristiche specifiche, ovviamente, con specifiche problematiche, che ha trovato un’opportunità in più. E il premio, patrocinato dal Ministero della Difesa e dall’Enac, è stato il ‘Roma Drone Award 2017’, la prima edizione di un riconoscimento che intende premiare quelle aziende e realtà che sono state in grado di favorire lo sviluppo dell’impiego degli ‘Aeromobili a Pilotaggio Remoto’, cioè Apr, come si definiscono in sigla italiana i droni, sia nell’ambito civile che in quello militare. Quindi il consiglio che date alle aziende clienti? Quello di costruire insieme con noi i contenuti dei corsi di formazione: si acquista un netto vantaggio competitivo, procedendo così. Quanto investite in formazione? Come Openjobmetis, nel 2016 abbiamo investito in formazione oltre 10 milioni di

euro. Nei primi 5 mesi del 2017 abbiamo già superato i 6 milioni e mezzo. Funziona il fondo Forma.Temp? Io lo considero un istituto bilaterale efficiente. E’ una prerogativa del nostro mercato e di quello francese, sovraintende appunto alla formazione ottimale dei lavoratori da fornire loro prima di inviarli in missione presso le aziende clienti, colmando così le possibili lacune tecniche che dovessero avere. Di anno in anno gli investimenti delle agenzie per il lavoro nel fondo sono cresciuti, oggi corrispondono a circa il 2% del fatturato di ciascuna azienda, e quindi su 6 miliardi di fatturato il settore ha investito l’anno scorso quasi 120 milioni in formazione. COSTRUENDO INSIEME CON NOI I CONTENUTI DEI CORSI DI FORMAZIONE LE IMPRESE ACQUISTANO UN NETTO VANTAGGIO COMPETITIVO

Tornando ai corsi, come vi vengono le idee tematiche? Mah, nel modo che consideriamo più ovvio e pratico, e quindi giusto: rilevando le esigenze del mercato, e soddisfacendole! Abbiamo da sempre strutturato la nostra azienda come se fosse innanzitutto una rete di rilevazione delle esigenze del mercato, grazie al modo di lavorare della nostra rete commerciale che si rapporta con la clientela in modo professionale e con un approccio rivolto al servizio. Se rileviamo un’esigenza oggettiva, inventiamo il corso che possa soddisfarla. Altrimenti no: idee astruse preferiamo non imporle a nessuno. E abbiamo sempre constatato che la miglior redemption in termini di future assunzioni stabili si ottiene

Forma.Temp 2016, gli investimenti di Openjobmetis PROFESSIONALI INCARICO € 7.904.038,34

BASE

N.CORSI PARTECIPANTI 419

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INCARICO € 318.001,13

ON THE JOB

N.CORSI PARTECIPANTI 186

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TI EBIREF

FORMA.TEMP TEMPI INDETERMINATI 30

INCARICO € 162.465,63

INCARICO € 481.947,53

CONTINUA

N.CORSI PARTECIPANTI 642

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TI PROFESSIONALIZZANTI

N.CORSI PARTECIPANTI 43

proprio quando nella fase d’impostazione della formazione e addirittura nella progettazione del corso c’è stata la massima partecipazione dell’azienda cliente. E dunque lei dice che il sistema funziona? «In generale funziona bene il mondo Forma. Temp, noi siamo poi convinti della validità del nostro metodo. Anche nelle ultime riunioni di categoria è emerso che i lavoratori somministrati sono in media quelli meglio formati grazie alle opportunità dei corsi Forma.Temp e alle logiche operative che li caratterizzano grazie al collegamento con le esigenze della somministrazione. Nell’ultima assemblea in particolare veniva fuori che i lavoratori somministrati sono realmente ben formati, ed hanno buona opportunità con i corsi Forma.Temp. Proprio perché logiche snelle in quanto collegate alla somministrazione. E le aziende vi seguono in questo vostro metodo? Assolutamente sì: il loro desiderio, e il loro bisogno, è che i migliori siano i loro addetti. In tutti i settori e nell’Information technogy in particolar modo. E poi oggi un’azienda, quando ha bisogno di una risorsa per una mansione particolare non ha più il tempo per formarla direttamente: ne ha bisogno di una già pronta ed efficiente. Le piace, questo vostro modo di lavorare, si vede… Be’, sì: siamo orgogliosi di poter fare bene quest’attività, e di essere l’unico settore che autogenera i fondi per la formazione. Usiamo soldi nostri, soldi immediatamente fruibili, e per questo non dobbiamo fare trafile burocratiche per utilizzarli come riteniamo sia giusto…

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INCARICO €869.976,00

N.CORSI PARTECIPANTI 33

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INCARICO € 228.060,00

N.CORSI PARTECIPANTI 10

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TI AFFIANCAMENTI INCARICO €96.677,43

N.CORSI PARTECIPANTI 110

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Il Forma.Temp un meccanismo davvero utile per i giovani

L

a strutturazione delle agenzie per il lavoro (in sigla, Apl) voluta dalla legge è sicuramente una delle innovazioni più serie nella normativa italiana del settore: tanto seria, che meriterebbe una ben più vasto utilizzo. Ma tra le ragioni dell’impiego ancora inferiore alle medie europee che le imprese italiane fanno delle Apl c’è probabilmente proprio questa loro serietà, che offre garanzie qualitative sia ai lavoratori che alle stesse imprese, a fronte però di un costo superiore rispetto ai contratti atipici spesso preferiti. Ma è appunto un costo che nasce da ragioni precise e “qualitative”. Per esempio l’iscrizione obbligatoria delle Apl al Forma.Temp, che è il Fondo per la formazione e il sostegno al reddito dei lavoratori in somministrazione, costituito sotto forma di libera associazione e senza fini di lucro. Sono soci del Fondo le due Associazioni di rappresentanza delle Agenzie per il Lavoro – ApL (Assolavoro e Assosomm), le Organizzazioni Sindacali dei lavoratori somministrati (FelSA-Cisl, Nidil-Cgil, UilTem.p@) e le tre Confederazioni Sindacali (Cgil, Cisl e Uil). Il fondo riceve e gestisce il versamento del connesso contributo previsto pari a 4% delle retribuzioni lorde dei lavoratori assunti con contratto a tempo

LA SOMMINISTRAZIONE PRODUCE OCCUPAZIONE STABILE A vent’anni dalla loro istituzione, le agenzie per il lavoro sono tra le protagoniste più qualificate del mercato e la fotografia che ne ha recentemente dato il rapporto «I primi 20 anni del lavoro in somministrazione in Italia» voluto dall’Inapp (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche) con The European HouseAmbrosetti e Assosomm lo dimostra. Nel corso del 2016, in totale, sono stati 615mila i lavoratori

determinato e a tempo indeterminato in somministrazione. Le risorse economiche disponibili per il finanziamento delle attività formative e di integrazione al reddito afferiscono ad un conto individuale proprio di ogni Agenzia per il Lavoro. IL FONDO RICEVE E GESTISCE IL VERSAMENTO DI UN CONTRIBUTO PARI A 4% DELLE RETRIBUZIONI LORDE DEI LAVORATORI ASSUNTI

Queste risorse che nel 2016 sono ammontate complessivamente a ben 178 milioni di euro possono essere utilizzate dalle Apl per molti scopi: formazione di base sulla sicurezza, le lingue, l’informatica e la ricerca attiva del lavoro; formazione professionale, sia in aula che “on the job”; formazione continua e ancora qualificazione e riqualificazione professionale, accompagnamento alle cosiddette “Pal Ti” (cioè le politiche attive del lavoro a tempo indeterminato), integra-

Primi 5 mesi 2017 - Dati Nazionali

N° CORSI

19.668 ORE

793.582

in somministrazione in Italia pari al 3,5% dell’occupazione complessiva. Un trend di crescita positivo dopo il rallentamento subito negli anni della crisi. Negli ultimi anni la somministrazione ha visto aumentare la quota dei lavoratori nelle fasce di età più alte. Gli ultraquarantenni sono passati dal 20% al 33%, gli over 50 sono raddoppiati, dal 5 all’11%. Integrazione anagrafica, dunque, ma anche sociale: 2 lavoratori

N°ALLIEVI

123.025

su 10 sono stranieri, rispetto a una media di 1 su 10 nell’occupazione in generale. La ricerca ha evidenziato anche la funzione efficace di accompagnamento al lavoro (a 48 mesi dall’attività di lavoro svolta in somministrazione il 71% dei lavoratori risulta impiegato) e di rafforzamento delle competenze (quasi il 40% ottiene attività formative contro il 6,5% della generalità degli occupati) assicurata dalle agenzie.

zione al reddito e altro ancora. Le Agenzie per il Lavoro che vogliano utilizzare i fondi Forma.Temp per il finanziamento di progetti formativi devono presentare al Fondo una scheda progetto attraverso il software gestionale dedicato. Forma.Temp valuta tutti i progetti sia in fase di presentazione (ex ante) sia in fase di rendicontazione. Inoltre, il Fondo, svolge un’attività di monitoraggio qualitativo a campione sui corsi realizzati, sia durante lo svolgimento degli stessi (monitoraggi in itinere), sia successivamente alla rendicontazione degli stessi (monitoraggi ex post). In caso di rilevazione di irregolarità Forma.Temp applica i provvedimenti sanzionatori previsti dal Vademecum. Per la realizzazione dei loro progetti formativi le ApL possono avvalersi di un soggetto attuatore che abbia le caratteristiche descritte nel Dispositivo di Accreditamento di Forma.Temp.

2017

VALORE IN EURO

101.192.827 31


GESTIRE L’IMPRESA/LAVORO I MODELLI

Programmare “a oggetti” o in Java: si impara così

C

orsi “su misura” dell’impresa committente: in ossequio a questa filosofia di fondo, Openjobmetis - la prima e unica Agenzia per il Lavoro quotata oggi alla Borsa Italiana – ha selezionato nei mesi scorsi 24 giovani talenti per corsi di formazione volti all’inserimento in due importanti realtà del settore Information and Communications Technology: Ags SpA, società italiana qualificata nell’offerta di competenze, servizi, progetti e soluzioni informatiche all’avanguardia, e Xtphere, società dell’Ict (Information communication technology) che assiste le imprese nel valorizzare al meglio le nuove tecnologie implementando soluzioni innovative sulle prin-

cipali piattaforme tecnologiche presenti sul mercato. Per Ags SpA, il corso è stato aperto a laureandi o laureati in ambito informatico, con una votazione minima di 90/110. Sono stati coinvolti in prima persona nello sviluppo di applicativi e App e gli è stata offerta un’assunzione a tempo indeterminato. Tra gli altri requisiti richiesti, oltre a un buon livello d’inglese, era però necessario aver sostenuto alcuni esami specifici come programmazione a oggetti e/o Java. Il progetto formativo di Xtphere è stato aperto a neo laureati o neo diplomati in materie informatiche che avessero sviluppato una pregressa conoscenza di programmazione di oggetti.

Rinnovare l’antico mestiere delle calzature

si sono cimentati nella realizzazione delle scarpe femminili. «Siamo stati orgogliosi di replicare anche per il 2017 questo percorso di formazione specializzata dedicato ai giovani» ha commentato Elena Giorgi, Team Leader di Openjobmetis: «Dopo il successo delle precedenti edizioni, abbiamo effettuato quest’anno la quinta edizione del corso. Il nostro obiettivo, in questo come in altri settori, è da un lato supportare le aziende simbolo del Made in Italy, come in questo caso i produttori calzaturieri, e dall’altro lato offrire concrete opportunità di apprendimento dei fondamenti teorici e pratici del

mestiere a tutti coloro che desiderano oggi affacciarsi a un mestiere così antico. La formazione è del resto uno dei capisaldi della nostra attività».

I

l settore calzaturiero: vecchio come il mondo, eppure sempre nuovo e “sfidante”. Openjobmetis ha sviluppato un’articolata iniziativa formativa a Prato, una delle “culle” dell’arte calzaturiera in Italia, permettendo ai partecipanti di toccare con mano tutte le fasi della lavorazione artigianale delle calzature. In particolare, quest’anno i corsisti

U

Se la disabilità non pregiudica il pilotaggio dei droni 32

n corso gratuito di pilotaggio di droni ideato per persone diversamente abili: una prova, straordinariamente ben riuscita, di come la diversità possa trasformarsi in opportunità, e l’iniziativa è valsa a Openjobmetis il premio “Roma Drone Award 2017”, assegnato durante l’ultimo “Rome Drone Campus 2017”. Un riconoscimento che premia quelle aziende e realtà che sono state in grado di favorire lo sviluppo dell’impiego di APR (Aeromobili a Pilotaggio Remoto) in ambito civile e militare in Italia. «Siamo stati particolarmente orgogliosi di ricevere questo premio a riconoscimento di un’iniziativa così speciale», ha detto Biagio

La Porta, direttore commerciale di Openjobmetis, che ha ritirato il premio insieme a Roberta Di Luccio, Responsabile dell’Ufficio Forma.Temp dell’azienda: «E’ un’ulteriore conferma dell’impegno di Openjobmetis nel saper promuovere attività formative senza precedenti, e della loro validità. La diversità non necessariamente impedisce di intraprendere un lavoro ma anzi, come in questo caso, è l’esempio di come si possa trasformare in valore aggiunto, per le caratteristiche del personale e della materia. Una sfida pionieristica che ha saputo anticipare le esigenze del mercato in settori nuovi e specifici».



GESTIRE L’IMPRESA

I nuovi mestieri (non solo web) che occorre “certificare” Federmanager promuove “Be Manager”, un progetto di certificazione delle competenze manageriali che vengono verificate da RINA Services

INNOVATION MANAGER

una cultura manageriale, la vera domanda da porsi non è se i robot ci ruberanno il lavoro oppure se andremo a trovare all’estero lavoratori più a buon mercato. La vera domanda è se saremo in grado di formare e trattenere competenze qualificate qui in Italia, pagarle il giusto e valorizzarle nei ruoli e nelle responsabilità. Solo così potremo ottenere il risultato di una crescita economica sostenibile», dice Ettore Cambise, ingegnere del team per il progetto di certificazione delle competenze manageriali “Be Manager”, messo in campo da Federmanager. Be Manager è un piano di intervento per la certificazione del bagaglio di conoscenze, esperienze e abilità personali che, nel rispetto del disciplinare redatto da Federmanager, assegna al manager un bollino di garanzia, rilasciato dopo un percorso di verifica e valutazione da RINA Services Spa, ente certificatore autonomo dell’iniziativa.

1. PENSIERO INNOVATIVO 2. APERTURA ALLA CONTAMINAZIONE CULTURALE E ORGANIZZATIVA

3. DIGITAL SKILLS E COMPETENZE ICT 4. LEAN MANAGEMENT 5. SENSIBILITÀ PER LA DIGITAL BRAND AWARENESS E REPUTATION

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I profili certificabili sono quattro: Innovation Manager, Manager di Rete, Export Manager e Temporary Manager. Sono figure manageriali che, in base alle valutazioni Federmanager, sono necessarie al tessuto produttivo italiano per essere competitivo su scala internazionale nell’era 4.0. Dall’avvio del Piano, in poche settimane sono state aperte 117 pratiche di candidati che si stanno sottoponendo alle fasi di assessment. Ben 50 manager si sono candidati per la figura dell’Innovation, 51 per il Temporary Manager, 13 come Export e 3 come Manager di Rete. Nel corso del biennio 2017-2018 Federmanager punta a certificarne 300: obiettivo ambizioso poiché l’esito del percorso, ferreo, non èscontato. «La certificazione delle competenze è un trend affermato in tutto il mondo. Noi lavoriamo secondo standard internazionali e secondo un principio di autonomia rispetto

TEMPORARY MANAGER

SKILLS

ispetto ai tempi di “The end of work” di Jeremy Rifkin, il dibattito sul futuro del lavoro si è infittito di protagonisti. Se molti sostengono che l’automazione impatterà sfavorevolmente sui livelli occupazionali, è pur vero che altre stime parlano di 85.000 nuovi posti di lavoro con specializzazione in ICT nel triennio 2016-2018 solo nel nostro Paese. Secondo l’Osservatorio delle competenze digitali 2017 sono almeno due le criticità da superare. Lato azienda, non soddisfa l’offerta interna di formazione o aggiornamento verso competenze digitali, con una diffusione della cultura digitale a macchia di leopardo nel Paese. In secondo luogo, lato domanda, cresce il fabbisogno di laureati con competenze strategiche e in aree tecnologiche, ma in circa la metà dei 4.362 corsi di laurea non è prevista nessuna formazione ICT. «In un Paese che soffre la mancanza di

SKILLS

R

a cura della Redazione

1. FIUTO PER NUOVE ATTIVITÀ E PRODOTTI 2. CRISIS MANAGEMENT 3. GESTIONE DEI PASSAGGI GENERAZIONALI 4. CAPACITÀ DI ANALISI ED INDIVIDUAZIONE DI SOLUZIONI 5. CAPACITÀ DI INNOVARE l’ORGANIZZAZIONE INTERNA


DI STEFANO CUZZILLA, PRESIDENTE FEDERMANAGER

S

i è scoperto di recente che gli italiani guadagnano meno di vent’anni fa e, secondo il World Outlook del Fondo monetario internazionale sul nostro Paese, sono due i fenomeni che remano contro: globalizzazione e innovazione tecnologica. Essere manager in questo contesto significa maturare esperienza e competenze tecniche e trasversali, assumendosi la responsabilità di essere leader di una trasformazione evolutiva del modo stesso di fare industria. Nulla è come prima, e molto di quello che vedremo in futuro ci troverà inevitabilmente impreparati. Non saremo competitivi se, a partire dalla questione del lavoro, continueremo con logiche di livellamento al ribasso. È ora, piuttosto, che si riconosca il valore del merito e che si premi, anche nelle retribuzioni, chi prende decisioni ogni giorno assumendosene rischi e responsabilità. Per questo bisogna fare un lavoro culturale enorme, sulle persone, sulle imprese, sugli ecosistemi socio-economici. Solo se si comprenderà che l’investimento in risorse umane è il principale investimento da fare, allora

questo Paese avrà una speranza di crescita misurabile e strutturale. È un investimento che noi stiamo sostenendo come corpo sociale, mettendoci nostre risorse e stimolando la bilateralità con le Organizzazioni di rappresentanza aziendali. Ma questo deve diventare un obiettivo di tutti: del governo, delle istituzioni anche locali e soprattutto delle imprese. Secondo un nostro studio, il 65% delle PMI è consapevole che la sfida dell’innovazione e della competitività si vince con figure manageriali in grado di gestire il cambiamento. Al primo posto degli interventi da avviare, è significativo che gli imprenditori abbiano indicato la formazione del personale. Pertanto, la politica economica è chiamata a facilitare l’operare dei meccanismi di mercato che possono (almeno parzialmente) compensare il formarsi della disoccupazione tecnologica, agevolando l’inserimento nelle piccole e medie imprese italiane di un management in grado di cavalcare il cambiamento. Va accelerata la fase 2 del Piano Calenda: è arrivato il momento di integrare gli interventi su Industria 4.0 con un Piano sul Lavoro 4.0, che preveda investimenti pubblici e/o misure di agevolazione fiscale che sostengano l’investimento in managerialità. Non è un punto di vista corporativistico: in un panorama così incerto, con le smart factory che sono già una realtà, l’inserimento di figure manageriali è un primo passo per la tenuta delle performance della nostra industria, con tutte le ripercussioni positive, anche in termini occupazionali, che questo comporta.

MANAGER DI RETE

1. ESPERIENZA E FORMAZIONE INTERNAZIONALE 2. CAPACITÀ RELAZIONALI E LINGUISTICHE DI SPICCO 3. SUPPLY CHANGE MANAGEMENT 4. CONOSCENZA DELLE STRATEGIE DI MARKETING 5. PADRONANZA DELLA LEGISLAZIONE E DELLE NORME DI

LEADERSHIP POSITIVA

PAESI ESTERI

5. STRATEGIA DI SVILUPPO E CREAZIONE DI VALORE

SKILLS

EXPORT MANAGER

«Serve subito un piano di lavoro 4.0»

SKILLS

alle parti coinvolte. Questo perché sappiamo che questo genere di attestazione indipendente è sempre più richiesta dalle imprese che si sentono maggiormente tutelate negli investimenti in alte professionalità», spiega Sauro Gazzoli, direttore di RINA Services. Il processo valuta e attesta le conoscenze specialistiche e trasversali, oltre alle esperienze professionali e le caratteristiche personali. Skills di natura tecnologica si affiancano a soft skills quali pensiero critico, creatività, intelligenza emotiva, capacità di leadership e di gestione del cambiamento. Ma «la certificazione non va confusa con la formazione, che semmai va fatta prima», precisa Gazzoli. «Noi ci prendiamo la responsabilità di verificare le caratteristiche che un manager deve avere per qualificarsi in una delle 4 figure professionali del disciplinare Federmanager ed indichiamo quali competenze vanno rafforzate». Il resto, poi, lo fa il mercato. «È un errore pensare che basti rafforzare le competenze digitali», chiarisce Cambise. «Questo è un pre-requisito che non esaurisce la sfida. La digital transformation investe i processi di funzionamento e non solo gli apparati e le tecnologie. È una questione manageriale». Oltre a finanziare la certificazione “Be Manager”, l’Organizzazione ha predisposto altri 2 interventi: uno di formazione manageriale, attraverso lo Short Master di Federmanager Academy, e uno mirato sulle imprese attraverso una “task force” di digital transformation manager della società CDi Manager, che diagnostica il fabbisogno digitale e facilitare l’adozione di eventuali correttivi (altre info su: www.industry40.federmanager.it).

1. SPICCATA CAPACITÀ RELAZIONALE ED EMPATICA 2. ATTITUDINE ALLA MEDIAZIONE E COOPERAZIONE 3. PROJECT MANAGEMENT E PROBLEM SOLVING 4. CAPACITA’ DI ESERCIZIO DI “GOVERNANCE CONDIVISA” E

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GESTIRE L’IMPRESA I VALOROSI

LA FLESSIBILITÀ È UNA RISORSA. LA LEGGE SI ADEGUI AL LAVORO CHE CAMBIA. PAROLA DI MANAGER La ricetta di Luisa Todini, imprenditrice e già presidente di Poste Italiane: servono interventi legislativi in grado di assecondare le trasformazioni sociali e tutelare i giovani, le donne, i soggetti deboli di Giordano Fatali

«OCCORRONO STRUMENTI NORMATIVI CHE AIUTINO LE IMPRESE A FAR LAVORARE I GIOVANI, ad esempio una regolamentazione

del lavoro occasionale che sgravi i committenti da adempimenti burocratici gravosi o il “lavoro a chiamata”, che è vietato nella fascia di età 25-55 anni»: l’imprenditrice Luisa Todini, fino a pochi mesi fa presidente di Poste Italiane, ha idee chiare e non le dissimula per opportunismo: «In Italia», dice, «abbiamo il 24% degli under 30 che non studiano né lavorano mentre la media Ue è del 14. E abbiamo un sistema universitario (il cosiddetto 3+2) e dell’apprendistato che non favorisce a dovere l’incontro tra domanda e offerta di lavoratori qualificati». «D’altra parte», prosegue, «andiamo sempre più verso un mercato iper-flessibile in cui le garanzie “totali” offerte dai tradizionali contratti a tempo indeterminato devono adeguarsi a una società pervasa dall’innovazione tecnologica e digitale, un mercato in cui esigenze ed L’AUTORE, GIORDANO FATALI

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Training, nel mercato del lavoro? opportunità, e con esse le aziende e le idee Per la prima volta nella storia la imprenditoriali che ne sono alla base, spesso digitalizzazione e l’automazione, da un nascono e muoiono in poco tempo». lato creano quotidianamente opportunità Ma in che modo i giovani dovrebbero impensabili fino a poco tempo fa, prepararsi a questi cambiamenti? dall’altro rendono obsoleti molti mestieri, Con una solida formazione di base, integrata inevitabilmente destinati a scomparire. da esperienze anche umili, possibilmente Allora occorre cavalcare la tecnologia: con soggiorni all’estero, grande apertura formazione continua, alternanza scuolamentale e disponibilità ad affrontare sfide lavoro, campus per coltivare i talenti, senza limiti di tempo o di luogo e sviluppando crowdfunding per agevolare la riuscita di competenze in ambito digitale e innovativo. nuove idee imprenditoriali. La polemica sui voucher sì o no è a mio avviso Sul versante delle sbagliata, in quanto «LE SKILL DA CONSIGLIARE AI RAGAZZI? tutele sociali, occorre non si può rinunciare UNA SOLIDA CULTURA, ESPERIENZE sostenere chi è in agli strumenti che ALL’ESTERO, APERTURA MENTALE, facilitano ad esempio COMPETENZE DIGITALI E DISPONIBILITÀ» difficoltà, con sussidi e orientamento (le i lavoretti stagionali politiche attive previste dal Jobs Act e non tramite cui i giovani acquisiscono coscienza di ancora attuate), per aiutare ciascuno a trovare sé e maturità. La frammentazione delle nuove la propria strada verso l’auto-realizzazione tipologie contrattuali attraverso cui i giovani personale (che un reddito di cittadinanza accedono al mercato del lavoro è già sotto i fisso e immutabile non garantirebbe). Senza nostri occhi, tra il lavoratore subordinato e dimenticare gli sgravi contributivi per le quello autonomo c’è una galassia intermedia aziende che assumono. di atipici, flessibili, part-time. A volte il Cosa ricorda di innovativo sul fronte del legislatore sembra concentrarsi solo sugli lavoro nella sua esperienza in Poste? estremi della linea: Jobs Act da un lato e Poste è il più grande datore di lavoro in Italia statuto dei lavoratori autonomi dall’altro. con il 53% di componente femminile e la Ma quali interventi bisognerebbe attivare maggioranza degli uffici postali diretti da per favorire il reinserimento dei Neet-Not donne. Tra le politiche più innovative ricordo (engaged) in Education, Employment or


LA TECNOLOGIA FARÀ SCOMPARIRE MOLTI MESTIERI: IL FUTURO SI PUÒ COSTRUIRE CON LA FORMAZIONE E IL CROWDFUNDING quelle rivolte ai giovani come Poste Orienta e Alternanza Scuola-Lavoro. Poste Orienta è rivolto ai figli dei dipendenti, si articola su un programma di seminari in tutta Italia e un portale web dedicato ai ragazzi che devono scegliere il proprio percorso scolastico. Alternanza Scuola-Lavoro è un progetto lanciato dal Miur e a cui Poste ha aderito insieme ad altre grandi aziende per accogliere ogni anno ca. 1000 studenti delle superiori per programmi formativi e di apprendimento nelle varie aree aziendali. Ma ricordo anche le iniziative di telelavoro e di smart-working così come il progetto “Maam U” (Maternity as a master – University), che ha coinvolto circa 500 future mamme per facilitare il percorso di gestione dei tempi di vita durante la gravidanza e i primi anni della maternità. Infine, tra le misure “women friendly” e “family friendly”, la tutela rafforzata della maternità e della paternità. Nel caso del congedo di maternità, l’azienda riconosce il 100% del trattamento economico (a fronte dell’80% di legge) e, per il congedo parentale, l’80% della retribuzione per i primi due mesi (a fronte del 30% di legge). Lei rappresenta un modello di donna che ha saputo coniugare con successo famiglia e lavoro. Un suggerimento per le ragazze che si affacciano al mondo del lavoro?

NELLA PAGINA A FIANCO UN PRIMO PIANO DI LUISA TODINI. QUI, L’IMMAGINE DI UNA MADRE CHE CERCA DI CONCILIARE LAVORO E FAMIGLIA

Tra le iniziative a cui sto collaborando di leadership e la convinzione che le donne attivamente, in qualità di membro del debbano imitare il comportamento dei capi Board Luiss, desidero segnalare GROW – uomini per avere successo. L’implicazione di Generating Real Opportunities for Women, ciò vale per le donne, che devono perseguire la proposta della Luiss Business School alla il loro talento senza rinunciare alle proprie sfida di promuovere le pari opportunità e qualità femminili e per le aziende, che devono formare una classe invece valorizzare «PER LE DONNE ITALIANE CONCILIARE dirigente inclusiva, i diversi talenti di LAVORO E FAMIGLIA OGGI RICHIEDE bilanciata e dinamica genere. EQUILIBRISMI ACROBATICI: nel rispondere alle Cosa si può fare in IL LEGISLATORE NE TENGA CONTO» trasformazioni Italia per superare sociali. Per le donne italiane la conciliazione gli stereotipi di genere che condizionano tra sfera professionale e vita privata è spesso negativamente il ruolo delle giovani donne il risultato di acrobatici equilibrismi. Lo è nel mercato del lavoro? per tutte le donne e ciò deve far riflettere il La Legge Golfo-Mosca sulle quote rosa nei legislatore nel coadiuvare in modi sempre più Board, ha svolto un egregio lavoro nel compito concreti la gestione della vita familiare. Non si di smuovere la corporate governance a senso può solo combattere il retaggio culturale per unico in cui era cristallizzata l’economia cui gli uomini non partecipano abbastanza italiana. Restano passi importanti sulla via alla cura del nucleo. Pensiamo, piuttosto, a della riduzione del pay-gap e sulla creazione consolidare gli strumenti a supporto delle delle infrastrutture sociali essenziali per famiglie: padri, madri, figli. Noi donne siamo consentire alle donne di non dover scegliere capaci di pensare e fare più cose allo stesso tra cura della famiglia e lavoro. Siamo il Paese tempo, con una predilezione per il gusto del in cui il congedo di paternità obbligatorio di 2 bello e il senso della giustizia, che servono giorni viene utilizzato da un’esigua minoranza sempre nella vita. Come ha ricordato Paul di padri. Occorre maggiore condivisione tra Vanderbroeck in un recente seminario a uomo e donna dei ruoli di cura della famiglia, Roma, le giovani all’inizio della propria degli anziani e della casa e le misure anche carriera cadono spesso in due trappole: l’idea fiscali, in via provvisoria, che possono aiutare che donne e uomini hanno le stesse qualità in questa direzione sarebbero benvenute.

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GESTIRE L’IMPRESA

La “favola” dei Talent Days: i giovani incontrano il lavoro HRC è lo strumento con il quale gli HR hanno dato ai Millennials la possibilità di orientarsi alle professioni dialogando con le aziende: oggi la Community conta su 6 mila ragazzi e un centinaio di imprese a cura di HRC Group

C’

era una volta, in un mondo post-moderno, fatto di trasformazioni digitali, contrazioni economiche e informazioni globalizzate, una generazione di giovani che doveva affrontare un percorso ad ostacoli per l’orientamento professionale e per raggiungere l’obiettivo di una vita “felice”, perché “svolgendo il lavoro che più si ama, si può raggiungere la possibilità di non lavorare neanche un giorno della propria vita”. Il mercato del lavoro era soggetto a dinamiche schizofreniche, il web aveva cambiato il modo di accesso alle informazioni, i linguaggi e la multiculturalità distorcevano la comunicazione tra mondo aziendale e job seeker. I giovani chiamati “Millennials” avevano difficoltà a interpretare il mondo del lavoro e perdevano sempre di più la motivazione a contare sulle proprie risorse, a riflettere su sé stessi e sui propri talenti. In quel mondo esisteva una categoria professionale che viveva la missione di far incontrare domanda e offerta di lavoro, setacciando competenze, esigenze organizzative e sciogliendo criticità relazionali e di processo: gli Human Resources Manager, coloro cioè che potevano aiutare i giovani in cerca di lavoro, poiché conoscevano le dinamiche, i processi, gli strumenti per trovare la giusta liaison tra i profili più in linea e le esigenze organizzative in continuo mutamento. L’HR aveva però bisogno di uno strumento magico per poter risolvere l’i-

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nefficacia dell’orientamento per i Millennials e ri-motivare l’intera generazione. L’anno 2013 segnò la nascita dei “Talent Days” di HRC, la Community che si è messa a disposizione delle necessità di incontro e networking tra i giovani job seeker e i selezionatori attraverso i suoi format dedicati a trasmettere i segreti e gli strumenti utili per migliorare la ricerca attiva di lavoro. In 4 anni, sono state oltre un centinaio le aziende che hanno attivato iniziative dedicate ai Millennials, oltre 400 Mentor ogni anno che in un’ottica di “HR Social Responsibility” hanno dedicato tempo ed esperienza all’orientamento degli oltre 6 mila ragazzi che hanno partecipato agli eventi e alle iniziative in tutta Italia e non solo: in Francia, Spagna, Polonia, Lussemburgo e in tanti altri Paesi si è diffuso sempre di più lo spirito HRC Millennials e la filosofia del “Siamo Tutti Talenti”. DARE LORO AUTOCONSAPEVOLEZZA ATTRAVERSO MESSAGGI POSITIVI COME “SIAMO TUTTI TALENTI”: È QUESTO L’APPROCCIO GIUSTO CON I RAGAZZI

Una rivoluzione copernicana Questa è la “favola” che racconta le iniziative HRC: un modo per riflettere su quali siano oggi le modalità migliori per le aziende di interfacciarsi con il mondo dei giovani, molto attenti alle tematiche valoriali e alla possibilità di sublimare vita professionale e personale

nel loro percorso evolutivo. Come dice il premio Nobel James Heckman, le “non cognitive skills”, che definiscono la “personalità” hanno un’incidenza positiva sul successo lavorativo a parità di competenze. Nel lavoro, il concetto di “posto fisso” si è trasformato ormai in quello di “percorso professionale e di vita” e questo richiede ai Millennials di essere sempre più “imprenditori di sé stessi”, anche se l’obiettivo è quello del lavoro dipendente. Questi messaggi sono da sempre stati il cardine degli HRC Talent Days – gli incontri di orientamento per i giovani coinvolti dalle aziende – nati in quell’ottobre del 2013 e di tutte le iniziative che si sono evolute a partire da quel progetto, tra cui il format “Panorama Carriere e Lavoro”, con cui è stato sviluppato un avvicinamento dei giovani dei territori toccati dalle tappe di Panorama d’Italia. Attivare quindi un’azione informativa diretta da parte del mondo HR verso i giovani alla ricerca di lavoro rappresenta una rivoluzione copernicana nell’ambito dell’orientamento, perlomeno in Italia. La metodologia didattica innovativa di HRC Millennials in questo senso ha rappresentato lo strumento giusto per applicare una considerazione universalmente diffusa sull’importanza di far incontrare due realtà in apparenza lontane, spesso distaccate dai gap generazionali oltre che dalle difficoltà istituzionali di far fronte all’avvicinamento delle realtà dell’istruzione e del lavoro.


IL PUNTO DI VISTA DELLE AZIENDE Quale approccio (culturale, filosofico, valoriale) deve avere il mondo aziendale per orientare i Millennials alla ricerca del lavoro? PAOLA BOROMEI EVP HUMAN RESOURCES& ORGANIZATION SNAM

SIMONE SGUEO HEAD OF HR CROCE ROSSA ITALIANA

NATALIA MUSAZZI RESPONSABILE SELEZIONE E EMPLOYER BRANDING GRUPPO BNP PARIBAS IN ITALIA

«CIASCUNO HA ALMENO UN TALENTO.

«NON SOLO BELLE PAROLE. MOSTRIAMO

«TESTIAMO SUL CAMPO LE ATTITUDINI

LI AIUTIAMO A SCOPRIRE QUALE»

AI RAGAZZI CIÒ CHE SIAMO DAVVERO»

DEI GIOVANI, GIÀ ALL’UNIVERSITÀ»

S

ono le aziende oggi il punto di riferimento dei Millennials nel passaggio cruciale scuola-lavoro. La loro competenza, non solo tecnologica, li ha proiettati molto più avanti di genitori e insegnanti, superando modelli culturali e percorsi formativi ritenuti non più adeguati a nuove esigenze e ambizioni. Di sicuro hanno molte potenzialità, ma spesso non hanno la certezza di avere un mercato pronto ad accoglierli una volta terminati gli studi. Per questo appaiono spaesati e inquieti di fronte all’incognita del futuro ed è qui che intervengono le imprese. Il loro compito consiste non più solo nell’intercettare i talenti, ma anche nel guidarli e aiutarli a sviluppare una coscienza critica rispetto agli obiettivi. Il modello di carriera lineare si è estinto, a dominare è la discontinuità e questa generazione iper-connessa e flessibile ha bisogno di una bussola. Le imprese possono aiutare i ragazzi a capire cosa vogliono fare “da grandi” già prima del loro ingresso nel mondo del lavoro. Una delle chiavi è metterli in contatto con chi ha già un impiego fin dal percorso scolastico, per permettere loro non solo di immaginare la propria strada, ma anche di acquisire strumenti concreti per intraprenderla e percorrerla. Nella People Mission di Snam amiamo dire che “ciascuno ha almeno un talento” e una cultura aziendale equa, inclusiva e basata sul merito può farlo emergere creando valore per le persone e le stesse organizzazioni.

I

Millennials sono la principale sfida per ogni azienda proiettata verso crescita, stabilità, progettualità. Oggi intercettare l’interesse dei nuovi talenti può davvero fare la differenza ai fini di aziende moderne, innovative e agganciate più fermamente ai propri valori. Come farlo? Le idee sono diverse. Dal punto vista culturale, orientarsi sul modello tedesco vorrebbe dire cominciare a fare Employer Branding già dal liceo, incrementando le sinergie con gli istituti tecnici e non, radicati sul territorio e capaci di avvicinare, rendere riconoscibile il nostro brand. Dal punto di vista filosofico, è necessario tornare ad investire in valori veri, che rispecchino il business e che non siano la solita vetrina web che nessuno legge, piena di bei aggettivi senza riscontri concreto. I giovani prestano attenzione al contesto aziendale, quindi se scriviamo che crediamo nella “integrità”, rendiamo disponibili bilanci e codici interni; se parliamo di “collaborazione” raccontiamo il nostro modus operandi e come raggiungiamo gli obiettivi. La realtà dei fatti, gli esempi concreti, la flessibilità del lavoro, la possibilità di internazionalizzazione, l’utilizzo dei più innovativi canali di promozione del brand, le open door di aziende che si lasciano conoscere ed ammirare renderanno piena l’attrazione e l’engagement verso il nostro brand, e questo ripagherà e soddisferà molto più di qualunque leva esclusivamente salariale.

C

on il team Recruiting & Employer Branding di BNP Paribas in Italia, puntiamo sempre più verso l’organizzazione di eventi interattivi che consentano agli studenti di mettersi in gioco fin da subito attraverso prove di recruiting innovative, studiate per testare “sul campo” attitudini e competenze. Si va dal coaching per valorizzare le proprie competenze sui social, ai business game, per testare la risoluzione di casi reali, ai Recruiting Days presso le nostre sedi principali (Diamond Tower a Milano e Orizzonte Europa a Roma). Tramite i nostri Ambassador (persone di BNP Paribas Italia, che mettono al servizio la propria esperienza), cerchiamo di instaurare con i ragazzi un approccio conoscitivo, direttamente all’interno dei loro atenei.Le competenze oggi necessarie per lavorare in un’azienda dinamica, innovativa, digitale, vanno al di là di quanto un Cv o un incontro formale possono raccontare. Competenze digitali e mindset imprenditoriale e ovviamente la conoscenza delle lingue sono senz’altro “Key Success Factors” necessari. Anche loro, però, sono attenti alla reputazione dell’azienda nella quale andranno a lavorare, valutano l’impegno verso i clienti, la comunità, l’ambiente e i collaboratori, la capacità di innovare e percorsi di crescita, perché il “tutto, subito e bene” richiesto dalle aziende vale anche, e soprattutto, per questi ragazzi, cresciuti tra gli smartphone ma anche nella sharing economy.

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GESTIRE L’IMPRESA

“Workers buy out”, aziende salvate dai lavoratori Sono decine in Italia le aziende risollevate dal crac, grazie ai dipendenti divenuti imprenditori e al ruolo svolto da Cfi, investitore istituzionale partecipato dal Mise di Mara Cinquepalmi

L

A DESTRA ALDO SOLDI DI COOPFOND, UNA DELLE STRUTTURE CHE ASSIEME, A CFI, PROMUOVONO IN ITALIA I PROGETTI WBO

a legge di riferimento, quella che operativa alimentato dal 3% degli utili anporta il nome di Marcora, è vecchia nuali di tutte le cooperative aderenti a Legadi trent’anni. Ma, complice la crisi coop. Cfi, invece, è l’investitore istituzionale economica dell’ultimo decennio, la sua apcooperativo partecipato dal Ministero dello plicazione nell’economia reale ha registrato Sviluppo Economico, da Invitalia e da 270 un’impennata dal 2008 in avanti. Le aziende imprese private. In 30 anni di attività, Cfi ha salvate dai dipendenti grazie al meccanifinanziato 370 aziende, con investimenti di smo dei workers buyout, sono aumentate oltre 204 milioni di euro e 15.148 posti di notevolmente. Ma cos’è questo cosiddetto lavoro creati o salvati. «Quella dei WBO – “WBO”? È una procedura di salvataggio che conferma Maurizio De Santis, responsabile permette ai lavoratori di aziende – fallite nazionale Cooperative Industriali Promoo sull’orlo del fallizione Cooperativa IL METODO “WORKERS BUY OUT” NASCE mento, in crisi o già – è una politica induNEGLI USA ALL’INIZIO DEGLI ANNI ‘80, in liquidazione – di striale virtuosa, e un MA L’ITALIA, DA QUESTO PUNTO DI VISTA costituirsi in coope- È DIVENTATA UN MODELLO ESPORTABILE meccanismo che allo rativa per acquisire Stato non costa nulla proprietà e il controllo e diventare essi la». Il metodo “workers buy out” nasce negli stessi imprenditori, alla fine di un percorso Stati Uniti all’inizio degli anni ‘80, ma l’Itaassistito dal mondo cooperativo. La legge lia, da questo punto di vista rappresenta un Marcora, nel 1985 ha stabilito l’erogazione modello. «Qui – continua De Santis – sono di contributi (nonché agevolazioni finanziastate realizzate le esperienze più importanti rie per la riconversione), alle cooperative del settore, tanto che abbiamo trasferito il formate da lavoratori in cassa integrazione. know-how all’estero, come nel caso dell’ArSono Coopfond e Cfi (Cooperazione Finanza gentina dopo la grave crisi del 2001». Impresa) le due strutture che promuovono Il caso Emilia Romagna e sostengono i progetti dei WBO: il primo è Diffuso in particolare nel centro Italia, il il fondo mutualistico per la promozione co-

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IL QUADRO NORMATIVO DELLA LEGGE MARCORA In Italia il meccanismo dei WBO è disciplinato dalla legge 27 febbraio 1985 n.49, meglio conosciuta come legge Marcora, che definisce “Provvedimenti per il credito alla cooperazione e misure urgenti a salvaguardia dei livelli di occupazione”. La legge è stata promossa per la costituzione di cooperative da parte di lavoratori licenziati, cassaintegrati o dipendenti da aziende in crisi o sottoposte a procedure concorsuali. Nel corso degli anni è stata modificata e sono intervenute altre disposizioni come il decreto del Ministro dello sviluppo economico del 4

dicembre 2014 che ha istituito un apposito regime di aiuto finalizzato a promuovere la nascita e lo sviluppo di società cooperative di piccola e media dimensione. Il decreto direttoriale del 16 aprile 2015 ha definito gli aspetti operativi per la presentazione e la valutazione delle domande, la concessione e l’erogazione delle agevolazioni e lo svolgimento del monitoraggio delle iniziative agevolate nonché le modalità di regolamentazione dei rapporti tra il Ministero dello sviluppo economico e le società finanziarie a cui è affidata la gestione dell’intervento.


30 ANNI ATTIVITÀ

WBO in Emilia-Romagna, solo negli ultimi piastrelle per altri marchi. «All’inizio erava5 anni, ha fatto nascere 16 cooperative, che mo 30 soci e 5 dipendenti – spiega Antonio hanno creato occupazione per 386 persoCaselli, ex direttore commerciale di Ceramine. Un risultato di rilevanza straordinaria, ca Magica e oggi Presidente di Greslab – poi secondo l’assessore alle Attività Produttive nel 2016 siamo arrivati a 52 soci e 30 dipendella Regione Emilia-Romagna, Palma Costi, denti con un fatturato di 18 milioni 300mila la quale spiega che «le coop hanno contrieuro. Questo vuol dire che il nostro progetto buito a mantenere posti di lavoro e a creare è cresciuto con regolarità e oggi possiamo “buon lavoro”, garantendo diritti, valorizdire che siamo fuori dalla fase di startup e zando le persone, stimolandone e riconoche la coop ha una sua identità precisa». scendone la creatività, la professionalità». Imprese che re-esistono La Regione, dal canto suo, aggiunge la Costi, Ed è sempre grazie al meccanismo dei WBO ha programmato azioni per la promozioche un’azienda storica come la cartiera Pirine e lo sviluppo del WBO che si sviluppanoli, fondata nel 1872 a Roccavione nel Cuno nei patti per l’occupazione territoriale; neese, è tornata a vivere dopo aver passato quelli cioè che l’ente sta portando avanti momenti duri. La fabbrica si era fermata nel in vari territori, attraverso gli ammortizzagiugno 2012, poi l’arrivo di un liquidatore tori sociali e gli accordi con le parti sociali. civile l’aveva traghettata verso una cordaIl WBO, infatti, è un meccanismo negoziato ta che, però, dopo che richiede la colL’ESEMPIO DEL SUPERMERCATO un anno si è tirata laborazione di tutti DI PALERMO FINITO SOTTO SEQUESTRO indietro. A quel pungli attori in gioco: E RILEVATO DAI LAVORATORI: UNA STORIA to i 100 dipendenti lavoratori, enti loDI WBO IN NOME DELLA LEGALITÀ rimasti non avevano cali e cooperative: futuro. Perdere la fabbrica sarebbe stato «Continueremo a progettare azioni volte a un danno enorme per l’intero paese. Ma 70 favorire la creazione di un humus culturale lavoratori si sono rimboccati le maniche, fertile mettendo a disposizione formazione, e anticipando i loro indennizzi sulla mosupporto informativo, strumenti finanziabilità hanno ricostituito il capitale sociale, ri per lo startup» conclude l’assessore. E a riuscendo a usufruire di un finanziamento suffragare il suo ottimismo ci sono storie regionale. I nuovi soci si sono persino tasemblematiche come quella della Ceramica sati il 20% dello stipendio, rinunciando ai Magica, azienda produttrice di piastrelle premi di produzione. Così, nell’agosto 2015 a Scandiano, in provincia di Reggio Emilia, la cartiera è ripartita e oggi sono circa 130 che nel 2008, a seguito della crisi finanziaria le famiglie che beneficiano del suo rilancio. innescatasi negli Stati Uniti (dove esportava «All’inizio non sapevamo nemmeno cosa il 60% della sua produzione) e poi riverbefosse la cooperazione – racconta Silvano ratasi in tutto l’Occidente, aveva visto crolCarletto, ex direttore di stabilimento e oggi lare il fatturato. Da quel momento inizia la presidente della cooperativa – e siamo parcorsa per il salvataggio dell’impresa reggiatiti dall’abc. Oggi abbiamo acceso il motona, operazione che si conclude positivamenre e speriamo che vada avanti. Il bilancio te nel 2010 con la nascita della cooperativa 2015 si è chiuso in negativo, poi nel 2016 che ha acquisito la vecchia Ceramica Magica abbiamo riconvertito una linea di prodotto e che tutt’oggi si chiama Greslab e produce

DI CFI

370 IMPRESE FINANZIATE

OLTRE 204 MILIONI

EURO INVESTITI

15.148 POSTI DI LAVORO

CREATI O SALVATI

9VALUTATI PROGETTI DI WBO NEL PRIMO SEMESTRE 2017 51 PROGETTI DI WBO

PROMOSSI E SOSTENUTI

TRA IL 2013 E IL 2015

e consolidato il bilancio. Quello del 2017 sta andando meglio perché stiamo raccogliendo quello che abbiamo seminato. Il nostro primo obiettivo è stato rioccupare le persone». Sulla stessa falsariga il salvataggio, dall’altra parte dell’Italia, a Palermo, del supermercato Centro Olimpo, passato alla storia, nel nostro Paese, come il primo esempio di workers buy out in un’azienda della Gdo sotto sequestro. Una storia di buona economia nel nome della legalità. Come racconta Gaetano Salpietro, presidente del cda della cooperativa che ha ridato nuova vita all’azienda: «Quando siamo stati licenziati, ci siamo dati da fare e abbiamo capito che con le nostre professionalità potevamo fare un progetto. Ai nostri ex colleghi abbiamo proposto di partecipare a condizione che il progetto fosse finanziato con la mobilità. Hanno risposto in 29 ed oggi la compagine sociale è di 35 persone». Nel 2015 Centro Olimpo ha chiuso il bilancio a break-even, ma gli utili sono arrivati già l’anno dopo e hanno consentito di fare investimenti.

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GESTIRE L’IMPRESA

Top-manager come Re Mida? Dipende da età regione e sesso In Lombardia un dirigente incassa 20 mila euro in più che altrove. Uomini e over 65 più ricchi rispetto a donne e giovani. Il legale, il settore più redditizio dalla redazione

U

n dirigente italiano nel 2016 ha guadagnato mediamente poco più di 100mila euro di retribuzione fissa, che diventano quasi 120mila aggiungendo la quota variabile. Ma il rischio è che la media assomigli a quella di Trilussa: chi lavora in Lombardia, infatti, ha incassato oltre 20mila euro in più di un pari grado della Basilicata, con una parte variabile più corposa che aumenta la forbice a quasi 30mila; gli uomini hanno guadagnato oltre il 12% in più delle donne; gli ultra 65enni oltre 25mila in più dei 25-34enni; chi lavora in una grande azienda ha preso quasi 25mila euro in più di chi è in una microimpresa, un gap che sale ulteriormente con la quota variabile. Sono dati della “Guida alla retribuzione dei dirigenti in Italia” realizzata da Badenoch & Clark, azienda specializzata nel recruiting di figure manageriali ed executive, in collaborazione con JobPricing, basata su oltre 300mila osservazioni in tutta

QUALIFICA

RAL 2015

DIRIGENTI

€ 104.226

QUADRI

€ 53.210

IMPIEGATI

€ 30.624

OPERAI

€ 23.937

TOTALE

€ 28.693

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RAL DIREZIONE GENERALE

VAR

€ 119.400

22,0%

€ 106.205

19,4%

AMMINISTRAZIONE, FINANZA E CONTROLLO

€99.557

18,2%

MARKETING E COMUNICAZIONE

€ 98.633

18,9%

VENDITE & COSTUMER SERVICE

€ 98.183

21,0%

RISORSE UMANE & ORGANIZZAZIONE

€ 97.197

18,7%

ACQUISTI, LOGISTICA & SUPPLY CHAIN

€ 96.230

17,8%

PRODUZIONE & QUALITÀ

€ 93.495

16,3%

RICERCA & SVILUPPO

€ 92.304

16,5%

IT&WEB

€ 92.267

17,5%

LEGALE &COMPLIANCE

LE RETRIBUZONI MEDIE DEI DIRIGENTI ITALIANI COME EMERGONO DALL’INDAGINE BADENOCH& CLARCK

del 19,4%, che porta il totale a quasi 127mila Italia. Secondo Badenoch&Clark i dirigenti euro. Forti differenze si registrano anche tra le guadagnano circa il doppio dei quadri, il triplo diverse categorie merceologiche: in testa c’è degli impiegati e il quadruplo degli operai, ma il settore alimentare e dei beni mass-market sono l’unica categoria ad aver subito un calo con 112.455 euro, che con il 19,5% di quota nel 2016: meno 2,9%. Una grossa differenza variabile sale a oltre 134mila euro, proprio tra le retribuzioni la fanno i ruoli dirigenziacome le assicurazioli rivestiti: i direttori LA LAUREA FAVORISCE LA CARRIERA ni, che hanno un fisso generali sono a quota DIRIGENZIALE. SPECIE PER CHI HA leggermente più bas119.400 euro cui va STUDIATO IN BOCCONI, CATTOLICA, aggiunto il 22% di POLITECNICO A MILANO E TORINO, PARMA so e un variabile più alto. Fanalino di coda quota variabile, che Servizi e consulenza IT&Software: 89.223 porta il totale a quasi 150mila, mentre il ruolo euro più un variabile del 16,5% per un totacon la retribuzione più bassa è IT&Web, che si le di poco inferiore a 104mila euro, 30mila in attesta a quota 92.267, che però con il 17,7% meno di alimentare e assicurativo. La diffedi variabile sale a oltre 108mila superando renza retributiva tra laureati e non laureati è Ricerca&Sviluppo, che si ferma a 107mila in più ridotta di quanto ci si potrebbe attendere: ragione di una quota variabile del 16,5. Le il 6,5%. Conseguire una laurea quinquennale normative sempre più complesse e insidiose o un master, però, aumenta la probabilità di fanno crescere le retribuzioni dei dirigenti ottenere una qualifica dirigenziale. Non tutte Legale&compliance, al secondo posto con una le università però sono uguali: frequentare media di 106mila euro e una quota variabile un’università privata o un politecnico è più costoso, ma garantisce il rientro dell’investiTREND RAL 2016 2016-2015 mento fatto per studiare in tempi più brevi. Significativo l’impatto dei benefit nel pacchetto -2,9% € 101.224 retributivo: secondo i dirigenti, motivano a la1,1% € 53.799 vorare meglio e con maggiore qualità (punteg0,9% € 30.894 gio di 8,2 su 10), e stimolante rispetto ad altri (8 su 10), stimolano a impegnarsi di più (7,6). 2,8% € 24.608 I benefit più comuni? Cellulare, pc portatile o € 29.309 2,1% tablet, l’auto aziendale.


in collaborazione con CONFPROFESSIONI GESTIRE L’IMPRESA

Più spazio alle competenze. A partire dalla Sicilia Nasce a Palermo l’Osservatorio delle professioni, il progetto di Confprofessioni, Adepp e Regione Sicilia per l’alta formazione dei professionisti siciliani

O

ltre 77 mila i liberi professionisti attivi, che danno lavoro a più di 16 mila lavoratori (in calo del 4% tra il 2015 e il 2016), occupati prevalentemente negli studi legali, di architettura e delle professioni sanitarie; ma sul fronte dei guadagni la Sicilia rimane uno dei fanalini di coda del Paese. Il reddito medio dei liberi professionisti siciliani nel 2015 era di 21.001 euro, superiore solo a quello di Calabria, Basilicata e Molise. Sono alcuni dati dell’indagine sui liberi professionisti in Sicilia realizzata dall’Osservatorio regionale sulle competenze delle professioni, e presentate lo scorso 27 giugno a Palermo durante un convegno promosso da Confprofessioni (Confederazione italiana libere professioni), Adepp (Associazione degli enti previdenziali privati) e da Bruno Marziano, assessore all’Istruzione e alla Formazione

un contributo fondamentale alla creazione di ricchezza e allo sviluppo economico – ha commentato il presidente di Confprofessioni, Gaetano Stella -. Ciononostante le libere professioni rappresentano un contesto sul quale insistono ancora molti aspetti poco noti e poco indagati. Per questo motivo Confprofessioni ha raccolto l’invito dell’Assessorato dell’Istruzione e della Formazione Professionale della Regione Siciliana per documentare in maniera dettagliata e aggiornata l’attività, i processi di cambiamento, i punti di forza e di debolezza dei liberi professionisti siciliani, e per individuare le politiche attive più efficaci BRUNO MARZIANO, ASSESSORE REGIONALE IN SICILIA per sostenere i cambiamenti in corso». «Il rapporto presentato dall’assessorato regionale alla Formazione, grazie alla collaboprofessionale della Regione Sicilia, nell’amrazione con Adepp e Confprofessioni, è il pribito del protocollo d’intesa sottoscritto dalle mo in Italia a far emergere da un lato le sfide due associazioni con l’assessorato regionale. maggiormente sentite dai liberi professionisti «Stiamo mettendo in campo una serie di inie dall’altro i loro fabbisogni formativi. Il rapziative per permettere ai professionisti siciliaporto – ha proseguito Marziano -rivela quanto ni di aggiornarsi, riqualificarsi e trovare nuove sia importante per i professionisti, oggi, rafe ulteriori collocazioni nel mercato del lavoro: forzare le competenze investiamo in questa «STIAMO METTENDO IN CAMPO UNA trasversali come queldirezione per far creSERIE DI INIZIATIVE PER PERMETTERE le digitali, gestionali, scere la Sicilia - ha detAI PROFESSIONISTI QUI NELL’ISOLA linguistiche, di marketo Marziano -. L’altro DI AGGIORNARSI E RIQUALIFICARSI» ting». «Una formaziointervento prenderà ne di qualità che accompagni il professionista forma attraverso un bando, che sarà pubblicadurante tutto il suo percorso lavorativo - ha to nei prossimi mesi e metterà a disposizione concluso l’assessore - è indispensabile per circa 5 milioni di euro per voucher per l’alta rafforzare la propria posizione e per aprire formazione dei professionisti siciliani». nuove prospettive a chi è in cerca di lavoro. La «Le libere professioni ricoprono un ruolo collaborazione con Adepp e Confprofessioni importante all’interno del sistema econova esattamente in questa direzione». mico e sociale del nostro Paese e apportano

AL VIA IL MONITORAGGIO SUI BANDI UE Conoscere per crescere. Con questo obiettivo Confprofessioni ha lanciato il progetto “Monitoraggio bandi europei”, per censire le opportunità più rilevanti sui bandi europei, nazionali e regionali dedicati al settore delle libere professioni e delle Pmi italiane. Grazie alla collaborazione di Apri Europa, società che fa capo alla

Confederazione, il progetto viene diffuso a tutti i liberi professionisti attraverso diversi canali informativi e si articola nel monitoraggio dei bandi pubblicati ai vari livelli e quindi nella loro valutazione dal punto di vista del rischio (difficoltà e impegno richiesto) e delle opportunità (benefici finanziari e pratici). L’analisi copre i bandi dei

Maggiori informazioni sul sito: www.confprofessioni.eu programmi di finanziamento gestiti direttamente dalla Commissione europea o dalle agenzie collegate, dei Programmi operativi regionali e nazionali, dei programmi di Cooperazione territoriale europea. L’iniziativa si avvale della partnership editoriale de Il Sole 24Ore, che dedica una rubrica quindicinale alle schede curate da

Confprofessioni. L’offerta dedicata ai liberi professionisti è ulteriormente arricchita dalla collaborazione con la Camera di Commercio belgo-italiana che, attraverso i canali informativi della Confederazione, pubblica un bollettino settimanale sul monitoraggio degli appalti europei di interesse per i liberi professionisti italiani.

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GESTIRE L’IMPRESA in collaborazione con ANDAF

Documenti contabili, ora c’è il Dirigente Preposto

Nella foto: Paolo Bertoli, commercialista e Revisore Legale, ha rivestito incarichi apicali in banche, intermediari finanziari e aziende industriali. È presidente dell’Advisory Council di Andaf. Ha incarichi in collegi sindacali e di Organismi di Vigilanza.

finanziaria; • l’attendibilità della informazioni contenute nella relazione sulla gestione, unitamente alla descrizione dei principali rischi.

IL DP è il nuovo soggetto al quale la L.262, all’interno delle aziende, demanda la redazione di questi atti. Con responsabilità molto precise, che è il caso di chiarire

L’

articolo 14 della Legge 262 del 28 dicembre 2005 e successive modificazioni ha introdotto nel Decreto Legislativo del 24 febbraio 1998, n. 58 (Testo Unico della Finanza) l’articolo 154-bis che assegna a un nuovo soggetto, il “Dirigente Preposto alla redazione dei documenti contabili societari” (DP), precisi compiti e responsabilità. Di particolare importanza è il comma 6 dell’articolo 154-bis del TUF che recita: - «Le disposizioni che regolano la responsabilità degli Amministratori si applicano anche ai Dirigenti Preposti alla redazione dei documenti contabili societari, in relazione ai compiti loro spettanti, salve le azioni esercitabili in base al rapporto di lavoro con la società». SECONDO IL TUF, LA RESPONSABILITÀ DEGLI AMMINISTRATORI SI APPLICA ANCHE AI DIRIGENTI PREPOSTI ALLA REDAZIONE DEI DOCUMENTI CONTABILI

Tuttavia, la Legge 262 va oltre, poiché introduce la figura del DP anche nel nostro Codice Civile, e in particolare negli articoli che individuano profili di responsabilità degli Amministratori e del Direttore Generale. Il DP, quindi, al pari degli Amministratori, è responsabile civilmente del suo operato in tre direzioni: - verso la società (artt. 2392-2393 cod. civ.);

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La “rete di protezione”

- verso i creditori sociali (art. 2394 cod. civ.); - e verso i singoli soci o terzi (art. 2395 cod. civ.).

DP: requisiti, compiti e responsabilità

Chiarito il quadro normativo, ecco i compiti che la legge assegna al Dirigente Preposto: - il DP deve possedere i requisiti di onorabilità e professionalità (art. 154-bis c.1.); - deve corredare gli atti e le comunicazioni relativi all’informativa contabile con una propria dichiarazione scritta che ne attesta la corrispondenza alle risultanze docu- mentali, ai libri e alle scritture contabili (art. 154-bis c.2.); - deve predisporre adeguate procedure amministrative e contabili per la formazione del bilancio (art. 154-bis c.3.); - deve attestare, con gli organi amministrativi delegati, (art. 154-bis c.5.): • l’adeguatezza e l’effettiva applicazione delle procedure amministrative contabili; • la corretta applicazione dei principi contabili applicabili; • la corrispondenza dei documenti alle risultanze dei libri e delle scritture contabili; • l’idoneità del bilancio e delle comunicazioni sociali a fornire una rappresentazio- ne veritiera e corretta della situazione patrimoniale, economica e

Ecco quindi le dieci regole che dovrebbero sempre essere osservate per limitare i rischi del DP, e soprattutto per disporre di sufficienti armi per contestare eventuali azioni di responsabilità. Si ritiene opportuno, in particolare, enfatizzare il primo dei punti di seguito elencati, ovvero la necessità di adottare un “regolamento del DP”, poiché è in questa importante policy aziendale che vengo tracciati i confini delle responsabilità del DP. 1. Istituire il “Regolamento del DP” 2. Documentare l’attività svolta (audit trail) 3. Mantenere la supervisione dei processi aziendali 4. Nominare i DP nelle società controllate nell’ambito di gruppi societari 5. Formalizzare le attestazioni interne 6. Attuare un approccio e un monitoraggio “risk based” 7. Corredare l’attestazione del DP al bilancio di informazioni supplementari 8. Dare evidenza al Collegio Sindacale ove non vi sia libero accesso alle informazioni 9. Formalizzare la richiesta delle risorse necessarie 10. Promuovere la collaborazione delle altre funzioni di controllo.



GESTIRE L’IMPRESA L’ARTE DEL BILANCIO

IL BILANCIO INTEGRATO? VA A QUALIFICARE LA TUA AZIENDA Il nuovo metodo di “report” aziendale nasce dalla coscienza di dover dare conto della vita societaria non solo agli azionisti ma anche ai clienti, ai fornitori, ai finanziatori, al personale e al territorio in cui si opera

D

a tempo il mondo del corporate reporting vive una fase di significativo mutamento: le informazioni che vengono elaborate per essere trasmesse agli interlocutori sociali, sia esterni che interni, risultano sempre più numerose, con un grado di complessità crescente nel tempo, e includono nuovi aspetti che oltrepassano i tradizionali confini dell’informativa economico-finanziaria. L’azienda è sempre stata osservata quale sistema aperto e sociale, che deve cercare di cogliere e soddisfare le aspettative di tutti i suoi interlocutori, ricercando costantemente le migliori condizioni di equilibrio che le permettano di conseguire l’economicità aziendale e il profitto di lungo periodo: per questo motivo è sempre stata privilegiata un’informativa di tipo quantitativo-monetaria (quella del Bilancio d’esercizio), per l’inconfutabile vantaggio di rappresentare i fenomeni aziendali in maniera sintetica, chiara, comparabile e verificabile.

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IL BILANCIO È IL PRIMO STRUMENTO DI COMUNICAZIONE DELLE IMPRESE E STA EVOLVENDO IN FORME MOLTO INNOVATIVE

Nuovi fattori, però, stanno Ma tutte queste informazioni sono effettivamodificando questo consomente necessarie? lidato scenario, spingendo Quello che ne consegue è infatti uno scenaal rinnovamento degli abirio reportistico sicuramente ricco ma allo tuali modi di concepire e stesso tempo anche frammentato ed eterocomunicare le informazioni geneo, che causa incertezza e confusione in relative al mondo aziendale, capo agli utilizzatori di tali informazioni. I influenzando e modificando prospetti più noti, che la prassi aziendale l’assetto del corporate reporting: il grado produce in ambito della reportistica non di complessità dello scenario competitivo, tradizionale, sono i report sulla gestione e l’internazionalizzazione delle imprese, le sulla governance, sulle politiche di remuperduranti e recenti crisi che hanno colpito nerazione, sulla sostenibilità e sugli aspetti il mondo finanziario, le crescenti aspettatisocio-ambientali. Questi flussi informativi ve dei consumatori, la maggiore sensibilità convogliano informazioni molto diverse fra verso tematiche amdi loro ed è evidente IL “BILANCIO SOCIALE”, CHE AFFIANCA bientali, sociali e etil’esigenza di aumenIL TRADIZIONALE BILANCIO D’ESERCIZIO, che. Ecco quindi che tarne l’utilità e la fruFORNISCE INFORMAZIONI SU ASPETTI al tradizionale Bilanibilità da parte degli ETICI, AMBIENTALI E CULTURALI cio d’esercizio è stato utilizzatori. affiancato il concetto di “Bilancio sociale”, Un altro tema di non poca importanza, è l’ein grado di trasmettere una migliore e più sigenza del controllo e dell’assurance di tali compiuta rappresentazione della situazione informazioni, per dare credibilità alle inforaziendale ai portatori di interesse – gli stamazioni contenute in questi prospetti, speskeholder – fornendo informazioni su aspetti so aventi carattere autoreferenziale e con sociali, ambientali, culturali ed etici. ampi margini di discrezionalità e interpretazione. Pertanto il rischio è quello che tutte L’AUTORE: queste informazioni, essendo presentate in PAOLO BRENTEGANI, SENIOR MANAGER modo autonomo dalle informazioni di natuRSM SOCIETÀ ra economico-patrimoniale, diventino quasi DI REVISIONE E ORGANIZZAZIONE uno strumento di “marketing” piuttosto che CONTABILE S.P.A. rispondere ad esigenze effettive. Dalla consapevolezza di dover comunicare le performance aziendali non solo agli shareholder,


Daniele Ferrari, presidente e amministratore delegato della Dellas. A sinistra, Carlo messina, amministratore delegato di Intesa Sanpaolo.

ma anche ad una più ampia platea di stakeholder, come fornitori, clienti, dipendenti, finanziatori, comunità locale e la collettività in generale, a cui viene riconosciuto il diritto di conoscere l’andamento della società, nasce il “reporting integrato”. A questi soggetti viene quindi riconosciuto un importante ruolo nella creazione di valore, tanto che la tematica della Corporate Social Responsability afferma il principio per cui le misurazioni delle performances aziendali non possono limitarsi al valore creato per gli azionisti ma devono tenere conto anche dell’operare sostenibile dell’impresa, facendo accrescere il filone del reporting ambientale e sociale, con lo scopo di legittimare l’operato dell’impresa nell’ambiente. Inizialmente questi Report venivano inclusi nei bilanci annuali, ma successivamente hanno assunto veste autonoma. Con l’evoluzione nel tempo si sono sviluppati veri e propri framework che si stanno affermando a livello internazionale: nel 1997 nasce il Global Reporting Initiative (GRI), che promuove il bilancio di sostenibilità come strumento per diffondere la cultura dell’etica, della giustizia sociale e dell’attenzione ambientale, che più in generale si unificano nel sostenere lo sviluppo economico sostenibile d’impresa, concentrandosi su 4 aree chiave della performance: economica, sociale, ambientale e governance. Su iniziativa del GRI nel 2010 nasce l’International Integrated Reporting Council (IIRC), con l’obiettivo di redigere un Framework accettato a livello internazionale, che getti le basi per sviluppare un nuovo modello di comunicazione aziendale, comprensivo del

processo di creazione del valore nel tempo, con lo scopo di far divenire una prassi consolidata l’inclusione del bilancio integrato nei nuovi corporate reporting. Sulla base di questo pertanto sono state elaborate delle Guidelines: la versione attualmente in vigore – fino al 30 Giugno 2018 – è la G4, a partire dal 1 Luglio 2018 entreranno in vigore i nuovi GRI Standards che sono stati pubblicati nell’autunno del 2016 (www.globalreporting.org/standards ). MOLTI GRANDI GRUPPI PUBBLICANO ORMAI DA ANNI I BILANCI INTEGRATI, MA ORA ANCHE ALCUNE AZIENDE MEDIE E PICCOLE HANNO INIZIATO A FARLO

I nuovi standard sono basati sulle seguenti tematiche: -GRI 101 – Starting point per gli utilizzatori degli standard; -GRI 102 e GRI 103 – General disclosures & management approach; -GRI 200 – economic performance; -GRI 300 – environmental performance; -GRI 400 – social performance.

Piero Iacomoni, capo di Monnalisa. A destra, l’amministratore delegato di Unicredit Jean Pierre Mustier

Per quanto riguarda l’ambito europeo, la Direttiva 2014/95UE ha stabilito che, a partire dal 2017, le imprese di grandi dimensione che costituiscono EIP e che presentano un numero di dipendenti occupati in media pari a 500, debbano includere nella relazione sulla gestione una dichiarazione di carattere non finanziario contenente informazioni ambientali, sociali, riguardanti il personale, rispetto dei diritti umani, lotta contro la corruzione e altro ancora. Inoltre è stabilito dalla stessa norma che sia compito del revisore legale il controllo dell’avvenuta presentazione della dichiarazione di carattere non finanziario. Nello scenario italiano, non mancano gli esempi di aziende – sia di grandi che di medio-piccole dimensioni – che hanno creduto nella significatività della reportistica integrata, aderendo agli standard del GRI. Alcuni esempi sono Unicredit (https://www. unicreditgroup.eu/it/a-sustainable-bank/ sustainability-reporting.html), Banco BPM (http://www.bancobpm.it/investor-relations/bilanci-e-relazioni/) e Intesa San Paolo (http://www.group.intesasanpaolo. com/scriptIsir0/si09/investor_relations/ ita_wp_investor_relations.jsp#/sostenibilita/ita_wp_sostenibilita.jsp ). Non mancano infine gli esempi di realtà medio-piccole che hanno investito nell’informativa integrata, pur non rientrando nella sfera di applicazione obbligatoria. Gli esempi? La Monnalisa S.p.A. di Arezzo (www.monnalisa.eu) o la Dellas di Verona (www.dellas.it). A quando l’estensione dell’obbligo di informativa integrata a tutte le aziende italiane?

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In tutta Italia


CON MAKER FAIRE, ROMA RIDIVENTA CAPITALE (DELL’INNOVAZIONE) GESTIRE L’IMPRESA -TECH Il fin-tech, la tecnologia applicata alla finanza, non è solo un fenomeno “disruptive” che sta riscrivendo le regole della società contemporanea, ma una realtà con la quale ormai facciamo tutti i conti quotidianamente. Pagare, aprire un conto corrente, effettuare una transazione: fidatevi, da domani niente sarà più lo stesso

52 PAGAMENTI LIBERI IL MONOPOLIO BANCARIO SUL DENARO È DAVVERO FINITO?

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BORSELLINI DIGITALI CON L’APP SATISPAY, PAYPAL E POS VANNO IN PENSIONE

54 TRANSAZIONI EASY APRIRE UN CONTO CORRENTE ALL’ESTERO? FACILE. CON IPAGOO

Ritorna dall’1 al 3 dicembre la quinta edizione dell’esposizione. Protagonisti della quinta edizione l’industria 4.0 e il cibo del futuro, senza dimenticare mobilità ed edilizia sostenibile di Marco Scotti

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10.000 presenze in dieci giorni e un auMaker Faire ha rinnovato il proprio appunmento del pubblico del 300% in quattro tamento con il pubblico dall’1 al 3 dicemanni. No, non stiamo parlando dei casting bre prossimi, sempre alla Fiera di Roma. per un programma culinario, ma di Maker Lo scorso anno si sono registrati numeri Faire, l’esposizione organizzata dalla Caparticolarmente significativi non soltanto mera di Commercio di Roma che in quattro dal punto di vista del pubblico, ma anche edizioni ha saputo diventare il più impordei progetti selezionati (649, erano 250 nel tante appuntamento del settore in Europa 2013), delle domande di partecipazione da e al secondo posto al mondo. Il format è 60 paesi nel mondo e persino degli sponsor, nato nel 2006 nella zona della Bay Area di passati da 12 a 88 nel giro di quattro anni. San Francisco come un progetto della riviL’esposizione tecnologica sta diventando sta Make. Da allora sempre più imporMAKER FAIRE È ORMAI UN BRAND: è cresciuto in una tante nel nostro paIL 33% DEGLI ITALIANI LA CONOSCE grande rete mondiale ese: prova ne sia il IL 75% CREDE CHE POSSA DARE UN di eventi, diventando CONTRIBUTO ALLO SVILUPPO DEL PAESE fatto che un italiano l’appuntamento per su tre afferma di aver antonomasia del settore. La versione romasentito parlare di Maker Faire, nella sua edina è stata lanciata nel 2013 dalla Camera zione romana. Tradotto, significa che una di Commercio di Roma, attraverso la sua persona su tre, in età compresa tra i 18 e i Azienda speciale Innova Camera, e si è ra64 anni, conosce la manifestazione. Un altro pidamente imposta nel panorama internanumero da segnarsi è 75%. Si tratta della zionale, tanto che lo scorso anno è stata la percentuale di intervistati che ritiene che seconda al mondo per numero di visitatori Maker Faire Rome possa dare un contributo con 110 mila presenze registrate nell’ediallo sviluppo della cultura dell’innovazione. zione del 2016, divenendo la prima fiera per L’appuntamento con l’innovazione si riimportanza fuori dai confini statunitensi e volge a curiosi, esperti, appassionati ma, la seconda al mondo in termini di pubblico. soprattutto agli imprenditori. Quegli stessi

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GESTIRE L’IMPRESA/LAVORO

UN MARCHIO DI QUALITÀ > MAKER FAIRE nasce nel 2006 a San Francisco > L’EDIZIONE ROMANA, nata nel 2013, è oggi la seconda più importante al mondo > Lo scorso anno 110.000 visitatori, 650 progetti finanziati e 88 sponsor > L’EDIZIONE 2017 si terrà dall’1 AL 3 DICEMBRE alla Fiera di Roma imprenditori che sanno che la quarta rivoluindividuale e collettiva. C’è tempo fino al 30 zione industriale ha lanciato loro un guanto settembre per partecipare. di sfida (solo il 10% nega il potenziale coinLa terza e ultima è la “Call for schools”, reavolgimento della propria impresa nel prolizzata in collaborazione con il MIUR (Minicesso). stero dell’Istruzione, dell’Università e della Ma non di sola industria 4.0 si vive: per queRicerca), si rivolge agli Istituti scolastici di sto Maker Faire, nell’edizione di quest’anno, secondo grado nazionali e appartenenti ai promette di toccare molti temi differenti, Paesi dell’Unione Europea. Una giuria seledall’IoT alla manifattura digitale, dal cibo zionerà i progetti più innovativi che verrandel futuro alle nuove tecnologie legate no ospitati nel corso di Maker Faire Rome all’agricoltura. Senza dimenticare temi che 2017 all’interno di un’area dedicata interasembrano ormai scontati – mobilità, riciclo, mente alle scuole. Nel 2016 furono oltre 300 edilizia sostenibile – ma che rappresentano i progetti presentati da 274 scuole (di cui 68 invece il cuore pulsante dell’imprenditoria non italiane) per un totale di 57 stand. La di nuova e più moderna concezione. Gli inCall rimarrà aperta fino al 20 ottobre. novatori, provenienti Infine, una panoramiTRE DIVERSE CALL PER IL 2017: da tutta Europa, sono ca del profilo tipo di PER I “MAKERS” PIÙ INNOVATIVI pronti a rispondere visitatore della MaPER UNIVERSITÀ E ISTITUTI DI RICERCA al richiamo di Maker Faire realizzata a PER LE SCUOLE DI SECONDO GRADO ker Faire Rome, che dicembre dello scorha studiato tre “call” distinte. La prima è so anno da SWG Si tratta mediamente di un la “Call for Makers”, cioè gli appassionati giovane ben istruito, studente, lavoratore, di tecnologia, gli educatori, i pensatori, gli imprenditore o potenziale imprenditore. startupper, ovvero tutti coloro che creano e Prevalgono significativamente infatti i giostupiscono con la forza delle proprie idee. I vani tra i 20 e i 34 anni con scolarità media Maker sono persone con un forte approccio o elevata. Sottorappresentati - rispetto alla innovativo, creano prodotti per avvicinare popolazione italiana - pensionati e casalinla nostra società a un futuro più semplice ghe. Il cluster lavorativo più significativo, e alla portata di tutti. Questa call rimarrà in media, è quello dei liberi professionisti e aperta fino al 15 settembre. imprenditori, molti soprattutto gli studenti La seconda “adunata” è quella riservata alle (+5% rispetto all’edizione precedente). università e agli istituti di ricerca pubblici. Chi è stato all’ultima Maker Faire Rome è Lo scopo è di porre i riflettori sull’innovaanche più presente sui social network rizione, attraverso la diffusione della cultura spetto al dato nazionale, come nel caso dei digitale e lo sviluppo dell’imprenditorialità servizi più rodati come Facebook (+7% ri-

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spetto all’edizione precedente). I visitatori si sentono più creativi rispetto alla popolazione complessiva (+21%) e, come è intuibile, esprimono interesse primario verso l’innovazione (84%) sia per motivi professionali che ludici.



GESTIRE L’IMPRESA

Pagamenti liberi, la nuova frontiera hi-tech post-bancaria Secondo Pimpinella (Apsp), la fine del monopolio delle banche sul denaro è già in atto: digital payment e credito sono disintermediati. Amazon docet di Angelo Curiosi

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oi pensate che Facebook sia un social network? Vi sbagliate. È soprattutto un Istituto di Moneta Elettronica di diritto irlandese. «Qualora anche solo il 2% di chi ha un profilo FB decidesse di affidare le proprie finanze a Zuckerberg, nascerebbe un colosso grande il doppio della Lloyd’s Bank. Una nuova banca “addestrata” a relazionarsi in un’ottica omnichannel con Millennial e Generazione Z, i giovani di oggi, clienti di domani»: Maurizio Pimpinella, “anta” portati benissimo, già amministratore delegato della Diners, è oggi un incrocio tra un profeta e un business-man. Si è inventato qualche anno fa l’Associazione Prestatori di Servizi di Pagamento (Apsp) e l’ha trasformata in un osservatorio tecnologico e, insieme, in una centrale di servizi per chi è già o vuole entrare in questo settore. «Lo ribadisco spesso: payment is king. Operatori di ogni settore hanno compreso che un euro transato attraverso il digitale ha un valore ben superiore all’euro in sé: le informazioni che i digital payment incorporano riguardo al cliente permettono alle aziende di offrire un servizio sempre più customizzato, tailor-made a seconda delle necessità specifiche del cliente stesso», spiega entusiasta. «Guardiamoci attorno», continua: «Amazon gestisce da anni un sistema interno di credito verso i piccoli business che lo utilizzano, facendo

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Nella foto Maurizio Pimpinella, fondatore dell’Associazione Prestatori di Servizi di Pagamento

neta elettronica basato in Lussemburgo con cui fa acquiring» (la stessa attività di CartaSi, giusto per chiarire, NdA). E dunque? Dunque, con la direttiva europea PSD2 che entrerà in vigore al più tardi nel gennaio 2018, quando l’Italia l’avrà recepita, di fatto la gestione dei pagamenti elettronici sarà liberalizzata e uscirà dalle aree “di riserva” delle banche: un’altra mazzata per gli ex monopolisti del denaro. C’è chi sta correndo ai ripari, alleandosi con i potenziali nemici: come Unicredit e Banca Mediolanum che si sono accordati con la Apple per utilizzare Apdunque un’attività tipicamente bancaria. Dal ple Pay, il sistema che trasforma ogni iPhone 2011 ad oggi, Amazon Lending ha concesso in un borsellino elettronico. E c’è chi non ci ha prestiti per oltre 3 miliardi di dollari, oltre ancora pensato, ma un miliardo solo negli CON LA DIRETTIVE PSD2, IN VIGORE dovrà farlo. ultimi dodici mesi, a DAL 2018, I PAGAMENTI ELETTRONICI Secondo i dati del Pooltre 20mila imprenSARANNO LIBERIZZATI. E UNICREDIT E ditori che le si sono MEDIOLANUM SONO GIÀ CORSE AI RIPARI litecnico di Milano, nel 2016 i pagamenti rivolti e che per oltre digitali con carta di credito in Italia sono creil 50% hanno chiesto un secondo prestito. La sciuti del 9% rispetto all’anno precedente, potenza di Amazon si fonda proprio sui pagaraggiungendo i 190 miliardi di euro, pari al menti digitali, di cui Amazon Pay è solamente 24% dei consumi delle famiglie italiane; l’acl’espressione più recente: è un Istituto di moquisto di beni e servizi e il pagamento di ricariche, bollette e tasse tramite PC o Tablet con carta di credito o Wallet è cresciuto del 14%, arrivando a 18,7 miliardi di euro; il sistema ACQUISTI CON CARTA DI CREDITO contactless, che riduce di molto l’usura delle carte di plastica e prepara il superamento del ACQUISTI VIA SMARTPHONE Pos fisico, ha fatto registrare più di 140 milioni di transazioni, per oltre 7 miliardi di euro di transato complessivo; e ancora, l’acquisto di TRANSAZIONI CONTACTLESS prodotti e servizi attraverso lo smartphone 8 MILIONI DI BIGLIETTI è cresciuto del 63% sul 2015 e ha raggiunto BUS COMPRATI CON SMARTPHONE i 3,9 miliardi; e sono raddoppiati a 90 milioni di euro i micropagamenti da cellulare legati ai trasporti (biglietti del bus, pagamento delle PAGATE CON SMARTPHONE soste, taxi e car/bike sharing). In particolare, grazie alla crescita dell’offerta di questi servizi, nel 2016 sono stati acquistati oltre 8 milioVALORE CORSE IN TAXI ni di biglietti, pagate quasi 7 milioni di soste e PAGATE CON SMARTPHONE oltre 10 milioni di corse di car sharing.

90 MILIARDI

3,9 MILIARDI

140 MILIONI

7 MILIONI DI SOSTE

4,5 MILIONI


Col borsellino elettronico Paypal e Pos non servono più Satispay, fondata da tre ragazzi di Cuneo, è l’app che facilita i micropagamenti scavalcando i circuiti delle carte di credito. Anche Esselunga l’ha già adottata di Piero Caltrin

DA SINISTRA GLI STARTUPPER BRIGNONE, PINTA E DALMASSO

D

al produttore al consumatore: vecchio fici. La sua forza ne fa ad oggi una formula parslogan del mondo agroalimentare, riaticolarmente funzionale e conveniente. Fino a dattato da Satispay al mondo virtuale 10 euro, il servizio è gratis per tutti. Oltre, predei pagamenti elettronici. Dall’esercente al suppone una fee fissa di 20 centesimi che viecompratore. Già: perché la startup italiana ne pagata solo dall’esercente. Nulla, rispetto ai che molti considerano la più accreditata a dicosti correnti di banche e carte di credito. Baventare un “unicorno” (le startup non quotate sta scaricare l’App di Satispay, registrarsi con i che valgono un miliardo di dollari, NdR) ha propri dati personali e con l’Iban di un conto lanciato un sistema che mette in comunicaziocorrente: a quel punto si carica su Satispay la ne diretta chi compra e chi vende nell’attimo somma settimanale di cui si vuole disporre fuggente del pagamento, tagliando fuori sia (l’effetto-borsellino) o la si carica sul conto di le banche sia i circuiti delle carte di credito, una terza persona (i figli, ad esempio) e si può sia, ancora, Paypal sia, infine, i produttori dei cominciare a spendere. In questo momento, Pos, gli apparecchietti con Satispay sono NATA NEL 2013, SEMBRA DESTINATA A che servono appunto convenzionati circa 20 DIVENTARE L’UNICORNO ITALIANO DELLE a leggere le carte. O mila esercizi, tra cui STARTUP: HA LA RICAPITALIZZAZIONE PIÙ meglio: integrandosi ALTA E ANCHE I BIG DEL WEB CI CREDONO Esselunga, Benetton, con molti sistemi di Caffè Vergnano, CarrePos, ma senza dipenderne, perché per pagare ra Jeans, Domino’s Pizza, Grom, MyChef, Total si può usare il Pos, ma basta anche la semplice Erg, Repsol, Freddy, Moleskine. Gli utilizzatori App, basta cioè la condivisa adesione al sistesono circa 200 mila. Il passaparola è vorticoma del cliente e del venditore. Ma soprattutto so, ed anche per questo la società ha iniziato è uno strumento che si presta anche alle altre a raccogliere capitali a spron battuto: ai soci occasioni di scambio di denaro: tra amici per fondatori, Alberto Dalmasso, Dario Brignone dividersi il conto di una pizza, tra parenti per e Samuele Pinta, tre ragazzi di Cuneo, si sono anticiparsi soldi, e tutto è tracciato nella masaffiancati, nell’azionariato, “guru” del web che sima trasparenza per gli interessati e per le hanno fiutato l’affare come Jonathan Weiner e autorità. Satispay è, concettualmente, un “borRay Iglesias (fondatori di Google Wallet Mosellino elettronico” creato sotto l’egida della ney2020) o Giuseppe Donagemma (già Vice legge sugli istituti di pagamento britannici ed President Networks di Samsung Electronics) utilizza la piattaforma Sepa, la stessa dei bonioltre a un partner istituzionale imprevedibile

ma in realtà molto smart, come Iccrea Banca, che ha preso il 15% della società. Ed è in corso una ricapitalizzazione fino a 20 milioni di euro. Il grande appeal di Satispay risiede nella sua vantaggiosità per gli esercenti, increduli di non dover pagare niente fino ai pagamenti da 10 euro e pochissimo oltre; e nella semplicità d’uso, visto che per comprare bastano due telefonini che dialogano. Nell’insieme, si presenta oggi sul mercato come il borsellino elettronico più semplice ed economico. Forse replicabile (in Internet quasi tutto lo è), ma il vantaggio competitivo di cui gode, nasce da tre anni di lavoro difficilmente riassorbibile per chiunque, ed oggi si incardina in un consenso di mercato che sta diventando globalizzante. Inutile sottolineare quanti gadget si possono agganciare a una piattaforma del genere: c’è la geolocalizzazione degli esercizi convenzionati, ad esempio e si possono lanciare meccanismi promozionali di ogni genere. Insomma: nella disruption che sta facendo irruzione nel mondo dei pagamenti, Satispay è la punta di diamante. Ed è italiana.

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GESTIRE L’IMPRESA

Nella foto a sinistra Franco Mignemi, coCeo e coFounder di Ipagoo, la piattaforma che rende più easy i pagamenti internazionali

Ipagoo, ecco la “non-banca” che semplifica le transazioni Attiva (per ora) per la clientela retail, la app messa a punto da due manager di provenienza bancaria, permette ai clienti di usufruire delle funzioni bancarie senza dover aprire un conto. Anche all’estero

A

di Marco Scotti

lla base di tutto c’è una domanda: persenza dover sottostare alla burocrazia banché le banche non funzionano come caria. Gratuita è anche la carta di debito del le compagnie di telecomunicazioni? circuito Mastercard, mentre l’abbonamento Perché per usufruire dei servizi finanziari mensile ai servizi base costa tre euro e incluall’estero è necessario aprire un conto corrende tre operazioni standard. Superata questa te che risponda alle regole bancarie di quel soglia, i costi sono decisamente più contenuti paese invece di poter fare tutto, comodamendi quelli delle banche tradizionali: se per un te, con il proprio IBAN? Per cercare di dare bonifico estero con valuta diversa dall’euro si una risposta a questo interrogativo, Franco può arrivare a pagare fino a 15 euro, con IpaMignemi e Carlos Sangoo si oscilla intorno chez – due manager «OGGI UN’AZIENDA, PER APRIRE UN CONTO ai due euro. «Avevamo CORRENTE ALL’ESTERO, DEVE ASPETTARE con esperienza nel paura – racconta MiIN MEDIA OTTO MESI: NOI CHIUDIAMO settore del credito e gnemi – che il regolaLA PRATICA IN POCHI MINUTI» delle banche - hanno tore inglese (viviamo ideato Ipagoo, una piattaforma che promette a Londra sia io che Sanchez) ci prendesse per di abbattere le barriere. pazzi. Invece abbiamo scoperto che stavamo Attualmente Ipagoo è attivo in quattro paesi: creando una novità assoluta, fortemente inItalia, Francia, Spagna e Inghilterra, ma presto centivata dal regolatore stesso che sognava un seguiranno Germania, Polonia e perfino Canaservizio bancario globale». Ipagoo non è una da e Stati Uniti. In pochi minuti si può avere startup tradizionale, anche perché è operativa l’apertura di un conto corrente, gratuito, che da oltre sei anni, anche se per tre anni ha lavoconsente di svolgere le operazioni quotidiane rato lontano dai radar, per capire quali fossero

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i margini di manovra e quali i servizi da offrire. Poi, tre anni fa si è presentata ai mercati, per raccontare che cosa stava facendo. Ipagoo ha aperto definitivamente al pubblico da marzo scorso, e oggi viaggia al ritmo di 40-45 conti correnti aperti ogni giorno. «Dal nostro business plan – spiega ancora Mignemi – dovremmo riuscire ad aprire 20 mila conti correnti al mese entro un anno e mezzo. Per assurdo, abbiamo avuto un interesse grandissimo proprio dalle banche che hanno bisogno di soluzioni innovative e che ci stanno chiedendo di poter usare la nostra piattaforma. Il primo istituto di credito con cui abbiamo stretto un accordo è stato CheBanca!, ma abbiamo già altre 7 banche tra Spagna, Francia e UK che sono in coda per iniziare la procedura. Già oggi abbiamo ricavi per 3,5 milioni di pound, e contiamo di raggiungere il break even point, a fronte di un investimento iniziale di 25 milioni di sterline, entro 18 mesi. Una volta arrivati al pareggio, il nostro obiettivo è quello di quotarci sui mercati». A giugno è stato concluso un accordo con il Consorzio CBI (una branca dell’ABI che si occupa di sistemi di pagamento) per l’integrazione CBILL, la nuova modalità che consente di pagare le bollette. Il motivo è semplice, ed è ancora Mignemi a spiegarlo: «Avevamo necessità di avere un operatore per poter far pagare ai nostri utenti le pendenze con la PA e le bollette. Ovviamente stiamo replicando lo stesso servizio negli altri paesi». Il prossimo passo sarà rivolgersi alle aziende. La scelta di iniziare con il retail è stata quasi obbligata, ma la partita, quella vera, si gioca sui clienti business. Per l’apetura di un conto corrente, Ipagoo consente alle aziende di sbrigare le pratiche in pochi minuti, prima ancora dell’arrivo “fisico” sul nuovo territorio.




NELLA FOTO: FABIO COLOMBERA (ICCREA BANCA)

FINANZIARE L’IMPRESA Prosegue l’impegno di Economy nel trattare il fronte critico dei rapporti tra le imprese e le banche. E prosegue dunque la partnership con Win the bank, azienda di formazione specializzata sui temi del credito, della finanza d’impresa e dell’organizzazione aziendale. In questo numero, i paradossi delle ultime riforme, le ex popolari in pasto agli stranieri

59 IL PIR DELLE GENERALI SI CHIAMA GENERACRESCITA E SELEZIONA LE MIGLIORI PMI

60 POPOLARI RIFORMATE WIN THE BANK: «S.P.A. DATE IN PASTO AGLI SPECULATORI»

62 VENTURE CAPITAL IN ITALIA CRESCE MA CON LENTEZZA: L’ANALISI DI AIFI

BCC, UNA RIFORMA INDOLORE CHE LASCIA INTATTA L’IDENTITÀ LOCALE Credito cooperativo raggruppato in due gruppi sotto due holding, ma la mission è nel segno della continuità: impieghi sul territorio, tutela dell’autonomia, mutua assistenza. Nel 2018 il primo Aqr di Bankitalia

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di Angelo Curiosi

e banche di credito cooperativo riuscisoni tipici dei cambi di assetto o proprietà che ranno a quadrare il cerchio: razionahanno scandito il sistema italiano negli ultimi lizzarsi come sistema, e proseguire nella loro anni, sia per ragioni, diciamo così, volontarie missione»: ne è convinto Fabio Colombera, (basti pensare alle tante aggregazioni succesresponsabile dell’area Governo Sviluppo di sive che hanno portato alla nascita dei gruppi Iccrea Banca, una delle due holding con le Intesa Sanpaolo e Unicredito come li conoquali si sta riorganizzando l’interno settore. sciamo) sia forzate da crisi aziendali. Anzi: le Una missione che, sottolinea, affonda le radici Bcc post-riforma dovranno erogare il 95% dein un patrimonio di valori professionali molto gli impieghi sul loro territorio, senza “sortite” precisi: attenzione al esterne, e destinare a UNA RIORGANIZZAZIONE NATA DALLA cliente, relazione col riserva indivisibile il PROPOSTA DI AUTORIFORMA DELLA territorio. Valori che, 70% degli utili. Il tema CATEGORIA. PER COLOMBERA (ICCREA): a suo dire, «negli anni della riorganizzazione «SALVAGUARDATA LA BIODIVERSITÀ» hanno favorito la coedelle Bcc è di scottante sione sociale, lo sviluppo partecipativo e il beattualità, perché in questi mesi stanno scannessere diffuso. Vi sono le migliori condizioni dendosi le fasi di un processo varato dal goper preservare la biodiversità bancaria delle verno Renzi ma sulla base di una proposta di Bcc, indispensabile per garantire il pluralismo autoriforma che ha prevenuto il rischio di una dei modi di “fare banca” in Europa. Proteggennormalizzazione violenta di un sistema che do le proprie radici, l’albero crescerà ancora non piaceva, tre anni fa, al legislatore. E invece più solido». Sul piano pratico, questo significa no: alla fine, l’iniziativa della categoria ha plaper milioni di clienti poter contare su una concato gli iniziali istinti iconoclasti di Renzi & C. tinuità di relazione e di conoscenza con la proLe 315 banche di credito cooperativo e casse pria banca di fiducia che non sconterà gli scosrurali che al marzo 2017 operano in Italia si

«

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FINANZIARE L’IMPRESA

raggrupperanno in due grandi gruppi autonomi, sotto due holding che saranno partecipate da ciascuna di esse per un totale di almeno il 51% e stipuleranno con le holding un “contratto di coesione” che disciplinerà il funzionamento dei due gruppi. Le Bcc rimarranno titolari ciascuna del proprio patrimonio e manterranno gradi di autonomia gestionale in funzione del livello di rischiosità, da sviluppare nell’ambito degli indirizzi strategici e degli accordi operativi concordati con la rispettiva capogruppo, della quale manterranno comunque il controllo societario, detenendone, insieme, la maggioranza del capitale. Insomma, da un lato si salvaguarda la natura cooperativistica dell’insieme delle Bcc e la loro identità locale, dall’altra si crea un vincolo di mutua assistenza che garantirà per la stabilità patrimoniale dell’insieme. La riforma introduce insomma un meccanismo premiale, che consente ad ogni Bcc di restare autonoma ma in misura correlata al proprio grado di rischiosità. È evidente che sta nascendo un assetto “dinamico”, destinato a modificarsi col tempo, ma secondo criteri e lungo binari già noti: è questo che garantisce la stabilità delle competenze che il credito di territorio richiede. Le capogruppo svolgeranno un’azione di direzione e controllo; dovrebbero prevenire eventuali e sempre possibili distorsioni nell’attività di credito, rischio tipico dell’attività territoriale (ci si conosce tutti…); ma sosterranno la capacità della singola Bcc di servire soci e clienti; stimoleranno lo sviluppo dei

Il perimetro di analisi

6 1,2 36.000 101 2.660 573

BCC (#)

MILIONI CLIENTI

371

MILIONI SOCI Giu - 15

DIPENDENTI

Mag - 16

di consolidamento in corso tramite fusioni tra le BCC

PROVINCE SERVITE DA FILIALI DELLE BCC

* Le BCC a Dicembre 2016 erano 335, attualmente sono 315

FILIALI (#)

COMUNI SERVITI DA FILIALI DELLE BCC

COMUNI IN CUI LE BCC RAPPRESENTANO LE UNICHE ISTITUZIONI BANCARIE PRESENTI

4450

Giu - 15

4290 Dic - 16

FONTE: FEDERCASSE, DICEMBRE 2016

territori e la capacità di generare reddito della singola Bcc; garantiranno stabilità, liquidità e conformità alle nuove regole dell’unione bancaria. Le Bcc, dal canto loro, nomineranno gli organi di gestione delle due holding, insomma comanderanno; e le due holding, nell’aprire la minoranza del proprio capitale anche a soggetti esterni al mondo Bcc, dovranno seguire una logica di partnership e individuare, così dice la legge, “soggetti omologhi”. Molti dei futuri aggiustamenti si capiranno tra la fine di quest’anno e il 2018, quando la Banca d’Italia procederà ad un “Aqr” (Asset quality review) su tutte le Banche di credito cooperativo, cioè una valutazione della loro consistenza patrimoniale, in seguito alla quale potrebbe manifestarsi o meno l’opportunità o l’esigenza di

162 2.593

BCC

SPORTELLI

10. 491 125.753

FONDI PROPRI (MILIONI DI EURO)

* Nel totale sportelli sono ricompresi anche quelli di Banca Sviluppo

(*) Nel totale sportelli sono ricompresi anche quelli di Banca Sviluppo FONTE: ANALISI EFFETTUATE SULLA BASE DELLE SEGNALAZIONI DELLE BANCHE

Font e: Analisi effettuate sulla base delle Segnalazioni delle banche

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* Il numero di BCC sta evolvendo rapidamente a causa del processo

Le banche aderenti al GBC Iccrea Le banche aderenti al GBC Iccrea

ATTIVO (MILIONI DI EURO)

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nuove dotazioni di patrimonio: e si deciderà come procedere. Il termine obiettivo per la partenza operativa del nuovo sistema sarà il luglio 2018. Il sistema delle Bcc, ad oggi, conta 315 istituti con 4.290 sportelli, per una raccolta complessiva (da banche e clientela, a cui si aggiungono le obbligazioni) di 195 miliardi di euro e impieghi economici di 132,9 miliardi. Includendo gli impieghi delle banche di secondo livello, si arriva a 147,8 miliardi, per una quota di mercato dell’8%. Gli impieghi alle imprese totali sono 92,6 miliardi, per una quota di mercato di circa il 10,8% e un patrimonio di 19,9 miliardi. In questo scenario, risalta la consistenza del gruppo di Iccrea Banca, che ha raccolto l’adesione di istituti diffusi in tutta Italia, a differenza del gruppo trentino, più radicato nel quadrante Nord-Est: stiamo parlando di ben 162 Banche di credito cooperative con 2.593 sportelli (il 60% degli sportelli di categoria in Italia), con 10,5 miliardi di fondi propri (il 57% dei fondi propri complessivi del settore) e con 125,7 miliardi di euro di attivi (il 60% del totale di Sistema). Di fatto, il terzo gruppo bancario italiano per numero di sportelli e il quinto per consistenza di attivi. Che si trova in una fase di sviluppo dinamica e positiva, con un inizio del 2017 che, sostiene il direttore generale Leonardo Rubattu, «ha già registrato numeri importanti in termini reddituali».


Affidabilità più redditività: è nato il PIR di Generali Italia Si chiama GeneraCrescITA. E affida a Generali Investments, società leader nel risparmio gestito, il compito di selezionare le migliori Pmi italiane. Un valore aggiunto per risparmiatori e aziende dI Riccardo Venturi

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SI CHIAMA GENERACRESCITA IL PIR ASSICURATIVO DI GENERALI ITALIA. IN ALTO, GIANCARLO BOSSER, CHIEF LIFE & EMPLOYEE BENEFITS

vantaggi fiscali che hanno fatto il successo sul mercato italiano e alla capacità di dei PIR, la garanzia di affidabilità di selezionare al meglio» aggiunge Bosser. un gruppo assicurativo come Generali, Generali Investments è una società leader e la possibilità di contribuire al rilancio nel risparmio gestito in Italia, con oltre 455 dell'economia italiana. Sono gli atout di miliardi di euro di patrimonio in gestione: GeneraCrescITA, il Piano individuale di una garanzia sia per i risparmiatori, specie risparmio lanciato nello scorso mese di per l'esperienza che garantisce capacità di luglio da Generali Italia. Il contesto di scelta nel vasto mondo delle Pmi, sia per mercato, caratterizzato da bassi tassi di le società che si affacciano sul mercato per interesse e rendimenti negativi, aumenta reperire risorse, che hanno la possibilità di l'appeal della proposta. «GeneraCrescITA interfacciarsi con un partner di primo piano. è un PIR assicurativo, quindi affianca i «Generali Investments può fare la differenza vantaggi assicurativi nella scelta delle LA SCELTA DELLE AZIENDE SU CUI alle agevolazioni Pmi, non tanto di un INVESTIRE È EFFETTUATA NON SOLO fiscali sui rendimenti. settore o di un indice SULLA BASE DEL RENDIMENTO MA ANCHE Il nostro obiettivo ma nel processo DELLA VALUTAZIONE DEL RISCHIO è la sintesi ottimale di selezione delle tra affidabilità dell’investimento e ricerca singole aziende sulla base dei dati, della di redditività nel lungo periodo» dice capacità di queste realtà di fare business. Ha Giancarlo Bosser, Chief Life & Employee la possibilità di entrare nel merito e di capire Benefits di Generali Italia. «Il ruolo di quali sono le realtà con maggiori prospettive selezione delle più interessanti opportunità di crescita e sviluppo. Inoltre la scelta è di crescita espresse dagli strumenti azionari effettuata non solo in base al rendimento, e obbligazionari delle migliori aziende ma anche alla gestione del rischio di italiane, nonché di controllo della volatilità, è liquidità e alla necessità di diversificare» affidato a Generali Investments, il principale spiega ancora Bosser. GeneraCrescITA ha gestore degli attivi del Gruppo Generali. due componenti: l’85% è costituito dalla Questo dà un grosso valore aggiunto linea di investimento scelta dal cliente su questi prodotti, grazie all'expertise tra due opzioni, composte da un diverso

mix di fondi: linea InItalia, più orientata al graduale apprezzamento del capitale grazie ad uno stile di investimento più misurato fra obbligazioni e azioni; e linea InItalia Plus, più orientata a cogliere la crescita del mercato azionario. Il restante 15% è costituito dalla componente assicurativa più tradizionale rappresentata da Gesav, la storica gestione separata di Generali Italia. «L'orientamento è di svilupparsi verso le aziende che hanno maggiore capacità di sviluppo, specie mid e small cap, non finanziarie, collegate a settori industriali con prospettive di sviluppo legate per esempio all’export. Non precludiamo la possibilità di diversificare anche verso aziende che hanno emesso minibond, ma devono rispettare i criteri di controllo del rischio e liquidabilità» dice Bosser. GeneraCrescITA prevede la possibilità di integrare l’investimento iniziale in qualsiasi momento con ulteriori versamenti aggiuntivi, nei limiti previsti dalla normativa. Una versione ad hoc del PIR di Generali Italia sarà riservata ai già clienti iscritti alla community Più Generali, il programma che offre ai suoi membri un sistema di benefici che includono vantaggi su soluzioni assicurative sulla persona, su casa, auto, risparmio e investimento.

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FINANZIARE L’IMPRESA

WIN THE BANK

L’IDEOLOGIA ESTERO-VESTITA E I PARADOSSI BANCARI ITALIANI Il sistema creditizio, nel suo insieme, è ben patrimonializzato. E le Popolari trasformate in Spa sono finite in mano alla finanza speculativa straniera di Corrado Sforza Fogliani e Valerio Malvezzi*

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urioso, il dibattito recente sulle banche tutte le banche trasformate, per recente voitaliane. Mentre gli organi di stampa e lontà politica, da Popolari in S.p.A., oggi sono il mondo politico si preoccupano sistein mano a fondi speculativi, sistematicamente maticamente di ricordare al pubblico la fragiesteri, europei e soprattutto statunitensi. lità delle piccole e medie banche italiane, nesCerto, in punto di diritto la locuzione “essere suno si cura delle grandi. Vediamo i numeri: il in mano” non è precisa, giacché i fondi specuTier 1 (requisito primario di capitalizzazione) lativi non hanno sempre la maggioranza. In delle banche popolari, viaggia su una media termini pratici, non sfugge tuttavia a nessun compresa tra il 12% e il 13%. È bene ricorstudioso, né uomo pratico di finanza, la considare che, per tali banderazione che un fonTUTTE LE BANCHE TRASFORMATE, che, l’obbligo di legge do che detenga il 30% PER RECENTE VOLONTÀ POLITICA, DA è il 7%. Per le banche o 40% di una banca, di POPOLARI IN S.P.A., OGGI SONO IN MANO sistemiche lo stesso fatto ne detiene il conA FONDI SPECULATIVI ESTERI parametro talora non trollo, se confrontato supera il 10,5% o l’ 11%. Con la differenza che, con una miriade di piccolissimi risparmiatori. per queste grandi banche, l’obbligo di legge è, A quale prezzo di libertà, dunque, si invoca la di massima, il 10%. In altri termini, ci si cura presunta stabilità? della capitalizzazione delle piccole, non sisteSembra curioso il fatto che di queste cose miche, mentre, pur con i detti numeri, non si nemmeno si parli. Di certo non sui grandi spende una parola sul rischio delle grandi, le giornali; le informazioni si trovano solo nel sistemiche. mondo social. Poi, uno legge la compagine Altra curiosità è il concetto di stabilità del sisocietaria di tali organi di informazione, e costema. Nessuno ricorda – lo facciamo noi – che mincia a comprendere. DA SINISTRA: CORRADO SFORZA FOGLIANI, PRESIDENTE COMITATO ESECUTIVO BANCA DI PIACENZA, È ANCHE PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE BANCHE POPOLARI ITALIANE E VICE PRESIDENTE ABI (ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA) E VALERIO MALVEZZI, CO-FONDATORE DI WIN THE BANK, È DOCENTE AL MASTER UNIVERSITARIO MUST E DOCENTE INCARICATO PRESSO IL COLLEGIO UNIVERSITARIO GRIZIOTTI, UNIVERSITÀ DEGLI STUTI DI PAVIA.

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Pare non faccia notizia, per il grande giornalismo italiano, il fatto che si stia eliminando la concorrenza a colpi di leggi. Ai grandi giornali è forse vietato parlare di concentrazione oligopolistica del credito bancario, e soprattutto è impedito dire che tale fenomeno sia, come invece è il pericolo assoluto. Desta curiosità il fatto che non di rado tali organi di informazione siano controllati da qualche associazione di rappresentanza o categoria, che forse non si rende conto del tipo di mercato del credito che i suoi iscritti lasceranno ai loro figli o nipoti imprenditori. È in atto un sistematico meccanismo di distrazione di massa. Per chi abbia dubbi interpretativi, intendiamo qui affermare che la massa non è sua sponte distratta, ma viene deliberatamente distratta. Desta una certa sorpresa, ancora, che nessuno abbia nulla da dire sulla circostanza che ci sono oggi intere zone d’Italia in cui il credito di fatto non esiste più. Eppure, a tutti noi non sfugge che sono copiose le località italiane nelle quali sono state mantenute solo le insegne delle banche locali originarie, assorbite in realtà da altri marchi. Sono specchietti per le allodole, operazioni di marketing; tenere il nome locale per distrarre la massa. Stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus, scriveva il buon Umberto Eco. Poi, però, per erogare il credito, la pratica cor-


Nelle foto in queste pagine alcune immagini delle recenti proteste di piazza contro le soluzioni delle crisi bancarie penalizzanti per i risparmiatori

re per centinaia di chilometri, fino alla reale Al contrario, da decenni in Italia si è sempre sede deliberante. sottovalutata l’importanza della cultura finanÈ curioso, anche, che nessuno dica che l’inteziaria. Poi, però, si finge di correre ai ripari. ro Sud Italia non ha più banche locali. Sono Si insedierà, presumibilmente nel corso del invero rimaste un paio di Popolari in Puglia, periodo estivo, la Commissione Bicamerale di ma nessuna in Calabria e una in tutto in Sicilia. inchiesta sul sistema bancario e finanziario. Percorso diverso, e più accentrante ancora, è Chiunque abbia una seppur minima conostato pensato per le BCC, perché, almeno per scenza delle aule parlamentari, sa bene cosa le Popolari c’è il limite normativo di attivo papuò succedere a fine legislatura, quando ortrimoniale (e quelle al di sotto, sono salve ed mai si pensa solo al voto. Inizierà la liturgia integre nella loro indipendenza ed autonomia delle sedute, il balletto delle audizioni. Non decisionale). Per le BCC – ora soggette alla disi andrà molto in là, poiché a gennaio ci sarà retta vigilanza BCE, tra l’altro – ci saranno tre la spada di Damocle dello scioglimento delle holding che faranno tutto loro, e basta: con Camere. Qualcuno si ricorderà, come curiositanti saluti per presidenti (di nome) e consità, anche di Renzi, che dalle pagine de Il Soleglieri (di nome). 24 Ore si augurava l’avvio della Commissione Parimenti “curioso”, se così vogliamo dire, è il d’inchiesta perchè chiarisse la questione di chi fatto che le autorità europee impongano alle ha realmente voluto (e beneficiato) della legge piccole banche spese inique, nella più sprezdi riforma delle Popolari (in realtà, della legge zante dimenticanza del principio di proporcontro le Popolari). Curioso il fatto che quando zionalità. Proprio il principio di proporziopoi, prima in Commissione e poi in Aula, sono nalità, elemento sacro stati presentati emenANCHE NELL’APPLICAZIONE DELLE del diritto europeo, è damenti, per preveNORME UE PER LE BANCHE, SONO STATI totalmente e sistemadere espressamente USATI DUE PESI E DUE MISURE. CON MPS ticamente ignorato che la Commissione si IL BAIL-IN NON È STATO OBBLIGATORIO dall’Unione. occupasse delle PopoAltra curiosità desta il fatto che, delle innumelari, essi siano stati sistematicamente respinti revoli risorse pubbliche spese per vari proda maggioranza e Governo. Eppure, tali emengrammi di sviluppo, non vi sia un euro dispodamenti cercavano di estendere chiaramente nibile per aumentare la conoscenza di base alla Commissione il potere di indagare sulle sui temi finanziari. Esistono iniziative private, logiche di eliminazione, di fatto, della concorcome quella di Assopopolari, che ha stamparenza bancaria mediante decreto, col risultato to negli anni circa cinquanta pubblicazioni, di pervenire ad un oligopolio. nell’interesse delle banche associate (poiché Curioso perfino il fatto che ci siano due pesi un cliente informato è un cliente migliore: e due misure, nell’applicazione delle norme “cliente informato, cliente alleato”, è il motto). europee. Dovrebbe destare vergogna il trattaMa esiste uno spazio enorme, un gap culturale mento riservato alle famose quattro banche da coprire, soprattutto nel mondo delle libere locali e ai risparmiatori. Non in assoluto; est professioni, che a vario titolo hanno rapporti modus in rebus. Si invoca il rispetto delle leggi diretti o indiretti con il sistema finanziario europee, salvo poi scoprire, con il caso MPS, (commercialisti, in primis). Non era forse Eiche il “Bail-In” non sia affatto obbligatorio. naudi che diceva che l’economia dovesse esCurioso, dato che per le quattro banche, esso sere insegnata nei licei classici? è stato addirittura anticipato a novembre

2015, prima della sua entrata in vigore. Non può non stupirsi, l’uomo dotato di sensibilità, della considerazione che nel primo caso sia stato fatto divieto di usare per il salvataggio il Fondo (assolutamente privato) interbancario, mentre con MPS si sia scoperto che era possibile accantonare il Bail-in perché altrimenti sarebbero arrivati gravi danni all’economia nazionale. Sicché, qui, per il “politicizzato” MPS cioè, lo Stato italiano ha preso il 70%, sancendo così il principio, e confermandolo nel recente caso delle “venete”, che l’Europa “unita” è solo un mero tavolo negoziale di opposti interessi, dove chi vince non è certo lo Stato più debole. Qualcuno si difende affermando che, anche se non si scrive che la citata Commissione debba esplicitamente occuparsi della riforma delle Popolari, può farlo. Curioso modo di ragionare, invero. Perché la maggioranza politica attuale avrebbe allora escluso l’espresso richiamo a tale area di indagine? Così si novella in modo curioso il principio per il quale, se di una cosa si vuol parlare, si evita accuratamente di scrivere che sia tema di discussione. Sono davvero tante, le cose curiose in materia di banche in Italia, seguendo il pensiero unico esterovestito. E agli osservatori del fenomeno non resta che auspicare che il futuro oligopolio susciti curiosità anche a un qualche magistrato indipendente dal potere politico e finanziario. Per info: www.winthebank.com

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FINANZIARE L’IMPRESA

Venture Capital la crescita c'è ma l'Europa resta lontana L’annuale rilevazione della Liuc in collaborazione con Aifi ed Eos Im, fotografa un comparto che in Italia va avanti, ma con lentezza

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a cura della redazione

uando si tratta di piangerci addosso, noi italiani siamo imbattibili. Si prenda ad esempio il settore delle startup e delle aziende in seed (ovvero nella fase preliminare al lancio del progetto imprenditoriale): se qualcuno prova, candidamente, a dichiarare di farne parte o – peggio ancora – a dire di esserne tra i promotori, via a una sequela di risolini, colpi di tosse imbarazzati e refrain tipo “se Steve Jobs fosse nato in Italia il garage in cui è nata Apple gliel’avrebbero pignorato”. Eppure la situazione non è così fosca. A dirlo il VeM, Venture Capital Monitor, realizzato dall’Università LIUC di Castellanza in collaborazione con AIFI e EOS IM. Una fotografia fedele di un settore che tra molti affanni sta facendo registrare comunque un segno “+”. Significativo, oltretutto, se si pensa che il numero di progetti realizzati nel 2016 tra Venture Capital e Business Angel è stato di 129, in crescita del 10% rispetto all’anno precedente. Siamo franchi, non si parla di numeri da capogiro, da economia anglosassone o anche solo francese. Ma qualcosa si sta muovendo, ANNA GERVOSONI, DOCENTI DI ECONOMIA DEGLI INTERMEDIARI FINANZIARI ALLA LIUC

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PROFILO DI INVESTIMENTO PER LE OPERAZIONI DI STARTUP 2015 STARTUP AMMONTARE MEDIO INVESTITO (MILIONI DI EURO) QUOTA MEDIA ACQUISITA DEAL ORIGINATION

2,7 MILIONI DI EURO 21% PRIVATE ENTERPRISE (83%) UNIVERSITY SPIN OFF (10%)

REGIONI PREVALENTI

LOMBARDIA (30%) LAZIO (22%)

SETTORI PREVALENTI

ICT (52%) HEALTHCARE (18%)

FONTE: VENTURE CAPITAL MONITOR - VEM™

complici anche gli interventi in questo senso, iniziati con il governo Monti, che hanno reso l’Italia il secondo paese in Europa per convenienza relativamente agli investimenti in startup. L’investimento medio nelle aziende in seed è stato di 0,95 milioni, per l’acquisizione di quote medie del 19% della neonata società. Asticella che si alza ulteriormente se si prendono in considerazione le startup, in cui si sono mediamente investiti 2,7 milioni di euro per rilevare il 21% del pacchetto azionario. L’investimento complessivo in Italia nel 2016 è stato di 181,4 milioni. LE PREVISIONI DEL VEM PER IL 2017 SONO DI UN MERCATO IN LINEA CON IL 2016 O, ADDIRITTURA, SUPERIORE. LA STRADA È LUNGA MA SICURA

Però non bisogna neanche nascondere le pecche del sistema italiano di Venture Capital, che sono fondamentalmente tre: la prima è di carattere quantitativo, la seconda di distribuzione geografica, la terza di provenienza degli investimenti. Per quanto riguarda il problema di quantità, comparare i 181,4 milioni di euro italiani con i 7,8 miliardi del Regno Unito, i 2,7 miliardi della Francia e gli 1,6 della Germania basterebbe già per far capire come il Venture Capitalism, seppur in crescita, sia ancora marginale rispetto ai competitor europei. Ma c’è anche un problema di numero di soggetti operan-

ti sul mercato: nel 2016 sono stati 82, che hanno prodotto complessivi 205 investimenti. Bisogna inoltre aggiungere che molto spesso gli investitori (nel 70% dei casi) si sono raggruppati per minimizzare il rischio. Non esattamente un attestato di fiducia per il settore. Per quanto riguarda la composizione geografica degli investimenti, il 33% del totale dei progetti finanziati si trova in Lombardia, che si conferma di gran lunga la regione più attiva: da sola ha portato a termine un maggior numero di accordi che tutto il Mezzogiorno, Lazio compreso. C’è però un dato positivo: secondo il VeM circa il 50% degli investimenti è stato realizzato da soggetti stranieri, a riprova che l’Italia, grazie anche alle normative in vigore, può essere capace di attrarre capitali esteri. Infine, c’è un problema di provenienza degli investimenti: nell’85% sono arrivati da soggetti privati, per lo più banche, che possono godere di un “paracadute” statale pari all’80% dell’investimento profuso nel caso in cui le cose non vadano per il verso giusto. Le università hanno un ruolo marginale soprattutto dal punto di vista della capacità di creare le condizioni per la nascita di nuove società. Gli incubatori funzionano, ma devono essere potenziati. Le previsioni del VeM per il 2017 sono di un mercato in linea con il 2016 o, addirittura, superiore. La strada è lunga ma il percorso è chiaro: innovare, e innoveremo.


FINANZIARE L’IMPRESA

«Spoleto riparte con la forza e con le idee di 21 mila soci» All'indomani della nomina a presidente di Spoleto Crediti e Servizi, Giorgio Heller illustra la strategia di rilancio che la cooperativa promette di sviluppare nei prossimi mesi A cura della redazione

GIORGIO HELLER, PRESIDENTE DELLA SCS

Investments Foundation da cui provengo è iniziata diversi anni fa. Scs, infatti, è tra i nostri soci. La Fondazione sostiene 21000 persone e aziende che ultimamente le proprie associate dando strumenti e si erano un po' rassegnati e oggi invece competenze. Scs e il territorio usufruiranno stanno già riprendendo voglia di contribuire di un team manageriale specializzato nella e di veder riconosciuto il loro valore, i loro crescita. propri diritti e il valore della cooperativa»: è concentrato e determinato Giorgio Heller, Cosa l’ha portata ad accettare una sfida neo-presidente della finanziaria SCS di così impegnativa? Spoleto, tanto da aver appena scritto sul Mi si pone in una condizione di grande suo profilo Facebook: “Il 5 luglio scorso il responsabilità che ho accettato di Consiglio d’amministrazione della Spoleto assumermi in virtù della bontà della Credito e Servizi, missione. Certo «NONOSTANTE IL BREVE LASSO società cooperativa si tratta di DI TEMPO TRASCORSO, VEDO I MARGINI che conta 21.000 comprendere le PER FAR USCIRE LA COOPERATIVA soci, mi ha nominato potenzialità della DA QUESTA SITUAZIONE DI STALLO» Presidente del Scs, valutare e Consiglio di Amministrazione. È una sfida validare quanto oggi Scs è in grado di difficile e di grande responsabilità, ma fare. Sono consapevole di intervenire in assolutamente affascinante”. una situazione complessa ma, nonostante Difficile e affascinante: perché la Scs il breve lasso di tempo trascorso, vedo i proviene da una fase molto critica. Ma il margini per far uscire la cooperativa da nuovo vertice ha idee chiare sullo svilppo questa situazione di stallo. futuro. Lei vuole un cambio di rotta? Tutto il consiglio ed io dovremo far fronte ad evidenti difficoltà e questo dovrà Presidente, da Roma a Spoleto; perché essere il frutto di una accelerazione del proprio lei al timone della SCS? programma. Una prima informazione, fondamentale: la relazione tra Scs e Roma Capitale Nel febbraio 2016 la SCS era stata «LA FORZA DI SPOLETO CREDITI E SERVIZI, LA SUA ARMA SEGRETA, SONO I SOCI, più di

ammessa a concordato preventivo. Chi ha voluto che si imboccasse questa strada? Il mio obbiettivo oggi non è individuare i colpevoli ma guardare al futuro, le priorità sono ben altre, uno sguardo nuovo per la cooperativa che ne esalti le sue peculiarità. Si sta lavorando per elaborare un piano industriale che ci consenta di dimostrare alla autorità competenti che Scs è entrata in una nuova fase. Ristrutturazione del debito, nuovi servizi ai soci ed ai terzi che vorranno avvalersi della nostra opera. Per molti anni SCS è stata il motore pulsante del territorio, laboratorio di idee e di soluzioni concrete per lo sviluppo non solo turistico ma anche imprenditoriale di quest'area ricca di progetti e di voglia di fare, che poi è caratteristica di larga parte della provincia italiana. Non dobbiamo mai dimenticare che la realtà economica del Paese è fatta da tutti quelli che la mattina si alzano e vanno a lavorare e meritano tutta la nostra attenzione. Una volta risanato il debito, l’obiettivo è di portare la Scs ad essere motivo di orgoglio della comunità spoletina. Un valore che sembra oggi messo in disparte… Una serie di eventi hanno negli ultimi anni ridotto questo ruolo di volano positivo di Scs, relegandola a una posizione marginale, Ora però pensiamo al futuro, cambiamo marcia e torniamo ad essere il motore di idee e di soluzioni per la crescita utilizzando processi manageriali rigorosi e professionali. È il messaggio ai suoi soci e alla città di Spoleto? Negli anni d'oro SCS ha contribuito alla crescita e al benessere di Spoleto e dell'Umbria in molti modi casi, riprendiamo da lì. Il nostro futuro sarà costruito su 3 grandi asset: rinegoziazione dei debiti con i creditori, ed un nuovo programma di attività che porti la SCS ad essere un punto di riferimento tanto per i soci quanto per terzi, non dimenticando la sua indole di presenza nel sistema bancario.

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«I ROBOT NON CI SOSTITUIRANNO, MA TASSIAMO LORO, NON IL LAVORO» PEPPER (O BEPPER) PRIMO ROBOT-DOCENTE

COMUNICARE L’IMPRESA L’irruzione incontenibile del web nel mondo della comunicazione ne ha sovvertito consuetudini e paradigmi. Tra le ultime e più interessanti novità c’è l’impatto dell’intelligenza artificiale e dei robot interattivi sul rapporto delle aziende con i loro clienti. I primi risultati sono molto positivi, ma è chiaro che usare questi nuovi mezzi non è banale

68 WEB MARKETING AL TEMPO DI APP E SOCIAL, È ANCORA UTILE IL VECCHIO BLOG?

70 DIRITTO ALL’OBLIO LO ZUCKERBERG SPAGNOLO CHE CANCELLA LE TRACCE WEB

72 PRESENZIALISMO NOCIVO LA COMUNICAZIONE POLITICA 2.0 SECONDO MICHELE ANZALDI

Ferruccio De Bortoli: «Tra millenaristi alla Asimov e positivisti sceglierei un atteggiamento pragmatico. Concentrando gli sforzi nel trovare e formare le professioni di domani. Però l’idea di Bill Gates...» di Sergio Luciano

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isogna essere ottimisti ma insieme Dunque come valuta le due opposte tesi preoccupati. La storia dell’umanità insull’impatto che la robotizzazione avrà segna che fino ad oggi la tecnologia ha creato sull’occupazione? più posti di lavoro di quanti ne abbia distrutti. La prima scuola di pensiero è quella di Carl Ma la discontinuità in atto», dice Ferruccio De Benedikt Frey e Michael A. Osborne, di Oxford, Bortoli, presidente della fondazione Vidas ed che nel 2013 sono arrivati alla conclusione editorialista del Corriere della Sera, cha ha diche il 47% delle attuali professioni e mestieri retto per molti anni, «sta cambiando tutti i paè a rischio di sostituzione da parte dei robot. radigmi. E ci sono due L’Ocse, con molti altri «CI SONO DUE SCUOLE DI PENSIERO: scuole di pensiero che economisti, afferma UNA RITIENE CHE I POSTI SARANNO dividono economisti, invece che le probaDECIMATI, L’ALTRA CHE INVECE futurologi e analisti di bilità di sostituzione GLI IMPIEGHI UMANI RIPARTIRANNO» dinamiche industriali: investirebbero una una ritiene che il lavoro verrà decimato, l’alpercentuale molto più limitata dell’attuale tra che verrà rilanciato. Io dico che intanto la occupazione umana, negli Usa ad esempio il proposta di Bill Gates di tassare i robot è in9 per cento. Ci sono poi alcuni interessantissitelligente perché stiamo vivendo il paradosso mi cataloghi della paura che individuano, per di un’innovazione tecnologica fortemente inesempio, un indice di sostituzione bassissimo centivata dalla politica fiscale, mentre il lavoro per professioni quali la fisioterapia o l’odontotradizionale è fortemente tassato. Una coniatria e altissimi rischi di estinzione per i ventraddizione da cui uscire». ditori vecchio stampo, gli impiegati bancari… anche per professioni che richiedono titoli di L’INTERVISTATO FERRUCCIO DE BORTOLI, studio elevati!. PRESIDENTE DELLA FONDAZIONE E dunque? VIDAS ED EDITORIALISTA DEL CORRIERE DELLA SERA Si oscilla tra visioni millenariste alla Asimov che prevedono l’arrivo di legioni di robot e un’enorme disoccupazione di origine tecno-

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COMUNICARE L’IMPRESA

A sinistra Roberto Cingolani, direttore dell’ Istituto italiano di tecnologia di Genova. In basso la copertina di I, Robot, (Isaac Asimov, Fawcett Crest, 1970)

logica, che imporranno scelte politiche drastiche come il reddito di cittadinanza, e altre, molto più ottimiste, che – come quella sposata dal direttore dell’Istituto italiano di tecnologia di Genova, Roberto Cingolani – sostengono che dietro ogni robot lavoreranno 5 uomini, in una filiera professionale tutta nuova. Per me, occorre quindi essere pragmatici, se guardiamo ai profili professionali più richiesti oggi, contatiamo che in buona parte vent’anni fa non esistevano… E viceversa le multinazionali che negli Anni Novanta attiravano le proteste dei no-global avevano ed hanno milioni di dipendenti, mentre oggi gli unicorni del web nati in quellìepoca nei garage tra la simpatia dei contestatori oggi hanno miliardi di valore e poche migliaia di dipendenti. Il progresso galoppa e spiazza. Bisogna comunque impegnarsi a individuare tutti gli spazi della nuova occupazione. Se ne aprono di impensabili. Basti pensare ad Amazon, che ha appena inaugurato la sua prima libreria fisica… Sembra un paradosso, eppure… Probabilmente i nuovi spazi si creeranno nei servizi più che nella manifattura». E le professioni intellettuali? Al giornalismo cosa succederà? Già oggi si sono algoritmi che hanno sostituito totalmente alcuni giornalisti. “Non male”, ironizzerebbe qualcuno… Ma mi ha anche molto colpito la notizia del robot Bepper che ha tenuto una straordinaria lezione di economia in un campus americano ma alla fine ha detto: “I’m just a robot’, sono solo un robot, dimostrano una saggezza e un’umiltà…umane anzi un po’ sovrumane!. Una riflessione: i robot non sono consumatori. Se sostituiranno i lavoratori, toglieranno in tal modo reddito a molti consumatori che perderanno il loro

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accesso ai consumi. E allora le imprese a chi venderanno i beni prodotti dai loro robot? Ma infatti: è preciso interesse dell’impresa avere sempre sul mercato una domanda simmetrica all’offerta che produce. Quindi anche chi punta sui robot capirà che è suo interesse difendere il lavoro umano retribuito!. Ecco: però non se ne parla molto, di queste e altre contraddizioni delle nuove tecnologie… Il problema di fondo dal punto di vista filosofico-concettuale è che a differenza del periodo greco, in cui c’era tanto pensiero e poca tecnologia, oggi c’è molta tecnologia e poco pensiero. Però forse bisognerebbe rileggere le famose regole dei robot di Asimov, in particolare quella che afferma che mai i robot devono poter fare qualcosa di contrario agli interessi dell’uomo, la tecnologia non deve sfuggire di mano all’umanità e prendere il sopravvento. Tutta questa materia interpella fortemente la politica e impone un ripensamento della gestione dell’innovazione nella direzione dell’interesse comune, considerando che non sempre la sola produttività determina vantaggi. Oggi Amazon è la società che appartiene all’uomo più ricco del mondo, la Apple ha riserve pari al pil della Repubblica Ceca. Sono giuste anomalie simili? Qui entriamo su un terreno franoso, la capacità delle democrazie

liberali incapaci di definire politiche che guardino al futuro e non solo al passato…». Intanto dilagano i lavoretti: fattorini, uberisti, pseudo-albergatori… Intanto bisogna dire che spesso i giovani più entusiasti di ogni nuova App non si rendono conto dei rischi che corrono anche a opera di quelle App. Andiamo verso un mondo di vittime digitali felici utilizzatrici dei loro carnefici? E’ cero che dilaga un pensiero unico digitale da prendere con le molle. Nel mondo digitale si procede per mode e non nascono quasi mai pensieri critici laterali. La tecnologia sta diventando l’ideologia totalitaria di questo secolo, ha rimpiazzato le ideologie culturali e politiche del secolo precedente, per cui si valutano solo i possibili vantaggi delle innovazioni per gli individui e si sottovalutano o si trascurano del tutto i costi di carattere generale che ricadranno sulla collettività. Chi guida quest’ideologia tecnototalitarista? I grandi del web, i cosiddetti Over The Top, Ott: sono figli della Rete, sono prosperati grazie alla sua neutralità, e poi hanno costruito mondi chiusi e creato un oligopolio potentissimo, assolutista nella tendenza all’esclusività, di cui i grandi player sono i kapò. Figli della deregulation, padri dell’oligopolio, chiusi al dialogo. Una grande contraddizione. Qualche domanda in più dovremmo porcela.



COMUNICARE L’IMPRESA

Marketing: siete certi che i blog aziendali non funzionino più? Nel pieno dell’era dei social e delle app, la vecchia pagina web collegata al sito - che ormai ha più di vent’anni - non solo è ancora efficace, ma incide anche più che in passato. Non ci credete? Vi spieghiamo perchè di Alessio Beltrami

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ino a qualche anno fa era cosa comune sentir parlare del “popolo del web”. Ci volevano spiegare con analisi e numeri, l’identità e il comportamento degli utenti online. Poi, ringraziando il Cielo, si è capito che non c’era distinzione tra online e offline e che il web era parte della nostra quotidianità. Quello che potrebbe sembrare un dettaglio, è in realtà un passaggio fondamentale che ha aiutato aziende e professionisti a comprendere che non si trattava di qualcosa che succedeva altrove, ma del presente di ognuno di noi. Lì si sono svegliati in molti, perché quando una cosa ti tocca da vicino, reagisci. Reagire in questo caso significa ALESSIO BELTRAMI È CONSULENTE DI COMUNICAZIONE SPECIALIZZATO IN CONTENT MARKETING. HA FONDATO CONTENTMARKETINGITALIA.COM

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informarsi, cercare soluzioni, investire tempo e soldi per diventare protagonisti e non semplici spettatori dell’online. In pratica, se è vero che tutte le imprese oggi sono online - hanno un sito, usano l’email, pagano con home banking - solo una minima parte ne è protagonista, quando si tratta di comunicare e promuovere la propria attività. Lo scopo di questo spazio su Economy, sarà proprio quello di fornire risposte comprensibili (e applicabili) agli interrogativi di quelle

imprese che pur avendo capito che il web è uno strumento potente, non riescono ancora a prendere il toro per le corna. Ci fosse tempo in abbondanza, non ci sarebbe bisogno di leggere e testare questi consigli, ma il tempo non c’è. Ogni minuto che passa, un nuovo concorrente - spesso meno bravo e meno competente di noi - bussa alla porta dei nostri clienti grazie al web e, utilizzando gli strumenti giusti, riesce a farsi conoscere e apprezzare. E il tutto mentre noi restiamo illustri sconosciuti. Ecco perché oggi rimandare significa regalare clienti alla concorrenza. Per iniziare, abbiamo scelto un argomento tutt’altro che nuovo, ma è proprio qui che si nasconde la fregatura. Siamo abituati a creare un’associazione naturale tra web e innovazione: per questo il blog, con i suoi vent’anni suonati, sembra appartenere ad un’altra era geologica. E invece è uno strumento ancora potente, efficace e attuale per piccole come per grandi aziende. Nel mare di app, social network e e-commerce, il blog non solo funziona, ma lo fa molto meglio di qualche anno fa. IL BLOG È IMPEGNATIVO? SÌ, MA RESTA UNA DELLE PIATTAFORME ONLINE PIÙ AUTOREVOLI E UN MEDIA PROPRIETARIO DEL QUALE SI HA IL CONTROLLO TOTALE

Cosa rende un blog aziendale efficace? Se dovessimo definire in una frase cosa facciamo navigando su smartphone, tablet e computer, potremmo dire che “cerchiamo informazioni”. Raramente le condividiamo e ancora più raramente le creiamo. Ma su internet, tutti noi indistintamente cerchiamo

LA CASE HISTORY: LO HA FATTO ANCHE MICHELIN... NEL 1900

Pensate a Michelin quando, nel 1900, invece di parlare degli aspetti tecnici dei suoi pneumatici, decise di creare una risorsa per rispondere ad alcuni interrogativi comuni dei clienti. È così che è nata la Guida Michelin - inizialmente gratuita ideata per rispondere a quelle domande che ogni

automobilista sarebbe finito per farsi prima o poi. Dove posso fermarmi a mangiare? Dove posso fare benzina e ricevere manutenzione per la mia auto? Quello di Michelin è uno dei primissimi casi di Content Marketing - la disciplina responsabile del successo di un blog - e

quella guida era il loro media proprietario. Quello che è successo nei decenni a venire lo sanno tutti, come cioè l’azienda sia riuscita a infilare nel cruscotto di ogni macchina una guida ristoranti marchiata Michelin. Ma forse ora è più chiaro come e perchè sia potuto succedere.


informazioni. In questo equilibrio, che vede da una parte gli utenti alla ricerca di informazioni e dall’altra le aziende, è chiaro che gode di un vantaggio competitivo solo chi riesce a strutturare una comunicazione basata sulle informazioni che stanno a cuore ai clienti. La capacità di rispondere agli interrogativi degli utenti è ciò che trasforma un’attività di marketing in un generatore di fiducia, perché se cerchiamo risposte avrà la nostra totale attenzione chi riuscirà a fornircele. È questo l’approccio corretto per far funzionare un blog aziendale, perché così facendo: si porta l’utente in un luogo con un livello minimo di distrazioni; si rende autorevole il proprio messaggio (il blog porta con sé l’intenzione implicita di aiutare, per questo l’utente è ben predisposto e si avvicina ai contenuti senza quella prevenzione che ognuno di noi ha nei confronti del messaggio pubblicitario tradizionale); si aiuta il proprio sito a essere trovato (il blog è uno degli alleati più potenti per portare nuovo traffico sul nostro sito).

2 ORE 47 MINUTI TEMPO PASSATO

ONLINE UTENTI 18/24 ANNI

UTENTI UNICI 2,3 GIORNALIERI MLN (IL 42,4% DEGLI ITALIANI)

93,8%

UTENTI ONLINE

EFFETTUANO ALMENO 1 RICERCA (*FONTE AUDIWEB NIELSEN, MAGGIO 2017)

2, 75 MILIONI NEL MONDO

I POST PUBBLICATI

OGNI GIORNO

I 7 PUNTI CHIAVE PER AVERE SUCCESSO IN RETE

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INTEGRA IL BLOG AZIENDALE NEL TUO SITO

Senza fare un trattato tecnico, ciò che bisogna fare è rendere il blog aziendale parte del proprio sito. Questo può avvenire in due modi: con un sotto dominio blog. vostrosito.com o con una cartella dedicata vostrosito.com/blog. Il risultato sarà ottenere più traffico e rendere il sito più autorevole grazie alla sezione blog.

2

METTICI LA FACCIA

Preparatevi a comunicare in prima persona perché è questo che vogliono i clienti. Per capirci, ciò che scrivete sul blog non può essere firmato da “Lo staff” o da “Rossi Srl”. I clienti vogliono leggere Mario Rossi, Fondatore di Rossi Srl e poi ancora da Chiara Rossi, Responsabile Contabilità di Rossi Srl. In questo modo l’utente capirà che dall’altra parte c’è una persona in carne ed ossa con cui relazionarsi, ed è esattamente quello che cerca.

3

DAI UNA RISPOSTA A PROBLEMI COMUNI

Gli argomenti migliori sono già in vostro possesso. Rispondere alle domande più frequenti dei clienti perché questo è un modo sicuro per trattare tematiche che saranno di loro interesse. Se col punto precedente avete capito che dobbiamo farci percepire come esseri umani, ora dobbiamo anche raccontare qualcosa che riscuota interesse. Uno degli errori più diffusi è invece quello di arrampicarci in spiegazioni tecniche lontane dalla quotidianità di chi si fa domande molto semplici e vorrebbe risposte altrettanto semplici.

4

COINVOLGI CLIENTI E PARTNER COMMERCIALI

Uno dei freni più grandi per le aziende che vorrebbero aprire un blog, è rappresentato dall’idea che produrre contenuti richieda una quantità di tempo che non hanno. Ora, è vero che produrre contenuti richiede tempo, ma esistono molte soluzioni per fare economia in tal senso. Partner commerciali e clienti sono un’ottima risorsa e il modo più semplice per coinvolgerli è rappresentato dalla formula dell’intervista. Questo significa raccogliere testimonianze, realizzare casi di studio, ma anche dare voce a partner commerciali autorevoli.

5

CREA UN CALENDARIO CON UNA CADENZA REGOLARE

I blog che funzionano, pubblicano regolarmente nuovi contenuti. Questo non significa pubblicare ogni giorno, ma avere una cadenza regolare, organizzata attraverso un calendario editoriale. Il calendario è anche lo strumento migliore per coordinare il lavoro di gruppo - chi fa cosa e quando - e per mantenere l’attenzione sulle cose importanti. Non serve un software, basterebbe carta e penna, ma se volete sfruttare quello che il web ci mette a disposizione gratis, Google Drive sarà perfetto.

6

DIFFONDI, DIFFONDI E DIFFONDI

Lavoriamo per fare in modo che tutto quello che viene pubblicato sul nostro blog venga trovato facilmente da Google, ma non trascuriamo la possibilità di diffondere in modo attivo i nostri contenuti. Una newsletter che segnala i nuovi articoli è una soluzione perfetta, così come far sapere la stessa cosa a chi segue la vostra azienda sui social. In quest’ultimo caso, sposterete con un click gli utenti da Facebook al blog.

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MISURA, CORREGGI E PROCEDI

Nella fase iniziale - diciamo i primi 6 mesi - è necessario avere un’attenzione particolare per i numeri. Analizzare i risultati, capire cosa ha funzionato e cosa no, mettendo da parte il nostro gusto personale è un’attitudine che dobbiamo sviluppare. I numeri sono lo specchio dei comportamenti degli utenti e come gli utenti reagiscono

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COMUNICARE L’IMPRESA

Lo Zuckerberg spagnolo che tutela il nostro diritto all’oblio Si chiama Dídac Sànchez ed è un inventore di 26 anni. Per risolvere un problema personale, con Eminalia, ha lanciato, anche in Italia, una soluzione globale di Angelo Curiosi

L

DIDAC SANCHEZ, L’INVENTORE DI ELIMINALIA

e notizie su reati nei confronti di minori, to iberico, il Messico, il Venezuela, la Colombia violenza sulle donne e quelli di associae l’Uruguay. Del resto è un business globale, zione a delinquere di stampo mafioso, quello del diritto all’oblio. non le eliminiamo mai, a meno che chi chieDa quando opera, Eliminalia dichiara di aver de la loro rimozione dal web non dimostri di trattato 10 mila casi, con una percentuale di essere stato assolto con sentenza passata in soddisfazione superiore al 99%, tanto che ha giudicato. Tutto il resto, sì. Cancellarlo si può”: potuto introdurre la formula contrattuale del benvenuti nel paradiso del diritto all’oblio, ‘soddisfatti o rimborsati’, che in questo campo fatevi avanti senza paura, se non vi fa piacere non si applica mai”. che cercando su Google chiunque possa ritroA Barcellona, sede centrale di Eliminalia, lavare quella foto ad un San Silvestro di qualche vora un atipico team, composto per metà anno fa in cui eravate palesemente sbronzi, o da informatici e per metà da avvocati. Dídac quell’altra in cui baciavate una vecchia fiaml’ha costruito in pochi anni partendo da un ma, o quella bega di problema persona la NEI (RARI) CASI DI INSODDISFAZIONE, quel fallimento in cui sua dura storia in orIL RIMBORSO È COMMISURATO siete stati coinvolti difanotrofio, diventata AL NUMERO DI LINK PER I QUALI ciassette anni fa e che di pubblico dominio, NON SI È RAGGIUNTO IL RISULTATO ancora ritorna fuori che gli sembrava ineappena qualcuno digita il vostro nome, ebbestirpabile dal web. E invece… Invece Didac ne: avete risolto. ha messo a sistema una serie di tecnologie di La parola chiave è “Eliminalia” e l’indirizzo cancellazione e deindicizzazione, seguite e gagiusto è in via Vincenzo Monti 25, a Milano, rantite passo-passo dagli avvocati, che cominsede italiana scelta da un ragazzo spagnolo ciano a fare scalpore: per la semplice ragione di 26 anni, Dídac Sánchez, che nel suo Paese che funzionano. inizia a essere considerato – controllare su Obiettivo numero uno: eliminare le pagine Youtube per credere – lo Zuckerberg iberiindesiderate dal web. Innanzitutto, risalendo co. Dall’Italia, i servizi di Eliminalia saranno ai server che ne contengono il file primario, e distribuiti via via anche in Svizzera, Regno provando a ottenerne la rimozione volontaria Unito e Francia e poi in Asia, dove ci sono già di chi le ha archiviate (e fin qui operano i legacontatti in Malesia e Singapore, mentre dalla li, perché per imporre l’eliminazione volontaSpagna Dídac gestisce direttamente il mercaria dei file occorre dimostrare il proprio buon

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IL PRIMO PASSO É LA RIMOZIONE SPONTANEA DEI LINK SGRADITI. OPPURE LI SI DE-INDICIZZA O SE NE CRIPTA IL CONTENUTO. MA NON SU REATI DI MAFIA E PEDOFILIA “diritto all’oblio”); se non si ottiene il risultato ottimale, si procede a modificare i dati presenti sulla pagina indesiderata: per esempio li si cripta, per renderli illeggibili; o si sostituisce al nome del soggetto interessato le sue sole iniziali, in modo che il file risulta introvabile; o ancora lo si de-indicizza da Google, cioè si interviene per via informatica in modo che la pagina indesiderata non rientri più nelle prime 5 che il motore di ricerca più usato al mondo genera quando gli si chiede qualcosa (e che sono le pagine alle quali si spinge la consultazione del 99,9% degli utenti). Ma Eliminalia tratta anche i social-network: ovvio, del resto, vista l’enorme quantità di dati personali che contengono, spesso ben al di là della consapevolezza dei loro stessi utenti. Dídac Sánchez predica la massima trasparenza con i clienti: non promettono risultati istantanei, ma di solito i casi vengono risolti in almeno un mese e a volte anche sei di lavoro. Nei (rari) casi di insoddisfazione, il rimborso è commisurato al numero di link per i quali non si è raggiunto il risultato commissionato.


PIXELL

INVESTIAMO IN NUOVI MERCATI PER CREARE VALORE

Sorgente Group Spa (Italia), insieme a Sorgente Group of America (US), Main Source (Lussemburgo) e Holding Star (UK), fa parte di Sorgente Group Alternative Investment (US). Il patrimonio immobiliare posseduto dai fondi e dalle 70 società controllate, sommato a quello gestito - al 31/12/2016 - è di circa 5 miliardi di euro. Sorgente Group diversifica i propri investimenti operando in diversi settori: immobili, finanza, risparmio gestito, infrastrutture, restauri, alberghi, cliniche, comunicazione ed editoria.

www.sorgentegroup.com


COMUNICARE L’IMPRESA

Presenzialisti? Se si esagera diventa un boomerang Parla Michele Anzaldi, segretario della Commissione di Vigilanza Rai: «Matteo Renzi ha finito col rendersi inviso. Le imprese comunichino con più coraggio» di Claudio Sonzogno FORSE EMMANUEL MACRON NON DIVENTERÀ IL NAPOLEONE DEL XXI SECOLO, ma lo

MICHELE ANZALDI, 56 ANNI, DEPUTATO PD, SEGRETARIO DELLA COMMISSIONE DI VIGILANZA RAI

nel modo in cui è cambiata la ‘’lingua’’, altrimenti si ottiene l’effetto contrario. La politica deve essere innanzitutto consapevole del fatto che siamo così invasi da informazioni che diventa ridottissimo lo spazio per comunicare e lo si deve fare in maniera velocissima. Ciò vuol dire contrastare il dilagare della superficialità e dell’ignoranza. Come dimostra la facile avanzata dirompente del fenomeno delle cosiddette Fake news».

straordinario successo elettorale ottenuto dal neopresidente francese serve da modello per la cosiddetta postpolitica, dove la velocità e l’immagine è tutto, ma bisogna anche saper Lei ha esordito col Movimento ambientalista emozionare con un progetto che risulti ‘’Legambiente’’ inventando il ‘’Telefono comunque “credibile”. verde’’, è stato per molti anni portavoce di Michele Anzaldi, 56 anni, deputato Pd, coFrancesco Rutelli, da sindaco della Capitale raggioso segretario della Commissione di a Vicepresidente del Consiglio. Poi per Vigilanza Rai (ha recentemente presentato brevissimo tempo è stato anche portavoce un atto di indirizzo di Matteo Renzi. In LA CLASSE POLITICA DEVE ESSERE per ridimensionare lo questa legislatura è CONSAPEVOLE CHE SIAMO TALMENTE strapotere, fino ad ora stato eletto. Qual è la INVASI DA INFORMAZIONI, CHE LO SPAZIO incontrastato, degli sua strategia? PER COMUNICARE È RIDOTTISSIMO agenti e delle società Penso di essere semdi produzione), giornalista, comunicatore e pre lo stesso. Cioè una persona che ha avuto politico, che non teme di mettersi in mostra la fortuna di lavorare in ambiti in cui crede e fuori dagli schemi, considera il Movimento di di cercare di comunicarli il meglio possibile e Macron soprattutto una sfida per riportare ai il più possibile. Così ho fatto affiancando i parvalori della nostra storia, la gente ‘’deviata’’ e lamentari di prima e ora da deputato lo faccio stordita dai rapidi cambiamenti che carattedirettamente. Sia prima che adesso se vedo rizzano l’epoca ‘’digitale.’’ una cosa ingiusta o sbagliata, mi mobilito per «Oggi i valori – rileva in quest’intervista ad denunciarla, per trovare una via di soluzione e Economy – bisogna reimparare a comunicarli quindi comunicarla.

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Che cosa ne pensa delle campagne virali negative della Rete? Secondo alcuni strateghi della comunicazione non bisogna opporsi, ma assecondarle con ironia e autoironia, per smorzare il potenziale negativo. Non sono d’accordo. Quando una cosa è negativa o sbagliata va denunciata e fermata con forza con i mezzi della comunicazione e quelli legali. I principi sacri del giornalismo non devono essere derogati in nessun campo. In certi casi può essere penalizzante e anche pericoloso, ma poi tornerà a vantaggio. Bisogna tener presente che nella Rete c’è di tutto. Persone volgari e ignoranti, ma anche normali e sono certamente la maggioranza. Ma se l’attacco viene da una fonte che si nasconde ? La polizia postale è in grado di smascherare chiunque. Ci vorrebbe una campagna di comunicazione che faccia sapere ai molestatori che ledono la dignità degli altri, nascosti dall’anonimato sui social, che possono essere facilmente rintracciati. A poterlo fare è proprio la polizia postale. Come è accaduto per la Presidente della Camera, Laura Boldrini, contro gli sciacalli della fake news nei confronti della sorella morta. Le campagne elettorali sono diventate meno costose perché si appoggiano sempre più alla Rete che facilita la


BERLUSCONI SI È ECLISSATO FINO A FARSI CHIAMARE A GRAN VOCE. POI HA SCELTO SPAZI E TEMPI GIUSTI massima diffusione di contenuti cosiddetti ‘’notiziabili’’, ossia in grado di sorprendere e suscitare interesse ed essere rilanciati da parte dei media tradizionali e dalla tv. Ma è davvero un vantaggio per i partiti? Ora le campagne elettorali, e va premesso che i partiti ‘’professionali’’ sono ancora molto indietro, nascono sull’onda del populismo e degli slogan. Si deve scegliere se scendere su quel terreno o andare su quello opposto, ossia approfondire l’idea di cambiamento e proporla con tutti i mezzi di comunicazione disponibili. La maggior parte dell’opinione pubblica è composta da gente seria e disinteressata. Occorre saperla raggiungere proponendo un progetto serio. Soprattutto non bisogna prenderla in giro… Governo e partiti, che definisce ‘’professionali’’, dispongono di un media potentissimo come la Rai, con la quale lei da tempo è però in guerra. Anche dopo l’uscita di Campo Dall’Orto, che ha attaccato molte volte, il debutto al vertice di Mario Orfeo non sembra placarla. Che cosa vorrebbe dal ‘’Servizio pubblico ’’, oltre ad eliminare gli assegni stratosferici di alcuni conduttori e artisti? La Rai è spesso latente su temi dove si concentra con veloce frequenza l’attenzione dell’opinione pubblica. Oltre alla copertura della cronaca, dove si sovrappongono con spreco di

risorse i diversi Tg, ci sarebbe bisogno di approfondimenti adeguati e coinvolgenti per far meglio capire alla gente su che cosa sta discutendo la politica, i pro e i contro di determinate scelte. Soprattutto quando esse toccano da vicino l’esistenza dei cittadini. Dai vaccini al morbillo, fino all’apologia del fascismo sono piovute molte proteste dei telespettatori per il basso profilo tenuto dalla Rai. Persino sul ritorno del tifo ‘’pro mafia’’, segnato da alcuni brutti episodi nel palermitano, non c’è stata un’adeguata risposta. Anche quando vengono proposti approfondimenti dall’esterno, come di recente il docufilm sulla lotta alla mafia attraverso la drammatica storia del giornale ‘’L’Ora’’ di Palermo, la Rai se li lascia sfuggire a favore della concorrenza. BEPPE GRILLO HA ESORDITO CON «NON VADO IN RAI» E LE LISTE DEI GIORNALISTI DA PUNIRE. POI HA SUPPLICATO PER ESSERE INVITATO A “PORTA A PORTA”

Come valuta il registro comunicativo cosiddetto di ‘’catapulta’’ adottato da Beppe Grillo col suo blog, che sfrutta una comunicazione dirompente che prova poi facile spazio sui giornali e la tv? Grillo ha esordito con ‘’non vado in Rai’’ e le liste di proscrizione con i nomi dei giornalisti secondo lui da punire. Poi ha supplicato di essere invitato ai talk show della Rai e ci è riuscito con ‘’Porta a Porta’’ di Bruno Vespa, dove ha tentato di entrare in studio con un offensivo plastico che avrebbe violato la par condicio. Bisogna riconoscergli che è partito da zero ed è riuscito a indirizzare una marea di consensi verso il suo movimento. Grazie soprattutto al genio di Gianroberto Casaleggio è diventato in breve tempo uno dei primi partiti del Paese. Ma adesso nei fatti è però come tutti gli altri partiti e cerca spazi in Rai. Anche Berlusconi e Renzi si fronteggiano nella comunicazione, con modalità e impatti però differenti. In particolare al segretario Pd viene addebitato il cosiddetto fattore ‘’A’’ (antipatia). Lei cosa pensa in proposito?

Che il governo come sempre logora. Scelte coraggiose scontentano chi perde i privilegi e danno ‘’ristoro’’ a chi sta in sofferenza. Ma spesso chi riceve dei miglioramenti, poi facilmente li dimentica. Renzi poi è così iperpresenzialista che lo ha portato ad essere inviso, senza che se ne accorgesse. Berlusconi ha invece usato una tecnica opposta. Si è eclissato fino a farsi poi chiamare a gran voce. A quel punto ha colto i momenti giusti, gli spazi liberi e le trovate di marketing più redditizie, come il famoso agnellino salvato dall’arrosto pasquale. Sfruttando per di più la cultura ‘’Disney’’, che porta taluni a commuoversi più per gli animali che per gli esseri umani. Che cosa potrebbero imparare le imprese dalla comunicazione politica e viceversa? L’impresa dovrebbe trovare il coraggio di denunciare tutti i lacci e i lacciuoli che gli impediscono di lavorare e di crescere, ciascuno dovrebbe essere ambasciatore di tutti. Tutti poi si lamentano, ma non trovano dove convogliare la protesta in modo da ottenere risposte coi fatti. Siamo molto indietro nella tutela del consumatore. Ci vorrebbe uno sportello per accogliere le segnalazioni. Sogno di avere un ministro, un ministero dei consumatori che tuteli da tutto. Oggi se vuoi reagire a un sopruso devi sottoporti a un costoso e faticoso iter che sembra predisposto per punirti, piuttosto che difenderti. Così il disamore per la politica intacca anche le istituzioni… Il cittadino ha spesso la sensazione che persone pagate da lui lavorino per creargli problemi e complicargli la vita. Per contro quando il cittadino si avvicina alla politica, i partiti, anziché fare tesoro della sua esperienza e valorizzare le capacità espresse nella professione, lo fanno sentire un intruso o si dimostrano arroganti, destinandolo a lavori modesti. Perdono così l’opportunità di farsi aiutare e si lasciano sfuggire una risorsa importante per il rinnovamento. Soprattutto le formazioni politiche tradizionali dovrebbero diventare più flessibili e capaci di riadattarsi, comportandosi, sul modello del movimento di Macron, come una giovanissima e competitiva impresa.

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learning to excel since 1969


VALTER MAINETTI DAVANTI AL QUIRINALE NEL GIORNO DEL CONFERIMENTO DELL’ONORIFICENZA DI CAVALIERE DEL LAVORO

OSSERVATORIO IMMOBILIARE Il mattone non passa mai di moda, impossibile negarlo. E se il mercato interno resta ingessato, i player - piccoli e grandi del settore - non demordono, e cercano nuove soluzioni per invertire la tendenza. C’è chi le ha trovate diversificando il business, chi rivolgendosi al mercato estero, chi inventando soluzioni a misura delle esigenze dei clienti. L’arte dell’arrangiarsi insomma, resta una prerogativa tutta italiana. Ma la fortuna, si sa, aiuta gli audaci

78 IMMOBILI ALL’ESTERO COMPRARE CASA OLTRECONFINE: UN TREND CHE IN ITALIA AVANZA

80 IL CASO DOVEVIVO AFFITO CERTO E CLIENTI FELICI: CON L’INTUIZIONE SI VINCE

81 LA STORIA CENTRO IMMOBILIARE SERVIZI: UN MODELLO AZIENDALE LOMBARDO

COME FAR RENDERE BENE IL MATTONE DALL’AFFITTO DELLE “ICONE” AGLI NPL Sorgente Group, tra i leader non solo italiani nella gestione dei fondi immobiliari con 5 miliardi di patrimonio, diversifica nel settore dei “Non Performing Loans” e prenota una nuova fase di sviluppo di Angelo Curiosi

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inquanta milioni di euro da investire nei stato istituito l’innovativo Fondo di Crediti in “Non performing loans” (Npl): una novità bonis (PLs), o Fondo Visconti, la cui commerassoluta nell’attività di Sorgente Group, tra i cializzazione è in corso di autorizzazione”: già, principali gruppi attivi nella gestione immoperché liquidare rapidamente un credito in biliare, non solo in Italia, con un patrimonio bonis può comunque essere un’attività finantra posseduto e gestito di circa 5 miliardi di ziaria molto interessante, e Sorgente ha tutta euro di valore. Per rilevare un portafoglio di l’expertise per farla. Perché? “Perché la nostra Npl originati da utilities (società di energia storia”, spiega Mainetti, “è legata al concetto di distribuita) e società di credito al consumo, iconico, dunque di bellezza e unicità. Questi Sorgente ha lanciato il fondo Pinturicchio, concetti si possono declinare in tante forme. che ha già rilevato crediti in sofferenza per Per questo, pur diversificando il nostro busioltre 16 milioni di ness, il filo conduttoeuro di valore nomire è nella qualità dei «IL FILO CONDUTTORE È LA QUALITÀ DEI PROGETTI E DELLA NOSTRA nale (il che significa progetti e della nostra RICERCA. UN FRONTE IMPORTANTE che potranno essere ricerca. Un fronte per È QUELLO DELLA SOSTENIBILITÀ» ampiamente valoriznoi importante è quelzati in incremento) sui quali sono in corso le lo della sostenibilità sia intesa come compatiazioni di recupero, in alcuni casi già concrebilità ambientale sia intesa come profilo etico tizzate. Verranno acquisiti rilevanti portafogli del business”. di NPLs, per valori nominali stimati in circa La grande esperienza nel settore immobiliare 50 milioni di euro. “Il successo dell’iniziativa del Gruppo Sorgente è insomma, per il grupsui Non Performig Loans è dimostrato dalla po, un punto di partenza per una nuova fase riapertura a breve delle sottoscrizioni delle di sviluppo. Che infatti si colloca già tra i primi quote”, spiega Mainetti. “è in fase avanzata la dieci operatori del settore ma ha appena rafraccolta di commitment di Banche e Istituti forzato la governance con una serie di innesti Finanziari interessati a partecipare sia con di alto livello, come fa chi vuole rilanciare la versamenti di equity che con apporti in natura sfida imprenditoriale a tutto campo. di crediti ipotecari e chirografari. Inoltre è già Gualtiero Tamburini, già presidente di Idea

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OSSERVATORIO IMMOBILIARE

Il palazzo della Galleria Colonna (rinominata Alberto Sordi) a Roma. Nella pagina fianco, il palazzo di Roviano e Veronica Mainetti, Presidente di Sorgente Group of America

IN PRINCIPIO FU IL CHRYSLER BUILDING DI NEW YORK Sorgente Group pone le sue origini in Italia nel 1910 e negli Usa nel 1919, attraverso l’attività di due famiglie nel settore siderurgico. In Italia, tra il 1910 e il 1943, l’attività si concentra sulla lavorazione del ferro, con appalti di grandi impianti tecnologici per conto di committenti pubblici e privati tra i quali il sincrotrone di Frascati, l’Alfa Romeo di Arese, le Acciaierie di Terni e di Taranto. Negli anni Settanta vengono sviluppate varie iniziative immobiliari e di edilizia sociale, in Italia e all’estero. Alla fine degli anni Novanta il gruppo viene ristrutturato e l’attività si indirizza principalmente verso il settore della finanza immobiliare, per effettuare investimenti e costituire fondi immobiliari. Nasce così Sorgente Sgr: dal 2001 il gruppo ha lanciato 38 fondi. Negli Usa, invece, l’attività ha inizio nel 1919, periodo in cui comincia a lavorare nel mercato newyorchese delle strutture portanti in acciaio e partecipando alla costruzione di diversi edifici, tra i quali, nel 1923, l’ampliamento del palazzo della New York Stock Exchange su progetto di Trowbridge e Livingstone e nel 1928 la struttura del Chrysler Building di Van Alen. L’attività è poi proseguita su queste direttrici e oggi, sotto la guida di Veronica Mainetti, sono anche state portate a termine

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la riqualificazione di due edifici in Green Street a Soho e poi “60 White”, un complesso immobiliare storico nel quartiere di Tribeca, trasformato in appartamenti loft di prestigio. Del portafoglio del Gruppo fanno oggi parte, tra gli altri, veri gioielli come il Flatiron Building (meglio noto come il “ferro da stiro”) e la Galleria Alberto Sordi (dal 2009). In passato aveva acquisito il Chrysler Building a New York (la partecipazione di maggioranza è stata rilevata nel 2005 per 400 milioni di dollari e venduta a 800 nel 2008), la Queensberry House di Londra (2012-2015), e uno dei palazzi-chiave di Piazza Cordusio a Milano (2010-2016). Non mancano piccole perle dell’architettura italiana come la Rinascente di Piazza Fiume a Roma (1957), l’unica opera realizzata da Franco Albini nella Capitale e considerata oggi un modello di coesistenza tra un edificio contemporaneo e immobili tardo ottocenteschi. Il palazzo delle Poste a Carrara è un inno al marmo locale, mai in un altro edificio del genere è stato utilizzato tanto prezioso materiale, per di più finemente lavorato dalle maestranze locali. Lo stile delle grandi ville di Vienna si rispecchia infine nella Rinascente di Monza, acquisita nel 2006 sempre nell’ambito dei fondi. Oltre confine ecco i due

castelli francesi, alberghi del circuito Relais & Chateaux, “Mirambeau” e “Codignat” rispettivamente nella regione di Bordeau e dell’Alvernia, poli d’attrazione di un raffinato turismo continentale. La strategia del gruppo è rivolta soprattutto agli investitori istituzionali come fondi pensione, istituti di credito e casse di risparmio, cui offre da sempre rendimenti superiori ai benchmark di mercato. In particolare il fondo Megas, che fra gli immobili possiede la Galleria Alberto Sordi, mette a segno un rendimento su base annua (a partire dall’avvio del fondo) misurato in termini di IRR di +3,9% (rispetto a una media del settore di -0,1% negli ultimi 5 anni). Negli anni passati, il primo Fondo istituito, Michelangelo, aveva portato a casa (alla liquidazione) lo storico rendimento dell’8,44% e il fondo Baglioni - dedicato agli alberghi dell’omonimo gruppo - il 7,69%. Sul fronte della Borsa è in fase di rilancio la società quotata sulla Borsa di Milano, Nova Re SIIQ, recentemente acquisita, che punterà a posizionarsi come player nel settore delle SIIQ italiane attraverso un piano industriale che prevede aumenti di capitale in 3 anni per un ammontare complessivo fino a 400 milioni. Il portafoglio sarà composto di immobili a reddito situati nelle principali città del Paese.

Fimit e Federimmobiliare, ha assunto la presidenza di Quorum, la sgr specializzata in progetti di sviluppo da zero(i cosiddetti “brown field”) ad alto tasso di crescita e in operazioni sul residenziale, affiancato da Claudio Carserà, AD di Quorum. Giancarlo Cremonesi è il neopresidente di Sorgente Rem, l’azienda di servizi che gestisce gli immobili del gruppo ma anche patrimoni di clienti terzi: una figura già nota nel mondo del business romano, visto che Cremonesi è stato al lungo al vertice di Acea, della Camera di Commercio di Roma e Presidente di ACER. Infine, è entrato nel consiglio d’amministrazione di Nova Re (la quotata del gruppo) Gaetano Caputi, già direttore generale della Consob, mentre Carlo Alberto Bragazzi, proveniente da BNP Paribas e Intercapital Brothers, con un profilo internazionale, si unirà al team lussemburghese di Main Source, società lussemburghese con focus sugli investimenti europei, attraverso il fondo HTBF che investe nei diversi mercati nella loro valuta di riferimento. Nella Sgr, la società di gestione del risparmio italiana del Gruppo, Noemi Marziali affiancherà come Vicedirettore Generale il DG, Giovanni Cerrone.


SE LA FINANZA SPOSA L’ETICA E AIUTA I MENO FORTUNATI

C’

è spazio per la finanza etica nel settore immobiliare? Valter Mainetti, l’imprenditore a capo di Sorgente Group, è convinto di sì. C’è spazio per iniziative che siano economicamente sostenibili e sul lungo termine anche redditizie ma che contemporaneamente, e come premessa ineludibile, intervengano ad alleviare o risolvere problemi acuti di assistenza altrimenti destinati a restare senza risposta. Per questo Sorgente sta sviluppando per primo alcuni progetti di social responsibility che oltre a riqualificare il patrimonio immobiliare storico italiano, realizzano sul piano sociale un’innovativa partnership pubblico-privato. Fra tutti, il Fondo Sant’Alessio con oltre 200 milioni di

immobili dell’Istituto per i disabili visivi Ipab, mente compromesse, con malattie neurodeCentro Regionale Sant’Alessio Margherita di generative progressive o in coma prolungato Savoia, che mira a ristrutturare e valorizzare fino allo stato vegetativo, e quindi con necesalcuni palazzi storici di Roma e beni ricevuti sità di ricevere cure mediche e specialistiche in donazione dall’Istituto per i Ciechi, a partiquotidiane, trattamenti di recupero funzionare dalla fine dell’Ottocento, come la tenuta di le, somministrazioni di terapie e tutta l’assiPresciano a Siena. stenza necessaria a vigilare sulle condizioni di Ma c’è di più. Il gruppo ha appena varato il minima coscienza del paziente. Il complesso piano per la realizzazione di una struttura di accoglierà anche una struttura di assistenza assistenza residenziale (con erogazione di residenziale per trattamenti estensivi destinatrattamenti intensivi ed estensivi), alle porte ta a pazienti che non possono gestire le cure di Roma, nel Comune di Roviano, in un’area a domicilio o che provengono da un ciclo di immersa nel verde di proprietà di un suo fonriabilitazione intensiva. Il Comune di Roviano do immobiliare, Donatello Comparto Micheha firmato la convenzione su progetto degli langelo Due, nel parco architetti Gianfranco IL GRUPPO REALIZZERÀ UNA naturale regionale Brocchetti e Fabrizio STRUTTURA A ROVIANO, ALLE PORTE dei Monti Simbruini e Delle Fratte di ProDI ROMA, CHE ACCOGLIERÀ SETTANTA Lucretili, la più granArch bcd Srl; a breve PAZIENTI NON AUTOSUFFICIENTI de area protetta del sarà avviata la pratica Lazio, tra le province di Roma e Frosinone. La con la Regione Lazio con la consulenza di Pastruttura sarà in grado di accogliere complesolo Casini della Hubet Consulting. L’area comsivamente circa 70 pazienti non autosufficienprende terreni per 9,5 ettari con un uliveto ti e con funzioni vitali compromesse ed impieproduttivo, bosco e pascolo. Ospita un edificio gherà circa 80 risorse di personale. L’incarico principale e altri due di pertinenza per 5.750 di coordinare il progetto dal punto di vista mq, 4 serbatori per la raccolta delle acque, una scientifico sarà affidato al Prof. Giulio Maira, piscina con due piccoli edifici di servizio e infineurochirurgo di fama internazionale. Per il ne quattro fabbricati minori. L’edificio princigruppo Sorgente si tratta di un’operazione a pale a 5 piani ha i tratti tipici dell’architettura sfondo fortemente etico, dettata dalla motivareligiosa del tempo, una pianta rettangolare zione di colmare la carenza di strutture, molto con due corpi avanzati sulla facciata che guarmarcata soprattutto nel Lazio, deputate all’acda la valle dell’Aniene. Tutta la proprietà è sotcoglienza di persone in stato vegetativo. Il centoposta al vincolo di tutela dal Ministero per tro sorgerà in un antico convento e accoglierà i Beni e le Attività Culturali - Soprintendenza appunto persone non autosufficienti o graveper i Beni Architettonici del Comune di Roma.

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OSSERVATORIO IMMOBILIARE

Comprare casa oltre confine di questi tempi conviene L’European Housing Report di Remax fotografa un mercato in evoluzione, che si giova del basso costo del denaro e dell’alta domanda, con prezzi in ascesa di Marina Marinetti

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on c’è solo la fuga di cervelli, o quella dei pensionati - sono già a quota 500mila gli espatriati - ma anche UNA PROMOZIONE RE/MAX IN UNA PIAZZA ITALIANA. A DESTRA, DARIO CASTIGLIA quella dei piccoli (o grandi) proprietari immobiliari. Che sia per le vacanze, per l’università dei figli o per il proprio buen retiro, quanti italiani comprino all’estero – esorormai un rogito su dieci, quando il compradisce il presidente di Remax Italia nel comGli investimenti immobiliari tore è un italiano, riguarda un immobile olmentare i dati dei report sui mercati esteri degli italiani all’estero nel 2016) treconfine. I numeri parlano chiaro: se nel che affollano il suo tavolo - La situazione 2005, l’anno dell’ultimo boom del mercato geopolitica d’altronde sta creando la neces3% 4% immobiliare, erano 866mila le case acquisità di trovare posti in cui si possa andare a 4% state in Italia e 18.900 quelle all’estero, per villeggiare, anche affittando, in zone sicure. 5% un marginalissimo 2,18%, ormai le comOggi l’Egitto e il Kenya, per esempio, sono 5% pravendite in Italia sono quasi dimezzate diventate a rischio, quindi ne beneficiano SPAGNA (534mila quelle registrate nel 2016 dall’Azone tranquille che ricadono in qualche 8% genzia delle Entrate) modo sotto l’ombrelLA SITUAZIONE GEOPOLITICA mentre quelle all’elo europeo». Remax è STA CREANDO LA NECESSITÀ 8% stero sono raddopil network più diffuso DI TROVARE POSTI SICURI IN CUI piate: il rapporto di in Europa, con i suoi POTER ANDARE A VILLEGGIARE 10% Scenari Immobiliari 18mila agenti all’opeparla per il 2016 addirittura di 45.100 tranra nelle 1700 agenzie sul territorio, e il suo sazioni concluse fuori dal patrio suolo. European Housing Report fotografa un merUSA 13% Altri 12% Merito dei voli low cost o colpa dell’Imu? Né cato in piena evoluzione, che beneficia del l’uno, né l’altro. Almeno per il “signor RE/ basso costo del denaro e dell’alta domanda, Europa dell’Est 10% Francia 8% MAX” (da questo punto in poi, ricondurremo con i prezzi al metro quadro che in alcune Gran Bretagna 8% Germania 5% il marchio alla scrittura corrente: Remax, zone aumentano esponenzialmente: in alcundr) , al secolo Dario Castiglia, colui che 22 ne città in Lituania, Germania Lussemburgo Grecia 5% Irlanda 4% anni fa, al suo rientro dal Canada, dove ha si parla di cifre in crescita del 13% rispetto vissuto e lavorato per anni, ha importato alle quotazioni dello scorso anno. «Il mercaSvizzera 4% Portogallo 3% in Italia il brand numero uno al mondo del to in Europa sta crescendo in maniera omoFONTE: SCENARI IMMOBILIARI franchising immobiliare. «È impressionante genea – spiega Castiglia - Ma ci sono zone

28%

13%

12%

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emergenti che offrono grandi prospettive di investimento, specie per il mercato legato al turismo. Penso alla Croazia, all’Albania, al Montenegro, a tutta la fascia dalmata fino alla Grecia, che sta vivendo una forte rivalutazione». Qui, rileva il rapporto di Remax, dopo un lungo restringimento, il mercato immobiliare ha fatto un balzo verso la stabilità e i prezzi sono particolarmente allettanti: 92.200 € in media per un appartamento in città e 67mila per uno in aree extraurbane. «Per noi italiani sono zone particolarmente agevoli da raggiungere e quindi stanno riscontrando forte richiesta proprio perché ritenute più tranquille rispetto a quelle che fino a poco tempo fa erano le tradizionali mete delle vacanze. Sono investimenti da godersi per la stagione, ma anche da mettere a reddito». Se l’istituto di ai 530 euro al mese, in Romania 440 euro ricerca Scenari Immobiliari rileva come la (e ne costa appena 40mila), in Estonia inveSpagna resti la destinazione più gettonata stendo 88mila euro per un bilocale in città con il 28% degli investimenti immobiliare se ne incassano 500 di affitto ogni mese, in degli italiani all’estero, anche grazie a prezSlovacchia si incassano canoni da 770 euro zi sostanzialmente per appartamenti che IN ESTONIA INVESTENDO 88MILA EURO stabili (in moderata al metro quadro ne PER UN BILOCALE IN CITTÀ SE NE crescita dell’1,8%), al costano 1.520. Si tratINCASSANO 500 DI AFFITTO OGNI MESE, secondo posto dello ta di rendimenti che IN SLOVACCHIA DI PIÙ shopping italiano in in larga parte superaEuropa, nel 2016, figurano proprio i Paesi no quelli di molte zone d’Italia. E sui quali dell’Est, con il 10% delle compravendite. Ma non gravano tutte le incertezze e gli obblighi è guardando all’European Housing Report che ormai affliggono il mercato immobiliadi Remax che si coglie la portata dell’opporre italiano. Passati gli anni d’oro dei renditunità di investire all’estero: in Grecia, per menti al 5%, oggi chi decide di investire in esempio, un appartamento rende dai 450 immobili residenziali a scopo locativo deve

IL BRAND IMMOBILIARE PIÙ DIFFUSO AL MONDO RE/MAX è il marchio del real estate più diffuso al mondo: è presente in un centinaio di nazioni con circa 7.300 agenzie e più di 110mila professionisti immobliari affiliati. È stata la prima organizzazione immobliare ad aver introdotto, attraverso il frachisng, la formula dello studio associato. In Italia, con una casa venduta (in media) ogni

42 minuti, il 2016 di RE/ MAX Italia si è chiuso con un fatturato aggregato del network in crescita del 44,6% rispetto al 2015 (41,4 milioni di euro),con un volume di transazioni gestite superiore a 1,7 miliardi di euro (+30,7%). Merito anche della rete in crescita, con 126 nuovi contratti per l’apertura di agenzie in franchising (327 quelle

presenti sul territorio italiano a fine 2016) e un incrmeento del 47,1% del numero di consulenti immobiliari affiliati che hanno raggiunto quota 2.025 a fine dicembre 2016. Il piano di sviluppo del network per il 2017 prevede prevede il reclutamento di ulteriori mille agenti per superare quota tremila professionisti.

NEL 2016 GLI ITALIANI HANNO COMPRATO ALL’ESTERO 45.100 IMMOBILI, PIÙ DEL DOPPIO DI DIECI ANNI FA sottostare a una sfilza di obblighi normativi impensabili sino a qualche anno fa: dalle certificazioni energetiche “a orologeria” alla normazione degli impianti, passando dall’obbligo di fornire riscaldamento e servizi vari persino agli inquilini morosi. Chi in Italia oggi si arrischia ad affittare un immobile mette in conto di avere la casa occupata per anni da conduttori che a un certo potranno decidere di non pagare più il canone, senza che per questo venga meno l’obbligo in capo al proprietario di corrispondere spese condominiali e tasse varie, per poi ritrovarsi un immobile semidistrutto una volta che, dopo anni, la giustizia civile avrà fatto il suo corso. Per non parlare dell’anomalia relativa all’ammontare di quella che è a tutti gli effetti una patrimoniale sulla casa - l’Imu, of course – ovvero il primo deterrente agli investimenti immobiliari. Ma secondo Castiglia c’è poco da sperare in una revisione: «L’Imu rende 32 miliardi di euro l’anno, non possono toglierla. Purtroppo la tassazione sul mattone in Italia non potrà essere rimossa sia per le risorse che fornisce, sia perché è uno dei pochi modi per aggirare il fenomeno dell’ evasione fiscale. E all’orizzonte c’è anche la revisione del Catasto, che è fonte di molte incertezze perché nessuno può prevedere l’impatto che avrà».

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OSSERVATORIO IMMOBILIARE

Lorenteggio. La partnership con Dovevivo è iniziata quasi per caso, nel 2010, dopo un incontro. Oggi sono quasi 60 le unità immobiliari che sono state affidate a Dovevivo. Con piena soddisfazione? Sicuramente sì, visto che Esposito dichiara che, a fronte di un guadagno rimasto stabile nel tempo, «c’è stato un puntuale adempimento degli accordi presi. Ovviamente c’è sempre un’esposizione al rischio, ma Dovevivo ha saputo selezionare clienti affidabili». Dal punto di vista delle modifiche strutturali degli appartamenti, Esposito e la società di cui fa parte hanno dato ampio mandato perché venissero effettuati tutti i cambiamenti necessari a CARTELLI DI AFFITASI A STUDENTI NELLA ZONA UNIVERSITARIA DI NAPOLI venire incontro alle esigenze degli inquilini. Perché l’interesse era quello di una locazione di lungo periodo, non certo “spot”. Un’ulteriore, autorevole testimonianza è quella di Roberto Vergelio, già patron di uno storico brand di negozi di calzature che aveva un immobile in Corso Vittorio Emanuele. Dopo il racconto della «case-history» di Dovevivo pubblicato Poi, complici le mutate esigenze di mercato, da Economy sono arrivate le testimonianze di alcuni clienti eccellenti, ha deciso di “reinventarsi” immobiliarista, soddisfatti dei servizi ottenuti e pronti a estendere l’esperienza gestendo in prima persone le trattative con dalla Redazione gli inquilini. Ma la società italiana si è intanto trasforroblema: se il mercato immobiliare seguito della crisi, in cui «è venuta a manmata, e con essa la stabilità familiare: ora è rimane impantanato, con la sola Micare la classe media, e quindi una fetta di sempre più facile che giovani coppie decilano che sembra essere vicina ai livelpotenziali inquilini», ha deciso di affidarsi dano di separarsi, lasciando la casa appena li pre-crisi del 2008, quale può essere la soa Dovevivo, prima con un unico appartaaffittata. Per la disperazione dei proprietari luzione per un’inversione di tendenza? Tra mento e poi, progressivamente, con l’intero che devono rimettersi a cercare inquilini. le risposte c’è sicuramente l’individuazione stabile. In questo modo Vedani ha potuto Dovevivo quindi risolve un problema reale di modalità nuove per assicurare un reddito ottenere «una sicurezza del credito, sia grazie «a una piattaforma digitale che poscerto, costante e no-stress ai proprietari che dal punto di vista economico, sia da quello siede una mole di dati enorme». In questo vogliano dare in affitto le loro case. temporale». Nessuna modo si possono proESPOSITO: «SEMPRE RISPETTATI Finora, infatti, il sistema degli affitti non ha brutta sorpresa, nesfilare inquilini e affitGLI ACCORDI PRESI». VEDANI: «UNA mai funzionato particolarmente bene per sun inquilino che si tuari per incrociare SICUREZZA SUI CREDITI». VERGELIO: una burocrazia asfissiante e a volte miosveglia una mattina e domanda e offerta. «BUON INCONTRO DOMANDA-OFFERTA» pe. Per questo non stupisce che una realtà decide che non vuole «Per ora ho affidato, come Dovevivo, di cui Economy si è già occupiù pagare l’affitto. Dovevivo si è occupata e con soddisfazione», sintetizza Vergelio, pata sullo scorso numero, stia riscuotendo anche di piccoli lavori di ristrutturazione – «un’unica unità immobiliare. Ne sono state un crescente successo, di cui sono arrivate, scontati poi dai canoni di affitto – per venire ricavate cinque stanze per altrettanti subafdopo l’articolo, numerose testimonianze. incontro alle esigenze degli inquilini. fittuari, senza alterare la possibilità di riuAd esempio, la società Carso, gestita e ammiSoddisfatto anche Raffaele Esposito, che lanificarle: non hanno fatto interventi invasinistrata da Carlo Vedani, la quale possiede a vora per conto di una società immobiliare vi della tranquillità abitativa e l’unitarietà Milano un immobile terra-cielo. Scottata da che si occupa quasi esclusivamente di locadell’appartamento sarebbe in ogni momenalcune esperienze non proprio esaltanti a zioni in una zona precisa di Milano, quella di to ripristinabile».

Reddito certo e “no-stress” con (alcuni) affitti si può

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OSSERVATORIO IMMOBILIARE

Da Mandello a Porta Nuova con la ricetta contro la crisi Il Centro Servizi Immobiliari nasce dall’intuizione di Loretta Lazzarini che ha perfezionato un’offerta di successo, aprendo tre sedi tra Lecco, Milano e Mandello del Lario di Oreste Ferrari

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a formazione è l’ingrediente segreto di tante realtà aziendali. E l’immobiliare, un settore che ha vissuto una profonda crisi sistemica durante gli anni della crisi, non fa eccezione. La clientela è diventata più esigente e più attenta ai dettagli. Per questo, per venirle incontro, serve la massima cura nella gestione dei dettagli e nel perfezionamento di un’offerta “tailor made”. È questa la ricetta del successo di Centro Servizi Immobiliari, la cui titolare, Loretta

UNA STORIA DI SUCCESSO

Il Centro Servizi Immobiliari nasce nel 1998 a Mandello sul Lario. Nel 1999 apre la sede di Lecco. Nel 2005 viene inaugurato l’ufficio a Milano. Un’azienda a gestione familiare con una forte impronta verso l’innovazione e la formazione d’eccellenza. Insieme alla titolare, Loretta Lazzarini, lavorano i due figli, il marito e altri nove collaboratori.

prestigiose. «Fin dall’inizio abbiamo investito per elevare il nostro standard aziendale a partire dall’offerta degli uffici - afferma Loretta Lazzarini - e per non risultare semplicemente la classica agenzia immobiliare». In particolare l’azienda lavora con un LORETTA LAZZARINI sistema di vendita americano chiamato Mfo, che sta per “Mike Ferry Organization”. AnLazzarini, ha fissato elevati obiettivi qualiche quest’anno la titolare, in compagnia dei tativi che vengono costantemente rispettati. due figli, parteciperà al quarto corso di forUna storia iniziata diciannove anni fa con mazione Mfo negli Stati Uniti. «Incontrereun’unica visione: investire nella formazione mo altri cinquemila agenti immobiliari che con gli standard più elevati al mondo. Il Censono tra i più qualificati professionalmente tro Servizi Immobiliari opera su tre sedi: a al mondo», spiega ancora Loretta Lazzarini. Mandello del Lario, a Lecco e a Milano. La Il Centro Servizi Immobiliari è fondato sul prima sede è stata aperta nel 1998, mentre nucleo familiare che l’ha costituito ed è rapl’anno seguente l’attività si è ingrandita con presentato, oltre che da Loretta Lazzarini, gli uffici di Lecco. dal figlio Davide Mauri, ABBIAMO INVESTITO PER ELEVARE IL Infine, nel 2005, si dalla figlia Ilaria Mauri NOSTRO STANDARD AZIENDALE E PER è deciso di “sbarcae dal marito Giorgio NON RISULTARE SEMPLICEMENTE LA re” anche a Milano. Faggi, un imprenditore CLASSICA AGENZIA IMMOBILIARE Prima di lanciarsi edile che fornisce granin questa nuova avventura, la Lazzarini ha de supporto all’attività. La formazione viene commissionato uno studio di mercato per garantita costantemente a tutto lo staff di valutare adeguatamente l’ubicazione: il collaboratori dipendenti, attualmente nove, risultato è stato il quartiere Porta Nuova. tutti di alto profilo professionale, e seguiUn’idea dirompente, visto che oggi questo ta dal coach più importante in Italia e tra i “block” è il nuovo cuore pulsante della meprincipali in Europa, il pisano Tiziano Bentropoli meneghina. Se poi si aggiunge che la venuti. L’azienda lavora su diverse tipologie sede è sorta all’ombra del Bosco Verticale, di prodotto, dal semplice appartamento alle si capisce che la scelta è stata quanto mai ville di pregio sul lago di Como, passando azzeccata. Porta Nuova è il simbolo di una per gli immobili di investimento che possoMilano che vuole confrontarsi con le più no essere acquistati dalle filiali bancarie. Il importanti città d’Europa. E la scelta del centro servizi immobiliari vanta anche una quartiere, anche per il Centro Servizi Immospecializzazione sul comparto produttivo, biliari, è la riprova di come ci sia la volondal grande immobile industriale al piccolo tà di misurarsi con nuove sfide sempre più capannone artigianale.

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MIMÌ LA CAVERA, L’UOMO CHE VOLEVA FARE GRANDE LA SICILIA Fondatore di Sicindustria, visionario e liberale, sognava di smarcare l’isola dall’assistenzialismo e portarla a competere con il Nord. Si alleò con Mattei, cercò l’accordo con Fiat, ma finì per pagare la sua intraprendenza di Alfonso Ruffo

I COMMENTI Cosa sarebbe un magazine che ha l’ambizione di raccontare l’economia che cambia nel nostro Paese - e un pò in tutto il mondo, come la globalizzazione ci impone - senza l’apporto di analisti e accademici di chiara fama, in grado di approfondire, con le loro competenze e la loro visione a campo lungo, quegli aspetti della realtà che sfuggono a noi comuni mortali? Ecco allora per voi lettori una carrellata di approfondimenti economici, ma non solo, firmati dai nostri contributors più qualificati e prestigiosi

84 DALLA RETE I MIGLIORI COMMENTI DEL MESE, DA ILSUSSIDIARIO.NET

86 L’OPINIONE IL RETTORE ANTONIO URICCHIO, SUL PIANO INDUSTRIA 4.0

88 L’ANALISI IL FUTURO DELL’ASSISTENZA SANITARIA SECONDO LA LIUC

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omenico “Mimì” La Cavera ci ha lasciati nel 2011, alla ragguardevole età di 95 anni, dopo una vita spesa nel tentativo di rendere consapevole la sua Sicilia di quanto libera, ricca e indipendente avrebbe potuto essere, se solo l’avesse voluto. Se solo avesse avuto il coraggio di provarci, come il suo illustre figlio non si stancò mai di esortare. Ma il suo spirito dev’essere ancora presente nell’isola che lo ha generato, ricusato e poi infine riamato, se il gruppo dirigente della Confindustria locale ha voluto istituire un premio a suo nome, rivolto alle imprese di successo del territorio, per onorarne la memoria e rinverdirne gli insegnamenti a beneficio soprattutto dei più giovani. Di razza liberale, questo siciliano atipico si era fatto la fama di eretico, ed è questa qualità, più di ogni altra, a rendercelo simpatico e a portarci a ricordarlo, quasi a mo’ di risarcimento per l’oblio mediatico al quale è stato consegnato una volta stabilito il suo stato di cittadino scomodo. Dispiace molto che, tra i tanti che l’hanno avversato, ci sia stato anche un grand’uomo come don Luigi Sturzo che probabilmente non seppe o non volle andare fino in fondo alla conoscenza di quell’anima ribelle, che in verità avversava le stesse sue bestie, tra le quali la tentacolare presenza di uno Stato ingordo e cialtrone. L’AUTORE ALFONSO RUFFO

Fatti per collaborare, i due si ritrovarono invece su sponde opposte. Ma cosa predicava il fondatore di Sicindustria del Dopoguerra, di così affascinante e pericoloso al contempo? Perché le persone che entravano in contatto con lui, si dividevano quasi subito tra adoratori e denigratori, evitando poi di entrare nel merito delle sue proposte? Come fu che passò dalle stelle alle stalle, finendo per essere accompagnato a lasciare la sua terra? La risposta è semplice, nella sua complessità. Mimì, già negli anni ‘50, poneva la questione industriale al centro della sua azione e pretendeva di essere ascoltato e capito dall’establishment dell’epoca che invece indulgeva a un’esistenza meno impegnativa e più sicura. Per essere padroni della propria vita e dei propri sogni, diceva La Cavera, bisognava che la Sicilia fosse messa nelle condizioni di competere con le industrie del Nord invece d’essere relegata nel ruolo di prestatore di braccia a beneficio dei grandi insediamenti di Milano e Torino secondo una divisione dei compiti nel Paese che egli combatteva. Piuttosto che adagiarsi sui vantaggi di un’autonomia che sarebbe risultata vuota senza un’autentica capacità di creare ricchezza, quel tipetto dall’aspetto esile e dalla volontà di ferro voleva sedere da pari al tavolo nazionale che si andava componendo senza dover mendicare aiuti e provvidenze che avrebbero finito col corrompere il corpo e l’anima di un territorio baciato dalla fortuna. Troppa intraprendenza, troppo.

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QUEL CHE RESTA DEL MESE in collaborazione con ILSUSSIDIARIO.NET

Troppa finanza nell’economia Si torni al Glass Stegall Act DI GIULIO SAPELLI

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ell’autunno che ci aspetta lo scenario più preoccupante è scuramente è la frattura drammatica che si è aperta tra la classe politico-istituzionale statunitense da un lato e gli orientamenti popolari e gli interessi dell’economia dall’altro. Il voto convergente dei democratici e dei repubblicani, uniti entrambi dalla vittoria dell’ideologia “neo con” - quella della correttezza politica di Leo Strauss - che si cristallizza poi nell’interventismo militare a tutela dei diritti umani, ha prodotto una divaricazione mostruosa tra gli interessi della macchina economica e del popolo americano e la linea delle istituzioni. Ciò che interesserebbe oggi all’economia statunitense, sarebbe che le sanzioni contro la Russia venissero revocate. E invece non accade. Dunque questa grande discrasia tra i sistemi degli interessi e la rappresentanza politica, che ingenuamente pensavamo appartenesse solo all’Italia, riguarda da vicino anche gli Usa. E’ un’inefficienza della democrazia? Sì, ammesso di voler definire definire democrazia un qualcosa che in realtà non è mai stata democrazia bensì poliarchia, cioè una formula di mediazione tra la democrazia rappresentativa e i poteri situazionali di fatto, in ciasucn paese e in ciascun regime. Ebbene, oggi questa poliarchia sembra diventata incapace di mediare

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DA SINISTRA DONALD TRUMP, KARL MARX E VLADIMIR PUTIN

e trasmettere le spinte che vengono dal potere ancora un potere immenso. Lo stesso accadrà economico e dall’orientamento popolare. con Macron in Francia, una creazione politica Sappiamo che ogni quadrante geopolitico artificiale, non bastano cinque anni per formaha le sue regole, e che se si applicassero – ad re uno statista o sei mesi per fare un partito di esempio – ai diplomatici americani alcune massa. Sarà insomma un autunno molto comregole europee, bisognerebbe arrestarli tutti plicato. Anche per l’economia, perché in un per traffico di influenze, mentre quel lavoro mercato globale estramemente finanziarizzanegli Usa si chiama lobbying… Ma comunque to, l’instabilità politica si riverbera fortemente sappiamo che quando si crea questa discrasia e direttamente sull’andamento economico. possono esserci effetti terribili sia sul piano Ai tempi di Mattei, quando il mercato era inpolitico che su quello economico. In una pacardinato nell’economia reale, il potere ecorola, può esserci stagnazione. L’economista nomico poteva anche prescindere dagli effetti che l’aveva detto meglio e prima degli altri in delle scelte di quello politico: o quanto meno, particolare riferendosi all’Europa è stato Giunon temerle più di tanto. Prova ne sia che lio Tremonti nel ’95, anche se non si capisce l’economia cresceva di più quando i governi bene come mai abbia erano deboli! Oggi che IN UN MERCATO GLOBALE deciso di restare al gol’economia è finanESTRAMEMENTE FINANZIARIZZATO verno. Questa discraziaria risente direttaL’INSTABILITÀ POLITICA SI RIVERBERA sia esplosa negli Usa mente dell’instabilità SULL’ANDAMENTO ECONOMICO si era già vista in Gran politica. Bretagna con la Brexit che la clsse dirigente L’altra mia preoccupazione nasce dall’avvento non voleva, proprio come la classe dirigente della guerra, che in Mesopotamia è appena americana non voleva Trump. E ricordiamo cominciata. Bisognerà assolutamente rifare che la Gran Bretagna – e non gli Usa - è la dedei nuovi e solidi accordi, le sanzioni contro mocrazia dove il premier ha il massimo del la Russia sono pericolosissime, la pace in Siria potere personale, quello di sciogliere le Casi può fare solo con l’ok russo. Ma Trump su mere. Questo ragionamento conduce sul tema queste materie è inaffidabile, i suoi stessi colladella crisi della classe dirigente. Un tempo boratori parlano apertamente della sua refratquella americana veniva selezionata tra i mitarietà a prendere decisioni di lungo periodo. gliori laureati di Eaton, dove si insegnavano Concentrandosi sull’Eurozona, direi che c’è soltanto lettera classiche, ora non si seleziona la crescita economia mi sembra effettiva, sta più un bel niente, per quanto quel Paese abbia montando un diffuso rifiuto ad una finanzia-


rizzazione troppo spinta, che ha creato mondo “di sopra” troppo lontano dal mondo “di sotto”. La finanza non crea occupazione, non crea crescita. Non a caso i politici più consapevoli, come Camerun, Corbyn ma anche la May, vogliono reindustrializzare. In Gran Bretagna ripartono addirittura con il programma nucleare, per sviluppare l’indotto che genera. E siamo arrivati all’ultimo tema, quello dell’energia: il mondo ne ha, ne ha in sovrabbondanza. Non vedo il processo di decarbonizzazione di cu tanto si parla, a me semmai risulta che per il 49% dell’energia tedesca è ricavata dal carbone, nella varietà più inquinante. Ma di energia ce n’è molta nel mondo, per quanto la fissazione dei prezzi dei prodotti energetici non sia più indicativa di niente. Nel ’94, quando ero consigliere Eni, io spingevo per la prudenza, e fissavamo il prezzo del petrolio a 14 dollari a barile, adesso siamo saliti a 100 poi ridiscesi a 50… perché tutto dipende dai futures, è un mondo finanziarizzato anche quello. Piuttosto, sono preoccupato per l’acqua, il vero problema del futuro. Costerà più del petrolio, non ce ne sarà abbastanza. L’ Asia ha grandi fiumi, ma non ha acque adatte ai veri sistemi irrigativi, peraltro l’acqua che hanno la stanno spesso dilapidando, come nel Mekong, con miioni di persone che andranno evacuate. E l’Africa, che ha acqua ma non può avvalersene perché il territorio è sconvolto dalla guerra. Il vero problema sarà l’acqua. Eppure… eppure basterebbe pochissimo per essere al sicuro. Basterebbe tornare al Glass Steagall Act, per fermare lo starpotere della finanza e tornare all’economia reale. C’è un’enorme domanda da soddisfare, bisogna alzare i salari, c’è un intero nuovo mondo che avanza e che cresce da saziare. E invece ci rinserriamo nella nostra bassa crescita… Gli economisti saggi, di derivazione marxista, schumpeteriana e ricardiana, ponendo al centro del mondo la produzione, sanno che è cruciale creare la domanda, non solo l’offerta. Per questo dove non arriva la mano privata, compare quella pubblica. Chiuso! Non c’è da arzigogolare. E se ne comincia a discutere in tutto il mondo. Non in Italia, non abbastanza.

SERGIO BIANCHINI

SALVATORE ABBRUZZESE

Articolo pubblicato il 1 Agosto 2017 (nella foto, Marianna Madia)

Articolo pubblicato il 1 Agosto 2017 (nella foto, Charlie Gard - LaPresse)

VETEROMERIDIONALISMO

CHARLIE E L’INDIFFERENZA

In questi giorni impazzano discussioni sulla chiamata dei supplenti nelle scuole, sulla formazione delle graduatorie di istituto e sull’inizio regolare del prossimo anno scolastico. E’ una musica che suona da ormai cinquant’anni e che nessuno riesce — perché non vuole — cambiare davvero. Anzi, l’idea mostruosa della graduatoria e del concorso nazionale non solo nella scuola ma per tutto il pubblico impiego è apparsa due settimane fa sulla stampa dove si lodava, in base ad un decreto Madia, l’abolizione dei “concorsini” e l’istituzione di concorsoni unici per i ministeri. L’articolista del Corriere della Sera affermava che il vero grande cambiamento avverrà quando in tutti i livelli dell’amministrazione, comuni, province, regioni e stato avranno solo concorsi e graduatorie nazionali. La cosa è passata sotto silenzio ma evidentemente, senza clamori, la tentazione veteromeridionalista che non cerca sviluppo ma posti statali continua a lavorare nell’ombra e sogna di mettere le mani proprio su tutto, tutto il pubblico impiego (ma forse sogna perfino una graduatoria nazionale dei posti nelle aziende private). Un anno e mezzo fa scrissi un articolo dove indicavo la via per trasformare le supplenze in un passaggio non più dannoso ma perfino utile al sistema scolastico. Proponevo l’esternalizzazione delle supplenze e cioè l’eliminazione della chiamata e l’assunzione del supplente da parte della scuola. La supplenza potrebbe essere affidata ad una società esterna (...)

Caro direttore, quindi ha vinto la scienza ragionevole del Great Ormond Street Hospital, ed il principio legale e istituzionale che l’ha supportata. A Charlie Gard pertanto è stata staccata la spina ed ovviamente ha smesso di vivere. Una tale vicenda va guardata con attenzione perché rivela, in modo drammatico, una deriva specifica ed una pericolosa anomalia di quello che Max Weber, ai primi del secolo scorso, ha definito con il semplice termine di potere “legale-razionale”. Questo tipo di potere, basato sul primato dello Stato di diritto e su una efficace ripartizione delle competenze, ci è indispensabile, perché è grazie ad esso che si evitano le derive dittatoriali, così come si evitano le stasi dinanzi ad una tradizione acriticamente e meccanicamente riprodotta. Ma è anche vero che, nel caso delle autorità del Regno Unito e di quelle europee che ne hanno confermato le scelte, si è assistito a qualcosa di diverso. Possiamo definirlo come una straordinaria capacità di autoreferenzialità, e quindi di indifferenza, dinanzi ad una sollevazione collettiva di tipo eminentemente morale. Infatti, né la volontà dei genitori, né la mobilitazione popolare, né le équipe pediatriche specializzate del Bambino Gesù, né gli specialisti americani e di altri paesi, né Papa Francesco, né gli Stati Uniti di Trump, sono riusciti a cambiare ciò che la direzione ospedaliera, ma anche la corte di Londra, infine la Corte europea dei diritti umani, dopo aver compiuto un (...)

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http://www.ilsussidiario.net/News/ Educazione/2017/8/1/SCUOLA-Legraduatorie-Regneranno-per-altri-centoanni-ecco-perche/776215/

http://www.ilsussidiario.net/News/ Cronaca/2017/8/1/DOPO-CHARLIEGARD-Camici-e-toghe-il-potere-assolutoche-minaccia-la-nostra-vita/776267/

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L’INTERVENTO di Antonio Uricchio

Industry 4.0, ok il piano Calenda adesso si punti all’inclusione La sfida del futuro non è soltanto riuscire a utilizzare la conoscenza attraverso le nuove tecnologie, ma saper alimentare l’innovazione “dal basso” attraverso gli strumenti della regolazione e dell’incentivazione

L

’espressione “Industry 4.0”, coniata nel 2012 da un gruppo di accademici e manager tedeschi, viene oggi adoperata correntemente per designare le misure dei governi europei di sostegno dei processi di trasformazione dell’economia nella transizione verso la quarta rivoluzione industriale. Le misure Industria 4.0, che sono state adottate da molti Paesi in Europa (Francia e Germania in primo luogo), si basano su quattro direttrici principali: investimenti innovativi; infrastrutture abilitanti; competenze e ricerca; awareness e governance. Anche l’Italia, nella piena consapevolezza del necessario ripensamento del rapporto uomo-macchina e macchina-macchina, ha introdotto – attraverso il Piano nazionale Industria 4.0 varato dal Ministero dello Sviluppo Economico – incentivi fiscali (detrazioni, crediti d’imposta, iper e super ammortamenti i quali, come è noto, riconoscono un valore fiscale suANTONIO URICCHIO, RETTORE DELL’UNIVERSITÀ ALDO MORO DI BARI

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periore rispetto al costo di acquisto del bene) e misure di sostegno al venture capital, al fine di stimolare investimenti privati in ricerca e innovazione (secondo le stime, oltre 10 miliardi di euro di spesa privata). Il piano prevede, inoltre, interventi di diffusione della banda ultralarga e di messa in sicurezza delle reti, misure per l’industrialità dei brevetti e lo sviluppo di startup innovative e acceleratori d’impresa e, più in generale, azioni di promozione della cultura dell’innovazione nelle scuole e nelle università. In attesa di poterne registrare gli effetti concreti, va certamente apprezzata, ex ante, la scelta del legislatore di delineare una legislazione dell’innovazione che non esita a utilizzare la leva del fisco promozionale nell’ambito di una visione strategica, forte e coordinata. Questa è, a mio avviso, la grande sfida del futuro: sapere non soltanto utilizzare la conoscenza attraverso le nuove tecnologie (dalla robotica al nanotech), ma sapere anche alimentare l’innovazione dall’alto, così come dal basso, attraverso gli strumenti forti della regolazione, dell’incentivazione, dell’inclusione sociale. Aquesto punto è tuttavia necessario che agli incentivi

alla grande industria si aggiungano quelli per le piccole e medie imprese e per l’innovazione sociale (che è ancora l’anello debole del modello, quello cioè mancante, all’interno della “quintupla elica”) e, soprattutto, promuovendo in modo deciso la ricerca pubblica e le Università. È notorio che nel nostro Paese, il 97% delle aziende non fa innovazione, più che per la loro dimensione (anche quelle piccole e medie possono crescere e quando lo fanno, in effetti riescono a competere sui mercati nazionali e internazionali), perché lontane, soprattutto “culturalmente” da questo concetto. Fondamentale è quindi il modello dell’innovazione integrata e delle aggregazioni d’impresa su progetti innovativi, rendendo strutturali le misure adottate e pensando ad un corpo organico della fiscalità dell’innovazione che consenta di risolvere alcune criticità insorte (si pensi ad esempio alla questione della compatibilità con la disciplina degli aiuti di Stato). Nelson Mandela diceva che “innova chi guarda al presente e pensa al futuro”, per cui, attraverso il nuovo piano Industria 4.0, occorre guardare alle sfide di domani, attraverso investimenti in ricerca&sviluppo, fondamentali in una società che deve stare al passo con i tempi. Un piano che, però, deve andare anche “oltre l’economia”, contribuendo alla crescita e, soprattutto, all’innalzamento del senso civico e dei rendimenti sociali, fattori importanti di coesione sociale e di benessere dei cittadini.

GLOSSARIO TERZA ELICA Modello, riconducibile a Etzkowitz e Leydesdorff, nel quale Università, Istituzioni e Imprese rappresentano, i tre attori la cui interazione e interdipendenza è fondamentale nello sviluppo dei processi innovativi. QUINTUPLA ELICA Nel 2009, Carayannis ha aggiunto alle tre eliche originarie, la dimensione socio-culturale e il contesto ambientale, quali ulteriori elementi necessari a implementare un’infrastruttura della conoscenza condivisa e sostenibile.



OSSERVATORIO ECONOMICO

UNA SANITÀ SOSTENIBILE TRA CRONICITÀ E FONDI IN CALO

Il ministro dalla Salute Beatrice Lorenzin; nella pagina a fianco, il governatore della Lombardia Roberto Maroni

2011), sia in termini assoluti (pro-capite), sia in termini relativi (sul PIL. Le tre Nazioni che presentano la spesa più alta sono USA, Norvegia e Svizzera. Il trend di aumento della spesa sanitaria, acuitosi in questi ultimi anni, è riconducibile essenzialmente a due cause:

Il Centro sull’Economia e il Management nella Sanità e nel Sociale della LIUC Business School presenta la sua analisi sul futuro dell’assistenza sanitaria pubblica nel nostro Paese

1

di Davide Croce *

I

l problemi italiani in sanità. Il progressivo invecchiamento della popolazione, pur essendo causato principalmente da variabili sociologiche ad esempio con la diminuzione del tasso di natalità, ha trovato nella strepitosa crescita della tecnologia della medicina un elemento importantissimo. La vita media della popolazione si è incrementata con il relativo spostamento dell’età della vecchiaia. In questi ultimi 30 anni la popolazione italiana ha guadagnato in vita attiva e salute, mentre non è proporzionalmente diminuita, bensì spostata nel tempo e aggravata, la quota di vita non autonoma che ci accompagna nell’ultimo periodo. La conseguenza è che il bisogno di servizi sanitari e sociosanitari non risulta affatto diminuito, ma aggravato da intrecci di fragilità di tipo fisico, psichico e sociale. L’aspettativa quindi è una richiesta di prestazioni (e costi) crescenti a fronte di un finanziamento ormai a isorisorse nei Paesi industrializzati dovuto dal rallentamento dell’economia dal 2008. Il peso numerico

ed economico dei pazienti cronici è ormai estremamente elevato. Secondo i dati della Puglia (AReS Puglia) i pazienti cronici sono il 40% della popolazione e consumano il 79% delle risorse disponibili per assistenza diretta, dato ricavato dal data base regionale su alcune voci di spesa sanitaria. Il Veneto, in una analisi su 4 ULSS, ha evidenziato che il 20% della popolazione consuma il 75% delle risorse finanziarie. LA LOMBARDIA HA RILEVATO CHE IL 31,8% DEGLI ASSISTITI SONO AFFETTI DA UNA MALATTIA CRONICA E ASSORBONO IL 79% DELLA SPESA

La Lombardia ha evidenziato, attraverso un’analisi approfondita da una classificazione con traccianti di consumo per condizione sanitaria (e.g. ipertensione), che il 31,8% degli assistiti erano affetti da condizione cronica e che comportavano l’uso del 79,6% della spesa complessiva (67,4 % delle prestazioni di visite specialistiche ed esami di laboratorio, 81,4 % dei ricoveri ospedalieri, 86,7 % della spesa farmaceutica con ricetta rossa). Ed il peso relativo, come la numerosità, è in costante incremento.

Uno sguardo al resto del mondo

A partire dagli anni dagli anni ’60 si osserva una continua crescita della spesa sanitaria totale (vedi Tabella per il periodo 2000-

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la disponibilità di nuove tecnologie mediche, dai farmaci, alle protesi, ai vaccini, ai dispositivi medici, che in innovazione continua vengono introdotti nel mondo sanitario;

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l’attesa della società sintetizzabile nell’incremento delle aspettative dei singoli e delle comunità: la disponibilità economica provoca, ad esempio, la volontà di mantenersi giovani ad ogni costo, fino all’estremo di confondere i concetti di salutismo e di salute come bene di consumo. Le tecnologie di intrattenimento e di comunicazione portano a disponibilità di informazioni scientifiche sul web e su altri mezzi di comunicazione di massa. Si pensi, ad esempio, alle ricerche che ciascuno di noi si è abituato a fare su Internet per problemi o percezioni legati alla propria salute.

Le conseguenze principali di questa tendenza di fondo sono: • l’incremento dell’età media della popolazione (sopravviviamo a patologie una volta letali – come ad esempio le cardiovascolari – e diventiamo malati cronici, con conseguenze ovvie sul costo complessivo del servizio sanitario negli anni); • la diminuita disponibilità di finanziamenti sanitari, nei Paesi più industrializzati, con un fondo tendenzialmente ad iso-risorse a causa della bassa crescita dell’economia, a fronte di una continua richiesta di incremento delle prestazioni (e quindi dei costi).


LE RISPOSTE CHE SERVONO DAL SERVIZIO SANITARIO

I

l Servizio sanitario italiano è ancora uno dei migliori al mondo secondo le classifiche Bloomberg (sesto posto al mondo nel 2016). L’esperienza d’uso di ciascuno di noi ci dice tuttavia che i pronto soccorso sono intasati e che è complicato. Abbiamo visto che la popolazione affetta da cronicità è quella che usa di più i servizi sanitari. È quindi logico modificare aggiornando il servizio sanitario verso questi bisogni, mantenendo gli altri che ci collocano ai primi posti al mondo. Il paziente cronico ha bisogno: • di un’assistenza continua come visite specialistiche ed esami diagnostici, collocata il più possibile vicino all’abitazione; • di una guida (presa in carico in termini tecnici) competente sulla specialità e di facile accesso. Per avviare questa trasformazione, sollecitata anche dal Ministero della Salute nel piano nazionale delle cronicità dello scorso anno, alcune regioni hanno avviato percorsi di potenziamento dell’offerta di servizi, come ad esempio le case della salute. Tutta-

PUBBLICA Spesa sanitaria totale come % del PIL

Australia Brasile Russia India Cina Sudafrica Canada Giappone USA Italia Francia Germania Spagna UK Svezia Svizzera

2000 8,1% 7,2% 5,4% 4,3% 4,6% 8,3% 8,8% 7,6% 13,4% 8,0% 10,1% 10,4% 7,2% 7,0% 8,2% 9,9%

2011 9,0% 8,9% 6,2% 3,9% 5,2% 8,5% 11,2% 9,3% 17,9% 9,5% 11,6% 11,1% 9,4% 9,3% 9,4% 10,0%

PRIVATA

Spesa sanitaria Spesa sanitaria Spesa sanitaria pubblica come % out-of-pocket assicurata come spesa totale come % spesa tot % spesa totale

Spesaprocapite in $ a PPP

2000 66,8% 40,3% 59,9% 26,0% 38,3% 41,3% 70,4% 80,8% 43,2% 72,5% 79,4% 79,5% 71,6% 78,8% 84,9% 55,4%

2000 2.253 503 369 65 108 552 2.519 1.974 4.703 2.264 2.546 2.679 1.538 1.835 2.287 3.210

2011 68,5% 45,7% 59,7% 31,0% 55,9% 47,7% 70,4% 80,0% 45,9% 77,2% 76,7% 75,9% 73,6% 82,7% 80,9% 65,4%

2000 19,8% 38,0% 30,9% 66,1% 59,0% 13,0% 15,9% 15,4% 14,5% 22,6% 7,1% 10,4% 23,6% 11,4% 13,8% 33,0%

2011 19,8% 31,3% 35,4% 59,4% 34,8% 7,2% 14,4% 16,4% 11,3% 19,9% 7,5% 12,4% 20,1% 9,2% 16,9% 25,0%

2000 13,4% 21,7% 10,5% 6,1% 2,7% 46,4% 13,7% 3,8% 42,3% 3,0% 13,5% 10,0% 4,9% 9,4% 1,3% 11,6%

2011 11,7% 22,9% 4,9% 9,6% 9,3% 45,1% 15,2% 3,6% 42,8% 2,8% 15,8% 11,7% 6,3% 8,1% 2,1% 9,6%

2011 3.692 1.043 1.316 141 242 942 4.520 3.174 8.608 3.130 4.085 4.371 3.041 3.322 3.870 5.564

ANDAMENTO DELLA SPESA SANITARIA DAL 2000 AL 2011, SUDDIVISA PER PAESE (FONTE: WHO, NATIONAL HEALTH ACCOUNTS, PREPARATA DA DAVIDE CROCE PER L’AUDIZIONE ALL'INDAGINE CONOSCITIVA "LA SFIDA DELLA TUTELA DELLA SALUTE TRA NUOVE ESIGENZE DEL SISTEMA SANITARIO E OBIETTIVI DI FINANZA PUBBLICA", COMMISSIONI RIUNITE V (BILANCIO, TESORO E PROGRAMMAZIONE) E XII (AFFARI SOCIALI), 17 GIUGNO 2013, CAMERA DEI DEPUTATI).

via ancora pochi risultati sono stati raggiunstazioni di assistenza specialistica come le ti soprattutto a livello di copertura del tervisite ma solo di programmarle nel tempo ritorio (servizi a tutti i cittadini residenti). secondo quanto riportato nel Piano di AssiUn percorso diverso è stato intrapreso da stenza Individuale dell’assistito. Una ricerca Regione Lombardia, con focus sulla domanin corso del Centro sull’Economia e il Manada del cittadino. Il modello prevede una pregement nella Sanità e nel Sociale della LIUC sa in carico da parte di un soggetto gestore Business School ha dimostrato che questo (ospedale pubblico, MMG o clinica privata) modello produce anche vantaggi economiche, attraverso un centro servizi con call ci: un paziente cronico che è assistito e sta center, guidi il cittameglio costa al servidino cronico preno- LA REGIONE LOMBARDIA HA INTRAPRESO zio di meno e quindi UN PERCORSO DIVERSO, CON UN FOCUS tandogli le attività dopo un investimento SULLA DOMANDA DEL CITTADINO sanitarie di cui ha iniziale di pochi punE UN ORIENTAMENTO ALLE CURE bisogno seguendolo ti percentuali il costo attraverso il sistema informativo e un case complessivo tende a scendere tra il 3 ed il manager infermieristico. Il cittadino sceglie 5 % del totale. Questa prima esperienza è liberamente il suo gestore che gli propone il seguita da tutti i gestori dei servizi sanitari piano di assistenza individuale controllato europei, che stanno affrontando lo stesso dalla regione e che lui accetta firmandolo. Il problema, perché porta finalmente l’intepaziente con i suoi bisogni classificati in 65 resse dell’organizzazione a tenere in buona stati di salute differenti (dall’ipertensione salute il paziente. Semplice da dire, complialla dialisi) è quindi posto al centro e viene cato da realizzare. È la nostra ricetta per il costruita ex-novo l’organizzazione attorno futuro costruita su una delle caratteristiche a lui. Modificare l’organizzazione dei servizi italiane: la genialità. di assistenza è la problematica più impor* DIRETTORE DEL CENTRO SULL’ECONOMIA E IL MANAGEMENT tante. Non si tratterà di aumentare le preNELLA SANITÀ E NEL SOCIALE DELLA LIUC BUSINESS SCHOOL

In collaborazione con l’Università Carlo Cattaneo – LIUC

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QUI PARIGI, APPUNTI DALLA DÉFENSE

E-car, la “ricarica” delle 100 mila La Francia, che con 16mila prese già installate, è tra i Paesi più serviti d’Europa, si attrezza per collocare, su tutta la rete stradale, le “bornes” necessarie a fornire energia a tutte le auto elettriche circolanti di Giuseppe Corsentino

SE PARTITE DA BREST, IN BRETAGNA, E VOLETE ANDARE A MENTONE, con una Renault

Zoe, l’auto elettrica più popolare sul mercato francese, dovete stare molto attenti al tragitto. Se state sulle autostrade lungo l’Atlantico, dalla Loira all’Aquitania, non c’è problema. Ma se decidete di passare dall’interno, dall’Alvernia al Massiccio Centrale alla Dordogna, allora è bene che controlliate prima (via app) se le stazioni di servizio hanno una “borne”, una centralina di ricarica con una presa del tipo Combo, lo standard europeo approvato da Bruxelles nel 2014. Se invece, al posto della Zoe, avete una Toyota con il sistema di ricarica Chademo, allora il consiglio è di restare sulle grandi direttrici autostradali dove le società concessionarie e Edf, l’Enel francese, in questi anni si sono dati da fare e hanno messo in servizio qualche centinaio di “borne” multi-uso, seppure a ricarica lenta (7,4Kw). Tanto, nel 2024 lo standard giapponese non sarà più accettato in Europa. Così la signora Marie Castelli, marsigliese ma di lontane origini italiane, segretaria generale di Avere, (Association nationale pour le devéloppement de la mobilité électrique)ha raccontato ai parlamentari della Commissione trasporti dell’Assemblea nazionale le peripezie di un automobilista con vettura elettrica in viaggio sulle strade di Francia. «Oggi ci sono più di100mila e-car in circolazione», ha concluso nella sua audizione la segretaria di Avere, «ci vorrebbero quindi 120mila prese distribuite in ogni angolo del Paese, senza contare una rete d’emergenza in caso di black-out».

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Sì, ma chi paga? Diciamolo subito: in gran parte lo Stato che attraverso la sua agenzia Ademe (Agence de l’environnement et de la maîtrise de l’energie) - una struttura tecnica con un migliaio di dipendenti, tre centri di ricerca e un budget di quasi 600milioni l’anno - sostiene Comuni e Dipartimenti con finanziamenti che possono arrivare fino al 70% dell’investimento per la realizzazione di una centralina di ricarica (al momento sono 77 i progetti, per un totale di 200mila prese elettriche). La cosa, naturalmente, non piace ai privati - ad esempio, Vincent Bolloré con la sua Blue Solution, la fabbrica di pile in Bretagna, e il suo network Autolib, 5mila vetturette elettriche (disegnate da Pininfarina) da prendere in affitto a Parigi e in molte grandi città - che vorrebbero essere della partita perché, nel business della mobilità elettrica, come ricorda il braccio destro di Bolloré, Gilles Alix, “poser une borne coûte cher”, mettere giù una presa non è investimento da poco . Come che sia, la sensazione è che alla fine ci sarà posto per tutti perché la legge sulla transizione energetica del 2014 parla di 7milioni di prese elettriche in tutto il Paese. I soldi si troveranno. Già oggi la Francia, grazie a questa legge e alle iniziative di Ademe, ben sostenuta dai governi, dopo la Germania è il paese più servito d’Europa (seppure in modo disomogeneo, come ha spiegato la Castelli ai parlamentari) con più di 16mila “bornes” in 5.297 stazioni di servizio. Il “biberonage”, come si chiama qui il rifornimento, è assicurato.

PAGARE IL KILOWATT NON È SEMPRE FACILE Non è ancora così automatico: attaccarsi alla presa di corrente, fare il “biberonage”, inserire la carta di credito e pagare (in media 3,5 euro a Kw). Non solo ci sono diversi tipi di “borne”, cioè di prese, a seconda degli standard elettrici della vettura - Combo e Type2 sono i più diffusi, il primo a ricarica lenta, il secondo più veloce - ma anche la rete dei fornitori di energia è, a dir poco, variegata (anche se tutti, alla fine, comprano energia da Edf, l’ente elettrico di Stato). Si va dalle compagnie petrolifere tradizionali, come Total, alle catene dei supermercati - Carrefour per esempio - fino alle aziende locali di distribuzione e alle municipalizzate. Metterli tutti in rete, cioè sulla stessa rete di pagamento, non è operazione semplice. Spesso si perde più tempo alle casse che alle “borne”.


Una tecnologia che punta a migliorare tutta l’esperienza di visione

Immagini con un livello di risoluzione quattro volte più elevato dell’alta definizione

Panorama

Corriere della Sera

Se hai bisogno di un nuovo televisore compralo in 4K perché sempre più contenuti verranno prodotti e trasmessi in Ultra HD Wired

Il 4K si traduce nella possibilità di cogliere un maggior numero di dettagli, con l'immagine che non perde di qualità mentre scorre il filmato

4K, la televisione del futuro sarà ad altissima definizione La Stampa

Focus

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TALENT SHOW

S

CI PIACE SE L’ ALITALIA COMMISSARIATA VOLA MEGLIO Probabilmente il lavoro di Luigi Gubitosi e degli altri tre superesperti sta incidendo in profondità: e il futuro della compagnia si schiarisce

C

i piace l’Alitalia commissariata. E non per carità di patria. Ci piace - se è vero ma lo è – quel che ha detto Vito Riggio, presidente dell’Ente nazionale per l’aviazione civile, che cioè la compagnia ex-di-bandiera non ha dovuto intaccare i 600 milioni di euro di prestito statale ricevuti contestualmente al commissariamento disposto con l’ammissione dell’azienda all’amministrazione controllata. E come avrebbe fatto, l’Alitalia, a smettere se non altro di bruciare cassa? In attesa di sentirselo raccontare quando sarà il momento dai commissari medesimi Luigi Gubitosi, Enrico Laghi e Stefano Paleari, un team affiatato dove è ovviamente Gubitosi ad avere una certa prevalenza – una risposta logica c’è. E risiede in due fattori: la determinazione del triunvirato a usare i poteri speciali commissariali per raddrizzare le storture evidenti della gestione precedente, incredibilmente inefficace pur essendo espressione di un’impresa del settore; e la percezione ormai diffusa in azienda che si sia davvero arrivati all’ultima spiaggia. O la va – e quindi, come il governo auspica e prevede . si troveranno nelle offerte d’acquisto di cui è appena iniziata la raccolta una o più che tenderanno a rilevare l’intera compagnia, assicurando la sopravvivenza di un vettore aereo che ha nel nome quello del suo Paese; oppure la spassa, cioè sarà semembramento, e addio Alitalia, cosa che non può piacere neanche ai più oltranzisti tra il personale… Anche alla Rcs da quando è iniziata la gestione Cairo i conti tornano: perchè gli uomini contano, e imprimono la propria visione gestionale sulle aziende di cui assumono la guida.

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+ LE STRATEGIE + IL RIGORE + LA RESPONSABILITA’ + LA SCOMMESSA IL POCO STILE L’AGGRESSIVITÀLA STRAFOTTENZA IL DOPPIOGIOCHISMO-

tivaloni da moschettiere e atteggiamento guascone: che sia stato questo lo stile con cui Vincent Bollorè ha ritenuto di potersi muovere in Italia da quando è diventato azionista di riferimento di Telecom e si è inserito come secondo socio (sgradito) in Mediaset… è poco ma sicuro. Se esistesse un reato di malacreanza, l’avrebbe commesso. Ma non esiste. C’è invece l’evidenza di una disinvoltura che ha sfiorato la spregiudicatezza e che più di un’autorità – da quelle amministrative della Consob e dell’Antitrust a quella giudiziaria della Procura di Milano – ha deciso di esaminare sotto una luce più vivida per capire se dentro quella disinvoltura e dietro quella spregiudicatezza ci siano stati o meno comportamenti censurabili. In sostanza, Bollorè ha scalato a piccoli passi Telecom scoprendola indifesa, e fin qui bisogna solo dargli atto di abilità. Difficile definire abilità invece le mosse su Mediaset: dopo aver annunciato e svolto per mesi una trattativa per allearsi con Mediaset Premium, la sua Vivendi l’ha mandata gambe all’aria affermando che non ne aveva riscontrato le premesse attese, su quest’annuncio il titolo Mediaset è crollato, e intanto Vivendi lo rastrellava. Nesso causale o combinazione? Ceto è che dallo scorso febbraio, su esposto Mediaset, il finanziere bretone è stato indagato per aggiotaggio. E qualcuno ricorda che nella vicenda Premafin- la vecchia holding del gruppo Ligresti - Bollorè e due sue holding furono multate con una sanzione di 3 milioni di euro - più l’interdizione per 18 mesi da cariche in società quotate italiane - per manipolazione del mercato.

NON CI PIACE LO STIVALONE DEL DISINVOLTO MISTER VIVENDI Vincent Bollorè ha dimostrato molta spregiudicatezza nei casi Telecom e Mediaset. Si capirà meglio quanto, di sicuro è stato arrogante



SHORT STORIES

Professioni

AIGA, dopo Londra ora tocca a Parigi Per i giovani avvocati la specializzazione del futuro deve pensare “globale” È di luglio la sottoscrizione da parte della Associazione Italiana Giovani Avvocati, di un protocollo d’intesa per la costituzione di una rappresentanza anche a Parigi. Come per la sede londinese, inaugurata a maggio, l’intento è quello di trasformare lo studio francese iscritto al Barreau di Parigi, in una sede “consolare” AIGA, punto di riferimento per i giovani avvocati italiani che desiderano svolgere un’esperienza professionale specialistica in Francia. Le iniziative che collegheranno l’Italia agli avamposti di Londra e Parigi punteranno sull’organizzazione di un network con colleghi stranieri per fornire assistenza specialistica, eventi formativi e campagne di informazione sulle modalità di accesso alla professione in altri paesi, aprendo quindi nuovi mercati,

Meritocrazia

L’Incubatore di Talenti che scaccia la crisi Il progetto del Forum agevola l’inserimento dei giovani nel lavoro, grazie al mentoring La disoccupazione giovanile ha raggiunto livelli da bollino rosso: a fine 2016 si attestava intorno al 40% e nei mesi successivi la situazione non è molto cambiata. Per questo motivo è nato l’Incubatore di Talenti, un progetto volto a offrire un percorso di mentoring a laureandi in

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ALFREDO SERRA, IN CORSA PER LA PRESIDENZA NAZIONALE AIGA. «L’INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLA PROFESSIONE FORENSE È FONDAMENTALE PER ASSISTERE LE IMPRESE ITALIANE ALL’ESTERO»

e percorsi inediti di studi per ottenere l’abilitazione. «È fondamentale progettare una giovane avvocatura che guardi al futuro, in una prospettiva che non preveda confini», spiega Alfredo Serra del Foro di Napoli, tra i principali ideatori e promotori del progetto, «oggi ad esempio la stessa tutela della materia ambientale richiede la conoscenza della normativa internazionale. L’internazionalizzazione della professione forense è necessaria per assistere le imprese italiane, ovunque esse intendano fare business». Sono questi i punti programmatici di maggior rilievo per Serra, candidato in corsa alla presidenza nazionale dell’Associazione Italiana Giovani Avvocati.

«Oggi – aggiunge Serra – è strategico lo sviluppo di relazioni e collaborazioni con altre associazioni professionali ed imprenditoriali, il supporto nell’accesso al credito e la tensione verso una formazione tecnicospecialistica e una crescita etico-professionale del giovane avvocato. Occorre lavorare alla definizione di un hub dell’avvocatura, pensato come acceleratore di competenza ed esperienza». Nelle aspirazioni future, infatti c’è anche lo sviluppo di avamposti oltre Europa, come New York, Hong Kong, Tokyo, Seul, Mosca. «Con queste premesse - conclude il candidato - il nuovo volto della professione legale non potrà che essere globale».

discipline umanistiche per agevolare il loro ingresso nel mondo del lavoro. Tutto è partito nel 2014 da un’idea del Forum della Meritocrazia, il programma - gratuito prevede un abbinamento oneto-one con un manager e sette incontri di gruppo in sette mesi. Durante questi tre anni sono stati coinvolti circa 170 studenti, che hanno ottenuto notevoli risultati in termini di collocazione nel mondo del lavoro. Secondo uno studio condotto nel mese di marzo scorso, l’80% dei partecipanti lavora a 6 mesi dal termine del percorso di mentoring, e la percentuale sale al 91%

se vengono considerati i dati a 24 mesi. Questo risultato supera abbondamente quello dei laureati in discipline umanistiche che non seguono un percorso di questo tipo: +15 punti percentuali rispetto ai dati Almalaurea e +45% sui dati generali. Secondo l’analisi, infatti, i giovani che lavorano dopo tre anni dalla conclusione del percorso formativo sono il 44,2%. Un risultato che ci colloca al penultimo posto in Europa, poco prima della Grecia ma 27 punti sotto la media europea a 28 paesi che è del 71,4%.

L’articolo integrale su: www.economymag.it

Formazione/1

LA CARICA DEI PRIMI FINANZIALISTI ITALIANI

Si sono diplomati nel mese di luglio, al termine di un anno di studi e pratica, i primi finanzialisti, cioè professionisti specializzati in tema di finanziamenti d’azienda che hanno frequentato il Master Bank. Il corso dura tredici settimane, gli incontri sono fissati di sabato, per agevolare i numerosi professionisti che partecipano al Master, con un esame finale. I temi del corso, che vede come destinatari commercialisti, consulenti, imprenditori e manager di aziende pubbliche e private, sono: il bilancio visto dal punto di vista delle banche, la stesura di piani di start up, i sistemi di rating sintetici, la predisposizione di piani quantitativi per aziende in continuità, la stesura di parti qualitative e quantitative dei business plan, la valutazione finanziaria degli investimenti, il project management, la stesura di piani industriali con pianificazione strategica, la predisposizione di piani economici e finanziari, il project financing, la valutazione finanziaria delle aziende. Sono aperti i colloqui di ammissione per le iscrizioni alla seconda edizione, che inizierà in autunno.


SHORT STORIES

Recruiting

LAS JOBAS, LA CITTÀ IN CUI ABITANO SOLO LAVORI “FIGHI”

A chi non piacerebbe fare il tester d’hotel presso catene alberghiere di lusso o il collaudatore di attrazioni presso parchi di divertimento? Lavori “fighi”, che però sembrano confinati nella sfera delle opportunità irrealizzabili. Las Jobas, invece, fornisce solo impieghi di questo tipo. L’idea nasce dall’accordo tra Ryler, primo acceleratore del lavoro giovanile qualificato, e University.it, portale storico del mondo universitario dal 1999. Obiettivo del progetto è selezionare e proporre ai giovani esclusivamente lavori divertenti, non convenzionali e motivanti presso le aziende più “intriganti” per la fascia di età che va dai 20 ai 30 anni. Secondo Federico Pisanty, amministratore delegato e co-fondatore di Ryler, era giunto il momento «di capovolgere la narrazione corrente, ossia quella di una generazione perduta, destinata a svolgere unicamente professioni demotivanti e sottopagate». Per Matteo Petocchi, project manager di Las Jobas, bisogna «parlare ai giovani usando il loro linguaggio. Quante volte ci si dice “che figo sarebbe fare questo lavoro!”. Bene, noi vogliamo esaudire questo desiderio».

Formazione/2

Una laurea per gli chef di domani Presentato a Milano il “Bachleor Degree in Culinary Arts & Food Service Management” Cuochi e chef, ma anche imprenditori e, perché no, consulenti. Le professioni del futuro che gravitano nell’enorme mondo del “food” diventano oggetto di un “bachelor degree”; una laurea breve organizzata dalla Food Genius Academy di Milano. Il costo non è esattamente accessibile a tutti: il biennio

costa 34.160 euro, ma comprende un tirocinio di 300 ore. I nomi dei docenti sono particolarmente prestigiosi: Gabriele Zanatta, Matias Perdomo, Alberto Tasinato sono solo alcuni dei protagonisti di un’esperienza formativa strutturata su 1.500 ore di lezione. Le figure professionali che usciranno da questo corso intensivo sono quelle del consulente, del manager esperto nella ristorazione, dello chef, dello chef consulente e del responsabile del ristorante. «Nello svolgimento della nostra attività – dichiara Desirée Nardone, direttrice

UNO DEI NUOVI CONTENITORI PER I VESTITI USATI REALIZZATI DA HUMANA ITALIA IN COLLABORAZIONE CON AUCHAN NELL’AMBITO DEL PROGETTO “CLOTHES FOR LOVE”

Solidarietà

Anche gli abiti hanno un cuore (high-tech) Nuovi contenitori per i vestiti usati realizzati da Humana Italia in collaborazione con Auchan I bidoni gialli per la raccolta dei vestiti usati vanno in pensione. O almeno, l’idea è questa. Per sostituirli, Humana Italia, in collaborazione con Auchan, ha lanciato il progetto “Clothes For Love”, che utilizzerà un contenitore di moderna tecnologica, a forma di cuore ma con un’anima profondamente tecnologica. Gli utenti che decideranno di

donare i propri vecchi vestiti riceveranno gli eco-gift: dopo la donazione, attraverso un monitor di ultima generazione, sarà possibile selezionare un buono sconto, che verrà stampato in tempo reale, valido per l’acquisto di prodotti sostenibili come alimentari bio, lampadine a basso consumo o prodotti e servizi di piccoli riparatori e botteghe locali. A questo buono se ne aggiunge un secondo di “benvenuto”, come ulteriore riconoscimento e attestato di gratitudine. La realizzazione grafica è stata affidata allo IED. I nuovi contenitori, a forma di cuore, sono stati progettati grazie a una partnership con lo IED, l’stituto Europeo di Design. Sono, inoltre,

della scuola - ci confrontiamo con la richiesta crescente da parte del mondo della ristorazione di personale sempre più qualificato. Ci siamo resi conto che per svolgere determinati mestieri non è più sufficiente solo tanta buona volontà, ma occorre piuttosto una formazione adeguata».

anche molto più sicuri dei loro predecessori. Grazie a questi nuovi dispositivi, infatti, verrà eliminato il problema (e il pericolo) della possibilità di rovistare tra gli indumenti usati che era stato al centro di aspre polemiche. Il tradizionale “maniglione”, infatti, viene sostituito da un dispositivo anti-intrusione. Il contenitore sarà anche dotato di sensori volumetrici, oltre a un sistema di pesatura interna, per migliorare il servizio proposto. Ma la vera “chicca” è rappresentata dal display touch screen che consente al cittadino che decide di donare gli abiti che non usa più di interagire con Humana, ottenendo informazioni relative al conferimento dei vestiti, alla filiera, al progetto beneficiario e ai partner. Il tour di presentazione del progetto “Clothes For Love” ha avuto un primo appuntamento a Milano il mese scorso, e partirà in via sperimentale a fine gennaio in alcuni supermercati del gruppo Auchan della Lombardia. L’obiettivo di Humana è la realizzazione di attività d’inserimento scolastico di Humana nella zona di Chilangoma in Malawi.

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ISAGRO, IL DAVIDE DELLA RICERCA CHE REGGE IL CONFRONTO CON I BIG STORY-LEARNING, CHE COSA INSEGNANO QUESTE STORIE

Visto che, ambiziosamente, Economy pretende di proporre ai suoi lettori soltanto storie aziendali dalle quali ci sia davvero qualcosa da imparare, ne segnaliamo una in particolare, questa qui a fianco, di Isagro. Una storia incredibile: innanzitutto, di indipendenza imprenditoriale; poi, di intelligenza scientifica applicata; quindi di fantasia industriale e finanziaria. Il tutto, a contrastare un mercato dove nel mondo nessun altro gruppo di queste dimensioni riesce a muoversi allo stesso livello con la stessa capacità e gli stessi risultati. Cosa c’è da imparare? La passione, la determinazione, il culto per la qualità e per la ricerca. Scusate se è poco.

La creatura industriale di Giorgio Basile ha attraversato gli anni della recessione mondiale raddoppiando il patrimonio e dimezzando i debiti grazie alla ricerca e sviluppo e ai parter internazionali

E

di Sergio Luciano

ntrare nel tunnel della recessione mon‘originatore globale indipendente’», spiega diale con debiti per 180 milioni di euro Basile, e va nei dettagli: «Originatore, pere un patrimonio di circa 60 milioni; e ritroché ci basiamo sull’invenzione e lo sviluppo varsi, cinque anni dopo, con un patrimonio di nuove molecole, estraendo valore dalla di circa 100 milioni e debiti finanziari per propria Proprietà Intellettuale anche attracirca 50 milioni, peraltro tutti a fronte del verso accordi con Terzi e così superando il solo capitale circolante. Il tutto, investendo vincolo della dimensione limitata rispetto ogni anno il 10% del fatturato in ricerca. agli altri originatori; globale perché, dato E’ l’alchimia gestionale di Isagro, creatura l’elevato valore da investire annualmente aziendale a immain ricerca e sviluppo, «IL NOSTRO È UN MODELLO gine e somiglianza il time-to-market as“ORIGINATORE”, PERCHÉ CI BASIAMO SULL’INVENZIONE E LO SVILUPPO del suo fondatore, sociato all’invenzioDI NUOVE MOLECOLE» Giorgio Basile, e del ne e allo sviluppo di team di manager appassionati – e quasi nuove molecole e le dimensioni limitate del votati – come lui al loro mestiere, inventamercato domestico, l’estrazione di valore re molecole per l’agricoltura, agrofarmaci. dalle proprie invenzioni deve necessariaAvete letto, bene, “inventare” molecole. Permente avvenire su scala globale (così come ché Isagro ha deciso, fin dall’inizio della sua la gestione della propria supply chain); e sfida, di puntare tutto sulla ricerca e sulla “indipendente” perché operiamo con una proprietà intellettuale. Si è spesso ritrovata struttura di controllo che ci garantisce l’insu un cammino accidentato, muovendosi tra dipendenza gestionale dai “grandi operatocolossi multinazionali di diverse grandezze ri” e ci permette di rivolgerci, quali canali più ricchi e potenti. Ma ce l’ha fatta. IN ALTO, UN’IRRIGAZIONE CON ACQUA E AGRIFARMACI. NELLA «Sì, il nostro è un modello di business da PAGINA SUCCESSIVA, GIORGIO BASILE, FONDATORE DI ISAGRO

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STORY-LEARNING

ISAGRO IN CIFRE

150 MILIONI

RICAVI

FACCIAMO RICERCA INTERAMENTE IN ITALIA SULLA TRADIZIONE DELLA MONTECATINI NEI NOSTRI CENTRI DI NOVARA E DI GALLIERA

80% EXPORT

IN 80 MERCATI ESTERI

5 UNITÀ

PRODUTTIVE

(DI CUI QUATTRO IN ITALIA)

600 DIPENDENTI

PATRIMONIO 100 MILIONI DEBITI FINANZIARI 50 MILIONI

distributivi, principalmente a quel 20% di vello globale e che, pur non appartenendo al mercato non coperto dai “grandi”, che ha un “gruppo dei grandi”, investe in Ricerca Innovalore di circa 10 miliardi di dollari». vativa per la scoperta e il successivo svilupQuella di Isagro e di Basile è una storia di po di nuove molecole attraverso strategie passione, tenacia e cultura d’impresa. Una innovative. «Abbiamo voluto darci un pay“case-study”, talmente particolare però – off che riteniamo molto chiaro», sottolinea proprio per la speciaBasile: «”Italian cre«PER SUPERARE IL VINCOLO lissima personalità ativity for plant healDELLA DIMENSIONE LIMITATA RISPETTO d e l l ’ i m p re n d i t o re th”, creatività italiana AGLI ALTRI ORIGINATORI, STRINGIAMO – che difficilmente per la salute delle ACCORDI STRATEGICI CON TERZI» potrebbe trovare epipiante. Facciamo rigoni. Oggi Isagro fattura 150 milioni, per cerca interamente in Italia sulla tradizione l’80% all’estero, in 80 Paesi e produce le diretta della Montecatini prima e della Monsue molecole in 5 unità produttive di cui 4 tedison poi (da cui Basile proviene, ndr) e in Italia, con 600 dipendenti. E’ quotata in nei nostri centri di Novara, nuovissimo, e di Borsa sul segmento Star ed è l’unica società Galliera, vicino Bologna». occidentale degli agrofarmaci che opera a liIl punto di svolta nella sfida di Davide-Isa-

AZIONI-SVILUPPO, IDEA GENIALE INCOMPRESA IN BORSA Ma come ha fatto ad autofinanziari, Isagro? Quotandosi, d’accordo. E poi collaudando con successo – prima e finora unica in Italia – l’emissione di un nuovo strumento finanziario, le “Azioni Sviluppo”, che le hanno permesso di incassare altro capitale

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senza pregiudicare gli assetti di controllo. Queste azioni, infatti, in situazioni societarie normali, godono di un dividendo privilegiato del 20% in più rispetto alle ordinarie, ma non votano in assemblea. Si trasformano invece in azioni ordinarie, e recuperano quindi

il pieno diritto di voto, nel caso in cui l’azionista di controllo si riduca sotto il 50,1% del capitale o qualcuno lanci un’Offerta pubblica d’acquisto, in modo da non perdere l’opportunità di valorizzazione connessa ad un take-over.

gro contro Golia-BigPharma è stato puntare su alleanze strategiche con due tipologie di soggetti: operatori più grandi disposti a co-finanziare il budget di ricerca Isagro in quanto sprovvisti di ricerca propria; e partner internazionali per la distribuzione in Italia, sprovvisti di presenze commerciali locali ma con un portafoglio prodotti vendibile nel Paese. In quest’ottica, Isagro ha siglato un accordo di partnership industriale con il gruppo statunitense Gowan, che è divenuto “il” socio di minoranza ed ha apportato risorse finanziarie e contratti distributivi per gli USA e per l’Italia; ed ha deciso di co-sviluppare con vari partner le molecole originate dalla propria ricerca innovativa, mantenendo diritti nei Paesi e Mercati di proprio interesse strategico e superando un “tabù” storico per società fondate sulla Ricerca. Attraverso il co-sviluppo, Isagro “condivide” i frutti delle proprie invenzioni ma alleggerisce il peso degli investimenti diretti. Così, nel 2012 Isagro ha siglato un accordo con la società statunitense FMC per il co-sviluppo del nuovo fungicida ad ampio spettro Fluindapyr appartenente alla classe degli SDHi, originato appunto dalla Ricerca Isagro.


ASSICURAZIONI STORY-LEARNING

La miniera-dati per prevenire i rischi e non solo risarcirli Con la società G-Evolution, il colosso francese delle assicurazioni, Groupama, punta a contenere il rischio dalle polizze, utizzando i dati in maniera intelligente

Q

di Piero Caltrin

uando abbiamo deciso di non redinario potenziale di prevenzione dei rischi: sistere all’onda tecnologica, diincendi, allagamenti, anche intrusioni. versamente da altri che la stanAlla luce di queste analisi, Groupama, colosno ostacolando, siamo rimasti felicemente so francese delle polizze con oltre 130 anni stupiti dalla capacità dei nostri agenti di adedi storia in Italia, ha posto le premesse per rire al meglio allo spirito della nuova offerta una rivoluzione. e di superare tutti gli obiettivi che ci eravaPuntando sull’incrocio possibile tra l’Intermo dati»: Yuri Narozniak, direttore generale net delle cose e le polizze. Rendendosi conto di Groupama Assicurazioni e amministratoche una compagnia assicurativa ha un granre delegato di G-Evolution, è un entusiasta, de patrimonio, i dati, già liberamente affidati appassionato di nuove tecnologie. Un caso con tutte le necessarie liberatorie sulla pripiuttosto raro, nel suo settore. In un mondo, vacy, dati preziosi per offrire servizi migliori. quello assicurativo, iperprotetto e iper-rego«Abbiamo costituito questa nuova società lamentato, finora chiuso alla concorrenza e di servizi, G-Evolution, che ha emesso la alle novità della Rete, sua prima fattura nel TRA 5 ANNI, NEI VEICOLI, SARÀ TUTTO che però, o abbraccia giugno scorso», sorDATA DRIVEN, E L’ASSICURATORE 4.0 il cambiamento usanride Narozniak, «una POTRÀ INCROCIARE LE POLIZZE do a suo vantaggio le vera start-up, tutta CON L’INTERNET DELLE COSE novità tcnologiche o di Groupama, che ha perde il passo dell’innovazione. come scopo sviluppare una nuova offerta di Innanzitutto nel settore dell’auto, con una servizi non assicurativi rivolta sia ai clienti serie di servizi evoluti, che Groupama infatti finali sia ai clienti intermedi». sta lanciando, basati sull’incrocio tra la geoQuali servizi per quali clienti? «Cominciamo localizzazione e il web: per esempio aiutare dall’auto e dalla casa, ma pensiamo anche ad l’automobilista a ritrovare la propria auto altri settori, imprese dell’energia, della grannel parcheggio, utilizzando al meglio le capade distribuzione, delle telecomunicazioni, cità delle “scatole nere” incrociate con l’inanche imprese manifatturiere. Perché dalla telligenza artificiale; e poi nel settore casa, gestione del settore auto, derivano dati predove la domotica produce dati e invia segnaziosi per tanti altri business. lazioni preziose su quello che sta accadendo La particolarità italiana di avere un ormai nell’immobile e a chi ci vive, con uno straorvasto parco auto equipaggiato di scatole

«

Nella foto Yuri Narozniak, direttore generale di Groupama Assicurazioni e ad di G-Evolution

nere – entro 5 anni lo saranno i due/terzi dei veicoli circolanti –crea un grande patrimonio di dati oggi poco o nulla utilizzato ma che in realtà rappresenta una ricchezza intrinseca molto forte per il business assicurativo e soprattutto per gli altri business. A partire da questo patrimonio stiamo costruendo offerte che si integrano con quelle assicurative». «Dal punto di vista del cliente», continua Narozniak, «il nostro scopo è migliorare la vita quotidiana usando intelligentemente le informazioni disponibili. Nel mondo assicurativo – ma lo stesso vale per tante altre aziende – i processi gestionali sono ampiamente migliorabili, e lo saranno sempre più grazie all’ottimale sfruttamento dei dati, che è poi il vero mestiere, la vera missione, di G-Evolution. Vogliamo migliorare l’esperienza dei clienti, e ora sappiamo come farlo». Per il cosiddetto “assicuratore 4.0” il rischio non va insomma coperto solo con la polizza ma anche e soprattutto previsto e prevenuto: «Il sinistro che la polizza rimborsa», spiega con fervore Narozniak, «è un rischio che si materializza. Se voglio evitarlo, quel rischio, usando bene i dati, in molti casi posso riuscirci, il che conviene sia al cliente che all’assicuratore!». Sarà per questo che la app di G-Evolution si chiama “My Angel”: un angelo custode telematico, che consente interventi immediati in caso di incidenti, ma anche, appunto, la ricerca della propria auto parcheggiata o gli allarmi preventivi in caso di incencio, intrusioni e allagamenti nella propria abitazione. «La nostra piattaformadi analisi dati», conclude Narozniak , «è molto aperta, per essere integrabile e disponibile ad imprese di tutti i settori. Tra cinque anni tutto sarà data driven, nell’auto. E anche per le polizze casa andrà così, anche se ci vorrà più tempo». Narozniak è un tecno-entusiasta: ma probabilmente ha ragione lui.

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STORY-LEARNING SOFTWARE

ZWelfare è la piattaforma messa a punto da Zucchetti software house leader in Italia - che rimodula il welfare aziendale

nefit mettere a disposizione dei suoi dipendenti, mentre i lavoratori scelgono autonomamente attraverso un portale aziendale di quali beni e servizi fruire, in relazione ai massimali di spesa definiti dall’azienda. «In Zucchetti – spiega ancora Uggeri – oltre alla realizzazione di ZWelfare, ossia di una piattaforma web capace di gestire l’attivazione di questi beni e servizi in modo facile e veloce, ci siamo anche preoccupati di integrare questo processo nelle nostre applicazioni di amministrazione del personale. Ciò significa che, nel momento di elaborazione della retribuzione, il sistema ha già automaticamente registrato e calcolato il benefit scelto dal dipendente tra le opzioni disponibili in ZWelfare, eliminando sia il rischio di errori sia la difficoltà di governare flussi di dati generati da applicativi diversi. In pratica chi sceSi tratta di particolari forme compensative che riducono il cuneo fiscale per glie la soluzione ZWelfare e la suite HR Infinity i lavoratori ma consentono anche risparmi all’azienda. La software house Zucchetti ha messo a punto un programma che aiuta a scegliere quali e perchè Global Solution può gestire tutti i processi di input e output relativi al personale all’interno di di Marco Scotti un unico sistema integrato». Flexible Benefits sono forme innovative nefit. Questa nuova proposta – che non si rivolCalcolatrice alla mano, i risparmi generali sono di compensazione economica dei dipenge esclusivamente ai clienti, ma a tutto il mercanotevoli. Ipotizziamo una RAL in busta paga da denti che saranno sempre più utilizzate to delle aziende, delle associazioni di categoria 1000 euro: con il sistema tradizionale, il costo dalle aziende, indipendentemente dalle loro e dei consulenti del lavoro – è frutto dell’acquiazienda è di 1.400 euro, mentre al lavoratore dimensioni, perché risultano più convenienti sizione di DoubleYou, azienda milanese speciavengono trattenuti ulteriori imposte sul reddito rispetto ai tradizionali premi sia per le imprelizzata nelle soluzioni di welfare management. e contributi per complessivi 400 euro. Il reddito se che per i lavoratori stessi». A descrivere la La piattaforma ZWelfare si avvale di una tecnetto del dipendente diventa così 600 euro, con nuova frontiera del welfare aziendale, è Domenologia responsive, acun cuneo fiscale di 800 LA PIATTAFORMA ZWELFARE CONSENTE nico Uggeri, vicepresidente di Zucchetti, la più cessibile da computer, euro. Se invece si utilizA IMPRESE E DIPENDENTI DI SCEGLIERE importante software house italiana in Europa. tablet e smartphone zano i Flexible Benefit I BENEFIT E CALCOLARE I RISPARMI SU L’azienda può contare su oltre 3.350 addetti e grazie a un’apposita il costo azienda è di ISTRUZIONE, SANITÀ, MUTUI, FORMAZIONE una rete distributiva che supera i 900 partner app. Ma cosa sono i 1.000 euro e il reddito sull’intero territorio nazionale che consentono flexible benefit? Si tratta di moderni sistemi di in welfare per il dipendente è dell’intero impordi erogare servizi a oltre 135.000 clienti. Un compensazione, introdotte con il Testo Unico to. Un risparmio di 800 euro complessivi. fatturato da 410 milioni di euro e una presendelle Imposte sui Redditi, che offrono vantagTra i benefit messi a punto da Zucchetti ci sono za pressoché globale, pongono Zucchetti al top gi sia all’azienda sia al lavoratore. Dal punto di il rimborso spese di istruzione – dall’asilo nido nell’offerta di carattere informatico. vista del datore di lavoro si possono realizzare ai master universitari – versamenti integrativi Ora, l’azienda nata nel 1978 ha messo a punto notevoli risparmi fiscali, mentre il dipendente alla cassa sanitaria, previdenza integrativa, fino ZWelfare, una piattaforma per le aziende che aumenta la capacità di spesa grazie alla riduzioa 258 euro in beni e servizi, spese per finalità desiderano attivare progetti di Welfare e offrire ne del cuneo fiscale. assistenziali e ricreative, formazione extra, rimai dipendenti tutti i vantaggi legati ai flexible beTramite ZWelfare l’azienda individua quali beborso degli interessi pagati su prestiti e mutui.

Con i benefit flessibili, i vantaggi non vanno solo in busta paga

I

«

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HI-TECH STORY-LEARNING

Lo smartphone più innovativo che si ricarica ad alta velocità Huawei rilancia l’espansione in Italia e archivia un semestreboom, con circa il 10% del mercato globale dei telefonini. James Zou: «Lavoriamo per costruire qualità durevole» dalla redazione

C’

è un’azienda che ha 170 mila dipendenti per metà dedicati a fare ricerca in 15 laboratori globali e 36 joint innovation center. Sissignore: un esercitermine”, dice con orgoglio Zou, “E siamo focato. E’ un’azienda cinese, non quotata in Borsa, lizzati sull’innovazione avanzata, non solo sul che è nata trent’anni fa e fatturerà quest’anno business delle reti mobili ma anche su quello oltre 30 miliari solo nella parte consumer, ma dei device, dove stiamo introducendo grandi in totale lo scorso anno ha raggiunto i 75 miinnovazioni”. Già: per esempio i nuovi lap-top, liardi di dollari. Ha come principale azionista con materiali derivati dall’industria aerospail fondatore Ren Zhengfei – che però ne conziale che agevolano la dispersione del calore trolla solo il 2% - e centinaia di migliaia di altri potenziando le performance dei microprocessoci, per il 50% gli stessi dipendenti, ai quali sori, per esempio. O con soluzioni innovative, va peraltro un ricco dividendo ogni anno. e proprietarie, sulle Si chiama Huawei, ed UN COLOSSO CON 170 MILA DIPENDENT batterie: “Abbiamo in Italia ha 700 dipenI PER METÀ DEDICATI A FARE RICERCA sviluppato una tecnodenti perché la consiSUI NUOVI PRODOTTI. E CHE INVESTE logia Supercharge che dera il primo mercato SUL LUNGO TERMINE in 20 minuti ricarica la in Europa e il più imbatteria dello smartphone fino a un giorno di portante nel mondo dopo la Cina. “Non essenutilizzo”, sottolinea Zou. Nella mentalità della do quotati, non siamo obbligati a inseguire i casa c’è che la qualità dev’essere sostenibirisultati trimestrali”, esordisce James Zou, le nel tempo “in modo che solo l’eventuale top manager Huawei in Italia, responsabile decisione di caricare programmi nuovi che della divisione consumer, che si occupa della richiedano nuove specifiche può indurre il commercializzazione di smartphone, tablet cliente a cambiarli prima. Tutto il nostro lavoe wearable. E il rapporto di Huawei con il furo è orientato in questo senso, non facciamo turo – tratto distintivo dell’approccio cinese compromessi”. alla tecnologia – è affascinante: perché i cineIntanto il gruppo si sta ovviamente espandensi ragionano sul lungo termine, pur essendo do – con la tipica tendenza orientale a offrire fortemente concentrati anche sul “giorno per ai clienti anche tutti i servizi collaterali possigiorno”. bili – nel settore del cloud, “stiamo introdu“La maggior parte di noi lavora per il lungo

James Zou, general manager consumer business group di Huawei Italia. E un particolare di uno smartphone

cendo questa risorsa nei nostri device, offrendo 5 gigabyte gratis, convinti come siamo che il futuro sarà in cloud”, conclude Zou. n Cina H già offre il servizio Cloud e ci sono progetti per portare la stessa suite di servizi anche in Europa e in Italia. Un approccio – suo, ma che connota tutti, in “ditta” – che sta pagando, in Italia, visto che la ricerca “Most Influencial Brand 2017” di Ipsos, condotta su due specifici target - da una parte i Millennials (9 milioni di italiani fra i 22 e i 34 anni) e dall’altra i Boomers (15 milioni di italiani fra i 52 e i 70 anni) - vede Huawei al 77esimo posto. L’indagine Ipsos evidenzia che Huawei, insieme a Nike e Whatsapp, è uno dei pochi brand capace di mettere d’accordo la scelta di due cluster così differenti fra loro. E i numeri stanno premiando queste strategie. Quando alla fine del luglio scorso Huawei Consumer Business Group ha annunciato i risultati del primo semestre del 2017, le percentuali di crescita sono state sorprendenti: i ricavi di vendita sono cresciuti del 36,2% anno su anno raggiungendo quota 15,58 miliardi di dollari. Le spedizioni di smartphone sono salite a 73.01 milioni, con una crescita anno su anno di circa il 20,6%.

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STORY-LEARNING GAS

Nella fotina Floriano Ceschi, direttore generale di AGSM Energia. Più a sinistra la bolletta smart simbolo dell’azienda veronese

La bolletta smart senza trucchi e senza inganni È il simbolo dello storico produttore e fornitore di energia e gas di Verona, che con la liberalizzazione del mercato, ha conquistato spazi di mercato importanti

C

di Riccardo Venturi

onquistare clienti senza proclami roboanti, a colpi di chiarezza e credibilità. È la filosofia vincente di AGSM, storico produttore e fornitore di energia elettrica e gas di Verona, che dopo la liberalizzazione iniziata nel 2000 ha saputo espandersi in modo importante sul territorio nazionale, passando dai 47 comuni del 2004 ai cinquemila di oggi, oltre il 60% del totale, con più di 350mila forniture. Oggi il 65% dei quasi 500 milioni di fatturato viene da fuori città. Simbolo della filosofia di AGSM è la bolletta smart, che in una facciata riassume i dati essenziali utilizzando l’infografica: il prezzo totale da pagare è in uno scontrino, il consumo e l’importo corrispondente di elettricità e gas sono nei rispettivi contatori riprodotti graficamente, un po’ come se fossero pompe di benzina, il costo del canone all’interno di una tv. Se vi sembra poco, pensate alle vostre corpose bollette: «spesso arrivano a casa 6 pagine e manca un dato di sintesi. L’eccessiva trasparenza voluta dall’autorità impedisce la consapevolezza del prezzo da parte del cliente» dice Floriano Ce-

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schi, Direttore Generale AGSM Energia. L’altro fattore premiante per l’azienda veronese è la credibilità che deriva da una lunga esperienza: «abbiamo un background energetico di un secolo, una conoscenza del mercato approfondita che ci permette di acquisire materia prima a prezzi convenienti e di proporre tariffe vantaggiose ai nostri clienti. Oltre al prezzo, poi, conta

UN CAMPER COME SPORTELLO

Come stare vicini anche fisicamente ai clienti al tempo del web e del costo insostenibile degli sportelli fissi? Per esempio con AGSM al volante, uno sportello mobile all’interno di un camper brandizzato. «In questo modo raggiungiamo punti di aggregazione, per ora in provincia di Verona, in modo da accompagnare in termini di multicanalità la nostra presenza immateriale con quella fisica. Così il cliente acquisisce familiarità con il nostro brand e sa di poter ricevere un’assistenza adeguata» dice Floriano Ceschi, Direttore Generale AGSM Energia.

la qualità del servizio» spiega Ceschi. I comparatori che si trovano sul web permettono a un numero crescente di consumatori di individuare le tariffe più interessanti. È invece bene diffidare da chi promette sconti troppo forti, in genere via telefono oppure con il porta a porta: «si deve essere chiari: dimezzare il prezzo della bolletta è impossibile, è un’illusione, e chi lo promette dice falsità. Anche chi promette uno sconto del 20% rispetto al mercato della tutela dice falsità. Per oltre metà della bolletta fungiamo da esattori, ora anche del canone tv, per il resto quello dell’energia è un mercato liquido e la differenza non è così impattante: a meno che tu non faccia operazioni scorrette, per esempio non pagando i fornitori, non riesci a fare sconti significativi. IL DIRETTORE GENERALE CESCHI: «CHI PROMETTE DI DIMEZZARE IL PREZZO O ABBATTERLO ANCHE DEL 20% DELLA BOLLETTA, DICE FALSITÀ»

Su un’utenza domestica la vera differenza può essere nell’ordine di qualche decina di euro, uno scarto comunque interessante» spiega il Direttore Generale. Per contrastare le offerte ingannevoli e tutelare la propria posizione AGSM ha lanciato sul territorio veronese, nel quale rimane fortemente radicato, una campagna antitruffa: «subiamo a volte azioni commerciali di alcuni operatori con promesse non mantenibili o contratti non richiesti. Abbiamo coinvolto le Forze dell’ordine che hanno partecipato volentieri, perché loro stessi registrano numerose denunce o lamentele da parte dei consumatori. Non era infrequente fino a qualche anno fa che venissero clienti da noi piangendo per aver sottoscritto un contratto che non era nella loro volontà» spiega Ceschi.


SANITÀ STORY-LEARNING

Sanità privata, parola d’ordine: diversificare. Il caso Garofalo Il gruppo, nato a Roma nel 1957, oggi copre tutti i comparti del settore e conta 11 strutture sociosanitarie dislocate in 5 regioni. È il case-mix l’antidoto ai tagli

QUI L’AURELIA HOSPITAL. A FIANCO MARIA LAURA GAROFALO

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iversificazione, gestione attenta dei soci non si sono mai distribuiti nemmeno un costi e M&A: è la ricetta che ha fatto centesimo di dividendo, hanno sempre reindel gruppo Garofalo uno dei protagovestito nel gruppo» spiega il presidente. La nisti della sanità privata italiana. La quotaziostrada per avere successo nella sanità privata ne in borsa, prossima mossa in fase di prepaè dunque stretta e ricca di insidie: «è sicurarazione, vuole permettere un ulteriore salto mente il settore imprenditoriale più difficile di qualità. Che le ambizioni siano importanti in assoluto, regolato da norme a volte di diflo dimostra da ultimo l’acquisizione di Fi.D.eS ficile comprensione. Sono necessari continui Medica, primo gruppo sanitario privato in investimenti per avere le autorizzazioni, per Liguria con 11 strutture socio-sanitarie, che rispondere ai requisiti imposti dalle norme. Il si aggiungono alle altre 13 realtà ospedaliere costo del personale è altissimo, la legge spein cinque regioni italiane: Lazio, Piemonte, cifica il rapporto che ci deve essere tra persoEmilia Romagna, Veneto e Toscana. «Siamo nale medico e paramedico rispetto al numero nati come gruppo familiare, ma oggi abbiamo di posti letto, che nel caso di una struttura per un fatturato di circa 300 milioni di euro, 4500 acuti rappresenta il 70% del fatturato. Opecollaboratori tra dirare mantenendo alto «LE DIFFICOLTÀ SI SUPERANO CON GLI pendenti e liberi proil livello delle prestaINVESTIMENTI SULLA QUALITÀ DELLE fessionisti, 2500 posti zioni è difficilissimo, PRESTAZIONI. I RISULTATI CI PREMIANO. letto. Non sono più lo facciamo cercando PRESTO SBARCHEREMO IN BORSA» dimensioni familiari, di gestire in maniera per questo ci siamo dotati di una struttura molto attenta i numeri». Ad aver premiato il manageriale e stiamo pensando alla quotagruppo è la strategia di diversificazione: «Devi zione in borsa» spiega Maria Laura Garofalo, mantenere le strutture meno remunerative, presidente dell’omonimo gruppo. Crescere puoi bilanciare con livelli qualitativi alti verso in questo comparto, all’epoca della spending altri ambiti o regioni meno aggressive verso il review, è un’impresa tutt’altro che semplice: privato. Il case-mix all’interno delle strutture «La sanità rappresenta la voce principale di e nel gruppo ti porta a bilanciare gli effetti potutti i bilanci sia regionali sia statali, quindi è sitivi e quelli negativi. Abbiamo una storia che quella su cui ci si è impegnati di più a tagliaparte da lontano, dei valori, un’impostazione re. Il nostro gruppo ha subìto tagli consistenti aziendale che ci rende pronti ad affrontare soprattutto nel Lazio. La nostra strategia di qualunque difficoltà pur di portare avanti il diversificazione ci ha portato in altre cinque nostro progetto» dice Garofalo. Il gruppo coregioni, con una crescita sana e equilibrata, i pre oggi tutti i comparti del settore sanitario

e socio assistenziale: «Dalle acuzie alle altissime, medie e basse chirurgie, fino alla riabilitazione cardiologica, respiratoria, motoria, nutrizionale, oltre a tutti i comparti socio assistenziali, dalle Rsa al coma vegetativo persistente alla psichiatria, fino ai centri diagnostici» conclude il presidente. (r.v.)

VISTI DA VICINO

Il gruppo Garofalo è stato fondato nel 1957 da Raffaele Garofalo, padre dell’attuale presidente Maria Laura. «Mio padre era un grande chirurgo, dotato di passione e coraggio. Aveva iniziato come medico condotto in un piccolo paesino delle Marche, dopo aver fatto il partigiano. Suo padre era un maestro elementare con 4 figli, senza grandi mezzi economici. Raffaele ha coinvolto due fratelli minori, spingendoli a fare medicina. Ha iniziato a operare a Roma in una piccola clinica. Nel ‘57 ha messo insieme tutti i risparmi e con i fratelli ha rilevato la gestione di una piccola clinica, la Sant’Antonio da Padova di via Merulana: il gruppo Garofalo è partito così» racconta Maria Laura.

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STORY-LEARNING UTENSILI

La qualità in cucina 100% made in Lumezzane Da oltre 50 anni Risolì è sinonimo di eccellenza nella produzione di strumenti da cottura 100% made in Italy. Prodotti lavorati e rifiniti a mano di Oreste Ferrari

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puntare sull’eccellenza dei materiali. Una el 1965 Alfredo Montini e la moglie scelta vincente, che ha consentito a Risolì di Marilena si lanciano in una nuova, essere sinonimo di qualità a livello internarivoluzionaria avventura: quella dezionale. Senza però mai scendere a comprogli strumenti da cottura Risolì. Un’avvenmessi, prova ne sia la decisione di non spotura destinata a tramutarsi rapidamente stare la produzione dall’Italia nonostante in un grande successo, una conquista del costi produttivi non “made in Italy” in cui «UNA FAMILY COMPANY CONTRO LE certo competitivi. la qualità parte dalla LOGICHE CONSUMISTICHE GLOBALI La scelta di una pamateria prima fino al PER INTERCETTARE CONSUMATORI della Risolì da parprodotto finito e in SEMPRE PIÙ ATTENTI E CONSAPEVOLI» te della clientela si cui la lavorazione e la traduce in un prodotto sicuro, certificato e rifinitura sono eseguite e controllate pezzo d’avanguardia che consente di portare in per pezzo. Un prodotto che ha pochi rivali tavola una cucina sana e naturale che alla anche grazie al contributo della ricerca e tradizione ha saputo abbinare l’impiego di delle tecnologie più avanzate nel settore. materiali di prima scelta. Ma le tecniche di Alfredo Montini ha scelto fin dall’inizio di produzione sono tra le più innovative, visto UN’IDEA RIVOLUZIONARIA che si fa ricorso a processi lavorativi robotizzati e ad attente metodologie di controllo. L’azienda nasce nel 1965 da un’idea di Senza trascurare l’importanza del settore Alfredo e Marilena Montini. Oggi è la seconda generazione a ricerca e sviluppo, soprattutto nell’ambito tenere le redini della “family company” della sicurezza dei materiali e delle tecnoGrande attenzione alle materie prime: tutta la produzione è effettuata in logie produttive. Italia. Le pentole di nuova concezione vengono Gli strumenti da cottura in alluminio realizzate in alluminio pressofuso con fonfuso vengono realizzati nel rispetto della salute del consumatore e do ad alto spessore e rivestimenti antiadedell’ambiente, impiegando materiali renti sicuri e garantiti. Questa tecnologia riciclati e riciclabili. garantisce diversi vantaggi: in primo luogo Qualità e salute in cucina! la maggior velocità di diffusione del calore

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Nella foto la famiglia Montini

con conseguente risparmio di energia; una costante e uniforme distribuzione del calore che, associata al rivestimento antiaderente consente una cucina più naturale e priva di grassi. Le pentole poi sono facili da pulire e la lunga durata è assicurata. L’esempio più alto dell’eccellenza Risolì è rappresentata dalla collezione “Le Selezioni”, una linea di strumenti da cottura nati per sottolineare la forza del made in Italy: materie prime di grande qualità al servizio di prodotti professionali che consentono di godere di un gusto semplice e ricco, nel rispetto della salute. Attualmente è in sella la seconda generazione, rappresentata dai figli Cristina e Andrea. Proprio Cristina definisce l’azienda di famiglia come “un laboratorio tecnologico post-moderno, una family company contro le logiche consumistiche globali” che cerca di “intercettare consumatori sempre più attenti e consapevoli”. Al centro dell’intera produzione di Risolì c’è sempre l’uomo e la sua coabitazione con l’ambiente. Una convivenza a volte difficile che però i prodotti dell’azienda della famiglia Montini cercano di rinsaldare. È il caso dell’ultima nata, la linea Dr Green® che è composta da materiali interamente riciclati o riciclabili, che utilizza lo stato dell’arte nei rivestimenti antiaderenti completamente sicuri ed inerti, a base di acqua. L’azienda esporta in molti paesi nel mondo, dove il Made in Italy è molto apprezzato.


IL PAESE CHE CRESCE STORY-LEARNING

TIVÙSAT, IL SATELLITE GRATUITO A QUOTA 3 MILIONI

TIVÙSAT È LA TV SATELLITARE GRATUITA CHE RAGGIUNGE ANCHE LE AREE POCO COPERTE DAL DIGITALE TERRESTRE

Il 9% delle famiglie vede la tv via satellite. E ha anche canali stranieri Porta i canali tv a chi abita in zone dove il segnale digitale terrestre è insufficiente. Ma garantisce anche una migliore qualità video, inclusa l’HD, oltre a un costo della banda per i broadcaster 10 volte più basso. Sono questi i fattori del successo di Tivùsat, la tv satellitare gratuita italiana che ha raggiunto il traguardo di 3 milioni di smart card attive, pari a circa il 9% delle famiglie italiane. Fondata nel 2009, è gestita da Tivù s.r.l, società partecipata da Rai, Mediaset, Telecom Italia,

Associazione TV locali e Aeranti Corallo, Accedere a Tivùsat è semplice e non richiede alcun tipo di abbonamento. Sono sufficienti un dispositivo certificato Tivùsat (decoder o televisore con CAM), una parabola satellitare orientata su Eutelsat 13° Est e la smartcard inclusa in qualsiasi confezione del decoder o della CAM. Oltre ai canali tv nazionali gratuiti, Tivùsat permette di vedere canali internazionali quali Euronews, BBC World News, France 24, Al Jazeera, Deutsche Welle e altri.

PHARMANUTRA SBARCA SULL’AIM COL BOTTO Più 40% nella prima giornata per l’azienda di nutraceutica

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Si è affermata in Italia soprattutto grazie all’invenzione di un prodotto altamente innovativo come il SiderAL ® a base di ferro sucrosomiale®, l’integratore di ferro più efficace sul mercato, un complemento nutrizionale utile nei casi di anemia da carenza di ferro che l’ha resa leader nella propria nicchia di mercato. Ma Pharmanutra, azienda pisana nata nel 2003 specializzata nello sviluppo di prodotti nutraceutici e dispositivi medici, dopo la quotazione all’Aim, il mercato per le Pmi, è tutt’altro che anemica: nel primo giorno di quotazione le azioni hanno fatto registrare un balzo del 40% a 13,99 euro, a dimostrazione del forte interesse riscosso tra gli investitori. PharmaNutra è

un Gruppo composto da circa 50 dipendenti, con una rete di circa 150 informatori scientifici commerciali, che ha registrato nel 2016 un fatturato consolidato di circa 33 milioni di Euro ed un MOL di circa 7,5 milioni di Euro. Fondata e guidata dal Presidente Andrea Lacorte e dal Vice Presidente Roberto Lacorte, l’azienda è presente in 38 Paesi nel mondo, e si avvale di 9 ricercatori, oltre a collaborare, fra le altre, con le Università di Pisa, Parma, Brescia, Modena, Verona, Barcellona e Cambridge. L’ultimo prodotto lanciato sul mercato da PharmaNutra è Cetilar®, una formulazione a base di acidi grassi cetilati che riduce il dolore a livello muscolo scheletrico e articolare.

MASI AGRICOLA, CRESCONO RICAVI E REDDITIVITÀ

SANDRO BOSCAINI, PRESIDENTE DI MASI AGRICOLA, CON IL CEO FEDERICO GIROTTO DAVANTI ALLA BORSA

Con l’acquisizione di Canevel si punta sugli spumanti premium Masi Agricola brinda con lo spumante Canevel ai risultati consolidate del 2016, approvati dal Cda. Sono in crescita ricavi e redditività, mentre l’indebitamento finanziario netto è a 6,6 milioni di euro, un dato che incorpora gli effetti dell’acquisizione del 60% proprio di Canevel. «Reputo positivo il risultato in termini di crescita, in un contesto di mercato che a livello internazionale non si è presentato facile per i vini fermi italiani in bottiglia» ha affermato Sandro Boscaini, Presidente di Masi Agricola, quotata all’Aim

Italia. «Con l’acquisizione di Canevel, riconosciuta specialista per gli spumanti premium, puntiamo a intercettare il trend positivo dei vini sparkling» aggiunge Boscaini. Buone notizie anche per la qualità delle uve: la produzione di vini da uve appassite effettuata agli inizi del 2016 relativamente al millesimo 2015 è stata molto proficua, in termini di quantità e qualità, in virtù di un’eccellente annata agraria e di una stagione di autunno-inverno dalle condizioni meteorologiche favorevoli.

PHARMANUTRA È UN’AZIENDA SPECIALIZZATA IN PRODOTTI NUTRACEUTICI. NELLA FOTO UNA VEDUTA DELLA SEDE

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L’INNOVAZIONE D’IMPRESA PASSA PER LA “FORMAZIONE 4.0” STARTUP-TELLING, INVENTARSI LA VITA 4.0 Non è solo moda, anzi non lo è per niente: il fenomeno delle startup, che ormai brulicano in Italia, è la rivisitazione aggiornata di un gene italiano storico, l’arte di inventarsi la vita, che al Sud diventa “di arrangiarsi”. È da questo gene che sono sempre derivati i successi più straordinari degli italiani nel mondo, in ogni campo. Che non a caso oggi trovano conferma nelle tecnologie. Quindi, sono startup, ma cresceranno. Ed Economy le racconterà

Le aziende italiane devono imparare a competere nell’arena globale del business puntando sulla disponibilità a “contaminarsi” e a imparare a conoscere in profondità la “digital economy” di Layla Pavone

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egli ultimi tempi il concetto di fare che sono potenzialmente molto rilevanti impresa viene spesso associato alla in termini di innovazione. Ciò, peraltro, sta parola startup. Come sottolinea anche una a significare che in Italia, negli ultimi 4/5 recente pubblicazione dell’Unione Europea, anni, si sono creati dal nulla oltre 36.500 l’imprenditorialità deve diventare un mezzo nuovi posti di lavoro. più diffuso per creare posti di lavoro così Al di là delle cifre, la bella novità è che il come per lottare contro l’esclusione sociale. nostro Paese ha davvero ancora molto da L’Italia sotto questo punto di vista è in granoffrire, dal punto di vista della capacità di de fermento: sono formalmente registrate, inventare e di fare innovazione di processi, all’apposito registro delle Camere di Comprodotti e servizi. Esiste in Italia un mondo mercio italiane, oltre sommerso, non quel7500 giovani impre- ALL’APPOSITO REGISTRO DELLE CAMERE lo dei soliti luoghi coDI COMMERCIO ITALIANE SONO se innovative ad alto muni, ma quello vero ISCRITTE OLTRE 7.500 GIOVANI IMPRESE contenuto tecnologie ricco delle startup AD ALTO CONTENUTO TECNOLOGICO co. Di fatto, esistono appunto, di cui si almeno altrettanti progetti di impresa che parla, a mio avviso, ancora troppo poco e non risultano ancora come “legal entity”, talvolta impropriamente. quindi non ufficialmente riconosciuti, ma Un ecosistema ricco di talenti, con grande passione, energia e voglia di fare, che cerca LAYLA PAVONE, di fare impresa, nonostante le difficoltà del AMMINISTRATORE DELEGATO INDUSTRY INNOVATION nostro sistema economico, giuridico e poDIGITAL MAGICS SPA litico, nonostante la nostra burocrazia che, certamente, non sostengono e non stimolano la volontà di creare nuovi business, nuovi prodotti, nuovi servizi e nuovi processi. Il quadro di insieme sembra essere davve-

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STARTUP-TELLING

Digital Magics, di cui Layla Pavone (a destra) è amministratore delegato per l’industrial innovation, è oggi una delle principali realtà italiane nella individuazione e nello sviluppo delle start-up innovative

ro molto promettente, ma il rovescio della medaglia, il “tallone di Achille” del nostro sistema industriale si chiama formazione e change management o per meglio dire “nuova cultura d’impresa”. Per competere nell’agguerrita e sanguinosa arena globale del business, dove le grandi multinazionali la fanno da padrona, anche grazie ad operazioni di “corporate venture capital”, attraverso le quali vanno a “comprare innovazione”, ovvero startup per crescere, gli imprenditori e i manager italiani devono fare un salto culturale aprendosi a questi nuovi approcci strategici che prevedono un totale cambio di “mindset”. “Fare innovazione” non è solamente un’aziodi, il primo passo è necessariamente quelne, ma è ancor prima un approccio mentale, lo di creare una “Cultura dell’Innovazione” un modello culturale che prevede una totale che coinvolga e unisca tutti i protagonisti apertura verso l’edi questo percorso. «BISOGNA ESSERE CORAGGIOSI sterno, che privilegia Questo comporta esNON SOLO NELLO SPERIMENTARE la capacità di lavorasere aperti alle idee NUOVE IDEE, MA ANCHE NEL NON re in squadra, di proprovenienti dall’eAVER PAURA DI SBAGLIARE» gettare, di sbagliare e sterno, essere veloci di ricominciare, in maniera “agile” e rapida, coraggiosi e più fiduciosi. È necessario snelvalorizzando non tanto le “hard skill” quanlire i processi, perché l’innovazione difficilto, soprattutto, le “soft skill”. Mentre le starmente riesce a emergere, se soffocata dai tup sono, nella loro essenza, frutto di questa ritmi compassati e appesantiti dei protocolcultura, nelle aziende tradizionali, quando li e delle codifiche aziendali. Bisogna essere si parla di innovazione, si tende ancora ad coraggiosi non solo nello sperimentare nuoavere una mentalità più conservativa. Quinve idee, ma anche nel non aver paura di sba-

IL VADEMECUM PER LE IMPRESE INNOVATIVE INVESTIRE sulla formazione IMPARARE a sbagliare ACCETTARE l’eventualità del fallimento PRIVILEGIARE le soft skill alle hard skill CREARE una cultura dell’innovazione IMPARARE a contaminarsi e a integrarsi

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I MANAGER ITALIANI DEVONO FARE UN SALTO CULTURALE CAMBIANDO MINDSET E APRENDOSI AI NUOVI APPROCCI STRATEGICI gliare, iniziando ad abbattere i confini, i “silos” interni alle strutture aziendali. Quando si parla di innovazione, intrinsecamente si deve anche imparare ad accettare l’eventualità del fallimento, come parte della nostra intraprendenza e stimolo alla resilienza. Per rilanciare l’industria italiana dobbiamo creare dei ponti tra queste due realtà così diverse, ma così vicine. Dobbiamo fidarci e affidarci a chi questi percorsi li ha già intrapresi. Come? Attraverso la formazione, la conoscenza, la condivisione delle esperienze, la ricerca di nuove soluzioni che molte startup hanno già pronte per il “go to market”, al fine di far evolvere velocemente le capacità imprenditoriali e manageriali. Il tema della “formazione 4.0”, come io amo definirla, è a monte di qualunque strategia di innovazione. Le nuove regole del gioco di basano sulla capacità e sulla disponibilità a “contaminarsi”, a collaborare, a integrarsi, a imparare a conoscere in profondità la “digital economy”, che molto può fare nel portare nuova linfa e maggiore efficacia ed efficienza nella catena del valore delle grandi e, soprattutto, delle PMI di cui è ricco il nostro Paese.



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Como NExT, l’innovazione che parte dal territorio Un Innovation Hub che per far crescere le sue 112 tra aziende e startup ha creato un modello collaborativo, il Daisy Model, che fa partecipare imprese, istituzioni, università, mondo dei capitali di Riccardo Venturi

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na margherita dell’innovazione per far crescere aziende e startup innovative, i cui petali sono gli attori economici del territorio: le imprese, le istituzioni (Camera di Commercio, associazioni di categoria...), le università (Fondazione Politecnico, Uninsubria, LIUC Castellanza, Università Cattolica...), il mondo dei capitali (fondazioni bancarie, venture capital, business angels...). È il Daisy (margherita, appunto) Model, nuovo modello collaborativo di ComoNExT, l’Innovation Hub sorto all’interno di un ex cotonificio di Lomazzo che conta 112 tra aziende e startup, coinvolte in un modello di open innovation che prende il nome di NExT Innovation®. «L’apporto economico degli enti fino ad ora coinvolti è stato fondamentale per avviare la NExT Innovation®. Molti altri soggetti – associazioni di categoria, università, banche, ecc. – hanno già espresso il loro interesse a essere coinvolti nel progetto» dice Stefano Soliano, direttore generale di ComoNExT. «Si tratta quindi di un “patto di sistema” che è per sua natura aperto e partecipativo, e sarà tanto più efficace quanto numerosi saranno i soggetti che vorranno dare il loro apporto, non solo di carattere economico» aggiunge Soliano. Le stesse aziende e startup sono anche soggetti attivi del progetto: il “Daisy

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L’INNOVATION HUB COMO NEXT IN UN EX COTONIFICIO. A LATO, IL DG STEFANO SOLIANO

Model” prevede infatti l’attivazione di reti di impresa ad assetto variabile, composto da risorse interne all’Innovation Hub, ingaggiate di volta in volta in funzione delle competenze necessarie per rispondere alle esigenze di trasformazione digitale che arrivano dalle realtà imprenditoriali. All’interno di ComoNExT è nata così NExT4Things, la prima rete d’impresa costituita da dieci aziende del settore Software & ICT che si sono aggregate con l’obiettivo di stimolare, accompagnare e facilitare la realizzazione della trasformazione digitale 4.0 dei prodotti e dei processi nelle imprese, seconCOMONEXT HA AL SUO INTERNO ANCHE UN SERVIZIO DI INCUBAZIONE PER STARTUP, CHE NE HA VALUTATE 434, INCUBATE 50 E FINANZIATE 22

do la logica dell’Internet of things. ComoNExT ha anche attivato fin dalla sua nascita un servizio di incubazione di impresa certificato per le start up, che offre i supporti tecnici e logistici grazie ai quali una buona idea di impresa può trasformarsi in un’impresa vera e propria: dai servizi specialistici per l’avvio e lo sviluppo dell’impresa all’accesso a reti di conoscenze (università, centri di ricerca, imprese, laboratori, istituzioni), dall’approfondimento di aree speci-

fiche del business plan (project management, comunicazione di impresa, piano di marketing, gestione di impresa) alla partecipazione a programmi e bandi di finanza agevolata, fino alla disponibilità di ambienti destinati all’utilizzo esclusivo. In questi anni ComoNExT ha valutato 434 start up e ne ha incubate 50, 22 delle quali hanno completato il processo e raccolto finanziamenti da parte di venture capital e business angels. Inoltre l’Innovation HUB ComoNExT, in collaborazione con Reply, ospita il CSRV (Centro Sviluppo Realtà Virtuale), l’unico centro di realtà virtuale in Italia, punto di riferimento per la realtà aumentata e virtuale dove provare le tecnologie dedicate e progettare soluzioni innovative a supporto del business. Ultima iniziativa in ordine di tempo è l’Innovation Ramp-Up, un percorso formativo e di consulenza che attraverso lezioni frontali e, soprattutto, un’approfondita analisi dei processi aziendali porta alla messa a punto di un vero e proprio progetto di sviluppo, che la stessa azienda è libera di adottare o meno con il “Sistema ComoNExT” o con qualsiasi altro fornitore.


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Nella fotina Daniele Spinelli, ad del gruppo I-Medical Center. Più a sinistra i giovani del team di Sanifast

punto sarà Sanifast a trovare la prestazione sanitaria desiderata e a recapitare, all’interno dell’app stessa, il promemoria con il dettaglio dell’appuntamento prenotato, riducendo il numero di disdette (oggi pari al 25% delle prestazioni sanitarie totali). Vincere questa scommessa è stato possibile grazie ad un team di imprenditori, che ha creduto nelle potenzialità dei giovani talenti italiani. Una sorta di Silicon Valley italiana fatta di ingegneri, programmatori, progettisti esperti di analisi dei dati e di business intelligence provenienti da Lombardia, Liguria e Veneto. Oggi, inoltre siamo circondati da portali e di e-commerce, ma quando abbiamo la necessità di approfondire informazioni L’ha ideata Sanifast, una startup che in appena un anno di vita, è ed ottenere rassicurazioni, sentiamo arrivata a gestire le agende specialistiche di oltre 5mila strutture, inevitabilmente l’esigenza di parlare con riducendo le code in ingresso e rendendo la sanità alla portata di tutti una persona, a maggior ragione se si tratta di Elisa Stefanati di salute. Ecco perché all’altro capo del filo Sanifast c’è una persona fisica che interagisce anità digitale al servizio del cittadino: e non in modo virtuale. Sanifast inoltre network qualificato di strutture affiliate Sanifast nata come startup, si è guarda al futuro con l’intento di progettare diffuso sul territorio nazionale. «Abbiamo velocemente imposta come player una piattaforma “ più equa e responsabile” analizzato i centralini di importanti presidi innovativo delle newco Italiane. Sanifast sul piano dei costi sanitari dell’accesso alle sanitari e cliniche mediche - spiega Daniele è una semplice App, che funziona tramite cure primarie. Spinelli Amministratore Delegato del gruppo un servizio di richiamata, e permette di «La vera scommessa - conclude il numero uno I-Medical Center - rendendoci conto che il prenotare prestazioni in ambito sanitario. di Sanifast, Daniele Spinelli - è permettere numero di chiamate in attesa era sempre Nata un anno fa, oggi gestisce 52 strutture a tutti coloro che nettamente superiore SPINELLI: «QUELLO DI SANIFAST È sanitarie e circa 5.500 Agende Specialistiche presenteranno alle al numero di risorse UN MODELLO DI SANITÀ RESPONSABILE e consente di prenotare oltre 16.500 esami cliniche aderenti al disponibili alla E VOTATO A GARANTIRE SERENITÀ ALLE al giorno con un fatturato che supera il progetto “Agende dal struttura. È proprio GENERAZIONI PRESENTI E FUTURE» milione e duecentomila euro (attraverso le cuore Blu”, il proprio la prenotazione fee riconosciute a Sanifast). Il team che ha modello Isee e qualora risulterà inferiore l’energia che dà vita a questo motore, e sviluppato il progetto è composto da giovani ai 10 mila euro, potranno accedere a tutti i nessuna clinica o ospedale può permettersi di in età compresa tra i 25 ed i 36 anni. La servizi sanitari, anche più complessi come sovrastrutturarsi, con costi fissi, che coprano newco è nata con una mission molto chiara: la RMN, garantendosi un prezzo unico per solo i picchi di chiamata, anche perchè il rendere i servizi sanitari fruibili a tutti. Non tutti a soli 20 euro. Con un lungo lavoro di paziente, quando trova occupato, si rivolge ci sono costi fissi per le aziende sanitarie che sensibilizzazione di oltre 500 Medici, è stato subito a un’altra struttura. L’app risolve decidono di avvalersene, ma viene applicata possibile istituire le agende dal Cuore Blu questa criticità: riduce le code in ingresso. una fee solo a risultato e per i cittadini l’app un cuore “nobile” capace di donare a chi In caso di linea occupata si viene richiamati è gratuita. Il servizio garantisce l’accesso necessita di prestazioni sanitarie ma si trova dall’operatore digitando un semplice tasto e ad offerte sulle prestazioni erogate da un in condizioni di indigenza». tenendo il telefono a portata di mano. A quel

L’app che non ti fa stare in attesa per prenotare le visite sanitarie

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STARTUP-TELLING

Con Yougenio, i lavori in casa non sono più un incubo Nata dall’esperienza di Manutencoop, in 12 mesi questa startup ha assunto oltre 200 persone per svolgere i lavori domestici più diversi (e detestati) di Marco Scotti

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ovete installare un condizionatore? Il giardino è in disordine e tra pochi giorni arrivano in visita quei lontani parenti famosi per essere dei criticoni? Stirare non è esattamente il vostro forte? Yougenio è la soluzione che fa per voi. Si tratta di una startup nata “con le spalle larghe” - essendo una costola di Manutencoop - che offre oltre 130 servizi domestici, dalla pulizia dei locali all’installazione di caldaie e altri elettrodomestici, passando per lavori di muratura o opere di giardinaggio. Per questo l’amministratore delegato della società, Alvise Vigilante, può permettersi di dire che «dal punto di vista delle aspettative siamo piuttosto ambiziosi». D’altronde, i livelli di crescita sono da economia asiatica: «Cresciamo – spiega l’ad - di settimana in settimana di un tasso di poco inferiore al 10%. Sul nostro sito registriamo qualche migliaio di ordini al mese, un risultato che ci dà una spinta a continuare un percorso di consolidamento, visto che un’iniziativa come questa si regge solo se i servizi erogati diventano qualche decina di migliaia». Agli utenti sembra piacere molto questa formula: il rating è dell’89% sul sito e dell’85% su Groupon, con cui è stata stretta una partnership che si è tradotta in due campagne di offerte con reciproca soddisfazione. Ad aprile sono stati introdotti an-

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A DESTRA ALVISE VIGILANTE, AMMINISTRATORE DELEGATO DI YOUGENIO

che i servizi alla persona. «Siamo partiti – ci spiega Vigilante – con un’offerta basic, ovvero assistenza anziani e infanti. Ma abbiamo ben chiaro nel nostro business plan che i servizi domiciliari dopo l’ospedale sono un settore su cui concentrarsi, visto che la sanità pubblica accorcia i tempi di permanenza all’interno delle strutture». La formula ha permesso di prevedere come fatturato per i primi 12 mesi di attività una cifra intorno al milione di euro, «un obiettivo molto ambizioso, se si tiene conto che ci sono servizi che costano all’utente tra i 20 e i 25 euro. È il volume che fa la differenza», aggiunge Vigilante. L’OBIETTIVO PER IL 2017 È UN MILIONE DI FATTURATO. LA CRESCITA È DEL 10% A SETTIMANA. VENGONO OFFERTI OLTRE 130 SERVIZI DIVERSI

Altra peculiarità di Yougenio è quella di aver assunto tutte le persone che vengono chiamate a svolgere i lavori, senza i rischi connessi al “precariato selvaggio”: i dipendenti hanno una regolare assicurazione, che li tutela in caso di infortuni. Anche in questo caso, la presenza di Manutencoop consente a Yougenio di effettuare una serie di investimenti che altrimenti non sarebbero stati sostenibili. Paradossalmente, la difficoltà incontrata dalla startup è stata

quella di trovare personale: «volevamo 500 assunzioni nel 2017 – spiega Vigilante – ma a fine anno arriveremo ‘solo’ a 300 persone. Questo un po’ per ragioni interne nostre, ma soprattutto perché il mercato non mette a disposizione risorse con questo tipo di formazione: cerchiamo lavoratori che non abbiano solo uno skill tecnico, ma anche che abbiano uno skill sociale, sono i nostri primi commerciali perché devono essere in grado di interagire molto bene con il cliente. E non può mancare anche uno skill tecnico, perché il rapporto si basa sulla tecnologia, tutto è gestito da un sistema centralizzato che alloca le offerte, i dipendenti devono accettare l’offerta via smartphone». Quanto costa Yougenio? Mediamente si può dire che i servizi di pulizia costano circa 50-55 euro, mentre quelli di manutenzione oscillano tra i 100 e i 120. Il servizio è chiavi in mano: chi pulisce la casa viene dotato dei detergenti necessari, mentre se si vuole installare un condizionatore si può anche optare per l’acquisto tramite Yougenio, che, tra le altre cose, ha possibilità di ottenere prezzi competitivi.


STARTUP-TELLING

Il logo della App che permette di decifrare con facilità sigle e lessico dell’irta materia fiscale italiana e Daniele Pace, founder e CEO di Easy Tax Assistant

Tasse incomprensibili, ora c’è chi “traduce” il fiscalese Ottenere gli sgravi e i risparmi ai quali si ha diritto è un compito sempre più difficile per il cittadino. Ora Easy Tax Assistant viene in soccorso, consentendo di tenere sotto controllo spese e detrazioni di Marco Scotti

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lzi la mano chi ritiene che non ci sia un sostenendo e dei ricavi che si sono ottenuti». difetto di comunicazione tra autorità Il tutto, in tempo reale, abbattendo le attese – e contribuenti che rende la relazione e le angosce – che sono legate a doppio filo al burrascosa e turbolenta. Per cercare di dare sistema fiscale italiano, in cui il terrore di un una risposta alle esigenze sempre più forti controllo dopo anni mette il cittadino nella dei cittadini, è nata Easy Tax Assistant, una sgradevole sensazione di essere sempre sulle app che si pone l’obiettivo, ambizioso, di spine. “tradurre” il linguaggio delle autorità fiscali Easy Tax Assistant ha una componente per il cittadino, aiutandola a semplificare tecnologica piuttosto complessa, perché e ottimizzare la consente di acquisire LA SFIDA PER IL 2018 È RAGGIUNGERE gestione fiscale. le ricevute e le NUOVI MERCATI EUROPEI, ESTENDENDO L’OFFERTA ANCHE AGLI INTERMEDIARI Inoltre, come fatture in maniera E DIVENTARE UNA “BEST PRACTICE” racconta Daniele intelligente, Pace, founder e CEO di questa neonata realtà, catalogando i documenti in base alla data, «il modello fiscale funziona a consuntivo, ma alla tipologia di spesa, al destinatario della è un principio che non sta in piedi perché si fattura e molto altro. Il riscontro finora è costringe il contribuente a ragionare ex post, stato estremamente positivo, oltre ogni più invece che avere le indicazioni, in tempo rosea aspettativa. In 45 giorni sono stati fatti reale, di come si sta comportando. Il nostro 5.000 download dell’applicazione e 1.400 sistema consente di fare un preventivo, in utenti sono a tutti gli effetti “attivi”, cioè base al profilo dell’utente, dei risparmi a utilizzano il prodotto. La comunicazione, cui si ha diritto, delle spese che si stanno veicolata attraverso canali tradizionali e

senza alcun tipo di budget aggiuntivo, ha dato buoni riscontri, tanto che Easy Tax Assistant è in finale nella .itCup di Registro – una competizione tra startup che premia il vincitore con progetti nella Silicon Valley – dopo aver superato una selezione che ha coinvolto oltre 100 giovani aziende. «Stiamo ricevendo – continua Daniele Pace - i riscontri che ci aspettavamo per uno strumento gratis, facile, intuitivo e a distribuzione di tutti i contribuenti. Anche dai commenti che riceviamo sugli store digitali vediamo che il pubblico è contento e le critiche che ci vengono mosse riguardano richieste di implementazione per alcuni settori che ancora non sono stati sviluppati». Easy Tax Assistant offre una versione di base totalmente gratuita che consente di utilizzare le funzionalità di base. È possibile caricare fino a 50 documenti all’anno, mentre per soggetti che hanno necessità di maggiori feature è presente una versione a pagamento (99 centesimi al mese o 9,99 euro all’anno) che consente di caricare fino a 240 documenti ogni 12 mesi. Al momento Easy Tax Assistant non si è ancora affacciata al mercato del Venture Capital, che verrà coinvolto in una seconda fase. Grazie a un business angel, entrato lo scorso marzo, è stato possibile gestire la prima fase di sviluppo. L’app è in trattativa con un incubatore d’impresa – anche se il nome è per ora top secret – che potrebbe consentire un ulteriore salto in avanti. E il futuro? Pace non ha dubbi: “L’obiettivo per il 2018 è portare Easy Tax anche sugli altri mercati europei, siamo già in discussione con altri 2 o 3 paesi dell’Unione Europea. Vogliamo crescere nel mercato italiano, magari estendendo la nostra offerta anche agli intermediari, e poi replicare questo modello su scala continentale per farlo diventare una best practice”.

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STARTUP-TELLING

Contro il fisco diffidente serve un pizzico di Filosofia Filosofia Fiscale è un servizio in cloud che raccoglie tutta la documentazione fiscale di un privato o di un’azienda per snellire le procedure burocratiche di Marco Scotti

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gni 7 giorni un commercialista deve svolgere un adempimento. Ogni 17 giorni c’è una scadenza da rispettare. Basterebbero questi due dati per far capire quanto sia diventata problematico il rapporto tra fisco e contribuente. Si respira un pesante clima di sfiducia, in cui il cittadino è preoccupato che tra tutte le scadenze e una chiarezza non esattamente adamantina, si finisca per incappare in qualche sanzione anche quando si è svolto tutto correttamente. Un clima da caccia alle streghe in cui si è inserita una nuova realtà, Filosofia Fiscale: nuove tecnologie che vengono a supporto del contribuente.Si tratta di un servizio in cloud che raccoglie tutta la documentazione attraverso un dialogo con i sistemi gestionali, consentendo un’archiviazione più sicura ed efficace, oltretutto eliminando la carta. L’idea è venuta a Michela Zampiccoli, giovane commercialista di Trento che ammette senza peli sulla lingua: «Filosofia Fiscale è il tentativo di cambiare un sistema che non è più sopportabile. O la situazione si modifica in tempi rapidi, o forse è meglio iniziare a guardare ad altri lavori». D’altronde non le si può dare torto: l’Agenzia delle Entrate parte dal presupposto che tutti abbiano delle mancanze dal punto

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di vista fiscale. Un sistema predittivo che, unito a delle norme scritte in modo fraintendibile, dà vita alla tempesta perfetta. Il risultato è che attualmente in Italia ci sono 469mila controversie fiscali pendenti per un controvalore di 31,7 miliardi di euro. Ma l’idea della Zampiccoli non è soltanto quella di fare “ordine” nelle carte dei cittadini e delle imprese per rendere più facile il lavoro del commercialista. Al contrario, «alla base di Filosofia Fiscale – aggiunge - c’è il desiderio di ribaltare i rapporti con le autorità: ad esempio, conFILOSOFIA FISCALE COSTA TRA I 50 E I 1.500 EURO ALL’ANNO, MA GARANTISCE UN RISPARMIO COMPRESO TRA IL 70 E IL 90% RISPETTO AL PASSATO

sentendo a Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate di avere accesso a tutta la documentazione fiscale dei contribuenti in tempo reale. Attualmente, infatti, i controlli avvengono su piccole porzioni dell’intera mole documentale ma, spesso e volentieri, a mano a mano che non viene trovato nulla, si estende il raggio d’azione». L’idea è piaciuta talmente tanto che l’Agenzia delle Entrate del Trentino ha avviato una convenzione con Filosofia Fiscale. Un contribuente di dimensioni considerevoli come CAVIT – Cantina Viticoltori del Trentino – riceve già

adesso una visita “virtuale” ogni tre mesi da parte delle autorità. Ma Filosofia Fiscale non si ferma a questo, e ha avviato un dialogo su un duplice binario. Da un lato, per ottenere un riconoscimento a livello nazionale, dall’altro per consentire che i contribuenti virtuosi, che mettono a disposizione la propria documentazione “integrale”, possano godere di alcuni benefici fiscali. Dal punto di vista del riconoscimento nazionale, c’è stato un approccio con il Governo Renzi e, in particolare, con Enrico Zanetti e Luigi Casero. Poi, complice il prematuro addio all’esecutivo, il discorso si è arenato. Infine, due aspetti degni di nota sono quelli della sicurezza e dei costi. Per quanto riguarda il primo, una codifica a due fattori attraverso la app rende estremamente complicato l’accesso ai malintenzionati. E si tratta di un sistema di archiviazione molto più sicuro di un tradizionale magazzino in cui conservare copie cartacee. Dal punto di vista dei costi, invece, Filosofia Fiscale conviene: mediamente si ottiene un risparmio del 70% rispetto alla gestione tradizionale, con punte del 90%. I costi per i privati sono di circa 50 euro all’anno, che arrivano fino a 1.500 per le aziende di capitale. Riduzione dei costi, riduzione dei rischi, aumento dei benefici e della sostenibilità.


IL NUOVO CHE CRESCE STARTUP-TELLING

ITALIA, IL CROWDFUNDING STA DIVENTANDO GRANDE

ULULE È UNA PIATTAFORMA CHE DA MARZO SCORSO IN ITALIA HA GIÀ RACCOLTO 200 MILA EURO

Nel 2016 raccolto il 62% in più rispetto al 2015. Ulule si conferma leader Cresce e non sembra voler smettere di farlo il crowdfunding in Italia. Certo, i livelli anglosassoni sono ancora un lontano miraggio. Ma i numeri parlano chiaro, e indicano un incremento del 62% nel 2016 rispetto al 2015. In Italia si contano attualmente 82 piattaforme di crowdfunding distribuite su tutto il territorio nazionale. In questo panorama si inserisce il caso di Ulule che si conferma anche in Italia la piattaforma con la più alta

percentuale di successo al mondo. Arrivata nel nostro Paese a marzo 2017, in soli tre mesi ha raccolto oltre 200.000 euro tra le più di 50 campagne finanziate, ma soprattutto finalizzando il 74% dei progetti presentati, facendo registrare un risultato ben al di sopra della media europea della piattaforma stessa. Ulule.com, infatti, lavora su base europea e ha una media del 68% di progetti che raggiungono il goal. Ha raccolto nel 2016 più di 25 milioni di € e oltre 13 nel 2017.

LA STARTUP CHE REGALA TRANQUILLITÀ Famil.care monitora le attività di anziani e bambini

Leggi la storia integrale su: www.economymag.it

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La “generazione sandwich” annaspa e chiede aiuto: si tratta di donne e uomini tra i 40 e i 60 anni che hanno figli ancora relativamente giovani e genitori anziani cui dover badare. Una situazione che comporta un surplus di stress. Ma una app può aiutare a rendere tutto più facile: Famil.care. Vengono offerti due tipologie di prodotti, una appositamente studiata per gli anziani ancora autosufficienti, l’altra per i ragazzi tra i 7 e i 15 anni. Nel primo caso Famil.care offre una serie di servizi dedicati: un monitoraggio delle azioni della persona anziana (è in casa, esce, è sveglio); se il telefono squilla ma nessuno risponde, Famil.care può attivare la suoneria e il vivavoce, in modo da far dialogare il figlio

o i parenti con l’anziano che non risponde; ricorda, tramite smartphone, appuntamenti, scadenze e medicine da prendere con la voce dei parenti. Infine, per combattere l’idiosincrasia degli anziani per le moderne tecnologie, consente di riscrivere il software del cellulare in modo che compaiano sul display i visi delle persone che stanno chiamando la persona anziana. In questo modo si garantisce maggiore assistenza a una categoria, quella degli anziani appunto, che ha paura di cadere o di sentirsi male nell’82% dei casi. E si evita, soprattutto, di ricorrere a soluzioni più “estreme” come il ricovero in una casa di riposo o l’affiancamento di una badante.

GLI OCCHIALI DA SOLE ISPIRATI AGLI ESCHIMESI

REALIZZATE A MANO, LE LENTI NUIIT VANTANO PRIMATI COME IL MIGLIOR FILTRO DI POLARIZZAZIONE AL MONDO

Ispirati ai copriocchi Inuit, le lenti Nuiit hanno un cuore italianissimo Collezioni interamente realizzate in Italia e rifinite a mano. Un design che si ispira ai tradizionali copriocchi degli eschimesi. Sono questi gli ingredienti segreti del successo degli occhiali da sole Nuiit. Nati quasi per gioco due anni fa da un’idea di due imprenditori che condividono la passione per il grande nord, questi occhiali da sole vantano alcuni primati, come il miglior filtro di polarizzazione al mondo oggi in commercio, con un’efficienza del 99,9%. Un record a cui se ne aggiungono altri, come la protezione totale dai raggi

infrarossi e quella dai raggi UVA e UVB, con una schermatura che supera il 100%, superiore quindi agli standard delle comuni lenti da sole. Nuiit inoltre risponde alle esigenze di ogni occhio grazie a sei diverse tipologie di lenti, tutte in vetro ottico temperato e ognuna contrassegnata da un diverso colore che ne individua le caratteristiche. L’elemento iconico di tutta la gamma è rappresentato dalla tecnologia Light Shadow: una banda sfumata orizzontale sulle lenti che si rifà proprio alla tradizione eschimese.

RAGAZZI TRA I 7 E I 15 ANNI E ANZIANI: LA STARTUP FAMIL.CARE OFFRE AI CLIENTI ASSISTENZA PER QUESTE DUE CATEGORIE

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L'eccellenza del Made in Italy

Euromobiliare PIR Italia Azionario

Euromobiliare PIR Italia Flessibile

Creiamo valore. Per te e per l'Italia. La nostra economia è fortemente basata su di un tessuto di piccole e medie imprese che spesso rappresentano l'eccellenza nei rispettivi settori. Per questo il Legislatore ha ideato i PIR (piani individuali di risparmio): una tipologia di investimento che ha l'obiettivo di sostenere le nostre imprese fornendo, allo stesso tempo, delle interessanti agevolazioni fiscali per i risparmiatori. Forti delle nostre competenze e della nostra storia, abbiamo deciso di cogliere questa nuova opportunità di sviluppo, per soddisfare le esigenze di diverse tipologie di investitori.

Perché ogni risparmiatore è unico. Informativa pubblicitaria senza alcuna finalità di sollecitazione, offerta, consulenza o raccomandazione all’investimento. Prima dell’adesione leggere le informazioni Chiave per gli investitori (KIID) e il Prospetto disponibili presso i Soggetti Collocatori - Credito Emiliano S.p.A. (Credem) e Banca Euromobiliare S.p.A. - e sul sito www.eurosgr.it, dove sono rappresentati dettagli in merito a caratteristiche, politica di gestione e costi. Il valore dell’investimento e il rendimento che ne deriva possono aumentare così come diminuire e, al momento del rimborso, l’investitore potrebbe ricevere un importo inferiore rispetto a quello originariamente investito. I rendimenti passati non sono indicativi di quelli futuri. Il trattamento fiscale può essere soggetto a future modifiche. Redatto in Agosto 2017.

Per maggiori informazioni sui fondi Euromobiliare PIR Italia Azionario ed Euromobiliare PIR Italia Flessibile potete recarvi nella filiale più vicina dei collocatori Credem e Banca Euromobiliare.

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VITA DA MANAGER Sono sempre più importanti nelle aziende, più importanti per la vita della collettività: i manager. Sono strapagati e iperstressati. Economy dedica in particolare a loro le pagine che seguono. E in questo numero l’approfondimento si concentra sulla stupidità funzionale nel lavoro.

120 MANAGER ALLO SPECCHIO PAOLO VINTANI, MAURIZIO GRISPAN E ALESSANDRO AGRATI

“MEGLIO STUPIDI E UBBIDIENTI”, IN AZIENDA VINCE IL PEGGIORE Secondo un’indagine di Randstand Professionals il 36% delle aziende ritiene che la “stupidità funzionale” porti al successo perché si vuole preservare la stabilità organizzativa a svantaggio della creatività di Elisa Stefanati

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ettere da parte il pensiero critico per fanno paura agli innovatori ed alle menti uniformarsi agli ordini che cadono “aperte”. Soltanto il 43% -infatti- delle diredall’alto può servire a centrare gli obiettivi zioni HR, pensa che la stupidità funzionale aziendali? La chiamano “stupidità funzionaporti al fallimento degli obiettivi aziendali, le” e fa riferimento ad un’adesione apatica il 36% ritiene che porti al successo. Si avealle direttive aziendali senza esercizio crite capito bene. La ricerca sarebbe a favore tico: alcune ricerche affermano che essere del comportamento acriticamente “idio“stupidamente prota” in azienda. Il che CONTEMPORANEAMENTE IL 64% duttivi” possa aiutare equivale a dire che le DEGLI INTERPELLATI CONSIDERA a fare carriera. Due aziende oggi cercano IL CONFLITTO CREATIVO UNO STRUMENTO studiosi di profilo persone manipolaDI LAVORO EFFICACE E PROFICUO come Spicer ed Albili, tacite e consenvesson, hanno cercato di capire perché molzienti? Sono alcuni dei risultati della ricerca te organizzazionipromuovano atteggiamencurata da Randstad Professionals, in collati acritici, passivi apatici riscontrando come borazione con ASAG, Alta Scuola di psicolola stupidità funzionale venga considerata gia Agostino Gemelli dell’Università Cattolipositiva nel raggiungimento degli obiettivi, ca di Milano. Se le menti aperte e innovative ma solo a breve termisono vissute come un pericolo, siamo ben ne. Ora arrivano nuovi lontani dal cambiamento del secolo. Gli esiti dati dall’HR Trends and della ricerca rappresentano un campanello Salary Report 2017 che d’allarme per le organizzazioni intelligenti. La situazione migliora quando si parla del conflitto creativo? I dati sembrerebbero afL’ AUTRICE, ELISA STEFANATI

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VITA DA MANAGER

AUTOIRONIA DAGLI USA Una strip di Scott Adams, forse il più celebre e arguto osservatore dei costumi (e malcostumi) manageriali. Nella foto in basso, Caterina Gozzoli, direttrice dell’Alta scuola di psicologia Agostino Gemelli dell’Università Cattolica di Milano

fermare di si. Ma solo in apparenza. Il 64% dell’Istituto di Management della Scuolo considera uno strumento di lavoro efficala Superiore Sant’Anna di Pisa - mostra ce e proficuo sotto ogni punto di vista, solo come alcuni dei concetti largamente diffusi il 12% ritiene che sia negativo per i risultati in letteratura e condivisi dalla maggior paraziendali. «Il sostegno al conflitto creativo te dei manager, facciano fatica ad essere traè più marcato- commenta Marco Ceresa, dotti coerentemente in azioni nella gestione Amministratore delegato di Randstad delle risorse umane in azienda. Ciò riguarda Italia - ma solo apparentemente perché la valorizzazione delle capacità critiche dei poi nell’ applicazione alle prassi aziendali, dipendenti e del contributo che ne può demeno di un dirigente HR su tre si adopera rivare per l’innovazione e il miglioramento concretamente per sostenere un sano condei processi. Interessante è poi trovare confronto critico fra dipendenti, mentre la quoferma di come ciò si affianchi con la difficolta restante tende ad assumere un atteggiatà da parte delle imprese a reperire, in un mento difensivo, preoccupata dagli ostacoli quadro di crescita delle assunzioni, talenti organizzativi e culturali che occorre supeche posseggano le competenze e il livello di rare per attuare il cambiamento». «Questa professionalità richieste, così come l’attenricerca va a esplorare il polo entro cui la zione a fidelizzare le risorse a maggior povita organizzativa di tenziale. Ci troviamo ALCUNI CONCETTI CONDIVISI DALLA un’azienda inevitadi fronte ad antinoMAGGIOR PARTE DEI MANAGER bilmente si muove: mie (come quella asFATICANO POI A ESSERE TRADOTTI da un lato la tendensociabile al concetto IN COMPORTAMENTI CONCRETI za a cercare stabilità, di conflitto creativo) a ripercorrere ciò che è già stato un valore, e che mostrano come le strategie di valorizzaquindi a cercare omogeneità tra le persone, zione del capitale umano- conclude il Prof dall’altro il misurarsi con la differenza e il Frey- procedano in direzioni spesso non conflitto degli attori coinvolti – spiega Cateunivoche, anche a causa delle resistenze al rina Gozzoli, Direttrice ASAG, Alta Scuola cambiamento che inevitabilmente sono predi psicologia Agostino Gemelli dell’Unisenti in molte imprese». «Stimolare il conversità Cattolica di Milano.Turbata dal fronto costante, promuovere lo scambio di paradosso che la stupidità possa essere feedback tra i vari livelli è un valore aggiun“funzionale” ai contesti produttivi, ho pento, e sta diventando condizione essenziale sato di scomodare alcuni membri del gotha per sopravvivere soprattutto per le PMI Itadell’intellighenzia economica, imprendiliane”». Non ha dubbi a favore del conflitto toriale e sociologica del paese. «L’indagine creativo Mattia Macellari presidente del in oggetto- spiega Marco Frey, Direttore Gruppo Giovani di Assolombarda ed Am-

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ministratore Delegato di RunnerTech srl, azienda del gruppo C.A.T.A. Informatica. «Imperativo categorico è: cambiamento. Nessuna azienda oggi può permettersi di rimanere la stessa- prosegue il numero uno del Gruppo Giovani di Assolombarda- ci si trova ad operare in contesti che evolvono rapidamente. Evitare di mettersi in discussione e rifiutare di cambiare velocemente -ove necessario- significa scomparire. Ma questo si scontra fortemente con la disponibilità, capacità e velocità delle organizzazioni di cambiare. Ecco perché chi è ai vertici deve essere il primo a non sentirsi minacciato dal cambiamento. Oggi bisogna abbandonare le posizioni conservatrici ed esplorare - con strategia - per adeguare le competenze, riconoscere e trattenere i talenti. Come procedere dunque concretamente? «Facilitando le occasioni di assesment, teambuili-


Mattia Macellari. In basso da sinistra Marco Frey e Carlo Galimberti

ding, brain storming e team interdisciplinari ed interfunzionali ove i vari livelli possano scambiarsi informazioni, confrontarsi e cercare soluzioni condivise -prosegue Macellari- «nelle aziende 4.0 anche ai manager vengono richieste competenze sempre nuove, nuovi modi di fare innovazione, rompere le distanze tra università, industria governi e non può che essere negativa. Per dare corso comunità sfruttando le nuove tecnologie». ad una valorizzazione del conflitto creativo Si chiama Open Innovation 2.0. Sul tema inteso come modalità di gestione delle reanche Carlo Galimberti docente dell’Unilazioni nei contesti produttivi – prosegue versità Cattolica del Sacro Cuore di Milail prof Galimberti- è opportuno percorrere no, direttore del Centro studi e ricerche una duplice strada: a) prevedere nelle podi Psicologia della comunicazione. «Il fatlicy aziendali regole relative alla gestione tore decisivo nell’orientare l’atteggiamento di situazioni conflittuali ponendo al centro verso il tema è costituito principalmente l’attenzione ai contenuti piuttosto che agli dal contesto, ovvero il riferimento all’orgaaspetti relazionali; nizzazione di apparLA NEGAZIONE NELLA PRASSI b) formare sempre tenenza. Espressioni DEL CONFLITTO CREATIVO NON VA meglio gli operatori, dirette di tale conteCONSIDERATA COME UN ECCELLENTE dalla base al vertice sto sono da un lato la ESEMPIO DI STUPIDITÀ FUNZIONALE? dell’azienda, all’ecultura organizzativa sercizione delle cosiddette ‘soft-skills’, con dell’azienda di appartenenza, dall’altro la particolare attenzione alle modalità di cocogenza dei processi produttivi e la necessimunicazione interpersonale e al lavoro in tà di fare risultati. Quando da entrambi i lati gruppo. Concluderei con domanda retorica, arrivano colpi sul conflitto creativo e sulle sollecitata dalla lettura del testo della ricersue funzioni in azienda, la sua valutazione

NELLE AZIENDE 4.0 ANCHE AI MANAGER VENGONO RICHIESTE COMPETENZE SEMPRE NUOVE, NUOVI MODI DI FARE INNOVAZIONE, ROMPERE LE DISTANZE TRA UNIVERSITÀ, INDUSTRIA GOVERNI E COMUNITÀ ca – si congeda Il prof Galimberti- chiedendomi se la valutazione critica o comunque la negazione nella prassi del conflitto creativo non possa essere considerata come un eccellente esempio di stupidità funzionale…» Stanno dunque cambiando i modelli di leadrship? La domanda resta aperta, avvolta da una coltre di inquietudine. A chi non fa paura pensare ad una “stupidità funzionale” applicata alle procedure di controllo in aeroporto, quando nostro padre sta per entrare in sala operatoria o quando accompagniamo i figli a scuola? Meglio dubitare di chi ci invita ad essere degli stupidi funzionali, forse vuole solo ricondurci tra i serragli del “gregge” in un continuum di mediocrità. Non dimentichiamo che l’adesione acritica ad un certo tipo di modello finanziario- da parte di un ristretto pugno di uomini- ha portato ad una vasta vasta crisi economica di cui ancora paghiamo il prezzo. Tutti!

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VITA DA MANAGER

DIRIGENTI ALLO SPECCHIO

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Paolo Vintani, «Il futuro dei farmacisti? È nella tradizione e nella competenza» Speziali e farmacisti dal 1543. Di padre in figlio, 13 generazioni di farmacisti. A Paolo Vintani, titolare della farmacia di Barlassina in Lombardia e vice presidente di Federfarma Milano, che interpreta in chiave moderna il mandato dei propri avi si può ben chiedere come è cambiato il ruolo del farmacista. Il futuro nella tradizione.....mi piace dire, in effetti per una pura coincidenza mio padre riuscì 20 anni fa, a redigere l’albero genealogico professionale (solo il bisnonno aveva “tradito” e laureato in agraria era ispettore forestale). Certo che da sempre nella mia famiglia si è parlato di Farmacia ed il nonno prima chimico poi anche Farmacista ha imposto un taglio molto professionale, mal digeriva “un espositore” ...erano altri tempi!!! Oserei dire che mi sono ritrovato Farmacista, ed ho avuto la fortuna di incontrare grandi maestri, da Oreste Speciani al Conte dal Verme (primo importatore di omeopatia in Italia) e fratelli “d’arme” fantastici come Riccardo Legnani, insomma una miniera di conoscenze e soprattutto uomini pieni di passioni che mi hanno fatto viaggiare nel vero senso della parola alla scoperta di “nuove” antiche medicine e conoscenze.Oggi purtroppo è cambiato tutto, la necessità di far quadrare il bilancio è essenziale, se non altro per il rispetto dei miei figli. E per lei quali debbono essere oggi le caratteristiche umane e personali che deve avere questo professionista per svolgere

INTERVISTE A CURA DI SUSANNA MESSAGGIO QUI A FIANCO NELLA FOTO

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3. Un imprenditore della distribuzione farmaceutica come Paolo Vintani sceglie: 1. Le “Oblique Strategies”, carte divinatorie di Brian Eno e Peter Schmidt, una risposta al giorno alle incertezze della vita; 2. Iphone 6 Plus 7; 3. Il piccolo principe di Antoine De Saint-Exupéry

adeguatamente un’attività così centrale? Il farmacista non deve mai dimenticare di essere il riferimento del cittadino che si rivolge a noi per un consiglio su quale latte è più indicato per un neonato come sulle possibili cause di un dolore addominale. Mi piace definire il farmacista come “un sarto della salute” e se vogliamo “il traduttore di senso” di tutti i dubbi nel campo della salute e del benessere fisico e psicologico, ed una conoscenza allargata aumenta le domande, non le riduce. E soprattutto la massima aspirazione ad essere un Farmacista riuscito, non un medico mancato... Quali caratteristiche dovrà avere la farmacia del “futuro” per Paolo Vintani? La farmacia del futuro sarà una Farmacia “Lego”: a moduli non a modelli. E’ impensabile gestire tutto ed essere tuttologi, dovremo avere il coraggio delle scelte, purchè siano professionali. Posso accettare anche la Farmacia ipercommerciale perché in zona idonea, ma avremo anche la Farmacia iper professionale che svilupperà servizi e preparazione per consigli al top.

Maurizio Grispan, «Itticoltura, un lavoro che nasce dalla passione e dall’amore» Maurizio Grispan gestisce gli allevamenti di trote della Fattoria del Pesce, utilizzando le acque purissime del Parco del Ticino. Come nasce il progetto imprenditoriale? La Fattoria del Pesce nasce nel 2011 per ridare lustro ad alcuni allevamenti storici di trote nati negli anni 60/70 considerati un’eccellenza della troticoltura nazionale. Un’idea geniale del suo fondatore che rischiava di scomparire per mancanza di continuità generazionale. Alle grandi capacità produttive degli allevamenti, ben armonizzati nel contesto naturale del Parco del Ticino, che possono contare sulle caratteristiche di grande purezza dell’acqua, si aggiunge un centro di lavorazione delle trote risalente alla fine degli anno ’80 estremamente efficiente e moderno, in grado di soddisfare le differenti ed esigenti richieste di mercato. Prodotti sempre più sicuri sia da un punto di vista delle qualità organolettiche e salutistiche. La prossima sfida, prodotti di 4/5 generazione, freschi, cotti o affumicati di grande livello. Il vostro prodotto è certificato come trota del Parco del Ticino, è molto ricercato per le sue caratteristiche organolettiche. Come si conquista un simile riconoscimento? Siamo orgogliosi di essere stati i primi ad essere certificati come prodotto ittico dal Parco del Ticino, un grande impegno per poter dimostrare che tutte le condizioni di “naturalità” che ci venivano richieste dall’Ente erano soddisfatte. Siamo certificati anche Friend Of The Sea a dimostrazione di quanto la sostenibilità ambientale e la qualità del prodotto siano eccellenti. Inoltre la nostra trota è stata scelta come prodotto nutraceutico dalla Società Italiana di Medicina Ambientale per la qualità delle sue carni, particolarmente buone e magre, dopo gli studi svolti dall’Università dell’Insubria: 100 gr di trota contengono Omega-3 pari a circa il 70% delle necessità minime


settimanali di una persona adulta. Digeribile in 90 minuti è perfetta per anziani e bimbi. Quali mercati fanno maggiormente richiesta del prodotto? I supermercati italiani sono i maggiori acquirenti di prodotto fresco soprattutto lavorato sotto forma di filetto. Noi peschiamo e consegniamo settimanalmente 6 giorni su 7 le nostre trote a loro garanzia , per il consumatore, di una assoluta freschezza. Un altro mercato che ci da molte soddisfazioni è quello Svizzero, molto esigente sul piano della qualità. E, incredibilmente, abbiamo servito alcuni ristoratori alle Maldive. I suoi figli lavorano con lei. Come ha trasmesso a loro questa passione? Il nostro lavoro nasce dall’amore e dalla passione per ciò che facciamo. Io sono stato praticamente “allevato”, negli impianti ittici dall’età di 7 anni e non sono mai riuscito nemmeno a pensare di fuggire da questo “mandato”. E i miei due figli hanno dovuto subire, vivendo in allevamento, le passioni “malsane” del loro padre.

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Un imprenditore illuminato dell’itticoltura ha gusti colti e insieme sportivi infatti non può rinunciare a: 4. Il settimanale Panorama, che con il Corriere della Sera è tra le sue testate preferite; 5. Un album dei Pink Floyd, grande passione musicale di Grispan; 6. Scarpe running Diadora Mythos Blushield

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Alessandro Agrati, «Essere stilisti d’ambiente significa catturarne ed esprimerne l’anima» Il profilo di Alessandro Agrati, Stylist designer e figura poliedrica sempre ispirata dalla ricerca di armonia, bellezza e benessere non permette etichette. Fondatore e direttore creativo del marchio Culti, viene riconosciuto come uno dei più rappresentativi stilisti d’ambiente. Cosa significa per lei, “vestire” uno spazio? Che cosa rappresentano per lei tessuti, illuminazioni e oggetti? Che cosa il concetto di “cultura d’ambiente? Per me la vera unicità, correlata alla ricerca, è quella di riuscire a concepire uno spazio ancor prima di averlo progettato, riuscire a catturare l’anima dalla quale partire sempre con un punto di vista nuovo, mai banale. I dettagli devono costituire inequivocabilmente sempre ogni fase della parte esecutiva, ma tutti devono essere riuniti in un’unica tessitura, fatta di coerenze stilistiche. Legno, metalli, tessuti, luci, essenze e profumi, tutto questo mi rappresenta in un’unica parola la “cultura d’ambiente”. Ha appena inaugurato a Milano ( in via Savona 11) a sua firma, lo spazio Ecrudo, un convivio d’autore, un laboratorio di idee per condividere emozioni, apprezzare il gusto dell’accoglienza. Quali suggestioni svela e cosa c’è di Alessandro Agrati in questo nuovo brand legato alle forme dell’accoglienza e di purezza ed eccellenza di cibo e materie prime? Creare un nuovo brand per me significa l’inedita sfida di porre l’uomo al centro dell’universo, immaginarlo protagonista in uno spazio, dove l’ambiente non lo sovrasti, ma lo coccoli in ogni più piccola e singola abitudine quotidiana. Ecrudo è un concetto, un modo di vivere, che ho creato partendo dal suo significato che è verità grezza, cruda e sempre molto personale.

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9. Un direttore creativo e imprenditore del bello come Alessandro Agrati preferisce: 7. Occhiali da sole Ralph Lauren 8. Stivali Denis Club: confortevoli, sportivi, estremamente chic; 9. Diffusore per ambiente Culti, combinazione di amaro sapore d’arancia, pepe bianco e legni pregiati

Un luogo confortevole, mai di moda ma sempre sorprendente., dove l’accoglienza diviene un’arte ed un rituale del sé con grande semplicità e senso di appartenenza. Ecrudo a milano nasce piccolo, con le caratteristiche del nido, ma con l’ambizione di volare in tutto il mondo. Unicità delle idee, passione, stile, ricercatezza di ogni dettaglio. Questo caratterizza lo stile di Alessandro Agrati nel mondo. Sinonimo di una ricerca del benessere assoluto, inteso a livello fisico, emotivo e spirituale. E’ corretto affermare che un ambiente può permettere di riscoprirsi padroni del proprio tempo, dono prezioso e troppo spesso dimenticato? È certamente corretto, a aggiungo che la distintività si declina nel saper conferire ai luoghi trasformati una costante crescente sensazione di benessere fisico ed emotivo. La spiritualità mi accompagna in tutte le mie esternazioni, permettendo ai luoghi di mantenere una vitalità apparentemente statica ma, se vissuta, fortemente

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«I TEMPI CORRONO, E CON NOI IL RISPARMIO CORRE AL PASSO»

MASSIMO E ENNIO DORIS DURANTE LE RIPRESE NEL BACKSTAGE DELLO SPOT DI APPLEPAY

DOMANDE &OFFERTE Cambiano gli orientamenti al consumo e cambia il mercato. Economy vi racconta i nuovi modi di lavorare, investire, pagare, e persino “fare turismo”

Visione strategica di lungo termine, formazione qualificata per i banker e strumenti innovativi: l’a.d. Massimo Doris spiega come Banca Mediolanum vuole continuare ad anticipare l’evoluzione del settore di Sergio Luciano iù i risparmiatori italiani acquisiranspirito pionieristico e innovatore con il quano competenze finanziarie, più sarele 35 anni fa fondò l’azienda. Una continumo felici, perché riteniamo di poter essere ità che deve essere confermata e declinata molto apprezzati da chi conosce e quindi sempre meglio nei nostri tempi complessi sa distinguere. Inoltre siamo convinti che e mutevoli. Con Economy, Massimo Doris l’educazione finanziaria debba contradaffronta in questa intervista, i temi salienti distinguere un Paese moderno ed evoluto del momento e dei prossimi mesi per un setcome il nostro. E stiamo facendo la nostra tore come quello del risparmio, nel quale in parte, proprio tutto pochi anni Banca Me«PER NOI, L’EDUCAZIONE FINANZIARIA quanto è nelle nodiolanum ha conquiDEI RISPARMIATORI È UN PREREQUISITO stre possibilità, per stato una posizione FONDAMENTALE: LI AIUTA A SCEGLIERCI sostenerla». Massi- E RENDE EVOLUTO E MODERNO IL PAESE» di primissimo piano mo Doris, 50 anni da sul mercato. poco compiuti, amministratore delegato di Allora, dottor Doris: lei dice che Banca Mediolanum, ha appena approvato l’educazione finanziaria in Italia è ancora i conti di un altro semestre di espansione scarsa. Perchè? per l’azienda che dirige. Da anni ha rilevato Potrei esporle molte evidenze empiriche, il timone dalle mani del fondatore, il padre ma preferisco citare un dato di un recente Ennio, che oggi si è ritagliato un ruolo efrapporto Consob: oggi, solo il 6% degli itafettivo di Presidente che sovraintende alle liani ha una vaga idea del concetto di distrategie e garantisce la continuità di quello versificazione di portafoglio. Cioè alla stra-

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128 CARTE DI CREDITO COFIDIS LANCIA PAGODIL, IL BANCOMAT CHE PAGA A RATE

130 COWORKING HOUSE ADDIO UFFICI, DA OGGI SI LAVORA IN REMOTO NEGLI SPAZI CONDIVISI

132 MODA E FINANZA I FONDI D’INVESTIMENTO FANNO SHOPPING NEL NOSTRO FASHION

134 BENI DI CONSUMO IL RETAIL DEL FUTURO NEL NUOVO CENTRO TARGATO ACCENTURE

135 VIAGGI E SERVIZI SICILY BY CAR: L’AUTONOLEGGIO CHE FA MARKETING TERRITORIALE

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DOMANDE&OFFERTE

A lato la sede di Banca Mediolanum a Milano 3 City. Nella pagina a fianco l’amministratore delegato del gruppo Massimo Doris

grande maggioranza mancano purtroppo ancora i principi fondamentali da conoscere per amministrare con oculatezza i propri risparmi. E voi? Posso risponderle senza esitazioni, che l’educazione finanziaria è per noi un punto strategico fermo. Con circa 10 mila eventi all’anno, il nostro è senza alcun dubbio il Gruppo che nel suo settore intrattiene la più fitta relazione con i suoi clienti. Eventi a sfondo artistico, culturale, sportivo ma anche tanti appuntamenti imperniati sui contenuti, sull’informazione, in definitiva sulla formazione economico-finanziaria a favore del risparmiatore finale». A chi parlate? A tutta la clientela. Nel 2016 abbiamo spiegato a tutti i nostri correntisti, i termini della crisi che il sistema bancario stava attraversando: la nuova normativa del bail-in, la crisi del settore creditizio e l’anomalia dei tassi negativi. Per citare un altro caso, sempre nel 2016 abbiamo spiegato ai nostri clienti di non preoccuparsi della Brexit, di non farsi sopraffare dal momento ma di avere uno sguardo nel lungo termine. Adesso, nel primo semestre di quest’anno, abbiamo

incontrato i nostri clienti per spiegare loro l’opportunità imperdibile rappresentata dai Piani Individuali di Risparmio e ora stiamo incontrando anche moltissimi imprenditori, per i quali i Pir sono una vera svolta. Ci torneremo. Ma intanto, quali sono le parole d’ordine che lanciate in questi eventi? Due sono i concetti-chiave sui quali puntiamo fortemente. Innanzitutto, non esiste un’allocazione dei risparmi che va bene per tutti, ma dev’essere valutata persona per persona in base alle singole esigenze. In secondo luogo, la diversificazione è il pre-requisito fondamentale per ridurre, fino quasi ad annullare, i rischi». «I RISPARMI VANNO ALLOCATI SECONDO LE ESIGENZE PERSONALI. DIVERSIFICARE SIGNIFICA RIDURRE AL MINIMO I RISCHI. MA SOLO IL 6% DEGLI ITALIANI LO SA»

Ci spieghi meglio. Allora, mi lasci inquadrare il momento che il nostro Paese sta attraversando. Stiamo vivendo un’epoca totalmente nuova, sia dal punto di vista delle società che gestiscono il risparmio, sia dal punto di vista dei risparmiatori. Sono saltati i capisaldi secolari del

L’UTILE CRESCE DEL 15% E L’INDICE DI STABILITÀ È RECORD

Dopo gli esercizi del 2016 e del 2015 chiusi con utili record, Banca Mediolanum ha appena archiviato il primo semestre del 2017 contabilizzando gli ennesimi risultati ultra positivi. Prima di tutto, si conferma che l’istituto fondato e presieduto da Ennio Doris mantiene il primato in termini di solidità patrimoniale tra i

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maggiori Gruppi bancari italiani. Infatti, il Common Equity Tier 1 (CET1) – che è appunto indice di solidità della banca – al 30 giugno 2017 è pari al 21,9%, in ulteriore risalita. Alla stessa data, inoltre, l’utile supera i 196 milioni di euro, in aumento del 15% rispetto alla medesima data del 2016. Sul fronte del business,

sono risultate in forte crescita anche le masse amministrate, oggi pari a 72,2 miliardi di euro. Infine, molto positiva la raccolta messa a segno dal Gruppo in termini di fondi e gestioni, pari a 2 miliardi e 960 milioni, +80% rispetto al primo semestre del 2016. Si inserisce in questo quadro positivo la grande performance della racconta dei Pir.

rapporto delle persone col denaro, le banche non sono più, come sono state per secoli, sinonimo di solidità e sicurezza, il bail-in e i fallimenti hanno spaventato tutti. I rendimenti degli investimenti tradizionali sono calati fino ad annullarsi… Infatti: abbiamo conosciuto autentici paradossi, come i rendimenti negativi dei titoli pubblici! Ed oggi, che la ripresa è finalmente iniziata, i risparmiatori sono disorientati. Ecco perché è fondamentale essere vicini a loro, come mai nel passato, e trasmettere loro i concetti-chiave. In che modo? Siamo andati sul territorio a spiegare i tempi nuovi. Abbiamo cercato di trasmettere un messaggio fondamentale: oggi la banca va scelta, scelta con oculatezza, a ragion veduta, facendo confronti. Non la si eredita più dai genitori, com’è accaduto per generazioni. E cosa avete detto dei Pir? Che sono un’opportunità epocale per il Paese, per i risparmiatori e per le piccole e medie imprese. Abbiamo fatto due grandi convegni-pilota in luglio, a Lonigo vicino a Vicenza e al Kilometro Rosso a Bergamo, con platee di oltre 200 persone, 150 delle quali erano piccoli e medi imprenditori, tutti molto interessati ai Pir. Proseguiremo con questo tour nell’ultima parte dell’anno con un’altra serie di tappe, andremo nelle province e nei distretti industriali a lanciare le nostre idee.


Ecco: ce le riepiloghi. Cosa desiderate trasmettere, con tanta attività di comunicazione? Vorremmo che emergesse che Banca Mediolanum è l’interlocutore ideale per le Pmi italiane per conoscere e cogliere le opportunità dei Pir. In particolare, abbiamo un pool di esperti di wealth management che lavora al fianco dei nostri banker più qualificati per far cogliere alle imprese le opportunità derivanti dall’enorme flusso di denaro in arrivo da questi nuovi strumenti e le possibilità per intercettarlo. Cosa intende con banker più qualificati? Banca Mediolanum è presente nel private banking dal 2005. Abbiamo oggi circa 480 private bankers di grande esperienza e competenza, i referenti più idonei e qualificati per una clientela esigente, dal patrimonio cospicuo, consapevole di aver diritto a tore, guidato dal proprio banker, di compieuna gestione del risparmio personalizzata. re scelte depurate dall’emotività che causa Quanto cospicuo? tanti guai a chi investe seguendola. AbbiaPer darle un dato, il portafoglio medio di mo poi messo a punto un indice sintetico un nostro family-banker è di 15,4 milioni di diversificazione che verifica l’allocazione di euro, e posso dire che pochissimi altri dei risparmi del cliente secondo variabili gruppi bancari danno alla famiglia la stessa sofisticate, come ad esempio lo stile gestioqualità di servizi che riusciamo a dare noi. Il nale e l’esposizione valutaria, in aggiunta portafoglio medio di un private banker sale alle consuete variabili temporali, geografia 36,3 milioni di euro. che, settoriali. Per concludere, i nostri privaCosa trovano in Banca Mediolanum i vostri te bankers hanno poi alle spalle una banca private banker e cosa offrono di più alla molto solida e molto protesa al loro servizio, loro clientela? perché solo servendo «RISPETTO AI CONCORRENTI, DENTRO Scusi se mi ripeto, bene i private banker MEDIOLANUM I BANKER TROVANO ma trovano innanzisi possono soddisfare UNA FORMAZIONE SENZA CONFRONTI, tutto una formazione E SOLUZIONI E STRUMENTI INNOVATIVI» i loro clienti. senza confronti sul Che li assiste mercato. Un dato per tutti: la nostra Mediooperativamente nella loro giornata lanum Corporate University è già alla seprofessionale? conda edizione del master con l’Università Certamente! Abbiamo un “Private banking Cattolica, rivolto proprio ai nostri professervice” che gestisce le richieste che riceve, sionisti migliori. Ma non ci fermiamo certo per problematiche di servizio del cliente ma qui. Dotiamo i nostri bankers di piattaforanche per questioni complesse e sofisticate, me informatiche per la diagnosi e gestione nel 92% dei casi durante la stessa giornata del portafoglio del cliente, per verificare la lavorativa in cui le ha ricevute. sua corretta diversificazione e infine delle E il wealth management? soluzioni di investimento all’avanguardia. C’è una grande sfida, dietro la scelta di punIn particolare, il nostro ”Schema d’investitare sul wealth management. La sfida del mento intelligente” consente al risparmiapassare da una logica vecchia a un’altra

OGGI OCCORRE SPOSTARE IL FOCUS DAL RENDIMENTO AGLI OBIETTIVI E AI PROGETTI DI VITA DEL CLIENTE RISPARMIATORE nuova. Ieri il cliente diceva: ti affido questa somma di denaro, dimmi quanto me la fai rendere. Vogliamo spostare il focus sulle progettualità del cliente e far comprendere come i loro risparmi, il loro patrimonio, debbano essere visti secondo un approccio di insieme e soprattutto in modo funzionale al raggiungimento di questi obiettivi, di questi progetti. Per fare questo abbiamo iniziato dai grandi patrimoni con la volontà poi di passare a tutti i clienti. E da cosa dipende questo cambio di approccio? Dal fatto che oggi le nostre vite si sono dilatate, dobbiamo pensare a una vita più lunga, ad una pensione più tardiva, a figli a carico più a lungo, a genitori anziani da accudire... Qualunque discorso serio sulla gestione di un patrimonio richiede una pianificazione attenta delle esigenze attuali e future, una pianificazione nella quale il cliente va affiancato. Anche perchè la materia si fa molto più diversificata e complessa della pura competenza gestionale finanziaria. In che senso? Nel senso che occorre provvedere all’ottimizzazione fiscale, ragionare in termini di pianificazione successoria, considerare le componenti immobiliari di un patrimo-

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DOMANDE&OFFERTE

Da due anni Banca Mediolanum organizza con l’Università Cattolica un master rivolto ai banker migliori

nio, distinguere gli investimenti finanziari privati da quelli connessi alle attività imprenditoriali di un cliente. Nel wealth management si devono contemperare tante esigenze diverse. Per questo da oltre un anno abbiamo lanciato una divisione interna che sta prendendo sempre più corpo e forma, si stanno stringendo tutta una serie di accordi con partner sia nazionali che internazionali perché si deve avere una visione integrata della consulenza al cliente, davvero a 360 gradi. E poi ci sono i Pir…. Già: il vostro presidente Ennio Doris in numerose e varie occasioni, compresa una recente intervista a Economy, ha manifestato il suo forte apprezzamento verso questo strumento! Se un nostro cliente ha un’attività imprenditoriale, uno dei compiti del nostro servizio di wealth management è anche quello di affiancarlo nel sostenere la crescita della sua impresa, per esempio aiutandolo a quotarla in Borsa o ad emettere obbligazioni. Del resto, il mercato si sta finalmente svegliando: sono aumentate le nuove quotazioni ed è cresciuta la liquidità. Sui Pir si sono riviste le stime iniziali: 10 miliardi di risparmi per

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il 2017 contro il miliardo e ottocento milioni previsto inizialmente dal governo. Noi di Banca Mediolanum abbiamo iniziato cinque mesi fa e, come già detto, puntiamo a raccogliere tre miliardi da soli in 12 mesi! «AL MERCATO OFFRIAMO UNA BANCA SOLIDA, CON UNA PROPRIETÀ NOTA, UNA STRATEGIA CHIARA E LIMPIDA, UNA VISIONE DI LUNGO TERMINE»

Nell’insieme, tutto questo non ha nulla a che vedere con i servizi mass-market che connotano alcune società di gestione del risparmio e alcune reti di promotori. Voi avete una vostra visione del cosiddetto mass-market? Mi lasci puntualizzare: anzitutto noi siamo una banca. Siamo una realtà solida e molto professionale. Se mass-market vuol dire avere un milione e duecentomila clienti, sì: siamo mass-market. Ma chieda a ciascuno dei nostri clienti se si sente trattato come un numero, come un anonimo al quale viene propinato lo stesso trattamento di tutti gli altri o come un soggetto specifico, ben identificato, diverso da tutti gli altri per interessi, esigenze e progetti. E scoprirà che da noi

il mass-market inteso come attività seriale e indifferenziata non c’è mai stato. E i vostri banker? Siete sicuri che siano d’accordo? Guardi, i nostri professionisti sono con noi proprio per questo. Sanno di avere alle spalle una banca solida, con coefficienti patrimoniali pari a oltre il doppio di quanto richiesto dalle autorità di vigilanza, con un’università aziendale capace di produrre la miglior formazione professionale del mercato, con strumenti informatici proprietari di prim’ordine. Soprattutto, qui un professionista trova una banca con una chiara strategia, una proprietà nota, limpida e determinata, con una filiera decisionale corta e quindi rapida e con una visione strategica di lungo, lunghissimo termine, ispirata da valori molto precisi e chiari. Per questo al trentacinquesimo anniversario dalla fondazione di Programma Italia, quest’anno, c’erano ancora tanti, tantissimi di coloro che sette lustri fa avevano cominciato questo mestiere, allora pionieristico in Italia, e sono tuttora qui con noi. Ancora una cosa: da più parti si sente dire che la direttiva Mifid 2, che entrerà in vigore dal gennaio del 2018 e cambierà le regole sulla prospettazione dei costi dei servizi finanziari alla clientela, metterà in crisi molte società del vostro settore. Cosa ne pensa? A differenza di altre banche, noi non consideriamo la Mifid 2 una minaccia ma, al contrario, una bella opportunità perché condurrà a una selezione qualitativa del mercato e quindi, in ultima analisi, andrà a favore degli interessi del risparmiatore finale e degli operatori più qualificati. Il nostro settore sarà indotto a lavorare meglio, e i risparmiatori a fare scelte più oculate. Ben venga.


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Alessandro Borzacca, direttore commerciale e marketing Cofidis

Se paghi a rate e utilizzi il bancomat l’acquisto diventa più facile È un’innovazione del colosso francese Cofidis, sviluppata in Italia, si chiama Pagodil, aiuta gli esercenti ad aumentare il business e i consumatori a pagare poco alla volta senza costi di Angelo Curiosi

azza idea”, diceva il ritornello di un superhit italiano di tanti anni fa. Pazza idea quella di poter fare acquisti pagando poco alla volta, ma senza costi, senza dover sottostare a nessuna trafila burocratica, senza dover attendere giorni e giorni un’autorizzazione che potrebbe anche non arrivare, e portando subito a casa il prodotto che si è comprato, semplicemente firmando lo scontrino del Pos. Idea pazza ma vera, operativa, funzionante, alla portata di 30 milioni di italiani. Idea per una volta “made in Italy”, e non in Usa. E per una volta nata da un’intelligente intuizione di marketing finanziario e da una pluridecennale esperienza creditizia, più che dai soliti “nerd” brufolosi che in Silicon Valley smanettano dalla mattina alla sera cambiandoci la vita, ma a volte anche no. Dunque, con il servizio Pagodil, e grazie all’accordo con Cofidis, i dealer offrono la possibilità ai clienti di fare acquisti a rate

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senza interessi e senza garanzie: soltanto presentando la propria carta bancomat all’esercente dal quale stiamo comprando un bene o un servizio – una lavatrice, un televisore, un abbonamento alla palestra… Si chiama Pagodil, e sta – semplicemente – per “pagamento in forma dilazionata”. L’ha sviluppato nel 2014 in Italia il colosso francese del credito al consumo Cofidis, IL NOME SCELTO “PAGODIL” STA, SEMPLICEMENTE, PER PAGAMENTO DILAZIONATO. È NATO NEL 2014 MA STA GIÀ RIVOLUZIONANDO I CONSUMI

ma è da quest’anno che sta conoscendo un vero e proprio boom, con circa 5000 dealer che si convenzionano al servizio di Cofidis, tra i quali grandi marchi della distribuzione come Leroy Merlin, Decathlon, Expert, Euronics: praticamente tutti i big. In realtà – con buona pace della visionaria raccomandazione di Steve Jobs: “Stay foolish” – le

“pazze idee” di business non prosperano se non sono accompagnate da una solida visione gestionale, basata su presupposti sostenibili. Ed è proprio quello che ha contraddistinto l’iniziativa di Cofidis da sempre, e in particolare sul servizio Pagodil. Cosa c’è infatti dietro quest’intuizione, che si sta traducendo in un boom commerciale? C’è una competenza, e una rete, di rara specializzazione principalmente nel settore del credito al consumo, quella appunto di Cofidis, che si è coniugata con le peculiarità di un’altra “griffe” dei pagamenti, leader in un’attività particolarissima, verificare l’affidabilità degli assegni bancari: la Centax. Per spiegarci bene, partiamo dalla fine, dal “come funziona” questa novità. Ogni conto corrente dotato di carta bancomat rappresenta un’identificazione precisa del suo titolare. Quindi, quando il signor Rossi, titolare di un conto corrente bancario normalissimo e dunque dotato di bancomat, va a fare un acquisto in uno dei 5000 esercenti convenzionati al servizio Pagodil, al momento di pagare estrae la propria carta bancomat e la dà all’esercente. L’esercente la inserisce nel Pos (Point of sales) e in cinque minuti viene stampato uno scontrino che porta indicate chiaramente le date e gli importi di addebito sul conto corrente collegato a quel bancomat. L’acquisto viene suddiviso in modo automatico. Meno di cinque mi-


nuti. Senza costi, senza interessi. Ma cosa stra competenza specifica, e storica”, spiega succede dal momento in cui il signor Rossi Alessandro Borzacca, direttore commerciadà all’esercente la sua carta bancomat? Il le e marketing di Cofidis: “Anzi, Pagodil è sistema riesce a valutare che il signor Rossi stato reso possibile proprio dal mix di due è una persona affidabile e quindi autorizza competenze, la nostra nel credito al consul’operazione. Pagodil permette di rateizzare mo, con le statistiche del comportamento acquisti di piccoli e medi importi e con didei consumatori settore per settore, e quella lazioni che valgono nell’arco di dodici mesi, altrettanto storica di Centax sulla solvibilità una tipologia molto richiesta dal mercato, dei titolari dei conti correnti. E ripeto, oltre che copre una vasta porzione degli acquisti alla rapidità e informalità dell’operaziodi beni semidurevoli effettuati dalle famine, quel che sta veramente conquistando glie semplicemente i clienti è che il paIL CLIENTE CHE FA IL SUO ACQUISTO firmando lo scontrigamento “poco alla no del Pos! Tecnica- NEL PUNTO VENDITA, HA LA PERCEZIONE volta” è a costo zero DI STARE EFFETTUANDO UNA NORMALE mente – per chi è un per loro, perché è l’eTRANSAZIONE CON IL BANCOMAT “addetto ai lavori” si sercente a sostenere tratta di un’operazione di merchant con cui un costo, ma comunque un costo competiil credito dell’esercente viene ceduto alla tivo con quello delle carte di credito”. Già: Cofidis. Il cliente che acquista vive l’espema non esistono da tempo carte di credito rienza con grande naturalezza perchè dilache permettono di pagare a rate? Certo che ziona la sua spesa velocemente e facilmente sì: ma in quei casi, anche il cliente paga un come se stesse facendo una normale traninteresse, per ottenere la rateazione! Ecco sazione col bancomat. Ma in realtà il bancoperché Pagodil sta conquistando sempre mat è la sua “carta d’identità bancaria” che più consumatori, soprattutto col passaparoil sistema utilizza non solo per pagarsi ma la. E sta soprattutto convincendo un sempre anche per chiarirsi le idee sulla sua solvibimaggior numero di esercenti, perché dilalità. Certo, Cofidis si assume un rischio, in zionare il prezzo dei servizi utilizzando, per questo modo: “Ma è appunto questa la nola richiesta di addebito bancario, il banco-

LA TECNOLOGIA DI CENTAX DIETRO UNA SVOLTA EFFICACE Cofidis nasce dall’intuizione diversificatrice della famiglia Muilers, la più potente famiglia imprenditoriale francese della grande distribuzione, fondatrice e proprietaria di colossi celeberrimi e globali come Auchan, Decathlon, Leroy Merlin. Il business iniziale fu quello di erogare credito al consumo per le vendite per corrispondenza, e in Italia venne lanciata nel ’96, quando il gruppo acquisì il portafoglio clienti del catalogo della Vestro. Nel 2009, la famiglia Muliers decise

di trovare un partner creditizio cui girare il controllo di Cofidis, ormai molto cresciuta, e lo individuò nel Credit Mutuelle, quarta banca di Francia. Con l’ingresso di Credit Mutuelle il modello di business di Cofidis è stato focalizzato sulle partnership commerciali. In Italia è poi arrivata l’acquisizione di Centax, con la sua tecnologia esclusiva di verifica degli assegni, tuttora molto utilizzati nel nostro Paese (ne vengono usati ancora 20 milioni all’anno). per focalizzarci su

partnership commerciali, credito a consumo. Centax ha intanto sviluppato una tecnologia per dematerializzare gli assegni, cioè permettere di usarli appunto come una mera identificazione contabile dell’acquirente attraverso i Pos, ed è nato il servizio “Pagoassegno”, con cui – di fatto – il cliente che vuol pagare con un assegno può limitarsi a farlo “leggere” dal Pos, ma non deve più materialmente compilarlo e quindi “consumarlo”, per perfezionare l’acquisto. Il passo successivo è stato il sistema Pagodil.

mat o un assegno, con il Pos in cassa – opzione oggi accessibile a un esercente solo con una precisa e non banale organizzazione preventiva – diventa facile…come accettare il bancomat.

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Addio alla postazione fissa in remoto si lavora meglio

Se il posto fisso è quasi scomparso, presto spariranno anche gli uffici. A sostituirli ci sono già le “coworking house”: spazi condivisi dove lavorare, fare networking e anche rilassarsi. Mettendo in pratica il "lavoro agile" di Francesco Condoluci

io, “disumanizzato” dall’obbligo di produrre ateci una persona e in due ore lo secondo tempi e modi imposti e per il proin un operaio». Il fitto altrui. A 150 anni dalla genesi del macopyright è della Ford che, con la Seconda terialismo storico, a Marx, ovunque si trovi, Rivoluzione Industriale in pieno corso, sinfarà certo piacere sapere che è arrivato un tetizzava così, in una frasetta, il modello tempo in cui, in tema di lavoro, si parla di produttivo che l’avrebbe fatta passare alla «evoluzione dei mostoria. La fabbrica, la delli organizzativi», catena di montaggio, LA RIVOLUZIONE DIGITALE HA MESSO IN MANO AI KNOWLEDGE WORKER «cambiamento del le maestranze che laGLI STRUMENTI PER SMARCARSI rapporto tra indivivorano, simultaneaDAI LUOGHI FISICI DEL LAVORO duo e organizzaziomente, sui macchinari, ne», «autonomia dei lavoratori». A concreusando mani e muscoli, senza neanche pentizzare il sogno del filosofo tedesco, se non sare. Karl Marx aveva visto tutto in anticipo, ci sono riusciti cento anni di storia sindacaun po’ di decenni prima, tra le pagine de Il le e di politiche “di sinistra”, ci ha pensato Capitale. Da un lato il capitalista che detiene dunque la “digital revolution”, quella che ha la proprietà dei mezzi di produzione e decimesso in mano ai lavoratori – in particolare de la divisione del lavoro; dall’altro l’opera-

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SOPRA: L'OPEN SPACE DEL BURÒ APERTO DA BASE A MILANO (FOTO SERENA ELLER), NELLA PAGINA A FIANCO DA SINISTRA LA LOUNGE DI COPERNICO MILANO CENTRALE, GLI SPAZI DI TALENT GARDEN, UNO "SCORCIO" DELLA LUSSUOSA CLUBHOUSE BRERA

ai cosiddetti knowledge worker, i lavoratori della conoscenza che oggi, più dei manifatturieri, determinano Pil e occupazione – gli strumenti per smarcarsi dalla “fabbrica”. In piena era post-industriale, insomma, la nuova terra promessa si chiama smart-working: il “lavoro agile” imperniato su flessibilità e gestione autonoma del lavoro, valutazione sulle performance e non sulla presenza fisica nei luoghi di lavoro, responsabilità personale sui risultati. Basta dunque con postazioni fisse, orari dalle 9 alle 5, pendolarismo e cartellino da timbrare, insomma. Da oggi si lavora come, dove e quando meglio si crede, l’importante è produrre, ma nelle condizioni che ognuno ritiene più ottimali. Al resto, ci pensano tablet, laptop, smartphone e connessioni internet iper-veloci.

Dalle community alla membership

“Niente di nuovo”, sostiene chi ricorda il vecchio telelavoro degli anni ’80-90. Ma in realtà le cose sono un po’ diverse. Il primo


Le tipologie di frequentatori degli spazi coworking Liberi professionisti e freelance

96%

Team di Startup

65%

Imprenditori Dipendenti di aziende di piccole dimensioni Dipendenti di aziende di grandi dimensioni

34%

27% 12%

3%1% 24%

56% 37% 39% Frequentemente

ITALIA, UN NUOVO "CORSO"?

11% 10%

36% 49% Raramente

Mai

FONTE: OSSERVATORIO SMART WORKING - POLITECNICO DI MILANO

era nato per chi doveva lavorare da casa propria, svolgendo mansioni (in gran parte non troppo qualificate) davanti ai primi videoterminali. Lo smart working, invece, è un modello di organizzazione del lavoro pensato per manager e dirigenti, free-lance e consulenti, startupper e impiegati. E si basa sulla tecnologia “mobile” che consente a chiunque di “delocalizzare” il proprio lavoro. Nel mondo, aziende come Siemens, American Express, L’Oréal, seguendo questo pattern, hanno già reso più flessibile la loro organizzazione. E in tempi di sharing-economy, dal lavoro agile alle coworking house, gli “uffici condivisi”, il passo è breve, brevissimo. «Sebbene concetti autonomi, sono due fenomeni strettamente correlati» puntualizza il professor Mariano Corso, che di smart working con tutti i suoi annessi e connessi ne sa parecchio, visto che da 5 anni è responsabile scientifico dell'apposito Osservatorio istituito presso la School of Management del Politecnico di Milano, «il fenomeno del coworking (il cui primo spazio è nato a San Francisco nel 2005, NdR) non è semplicemente l’affitto delle scrivanie ma è l’alternativa sostenibile e “on demand” al lavoro da casa. Uno spazio da condividere con altri lavoratori dinamici e indipendenti che intendono fare networking e costruire, attraverso il confronto, anche nuove opportunità di business». A fine 2016, l’Osservatorio

Smart Working (che svolge anche attività di coaching finalizzate a insegnare ai dirigenti a valutare la qualità dei risultati e le performance dei lavoratori) ha contato nel nostro Paese almeno 40 coworking house di varia dimensione e orientamento, tra i quali uno dei modelli più avanzati è certamente Copernico a Milano, che mette a disposizione dei lavoratori nella stessa città più sedi tagliate a misura del fruitore e delle sue esigenze di spazio, tempo e mansioni: desk, riunioni, ufficio. Con un bel risparmio sui costi, peraltro, visto che nella maggior parte dei casi l'affitto dei coworker è all-inclusive: domicilio postale, segreteria, strumenti informatici, utenze, aree relax e ristoro. Il tutto rigorosamente condiviso. Le coworking house sono perfettamente in linea, del resto, con il concetto che è alla base della sharing-economy: l’utilizzo dei beni preferito alla proprietà. E mentre all'interno di Talent Garden, sempre a Milano, i nuovi coworker, nel vero spirito di una community, devono

«Nella Quarta Rivoluzione Industriale, il lavoratore usa l’intelligenza. Non è più un’unità intercambiabile e sostituibile come un pezzo di ricambio, perché conferisce un’impronta personale e individuale al lavoro e lo smart working lo stimola sulla qualità dei risultati– sintetizza Mariano Corso (nella foto)– non è un caso che secondo una survey dell’Osservatorio, il 40% dei lavoratori italiani ritiene che potrebbe lavorare meglio e produrre con maggiore qualità se lavorasse in altri luoghi, diversi dal proprio ufficio, e con altre modalità organizzative. Del resto, i nostri lavoratori in Europa sono quelli che per lavoro, fanno più "commuting", cioè si spostano di più. La legge sul “lavoro agile”, approvata a maggio è un ottimo passo in avanti, perchè ha introdotto il concetto di autonomia e responsabilizzazione rispetto ai risultati, anche tra i lavoratori dipendenti. Una piccola rivoluzione per un Paese che fatica a fare astrazione dal concetto del "posto fisso"».

essere accettati con tanto di voto da parte di quelli già presenti, lo stesso Copernico – tra i pionieri del settore in Italia, assieme a Regus, Base, Cowo, Toolbox, Impact Hub – è andato oltre il modello tradizionale, aprendo, in zona Brera, una lussuosa "Clubhouse" (dotata di spazi di lavoro dal design raffinato, lounge ovattate e "office suite" per rilassarsi) riservata ad una selezionatissima e ristretta cerchia di 500 professionisti, come in una membership inglese.

131


DOMANDE&OFFERTE

Lusso, per i big “in fondo” è facile risolvere i problemi

Sempre più aziende familiari del nostro fashion aprono i capitali alla finanza mondiale: così sciolgono il nodo-successione e trovano le risorse per crescere

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2015

DA

410 MLN DI DOLLARI (MEDIA)

211 DEAL TRA FINANZA E MODA

2016

DA

449 MLN DI DOLLARI (MEDIA)

*FONTE DELOITTE

IDENTIKIT AZIENDA-TARGET

35 MILIONI

FATTURATO 120 DIPENDENTI

44 MILIONI INVESTIMENTO MEDIO * FONTE AIFI - PWC-TRANSACTION SERVICES

7,3 MILIARDI

LIQUIDITÀ

ITALIA

urazeo, società di investimento franorientandosi verso abbigliamento, accessocese, ha appena creato il fondo Eurari, hotel, gioielli e orologi: un trend derivanzeo Brands per puntare su marchi americate dal fatto che i dealer hanno ormai adocni ed europei del settore moda e accessori chiato anche aziende di fascia intermedia con alti potenziali di crescita: nel mirino ci (quindi meno costose), mentre nel biennio sono design, gioielli, salute, fitness, food. Il prima si erano rivolte ai gruppi della fascia private equity svizzero Kora Investments top, quelli che tra il 2010 e il 2016 hanno è da poco entrato nel capitale dello storico visto il proprio fatturato incrementarsi in marchio di denim Rifle. Sono solo gli ultimi media del 170%, conservando un potenupdating di quello che è diventato un fenoziale elevato. In Italia, secondo un report di meno a tutti gli effetti: la finanza internazioAIFI, l’Associazione Italiana Private Equity, nale che si tuffa con sempre più convinzione Venture Capital e Private Debt, stilato in col(e investimenti) nel mondo del lusso e della laborazione con PwC, l’interesse dei fondi moda. Un richiamo quasi irresistibile ormai, per il fashion ha raggiunto quota massima che non risparmia ovviamente l’Italia: basti nel 2013 per poi sgonfiarsi nel 2016. Ma pensare alla scorpacciata che ha fatto Clesconsiderato il recupero di competitività delsidra, il più imporle nostre imprese, la CAVALLI E BUCCELLATI ACQUISITI tante fondo tricolore rinnovata attrattività DAL FONDO CLESSIDRA, VERSACE DA di private equity, alla dell’Italia e il fatto BLACKSTONE E TWIN-SET DA CARLYLE tavola di Roberto che le maison del faSONO SOLO GLI ESEMPI PIÙ ECLATANTI Cavalli e di Buccellashion sono per lo più ti (poi ceduto ai cinesi di Gangtai), oppure sane finanziariamente e con rating eccellenl’acquisizione di Versace da parte del fondo ti, la proiezione è destinata a risalire presto. americano Blackstone, e ancora Carlyle che L’interesse, del resto, ha ragioni molto solis’è aggiudicato Twin-Set di Simona Barbieri. de: il lusso, malgrado qualche occasionale battuta d’arresto, è un business con eccelTutti pazzi per la moda hard-luxury lenti prospettive di crescita, soprattutto sui Secondo un’indagine di Deloitte su scala mercati asiatici. Hanno destato scalpore, in internazionale, nel 2016 i fondi, rispetto un’intervista di qualche anno fa a Bloomall’anno precedente, hanno incrementato gli berg Tv, le dichiarazioni di Tamara Mellon, investimenti nel business fashion&luxury fondatrice del celebre brand di calzature

E

141 DEAL TRA FINANZA E MODA

MONDO

di Sonia Sbolzani

DELLE 10 AZIENDE TOP DEL SETTORE MODA ITALIANO

*RAPPORTO AREA STUDI-MEDIOBANCA 2009-2013

Jimmy Choo, a proposito del rapporto tra fondi di private equity e moda. L’imprenditrice britannica ha ammesso che, se potesse tornare indietro, non cederebbe più il suo


marchio: per lei i fondi sono “freddi” e non adatti alla moda per la loro iper-focalizzazione sui risultati finanziari a breve termine. La Mellon ha quindi spiegato che la moda è sì un business, ma un ruolo fondamentale è giocato dall’emozione che un prodotto è capace di suscitare nel cliente e dal fascino di tutto ciò che ruota intorno a questo mondo. Ma qui è doveroso obiettare che senza fondi oggi non esisterebbero più parecchie aziende. Pure la famiglia Agnelli ha già espresso più volte l’intenzione di investire, tramite la finanziaria Exor, in aziende italiane di medie dimensioni ad alto potenziale innovativo e di sviluppo. Periodicamente riaffiora, tra i rumors, l’idea di un polo italiano del lusso facente capo a Ferrari, che abbracci anche importanti nomi della moda e della manifattura B&BF (Bella e Ben Fatta), tale da trainare tutto il lusso tricolore. Del resto, nel nostro Paese, di brand appetibili ne figurano davvero tanti (basta citare Armani, Missoni, Trussardi, Zegna), non ancora inclini tuttavia a compiere da soli un “volo pindarico”. In ogni caso, il futuro della moda italiana dipende e dipenderà sempre più dalla sua capacità di affermazione sui mercati stranieri, che è legata a doppio filo all’e-

Chi vende ai fondi lo fa per fondate ragioni

sigenza di ottenere i capitali per realizzarla; e ciò vale soprattutto per le piccole-medie imprese, che costituiscono lo “zoccolo duro” del nostro fashion-system. Non va dimenticato che, in effetti, il settore tessile-abbigliamento-moda rappresenta la seconda industria italiana, dopo la meccanica.

Capitali vò cercando

Ma come si trovano i sospirati capitali per crescere e internazionalizzarsi in modo efficace? A volte è proprio il caso di esclamare: “O la borsa o la vita!”. Consapevole che il business della moda, del lusso e del design è un elemento fondamentale del nostro apparato economico e in particolare per la città di Milano, Borsa Italiana grazie al suo network finanziario globale (oltre 1200 investitori istituzionali esteri) si è attivata per aiutare concretamente le imprese ad accedere a importanti trust specializzati, cioè sostenerle nella raccolta di risorse per finanziare i loro progetti di crescita ed espansione globale. Pertanto, oggi Piazza Affari cerca sempre più di accreditarsi come luogo ideale per ospitare i grandi brand della moda e come player capace di valorizzare gli asset intangibili del marchio e del know-how.

IL FASHION IN BORSA LE AZIENDE GIÀ QUOTATE Aeffe, Brunello Cucinelli Gruppo Campari, Damiani Italia Independent Group Luxottica, Moncler, Piquadro, Prada, Salvatore Ferragamo, Tod’s ...E QUELLE “QUOTABILI”

Giorgio Armani, Ermenegildo Zegna, Missoni, Trussardi, MaxMara, Furla, Ermanno Scervino, Corneliani, Etro Otb (gruppo Diesel), Luisa Spagnoli, Blufin, Liu Jo, Pinko, Nerogiardini, Calzedonia, Pianoforte Holding (comprende Yamamay e Carpisa), Capri srl (Alcott), Teddy (controlla Terranova e Rinascimento) Antress Industry

Il caso più interessante?

Quali marchi fashion hanno tratto più

Direi quello di Valentino. Un grande lavoro

giovamento dall’avvenuta acquisizione?

per riportare un marchio storico alla

Qualcuno ne è stato danneggiato?

ribalta.

C’è un po’ di tutto. Sul versante positivo

Ma

i

fondi

si

muovono

per

mera

speculazione o è una politica industriale? I

fondi

devono

fare

guadagnare

ci sono gli sviluppi dei marchi di medio prezzo, come ad esempio SMCP in Francia.

i

Che scenari si delineano nel settore moda

Luca Solca, Head of Luxury Goods Exane

risparmiatori, ma anche le imprese devono

in un contesto simile?

BNP Paribas, è uno dei massimi analisti del

far guadagnare gli azionisti. Senza profitto,

La moda e l’abbigliamento sono la categoria

business della moda. Gli abbiamo rivolto

non c’è attività. Detto questo, i fondi

dove la competizione è più intensa. Quello

alcune domande per provare a capire

tendono ad avere una prospettiva di più

che era nuovo ieri, è vecchio oggi. E questo

meglio il rapporto tra fashion e finanza.

breve periodo, almeno nella maggior parte

non vale solo per i

dei casi.

vestiti, ma anche per

Perché le aziende della moda decidono di

In quali errori possono incorrere più

i business models.

farsi acquisire da un fondo?

facilmente?

Fa bene la CNMI a

Per molte ragioni: per potersi sviluppare,

Sottovalutare la difficoltà del settore.

mio avviso a puntare

per gestire la successione, per le difficoltà

Facendosi abbagliare dai risultati eccellenti

sull’innovazione.

a gestire l’evoluzione del business.

dei leader.

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DOMANDE&OFFERTE

Frigo parlanti e specchi-medici, il retail del futuro è già adesso Novantatrè workshop con altrettante imprese in un solo mese nelle sale milanesi di Acin, il centro per l’innovazione nei beni di consumo (uno dei cinque al mondo) aperto da Accenture di Luigi Orescano

ANGELO D’IMPORZANO, SENIOR MANAGING DIRECTOR ACCENTURE

gli over-anta possono venire in mente – nitorare lo stato di carie e piorree (di solito il è inevitabile! – i mitici cartoon di Paperimal di denti arriva prima) – ma tutti probabilno che ironizzavano sulla tecnologia, con il mente concorreranno a cambiarci la vita. In papero disneyano incastrato alla rovescia sulbagno, per esempio, lo smart-mirror riconola poltrona del robot-barbiere, ritrovandosi sce i segni del volto e raccoglie informazioni con il becco lucidato al posto delle scarpe, e il sulla nostra salute. In cucina, il frigo che sesedere pettinato come una capigliatura. Ma la gnala quali rifornimenti occorrano, e cosa sia domotica di domani, anzi di oggi, che si può già disponibile per la ricetta che si vuole ese“toccare con mano” in piazza Gae Aulenti a Miguire, è un utile addendo agli elettrodomestici. lano – uno dei cinque centri che Accenture Nel fashion, l’innovazione è uscita dalla “serra dedica all’innovazione “dal punto di vista dei creativa” di Acin ed è già fruibile dal vivo, nella consumatori”, insieme con quelli di Bangalore, show-room di Larusmiani - “un experience Chicago, Manila e Singapore – non è fatta di commerce” - il brand più storico di via Montegadget bizzarri. Per napoleone, nel quale NELLO SHOW-ROOM DI LARUSMIANI questo “Acin” (Accenl’acquisto di un capo di IN VIA MONTENAPOLEONE L’ACQUISTO ture Customer Innolusso diventa un moDI UN CAPO DI LUSSO DIVENTA, DI FATTO, vation Network) può mento di esperienza UN’ESPERIENZA CULTURALE far scattare una specie culturale e insieme la di sindrome di Stendhal tecnologica, nei visiradice di una relazione durevole tra brand e tatori. Non a caso in un solo mese Accenture cliente. «Acin è un centro di innovazione la cui ha organizzato a Milano 93 workshop per le mission è anticipare i bisogni e proporre riaziende, nelle sedici sale da complessivi 1200 sposte e soluzioni alle aziende» spiega Angelo mq in cui è articolato. E al 60% le aziende non D’Imporzano, senior managing director di Acerano italiane. Per questo, è in luoghi del genecenture, responsabile del settore consumer re che fa bene a venire, e in fretta, chiunque goods&retail per Europa e America Latina: produca beni di consumo nel settore della «Acin si concentra sui settori Fashion, Retail e moda, della grande distribuzione, della domoConsumer Goods, e rappresenta uno dei pilatica e dell’arredamento in genere. Non tutti, stri della Innovation Architecture, il nuovo forse, si affermeranno alla pari degli altri – efmodello attraverso il quale Accenture mette al fettivamente qualche riserva la suscita lo servizio delle aziende gli strumenti, le idee e le spazzolino da denti connesso in Rete per mosoluzioni in grado di aiutarle ad immaginare e

D’IMPORZANO: «LA NOSTRA MISSION È ANTICIPARE I BISOGNI E PROPORRE RISPOSTE E SOLUZIONI ALLE AZIENDE»

A

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inventare il proprio futuro in maniera sostenibile e scalabile. Con la nascita di Acin a Milano intendiamo rafforzare il supporto alle imprese nella trasformazione dei modelli di business attraverso la sperimentazione di soluzioni avanzate che consentano di portare sul mercato, in un tempo accelerato, soluzioni e servizi di valore per il consumatore finale, sempre più connesso, informato ed esigente». Da provare anche i supermercati di domani, dei quali un esempio – attuale e funzionante – oltre che in Acin si può avere al Bicocca Village di Milano: un supermercato dove (tutte) le informazioni sui prodotti sono disponibili con un touch.


Sicily by Car, l’autonoleggio diventa uno spot turistico

Arte, food, marketing territoriale: dopo aver investito sulle e-car, la compagnia adesso ha fatto dei suoi uffici di Palermo una sorta di “showroom” delle bellezze isolane di Marco Gemelli

IL CONCEPT STORE DI SICILY BY CAR CONIUGA AUTONOLEGGIO A ZERO EMISSIONI E MARKETING TERRITORIALE

rasformare gli uffici di un autonolegpiccola libreria a disposizione dei visitatori. gio in autentiche boutique di promoE ancora: nel “concept store” sono presenti zione turistica della Sicilia, consentendo un’esposizione di auto storiche e una piccola inoltre di percorrere in auto l’intero perimegalleria d’arte dove attualmente sono espotro dell’isola senza inquinare, grazie a nuste le riproduzioni degli acquarelli dell’artimerose colonnine di sta francese Fabrice L’IDEA È PROPORRE AI CLIENTI UN ricarica disseminate Moireau i cui dipinti sul territorio. Ha il VIAGGIO IDEALE TRA I PATRIMONI DELLA sono dedicati ai più SICILIA CON UN OCCHIO SEMPRE RIVOLTO sapore di una piccola bei luoghi dell’isola. ALLA MOBILITÀ A ZERO EMISSIONI rivoluzione coperniLo spazio ideato da cana, l’ultima trovata di Tommaso Dragotto, Dragotto ha inoltre una sala adibita a mafondatore di “Sicily by Car”. La compagnia nifestazioni ed incontri culturali e musicali di autonoleggio ha infatti aperto a Palermo il primo “concept store” dedicato al mondo del noleggio auto, in grado di coniugare moPER IL PATRON DRAGOTTO bilità ecosostenibile e marketing territoriaPRIMA DI TUTTO L’AMBIENTE le. Inserita nel contesto che nel 2018 vedrà «Credo che il ecocompatibile. il capoluogo siciliano capitale italiana della futuro della Come Sicily by car cultura, l’intuizione consiste nel concentramobilità e adesso saremo re negli uffici di via Napoli un centro muldella qualità in grado di del territorio offrire una nuova tiservizi rivolto ai tanti turisti che visitano risiedano nei modalità di guida la città e ai più attenti estimatori del terriveicoli elettrici – a emissioni zero in torio, per i quali l’attenzione all’ambiente spiega Tommaso Sicilia, una terra Dragotto, dove la tutela è sempre più un fattore in grado di orienpresidente e del patrimonio tare luogo, durata e tipo di vacanza. La trafondatore di ambientale deve sformazione da sede di autonoleggio a una Sicily by Car essere una dove tecnologia priorità condivisa sorta di ufficio turistico si traduce sia in un e innovazione e ricercata allestimento con elementi architettonici e sono orientate a dalla pubblica d’arredo progettati per accogliere il cliente soluzioni sempre amministrazione più avanzate ma anche dai in chiave leisure, sia nella creazione di spazi di circolazione privati». per degustare vini locali o curiosare nella

T

che animeranno l’ufficio con un calendario di eventi: in particolare la boutique fungerà anche da incubatore di nuovi talenti artistici, offrendo gli spazi espositivi ad artisti emergenti del contesto siciliano. Il concept store di “Sicily by Car” rappresenta la prima iniziativa concreta di marketing territoriale che, proponendo il servizio di autonoleggio sostenibile con auto elettriche - dalla Citroen C0 alla nuova Renault Zoe, quest’ultima ad alimentazione elettrica 100% - vuole fare sistema con il tessuto locale e con i suoi attori: arte, cultura, enologia e artigianalità siciliana trovano da oggi una vetrina ecosostenibile che incentiva l’esperienza e la scoperta dei luoghi grazie ad una mobilità a quattroruote amica dell’ambiente. E non è tutto: l’apertura dell’ufficio “Sicily by Car” di via Napoli rientra in un piano strategico della compagnia che ha recentemente annunciato la realizzazione dell’Eco Tour di Sicilia, un progetto pilota a livello europeo, in partnership con Enel e Renault, che garantirà di poter percorrere l’intera regione a impatto zero grazie all’istallazione di oltre 400 colonnine di ricarica elettrica, installate in comodato d’uso presso i centri che aderiscono al progetto. Il viaggiatore potrà così trovare sempre una colonnina lungo il suo itineriario, e godere una vacanza nel rispetto dell’ambiente.

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IL GIOCO PUÒ CAUSARE DIPENDENZA PATOLOGICA

IL GIOCO È VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI


NON È PECCATO: I PIACERI CHE FANNO BENE “…e poi il piacere”, abbiamo titolato questa sezione: perché trattarsi bene, volersi bene, concedersi pause piacevoli dopo il lavoro, non soltanto “non è peccato” ma è necessario. Anche per riprendere ancor meglio con il “dovere”. E quindi: bei posti, buon cibo, un po’ di lusso (per chi può). Non fanno la felicità: però aiutano.

140 WELLNESS URBANO SFUGGIRE ALLO STRESS NELLE OASI DI RELAX METROPOLITANO

142-145 MOTORI MUST HAVE A PLACE TO BE

146 LE RAGIONI DEL GOSSIP

IN ITALIA, IL VINO DI QUALITÀ DÀ ANCHE DA MANGIARE

Nel 2016 quasi 1,5 milioni di persone ha lavorato nell’indotto della viticoltura. E con 19,4 milioni di ore impiegate l’anno è il Montepulciano d’Abruzzo il prodotto vinicolo che riesce a creare più posti di lavoro di Marco Gemelli on è solo una Doc tra le più apprezMezzogiorno, ma l’impatto occupazionale è zate dell’Italia centrale, ma anche rilevante anche al Nord: al quarto posto delun formidabile volano occupazionale: con la graduatoria si piazza infatti il lombardo un totale di 19,4 milioni di ore impiegate “Oltrepò Pavese Doc”, con 14,2 milioni di ore all’anno nell’area della provincia di Chieti, il di lavoro, davanti a due “cugini” del Piemon“Montepulciano d’Abruzzo Doc” è risultato il te, l’Asti Docg e il Barbera d’Asti per produrvino italiano che – dalla vigna alla cantina re i quali ne servono “solo” 13,4 milioni. Al – riesce a creare più posti di lavoro a livelsesto posto – precisa la Coldiretti – il prelo locale. Secondo un’indagine di Coldiretti giato “Amarone della Valpolicella Docg” con sull’impatto del set13,1 milioni di ore COMPLETANO IL PODIO “PUGLIA IGT” tore vitivinicolo nel a Verona, dove pesa E “DOC SICILIA”, A RIPROVA CHE AL SUD mondo del lavoro, la anche il “Soave Docg”, IL SETTORE VITIVINICOLO MANTIENE UN seconda piazza della IMPATTO OCCUPAZIONALE IMPORTANTE seguiti da un altro classifica è appangioiello della regione, naggio del “Puglia Igt” con 16,5 milioni nella il “Prosecco Docg” con 12,9 milioni di ore provincia di Foggia mentre il terzo gradino a Treviso. Ci sono poi i piemontesi “Barolo del podio è per la “Doc Sicilia” con 16 milioDocg”, “Barbaresco Docg”, “Langhe Doc” e ni di giornate lavorate a Trapani e dintorni. “Roero Docg” a Cuneo (12,4 milioni di ore), Oltre a fornire da bere, insomma, in Italia il “Gavi Docg” ad Alessandria (10,9 milioni il vino di qualità dà anche da mangiare. di ore), mentre a chiudere è il “Castel Del Dall’analisi di Coldiretti traspare con tutta Monte Doc” pugliese, con 9,4 milioni di ore evidenza l’importanza del ruolo del settore lavorate nella provincia di Bari. Complesvitivinicolo per l’economia e il lavoro nel sivamente si stima che nell’arco dell’anno

N

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E POI IL PIACERE...

PROVATI PER VOI

IL PRESIDENTE DI COLDIRETTI, ROBERTO MONCALVO

IL VINO DIMOSTRA CHE L’AGRICOLTURA, PIÙ DI ALTRI SETTORI, RIESCE A OFFRIRE VARIE OPPORTUNITÀ DI REDDITO E LAVORO

scorso il vino abbia offerto opportunità di delle bottiglie prodotte: lo dimostra il caso lavoro a 1,3 milioni di persone, divisi tra dell’Abruzzo, che se da un lato ha nel Monquanti sono impegnati direttamente in vitepulciano il suo volano occupazionale e il gne, cantine e nella distribuzione commersuo brand più venduto in assoluto, dall’altro ciale e quanti invece prestano opera nelle vede due suoi vitigni nella top 5 della borsa attività di servizio alla viticoltura. Pensiamo nazionale dei vini che hanno avuto il magall’industria vetraria e a quella dei tappi, ai gior boom di vendite. Nel 2016, infatti, pertrasporti e alle assicurazioni, agli accessori formance di riguardo si sono registrate per come cavatappi, glacette e sciabole (per il la Passerina (+24%) e il Pecorino (+19,2%) rito del sabrage), ai vivai, gli imballaggi, la che si piazzano al secondo e al quarto poricerca e formazione, la divulgazione, l’esto tra i primi cinque vini con un aumento noturismo, la cosmetica, il mercato del beesponenziale delle vendite, insieme alla Rinessere, l’editoria e la bolla Gialla (primo SECONDO COLDIRETTI LE ABITUDINI pubblicità, i software posto), al ValpolicelDI CONSUMO DEGLI ITALIANI PREMIANO e le bioenergie ottenula Veneto (terzo) e SEMPRE PIÙ GLI ACQUISTI DI VINI te dai residui di pota- PRODOTTI SUL TERRITORIO NAZIONALE Primitivo pugliese, tura e dai sottoprodotquinto classificato. ti della vinificazione (fecce, vinacce e raspi). Stesso discorso per la Doc Sicilia, che traiSecondo Coldiretti la raccolta di un grapnata dall’exploit del Grillo, si avvia al trapolo alimenta opportunità di lavoro in ben guardo dei 30 milioni di bottiglie prodotte 18 settori. «Il settore del vino – sottolinea nel 2017 con un incremento di poco supeil presidente Roberto Moncalvo – dimostra riore al 10% rispetto all’anno scorso. Un più di altri che l’agricoltura è in grado di trend tutt’altro che casuale, dal momento offrire opportunità di lavoro sia a chi vuoche sempre secondo Coldiretti le abitudini le investire con progetti innovativi sia a chi di consumo di vino degli italiani premiano vuole fare una esperienza in campagna a sempre più gli acquisti di produzioni legate contatto con la natura anche solo per inteal territorio. Nella classifica dei primi dieci grare il proprio reddito». All’aumento delle vini che nel 2016 in Italia hanno fatto regiore lavorate nel comparto, inoltre, corristrare il maggior incremento delle vendite, sponde un analogo incremento di vendite infatti, nessuno è internazionale.

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MONTEPULCIANO D'ABRUZZO VECCHIE VIGNE 2013 (AZ. GENTILE VINI) Un rosso secco monovitigno (Montepulciano d'Abruzzo 100%) affinato 12 mesi in barrique e almeno altrettanti in bottiglia. Dal colore rosso rubino denso e scuro, offre profumi profondi di frutti neri e rossi, più rosa rossa essiccata, cannella e vaniglia. Morbido, tannico e fresco, accompagna piatti a base di carne rossa e formaggi stagionati. Prezzo: 12,50 euro TERRA CRETOSA IGP PUGLIA ALEATICO ROSATO 2016 (AZ. BORGO TURRITO) Delicato ed elegante al naso, con nette sensazioni floreali e agrumate di pompelmo rosa. Caldo, morbido e ben bilanciato da un’elevata sapidità e freschezza acida. In abbinamento con antipasti di terra e con piatti di mare colorati. L’anno scorso ha vinto la medaglia doro al Mondial du Rosè. Prezzo: 11 euro GRILLO PARLANTE 2016 DOC SICILIA FONDO ANTICO Brillante e vivace, di colore giallo paglierino con riflessi verdognoli: il suo bouquet sposa la delicatezza dei fiori alla dolcezza della frutta bianca. Sensazioni di freschezza sono accompagnate al palato da una gradevole sapidità: fine ed equilibrato, testimonia il compromesso acidità-maturazione del frutto. Prezzo: 8 euro SPUMANTE NATURE (AZ. MONSUPELLO) Un pinot nero metodo classico Pas Dosè dal colore giallo paglierino carico, un perlage fine e persistente con una spuma molto morbida. È uno spumante dotato di sentori complessi, ricorda la crosta di pane, cassis, mandorla amara e nocciola tostata. Estremamente secco, ha rara struttura e finezza. Prezzo: 16 euro


E POI IL PIACERE...

Acqua all'esame del Parlamento: la maggioranza vota bollicine

Una ricerca voluta da Sodastream ha evidenziato che i nostri politici prediligono quella frizzante. Del rubinetto si fidano in pochi

S

a cura della redazione

i è chiesto conto di tante cose ai politici, e spesso li si accusa di essere i primi responsabili di molti dei problemi che attanagliano il nostro paese. Ma mai nessuno li aveva interrogati per conoscere le loro preferenze in materia di acqua. SodaStream, leader mondiale nella produzione e distribuzione di sistemi di gasatura domestica, lo ha fatto, e i risultati sono molto curiosi e, per certi versi, perfino sorprendenti. In primo luogo, i 50 parlamentari oggetto dell’indagine hanno risposto di preferire (nel 48,8% dei casi) l’acqua frizzante a quella naturale (44,2%), mentre il 7% del campione non ha preferenze in materia. A stupire di più è però la percezione che i 50 intervistati hanno dell’acqua dome-

ha installati a casa propria. Quanta parte del campione userebbe a casa propria sistemi per rendere frizzante l’acqua del rubinetto? Il 41%, ma non si sa se il restante 59% abbia risposto in maniera negativa perché non si fida dell’acqua del rubinetto o perché ha una marca di acqua frizzante preferita da cui non riesce a staccarsi. Eppure, i sistemi di gasatura e raffrescamento dell’acqua producono un significativo contributo per la riduzione dell’inquinamento: la produzione, il trasporto e lo smaltimento di bottiglie di plastica, infatti, contribuiscono ogni anno in Italia alla produzione di anidride carbonica, tra i gas responsabili dell’innalzamento delle temperature. Nelstica: il 44% la ritiene buona e controllata, ma lo specifico, soltanto con l’imbottigliamento si solo il 16,3% di questi la beve. Il 25,6% la conproducono 721.780 tonnellate di Co2, senza sidera “affidabile” ma non buona di sapore, il contare le migliaia di tonnellate di PET da 16,3% la reputa cattiva e per di più inaffidabismaltire ogni anno. Se poi aggiungiamo che la le mentre poco meno del 14% non si esprime quasi totalità del trasporto di bottiglie avviene perché dichiara di prediligere esclusivamente su gomma, si capisce rapidamente come l’abl’acqua frizzante. bandono del consumo Rimanendo nell’am- MA L'83% DEGLI INTERVISTATI S'È DETTO di acqua “commerciaPRONTO AD ADOTTARE GLI IMPIANTI bito domestico, Sodale” potrebbe avere un IDRICI DOMESTICI PER DIMINUIRE Stream ha chiesto ai L’UTILIZZO DELLE BOTTIGLIE DI PLASTICA importante impatto parlamentari se fossul nostro ecosistema. sero a conoscenza dell’esistenza di sistemi filPer questo, quando l’83% del campione di traggio, raffrescamento e gasatura dell’acqua politici dichiara di essere pronto ad adottare del rubinetto. Poco più del 90% del campione soluzioni per gli impianti idrici domestici per ha risposto in maniera affermativa, ma solo il diminuire l’utilizzo delle bottiglie di plastica, 30% li ha mai provati e solamente l’11,6% li non ci si può esimere dal far loro un applauso.

Pareri e opinioni sull'acqua del rubinetto

Le diverse opinioni sul tipo di acqua: come la preferisci?

6,98% 16,28% 13,95%

16,28%

44,19%

44,19%

32,56%

25,58% Buona e controllata

Non so, la bevo solo frizzante

Naturale

Frizzante

Controllata ma non buona di sapore

Cattiva e non mi fido

Effervescente naturale

Indifferente

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E POI IL PIACERE...

In fuga dal pianeta stress tra le oasi di relax urbano

Piscine in mezzo ai grattacieli, palestre aperte h24, wellness con vista sullo skyline della città: per chi lavora anche in agosto, staccare la spina per qualche ora a due passi dall'ufficio non è più un miraggio

di Isa Grassano

n città sotto il solleone? Un incubo, per chi è costretto a stare nella metropoli a lavorare anche nel periodo più caldo dell’anno. Ferie già fatte o rimandate, turni, scadenze, ruoli di responsabilità: i motivi, per cui si resta in ufficio (mentre gran parte del Paese è già in vacanza) possono essere tanti. E resistere non è facile, specie se la colonnina del mercurio sale, l’asfalto si fa bollente e le energie, sotto i colpi dell’afa, vanno scemando. Come si fa a non crollare? «Per abbassare il livello di stress e ritrovare le energie necessarie a mantenere delle buone performance lavorative, è fondamentale prendersi dei momenti di distensione – consiglia Giovanni Porta, psicologo psicoterapeuta milanese – mi riferisco a degli spazi dedicati a noi stessi, nei quali cullarci in qualcosa di piacevole come ricompensa delle fatiche sostenute. Molto utile può risultare la pratica di uno sport, in particolare se

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aerobico, come il nuoto o lo yoga – aggiunge – le attività sportive aiutano ad aumentare il livello di endorfine, neurotrasmettitori in grado di dare una sensazione di benessere ed euforia. Naturalmente meglio aumentare le cautele ed evitare di correre a mezzogiorno con 40 gradi. Anche dei momenti di assoluto relax sono fortemente consigliati: il quieto oziare su un lettino in piscina o ricevere un piacevole massaggio».

Pausa-pranzo in piscina o tra gli attrezzi

La ricetta più efficace, insomma, secondo lo psicoterapeuta, è alternare ozio e attività sportiva. Un binomio che in diverse città, anche d’estate, oggi è assolutamente alla portata degli stakanovisti. Prendiamo il caso delle piscine, sempre più somiglianti a vere oasi per lavoratori in fuga dall’afa: a Torino la Piscina Pellerina, all'interno dell'omonimo e ampio Parco verde di corso Ap-

QUI LE PISCINE DI QC TERMEMILANO, NEL QUARTIERE DI PORTA ROMANA. IN BASSO NELLA PAGINA A FIANCO, DA SINISTRA: IL TROPICAL GARDEN DELL'ENTERPRISE A MILANO, LA SAUNA DEL FIRENZE NUMBER NINE, IL ROOFTOP DEL MARRIOT VENICE

pio Claudio, mette a disposizione anche dei dehors riparati dal sole per rilassarsi tra un tuffo e l’altro. A Milano, invece, molto gettonati sono i Bagni Misteriosi, nel complesso del Teatro Franco Parenti, aperti tutta la settimana con musica, spettacoli e aperitivi che vi faranno dimenticare la dipendenza dall’aria condizionata. Anche giù, al Centro, a Firenze, il “relax in acqua” è una soluzione molto apprezzata da manager e uomini d’affari: alle Cascine, grazie alla piscina Le Pavoniere, ci si può tuffare all'ombra di freschi e secolari alberi. Per quelli che puntano invece a scaricare le tossine da poltrona e scrivania, il rimedio contro lo stress da lavoro correlato, è rifugiarsi in palestra, a qualunque ora del giorno, che sia in pausa pranzo, alla fine dell’orario d’ufficio o persino in tarda serata, dopo l’ultimo brainstorming. Coloro che non rinunciano a sudare tra gli attrezzi, anche mentre fuori il termometro


va dritto oltre i 35 gradi, sono tanti. Così le palestre si sono adeguate, rimanendo aperte anche h24. A Milano, alla Fit Star di Corso Sempione, ad esempio, non si guarda l’orologio: tapis roulant e bilancieri sono sempre in funzione.

terno delle mura cinquecentesche spagnole potete scegliere di sprofondare sui materassi ad acqua delle sale relax. A darvi la sensazione di essere sdraiati sul bagnasciuga ci penseranno le onde proiettate sul soffitto e il profumo di tamerice sparso nell’aria. Sempre sotto la Madunina, molto originaOasi tra i grattacieli le è l’offerta del “Tram del Benessere”, una Ma lo stress estivo, come spiegano gli esperbiosauna ricavata all’interno di uno storico ti, si combatte anche con attività più leggetram dell’Atm, nel quale si tengono pure re. Allora, se non si può partire subito per eventi-benessere gratuiti, come il saunage, le spiagge, anche in mezzo ai palazzi ci si che reinterpreta il rituale tedesco dell'Aufpuò ritagliare un pomeriggio in un centro guss, ovvero l'aromaterapia con oli essenbenessere per respirare i profumi di luoghi ziali e purificazione dell'organismo. L'idea lontani e sfidare la canicola e l’affaticamenin più? Andare dopo il lavoro, per gustare to. Basta qualche ora per rigenerarsi. Anche anche l'Aperiterme dalle 19, rigorosamente sul versante relax in accappatoio. Per FARE SPORT AIUTA AD AUMENTARE diurno, Milano è all’alasciarsi coccolare, a IL LIVELLO DI ENDORFINE MA, PER vanguardia. Al piano metà di una giornata RITROVARE LE ENERGIE, VANNO BENE 7 dell’Hotel EnterpriANCHE I MASSAGGI E I MOMENTI DI OZIO lavorativa d’agosto, è se, mentre lo sguardo il caso però di andare si perde tra i grattacieli del quartiere Porta da Ceresio 7, nella sede di Dsquared2. Un Nuova, ci si può immergere nella spa Tercentro a metà tra palestra e spa. Lusso game di Kyoto, una sala relax di ispirazione rantito e panorama spettacolare affacciato giapponese a tinte rosse e nere. All’interno, sullo skyline meneghino. Roma ha forse oraun percorso con vasca idromassaggio pari e ritmi di lavoro diversi rispetto a Milano, noramica e bagno di vapore alla menta. Da ma anche qui non mancano location suggequassù, la metropoli è silenziosa e il tempo stive per i break infrasettimanali d’estate. scorre piano, a ritmi zen. E per chi vuole Nel quartiere Prati, affacciato sul Lungotecompletare la “fuga dall’ufficio” con un tocvere, il Bar Rooftop, al settimo piano de Le co in più, ci sono le formule sushi&spa a Méridien Visconti Rome, appena ristruttupranzo o cena. Nel garden tropicale, inoltre, rato, regala ad esempio una vista a 360° sulsi gustano frozen drink e cocktail esotici by la Città Eterna. Sotto il cielo stellato, potete Martini, accompagnati da deliziosi finger degustare dissetanti cocktail ascoltando la food. Poco distante dai grattacieli di piazza musica del Maestro Rosario Fugà, a ritmo di Gae Aulenti, verso Porta Romana, “buen rejazz e bossa nova. Ancora più rilassante la tiro” ideale per chi sogna il mare anche daproposta di Palazzo Gnudi a Bologna, nella vanti al desktop, è QC Termemilano: all’incui day spa il riequilibrio corporeo passa

per il sale rosa dell’Himalaya che migliora il sonno, la meditazione ed il rilassamento. Si galleggia in una vasca ispirata al Mar Morto: 25 minuti nella grotta salina equivale a 6 ore di riposo e pertanto si riduce lo stress fisico e mentale. Ha un tocco di magia, infine, la Goco Spa del JW Marriott Venice, l’unica spa d’Italia installata direttamente sull’acqua. Assolutamente da provare all’ora del tramonto: il trattamento di coppia al gelsomino, nelle cabanas esterne del giardino spa, circondate da pareti di gelsomino. E con la vista sulla Laguna, le vacanze non sembreranno poi così lontane.

PROVATI PER VOI

PALAZZO MONTEMARTINI Proprio accanto alle Terme di Diocleziano, grazie a “Roman Otium Ritual”, nella Spa si possono provare i rituali di benessere degli antichi romani. Largo Giovanni Montemartini, Roma tel. 06.45661 www.palazzomontemartini.com CORSO VENEZIA 8 Uno spazio segreto, al terzo piano di un elegante palazzo nel cuore di Milano. Non più di tre clienti per volta: terapie d'avanguardia affidate esclusivamente alla tecnica manuale. Corso Venezia 8, Milano tel. 02.87382391 www.corsoveneziaotto.it FIRENZE NUMBER NINE La pausa pranzo? Da trascorrere all'Arya Beauty & Comfort Zone all'interno dell'hotel tra il Duomo e San Lorenzo. In 30 minuti un massaggio rigenerante e defaticante per piedi Via dei Conti 7, Firenze tel. 055.2937768 www.aryaspafirenze.com www.johansens.com PALAZZO GATTINI Ricavata tra cisterne e grotte scavate nella pietra, evoca antiche sale da bagno gentilizie. Da provare l'immersione nella vasca di galleggiamento. Palazzo Gattini, Matera Tel. 0835.334358 www.palazzogattini.it

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E POI IL PIACERE

MOTORI

IL FOTOGRAFO NON VEDENTE PETE ECKERT PRESENTA LA VOLKSWAGEN ARTEON ATTRAVERSO IMMAGINI UNICHE

Volkswagen Arteon, tutti i sensi della bellezza Il design avveniristico della berlina granturismo si intuisce anche solo con il tatto. Lo può testimoniare il fotografo non vedente Pete Eckert, il quale ha immortalato la vettura tedesca con la sua particolare tecnica fotografica di Franco Oppedisano rima si è informato sulle caratteristiche e sulle principali qualità dell’automobile, poi l’ha portata sul set, l’ha accarezzata e ha ascoltato il suono prodotto dal suo tamburellare con le dita sulla carrozzeria. Alla fine ha spento le tutte le luci dello studio e ha scattato la fotografia che vedete in questa pagina. Ma Pete Eckert, il fotografo, la nuova Volkswagen Arteon non l’ha mai vista perché è cieco. «Non c’è bisogno degli occhi per vedere la bellezza» ha affermato dopo lo scatto, il fotografo che, a causa di una malattia, ha perso la vista in età adulta, ma è stato più volte pubblicato da molte riviste e premiato. Eckert si è servito di un assistente di studio e ha scattato le foto con una macchina fotografica analogica totalmente al buio impiegando la doppia esposizione, tempi di posa lunghissimi, e muovendo diverse fonti di luce attorno all’auto. «La Ar-

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teon ha un design espressivo e avveniristico. Pete Eckert ha messo in luce queste caratteristiche in un modo unico. Le immagini create sono veri pezzi d’arte e hanno un’atmosfera davvero speciale, come solo lui sa fare. Abbiamo conosciuto Pete come una personalità», ha commentato Xavier Chardon, responsabile marketing di Volkswagen.

“Auto del popolo”? Solo per il prezzo Far fotografare la propria auto da un fotografo cieco, seppur noto e apprezzato, è una scommessa, ma è una bazzecola rispetto a quella che Volkswagen ha fatto decidendo di mettere in produzione la Arteon. La vita per il top di gamma dell’“Auto del popolo” non è mai stata facile, specie in Europa. La Phaedon, una vera ammiraglia che arrivava anche ad avere motorizzazioni da 5 litri, è uscita di produzione nel 2015 dopo 14 anni di

lunga ma non certo straordinaria carriera. Non aveva nulla da invidiare alle ammiraglie degli altri marchi premium tedeschi, ma non ne aveva lo status ed era venduta praticamente solo in Cina. E soltanto nella Repubblica Popolare è stata sostituita nel 2016 da un modello analogo chiamato Phideon che resta l’ammiraglia del marchio Volkswagen. La Arteon, invece, è l’erede di quella che all’esordio era chiamata Passat CC (per sfruttare il nome di un modello Volkswagen molto conosciuto) e poi soltanto CC. È una berlina “granturismo” che vuole offrire una linea slanciata e molto spazio all’interno. Cinque porte, quattro motori turbo a iniezione diretta – tre diesel e uno a benzina – tutti da due litri con il cambio automatico a doppia frizione Dsg che nelle versioni più potenti (240 e 280 cavalli) sono abbinati di serie alla trazione integrale 4Motion. Arteon dispone di un head-up display per vedere sul parabrezza tutte le informazioni sull’auto e un sistema di infotainment Discover Pro con schermo in glass design da 9,2 pollici e comandi gestuali. Inoltre monta tre tecnologie inedite: la regolazione automatica della distanza (ACC) di ultima generazione considera anche i limiti di velocità, le curve, le rotatorie e le diramazioni del tratto stradale, adeguando automaticamente la velocità in funzione di questi parametri; le luci sono in grado di rilevare l’imminente presenza di una curva e la illuminano prima ancora che il guidatore l’affronti; e l’Emergency Assist, qualora il guidatore dovesse perdere conoscenza per qualsiasi motivo, è in grado di frenare la vettura entro i limiti del sistema, e sterzare dirigendosi verso la corsia più a destra, a condizione che la posizione dei veicoli vicini lo permetta. Con queste caratteristiche, e questo prezzo, se si chiamasse Audi darebbe filo da torcere a tutti. Invece si chiama “auto del popolo”, e dovrà lottare per conquistare il suo spazio. Prezzo a partire da 46.500 euro


PRODUTTIVITÀ, EFFICIENZA E RISPARMIO SUI COSTI: LE AZIENDE CHIEDONO, LA STAMPA GESTITA RISPONDE. Sempre più aziende nel mondo stanno adottando soluzioni di MPS (Managed Print Services)

COSA SIGNIFICA PER UN’AZIENDA RICORRERE A SOLUZIONI MPS?

PERCHÉ NASCONO I SERVIZI MPS? Per monitorare e gestire tutte le risorse di printing in azienda (le pagine stampate, i materiali di consumo, la reportistica) seguendo un modello in cui tutti i processi risultano ottimizzati sulle esigenze produttive.

OBIETTIVI PIÙ IMPORTANTI DA RAGGIUNGERE In termini di parco stampa e gestione documentale, le PMI italiane si prefiggono:

RIDUZIONE DEI COSTI Hardware e consumabili

FATTORI CHIAVE DI SUCCESSO NEL PERSEGUIMENTO DEGLI OBIETTIVI Sono 5 i fattori di soddisfazione che determinano il successo dei servizi di stampa gestita:

Garantirsi il raggiungimento di determinati obiettivi, fondamentali per il successo nel business!

AUMENTO DELLA SICUREZZA Di documenti e stampanti

RIDUZIONE:

- del carico di lavoro sullo staff IT - dell’impatto ambientale

MIGLIORE QUALITÀ E AFFIDABILITÀ DEI SERVIZI

MIGLIORAMENTO: - dei flussi di lavoro - dei costi predittivi - del reporting/analytics

LA SOLUZIONE? BROTHER PAGINE + CLOUD È un servizio flessibile ideato da Brother per le PMI: una soluzione di stampa completa che semplifica le gestione del parco stampa e abbatte i costi, senza più bisogno di installazioni software grazie alla tecnologia cloud. Brother

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MUST HAVE

Italiani in vacanza, quali accessori non possono mancare?

Una ricerca del comparatore di prezzi “Pagomeno” ha consentito di stabilire quali siano gli accessori che non possono mancare in vacanza secondo gli italiani. Il primo posto è quasi scontato: secondo l’85% degli intervistati non c’è vacanza senza smartphone. A seguire, molto distanziati, seguono fotocamere e videocamere (27%). Al terzo posto un altro accessorio per restare connessi, lo smartwatch. Per quanto riguarda il mono femminile, per il 57% delle intervistate non si può fare a meno dell’asciugacapelli, seguito dall’epilatore salva bikini (39%) e dalla piastra per capelli portatile (31%). Il mare resta la meta preferita per le vacanze estive per la maggior parte degli italiani (83%): per chi ha scelto spiaggia e ombrellone, al primo posto tra i gadget più desiderati ci sono le ActionCam subacquee (41%), seguite dagli audiodock portatili Bluetooth (38%) e dal lettore mp3 waterproof (33%) per non rinunciare alla musica nemmeno in spiaggia. La vacanza in montagna si classifica al secondo posto tra le mete predilette (9%) e nel bagaglio del 45% degli appassionati è ormai indispensabile il GPS, seguito a ruota dal gettonatissimo Fitness Tracker (40%) per tenere monitorati allenamenti e movimenti. Al terzo posto, con il 25% delle preferenze, si colloca il drone. La vacanza culturale in città risulta infine la meno richiesta, ottenendo solamente l’8% delle preferenze. Ma i pochi temerari che si lanciano alla scoperta delle capitali anche in pieno agosto, però, l’accessorio preferito è l’utilissimo powerbank (89%), così da non doversi preoccupare dell’autonomia del telefono anche dopo una lunga giornata a spasso tra monumenti e musei. (m.s.)

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Lo champagne? Meglio se affinato....in fondo al mare 47 bottiglie di Veuve Clicquot scoperte al largo delle isole Åland nel 2010. Un ritrovamento del tutto casuale che ha però permesso di scoprire come lo stato di conservazione del vino fosse pressoché identico a quello che succede nelle cantine tradizionali. Per questo, nel 2014 la maison francese ha deciso di lanciare un esperimento: immergere nelle profondità del Mar Baltico una selezione dei suoi vini più raffinati in una cantina subacquea per monitorare lo stato delle bottiglie nell’arco di 40 anni. L’esperimento si chiama “Cellar in The Sea”, e con il solstizio d’estate del 2017 si è avuto il primo test: la degustazione di una serie di bottiglie conservate a 40 metri di profondità e confrontate con le stesse etichette provenienti dalle storiche cantine di Reims. Il risultato è che le bottiglie “marine” avevano mantenuto il vino più fresco e più giovane, tanto da portare gli esperti della maison a ritenere che, sebbene entrambi i metodi siano funzionali, il fondo del mare possa essere una scelta migliore per i vini che si vuole far invecchiare più a lungo. (m.s.)

Breitling, il militare per pochi Gli orologi militari, soprattutto quelli da pilota, nascono per il pubblico più esigente che ci possa essere. L’automatico 24h Avenger Hurricane Military di Breitling, presentato a Baselworld 2017 in serie limitata a mille esemplari, in questo senso, è un modello indubbiamente imponente. La cassa è realizzata in esclusivo materiale Breithlight, eccezionalmente resistente a urti o abrasioni, 3,3 volte più leggero del titanio e 5,8 dell’acciaio. Resistente all’acqua fino a cento metri, ha la lunetta girevole unidirezionale con arresto. Pulsanti e corona invece, dal canto loro, hanno un rivestimento antisdrucciolo per azionarli con i guanti. Dotato del certificato COSC di precisione cronometrica, questo originale cronografo arriva a misurare il quarto di secondo e ha una riserva di carica di oltre 70 ore. Sul quadrante nero le cifre sono in beige come nei modelli del passato, mentre è supertecnologico il cinturino in fibra tessile Military con interno e tagli laterali in caucciù nero. (e.i.).

Quando la vipera diventa protagonista La collezione Serpenti, che mostra l’abilità artigianale del grande gioielliere arrivato a Roma oltre 130 anni or sono (anche se da qualche anno, il Marchio fa parte dell’impero di LVMH), nasce negli anni ’40. Subito affascina i Vip di tutto il mondo per la sensualità della realizzazione e i simboli che le si accompagnano. Collane, bracciali, orecchini, orologi che nella testa del serpente nascondono quadrante e movimento e hanno un sinuoso bracciale che, come le spire del rettile, si attorciglia morbidamente intorno al polso. Recentemente è stata ideata anche una serie speciale di anelli in preziose versioni dedicati alla vipera. Le scaglie del serpente hanno assunto la forma della testa della vipera realizzata in oro bianco o rosa. Al di là della cura che fa di questi gioielli piccole opere d’arte, molti sono i significati simbolici che arrivano dalla storia antica oltre a quello dell’innata eleganza. (e.i.)


A PLACE TO BE

Un’oasi di pace sull’isola... che c’è Dieci ville in una tipica architettura ischitana immerse in un giardino di due ettari ricco di macchia mediterranea e piante autoctone. Cinquanta camere curate nei minimi dettagli che si affacciano su un giardino rigoglioso o direttamente sul mare. Si tratta del Garden & Villas Resort, un’oasi di pace immersa nel verde di Ischia, a due passi dalla cittadina di Iacco Ameno. Dalla sua posizione strategica, è facile raggiungere tutte le zone più rinomate dell’isola, come la spiaggia di San Montano e il Parco Termale di Negombo, ma anche Forio, Sant’Angelo e il Porto dell’Isola. L’arredamento scelto per le camere è caratterizzato dai colori tenui, ispirati alla natura del luogo in modo da consentire agli ospiti di immergersi nel clima isolano. Alcune camere dispongono anche di una mini piscina Jacuzzi posta sulla terrazza. A diposizione dei clienti del Garden & Villas Resort c’è anche una piscina semiolimpionica con acque termali mantenute costantemente a 28° di temperatura. Grande importanza è data ai sapori, uno dei marchi di fabbrica della tradizionale ospitalità campana. La prima colazione, servita per gran parte dell’anno all’aperto, si compone di un ricco buffet con prodotti di pasticceria realizzati in casa, pane cotto nel forno a legna del resort, frutta fresca e marmellate, rigorosamente di provenienza ischitana. A bordo piscina è collocato invece il ristorante “Il Corbezzolo”, dove un giovane e talentuoso chef propone

un menu incentrato sul meraviglioso mix tra i profumi i sapori dell’isola. I prodotti, freschi, sono di provenienza locale mentre la frutta e la verdura vengono colte direttamente nell’orto botanico del resort. La Spa, infine, è il vero pezzo forte. Si tratta del luogo ideale in cui prendersi cura del proprio benessere psico-fisico attraverso i magici effetti delle acque, i trattamenti di bellezza, gli oli essenziali che donano energia e i bagni di vapore nella suggestiva grotta naturale. A disposizione degli ospiti viene messa anche la palestra, completamente attrezzata per garantire ai clienti del Garden & Villas Resort di poter tonificare il proprio corpo e rimanere in forma. Il risultato di quest’offerta senza precedenti è la perfetta fusione tra un parco dalla natura mediterranea e la storia di una terra millenaria, in un connubio degno di un paradiso. (m.s.)

Le “mani” d’Italia in mostra nella Laguna Non hanno mai ceduto alle lusinghe delle multinazionali, lasciando invece che le famiglie fondatrici restassero al comando nonostante il passare delle generazioni: sono le imprese storiche italiane, al centro della mostra fotografica “Le Mani della Tradizione” a cura di Thomas Quintavalle. Allestita presso Palazzo Ca’ Zenobio a Venezia e aperta fino al 29 settembre, l’esposizione racconta le storie di alcune tra le più antiche aziende italiane e del mondo: un viaggio attraverso le immagini di chi è riuscito a realizzare un’idea vincente fatta di valori e di persone che con talento e caparbietà sono riuscite a trasformare un sogno in realtà. «Il mio obiettivo – afferma Quintavalle – è catturare due universi apparentemente in antitesi, quello aristocratico

Il Porto verde che rigenera lo spirito Il Porto degli Argonauti di Lido di Macchia, in Basilicata, è un resort fra i più verdi d’Italia, le cui case, costruite su progetto dell’architetto Luigi Vietti, occupano solo il 30% del terreno (circa 30 ettari), e sono circondate da oltre un milione di piante e arbusti, piantati per l’occasione. E’ il luogo ideale per le vacanze delle famiglie e dei diportisti. E con una buona cucina nei tre ristoranti complessivi (di cui uno sulla

del prodotto finale e quello democratico che dà spazio ad artigiani e operai. Un tributo al made in Italy che da un lato aiuta gli italiani a riconoscersi nella qualità e dall’altro rappresenta quel plusvalore che ci distingue in tutto il mondo». Oreficeria abbigliamento, confetteria e alla cantieristica: dall’800 fino all’inizio del millennio scorso, la mostra porta avanti un viaggio intorno al prodotto made in Italy ed è realizzata in collaborazione con le Imprese Storiche Italiane, un’unione che oggi abbraccia quarantacinque realtà. (m.g.)

spiaggia). La struttura si trova a poco più di un’ora di volo da Milano e poco meno in auto dall’aeroporto di Bari. L’approdo turistico è al momento l’unico in Italia con 5 ancore dell’associazione inglese TYHA, The Yacht Harbour Association, per qualità dei servizi del porto e del resort turistico. Ma è anche la soluzione ideale per un fine settimana romantico o una vacanza spensierata grazie alle residenze Agaveapartments (monolocali, bilocali e trilocali): 92, di lusso, con camere ampie, terrazzi o giardini. (a.l.) COSA

Cena sotto le Stelle QUANDO

6 settembre DOVE

Gaggiano (Mi)

La creatività made in Japan Prosegue alla Cascina Guzzafame di Gaggiano la rassegna “Cashinomoto”, crasi tra “Cascina” e “Hoshi no moto”, che in giapponese significa “sotto le stelle”. Si tratta di un’occasione unica per esplorare la creatività dello chef Takeshi Iwai, che accompagnerà i suoi ospiti in un menù inedito composto di 5 portate con tappeto musicale in sottofondo. L’esperienza è rivolta ad un pubblico selezionato di 30 persone, che verranno “coccolate” con pane appena sfornato fatto di farina integrale e lievito madre 100% e con burro alle alghe come accompagnamento. I vini saranno quelli della cantina piemontese Bersano. Chi non riuscirà a prenotarsi per tempo, avrà modo di rifarsi mercoledì 4 ottobre.

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LE RAGIONI DEL GOSSIP a cura di Monica Setta

UN’ESTATE ALLA CAPRESE: LA DOLCE VITA 2.0 DELL’INSULA FELIX Come nei magici anni ‘60, il turismo d’élite è tornato all’ombra dei Faraglioni. Allora, in piazzetta sfilavano principesse e dive hollywoodiane, oggi le ospiti più attese si chiamano Chiara Ferragni e Melania Trump IN PRINCIPIO FU IL CAPOSTIPITE MARIO MORGANO, GENTILUOMO altoborghese colto come solo alcuni napoletani-bene sanno essere. Geniale e rarefatto, lo storico patron del Quisisana, l’albergo-gioiello che rappresenta la bellezza di Capri nel mondo, Morgano senior accoglieva celebrità internazionali o capi di Stato con la stessa nonchalance con cui stringeva la mano ai comuni mortali a cui capitava, certamente per caso, di infilare il sontuoso portone d’ingresso del suo magnifico albergo solo per vedere, citando l’eterno Jannacci, l’effetto che fa vivere una vita da ricchi. All’epoca, siamo nei magici anni ‘60 (quelli del boom economico ma anche dei film antesignani del “Sapore di sale” girati a bordo di voluttuosi motoscafi nelle isole campane dell’amore) a Capri transitavano – lo struscio vellutato come un battito di seta, nastri o tulle nella mitica piazzetta – principesse, star del cinema americano ed imprenditori di casa nostra che cominciavano ad investire (cosa che succederà venti anni dopo con Diego Della Valle che conquista una lussuosa magione ad Axel Munte) nel mattone affacciato sui Faraglioni. Nei favolosi anni ‘80, ricordano le cronache rosa dell’epoca, Angelo Rizzoli innamoratissimo dell’attrice Eleonora Giorgi, sua prima moglie nonché madre del primogenito Andrea (si sposarono a Venezia, testimone Bruno Tassan Din) le affidó in pegno, oltre al cuore, una spettacolare villa affacciata sui Faraglioni. Prescindere dall’estate caprese, con le tappe da Paolino alla Limonaia ed i pranzi a bordo della piscina del Quisisana, era impensabile. Si andava in Costa Smeralda, eventualmente, ma di sicuro una parte della vacanza d’agosto era

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caprese. Mario Morgano gestiva tutto con sapiente astuzia, chi entrava, ma anche chi non doveva entrare perché lo stile caprese era questo: una sorta di naturale “meccanismo” più escludente che altro, tipico di una società dove lo “status” era qualcosa di più del semplice, attuale positioning. Negli anni, Morgano aveva mollato docilmente le redini dell’azienda prima al figlio

laico di un turismo d’élite che risponde non bene, addirittura benissimo. La crescita di questa estate (dati ancora provvisori) è record, quasi un raddoppio di presenze rispetto al 2016, sold out fino a dopo Ferragosto, fatta eccezione per quelle mega suite da decine di migliaia di euro che rimangono a disposizione degli emiri o dei vip di tripla A. Lo dimostra il fatto che Fedez con la compagna miliardaria

IN SENSO ORARIO: MELANIA TRUMP, CHIARA FERRAGNI, DIEGO DELLA VALLE, LUCA CORDERO DI MONTEZEMOLO

medico Gianfranco poi a Nicolino che oggi guida il Quisisana con mani di velluto, curando con delicatezza quasi maniacale quei dettagli (il food, i fiori, perfino la composizione del frigobar nelle camere) che fanno la differenza. Così, malgrado l’isola abbia perso carisma diventando più “neutral” come direbbe Melania Trump – il che, tradotto, significa: ci vai o no, è lo stesso – il Quisisana è rimasto il tempio

blogger fashion Chiara Ferragni, per il soggiorno caprese, ha scelto un altro albergo, bellissimo ugualmente ma meno inaccessibile del Quisisana. La coppia ha puntato sul Capri Palace di Tonino Cacace, il fascinoso imprenditore amico di Della Valle o Luca Cordero di Montezemolo, già noto al gossip per essere stato fidanzato dell’ex miss Italia Roberta Capua oggi felicemente sposata a Bologna.

Nell’albergo di Anacapri che si raggiunge arrampicandosi su fino alla “montagna” dell’isola, è sbarcato da poco il napoletano Vincenzo Falcone già general manager del Grand Hotel di Roma. A Falcone è riuscito il miracolo di diversificare la clientela puntando su personaggi totalmente diversi da quelli che frequentano La Colombaia, il roof del day-time dell’albergo dei Morgano. Come se Nicolino & Vincenzo avessero stretto un patto, lo scambio è plateale ma funzionale ai numeri. AnacapriCapri cresce quest’anno al ritmo del 20%, un mood definito dagli operatori “sensazionale” perché si tratta, parlando di turismo residenziale e non giornaliero, di un mercato medio-alto. I prezzi, infatti, per chi alloggia a Capri non sono inferiori ai 400-500 euro a notte se si tratta di un 4-5 stelle, scendono leggermente ad Anacapri, ma non al Palace dove la suite costa quasi 10 mila euro. «Capri non è facile da vivere», racconta Barbara Ziviani, la bella moglie di Giampaolo, uno dei due fratelli patron degli orologi Audemars Piguet che proprio al Quisisana ha trascorso una fetta sostanziosa della vacanza 2017, «ma in questo albergo si sta come a casa, in 10 giorni sono andata al mare una sola volta. Mi sono abbronzata in piscina, ho mangiato divinamente ed uscendo, per la passeggiata serale o l’aperitivo in piazzetta, mi sono anche rilassata». Al Quisisana, i re degli orologi top-class hanno organizzato una soirée per la rete vendita molto ambita, conclusa con le musiche di Guido Lembo all’Anema&Core. Si dice che a fine agosto potrebbe arrivare Melania Trump. Nessuno conferma, e potrebbe essere la solita fake news estiva. Ma i capresi ci credono perché nell’insula felix, un passaggio lo fanno tutti (meglio se senza i paparazzi, of course).




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