Giornalino-Maggio

Casa Del Fanciullo

SIAMO DAVVERO DIVENTATI UNA GRANDE

FAMIGLIA E

QUESTO È IMPAGABILE

Associazione Casa del Fanciullo vic. Santonini. 12 35123 Padova C/C postale n. 10339356 Coordinate Bancarie: BANCA PROSSIMA Via Trieste 57/59 35121 Padova IBAN: IT91H033 5901 6001 0000 0062 955 BANCA CARIGE Via Matteotti, 5 35137 Padova IBAN: IT76D034 3112 1200 0000 0120 280 Telefono: 049 - 8751075 Fax: 049 - 659179 indirizzo mail: info@cadelfa.it melograno@cadelfa.it primipassi@cadelfa.it Sito Web: www.cadelfa.it N. 164 - Maggio 2015 Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) Art. 1, Comma 2, DCB Padova Direttore: Don Orlando Galiazzo Direttore Responsabile: Chiara Gaiani Autorizzazione del Tribunale di Padova n. 29 con decreto del 24/10/1949.

Imprimatur Patavii, Vic. Gen. I dati forniti dai soci dell’Associazione Casa del Fanciullo vengono utilizzati esclusivamente per l’invio del giornale e non vengono ceduti a terzi per alcun motivo.

Grafica ed impaginazione: Andrea Lazzaro Stampa: MEDIAGRAF S.p.A. Viale della Navigazione Interna, 89 35027 Noventa Padovana - PD In redazione: Susanna Bottazzo, Agostino Coppe, Chiara Gaiani, don Orlando Galiazzo, Andrea Lazzaro, Annia Ravazzolo, Cristina Rizzi.

Hanno collaborato a questo numero: Matteo Berto, Marco Bevilacqua, Stefania Caldi, Antonio Greggio, Diana Nalin, Luigi Perseghin, Bruno Ravazzolo, Matteo Sardella, Clara Zotta.

Foto: Archivio Casa del Fanciullo Disegni: Andrea Lazzaro, Bruno Ravazzolo Quota annua di adesione: €10,00 Sostenitore: €30,00 Associato all’USPI Unione Stampa periodica italiana

Grazie Casa del Fanciullo Entrare in Casa del Fanciullo è sempre una sorpresa. Sembra quasi che le mura di questa grande opera protetta dalle cupole della basilica del Santo parlino. Tentano di nascondersi all'apparenza, ma il bene che si respira è contagioso.

In Casa del Fanciullo si toccano con mano ogni giorno generosità, carità e una grande fiducia nella Provvidenza. Molti di noi conoscono il lungo travaglio di quest'opera, molti sanno però che il seme di bene piantato nel 1922 da un giovane sacerdote che aveva saputo intuire i veri bisogni degli umili e in particolare dei piccoli è riuscito a germogliare. In Casa del Fanciullo non fanno molta paura le spine, non fanno paura neppure i rami secchi che inevitabilmente si debbono tagliare. La veste nuova che per il secondo numero accompagna questo giornale di collegamento è il segnale che la volontà di andare avanti c'è. Si dovrà certo ancora cambiare qualcosa, ma il bene non ha paura dei cambiamenti.

In questo 2015 Pierino Pellizzari ha festeggiato i suoi 90 anni, a maggio don Orlando Galiazzo festeggia i suoi 75 anni. Persone che hanno dato la loro vita a servizio di quei fanciulli che don Giuseppe Paccagnella tanto aveva a cuore. "Fanciulli" è un termine che sa d'antico ma io lo sento con affetto capace di fare sintesi e racchiudere in se' l'innocenza dei bambini e il desiderio di diventare grandi, magari bruciando le tappe, di giovani e adolescenti. La Casa del Fanciullo, proiettata a grandi passi verso un secolo di storia, questi piccoli li vuole ancora accogliere. In modo più moderno, cercando di operare le scelte migliori.

Mettendole però, ancora una volta, nelle mani della Provvidenza che attraverso gli uomini saprà indicare la strada giusta da percorrere.

Chiara Gaiani

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2. Grazie Casa del Fabciullo (Chiara Gaiani)

NEWS DAL MELO

10. Il punto (Stefania Caldi) 12. Il teatro di figura (Cristina Rizzi) 14. Un attacco d'arte

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20. Una proposta a misura di comunità (Marco Bevilacqua) 22. La formazione prende quota (Matteo Berto)

FORMIAMO IMPRESA SOCIALE .

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/ SOMMARIO / TEMPO DI CAMBIARE: “DIO SA QUAL È IL MEGLIO”

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Il tempo passa e il Signore ci sorprende sempre; torna a dirci di non avere paura, di essere forti e di offrire tutto a Lui; in mezzo alle nuove sofferenze e croci, Lui ci sosterrà! Contare gli anni e spegnere candeline ovviamente non basta al buon proseguimento della nostra Casa. Oggi, più che mai, ci sono davanti a noi concreti e seri impegni economici, per risolvere i quali è necessario operare con l’aiuto di persone esperte, serie e generose per riorganizzare in maniera produttiva le nostre attività istituzionali. Eppure la nostra storia - di ieri e di oggi - con i suoi alti e bassi è sempre una bella storia, che ci ha consentito di arrivare fin qui! Ora, come tutti, stiamo vivendo la prolungata crisi che ha minato la sussistenza economica delle stesse famiglie e delle opere caritative come la nostra, che ci obbliga ad attrezzarci ed organizzarci in maniera diversa. La svolta non sarà indolore anche se dobbiamo avere una speranza certa e concreta di poter camminare meglio, per continuare a svolgere le nostre belle e sane attività educative. È urgente sensibilizzare il cuore di ciascuno di noi ad un possibile cambiamento, dopo aver individuate le cause più evidenti che ci hanno portato alle attuali difficoltà; è giusto che ne prendiamo coscienza per cambiare al meglio, pur tenendo fede agli ideali del padre fondatore. È pur vero che sono passati tanti anni ed il mondo è cambiato, ma il Signore - pur in mezzo a sofferenze e prove - ha sempre continuato a camminarci accanto in questa sua opera di carità e ancor oggi ci chiede di collaborare con lui e di lasciarci condurre, con l’ aiuto dei fratelli, perché possiamo trovare le giuste strade della carità. L’ invito che il Signore ci rivolge è quello di ripensare prima di tutto a un cambiamento di cuore, per poter comprendere con maggior chiarezza ciò che è utile per il bene futuro dell’opera. La crisi attuale impone un ripensamento radicale dei modelli educativi, formativi e culturali, nei quali

siamo cresciuti e che ci hanno fin qui accompagnato, e richiede una reinterpretazione profonda, per poter rispondere ai bisogni delle persone che siamo chiamati a servire. Dobbiamo essere attenti e preparati a rispondere puntualmente alle nuove sfide che la società ci presenta, per garantire al meglio gli obiettivi del bene comune. I mutamenti che si stanno manifestando nella società odierna ci sollecitano ad essere educatori attenti dei nostri giovani ospiti, adeguando il carisma della Casa all’oggi che avanza e ci coinvolge.

Questo nuovo impegno nasce dal fatto che non siamo più chiamati a soddisfare esclusivamente bisogni materiali, ma dobbiamo avere la capacità di andare oltre la quotidianità per aprirci a progetti di futuro che impegnano le nostre forze in un respiro di speranza. Facendo la volontà di Dio, anche quando sono messe in discussione alcune nostre umane certezze, siamo chiamati a comprendere - pur nella prova - che il Signore sostiene sempre le nostre forze, anche quando, oltrepassando i nostri limiti, crediamo di essere indifesi. Chiediamo a Dio che ci conceda la serenità di accettare il nuovo che avanza; il coraggio di cambiare gli stili di vita fin qui condotti e la capacità di adeguarci ai tempi nuovi e ci doni consapevolezza e fiducia per il futuro dell’opera, affinché, con il suo aiuto, sia ancora possibile operare il bene di quanti incrociamo sulla nostra strada.

Don Orlando Galiazzo presidente Casa del Fanciullo

/ SOLIDARIETÀ IN TEMPO DI CRISI Un momento difficile per tutti questo anche per la nostra Casa. Attraverso queste pagine vogliamo allora ringraziare chi conserva una profonda umanità nei rapporti creando le condizioni per superare ogni difficoltà.

Vi è mai capitato?

Tre giorni dopo la scadenza di un pagamento: "Si prega di dare sollecito riscontro alla 'fattura n... del…'. Qualora il pagamento non venisse effettuato nei tempi disposti sarà nostra cura salvaguardare i nostri interessi".

Quante volte o meglio quante volte al giorno arrivano messaggi così da parte di fornitori scontenti perché non riscuotono né il nostro pagamento né quello di molti altri? Sacrosanto il diritto di sollecitare, fatiche enormi per far quadrare i conti di chi deve pagare e di chi deve incassare.

Tutti nella stessa barca, con le stesse speranze di farcela, di arrivare alla fine del mese, di non essere travolti nella carretta della nostra economia che solca e vaga in acque burrascose. Molto spesso sono messaggi caustici, velati di freddezza e rancore, forti del diritto di aver reso un servizio e quindi di essere corrisposti con prontezza senza tenere conto che, allo stesso modo, chi deve pagare a sua volta non incassa. Ma ci sono giorni in cui succede che un fornitore chiama e dice: "Possiamo vederci? Avrei bisogno di fare un piano di rientro e magari vedere assieme come potremmo gestire la cosa". E la risposta è di scuse: "Ha ragione siamo in ritardo, abbiamo problemi di liquidità".

E il fornitore: "Sì lo immagino, non si preoccupi. Siamo tutti nella stessa barca ma insieme troveremo una soluzione”.

Sono giorni in cui le difficoltà non sono sospese, non c’è il miracolo, non c’è la tregua, ma c’è la comprensione, la condivisione, lo sforzo di provare a trovare – insieme – una soluzione. C’è la compartecipazione ad un progetto che aiuti entrambi. È vero! È sempre un sollecito di pagamento ma prevale la delicatezza e il rispetto. Eh sì! C’è modo e modo.

Grazie ad Andrea, Paolo, Emanuela. Fate più ‘sociale’ di quanto credete.

Susanna Bottazzo, vicepresidente Casa del Fanciullo

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Non c’e’ esercizio migliore per il cuore che stendere la mano e aiutare gli altri ad alzarsi.

(Henry Ford)

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/ VITA DELLA CASA / CHE BELLA LA FESTA PER I 90 ANNI DI PIERINO Mercoledì 7 gennaio in vicolo Santonini è stata una intensa giornata di visite e di ricordi. Ci siamo ritrovati in tanti nella cappella della Casa, dopo una breve sosta davanti al presepe. Alle 12,15 don Orlando e don Francesco Farronato hanno dato inizio alla partecipata concelebrazione eucaristica di ringraziamento per i 90 anni del nostro caro Pierino Pellizzari.

C'erano la sorella Imelda e il fratello Marcello, i ragazzi di un tempo, oggi nonni e già in pensione, che con Pierino – nei primi anni Cinquanta – hanno potuto imparare un mestiere in Casa del Fanciullo, i soci, i consiglieri della nostra associazione, una delegazione della comunità di Villa San Francesco, con tutti i residenti della Casa del Fanciullo – in primis il fido Elio. Durante l'omelia don Orlando ha ricordato il servizio reso da Pierino, accanto a don Giuseppe Paccagnella nelle più varie mansioni richieste dalla struttura. Porgendo il suo saluto, don Francesco ha sottolineato come la Casa abbia potuto offrirgli l'occasione di vivere e interpretare una vita, impasto di normalità, ma camminando a fianco di persone che hanno dato testimonianza di vera santità: “Ecco la straordinaria bellezza di Casa del Fanciullo”!

Al pranzo comunitario, a don Giancarlo Smanio e don Loris Zamarco, rientrati dalla mattinata di scuola, si sono aggre-

-gati gli educatori e i giovani ospiti del centro educativo Melograno, il segno della continuità educativa in questa nostra Casa. Grazie a quanti hanno partecipato, ai tanti che hanno fatto squillare il telefonino di Pierino, ai sempre generosi benefattori e, non da ultimo, alle gentili volontarie per la loro disponibilità.

Agostino Coppe

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Acquerello di Pasqua - Bruno Ravazzolo

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/ MARCHIO FAMIGLIA / IL PUNTO Si respira quasi aria di vacanza al Melograno dove dopo lo studio di molti mesi, i ragazzi iniziano a intravvedere il traguardo che per tutti sarà il 10 giugno.

Tra i nostri ragazzi c’è anche un gruppetto che quest’anno finirà un po’ più tardi perché gli esami di terza media li aspettano. Per loro, in aggiunta allo studio, abbiamo pensato di organizzare qualche incontro con un’insegnante che condurrà un laboratorio di letture animate. In queste occasioni verranno affrontati specifici temi storici mediante letture di brani e, a seguire, i ragazzi saranno invitati al dialogo e alla riflessione.

Nonostante la costanza e l’impegno scolastico che gli educatori e i professori insistono a richiedere a tutti i ragazzi, altre attività hanno preso piede al Melograno per far si che ci sia anche lo spazio e il tempo per dare libero sfogo alle emozioni e alla creatività.

Per i bambini delle elementari continua il laboratorio di pittura con Eugenia, studentessa formatasi all’Accademia delle Belle Arti di Venezia, pronta a sperimentare tecniche diverse con entusiasmo e passione.

Per i ragazzi delle medie e delle superiori è attivo da qualche settimana il laboratorio di teatro di figura con l’obiettivo di far provare ai partecipanti nuovi modi di comunicare tra loro e di esprimere emozioni e stati d’animo oltre che di stimolare il lato creativo che ognuno di loro ha dentro di sé. Un altro momento prezioso

che abbiamo deciso di dedicare ai grandi è lo spazio di ascolto con l'opportunità, per chi lo desidera, di avere una persona che li accoglie e li ascolta nel pieno rispetto della riservatezza e della discrezione.

Personalmente ritengo molto importante, nell’ottica di un accompagnamento alla crescita delle persone, promuovere il benessere di ogni individuo anche attraverso la possibilità di sperimentare l’importanza della riflessione.

Insegnare ai giovani a prendersi del tempo per pensare a ciò che quotidianamente accade loro, supportarli nel cercare di dare un nome alle loro quotidiane difficoltà, stimolare le risorse personali per affrontare e risolvere le criticità incontrate, questo è in sintesi l’obiettivo che si pone chi gestisce uno spazio di ascolto.

Questo e altro accade al Melograno…

Stefania Caldi responsabile centro educativo Melograno

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Tre cose ci sono rimaste del paradiso: le stelle, i fiori e i bambini.

(Dante Alighieri)

/ MARCHIO FAMIGLIA / IL TEATRO DI FIGURA Teatro-terapia: la funzione terapeutica del teatro di figura tra le proposte di primavera del Melograno I laboratori teatrali sono diventati una vera e propria pietra angolare all'interno dei progetti scolastici e non è certo difficile comprenderne le ragioni: gli effetti terapeutici del teatro sono infatti sotto gli occhi di tutti, non addetti compresi. E se in passato l'attenzione era rivolta soprattutto al possibile effetto catartico e liberatorio relativo agli spettatori che assistono alla scena, oggi il focus si è allargato anche agli effetti che la rappresentazione teatrale ha su coloro che sono coinvolti nella sua realizzazione: favorire l'espressione individuale e di gruppo, attivare la creatività personale, facilitare la crescita delle interrelazioni sono soltanto alcuni tra i più importanti benefici che il “fare teatro” permette di ottenere. Il centro educativo Melograno ha scelto di adottare questa prospettiva e da alcune settimane ha dato il via ad un progetto chiamato Laboratorio di teatro di figura curato da tre professioniste del settore e rivolto ai ragazzi di età compresa tra i 13 e i 16 anni.

Per teatro di figura si intende quella particolare forma d’arte che utilizza burattini, pupazzi, ombre e altri oggetti come protagonisti dello spettacolo teatrale.

“Questa rappresentazione – spiegano gli educatori del centro – ha valenza sia ricreativa che terapeutica, dato che gli oggetti di scena diventano un tramite efficace per instaurare relazioni tra individui in un gruppo e allo stesso tempo possono essere caricati dei propri investimenti affettivi ed avere un valore soggettivo per la persona. Tutti gli “oggetti artistici” sono animati con le mani e con il corpo e per questo la condivisione di uno spazio di azione scenica dovrebbe stimolare l’empatia e il conseguente apprendimento di competenze comportamentali, relazionali e affettive”. Nel primo modulo i ragazzi si sono impegnati ad inventare

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con la propria fantasia un contesto ideale in cui rappresentare una storia e i rispettivi protagonisti.

Successivamente sono stati coinvolti in attività volte a sviluppare la propria consapevolezza corporea (in questa fase i ragazzi verranno affiancati da una vera e propria esperta di teatro di figura terapeutico). Il terzo modulo prevede infine che i giovani scelgano di rappresentare un particolare oggetto, funzionale alla trama della storia, il quale verrà ideato e costruito proprio da loro. Il laboratorio, della durata di un’ora e mezza alla settimana, si concluderà con una serie di incontri per preparare la rappresentazione finale prevista in coincidenza con la fine dell’anno scolastico. L’obiettivo che deve guidare i partecipanti è quello di sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e dell’altro attraverso l’utilizzo conscio dei movimenti del corpo, l’uso della voce, le esperienze di esplorazione dello spazio, di condivisione con il gruppo, oltre allo sviluppo della creatività e dell’espressività di ognuno.

La finalità principale del progetto, intesa da un punto di vista più “concreto”, è quella di favorire il raggiungimento da parte del singolo ragazzo di uno stato di equilibrio e benessere psico-fisico dato dalla possibilità di esprimersi in un contesto dove pre-giudizio e giudizio vengono sospesi. “La performance non è un'illusionistica copia della realtà, nè la sua imitazione. Non è una serie di convenzioni accettate come un gioco di ruolo, recitato in una separata realtà teatrale. L'attore non recita, non imita, o pretende.

Egli è se stesso.”, disse Grotowski, regista teatrale polacco nonché una delle figure di spicco dell'avanguardia teatrale del Novecento. E noi non possiamo che essere d'accordo con lui.

Cristina Rizzi

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/ MARCHIO FAMIGLIA

/ UN ATTACCO D'ARTE Non solo teatro. Anche cinema e pittura nei pomeriggi del Melograno con i ragazzi delle superiori impegnati a confrontarsi con il cinema e quelli più piccoli con la creatività della pittura. Un vero e proprio cineforum quello proposto dall'équipe educativa del Melograno ai ragazzi delle superiori che prevede la visione di vari film e la successiva discussione in gruppo e con gli educatori. Molti i temi affrontati: gli affetti, l'amicizia, i comportamenti scorretti per entrare nel gruppo dei pari a partire dal film “Ti va di ballare?”, la storia di un dopo scuola per ragazzi di cui nessuno si vuole occupare e di un insegnante di balli da sala, Pierre Dulaine, che proporrà la danza come forma di educazione alternativa, un modo per stimolare i ragazzi a rispettarsi e ad avere fiducia nelle loro capacità. Spazio anche ai più piccoli con un progetto partito a novembre e coordinato da Eugenia, studentessa dell'accademia di Belle Arti.

L'obiettivo è quello di tirare fuori il lato creativo dei bambini delle elementari grazie ad un laboratorio di arte accompagnato dall'ascolto di musica rilassante per far conoscere l'arte contemporanea ai più piccoli in modo divertente. Le lezioni sono basate sull'osservazione delle tecniche usate da grandi artisti contemporanei come Jackson Pollock e Kandinsky, tra gli altri, proposte come modello ai piccoli sperimentatori.

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Acquerello di Pasqua - Bruno Ravazzolo

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/ MARCHIO FAMIGLIA / IL VALORE DELLA ROUTINE Continua l'esperienza del nido Primi passi dove si prosegue con le varie attività proposte ai bambini dalla lettura al corso di psicomotricità. Dall'équipe educativa una riflessione su uno dei punti cardini sviluppati con i piccoli: dare valore ai gesti compiuti nella giornata al nido per creare familiarità e aiutare la crescita.

Un aspetto molto importante che caratterizza la vita dei bambini in un asilo nido come i Primi passi sono le routine, ovvero momenti che si ripresentano nell'arco delle giornate in modo costante e ricorrente scandendo in maniera regolare la quotidianità del bambino.

L’accoglienza, il gioco libero e guidato, il momento del pasto e del riposo, il cambio del pannolino sono alcuni momenti della vita al nido. Per favorire il passaggio da un’attività ad un’altra, ad esempio dal gioco al pranzo, noi educatrici utilizziamo gesti, canzoni, filastrocche, che accompagnano il bambino a comprendere il cambio di situazione e a prepararsi di conseguenza alla routine successiva. È importante che i gesti, le canzoni e le filastrocche siano sempre gli stessi per aiutare il bambino a riconoscere il modificarsi delle situazioni, portandolo così a compiere le azioni rituali.

Per esempio, mentre i bambini sono seduti a tavola in attesa che il pranzo sia servito, io e Monica cantiamo insieme a loro la canzone “Viva la pappa con il pomodoro”.

Si tratta di vere e proprie esperienze ed occasioni di apprendimento e di crescita poiché consentono l’acquisizione di abitudini regolari e ordinate che favoriscono l’orientamento rispetto ai tempi, agli spazi, al succedersi delle diverse situazioni e attività quotidiane aumentando così il senso di continuità dell’esperienza vissuta dal bambino.

Le routine diventano dei veri e propri rituali facilmente riconoscibili e prevedibili che portano il bambino ad acquisire maggiore sicurezza in se stesso, nei con-

fronti dei suoi compagni e delle educatrici. Una volta appreso il significato dei gesti e dei comportamenti, il bambino sa già cosa aspettarsi e questo gli permette di partecipare attivamente sentendosi capace, aumentando la sua autonomia, la sua autostima e la sua autoefficacia.

Questi aspetti li ho riconosciuti in particolare nel momento della preparazione al riposo pomeridiano. Ho notato come attraverso i rituali utilizzati - l’abbassamento della tenda, la lettura di un libro e il canto di una canzone – i bambini abbiano sviluppato una migliore consapevolezza del momento che stanno vivendo, affrontando il riposo con maggiore sicurezza, serenità e partecipazione. Non vivono passivamente la situazione, ma anzi, agiscono consapevolmente: essi mettono da parte i giochi, si avviano verso la stanza dove dormono e si stendono da soli nel loro lettino. Un test importante per noi educatrici che dalla risposta data alle routine proposte dai bambini possiamo comprendere se sono sono state comprese e interiorizzate.

Clara Zotta – responsabile nido Primi passi

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Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio.

Bisogna custodire la gente, aver cura di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono piĂš fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore.

(Papa Francesco)

/ MARCHIO FAMIGLIA / LA NOSTRA QUOTIDIANITÀ Casa Carolina continua ad essere nel pieno della sua attività. Dopo il rallentamento del periodo di Natale conseguente alla diminuzione del lavoro programmato dell’ospedale, ecco che i mesi appena trascorsi hanno visto la ripresa delle richieste a pieno ritmo.

Nel tentativo di rendere meno pesante la presenza in una città spesso sconosciuta, in un momento difficile della vita, si cerca di mettere in pratica l’arte dell’accoglienza, nella semplicità dell’ascolto, del sorriso, della parola spesa per incoraggiare e sostenere. E così gli ospiti arrivano per la prima volta, tornano, si passano le informazioni.

Questa è la quotidianità della casa e quello che cerchiamo di praticare ed il motivo di ringraziamento sincero dei nostri ospiti.

Diana Nalin

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/ FORMIAMO IMPRESA SOCIALE / UNA PROPOSTA A MISURA DI COMUNITÀ

A poco più di un anno dalla sua fondazione, Formiamo impresa sociale di cui Casa Fanciullo è socio fondatore, continua nel suo impegno a misura di comunità con proposte concrete e concretizzabili che possono essere sostenute anche grazie a un fruttuoso interscambio con il progetto E.com. Nata a servizio delle comunità, Formiamo continua anche a operare sul fronte della formazione con numerosi corsi in calendario e in fase di progettazione.

I contesti comunitari di servizio, pur avvalendosi del lavoro di preziosi e insostituibili volontari, non sono esenti dall’operare in sicurezza. Vi è infatti, prima ancora che un obbligo legislativo, un preciso dovere etico e morale nei confronti di chi si affida a questi servizi.

L’accoglienza, la sicurezza, l’igiene, la capacità di saper gestire un’emergenza sono oggi conoscenze necessarie per chi opera con bambini, famiglie, anziani e persone fragili. Il tema della sicurezza quindi è per le parrocchie e le comunità un dovere e un investimento da mettere a bilancio oltre che un obbligo legislativo. I recenti fatti di cronaca e le conseguenti sollecitazioni degli organi di vigilanza impongono alle comunità misure di prevenzione e protezione della sicurezza nei luoghi di lavoro e della salute dei cittadini e della collettività. I volontari per la legge 81/08 (ex 626) sono di fatto equiparati ai lavoratori autonomi e soggetti pertanto agli obblighi di formazione e informazione derivanti. A servizio delle comunità, Formiamo impresa sociale ha preparato alcuni percorsi formativi pensati a misura di parrocchie, circoli, gruppi associativi e sportivi, scuole dell’infanzia che impiegano volontari. Un discorso a parte andrebbe fatto, ovviamente, per le scuole dell'infanzia parrocchiali, le parrocchie stesse e tutte le realtà che hanno personale dipendente.

In questo caso, parrocchie o scuole assumono la qualifica di datori di lavoro e sono soggetti ad una formazione specifica che Formiamo impresa sociale è in grado di soddisfare. Numerosi i corsi pensati per i volontari da Formiamo che ha nella

formazione e nel servizio alle comunità uno dei suoi elementi fondanti: addetto alla produzione, manipolazione e vendita prodotti alimentari (h.a.c.c.p.); formazione sicurezza sul lavoro rivolto ai volontari occupati nell’organizzazione delle manifestazioni paesane (sagre); formazione sicurezza sul lavoro rivolto ai volontari occupati nella gestione dei circoli parrocchiali (patronati); formazione sicurezza sul lavoro rivolto ai volontari occupati presso le scuole dell’infanzia con mansione di accudimento – baby sitter, aiuto segreteria; elementi di primo soccorso pediatrico; addetti al primo soccorso con relativo aggiornamento; addetti antincendio rischio basso, medio e alto e relativi aggiornamenti; uso del defibrillatore automatizzato esterno (dae) - prima abilitazione e re-training. I docenti dei corsi sono professionisti e formatori nelle materie specifiche. Gli attestati che Formiamo impresa sociale, ente formativo accreditato presso la regione Veneto, rilascia sono tutti conformi alla normativa e assolvono gli obblighi di legge derivanti. Formiamo è disponibile a preparare percorsi calati sulle specifiche e singole esigenze territoriali che, insieme, saremo in grado di studiare e ipotizzare, e anche di offrire un supporto grazie alla rete dei partner del progetto E.com, sensibili e vicini alle esigenze delle comunità, con cui si possono creare contatti per arrivare alla concretizzazione dei vari progetti. Info e contatti: Formiamo impresa sociale, tel e fax 049/633942; email: info@e-formiamo.it; www.e-formiamo.it.

Marco Bevilacqua Formiamo impresa sociale

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La prima metĂ della mia vita sono andato a scuola, la seconda metĂ della mia vita ho avuto una formazione.

(Mark Twain)

/ FORMIAMO IMPRESA SOCIALE / LA FORMAZIONE PRENDE QUOTA Sette corsi Ecm da gennaio a giugno; il corso per operatori socio-sanitari nel pieno del suo programma con gli allievi ormai pronti, dopo le 500 ore di teoria, a sperimentarsi nei contesti di lavoro quali ospedale, centri di servizio per anziani, persone con problemi di salute mentale, disabili e scuole o centri estivi; i corsi sulla sicurezza nella sede operativa accreditata presso l'Opera della Provvidenza.

Formiamo impresa sociale, ottenuti tutti gli accreditamenti necessari, si presenta alle comunità, alle associazioni del privato sociale e alle strutture con un fitto calendario di proposte formative. Per quanto riguarda i corsi di educazione continua in medicina, grande interesse ha riscosso la proposta "Il corpo sessuato nella malattia e nella disabilità", una tematica di formazione innovativa e molto delicata. Il corso tenuto da Luigina Longhin e Riccardo Calzeroni, psicologi e sessuologi clinici, ha esaurito in breve i posti disponibili per le tre edizioni finora programmate con partecipanti provenienti da tutto il Veneto. Un'occasione per riflettere sulle basi di una concezione della salute sessuale come integrazione di aspetti fisici, ludici e affettivo-relazionali.

Preziosa la sinergia con l'associazione Acos (Associazione cattolica operatori sanitari) che proprio in Casa del Fanciullo nel mese di marzo e maggio ha organizzato, con la collaborazione di Formiamo Impresa Sociale, due appuntamenti formativi su tematiche etiche legate all'anziano, al fine vita e all'assistenza domiciliare.

Un appuntamento da segnare in calendario è infine quello che Formiamo impresa sociale propone sabato 3 ottobre 2015 nella palestra della Casa del Fanciullo: 50 mondi d'amore.

Educazione affettiva 3.0. Parole per genitori analfabeti di figli digitali: questo il tema della mattinata di formazione affidata ad Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell’età evolutiva, ricercatore presso il dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Milano. Autore di numerose pubblicazioni rivolte ad insegnanti, genitori ed educatori, Pellai ci parlerà del suo ultimo libro Tutto troppo presto. L’educazione sessuale dei nostri figli nell’era di internet offrendo spunti di riflessione e diverse tracce educative a chi non vuole lasciare ai media l’educazione sessuale ed affettiva di ragazzi, nativi digitali, che spesso dalla velocità di queste comunicazioni sono profondamente turbati e disorientati. Il convegno, su iscrizione, si terrà nella mattinata dalle 9 alle 13.

Matteo Berto.

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DI CADELFA

IL FUMETTO

D. Giuseppe Paccagnella, sacerdote della diocesi di Padova, desidera dare una casa a tanti bambini orfani a causa della guerra. Trova alcuni amici pronti a dare non solo una mano ma la loro stessa presenza: Giuseppe Rubini, che da colonello diventa il direttore della casa; Francesco Miotello che da economo dell'istituto Cavanis di Possagno (Tv) diventa economo e tuttofare e porta con sè anche la mamma Pina; Alberto Toffanin come assistente dei ragazzi; Lina Salvagnini e la sorella Maria che con Carolina Dall'Oglio si dedicano alla questua, a cercare pane, verdura, provviste in città ma anche nei paesi vicini muovendosi con un asino e un cavallo. Quersto il primo gruppo di amici collaboratori che da vita alla Casa dei Buoni Fanciulli.

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Il sogno si avvera!

Nel 1922 nasce la Casa dei Buoni Fanciulli

...arrivano i primi 7 ragazzi...

Signore aiutami, sono quasi tutti orfani di guerra...

...e perchè ha trovato un nuovo posto, una casetta in vicolo Santonini

Oltre ai bambini, sempre più adulti bussano alla porta per chiedere da mangiare...

Siamo nel 1928/29 Signore, in Italia c‛è una grande crisi... ...cosa possiamo fare?

Lina! Maria! iniziate a chiedere pane, verdura e frutta ai negozi ed ai paesi vicini

Don Giuseppe, ogni giorno riusciamo a dare da mangiare ad oltre 400 persone!!!

È un miracolo!!!

Sant‛Antonio ci sta aiutando...!

...questa casetta non ci basta più...

Cari collaboratori, ringraziamo il Signore e S. Antonio per quanto ci viene donato...

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...dobbiamo costruirne una più grande!

Signor Francesco, so che lei è il direttore della Casa dei buoni fanciulli.

Come prefetto di Padova...

...le chiedo la disponibilità per accogliere sette bambini orfani!

I bambini ed i ragazzi diventano sempre di più.

Viene dato un nuovo nome: CASA DEL FANCIULLO

1940 - 45. Un‛altra guerra... ancora tanti morti e nuovi orfani!

Ragazzi! Oltre alla cartapesta...

Ti ringrazio Signore, qui i ragazzi hanno trovato una casa...

La Casa del fanciullo acquista un‛officina lì vicino.

impareremo il lavoro di falegname

Ed iniziano le OFFICINE dei laboratori per i ragazzi...!

...a colorare e a verniciare

...stanno insieme, pregano, studiano e imparano dei lavori!

continua...

/ STORIE DI CASA / I RICORDI DELL'EX ALLIEVO ANTONIO GREGGIO Continua la raccolta di storie arrivate dagli ex allievi della Casa del Fanciullo. In molti hanno già accolto il nostro invito.

Continuate a inviarle, le pubblicheremo sul giornalino e sul sito.

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Il 12 Marzo 1929, per sentenza del Tribunale Civile di Padova, la “Casa Antoniana dei buoni fanciulli” è sfrattata dalla bella dimora di via Cesarotti 5 e si trasferisce nelle casette in fondo del vicolo Santonini 12, vecchie e cadenti dimore umide, dall’aspetto di vere catapecchie. In un foglietto di quaderno, il signor Francesco (Miotello) ha notato: “Palazzo o Tugurio, per noi fa lo stesso. L’ importante è che si possano sistemare le donne al primo piano e che al pianoterra si possa allestire alla meglio il refettorio per i poveri che ogni giorno si presentano numerosi nella Nuova Misera Sede e trovano che la minestra è sempre la stessa, buona come quella di Via Cesarotti”. Verso mezzogiorno, Vicolo Santonini è un via-vai di accattoni, uomini, donne, vecchi, giovani, alla ricerca di una ciotola di minestra, di un tozzo di pane. La domenica sono più numerosi del solito e più loquaci, più chiassosi; il vicinato si sente disturbato da questa presenza di mendicanti e protesta presso le autorità civili; la presenza di due guardie civiche serve a far cessare eventuali schiamazzi, a riportare ordine a calma.

Era la nascita della prima mensa popolare a Padova; sotto la protezione della Divina Provvidenza.

Nei giorni di grande festività come Natale, Pasqua, Sant’Antonio non mancava il dessert, un frutto o un dolce e … un bicchiere di rosso molto allungato. Questi avvenimenti li trovai tali quali riportati dal signor Francesco nei suoi block notes. I giorni di domenica era quasi un mio privilegio aiutare i responsabili per servire un mestolo di minestra.

Al mio arrivo in vicolo Santonini nel settembre 1943, sull’alto della porta della casetta nr. 12, che fungeva da entrata all’istituto, una lastra di marmo portava la dicitura “Casa Antoniana del buoni fanciulli” (...)

Il signor Rubini, direttore della Casa, ci ha accolti in direzione. Era una persona magra il cui viso, con un piccolo pizzetto, esprimeva un senso di abituale severità; la sua voce era chiara e pacata; le sue parole sono state di compiacimento per il nostro arrivo, di esortazione ad avere fede in Dio, ad essere obbedienti e studiosi non soltanto per il nostro bene personale, ma per dare molte soddisfazioni alla mamma che aveva avuto tante sofferenze nella sua vita. Da quel giorno Silvio è diventato Silvietto ed io sono rimasto Greggio. Solo più tardi, per merito del signor Francesco, sono diventato Toni per tutti.

Silvietto è rimasto la mascotte della casa fino all’arrivo di un bambino chiamato Brunetto, diventato oggi il prof. Bruno (Brizi)! Dalla porta che dava sul corridoio è entrato il signor Francesco, persona più slanciata, dall’aspetto molto affabile, materno.

Come se ci conoscesse già da tempo, ci ha salutati calorosamente, ci ha presi per mano e condotti in cortile a giocare con un gruppo di ragazzi che radunatisi curiosi intorno a noi, ci guardavano come fossimo degli essere rari. Uscendo dalla direzione, un nodo mi è venuto alla gola; appena il tempo di gettare uno sguardo agli occhi della mamma e dirle: “Ciao!”.

Partiva. Silvio, invece, conquistato immediatamente da una istantanea simpatia provata per il signor Fran-

-cesco, si è staccato sorridente dalla mamma e si è unito ai nuovi compagni con facilità ed entusiasmo.

Credo che il dormitorio si trovasse al secondo piano, nella camerata rivolta sul cortile. Due file di una ventina di letti, con all'inizio un tavolino-scrivania per il sorvegliante. Contentissimi di essere sistemati su due letti vicini.

Non riuscii ad addormentarmi presto; l’ immagine della mamma che partiva aveva il significato di un abbandono imperdonabile. Nel silenzio della camerata dei lievi singhiozzi sono venuti da sotto le lenzuola di Silvietto. (...) Il sorvegliante, forse il signor Francesco in persona, ci si avvicinò, disse qualche parolina. Mi rimisi a letto, Silvio smise di piangere e la prima notte di collegio trascorse in un profondo sonno tranquillo. Pochi giorni dopo iniziarono le scuole, Silvio in prima alla scuola elementare Ardigò, io in seconda alla scuola media Mameli di via Gaspare Stampa. L’ impegno messo nello studio, la conoscenza dei compagni e dei Superiori, cancellarono piano piano la nostalgia della casa. (…)

Più tardi sono arrivati i signori Pompeo e Pierin, il primo dall’aspetto molto severo, tutto regola e pietà.

Pierin grande e instancabile lavoratore. Il signor Francesco era di continuo in mezzo a noi, attento al nostro comportamento, alla pulizia personale, alla nostra salute, al vestiario. Il direttore Rubini si mostrava soprattutto la sera dopo cena. (...)

Delle donne ricordo che sane o ammalate, riposate o stanche, erano al lavoro dalla mattina alla sera, intente a tutti i lavori casalinghi: pulizia dei

locali, lavanderia, stireria, cucitura, ecc. ecc. Tutte si chiamavano Maria e per distinguerle c’era la Maria grande, la Maria piccola, la Mariettona, la Mariettina, la Maria “baston”, la Dorina, la Santina, la Chiari di Liedolo; l’ una camminava dritta e svelta, l’ altra si trascinava a stento lungo i corridoi della Casa e su e giù per la grande scala del Palazzotto. Portavano il nome di Maria, ma in realtà erano tutte la “Marta” del vangelo. La Casa del Fanciullo era la loro casa, vivevano contente in una grande famiglia fino alla fine della loro esistenza. Più tardi sono arrivate Marcella, mia madre, Esterina, la mamma di Brunetto e Norina Perseghin, moglie di Gigi. (...)

Un altro doloroso ricordo che tuttavia dimostra quanto fossimo incoscienti.

Durante i bombardamenti diurni o notturni degli alleati, su indicazione del signor Francesco, noi, i più grandi salivamo ai piani per aprire tutte le finestre mentre i compagni più piccoli scendevano in fretta nel rifugio, il piano sotterraneo della Casa. Spalancate le finestre, incoscienti e curiosi, invece di scendere nel rifugio, salivamo in terrazza ad attendere le squadriglie dei bombardamenti anglo-americani il cui rombo cupo, annunciatore di distruzioni e di morte, arrivava dalle parti di Santa Giustina. Contavamo il numero delle fortezze volanti che arrivavano e avanzavano lentamente perché cariche di bombe che venivano sganciate dalle parti della stazione ferroviaria e dell’Arcella.

Di notte la città diventava un luogo fiabesco; i palazzi, i campanili e le

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cupole delle varie chiese erano illuminati a giorno col lancio dei razzi, poco prima del fragore infernale dello scoppio delle bombe, seguito dalle alte fiamme che si innalzavano dai quartieri distrutti, in mezzo a nuvole di fumo che sapevano di fuoco e di forno crematorio per i corpi arsi sotto le macerie, morti lungo le strade, o seppelliti nei vari rifugi antiaerei. Ci precipitavamo giù nel sotterraneo per stare con i nostri compagni, pregare con loro e ricevere la benedizione e l’ assoluzione del padre Giuseppe Paccagnella. Eravamo stretti gli uni contro gli altri, e non c’era più posto libero. Infatti fra i ricoverati c’erano pure gli abitanti delle case vicine, amici della Casa (...)

Passando a un altro argomento, come non rammentare che noi ragazzi della Casa del Fanciullo eravamo stati scelti per formare le voci bianche - soprano e contralto - da inserire nel coro della basilica del Santo? (…) Sotto i portici che vanno dalla portineria al palazzo centrale, è affisso il giornale “Vita Nostra”, grande foglio murale eseguito a regola d’arte con stampatrice moderna, articoli d’autore, disegni di veri artisti. Un vero capolavoro tipografico.

Dinnanzi a tanto sfarzo (complimenti!), ritorno con la memoria e molta nostalgia alla prima paginetta di “Vita Nostra” uscita oltre mezzo secolo fa.

Un foglio di quaderno, più tardi un foglio a protocollo. Articolista, stampatore, disegnatore... Sempre il solito VATTELAPESCA o CÁTEO.

Antonio Greggio, ex allievo Casa del Fanciullo

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… ricordi anche via mail Un grazie ad Antonio Greggio e anche ad Antonio Boccardo, ex allievo, che da Pino Torinese ha inviato questa e-mail all'indirizzo info@cadelfa.it lo scorso 15 marzo. Continuate a scriverci.

“Buongiorno a tutti, letto quanto riportato nel giornalino circa lo spazio riservato agli “Ex Allievi” colgo l'occasione per riprendere i contatti con tutti voi e ringrazio per l'opportunità che ci riservate. Ancora limpido e fresco rimane in me il ricordo della bellissima serata trascorsa nella Casa per il novantesimo anniversario. Non voglio ripetermi su quanto ho avuto modo di presentare nel mio intervento, ma non posso doverosamente non ricordare cosa hanno rappresentato per me gli anni trascorsi ospite della Casa. Tutti ci ricordiamo dei personaggio fondatori e collaboratori (senza ovviamente dimenticare tutte le “DONNE”). Noi pensiamo al fondatore don Giuseppe Paccagnella, al signor Giuseppe Rubini, al signor Francesco, a Pierin, Pompeo, Pietro, Elio e gli altri. Arrivo anche a don Galiazzo e ai vari miei amici ex allievi: Greggio, Barato... Durante la mia ultima visita alla Casa il caro Pierin mi mostrò alcune foto degli anni 50 (avevo 10 anni) e risvegliò in me i ricordi di quei tempi. A parte tutto ciò la morale è questa: la Casa, i suoi personaggi, hanno fatto di noi bambini, orfani, dei veri UOMINI, preparandoci ad affrontare con sempre sani principi la moderna e purtroppo attuale società. Ma forti della nostra formazione, educazione, amici della fede e araldi della Croce, abbiamo, grazie a loro, potuto ricavarci ruoli di stima e fiducia delle nostre famiglie e della società stessa. GRAZIE per tutto questo, con immutata riconoscenza vi saluto con affetto.

Antonio Boccardo

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/ NOTIZIE DI CASA

/AUGURI DON ORLANDO! Un grazie al Signore per i 75 anni che don Orlando Galiazzo, il presidente della Casa del Fanciullo, compirà il prossimo 27 maggio. Generoso e instancabile, la sua storia umana e di sacerdote è legata all'Opera alla quale ha dedicato tutta la sua vita. In occasione del suo compleanno, l'associazione Padovarte musica ospite da circa un anno in Vicolo Santonini offrirà un gradito concerto. Un grazie ai nostri amici.

/14 Maggio - OPENDAY Dopo il buon riscontro dello scorso anno, torna l'appuntamento di maggio con le porte aperte in Casa del Fanciullo.

Per tutto il pomeriggio di giovedì 14 maggio si potranno visitare i vari servizi, incontrare gli operatori che ogni giorno lavorano in Cadelfa, entrare nella struttura. Vi aspettiamo e... passate parola!

Casa Del Fanciullo

049-8751075 - info@cadelfa.it - www.cadelfa.it

/16 Maggio - La palestra intitolata a Fausto Angeli

A due anni esatti dalla scomparsa, sarà intitolata a Fausto Angeli la palestra della Casa del Fanciullo. Instancabile sostenitore, socio e amico di Cadelfa, grande amante dello sport Fausto Angeli ha insegnato educazione fisica per quarant'anni nelle scuole Tasso, Todesco e Pascoli di Padova. E saranno proprio i ragazzi ad animare la mattinata del 16 maggio con una cerimonia che si svolgerà nella palestra e sarà realizzata in collaborazione con il Csi.

/31 Maggio - Buon compleanno Cadelfa Domenica 31 maggio ricorderemo i 93 anni di fondazione della Casa del Fanciullo. A conclusione della giornata, tornano nella nostra opera i Ruzzantini pavani che offriranno un loro concerto.

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/ NOTIZIE DI CASA /...e per l’estate Ritornano i centri estivi Torna l'Estate a colori in Casa del Fanciullo. Da giugno, alla chiusura delle scuole, a settembre riparte l'attività di centro estivo organizzata dagli educatori del Melograno.

Info sul sito www.cadelfa.it, melograno@cadelfa.it.

Casa Del Fanciullo

/Grazie Padre Vescovo Il prossimo 18 giugno, solennità di san Gregorio Barbarigo, il vescovo di Padova Antonio Mattiazzo, raggiunti i 75 anni di età, lascerà la guida della diocesi. Lo ringraziamo per il suo fedele servizio e per l'affetto riservato alla nostra Casa in particolare durante le celebrazioni per i suoi 90 anni con la visita il 6 giugno del 2012 e l'inaugurazione della mostra permanente sulla storia della Cadelfa. Al padre Vescovo i nostri migliori auguri e le nostre preghiere perché continui a essere “fedele operaio nella vigna del Signore”.

/Giuseppe paccagnella A 50 anni dalla morte vivo il ricordo di don Giuseppe Paccagnella. Martedì 24 marzo siamo entrati nel cinquantesimo anniversario della morte del padre fondatore don Giuseppe Paccagnella che sarà ricordato con particolare devozione e fervore durante gli incontri e i momenti di festa per i 93 anni della fondazione della nostra pia istituzione di carità. Nostra intenzione è quella di continuare la strada che ci ha indicato don Giuseppe di attenzione particolare verso i piccoli e gli emarginati. A conclusione del mese mariano, ci affidiamo a Maria Santissima, venerata nella nostra Casa con il titolo di Madre della Provvidenza e le affidiamo il nostro operare, fiduciosi nella sua intercessione e nella sua grazia per un futuro di servizio al bene comune.

/Continua l’ospitalità in Casa del Fanciullo

Un grazie alle comunità nostre ospiti durante il periodo natalizio. In particolare la comunità di Sant'Egidio che ha vissuto in Casa il pranzo di Natale e della prima domenica del 2015, la Caritas diocesana di Padova che ha scelto la Casa del Fanciullo per l'appuntamento di fine anno con i giovani e infine i seminaristi del Seminario minore della diocesi di Treviso che si sono incontrati in Casa del Fanciullo per una tre-giorni.

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Il 1° gennaio 2015 è ritornato al Padre Ulisse Cremasco, amico della Casa del Fanciullo.

A tutti i suoi cari la nostra preghiera e la nostra vicinanza. È mancato il 22 febbraio Franco Bertazzo, ex allievo della Casa nei primi anni '60.

Siamo vicini nella preghiera a tutti i suoi familiari.

Il 15 marzo è tornato alla casa del Padre Luciano Davanzo, cognato del nostro caro Pierino.

Alla moglie Imelda e ai figli, il ricordo nella preghiera di tutti noi della Casa.

Si è spento il 18 marzo Claudio Peruzzo, nostro ex allievo nella seconda metà degli anni '60.

Alla sua famiglia assicuriamo vicinanza e un ricordo nella preghiera.

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È necessaria l'infelicità per capire la gioia, il dubbio per capire la verità... la morte per comprendere la vita.

Perciò affronta e abbraccia la tristezza quando viene.

(Madre Teresa di Calcutta)

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ASSOCIAZIONE CASA DEL FANCIULLO - Vicolo Santonini, 12 35123 (PD) C/C postale n. 10339356 Coord. Bancarie: BANCA PROSSIMA Padova IBAN: IT91H0335901600100000062955 BANCA CARIGE Padova IBAN: IT76D0343112120000000120280 Conto Paypal: info@cadelfa.it